n.12 Information on the activities of the Faculty of Social Sciences, PUST - Roma In questo numero di INFOFASS diamo una visione generale dei vari programmi e dei membri della FASS. Nelle pagine che seguono si trovano testi scritti dagli studenti di ogni programma della facoltà, su temi vari, tutti importanti per loro e per la FASS. E’ una presentazione dei risultati della comunità accademica dal maggio 2006 al maggio 2007 che si spera sia una vetrina interessante. The FASS keeps “Good Company” . . . What does it mean to talk about a “good company”? This was a question that was addressed at our biggest event this academic year, in an international conference on the theme "The Good Company: Catholic Social Thought and Corporate Social Responsibility in Dialogue". Running from Oct 5 - 7 2006, the conference included over 100 presenters and 300 participants from over 30 countries, all struggling with the problem of what makes a company “good”. Some presenters were concerned with pressing practical issues, like outsourcing, the role of businesses in attacking poverty, corruption or, by contrast, good leadership. Others, especially those coming from the Orthodox tradition, were dealing with theological or philosophical problems or with theoretical issues like how to include relationships and trust in economic models of the firm. The academic level of the interchanges was notably higher than in previous conferences of this kind, for our conference represented the sixth in a series on “Catholic Social Thought and Management Education”. A crucial factor that contributed to raising the level of the discussion was that the whole conference was based on the results of the research project we have been carrying forward in the FASS on “Ethics and Corporate Social Responsibility”.The main position papers for the conference were written by members of this research project, and they set the tone for the contributions made by other conference delegates. Che cosa significa l’espressione “good company”? Questo problema è stato affrontato durante l’evento più importante per la FASS in quest’anno accademico: un convegno internazionale sul tema “Dialogo tra pensiero sociale cristiano e responsabilità sociale d’impresa”. Dal 5 al 7 ottobre 2006, il convegno ha avuto più di 100 relatori e oltre 300 partecipanti da 30 paesi, tutti impegnati a capire insieme che cosa può fare un’impresa “buona”. Alcuni dei relatori si sono concentrati su problemi pratici urgenti, come l’outsourcing, il ruolo del mondo imprenditoriale nella lotta alla povertà, la corruzione oppure, in senso positivo, la buona leadership. Altri, e in particolari quelli che venivano dalla tradizione ortodossa, hanno voluto approfondire temi filosofici o teologici, oppure affrontare problemi teorici come l’inclusione dei rapporti umani e la fiducia nei modelli economici dell’impresa. Il livello accademico del convegno è stato notevolmente più alto che in convegni simili tenuti precedentemente, perché il nostro convegno rappresentava il sesto di una serie sul “pensiero sociale cattolico e la formazione manageriale”. Un fattore cruciale, che ha contribuito all’alto livello della discussione, è stato il fatto che tutto il convegno era fondato sui risultati di un progetto di ricerca che da due anni stiamo portando avanti su “Etica e Responsabilità sociale d’impresa”. I position papers del convegno sono stati scritti da membri di questo progetto, e hanno dato notevole sostanza ai contributi dei delegati al convegno. Another key element of this conference was the issue of dialogue. If the contribution of the Christian social tradition is to take its proper place among other approaches to business ethics and CSR, it has to be in dialogue with the mainstream thinkers in the field. All those presenting papers were encouraged to think about their work in this spirit of dialogue and openness to the other.This was particularly clear in the way the conference plenaries were structured, where there was always an exponent of mainstream approaches to CSR in dialogue with a CST specialist. Un altro elemento chiave di questo convegno è stata la questione del dialogo. Se vogliamo che il contributo della tradizione sociale cristiana sia preso sul serio come altri approcci all’etica degli affari e alla RSI, esso deve entrare in dialogo con i pensatori mainstream in questo campo. Tutti i relatori sono stati incoraggiati a pensare al proprio lavoro nello spirito di dialogo e di apertura verso l’altro. Questo è stato particolarmente chiaro nelle sessioni plenarie, dove c’era sempre un esponente degli approcci mainstream alla RSI in dialogo con uno specialista della DSC. In one plenary, the speakers were asked to discuss the idea of the In una delle plenarie, i relatori hanno discusso l’idea del bene comune segue pag.8 Profilo e prospettive degli studenti del I° anno Info Fass 2007 n.12 2 Provengono da paesi diversi, continenti diversi, culture diverse, ciascuno di loro ha la sua storia, le sue ambizioni. Sono giovani animati da una grande voglia di studiare, di formarsi in modo da poter essere utili alla loro gente e ai loro