188 ANNO 33 FEBBRAIO | MARZO 2009
ambientecucina
BIMESTRALE IL SOLE 24 ORE BUSINESS MEDIA SRL - VIA G. PATECCHIO 2 - 20141 MILANO - POSTE ITALIANE SPA - SPED. IN A.P. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N.46) - ART. 1 - COMMA 1, DCB FORLÌ
trend il design sceglie nuovi spessori
trends design goes for new thicknesses
mercati la russia è ancora la nostra america
markets russia is still our “america”
built-in l’aspirazione è multifunzione
built-in multi-functional extraction
jewels for cooking
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Il primo forno Touch Control con display LCD a 260.000 colori.
La sua tecnologia rivela tutta l’arte culinaria e la passione De Dietrich.
Il forno Color Matrics nasconde la sua intelligenza dietro un’estrema semplicità
di utilizzo. La sua interfaccia sfoggia uno schermo interattivo ed evoluto.
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ambientecucina on line
ambientecucina | anno 33 | febbraio-marzo 2009
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sommariocentottantotto
28
6 | RUBRICHE
in copertina
9 editoriale
10 ernestomeda kitchen showroom
12 dove comprare di Paola Leone
20 magazine a cura di Antonella De Alessandri
28 green magazine di Clara Mantica e Giuliana Zoppis
32 swg ambiente cucina di Fabrizio Gomarasca
58
34 mondo impresa di Fabio Salvati
36 gestione finanza di Fabio Serini
38 codice consumo di Roberto Maida
39 photo vetrina di Lilli Bacci
40 shop visual di Lilli Bacci e Elisabetta Scheggi
44 selezione di Carla Cavaliere e Angela Viganò
120 aziende indirizzi
68
52 | SERVIZI
76
scenari recessione e ripresa coi piedi per terra
di Fabrizio Gomarasca
56 mercati crescita in mutazione
di Mariano Peluso
58 mercati dal lusso al gusto
di Carla Cavaliere
66 nuovi format casa ecologica su misura
di Clara Mantica e Giuliana Zoppis
68 in fabbrica l’innovazione ha due anime
di Fabrizio Gomarasca
72 tendenze dalla casa alla cucina: nuove visioni
di Renata Sias
82
76 trend in corso tutti pazzi per l’outdoor
di Paola Leone
82 progetto in tema forte per carattere
di Paola Leone
copertina
Yara di Cesar,
a pagina 6
anno 33 | febbraio-marzo 2009 | ambientecucina
84
sommariocentottantottosummary
84 | INTEMA INTHEME
spessorithicknesses
di/by Paola Leone
103 | CUCINATECNO
84
sistemi aspiranti oltre le frontiere dell’aspirazione
di Antonella De Alessandri
116 marmomacc quasi una pelle di marmo
di Paola Leone
116
ambientecucina
Direttore responsabile
Piergiorgio Tonelli
Direttore di redazione
Raffaella Razzano
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Redazione
Carla Cavaliere (caposervizio)
[email protected]
Segretaria di redazione
Anna Alberti
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Hanno collaborato a questo numero
Lilli Bacci, Antonella De Alessandri,
Fabrizio Gomarasca, Paola Leone,
Roberto Maida, Clara Mantica,
Mariano Peluso, Fabio Salvati,
Elisabetta Scheggi, Fabio Serini,
Renata Sias, Angela Viganò,
Giuliana Zoppis
Progetto grafico e impaginazione:
Fabio Berrettini, Cristina Menotti
Segreteria commerciale
e Ufficio Traffico
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Agenti di zona
Lombardia e Piemonte:
Davide Mariani, tel. (02) 39646804,
fax (02) 39844800, cell. (388) 7964723
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Triveneto: Anna Dieni,
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Toscana e Umbria: Media & Massima,
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Lazio, Abruzzo e Molise: Intermedia,
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fax (06) 5819897,
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Campania e Sicilia: Salvatore Cuomo,
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103
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ASSOCIAZIONE NAZIONALE
EDITORIA PERIODICA SPECIALIZZATA
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[ in copertina Cesar ]
YARA
l’evoluzione dei sensi
Importante e insieme minimalista, capace di coniugare perfettamente cucina
donano continuità e maggiore superficie alla cucina. Il comfort è espresso
e living, Yara è un modello in continua evoluzione, che si propone rinnovato
anche da alti pensili, ampie ante scorrevoli che si aprono su capienti
nelle finiture e completato con nuove soluzioni hi-tech, senza perdere
dispense, alte colonne e spessori importanti; giochi di isole e penisole,
il rassicurante calore che lo contraddistingue. Yara (design R&D Cesar,
piani a sbalzo che donano l’effetto di cucina soggiorno.
G.V. Plazzogna) diventa così un ambiente da gustare con tutti i sensi: fascino
Interessante e distintivo anche l’elemento terminale per basi e colonne:
alla vista e piacere al tatto, grazie agli ampi spessori, come quello dell’anta
una cornice in legno sporgente accoglie al suo interno un pannello della
da 2,5 cm in cui è alloggiata la presa ergonomica della maniglia, alla
stessa finitura di legno dell’anta oppure di vetro. Innovativa anche la
equilibrata composizione di volumi, e alle linee decise che si esaltano nella
soluzione dell’anta con il telaio in alluminio rivestito in marmo stratificato
possibile varietà delle finiture. Dalla materialità dello yellow pine spazzolato,
alleggerito, che permette di abbinare basi, top e anche schienali,
al calore del teak e del noce, dall’algida raffinatezza del marmo alla vasta
con lo stesso materiale naturale. Un’ulteriore personalizzazione
gamma di laccati lucidi, sino alla sontuosa finitura seta, che procura
si può avere nei vetri acidati, verniciati sul retro in 15 colorazioni,
un’inedita sensazione tattile, la cui speciale laccatura è più resistente
ora ancora più insoliti grazie ad un motivo grafico che corre lungo tutta
ai graffi e meno assorbente per le impronte delle dita.
la superficie. I nuovi top in Corian, vetro acidato e marmo si aggiungono
Ma la versione più luminosa, e di grande raffinatezza contemporanea,
ai piani in ceramica Laminam - asettica, atossica e antiusura - oppure
è quella nella nuova essenza betulla: legno nordico con un’ampia
in porfido dello spessore di 8 cm o in acciaio inox dello spessore 1,2 cm,
fiammatura, appena percettibile, dal colore bianco, tendente al crema.
con piani cottura e lavelli a filo. Originale anche la cappa in acciaio
Una cromia delicata che si armonizza con il vetro acidato bianco,
che può essere aderente alla parete o concepita come elemento centrale
scelto per il piano superslim e per lo schienale. Il piano di cottura con
isolato, mentre il living si arricchisce dei nuovi pensili a giorno Quadrix,
i fuochi in linea, bianco come pure i ripiani scorrevoli che celano il lavello,
in finitura laccato seta, capaci di comporre nuove architetture di volumi.
Yara di Cesar
(design R&D Cesar,
G.V. Plazzogna)
nella versione in
essenza betulla,
giovane e raffinata,
dalla delicata
fiammatura,
e laccato bianco.
FIORE ALL’OCCHIELLO DI CESAR,
YARA È UN PROGETTO DALLA PERSONALITÀ
CONTEMPORANEA CHE DIVENTA ANCORA
PIÙ RAFFINATO CON LA FINITURA BETULLA.
UN’ESSENZA LUMINOSA CHE COSTITUISCE
UNA SCELTA GIOVANE E DISTINTIVA
I top di Yara sono
in Corian, vetro
acidato, marmo,
porfido in ceramica
Laminan,
con piani cottura
e lavelli a filo.
Un elemento
distintivo di Yara
sono gli spessori
importanti: anta
da 2,5 cm, mensole
con spessore
da 4-6 cm, telai
in alluminio
di spessore 2,5 cm,
larghezza ante fino
a 120 cm, colonne
alte fino a 222 cm,
profondità delle basi
65 o 75 cm.
I pensili a giorno
Quadrix in finitura
laccato seta
possono comporre
nuovi spazi e volumi
nell’ambiente living.
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design Alessio Bassan
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Un nuovo, affascinante e inconsueto concetto di isola, fuori
dagli schemi convenzionali, ma molto vicino al contemporaneo
linguaggio architettonico. I volumi puri e assolutamente rigorosi
definiscono una cucina scultorea, raffinata nei pochi ma unici
dettagli. L’aspetto compatto e quasi austero viene mitigato
dall’effetto traslucente, liscio e levigato del Corian®.
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editoriale
Raffaella Razzano
RESISTERE E SOGNARE
Nel corso del recente convegno organizzato da Ambiente Cucina per gli imprenditori del
settore, il presidente del Gruppo Cucine Patrizia Copat ha ricordato a chiusura del suo
intervento come l’immaginazione sia la prima fonte di felicità umana e il sogno il grande
motore di cambiamento. Parole che indicano nella fiducia, concreta e propositiva, la strada
per affrontare un momento che trova proprio nella paura il più grande nemico da combattere.
Nessuno vuole e può negare la contrazione dei consumi che sta mettendo alla prova anche il
nostro settore e sta, sostanzialmente, accelerando dei fenomeni già in atto, tra cui la decisa
razionalizzazione dei costi e dell’efficienza dei processi industriali avviata in questi anni per
combattere la concorrenza della temuta Cina e di tutti i paesi con un costo del lavoro più
basso. Era già chiaro, ad esempio, che la produzione di elettrodomestici a più basso valore
aggiunto stesse migrando definitivamente nei paesi dell’est Europa o in Turchia, con tutte le
pesanti implicazioni sui tagli di posti di lavoro che ne derivano. E sempre a proposito di fascia
economica, era forse meno facile da prevedere, ma ugualmente critico, l’affanno di chi, nella
distribuzione, aveva generato fatturato puntando solo su prezzi molto bassi, riducendo
margini e minando, ahimé, la percezione del valore di mobili e elettrodomestici. Stiamo
parlando della Gdo che negli ultimi due anni è cresciuta in modo importante anche nel mondo
della cucina componibile, come abbiamo più volte sottolineato, rappresentando una minaccia
per i punti vendita tradizionali. Oggi è una delle realtà che sta soffrendo di più, e con essa
l’industria che l’ha sostenuta. Investimenti e costi di gestione importanti rendono molto più
difficile navigare in questo mare di calma piatta, mentre piccole imprese a carattere famigliare
possono probabilmente “resistere” più a lungo, un verbo su cui si gioca buona parte della
partita nei prossimi mesi qualsiasi sia la dimensione dell’impresa. Per quanto la resistenza
possa essere minacciata dalla stretta creditizia in corso, alimentata talvolta da atteggiamenti
miopi che oscillano tra la cautela e la furbizia, questa sorta di limbo dei consumi dovrebbe
servire per fare un esame approfondito delle propria azienda, per eliminare il superfluo ma
anche per decidere quali siano gli investimenti su cui puntare per il prossimo futuro. Solo così
si può trasformare un fermo macchina imposto in una opportunità di sviluppo e cambiamento
che alla lunga sarà positivo. Intanto di positivo c’è la voglia di ascolto e di conoscenza che
molti operatori stanno manifestando dedicando più attenzione ai propri clienti, frequentando
con maggiore determinazione convegni, visitando le fiere più evolute come, ad esempio, è
successo a Made Expo, la rassegna milanese dedicata all’architettura che ha registrato
200.126 presenze, 17,1% in più rispetto all’edizione del 2008. Un segnale di fiducia che trova
una ulteriore conferma anche nella partecipazione al futuro Salone del Mobile, per cui si
registra il tutto esaurito. Anche alla luce di questi dati, ci sembra dunque di buon augurio
riprendere le parole conclusive dell’intervento di Patrizia Copat e affermare che, tra resistere e
sognare , “il futuro è di chi sa immaginarlo”.
10 | ambientecucina
ernestomedakitchenshowroom
LA VITALITÀ DEL DESIGN
Silverbox nella sua versione Living è la protagonista delle ampie vetrine di Ernestomeda Lugano.
Qui è presentata con le basi in rovere moro e le colonne laccato lucido cashmere.
Nella zona sottostante del negozio sono inserite tre cucine One, nella foto, e la cucina attiva Seventy
per le manifestazioni di show cooking.
È un’azienda di primo piano nel settore cucine,
Ernestomeda, non solo in virtù dell’alta qualità
globale di prodotti e servizi.
Associarsi con i migliori punti vendita italiani
e internazionali è infatti una delle carte vincenti
per la nota griffe, che ha recentemente
rafforzato la sua partnership con uno dei nomi
più accreditati del panorama italiano ed europeo
della distribuzione d’arredo: Arredo Più.
Nasce così il nuovo Ernestomeda Lugano,
inaugurato lo scorso dicembre e sito
nel cuore dell’elegante città, in via Pelli 5.
Ampio e illuminato dalle grandi vetrine a nastro
che si aprono sul fronte strada, lo showroom
si estende su 400 mq di superficie
e si distribuisce su due livelli espositivi.
E non si tratta soltanto di una location
di prestigio. Il nome di Kitchen Open Space,
che si abbina al logo del negozio, porta infatti
con sé tutta la filosofia Ernestomeda
e Arredo Più, un modo congiunto di interpretare
l’ambiente cucina secondo i nuovi trend
e stili di vita abitativi, di matrice metropolitana.
Un esempio: nel negozio i nuovi concept
si esprimono attraverso dieci diverse
ambientazioni openspace, create con sistemi
cucina di successo, tra cui Silverbox,
e con le collezioni più recenti, progettate
da designer e architetti di fama internazionale,
come Rodolfo Dordoni, autore di Barrique,
e Pietro Arosio, designer di Elektra, e poi Zaha
Hadid e Jean Nouvel, che hanno firmato
rispettivamente Z.Island e Nouvel Lumière,
due progetti di forte impatto estetico
e innovativo sviluppati in collaborazione con
DuPont tm Corian®. Testimonial della profondità
di gamma dell’azienda e della sua capacità
di innovare con progetti comunque concreti,
lo showroom di Lugano è un ulteriore segno
della strategia intrapresa dall’azienda
per rafforzare il brand con l’apertura
di flagship store, all’estero e in Italia.
Strategia che nel corso dell’ultimo anno
ha già portato all’apertura di Ernestomeda
Chicago, Ernestomeda Los Angeles,
Ernestomeda Seul, Ernestomeda Bari.
Nell’ingresso, un tavolo di forte impatto e sulla sinistra la cucina Elektra, uno dei bestseller di Ernestomeda, qui proposta nell’elegante versione laccata lucida bianca ghiaccio, con top in Corian®.
Accanto alla zona ufficio, si staglia una delle creazioni più innovative del brand: l’isola operativa di Solaris, in Corian®, con l’area contenimento M.O.D.E in glass color nero.
UN SODALIZIO DI STILE
Con questo nuovo prestigioso
showroom Arredo Più amplia
ulteriormente il proprio network che,
ad oggi, conta un totale di quattro
negozi in Svizzera - un secondo
negozio a Lugano, uno a Cadenazzo
e uno a Zurigo - e due negozi
a Varese. In tutti gli showroom
è attuato un servizio al cliente
di alto livello, assicurato sotto
il profilo sia della progettazione
e sia della consulenza, con personale
specializzato che, soprattutto
in Svizzera ha come principali
interlocutori architetti e designer.
Inoltre, Arredo Più è in grado
di soddisfare le richieste contract
con una sezione dedicata
esclusivamente allo sviluppo
di progetti B2B. Paolo Pascucci,
capostipite della famiglia proprietaria
di Arredo Più, ci aiuta a capire come
nasce e si sviluppa la collaborazione
tra i due imprenditori.
proprio per il carattere “pioneristico”
dello stile. Con loro abbiamo
contribuito a creare uno spazio
vendita fuori dai soliti schemi,
che potesse interpretare in modo
esauriente lo spirito innovativo
del design dei diversi sistemi
d’arredo»
Paolo Pascucci
«Il nostro sodalizio con Ernestomeda
risale addirittura ai suoi esordi,
quando nome e azienda erano
ancora giovanissimi, ma si
distinguevano già per una tipologia
di prodotto particolare, differente
In che cosa si distingue
il negozio di Lugano?
«Questo showroom è nato
con un comune intento: comunicare
un nuovo concept di cucina,
che si identifica con uno spazio
open, in continuità stilistica
e funzionale con la zona giorno.
Area di preparazione
e consumazione dei cibi e living
si fondono così in un unico grande
ambiente sapientemente attrezzato,
da vivere in modo attivo,
dove cucinare diventa, per le coppie
moderne, quasi uno show
per coinvolgere nella domesticità
amici e parenti. Con quest’idea
di spazio vivo e aperto alla
convivialità abbiamo creato
le varie composizioni cucina,
tra cui una funzionante, che serve
a interpretare proprio l’idea
del cooking show, lo spettacolo
del cucinare. E gli “attori”,
qui in negozio, sono i nostri chef,
che si esibiscono durante
le ore dedicate ai corsi di cucina
a tema rivolti a clienti
e appassionati.
La cucina funzionante allestita
con gli elettrodomestici Bosch,
Siemens e Gaggenau, è stata
inaugurata il giorno dell’apertura,
che ha accolto oltre 350 persone
tra architetti, imprese e clienti
privati».
Tutti coinvolti in un invitante
e ricco show firmato solo ed
esclusivamente Made in Italy.
ERNESTOMEDA LUGANO
KITCHEN OPEN SPACE
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Superficie spazio espositivo 400 m2
Via Pelli 5
6900 Lugano (CH)
Tel. 091.940.1616
Progettista spazio espositivo Ernestomeda
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Titolare Paolo Pascucci
Numero cucine esposte 10
12 | ambientecucina
dovecomprare
di Paola Leone
UN MONOMARCA
PER TUTTA LA CASA
È leader nella produzione di mobili in
stile country, Minacciolo, azienda veneta
che da sempre punta alla qualità del
prodotto e a un design innovativo per
reinterpretare un filone stilistico che si
annovera, così, tra quelli più trendy del
settore cucina. Per valorizzare le proprie
collezioni all’interno di un contesto
raffinato ed esclusivo, Minacciolo
ha recentemente inaugurato uno Store
a Mestrino, in provincia di Padova.
La location non è solo uno spazio
privilegiato per i clienti che apprezzano
la qualità delle cucine Minacciolo:
si tratta di un’operazione commerciale
che rappresenta un continuum con
gli altri Store monomarca già presenti
sul territorio nazionale, che hanno
riscosso un grande successo di
pubblico. Inaugurato il 23 novembre
2008, il Minacciolo Store conferma
quindi un ulteriore passo avanti rispetto
all’ampliamento della rete distributiva
dell’azienda, che per i suoi negozi
adotta una stessa filosofia di progetto,
giocata su soluzioni d’arredo volte
a creare ambienti quasi reali, allestiti
con il calore e la ricchezza dei mobili,
ma anche di dettagli, complementi,
oggettistica raffinata e luci ad effetto.
Inserito in un contesto moderno
in piazza Mercato, il nuovo spazio
espositivo si apre sotto i portici di
un edificio con dieci ampie vetrine,
che svelano gli ambienti costruiti secondo
il sistema d’arredo più rappresentativo
di Minacciolo: English Mood, disegnato
da G.V. Plazzogna, programma connotato
dall’impiego del legno massello di abete
finito con speciali vernici colorate
atossiche. Sui 200 mq di superficie,
English Mood è rappresentato nelle
diverse declinazioni per arredare i vari
ambienti della casa, dalla cucina al
soggiorno fino alla camera e alla stanza
da bagno. Nello spazio cucina del
negozio, lo stile di English Mood
si esprime appieno, sia nel carattere
compositivo sia attraverso i dettagli,
proposti dalle ante a telaio con pannello
a doghe, e dai decori delle lesene incise
nel legno con motivi floreali.
A una gamma completa per arredare
l’intero spazio domestico lo Store affianca
un servizio di assistenza a 360°.
Per creare progetti cucina, e non solo,
che al gusto del passato abbinano
l’attualità di un design e di una tecnologia
costruttiva d’eccellenza.
> Punto di forza
La coerenza della proposta stilistica
e di gamma per ogni ambiente,
abbinata alla completezza del servizio
MINACCIOLO STORE
PADOVA
MESTRINO (PD)
[email protected]
www.minacciolo.it
Progettista dello spazio espositivo
Minacciolo Ufficio Ricerca e Sviluppo
Responsabile Luigino Pastore
Marchi cucine
Minacciolo, Collezione“English Mood”
Marchi complementi e oggetti
per cucina Minacciolo
Superficie espositiva totale 200 mq
Superficie espositiva cucine 50 mq
Numero vetrine 10
Numero composizioni
cucine esposte 2
14 | ambientecucina
| dovecomprare
CAPONIGRO CUCINE
BELLIZZI (SA)
[email protected]
www.caponigrocucine.com
Progettista dello spazio
espositivo
Eliseo Caponigro
Ufficio mostre Scic e Copat
Titolare
Eliseo Caponigro
Personale addetto
alla progettazione
e alla vendita 2 persone
Marchi cucine
Ciesse, Copat,
Florida Cucine, Heral Cucine,
Innova Cucine, Scic
Marchi elettrodomestici
Electrolux, Elica, Faber,
Falmec, Foster, Franke,
Hotpoint-Ariston, Nardi,
Neff, Rex, Smeg
Marchi componenti
ad incasso Franke, Geda,
Paini, Newform, Siderplast
Marchi complementi
Eurosedia Design,
Lineasedia, Ims, Idealsedia,
Sabatini Sedie, Gipi Le Sedie
SPECIALIZZATI
PER COMPETERE
È una struttura di grandi dimensioni Caponigro
Cucine Collection, di Bellizzi, in provincia di
Salerno, uno spazio di vendita completamente
dedicato all’arredo della cucina, attivo da sette
anni. Anche se chi l’ha fondato, Eliseo
Caponigro, proviene da un’esperienza di più
lunga data, quella del negozio d’arredamento di
famiglia. Al titolare, però, non bastava rimanere
in quell’ambito. «Ho 39 anni, di cui la maggior
parte trascorsi nella nostra azienda» spiega
Eliseo. «Sette anni fa, spinto dalla passione
per il settore e dallo spirito di intraprendenza
che mi contraddistingue, ho fatto la mia scelta e,
scorporando dal nostro showroom tutto il
settore delle cucine e degli elettrodomestici da
incasso, ho fondato la nuova società». Animato
da un obiettivo su tutti: migliorare le proprie
competenze e quelle del suo staff «per riuscire
a soddisfare le richieste sempre più precise
e pressanti di una clientela molto preparata,
che ha modo di informarsi attraverso le riviste
specializzate e i siti web dedicati» spiega.
Un compito non facile, a quanto pare, poiché,
secondo il titolare, le aziende non sempre sono
disponibili a fare formazione. Ma in questo caso,
al mancato supporto il negozio supplisce con i
propri mezzi e con la professionalità che deriva
da anni di lavoro sul fronte del progetto. Eliseo
si occupa infatti della sua attività a tutto tondo,
dalla progettazione alla consulenza sull’arredo
cucina e sull’elettrodomestico ad incasso, che
tratta fornendosi direttamente dalle aziende
produttrici. «Commercializzare l’incasso senza il
filtro dei cucinieri ci consente di praticare prezzi
vantaggiosi per il cliente e di avere sempre a
disposizione le ultime novità», afferma. In più,
per l’incasso, Caponigro è in grado di fornire una
sorta di assistenza tecnica facendo magari da
tramite tra utente e azienda madre. Ma da
Caponigro il cliente riceve un’assistenza speciale
anche per il montaggio e il post-vendita, curato
da personale di fiducia interno. Per la gamma
di proposte d’arredo cucina, poi, basti sapere
che su 900 mq sono in mostra circa 50 modelli,
suddivisi tra sei marchi ben noti. Un’offerta
vastissima, quindi, grazie alla quale il negozio
si attesta attorno a una media di 120 cucine
vendute in un anno, in prevalenza scelte in stile
moderno contemporaneo, con una quota di
addirittura un terzo in stile classico.
Apprezzato anche dal pubblico più giovane.
Superficie espositiva totale
900 mq circa
Numero cucine esposte 52
Numero vetrine 2
Media preventivi annui 250
Media cucine
vendute all’anno 100-120
>
Punto di forza Il vasto assortimento di arredo cucina e la consulenza sull’elettrodomestico da incasso, con proposte aggiornate.
16 | ambientecucina
| dovecomprare | mondo
BULTHAUP SHANGAI
UN’OASI DI DESIGN
TRA I GRATTACIELI
Si cammina su un tappeto di granito e si
percepisce un lontano fruscio d’acqua nel
nuovo showroom Bulthaup di Shangai,
il più grande monomarca nel mondo della
casa tedesca. Situato in una zona centrale,
nei pressi degli spazi commerciali
di prestigiosi marchi Made in Germany
come Porsche e Mercedes Benz, il nuovo
showroom occupa un ampio spazio giocato
sulla prevalenza del vuoto sul pieno, sulla
leggerezza cromatica e l’armonia dei segni.
Entro 800 mq di superficie e un percorso
espositivo che si estende per oltre 35 metri,
sono così presentati i progetti più recenti
dell’azienda, secondo poche e selezionate
proposte di ampio respiro. Al centro del
negozio è allestito il monoblocco Bulthaup,
mentre più avanti tre cucine b3 fanno da
preambolo ad una scenografica isola di sei
metri, che può essere utilizzata addirittura
da 40 persone, per cucinare e stare insieme.
La straordinaria soluzione d’arredo
affascina e stupisce, mentre i materiali nobili
e l’armonia delle forme trasferiscono
al visitatore l’idea di un lusso sussurrato
e supportato da una grande tecnologia
e ricerca estetica. La leggerezza delle
composizioni è ulteriormente rafforzata dagli
intensi effetti di faretti e dalla luce naturale
proveniente dalle ampie vetrate, che
lasciano fuori la frenesia della megalopoli.
L’interno è concepito per contrasto quasi
come un’oasi, un angolo di pace dove poter
apprezzare appieno il design del prodotto
Bulthaup che in Cina ha suscitato un forte
riscontro. Il nuovo showroom rappresenta
infatti un’importante piattaforma
comunicativa e un punto di incontro per
clienti finali, architetti, ingegneri, designer
e ospiti internazionali della metropoli cinese,
che qui possono trovare la risposta a una
richiesta d’arredo di alto livello, garantito
da un servizio al cliente ineccepibile che va
dal progetto all’assistenza globale, dalla
consulenza all’installazione degli arredi.
Non è affatto difficile, quindi, apprezzare
il design delle cucine Bulthaup e scegliere
la soluzione d’arredo più idonea, in una
location esclusiva come questa. Dove
un’elegante Vip lounge conclude la zona
accoglienza dedicata agli ospiti più esigenti.
Benvenuti
nel futuro del lavaggio
Forme mai viste prima che si aprono ad un nuovo concetto di zona lavaggio: IN-FREE.
“In” perché è parte integrante della cucina e perché presenta una nuova percezione di fascino.
“Free” perché libero di essere collocato e personalizzato.
Elettrolavello, elettromiscelatore, SIR (Sistema di scarico ad Ingombro Ridotto), materiali innovativi (Vitrotek Black&White,
fibre di carbonio e di alluminio), dissipatore, vasca per il lavaggio ad ultrasuoni ed aspiratore degli olii usati sono gli elementi
che permetteranno una piena libertà di composizione. Uno spazio quindi in cui convergono funzionalità, tecnologia e design
creando una simbiosi perfetta tra efficienza e creatività: "MODULO" IL NUOVO COMFORT DEL LAVAGGIO.
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magazine
a cura di Antonella De Alessandri
INDESIT COMPANY
OBIETTIVO TRADE MARKETING
In un anno che sarà probabilmente ricordato come uno dei
più negativi per il comparto, Indesit Company conferma un dinamismo concreto che, per
quanto riguarda il built-in ha
consentito al Gruppo di chiudere il 2008 con un - 5% a fronte
di una media del settore di 8%, con una punta di eccellenza del marchio Scholtès che ha
registrato un +15%.
L’analisi della situazione, che
permane difficile, induce il management a mettere in campo
strategie ancora più puntuali,
come ci conferma Lamberto
Gentili, direttore commerciale
built-in per i tre marchi del
Gruppo, Indesit, Hotpoint-Ariston e Scholtès.
«Il business legato al mondo
del built-in sta vivendo un periodo di grandi evoluzioni e in
qualità di leader di mercato per
noi è fondamentale saper interpretare e anticipare i cambiamenti, adattando la struttura in
modo efficace. Consapevoli
dell’importanza della distribuzione, siamo pronti a scendere
in campo con una struttura di
trade marketing e merchandiser che sarà di supporto al
punto vendita. Partiamo con
quattro persone in Lombardia e
contiamo di arrivare a una
struttura di 15 addetti entro il
2010».
Quali sono gli obiettivi
prioritari della nuova squadra
di trade marketing?
Il primo passo è il monitoraggio
puntuale delle esposizioni attualmente proposte dai mobilieri. Sappiamo già che nel 35% dei
casi i display propongono dei
prodotti vecchi. Una volta fotografata con precisione la realtà in
campo, il secondo passo prevede un’azione per accelerare il
processo di rinnovo dell’esposizione e per inserire in mostra i
prodotti più performanti, così come è successo per il forno Open
Space di Hotpoint-Ariston, proposto con successo in 2.000
punti vendita lo scorso ottobre o
per la vasca Multiplo di Scholtès,
le cui vendite hanno raddoppiato
le previsioni. Il consumatore è
sensibile alle novità, soprattutto
in fase di rinnovo, e la grande distribuzione, pur avendo colto da
tempo l’opportunità di business
della sostituzione, non è in grado
di gestire al meglio la profondità
delle collezioni built-in, nate per
essere in sintonia con il design
delle cucine. Lo specialista che
vende mobili per cucine potrebbe trarre un serio vantaggio competitivo nel proporre elettrodomestici di valore con la giusta
competenza. Solo così è possibile rispondere ai bisogni più raffinati del consumatore al suo secondo impianto.
A proposito di novità, sono
previsti altri lanci per il 2009?
Per Hotpoint-Ariston sono previsti i rinnovi completi di piani, forni e cappe delle linee Style e Deco, il lancio delle nuove lavastoviglie 14 coperti, e una linea di
frigoriferi free standing dedicata
in esclusiva ai cucinieri.
Per i nostri partner produttori di
cucine abbiamo messo a punto
anche delle gamme dedicate per
l’export, indicando loro procedure da seguire, modelli e posizionamenti sui vari mercati.
Come è possibile migliorare ulteriormente la partnership con i
vostri distributori?
Premesso che la squadra di trade marketing opererà sul punto
vendita a supporto dei nostri
partner produttori di cucine e
dei nostri distributori, 18 realtà
che operano sul territorio nazionale, vogliamo innanzitutto
sgomberare il campo da tutte le
turbative alimentate dai canali
così detti paralleli, che anche
grazie alle potenzialità di internet, stanno generando spiacevoli confusioni.
In che modo contate
di controllare il flusso
dell’offerta che transita
da internet?
Il canale del web è interessante
ma è giusto esercitare un mag-
GRUPPO EUROMOBIL
CUCINE E ARTE CONTEMPORANEA
In occasione di “Arte Fiera Art First”, fiera internazionale d’arte contemporanea che si è tenuta
a Bologna dal 22 al 26 gennaio scorso, nello spazio Uliassi’s Gallery, il Gruppo Euromobil,
main sponsor della manifestazione, ha presentato una cucina ad isola Filotabula.
Un contesto originale dove la proposta sapeva vivere con incisività grazie alla grande pulizia formale
che contraddistingue il progetto realizzato in pino spazzolato bianco con il piano in pietra acrilica
bianca LG Hi-Macs®.
Lamberto Gentili, direttore
commerciale built-in per i tre marchi
del Gruppo: Indesit, Hotpoint-Ariston
e Scholtés.
gior controllo su quanto viene
proposto. Anche per questo, dal
primo gennaio è operativo un sistema di codice a barre che identifica il prodotto in tutto il
suo percorso. Siamo disposti a
intraprendere azioni legali laddove registriamo delle anomalie
nella distribuzione dei nostri
prodotti e nei confronti di chi utilizzerà i nostri marchi in modo
improprio.
Indesit Company è un player
che gioca su diversi mercati:
quali sono secondo il vostro
punto di vista le opportunità
per la cucina italiana
nel mondo?
In generale le nostre imprese sono ineguagliabili per il prodotto
ma deboli sul fronte del marketing. In questo senso credo esistano opportunità straordinarie
se le aziende si doteranno di sistemi più sofisticati di marketing
e trade marketing per affrontare
i mercati in modo meno occasione e più analitico. Anche in questo Indesit Company può e vuole
essere un partner affidabile.
(R.R.)
ambientecucina
COSENTINO
GESTIONE AMBIENTALE CERTIFICATA
Impresa specializzata a livello mondiale nella produzione e distribuzione
di quarzo e superfici in pietra naturale, Cosentino ha ottenuto il certificato
internazionale ISO 14001: 2004. Il riconoscimento, rilasciato da Bureau
Veritas, attesta la qualità del sistema di gestione ambientale dell’azienda
spagnola e dimostra il rispetto delle legislazioni vigenti in materia di ambiente
e la conformità di Cosentino anche in molti altri settori.
Il brand Silestone® di Cosentino, che possiede anche la certificazione
di qualità ISO 9001:2000, detiene la certificazione NSF, che lo riconosce
come un materiale idoneo al contatto diretto gli alimenti, e il Greenguard
(GEI), certificato Indoor Air Quality, che individua i materiali da costruzione
con basse emissioni di composti chimici per l’aria.
ARMANI/DADA
Partnership per
una nuova linea di cucine
È stato annunciato lo scorso dicembre l’accordo
fra i gruppi Armani e Molteni per la produzione e
la distribuzione della nuova linea di cucine Armani/Dada, definita dalle parole chiave “design e
comfort, eleganza e funzionalità” e progettata sia
per il settore residenziale sia per il contract.
Dalla collaborazione fra la divisione specializzata
Armani/Casa, voluta nel 2000 da Giorgio Armani
per trasmettere la sua visione della dimensione
abitativa, e da Dada, azienda del gruppo Molteni,
che dal 1980 progetta e produce sistemi di arredo per l’ambiente cucina contemporaneo, caratterizzati da un elevato contenuto estetico e funzionale, è nata
Bridge, il primo modello della lussuosa linea, alla quale seguiranno ulteriori proposte a partire dal Salone del Mobile 2009, occasione in cui verrà presentata la
seconda proposta. La cucina Bridge, già inserita in prestigiose residenze private, arrederà le cucine delle 144 esclusive Armani Residences all’interno del Burj
Dubai, l’edificio più alto al mondo che sta sorgendo a Dubai, e sarà inserita al
57o piano dell’imponente Federation Tower di Mosca che, con i suoi 340 metri,
svetterà nelle vicinanze della piazza del Cremlino. Le cucine Armani/Dada
saranno disponibili sia nei punti vendita monomarca Armani/Casa sia nei concept store più qualificati del Gruppo Molteni.
Nelle foto, Bridge, il primo modello della linea di cucine Armani/Dada.
| 21
CECED ITALIA
SCENARIO INCERTO
PER IL 2009
PER CONTRASTARE L’ANDAMENTO NEGATIVO DEL MERCATO
OCCORRE INCENTIVARE LA RICERCA E PUNTARE
SULLA QUALITÀ, LEGATA AL RISPARMIO ENERGETICO.
INSUFFICIENTE IL DECRETO LEGGE DI INCENTIVI AL CONSUMO
È un saldo decisamente negativo quello presentato da Ceced Italia
lo scorso 17 dicembre a Milano, con un 2008 che si è dimostrato,
per i produttori di apparecchi domestici e professionali, il peggiore
anno degli ultimi tempi. E l’apprensione destata dal consuntivo
2008 accompagnerà gli operatori del settore - e non solo - per
buona parte del 2009, nonostante il decreto legge di incentivazione
approvato di recente dal Governo. A creare preoccupazione è
l’andamento degli ultimi mesi del 2008, nei quali le vendite ai
consumatori sono calate del -5-7% (bimestre settembre-ottobre),
mentre la produzione del comparto dei grandi elettrodomestici
ha registrato, in rapporto al mese corrispondente dell’anno
precedente, -8% in settembre; -21% in ottobre; -26% in novembre,
con un ulteriore peggioramento in dicembre. L’andamento negativo
viene confermato dall’indice della produzione industriale,
monitorato da Confindustria Anie: nel periodo gennaio-ottobre
2008, l’indice di settore è calato di -11,5%, peggiore di quello
generale per l’industria manifatturiera (-3,1%). Nonostante gli
investimenti in innovazione per qualificare sempre più il made in
Italy e migliorare ulteriormente efficienza energetica e sostenibilità
ecologica dei prodotti, il mercato ha segno negativo in tutti i
comparti, con le sole eccezioni di stufe e caminetti, stabili rispetto
all’anno scorso, e delle apparecchiature professionali per catering
e ospitalità, positive grazie alla forte proiezione internazionale.
