Foglio di informazione verde dell’I.C. Donatello
Foglio di
Il nostro “OLTRE”
O
ltre…il significato è evidente: al
di là. Ma in che senso? Nel
tempo? Nello spazio? Il vocabolario
offre alcune piste: oltrepassare, oltremare, oltreoceano, oltretomba…
In tutte queste parole c’è il senso di
una dimensione da superare: il mare,
l’oceano, la vita…Per me “Oltre” non
ha a che vedere con questi aspetti
ma con la mente, la conoscenza, il
rapporto con gli altri. “Andare oltre”,
per me significa infatti scoprire nuove
realtà e nuovi mondi nella speranza
che siano più puliti. A me viene in
mente l’immagine dell’Universo così
come lo conosciamo, ma ci sarà
sempre un “oltre” da scoprire: infinite
galassie, mondi, dimensioni, stelle,
asteroidi, ecc. Forse il concetto di
“Oltre” è legato a quello di INFINITO,
infiniti modi di tutelare l’ambiente.
Penso che questa espressione possa
essere utilizzata anche in relazione al
rapporto tra le persone e l’ambiente
stesso: andare oltre l’apparenza, ciò
che sembra
più evidente,
perché spesso non corrisponde alla
realtà più profonda. Ad esempio bisogna avere la capacità di andare
“Oltre” quando qualcuno offende te o
la natura perché magari ha un disagio, quando ti ignora per farsi notare,
quando aggredisce per manifestare il
suo bisogno di appartenenza al mondo che lo circonda.
Alice Buratti
SCOPRIRE ED
OSSERVARE
Per me il concetto di “oltre” è da intendere come il superamento dei limiti,
quindi superare tutti gli ostacoli, che siano grandi o piccoli.
L’uomo ha sempre cercato di andare oltre, con scoperte astronomiche, psicologiche, e iniziative per la tutela dell’ambiente. Abbiamo bisogno di andare oltre
perché c’è un sentimento dentro di noi
che ci costringe ad andare alla scoperta
di nuove cose; questo sentimento è la curiosità. L’oltre è ciò che dobbiamo scoprire ed osservare, solo così potremmo
sedare per un po’ di tempo la curiosità.
Ma più scopriamo, più vogliamo scoprire, perché la conoscenza è quello che a
noi serve per rendere interessante la nostra esistenza ed il mondo, che deve pensare al futuro e alla sua tutela. Vorrei conoscere tutti i segreti dell’oltre…Ma forse la cosa più bella dell’ ”oltre” è che è
infinito e che mai potremo conoscerlo
del tutto!
Francesca Doros
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GreeNews
GREEN ZONE
Miglioriamo la natura
OLTRE è una parola per dire “andiamo oltre”, non pensiamoci ma l’ambiente non è
un argomento per passare oltre, si deve
affrontare e siamo noi ragazzi che dobbiamo FARLO. Il nostro compito è migliorare il
mondo per un futuro migliore, sia per noi
che per i nostri figli. Nella mia scuola ogni
anno si partecipa ad un progetto chiamato
NON TI SCORDAR DI ME che
consiste nel ripulire la scuola
ed i giardini. Mi piace molto
questa iniziativa perché aiutiamo la natura a rivivere.
Secondo me, aiutare l’ambiente è come aiutare una persona in difficoltà; non capisco perché alcuni debbano
mettere in pericolo la natura anche con delle bombolette spray o con i rifiuti gettati a
terra.
Asia Palombi
Quanto conviene risparmiare
con i nuovi sistemi?
In questo periodo sento molto parlare dei pannelli fotovoltaici ma mi chiedo quanto possano
essere economici considerando il fatto che costano molto e che i 3\4 dell’anno piove? da dove
si prende l’energia solare per avere la luce?