paesi. In percentuale maggiore provengono dall’Africa, un’altra parte dall’Europa dell’Est. Da ottobre 2006 hanno iniziato presso la nostra Facoltà di Scienze Sociali un percorso di studio che intendono portar avanti con grande impegno: sono loro gli studenti del I° anno della FASS. Il Tutor si è dichiarato onorato di aver avuto l’opportunità di affiancarli per aiutarli, accompagnarli lungo questa prima loro esperienza nella Facoltà. Per molti l’esperienza di studiare all’estero è nuova, alla FASS si trovano a confronto con studenti di altre culture, questo permette loro di scoprire e sperimentare il volto vero del multiculturalismo. Oltre a questo c’è, naturalmente, il discorso legato al percorso formativo loro offerto. Secondo Zoé Ravahatra, giunta dal Madagascar dove ha conseguito la laurea in Giurisprudenza, gli studi presso la FASS hanno aperto i suoi orizzonti intellettuali. Alla formazione giuridica difatti si è aggiunta una più ampia formazione che tocca varie dimensioni della persona umana. Marius Vignibé proviene dal Benin, ha una formazione in Sociologia e ha scelto la FASS per completare questa formazione. E’ rimasto colpito dalla qualità dell’insegnamento e dello scambio reciproco e proficuo tra studenti e docenti. L’Angola è il paese africano meglio rappresentato alla FASS con il più elevato numero di studenti. Questo paese è stato per lunghi anni travolto da una terribile guerra civile che ha portato grande sofferenza. Uno studente angolano, Francisco Isaac Jacob, ha voluto condividere la sua esperienza raccontando: “Sono nato e cresciuto nella guerra ma, nonostante questa inutile strage stesse distruggendo il mio paese, ho avuto l’opportunità di continuare a studiare e di conseguire una laurea in Filosofia al Seminario Maggiore di Luanda”. Il sogno di Francesco è sempre stato quello di andare oltre i confini del suo paese per scoprire il mondo e, soprattutto, completare la sua formazione in modo da poter portare il proprio contributo alla ricostruzione del suo paese. È opportuno evidenziare, in conclusione, il pieno coinvolgimento degli studenti del primo anno alle attività della FASS e di tutta l’Università. Lo studio… la vita: due avvincenti testimonianze dei studenti del II° anno della nostra facoltà. P. Ivan Attard o.p., maltese, ci rivela che le scienze sociali permettono di capire meglio le persone e il contesto in cui vivono e di tenere in considerazione molti fattori che possono influire sul comportamento umano, sul modo di pensare e di reagire a varie circostanze:“Nel servizio pastorale, specialmente nell’evangelizzazione, è fondamentale mettersi nei panni dell’altro per capire le sue necessità e i suoi valori per poter comunicare un messaggio che abbia un significato. L’annuncio della Parola va sempre incarnato nei contesti particolari. Si deve fare una lettura del Vangelo partendo dalla realtà della gente alla quale viene fatto l’annuncio. È molto difficile avere una vera inculturazione senza l’aiuto delle varie scienze sociali. Le scienze sociali permettono di capire e di valorizzare le differenze culturali e di non considerarle come una minaccia alla propria identità; anzi permettono di fare una lettura che ci arricchisce della cultura dell’altro. Nel servizio pastorale le scienze sociali hanno dunque un valore di mezzo. Nell’agosto del 1996, prima di cominciare il noviziato, il mio provinciale mi chiese di andare per qualche settimana con i primi frati domenicani per iniziare una missione in Albania. Il contatto con il culturalmente diverso mi ha affascinato e ho sentito il bisogno di avere dei mezzi scientifici per capire meglio e per valorizzare quella realtà e quella cultura così diversa dalla mia; esperienza formativa che sto attualmente concretizzando con i miei studi presso la FASS”. Maria Goretti Nininahazwe viene dal Burundi e con entusiasmo ci racconta come lo studio della politica e specialmente i valori e i processi della democrazia, che la Facoltà di Scienze Sociali propone nei suoi corsi, l’abbia spinta a riflettere sull’attuale situazione nel suo paese e afferma: “Abraham Lincoln nel 1863 a Gettysburg negli USA ha definito la democrazia come - Government of the people, by the people, for the people - la democrazia è diventata un fenomeno globale e un modello politico migliore da seguire. Il Burundi ha iniziato a volerlo fare un po’ suo questo modello, dopo una proposta dell’ONU nel 1957. I primi successi del modello democrazia sono stati la fine del governo dell’aristocrazia e del colonialismo e l’inizio della lotta per l’indipendenza. Questo ha condotto alla formazione di una élite, con la presenza di una massa analfabeta che è strumentalizzata nella partecipazione politica. Questa élite ha formato dei partiti in cui prevale il tribalismo come mezzo per accedere al potere anziché una ideologia forte per il bene della Nazione. Credo che per fare funzionare la democrazia bisognerebbe prendere coscienza del senso della nazione burundese, vedere i fattori nazionali necessari per portare avanti questo fenomeno e non prendere quello che spesso il mondo globale propone. La formazione accademica che la Facoltà