CERIMONIA DI CONFERIMENTO DELLA LAUREA AD HONOREM IN “MANAGEMENT DELLE IMPRESE DI TRASPORTO” Sabato 22 aprile 2006, ore 19,00 Villa Doria D’Angri Via Petrarca, 80 - Napoli 3 Università degli Studi di Napoli “Parthenope” Dipartimento di Statistica e Matematica per la Ricerca Economica CERIMONIA DI CONFERIMENTO DELLA LAUREA AD HONOREM IN “MANAGEMENT DELLE IMPRESE DI TRASPORTO” all’armatore GIUSEPPE D’AMATO Laudatio Claudio Quintano Lectio Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili. Gli andamenti recenti Giuseppe D’Amato 5 CERIMONIA DI CONFERIMENTO DELLA LAUREA AD HONOREM IN “MANAGEMENT DELLE IMPRESE DI TRASPORTO” ALL’ARMATORE GIUSEPPE D’AMATO Laudatio Accademica di Claudio Quintano Magnifico Rettore, Autorità, Colleghi carissimi, Studenti, Signore e Signori, L’Università degli Studi di Napoli “Parthenope” onora, oggi, Giuseppe D’Amato per il suo prezioso contributo al progresso raggiunto nel settore dell’economia marittima italiana. Presentiamo la straordinaria carriera di Giuseppe D’Amato. Giuseppe D’Amato è sicuramente uno degli emblemi del mondo marittimo italiano ed è una delle figure di maggior prestigio tra gli armatori italiani ed esteri. Giuseppe D’Amato nasce a Torre del Greco nel 1926, da una famiglia che già da decenni aveva riposto nel mare i sogni, il lavoro, i successi. Il padre Umberto, infatti, armatore e Grande Ufficiale della Repubblica è a sua volta discendente di armatori così come la madre Maria Maddalena discendente, a sua volta, dell’armatore Giuseppe Palomba. È fratello di 11 discendenti, anch’essi per la maggior parte uomini di prestigio nel mondo dei trasporti marittimi. Giuseppe D’Amato, avendo scelto di frequentare l’Istituto Tecnico Nautico (a Napoli), deve prepararsi privatamente per conseguire una maturità (quella scientifica) che gli consenta di intraprendere gli studi universitari e di iscriversi alla facoltà di Ingegneria, sezione navale e meccanica, presso l’Università di Napoli “Federico II”. L’attitudine allo studio viene però distolta, dapprima parzialmente e poi 7 Laudatio di Claudio Quintano Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 8 completamente, dalle vicissitudini che colpiscono l’azienda familiare a causa della II guerra mondiale. Giuseppe, infatti, deve iniziare a lavorare ben presto a soli 18 anni, a fianco al padre per risollevare l’attività di famiglia dalle difficoltà connesse con la perdita per la guerra di tutta la flotta di proprietà. Vicissitudini che, ancora oggi, si riflettono nel rammarico di Giuseppe di non aver potuto conseguire la Laurea in Ingegneria. La prima ditta nella quale ha lavorato era la “Palomba & D’Amato”, costituita all’inizio degli anni Venti del secolo scorso dal nonno materno Giuseppe Palomba, armatore di velieri, e dal padre Umberto che, nel 1924, sposa la figlia di questi Maddalena. Anche il nonno paterno, Giuseppe D’Amato, era comandante ed armatore di un veliero di 500 TDW con il quale faceva viaggi per l’America. Con immensi sacrifici, un poco alla volta, la “Palomba & D’Amato”, prima con motovelieri di legno e, successivamente, con vecchi piroscafi di 2/3.000 TDW acquistati di seconda mano in Nord Europa, ricostruisce una discreta flotta nella quale Giuseppe si occupa praticamente di tutto essendo, il nonno ed il padre, già anziani. Queste navi erano dotate di macchine a vapore a triplice espansione con caldaie con combustione a carbone che venivano portate in Italia per essere convertite con combustione a nafta. L’impegno di Giuseppe D’Amato nell’azienda di famiglia fu a lungo totalizzante delle sue energie. Infatti, il fratello minore Michele, primo dei maschi dopo sei sorelle, ha dodici anni in meno di Giuseppe per cui passano molti anni prima che Michele e gli altri tre fratelli possano dare il loro valido contributo all’azienda. Con l’ingresso degli stessi fratelli, la “Palomba & D’Amato” si scinde. È, infatti, dapprima costituita la “PERSEVERANZA S.P.A. DI NAVIGAZIONE”, fondata dalla Famiglia D’Amato e da numerosi altri soci esterni. Questa Società acquista navi sempre più grandi e moderne. Successivamente, viene costituita la “FRATELLI D’AMATO S.P.A.”, i cui soci sono esclusivamente i fratelli D’Amato. Queste due Società iniziano a costruire panamax bulkcarriers presso la FINCANTIERI di Trieste e successivamente, oltre a Laudatio di Claudio Quintano Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 bulkcarriers, anche cisterne in Korea ed in Cina, non essendo più competitivi i Cantieri italiani. Attualmente, Giuseppe è il Presidente e proprietario con la famiglia al 99% della PERSEVERANZA S.P.A. di Navigazione, proprietaria di bulkcarriers e cisterne già in esercizio o in costruzione per il trasporto di carichi alla rinfusa secchi e liquidi. La stessa Società ha, inoltre, oltre venti navi a noleggio per medio e lungo periodo, rinoleggiate ad importanti gruppi armatoriali internazionali. A conferma del suo impegno nel settore nautico, Giuseppe D’amato è stato per vari anni Vice Presidente della Confitarma, l’associazione di categoria degli armatori italiani; è stato membro del Consiglio di Amministrazione della Banca di Credito Popolare, la più grande banca regionale del Sud Italia; è stato membro del Consiglio di Amministrazione della UMS Generali Marine, la più grande società Italiana di Assicurazioni Corpi e merce nel campo navale. Nella guida della società di famiglia, e più in generale nelle sue attività, Giuseppe D’Amato è stato ed è attivamente coadiuvato ed affiancato dalla sua famiglia. Infatti, anche i suoi discendenti, nati dalla moglie Cinzia della Gatta (figlia a sua volta di Rosalia Mazza, il cui fratello Crescenzo è stato più volte eletto al Parlamento espletando incarichi di Sottosegretario e di Ministro) hanno per la maggior parte scelto di continuare la tradizione marittima di famiglia. Giuseppe è padre di 4 figli che vengono citati qui di seguito, in quanto quella di Giuseppe d’Amato è un’azienda familiare con ampia partecipazione all’attività da parte dei familiari. Anzitutto, la moglie Cinzia è azionista paritetica del marito della attuale società “PERSEVERANZA S.P.A. DI NAVIGAZIONE”, Presidente da oltre quindici anni della Società San Vincenzo de’ Paoli di Torre del Greco, ampiamente impegnata nel sociale e nella beneficenza in tutti i campi. È stata ininterrottamente a fianco del marito con i loro quattro figli e ciò rappresenta obiettivamente il reale patrimonio della famiglia. La prima figlia, Marilena, laureata con 110 e lode in Biologia, insegna Scienze ed è azionista della società di famiglia in misura paritetica con i fratelli. Il secondo figlio, Umberto, laureato in Ingegneria Navale con 110 e lode, dirige la Ships Surveys and Service Srl, che gestisce la parte 9 Laudatio di Claudio Quintano Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 10 tecnica delle navi di Famiglia e di terzi. È amministratore delegato della “PERSEVERANZA S.P.A. DI NAVIGAZIONE”. Dotato di vastissima esperienza nel campo delle costruzioni e manutenzioni di vari tipi di navi, è Consigliere di Amministrazione del R.I.N.A., Vice presidente del Safety and Loss Advisory Committee dello Standard Steamship Owners P + I Club, membro della consulta economica della Provincia di Napoli, area marittima, è stato Vice presidente della Commissione Tecnica della Confitarma. La terzogenita, Rosalia, è brillantemente diplomata in ragioneria e collabora con il reparto contabile con grande capacità e responsabilità. Ella risponde degli impegni economici dell’azienda che per un’attività armatoriale sono di estrema delicatezza ed importanza. Inoltre, affettuosamente, opera da segretaria particolare per il padre e per i fratelli, avvalendosi della collaborazione della Dott.ssa Mariarosaria Visciano, laureata in Lingue e Letterature Straniere. Infine, l’ultimo figlio, Angelo, laureato in Economia e Commercio con il massimo dei voti, è dotato di vasta esperienza nel campo finanziario ed amministrativo, maturata con un Master presso la Bocconi di Milano e con vari corsi presso commercialisti di rilevanza internazionale. È anch’egli amministratore delegato della “PERSEVERANZA S.P.A. DI NAVIGAZIONE”. È membro del Consiglio di Amministrazione di Confitarma e del Comitato Esecutivo, Presidente della Commissione Finanza e Diritti d’Impresa; membro del Consiglio di Amministrazione della Banca di Credito Popolare di Torre del Greco; membro del Council di Intertanko; Vice Presidente del Fondo Nazionale marittimi. È stato il Presidente del Gruppo Giovani Armatori di Confitarma per 5 anni. Gli intensi rapporti familiari che emergono dagli interessantissimi identikit dei singoli componenti sono descritti in un testo che riporta le biografie, al 1999, degli armatori dell’area vesuviana (Clelia Sorrentino, 2000 in “Armatori del 2000. Vesuviani oltre il Mediterraneo. Attività marinare”, Spring Edizioni) al quale