Se una famiglia numerosa consuma molta corrente e d’inverno non ha la luce per colpa del
cattivo tempo, come farà? Se si deve cuocere
una torta e non funziona il forno perché non
hanno la corrente, come fanno? e la tv? Penso
che con un po’ d’impegno si possa risparmiare
in altro modo ad esempio, se invece di stare imbambolato davanti alla tv vai a leggere un libro o
se quando accendi la luce fai attenzione a non
dimenticarla accesa, avrai risparmiato ancora un
po’. Per risparmiare il gas, invece di accendere
per molte ore i termosifoni, è meglio coprirsi un
po’ di più o comprare un caminetto a legna, non
quelli a gas o a pallet perché consumano di più.
Per ammortizzare i costi è meglio preparare
piatti freddi senza l’uso del forno o il forno a microonde; secondo me, se ognuno ci mette del
suo, possiamo far diventare il mondo migliore.
Beatrice Bianchi
M
olte persone credono che l’ecologia
sia solo la raccolta dei rifiuti o la pulizia degli ambienti naturali. Ma la vera ecologia è una scienza che studia l’ecosfera, ossia la porzione della Terra in cui è presente la
vita stessa, e rappresenta l’unione tra le
scienze della terra e le scienze della vita.
È opportuno sottolineare la differenza tra il
termine ecologia, portato alla ribalta inizialmente dal movimento ambientalista negli anni
‘60 e ’70, ed il corretto significato scientifico
dell’ecologia, che fino ad allora era stata familiare solo ad un gruppo ristretto di accademici, naturalisti e biologi. Per gli ambientalisti l’ecologia è la disciplina in grado di fornire una “guida” per le relazioni dell’uomo con
il proprio ambiente e, con la diffusione del
movimento, divenne un termine utilizzato quotidianamente e spesso impropriamente (per
esempio: ecologia = studio dell'inquinamento). Tale tendenza si manifesta ancora oggi,
confondendo spesso erroneamente l’ecologia
con l'ambiente, con la conservazione della natura o con altri concetti e studi simili. Esiste
anche l’ “ambientalismo”, che è attivismo con
lo scopo di migliorare l’ambiente soprattutto
attraverso attività educative pubbliche, propaganda di idee, programmi legislativi e convenzioni. La definizione di
ecologia quindi è ben diversa da quella che la maggior parte della gente dà
convenzionalmente al termine. Oggi ci sono molti
giornali che parlano di
green zone e tutti parlano
di azioni non adeguate nei
rispetti dell’ambiente, come
per esempio i rifiuti tossici sotterrati nella
Terra dei Fuochi, o di belle notizie, come
qualche petizione nata per salvare qualche
parco o qualche altro luogo pubblico naturale. Non solo si deve rispettare la natura, ma
c’è anche l’obbligo di amarla perché siamo
tutti, nessuno escluso, i protettori, gli ammiratori e i diretti interessati nelle questioni della
natura.
Valeria Cristofanilli
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GreeNews
Oltre l’inquinamento
organismi geneticamente modificati
G li(OGM)
sono principalmente piante e
animali il cui patrimonio genetico è stato
modificato affinché soddisfi il fabbisogno
umano. Il risultato di questi esperimenti,
anche se andati a buon fine, non è attendibile visto che non se ne conoscono le
conseguenze sull’ambiente e gli animali,
tra cui l’uomo. Fa parte degli OGM anche
la clonazione che consiste nell’inserire una
parte del DNA di un animale o pianta, nel
genoma di un altro suo simile. Questa modifica rende l’organismo sottoposto all’esperimento, più idoneo alle richieste
dell’uomo come una carne magra e tenera
e un vello soffice e resistente. Si ricorda la
pecora Dolly come il primo animale ad essere stato clonato e nonostante la vita
breve, rimane un esempio di quello che
può fare la scienza. Al contrario della clonazione animale, quella vegetale è praticata da molto tempo e si usa principalmente per la produzione di alberi da frutto. Con il tempo e le nuove tecnologie si
spera che gli OGM vengano controllati
più scrupolosamente per impedire ripercussioni negative sull’alimentazione e
l’ambiente.