di Scienze Sociali prospetta offre una chiave per poter distinguere i valori veri. Al mio ritorno in Burundi, la mia ambizione è quella di poter applicare la formazione acquisita in Angelicum considerando sempre il bene comune della nazione”. Alcuni progetti di ricerca degli studenti del III° anno Per tutti gli studenti il terzo anno è particolarmente impegnativo. Dopo aver frequentato i corsi di varie aree disciplinari essi applicano diverse metodologie della ricerca sociale per uno studio di un tema di scienze sociali. Molti di loro scelgono un tema collegato ad una situazione concreta verificatasi nei loro paesi di provenienza. Ecco i progetti di ricerca di alcuni degli studenti del terzo anno: Kasereka Mbanga (sulla foto primo a sinistra) sta studiando la nascita dei partiti politici durante il pluralismo politico nella Repubblica Democratica del Congo, paese che si trova in una sorta di fase di transizione dalla guerra civile alla trasformazione in una Repubblica (1998-2003); Viktorija Stasiauskaite sta effettuando una interessante ricerca sull’emigrazione lavorativa in Lituania, un problema che riguarda soprattutto i 10 nuovi paesi membri dell’Unione Europea, e la teoria dell’attaccamento sviluppata da John Bowlby; Pascal Nshombo Kataraka sta realizzando uno studio sistemico delle operazioni dell’ONU nel mantenimento della pace nella Repubblica Democratica del Congo, in particolare del MONUC creato dal Consiglio delle Nazioni Unite per la Sicurezza, che coinvolge oltre 100 paesi nel tentativo di risolvere la crisi Congolese; Maria Goretti Ninimahazwe sta studiando l’importanza della formazione nello sviluppo economico, facendo una valutazione del pensiero di Bernard Bududira, già vescovo del Burundi e presidente della Conferenza Episcopale del Burundi, alla luce dell’approccio di Amartya Sen, economista indiano, Premio Nobel per l'economia nel 1998, Lamont University Professor presso la Harvard University (N.B. Maria Goretti ha cominciato il primo anno nella FASS nel febbraio 2005, e nel febbraio 2007 ha concluso il suo secondo anno di studi, per poi iniziare il terzo anno accademico verso la fine dello stesso mese. Ecco perché si trova sia nel gruppo del 2° anno che nel gruppo del 3° anno!) Info Fass 2007 n.12 3 Corso di Formazione “Management delle Organizzazioni del Terzo Settore” La Facoltà di Scienze Sociali della PUST con Adjuvantes Onlus e in collaborazione con il Forum permanente del Terzo Settore ha attuato sostenendo per l’A.A. 2006/2007 il corso “Management delle Organizzazioni del Terzo Settore”, giunto ormai alla 9ª edizione. L’obiettivo formativo del corso è quello di offrire una conoscenza approfondita delle realtà non profit, al fine di sviluppare competenze professionali inerenti la gestione di queste organizzazioni. Il corso, che quest’anno ha visto iscritti 17 studenti, si è consolidato nel suo schema didattico che prevede sette moduli d’insegnamento: Gestione e organizzazione; Progettazione; Etica e deontologia professionale; Contabilità e fisco; Diritto e normativa; Fund raising e marketing sociale; Comunicazione d’impresa, con lezioni che si svolgono ogni mercoledì dalle h.15.30 alle h.19.15, presso la Pontificia Università S.Tommaso d’Aquino “Angelicum”. Per favorire un apprendimento pratico per gli studenti, le lezioni ordinarie vengono arricchite con incontri a carattere di orientamento, con rappresentanti di organizzazioni non profit e testimonial esterni. È previsto durante il corso lo svolgimento di uno stage di 80/100 ore presso un’organizzazione del Terzo Settore attraverso cui acquisire pratica e conoscenza di queste realtà in modo operativo. Quest’anno le organizzazioni che hanno ospitato i nostri studenti sono state: UNESCO;Ass.Andrea Tudisco Onlus;Ass. Robert Wirth Fund; UNICEF;Ass. Peter Pan Onlus;Ass. La Gabbianella Onlus; UNITALSI. Durante lo stage gli studenti vengono seguiti da un Tutor, che mantiene costanti contatti con l’organizzazione presso cui è ospitato lo stagista. Come per ogni anno, a fine corso verrà promossa una tavola rotonda di approfondimento tematico con la partecipazione di esperti del Terzo Settore. Il corso costituisce sempre più una risposta concreta alle richieste di molti giovani operatori che chiedono di formarsi professionalmente per poter operare nel mondo dell’imprenditoria sociale, a servizio della persona. Info Fass 2007 n.12 4 Programma Tutor Da più di dieci anni la Facoltà di Scienze Sociali offre un programma intensivo - TUTOR riservato a tutti coloro che sono in possesso di un grado accademico e svolgono un lavoro sociale,ma non possono frequentare regolarmente i corsi.Il programma costituisce attualmente uno dei più numerosi della nostra Facoltà. Negli incontri periodici, i partecipanti al programma Tutor discutono, con l’assistenza di alcuni docenti, temi interdisciplinari di scienze sociali, come il pensiero sociale cristiano, il rapporto economia ed etica, le valutazioni delle esperienze lavorative, ecc. Gli apporti alle discussioni degli studenti, che provengono dagli ambiti nazionali e lavorativi più ampi, sono preziosi per tutti gli iscritti. Per l’anno accademico 