si rimanda. La sezione dedicata ai D’Amato descrive l’impegno ed il lavoro di leader e carismatico di Giuseppe, fratello saggio e tenace, dei figli Angelo (Presidente dei Giovani Armatori), Umberto (Vice Laudatio di Claudio Quintano Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 Presidente della Commissione Tecnica Confitarma) e Rosalia (Dirigente della Compagnia Perseveranza spa). La moglie ed i figli di Giuseppe D’Amato, oltre a prestare il proprio lavoro e, quindi, partecipare alla suddivisione degli utili, hanno condiviso le decisioni gestionali ed imprenditoriali, sull’impiego degli utili, sull’incremento del patrimonio, sugli indirizzi produttivi, dando testimonianza di un fenomeno peculiare del mondo produttivo italiano, che è dato dalla presenza delle imprese familiari. Quella delle imprese familiari costituisce, infatti, come è noto, una peculiarità tutta italiana. Il nostro è il Paese delle piazze e dei campanili e il suo tessuto sociale ed economico non è che lo specchio di questa peculiarità. Torre del Greco, che ha dato i natali alle Famiglie Palomba e D’Amato, con le sue importanti aziende armatoriali e con le altrettanto importanti ed esclusive aziende dedite alla lavorazione e commercializzazione del corallo e delle perle, composte sempre da gruppi familiari, rappresenta un tipico esempio di tale peculiarità. Alla grande impresa, sostenuta pesantemente dallo Stato che su di essa ha investito, ha fatto da contraltare una realtà di piccole e medie imprese, alimentata dalla sola capacità imprenditoriale di alcune famiglie, che ha prodotto casi mondiali di eccellenza. Come questa realtà riesca a porsi nei confronti delle nuove sfide che è chiamata ad affrontare, nell’attuale contesto competitivo, è questione molto attuale, che vede in genere una parola ricorrente: crescita. Gli analisti puntano infatti il dito sul fattore dimensionale quando interpellati sulle criticità del nostro sistema produttivo. Ciò è senz’altro vero, ma necessita di essere approfondito meglio, perché appare superficiale buttare in mare un intero sistema che fino a non molti anni fa veniva osannato proprio in quanto tessuto connettivo del mondo imprenditoriale italiano. La velocità decisionale, una netta vocazione industriale (mission si direbbe oggi), investimenti di lungo periodo, saldi legami col territorio e senso d’appartenenza, reinvestimento degli utili e grande coinvolgimento personale dei proprietari, sono le caratteristiche che hanno decretato la fortuna delle aziende familiari italiane. Probabilmente più che in ogni altro Paese sviluppato, in Italia l’impresa coincide con il nucleo familiare che la gestisce ed è 11 Laudatio di Claudio Quintano Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 12 proprietario della totalità o, almeno, della maggioranza del capitale azionario. Ciò innanzitutto perché in Italia le piccole e medie imprese sono molto più numerose che altrove (in rapporto alle grandi imprese); e nella piccola e media impresa la scala degli investimenti e delle capacità manageriali è ancora tipicamente alla portata di un nucleo familiare. Tuttavia, in Italia, perfino le poche grandi imprese esistenti sono state controllate saldamente da una famiglia, almeno a partire dagli anni Trenta e fino a pochi anni fa. Questa peculiarità italiana viene di volta in volta riproposta dai media come il punto di forza o il tallone di Achille della nostra economia, a seconda delle condizioni congiunturali in cui ci si trova. In un recente saggio di due economisti (Marco Pagano e Fausto Panunzi, 2003 su “la Voce”, dal titolo “Il capitalismo familiare: punto di forza o di debolezza?” Sito: www.lavoce.info) vengono sottolineati gli aspetti ora richiamati: “Il capitalismo familiare ha un essenziale punto di forza: la coincidenza tra il proprietario e il manager. Per definizione, non c’è conflitto di interessi e, quindi, non esiste il pericolo che le decisioni gestionali possano essere in contrasto con il profitto dell’impresa, a meno che il proprietario-gestore non commetta un errore. Invece, le decisioni di un manager stipendiato possono discostarsi dalla massimizzazione del profitto, per il semplice fatto che il manager amministra soldi che non sono suoi. Ci sono molti modi in cui la condotta di un manager stipendiato può discostarsi da quella che il suo datore di lavoro desidererebbe: dall’utilizzo dei beni aziendali per scopi privati allo scarso impegno nella gestione aziendale, dall’assunzione di un familiare incompetente alla vera e propria distrazione di fondi dalle casse aziendali. Naturalmente comportamenti come questi hanno costi elevati per un’impresa, e la forza della maggior parte delle imprese italiane è appunto nella capacità di evitarli. Il problema è che, crescendo, l’impresa raggiunge prima o poi una grandezza tale che le forze di una famiglia non bastano più a fornire due fattori di produzione cruciali per la sua ulteriore espansione: le capacità gestionali e le risorse finanziarie”. L’impegno della famiglia di Giuseppe D’Amato ha evitato che la natura familiare dell’impresa trasformasse i punti di forza citati in “tallone d’Achille”. Laudatio di Claudio Quintano Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 Giuseppe D’Amato vive sfide e opportunità. La competizione internazionale egli la vive non solo con l’innovazione di prodotti, processi e mercati, in quanto imprenditore, ma egli vive anche con l’innovazione familiare che in tali imprese significa: al padre, fondatore, si affianca l’erede, figlio o nipote, per cui c’è il confronto speculativo tra padre e figlio o tra il fondatore e gli eredi, esperienza affascinante ed al tempo stesso difficile. Egli indirizza i passi che devono essere fatti e scanditi per procedere con successo. Giuseppe D’amato può sicuramente assumere il ruolo di modello esemplare per chi si avvicina allo studio e al lavoro con impegno, caparbietà, serietà, responsabilità. L’allora Istituto Universitario Navale, bisogna ricordarlo, annovera tra i suoi studenti un cugino di Giuseppe D’Amato, suo omonimo che, durante la II guerra mondiale, perì nel Mar Mediterraneo al servizio della Patria e che fu insignito ugualmente della laurea “honoris causa” alla memoria. La lapide, che è nell’atrio della sede storica di via Acton, 38, lo ricorda tra gli altri studenti e laureati del nostro Ateneo. Anche questo è un legame forte che unisce il nostro Ateneo a Giuseppe D’Amato. 13 Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili. Gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 INFRASTRUTTURE PORTUALI, CANTIERI, FLOTTA E SCAMBI MERCANTILI. GLI ANDAMENTI RECENTI I porti e le infrastrutture I cantieri navali: lo scenario competitivo internazionale La flotta nazionale ed internazionale I flussi marittimi italiani per tipologia merceologica ed aree geografiche Il mercato dei noli La crisi del personale navigante Orizzonti futuri per il settore marittimo Giuseppe D’Amato Armatore Sabato 22 Aprile 2006 Il trasporto marittimo, pur essendo soltanto una delle modalità attraverso cui si esplica la catena del trasporto delle merci, è stato in passato, e continua ad esserlo ancora oggi, un fondamentale tassello nello sviluppo dell’economia mondiale. Oggi, per effetto della globalizzazione, in seguito alla liberalizzazione del commercio internazionale e al decentramento della produzione, si continua a registrare un forte aumento del traffico di merci e, con esso, una crescente domanda di servizi di trasporto marittimo. In un simile contesto, l’Italia è da tempo impegnata a rilanciare i traffici marittimi, consapevole della necessità di rendere l’Unione Europea capace di affrontare la concorrenza nel settore marittimo su scala internazionale. È in uno scenario di questo tipo che appare indispensabile l’accurata comprensione di quali siano i fattori che 15 Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili: gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 giocano un ruolo strategico in questo settore, come ad esempio la logistica all’interno dei porti, la scelta delle flotte, il mercato dei noli, e così via. I porti e le infrastrutture Nell’ambito dei trasporti marittimi, i porti rappresentano l’infrastruttura, ossia la parte fissa, essendo la parte mobile costituita dalla flotta. I porti sono un elemento indispensabile per lo sviluppo economico di un Paese che confini, in qualche parte del suo territorio, con il mare e che dipenda, in maniera più o meno accentuata, dal mare per il rifornimento delle attività produttive, per il vettovagliamento delle popolazioni, per l’immissione dei propri prodotti sui mercati di sbocco, e quant’altro. Negli ultimi anni, i porti italiani hanno riconquistato la leadership nel Mediterraneo, sia fra i porti continentali (con Genova), che tra quelli di transhipment (con Gioia Tauro). Con riferimento ai dati forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, nell’anno 2000, in Italia si contavano 146 porti commerciali e 1.119 accosti, con una lunghezza complessiva delle banchine pari a circa 282 km (Tab. 1). Tab. 1 – Porti e infrastrutture portuali (accosti) in Italia - Anno 2000 Porti e infrastrutture portuali Porti commerciali (numero) Accosti (numero) Lunghezza complessiva accosti (in metri) N. 146 1.119 282.305 Fonte: Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, 2000 Dei 1.119 accosti presenti nei porti, il 22 per cento è destinato ai servizi di trasporto passeggeri, il 12,6 per cento alla movimentazione dei prodotti petroliferi e l’8,5 per cento al movimento dei container (Fig. A). 