Da questo scenario di fortissima e crescente contrazione di
produzione e vendite in Italia e in Europa non è esente il comparto
dei grandi elettrodomestici con il suo assetto industriale in Italia,
dove, durante il 2008, per la prima volta in molti anni, i dati di sellout di tutte le principali tecnologie hanno registrato andamenti
negativi, in forte peggioramento. Il sell-out per il periodo gennaioottobre indica una diminuzione complessiva di -3,8%, inferiore a
quella registrata per il calo nelle vendite (sell-in) che, tra gennaio
e novembre, si aggira attorno a -8%. Ciò si spiega considerando
che, nella prima parte, la distribuzione ha attuato politiche
di destoccaggio, ormai concluse, mentre dopo l’estate il crollo
generalizzato dei consumi ha impattato pesantemente sugli
acquisti come sulle vendite. Per Ceced Italia, anche le misure
di incentivazione previste dal recente decreto legge, sono
sostanzialmente ininfluenti a spingere le vendite di apparecchi
ecologici e insufficenti a supportare l’impegno dei produttori verso
prodotti più innovativi. Inoltre, ha precisato il presidente Piero
Moscatelli, il collegamento degli incentivi alle ristrutturazioni
edilizie, che costituirà un freno anche burocratico, «è privo di
motivazioni, in quanto gli elettrodomestici (...) non richiedono lavori
complessi di tipo impiantistico o civile per funzionare».
22 | ambientecucina
magazine
GRUPPO CUCINE ASSARREDO
BINOMIO VINCENTE
DAQ (DESIGN AFFIDABILITÀ QUALITÀ) + CAB (CUCINE APPLIANCES BATH) È IL BINOMIO ATTRAVERSO CUI DEVE
SEMPRE PIÙ ESSERE APPREZZATA E RICONOSCIBILE LA CUCINA ITALIANA NEL MONDO. QUESTA LA LINEA STRATEGICA
DEL GRUPPO “ESPORTIAMOLE”. E SE IL GRUPPO “INNOVIAMOLE” PUNTA ALL’EVOLUZIONE DELLE IMPRESE,
NESSUNO VUOLE DIMENTICARE LA LEZIONE DI CHI HA FATTO GRANDE LA CUCINA ITALIANA IN QUESTI ANNI
Continuano i lavori del Gruppo Cucine di Assarredo
che ha chiarito con maggiore dettaglio le finalità
dei due Gruppi di Lavoro identificati per rafforzare il
settore in Italia e all’estero. In particolare nella
commissione “Esportiamole”, coordinata da Silvio
Fortuna, è stato definito come obiettivo primario
quello di riuscire ad affermare presso gli operatori
stranieri un’equivalenza più netta tra design italiano, già riconosciuto come leader per gusto ed estetica, e i concetti di qualità e affidabilità. Una sfida
che ha trovato anche una sua sigla identificativa,
DAQ, acronimo di Design Affidabilità Qualità, che si
rafforza ulteriormente con quella espressa dalla triPatrizia Copat, presidente
del Gruppo Cucine
logia CAB (Cucine Appliances Bath).
di Assarredo.
«Il primo passo - ricordano il presidente Patrizia
Copat e il coordinatore Silvio Fortuna, - sarà quello di individuare
nuovi mercati nel mondo in cui promuovere la nascita di “cucine district” fortemente caratterizzati dalla presenza di showroom di produttori italiani di cucine. Per rafforzarne la presenza ci auspichiamo
che possano essere condivisi con partner a noi vicini, come i produttori di elettrodomestici o quelli di arredo bagno che possono avere
analogo interesse a creare un fronte qualificato del design made in
Italy. L’unione, di fatto, consentirebbe di sviluppare azioni di richiamo, comunicazione e promozione comuni».
Per concretizzare l’obiettivo il Gruppo Cucine ha deciso di sostenere
con una borsa di studio un dottorato di ricerca in Direzione d’Impresa presso l’Università di Verona, in modo, come spiega Patrizia Copat: «da poter disporre di risorse umane preparate e motivate che,
con il coordinamento del Gruppo, svolgano ricerche di mercato ad
ampio spettro, individuino i mercati e i contatti più promettenti, predispongano un piano di fattibilità per iniziative concrete comuni,
promuovano le iniziative deliberate, seguano la fase iniziale di attivazione degli interventi». Anche la commissione “Innoviamole”,
coordinata da Ottorino Magnabosco, si è data degli obiettivi precisi
e concreti puntando soprattutto la propria attenzione sulle imprese
e sulle problematiche di gestione e management.
«Il nostro obiettivo - specifica ancora Patrizia Copat, - è quello di favorire la crescita culturale delle imprese e nelle imprese per renderle
più dinamiche e competitive, nonché meglio inserite nel network internazionale. Anche in questo caso la fase operativa prevede di sostenere una seconda borsa di studio per un dottorato in Ingegneria
Gestionale presso l’Università di Udine, o facoltà omologa, con lo
scopo primario di organizzare incontri con “esperti in complessità”
per illustrare agli associati i contenuti e le novità dell’approccio, e
proporre vie pratiche di adozione, ma anche con l’obiettivo di programmare incontri con docenti universitari o testimoni privilegiati
sulle problematiche più attuali. Infine riteniamo necessario promuovere l’utilizzo della rete (Internet) come strumento di rilevazione e comunicazione». La proiezione del Gruppo Cucine verso il futuro delle
imprese non dimentica però il passato: «E il grande patrimonio di esperienza che vantano gli imprenditori di “lungo corso” appartenenti
al nostro gruppo» conclude il Presidente. «Al contrario, intende sempre averlo presente. Per questo abbiamo istituito il “Comitato dei
saggi” di cui fanno parte Paolo Boffi, Pasquale Del Tongo e Valter
Scavolini, con i quali mi confronterò personalmente nei momenti più
delicati, di particolare complessità o incertezza, o semplicemente
per una rassicurante verifica. Mi auguro possa essere anche per loro
un solidale attestato di stima».
APPUNTAMENTO
DESIGN MANAGEMENT EUROPE
Da oltre un decennio le conferenze DMI esplorano la cultura del “design thinking”
nelle principali città europee. Quest’anno l’appuntamento è nella capitale
del design italiano, Milano, dove si svolgerà Design Management Europe 13,
presso La Triennale, dall’ 1 al 3 aprile 2009. Attraverso presentazioni strutturate,
discussioni di gruppo mirate e workshop, la Conferenza esplorerà l’evoluzione
del design management e fornirà indicazioni strategiche sulle chiavi
di leadership necessarie per guidare il cambiamento nella realtà di oggi.
Per maggiori dettagli e informazioni sul programma:
www.dmi.org/dmi/html/conference/europe09/conference.htm
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DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L' ITALIA
24 | ambientecucina
magazine
Collegati al sito www.B2B24.it, il portale
dell’informazione business to business de Il Sole24Ore.
Aggiornamenti quotidiani sul mondo del building e design
A PORDENONE
UN CONVEGNO
SUL MERCATO DELLA CUCINA ITALIANA
La domanda cruciale: “Crisi finanziaria mondiale e crisi economica europea: come uscirne partendo dal mercato italiano?” è
stata la partenza, nonché il titolo,
per il convegno organizzato il 15
gennaio alla Fiera di Pordenone
da Set In, primaria società di distribuzione di elettrodomestici
da incasso, in collaborazione con
Electrolux e Cassa di Risparmio
del Friuli Venezia Giulia.
Al numeroso pubblico intervenuto, punti vendita e produttori di
mobili per cucina, i relatori chiamati a dare risposta alla domanda iniziale, hanno offerto innanzitutto una fotografia puntuale dell’andamento del mercato delle
cucine in Italia e nel mondo. Per
quanto riguarda lo sguardo ampio offerto da Aurelio Volpe sul
mercato mondiale il dato più significativo è che almeno 10 dei
60 paesi su cui il noto Istituto fa
un continuo monitoraggio avranno nel 2009 una buona crescita
nel consumo e nell’import di mobili. Una previsione che fa sperare in una voce export per la cucina italiana ancora positiva soprattutto per margini e fatturato,
anche in presenza di una possibi-
le contrazione di volumi. A questo proposito il dato più significativo arriva dal mercato interno in
cui, come ha specificato Massimo Sumberesi di Tomorrow Swg,
l’istituto che da più di dieci anni
svolge un monitoraggio puntuale
sull’andamento del mercato delle
cucine in Italia, si stima che siano
state vendute circa 670 mila cucine contro le 735 mila del 2005 e
le 770 mila del 2002.
Parlando di distribuzione e di fasce di prezzo è evidente che in
questi anni ci sia stata una contrazione della così detta pancia
del mercato, la fascia media compresa tra i 3.000 e i 6.000 euro a
favore di una polarizzazione sempre più spinta tra basso e alto di
gamma. Una situazione che si riflette necessariamente anche
sulla configurazione delle quote
tra i vari attori della distribuzione
che oggi presenta un quadro
suddiviso tra un 40% rappresentato dai negozi tradizionali, in calo nell’ultimo anno, il 25% della
GDO, in crescita dal 2005, e il
15% degli specialisti, anch’essi in
lieve calo nel 2008 rispetto al
2007. Interessante l’analisi delle
macro aree che presenta, ad e-
A FIANCO DEI PROPRI CLIENTI
Set In, organizzatore del convegno, è un gruppo distributivo che conta 75
addetti, tra interni e collaboratori esterni, fattura 20 milioni di euro l’anno e
gestisce oltre 130.000 referenze di prodotto, tra cui gli elettrodomestici da
incasso del Gruppo Electrolux. Severino Baseotto, amministratore delegato
della società Set In che ha promosso il convegno per fare chiarezza sulle
reali condizioni del mercato, ricorda che... «metamorfosi e adattabilità sono,
nell’evoluzione naturale dei mercati, condizioni necessarie all’esistenza
e allo sviluppo di un’azienda. Questa frase potrebbe fare da sfondo a quello
che è un valore cardine della mission di Set In: esistere sempre. Potrebbe
sembrare un concetto banale se applicato alla corporate identity di
un’azienda ma è soprattutto in queste fasi difficili di mercato che si capisce
quanto sia invece poco scontato. Da questa attitudine tipicamente battagliera
e assolutamente reattiva, unita all’obbiettivo di seguire sempre al meglio
il cliente, è nata la volontà di realizzare questo convegno».
Edi e Sandra Snaidero al convegno di Pordenone organizzato da Set In.
A destra, Severino Baseotto, amministratore delegato di Set In.
sempio, una crescita superiore
alla media nell’area Sud e Isole e
un calo nel ricco Nord Est, soprattutto per quanto riguarda il
primo impianto. In generale cresce ovunque la quota della sostituzione che rivela quanto sia maturo il mercato delle cucine. Più
maturo, nel senso di evoluto, anche l’atteggiamento del consumatore, come ha evidenziato l’intervento del sociologo Mario Abis, presidente di Makno, che ha
evidenziato come la crisi abbia
accelerato delle tendenze già in
atto, prima tra tutte una razionalità maggiore nella selezione degli investimenti da effettuare e in
particolare nel processo d’acquisto di beni semi durevoli come
quello della cucina. La selezione
delle risorse privilegia comunque
la casa e rende più incisivo il “paradigma della sostenibilità” che
può essere un tema importante
da affrontare in un momento come questo in cui cresce la responsabilità sociale anche nei
singoli. Inversamente proporzionale alla crescita della domanda
di qualità è la caduta dell’indice
di soddisfazione sui servizi, un’area su cui i punti vendita è necessario che si impegnino maggiormente considerato il ruolo fondamentale esercitato nel processo
di acquisto. Come ha ricordato
anche Roberto Piazza, presidente
di Mastra e coordinatore del convegno, che è intervenuto sul tema della distribuzione ribadendo
con forza la necessità di capire in
modo chiaro quale ruolo si vuole
giocare sul mercato, visto che si
può essere distributori di prodotti o di servizi o ancora di esperienze. Ricordando sempre che il
consumatore al momento dell’acquisto ha un carico di aspettative e anche di ansie di cui è
opportuno tenere conto. La chiusura del convegno è stata siglata
da una tavola rotonda cui erano
presenti Gianfranco Schiava, amministratore delegato di Electrolux Italia, Edi Snaidero, presidente del Gruppo Snaidero, Mauro
Mammoli, presidente del Gruppo
Leader di Ferdermobili e i due relatori Mario Abis e Roberto Piazza, con la moderazione di Raffaella Razzano, direttore di Ambiente Cucina.
Lo scambio di opinioni ha riportato l’attenzione alla domanda iniziale e ha ribadito, in sintesi,
che la spinta necessaria per dare
ulteriore forza alla cucina italiana
risiede in un processo che coinvolge necessariamente tutta la filiera, per arrivare fino al punto
vendita che deve vendere valore
a 360° gradi e non solo prodotto,
né tanto meno sconto. (R.R.)
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26 | ambientecucina
magazine
RICORDANDO
GIUSEPPE
DOIMO,
UNA VITA
PER I MOBILI
“Amiamo i mobili che produciamo. Per le emozioni che
essi sanno dare prima a noi e poi a chi se li mette in
casa. Migliorarsi continuamente, capire le tendenze e
possibilmente prevederle, guardare sempre avanti,
questi sono i nostri input. E portare nel mondo (…) una
delle cose che l’Italia sa fare meglio, il mobile”. Sono le
sue stesse parole a raccontare al meglio e in sintesi la
vita di Giuseppe Doimo, scomparso all’età di 75 anni il
2 febbraio scorso, fondatore del grande gruppo italiano
di arredamento. Da ragazzino trevigiano, figlio di contadini, che negli ultimi anni della guerra va a bottega a
soli dieci anni da un falegname, Doimo è arrivato ad
essere presidente di un gruppo, creato con i fratelli,
costituito da 36 aziende, che ha visto anche il progressivo coinvolgimento dei quattro figli. Uomo del fare,
concreto e volitivo, all’apparire della malattia ha voluto
reagire ricordando e raccontando la propria vita, ricca
e costruttiva. E poco prima della sua scomparsa, è
uscito il volume “Giuseppe Doimo, una vita per i mobili”, edito da Terra Ferma, in cui il giornalista Felice
Manni ha raccolto la testimonianza di un’esistenza
ricca di eventi personali e imprenditoriali, artefice di un
doppio successo: aziendale e familiare.
FERIA DE MADRID
Prima edizione di 360 Interiorhome
Un nuovo appuntamento, dedicato
all’arredamento e all’architettura
d’interni, arricchisce il calendario
fieristico europeo: è 360 Interiorhome,
organizzato da Ifema in concomitanza
con la già collaudata Casa Pasarela,
Passerella dell’Avanguardia per l’Habitat, dal 27 al 31 marzo 2009 a Madrid.
Il progetto della nuova manifestazione è quello di creare una nuova proposta
di carattere internazionale, in particolare nell’ambito dell’alta decorazione,
dotando Madrid di “uno spazio unico nell’ambito della creazione di tendenze”,
e coprendo così, con le due fiere, i due settori dell’architettura d’interni
e del design. Entrambi i saloni occuperanno i padiglioni della Feria de Madrid
e ospiteranno le imprese spagnole ed europee leader in arredamento
e architettura di interni e creatrici di tendenze (riunite in 360 Interiorhome)
e i migliori marchi internazionali di design (in Casa Pasarela), con l’obiettivo
di realizzare una vetrina competitiva sullo scenario europeo, in grado di dare
impulso alla internazionalizzazione delle aziende espositrici.
Le due fiere si svolgeranno nel contesto globale della Settimana Internazionale
del Design di Madrid, e 360 Interiorhome ospiterà anche il Congresso
Internazionale del Contract e dell’Architettura d’Avanguardia.
Particolare anche l’allestimento della nuova fiera, con stand chiavi in mano
concepiti per offrire vantaggi economici e logistici agli espositori, garantendo
una elevata qualità estetica pur ottimizzando le risorse, e con la novità
dell’apporto fondamentale del vetrinismo. 360 Interiorhome, che avrà carattere
professionale e che si rivolgerà in particolar modo al retail e al contract
internazionali, sarà aperta al grande pubblico solo domenica 29 marzo.
CANDY GROUP
SEB
Garanzia estesa a tre anni
Borse di studio
“Alessandro Buttigli”
Per garantire maggiore
tranquillità nell’uso dei
suoi elettrodomestici
Candy, Hoover,
Zerowatt, Iberna,
il Gruppo Candy offre
la possibilità di
estendere a tre anni
la garanzia, della durata
legale di due anni,
al costo di 65 euro
in totale. L’ampliamento triennale della garanzia omnicomprensiva,
gestita dalla società dedicata Gias, può essere sottoscritta anche sul
Web oppure mediante cartolina postale, bollettino di conto corrente
allegato alla documentazione di garanzia, telefonando al numero
199.12.13.14 o tramite il Centro di Assistenza Tecnica nel corso
di un intervento. Il Gruppo Candy conta 165 Centri di Assistenza
Tecnica e oltre 500 tecnici in tutta Italia per i grandi elettrodomestici.
È partita due anni fa l’iniziativa delle Borse di studio Alessandro Buttigli
volta ad aiutare giovani meritevoli, ma con scarse possibilità economiche,
a studiare e ad essere avviati con successo nel mondo del lavoro.
Il progetto è nato con l’obiettivo di mantenere vivo il ricordo del giovane
figlio di Bruno, titolare della Seb, l’azienda di famiglia - legata alla
distribuzione di elettrodomestici per il centro Italia, attiva da circa 40 anni
- che il ragazzo gestiva con successo insieme al padre e al fratello.
Le borse di studio, del valore di cinquemila euro cadauna, sono state
istituite con il coinvolgimento del Collegio universitario Don Mazza e
dell’Ucid (Unione cristiana imprenditori e dirigenti) e sono attualmente
sostenute dalla stessa Seb, oltre che dalle aziende Viking, Design
Elementi ed Irinox. Il progetto, dal quale per ora stanno traendo beneficio
tre studenti, può essere sostenuto contattando il collegio Don Mazza
(www.collegiomazza.it) e inviando una liberalità (deducibile
fiscalmente nella misura del 2% del reddito di impresa) all’attenzione di
Michele Domaschio, direttore dell’Istituto e coordinatore del progetto
stesso, facendo riferimento al nome di Alessandro Buttigli.
ambientecucina
SNAIDERO
BERLONI
Kube premiata negli Usa
2008, CUCINE
IN POSITIVO
Il "Good Design Award", il prestigioso premio
del Design Athenaeum di Chicago, è stato
conferito per il 2008 a Snaidero per Kube,
l’ultima innovativa cucina progettata da Offredi
Design. Lo storico premio americano,
istituito a Chicago nel 1950, premia designer
e produttori per l’ideazione di concetti innovativi
e originali, capaci di andare oltre i tradizionali
standard di prodotto e di design.
Kube è il settimo modello Snaidero ad aver
ricevuto questo prestigioso premio dal
1996, dopo Ola, Idea e Acropolis di Pininfarina,
Time, Skyline di Lucci e Orlandini, e Venus
di Pininfarina, oltre al riconoscimento ottenuto
nel 2005 dall’architetto Giorgio Borruso
per lo showroom Snaidero di Los Angeles.
GORENJE
MIGLIOR BRAND IN CINA
Alla Interior Lifestyle China Fair, svoltasi
a Shanghai lo scorso novembre, Gorenje
è stata scelta come miglior nuovo brand del 2008
in Cina e premiata ufficialmente con il China Home
Style Award. L’azienda, che ha fatto il suo
ingresso nel mercato cinese tre anni fa,
con l’obiettivo di ampliare la propria area
di diffusione ed espandere la rete di vendita
a un mercato in forte crescita come quello
asiatico, è stata scelta per i suoi prodotti di alto
design, come Smart Table, le esclusive collezioni
Gorenje firmate da Pininfarina e Ora-Ito,
fra oltre 70 imprese.
Nella foto, uno dei nuovi modelli della linea
Nostalgie Gorenje, caratterizzati da un look anni
’50, e presentati durante la fiera cinese.
| 27
Grazie alle coraggiose politiche commerciali
intraprese, Berloni ha registrato un ottimo risultato
nelle vendite del comparto cucine nel corso
del 2008. Con un +22% in quantità e + 27%
in valore l’azienda è andata nettamente
in controcorrente rispetto ai dati del settore.
Questa crescita è da attribuire principalmente a
quattro fattori: un’attenta strategia di comunicazione
mirata ad aumentare la brand awareness del
marchio; un ampliamento dell’offerta; maggiori
garanzie al cliente sulla durata delle cucine
nel tempo e infine un grande lavoro di squadra.
Le vendite del 2008 hanno superato
le aspettative registrando un picco nel periodo
maggio-giugno pari un +66% degli ordinativi,
un +15% nel terzo trimestre e un +16% nel quarto.
Il dato estremamente positivo del secondo trimestre
è da collegare alla campagna promozionale
della primavera, molto apprezzata dal pubblico,
che prevedeva uno sconto del 33%
e una televisione lcd compresa nel prezzo.
In termini previsionali, Berloni chiuderà il 2008 con
risultati in crescita, in netta controtendenza rispetto
al mercato: 85 milioni di euro il valore del fatturato
2008 delle cucine (80 milioni di euro al 31.12.07),
mentre a livello di Gruppo i ricavi totali
raggiungeranno 175 milioni di euro (165 milioni
nel 2007). A livello internazionale Berloni rafforza
la propria strategia di penetrazione nei mercati esteri,
in particolare in Medio Oriente, India
e Russia. Proprio in Russia, dove sono già operativi
24 punti vendita, è stato inaugurato a gennaio
uno showroom a Samara, una delle più importanti
città del paese. Il nuovo spazio, di circa 800 mq,
rappresenta una vetrina molto importante per il
marchio, grazie alla presenza dell’intera gamma
dei prodotti Berloni.
ELMAR LOGO RINNOVATO
Con la presentazione del nuovo programma EL_System, progettato da Ludovica + Roberto Palomba, Elmar ha
deciso di rinnovare la grafica del proprio logo (rimasto inalterato per trent’anni), affidando il restyling allo studio
Palomba, che ha declinato varie reinterpretazioni del marchio per renderlo coerente con il mood architettonico
che sta caratterizzando la produzione dell’azienda veneta. È così nato il nuovo logo, costituito da un’unica parola,
elmar, scritta con un lettering essenziale e armonioso nella sua modulazione, preceduto da un punto dello stesso
colore. Una scrittura abbinata ad un cerchio, che è una delle tre forme base che danno origine alle texture e a
tutte le forme, per simboleggiare il “punto elmar” e sintetizzare l’organicità dei nuovi prodotti.
green
magazine
aacura
Mantica e Giuliana Zoppis*
curadidiClara
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
*fondatrici di BEST UP-circuito dell’abitare sostenibile
ECODOM
OBIETTIVI E RISULTATI DEL RICICLO RAEE
Sono pubblici i risultati della prima ricerca sul bilancio ambientale del riciclo dei rifiuti elettrici ed elettronici realizzata da Ecodom in collaborazione con Ambiente Italia. Ne emerge che il corretto trattamento di tutti i rifiuti elettrici ed
elettronici - di competenza del Consorzio - prodotti ogni anno in Italia (oltre 6 milioni di pezzi, 258 mila tonnellate di
grandi e piccoli elettrodomestici) ridurrebbe le emissioni di CO2 di 3,4 milioni di tonnellate. Un quantitativo pari al
3% delle emissioni di gas serra che l’Italia è chiamata a tagliare entro il 2020. La gestione a fine vita di tutti i frigoriferi, congelatori, lavatrici, forni e degli altri grandi elettrodomestici bianchi prodotti ogni anno, consentirebbe inoltre
il recupero di 230 mila tonnellate di materiali - ferro, alluminio, rame, plastiche, vetro - da reimmettere nel processo produttivo. Altri risultati: la riduzione delle emissioni di gas ozono per il 40% del totale nazionale e un recupero
energetico pari all’equivalente di 119 mila tonnellate di petrolio. I dati emersi dalla ricerca confermano l’importanza
di assicurare la piena operatività del sistema di gestione dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) come ha dichiarato Piero Moscatelli, presidente del Consorzio Ecodom: «Ogni anno ciascun italiano produce 17
kg di rifiuti elettrici ed elettronici. Di questi ne vengono attualmente riciclati soltanto 2 kg, troppo pochi rispetto ai
Paesi europei più virtuosi». Attualmente sono circa 1 milione le tonnellate di televisori, pc, telefonini, piccoli e grandi elettrodomestici, giocattoli e lampade fluorescenti che ogni anno in Italia diventano rifiuto. Un quantitativo rilevante - soprattutto in considerazione dei volumi unitari e del potenziale inquinante delle sostanze contenute - destinato
a crescere del 38% entro il 2020. «Occorre aumentare la raccolta differenziata garantendo il corretto trattamento di
tutti i RAEE prodotti. Per ottenere questo risultato sarà fondamentale l’adesione di tutti i Comuni al Sistema RAEE e
la prossima emanazione del decreto di semplificazione per i distributori, che consentirà il ritiro ‘uno contro uno’ dei
rifiuti elettrici ed elettronici presso i punti vendita» aggiunge Moscatelli. «Solo così sarà possibile sottrarre rifiuti alle
discariche e al circuito parallelo di recupero, e, soprattutto, contribuire agli obiettivi di efficienza energetica e riduzione degli impatti ambientali che l’Italia si è data aderendo al Protocollo di Kyoto». Attualmente Ecodom, che gestisce, senza fini di lucro, il trasporto, il trattamento, il riciclo e lo smaltimento degli elettrodomestici a fine vita, raggruppa 41 aziende che rappresentano il 70% nel mercato dei grandi elettrodomestici.
 www.ecodom.it
 www.ambienteitalia.it
REACADEMY
ARCADIA MEDIA
Eco-sacchetto
per la tutela dell’ambiente
Oggi è possibile
comunicare sul mercato
di riferimento anche con
il “sacchetto di plastica
ecologico” prodotto
con un biopolimero
che utilizza componenti
vegetali e li rende
completamente biodegradabili. Le aziende
possono sostenere
l’ambiente facendo
pubblicità sui nuovi sacchetti biodegradabili al 100%. Un’iniziativa
che consente al consumatore di sostenere l’ambiente senza dover
pagare di più e alle aziende di raggiungere milioni di consumatori.
Lanciata da Arcadia Media è una soluzione concreta per mettere
un freno alla vera e propria valanga di sacchetti di plastica che
invadono l’ambiente, basti infatti pensare che in Italia ogni mese
vengono consumati ben 2 miliardi di sacchetti della spesa.
«L’attenzione alle tematiche ambientali è in costante crescita,
tanto che quattro italiani su dieci sono preoccupati della difesa
dell’ambiente e sono convinti di dover fare qualcosa per
l’ecosistema in cui viviamo» dice Luca Latino, di Arcadia Media
«I sacchetti rappresentano un oggetto d’uso talmente quotidiano
da passare troppo spesso inosservati per quanto riguarda i rischi
per l’ambiente, che sono invece altissimi».
 www.ecosacchetto.it
Recuperare, progettare, arredare
ReAcademy, accademia del recupero, è un progetto ideato per migliorare la
vita sul pianeta attraverso ogni forma di recupero. Nasce dall’ispirazione di un
movimento di imprenditori cuneesi orientati a progetti ecosostenibili, la cui
anima è Michelangelo Bergia, figura storica di innovatore nell’ambito delle
materie plastiche ed esperto di tecnologie di trasformazione delle materie
prime. Presente all’ultimo Salone del Gusto torinese, vi ha presentato i suoi
prodotti di eco-design con il marchio I Was. Fra questi, le Sedie del Torchio,
design Marco Torchio. Sedie, sgabelli e tavolini sono realizzati con doghe di
barriques, botti in rovere utilizzate nelle cantine per non più di 3 anni. Legni
destinati al macero e “salvati” dai rifiuti per diventare opere fatte di storia e di
vita. Tutti i pezzi sono assemblati a mano, ogni sedia racconta la storia della
botte con cui è stata costruita, perché il metodo di lavoro non snatura il materiale: rimangono le macchie del vino contenuto dalle botti, l’aroma del legno,
le scritte di fabbricazione e la storia che quel materiale porta con sé. Altri prodotti presentati: la Eko Logic Shop to Shop, linea di attrezzature per la grande
distribuzione: cestini, porta cestini e carrelli per la spesa interamente realizzati in Keorex, materia prima seconda ottenuta dal riciclo del PET. Prodotti riciclati e riciclabili all’infinito, perché tutte le componenti sono dello stesso materiale. Infine, la Borsa dell’Unione è la prima collaborazione dell’artista Ugo
Nespolo con Keoproject.
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30 | ambientecucina
greenmagazine
DECRETO LEGGE REGOLAMENTATA L’EMISSIONE DI FORMALDEIDE
Il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 10 dicembre 2008 le
disposizioni per regolamentare la fabbricazione, l’importazione e l’immissione in commercio di pannelli a base di legno e
manufatti - sia semilavorati sia prodotti finiti - contenenti formaldeide. Il decreto è l’ultimo atto dell’impegno di Assopannelli,
Associazione nazionale fabbricanti pannelli e semilavorati in legno, che ha ribadito in più occasioni la necessità di leggi per
regolare l’emissione di formaldeide. La formaldeide, o aldeide formica, è una componente essenziale nella fabbricazione dei
pannelli per i mobili come per l’edilizia, che è stata riclassificata come elemento cancerogeno. Il decreto stabilisce che i pannelli a base di legno e i manufatti con essi realizzati contenenti formaldeide non possono essere immessi in commercio se
la concentrazione di equilibrio di formaldeide che provocano nell’aria dell’ambiente di prova supera il valore di 0,1 ppm (0,124
mg/m3). Pannelli a base di legno e manufatti devono essere accompagnati da una dichiarazione di conformità e, a tal fine,
sono previsti controlli sia interni alle aziende produttici di pannelli, sia presso i laboratori certificati dal Ministero che si avvale dell’Istituto Superiore di Sanità per vigilare il rispetto della normativa e il rilascio della dichiarazione di conformità.
 www.federlegno.it
BERLONI
PANNELLI ECOCOMPATIBILI
E ATTENZIONE ALL’AMBIENTE
BIO BAG
SHOPPER ECOLOGICA
ED ETICA
Berloni conferma il suo impegno sociale verso ambiente e
salute impiegando i pannelli FSC E0 V100 per le cucine e
gli arredi di sua produzione. La sigla FSC attesta la provenienza del legname secondo rigorosi standard ambientali,
sociali ed economici; E0 indica contenuti ed emissioni di
formaldeide più bassi in assoluto, in conformità alle norme
giapponesi; V100 definisce nuove caratteristiche di idrorepellenza. L’attenzione per l’ecologia è un impegno che BerQuadra, di Berloni, design Luciano Grugni
loni ha assunto da anni e che si concretizza nella ricerca
e Ufficio Progettazione Berloni
costante e nell’applicazione di tecnologie innovative per
l’abbattimento degli impatti ambientali e dei contenuti di sostanze tossiche e nocive. Nelle fasi di produzione l’azienda agisce per la riduzione e il recupero dei rifiuti, la tutela delle acque attraverso l’eliminazione di tutti gli scarichi idrici industriali, l’utilizzo di colle viniliche prive di formaldeide, l’introduzione di cicli di verniciatura a base acquosa o ad
alto residuo secco in grado di ridurre le emissioni di gas dannosi per l’effetto serra e per l’utente. La Certificazione di
Prodotto Berloni - secondo la norma UNI EN 14749 per le cucine e la certificazione del sistema di qualità aziendale
UNI EN ISO 9001:2000 - attesta gli altissimi standard qualitativi del marchio e definisce un nuovo standard qualitativo di riferimento all’insegna delle sempre più severe norme internazionali in materia di rispetto ambientale. L’attenzione all’ambiente risulta fattore di successo per l’impresa che vede un incremento di vendite nel comparto cucine (+22%
in quantità e +27% in valore) andando in controcorrente rispetto ai dati del settore che segnano rispettivamente un
-23% e -34%. Berloni annuncia che chiuderà il 2008 con risultati in crescita, in netta controtendenza rispetto al mercato: 85 milioni di euro il valore del fatturato 2008 delle cucine (80 milioni di euro al 31.12 07), mentre a livello di
Gruppo i ricavi totali raggiungeranno 175 milioni di euro (165 milioni nel 2007).
 www.berloni.it
Anche i negozi B’io - rete di circa
260 punti vendita specializzati in
prodotti biologici - hanno la loro
eco-shopper. È realizzata in cotone
e lino coltivati con metodo biodinamico
in Egitto da Sekem, azienda egiziana
che nel suo paese sostiene istituzioni
educative, centri di ricerca, ospedali.
Più di duemila le persone che vi
lavorano per produrre in diversi settori:
dai farmaci naturali agli alimenti
biologici, dai tessuti alle tecnologie
di informazione, ai servizi ecologici.
Le materie prime utilizzate sono tutte
da agricoltura biologica, considerata
l’unico metodo che salvaguarda
la biodiversità e quindi garantisce
il nutrimento e la vitalità del terreno
e del cibo. Il tessuto, senza ulteriori
tinture, è stampato e confezionato
in Italia, in accordo allo standard Gots
(Global Organic Textile Standard)
dall’azienda italiana Equi(x)eden,
certificata da Icea.
 www.b-io.it
INDICAM
OGGETTI
TUTELA DELL’INNOVAZIONE E TRASPARENZA DEL PROCESSO
RICONVERTIRE IN SIMPATIA
Con un convegno a cura di Indicam, Istituto di Centromarca per la lotta alla contraffazione, imprese e designer si sono interrogati sulle strategie di tutela per lo sviluppo della creatività e dell’innovazione nel prodotto industriale. Poiché l’innovazione è l’elemento che caratterizza e differenzia le migliori aziende italiane, diventa fondamentale interrogarsi sugli strumenti
a disposizione per poter difendere i prodotti che sono frutto dell’intelligenza e della creatività umana. La situazione attuale,
in realtà, è delle più controverse e la legislazione in materia di difesa della proprietà industriale non è delle più trasparenti;
anzi, la crescente importanza economica del design, divenuto ormai un asset consolidato per l’industria italiana, ha messo
in crisi il già debole sistema di tutela della forma dei prodotti. «L’innovazione è la vera forza del design italiano - commenta Matteo Cordero di Montezemolo - è un dovere per le aziende del design che devono però ormai dedicarsi a un’innovazione non più solo di prodotto, ma anche di processo. Le aziende italiane devono investire maggiormente in comunicazione per comunicare ciò che sta dietro al prodotto». Per Franco Raggi, se le aziende italiane investono di più nella ricerca e
nell’innovazione, e non solo nel marchio e nella comunicazione, possono aumentare lo scarto con il mercato della contraffazione. «In questa prospettiva diventa meno rilevante il problema della legislazione che comunque va affrontato e discusso per trovare una soluzione a riguardo». Per Carlo Guglielmi, che presiede l’Indicam: “È indubbia la necessità di investire
sempre di più nell’innovazione per affermarsi e per adeguarsi all’evoluzione del mercato mondiale, ma quanto mai urgente appare l’intervento del legislatore e delle autorità competenti per dare chiarezza al tema della tutela della proprietà industriale e per dare un aiuto concreto al settore, oltre che per un doveroso atto di giustizia verso il mondo
del design e verso la creatività e l’innovazione, veri motori dell’industria italiana».
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Un esempio creativo di come tutto si
può riciclare a nuova vita: di Roberta
Senise, le “Mie creature”, ovvero simpatici animaletti ottenuti da bottiglie
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NOTA INFORMATIVA
AI SENSI DELL’ART. 2
DELLA DELIBERA
N. 153/02/CSP
DELL’AUTORITÀ
PER LE GARANZIE
NELLE COMUNICAZIONI
32 | ambientecucina
soggetto realizzatore
Tomorrow Swg srl
committente e acquirente
Ambiente Cucina
swgambientecucina
data di esecuzione
4-11/02/2008
tipo di rilevazione
sondaggio CAWI
su un campione nazionale
stratificato per quote di 800
soggetti (su 2.707 contatti,
pari al 29,5%), di età
superiore ai 18 anni.
Il documento completo
è disponibile
sul sito www.agcom.it
di Fabrizio Gomarasca
AGLI ITALIANI
PIACE CALDA E FUNZIONALE
La cucina ideale
per la maggior parte
degli italiani deve
comunicare accoglienza
e solidità classica,
con il legno in testa
alle preferenze
Un ambiente “caldo” nei materiali, nei colori e nel design: questa è per gli italiani la
cucina ideale, soprattutto nel caso di coppie stabili con presenza di figli. È la conferma di una tendenza radicata nel vissuto degli italiani per la cucina, come risulta dall’indagine effettuata da Tomorrow Swg per
Ambiente Cucina presso un campione rappresentativo della popolazione italiana tra i
25 e i 46 anni, distribuita lungo il territorio
nazionale e ripartito secondo le macroaree
Nielsen. L’indagine ha anche confermato altre rilevanze, come un’attenzione maggiore
alla funzione d’uso e alla solidità dei materiali per gli intervistati di età più matura e
PENSI ALLE CARATTERISTICHE DEI MOBILI DA CUCINA: QUANTO SONO IMPORTANTI PER LEI I SEGUENTI ASPETTI?
Rispondenti [base]
La praticità,
la facilità d’uso
La robustezza
La contenibilità,
la capacità di contenere
molti oggetti
Il rapporto
tra la qualità
e il prezzo
I materiali
con cui
è fabbricata
L’estetica,
il design
800
800
800
800
800
800
Fondamentale
56,1
54,2
43,5
35,9
33,5
18,8
Molto importante
36,6
36,6
44,4
43,9
46,0
38,5
Abbastanza importante
6,1
8,5
10,3
18,6
18,1
34,7
Poco importante
0,9
0,6
1,6
1,3
2,3
7,0
Per niente importante
0,1
0,1
0,1
0,2
0,1
0,8
Non saprei
0,1
0,1
0,1
0,1
0,1
0,1
Media
4,5
4,4
4,3
4,1
4,1
3,7
Somma di fondamentale
+ molto importante
92,7
90,8
87,9
79,8
79,5
57,3
una presa delle proposte innovative (design
e concezione dell’arredamento) sui segmenti più giovani della popolazione.