2006/2007 è stato proposto il tema:“La globalizzazione e le sue conseguenze sull’economia”. Proprio considerando che globalizzazione significa un’apertura mondiale dei mercati delle merci e dei servizi, una crescente liberalizzazione dell’attività imprenditoriale e la possibilità di disporre a livello mondiale delle conoscenze e delle possibilità tecniche, nonché di una qualificata manodopera, il processo risulta ambiguo: presenta sia aspetti positivi che negativi. Le conseguenze della globalizzazione si riscontrano in vari campi del sapere e dell’agire umano, come teologia, filosofia, etica, politica e cultura. La riflessione comune si è pertanto estesa alle questioni del lavoro ed al ruolo dell’etica cristiana nel momento del suo confronto con gli attuali processi dello sviluppo socio-economico mondiale. MHELLA DEOGRATIUS (from Tanzania): “If you are hungry to learn more about ethics and the effects and dimensions of globalization, migration and other current world issues with the help of an experienced cadre of educators and experts, the St.Thomas University offers you a stimulating (Tutor) programme aimed at addressing those issues. Again, if you want to learn from your study colleagues, you may come into contact with different cultures and make friends for life - meeting people who are just as bright, energetic, motivated and open-minded as you are. I joined St. Thomas because I am passionate about globalization issues and I want to do my doctoral thesis on that topic.This year, I participated in discussions that led to my enhanced understanding of globalization.We looked at every dimension of globalization including the social, economic, cultural, political and religious aspects, just to mention a few. Texts contributed by participants on globalization provided the data for an analysis of key concepts used in research on this topic. Among those who offered overviews of this issue were Prof. J. Lopez De La Osa and Prof. F. Compagnoni. Now, it is easier for me to talk about these different dimensions of globalization. I feel comfortable and confident enough to take risks and participate in discussions on any dimension during the rest of the school semester. In the future, I will take part in international conferences and meetings, and I hope the knowledge I received here will be very useful. In short, during this semester I have developed a feeling that one day fair globalization will work for all of us.And that the haves and the have nots, the rich and the poor, will all benefit from it. Time will tell as the old saying goes "Where there is a will, there is always a way.” Master di Primo Livello “Management e Responsabilità Sociale d’Impresa” Per quanto riguarda l’edizione in corso, con l’inaugurazione sopra descritta si è aperta un’edizione a cui si è voluto dare un taglio più aziendalista rispetto al passato e sono cambiati diversi docenti. Il modulo Sviluppo RSI è stato per la prima volta tenuto dalla Prof. ssa Barbara Sena, ricercatrice impegnata in diversi progetti sulla responsabilità sociale d’impresa. Il modulo di Strategia d’Impresa è stato affidato alla Prof.ssa Di Martino e al Dott. Basciano di E2B lab, incubatore d’impresa dell’Università di Tor Vergata, mentre il Dott. Stefano Dionisio, consulente ambientale, è stato il docente del modulo “Impresa e ambiente”. Tra gli studenti si segnala Alessandro Mauriello, romano, che ha effettuato uno stage presso l’Alai Cisl, nascente sindacato dei lavoratori Atipici ed Interinali. Visto il grado di precarietà nel mondo del lavoro, la sua esperienza ed il suo impegno potranno essere utili per tutti i giovani alla ricerca di lavoro. Melissa Nagadya, studentessa ugandese ha appena iniziato uno stage alla Euro-Med, organizzazione che si occupa di commercio internazionale per ConfCommercio. Alessandra Bergamasco sta invece iniziando a lavorare per Repubblica TV e Flavio Mollicone ha iniziato il suo servizio civile presso l’Adoc (associazione di consumatori): da loro ci aspettiamo lo sviluppo di originali Project work. Il corso si chiuderà ad inizio giugno 2007, contestualmente con il lancio della nuova edizione. 5 Info Fass 2007 n.12 Venerdì 17 Novembre 2006 è partita la IV edizione del corso che la FASS organizza congiuntamente con la Lumsa. Relatore d’eccezione è stato il Dott. Roberto Zangrandi, responsabile dell’ufficio Corporate Social Responsability di Enel. Fin dal primo anno abbiamo intrecciato un rapporto di collaborazione con questa importantissima azienda nazionale (oggi privatizzata) attraverso gli stage e l’anno scorso il nostro lavoro di revisione del loro bilancio di sostenibilità è stato molto apprezzato, tanto da finire nel bilancio di sostenibilità 2005. L’inaugurazione è ormai da 3 anni a questa parte l’occasione per salutare i vecchi studenti e incontrare i nuovi e dare dunque un senso di continuità al nostro corso. A proposito dei vecchi studenti non si può non cominciare menzionando coloro che per meriti, hanno ricevuto la borsa di studio - premio: Claudia Nurra, Teresa Guarnieri e Boniface Mhella. Boniface Mhella, studente tanzaniano della Fass di lunga data, ha