16 Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili: gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 Fig. A – Accosti per servizio - Anno 2000 (valori percentuali) Fonte: Elaborazione su dati del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, 2000 Da un’analisi strutturale dei porti italiani (Tab. 2), emerge che il porto con la maggiore lunghezza complessiva degli accosti è Venezia (21.514 metri), seguito da Genova (17.479 metri), Trieste (12.632 metri) e Ravenna (11.961 metri). Tab. 2 – Caratteristiche delle infrastrutture portuali nei principali porti italiani – Anno 2000 Porti Ancona Augusta Bari Brindisi Cagliari Capri Catania Civitavecchia Genova Gioia Tauro Ischia La Spezia Livorno Marina di Carrara N. Accosti 25 44 15 21 19 2 17 21 69 7 5 26 30 4 Lunghezza Accosti 4.125 7.651 6.201 5.013 5.814 433 3.462 4.022 17.479 4.646 1.000 4.904 9.443 1.600 Porti Messina Milazzo Napoli Olbia Palermo Piombino Porto Torres Ravenna Reggio Calabria S. Panagia Savona Taranto Trieste Venezia Fonte: Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, 2000 N. Accosti 10 9 24 13 15 27 10 47 5 6 24 18 56 84 Lunghezza Accosti 1.719 3.268 6.135 2.101 3.455 3.110 3.965 11.961 1.530 276 6.358 7.978 12.632 21.514 17 Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili: gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 Mentre, se si prende in considerazione il movimento di merci (Tab. 3), Genova si colloca al primo posto con il 10,5 per cento di tutte le merci sbarcate e il 7,9 per cento di quelle imbarcate; Trieste si pone al secondo posto con il 12,2 per cento delle merci sbarcate, ma al decimo posto per le merci imbarcate (solo il 3,3 per cento del totale). Tab. 3 – Merci sbarcate e imbarcate nei principali porti italiani - Anno 2000 Merci Sbarcate Merci Imbarcate Porti Valori assoluti Val. % Valori assoluti Val. % Genova 33.737 10,5 10.672 7,9 Trieste 39.313 12,2 4.403 3,3 Taranto 20.406 6,3 12.057 8,9 Augusta 16.479 5,1 13.425 9,9 Venezia 23.813 7,4 3.435 2,5 Gioia Tauro 12.706 3,9 12.832 9,5 Porto Foxi 13.761 4,3 10.442 7,7 Ravenna 20.563 6,4 3.095 2,3 Livorno 14.907 4,6 7.467 5,5 S. Panagia 10.395 3,2 7.910 5,9 Milazzo 8.765 2,7 6.484 4,8 La Spezia 8.604 2,7 4.735 3,5 Savona-Vado 11.788 3,7 689 0,5 Napoli 8.232 2,5 3.729 2,8 Brindisi 8.073 2,5 1.021 0,8 Altri porti 71.282 22,1 32.738 24,2 Totale 322.824 100,0 135.134 100,0,2 Fonte: Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, 2000 A livello europeo, invece, emerge che il porto che nel 2000 ha movimentato il maggior numero di merci (Tab. 4) è quello di Rotterdam (320 milioni di tonnellate), seguito da quello di Anversa (130,1 milioni di tonnellate) e di Marsiglia (94,1 milioni di tonnellate). I porti di Genova e di Trieste occupano, rispettivamente, l’ottavo e l’undicesimo posto in termini di merci movimentate. 18 Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili: gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 Tab. 4 – Movimento di merci nei principali porti europei – Anni 1998-2000 (in milioni di tonnellate) Paesi Rotterdam (Paesi Bassi) Anversa (Belgio) Marsiglia (Francia) Amburgo (Germania) Le Havre (Francia) Amsterdam (Paesi Bassi) Tees e Hartlep (Regno Unito) Genova (Italia) Grimsby & Imm. (Regno Unito) Londra (Regno Unito) Trieste (Italia) 1998 1999 2000 Variazione % 2000/99 306,6 119,8 93,4 76,3 66,4 55,7 51,5 45,9 … 56,4 47,2 299,1 115,7 90,3 81,0 63,9 55,7 49,3 45,9 47,0 52,4 44,8 320,0 130,1 94,1 85,9 67,5 64,1 51,5 50,8 50,0 47,9 47,6 7,0 12,8 4,2 6,0 5,6 15,1 4,5 10,7 6,4 –8,6 6,3 Fonte: Institute of Shipping Economics and Logistics, Brema Per quanto riguarda il traffico di container (Tab. 5), il porto più importante a livello europeo è sempre quello di Rotterdam, che nel 2004 ha movimentato oltre 8 milioni di Teu1 (Twenty feet equivalent unit), seguito da Amburgo, con 7, e Anversa, con 6 milioni di Teu. Al quinto posto si colloca il porto di Gioia Tauro con circa 3 milioni di Teu, e all’undicesimo Genova con 1,6 milioni di Teu. Tab. 5 – Movimento di container nei principali porti europei – Anni 2002-2004 (in migliaia di Teu) Paesi Rotterdam (Paesi Bassi) Amburgo (Germania) Anversa (Belgio) Bremerhaven (Germania) Gioia Tauro (Italia) Algeciras (Spagna) Felixtowe (Regno Unito) Le Havre (Francia) Valencia (Spagna) Barcellona (Spagna) Genova (Italia) 1 2002 2003 2004 Variazione % 2004/03 6.515,4 5.374,0 4.777,4 3.031,6 2.954,0 2.229,1 2.750,0 1.720,0 1.821,0 1.461,2 1.530,9 7.100,0 6.138,0 5.445,4 3.190,7 3.080,7 2.515,9 2.700,0 1.977,0 1.992,0 1.652,4 1.605,9 8.300,0 7.003,5 6.064,0 3.469,1 3.261,0 2.937,4 2.700,0 2.150,0 2.127,0 1.883,0 1.628,6 16,9 14,1 11,4 8,7 5,9 16,8 0,0 8,8 6,8 14,0 1,4 Teu è l’unità di misura dei container equivalente a 20 piedi. 19 Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili: gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 Segue Tab. 5 Pireo (Grecia) Malta Southampton (America Centrale) Zeebrugge (Belgio) La Spezia (Italia) Marsiglia (Francia) Taranto (Italia) Livorno (Italia) Cagliari (Italia) Totale 1.350,0 1.244,2 1.275,7 1. 959,0 1. 975,4 1. 809,2 1. 471,0 1 .547,0 11. 47,0 41.843,3 1.605,0 1.300,0 1.377,8 1.220,0 1.006,6 46.831,0 46.658,0 46.593,0 46.314,0 46.303,4 1.555,0 1.461,0 1.441,0 1.200,0 1.040,0 6. 916,0 6. 763,3 6. 638,6 6. 501,2 51.034,7 -3,4 12,4 4,6 -1,6 3,3 10,2 16,0 7,7 59,6 10,2 Fonte: Confitarma, 2004 I cantieri navali: lo scenario competitivo internazionale Nell’ambito del settore marittimo, un ruolo fondamentale è occupato dall’industria cantieristica, il cui scenario internazionale è quello di un settore particolarmente articolato e diversificato e che, negli ultimi anni, si è evoluto lungo determinate direttrici che hanno inciso profondamente sulla sua struttura e sul raggio delle sue possibili attività. In primo luogo, va ricordato lo spostamento verso alcuni Paesi in via di sviluppo di quote particolarmente consistenti del potenziale produttivo della cantieristica internazionale. In particolare, i principali baricentri dell’attività cantieristica sono divenuti il SudEst Asiatico (Giappone, Corea del Sud e Cina), Formosa e il Brasile. Tra le cause di tale tendenza, possono sicuramente citarsi il progressivo spostamento verso l’area del Pacifico degli epicentri dello sviluppo dell’economica internazionale e il fenomeno della rilocalizzazione nei Paesi in via di sviluppo di industrie di base, nonché di produzioni mature e/o standardizzabili e comunque di attività che meglio possono trarre vantaggio dal basso costo del lavoro (Marchese, 2001). Tali considerazioni trovano riscontro nelle informazioni di natura statistica, le quali per il 2003 evidenziavano che, della domanda globale, pari a 39,8 milioni di tonnellate di stazza lorda compensata (T.s.l.c.)2 (Tab. 6), in termini di quote di mercato, fra le 20 2 T.s.l.c.= Tonnellate di stazza lorda compensata: l’unità di misura consente di valutare il carico di lavoro di un cantiere tenendo conto non solo del volume (Tsl) e della capacità di carico (Tpl) della nave, ma anche degli input di lavoro necessari per Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili: gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 maggiori aree di costruzione (oltre a quelle già citate occorre aggiungere l’Unione Europea ed alcuni Paesi emergenti dell’Europa dell’Est quali Polonia, Croazia, Romania, ecc.) i cantieri del Sud-Est Asiatico toccavano l’85% (Tab. 7). Tab. 6 - Ordini globali di nuove navi in milioni di Tonnellate di stazza lorda compensata (T.s.l.c.). Anni 2001-03 Milioni di T.s.l.c. Totale 2001 19,9 2002 20,4 2003 39,8 Fonte: Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, 2004 La Corea ha conquistato, nel 2003, la leadership del mercato mondiale, con una percentuale del 44%, seguita dal Giappone, con una quota del 26%; la Cina ha aumentato la propria quota dall’8 al 15%, mentre l’Unione Europea ha registrato un’ulteriore sensibile flessione dal 10 al 7%. Tab. 7 - Andamento delle quote di mercato mondiale dal 1995 al I semestre 2004 Aree 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 I semestre Cina Corea del Sud Giappone UE + Norvegia Resto del mondo 6% 23% 32% 25% 14% 7% 20% 39% 20% 14% 