Valeria Sottili
Un museo scolastico...
al verde
C
i capita spesso di ascoltare gli
adulti parlare del passato e di
come erano un tempo i nostri quartieri. Raccontano che c’era meno traffico, più verde e che si viveva meglio
perché non c’era inquinamento. Non
è sempre facile capirli perché non abbiamo vissuto i loro anni ed oggi è
tutto cambiato. Soprattutto per quel
che riguarda l’ambiente. Così vorrei
lanciare una proposta dalle pagine di
GreeNews: perché non proviamo a
costruire un museo storico “verde”
per raccontare agli studenti che verranno la storia e le esperienze che
hanno fatto le classi che li hanno preceduti in difesa del nostro territorio?
Che studenti erano? Si preoccupavano delle piante del cortile? Come si
vestivano? Facevano giochi all’aria
aperta che non facciamo più? Come li
educavano i loro genitori? Come vivevano la città gli studenti degli anni
passati? Come passavano il loro tempo libero? Quali erano le occasioni di
incontri e i modi dello stare insieme
quando non erano diffusi computer e
videogiochi? Raccogliamo immagini e
documentazioni delle esperienze, ma
anche oggetti e progetti, foto e video.
Queste e tante altre cose potranno
diventare un percorso da mostrare al
quartiere (e non solo) per raccontare
la storia delle generazioni di ragazzi
che sono stati educati nella nostra
scuola e della loro passione per l’ambiente. Saranno le classi a provvedere all’aggiornamento del museo che
ogni sei mesi sarà aperto al pubblico
creando un appuntamento tra studenti di ieri e di oggi. Con lo scopo di
rivedersi e di conservare quello che
rimane del nostro patrimonio naturale.
Tommaso Dionisi
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GreeNews
Green News Remake,
dietro le quinte del 2014
ANDARE OLTRE …
L’APPARENZA
In questo breve articolo farò un piccolo “dietro
le quinte” e parlerò delle mie impressioni sul
primo approdo del giornalino della mia scuola,
Green News, al concorso “Giornalisti nell’Erba”. Quando proposero di scrivere un articolo
per Green News il mio pensiero iniziale fu
“SCRIVERE? IO? SU UN GIORNALE PER
UN CONCORSO?IO?”, invece, eccomi qui! Lo
ammetto, scrivere un articolo giornalistico -per
me almeno- fu una bella impresa, dato che non
sono eccellente nei testi oggettivi. Fortunatamente in quell’avventura- che sto vivendo tuttora- avevo dei validi compagni giornalisti in
erba come me- anche se nel mio caso era la foresta fluviale, ma dettagli. Dopo settimane di
preparativi riuscimmo a dar vita a Green Newstradotto letteralmente dall’inglese: “notizie verdi”, per via del tema del concorso. Finalmente
arrivò il grande giorno, tutti eravamo agitatissimi, ma eravamo anche molto soddisfatti del nostro lavoro, come lo erano i
professori che sono stati i
“redattori” del nostro Giornalino. Finalmente arrivammo alla premiazione. In
quel momento ero agitatissima “Abbiamo vinto?” continuavo a chiedermi. Poi ci chiamarono, eravamo
arrivati secondi. Per noi fu una grandissima
conquista, non eravamo primi, ma avevamo
vinto qualcos’altro oltre ad un attestato. Imparammo qualcosa di più: mentre scrivevamo gli
articoli, mentre ci documentavamo, mentre lavoravamo sodo, abbiamo imparato che in qualunque parte del mondo ci si trovi, vedremo
sempre una Terra che muore lentamente ed abbiamo imparato che, in quanto cittadini del
mondo, non dobbiamo uccidere questa Terra
perché, se non la proteggiamo, firmeremo la
nostra condanna a morte. Ciò che abbiamo vissuto un anno fa è stata solo una tappa del nostro
piccolo grande cammino, abbiamo ricevuto in
dono una grande lezione, come quando un uccello prova a spiccare il volo; nel tentativo di
volare, vive una piccola grande avventura, con
l’esperienza accumulata volerà sempre più in
alto. Nel 2014 vivemmo un’importante esperienza, ora ne vivremo un’altra. Un’altra avventura per il piccolo, grande Green News.