L’indagine si è svolta attraverso il web e per
rendere più comprensibili le domande sono
state mostrate cinque immagini esplicative
degli stili sotto indagine (cucina molto classica, classica, moderna, molto moderna,
contemporanea).
Al campione è stato chiesto di indicare quanto fosse moderna o classica ciascuna delle
immagini delle cucine e di ordinarle secondo
la preferenza. Il responso è netto: la cucina
n.1, che viene preferita tra le 5, è identificata
in larga maggioranza come “classica” (58%)
Un esempio di cucina classica particolarmente prediletta dagli italiani (Veneta Cucine, Roccafiorita).
o “molto classica” (26%); la seconda classificata viene descritta come “neutrale” (25%)
o “moderna” (60%); mentre le restanti 3
cucine sono state identificate come “molto
moderne”. Sono state esplorate anche
alcune caratteristiche della cucina
“ideale”. La maggiore attenzione è stata data agli elementi derivanti dall’uso dei mobili: ergonomia, solidità e capienza. Appaiono
invece in un secondo livello di importanza
gli elementi di stile e design. In particolare
sono le donne e le famiglie con i figli a dare
maggiore rilievo a tutti gli aspetti proposti
ad analisi. È da notare anche che al crescere
dell’età dell’intervistato assumono maggiore importanza i materiali con cui viene costruita la cucina, indicatore di qualità della
cucina stessa. Il vissuto della cucina, in sintesi, per le sue forti relazioni con la vita quotidiana e la cultura materiale, rivela alcuni
tratti tipici della società italiana attuale, con
la sua predilezione per un ambiente protettivo, nel quale i valori della tradizione rappresentano il rifugio prediletto, caratterizzato da solidità, funzionalità d’uso, praticità,
mentre le frange più proattive e dinamiche,
segnatamente le più giovani, sono rivolte invece alla sperimentazione e ai valori della
modernità e della contemporaneità. L’estetica e il design sono ritenuti fattori fondamentali, o molto importanti, in misura maggiore
nelle fasce d’età 35-54 anni rispetto a quella più giovane (l’80% circa contro il 72%).
*Economista d’impresa,
si occupa di strategia
aziendale e marketing
strategico ed operativo
per primarie aziende italiane e
multinazionali. Docente presso l’ISTAO (Strategia nel corso
MBA ed Economia e Gestione dei Canali Distributivi
nel Master of International Management) e il CUOA (Politiche
di Promozione e Prezzo della Distribuzione Moderna,
sia nel corso MBA sia nel Master in Retail Management)
34 | ambientecucina
mondoimpresa
[email protected]
di Fabio Salvati*
UNA PROPOSTA
SENZA CONCORRENTI
L’innovazione strategica può
attuarsi nella ridefinizione
radicale dell’offerta di valore
al cliente, in modo che
almeno inizialmente
non abbia confronti
La strategia è una delle aree nelle quali l’innovazione è stranamente più trascurata.
La maggior parte delle aziende si percepisce
come operante in un contesto strategico dato, in cui i fattori della competizione evolvono ma rimangono di base gli stessi.
Il quadro competitivo delineato da Michael
Porter ormai molti anni fa descrive bene
questa situazione. Oltre alla competizione
interna al settore, l’azienda secondo questo
schema deve tenere sotto controllo quattro
altri elementi: il potere contrattuale dei
clienti, il potere contrattuale dei fornitori, i
potenziali entranti, i sostituti. Questa stilizzazione indica un contesto competitivo in
cui le aziende hanno tre modelli strategici
principali per competere. Il primo consiste
nel vantaggio assoluto di costo, ovvero nell’essere un produttore più efficiente della
concorrenza, grazie a un particolare knowhow produttivo, economie di scala, brevetti
o altri elementi. Il secondo consiste in una
strategia di differenziazione dalla concorrenza, ovvero nell’offerta di una combinazione
di prodotti e/o servizi che permettano ad una impresa di distinguersi dai concorrenti.
Il terzo viene definito strategia di focalizzazione, ovvero lo specializzarsi nel servire al
meglio i particolari bisogni di un solo segmento o nicchia di mercato, in modo da fidelizzare la clientela. In ogni mercato e in ogni
momento ci sarà un certo numero di aziende
che tengono conto degli elementi della competizione sopra citati e che adottano uno dei
tre modelli descritti. In ogni caso le aziende
operano in un contesto strategico e competitivo dato, dove la concorrenza è aggressiva
e i miglioramenti che le imprese conseguono vengono rapidamente imitati. Questo ti-
po di ambiente competitivo è stato definito
da Kim e Mauborgne, con una efficace metafora, come “oceano rosso”, come un mare
infestato di squali che si aggrediscono e si
mordono e tingono le acque con il loro sangue. La vera innovazione strategica consiste
nel tentativo di uscire dagli oceani rossi e
andare alla ricerca di “oceani blu”, mari aperti dove la competizione è virtualmente
assente. Le logiche sottostanti alla creazione di “oceani blu” consistono nella radicale
ridefinizione del business e delle sue regole,
al fine di offrire al cliente una proposta di valore che, perlomeno all’inizio, non ha concorrenza e permette di acquisire una taglia e
vantaggi competitivi tali da poter essere difficilmente recuperati dalla concorrenza.
NUOVE REGOLE E NUOVO VALORE
La ridefinizione passa attraverso la risposta
a quattro quesiti. Ci sono elementi di offerta
che sono da sempre dati per scontati e che
potrebbero essere eliminati? Quali elementi
dell’offerta sono poco rilevanti per la clientela e potrebbero essere ridotti molto al di
sotto della media di settore? Quali elementi
dovrebbero essere invece innalzati ben al di
sopra della media di settore? E infine, quali
nuovi elementi che non sono mai stati offerti
dal settore dovrebbero essere invece introdotti? Riuscire a trovare una risposta nuova
a queste quattro domande permette di crea-
insintesi
- Le aziende operano in un contesto strategico
e competitivo dato, dove la concorrenza
è aggressiva e i miglioramenti conseguiti
rapidamente imitati
- L’innovazione strategica consiste nella radicale
ridefinizione del business e delle sue regole,
per offrire al cliente una proposta di valore che,
perlomeno all’inizio, permetta di acquisire
vantaggi competitivi difficilmente recuperabili
dalla concorrenza
- Le maggiori difficoltà nell’attuare l’innovazione
strategica sono: l’enorme sforzo di autoanalisi
e di definizione dei propri limiti e la capacità
di cambiare le culture e le abitudini aziendali.
re proposte di valore totalmente innovative.
Per fare un esempio, il gruppo Southwest
Airlines, il vero inventore del business del
trasporto aereo low cost, ha ottenuto un clamoroso successo in termini di crescita e profittabilità ridefinendo le regole del gioco del
settore dell’aviazione civile. Un elemento tipico del settore e dato per scontato era che i
clienti avessero assoluto bisogno di una serie di servizi e fossero disposti a pagare
prezzi elevati per avere sale di attesa, pasti a
bordo, la possibilità di scegliere il posto e
così via. Southwest ha messo in discussione
questo principio e li ha di fatto eliminati o ridotti al minimo, riversando i risparmi sul
prezzo del biglietto. Altro dogma era il collegamento fra qualità del servizio al cliente e
prezzo del biglietto. Southwest, grazie a personale entusiasta e ben formato, offre una
interazione con la clientela ben al di sopra
della media del settore, basata su un rapporto trasparente, disponibile e amichevole.
Un altro elemento che non era stato mai offerto nel settore prima dell’avvento di
Southwest era una rete di voli da punto a
punto, senza passare da hub dove si doveva
cambiare volo, impostazione tipica delle
compagnie aeree tradizionali. La combinazione di questi fattori ha di fatto creato un
nuovo business all’interno del mercato dell’aviazione civile, che ha permesso a
Southwest di crescere velocemente e profittevolmente. I vantaggi accumulati dalla compagnia sono stati tali che ancora oggi, dopo
molti anni, nessun concorrente low cost è
riuscito a ottenere i suoi risultati. Anche Ryanair, che ha importato il modello Southwest,
tuttora è rimasta ineguagliata in ambito europeo, sia come dimensioni sia come tassi di
crescita e redditività. Questo semplice esempio mostra come una reale innovazione strategica sia in grado di assicurare risultati eclatanti. Il problema è che l’innovazione strategica è difficile da attuare, perché implica
un enorme sforzo di autoanalisi e di definizione dei propri limiti e una notevole capacità di ridefinire e cambiare le culture e le abitudini aziendali, che sono tra gli elementi
più rigidi all’interno di quasi tutte le imprese.
DESIGN SENZA TEMPO. LE LINEE PULITE, ESSENZIALI, DECISE
FANNO DELLA COLLEZIONE GORENJE PININFARINA BLACK
UN PUNTO FERMO DEL DESIGN CONTEMPORANEO.
La raffinatezza delle forme racchiude all’interno tecnologia avanzata e soluzioni innovative per un insieme che combina stile
unico e durata senza confronti. Gorenje Pininfarina Black è una collezione pensata per chi ama il design, l’estetica essenziale e la
bellezza senza tempo.
Limited edition
www.gorenjepininfarina.com/black
*Professore universitario
presso le sedi di Napoli e Pisa,
è consulente su tematiche
contabili di primarie aziende
industriali e di servizi. Esperto
in sistemi di controllo di gestione, tradizionali e innovativi,
è inoltre autore di numerose pubblicazioni sulle diverse
tematiche dell’economia d’azienda. Docente presso
numerosi Master di specializzazione, pubblici e privati,
ha una pluriennale esperienza quale formatore presso
la Business School de Il Sole 24 Ore.
36 | ambientecucina
gestionefinanza
di Fabio Serini*
LA CRISI COME OPPORTUNITÀ
DI CHEK-UP
>
A partire da questo numero Ambiente Cucina propone una nuova rubrica dedicata
alle tematiche, quanto mai importanti, di gestione e finanza dell’impresa commerciale
La crisi economica-finanziaria che sta segnando le sorti di tutti i Paesi del mondo
non mancherà di riflettersi sui bilanci di tutte le organizzazioni aziendali, da quelle di
grandi dimensioni a quelle di più modesta
entità. Al momento risultano ancora assai aleatori gli studi tesi a definire la durata della
crisi, specifica e poco raffrontabile con altre
che storicamente hanno riguardato i diversi
mercati mondiali, oggi di fatto omogeneamente colpiti. Ciò che opportunamente ogni
organizzazione aziendale può approcciare
sono i cardini pragmatici della crisi, iniziando da una profonda analisi dei primi effetti
oggettivi. A cominciare dalla carenza di liquidità, ovvero la scarsa disponibilità nel sistema bancario di denaro impiegabile in
realtà produttive (aziende di produzione, aziende commerciali, aziende pubbliche).
Al di là delle discusse ragioni di questa situazione, il nostro obiettivo vuole essere
quello di capire quale sia, e quale sarà, la
portata delle conseguenze di tale stretta
creditizia sulle imprese.
IL BISOGNO DI LIQUIDITÀ
Le aziende abbisognano di liquidità in due
prevalenti situazioni:
1) quando l’impresa è avviata, nella fase di
start-up e di inizio dell’attività, e quindi nel
momento in cui il denaro preso a prestito
dovrebbe “unirsi” con quello proprio dell’imprenditore. Una situazione similare si
verifica quando l’azienda è sottoposta a
processi di rivisitazione, rinnovamento o
ampliamento, ovvero nei casi in cui l’azienda è proattivamente orientata a mantenere
l’auspicato vantaggio competitivo;
2) nel processo di ricerca di una idonea convergenza tra ciclo economico e ciclo monetario. È difatti noto che ogni gestione d’azienda è contrassegnata dalla precedenza
temporale dell’insorgere dei costi rispetto al
conseguimento dei ricavi. Da ciò deriva
un’ulteriore esigenza di capitali necessari
per garantire piena soddisfazione ai fornitori delle aziende, incluse le remunerazioni di
coloro che prestano competenze umane negli esercizi aziendali.
Queste due fasi economiche risultano entrambe degne di approfondimento: sono
certamente caratterizzate da sensazioni umorali negative ma, anche e proprio per
questo, costituiscono una fase propedeutica ad una, più o meno distante, ripresa economica. In primis ogni imprenditore, prima
che ciò sia fatto dal sistema bancario, dovrebbe misurare il suo senso di fiducia sull’organizzazione, attraverso la rilevazione
oggettiva del grado di copertura del capitale
investito attraverso mezzi propri. Operativamente si tratterà di misurare, fatto 100 il valore complessivo dei beni di azienda incluso
il magazzino e i crediti, quanta parte dello
stesso risulti coperta da denaro proprio e
quanto invece da capitale di terzi. Nel caso
in cui siano prelevamenti le fonti finanziarie
esterne (fattispecie purtroppo assai diffusa)
meriteranno opportuni approfondimenti le
specifiche del debito in termini di caratteristiche strutturali (mutui, prestiti, anticipi su
fatture, garanzie prestate, durate, tassi applicati e commissioni, altro ancora).
LA GESTIONE OPERATIVA
Con riferimento poi alla gestione operativa,
le considerazioni diventano assolutamente
più complesse riguardando almeno due profili di attenzione. Ogni azienda deve intanto
essere gestita con l’intendimento primario
di determinare, sia a livello globale sia per
singolo profilo di business, di referenze, articolo e quant’altro, margini economici opportuni (prezzi di vendita al netto dei costi
di carico). Si tratta quindi di predefinire, in
fase di definizione dei prezzi di vendita,
quell’auspicato mark-up da applicarsi ai costi di acquisto e funzionale a dare piena co-
pertura anche ai costi indiretti, ovvero di
struttura, e garantire l’auspicato profitto.
L’operazione, da molti considerata una mera azione commerciale, da altri vista come
insita nel processo di controllo di gestione,
merita attenzione per diverse ragioni:
a) potrebbe intanto succedere che non tutte
le linee di business ricompresse nel portafoglio offerto siano tali da garantire marginalità positive; b) il processo di determinazione della politica di prezzo, soprattutto in un
periodo caratterizzato da recessione economica, pare essere il più forte driver di consenso sulla clientela; c) la dinamica gestionale dell’azienda non può in alcun caso prescindere da mutazioni e cambiamenti nelle
politiche e nelle strategie in conseguenza
degli avvenimenti direttamente impattanti
sull’ambiente esterno circostante l’azienda
(prelievo fiscale, andamento tassi di interesse e politiche creditizie, andamento tassi di
disoccupazione e altro ancora).
inconclusione
Questa particolare fase congiunturale,
sia pure a fronte delle complesse
problematiche e delle notevoli
preoccupazioni, sembra offrire ad ogni
imprenditore ed esercente di attività
commerciale un idoneo stimolo
per approfondire meglio l’impostazione
economico-finanziaria del proprio
business, sia per difenderlo meglio
nel presente, ma soprattutto per
impostarne nel miglior modo la ovvia
ripresa solo temporalmente indefinita.
Serve però un diverso approccio alla
gestione caratterizzato da maggiore
oggettività nella valutazione degli
effettivi punti di forza e di debolezza,
già a cominciare dall’attenta lettura
dei risultati aziendali.
LIFE
M A D E I N I TA LY
mod.
FOX - design: Lombardi Progetti
La cucina da vivere con passione
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38 | ambientecucina
codiceconsumo
di Roberto Maida
LA CONFORMITÀ
FINO A CASA DEL CLIENTE
Montaggio e installazione della cucina non costituiscono
soltanto una precisa responsabilità contrattuale,
ma anche la conferma della professionalità del venditore
Una vendita ben fatta si conclude quasi sempre a casa del cliente. E quando c’è di mezzo
il montaggio e l’istallazione, il problema
potrebbe non essere così semplice, per
molte implicazioni. Certamente il montaggio
e l’istallazione sono la prova del nove della
capacità complessiva dei commercianti di
mobili di stare sul mercato con professionalità e competenza, ma questa capacità, talvolta, si scontra con realtà di fatto che minano alla radice i comportamenti, anche in totale buona fede.
All’Art. 129 del Codice del Consumo il comma
5 recita testualmente: “Il difetto di conformità che deriva dall’imperfetta installazione
del bene di consumo è equiparato al difetto
di conformità del bene quando l’installazione
è compresa nel contratto di vendita ed è
stata effettuata dal venditore o sotto la sua
responsabilità. Tale equiparazione si applica
anche nel caso in cui il prodotto, concepito
per essere installato dal consumatore, sia da
questo installato in modo non corretto a
causa di una carenza delle istruzioni di installazione”. Tutto chiaro? Forse non è così.
Vediamo alcune implicazioni.
IL CASO
LE FASI DELLA POSA IN OPERA
Il processo produttivo di “montaggio (mobili
e arredi) ed installazione (apparecchiature ed
impianti)” dei prodotti d’arredo a casa del
cliente, è la conclusione più insidiosa del percorso di vendita. Ma anche in questo caso il
controllo e le attenzioni operative passano
attraverso fasi definite, documentate e documentabili opportunamente.
- Carico-scarico, movimentazione: quante
volte le finiture dei mobili si “infrangono”
sulle scale condominiali o sugli stipiti delle
porte perché privati degli imballi a piè di
camion per evitare la fatica di riportarli indietro
- Verifiche delle condizioni operative: è sempre opportuno controllare le condizioni di
murature, tubature e utenze elettriche prima
di usare trapani e fissaggi murali. La responsabilità è sempre del montatore, anche quando nel contratto si chiede una esplicita clausola di “scarico da responsabilità” al cliente.
- Montaggio dei mobili, installazione di apparecchiature e allacciamenti: la posa in opera
dei mobili deve essere eseguita, ovviamente,
a regola d’arte dagli operatori, ma spesso il
CONSIGLIO SPASSIONATO, RISULTATO NON SCONTATO
La vendita di una cucina componibile comporta sempre l’onere del montaggio dei mobili, ma spesso il problema
relativo a impianti, elettrodomestici e attrezzature viene “scaricato” contrattualmente sugli acquirenti.
Nel caso dell’acquisto della cucina a quello che chiameremo sig. Rossi, la ditta Arredobello ha formalizzato un
contratto di vendita che escludeva perentoriamente l’onere degli “allacciamenti” elettrici ed impiantistici.
Per il sig. Rossi dover ricercare e seguire altri artigiani, che si sovrappongono al mobiliere, è davvero un fastidio.
Quindi chiede cortesemente alla ditta di mobili di indicargli qualche artigiano di fiducia per l’allacciamento delle
utenze alla nuova cucina. Senza impegno e per pura cortesia, la ditta Arredobello indica un elettricista-idraulico
“tuttofare” di sua conoscenza: una brava persona!
L’artigiano, indicato dal mobiliere, esegue tutta una serie di lavorazioni non “a regola d’arte” che, oltre a danni
materiali e disguidi vari, provocano l’indignazione e il risentimento del sig. Rossi. Poiché l’artigiano, ricevuto
preventivamente il compenso, non intende ragioni sul suo operato, il sig. Rossi è costretto a citare in giudizio
entrambi: il mobiliere e il “tuttofare”. Il giudice, ben lungi dal considerare un “semplice” consiglio l’indicazione
del “tuttofare-brava-persona” da parte del mobiliere, ha condannato anche quest’ultimo, in quanto la responsabilità
della “Conformità del Prodotto”, ai sensi del Codice del Consumo, ricade sul venditore.
Morale: I consigli spassionati non sempre portano a risultati positivi. È meglio assumersi totalmente le proprie
responsabilità e non lasciare le cose a metà... e in mano altrui!
venditore esclude dal contratto l’installazione di apparecchiature (in genere elettrodomestici) e allacciamenti (elettrici e idraulici).
È bene chiarire che se questa fattispecie è
presente nei contratti la conseguenza è che
deve essere comunque garantita la conformità del prodotto, ad esempio con istruzioni
per l’istallazione e posa delle apparecchiature e impianti o con la supervisione ad altri
fornitori di servizi.
La conformità complessiva del prodotto è
sempre affidata al venditore (vedi sopra).
- Verifiche, prove, controlli, collaudi di quanto
eseguito: pochi se ne preoccupano, spesso
fidandosi della loro esperienza.
Tuttavia è opportuno prevedere un ciclo di
controlli e verifiche a fine lavoro, con qualche
semplice prova di carico, verifica delle tensioni elettriche, della messa a terra, della funzionalità di scarichi e sifoni. Non da ultimo,
occorre rimuovere imballi e involucri e possibilmente insegnare (ciclo di avviamento) al
nuovo utente l’uso delle apparecchiature più
complesse.
LE SEQUENZE DI LAVORO E I CONTROLLI
Agli operatori qualificati si chiede di mantenere sotto controllo tutte queste fasi e attività mediante la disponibilità e chiarezza
degli standard operativi e delle istruzioni di
lavoro (schede di lavoro e istruzioni operative, piani di montaggio e collaudo, ecc.);
attraverso l’uso di idonee apparecchiature e
loro manutenzione (attrezzature e macchine,
utensili, strumenti di misura, mezzi di trasporto) ; operando un controllo della sicurezza dell’ambiente di lavoro dove si montano i
mobili; con l’attuazione di processi di monitoraggio, ispezione e test (il controllo delle
tolleranze di misura, strumenti di collaudo
finale). Infine si richiede di stabilire i criteri e
i metodi per il rilascio e la consegna del prodotto/servizio al cliente (in questo caso ci
troviamo a gestire una forte connessione con
l’assistenza e le garanzie). Tutto questo a
volte potrebbe apparire scontato. Ma non lo
è affatto e lo si può riscontrare dalla conflittualità marcata che spesso caratterizza questa fase finale della vendita.
ambientecucina
photovetrina
1
3
4
| 39
2
Protagonista:
1. una poltrona di design
Ingredienti:
2. una passatoia
3. due oggetti etnici
4. faretti puntati sull’oggetto protagonista
di Lilli Bacci
FIL ROUGE
Da questo numero proponiamo un “fermo immagine”
su una vetrina riuscita, evidenziandone gli elementi
compositivi. Come questa poltrona “in rosso”
che domina l’esposizione di un negozio di arredo
Steelweek a Berlino, novembre 2008
Perché funziona:
minimale ma calda, fondamentali il colore rosso della poltrona e della passatoia insieme ai vassoi di legno di sapore indonesiano.
40 | ambientecucina
shopvisual
di Lilli Bacci e Elisabetta Scheggi
MANGIARE IL TERRITORIO
La valorizzazione delle produzioni
locali, dai cibi all’artigianato,
può creare relazioni
e seduzioni sul punto vendita
L’allestimento della mostra
“Interamente fatti
a mano” nello showroom
milanese di De Padova.
«Il modo migliore per conoscere un territorio
è introitarne il suo cibo, o ancor meglio
“mangiare” il territorio»
È nata con questa intensa immagine di Italo
Calvino (tratta da “Il sole giaguaro”) l’Associazione culturale Streetfood, che si pone come obiettivo il recupero della storia della tradizione del cibo di strada che in Italia ha importanti origini storiche, che fino ad oggi
hanno rischiato di perdersi nella globalizzazione, e che cerca di recuperare i piatti storici del cibo di strada attraverso chi ancora li
produce e li vende.
Dagli sfinciuni siciliani ai gofri del Piemonte,
dalla crescia di Gubbio alla pizza fritta napoletana passando per le olive all’ascolana, gli
arancini siciliani, la piadina romagnola e i
coccoli toscani. In molti ancora forse non sapranno che cosa sia il borlengo del modenese, o come si prepara uno gnumeredd delle
Murgie.
Sono solo alcuni dei prodotti che Streetfood
ha scovato e catalogato cominciando a promuovere la loro esistenza grazie all’aiuto di
chi questo mestiere lo pratica ogni giorno:
gli ambulanti che vendono cibo, un mestiere
con una storia molto antica che porta con sé
tradizioni di grande importanza.
Una ricerca accuratissima che in poco tempo si è trasformata in una rete gastronomica
e che ha scoperto oltre 50 tipi di cibo a rischio di scomparsa, preparati in chioschi,
tende, angusti retrobottega, gazebi, baracchine, furgoni, e tutti i possibili luoghi del cibo di passaggio. Cibi buoni che raccontano
l’identità di quel luogo, la sua storia, la sua
economia. Segreti da condividere - per valorizzare il luogo e le persone che lo abitano sul sito www.streetfood.it, situazioni locali
spesso uccise dal cappio economico, dalla
concorrenza dei fastfood, dalle maglie burocratiche delle Asl che richiedono certificati
per l’igiene incompatibili con i mezzi e i luoghi in cui questi cibi sono preparati, ma che
con informazione e consigli possono superare con successo le barriere che li ostacolano.
A questo servono l’associazione e la rete, oltre a suggerire percorsi, itinerari e ricette alla
ricerca dei cibi di strada.
1. Dal furgone
di un venditore
di lampredotto a Firenze.
2. Un baracchino
che vende taralli.
3. “I tesori artigianali
di Milano”, in Piazza Duomo,
23-25 maggio 2008.
LA RISCOPERTA DEL “GENIUS LOCI”
È molto importante il concetto di “locale” integrato a quello di “globale”.
Locale significa valorizzare i luoghi e le persone relativi ai territori.
Quella di Streetfood è una iniziativa che ammiriamo perché anima e illumina il territorio,
come potrebbe fare l’attività di un punto
vendita, con operazioni coinvolgenti perché
realmente legate all’espressione della zona
e alle sue tradizioni, alla sua cultura, al suo
bisogno di identità, quindi tutte operazioni
che danno senso alle cose.
La scoperta del genius loci come approccio
fenomenologico alla comprensione del territorio e alla sua valorizzazione, per esempio
organizzando un catering con il cibo caratteristico di quella zona in quel periodo dell’anno oppure scoprendo gli artigiani del luogo e
facendoli interagire con il negozio attraverso
mostre, interventi, vendite.
1
Così come è successo nel prestigioso “Spazio è” al quarto piano dello showroom De
Padova, durante i giorni del Salone del Mobile 2007: una collezione di pezzi unici, tappeti
sardi prodotti tra gli anni ’60 e gli anni ’80, di
diversa fattura e provenienza, riadattati e interpretati da architetti, designer, artisti, fashion designer, scenografi, fotografi.
“Interamente lavorati a mano” era il titolo
del progetto a cui Annalisa Cocco e Roberta
Morittu, con il marchio Imago Mundi, lavorano da tempo nel campo del design, traendo
ispirazione ed energia creativa dal mondo
della cultura materiale della loro isola, la
Sardegna.
Con il lavoro di ricerca e sperimentazione
hanno dato vita a collezioni di oggetti ed eventi dove l’aspetto arcaico della loro cultura
è declinato con sapienza verso la realtà e il
gusto del mondo contemporaneo.
In sintonia con la conoscenza e il profondo
rispetto che le autrici nutrono verso la fonte
autentica dell’artigianato sardo, è nato questo progetto.
«Nel nostro percorso di ricerca, abbiamo incontrato un sorprendente patrimonio di manufatti tessili tradizionali, estremamente
rappresentativi della varietà e della ricchezza espressiva della nostra terra, eppure dimenticati e mortificati nel ruolo di “invendibili” perché difettosi o rovinati.
Tra trama e ordito di questi vecchi tappeti ci
sono storia, lavoro, sapienza ed esperienza
tali da far nascere in noi il desiderio di dar loro una nuova possibilità di “esistere”».
Attraverso l’intervento creativo dei diversi
autori invitati, le autrici volevano sottolineare come l’incontro tra mondi apparentemente lontani potesse suggerire nuovi percorsi
per salvaguardare la memoria e riconfermare
il valore degli oggetti dando loro una nuova
forza espressiva.
2
Come sostiene il sociologo Francesco Morace, presidente del Future Concept Lab,
«l’obiettivo diventa quello di porre l’Italia e
la sua tradizione rinascimentale al centro di
una nuova visione strategica che concilia la
qualità dei prodotti, del management e della
vita quotidiana, secondo una pratica interdisciplinare, innovativa e umanistica, (…) abbandonando la vecchia logica di una globalizzazione sorda a qualsiasi differenza, che
schiaccia il genius loci di popoli e Paesi».
IL CIBO DI STRADA IN NEGOZIO?
Il Consorzio Streetfood ci insegna attraverso
il proprio statuto a ricercare (…) la conoscenza e il consumo dei prodotti del territorio attraverso iniziative che favoriscano (….) la relazione diretta fra persone e cibo, per questo
(…) promuove (…) e partecipa (…) a progetti
di ricerca finalizzati (…) all’educazione sensoriale e del gusto, allo sviluppo di una cor-
retta cultura alimentare a partire dalla cucina
di strada (…).
Per questo (…) Streetfood® può partecipare a
livello nazionale o internazionale a organismi pubblici o privati,(…) affiliare enti locali,
regionali e nazionali, produttori e operatori
del settore, gestire in prima persona iniziative anche economiche ritenute utili al proprio
fine sociale (…) e (…) proporre e organizzare
programmi di cultura alimentare e sensoriale
diretti ai soci, a tutti i cittadini e agli operatori del settore eno-gastronomico, per una più
diffusa conoscenza delle radici storiche, dei
processi produttivi e dell’artigianato in tutti i
settori merceologici (…).
Perché allora non coinvolgerli anche per iniziative gustose e creative pensate per il punto vendita?
Il cibo di strada rappresenta il linguaggio del
territorio e al pari dell’inflessione dialettale e
della storia, ne rappresenta l’identità.
3
Può essere l’occasione per gustare prodotti
locali godendosi il senso di appartenenza, o
per conoscere nuove identità gastronomiche
artigianali, gustando specialità lontane.
Le competenze locali sono uno scrigno prezioso a cui poter attingere, a cui collegarsi
per portare queste energie alla conoscenza
di tutti.
Come ha dimostrato l’iniziativa che, nel maggio scorso, ha offerto a Milano agli artigiani
locali uno spazio nel quale esporre i propri
prodotti, pensato proprio come uno scrigno
nel cuore della città che conteneva questi
“tesori”.
Ricordando che come sempre l’imperativo
per chi vende è attrarre e sedurre con operazioni coinvolgenti, che danno senso alle cose perché hanno senso, e che creano occasioni di divertimento, di conoscenza, di relazione, di contatto, di approfondimento e benessere.
42 | ambientecucina
selezioneelettrodomestici
di Carla Cavaliere e Angela Viganò
invetrina
FHIABA Freddo flessibile e professionale
Stile, performance superiori, comfort
e flessibilità di utilizzo: queste
le richieste dei consumatori più esigenti
nei confronti del grande freddo
“da gourmet”, destinato a chi vuole
prestazioni ed estetica di alto livello.
A questi criteri rispondono i frigoriferi
di Fhiaba, brand di alta gamma nato
nel 2003 dalla straordinaria esperienza
di Baron Industries, maturata
nel settore del freddo professionale
e rielaborata secondo le specifiche
esigenze del lifestyle contemporaneo.
Dopo gli apparecchi Integrated e
StandPlus, l’ultima proposta di Fhiaba
è la serie Professional, i cui apparecchi
si presentano con un nuovo design
dalle linee essenziali, dotati di frontale,
porta e cassettoni in acciaio inox
satinato, impreziositi dalle importanti
maniglie tubolari e dall’elemento
che ne incornicia il profilo, sottolineando
il carattere importante. Frigoriferi,
in versione sia da incasso sia da libera
installazione, destinati a chi cerca
un grande freddo efficiente, ma flessibile
e indipendente, dotati di una profondità
di ben 70 cm, allineandosi così
alle misure più generose dell’ambiente
cucina. Nella parte inferiore i cassettoni
TriMode possono funzionare in modalità
frigo, fresco e freezer, grazie a sistemi
di raffreddamento indipendenti per
ciascuno dei vani interni, con un costante
e preciso monitoraggio delle temperature
e dell’umidità, grazie ai quali è possibile
modificare il funzionamento della zona
inferiore da +8° a -22°, a seconda
delle esigenze di utilizzo quotidiano.
Tramite il pannello elettronico
FhiabaAccess è possibile selezionare
la funzione desiderata e la temperatura.
Un vero plus di comfort e tecnologia
è la zona Fresco, unico vero comparto
a zero gradi e ad alta umidità grazie
alla refrigerazione indipendente,
il che garantisce la selezione
e il mantenimento di livelli
di temperatura ed umidità ottimali
per la conservazione di frutta
e verdura, carni e pesce freschi.
All’interno del frigo, in classe A+
di efficienza energetica, un innovativo
trattamento di “micropallinatura”
rende l’acciaio inox ancora più
antibatterico e antimpronta, mentre
grazie al sistema brevettato EvenLift
è possibile modificare rapidamente
l’allestimento degli spazi interni
del frigo, senza bisogno di estrarre
i ripiani, montati su cremagliere
a scorrimento e quindi facilmente
riposizionabili a qualsiasi altezza.
Il Fhiaba TotalNoFrost, il sistema
automatico al 100%, elimina le operazioni
di sbrinamento dei diversi reparti,
facilita la manutenzione e consente
un più rapido ripristino della temperatura
dopo ogni apertura grazie alla velocità
di raffreddamento.
La serie Professional è disponibile
nelle due versioni, per la conservazione
di alimenti e cantina vini, in tre diverse
larghezze: 60 cm e 75 cm per le versioni
cantina vini, 75 cm e 90 cm per le versioni
per la conservazione degli alimenti.
Tutti i modelli sono disponibili con uno
o due cassettoni inferiori, con o senza
ice maker, per la creazione di sistemi
di conservazione completamente
personalizzabili, adattabili a grandi
e piccole esigenze di conservazione
e di stile di vita. Anche la cantina
X7491TWT della serie Professional
combina le condizioni ideali per
la migliore conservazione dei vini
pregiati e l’ampio cassettone TriMode,
che permette di selezionare temperature
e umidità perfette per la conservazione
di bevande o alimenti freschi o surgelati
a seconda delle necessità. I vani Cantina
e Riserva sono in grado di proteggere
le bottiglie pregiate da sbalzi
di temperatura, vibrazioni e raggi UVA.
>
I PLUS DELLA TECNOLOGIA
- Profondità più ampia 70 cm
- Tre microclimi indipendenti
per Frigo, Freezer e Fresco.
- Innovativi interni in acciaio
18/10 antibatterico
- Piani brevettati EvenLift
riposizionabili senza estrazione
- Cassettoni TriMode
a temperatura modificabile
da +8 a -22°
- Menu interattivo Fhiaba Access
44 | ambientecucina
selezionecantine&vino
VIKING
IDEALI PER PICCOLI SPAZI
Viking, marchio americano che
produce apparecchiature per cucine
domestiche con caratteristiche
tecnologiche tipicamente
professionali, affianca alle cantine
con capacità da 150 bottiglie,
soluzioni dalle dimensioni ridotte
da installare free standing o sotto
il piano di lavoro, sovrapposte
o affiancate, per gustare il vino
alla giusta temperatura anche
in piccoli spazi, in ufficio, in sala
riunioni o sullo yacht. Gli elementi
cantina alloggiano fino a 54
bottiglie, con una temperatura
interna regolabile da 5 a 18 gradi,
illuminazione interna, automatica
o manuale, a intensità ridotta,
sbrinamento automatico. Dietro
la porta in vetro temprato trovano
posto sette ripiani metallici
con rivestimento antivibrazioni,
completamente estraibili e dotati di
bordature in legno massello d’acero.
DEVICE STYLE
UNA BOTTIGLIA
DAVVERO
ESCLUSIVA
BLOMBERG
DEGUSTAZIONE
SOTTO
CONTROLLO
Per chi desidera
conservare al meglio
una sola bottiglia
di vino speciale, ecco
Angelshare WA-1,
sofisticata cantina
termica monobottiglia,
un progetto
del designer Michio
Akita per l’azienda
giapponese Device
Style, distribuita
in esclusiva per
l’Italia da Phorma.
Elegante e compatta,
dedicata ai veri
intenditori di design
e di vino, l’inedita
wine cellar è studiata
per garantire
il costante controllo
del livello di umidità
e della temperatura
e quindi una
climatizzazione perfetta
grazie allo speciale
meccanismo
termoelettronico Peltier.
Dedicate agli appassionati
del vino, che possono così
degustare i rossi, i bianchi, i
rosé e lo champagne alla
temperatura desiderata e ottimale, le nuove cantine frigo
WSN 1412 LT (capacità 92
max 148 bottiglie) e WSN
1212 (34 bottiglie) del marchio tedesco Blomberg, regolano la temperatura con precisione e con due diverse impostazioni (16-19 gradi per i vini rossi nei ripiani superiori e 6 gradi per i bianchi e lo
champagne) grazie al controllo elettronico.
Due sensori elettrici, uno in alto e l’altro in
basso, permettono di gestire la temperatura multi-zona, mentre un terzo sensore, all’interno, spegne il compressore, se necessario, per garantire la conservazione ottimale dei vini che non invecchiano bene al
di sotto di 0 gradi. I due modelli sono dotati di un filtro ai carboni, sbrinamento automatico, serratura di sicurezza, luce interna
integrata, porta reversibile, ripiani regolabili in legno.
Nell’immagine, il modello WSN 1412 LT.