5% 28% 38% 18% 11% 6% 27% 31% 26% 11% 11% 30% 28% 19% 12% 8% 36% 25% 19% 12% 12% 29% 34% 16% 10% 8% 36% 35% 10% 11% 15% 44% 26% 7% 8% 6% 54% 23% 17% 9% Fonte: Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, 2004 Il 7 per cento della quota di mercato detenuto nell’ambito del “Vecchio Continente” risulta essere ripartito essenzialmente tra la Germania (44%), seguita dall’Italia e dalla Danimarca (entrambe con il 13%) e da Spagna, Finlandia, Francia e Olanda (ognuna con valori inferiori al 10%) (Fig. B). I dati relativi al I semestre 2004 vedono ancora un rafforzamento della cantieristica coreana, a scapito della cantieristica giapponese, produrla. Data la diversa complessità del prodotto e delle fasi di lavorazione da effettuare, infatti, a parità di portata, corrispondono indici di impiego della forza lavoro e degli impianti molto differenziati. La conversione dei valori da Tsl a Tslc avviene mediante l’applicazione di coefficienti concordati in sede OCSE. 21 Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili: gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 che passa dal 26% al 23%, della cantieristica cinese, che passa dal 15% al 6%, mentre l’Unione Europea e la Norvegia vedono aumentare la propria quota dal 7% al 17% (incremento dovuto principalmente al naviglio standard e alle navi high-tech) e il Resto del mondo dall’8% al 9%. In totale, i cantieri del Far – East hanno acquisito nel I trimestre 2004 una quota del 74% sul totale degli ordini. Fig. B - Ripartizione dei nuovi ordini tra i Paesi dell’Unione Europea – Anno 2003 (valori percentuali) Fonte: Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, 2004 22 Per ciò che riguarda i prezzi delle nuove navi, considerato anche il tendenziale aumento della domanda, nel 2003 hanno fatto registrare una forte tendenza al rialzo, accentuata dall’aumento dei costi di approvvigionamento delle materie prime e delle fonti energetiche. Il forte sviluppo delle economie del Sud-Est Asiatico, infatti, ha determinato un’impennata dei prezzi dell’acciaio, con ripercussioni negative sull’industria cantieristica, che ha visto ridursi i margini delle commesse già in portafoglio. Tale tendenza al rialzo dei prezzi delle materie prime ha indotto numerosi Paesi, ed in particolare la Corea, a rivedere la propria politica commerciale, improntandola su una maggiore cautela rispetto al passato, in cui i cantieri coreani Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili: gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 hanno dato luogo a comprovate e continuate pratiche di dumping, creando non poche difficoltà ai cantieri di altri Paesi, soprattutto europei. Infatti, nonostante l’aumento della domanda che ha caratterizzato il mercato delle costruzioni mercantili, numerosi sono gli operatori europei che, nel corso del 2003, hanno: – denunciato situazioni finanziarie compromesse o sono entrati in fallimento, facendo registrare un ulteriore forte ridimensionamento della cantieristica europea (chiusura per fallimento del cantiere tedesco Flender Werft, chiusura del cantiere svedese Bruces Shipyard, del cantiere olandese Van der Giessen, del cantiere inglese Appledore Shipbuilders) – avviato interventi di ristrutturazione/ridimensionamento della capacità produttiva, facendo scendere il numero degli addetti a 30.380 (circa 11.000 unità in meno rispetto al passato), tra i quali i cantieri HDW e Meyer Werft in Germania, il Cantiere Kvaerner Masa Yards in Finlandia, il Cantiere Navale Fratelli Orlando di Livorno in Italia. Gravi difficoltà continuano dunque ad affliggere questo settore in Europa, per il quale il problema cruciale, benché non il solo, resta la concorrenza sleale dei cantieri navali sud-coreani che, nonostante i forti aumenti di tutti i principali fattori di costo, continuano a praticare prezzi che non coprono pienamente i costi di produzione. A tal proposito, la politica dell’Unione Europea è stata finalizzata, soprattutto dopo un lungo e infruttuoso negoziato con il Governo coreano per il ripristino delle normali condizioni di concorrenza nel settore cantieristico, a porre le basi di una strategia comune da adottare per far fronte al crescente squilibrio fra la domanda e l’offerta e ad una vera e propria guerra dei prezzi. Nel corso del 2003, fra l’altro, mentre lo yen e l’euro si sono apprezzati rispetto al dollaro USA del 10% e del 16%, rispettivamente, penalizzando fortemente le esportazioni dei relativi Paesi, la Banca Centrale Coreana è riuscita praticamente a mantenere inalterato il rapporto di cambio won/dollaro, con un evidente vantaggio competitivo dei propri cantieri nei confronti dei costruttori giapponesi e di quelli dell’Unione Europea. 23 Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili: gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 24 È in ragione di tali connotazioni che la cantieristica navale è stata oggetto fino all’anno 2000 di specifici provvedimenti comunitari intesi a salvaguardarla dalla concorrenza sleale dei cantieri asiatici e di altri Paesi terzi attraverso la previsione di misure di sostegno al settore, principalmente incentrate sul supporto alla produzione, quali la VII Direttiva sugli aiuti alla costruzione navale più volte prorogata e il Regolamento n. 1540 del 1998. Tali misure, che nel complesso hanno garantito per anni ottime performance alla cantieristica europea, si sono rivelate, però, improduttive per le navi da carico standard, di fronte al livello di prezzi praticato dai cantieri coreani e da quelli emergenti del Sud–Est Asiatico, inferiori di oltre il 40% rispetto ai prezzi praticati dai cantieri europei. Le imprese di navigazione, infatti, data la dimensione della concorrenza internazionale cui sono sottoposte, si sono orientate verso quei mercati che consentono loro di ridurre il prezzo dell’investimento in nuove navi. Stante la valenza – senza dubbio strategica sotto il duplice profilo sia industriale che militare, cui si accompagnano anche motivazioni connesse alla tutela di interessi sociali ed occupazionali – che l’industria cantieristica navale assume per l’intero sistema economico e produttivo dell’Unione Europea, la Commissione, in linea con le azioni intraprese dal CESA (Community of European Shipyards’ Association), ha supportato l’iniziativa LeaderSHIP 2015, finalizzata alla ricerca di concrete ed effettive misure da adottare soprattutto nel medio termine. Finalità dell’iniziativa LeaderSHIP 2015 è quella di attuare sul piano industriale forme di cooperazione transnazionale, con un approccio quanto più possibile integrato e sinergico, allo scopo di sfruttare la complementarità delle specializzazioni dei singoli cantieri e la possibilità di suddividere fra più soggetti i costi di sviluppo dei nuovi prototipi. L’industria europea, quindi, ha sviluppato una solida strategia per il 2015 allo scopo di accrescere la leadership nei segmenti di mercato prescelti, concentrandosi principalmente su navi mercantili a tecnologia avanzata e ad elevato valore aggiunto e sulla produzione di navi militari, mantenendo comunque una presenza qualificata, ancorché ridottissima, nel settore del naviglio standard; di accrescere Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili: gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 il proprio impegno nell’attività di ricerca, sviluppo ed innovazione, nell’intento di anticipare l’evoluzione del mercato, di focalizzare maggiormente l’attenzione sulla clientela, con un differente approccio finalizzato al recepimento delle necessità del cliente nella progettazione e nella realizzazione delle navi, di ottimizzare i sistemi produttivi ricorrendo ad una maggiore automazione dei processi (con l’utilizzo sempre più spinto di robot) ed una più qualificata attività di “project management” mirata ad una riduzione dei costi di produzione della nave. Per attuare questa strategia, la Commissione Europea ha dettato precise “raccomandazioni” (c.d. Work Plan) per rafforzarne l’importanza ai fini del risultato complessivo, individuando i responsabili (essenzialmente Direttorati della Commissione e rappresentanze dell’industria, con l’ausilio di esperti BEI e IMO) della messa a punto delle indicazioni operative (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, 2004). È su iniziative di questo tipo, basate su alta tecnologia e cooperazione, che la cantieristica europea tende ad orientarsi per assicurarsi anche per il futuro una solida capacità competitiva, che, tuttavia, non appare conseguibile senza una politica industriale di sostegno che sia in grado di esaltare i rapporti tra istituzioni e mondo delle imprese rinnovando il modo di “pensare” la navalmeccanica per consentirle di raccogliere le opportunità e/o le sfide lanciate dall’economia internazionale (Marchese, 2001). In sintesi, per il futuro sviluppo della navalmeccanica si potrebbe