Oltre è una parola che ha molti significati, ma
per me questa parola indica la nostra capacità di
andare oltre l’apparenza e analizzare ciò che ci
circonda. In tutte le nostre azioni quotidiane,
grandi o piccole che siano, possiamo andare oltre; ad esempio analizzando quello che mangiamo tutti i giorni, assicurandoci che gli ingredienti non contengano sostanze nocive al
nostro corpo e non limitando
la nostra scelta al colore o alla bellezza della pietanza.
Nella vita possiamo impegnarci a conoscere meglio gli altri invece di
giudicarli se hanno qualcosa di diverso da noi.
Possiamo guardare oltre ogni aspetto che ci circonda comprendendo nel profondo, passo dopo
passo il nostro mondo.
Giorgia Rumiz
Beatrice Cuccaro
L’ECOLOGIA, SECONDO ME
T
utti noi sappiamo un po’ cosa sia
l’ecologia ossia la scienza che studia il rapporto tra l’essere vivente e
l’ambiente in cui vive. Per me l’ecologia
è rispettare l’ambiente per non inquinarlo. Un inquinamento comune che
tutti fanno è, per esempio usare l’automobile e non rendendoci conto della
gravità della situazione e il pericolo che
tutti stiamo correndo. Grazie alla conferenza di Stoccolma del 1972, si è deciso
di usare una nuova forma di sviluppo
che non inquini, cioè lo sviluppo ecosostenibile. In parole povere, uno sviluppo
che non inquini e che si prenda cura
dell’ambiente. Penso che tutti noi dovremmo prenderci, nel nostro piccolo,
cura del mondo in cui viviamo. Per me è
questa è l’ecologia.
Mariz Saad
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GreeNews
Conviene davvero
prendere l’auto?
M
ia madre mi accompagna a scuola tutte
le mattine e, sebbene usciamo per tempo, arriviamo sempre all'ultimo minuto, per il
traffico che c'è. Fra
noi ragazzi è così: a
scuola si viene in
macchina. L'85% di
noi viene a scuola in
auto, perché è più comodo. Invece mio padre veniva a scuola
sempre a piedi, per
non parlare di mio
nonno. Eppure lo sappiamo che le auto inquinano. E lo smog porta a tumori ma, secondo studi
recenti, è anche la causa di asma e allergie. Le
città più inquinate del mondo sono New Delhi
(India), Pechino (Cina) e Dhaka (Bangladesh).
Qui vivere in un ambiente sano e pulito è un
lusso che solo chi è ricco può permettersi. In
queste città c’è una altissima percentuale di
smog dovuta alla presenza di fabbriche antiquate e di troppe auto ancora con marmitte di vecchia generazione.
Ma per fortuna ci sono anche molte città nel
mondo che stanno cercando di contrastare l'inquinamento. Una tra queste c’è Helsinki
(Finlandia) che prevede entro il 2025 l’addio
alle auto private. Saranno incentivati i mezzi
pubblici e il car- sharing. Molto è già stato fatto. Grazie al progetto di nome Kutsuplus, ad
esempio, è possibile stabilire punti di raccolta
per i pendolari che si spostano nella stessa direzione, velocizzando così il percorso e battendo
l’inquinamento automobilistico.
Il nostro Paese purtroppo non è fra i più virtuosi
in questo campo, anzi.
L'Italia è al 7° posto al mondo per il possesso di
auto. Se ne contano ben 617 ogni 1000 abitanti.
Al contrario in Germania, 3° produttore mondiale nel settore automobilistico, e 13° nel possesso di auto. Qui le auto private sono “solo”
530 ogni 1000 abitanti.