TEKA ITALIA
DAL MINI AL MAXI
ARDO
ELEGANZA FREE STANDING
Le frigo cantine free standing della linea “La Dolce Vita” sono ricercate in ogni dettaglio: la maniglia a barra, i ripiani con
profilo in legno, la porta in cristallo
con filtro UV trasformano questi modelli in elementi di arredo. I modelli
FC 45 D e FC 135 D hanno due celle
monotemperatura, ideali per conservare separatamente i vini bianchi e
rossi. Temperatura costante, giusto
livello di umidità, protezione dalla luce e da vibrazioni, perfetta visibilità
del contenuto, pareti interne bordeaux, sono le caratteristiche peculiari della cantina frigo FC 135 D (nella foto) con capacità fino a 135 bottiglie, 7 ripiani fissi regolabili e due
scorrevoli, regolazione interna della
temperatura da 2 a 18°C. Completano la dotazione del modello, il display Lcd, l’illuminazione interna e la
serratura con chiave.
Ermeticamente
chiusa e oscurata
per proteggere il vino
dall’esposizione
ai raggi uv e priva
di compressore,
l’apparecchiatura
è dotata di speciali
piedini che assorbono
ed eliminano eventuali
vibrazioni esterne
dannose per il naturale
processo
di invecchiamento
del vino.
I recenti modelli RV 26
(capacità 26 bottiglie)
e RV 51 (nella foto),
che alloggia fino a 51
bottiglie, rappresentano
due proposte di cantinetta
free standing a marchio
Teka Italia, filiale italiana
del Gruppo industriale
tedesco Teka.
Dotati di controllo
elettronico, display
temperatura, luce interna e
temperatura regolabile per
vini rossi da 13 a 16 °C e da
7 a 16°C per quelli bianchi,
i due apparecchi, con
pratica maniglia in acciaio
inox, sono rispettivamente
dotati di 2 o 5 ripiani in
legno regolabili in altezza
e misurano 78x50,6x55 cm
e 128x50,5x55.
46 | ambientecucina
selezionetavola&cucina
MONETA
COME IN UN PIATTO
GUZZINI
SET PER INTENDITORI
È dedicata agli appassionati del formaggio, la collezione
Forma, nata dal progetto Foodesign Guzzini in collaborazione
con Accademia Barilla. Un coltello a campana con una lama
larga ideale per i formaggi a pasta morbida, uno a martello
per quelli a pasta semidura con lama bi-direzionata,
un coltello con scagliatore per ridurre in scaglie il parmigiano
e i formaggi a pasta dura in genere e, infine, una forchetta
a due lame costituiscono gli strumenti più indicati
per forma e materiale (il set è realizzato in acciaio lucido)
e, nel contempo, un’idea regalo per chi ama degustare
questo alimento in tutte le sue molteplici varietà.
FISSLER
UN JOLLY
MULTIFUNZIONE
Un solo apparecchio, pratico, dalle
dimensioni compatte ed economico permette di tagliare, sminuzzare, centrifugare, emulsionare
e conservare frutta, verdure, erbe,
nel minor tempo possibile e semplicemente tirando un cordoncino.
Finecut di Fissler, distribuito in Italia da Schoenhuber, è un rivoluzionario strumento per tagliare dotato
di accessori multifunzione.
Sempre pronto all’uso e facilmente scomponibile, il coperchio si
può pulire con una spugna umida
mentre tutti i componenti sono lavabili in lavastoviglie.
CASALINGHI STO
MENAGE
MADE IN ITALY
La raffinatezza del vetro sposa l’eccellente resistenza dell’acciaio inox
nella nuova collezione Compact di
Casalinghi Sto, che impiega materiali di elevata qualità e conformi alla normativa vigente in materia di
oggetti destinati al contatto con gli
alimenti. Composta da servizio olio
e aceto, menage olio-aceto-salepepe, formaggiera (disponibile dal
2009), spargicacao e spargizucchero, la collezione presenta linee
morbide e sinuose, piacevolezza al
tatto, ed elevate caratteristiche di
infrangibilità, sicurezza e funzionalità. La cura del minimo dettaglio unita ad una scrupolosa attenzione
in ogni fase produttiva garantiscono
l’eccellenza made in Italy dei prodotti Casalinghi Sto.
KITCHENAID
UN MIX
DI ACCESSORI
KitchenAid, marchio di lusso
del Gruppo Whirlpool,
presenta la nuova linea
di attrezzi speciali e utensili
per trasformare l’arte
del cucinare in
un’esperienza completa, a
360°C: dalla conservazione
alla preparazione
degli alimenti, alla cottura
e relativa presentazione.
Disponibili nelle tre varianti
colore, rosso, nero e crema,
i 23 nuovi accessori
professionali per pulire,
aprire, tagliare, spremere,
ma anche per servire
all’insegna della creatività
dei moderni gourmet,
sono realizzati in un mix di
materiali composto da fibra
di vetro con nylon rinforzato
all’interno, silicone
resistente fino a 260°C
all’esterno, plastica Abs
e cast metal laccato
per il manico. Altamente
resistenti, igienici e lavabili
anche in lavastoviglie
sono progettati, come
tutti i prodotti KitchenAid,
traendo ispirazione
dal mondo dell’alta cucina,
in collaborazione con
i migliori chef.
Si chiama Ceramica_01 la linea di strumenti di
cottura firmata Moneta, destinata a cambiare radicalmente l’esperienza d’uso del consumatore,
grazie all’innovativo rivestimento interno, per la
prima volta in ceramica. La collezione, che comprende padella, casseruola a un manico, tegame
a due maniglie, wok a un manico e bistecchiera, si
connota per l’esclusivo rivestimento in Ceramica®
e per il dispositivo SalvaEnergia integrato nel manico e operativo seguendo tre semplici fasi: si rimuove l’etichetta protettiva applicata sulla ghiera
alla base del manico prima di cucinare, con la
pentola sul fuoco si osserva la ghiera indicatrice
sulla quale apparirà il logo al raggiungimento della temperatura di 140°C, a questo punto si
potrà abbassare la fiamma e il calore
generato si manterrà permettendo di cucinare senza sprechi.
SAECO
CAFFÈ
FORMATO XSMALL
Si inseriscono nel mercato come le più piccole del segmento delle macchine automatiche da caffè, si adattano agli spazi più ridotti, regalando una nota di stile alle cucine più compatte e moderne.
Frutto del progetto sviluppato da BMW
Group Designworks Usa, società di consulenza tedesca che da anni collabora con
Saeco, le nuove macchine da caffè della linea Xsmall hanno forme arrotondate, leggere e compatte, e sono proposte nelle due
versioni Xsmall Plus in silver-antracite-nero
e Xsmall Steam in rosso-bianco-nero (nella
foto). Per ottenere un espresso perfetto,
basta premere un pulsante.
a
o
m
a
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t
d
e
a
v
u
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Ci
y
See
®
SALONE
INTERNAZIONALE
COMPONENTI E
ACCESSORI PER IL
MOBILE
INTERNATIONAL
EXHIBITION OF
COMPONENTS AND
ACCESSORIES FOR THE
FURNITURE INDUSTRY
14 - 17 ottobre 2009
Fiera di Pordenone
ExpoSicam srl
Via G. Carducci, 12
20123 Milano - Italy
Tel: +39 0272194452 - Fax: +39 0272095158
[email protected] - www.exposicam.it
www.exposicam.it
Forte di un risultato 2008 che in Italia ha registrato per il comparto cucine una crescita del +22% in quantità e +27% in valore, Berloni affronta il 2009 con la consapevolezza che la complessità del momento richiede una visione strategica oltre che tattica. In quest’ottica una delle priorità individuate dall’azienda è la massima attenzione
per i propri partner della distribuzione cui è dedicato questo nuovo appuntamento:
due pagine di informazioni e aggiornamento “made in Berloni”, che informeranno
sulle iniziative e le novità proposte, dal prodotto alle promozioni alla comunicazione
BERLONI
INFORMA
AL SERVIZIO
DEL TRADE
FORMAZIONE
UN NUOVO CICLO DI CORSI PER POTENZIARE LA PROFESSIONALITÀ
«La conoscenza del prodotto, fondamentale
come sempre, deve potersi integrare con la
professionalità in tutte le fasi del processo di
vendita», afferma il direttore marketing di Berloni, Gianmichele Pace.
«Oggi più che mai, il consumatore è sensibile
ai segnali in grado di rassicurarlo sul valore
della sua scelta e che gli confermino una competenza a tutto tondo. A partire dall’accoglienza nel punto vendita, che ancora troppo spesso è fredda e impersonale, se non addirittura
scostante, per finire alla capacità di ascolto
che diventa fondamentale per offrire al cliente
finale una risposta veramente a misura delle
sue esigenze. Nella seconda parte dello scorso anno, abbiamo effettuato delle indagini tra-
mite “clienti misteriosi”, professionisti che
hanno effettuano delle visite nei punti vendita
simulando la volontà di effettuare un acquisto.
Il quadro generale che ne è risultato è piuttosto deludente, al di sotto delle peggiori aspettative, tranne poche eccezioni. C’è molto da
fare in questo senso, ed è per questo che a
partire dal 2009 abbiamo deciso di affiancare
ai tradizionali corsi di formazione interni, dedicati al prodotto, dei corsi specifici di formazione alle tecniche di vendita e di gestione manageriale del punto vendita». Un supporto fondamentale per incoraggiare e coinvolgere il
trade in quel processo di innovazione e di risposta al mercato che per Berloni va dal prodotto sino all’approccio sul punto vendita.
PROMOZIONE
A RICHIESTA SI REPLICA NEL 2009
Per reagire alla crisi dei consumi, anche quest’anno Berloni ha deciso di lanciare sul mercato una
forte campagna promozionale, che si rifà alle stesse condizioni di quella utilizzata con successo
nella primavera scorsa (sconto del 33% sulle cucine complete di elettrodomestici, Tv Lcd 37”
compreso nel prezzo e 24 rate a tasso 0%). «Anche perché - spiega il direttore marketing Pace dopo l’iniziale resistenza registrata lo scorso anno da parte di una piccola percentuale di clienti,
quest’anno ci è stata sollecitata all’unanimità. Confidiamo di registrare anche quest’anno gli stessi
risultati del 2008: fino al +60% di ordini ricevuti nel mese di giugno». Un’iniziativa che dovrebbe
quindi supportare concretamente il trade e incoraggiare i consumatori finali.
modello Natura
modello Matrix
PRODOTTO
ECOLOGIA & INNOVAZIONE: DALLA FABBRICA AL PRODOTTO
Berloni conferma anche il suo impegno nel rispetto dell’ambiente e della salute affermandosi
come una delle prime aziende italiane ad utilizzare per le proprie cucine i pannelli FSC E0
V100. Si tratta di pannelli che presentano degli
specifici requisiti virtuosi:
- FSC, che attesta la provenienza del legname
secondo rigorosi standard ambientali,
sociali ed economici;
- E0, che indica contenuti ed emissioni
di formaldeide più bassi in assoluto,
in conformità alle norme giapponesi
(F**** secondo JIS A 1460);
- V100, che definisce nuove caratteristiche
di idrorepellenza (classe P3 secondo EN317).
L’attenzione per l’ecologia è un impegno che
Berloni porta avanti da anni e che si concretizza
nella costante ricerca e promozione delle migliori tecnologie per abbattere gli impatti ambientali e i contenuti di sostanze tossiche e nocive. La riduzione e il recupero dei rifiuti, la tutela delle acque attraverso l’eliminazione di tutti
gli scarichi idrici industriali, l’utilizzo di colle viniliche prive di formaldeide, l’introduzione di cicli di
verniciatura a base acquosa o ad alto residuo
secco in grado di ridurre le emissioni di gas dannosi per l’effetto serra e per l’utente, sono solo
alcuni esempi dell’ attenzione di Berloni nelle diverse fasi di produzione. Berloni possiede inoltre la Certificazione di Prodotto Berloni secondo la norma UNI EN 14749 per le cucine e la
certificazione del sistema di qualità aziendale UNI EN ISO 9001:2000 che attestano gli
altissimi standard qualitativi del marchio e definiscono, insieme ai citati pannelli, un nuovo
standard qualitativo di riferimento all’insegna
delle sempre più severe norme internazionali in
materia di rispetto ambientale. L’attenzione all’ambiente si accompagna all’impegno che Berloni mostra da sempre nella tutela della salute
sia dei consumatori sia dei dipendenti.
modello Quadra Grigia
52 | ambientecucina
SCENARI Particolarmente prudente l’ultimo Rapporto Csil
sul mercato del mobile: il trend negativo si allungherà sul 2009,
primi segnali in positivo probabili nel 2010
Recessione e ripresa
coi piedi per terra
di Fabrizio Gomarasca
IL MERCATO
DEL MOBILE IN ITALIA
Variazioni percentuali sull’anno
precedente
Produzione
2008
2009
-3,9
-5,0
Consumo
-4,2
-5,3
Export
-3
-3,8
Import
-1,1
-1,0
Fonte: Csil, novembre 2008
Mai, negli ultimi 15 anni di presentazioni del Rapporto di previsione sul mercato del mobile di Csil,
i ricercatori che si alternavano tra grafici e tabelle
erano stati così cauti come in quest’ultimo appuntamento. Quindi è d’obbligo una premessa.
Per sua stessa natura la previsione è un valore
centrale a una varianza di valori o, altrimenti detto, prende le mosse da una ipotesi di scenario.
E oggi i rischi associati agli scenari sono maledettamente più complicati che negli anni scorsi.
Ne consegue che le previsioni formulate dai ricercatori di Csil sono meno solide che in passato
perché basate sui dati costantemente corretti di
organizzazioni internazionali come il Fondo monetario e l’Ocse, data la situazione economica in
continua e rapida evoluzione. Le domande alle
quali la comunità degli affari vorrebbe sentirsi rispondere sono molto semplici: per quanto tempo
durerà la recessione? Quali saranno nel 2009 i
mercati che potranno garantire una continuità di
business? La recessione durerà fino al secondo
trimestre del 2009, come ha affermato Stefania
Tomasini di Prometeia, oppure per tutto l’anno,
come pochi giorni dopo il seminario dello Csil ha
annunciato l’Ocse? Certo è che per l’industria del
mobile il momento è veramente difficile: ne sono
testimonianza i dati forniti da Mauro Livi della Fillea-Cgil relativi alla cassa integrazione.
Tra agosto 2007 e agosto 2008 a fronte di un aumento della Cig del 15% in tutto il settore manifatturiero, nel legno-arredamento l’aumento è
stato del 147%. E questo, come ha notato l’economista di Prometeia, testimonia di come l’eco-
nomia italiana, anticipando il rallentamento europeo, fosse entrata in un periodo difficile ben prima della crisi di ottobre quando, per dirla ancora
con Tomasini, l’economia mondiale è stata a un
passo dal baratro, dal collasso finanziario globale. Il problema allora non è tanto sapere di quanto diminuirà il Pil nel 20o9 in Italia, ma come si interverrà sul sistema creditizio che sta lentamente
ma inesorabilmente chiudendo i rubinetti del credito alle piccole e medie imprese, ritirando gli affidamenti e mettendone in condizioni di pesante
difficoltà l’operatività. Con un effetto a cascata su
tutto il comparto e sui distretti che sono la forza
economica del sistema industriale italiano e di
cui il mobile è un portabandiera di successo.
Così il 2009 che attende il settore è di forte
preoccupazione, e non basta un ottimismo di facciata a scacciare i fantasmi, anche se, come vedremo, vi è sempre qualcuno che in fondo al tunnel fa un po’ di luce. A patto di rimanere con i piedi ben saldi a terra.
IMPORT ED EXPORT IN CALO
Quello che attende il mobile è un calo deciso dell’offerta, nonostante a giugno le previsioni fossero ancora positive (per dovere di cronaca ricordiamo che l’anno scorso lo Csil aveva previsto una
produzione e un consumo di mobili in Italia in
crescita rispettivamente dell’1,4 e dell’1,2%, per
dire come tutto sommato gli indicatori consentissero ancora di pensare a una crescita). Per la prima volta dopo molti anni l’industria del mobile va
peggio dell’industria manifatturiera nel suo com-
ambientecucina
plesso. Il clima di fiducia in rapido deterioramento, con gli indicatori del reddito disponibile della
ricchezza finanziaria delle famiglie e dell’occupazione in decisa riduzione, consentono ai ricercatori dello Csil di prevedere per il 2008 una caduta
della produzione del 4% appensantita da un ulteriore -5% nel 2009, a cui si accompagna una parallela diminuzione dei consumi di mobili pari a
-4,2% e -5,3% rispettivamente. E se per esempio
continuerà il declino degli imbottiti e l’ufficio dovesse registrare una lieve crescita nel 2008, per
la cucina il segno è negativo sia nel 2008 sia nel
2009 (con cali a doppia cifra in qualche caso).
Segnali negativi per l’import di mobili che diminuisce dell’1,1% nel 2008 e dell’1% nel 2009: dal
2005 i valori unitari sono però in crescita e nell’ultimo anno le importazioni dalla Cina aumentano con un ritmo di crescita meno vivace. E infine
anche l’export, vero motore del settore, dopo anni di crescita vede una riduzione del 3% nel 2008,
confermata anche nel 2009. «Le vendite sui mercati esteri risentiranno sia del trend negativo della domanda interna dei paesi di riferimento sia
dell’andamento del tasso di cambio dell’euro»,
ha detto Sara Colautti di Csil, segnalando che
sembra lontana una ripresa del settore dalla seconda metà del 2009, rimandandola al 2010.
STATI UNITI, UN NODO DA SCIOGLIERE
È quindi d’obbligo aprire lo sguardo sullo scenario mondiale del mobile. Per capire subito che il
nodo da sciogliere si chiama Stati Uniti. È lì infatti
che nasce l’uragano che, per il peso dell’economia americana, ha avuto e ha conseguenze planetarie. Nello specifico del settore del mobile,
l’import negli Usa, cresciuto dal 1998 al 2007 da
10 a 26 miliardi di dollari correnti, tanto da diventare il driver del commercio mondiale di mobili,
nel 2008 per la prima volta è in diminuzione.
E non sarà diverso nel 2009. E se gli altri maggiori
importatori mondiali di mobili (Germania, Regno
Unito e Francia) hanno registrato nel 2008 un lieve incremento, nel 2009 saranno in recessione e
quindi non ci si attende certamente una crescita
dell’import. Dal lato dell’export, «il più importante fenomeno strutturale dell’ultimo decennio è
stato l’aumentato grado di apertura dei mercati,
misurato come rapporto tra importazioni e consumo che a livello mondiale è passato dal 21,6% nel
1998 al 30,5% nel 2007. Ma poiché le maggiori e-
| 53
COMMERCIO MONDIALE DI MOBILI
Valori in miliardi di US$ correnti
Fonte: Csil
120
110
111
111
2008*
2009**
107
100
92
90
84
80
77
70
65
60
50
45
55
52
51
2000
2001
48
40
30
20
10
0
1998
1999
2002
2003
2004
2005
2006
2007
conomie sono in recessione, nel 2009 non sono
previsti ulteriori incrementi», ha sottolineato Ugo
Finzi di Csil.
Per questo il commercio mondiale di mobili dovrebbe chiudere (il condizionale è d’obbligo) con
una caduta per la prima volta dopo molti anni del
4% attestandosi a un livello di 111 miliardi di dollari correnti. Un livello che sembra essere confermato anche per il 2009.
AREA EURO IN NEGATIVO, ASIA VULNERABILE
Per quanto riguarda gli altri mercati non c’è da
stare molto allegri. Con l’Europa Occidentale in
recessione, i maggiori mercati dell’area Euro sono dati con un segno negativo, mentre una grave
incertezza avvolge quelli dell’Europa Orientale,
con Estonia, Ungheria, Lituania e Ucraina sicuramente negativi. Ancora in crescita l’Asia (senza il
Giappone), ma si tratta comunque di economie
(la Cina in primo luogo) molto vulnerabili alla recessione delle economie avanzate, al contrario
per esempio dell’America Latina.
Negli Stati Uniti il quadro negativo è aggravato
dallo scoppio della bolla immobiliare, tanto che
già prima di ottobre il 35% delle case monofamiliari e il 6% di quelle plurifamiliari risultavano in-
TRA AGOSTO 2007 E AGOSTO 2008, A FRONTE
DI UN AUMENTO DELLA CASSA INTEGRAZIONE DEL 15%
IN TUTTO IL SETTORE MANIFATTURIERO,
NEL LEGNO-ARREDAMENTO L’AUMENTO È STATO DEL 147%
54 | ambientecucina
ESPORTAZIONI - PRINCIPALI PAESI DI DESTINAZIONE
Quote % di dati in valore
Fonte: elaborazione Csil su dati Istat e Eurostat
2008 GENNAIO-LUGLIO
Francia
Germania
Regno Unito
Russia
Stati Uniti
Francia
2007
Germania
Regno Unito
Stati Uniti
Russia
Francia
2000
Germania
Regno Unito
Stati Uniti
Svizzera
0
2
4
6
8
10
12
14
16
18
20
vendute, i prestiti ai consumatori (attraverso le
carte di credito) sono in contrazione per la prima
volta dal 1991 e le insolvenze sulle carte di credito sono più che raddoppiate.
Alle riduzioni delle vendite di mobili si aggiungono gli annunci di chiusura di un numero crescente
di industrie del settore. Di fronte a una recessione più lunga e più profonda del previsto, con una
ripresa che si intravede forse dal 2010, per le imprese italiane che operano nel mercato nordamericano vi può essere una buona notizia.
«Il settore americano del mobile si stava deindustrializzando già dal 2000. Nulla quindi fa pensare che dopo la recessione si riprenderà a fabbricare mobili. Quindi dopo la ripresa si può aprire
un periodo di nuove possibilità interessanti per
l’industria italiana», ha sottolineato Finzi.
PRESIDIARE IL MERCATO:
DUE ESEMPI MADE IN ITALY
A patto comunque che le aziende mantengano una continuità nei programmi di presidio del mercato, come hanno testimoniato due casi.
Roberto Gavazzi, amministratore delegato di Boffi, ha ripercorso le tappe della crescita del marchio nel Nordamerica dal 1983, anno del primo ingresso con un distributore, passando al 2000
quando è stato aperto il primo negozio diretto a
Soho, New York City, ad oggi, con una politica distributiva affidata a una rete di negozi monomarca ed esclusivisti, tra cui i 5 di proprietà (che assicurano il 16% delle vendite totali negli Usa), e alla
formula By (in collaborazione con Porro e Living
Divani) particolarmente indirizzata a contattare
developers e architetti, per un mercato, quello
del contract, con un forte peso specifico nel portafoglio ordini. Il successo nel mercato nordamericano, ha ricordato Gavazzi, è frutto della forza
del marchio, della minore concorrenza nell’alto di
gamma, del network misto di negozi diretti e indiretti e di un team di alto spessore. Ma vi sono anche delle criticità, come una carenza di distributori di qualità e di risorse umane nell’alto di gamma, e un rischio di cambio molto forte, tutti fattori che rendono inevitabilmente molto complesso
affrontare quel mercato e richiedono un investimento minimo molto elevato. E una focalizzazione precisa con una strategia di medio-lungo periodo, perché, ha sottolineato Gavazzi, è un mercato enorme, l’interesse per il design sta crescendo e il ritorno c’è. È un po’ l’atteggiamento che ha
guidato Paolo Bertazzoni, esponente della quinta
generazione dell’omonima azienda produttrice di
elettrodomestici per la cottura fondata 125 anni
fa, che nel 2003 ha preso la decisione di affrontare il difficile mercato americano, dopo aver adottato il sistema Toyota nell’organizzazione aziendale e dei processi di produzione. La strategia di
approccio è stata molto precisa: ridisegno del
prodotto, servizio e consegne rapide, listini in valuta e assistenza tecnica capillare, una distribuzione selettiva, una politica di branding fortemente caratterizzata sui valori dell’Italian lifestyle
“declinato all’emiliana”, un’attività di PR e di
pubblicità web. Con risultati di tutto rispetto: 550
dealer specializzati, 10mila unità di fascia alta
vendute ogni anno (su 150 mila prodotte) e una
brand awareness molto elevata (seconda dopo La
Cornue). Due esempi, in conclusione, che fanno
un po’ di luce in fondo al tunnel.
’A da passà ’a nuttata!
IL SETTORE AMERICANO DEL MOBILE SI STAVA GIÀ
DEINDUSTRIALIZZANDO DAL 2000 E NULLA FA PENSARE CHE
DOPO LA RECESSIONE SI RIPRENDERÀ A FABBRICARE MOBILI.
QUINDI DOPO LA RIPRESA SI PUÒ APRIRE UN PERIODO DI NUOVE
POSSIBILITÀ INTERESSANTI PER L’INDUSTRIA ITALIANA
UGO FINZI, CSIL
ambientecucina
| 55
OSSERVATORIO FINDOMESTIC
ITALIANI PIÙ AUSTERI, MA PRONTI A REAGIRE
di Carla Cavaliere
Gli italiani sono pronti alla sobrietà,
anzi all’austerità. Eppure una
famiglia su tre, per mantenere
intatto il proprio tenore di vita è
disposta, se non a tutto, almeno a
richiedere finanziamenti al consumo.
I risultati 2008 dell’Osservatorio
Findomestic, indagine annuale
sul mercato dei beni durevoli per
la famiglia, presentati il 2 dicembre
scorso a Milano, evidenziano una
composita percezione degli italiani
rispetto alla crisi economica, che si
bilancia tra preoccupazione e voglia
di reagire. Così, a fronte di una
condivisa sfiducia nel sistema Italia,
fa da contrappeso una fiducia
individualistica nelle proprie
“capacità di cavarsela”. Davanti
alla crisi, le tipologie di risposta degli
italiani, in termini di comportamento,
si diversificano tra: un consistente
48% di fautori dell’austerità,
preoccupati ma con voglia di
reagire, convinti che occorra attuare
delle misure correttive del proprio
budget, abitanti soprattutto nelle
aree industrializzate del Nord;
un 33% di “resistenti”, che non
cambieranno i loro comportamenti di
consumo; un 12% di coloro che
scelgono di adeguarsi giorno per
giorno alle difficoltà e un positivo
7%, soprattutto di giovani, che
guardano al 2009 determinati
a migliorare il loro attuale tenore
di vita. Per fronteggiare una crisi
che si annuncia lunga e profonda,
i nostri connazionali si accingono
a risparmiare, per cominciare
riducendo le spese per
abbigliamento, telecomunicazioni,
tempo libero, viaggi e vacanze. Ma
non attribuiscono le responsabilità
delle loro difficoltà economiche
(al di là dei macroscenari) solo ai
negozianti e al minor numero di
servizi pubblici: sono anche capaci
di autocritica, attribuendosi un uso
troppo disinvolto del telefonino,
un’eccessiva frequenza nel ricambio
dei beni tecnologici e uno scarso
controllo degli elevati consumi
dell’elettricità per i molti
elettrodomestici.
Secondo l’Osservatorio Findomestic,
i consumi totali annui nel 2008
risulteranno calati del 1%, mentre i
consumi di beni durevoli segneranno
un -4% poiché l’acquisto dei prodotti
VOCI DI SPESA CHE POTREBBERO SUBIRE
UNA RIDUZIONE NEL BUDGET FAMILIARE
Abbigliamento, calzature, accessori
% risposte spontanee
46
Cellulari/traffico tel./web
24
Tempo libero
23
Viaggi e vacanze
22
Tecnologie inform./digitali
alimentari e le altre categorie di
spese incomprimibili, come affitti,
trasporti, tasse, mutui, ecc.) hanno
decisamente penalizzato gli acquisti.
Per quanto riguarda i beni per la
casa, lo scorso anno la spesa è
aumentata nel complesso del 2,4%
in volumi, pur con andamenti
eterogenei a seconda dei diversi
comparti, con contributi positivi,
almeno in termini di volumi,
soprattutto per i prodotti ad elevata
innovazione tecnologica (elettronica
di consumo, informatica).
Sostanzialmente stabile il consumo
di mobili, in quanto a fronte di una
flessione dei volumi del 3% circa
si è registrato un aumento dei prezzi
dello stesso valore provocato
dall’incremento dei costi delle
materie prime (legno, energia,
acciaio e prodotti vernicianti).
La domanda di mobili risulta
contratta su tutti i segmenti con
modeste differenze tra i diversi
comparti: in leggero calo rispetto
al 2007 la riduzione di vendite
per l’ambiente cucina (-0,6),
più importante invece la flessione
dell’imbottito (-1,8%). Nel 2009
il fatturato dovrebbe comunque
mantenersi sugli stessi livelli
del 2008: non si affacciano però
i presupposti che potrebbe favorire
l’acquisto di beni a prezzi medi
unitari elevati, quali i mobili.
Una dinamica simile si riscontra
nel segmento degli elettrodomestici
bianchi che registra comunque un
rallentamento maggiore del previsto,
con un calo dei volumi venduti del
2%. Il comparto che ha registrato
i migliori risultati è quello del
lavaggio, in particolare le
lavastoviglie, che aumentano la loro
ridotta penetrazione. Negative,
invece, le performance di vendita
di tutto il segmento cottura
(cucine, forni, piani), anche a causa
dell’indebolimento del ciclo edilizio
e immobiliare che in generale
potrebbe avere penalizzato tutta la
categoria dell’incasso (migliori infatti
i risultati del free standing, anche
per le incentivazioni per frigo e
congelatori). Buona la dinamica
dei piccoli elettrodomestici aumentati
del 2% in volumi e del 3% in valore,
in particolare con il positivo
andamento delle macchine da caffè.
TIPOLOGIE DI COMPORTAMENTO
DI FRONTE ALLA CRISI ECONOMICA
Austeri (Ridurremo le spese meno necessarie)
Chi “naviga a vista” (Vedremo giorno per giorno)
Energici (Cercheremo di guadagnare di più)
Resistenti (Andremo avanti come abbiamo fatto finora)
14
Prodotti alimentari/di consumo
13
8
Elettrodomestici
12
7
Trasporti privati/pubblici
7
6
Mobili
Abitazione (manutenzione, rate, affitto...)
4
Aiuti domestici
4
Spese sanitarie
1
Scuola e formazione
1
48
33
valori in percentuale
56 | ambientecucina
MERCATI Gli incrementi importanti nell’acquisto e nell’importazione
delle cucine coincidono con l’aumento dei consumi,
ma anche con un ampliamento della struttura distributiva
Russia
crescita in mutazione
ambientecucina
Il mercato delle cucine in Russia ha visto una fase
di crescita tumultuosa. Negli ultimi due anni si è
registrato un incremento dei consumi che supera il
40% e le importazioni sono cresciute altrettanto,
soprattutto da Germania e Italia.
Tutto ciò è conseguenza delle grandi trasformazioni che stanno interessando questo mercato, da un
lato per l’aumento delle richieste dei consumatori,
con gusti che si uniformano a quelli europei, dall’altro per il ruolo crescente che la cucina sta assumendo all’interno della distribuzione di mobili.
UN PASSO INDIETRO
Prima degli anni ’90 in Russia esistevano solo poche grandi aziende di mobili che vendevano anche
cucine. Risalgono agli anni Cinquanta nomi come
Electrogorskmebel, Mebel Chernozemya, Moscomplektmebel, Shatura, e Pervaya Mebelnaya Fabrika. La cucina era concepita dal consumatore
russo prevalentemente come insieme di mobili
non integrati (credenza, mensole, etc.)
Con gli anni ’90 nascono le prime aziende specializzate che si concentrano soprattutto intorno ai
grandi centri urbani (Mosca e San Pietroburgo).
La loro produzione si basa prevalentemente su cucine di fascia bassa o medio-bassa che possono
essere ordinate e montate anche autonomamente
(marchi come Allegro, Atlas, ELT, Forema, M-Line
sono nati in quegli anni). Lo stile è soprattutto
classico, i colori opachi. Le cucine più prestigiose
già allora si importavano dall’Italia, ma erano solo
per i nuovi ricchi.
LA SITUAZIONE OGGI
Negli ultimi anni la richiesta di nuove cucine è aumentata, complice il miglioramento del tenore di
vita di una fetta sempre più ampia della popolazione delle grandi città, l’espansione edilizia e un mutamento nei gusti dei consumatori che abbandonano il concetto di “credenza” e scelgono quello di
“cucina”.
Nel 2007 si stima siano circa 1 milione di pezzi le
cucine vendute in tutta la Russia anche se, escludendo semplici credenze e/o mensolame, il numero si riduce a un terzo.
Per la stragrande maggioranza si tratta di cucine
da 2.000-3.000 euro esclusi gli elettrodomestici
(spesso comprendono solo la cappa).
Lo stile classico o country è ancora il più diffuso
(Shatura, Yulis, Raduga, Green Wood, Ekomebel e
altri), ma il moderno si affaccia nelle collezioni recenti (Giulia Novaris, IC Studio, Optima etc.).
I modelli nuovi sono più semplici e lineari, le forme
arrotondate e i colori più vivaci.
Spesso alcune aziende “low-cost” consentono ai
propri clienti di ordinare su catalogo (anche per telefono o internet) facendo pagare a parte i costi di
spedizione e montaggio. Le cucine vendute sopra i
3.000 euro (fino a un massimo di 7.000 euro) sono
prodotte da poche grandi aziende (una trentina)
che in questo segmento hanno parte della loro
gamma.
Tra quelle che vendono modelli più costosi segnaliamo Atlas-lux, molto apprezzata a Mosca, Plaza
Real di San Pietroburgo, Virs, Kukni Rossii, ELT, Europlak (holding italo-russa), Forema e Grafskoje.
La tendenza di questi modelli è verso la linearità
delle forme. Tra i colori più richiesti vi sono il bianco, il rosso e in generale tutti i colori neutri.
Le cucine più costose sono tutte di importazione.
L’Italia è il primo paese fornitore di cucine, seguito
dalla Germania che ha registrato negli ultimi anni
un incremento nel gradimento.
Aran, Scavolini, Snaidero e Scic sono tra le principali aziende che esportano in Russia, come pure
Bulthaup, SieMatic e Alno.
| 57
di Mariano Peluso - Csil
ph. Gabriele Basilico
LA DISTRIBUZIONE IN RUSSIA
Negli ultimi anni, medi e grandi produttori di cucine hanno investito nell’ampliamento della struttura distributiva. A parte la vendita diretta, che resta
comunque il canale principale, vi è stato un notevole incremento di showroom e di altri spazi espositivi dedicati alle cucine, soprattutto localizzati in
centri commerciali o in negozi del mobile.
In Russia esistono grandi catene del mobile all’interno delle quali sono dedicati spazi alle cucine,
gestiti autonomamente da negozianti indipendenti
o catene franchising.
Tra queste catene, concentrate soprattutto intorno
ai grandi centri abitati, segnaliamo Grand (unico
showroom a Mosca), Mebel-Grad, Shatura Mebel,
Tri Kita, Mebel City (di proprietà del produttore Pervaya Mebelnaya Fab.), Mebel Rossii e Kuhnistroy
(ipermercato delle cucine).
Anche la catena svedese Ikea è presente nel paese
con 11 negozi (3 a Mosca, 2 a San Pietroburgo, e gli
altri a Novosibirsk, Rostov, Kazan, Nizhny Novgorod, Kransnodar e Yekaterimburg).
Ikea, entrata sul mercato nel 2000, oggi produce in
Russia circa 20 mila cucine all’anno.
Altri canali distributivi sono i negozi specializzati
nella vendita di cucine, di solito aperti da produttori stranieri (Scavolini, Snaidero etc.), o anche piccole catene franchising mono o plurimarca come
M-line (che distribuisce le cucine Verona), Kuhni
Rossii, Kuxni, Kuhni Premier, Fabrika Kuhni etc.
La domanda di cucine via Internet è in crescita.
IMPORTAZIONI DI CUCINE DALL’ITALIA NEGLI ULTIMI 6 ANNI
milioni di euro
Italia
fonte: Csil
quota % sul totale import
variazione annuale
2007/’06 media 02-07
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2002 2007
40,4
35,9
44,5
48,1
57,6
64,5
68,3
62,8
12,1
9,8
Dal lusso al gusto
Varvary Hot Restaurant, Mosca
Strategica per l’export delle aziende italiane, come dimostra
anche il crescente successo dei Saloni WorldWide Moscow,
la Russia sta subendo un fermo a causa della crisi.
Ma restano aperte le prospettive di evoluzione dei consumi
di Carla Cavaliere
Credits foto dei locali
moscoviti: Elena Nemkowa,
collaboratrice di Future
Concept Lab.
La crisi passerà, ma le materie prime rimangono.
La forza della Russia, a detta di buona parte degli
economisti, è tutta qui, nell’essere il serbatoio (di
gas e petrolio) di cui tutti continueranno ad avere
bisogno, anche se oggi la discesa dei prezzi delle
materie prime sta creando problemi a un paese in
cui non esiste un sistema industriale diffuso. Il
prezzo del petrolio non può continuare a scendere
e per questo la crisi economica, che ha investito
anche la Federazione russa con violenza, non fermerà il paese, destinato a una quasi (un minimo di
prudenza è d’obbligo) sicura ripresa, anche se è
difficile stabilire con esattezza quando.