puntare su strutture e mezzi per lo svolgimento di attività off-shore, quali ad esempio: – le ricerche e le estrazioni di idrocarburi sottomarini ed altre risorse minerarie – il trattamento e la lavorazione industriale dei carichi – gli impianti galleggianti destinati all’acquacoltura – le centrali termiche fuori costa, ecc. – la riparazione e trasformazione navale, considerata anche l’attuale maggiore sensibilità verso il miglioramento della sicurezza marittima e la riduzione dell’inquinamento marino; tali lavori, ivi compresi i lavori di ammodernamento di alcuni traghetti, richiedono, infatti, elevate tecnologie e standard 25 Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili: gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 qualitativi attraverso i quali i cantieri possono competere in maniera proficua. La flotta nazionale ed internazionale L’implementazione di sempre nuove innovazioni tecnologiche ha influenzato notevolmente l’evoluzione della flotta marittima sia nelle dimensioni sia nei servizi resi: da una flotta mercantile composta nella maggior parte da navi “portarinfuse”, si è passati a tipi di natanti caratterizzati da una specializzazione e da una dimensione maggiore. La navigazione mercantile produce servizi per oltre 13,3 miliardi di euro; il valore annuo della navigazione mercantile e del suo indotto cantieristico e portuale supera i 17 miliardi di euro (Coccia, 2006). Nel 2004, la flotta italiana era di 1.422 unità, comprendente navi adibite al trasporto di passeggeri e merci, da carico secco, da carico liquido, portarinfuse polivalenti e navi per servizi ausiliari (Tab. 8). Tab. 8 - Flotta nazionale per tipo di nave - Anno 2004 Tipi di navi Navi per il trasporto di passeggeri e merci Navi da carico secco Navi da carico liquido Portarinfuse polivalenti Navi per servizi ausiliari Totale N.B.: navi con oltre 100 tonnellate di stazza (gt) Numero 429 174 294 2 523 1.422 Val. % 30 12 21 0 37 100 Fonte: Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, 2004 La flotta italiana si conferma come una flotta giovane e specializzata, in assoluto e rispetto alla media mondiale: infatti, il 40% del naviglio ha meno di 5 anni e il 60% è di età inferiore ai 10 anni (Fig. C). 26 Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili: gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 Fig. C - L’età della flotta mercantile italiana Fonte: Confitarma, 2004 Diminuisce il gap tra Italia e Mondo nella porzione intermedia delle fasce d’età: il 24% del totale delle navi italiane riscontra un’età compresa tra i 10 e i 20 anni, a fronte del 28% del naviglio mondiale. Scende la quota di navi di provenienza nazionale di età superiore ai 20 anni dal 20% del 2003 al 17% del 2004, a dispetto della flotta mondiale che si assesta al 23% (stessa quota dell’anno precedente). Per quanto riguarda la flotta europea, essa, nel 2004, ha raggiunto quota 7.698 navi. Con l’avvento della Unione Europea composta da 25 membri, muta la situazione rispetto alla graduatoria precedente a 15: Malta e Cipro si posizionano, rispettivamente, in seconda e in terza posizione, dopo la Grecia, con Regno Unito e Italia a seguire. Queste cinque nazioni, da sole, gestiscono più dei tre quarti del tonnellaggio complessivo (Tab. 9). 27 Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili: gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 Tab. 9 - La flotta europea Paese N. navi Deadweight tonnage migliaia Grecia 1.153 Malta 1.147 Cipro 1.005 Regno Unito 817 Italia 732 Danimarca 377 Germania 389 Paesi Bassi 787 Francia 224 Belgio 57 Spagna 205 Svezia 241 Portogallo 147 Finlandia 131 Lussemburgo 41 Irlanda 43 Lituania 64 Lettonia 23 Estonia 53 Rep. Slovacca 18 Austria 8 Polonia 35 Slovenia 1 Totale 7.698 N.B.: navi con almeno 300 gt 55.367,60 37.001,70 34.174,30 21.873,60 10.995,50 8.831,80 8.619,70 7.040,30 6.630,40 56.719,10 2.123,30 2.049,10 1.909,00 1.055,40 776,70 440,70 385,40 337,80 197,60 131,40 44,40 38,20 0,10 205.643,60 val. % 26,9 18,0 16,6 10,6 5,3 4,3 4,2 3,4 3,2 2,7 1,0 1,0 0,9 0,5 0,4 0,2 0,2 0,2 0,1 0,1 0,0 0,0 0,0 100,0 Gross tonnage migliaia 32.329,90 22.769,10 21.233,50 17.133,20 10.519,70 7.355,50 7.551,90 6.442,70 4.903,50 3.246,80 2.208,30 3.483,00 1.250,20 1.315,90 630,00 411,10 388,40 252,20 338,50 91,10 34,10 50,90 0,40 143.940,10 val. % 22,5 15,8 14,8 11,9 7,3 5,1 5,2 4,5 3,4 2,3 1,5 2,4 0,9 0,9 0,4 0,3 0,3 0,2 0,2 0,1 0,0 0,0 0,0 100,0 Fonte: Confitarma, 2004 Infine, passando ad analizzare la flotta mondiale (Tab. 10), essa, nel 2004, annovera un numero di navi pari a 39.932 unità, avvicinandosi al tetto delle 40.000. 28 Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili: gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 Tab. 10 - La flotta mondiale Paese N. navi Deadweight tonnage migliaia Panama 5.408 Liberia 1.484 Grecia 1.153 Bahamas 1.113 Hong Kong 924 Singapore 1.024 Malta 1.147 Isole Marshall 540 Cipro 1.005 Cina 2.266 Norvegia 1.046 Regno Unito 817 Giappone 2.607 USA 575 India 399 Corea del Sud 913 Italia 732 San Vincenzo 762 Iran 186 Danimarca 377 Antgua&Barbuda 978 Germania 389 Malesia 483 Turchia 829 Russia 1.400 Paesi Bassi 787 Filippine 826 Bermuda 108 Francia 224 Taiwan 171 Totale 39.932 N.B.: navi con almeno 300 gt 195.323 83.773 55.368 45.422 42.873 39.624 37.002 36.875 34.174 28.814 25.520 21.874 14.957 13.393 11.714 11.090 10.996 9.037 8.995 8.832 8.760 8.620 8.446 7.169 7.065 7.040 6.971 6.966 6.630 5.686 888.036 val. % 22,0 9,4 6,2 5,1 4,8 4,5 4,2 4,2 3,8 3,2 2,9 2,5 1,7 1,5 1,3 1,2 1,2 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 0,8 0,8 0,8 0,8 0,8 0,7 0,6 100,0 Gross tonnage migliaia 130.522 53.499 32.330 33.539 25.390 25.043 22.769 21.933 21.234 19.201 18.584 17.133 11.874 10.768 6.949 6.976 10.520 6.038 5.174 7.356 6.702 7.552 5.876 4.690 5.702 6.443 4.923 5.977 4.903 3.475 601.673 val. % 21,7 8,9 5,4 5,6 4,2 4,2 3,8 3,6 3,5 3,2 3,1 2,8 2,0 1,8 1,2 1,2 1,7 1,0 0,9 1,2 1,1 1,3 1,0 0,8 0,9 1,1 0,8 1,0 0,8 0,6 100,0 Fonte: Confitarma, 2004 La capacità di trasporto (dwt) registra un incremento del 5,68%, il più sostenuto dal 1994. Continua a crescere la consistenza della flotta mondiale, che supera la soglia dei 600 milioni di tonnellate di stazza (gt). La consistenza della flotta mondiale per numero di navi iscritte nei primi 30 registri nazionali vede Panama, Liberia, Grecia e 29 Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili: gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 Bahamas concentrare il 42,7% della totale capacità di carico ed il 41,6% della stazza. L’Italia guadagna una posizione ed è quindicesima nella graduatoria per consistenza della flotta; si pone al diciassettesimo posto in termini di portata lorda. La flotta mondiale è composta principalmente da navi cisterne e da navi general cargo, che, assieme, comprendono quasi il 64% del numero di navi esistenti (cisterne: 24,4%; general cargo: 39,1%) e che nel complesso racchiudono poco più del 50% della portata globale (dwt cisterne: 41,5%; dwt general cargo: 10,4%) (Fig. D). Fig. D - Composizione della flotta mondiale per tipologia di nave (valori percentuali) Fonte: Confitarma, 2004 L’Europa e l’Asia/Oceania controllano circa l’80% della flotta mondiale e poco meno del 90% del dwt totale (Tab. 11). 30 Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili: gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 Tab. 11 - Il controllo della flotta mondiale nel 2004 Area % Navi dwt Europa di cui UE Nord America America Centro Meridionale Asia e Oceania Africa Sconosciuto Totale 42,6 31,0 4,0 1,9 37,8 1,0 12,7 100,0 44,5 35,7 5,2 1,6 42,1 0,6 6,0 100,0 Fonte: Confitarma, 2004 Passando, invece, ad analizzare la graduatoria che prende in considerazione l’andamento del controllo della flotta mondiale (Tab. 12), analizzata tenendo conto dei principali Paesi marittimi per tonnellaggio controllato, sono emerse alcune variazioni tra il 2003 e il 2004. Tab. 12 – Flotta controllata dai principali Paesi marittimi Rank dwt controllato 2004 2003 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 1 2 4 5 3 6 7 8 11 10 9 12 13 16 14 Flotta controllata Paese N. Navi Migliaia dwt Grecia Giappone Germania Cina Norvegia USA Hong Kong Corea del Sud Regno Unito Taiwan Singapore Danimarca Russia Italia India 2.999 2.915 2.617 2.315 1.234 1.036 575 858 712 533 674 541 1.384 591 284 160.560 118.625 57.459 54.140 43.997 41.257 39.014 26.848 25.648 23.662 22.246 16.334 14.332 12.719 12.483 Rank dwt controllato 2004 2003 Flotta controllata Paese N. Navi Migliaia dwt 16 15 Arabia Saudita 96 17 17 Malaysia 287 18 20 Svizzera 298 19 19 Iran 140 20 18 Turchia 657 21 21 Belgio 135 22 27 Francia 212 23 24 Paesi Bassi 610 24 22 Svezia 306 25 23 Filippine 324 26 28 Indonesia 621 27 30 Emir. Arabi Uniti 218 28 25 Brasile 134 29 29 Canada 203 30 26 Spagna 220 Totale 30 Paesi 23.729 11.661 9.986 