seguito il corso con un occhio di riguardo per tutte le tematiche legate ai Paesi in via di sviluppo ed allo sviluppo sostenibile; il suo stage di studio sul microcredito presso il politecnico di Torino è stato organizzato proprio in questa direzione e ci aspettiamo da lui un gran dottorato. Claudia Nurra, aspirante notaio di Cagliari, non solo ha avuto la media più alta di tutti ma è anche riuscita a trasformare il suo stage (presso il Fondo For.Te) in un contratto di lavoro. Complimenti! Teresa Guarnieri, bocconiana di Reggio Calabria, ha invece conquistato la commissione d’esame con un’interessante tesi sul capitalismo intellettuale. Per lei anche un interessante stage in KPMG con Maria Pia Vitali; quest’ultima va inoltre menzionata per l’ottima tesi sullo “stakeholder engagement”. Altra tesi interessante è stata quella di Cristian Loza Adaui, studente peruviano tra l’altro relatore al convegno “The Good Company”: la sua analisi sulla Responsabilità Sociale delle Università è stata reputata molto originale. Altri due sudamericani sugli scudi nell’annata 2005/2006: Roberto Valencia, giornalista cileno, ha fatto uno stage presso il quotidiano della Cisl “Conquiste del Lavoro”, riuscendo anche a pubblicare diversi articoli con la sua firma. Veronica Vatauski, argentina, ha fatto un project work sulla British Tobacco, presso cui si occupa proprio di bilancio sociale. Ludovico Pallottino, Catia Tchimbinga, Silvia D'Amico (nella foto), Isadora Morellini e Tiziana Battafarano sono gli studenti che hanno partecipato allo stage “Csr in Minnesota” presso la St. Thomas University di St.Thomas. Ludovico Pallottino è diventato il presidente di Sneep Roma, Rete di Studenti per l’Etica nell’Economia e nella Pratica. The FASS / Catholic Studies Rome Programme Since September 1998, students from various US Catholic universities have been coming to study for a semester or a year in the Faculty of Social Sciences in a programme jointly organised with the Department of Catholic Studies at the University of St Thomas, St Paul, MN.The main aim of the programme is to allow students to understand how faith impacts culture and how culture impacts faith in Rome, Italy and, beyond that, in Europe as a whole. Students take courses with titles like “Church and Culture in Italy”,“Catholics in Politics in Europe”, as well as doing an Italian language course and one or more courses in philosophy and theology. Here some of the students have written about their experiences: Info Fass 2007 n.12 6 Gwen Adams, graduate student in the Catholic Studies Department at the University of St. Thomas, MN; student at the Angelicum 2006-2007, compares the education systems she has experienced in Europe and in the US: It is worth experiencing the contrast in pedagogy between the American and European universities. I have benefited from both systems. I find the European University offers great freedom to a professor of deep vision and experience. Unlike the American system,the professor need not spend time regularly grading 80 or more research papers or exams. He doesn't even need to give this task to a younger and inexperienced graduate student (or what we call "Teacher Assistant"). Also, the European system offers less chance of having classes under such "Teacher Assistants" instead of learned professors. The result is that a professor like Fr. Paul Murray is free to study and to synthesize his learning and experience: we benefit in incredible weekly lectures. However, the American system offers some excellent advantages as well. First, it has a remedy for a drawback of the European system which is to offer no remedy if a professor is mediocre, or, for various reasons, unable to present anything in class over and above what can be learned from books or a manual. In the European system,a student can try supplementing his studies with extra reading,but there remains the question - why enroll in the university? To the contrary, the American system assigns papers. For example, last year at the University of St.Thomas in Minnesota, I wrote 20 papers, around 150 pages worth. Not only does this train writing - an admirable skill and great good in itself - but it gives the student concrete opportunities to learn even when the teacher is not everything we could hope. Certainly a student could make himself research and write papers in the European model, but this is superadded to the system, not a fundamental part as it is in the American system. The American system facilitates writing and research much more; I would wager that students, at least American students, are far more likely to research and write in an American University than in a European one. The downside to the American system, of course, is that matriculating often depends on writing and writing well, but it can be difficult to avoid the grading and mentorship of inexperienced "Teacher Assistants" or professors who are too busy this term. In Europe, graduating does not depend on such factors. In short, if the professor is incredibly good, I prefer the European system. Papers distract from pondering the lectures. But if the professor is