Inoltre, la Russia non può prescindere dall’importare prodotti manufatturieri dai partner commerciali. Lo scorso ottobre, i giorni della bufera finanziaria che ha iniziato colpendo gli Stati Uniti per
poi propagarsi in tutto il mondo, hanno coinciso
con l’appuntamento dei Saloni WorldWide Moscow, versione “export” della manifestazione milanese arrivata con deciso successo alla quarta edi-
zione e nei cui corridoi, nonostante le cattive notizie emanate dai giornali, si percepiva un confermato ottimismo per un mercato che in questi anni ha
continuato a dimostrare (dati alla mano) un vero e
proprio fedelissimo entusiasmo per il made in Italy.
Certo, dopo solo alcuni mesi dai Saloni moscoviti,
la lettura della crisi, come nel resto del mondo, è
più certa e insieme più cupa, ma l’economia russa
viene in buona parte confermata tra le migliori in
Europa per le prospettive di ripresa e di sviluppo
dei prossimi anni.
E parlare di Russia, in termini di mercato e di società, significa necessariamente parlare di lusso,
anzi del nuovo lusso: non a caso, l’ultimo seminario del Future Concept Lab, tenutosi lo scorso 20
novembre a Milano, a conclusione del ciclo dedicato ai Retails Trends 2008, era dedicato alla lettura
di “La Russia e le nuove visioni del lusso”.
Per cominciare, va ricordato che il lusso in Russia
ha uno “zoccolo forte” proprio in termini di ricchezza acquisita. Secondo la rivista Forbes, solo
ambientecucina
nella capitale russa vivono 25 miliardari, e sono
ben 88 mila i milionari nella regione, e 200 mila i
cittadini russi definibili “affluenti”, che poi sono
quelli che oggi sono temporaneamente bloccati
dalla crisi finanziaria, ricordando che l’indebitamento in Russia (per famiglie e per singoli ) è più
alto che negli Usa, come ha ricordato Luigi Rubinelli, direttore del settimanale Mark Up (Il Sole 24
Ore Business Media), al seminario del FCL. «Così
come è generalizzato il blocco del mercato edilizio
russo, che solo fino a pochi mesi fa era in decisa espansione: ma si tratta di un patrimonio che, seppure al momento fermo, prima o poi dovrà ripartire, i palazzi saranno finiti, seppure a prezzi ribassati. Senza dimenticare che stiamo parlando di un
paese di straordinaria estensione, con concentrazioni legate ad alcune regioni e città (Mosca ha più
di 12 milioni di abitanti, San Pietroburgo oltre 5 milioni). Inoltre, i russi hanno una straordinaria memoria per quanto riguarda i marchi e i prodotti apprezzati e di qualità, che sono quelli che presto ripartiranno nei consumi. Ma occorre capire il passaggio in atto dal lusso al gusto». Il che significa,
in altri termini, comprendere la straordinaria crescita di qualità che è avvenuta proprio negli ultimi
2-3 anni in Russia, con un boom, per esempio, in
settori quale l’arte della tavola, e soprattutto con
una nuova propensione al design e una maggiore
consapevolezza nelle scelte. Un cambiamento che
è stato avviato, a cominciare dalle due metropoli
principali, soprattutto dalla distribuzione, e in particolare dalla ristorazione, che con proposte innovative di concept e arredi di design stanno modificando il gusto del consumatore. «Oggi in Russia è
il momento per comprare negozi, accasarsi con
qualche operatore importante, e portare il proprio
know how distintivo (marca, servizio, prodotto)»,
ha sottolineato ancora Rubinelli.
LE AVANGUARDIE DEL GUSTO
Oggi la Russia rappresenta il quarto mercato mondiale sul fronte del lusso, e continua a essere il
mercato emergente con la crescita più evidente
della classe dirigente legata alle fonti energetiche
e alla grande finanza: si sta allargando e trasformando in una classe media emergente, giovane, e
con una capacità di gusto che passa, anche, attraverso la riqualificazione delle città e il mondo della
distribuzione. Perché proprio in Russia, dove tradizionalmente e culturalmente le forme più ostentative del lusso trovano le loro espressioni massime,
oggi, inaspettatamente, trovano spazio nuove formule inedite e più evolute. «In un paese - sottolinea il sociologo Francesco Morace - in cui tutto viene accelerato, recepito velocemente». E proprio la
recente e importante penetrazione del design italiano nel mercato russo si è fatta promotrice di in-
novazione e creatività nel paese. In questo contesto, sottolinea il Future Concept Lab, «la Russia costituisce quindi un laboratorio di osservazione particolarmente interessante, e insieme una straordinaria occasione per le aziende italiane di sperimentare la capacità di declinare le loro caratteristiche uniche e distintive rispetto a una realtà stimolante e in crescita, per coglierne in pieno tutte le
potenzialità». Un esempio citato tra le realtà più innovative e significative del retail in Russia, è il Crocus City Mall, il più grande shopping center di Mosca che vende moda, accessori, gioielli, aperto cinque anni fa con lo slogan “lo shopping è un’arte”,
e che ospita 200 boutiques con oltre 100 brand del
lusso internazionale. Situato tra la capitale e
Zhukovka, villaggio d’élite alla periferia di Mosca
nel quale vivono molte celebrità, il mall beneficia
anche della loro frequentazione come forza attrattiva. Ma a cambiare, “alzare” e internazionalizzare
il gusto dei russi - giovani e meno giovani - hanno
contribuito molto i locali pubblici, il cui arredo ha
fatto entrare il gusto del contemporaneo nel vissuto dei nuovi ricchi. Tra le esperienze più recenti e
più avanzate, ILI Cafè, nel centro di San Pietroburgo, aperto 24 ore al giorno e destinato a un target
prevalentemente giovanile, cui propone un canale
wi-fi, un dj, un merchandising ironico e un menu
che spazia dalle diverse tradizioni culinarie europee. Un luogo capace di coniugare due concept diversi, il cafè-club-bar e il fast-food-bistrot, quindi
velocità e intrattenimento. L’importanza crescente
della cucina è testimoniata anche dall’inedito sviluppo di una cultura domestica culinaria, che spiega il moltiplicarsi di diverse catene alimentari di tipo gourmet, tra cui la più interessante è forse la
Globus Gourmet, che offre prodotti esclusivi, inclusi piatti pronti e semi-lavorati di alta qualità e delicatessen da ogni parte del mondo. È interessante
notare come anche i prodotti tradizionali russi sono presentati in maniera innovativa, così come lo
stesso layout mescola elementi della tradizione
con un design ultramoderno. Dal punto di vista di
marchi e prodotti italiani è interessante citare, nel
mondo degli elettrodomestici, il caso di Indesit,
che vanta una leadership affermata nel mercato
russo, e la cui lavatrice Moon è considerata un vero e proprio oggetto di culto, proprio per i suoi valori di design associati alla qualità del marchio. Il
design e la nuova cultura dell’abitare stanno comunque diventando elementi rivelatori dello status sociale e culturale, così come la gastronomia
che combina tradizione russa e gusto cosmopolita:
una miscela interessante per il mobile per la cucina italiano, che occupa già un ruolo importante
nelle preferenze del lusso, perché coniuga tutti gli
elementi nell’ambitissimo Italian style: tradizione e
design, prestigio e gusto, stile e novità.
| 59
Ca’ d’Oro
Globus Gourmet, Mosca
Ernestomeda
Festa moscovita
Doimo Cucine
Varvary Hot Restaurant, Mosca
L’AFFERMAZIONE DELLA CUCINA ITALIANA
Per le aziende italiane di arredo, la Russia (ma oggi
anche tutto il bacino geopolitico ex Sovietico, che
comprende Azerbaijan, Bielorussia, Estonia, Kazakistan, Kirghizistan, Lettonia, Lituania, Moldavia,
Ucraina), nonostante perplessità e preoccupazioni
legittime, resta dunque una destinazione di export
importante, forse oggi la più importante, più vicina
e sicura di Cina e India, con un’ampia base di ricchezza, sicuramente scalfita ma non bloccata dalla
crisi finanziaria e dal fermo edilizio. Perché il consumatore russo di fascia alta continuerà a considerare la casa e l’arredamento tra le sue priorità. Positività ed evoluzione in corso confermata dal giro
di pareri raccolti nei Saloni moscoviti. Spiega Roberto Berloni: «In un momento particolare come
questo in cui sono davvero poche le aziende europee non in crisi, il mercato russo, su cui siamo pre-
Elite, Cesar
senti con successo da anni, resta particolarmente
importante. Certo, diventa comunque più difficile,
in una situazione in cui cresce la presenza massiccia degli italiani (evidente anche nei Saloni
WorldWide Moscow, ndr), ma noi continuiamo a
investire, in un mercato dove è molto importante
“esserci”, in tutti i sensi: i russi danno ancora una
particolare importanza al rapporto personale, e a
volte può anche essere impegnativo per noi, perché occorre coccolare, seguire i clienti. Clienti che
vogliono prodotti di fascia alta, che spesso ascoltano il parere degli architetti e degli arredatori (sia
i privati sia i negozi), perché ancora non si fidano
totalmente del proprio gusto».
«Siamo sul mercato russo dal lontano 1992 - racconta Francesco Torchetti - e abbiamo assistito a una evidente evoluzione della clientela: prima cercavano quasi esclusivamente prodotti di stile clas-
sico legati a una idea dell’Italia molto tradizionale;
oggi anche il gusto di una certa fascia di consumatori è informato e modellato sulla frequentazione
dei media e delle riviste di arredo e molti vogliono
un design ricercato e contemporaneo. Al prodotto
italiano chiedono soprattutto un’alta qualità. Mosca e San Pietroburgo sono già decisamente orientate in questa direzione e anche molto “sviluppate” in termini di proposta prodotto. Oggi la nuova
“frontiera” sono le città verso gli Urali, come Tomsk e Novygrad, ad esempio, ma si stanno muovendo anche aree difficili da contattare (ma che richiedono i nostri prodotti) come Georgia, Tagikistan e
persino la Cecenia. Noi lavoriamo molto con l’Ucraina (a marzo siamo a Kiev per una fiera) e stiamo entrando in Kazakistan, che viene considerata
la nuova Dubai, per la potente crescita edilizia e le
possibilità di sviluppo e di investimento dei nuovi
ricchi (grazie alla potenza del gas naturale che sta
facendo la ricchezza di questo paese). E proprio
nelle nicchie di questo mercato si “combatterà” in
futuro».
«Il 70% delle vendite sul mercato russo - afferma
Mirko del Prete, managing director di Aster - riguarda prodotti di gusto classico e di fascia medioalta, che rispondono a un gusto di ostentazione.
Per noi, che siamo presenti da tempo su questo
mercato, oggi è meno faticoso che per le aziende
che entrano ora attirate dalla possibilità di ampliare il proprio export».
Luca Romanelli, export area manager di Febal, ricorda: «Già da alcuni anni il mercato russo è decisamente esuberante, per non dire euforico, il che
si riflette anche nel gusto e per questo molto spesso le aziende realizzano prodotti ad hoc per questo
mercato, o versioni più neo-classiche dello stesso
modello, aggiungendo dettagli e finiture ad hoc».
Certo, la voglia di ostentazione è ancora una delle
componenti del gusto del consumatore russo.
E ogni azienda risponde a modo suo, con modelli
finalizzati al mercato locale: si va dalle proposte in
cui vengono introdotti elementi decisamente fashion quali la pelle e i cristalli Swarovski (Diamond, di Alta) all’elaborazione di un neoclassico,
opulento ma senza ridondanze, in cui il lusso si
manifesta in dettagli di stile e di materiali di qualità. Quest’ultimo è il caso della nuova Elite di Cesar, che ha proposto in Russia anche una versione
di Yara in ulivo, in edizione limitata per clienti top,
e che si potrà avere anche in altri legni prestigiosi,
quali palissandro ed eucalipto.
Giovanni Anzani di Varenna ricorda che il gusto
russo oggi si sta orientando anche verso l’area del
moderno, ricordando che si tratta di «un cambiamento cui hanno contribuito decisamente, nei
grandi centri urbani, i nuovi alberghi, i nuovi stilisti, gli showroom innovativi».
ambientecucina
«Questo resta un mercato in grande crescita - afferma Alessandro Del Prete, export department di
Ernestomeda - in un mondo che sta attraversando
una crisi senza precedenti: chi ha capacità di spesa
chiede lusso e design, e ha l’entusiasmo del nuovo
consumo. Per noi la Russia è uno dei mercati di esportazione più importanti, insieme a Spagna e
Stati Uniti. E in termini di gusto, i locali di tendenza
stanno cambiando l’orientamento del consumatore di fascia alta».
Scavolini, che conta già oltre 40 punti vendita in
Russia e nelle Repubbliche Orientali, ha realizzato
poco prima dei Saloni (il 15 e 16 settembre) in Russia una delle due importanti convention estere
(l’altra è stata in Grecia pochi giorni dopo) all’interno di un programma di espansione del proprio
network. Spiega Roberto Gramaccioni, export manager: «La convention, dedicata alla forza vendita
russa, ha proposto un vero e proprio training formativo dedicato a una cinquantina di rivenditori
russi e ha coinvolto tutti i comparti aziendali. Il
mercato russo è uno dei principali per Scavolini ed
è in grande crescita, basti pensare che nel 2007
abbiamo registrato un aumento delle esportazioni
di oltre il 20% e chiuderemo il 2008 con ottimi risultati. Incontrare la forza vendita presso la nostra
sede ci dà modo di illustrare al meglio le ultime novità e strategie. In Russia abbiamo in programma
decine di nuove aperture, di cui 9 soltanto nella capitale».
Roberto Lizzi e Ivan Ceschiutti di Snaidero sottolineano che «questo è un mercato che esige considerazione e serietà perché sta diventando fortemente selettivo».
| 61
darà ulteriore spazio ad altri comparti dell’arredo
che riscuotono già un interessante successo in
Russia, quali l’illuminazione e il bagno, oltre all’oggettistica. Infine, l’annunciata presenza nell’edizione 2009, degli operatori di Made Expo, fiera dell’edilizia e dell’architettura organizzata in collaborazione con Federlegno (ultima edizione alla Fiera di
Rho-Pero, dal 4 al 7 febbraio 2008), stringendo
quindi un interessante legame con l’edilizia, auspicando uno sblocco della crisi attuale.
Non si può evitare di accennare che restano numerose e importanti le zone grigie della Russia: dalla
preoccupante opacità della sua democrazia al recente e clamoroso calo della produzione industriale, dalle permanenti diseguaglianze sociali al rischio di mancati pagamenti aperto dall’attuale situazione economica al punto che, nella mappa del
Rapporto Cofgace (società francese che misura il
PUNTARE SUL FUTURO: LA RUSSIA CRESCERÀ
Poco dopo la chiusura dei Saloni moscoviti, Federlegno-Arredo e Unicredit Group hanno siglato una
lettera d’intenti al fine di sviluppare un programma
di iniziative congiunte a concreto supporto degli
Associati di Federazione, con particolare attenzione alle esigenze legate ai temi dell’innovazione e
della crescita del grado di internazionalizzazione
delle imprese. L’iniziativa è finalizzata a sviluppare
un programma di attività specifiche che riguarderanno il mercato della Federazione Russa. E davanti al successo confermato della manifestazione di
Cosmit, si rafforzano i progetti per il futuro: oltre a
potenziare il numero degli espositori, che nell’ultimo anno sono cresciuti del 20%, sarà potenziata la
presenza di operatori provenienti dalle “regioni”
più lontane della Federazione, dal Sud, dalla Siberia, dagli Urali, che come abbiamo verificato nelle
esperienze delle aziende costituiscono un più che
potenziale bacino di mercato per l’arredo made in
Italy. Inoltre (e anche questa è una tendenza già in
atto) nei prossimi due anni il Salone moscovita
Scavolini, stand ai Saloni WorldWide Moscow
cosiddetto rischio paese), Russia e Cina sono situati come paesi fortemente sotto osservazione.
Ma la Russia (paese fondamentalmente importatore di beni di consumo) resta comunque, per il mondo del mobile e in particolare della cucina italiana,
una destinazione imprescindibile, una terra non di
conquista ma di nuove frontiere, in cui magari sperimentare anche innovative modalità distributive.
Insomma, la Russia continuerà a essere la nostra
“america”: anche se, in tempi di crisi, va certamente maneggiata con maggiore cura. Intanto, tra i
simboli della Russia che avanza, ci sono anche i 30
km di metrò in via di veloce realizzazione che collegheranno il Crocus Expo e il centro di Mosca (permettendo ai visitatori di dribblare l’infernale traffico della capitale): costeranno circa 24 milioni di
dollari, e saranno interamente sborsati dal miliardario Aras Agalarov, padrone del centro fieristico.
[ portfolio Stosa ]
Brillant,
Sistema Look
SISTEMA
LOOK
STOSA CUCINE PROPONE LA RICETTA
PER LA CUCINA DEI NOSTRI TEMPI E DEI NUOVI
MERCATI: AMPIA MODULARITÀ, UNA BUONA
DOSE DI DETTAGLI ACCURATI, NUOVI E RAFFINATI
ELEMENTI, UNA RICERCA ORIGINALE
DELLE FINITURE. INGREDIENTI PRINCIPALI:
RICERCA, TECNOLOGIA E DESIGN ATTUALE.
PER UN GUSTO DEL MADE IN ITALY CHE NON
CONOSCE FRONTIERE, BILANCIATO TRA QUALITÀ
E PREZZO, GARANTITO DA UN GRANDE MARCHIO
il gusto del contemporaneo
64 | ambientecucina
[ portfolio Stosa ]
Stosa cuore classico
e obiettivi attuali
Il rendering
del nuovo
stabilimento Stosa
progettato dallo
studio Adriani
e Rossi.
Qualità, tradizione e forza nel prezzo: sono questi
Quanto alla tradizione, da oltre quarant’anni dietro
gli ingredienti della mission di Stosa Cucine che,
ad ogni modello Stosa Cucine c’è tutta la passione e la
sapientemente calibrati, hanno permesso all’azienda
genuinità di una famiglia, quella del presidente Maurizio
toscana di mettere a punto la “ricetta giusta” per
Sani che, assieme ai figli David, Mauro e Leonardo,
ottenere un prodotto eccellente e conquistare negli anni
guida con successo l’azienda, coadiuvato da una valida
un importante primato nel mercato. Dove la qualità
squadra di collaboratori, verso promettenti orizzonti.
si sostanzia non solo nella bontà del prodotto, ma
Certosa classica
anche nei risultati di un’approfondita ricerca nel design,
DIVENTARE STRATEGICA
nella tecnologia e nell’ampliamento della gamma
ANCHE NEL MODERN LIFESTYLE
dei modelli, sostenuta da costanti investimenti per
Cuore antico e dinamismo contemporaneo, quindi,
ottimizzare il processo produttivo. Perché per Stosa
quello di Stosa. L’azienda toscana, nata in uno dei
è importante costruire cucine garantendo il miglior
grandi distretti italiani della cucina nel 1964, già leader
rapporto qualità/prezzo, ovvero offrire a un mercato
nel mercato per il settore classico, nel tempo ha
oggi ancora più attento e selettivo, un prodotto pregiato
elaborato e ampliato anche una collezione di cucine
a una spesa accessibile.
contemporanee di grande successo.
Beverly bianca contemporanea
Patty moderna
ambientecucina
Replay Sistema Look
Gloria Sistema Look
Brillant Sistema Look
Per questo Stosa, ora, pur continuando nello sviluppo e
cercando di anticipare le richieste, le esigenze,
nella ricerca del classico con nuovi progetti e con una
i desideri dei suoi interlocutori. Per questo, con
ricerca dello stile mirabilmente diretta dallo Studio di
il Sistema Look, è stato creato un nuovo “sistema
progettazione del designer Ettore Tinagli, ha deciso di
espositivo” che consente di mettere in risalto sul punto
diventare strategica nel mercato anche con le cucine di
vendita le cucine presentate, esaltando le loro
gusto contemporaneo/design. In quest’ottica, da circa
caratteriste estetiche e qualitative.
un anno Stosa ha avviato una stretta collaborazione
con lo Studio Adriani e Rossi di Thiene che ha portato,
LE SFIDE 2009: NUOVE LINEE
oltre che a un completo restyling dei prodotti moderni
DI PRODUZIONE E PIÙ EXPORT
esistenti e all’aggiornamento globale dei cataloghi,
Stosa affronta il 2009 preparandosi con
alla messa a punto e alla presentazione (in anteprima
determinazione alla grande sfida del mercato,
all’edizione di Eurocucina 2008) del nuovo Sistema
da quello interno a quello estero. A partire da gennaio
Look, che oggi è completo e pronto per la produzione.
sono entrate in funzione le nuove linee di produzione
Il Sistema Look è caratterizzato da una nuova
collocate nel nuovo sito di 12.000 metri quadrati,
modularità, da una serie di dettagli, di nuovi elementi
adiacente alla fabbrica attuale e che, entro breve
e da una particolareggiata ricerca delle finiture.
tempo, diventeranno un unico grande corpo,
Con l’intento di offrire un modern lifestyle senza
grazie a un progetto dello Studio Adriani e Rossi.
frontiere ma con tutte le caratteristiche del made in
Ma il grande valore di Stosa non sta solo nelle
Italy, coniugando una ricerca di tecnologia e design
strutture, ma soprattutto negli uomini: anche la rete di
con una esperienza - costruttiva e di materiali - di alto
vendita sarà rafforzata e costantemente aggiornata per
livello, oggi Stosa Cucine propone così, con uguale
poter competere e vincere, potenziando ulteriormente
equilibrio progettuale e qualità produttiva, dal classico
il grande spirito di collaborazione che caratterizza
al moderno, operando però in due percorsi paralleli,
l’azienda. La volontà di Stosa di essere sempre
con due studi di progettazione dialoganti e in perfetta
più presente e visibile, oltre che nel mercato italiano,
sintonia. Per entrambi gli stili, valgono le caratteristiche
anche nei mercati esteri più importanti, ha già portato
di tutta la produzione Stosa: massima cura del
l’azienda a esportare con successo in Grecia, Russia
prodotto, ricerca della qualità, attenzione al mercato
e paesi dell’Est Europa ex Urss, ma anche in Middle
e alle sue esigenze, in termini di assortimento e di
East, Uae, Arabia Saudita. Bahreen, Spagna, Francia,
prezzo, con ricerca continua della soddisfazione di tutta
Bulgaria, Romania, Polonia, Turchia, Cipro, Israele,
la filiera, dal produttore all’agente, al rivenditore,
Malta. La sfida continua: prossimamente, le cucine
per arrivare soprattutto al consumatore finale,
Stosa sbarcheranno anche in India, Marocco e Libia.
| 65
66 | ambientecucina
CASA ECOLOGICA
SU MISURA
L’imponente fontana
in acciaio Corten
e rame collocata
nella zona Acqua.
Grazie a uno studio
Feng Shui sono
state individuate
le zone energetiche
dello showroom,
delimitate
da colori diversi
corrispondenti ai
rispettivi elementi.
Una sezione di muro
nella zona della
bioedilizia, costruito
con termolaterizi
prodotti
con componenti
completamente
naturali e atossici
che si differenziano
sostanzialmente
dai normali mattoni
forati per l’alto
livello di protezione
termica e acustica.
NUOVI FORMAT
È nato a Milano
uno showroom per costruire
e arredare secondo i principi
dell’energy building
di Clara Mantica e Giuliana Zoppis - Best Up
“Cerchi nel grano” è la suggestiva insegna del
nuovo showroom inaugurato recentemente a
Milano (in via Ripamonti 526), uno spazio di
2.500 mq dedicato a prodotti e a servizi di consulenza e progettazione relativi alla bio architettura e alla bio edilizia. «Un luogo dove poter scegliere oggetti di eco-design e allo stesso tempo
progettare la propria casa nel rispetto dell’ambiente e del risparmio energetico secondo i principi dell’Energy Bulding, metodo diffuso internazionalmente che permette di costruire e arredare
la casa tenendo conto delle più moderne tecniche di costruzione, dei materiali più naturali e
sostenibili, ma anche di antichissime tecniche e
filosofie, come il Feng Shui, nate per dare energia e benessere a chi nella casa ci abita».
Così spiegano Manuela e Stefania Gatti, ideatrici
e responsabili dell’impresa che si aggiunge alla
tradizionale attività della Gatti spa, azienda storica del mondo dell’edilizia e del legname da costruzione. Lo showroom è stato progettato con
ottica commerciale e didattica, per offrire e far
conoscere al pubblico i vantaggi che derivano
dall’impiego di prodotti e soluzioni abitative eco
sostenibili e «per fare esperienza diretta del benessere che le soluzioni che proponiamo riescono a regalare». L’edificio che ospita il negozio è
costruito con materie prime naturali provenienti
da fonti rinnovabili e da regioni limitrofe e utilizza impianti di riscaldamento e di illuminazione a
ambientecucina
| 67
PER UNA
DISTRIBUZIONE
RESPONSABILE
La distribuzione è una componente
determinante del ciclo di vita
del prodotto. È là che le imprese
produttrici e i consumatori si
incontrano e dove si evidenzia il
ruolo cruciale del rivenditore nel
comunicare le qualità del prodotto
e nel diffondere la cultura
dei prodotti e dei servizi ecosostenibili. Il rivenditore dovrebbe
sapere indicare i vantaggi collegati
all’uso e fornire informazioni
sul ciclo di vita dei prodotti: dalle
materie prime che lo costituiscono,
alla disassemblabilità delle
componenti, alle caratteristiche
produttive, alle garanzie qualitative
collegate all’utilizzo, ai sistemi
di manutenzione, alle modalità
di dismissione e riciclaggio.
Al commerciante responsabile si
chiede di praticare la sostenibilità
lungo tutto l’arco della sua attività:
dalla gestione del punto vendita,
alla sua strutturazione, alla verifica
della filiera dei fornitori, alla
costruzione di una offerta varia
e appetibile. Non ultimo, compete
agli operatori della distribuzione
orientare i produttori affinché
le certificazioni conseguite siano
adeguatamente comunicate
e valorizzate e possano diventare
utili argomentazioni di promozione
e vendita.
Molini a macina in pietra e fioccatrici per macinare i cereali in casa, realizzati in faggio. Spaccato di solaio dotato di impianto
radiante per il riscaldamento e il raffrescamento a bassa temperatura; la pavimentazione è in ceramica bio certificata ANAB.
L’oggettistica è stata selezionata secondo principi di ecocompatibilità e naturalità dei materiali.
Gli arredi proposti sono biocompatibili, realizzati cioè con legni masselli di provenienza europea (da boschi inseriti
nel programma di rimboscamento) e colorati con impregnanti e smalti naturali.
basso consumo ai quali si unisce la produzione
di energia elettrica “pulita” attraverso un impianto fotovoltaico posizionato sul tetto.
L’offerta si rivolge ad un pubblico composito: da
chi cerca un oggetto o un libro a chi deve costruire ex novo una casa e vuole farlo tenendo conto
del suo impatto ambientale, fino a coloro che intendono ristrutturare il proprio appartamento
nell’ottica di una maggiore efficienza energetica.
L’offerta di prodotti comprende materiali edilizi,
vernici, serramenti, stufe e camini, arredi per ogni zona della casa, oggettistica e artigianato fino alle case prefabbricate in legno. Fra i marchi
presenti, citiamo Solas, Biocalce, Tassullo, DKZ
parquet, Cotto Sannini, Iris Ceramiche BIO, Deltasolar impianti, Biosfera, Kager. I servizi di progettazione e consulenza sono affidati ad un team
di architetti con specifiche conoscenze su bioarchitettura, bioedilizia, Feng Shui, indagini geobiologiche, riqualificazione energetica, progettazione bioclimatica. Inoltre sono a disposizione
consulenti per domotica, isolamento, impiantistica. “Cerchi nel Grano” è stato accolto dal WWF
Italia nel club “Imprese per la natura”, che riunisce imprese e associazioni che contribuiscono a
progetti per la salvaguardia ambientale.
 www.icerchinelgrano.com
L’INNOVAZIONE
HA DUE ANIME
IN FABBRICA Con forti radici nel territorio di origine ma grande player
internazionale, Elica ha rivoluzionato lo stesso concetto di cappa,
operando tra industrializzazione e artigianalità, standardizzazione
di Fabrizio Gomarasca
e personalizzazione, con propri brand come per conto terzi
Leader mondiale nella produzione di cappe, la Elica
di Fabriano è un’industria con due anime. Dei 5 milioni di unità che ogni anno escono dagli impianti di
Elica in Italia (sono sette, concentrati nelle Marche,
cui vanno aggiunti quelli in Polonia, Germania e
Messico) il 75% sono prodotti per i maggiori player
mondiali dell’elettrodomestico e un quarto viene
commercializzato con i tre brand del gruppo: Elica
Collection nel segmento del lusso, Elica nel medioalto di gamma, Turboair per la fascia media e la
nuova acquisita Gutmann. Comune denominatore
di tutta la produzione è l’accento sull’innovazione
che caratterizza i processi industriali e gli impianti
di produzione in ogni paese. Alcuni esempi. La stazione di saldatura al laser dello stabilimento di Serra San Quirico, progettata internamente con l’obiettivo di ottenere delle saldature senza materiale
aggiunto nei modelli in acciaio inox, è stata replicata nell’impianto di Ariafina in Giappone, la joint
venture siglata nel 2002 da Elica con Fuji per la produzione di cappe d’alta gamma. O, ancora, la pressa-piegatrice robotizzata («una macchina che da un
1
2
lato migliora la produttività, dall’altro aumenta decisamente la sicurezza per i lavoratori», spiega il direttore dello stabilimento) che è stata installata, in
due esemplari, anche nella fabbrica messicana di
Queretaro.
Accanto all’automazione, convive una elevata componente di manualità, di artigianalità, a ricordare
che questi sono prodotti, soprattutto quelli di design, che impiegano materiali di pregio (il cristallo e
l’acciaio inox, la pelle e il vetro di Murano) e che ancora prima di essere degli elettrodomestici sono
oggetti con una personalità forte all’interno del
progetto di una cucina contemporanea. È stata
questa, a pensarci bene, la grande svolta di Elica a
partire dal 1999, quando ha cominciato a inserire il
design nelle cappe: interpretare in modo nuovo il
ruolo di chi produce in conto terzi, proponendosi
non solo come industria manifatturiera, ma entrando a pieno titolo nel processo creativo del prodotto. «Diamo un vestito alle innovazioni tecnologiche», sintetizza l’amministratore delegato Andrea
Sasso, «perché un bel vestito senza innovazione
non vale nulla, così come è difficile vendere un prodotto innovativo se non è ben abbigliato».
Tanti i testimonial di questo processo di Elica, alcuni di così grande successo che sono stati oggetto di
imitazioni made in China, come è successo alla serie Om, la prima cappa “verticale” che, grazie ad un
sistema di aspirazione perimetrale, sfrutta il principio secondo il quale i fumi tendono ad avvicinarsi
al muro. Totalmente innovativa anche la generazio-
3
ne che prende vita con il sistema Evolution, un piccolo gioiello di miniaturizzazione e assemblaggio
della componentistica che può essere vestito come
si vuole e che assolve alla duplice funzione di punto luce e sistema aspirante. Una soluzione esclusiva Elica, che ha trovato nella Star la sua versione
più glamour e che poi ha dato origine all’accordo
con Artemide per il progetto Luxerion: le lampade
con dispositivo di purificazione dell’aria. E infine
l’ultima innovazione tecnologica, per ora: Deep Silence, solo 45 dB di pressione sonora, che significa
poter conversare in cucina, spazio di convivialità e
di relazioni, con il minimo del rumore necessario ad
aspirare 500 metri cubi all’ora. È questa, in altri termini, l’anima a valore aggiunto dell’azienda che
produce innovazione, di volta in volta proposta ai
grandi clienti OEM, per applicazioni personalizzate.
«Noi abbiamo un nostro spazio di innovazione e di
design, spesso in anticipo rispetto alle aziende
clienti. Ma quel che conta è che noi siamo in grado
di sviluppare i nuovi progetti, senza entrare in competizione con loro», sottolinea Sasso. «È una cosa
possibile quando i clienti riconoscono le tue capacità di fare innovazione e design». E a volte sono loro stessi che lanciano le sfide per percorsi innovativi. È stato il caso della cappa verticale sviluppata
su richiesta di Electrolux, e successivamente applicata a Elica Collection, o della Space che monta il
sistema Deep Silence, che ha sperimentato anche
nella cappa il plus della silenziosità già appannaggio di lavastoviglie e lavabiancheria.
4
5
Nelle foto:
1. Azio
2. White Stream
3. Filippi
4. Victoria
5. Farsalo
Sotto: lo smoke
test e la camera
riverberante di
Elica Tech Lab.
ELICA TECH LAB L’ECCELLENZA NASCE QUI
Elica Tech Lab è uno dei tanti gioielli nascosti nel sistema industriale italiano: forse non darà la scossa alle grandi
masse, ma rappresenta sicuramente una punta di eccellenza come poche nel mondo. «Per l’esattezza sono 200 i laboratori di questo tipo nel mondo», spiega il direttore del laboratorio Francesco Magrini, che ne illustra le caratteristiche.
«È certificato Smt da UL International, per quanto riguarda la sicurezza degli elettrodomestici ed è l’unico relativo alle
cappe. Questo significa il massimo livello di qualifica possibile in ambito internazionale per un laboratorio aziendale».
Il laboratorio è strutturato in cinque piattaforme all’interno delle quali operano dieci tecnici qualificati. Testing & Reliability rilascia il Validation plan per la messa in produzione di ogni nuovo modello e controlla i test prestazionali, di sicurezza e di affidabilità secondo le specifiche norme internazionali. Sono effettuate oltre 40 prove tra le quali l’analisi acustica in camera riverberante (la più grande d’Europa), l’olografia acustica, l’efficienza di filtraggio degli odori e dei grassi, la portata. «Qui studiamo per esempio il comportamento fluidodinamico del prodotto, incrociando la curva della portata con quella della pressione determinata dal percorso del tubo di aspirazione. Solo così si scopre che nelle normali condizioni di installazione di una cappa eccedere i 700 metri cubi all’ora di portata non serve, generando oltretutto rumore eccessivo e aumentando il costo energetico. E relativamente all’acustica il nostro è sicuramente il laboratorio di riferimento per l’industria degli elettrodomestici e non solo, visto che possiamo certificare tutti i prodotti», spiega Magrini. Quality & Patents e Internatinal Certifications sono le piattaforme per la gestione degli aspetti brevettuali del gruppo e del sistema qualità del laboratorio e per il rilascio delle certificazioni di prodotto. Planning gestisce la pianificazione dei vari progetti Elica Tech Lab («nel 2007 sono stati
il doppio dell’anno precedente e nel 2008 sono ulteriormente triplicati»). EMPA&Packaging, oltre a coordinare il processo di qualifica del prodotto per Whirlpool,
gestisce tutte le prove imballo cui sono sottoposti i prodotti dell’azienda.
I NUMERI DI ELICA
70 | ambientecucina
FATTURATO 2007
426,8 MILIONI EURO
5 MILIONI DI CAPPE
PRODOTTE NEL 2007
2.300 DIPENDENTI
10 IMPIANTI PRODUTTIVI
TITOLARITÀ DI 59
BREVETTI INTERNAZIONALI
CREATIVITÀ E INTELLIGENZA PRODUTTIVA
Molte lavorazioni,
come la piegatura,
sono robotizzate,
ma per alcuni
prodotti è previsto
l’intervento
di personale
specializzato.
Sotto, dai rotoli
di lamiera alla
tecnologia evoluta
del taglio a laser
e del Roal.
Il travaso di esperienza opera anche per quanto
riguarda i processi. «Il fatto di lavorare con i grandi clienti, e grazie alle loro richieste, ci ha indotto
ad ottenere maggiore efficienza a parità di volumi
prodotti, contenimento dei costi e sviluppo delle
prestazioni di prodotto, in un circuito di miglioramento continuo. Loro ci utilizzano per la nostra
capacità creativa, noi impariamo a produrre con
logiche sempre più industriali».
Una razionalizzazione perseguita e necessaria, visto che il flusso di materiali negli impianti di produzione è quasi forsennato. Con 6.200 codici di
prodotti («ma due anni fa erano 17mila e nel 2007
erano 8.500, e saranno ulteriormente ridotti») la
complessità è massima. «Oggi siamo in una fase
di forte industrializzazione del processo, perché
dobbiamo differenziare tutto ciò che è percepibile
dal cliente finale e standardizzare tutto ciò che
sta all’interno del prodotto», puntualizza Sasso.
Cosa resa possibile anche grazie al rapporto consolidato con i fornitori esterni accreditati della
realizzazione di alcune componenti, per esempio
quelle elettriche, e soprattutto attraverso la specializzazione dei diversi impianti, suddivisi tra
quelli votati alla produzione di grande serie e
quelli di fattura più artigianale e a più alto contenuto di design dei prodotti del top di gamma dove si valorizza al massimo la capacità manuale e
la competenza degli operai. E delle operaie, come
quelle impiegate nella linea di assemblaggio dello stabilimento di Fabriano, una linea che consente di cambiare tipologia di prodotto (anche tra i
diversi stabilimenti) con la massima rapidità e
flessibilità, perché tutte le operaie sono in grado
di farlo senza intoppi, grazie alla formazione e all’ergonomia e sicurezza delle postazioni di lavoro.