9.469 9.425 9.152 7.429 6.738 6.061 6.008 5.253 5.087 4.854 4.530 4.172 4.139 773.288 Altri Non attribuibile Totale mondiale 54.045 52.719 880.052 3.264 3.928 30.921 N.B.: navi di almeno 1.000 gt Fonte: Confitarma, 2004 31 Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili: gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 La Germania e la Cina guadagnano una posizione, passando rispettivamente dalla quarta alla terza e dalla quinta alla quarta, a scapito della Norvegia, che viene scavalcata da entrambe. Ottime conferme giungono dall’Italia, che migliora il suo posizionamento giungendo in quattordicesima posizione a discapito di India e Arabia Saudita. Anche la flotta cisterniera mondiale registra un incremento, sia per quel che riguarda il numero di navi, circa 150 in più del 2003, sia per quel che riguarda la capacità di trasporto (in dwt), con un aumento di quasi il 6%. Tuttavia, a fronte di un ampliamento del numero di ordini ai cantieri e della portata delle navi in costruzione, si è avuto un crollo del numero e della portata delle demolizioni, in favore di una vivace tendenza al rialzo nelle vendite di seconda mano (Tab. 13). Tab. 13 - La flotta cisterniera mondiale Componenti dello stok Flotta Ordini ai cantieri Consegne di nuove navi Demolizioni Vendite di seconda mano N. 3.100 958 301 108 386 dwt milioni Var. % 2004/2003 305,7 82,9 27,6 7,8 46,3 5,9 9,8 –6,1 –57,6 24,1 Fonte: Confitarma, 2004 Circa il 50% del tonnellaggio movimentato dalla flotta cisterniera mondiale è controllato da Grecia, Giappone, USA e Norvegia. Un notevole incremento caratterizza gli ordini ai cantieri di navi gasiere per il trasporto di LNG (liquefied natural gas), con una variazione percentuale calcolata sul dwt pari a +76,9%. Di uguale importanza il dato degli ordini per le navi LPG (liquefied petroleum gas), che giunge a quota +63,9% (Tab. 14). 32 Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili: gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 Tab. 14 - La flotta mondiale per il trasporto di LNG e LPG Liquefied natural gas Componenti dello stock N. Flotta Ordini ai cantieri 176 110 Liquefied petroleum gas dwt N. milioni Var. % 2004/2003 20,6 16,3 16,6 76,9 dwt milioni Var. % 2004/2003 933 70 14,4 2,6 0,3 63,9 Fonte: Confitarma, 2004 A fronte dell’incremento registrato per le navi gasiere, si rileva un segnale di rallentamento della flotta chimichiera; infatti, nonostante un incremento del 12% in termini di dwt, diminuisce il numero di navi, si delinea un andamento al ribasso della consegna di nuove navi, pari a –14,3%, e crollano gli ordini ai cantieri (–66,7%) (Tab. 15). Tab. 15 - La flotta chimichiera mondiale Componenti dello stock Navi Milioni Var. % 2004/2003 Flotta Ordini ai cantieri Consegne di nuove navi 1.312 155 1. 54 9,1 2,2 0,6 12,0 –66,7 –14,3 Fonte: Confitarma, 2004 Nel 2004, la flotta mondiale portarinfuse annovera tra le proprie fila un numero di navi pari a 5.830 (Tab. 16). Gli ordini ai cantieri crescono poco più dell’8% e aumentano del 20,2% le vendite di seconda mano, ma soprattutto si incrementa a dismisura la consegna di nuove navi, pari al 73,2%; precipitano, invece, le demolizioni (–81,8%). Tab. 16 - La flotta mondiale di navi portarinfuse Componenti dello stock Navi Milioni Var. % 2004/2003 Flotta Ordini ai cantieri Consegne di nuove navi Demolizioni Vendite di seconda mano 5.830 5.673 5.264 5.121 5.446 320,1 54,2 19,4 0,6 26,8 5,9 8,4 73,2 –81,8 20,2 Fonte: Confitarma, 2004 33 Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili: gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 I Paesi dell’area Est (Giappone, Cina, Hong Kong, Corea del Sud, Taiwan) gestiscono da soli il 42% del tonnellaggio di portarinfuse, un dato reso ancora più eclatante dai forti ridimensionamenti subiti dalla Norvegia (–23,4%) e dagli USA (–33,4%). L’Italia segnala un risultato positivo, con un incremento del 5,2% rispetto al 2003 e un avanzamento nella graduatoria mondiale. Nel computo della flotta mondiale di portacontainer (Tab. 17), il contributo principale alla crescita della movimentazione proviene dalle navi “Deep Sea”, che nel 2004 fanno rilevare un ottimo risultato: +14,5%. Tab. 17 - La flotta mondiale di portacontainer Tipologia Feeder (<1.000 Teu) Intermediate (1-3.000 Teu) Deep Sea (>3.000 Teu) Altri Totale Flotta Migliaia di Twenty-feet equivalent unit (Teu) 582 2.628 3.946 2.038 9.194 Var. % 2004/2003 4,6 3,9 14,5 4,0 8,2 Fonte: Confitarma, 2004 Nella graduatoria mondiale, l’Italia accusa un pesante ritardo, perdendo ben quattro posizioni (dalla 21° alla 25°), con una diminuzione del tonnellaggio controllato pari al 23,8%. I Paesi Bassi, al contrario, segnalano un contributo decisivo al commercio mondiale di container, conquistando otto posizioni nella graduatoria mondiale (dalla 24° alla 16°) e registrando una performance in termini di tonnellaggio controllato del +479,2%, un incremento quasi 50 volte superiore al tasso di sviluppo mondiale. I flussi marittimi italiani per tipologia merceologica ed aree geografiche 34 Di tutti i sistemi di trasporto, quello marittimo muove un maggior volume di merci nel commercio internazionale, in quanto è praticamente l’unico mezzo economico per trasportare grandi volumi Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili: gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 fra luoghi geograficamente distanti. Basti pensare, ad esempio, che il 70% delle importazioni (circa 200 milioni di tonnellate di merci) ed il 50% delle esportazioni (circa 52 milioni di tonnellate di merci) avvengono via mare. Inoltre, nel 2003, il 68% del commercio estero dell’Unione Europea a 25 membri (1.368,4 milioni di tonnellate) e il 20,2% dei traffici di merci interni all’Unione (576,5 milioni di tonnellate) è stato effettuato attraverso il mare. Infatti, come sostiene il Presidente di Confitarma, in un suo recentissimo intervento (Coccia, 2006), la peculiare posizione geografica dell’Italia, nel cuore del Mediterraneo, consente di intercettare i traffici pendulum intraoceanici, destinati anche alle aree di trasformazione industriale e di consumo del cuore dell’Europa. I prodotti che vengono maggiormente movimentati sono: – il petrolio, che ha subìto un generale incremento nel 2004 del 7,2%, dopo una performance del 5,5% nel 2003; se si considerano, invece, separatamente il commercio del petrolio greggio e quello dei prodotti petroliferi, emerge che il primo è cresciuto del 7,6%, fino a giungere a 1.800 milioni di tonnellate movimentate, mentre il secondo ha fatto segnalare un incremento leggermente inferiore, fissato a quota 5,7%, con 465 milioni di tonnellate trasportate – il liquefied natural gas, il cui scambio marittimo presenta un andamento al rialzo, passando da 125 milioni di tonnellate trasportate nel 2003 a 133 milioni di tonnellate movimentate nel 2004 – il liquefied petroleum gas, che rimane stazionario – le merci alla rinfusa, tra cui va segnalata la notevole crescita del ferro e del carbone, mentre stazionaria è la situazione di bauxite e alluminia, fosfati e granaglie. Per quanto riguarda le aree di imbarco e di sbarco (Tab. 18), c’è da rilevare, in particolar modo, la notevole crescita delle importazioni di minerali di ferro da parte della Cina, che sta condizionando favorevolmente le esportazioni dell’Australia e i volumi dell’export brasiliano. 35 Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili: gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 Tab. 18 - Mappa dei flussi marittimi di petrolio greggio, minerali di ferro, carbone e granaglie Aree imbarco Aree Medio Oriente Africa Occidentale Caraibi Altri Mare del Nord Nord Africa Sud Est Asiatico Vicino Oriente Totale Aree Petrolio greggio 828,3 Altri Asia 180,7 Nord America 221,8 Giappone 187,4 Europa Nord-Ovest 78,7 Mediterraneo 98,5 Sud America 58,4 Altri 19,6 1.673,4 Totale Milioni tonnellate 444,5 501,2 204,8 167,2 249,9 45,4 60,4 1.673,4 Totale Minerali di ferro 193 Cina 186 Giappone 46 UK Continente 58 Altri Far East 22 Altri 20 Altri Europa Mediterraneo Usa 525 Totale 149 134 90 90 61 12 5 7 525 Australia Sud Africa Indonesia Sud America Nord America Cina Russia + Europa Orientale Altri Totale 212 71 86 50 44 89 53 14 619 Carbone UK Continente Giappone Altri Altri Far East Altri Europa Mediterraneo Sud America 102 166 72 163 46 45 25 Sud America Australia Africa Asia Nord America Europa 36 Aree sbarco Milioni tonnellate Usa Sud America Altri Australia Canada 102 52 62 11 12 Totale 239 Totale Granaglie Oceano Indiano Ovest Europa Americhe Africa Far East Altri Europa dell’Est Totale Fonte: Elaborazione Confitarma su dati Fearnleys-Review, 2004 25 88 30 39 37 29 8 9 239 Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili: gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 In Italia, come in tutti i Paesi industrializzati, il traffico internazionale