good, mediocre, or bad, I would prefer the American system which affords the opportunity to research and write. Nevertheless, I think the European system would do well to assign a few papers, as it cannot be good for the scholar to go too long without writing or without help in writing. And best perhaps, is the opportunity to experience both. B r i a n B oy d, an undergraduate student from the University of Notre Dame, IN, and student at the Angelicum in the second semester 2006 – 2007 comments on the visits made as part of the course “Church and Culture in Italy II”: My friends back home can barely believe the stories I tell them about my classes at the Angelicum. One professor of mine was Mother Teresa's spiritual director; another is a high-ranking curial official who has given us tickets to events covered in the Italian media the next day. However, what has most directly immersed me in the history and traditions of the living Church has been my architecture class with Professor Andrea Baciarlini, who has been one of the leading figures in post-Vatican-II architectural renewal. Every other class takes place on-site; from the earliest basilicas made out of the Empire's justice-halls to the first and most splendid Baroque churches ever built in Europe,we receive comprehensive insider tours from the most knowledgeable guide you could ask for. This took on a whole new dimension with our visit to St. Peter's Basilica. A few words from Prof. Baciarlini to the guard next to Pope John Paul II's tomb quickly resulted in another guard being called in to usher us into the locked area nearby, leading to the chapels in the crypt. He took us into the 'Irish chapel,' that of San Columbano which, he explained, he himself had designed. And then he explained the symbolism and significance of each of the elements in the chapel. Anyone who thinks that modern Church architecture is fated to be insipid needs to learn about this chapel – which, as it is the mostrequested chapel for private Masses in St. Peter's, is not too closely held a secret. From the pews with extremely low backs so as not to divide the congregation, to the use of the same balance of white Roman and light brown Tuscan marble used on St. Peter's facade to show the interwoven heritage of the Western church,to the presidential chair which was a gift from Pope John Paul II and hence bore his papal seal, there was truly everything in its right place. As we emerged from the stairs behind the statue of St.Andrew, which is in one of the central piers holding up Michelangelo's dome,I could not help but look up in awe. I cannot think of any better way to engage the tradition of the Church than by living it firsthand, nor could I be much more grateful for this opportunity. Andrew Summerson, an undergraduate student at John Carroll University, US, and student at the Angelicum in the second semester 2006 – 2007,considers the weekend visit to Ravenna and the visit to the Vatican mosaic workshops: On March 10th - 11th, the students in the FASS/Catholic Studies program traveled to Ravenna as a part of their course,‘Church and Culture in Italy.’ Led by their professor Dr.Andrea Baciarlini, the group toured various churches predominantly designed and decorated in a Greek-Byzantine style.The various mosaics depicted the historical argument between the Arian heresy and the Orthodox position in this coastal city. Some of the sites visited included the churches of San Vitale, Sant’Appollinare Nuovo and Sant’Appollinare in Classe, as well as the Arian and Orthodox baptisteries and the glittering Mausoleum of Galla Placidia. When asked about the trip, St.Thomas student Isaac Huss found himself ‘astounded by the mosaics, especially the Arian baptistery.’ These unique churches were certainly a treat for the eyes and souls of the students. Viewing mosaics did not stop in Ravenna. On April 20th Dr. Baciarlini invited the students to visit the Vatican Mosaic Laboratory. The students were privileged to witness the delicate process involved from the kiln to the canvas. The artists themselves were hard at work as the students observed them prepare and restore some of the world’s finest mosaics. Brandon Zahnle commented on the experience:“It was something people don’t get to see; it is great to see that the church is so willing to keep such an ancient and beautiful style alive.” Another exchange student, Megan Miller said - “it was one of the coolest things I have seen in Europe. It is amazing to see the pieces that make up the final project.” Continuing until June,the group will take several more trips and visits with Dr. Baciarlini’s class, as well as enjoy the rest of the program examining how faith interacts with culture at the Angelicum. Gradi conseguiti dal 1° Maggio 2006 al 1° Maggio 2007 BAC CONSEGUITI BONALDO Ermanno, BUSHASHIRE Denise, CONTINI Paolo, DA FONSECA Sandra, D’AMBROSIO Benedetto, LAURENTI Lamberto, MACHIORLATTI Gianmarco, MERISIER Sandra Emanuelle, MUTABAZI Thomas, NININAHAZWE Maria Goretti, NSHOMBO Pascal, STASIAUSKAITE Viktorija, ZHYVYTSYA Olha LICENZE CONSEGUITE IAM MA RRONE Mauro (Italia) Strumenti