Ma a monte vi è una ferrea gestione della logistica. È per questo motivo che la stessa logica organizzativa e la stessa competenza produttiva si ritrovano anche negli stabilimenti all’estero, in Polonia vicino a Wroclaw e in Messico, a Queretaro.
Non si è trattato di una classica operazione di delocalizzazione alla ricerca di costi più bassi, come
spiega Sasso: «Per il mercato americano, che ha
prodotti completamente diversi da quelli per l’Europa, era necessario avere un impianto produttivo dedicato e soprattutto vicino al mercato di
sbocco e quindi abbiamo scelto il Messico. In Polonia ci siamo andati perché molti nostri clienti
OEM c’erano già prima di noi. Si tratta quindi di
un’esigenza di servizio nei loro confronti. Lì produciamo anche cappe a nostro marchio di gamma
medio-economica per la CSI, che resta uno dei
mercati per noi più importanti. Gli stabilimenti italiani sono invece dedicati ai prodotti a maggiore valore aggiunto, quelli che possono essere esportati ovunque perché meno legati alle abitudini culinarie e più inseriti nell’area dell’arredamento e del design. In Italia, o meglio nelle Marche perché sentiamo come prioritario il nostro ruolo
nel tessuto della comunità in cui siamo nati e della regione in cui operiamo - manteniamo la testa
del gruppo, dall’R&D al marketing, con maestranze e ingegneri la cui “intelligenza” è dedicata allo
sviluppo prodotti da replicare poi nelle diverse
parti del mondo.
Non stupisce quindi che in questo doppio registro
tra industrializzazione e artigianalità, tra standardizzazione e personalizzazione il centro nevralgico
del sistema Elica sia diventato il laboratorio.
ambientecucina
1
Non è solo un laboratorio di prove e certificazioni
accreditato a livello internazionale (vedi box), ma
è il centro della Ricerca e Sviluppo di tutto il gruppo, in contatto con tutte le fabbriche in Italia e all’estero, con una esatta replica in Messico. È qui lo
snodo di tutto il processo dell’innovazione, dove
viene effettuata la qualifica del prodotto ancora in
fase di studio di fattibilità, con l’emissione di un
documento di validazione, per procedere poi alla
progettazione vera e propria. «Il laboratorio è il
punto cruciale dell’attività di R&D», spiega Sasso.
«Noi investiamo ogni anno tra il 2 e il 3% del fatturato (nel 2007 426,8 milioni di euro, ndr) e nel
2006 siamo risultati al settecentesimo posto in una speciale classifica mondiale sul rapporto tra investimenti in R&D e fatturato. Al di là dell’aspetto
quantitativo, dietro ci sono non solo le idee ma
anche le persone che ci lavorano, insieme ai 65
progettisti che sviluppano i nuovi prodotti e al
team di 5 designer interni che li vestono. Il laboratorio, con i suoi 59 brevetti internazionali, che crescono di 2-3 unità ogni anno, è uno dei punti fondamentali della nostra capacità di essere vissuti
come impresa creativa e innovativa».
INVESTIRE OLTRE LA CRISI
Certo anche Elica sta subendo i morsi della recessione. E la vive soprattutto di riflesso. «Il nostro
fatturato dipende al 75% dai nostri clienti OEM.
Se loro non vendono, anche noi non vendiamo»,
conferma Sasso. «Dal punto di vista dell’assetto
industriale abbiamo dovuto fare anche delle scelte dolorose, con la chiusura di due stabilimenti a
Padova e nelle Marche, perché il calo della domanda non consente di mantenere operativi tutti
gli impianti. Abbiamo utilizzato il più possibile
strumenti soft nei confronti dei lavoratori, in totale accordo con i sindacati e con il minimo impatto
sociale. Attualmente stiamo ricorrendo alla cassa
2
integrazione. Ma questo non significa che non vediamo prospettive. Abbiamo 159 nuovi progetti in
cantiere, indipendentemente da che cosa succederà alla top line. Abbiamo una condizione di solidità finanziaria. Non abbiamo indebitamento se
si esclude quello per operazioni straordinarie, come l’acquisizione di Gutmann (società leader nel
mercato tedesco specializzata nella produzione
di cappe personalizzate e per il mercato di alta
gamma, ndr) e l’acquisto del 10% di azioni nostre
(dal 2006 Elica è quotata nel segmento star di
Borsa italiana). Insomma continuiamo a investire.
E per il 2009 abbiamo una pianificazione molto
importante. Sul fronte dei nostri marchi stiamo
realizzando la gamma di Elica Collection presentata all’ultima Eurocucina, prodotti che migliorano ancora la silenziosità, le performance di filtrazione e aspirazione, l’impatto estetico. Karma è,
per esempio, la cappa che quando non è in funzione sembra un contenitore e si trasforma quando viene azionata, grazie a una serie di meccanismi mutuati dall’industria dell’auto. L’acquisizione di Gutmann ci metterà a disposizione anche i
modelli down draft. Anche per il clienti OEM il laboratorio ancora una volta ha un carnet nutrito di
progetti che ci farà aumentare la penetrazione nei
loro confronti. Anche in questa congiuntura sono
ancora più importanti i valori su cui si fonda la
nostra storia: investimento sui processi industriali, sulle attività di innovazione e sviluppo e sulle
persone».
Lo testimonia il piazzamento per il secondo anno
consecutivo come prima azienda tutta italiana (su
100) nella classifica delle migliori imprese per
qualità del clima di lavoro del Great Place to Work
Institute. Che cosa lascerà questa crisi, chiediamo? «Di sicuro farà una selezione darwiniana degli operatori. Ne usciranno le aziende più solide e
più forti. E noi saremo tra quelle».
3
Nelle foto:
1. Vogue Leather
2. Legend
3. Karma
Sotto,
Andrea Sasso,
amministratore
delegato di Elica.
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TENDENZE
Il titolo “Out there: architecture beyond the building”
proposto per l’11a Mostra Internazionale di Architettura
dal direttore Aaron Betsky, oltre a stimolare visioni
utopiche, ha richiamato i progettisti
“alla reale vita dell’uomo, nel reale spazio che abita”.
Una provocazione che ha dato vita a installazioni in cui
anche lo spazio cucina prende vita in nuove forme
di Renata Sias
Dalla casa alla cucina:
nuove visioni
Nella pagina
a fianco:
Massimiliano
& Doriana Fuksas:
Kensington Gardens
(foto catalogo
Marsilio).
Pensare a un’architettura che va oltre l’edificio è
stata la sfida lanciata dall’ultima Biennale di Venezia: «È difficile trovare l’architettura negli edifici - dichiara Aaron Betsky, direttore dell’11a Mostra Internazionale di Architettura - essa si nasconde nelle pareti, sotto i pavimenti, e negli
spazi entro i quali ci muoviamo ogni giorno, ma
che raramente notiamo. L’architettura è come organizziamo, vediamo, rappresentiamo e discutiamo gli edifici».
Di fatto la Biennale di Venezia è stata l’occasione
per sperimentare pensando soprattutto al significato futuro della Casa, intesa come luogo intimo e rituale, palcoscenico di nuovi stili abitativi,
culla delle nostre aspirazioni e dei più profondi
desideri, ma anche specchio di contraddizioni
sociali, culturali e ambientali.
Un habitat domestico che può anche trasformarsi in rete digitale globale.
In questo contesto ha preso vita la rivalutazione
degli oggetti d’uso quotidiano e la loro interazione con la tecnologia messa in scena in particolare in alcune delle 23 installazioni all’Arsenale,
capaci di dilatare il campo dell’architettura contestandone la definizione ristretta e ampliando il
suo raggio di interesse.
Così gli elementi più banali delle nostre abitazioni e anche quelli “nascosti sotto i pavimenti”, ai
quali normalmente non prestiamo attenzione, diventano oggetti della sperimentazione e assumono il ruolo di protagonisti.
Il giapponese Atelier Bow-Wow propone “Furnivehicles”, un agglomerato di arredi d’uso quotidiano capace di spostarsi e di mutare la propria
disposizione per offrire un’alternativa alla standardizzazione progettuale. Gli utenti che viaggiano da un punto all’altro del pianeta e vivono in
alberghi, case, uffici, aeroporti omologati avranno la sensazione di essere seguiti da questo
gruppo di arredi e di trovarsi a casa propria.
Estremamente complesso è il progetto “Hyperhabitat” ideato dallo studio spagnolo Guallart Architects con Center of Bits and Atoms del
MIT, Fab Lab Network e il contributo di altre eminenti istituzioni scientiche. Si tratta di un modello che consente di ridefinire il mondo fisico: «Oggi è possibile operare con maggiore risparmio energetico e maggiore efficienza. I sistemi informativi consentono di riprogrammare il mondo a
partire da relazioni di nodi multipli che, superando la tradizionale struttura gerarchica basata
sulla gestione dei beni comuni da parte di organizzazioni pubbliche, consente un aumento della
nascita di processi basati su relazioni tra pari».
Qualsiasi oggetto in una casa - frigorifero, sedia,
fornello, ecc. - può essere potenzialmente connesso ad altri nodi su qualsiasi scala, creando
ambientecucina
| 73
Mario Cucinella: Housing Evolution e la casa da 100 K.
Evoluzione degli stili abitativi.
Italia In cerca di casa
L’Italia, particolarmente sensibile alla “questione casa”, in epoca di bolle
immobiliari e instabilità economica, con la mostra “L’Italia cerca casa”, curata
da Francesco Garofalo, ha posto l’abitare come questione centrale della
nostra cultura architettonica. Alla domanda di abitazioni di qualità a costi
accessibili hanno risposto 12 progettisti con soluzioni esemplari. Tra queste
quella di Mario Cucinella “Housing Evolution e la casa da 100 K” attenta
allo sviluppo eco-sostenibile (classe A e zero emissioni di CO2), alle nuove
esigenze e ai nuovi stili abitativi (dalla “casa per tutti” alla “casa per
ciascuno”), ma anche ai costi: è infatti realizzabile con 1.000 euro/mq e la
prima edificazione è attualmente in corso nei pressi di Torino. Concreta anche
la proposta “L’ecomostro addomesticato” di Studio Albori che, riutilizzando
prevalentemente materiale di scarto e con un utilizzo sobrio delle risorse
costruttive ed energetiche, trasforma in casa lo scheletro edilizio abbandonato
di una stazione ferroviaria incompiuta.
Studio Albori: L’ecomostro addomesticato.
Uno scheletro edilizio abbandonato diventa una casa.
74 | ambientecucina
1
1-4. Penezić &
Rogina Architects:
Who’s afraid of big
bad wolf in digital
age? (foto catalogo
Marsilio).
2-5. Atelier BowWow: Furnivehicles
(foto catalogo
Marsilio).
3-6. Guallart
Architects:
Hyperhabitat (foto
catalogo Marsilio).
7. Greg Lynn Form:
Giocattoli riciclati.
(foto catalogo
Marsilio).
2
un’interazione in base alle cui logiche diventa
possibile riprogrammare il mondo.
Attraverso www.hyperhabitat.net, l’installazione
di Venezia, che ha preso come modello in scala
reale un residence universitario, crea un sistema
di programmazione partendo dalla definizione di
nuove relazioni tra i suoi elementi costitutivi.
I diversi oggetti dell’abitazione, grazie alla dotazione di un microserver, permettono di connettersi al network di oggetti reali che la gente di
tutto il mondo può caricare, dimostrando che, in
questa accezione, l’architettura è l’interfaccia
che ci permette di abitare il mondo.
La necessità di una nuova architettura online è il
tema trattato dagli architetti croati Penezić & Rogina nel progetto “Chi ha paura del Lupo Cattivo
nell’era digitale?”. Il punto di partenza è opposto
alla cosiddetta Casa Intelligente «...che in genere
è solo una parodia» dicono i progettisti. Avere
schermi al plasma in tutte le stanze, frigoriferi
capaci di acquistare prodotti dal negozio alimentare più vicino e caminetti che si accendono da
soli è un’idea che non accetta il fatto che la struttura stessa della vita sia cambiata e sia destinata
a cambiare rapidamente nel prossimo futuro. Ci-
Sideways Il frigorifero come manifesto
L’architettura intesa come analisi critica
del realizzare è stato il leit motiv dominante
anche nei padiglioni delle diverse
partecipazioni nazionali ai Giardini che hanno
suggerito modelli e materiale di riflessione.
I temi del risparmio energetico e della
sostenibilità si sono affiancati a
considerazioni sullo spazio che ci circonda
e alla sua capacità di influenzare il nostro
Padiglione Repubblica Ceca e Repubblica
Slovacca: Sideways (www.zerozero.sk).
rapporto con il mondo e con gli esseri umani
che, insieme a noi, lo abitano. Per esempio
l’installazione “Sideways”, allestita dalle
Repubbliche Ceca e Slovacca, ha cercato
risposte per la soddisfazione dei nostri
desideri de-contestualizzando lo slogan
pubblicitario dei frigoriferi GE Co. “rendere
la fame sicura” e le xxx simbolo della
conservazione e refrigerazione sicure. Gli
appunti di ricerche socio urbane tese alla
mappatura dei bisogni individuali - gli utenti
delle xxx- sono forniti sulle portiere di
un’interminabile fila di frigoriferi-surgelatori
che sintetizzano il contesto urbano dei diversi
soggetti intervistati e nascondono gli stili di
vita, le preferenze gastronomiche e le ricette
favorite. L’invito esplicito è: provare
e assaggiare per comprendere.
3
tando il saggio di Reyner Beham “A Home is not
a House”, Penezic´ & Rogina sottolineano che:
«Quando una casa contiene un tale complesso di
tubature, canne fumarie, condutture, cavi, luci,
valvole, prese, forni, lavelli, scarichi per rifiuti,
impianti, antenne, congelatori; quando contiene
così tanti servizi che la loro intelaiatura si reggerebbe in piedi da sé, senza alcun aiuto da parte
dell’edificio, perchè ricorrere a una casa per sorreggerli?».
In questo caso la struttura architettonica non è un
riparo ma funge da interfaccia tra l’occupante e il
suo immediato circondario. Sulla base di tre principi primari - riparo/classico; condizione/meccanico;
mezzo di collegamento/digitale - sono allestiti
sistemi di “unità abitative”, ridotte alla loro essenzialità, il cui movimento “permette di riorganizzare lo schermo funzionale delle attività, ampliando la loro capacità di appropriazione”.
Questa modalità di addomesticare i sistemi di
natura tecnologica che controllano la nostra vita
dovrebbe permetterci di sentirci “a casa” nel
mondo moderno.
Ancora gli impianti domestici - aspiratori, purificatori d’aria e ionizzatori, in questo caso - sono
attori dell’installazione “Cloud” degli architetti di
Taiwan An Te Liu; una nuvola formata da dozzine
di apparecchi sospesi che ronzando in sottofondo, operando al livello profondo della nostra
paura della realtà e del desiderio di possedere uno spazio completamente neutro garantito dalla
tecnologia. «Agli inizi del XX secolo le idee sulla
pulizia e l’igiene sono state determinanti per lo
sviluppo dell’architettura moderna e si collegavano all’idea di luce, verde, aria pulita - osservano i progettisti - oggi cerchiamo di sentirci a nostro agio all’interno delle nostre case utilizzando
sistemi che lavano, filtrano, ionizzano, sterilizzano il nostro spazio tenendoci separati da batteri,
germi, spore, polvere e altre brutte cose. Accumuli simili ad armature convergono per creare una polis fluttuante, forse quella del futuro, ma
che richiama anche visioni di futuri passati.”
L’ultima Biennale ci ha fornito dunque un’immagine di come sarà il futuro delle nostre case, del
nostro mondo? Certamente sarà un futuro digitale, condiviso e... pulito.
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di Paola Leone
ph. imm cologne, interior trends 2009
TREND IN CORSO È l’unico settore dell’arredo
in crescita in tutto il mondo: dalle cellule di lavoro
per esterno alle cucinette portatili, passando
per il vario e attrezzato mondo dei barbecue
ambientecucina
È un modo per stare in compagnia e godere dei
benefici dello stare en plein air: cucinare all’aperto, un’attività che se per gli americani corrisponde ad un rito ed è praticata dalla stragrande
maggioranza della popolazione, in Italia sta diventando un’usanza solo da qualche anno. Lo dicono i dati generali del mercato dell’arredo per
esterno, uno dei pochi settori in crescita in tutto
il mondo. In particolare, la ricerca svolta da SUN
(Salone Internazionale dell’Esterno, che si svolge
annualmente a Rimini) condotta in dieci Paesi
europei (Austria, Belgio, Danimarca, Francia,
Germania, Italia, Olanda, Svizzera, Spagna, Inghilterra), evidenzia come negli ultimi anni il
mercato dell’outdoor in Europa sia in netta crescita. È così che dal 2005 al 2007 la produzione
globale europea è passata da 1.326 mio € a
1.413 mio €, e i consumi si attestano attorno ad
un volume pari a 1.666 mio €, ovvero ad 80 mio
in più ripetto al 2005. Le buone notizie riguardano anche l’Italia, con un mercato in espansione.
I dati economici 2007 pongono infatti l’Italia al
terzo posto della classifica dei Paesi europei produttori di attrezzature e arredamenti per esterno
(292 mio € di valore di produzione, 21% del totale europeo), mentre con 140 mio € di valore di
produzione esportati (+8% sul 2006) l’Italia è il
primo Paese europeo per esportazioni.
Dove? Al primo posto ci sono gli Usa, con il 25%,
e a seguire la Francia, con il 18%; la Germania,
con l’11%; la Svizzera con il 6/7%; l’Austria, con
il 5%. Nel complesso, l’UE assorbe il 45% dell’export nostrano.
Sorprendono, quindi, i dati di un settore così vivace, vista la congiuntura economica mondiale.
Ma a quanto pare, c’è un perché. Le radici di questo successo, spiega Luisa Aschiero, di Future
Concept Lab (futureconceptlab.com), Istituto di
ricerca e consulenza strategica diretto dal sociologo Francesco Morace, «vanno ricercate nel tema della ‘protezione’ (di sé dal mondo), che trova nell’ambiente domestico il suo terreno ideale.
Alimentata nel tempo dall’importanza della sfera
del comfort e del relax, la ‘protezione’ non è però
intesa come una barriera difensiva contro il mondo esterno - che poteva trovare riscontro nella
casa bunker, o anche nella casa bozzolo - ma è
piuttosto concepita come un
ambiente decontractive, in cui
espandere la propria personalità partendo dalle caratteristiche ‘soft’ della dimensione domestica, e trasferendole all’esterno. La relazione pubblico/privato si sta dunque riequilibrando su una
nuova centralità del privato... improntata al rispetto e ai
valori più semplici di compatibilità con l’ambiente. Trasformare
l’ambiente che ci circonda significa porsi in quest’ottica».
Di fatto poi, il contatto da parte delle persone
con l’ambiente avviene, banalmente, con le modalità più semplici e a portata di mano. E dato
che la gastronomia è un capitolo fondante della
nostra cultura, il modo di relazionarsi con l’esterno attrarverso il cucinare è forse primitivo e istintivo, ma di certo ingenera un comportamento
che si sta ampliando in tutto il Paese. Più esattamente - sempre secondo la ricerca svolta da SUN
- le vendite per il mercato dell’outdoor in Italia si
concentrano per il 56% nel nord e soprattutto
nord-ovest, che assorbe da solo il 30% delle vendite nazionali. Da parte delle aziende d’arredo,
l’outdoor è quindi un’occasione per espandersi,
mentre per quelle specializzate in attrezzature
l’opportunità è migliorare. E i nuovi strumenti
per cucinare all’aperto sono già oggi più avanzati tecnologicamente e, allo stesso tempo, molto
più semplici e sicuri da utilizzare. Si va così dai
moduli cucina veri e propri (con tanto di cellule
per frigo, lavabo e fuochi, realizzate in muratura
o in legno massiccio per essere lasciate fuori anche durane l’inverno), fino alle cucinette portatili
su ruote in acciaio inox, con grill a gas e bruciatori tradizionali per cucinare come in casa, per
arrivare ai barbecue di design, dai colori brillanti
e dalle linee essenziali, in trend con le tendenze
dell’arredo indoor. Brace e pietra naturale scaldate consentono così di preparare piatti in linea
con le tendenze light, mentre i nuovi pezzi di design semovibili arricchiscono lo spazio di giardini
e terrazze con un tocco di stile in più.
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BRANDO
Colorato, leggero nella linea,
compatto, facile da montare,
da pulire e da trasportare, Woody
(design Fabio Faraoni) è un
barbecue a pellet sicuro e pulito.
È dotato di doppia camera
di combustione che riduce il calore
all’esterno, di caricatore elettrico
e di canalizzazione dei fumi posta
sul retro, testati e brevettati.
I pellet - prodotti con la segatura
residua della lavorazione del legno scaldano così la piastra superiore,
su cui cucinare qualsiasi cibo dalla
carne al pesce, dalle verdure alle
uova. È accessoriato con piano
ribaltabile laterale.
Tutti pazzi per l’outdoor
J.CORRADI
È stata progettata e realizzata proprio per gli esterni la cucina Capri, che si distingue per il design della struttura in legno di rovere naturale massello, progettata
in quattro varianti dimensionali, da 100 cm a 260 cm. Si possono così scegliere piani cottura a 2 o a 4 fuochi, piastre liscie o rigate (40 o 60 cm), friggitrice a gas
(40 cm), griglia a gas con pietra lavica da 40 o 60 cm, cuocipasta (60 cm), piano lavoro in acciaio (40, 60 o 80 cm). Bacino di lavaggio in marmo Carrara
e forno elettrico a vapore, per la parte superiore, e vani a giorno o chiusi con ante o cassettiere, per la zona inferiore, completano a piacere le diverse soluzioni.
VIKING
Per cucinare all’aperto, Viking propone un barbecue a gas realizzato in cinque
modelli diversi, da 76, 105 o 135 cm di larghezza, da incassare all’interno
di una struttura in legno, in cemento o in acciaio inox oppure su un carrello
in acciaio inox. Il barbecue è dotato di bruciatori in acciaio da 6,5 kW e di un
girarrosto motorizzato professionale composto da un bruciatore Gourmet-Glo
da 4 kW, da uno spiedo in acciaio e da due forchette di tenuta. I bruciatori
posti a lato del grill sono ideali per grigliare verdure e contorni.
UNOPIÙ
Look naturale per il barbecue Barby, disponibile a 3 e a 5 fuochi, con struttura
lineare in legno naturale completa di ruote e telo di copertura in pvc. Barby
si può completatre con diversi accessori: bruciatore a due fuochi, friggitrice
elettrica, plancia in acciaio per la cottura alla piastra, pietra naturale per la
cottura dietica dei cibi, set attrezzi e coperchio in acciaio inox con manici
di legno. La versione a 3 fuochi misura 144x60 cm, quella a 5 fuochi,
178x60 cm; l’altezza è sempre 78 cm.
SUNDAY
È una vera cucina ed è creata
per poter essere installata in
giardini e terrazze: si chiama
Modular ed è costituita da sette
elementi modulari in granulato
di marmo anticato e ante
in legno massiccio removibili.
I moduli Forno, Fornello, Fritto
e Fresco, Acqua, sono quindi
preposti alle funzioni tipiche
della cucina indoor, mentre
i moduli Gas, con grill a gas,
e Modular Barbecue, con griglia bio
e vaschetta grasso integrata,
servono per le classiche grigliate
all’aperto. Sono tutti uniformati
dallo stesso stile per formare
composizioni armoniose.
ELECTROLUX
È una vera e propria stazione di cottura alla griglia il barbecue professionale ELG, che grazie alle diverse zone di cottura separate a temperatura regolabile,
consente di cuocere gli alimenti contemporaneamente in modo diverso. Allo stesso tempo si possono quindi grigliare carne e pesce, rosolare costolette
con la speciale funzione a infrarossi, terminare la preparazione di una salsa. Il coperchio è inoltre dotato di termostato a “effetto forno”,
mentre la mensola scaldavivande permette di tenere in caldo i cibi o di riscaldare il pane. Funziona con bombola a gas alloggiata sotto il piano cottura.
Disponibile da 123x135x h. 61 cm e da 119x122x h. 60 cm.
PALAZZETTI
Una vera e propria composizione cucina per preparare grigliate all’aria aperta con il comfort delle attrezzature domestiche: si tratta Isola Maxime,
composta da moduli realizzati in conglomerato cementizio rivestito in spugnato lavabile color panna (nella versione finita) e con piano in graniglia di marmo
a finitura spazzolata a tinta rossa. Inoltre, le attrezzature ad incasso per cucinare dell’innovativo sistema sono di alto livello e sono costituite da un lavello
in acciaio circolare, da una potente ed ampia piastra di cottura in pietra lavica alimentata a gas e da una bistecchiera elettrica tonda in acciaio a temperatura
regolabile, inserita sull’apposito Tavolo.
www.antoniotabasco.it
82 | ambientecucina
PROGETTO IN TEMA Partendo da un’anta da 30 mm
lo studio Opera Design ha identificato le coordinate
estetiche oltre che strutturali di System 30, il programma
di cucine di Scic che tra i primi ha saputo creare spazi
cucina aperti alla zona pranzo e living
di Paola Leone
FORTE
PER CARATTERE
Enrico Cattaneo,
Emanuela Garbin
e Mario Dell’Orto,
fondatori di Opera
Design, sono gli
autori di System 30
e di molti altri
importanti progetti
nel mondo
della cucina.
È una cucina “di spessore” e non è un modo di
dire: parliamo di System 30, programma che ha
precorso i tempi e ha poi tracciato un percorso,
che ha creato i presupposti per lo sviluppo del
trend di stile più attuale della produzione d’arredo cucina, quello giocato, appunto, sullo spessore delle superfici.
Un passaggio importante, che nel programma
d’arredo creato da Scic non si esprime soltanto
attraverso la valorizzazione di ante, top e mensole. Ma partiamo dall’inizio, dal concept di System
30, che oggi compie quattro anni ed ha già oltrepassato anche le proprie premesse concettuali
grazie al continuo rinnovamento modulato in base all’evolversi delle esigenze abitative.
Progettato da Opera Design, System 30 è uno
dei primi programmi d’arredo pensati per creare
spazi cucina aperti alla zona pranzo e living.
E che si fonda su un elemento principale: il forte
spessore dell’anta, di 30 mm, come rivela il suo
nome. Un’innovazione tecnologica che consente
soluzioni precedentemente impensabili, per cui
ora le maniglie scompaiono all’interno del pannello mentre le ante diventano come un sipario
per fare apparire e scomparire elettrodomestici e
zone operative dentro armadiature lunghe fino a
2,5 metri.
Per scoprire meglio i segreti e le origini del progetto, abbiamo intervistato Enrico Cattaneo, che
con Emanuela Garbin e Mario Dell’Orto ha fondato Opera Design, il team di architetti che ha disegnato il rivoluzionario sistema realizzato da Scic.
In base a quali scelte funzionali ed estetiche
nasce l’idea di un’anta così fatta,
e quindi, di un sistema così concepito?
Per capire come è nato System 30 si deve fare un
piccolo passo indietro. Il nuovo sistema nasce infatti anche grazie all’evoluzione delle tecnologie
costruttive. Fino a qualche anno fa le cucine erano realizzate con ante con spessore massimo di
20-22 cm perché, tra l’altro, non erano ancora disponibili cerniere capaci di supportare un peso
maggiore. Nel momento in cui si son resi disponibili componenti in un certo senso più evoluti,
anche le ante potevano essere concepite con
spessori diversi. Abbiamo quindi pensato ad
un’anta di 30 mm, che caratterizza la nuova cucina dal punto di vista sia estetico sia funzionale.
Dal punto di vista funzionale, lo spessore di 30
mm consente l’incasso della maniglia nel pannello e quindi una presa migliore, più libera e diretta. L’incavo per la presa, ovvero una lunga gola
invisibile, interviene inoltre direttamente sul carattere estetico dei frontali che si presentano in
tal modo continui, senza interruzioni. Di conseguenza l’anta spessa ha anche un impatto forte
dal punto di vista visivo ed emotivo, poiché si lega al concetto di solidità, appannaggio dei mobili in legno di un tempo, delle madie e delle credenze che arredavano il soggiorno.
Top e piani fanno quindi parte
di un “gioco di spessori”…
I top e i piani di lavoro di System 30 si sviluppa-
ambientecucina
no con differenti spessori in base al tipo di soluzione che si intende ottenere. Quando abbiamo
presentato System 30 ad Eurocucina 2006 abbiamo infatti proposto non un modello, ma un sistema che si declina in tipologie compositive diverse. Una prima tipologia, ad esempio, punta soprattutto su top e piani mensola di forte spessore creando composizioni cucina dal carattere
“determinato” e d’impatto, anche in virtù dei materiali impiegati. Ecco quindi piani di lavoro che
arrivano fino ad uno spessore di 6 cm e ante finite con legni e trattamenti che riconducono alla
tradizione, alle cucine di un tempo. Una seconda
interpretazione compositiva di System 30 gioca,
al contrario di prima, con top e piani dallo spessore ridotto che si contrappone a quello di 30
mm delle ante. In questo caso “l’effetto volume”
assume un’importanza prioritaria: i veri protagonisti sono i contenitori, mentre i piani rimangono
segni di minima presenza. Il risultato d’insieme
corrisponde a soluzioni d’arredo razionali ed essenziali, che si distinguono per rigore e sobrietà.
Il progetto globale System 30 è inoltre arricchito
dai blocchi funzione, volumi indipendenti che inverano il concetto di cucina destrutturata, concepita secondo elementi accostabili a sé stanti.
Il nuovo blocco Conchiglia può essere
un esempio di progetto fondato
sulla contrapposizione tra spessori e volumi?
Più che un gioco tra spessori e volumi, Conchiglia è l’identificazione stessa del volume. Il nuovo progetto di Conchiglia si rifà ad un concept
degli anni ’60 fondato proprio sull’occultamento
delle funzioni. Oggi questa idea si ripropone in
un monolite in acciaio imponente, in un blocco
tecnico che al suo interno racchiude lavaggio e
cottura. In questo elemento il concetto di spessore si ritrova nel disegno dei bordi del coperchio e delle pareti, tagliati a 45°: quando il top rimane chiuso, sono visibili solo gli spigoli vivi
della Conchiglia; quando invece il coperchio si apre, si percepisce appieno la ricchezza delle finiture e dei dettagli. A Eurocucina ’08 il progetto è
stato presentato in una soluzione di grande suggestione visiva, sopra una sequenza di contenitori System 30 con ante in Corian® bianco; una
sottile linea di luce in corrispondenza della presa
sottolineava una volta di più la presenza materica e lo spessore unico dell’anta.
| 83
Top sottile
a contrasto
con lo spessore
strutturale dell’anta
per la versione
System 30
arricchita dai pensili
serigrafati.
Un monolite d’acciaio
che contiene al suo
interno l’area
cottura e lavaggio
è la caratteristica
unica di Conchiglia,
un concept
degli anni ’60 rivisto
e inserito nel
programma System
30, in questo caso
proposto con le ante
in Corian® bianco.
intema intheme
CESAR | Yara | design R&D Cesar, G.V. Plazzogna
È IL MOOD PIÙ EVIDENTE
MESSO “IN RILIEVO”
DAL NUOVO DESIGN:
TRA ALTI E BASSI,
SULLA ROTTA INTERSECABILE
E VARIABILE DEI VOLUMI,
ALLA RICERCA DI UN AMBIENTE
CHE VALORIZZA I CONTRASTI
ambientecucina
| 85
spessori
thicknesses
IT’S THE MOST EVIDENT MOOD
BEING THROWN “INTO RELIEF”
BY THE LATEST DESIGNS,
IN WHICH VOLUMES VARIOUSLY
INTERSECT, THROUGH
“THICK AND THIN”
86 | ambientecucina
01
| intema inthemes | SPESSORI
Gioco
di volumi
QUASI UN PUZZLE
COMPOSITIVO,
MA ANCHE CROMATICO
E FUNZIONALE, DOVE GLI
SPESSORI SI ACCOSTANO
TRA LORO IN MANIERA
VISIVAMENTE
SORPRENDENTE
PUZZLE-LIKE
COMPOSITIONS
THAT ALSO MAKES MUCH
OF COLOUR AND FUNCTION,
WITH THICKNESSES
INTERSECTING IN SOME QUITE
VISUALLY STRIKING WAYS
Interplay
of volumes
GED
La cucina Treviso si rinnova
nella versione in laccato bianco luce
per costruire uno spazio elegante
e al di sopra delle mode.
E se le ante con maniglia scavata
nel forte spessore definiscono
da sempre lo stile del modello,
ora il design di Treviso si rafforza
anche nel carattere compositivo,
con nuovi volumi ottenuti dalla
giustapposizione delle superfici
piane. Come la cappa definita
dagli spessori dell’elemento cavo,
o il contenitore living, con vani
a giorno e top sottile in acciaio,
in contrasto cromatico
e dimensionale con il piano snack
tra i due blocchi.
GED
The Treviso kitchen appears in a new
white lacquered version to construct
an elegant space that transcends
fashions. And while the fronts with
their handles grooved out of the
extra thickness still define the style
of the model, the design of Treviso
has now been reinforced in terms
of the character of the composition,
with new volumes obtained by
juxtaposing flat surfaces. Examples
are the hood, defined by the
thickness of the hollow elements,
and the living-room storage unit,
with open compartments and a thin
steel top, which form a colour
and size contrast with the snack bar
between the two blocks.
ARAN CUCINE
Spessori inaspettati, che diventano
volumi: è la cucina Dalì, disegnata
da Giampiero Gialanella.
La penisola-snack propone
così un top che pare inspessirsi
fino a diventare un contenitore,
con quattro cassetti, anteriori
e posteriori, finiti per contrasto
in legno zebrano o qualsiasi altra
finitura prevista per i frontali.
La penisola poggia a sbalzo su una
fila di basi: il piano della zona pranzo
è in Okite. Le ante in polimerico
bianco lucido sono spesse 2,2 cm.
ARAN CUCINE
The Dalì kitchen, designed
by Giampiero Gialanella is all about
unexpected thicknesses that turn
into volumes of their own.
The snack bar pier unit features
a top that appears to thicken
up to become a storage unit,
with four drawers, front and back,
with contrasting finish in zebrano or
any other of the finishes available for
the fronts. The pier is cantilevered
over a row of floor units: the dining
tabletop is Okite. The shiny white
polymer fronts are 2.2 cm thick.
BINOVA
Incontrano funzioni quotidiane e
offrono spunti formali innovativi il top
e la cappa di Prima AV, disegnata
da Paolo Nava e Fabio Casiraghi.
Nato come superficie bidimensionale,
il top acquisisce una tridimensionalità
dinamica e si libra tra le basi
aumentando di spessore fino
a divenire contenitore ed elemento
di continuità compositiva. È infatti
dotato di cassetti fronte e retro,
mentre sopra ospita i piani cottura
incassati a filo. La cappa, invece, gioca
sull’effetto spessore con la sottile
lastra di rivestimento anteriore,
che si “piega” diventando funzionale
alla raccolta dei fumi. Nuovo anche
lo spessore delle ante, di 23 mm.
BINOVA
The Prima AV top and hood,
designed by Paolo Nava and Fabio
Casiraghi satisfy the needs of daily
life and offer innovative formal ideas.
Originally created as a twodimensional surface, the top takes
on a dynamic three-dimensional
quality, positioned between the floor
units and thickening up to become
a storage unit and an element that
gives the composition continuity.
There are drawers front and back,
and a flush-fitting hob above.
The hood, meanwhile, creates a sense
of thickness by means of a thin front
sheet that is “folded” to become the
fume collection element. The cabinet
fronts are in a new 23 mm thickness.
Gioco di volumi
Interplay of volumes
EFFETI
È in perfetto equilibrio tra attualità
e tradizione Diamante, modello
disegnato da Giancarlo Vegni.
Punto forte, l’anta ad effetto
diamante, connotata dallo spessore
del pannello centrale in rilievo; il telaio
è dotato di sistema di molle in acciaio
brevettato che consente di assorbire
la dilatazione del legno.
Gioca sullo spessore anche
il magnifico lavello in marmo giallo
Tebe, di provenienza egiziana,
ricavato da un unico blocco
da 65x120 cm e alto 21 cm.
EFFETI
Diamante, a model designed
by Giancarlo Vegni, strikes a perfect
balance between modernity
and tradition. The main feature
is the diamond-effect cabinet front,
with a thick central relief panel;
the frame is equipped with a system
of springs in patented steel designed
to absorb the dilation of the wood.
Thickness is also key to
the magnificent sink in yellow Tebe
marble (of Egyptian origin), sculpted
from a single 65x120 cm block,
and 21 cm in height.
THICKNESSES
| intema inthemes | ambientecucina | 89
BLOCCHI DALLA PRESENZA SCULTOREA NASCONDONO LA LEGGEREZZA NEI DETTAGLI
E NELLE SEZIONI, PER GARANTIRE INSIEME RESISTENZA, FASCINO E VERSATILITÀ
BLOCKS WITH A SCULPTURAL PRESENCE CONCEAL A CERTAIN LIGHTNESS OF TOUCH
IN THE DETAILS AND SECTIONS, GUARANTEEING STURDINESS, CHARM AND VERSATILITY
02
Monoliti dinamici
KEY® SBABO CUCINE
Si impone per la sua presenza fatta
di materia pura la cucina KU 45,
in granito Fantastic Black, che riveste
i frontali in modo continuo, lasciando
all’incavo della gola il compito
dell’apertura dei contenitori.