è caratterizzato da un notevole squilibrio tra quantità di merci sbarcate, costituite in larga misura da materie prime (principalmente petrolio) e quantità di merci imbarcate. Per quanto riguarda il tipo di carico, è interessante notare che il 50,7 per cento della merce movimentata nei porti italiani è costituito da rinfusa liquida, il 19,8 per cento da rifusa solida, il 13,6 per cento da container ed il 9,6 per cento da automezzi o da mezzi trainati. Secondo i dati dell’Eurostat del 2003, tra i 25 Paesi dell’Unione Europea, per quanto riguarda le importazioni, l’Italia si colloca al primo posto, seguita da Spagna, Regno Unito e Francia, mentre per le esportazioni segue il Regno Unito e la Germania, ed è, a sua volta, seguita da Francia e Spagna. Nel 2004, si sono rilevati nei porti italiani 567 mila arrivi, per un totale di poco più di 918 milioni di tonnellate di stazza netta (Tab. 19). Con riferimento al traffico totale, corrispondente alla somma di imbarchi e sbarchi, sono stati trasportati circa 485 milioni di tonnellate di merce, con un incremento dell’1,7 per cento rispetto ai 477 milioni di tonnellate registrati nell’anno precedente. Tab. 19 - Navi arrivate, tonnellate di stazza netta, traffico merci e passeggeri Anni 2002-2004 Anni 2002 2003 2004 Valori Assoluti Arrivi (migliaia) Tonnellate stazza netta (migliaia) 547 557 567 840.470 886.869 918.286 Variazioni % rispetto all’anno precedente Merci Passeggeri Tonnellate (migliaia di (migliaia) Arrivi stazza netta Merci Passeggeri tonnellate) 457.958 477.028 484.984 82.700 82.576 83.316 –2,30 1,80 1,70 4,20 5,50 3,50 3,00 4,20 1,70 –4,80 –0,20 0,90 Fonte: Confitarma, 2004 Nel 2004, a conferma di quanto detto in precedenza, il valore delle merci importate, espresso in milioni, supera quello delle esportazioni, infatti le prime ammontano a 80.370, mentre le seconde a 69.054,4 milioni. Il valore del commercio estero dell’Italia assume misure differenti in riferimento alle merci movimentate, in particolare: merci petrolifere, combustibili minerali solidi e prodotti metallurgici, come riportato nella seguente Tab. 20. 37 Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili: gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 Tab. 20 – Valore, in milioni, del commercio estero via mare dell’Italia per merce – Anno 2004 Merce Import Export Prodotti agricoli e animali vivi Derrate alimentari e foraggere Combustibili minerali solidi Prodotti petroliferi Minerali e cascami per metallurgia Prodotti metallurgici Minerali greggi o manufatti e materiali da costruzione Concimi Prodotti chimici Macchine, veicoli, oggetti manufatti e transazioni speciali Totale 4.042,5 4.914,9 1.736,4 23.039,7 1.197,8 8.333,1 1.085,2 380,0 4.705,4 30.935,1 80.370,1 703,7 4.594,2 27,4 5.783,7 111,6 4.510,5 2.557,9 64,0 5.639,7 45.061,7 69.054,4 Fonte: Confitarma, 2004 La naturale conformazione del nostro Paese, la sua collocazione geografica, al centro del Mediterraneo, e la sua elevata capacità industriale consentono un continuo dialogo sia con i Paesi in via di sviluppo, sia con quelli industrializzati. Pertanto, nell’ottica di un’analisi orientata ad acquisire le coordinate della geografia politica ed economica del commercio estero marittimo dell’Italia, emerge con chiarezza l’arretramento dell’import/export nazionale sia in termini di beni che in chiave economica (Tab. 21). Tab. 21 - Mappa dei flussi marittimi con l’estero dell’Italia, in milioni di euro – Anno 2004 Paese Africa America Centro Meridionale America Settentrionale Asia Europa Centro Orientale Unione Europea a 15 Unione Europea a 25 Import 14.851,9 6.760,2 4.674,8 31.030,7 9.145,4 8.536,7 8.747,7 Export Saldo 9.151,4 5.954,0 15.337,6 20.254,1 2.184,3 8.723,9 9.848,7 -5.700,5 -806,2 10.682,8 -10.776,5 -6.961,1 187,2 1.100,9 Fonte: Confitarma, 2004 38 I saldi negativi sembrano riferirsi in particolar modo alle aree geografiche dove fioriscono i mercati emergenti, quali Asia, Europa Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili: gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 Centro Orientale ed Africa. Di natura differente il saldo del commercio estero italiano, con l’America Settentrionale per via marittima, che presenta un segno positivo in termini monetari (+10.662,8 milioni di euro). Negli ultimi anni, il trasporto marittimo per container (Tab. 22) ha presentato una crescita molto elevata in tutti i Paesi del mondo, superiore a quella del trasporto marittimo tradizionale. In Italia, tra il 1999 ed il 2004, il numero di container movimentati si è notevolmente incrementato, passando da circa 6 milioni Teu del 1999 agli oltre 9 milioni del 2004. Tab. 22 – Container movimentati nei porti italiani - Anni 1999-2004 (migliaia di teu) Porti Gioia Tauro Genova La Spezia Taranto Livorno Cagliari Salerno Napoli Venezia Trieste Ravenna Savona Ancona Altri Totale 1999 2000 2.372,0 1.234,0 802,0 0 458,0 26,0 238,0 309,0 200,0 185,0 173,0 n.d. 46,0 102,0 6.145,0 2653,0 1.501,0 910,0 0 519,0 37,0 276,0 397,0 218,0 206,0 181,0 n.d. 84,0 124,0 7.106,0 2001 2002 2.488,0 2.954,0 1.527,0 1.530,0 975,0 975,0 186,0 471,0 521,0 547,0 29,0 47,0 321,0 375,0 430,0 446,0 246,0 262,0 201,0 185,0 158,0 161,0 n.d. n.d. 90,0 94,0 131,0 156,0 7.303,0 8.205,0 2003 2004 Var. % 2004/2003 3.081,0 1.606,0 1.006,6 658,0 593,0 313,9 417,0 433,3 284,0 120,4 160,0 53,5 75,8 148,0 8.950,6 3.261,0 1.628,6 1.040,0 763,3 638,6 501,2 411,6 347,5 290,9 174,7 169,4 83,9 65,1 n.d. 9.375,8 6,0 1,0 3,3 16,0 7,7 59,7 –1,3 –19,8 2,4 45,1 5,9 56,8 –14,2 n.d. 5,0 Fonte: Confitarma, 2004 Il porto di Gioia Tauro è quello che movimenta più merce in container in Italia ed è anche il primo porto nel traffico di container nel Mediterraneo. Tale porto è specializzato nel transhipment, ossia nel trasbordo dei contenitori da una nave di grandi dimensioni ad una di più piccole dimensioni destinata al traffico locale, assumendo un ruolo rilevante nella distribuzione dei traffici in partenza dal Nord America e dall’estremo oriente verso il Mediterraneo centrale ed orientale. Oltre a Gioia Tauro, anche i porti di Salerno, Ancona, Genova e Savona movimentano quote consistenti del traffico di container nazionale. 39 Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili: gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 Il mercato dei noli 40 “Il prezzo del servizio di trasporto marittimo” è costituito dal nolo, il quale sintetizza gli effetti della domanda e dell’offerta di stive o di spazi. Da questa semplice definizione discende la conseguenza che esso rappresenta uno degli indici più rappresentativi della portata delle ripercussioni che la fluttuante congiuntura del volume degli affari esercita sul settore marittimo. Volendo esaminare l’andamento del mercato dei noli, occorre premettere che vi è una diversità a seconda della tipologia di navi. A partire dalla fine del 2003, il mercato dei noli ha registrato un deciso andamento al rialzo, concentrando i margini di crescita più elevati soprattutto nell’ultimo trimestre del 2004. Tra i motivi di questo aumento, si può annoverare la forte crescita della domanda di minerali e carboni, soprattutto grazie alla richiesta della Cina ed, in parte, dell’India, in concomitanza con la limitata crescita della flotta mondiale (solo 2%). La Cina, infatti, nella seconda metà del 2003, ha aumentato drasticamente la domanda di importazione, con una richiesta superiore rispetto all’anno precedente, di 70 milioni di tonnellate di materie prime. Nel settore del greggio, i noli spot sono quasi raddoppiati rispetto all’anno precedente, registrando un +96%; mediamente, gli equivalenti time charter sono passati da 20.000 dollari al giorno a 39.000. Nel settore dei prodotti raffinati si è registrato un +65%, gli equivalenti time charter sono passati mediamente da 14.000 dollari al giorno a 24.000. Nei primi mesi del 2004, la media realizzata è addirittura superiore al 2003, anche se la tendenza recente punta ad un rallentamento. Per quel che riguarda invece i prodotti speciali per gas liquidi e chimici, l’aumento nel 2003 è stato veramente modesto, confermando che questi mercati sono calmierati da una forte attività a contratto e poco al mercato spot. La tendenza dei primi mesi del 2004, tuttavia, mostra un aumento nel campo del gas di circa il 20%, e nel campo del chimico di circa il 35%. Appaiono consistenti gli incrementi verificati nei noli delle navi LPG. In particolare, emerge la notevole variazione verificatasi nel mercato dei noli delle MHI (Mitsubishi Heavy Industries Ltd) 78K Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili: gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 CBM (metri cubici) LPG che superano il tetto del milione di US$ mensili (dato rilevato nell’ultimo bimestre del 2004). Variazioni progressivamente positive per tutto il 2004 si verificano per il noleggio delle navi