Eppure altrove si stanno pensando altre soluzioni e se noi continuiamo a usare la macchina dei
nostri genitori per andare a scuola, in Olanda
alcuni centri hanno adottato il bici bus, un auto-
bus a pedali, che può trasportare ben 11 giovani
studenti dai 4 ai 12 anni. È guidato da un adulto: non inquina, non costa ed è un vantaggio per
i bambini che si abituano a fare movimento la
mattina. Anche in Germania le auto private
stanno diminuendo e si stanno diffondendo
sempre di più i quartieri car free. Le auto si
condividono e al momento dell'acquisto si deve
dichiarare che non se ne avranno di proprie. Le
strade sono più strette e sicure, i box non esistono e non incidono sui costi di fabbricazione,
non c'è smog e i bambini possono giocare all'aria aperta senza che i genitori si preoccupino. E
in Italia, quale sarà il primo quartiere car free?
Stop
all’inquinamento
S
pesso noi uomini moderni non riusciamo
a capire o forse non vogliamo capire, che
le nostre azioni più semplici possono creare
dei problemi alla natura. Tutto questo si chiama INQUINAMENTO. Per dire “stop
all’inquinamento”
dobbiamo ridurre
gli sprechi ma la
grande domanda
è: “Come ridurre
gli sprechi? La risposta ve la posso
dare io con alcuni
esempi: potremmo adottare automobili
elettriche e quindi ecosostenibili; fare la raccolta differenziata per poter riciclare la carta e
salvare molti alberi, potremmo evitare di
gettare rifiuti a terra. Spero che tutti voi possiate capire quello che voglio dire e che
mettiate in pratica i miei consigli.
Martina Dell’Omo
Pag. 6
GreeNews
UN MONDO MODERNO OLTRE
L’IMMAGINAZIONE
Sapete, la mia mente ultimamente ha
trovato delle idee per aiutare l’ambiente.
Un giorno esisteranno smartphone che
mandano radiazioni pulite e che producono ossigeno; in pratica degli alberi
tecnologici.
Ma non è solo questo che ho pensato; ci
saranno anche macchine volanti che
vanno a CO2 e puliscono le strade da
tutto ciò che le
persone lasciano.
Automobili super
elettriche che producono ossigeno e profumo di rosa e che
facciano più di 2000 km con un pieno.
Case costruite con metodi naturali, fatte
soltanto con mattoni creati in fabbriche
ecologiche.
Milioni e milioni di pale eoliche che producano SOLTANTO e dico SOLTANTO, energia PULITISSIMAAAAA!!;
Foglie speciali che producono ossigeno
giorno e notte,sfidando le leggi della
scienza.
Avete capito che mi sono inventato? Ad
ogni modo spero davvero che si realizzino questi sogni, almeno non diremo più:
“ma quando puliscono Roma, la nostra
beneamata città? Ma diremo:
“Ringraziamo l’Ama di aver pulito Roma, quasi mi manca l’inquinamento! “
Alessandro Guidi
UNA FERITA APERTA
E’ un qualunque pomeriggio d’inverno in una
qualunque zona periferica di Roma; accanto ad
una campana per la raccolta del vetro una persona lascia, senza alcuna vergogna, due buste di
spazzatura e va via. Due buste che si aggiungo-
no ad un cumulo di sacchetti colorati maleodoranti che stonano con il verde della campana e
tutto questo nell’indifferenza totale.
In macchina mamma e papà smettono di parlare, c’è un silenzio strano che mi ricorda un episodio di due anni fa, solo che è notte e siamo
nei dintorni di Caserta. Abbiamo sbagliato strada e intorno a noi ci sono degli incendi e una
specie di nebbiolina con un brutto odore carico
di diossina. Anche in quell’istante avevamo
smesso di parlare. Sembrava di vedere l’entrata
dell’inferno e l’unico desiderio era quello di
scappare… era stranissimo e contrastava con il
verde e la bellezza della Reggia di Caserta che
avevamo visitato qualche ora prima.
Abbiamo chiamato gli amici che dovevamo andare a trovare e loro ci sono venuti a prendere.
Nei loro occhi un misto di vergogna e rabbia.