Quando i cestoni scorrono si
intravede la fattura dei pannelli pieni
e incredibilmente sottili, di soli 2 cm,
lavorati con taglio superiore a 45°
- da cui il nome del modello - per
facilitare la presa. Sottile anche
il top, sempre in granito, di 3 cm.
I pensili sono in foglia d’argento.
KEY® SBABO CUCINE
Imposing for kits use of pure
materials, the KU 45 kitchen
has fronts clad continuously
in Fantastic Black granite with a
grooved fingergrip for the cabinet
handles. When the baskets are slid
out the crafting of the solid panels
is revealed. They are incredibly thin:
just 2 cm, worked with a cut of over
45° (referred to in the name of the
model) to make them easier to grip.
The worktop is also granite
and similarly thin (3 cm).
The wall units are silver leaf.
ARCLINEA
La ricerca tecnologica di Arclinea
ha consentito ad Antonio Citterio
di scolpire la pietra realizzando
isole e banconi unici, vere sculture
industriali, monoliti di grande forza
espressiva. La creatività del disegno
di Lignum e Lapis si esprime in una
pietra resa “leggera” e resistente
grazie al supporto in Eulithe
che permette di realizzare spessori
particolari. Le due ali aggettanti
dell’isola si connotano lateralmente
per la sezione triangolare,
più sottile verso l’esterno e man
mano più spessa verso il centro,
per poi diventare tutt’uno con il top.
Questo è scavato con invaso
salvagocce e vasche integrate.
ARCLINEA
Arclinea’s technological development
work has enabled Antonio Citterio
to sculpt stone for the creation
of one-piece island and bar units:
monolithic, industrial sculptures that
display great power of expression.
The creative design of Lignum
e Lapis is expressed in a stone made
lightweight yet sturdy thanks to a
support made of Eulithe that makes it
possible to create special thicknesses.
The two protruding wings of the island
unit feature a triangular section
on the sides that is thinner on the
exterior and becomes thicker towards
the centre, eventually continuing into
the top. The latter has a drip-catcher
groove and built-in tubs.
THICKNESSES
| intema inthemes | ambientecucina | 91
Dynamic monoliths
03
Funzioni
a più dimensioni
LE DIVERSE AREE SI CARATTERIZZANO PER MATERIALI E ALTEZZE,
ESPRIMENDO CON L’ORIGINALITÀ DELLE PROPORZIONI LA FORZA DEL PROGETTO
MITON/CUBODESIGN
Versatile e attenta alle proporzioni,
la collezione MT100 di Miton
enfatizza la razionalità
delle sue forme con una originale
selezione di essenze:
rovere chiaro, rovere grigio,
rovere moka, koko bolo e ciliegio.
Le ante di forte spessore (20 mm)
sono in classe E1 e sono bordate
in alluminio nelle finiture legno.
MITON/CUBODESIGN
MT100 collection pays great
attention of the proportions. Its
rational forms to be highlighted by
a great essence selection: Light Oak,
Grey Oak, Moka Oak, Koko Bolo
and Cherry, which goes from plains
colours to the essence of wood
(20 mm). Thick doors are made in E1
class, available in single and wooden
colours, edged with aluminium edge.
Multi-functional
dimensions
ambientecucina
THE VARIOUS AREAS USE DIFFERENT MATERIALS AND HEIGHTS, EXPRESSING
THE POWER OF THEIR DESIGN THROUGH THE ORIGINALITY OF THEIR PROPORTIONS
ELMAR
Intercetta e isola le funzioni con
varianti tridimensionali e materiche
il nuovo sistema EL_01, firmato
da Ludovica + Roberto Palomba.
Nell’ambiente spicca il tavolo
a penisola in iroko, che si pone in
evidenza con uno spessore di 5 cm,
mentre ai lati i top in acciaio sono
proposti con due altezze differenti:
la zona operativa, con lavelli integrati
e piano cottura, è definita da un piano
di 8 cm, mentre le basi a destra sono
definite superiormente e sul fianco da
lastre di soli 8 mm. Sottilissime anche
le mensole della boiserie bianca.
ELMAR
The new EL_01 system, designed
by Ludovica + Roberto Palomba,
intercepts and isolates the functions
with three-dimensional and material
elements. Featured prominently in
the room is the iroko pier unit, with
its striking 5 cm thickness, while
at the sides of the steel top appear
areas in two different heights: the
work area, with built-in sink and hob,
is defined by an 8 cm top, while the
floor units to the right are defined
on the top and sides by panels just
8 mm thick. The white wood
panelling is also ultra-thin.
| 93
04
Effetti di rilievo
UNA PULIZIA FORMALE E
COSTRUTTIVA DI MATRICE
QUASI ARCHITETTONICA,
DAI FRONTALI AL BANCONE,
CHE MODIFICA LE PROPORZIONI
DELLA QUOTIDIANITÀ
SIMPLICITY OF FORM
AND CONSTRUCTION WITH
AN ALMOST ARCHITECTURAL
SLANT, IN THE FRONTS
AS IN THE COUNTERTOP,
BRINGING A NEW SENSE
OF PROPORTION TO DAILY LIFE
ALNO
Frontali lisci senza maniglie in vetro
lucido nero e top in laminato color
alluminio si confrontano nella cucina
Alnoart Pro. Una soluzione di grande
pulizia formale, ottenuta proprio
grazie allo spessore del pannello
dell’anta che diventa esso stesso
presa, rifinita superiormente con
un profilo integrato in alluminio.
Il top è disponibile anche in laminato
bianco e in acciaio, a seconda del
colore dei frontali.
ALNO
Plain fronts without handles
in shiny black glass and worktop in
aluminium coloured laminate come
together on the Alnoart Pro kitchen.
A formally very clean solution,
achieved thanks to the thickness of
the door panel which doubles as its
opening grip, and finished off at the
top with an integrated aluminium
trim. The top is also available
in white laminate and in steel,
to match the colour of the fronts.
THICKNESSES
| intema inthemes | ambientecucina | 95
MODULNOVA
Il programma Twenty, elaborato
dall’azienda in occasione del
compimento di vent’anni di attività,
propone soluzioni pensate come
architetture, che mettono in risalto
i materiali e le caratteristiche
costruttive. Il bancone ad isola,
ad esempio, pone in evidenza tutto
lo spessore della trave metallica
con sezione ad H, che costituisce la
struttura; tavole in rovere massiccio
rivestono il bancone superiormente
e sui fianchi. Particolare pure
la sezione delle ante, con taglio
a 45° per la presa.
MODULNOVA
The Twenty programme, created
by the firm to celebrate twenty years
in the business, presents solutions
with an architectural feel to them,
with the focus on construction
materials and techniques.
The island counter, for example,
highlights the thickness of the
H-section metal beam which
constitutes the structure; panels
of solid oak clad the top and sides
of the counter. The panels have
a characteristic cross-section,
with 45° for the fingergrip.
Relief effect
QUANDO IL DIALOGO TRA I PIANI E I FRONTALI GENERA
NUOVE SOLUZIONI DALLA RAFFINATA IMPONENZA FORMALE
INTERACTION BETWEEN SURFACES AND FRONTS GENERATES
NEW SOLUTIONS WITH A SOPHISTICATED FORMAL POWER
05
Superfici vs materiali
Surfaces vs materials
EGO DESIGN
Si esprime attraverso l’armonia
tra volumi e superfici l’isola di lavoro
del modello Aura (design Carlo
Colombo), con ante in legno naturale
laccato. Al di sopra, il piano
in Silestone si propone con una zona
rialzata, che individua lavaggio
e cottura. I diversi spessori dei piani
orizzontali dialogano quindi con
quelli più sottili delle ante, visibili
grazie all’incavo superiore che
rifinisce i quattro lati del blocco
diventando motivo estetico.
EGO DESIGN
The work island on the Aura model
(design Carlo Colombo), which
has natural lacquered wood fronts,
creates a harmonious blend
of volumes and surfaces.
The Silestone top features a raised
area where the sink and hob
are located. The different
thicknesses of the horizontal
surfaces interact with the more
slimline surfaces of the fronts,
visible thanks to the upper recess
that runs round the four sides of the
block, providing an aesthetic motif.
BULTHAUP
Anche lo spessore di 2,5 cm
che caratterizza tutti i materiali
impiegati per bulthaup b1 contribuisce
alla sua identità pura e scultorea.
Ogni elemento è concepito
per congiungersi agli altri senza
soluzione di continuità e in modo
lineare, sia nella dimensione
verticale sia in quella orizzontale.
Distanze e angolature, a 45 gradi,
sono state studiate per permettere
la migliore impugnatura possibile
della maniglia integrata.
BULTHAUP
Even the 2.5 cm thickness
that characterises all the materials
used on bulthaup b1 contributes
to its pure, sculptural identity.
Each element is designed to blend
into the next in a seamless, linear
way, both vertically and horizontally.
The spacings and 45-degree
angling have been devised
to ensure the firmest possible grip
of the built-in handle.
98 | ambientecucina
| intema inthemes | SPESSORI
ERNESTOMEDA
Fusion (design Castiglia Associati)
è in grado di creare ambienti fluidi
e unitari grazie a uno stile elegante,
dato dalle linee pulite e dall’utilizzo
estetico della materia nelle sue varie
declinazioni, che si impone
con un’accentuata tridimensionalità
nelle superfici di rivestimento.
Ecco così i setti verticali in pietra
grey dell’elemento centrale Build,
per la cottura, e il top in acciaio
ad altezza maggiorata della
composizione a parete.
All’imponenza di queste superfici
si contrappone il sottile profilo del
pannello delle ante in rovere scuro.
ERNESTOMEDA
Fusion (design Castiglia Associati)
creates fluid, unified kitchens thanks
to the elegant style, the result
of clean contours and the aesthetic
use of material in its various
expressions, asserting itself with
an accentuated three-dimensional
feel in the cladding surfaces.
Examples include the vertical grey
stone partitions of the central
Build element, for the hob area,
and the extra-tall steel top
of the wall composition.
These imposing surfaces
contrast with the slimline profile
of the dark oak cabinet fronts.
Superfici vs materiali
COPAT
Accosta gli elementi in laccato lucido
del modello Salina a quelli in teak
di Kos la cucina Salina-Kos,
che utilizza spessori di spicco
per sottolineare la forza della materia.
Si impone per la sua possenza il piano
di collegamento a sbalzo tra i due
blocchi centrali, finito in teak,
che gioca sull’effetto ottico
di un precario equilibrio.
In contrapposizione il minore spessore
dei due top in acciaio satinato,
coordinato a quello delle fiancate
dei contenitori in laccato carruba.
COPAT
The Salina-Kos kitchen combines
the glossy lacquered elements of the
Salina model and the teak parts
of Kos, and uses strikingly thick
elements to highlight the power
of the material. Particularly imposing
is the teak-finished cantilevered
surface between the two central
blocks whose visual effect is one
of precarious balance. Contrasting
with this is the reduced thickness of
the two tops in satin-finished steel,
which matches that of the caroblacquered sides of the storage units.
Surfaces vs materials
MASSICCIO E SOTTILE, FLUIDO E MAESTOSO, LISCIO E PROFONDO: CONTRASTI
DIMENSIONALI PER CREARE PRESTAZIONI ERGONOMICHE E DETTAGLI DI STILE
MASSIVE AND SUBTLE, FLUID AND MAJESTIC, SMOOTH AND DEEP:
CONTRASTING SIZES BRING ERGONOMIC EFFICIENCY AND STYLISH DETAILING
06
Altezze variabili
Variable heights
SNAIDERO
È l’andamento fluido dei volumi
e dei piani il fulcro del progetto
di Venus, disegnata da Pininfarina.
La sinuosità della composizione
a parete è data dal cambio
di profondità dei contenitori,
che aumentano o diminuscono il loro
spessore per ottenere la massima
ergonomia in prossimità delle diverse
aree funzionali. La flessibilità del Solid
Surface consente inoltre di realizzare
piani di lavoro sottili e in grado di
assecondare le altezze variabili.
SNAIDERO
The Venus kitchen, designed
by Pininfarina is all about
fluid volumes and surfaces.
The curvaceous contouring of the
wall composition has been achieved
by varying the depths of the storage
units, which protrude or recede
for greater ergonomic efficiency
in the various functional areas.
The flexibility of the Solid Surface
material used also allows for the
creation of slimline worktops
at varying heights.
CUCINE LUBE
Superfici lisce e continue per la cucina
Brava, che rivela la sua essenza
nei dettagli. Lo spessore dei pannelli
rivestiti in legno di ebano Makassar
si rende evidente in corrispondenza
della gola in alluminio di basi
e colonne e nel maestoso bancone
ad isola, laddove top e fiancate
incorniciano il fronte creando
un comodo piano snack. L’area
di lavoro sottostante in acciaio, dotata
di cottura e lavaggio, si estrae tramite
meccanismo elettrocomandato.
CUCINE LUBE
Smooth, continuous surfaces
for the Brava kitchen, a design
that is all about attention to detail.
The thickness of the panels clad
in Makassar ebony is particularly
evident around the aluminium groove
of the floor and column units and
in the imposing island counter, whose
top and sides frame the front to create
a handy snack bar. The steel work
area underneath, fitted with hob
and sink, pulls out by means of
an electrically controlled mechanism.
Nella foto: VERSIONE CON PILETTA IN ACCIAIO INOX e GRIGLIA IN ACCIAIO INOX DORATO
Dettagli di classe.
IL CUORE DEL LAVELLO
Salterello, Logic 2 e Rotologic 2, dispositivi di apertura e chiusura
automatica per lavelli (l’acqua defluisce anche con il lavello
pieno di stoviglie). Griglia di pulizia trattieni-rifiuti che evita le
possibilità di ingorghi.
Sono i dettagli che fanno la differenza.
Qualità garantita LIRA
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Semplifica la vita.
CUCINA
TECNO
SISTEMI
ASPIRANTI
Nuovi modelli dalle
prestazioni multiple
e tecnologiche,
con un design
sempre più curato
e personalizzabile,
sono l’anima
di un comparto
ancora capace
di sorprendere il
mercato, nonostante
le inevitabili difficoltà
del momento
di Antonella De Alessandri
MATERIALI ANTEPRIMA
OLTRE LE FRONTIERE
DELL’ASPIRAZIONE
OLTRE LE FRONTIERE DELL’ASPIRAZIONE
CUCINATECNO
104 | ambientecucina
di Antonella De Alessandri
WHIRLPOOL
Modello AKR809/IX
Tipologia
(sottopensile, isola,
camino, angolo)
cappa decorativa
a parete
Tipologia
di funzionamento
(aspirante, filtrante)
sistema di aspirazione
EDS3
Estetica Glamour Line
Tipologia comandi
comandi elettronici
touch control
Portata massima
aspirante (mc/h)
(escluso posizione
intensiva)
capacità di
aspirazione (mc/h)
300-460-620-820
P
Rumorosità in dBA
(alla portata massima,
escluso posizione
intensiva)
35-45-50-56
Misure in cm (hxlxp)
60x60x33,2
Punti di forza
il sistema EDS3 offre
a pari performance
di aspirazione, ben
il 15% in meno di
rumorosità rispetto
a una normale cappa.
Silenziosa e discreta
anche alla massima
potenza. Inoltre,
grazie alla tecnologia
6°Senso e ai suoi
speciali sensori,
la cappa si attiva
automaticamente,
regolando da sola
l’intensità di
aspirazione mentre
si sta cucinando.
erformante e sempre più glamour,
la cappa raggiunge oggi posizioni
di grande rilievo, pari agli altri elettrodomestici dei quali era un
tempo solo un corollario, realizando un fatturato
di settore decisamente superiore a quello del
2007, nonostante il minor numero di unità vendute, come rivelano i dati forniti da GFK.
Globalmente, paragonando l’andamento da gennaio a ottobre 2008 con lo stesso periodo del
2007, le vendite sono calate del 4,4 ma hanno
generato un introito di segno positivo, pari a
+8,9. Il trend ascendente va attribuito in buona
parte alle cappe camino, tipologia cresciuta del
7,4 a volume e del 20,5 a valore, grazie al forte
appeal dell’estetica e alle prestazioni su più fronti, che la trasformano in oggetto di arredo e status symbol.
Un’altra tipologia molto richiesta è quella dei
modelli telescopici, cioè delle cappe piatte, corredate di elemento telescopico estraibile, le cui
vendite hanno raggiunto un +26,3 corrispondente a un incremento del fatturato del 17,3.
Il segno “più” sia a unità (14,3) sia a valore (25,9)
contraddistingue anche la generica categoria
degli apparecchi “non identificati”, mentre sono
state penalizzate tutte le altre categorie, dalle
cappe “standard”, da incasso con elemento telescopico apribile (-14,1 a volume e - 27,8 a valore)
a quelle integrate (i modelli in verticale che fanno
parte della parete posteriore della cucina)
responsabili di un andamento negativo pari a
-24,2 e -38, alle “canopy”, completamente incassate all’interno dei pensili e prive di elemento
telescopico, che segnano un -17,5, confortato da
un modesto +1 a valore. Questi dati sono supportati da quanto enunciato a Milano lo scorso
dicembre da Mario Cipriani, portavoce di Faber, in
occasione della presentazione alla stampa del
consuntivo annuale di Ceced.
In un momento in cui l’edilizia residenziale è in
frenata in tutta l’Europa occidentale, con una
contrazione del mercato delle cucine, stimata in
Italia e in Spagna intorno a -12%, l’evoluzione del
comparto “cappe” - che si inserisce principalmente nell’ambito delle cucine componibili e ne
subisce l’andamento, mentre la sostituzione è
ancora una componente minore dell’indotto indica che per l’Italia, leader mondiale nel settore, è opportuno concentrarsi sull’alto di gamma,
facendo leva sul vantaggio competitivo del design, dell’innovazione tecnologica e del distretto
industriale (è a Fabriano che si concentrano il
70% della produzione europea e il 30% di quella
mondiale).
Le nostre industrie sono impegnate a realizzare
prodotti più qualificati e con prestazioni innovative, intervenendo in particolare sui motori e sull’illuminazione per ridurre i consumi di elettricità.
Un obiettivo tanto più importante in vista dell’introduzione nel 2011 dell’etichetta energetica, uno
strumento importante per informare il consumatore, che comporterà, di contro, importanti investimenti da parte dei produttori per adeguare la
produzione alla normativa, eliminando i modelli
più energivori.
A fronte dell’attacco da parte dei produttori del
Far East, il cui costo del lavoro è sicuramente inferiore a quello italiano, l’industria italiana non
rinuncia comunque alla produzione più standard
e sta investendo anche in processi industriali
avanzati e ad alto grado di automazione per
immettere sul mercato cappe in varie versioni
(differenti misure, motorizzazioni, caratteristiche
tecniche) con prezzi ancora competitivi.
FUNZIONALITÀ MULTIPLA
Sia nella versione da incasso, che mira a celarsi e
mimetizzarsi fra i pensili o in strutture progettate
ad hoc, sia quando è esibita come un vero oggetto di design, mostrando le forme studiate nel dettaglio e davvero accattivanti, la cappa è dunque
ritenuta un elettrodomestico di cui non si può
fare a meno, per cui vale la pena di investire cifre
anche considerevoli.
La fortuna di questo elettrodomestico, in ogni
caso, risiede nel suo cuore altamente tecnologi-
co, capace di fornire prestazioni che trascendono
la “semplice” funzione primaria di aspirare i fumi
della cottura.
Le cappe dalle prestazioni multiple sono ormai
una realtà e stanno entrando all’interno delle abitazioni, oltre a fare bella mostra di sé negli showroom e negli allestimenti fieristici. Alle proposte
multimediali di ultima generazione, un vero concentrato di tecnologie al servizio dell’utente, che
includono funzioni multimedia fra cui tv, dvd, cd
(video, audio, MP3), connessione pc e altro ancora, si aggiunge una nuova soluzione dotata di
dispositivo viva-voce bluetooth, in grado di rilevare automaticamente la presenza di un telefono
cellulare o di casa con cui connettersi ed effettuare o ricevere chiamate, con un semplice
comando vocale, come in auto, senza abbandonare quanto si sta facendo in cucina. Quando il
telefono squilla, la cappa riduce al minimo la
potenza di aspirazione e quindi la rumorosità per
agevolare la conversazione, e torna automaticamente a regime al termine della chiamata.
Infine, impossibile non citare la cappa Hybrid,
ideata da Faber e proposta al pubblico per la
prima volta lo scorso anno in occasione di Eurocucina, capace di svolgere anche il ruolo di condizionatore d’aria (vedi intervista a pag. 107).
TECNOLOGIA D’AVANGUARDIA
Multifunzionalità a parte, secondo quanto rivelatoci dai maggiori produttori del settore che hanno
collaborato alla nostra inchiesta, la tecnologia è
in ogni caso l’ambito privilegiato per lo sviluppo
di questa tipologia di apparecchio, così fondamentale per il benessere della cucina - locale
della casa dove, come dimostrano numerose
inchieste, si svolge buona parte della vita domestica - ma anche della zona living, area per la
quale sono stati creati appositi modelli che aspirano, per esempio, il fumo di sigaretta, mentre
illuminano l’ambiente e contribuiscono a creare
atmosfere di fascino con le loro forme suggestive.
È proprio la tecnologia che influenza l’orienta-
mento del mercato e che attrae il consumatore,
principalmente all’estero, ma in modo crescente
anche in Italia. Per quanto riguarda le funzioni più
interessanti rese possibili dalle nuove frontiere
della ricerca, va dedicata particolare attenzione
al sistema innovativo che permette l’accensione
automatica della cappa mediante le informazioni
decifrate da un sensore, il quale percepisce la
presenza dei fumi e dell’umidità e si attiva ogni
volta che la qualità dell’aria subisce una variazione a causa delle impurità e del vapore.
Questo meccanismo garantisce anche un minore
spreco di energia, grazie al fatto che l’elettrodomestico si attiva solo quando il suo funzionamento è strettamente necessario.
BENESSERE TOTALE
Per migliorare ulteriormente la qualità dell’aria
che respiriamo in cucina sono stati ideati nuovi
filtri, come la proposta a carboni attivi, in cui i
granuli subiscono uno speciale trattamento catalitico che permette di catturare gli odori senza
rilasciarli mai più nell’ambiente o i sistemi innovativi che attraverso un processo chimico sono in
grado di depurare l’aria da virus, spore, funghi,
batteri, odori e fumi, disgregando le particelle
presenti in aria e depurando perfettamente l’ambiente della cucina in breve tempo.
L’approccio a materiali sviluppati con
le nanotecnologie ha portato alla
realizzazione di un cuore depurante che finalmente pulisce l’aria senza doverla evacuare dall’ambiente, con il risultato di
migliorare la qualità dell’aria in
cucina rispetto a quella che si
respira usando cappe convenzionali; di risparmiare energia in
seguito alla mancata evacuazione di aria riscaldata in inverno o condizionata in estate; il
tutto in modo molto silenzioso
e con una ridotta manutenzione
SCHOLTÈS
Modello HL 458
Tipologia
(sottopensile, isola,
camino, angolo) isola
Tipologia
di funzionamento
(aspirante, filtrante)
filtrante
Estetica acciaio,
linea Attitude®
Tipologia comandi
Touch Sensor
a sfioramento
Portata massima
aspirante (mc/h)
(escluso posizione
intensiva) 400
Misure in cm (hxlxp)
57,5xØ36,3xØ40,5
Punti di forza
elevata portata
di aspirazione
e sensori di calore
e di umidità
che permettono
di gestire in maniera
automatica e ottimale
l’aspirazione.
Per ottimizzare
i consumi, la cappa
entra in funzione solo
nel momento in cui
è necessario
e si disattiva
nel momento in cui
non rileva più
la presenza di fumi
e vapori nell’aria.
LUCE E RISPETTO PER L’AMBIENTE
In attesa che a partire dal 2011 diventi operativa l’etichetta energetica obbligatoria anche per i sistemi aspiranti, il risparmio energetico e la tutela
dell’ambiente sono già obiettivi strategici per alcune aziende. In particolare si stanno utilizzando nuove fonti di luce per illuminare l’area sottostante
alla cappa arginando i consumi. In primo luogo si stanno impiegando sempre più i led, tecnologia luminosa alternativa che, con una potenza massima
di 3W e una durata di 70.000 ore, consente di illuminare l’ambiente senza sprecare risorse preziose, con la massima efficacia nel tempo. In alternativa,
l’illuminazione dell’area sottostante può essere al neon, con lampade alogene e con abbassamento graduale della luce, con l’ausilio di dimmer che
permettono di impostare la cappa su livelli diversi di intensità luminosa, in base alle necessità del momento. Sono interessanti anche le nuove lampade
ad incandescenza a basso consumo, di forma rotonda, proprio per illuminare in modo ottimale il piano cottura, creando allo stesso tempo una piacevole
atmosfera. Sempre per rimanere nell’ambito della tutela dell’ambiente, i produttori più sensibili, che continuano a investire sulla ricerca
di motori a basso consumo e ad alta silenziosità, utilizzano da diverso tempo imballi completamente riciclabili.
OLTRE LE FRONTIERE DELL’ASPIRAZIONE
CUCINATECNO
106 | ambientecucina
A MISURA DI CLIENTE
La grande sapienza nella lavorazione dell’acciaio da parte delle imprese più avanzate
offre la massima libertà progettuale nel realizzare prodotti su misura per il cliente, entrando
nell’ambito della personalizzazione, con lavorazioni su misura applicate al mondo delle cappe.
È possibile così customizzare la zona di aspirazione grazie all’opportunità di creare cappe
decorative, a isola, murali o completamente integrate, delle dimensioni più adatte alla zona
cottura della cucina, fino a realizzare prodotti di grandi dimensioni. Sovente l’opera di personalizzazione viene svolta in collaborazione con i designer e i mobilieri, che sempre più
cercano elementi personalizzabili per i loro progetti, garantendo al consumatore prodotti che
si distinguono per l’unicità, senza dimenticare il livello alto di tecnologia e prestazioni eccellenti, requisito necessario per il successo di una cappa. Ne è un esempio la nuova cucina
Kube, progettata per Snaidero dal designer milanese Giovanni Offredi, che risponde
all’esigenza di spazi fortemente caratterizzati e riconoscibili, sia pure “normali” grazie alla
sua architettura “pulita”, dalle forme sobrie ma evolute e dinamiche.
In sintonia con il concept che sottende al progetto, definito da zone operative semplici e
senza eccessi, con funzionalità ben distinte, si inserisce l’originale cappa dall’estetica inclinata. Il modello ad aspirazione perimetrale, proposto nella soluzione sia filtrante sia aspirante,
si avvale di un motore da 800 m3/h ed è completo di scolapiatti da 90 cm, abbinato al blocco
in acciaio inox. Alcune aziende offrono la possibilità di montare un motore interno alla cappa
oppure esterno, soluzione che garantisce maggiore silenziosità, mentre un modo attualmente
molto in voga per offrire la possibilità di armonizzare la cappa con lo stile della cucina
è quello di fornire pannelli in vetro, generalmente nero o bianco, oppure di altri materiali
a richiesta del cliente. Un’opzione ulteriore, all’insegna della flessibilità e della modularità,
consiste nel personalizzare l’apparecchio scegliendo pregiate laccature dei colori RAL,
nel fornire ulteriori adeguamenti a seconda dell’ambiente di destinazione, riducendo o
prolungando il camino e, qualora si rendesse necessario, creando canali di aspirazione
ad “U” o a “L”.
A Danilo Poser, titolare di Falmec, azienda particolarmente sensibile all’argomento,
chiediamo come sia possibile con una dimensione industriale mantenere un profilo
“customer made”.
«Alla ricerca sull’affidabilità e sul design che ci contraddistingue è sempre stata affiancata
quella mirata alle più moderne ed avanzate possibilità produttive. Gli investimenti
in tecnologia e ricerca ci hanno infatti permesso di gestire la notevole diversificazione della
nostra produzione, mantenendo comunque una elevata flessibilità e riuscendo a conciliare
l’automazione con piccole-medie quantità produttive. Inoltre, la scelta di mantenere la
produzione all’interno, esternalizzando solo alcune fasi della lavorazione, si è dimostrata
senz’altro positiva. Infine, Falmec si trova in un’area geografica particolarmente specializzata
sia nella produzione di mobili, sia nella lavorazione dell’acciaio. Questa esperienza, diffusa
nel territorio, unitamente al tessuto industriale, ha svolto senz’altro un ruolo importante.
Ancora oggi, anche se il mercato si è notevolmente allargato, manteniamo forti contatti con
questi storici cucinieri, con i quali collaboriamo cercando di anticipare le tendenze del settore
e mettendo a punto dei prodotti che possano incontrare il gusto del pubblico».
La cappa
progettata
da Giovanni
Offredi per Kube,
di Snaidero,
è un esempio
eccellente
di integrazione
del sistema
aspirante
nel design
della cucina.
e minima pulizia, dal momento che il processo
mantiene l’elettrodomestico efficiente per lungo
tempo. È ormai nota la funzione apposita per
assicurare il ricambio continuo dell’aria nell’ambiente cucina 24 ore su 24, così come i benefici
dell’aspirazione perimetrale, che fa sì che, durante il funzionamento, i vapori vengano contenuti
all’interno del perimetro del piano cottura, con
forza e in assoluto silenzio. I fumi vengono aspirati attraverso sottili fessure e trasportati verso
un filtro in metallo nascosto.
Essendo la cucina un luogo dove si trascorre
molto tempo e dove si svolge la vita relazionale,
è importante dare “voce” al silenzio proponendo
apparecchi discreti e che facciano sentire al minimo la loro presenza, lasciando spazio alla conversazione e all’ascolto.
I continui sforzi delle aziende in questo ambito
sfociano in soluzioni volte a contenere il rumore,
avvalendosi anche di materiali della migliore qualità, come i velli fonoassorbenti che assicurano
un funzionamento ultrasilenzioso. In altri modelli, l’adozione di speciali deflettori ha permesso di
migliorare il flusso di aspirazione dell’aria in
entrata, incrementando la capacità aspirante e
portando la percezione del funzionamento a valori impercettibili.
DESIGN E MATERIALI DIFFERENZIATI
Per orientarsi verso una maggiore personalizzazione del settore, nonostante i limiti imposti dalla
produzione su scala industriale delle cappe, si
lavora molto sul design e sui materiali, dando
vita, come già visto, ad estetiche in acciaio, in
vetro o frutto dell’integrazione di vetro e acciaio,
senza dimenticare le soluzioni aspiranti da incasso, totalmente integrate. I nuovi modelli sviluppano linee minimaliste ed essenziali, in modo che
anche la cappa possa essere non solo un elemento funzionale ma anche interprete di stile e
design all’interno della cucina.
Se da un lato esistono bellissimi modelli che vivono di vita propria, come le cappe che enfatizzano
la funzione decorativa, coniugata alla capacità di
illuminare l’ambiente con grande fascino, o le
proposte in cui comunque viene valorizzato il
design, firmato da nomi della scena internazionale, dall’altro è un’esigenza comune ai produttori
quella di considerare la cappa come un elemento
coordinato alle singole linee di elettrodomestici,
per ottenere un perfetto allineamento estetico
che abbracci tutto l’ambiente cucina, anche nei
più piccoli particolari estetici. I modelli dalle linee
più eleganti e lisce sono realizzati senza viti né
saldature a vista, i cristalli sono temperati, gli
acciai scelti accuratamente e rifiniti scrupolosamente, curando i minimi dettagli.
Riccardo Remedi, direttore marketing
e commerciale di Faber
ITALIAN CONCEPT NEL MONDO
NUOVE TECNOLOGIE, NUOVI MATERIALI, NUOVI CONCEPT, GRANDE ATTENZIONE
AL RISPARMIO ENERGETICO: COSÌ FABER RAFFORZA LA PROPRIA POSIZIONE
DI LEADER NEL SETTORE. NE PARLIAMO CON RICCARDO REMEDI,
DIRETTORE MARKETING E COMMERCIALE DI FABER
Quali requisiti deve avere una
cappa per essere vincente
sul mercato italiano ed estero?
Direi che il connubio design e
funzionalità è valido a livello globale.
In tutti i prodotti Faber curiamo
questi due requisiti fondamentali.
Nello specifico, design significa
essere in linea con le tendenze dei
mercati, mentre la funzionalità ha
a che fare con la praticità d’uso, sia
per chi installa e fa manutenzione
sia per gli utenti finali, con un occhio
particolare al comfort e ai consumi.
Quali sono le ultime tecnologie
applicate ai sistemi aspiranti?
Nel nostro caso stiamo
implementando in molti prodotti
la tecnologia Sil-k, che garantisce
sonorità ridotta senza pregiudicare
la potenza di aspirazione:
silenzio ed efficacia, quindi.
Poi c’è Velo Ledlight, la nostra
illuminazione led a consumo
di energia quasi zero, massima
durata nel tempo e luce simile
a quella naturale.
La terza direzione high tech che
stiamo percorrendo è quella della
multimedialità, in particolare con
la cappa Imago Plus, un centro
di tecnologia integrata che vede
tv lcd, collegamento a internet,
ricette on board, webcam per home
monitoring e porta usb per visione
di immagini e ascolto di mp3.
Infine Hybrid, il nostro primo
esperimento di fusione tra due
elettrodomestici, la cappa
e il condizione d’aria.
Attualmente, il nostro reparto R&D
sta lavorando anche alla riduzione
dei consumi dei motori.
E quali i nuovi parametri
estetici?
Per quanto riguarda il design della
cappa ci sono due filoni principali:
uno vuole l’apparechio nascosto,
che si integri con la cucina e i
pensili. In questo caso tutti gli sforzi
dei produttori si concentrano
nella funzionalità.
Il secondo filone è quello della cappa
d’arredo e Faber, da questo punto
di vista, può contare su numerose
soluzioni, adattabili alle diverse
tipologie di cucine: linee semplici
o originali, profili diritti o arrotondati,
molti tipi di materiali e colori.
In questo ultimo periodo il trend
principale rimane quello del bianco
e del nero.
Ultimamente si parla molto di
personalizzazione anche nella
cappa. Quanto è importante
per voi questa voce?
L’offerta Faber è molto ampia,
riteniamo quindi di riuscire a
raggiungere le esigenze di tutti i
clienti e di rispondere a un ventaglio
di bisogni variegato. Sempre
tenendo bene in considerazione
l’aspetto industriale che guida i
processi produttivi, stiamo pensando
a nuove personalizzazioni di colore
per dare al cliente finale la massima
possibilità di scelta.
Tra i nostri prodotti c’è già la cappa
Main, i cui pannelli esterni possono
essere adattati allo stile e al colore
della cucina.
La cappa sta diventando una
tipologia di elettrodomestico
multimediale e Faber è stata
un’azienda pioniera in questo
senso. Come vengono recepite
dal mercato queste nuove
funzioni?
Secondo l’indagine che Doxa
ha realizzato quest’anno per noi,
la cucina è l’ambiente domestico
di gran lunga più utilizzato dagli
Italiani nell’arco della giornata.
FABER
Modello Main
Tipologia
(sottopensile, isola,
camino, angolo)
isola o parete
Tipologia
di funzionamento
(aspirante, filtrante)
aspirante e filtrante
Estetica acciaio inox
Tipologia comandi
elettronici,
con predisposizione
telecomando
Per questo stiamo investendo in
prodotti che integrino la funzione
principale della cappa con altre
tradizionalmente più legate al living.
È il caso della già citata cappa
multimediale Imago Plus, che sarà
messa ufficialmente in produzione
da febbraio.
Anche Hybrid, che invece entrerà
in produzione a marzo 2009, va in
questo senso, quello appunto di
aggiungere utilizzi alternativi alla
consueta aspirazione dal piano
cottura. Per quanto riguarda i
riscontri già ottenuti, confermiamo
che sono stati molto positivi e
incoraggianti.
Come si differenzia la vostra
produzione nella sede di
Fabriano rispetto a quella delle
fabbriche dislocate?
La produzione a Fabriano
si concentra sulla fascia alta,
che necessita di un know how
produttivo avanzato e tecnologie
all’avanguardia. Nelle fabbriche
estere è preponderante la fascia
media e medio-bassa, che fa leva
su un discreto livello di know how
ma anche sul minor costo della
manodopera.
Portata massima
aspirante (mc/h)
(escluso posizione
intensiva) 750
Rumorosità in dBA
(alla portata massima,
escluso posizione
intensiva) 61
Misure in cm (hxlxp)
75x60x42 a parete,
75x60x48,3 a isola
Punti di forza
importante dotazione
tecnologica,
dall’aspirazione
perimetrale alla luce
di cortesia,
alle funzioni
per regolare velocità
e potenza in base
alle necessità
e mantenere
una qualità dell’aria
sempre elevata
e costante.
Possibilità
di personalizzazione,
attraverso
l’applicazione
di pannelli
sulle pareti.
4 velocità.
OLTRE LE FRONTIERE DELL’ASPIRAZIONE
CUCINATECNO
108 | ambientecucina
BEST
Modello
Quadro KB700
Tipologia
(sottopensile, isola,
camino, angolo)
Tipologia comandi
elettronici 4 velocità
Portata massima
aspirante (mc/h)
(escluso posizione
intensiva) 700
camino
Rumorosità in dBA
Tipologia
di funzionamento
(alla portata massima,
escluso posizione
intensiva) 59
(aspirante, filtrante)
aspirante/filtrante
Estetica acciaio
lucido e vetro
specchiato nero
Misure in cm (hxlxp)
78,5-100x89,8x33
Punti di forza
estetica semplice,
facilmente integrabile
in ogni ambiente,
classico o moderno,
grazie alla possibilità
di sostituire il pannello
centrale in vetro con
un pannello di altro
materiale,
per esempio in legno.