Ethylene 7-8K CBM LPG, che arrivano alla fine dell’anno ad un valore pari a 500.000 US$ al mese. In forte rilancio anche il mercato dei noli delle navi chimichiere. Su tutte le rotte scelte per esemplificare la misura del fenomeno, la crescita appare altalenante, ma solida. Dopo aver aperto il 2004 con un risultato molto significativo, l’andamento dei noli delle navi per carico secco, calcolato sulla base dell’Average Baltic Capesize Index, ha subìto una tendenza al ribasso, che si è estesa ai 5 mesi successivi. Soltanto nella seconda metà del 2004 l’evoluzione dell’indice ha ritrovato un orientamento di segno positivo, fino a raggiungere un valore pari a 7.649. Dalla fine del 2003 alla fine del 2004, gli importi relativi alle navi portacontainer Feedermax 725 teu grd e Handy 1700 teu grd si sono sostanzialmente raddoppiati. In generale, i noli marittimi nel 2005, pur con andamenti diversi nei vari comparti, si attestano sui livelli del 2004 (Confitarma, 2006). In particolare, continua l’ascesa dei noli di navi gassiere; i noli di navi portacontenitori, portarinfuse e chimichiere registrano aumenti rispetto all’inizio dell’anno, seppure con andamenti oscillanti. Un discorso a parte va fatto per i noli delle navi cisterna, il cui ciclico andamento oscillante presenta negli ultimi anni picchi positivi soprattutto nei mesi autunnali. La crisi del personale navigante La Campania vive attualmente un momento magico per il numero e la qualità delle navi possedute dai suoi armatori, superando il 50% dell’intera flotta mercantile nazionale con un’età media non superiore ai 10 anni. Purtroppo, per quanto riguarda invece gli ufficiali non solo la Campania, ma l’Italia tutta, vive un momento tragico per la grave carenza di personale qualificato. 41 Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili: gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 42 Fino a qualche anno fa i nostri ufficiali erano l’orgoglio della nostra marineria per la grande professionalità e la capacità di sopportare i sacrifici che il duro lavoro di bordo e la lunga assenza dalle proprie famiglie comportavano. Infatti, erano richiesti dalle grandi aziende armatoriali mondiali delle quali godevano la massima stima e fiducia. Oggi che la stragrande maggioranza è costituita da navi moderne, con alloggi muniti di ogni conforto, che la durata dell’imbarco dura 4/5 mesi contro il precedente che durava anni, che la sicurezza di bordo è infinitamente migliorata e che gli stipendi sono più che doppi rispetto a quelli equivalenti a terra, si verifica inspiegabilmente una preoccupante disaffezione per il mare con la conseguente grave carenza di ufficiali. Tale carenza costringe gli armatori italiani ad impiegare personale straniero, specialmente extra comunitario, la cui professionalità non è inferiore a quella del nostro personale, grazie a corsi altamente qualificati che devono seguire prima d’imbarcare. A mio avviso la disaffezione per il mare è principalmente dovuta al grande degrado dei nostri Istituti Nautici sia per l’eccessiva benevolenza dei docenti, sia per lo scarso aggiornamento dei programmi scolastici rispetto alle attuali tecnologie in continua evoluzione e sia per la mancanza d’informazione sull’attuale qualità delle navi e di tutti i vantaggi che oggi offre la vita di mare. Infatti, su 100 allievi che si diplomano solo 7/8 imbarcano sia perché hanno scelto la via più facile per iscriversi a qualsiasi facoltà universitaria e sia perché il primo imbarco comporta la frequenza di vari corsi che costano circa 5.000 Euro. Per questo motivo, assieme all’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”, nella persona del Magnifico Rettore prof. Gennaro Ferrara e dei dirigenti della facoltà di Scienze Nautiche ed alla Confitarma, nella persona del Presidente dott. Nicola Coccia, stiamo cercando d’istituire un corso di laurea non solo per i diplomati nautici, al fine di restituire dignità e professionalità ai nostri ufficiali, mediante l’insegnamento di materie pratiche oggi inesistenti nelle nostre scuole ma indispensabili per l’armamento, mediante la frequenza gratuita dei corsi necessari per il primo imbarco e mediante l’imbarco a bordo per quattro mesi all’anno in modo da Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili: gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 conseguire dopo tre anni non solo una prestigiosa laurea, ma anche il titolo di aspirante capitano di lungo corso, con il quale ci si può imbarcare già da ufficiale. Orizzonti futuri per il settore marittimo Il settore dei trasporti marittimi è un elemento cardine delle moderne economie ed è proprio a fronte di una domanda in costante crescita che operatori economici ed istituzioni hanno cercato, nell’ultimo decennio, di migliorare l’intero sistema. Anche la politica marittima comunitaria ha sottolineato l’importanza che i trasporti marittimi rivestono per l’Unione europea, quale fattore determinante per la competitività dell’intero sistema economico. L’attenzione verso tale comparto di attività economica trova sicuramente giustificazione nel suo elevato livello di internazionalità: si potrebbe, anzi, dire che la progressiva globalizzazione dei mercati si sia realizzata in buona parte attraverso la navigazione e che lo “shipping” sia un antesignano in materia, con una forte spinta alla competizione sui costi e alla ricerca di un ordinamento marittimo che consentisse maggiori margini di competitività. Le imprese del settore, d’altronde, se da un lato si contraddistinguono per uno straordinario dinamismo che sta caratterizzando più in generale l’intera economia marittima mondiale (crescita delle domanda di trasporto, crescita della domanda di nuove navi, ecc.), dall’altro, già da qualche tempo, (soprattutto nei Paesi industrializzati) risentono del progressivo peggioramento della propria condizione concorrenziale e, di conseguenza, molti sono gli imprenditori che hanno dovuto affrontare scelte radicali, in termini di rinnovamento ed innovazione, al fine di difendere e/o consolidare la loro presenza sui mercati, nazionali ed internazionali. Ci si è accorti, infatti, che non basta avere una flotta giovane ed efficiente, ma che le attuali dinamiche competitive, ove tutto si gioca sulla rapidità delle informazioni e sull’immediatezza delle risposte, impongono di integrare agli elementi tipici del comparto svariati altri fattori legati alle sempre più importanti attività immateriali e di supporto. Partendo dalla valorizzazione, dal punto di vista 43 Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili: gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 economico, del potenziale marittimo, occorre contribuire alla sua crescita economica, tramite la creazione di posti di lavoro ed il miglioramento delle infrastrutture. Infatti, sono sempre più necessarie, da un lato, figure professionali altamente qualificate, certamente più ‘costose’ del lavoratore generico, ma capaci di fare la differenza sul piano della qualità dell’offerta, dall’altro infrastrutture in grado di supportare le esigenze logistiche e di migliorare la sicurezza marittima. Dal punto di vista della organizzazione produttiva, al fine di migliorarne l’efficienza, sono indispensabili: investimenti in ricerca e innovazione; diversificazione della produzione, ottenuta grazie anche all’avanzamento tecnologico dei processi e dei prodotti offerti; le attività definite “finanza dello shipping”, nelle quali possono farsi rientrare tutte quelle attività finanziarie di supporto al settore marittimo e che potrebbero trarre notevole vantaggio dall’attuale crescita degli investimenti in tale settore. Infine, una tematica di grande attualità è quella dello sviluppo sostenibile, per cui anche questo settore non può rimanervi indifferente. Pertanto, ci si deve adoperare affinché si riducano i rischi che una crescita incontrollata dei trasporti marittimi può provocare, direttamente, sull’ambiente e, indirettamente, sulla qualità della vita. Tutte queste necessità e prospettive di crescita possono essere raggiunte in maniera ottimale soltanto se vi è una governance attenta alle esigenze del settore e in grado di apportare un miglioramento alle politiche marittime portate avanti dai vari organismi pubblici ai vari livelli, traendo insegnamento dalle esperienze altrui e passate, in quanto la capacità di successo delle imprese dipende anche dalla concertazione tra livelli di governo e tra attori pubblici e privati. 44 Infrastrutture portuali, cantieri, flotta e scambi mercantili: gli andamenti recenti Cerimonia di conferimento della “Laurea ad honorem” in “Management delle imprese di trasporto” a Giuseppe D’Amato – Napoli, 22 Aprile 2006 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI CENSIS (2002), Il rapporto sull’economia del mare, Genova. 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