di rendicontazione della responsabilità sociale d’impresa, (Prof.ssa H.Alford), pp.58 (14 novembre 2006) GALDI Vincenzo (Italia) Il Comprensorio di Bonifica in destra del Fiume Sele, (Prof. A. Pilieri), pp. 106 (3 luglio 2006) DA FONSECA Sandra (Angola) Il Lusotropicalismo: il contributo antropologico di Gilberto Freyre ad un’antropologia tropicale. (Prof.A. Riccio), pp. 88 (12 gennaio 2007) M OTTOLA Antonio (Italia) Attualità del messaggio sociale di Don Antonio Palladino, (Prof. R. Pezzimenti ), pp. 81 (3 luglio 2006) ARACKAL Francis (India) The social and ethical dimensions of Investigative reporting. (Prof.ssa B. Sena), pp. 90 (30 gennaio 2007) O B I A H y g i nu s U c h e n n a (Nigeria) Violence and the social implications: toward sustainable peace building from the resources of the Catholic Church social teaching (Prof. F. Compagnoni), pp. 91 (13 luglio 2006) OKUMA Peter Chidi (Nigeria) The Igbo life-value: a challenge to human life isuue today. (Prof.A. Lo Presti), pp. 68 (2 febbraio 2007) CHARNIAK Viktar (Bielorussia) From Constantine Kalinouski to Belarusian identity, (Prof. R. Pezzimenti), pp. 68 (14 luglio 2006) ROTA Onofrio (Italia) L’agriturismo nel Veneto (Prof. A. Pilieri), pp. 60 (16 febbraio 2007) D E M B I C K I E u g e n i j (Ucraina) Rawls’s non-costructive critique of classical utilitarianism, (Prof. R. Pezzimenti), pp. 59 (2 ottobre 2006) CUMBO Tomas (Rep. Dem. Congo) O papel da igreja no conflito angolano (Prof. A. pilieri), pp. 136 (16 febbraio 2007) COLAO G a b r i e l l a (Italia) La trasformazione dell’alleanza atlantica: implicazioni e prospettive, (Prof. L.Troiani), pp. 136 (9 ottobre 2006) B ARRA Javier Alber to (Argentina) Carlos Saul Menem. Carisma, Populismo y representacion (Prof.A. Lo Presti), pp. 77 (23 marzo 2007) DOTTORATI CONSEGUITI NDIKUMANA Jean De Dieu (Burundi) De l’histoire d’un échec au retour de son succès: l’expérience de Che Guevara en Afrique Centrale (RDC), (Prof.Alberto Lo Presti), pp. 314 (12 settembre 2006) DE MENEZES Fa t i m a (Brasile) L’istituto dei Consiglieri Aggiunti e gli stranieri non comunitari residenti a Roma, (Prof.Alberto Lo Presti), pp. 351 (13 febbraio 2007) NDAVARO J e a n B a p t i s t e Pa l u k u (Rep. Dem. Congo) La communication et l’exercise de la democratie en Afrique: une théorie de l’espace public national et transnational, le cas de la R.D. du Congo (ex Zaïre), (Prof. Luigi Troiani), pp. 257 (18 dicembre 2006) U n n u ov o v i s o e u n ’ u l t i m o a d d i o . . . Il 7 dicembre 2006, P. Compagnoni OP e diversi altri frati domenicani hanno celebrato una Messa per il riposo dell’anima di P. David van Ooijen OP, morto un mese prima, il 7 novembre 2006. P. David è stato docente presso di noi di vari corsi di Politiche sociali e di Didattica. E’ stato insegnante prima di diventare religioso e poi, successivamente, membro del Parlamento olandese dove si è interessato delle politiche sociali. A parte il suo contributo accademico alla facoltà, è stato anche un grande sostenitore dei nostri studenti, trovando molte borse di studio e altri tipi di aiuto per loro. Molti studenti della FASS sono stati presenti alla Messa per ricordarlo e per pregare per lui. Riposi in pace. Nel primo semestre ha cominciato il suo insegnamento presso di noi il prof Bennie Callebaut. Egli ha fatto tre blocchi di lezioni intensive per il corso di Sociologia della religione in modo di conciliare questo impegno con i corsi dei quali è incaricato all’Università di Lovanio (Belgio). I suoi interessi scientifici spaziano dall’ateismo all’indifferenza religiosa, ed è autore di pubblicazioni su Jacques Ellul. 7 Info Fass 2007 n.12 TOYI Aloys (Burundi) Etude sur la nature du conflit burundais selon le document: l’Accord d’Arusha pour la paix et la reconciliation au burundi, (Prof. J. R. Lopez de la Osa ), pp. 114 (30 giugno 2006) Info Fass 2007 n.12 8 “common good” from their respective points of view, while in another, the idea of the “stakeholder” was treated. Not surprisingly, it often emerged that on the practical level, the two schools of thought would lead to similar outcomes, but on the philosophical level, there were clear differences between them. In discussing the stakeholder idea, for instance, it emerged that the most advanced approach within the mainstream expects that people have to be constrained to do what is “good”, meaning “in the interest of the group” and so, at least potentially, not in their particular interest. These constraints are set up by real or notional contracts, and followed up by incentives and sanctions created by the government to make sure that people actually do in practice what they agreed to do in theory (or notionally agreed to do, in the case of the notional social contract).This approach starts from a key underlying idea: human beings are radically individual, so the only way to arrive at a “common good” is to make sure that the pursuit of everyone’s individual interest is limited for the sake of the group as a whole, or channelled along socially acceptable lines (hence the contracts, the incentives and the sanctions). The CST approach, on the other hand, recognises