Prodotto
particolarmente
apprezzato dai
produttori di cucine.
FALMEC
Modello Laguna
Tipologia
(sottopensile, isola,
camino, angolo)
camino parete o isola
Tipologia
di funzionamento
(aspirante, filtrante)
aspirante
Estetica
vetro temperato,
acciaio inox
spazzolato Aisi 304
Tipologia comandi
pulsantiera ottica
Portata massima
aspirante (mc/h)
(escluso posizione
intensiva) 470
(motore da 800 mc/h)
Rumorosità in dBA
(alla portata massima,
escluso posizione
intensiva) 52
Misure in cm (hxlxp)
parete 87x60-90x42
isola 87-140x6090x42
Punti di forza
oggetto di puro
design creato
per le cucine
più esclusive.
Superficie in vetro
temperato nero
o bianco. Dotata delle
migliori prestazioni
di aspirazione
(aspirazione
perimetrale)
e silenziosità.
SIRIUS
Modello SIL-T 15
Tipologia
(sottopensile, isola,
camino, angolo) isola
Tipologia
di funzionamento
(aspirante, filtrante)
aspirante o filtrante
Estetica in vetro
soffiato
Tipologia comandi
telecomando
Portata massima
aspirante (mc/h)
(escluso posizione
intensiva) 800 mc/h
Rumorosità in dBA
(alla portata massima,
escluso posizione
intensiva) 55
Misure in cm (hxlxp)
Ø 570 mm
Punti di forza carcassa
in vetro soffiato, alta
capacità di aspirazione
e bassa rumorosità.
ambientecucina
| 109
AEG-ELECTROLUX
Modello
DD 8795 M
Tipologia
(sottopensile, isola,
camino, angolo)
parete
Tipologia
di funzionamento
(aspirante, filtrante)
aspirazione intensiva
con spegnimento
automatico
Estetica inox
DOMEL
Modello Vega
Tipologia
(sottopensile, isola,
camino, angolo)
parete e isola
Tipologia
di funzionamento
(aspirante, filtrante)
aspirante e filtrante
Estetica moderna
Tipologia comandi
soft touch
Portata massima
aspirante (mc/h)
(escluso posizione
intensiva) 600
Rumorosità in dBA
(alla portata massima,
escluso posizione
intensiva) 56
Misure in cm (hxlxp)
41(l)x90(h);60(l)x90(h)
71(l)x90(h);
90 (l)x90(h);
120(l)x90(h)
Punti di forza cappa
personalizzabile,
fornita con pannelli
in vetro, nelle varianti
nero o bianco, oppure
in qualsiasi materiale
a richiesta del cliente
o inserito dal cliente
stesso.
Tipologia comandi
controllo
con “control ball”
Portata massima
aspirante (mc/h)
premiato con
il “Design Award
Winner”; pannello
comandi composto
esclusivamente dal
“Control Ball”,
un dispositivo dall’alto
contenuto tecnologico,
di forma sferica,
attraverso
il quale si controlla
l’intero funzionamento
della cappa, riducendo
al minimo la superficie
da toccare.
Premendo verso
il basso si regola
la potenza
di aspirazione,
premendo invece
verso l’alto si regola
l’intensità delle luci.
Inoltre, la sfera
del Control Ball si
illumina attribuendo
un colore diverso
ad ogni cambiamento
(velocità, intensità
delle luci),
consentendo pertanto
di verificare anche
da lontano lo stato
di funzionamento della
cappa.cucine
Portata massima
aspirante (mc/h)
della cappa,
mantenendo inalterata
la potenza massima
in aspirazione.
Funzionali faretti
alogeni, che oltre
ad illuminare la zona
cottura, caratterizzano
l’estetica della cappa,
dotata di faretti anche
nella parte superiore
per creare in cucina
un’atmosfera
suggestiva.
(escluso posizione
intensiva)
540
Rumorosità in dBA
(alla portata massima,
escluso posizione
intensiva)
60,7
Misure in cm (hxlxp)
123-150x90x33
Punti di forza
design innovativo
e tecnologico
FRANKE
Estetica cristallo nero
80x70x35
ELECTROLUX
Modello Crystal
FHCR 708-H TC BK
Tipologia comandi
touch control
Modello EFA 9673 X
Tipologia
Portata massima
aspirante (mc/h)
Punti di forza
sistema di aspirazione
“Air Blade” in grado
di migliorare le
prestazioni alle basse
e medie velocità.
Il sistema, attraverso
una lama d’aria che
viene spinta dalla
cappa in direzione del
piano, favorisce una
migliore aspirazione
creando una barriera
invisibile. Tale funzione
si disattiva
automaticamente
quando viene inserita
la funzione “Intensiva”.
In qualsiasi momento
è possibile disattivarla
tenendo premuto
il tasto per due
secondi.
(sottopensile, isola,
camino, angolo) parete
Tipologia
di funzionamento
(aspirante, filtrante)
aspirazione
perimetrica
(escluso posizione
intensiva) 730
Rumorosità in dBA
(alla portata massima,
escluso posizione
intensiva) 65
Misure in cm
(hxlxp)
Tipologia
(sottopensile, isola,
camino, angolo)
isola
Tipologia
di funzionamento
(aspirante, filtrante)
aspirante
Estetica inox con
Lightbar
Tipologia comandi
display digitale touch
control
(escluso posizione
intensiva) 720
Rumorosità in dBA
(alla portata massima,
escluso posizione
intensiva) 56,8
Misure in cm (hxlxp)
89-118x100x70
Punti di forza
tecnologia esclusiva
e brevettata Silence
Tech Plus per ridurre
ulteriormente il livello
di rumorosità
OLTRE LE FRONTIERE DELL’ASPIRAZIONE
CUCINATECNO
110 | ambientecucina
GAGGENAU
Modello
Back Draft AT 400
Tipologia
(sottopensile, isola,
camino, angolo)
da piano
Tipologia
di funzionamento
(aspirante, filtrante)
sistema a ricircolo
con prestazioni
professionali
Estetica acciaio inox
Portata massima
aspirante (mc/h)
(escluso posizione
intensiva)
750
BARALDI
Modello Next
Tipologia
(sottopensile, isola,
camino, angolo)
a camino
o d’arredamento
Tipologia
di funzionamento
(aspirante, filtrante)
filtrante con sistema
BlueAir
Estetica in acciaio
inox e nero coordinata
con vetri a finitura
stopsol
Tipologia comandi
elettronici con display
Portata massima
aspirante
non equiparabile
ai sistemi
convenzionali
Rumorosità in dBA
52
Misure in cm (hxlxp)
90x70x40
Punti di forza
primo prodotto
ad adottare il sistema
di depurazione
dell’aria BlueAir,
sistema certificato
e brevettato altamente
innovativo che
attraverso un processo
chimico è in grado
di depurare l’aria da
virus, spore, funghi,
batteri, particolato
PM10, PM25, odori
e fumi, disgregando
le particelle presenti
in aria e depurando
perfettamente
l’ambiente della cucina
in breve tempo.
MIELE
Modello
DA 5590 D
Touch Tower
Tipologia
(sottopensile, isola,
camino, angolo) isola
GORENJE
Estetica cristallo
nero
Tipologia
di funzionamento
Tipologia comandi
touch control
(aspirante, filtrante)
(sottopensile, isola,
camino, angolo)
Portata massima
aspirante (mc/h)
aspirante
(escluso posizione
intensiva) 750
Estetica
acciaio e vetro.
I comandi sono touch
su vetro.
Modello DKG 552ORA-S / linea Ora Ito
Tipologia
Rumorosità in dBA
(alla portata massima,
escluso posizione
intensiva) 59
Misure in cm (hxlxp)
55-55x2-38,8
Punti di forza
minimalismo, linee
morbide e pulite.
Forme marcate ma
soffici, proprie
della linea Ora Ito.
aspirante
Tipologia comandi
TouchSystem
Portata massima
aspirante (mc/h)
(escluso posizione
intensiva) 850
Rumorosità in dBA
(alla portata massima,
escluso posizione
intensiva) 61
Misure in cm (hxlxp)
86x90x60
Punti di forza
comandi touch,
semplicissimi,
al centro della fascia
in vetro.
Nessun tasto
né interruttore
disturba la purezza
del design.
I simboli si illuminano
discretamente solo
a cappa accesa;
a cappa spenta sono
praticamente invisibili.
Per sottolinearne
la purezza estetica,
questo modello
non ha una cornice
a listello a delimitare
superiormente
il camino ma una
fuga che ne esalta
la linearità.
Rumorosità in dBA
(alla portata massima,
escluso posizione
intensiva) potenza
sonora secondo
installazione
Misure in cm (hxlxp)
27,5x106-136
x19 -28,5
Punti di forza
il nuovo centro
d’aspirazione
è rivoluzionario
nella tecnica
e impeccabile
nel design.
La parte superiore
della cappa può
essere utilizzata
anche come un
ulteriore e spazioso
piano d’appoggio, per
gli attrezzi da cucina
o i piatti di portata.
ambientecucina
| 111
HOTPOINT-ARISTON
Modello HZTH 9 IX
linea Experience
Tipologia
(sottopensile, isola,
camino, angolo) camino
Tipologia comandi
elettronico
touch control
Tipologia
di funzionamento
Portata massima
aspirante (mc/h)
(aspirante, filtrante)
(escluso posizione
intensiva) 600
aspirante, con
predisposizione filtrante
Estetica inox
GALVAMET
Modello Opera
Tipologia
(sottopensile, isola,
camino, angolo)
camino
Tipologia
di funzionamento
(aspirante, filtrante)
aspirante e filtrante
Estetica vetro
temperato nero
o bianco
Tipologia comandi
touch screen
Portata massima
aspirante (mc/h)
(escluso posizione
intensiva) 950
Rumorosità in dBA
(alla portata massima,
Misure in cm (hxlxp)
120,8x89,8x49,3
Punti di forza
dotata di un dispositivo
viva-voce bluetooth,
in grado di rilevare
automaticamente
la presenza
di un telefono
cellulare o di casa
con cui connettersi
ed effettuare
chiamate, o rispondere
al telefono, con
un semplice comando
vocale, come in auto,
senza abbandonare
quanto si sta facendo
in cucina. Capacità
di ridurre al minimo la
potenza di aspirazione
e quindi la rumorosità
per agevolare
la conversazione.
SMEG
escluso posizione
intensiva) 65
Modello KTS75AC
Misure in cm (hxlxp)
89,8x89,6x50
Tipologia
Punti di forza ampio
vetro curvo che funge
anche da schienale,
facilitando le
operazioni di pulizia.
Led ad alta efficienza
che contribuiscono
a ridurre
considerevolmente
il consumo energetico
del prodotto.
4 velocità. Timer
per lo spegnimento
ritardato automatico,
avviso per la pulizia
dei filtri antigrasso
e avviso per la
sostituzione dei filtri
a carbone attivo.
camino
(sottopensile, isola,
camino, angolo)
Tipologia
di funzionamento
(aspirante, filtrante)
aspirante, filtrante
Estetica vetro
acidato antracite
Stopsol e acciaio inox
Tipologia comandi
elettronici
Portata massima
aspirante (mc/h)
(escluso posizione
intensiva) 800
Rumorosità in dBA
Misure in cm (hxlxp)
100-145x75,6x74,5
Punti di forza
caratterizzata da un
pannello inclinato
in vetro acidato con
apertura a ribaltina,
per coprire la zona
di aspirazione quando
non è in uso. Look
moderno che si rivela
anche in dettagli,
come le due lampade
alogene da 20 W che
donano una gradevole
illuminazione diffusa,
oltre a garantire un
miglior rendimento
rispetto alle
lampadine tradizionali.
rumorosità
(alla portata massima,
escluso posizione
intensiva) 42
ELICA
Modello
Vogue Leather
Portata massima
aspirante (mc/h)
(escluso posizione
intensiva) 1.450
Tipologia
Rumorosità in dBA
(sottopensile, isola,
camino, angolo)
(alla portata massima,
escluso posizione
intensiva) 56
soffitto
Tipologia
di funzionamento
(aspirante, filtrante)
aspirante
Estetica Elica Team acciaio e pelle nera
Tipologia comandi
Magic wand + kit
radiocomando
a distanza
Misure in cm (hxlxp)
100(l)x93,1(h)
-114,5 x 45
Punti di forza
cappa molto
silenziosa grazie al
sistema brevettato
Elica Deep Silence
Plus (EDS3 Plus+)
che permette di
abbattere
l’inquinamento
acustico di oltre il
40% rispetto alle
cappe attualmente
presenti sul mercato.
Vero oggetto glamour
per la cucina per la
scelta di materiali
del tutto inusuali per
questo settore, più
comuni invece nella
moda. L’utilizzo della
pelle è frutto di lunghi
studi del laboratorio
Elica TechLab,
unico al mondo
certificato SMT per
l’elettrodomestico
cappa.
OLTRE LE FRONTIERE DELL’ASPIRAZIONE
CUCINATECNO
112 | ambientecucina
TECNOWIND
Modello Wave
Tipologia
(sottopensile, isola,
camino, angolo) parete
Tipologia
di funzionamento
(aspirante, filtrante)
aspirante e filtrante
Estetica inox
Tipologia comandi
Touch control o Digital
soft touch. Disponibile
anche Remote Control
Portata massima
aspirante (mc/h)
(escluso posizione
intensiva) 756
Rumorosità in dBA
(alla portata massima,
escluso posizione
intensiva) 53
Misure in cm (hxlxp)
43,1x90x45
K DESIGN
Modello Stone
Tipologia comandi
radiofrequenza
(telecomando)
Tipologia
Rumorosità in dBA
(sottopensile, isola,
camino, angolo)
camino
(alla portata massima,
escluso posizione
intensiva) 68
Tipologia
di funzionamento
Misure in cm (hxlxp)
50x80x45
(aspirante, filtrante)
filtrante/aspirante
Estetica
acciaio, pietra, vetro
Punti di forza
possibilità
di personalizzare
il pannello frontale,
proposto in pietra
e vetro; illuminazione
led a luce fredda;
possibilità di inclinare
a piacere il pannello
frontale in base
all’utilizzo (standby
in posizione verticale,
in fase di utilizzo
si può inclinare
Punti di forza
realizzata
completamente
in acciaio, si
contraddistingue per
l’eleganza costruttiva
legata alla semplicità
della geometria.
Il sistema
di aspirazione
perimetrale
è nascosto alla vista
amplificando la pulizia
formale delle linee.
Il meccanismo
di apertura/chiusura
della parte frontale
della cappa, per
accedere alle parti
interne, è agevolato
da un sistema
altamente
professionale.
La forma concava
della cappa
garantisce una
maggiore efficacia
dell’aspirazione.
SIEMENS
95-120x90x50
Modello LC8M950
Cappa multiMedia
Punti di forza
funzioni multimedia:
tv, dvd, cd (video,
audio, mp3),
connessione pc;
televideo con funzione
Memory;
telecomando;
comando elettronico
con pulsanti, display
a 7 segmenti; stadio
intensivo con
ripristino automatico;
regolazione
luminosità;
Illuminazione alogena;
Softlight.
Non utilizzabile
con piani a gas.
per facilitare
le manovre in cucina).
Motore in alluminio
con performance alla
posizione intensiva di
1.000 mc/h; estetica
lineare valorizzata
dal comando a
radiofrequenza
(telecomando).
Tipologia
(sottopensile, isola,
camino, angolo)
caminono
Tipologia
di funzionamento
(aspirante, filtrante)
espulsione
o a ricircolo d’aria
Estetica acciaio inox;
schermo 17”
Tipologia comandi
elettronico con pulsanti,
display a 7 segmenti
Portata massima
aspirante (mc/h)
(escluso posizione
intensiva) 670
Misure in cm (hxlxp)
ad espulsione:
95-110x90x50;
a ricircolo:
114 | ambientecucina
[ portfolio GFL e Gruppo ICA ]
Mobili a impatto zero:
un obiettivo comune
L’AZIENDA MARCHIGIANA PRODUTTRICE
e prestazioni dei prodotti. In un simile percorso,
DI ANTE E COMPLEMENTI SCEGLIE LE VERNICI
delle vernici: per questo motivo GFL ha effettuato una
ALL’ACQUA ICA PER UNIRE L’ALTA QUALITÀ
lunga serie di test comparativi sul campo tra i diversi
AL RISPETTO DELL’AMBIENTE
punto di incontro tra qualità, ecologia e vantaggi
risultava strategica la scelta del partner per la fornitura
fornitori, in modo da valutare quale fosse il miglior
produttivi. Il risultato di questa fase sperimentale
è stato l’avvio della partnership con il Gruppo ICA,
La serie di ante decapé
proposte da GFL sono trattate
con vernici all’acqua ICA.
L’attenzione per l’ambiente è da tempo una priorità
che dal 2005 fornisce le sue vernici all’acqua a GFL.
che le aziende più sensibili ed evolute stanno facendo
L’azienda marchigiana è una delle prime in Italia ad
propria, anche nel settore dell’arredamento in cui
aver ridotto l’impatto ambientale dei propri prodotti
la riduzione delle emissioni nocive è sinonimo di un
attraverso l’adozione dei cicli di verniciatura all’acqua:
impegno “verde” sempre più qualificante in termini
una scelta che costituisce un punto di forza
competitivi, oltre che necessario per adeguarsi ai
sia sul mercato nazionale, principale riferimento
vincoli normativi. È in quest’ottica che GFL, azienda
di GFL, sia su quello europeo.
di Recanati con quarant’anni di esperienza nel settore
La gamma di prodotti di GFL si è ampliata nel corso
della produzione di ante ed accessori per l’industria
degli anni e oggi spazia dalle ante ai complementi,
del mobile (con particolare riferimento alle cucine),
dalle cucine ai soggiorni e ai bagni, fino all’arredo
ha intrapreso un percorso di progressiva sostituzione
per ufficio. Ad una produzione così articolata
della verniciatura a solvente con quella ad acqua:
corrispondono molteplici esigenze in termini di
una svolta che va nella direzione del mobile “a impatto
verniciatura: in questo il Gruppo ICA si è dimostrato
zero”, senza scendere a compromessi quanto a qualità
un partner affidabile e competente, capace di fornire
vernici che garantiscono ottime prestazioni chimicofisiche, tutelando l’ambiente naturale e umano.
Le vernici all’acqua riducono, infatti, drasticamente
le emissioni di solventi: un segno di rispetto non solo
nei confronti della natura, ma anche nei confronti
delle persone, di chi lavora con le vernici così come
di chi vive a contatto con i prodotti verniciati.
Oltre ad essere una garanzia per gli utilizzatori finali
dei mobili, le bassissime emissioni indoor delle vernici
ICA offrono a GFL l’ulteriore vantaggio di migliorare
l’ambiente di lavoro nell’area verniciatura: questo
significa ridurre la frequenza delle visite mediche
per gli addetti, semplificare alcune pratiche legate alla
PRODOTTI E PROCESSI
I NUMERI DEL RISPARMIO AMBIENTALE
Con i cicli studiati dal Gruppo ICA, la linea di
verniciatura di GFL, messa a regime a ottobre del
2005, produce 15mila ante al mese e grazie alle
prestazioni delle vernici all’acqua è stato possibile
aumentare notevolmente il contributo dell’azienda
alla costruzione di un mobile a impatto zero.
In particolare ricordiamo che le vernici all’acqua
scelte da GFL hanno una serie di caratteristiche
uniche per prestazioni, prime tra tutte il fatto che
contengano una quantità di solventi organici volatili
inferiore al 2% e che superino le prove di resistenza
ai liquidi freddi (UNI EN 12720), alla quadrettatura
(UNI EN ISO 2409/96) e agli sbalzi di temperatura
(UNI 9429/89).
Anche i vantaggi in termini di recupero e di resa del
prodotto sono molto significativi: GFL recupera il 30%
della vernice e la migliore resa delle vernici ad acqua
rispetto a quelle a solvente permette un risparmio di
prodotto superiore al 30%. La linea di verniciatura,
a ciclo chiuso con due spruzzatrici automatiche e un
Dopo il passaggio attraverso due tipologie di forno, ogni lato
delle ante viene esposto a due lampade UV.
sicurezza e ridurre la polizza assicurativa contro il
ribaltatore-traslatore, permette di applicare le vernici
ICA su entrambi i lati dell’anta in un unico passaggio.
Dopo il carico delle ante e la spolveratura, una
spruzzatrice oscillante con otto pistole airmix
permette di applicare i prodotti vernicianti.
Dopo essere passate attraverso due tipologie di forno
(uno in linea con aria calda laminare e uno ad ugelli,
entrambi con due lampade NIR), ogni lato delle ante
viene esposto a due lampade UV e il ciclo si
conclude in una cappa di raffreddamento.
La linea di verniciatura permette di applicare le vernici ICA
su entrambi i lati dell’anta in un unico passaggio.
INTERVISTA A CARLO PIRCHIO
rischio di incendi. Conformi alle principali normative
europee di settore, le vernici all’acqua a marchio ICA
consentono a GFL di realizzare componenti con
caratteristiche estetiche e qualitative equivalenti
o superiori a quelle ottenibili con vernici a solvente.
LE RAGIONI DI UNA SCELTA ECO-COMPATIBILE
Direttore di produzione, nonché
uno dei titolari di GFL, Carlo Pirchio
ci spiega le ragioni di una scelta
a favore dell’ambiente.
Un connubio ideale tra innovazione tecnologica
e qualità, frutto degli studi effettuati quotidianamente
nei due laboratori di ricerca del Gruppo ICA ed
espressione concreta del DNA “verde” della società
marchigiana, che da inizio anni Ottanta si è impegnata
a ridurre al massimo l’impatto dei propri prodotti
sul mondo che ci circonda. Una volontà sancita
ufficialmente dalla Comunità Europea con
l’assegnazione del marchio LIFE (L’Instrument
Financier pour l’Environnement) alle vernici ad acqua
del Gruppo ICA, come premio per l’impegno
in direzione dello sviluppo durevole e sostenibile.
GFL ha colto in pieno il vantaggio di produrre
utilizzando le vernici a base acqua ICA, presentandosi
così ai produttori di mobili come un’azienda a forte
vocazione ecologica, che opera nella costante ricerca
del miglior equilibrio tra qualità ed estetica per offrire
soluzioni su misura delle singole esigenze progettuali.
L’incontro tra GFL e Gruppo ICA apre quindi nuove
prospettive per il settore dell’arredamento,
che si candida a un ruolo di primo piano nello
scenario del cosiddetto “green building”.
Quali sono state
le motivazioni principali che hanno
determinato l’adozione di cicli
di verniciatura a base acqua?
L’esigenza di rispettare la normativa
sulle limitazioni di emissioni di solventi
in atmosfera è stata sicuramente
il nostro trampolino di lancio.
Con l’occasione abbiamo voluto offrire
alla clientela delle nuove finiture realizzate
con vernici tecnologicamente avanzate.
Proprio per questo si è scelto di
intervenire a valle con la sostituzione dei
prodotti e non a monte con un impianto
di abbattimento. Cosa non meno
rilevante, la nostra strategia sui prodotti
vernicianti ci ha permesso anche
di apportare un radicale miglioramento
dell’ambiente lavorativo.
Quali sono stati i vantaggi concreti
della produzione in serie
di ante verniciate all’acqua?
Nel 2008 abbiamo raggiunto
un obiettivo importantissimo: la Regione
Marche ha approvato il nostro piano
di riduzione solventi e questo ci permette
di lavorare in tutta tranquillità, nel pieno
rispetto della normativa vigente.
Dal punto di vista tecnico il prodotto
finito è risultato avere prestazioni
chimico-fisiche superiori. Inoltre, la nostra
elevata specializzazione nelle finiture
laccate decapé ci ha permesso
di ottenere, proprio grazie alle vernici
all’acqua, un’elevata produttività,
ma anche degli effetti tattili e visivi
sui vari supporti legnosi molto apprezzati
dalla nostra clientela.
Quale può e deve essere il ruolo
del produttore di vernici in una
produzione che contribuisca alla
salvaguardia dell’ambiente?
Il ruolo di ICA nella messa a punto
di prodotti a base acqua che potessero
rispondere perfettamente alle nostre
esigenze di produzione è stato molto
importante, in quanto ci ha permesso
di realizzare cicli di verniciatura molto
complessi e particolari, senza troppe
difficoltà. In questo ha giocato un ruolo
fondamentale il servizio di assistenza
tecnica ICA fornito nelle fasi iniziali
del passaggio da prodotti a solvente
a prodotti all’acqua. Anche oggi
l’assistenza tecnica di cui
ci avvaliamo è sicuramente un punto
di forza non indifferente nel positivo
andamento di questo rapporto
cliente-fornitore.
CUCINATECNO
116 | ambientecucina
ALDO CIBIC
PER QUARELLA
Una facciata
realizzata con lastre
di rivestimento
staccate dal muro
portante, in cui
la retroilluminazione
evidenzia
la trasparenza.
ambientecucina
| 117
MARMOMACC La duttilità della materia,
plasmata dalla tecnologia e disegnata
dal progetto, è stata il grande tema del salone
veronese, che si conferma appuntamento
di eccellenza per il made in Italy
QUASI UNA PELLE
DI PIETRA
di Paola Leone
Greve e statica. Eppure si percepisce leggera e
duttile la pietra, una volta passata attraverso la
creatività di designer e artisti, e poi sotto lo scalpello di maestri artigiani e di macchinari all’avanguardia. Una sorta di magia, una trasformazione
della materia che si compie in molte realtà industriali d’eccellenza del nostro Paese, e che si mostra una volta all’anno a Marmomacc, Mostra Internazionale di Pietre, Design e Tecnologie, manifestazione veronese confermata, anche quest’anno, leader nel mondo per la completezza dell’offerta e per il numero e l’alto livello di buyer, progettisti, architetti, designer e operatori professionali del settore. Positivi sia i dati dell’affluenza di
pubblico, con oltre 63.000 presenze, sia quelli relativi alla partecipazione delle aziende espositrici,
un totale di 1.534 (di cui circa il 45% provenienti
da 54 paesi esteri) contro le 1.510 del 2007, occupando una superficie totale di 77 mila metri quadrati. Sul fronte del design, le proposte provenivano dal settore marmi, graniti e pietre e dal denso
programma di eventi collaterali relativi all’innovazione e alla diversificazione dei prodotti. Tra questi, “Marmomacc incontra il design”, seconda edizione dell’innovativo progetto volto a stimolare il
dibattito e a creare sinergie sempre più strette tra
aziende e progettisti, tra produzione e design.
GLITTER E TEXTURE IN SUPERFICIE
Stimolante e ricca, quindi, l’edizione ’08 di Marmomacc. Merito della vitalità delle numerose aziende provenienti da tutto il mondo, ma in primis,
di quelle italiane, che insieme compongono un sistema produttivo - il marmo lapideo - di tutto rispetto per l’economia del nostro Paese, con 11 mila imprese per 60 mila addetti, e 3 miliardi di euro
di fatturato. E per incrementare anche all’estero,
nel Nord America, la crescita di questo prestigioso
settore, Marmomacc sta realizzando un’alleanza
strategica con StonExpo (manifestazione leader
nel settore delle pietre naturali negli Stati Uniti)
determinando il “rebranding” di StonExpo in StonExpo/Marmomacc Americas: in tal modo sarà favorito il marchio Marmomacc oltreoceano e reso
visibile un made in Italy in forte sviluppo.
Il settore appare quindi quanto mai attivo e foriero
di novità, anche rispetto al progetto, che sta diventando il plusvalore di un’ampia gamma di lavorati ad alto contenuto tecnologico. E rispetto ai
contenuti di design, anche il marmo-lapideo è attraversato da tendenze di stile, spesso in linea
con quelle del mobile e della moda. Tre le più evidenti, l’introduzione nell’interior delle pietre semipreziose, la testurizzazione delle superfici e l’uso
versatile dei materiali. Brillante in ogni senso la
prima tendenza, di carattere decorativo, per spazi
di lusso dove lastre composite di ametista, agata,
onice e addirittura legno pietrificato arricchiscono
porzioni di superfici verticali. Spiccavano fra tutte
le composizioni di Cosentino, le Semi-Precious
Stone, lastre di qualità garantita, ideali per progetti esclusivi, e di Antolini, che sul concetto di
prezioso ha fatto un passo in più: con la Winter
Collection, firmata Fiona Swarovski, i cristalli si
abbinano alla materia naturale ed entrano a far
parte delle finiture architettoniche. Diverse le ap-
QUARELLA
I nuovi prodotti
della linea quarzo
di Quarella
(Miel e Mosto)
adatti all’uso
in ambiente cucina
(per top, pavimenti
e rivestimenti)
in quanto resistenti
agli acidi.
CUCINATECNO
118 | ambientecucina
1. COSENTINO
La Platinum
Collection, frutto
della collaborazione
tra Silestone®
e Fernando Alonso,
realizzata in una serie
di finiture metallizzate.
plicazioni create dalla stilista, fantasia o abbinate
alle lavorazioni in altorilevo a guisa di cornici, fasce e greche. È proprio la testurizzazione l’altro
trend di stile proposto dai designer per marmi,
pietre e graniti, lavorati secondo disegni che scavano di pochi decimi di millimetro le superfici
creando decori di forte effetto visivo. Eloquenti in
tal senso i progetti di Marco Piva per Lasa Marmo.
«Ho voluto arricchire di nuova profondità il materiale grazie a raffinate tecniche, come l’incisione e
la texturizzazione e tramite pigmenti che danno
brillantezza e opacità», dice l’architetto del suo
progetto Skin Deep. «Ho dato movimento a grandi
lastre, lavorate per creare effetti optical che vibrano sulla materia e si espandono nelle diverse dimensioni. E cambiando l’angolo della luce, da 90°
a 180°, la parete rivela un altro disegno, illusioni
che evocano la sensazione di superficie, l’incisione della pelle». Un lavoro di ricerca approfondito,
che trasforma la staticità superficiale della pietra
in materia vibrante.
2. OKITE
Sistema
è il monoblocco
cucina interamente
realizzato in Okite®,
che con la Collezione
Venati riproduce
fedelmente le
venature del marmo,
qui in colore Bianco
Carrara. Brand name
di Seieffe Industrie,
Okite® è un composito
a base di quarzo,
che offre un’ampia
gamma di variazioni
cromatiche, non
esistenti in natura,
con ottime prestazioni
di resistenza
alle sollecitazioni
e di igienicità.
LE DIMENSIONI DELLA VERSATILITÀ
Si può leggere in più modi il terzo trend stilistico,
che rende il lapideo un elemento versatile e plasmabile. Un concetto che ha più significati, sia rispetto alle lavorazioni sia all’uso, ad esempio, interno/esterno e orizzontale/verticale. Interpretano questa duttilità i materiali compositi impiegati
anche per i piani cucina rinnovati nelle finiture,
che ora comunicano lusso e glamour attraverso il
trattamento superficiale lucido e metallizzato.
Detta la nuova tendenza Cosentino, con Platinum
Collection della linea Silestone®. Frutto della collaborazione tra Silestone e Fernando Alonso, la nuova collezione rappresenta una delle superfici in
3. ANTOLINI
La cucina realizzata
in Jungle Jasper, una
pietra dai cromatismi
preziosi che richiamano
“le mille piante
che si intrecciano
nelle foreste
dell’Africa nera”.
1.
2.
quarzo più avanzate tecnicamente sul mercato
racchiudendo in sé i valori e i temi del mondo della Formula 1. Che, nell’aspetto, si traducono nel
dinamismo delle finiture metallizzate Carbono,
Steel, Chrome e Zirconium. Ma Silestone® si amplia anche di nuove nuance, disponibili nella doppia finitura lucida o leather, tra cui il Magenta Energy per la serie Life.
Marmo Arredo prosegue invece la ricerca di soluzioni per realizzare piani di lavoro sempre più leggeri e al contempo resistenti e punta quindi sul
miglioramento della collezione ad alta tecnologia.
Caratteristica della linea di top in marmo/resina di
Marmo Arredo è infatti il peso ridotto e l’altissima
resistenza alle flessioni ottenuta grazie all’utilizzo
congiunto di lastre da 1,2 cm e supporto in
Eulithe®, espanso costituito da un polimero poliuretanico rigido termoindurente.
La novità proposta a Marmomacc riguarda proprio
l’evoluzione tecnica del supporto in Eulithe®, ora
disponibile con struttura alveolare che permette
di realizzare piani lunghi fino a 5 metri.
Okite e Quarella, infine, si sono espresse non solo
rispetto alle finiture, ma sul principio di materia
lapidea quale di rivestimento globale.
Ecco la cucina di Okite, completamente finita con
lastre a misura in Bianco Carrara della Collezione
Venati. Massiccia e imponente, anche la cucina
proposta da Quarella, azienda d’eccellenza del
settore, che nello stand veronese ha presentato le
nuove Miel e Mosto, della linea Quarzo.
Un altro modo di pensare e di “giocare” con la pietra, sempre nuova eppure antica, che non finisce
di rivelare inaspettate qualità e di trasformarsi.
Sotto la duplice forza della tecnologia e del “pensiero”.
3.
ambientecucina
CLAUDIO SILVESTRIN
PER IL CASONE
Il progetto La Cava, in cui
un’arancia di pietra si sbuccia
con il tipico andamento a spirale.
SIMONE MICHELI
PER ODORIZZI
Il porfido lavorato come una pelle,
in spessori sottili, posabile in verticale,
in orizzontale e come copertura di tetti.
LA MATERIA
E LA SFIDA DEL DESIGN
Marmomacc incontra il design,
a cura di Evelina Bazzo, è stato l’evento
di grande successo del salone veronese
che ha animato gli stand di aziende
conosciute e nuove, che proprio grazie
a questa iniziativa potranno incrementare
la propria visibilità anche in settori come
l’interior design. Con questo obiettivo,
15 designer emergenti e di fama
internazionale sono stati chiamati
ad impegnarsi nella ricerca di nuovi trend
nell’abitare e nell’edilizia, proponendo,
ognuno con un’azienda, un progetto
d’arredo che enfatizzasse le attitudini
del marmo in applicazioni replicabili
in piccole serie e con una componente
industriale. Tutti dovevano confrontarsi
con un unico tema: Skin, pelle, texture.
Una stimolante sfida concettuale, perché
la superficie lapidea, se riportata all’idea
di pelle, riesce a perdere la sua
accezione bidimensionale ed esprimersi
in chiave di plasticità o tridimensionalità
delle forme. Così le 15 aziende e i 15
creativi hanno dato vita a progetti di alto
valore culturale, estetico e qualitativo.
Vincitore del progetto, Claudio Silvestrin
con Il Casone e il progetto La Cava,
che rappresentava un’arancia che
si sbucciava con il tipico andamento
a spirale. «Questo progetto
ci fa percepire che la crosta non vuole
separarsi dal cuore della roccia, che
esiste invece un tutt’uno, un’unità»
spiega Silvestrin. «L’energia della roccia
consiste in questa totalità materica».
Stupefacenti per gli esiti, per la capacità
di trasformare la materia rigida
in rivestimento dall’impatto addirittura
morbido, tutti gli altri progetti, a partire
da quello di Simone Micheli con Odorizzi
e un’idea di nuova flessibilità del porfido
pensato come “una pelle, lavorata
in spessori sottili su formati di rete
40x40 in geometrie modulari”, da posare
non solo a terra, ma in verticale, in
orizzontale e come copertura di tetti.
Da citare sicuramente il progetto
di Aldo Cibic per Quarella, «un pezzo
di facciata ventilata, ossia realizzata
con lastre di rivestimento ma staccate
dal muro portante; il tutto illuminato
dietro da un colore rosso che dona
trasparenza» e quello di Massimo Iosa
Ghini per Budri, «installazione che indaga
le potenzialità del marmo, trattato non
più come superficie di rivestimento
ma come materiale fluido che riempie
lo spazio e lo attraversa».
Di forte impatto emotivo, un progetto
su tutti: il Cristo di Riccardo Blumer
per Scalvini Marmi. «Su una tela di
marmo ho riprodotto un Cristo del ’700»
spiega il progettista. L’effetto
impressionante dell’impronta del viso
sulla superficie marmorea, che sembra
una tela morbida, è ottenuto «grazie
all’utilizzo di una macchina che scansiona
le forme e scolpisce il marmo con grande
precisione. Visto da dietro, è un’impronta
al negativo: come un corpo che affonda
nella terra. Davanti, invece, si ha la
sagoma in positivo che “spinge” dalla
tela. Come se il corpo volesse uscire
dalla sua pelle». La domanda che lui
stesso si pone è: perché il Cristo?
«Non è una provocazione.
Abbiamo sperimentato diversi soggetti,
ma Cristo rappresenta l’essenza
dell’uomo. È l’icona delle sue istanze”.
RICCARDO BLUMER PER SCALVINI MARMI L’impronta del viso di Cristo del ’700
riprodotto su una tela di marmo ottenuta con macchine che scansionano con precisione le forme.
Foto Progetti by Alberto Parise
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