Vergogna di mostrarci una terra bellissima violentata in quella maniera, rabbia perché è da
tantissimo tempo che questa parte d’Italia è trasformata in una discarica a cielo aperto di rifiuti
di ogni genere: copertoni, scarti di abbigliamento, materiali tossici di ogni tipo, piombo, scorie
nucleari e materiali acidi che inquinano le falde
acquifere e i terreni. Rabbia per i roghi che sono divenuti sempre più numerosi quando potevano essere confusi con i roghi appiccati ai cumuli di immondizia durante la crisi dei rifiuti in
Campania e tra il 2007-08. Rabbia perché la camorra, pur di guadagnare, non si cura dell’inquinamento e introduce sostanze tossiche
nell’ambiente e non bisogna avere grandi conoscenze per capire i danni al settore alimentare…
tracce di diossina perfino nel latte di bufala.
Cose lontane da noi? Siamo così certi di mangiare alimenti che non provengono da quelle
zone?
Sappiamo che, da qualche anno, nella “terra dei
fuochi” ci si ammala di tumori in percentuale
maggiore rispetto ad altre zone dove non vi è
tanto inquinamento. Allora io mi chiedo come
possiamo porre rimedio a tutto questo. Di chi è
la colpa? E’ forse l’ignoranza? L’egoismo di
alcuni? La totale mancanza di rispetto per quello che ci circonda?
La realtà che ci manca completamente è la
“coscienza ambientalista”. Non conosciamo
l’effetto che ogni nostra singola azione produce
sull’ambiente, un esempio? Abbandonare una
bottiglia di plastica in strada, sappiamo quanto
tempo impiega a “biodegradarsi”? Sappiamo
quanto è più conveniente utilizzare una macchina a metano piuttosto che una a benzina?
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GreeNews
Avere una coscienza ambientalista non significa essere contro lo sviluppo economico o contro il progresso scientifico
ma essere per
uno sviluppo
che rispetta
l’ambiente
che ci circonda in modo da
prevenire disastri come
ad esempio l’effetto serra, deforestazione ecc…
I nostri genitori sono cresciuti senza conoscere i
gravi danni che una produzione eccessiva di rifiuti e un modello di sviluppo economico basato sull’uso del petrolio avrebbe avuto sull’ambiente. Però loro devono far in modo che noi
ragazzi e le generazioni future dobbiamo avere
un’educazione ambientale. Un esempio è il progetto realizzato da Me in collaborazione con il
CEA Legambiente Verona presso il Consorzio
Cerea S.p.A. di Cerea (VE) un impianto di selezione rifiuti aperto alle scuole e attrezzato per
accogliere gli studenti e accompagnarli in un
percorso ludico-didattico alla scoperta dei rifiuti e di come questi possono rappresentare una
ricchezza. Certo è che e non metteremo rimedio
a questo “scempio” il mondo come lo sconosciamo oggi non esisterà più… E noi giovani
con la nostra coscienza e conoscenza forse riusciremo a porre rimedio agli errori fatti dalle
generazioni passate.
Silvia Luciani
Questione di pigrizia
Oltre l’inquinamento potrebbe esserci un mondo sereno e pulito ma purtroppo non è così. Ci
sono persone incivili che buttano la carta delle
merendine a terra e non solo. Ci sono uomini
che non sanno come smaltire dei prodotti non
riciclabili e li mettono sotto terra. Penso che
l’uomo sia pigro e non riesca a smettere di inquinare. Dico pigro perché le soluzioni ci sono è
che non le realizziamo. Per esempio abbiamo la
macchina elettrica ma non la utilizziamo perché costa troppo. Come se non bastasse devono anche distruggere gli alberi per costruire
parcheggi e centri commerciali e noi ragazzi
non abbiamo più prati e boschi puliti dove giocare. A queste persone non importa della natura, non rispettano neanche la raccolta differenziata. Come possiamo pensare di andare avanti
se nessuno fa il minimo sforzo per tenere pulito
l’ambiente?