that, while interests may be i n d i v i d u a l , o b j e c t i v e s and the goods that are created by achieving those objectives can really be shared. Human beings are not only individual, but also have an inherently relational dimension which is part of who they are and thus the idea of sharing objectives and goods (common goods) is not problematic but is recognised as a natural part of human life. Following on from this, it is quite possible to work towards one’s own good and towards the common good simultaneously – it is not just that there is no inherent contradiction between them but that rather each needs the other; personal good is built on and supports the common good and vice versa. In this model, businesses do not need to be constrained to go against their own particular good in order to promote a social good, or in order to be socially responsible, but rather the two go together – by promoting social good in an effective and proper way, the business also promotes its own good. This doesn’t resolve all problems, of course – working out what is the “effective and proper” way to promote social good for a particular business is usually very difficult to do – but this approach creates new ways of thinking about that problem which could lead to new and better results. dai loro rispettivi punti di vista, mentre in un’altra, ha trattato il tema dello stakeholder. Non è stata una sorpresa, che a livello pratico spesso le due scuole di pensiero convergessero verso una soluzione simile, mentre a livello filosofico c’erano differenze da non trascurare. Nella discussione dell’idea dello stakeholder, ad esempio, è emerso che l’approccio mainstream più avanzato prevede che le persone debbano essere costrette a fare la cosa “buona”, cioè,“nell’interesse del gruppo” e quindi, almeno potenzialmente, non nel loro interesse particolare. Questi vincoli sono creati da contratti, reali o nozionali, e rinforzati da incentivi e sanzioni creati dallo stato per assicurare che la gente faccia realmente nella pratica quello che ci si è messi d’accordo di fare nella teoria (oppure che ci si è messi nozionalmente d’accordo di fare nel caso di un contatto social nozionale). Quest’approccio prende spunto da un’idea-chiave sottostante: gli uomini sono radicamente individuali, e l’unico modo di arrivare ad un “bene comune” è di assicurarsi che il perseguimento dell’interesse personale di ognuno sia limitato per il bene del gruppo intero, o canalizzato verso una direzione accettabile socialmente (ergo i contratti, gli incentivi e le sanzioni). L’approccio della DSC, invece, riconosce che, mentre gli interessi sono individuali, gli obiettivi ed i beni creati nel raggiungimento di questi obiettivi possono essere realmente condivisi. Gli uomini non sono solamente individui, ma hanno anche una dimensione intrinsecamente relazionale, che fa parte del loro essere, e quindi la condivisione di obiettivi e di beni (beni comuni) non è problematica ma riconosciuta come parte naturale della vita.Seguendo questa linea,è possibile vedere che qualcuno può agire simultaneamente per il proprio bene e per quello in comune.Non solo non vi è una contraddizione fra di loro, ma al contrario l’uno ha bisogno dell’altro: il bene personale sostiene ed è costruito sul bene comune e viceversa. In questo modello non c’è la necessità di costringere le imprese ad andare contro il loro bene particolare per promuovere un bene sociale, o per essere socialmente responsabili, poichè le due cose vanno insieme – promuovendo il bene sociale in un modo efficace e appropriato, l’impresa promuove anche il proprio bene. Evidentemente questo non risolve tutti i problemi perchè capire quale sia il modo più “efficace e appropriato” per promuovere il bene sociale nel caso di un’impresa particolare è normalmente molto difficile, ma quest’approccio crea nuovi modi di pensare al problema: essi potrebbero portarci a risultati nuovi e migliori. A lot more work needs to be done on the relationship between these two positions, but this conference made an important step in that direction, and plans are already afoot to continue the dialogue. The papers for the conference are on the website of one of our partners in the organisation of the conference, University of St Thomas, St Paul: www. s t t h o m a s . e d u / t h e g o o d c o m p a ny and a gallery of photos from the conference is available on the faculty website, www. p u s t . e d u C’è molto ancora da fare sul rapporto fra queste due posizioni, ma il convegno ha realizzato dei passi in avanti importanti nella direzione giusta ed il dialogo continua. I contributi al convegno sono disponibili nel sito di uno dei nostri partners organizzativi dell’evento la University of St Thomas, St Paul (US): www.stthomas.edu/thegoodcompany mentre una galleria di foto del convegno è disponibile al nostro sito web, www.pust.edu ANGELICVM ROMA PONTIFICIA UNIVERSITÀ S.TOMMASO D’AQUINO Facoltà di Scienze Sociali (FASS) Pontificia Università San Tommaso d’Aquino (PUST) Largo Angelicum, 1 - 00184 Roma Tel. +39 06 67 02 353 - Fax +39 06 67 02 417 [email protected] - www.pust.edu