Mattia Di Salvo
6 REGOLE DI CIVILTA’
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UN BEL POSTO
Il mondo è un posto bello, ma lo sarebbe ancor
di più se fosse pulito. Noi
tutti possiamo impegnarci per rendere il mondo
migliore infatti, stiamo
cercando di imparare a fare la raccolta differenziata ma non tutti sembrano interessati. Noi
dobbiamo cercare di far capire alle persone
che un mondo più pulito rende tutto più colorato.
Elettra Calcagni
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Fai finta che i sacchetti di PLASTICA non
esistano e usa borse di COTONE per la
spesa;
Usa meglio gli elettrodomestici spegnendo
pc e tv. Lo stand-by consuma e quindi inquina;
Per conservare cibi usa vetro e non alluminio; quest’ultimo inquina poiché per la sua
produzione il consumo energetico è enorme;
Pulisciti i denti ma con intelligenza: se lasci scorrere l’acqua ne consumi fino a trenta litri;
Una doccia è bella se dura poco: in tre minuti consumi 40 litri d’acqua, in 10 minuti
più di 130 litri;
Fai la RACCOLTA DIFFERENZIATA: è
il contribuito più importante che puoi dare
all’ambiente.
Giorgia De Franchi
Ludovica Faiazza
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Viaggio fra sprechi,
ecologismo e crisi
Nel pianeta il 30% della produzione annua finisce nella spazzatura. Ma i piccoli
commercianti hanno imparato a non buttare nulla, o quasi.
Diverse volte abbiamo visto i nostri genitori che buttavano cibo ormai andato a
male o avanzato. A tutti sarà capitato di
aprire il frigorifero e trovare alimenti scaduti. Non ce ne accorgiamo, ma ciò può
causare uno spreco alimentare consistente. Viviamo un momento di difficoltà
economica eppure le famiglie, magari
per approfittare di un'offerta, rischiano di
riempire il frigorifero di alimenti che non
utilizzeranno. Ed ecco lo spreco.
Nel tentativo di calcolare quanto cibo
buttiamo, non tutti i ricercatori arrivano
agli stessi risultati. Secondo alcuni, ogni
italiano spreca in media 143 chili di cibo
all'anno. Se così fosse, parleremmo di
una quantità sufficiente a sfamare 44
milioni di persone. Equivarrebbero a 37
miliardi di euro, più di 600 euro a testa.
Intervistando alcune madri di famiglia si
scopre che molte hanno adottato piccole
strategie per rimediare. “Innanzitutto se
avanza un pasto, bisogna conservarlo
per il giorno dopo. Inoltre quando si cucina, bisogna sempre controllare nel frigorifero gli ingredienti di cui si dispone
utilizzando prima quelli in scadenza”. La
signora Melani sa come organizzarsi e
aggiunge: “Quando vado al supermercato controllo per prima cosa la scadenza e
poi compro il minimo essenziale. Se necessario, ci vado più volte nel corso del-
GreeNews
la settimana scegliendo i prodotti più freschi”.
Ma sono i negozi più grandi, soprattutto i
supermercati, quelli che rischiano di
sprecare di più. “Ciò che è in scadenza
viene proposto a metà prezzo. Invece i
prodotti scaduti, che purtroppo non sono
pochi, li buttiamo o lo restituiamo ai fornitori”. A parlare è l'impiegata di un supermarket a Tor Bella Monaca. Qualche
volta le novità, i nuovi prodotti dell'industria alimentare, non hanno il successo
che si sperava e restano invenduti.
Invece i piccoli negozianti spesso riescono a non sprecare: “Sulla frutta c'è un
po' di spreco, ma con i latticini stiamo
attenti e non ne buttiamo”. Katia, proprietaria di una gelateria, cerca di fare la
sua parte anche per risparmiare energia.
“Abbiamo messo l'illuminazione a led –
dichiara – e utilizziamo un frigo colonna
a basso consumo”.
Un panificio, se ben gestito, riesce a
sfruttare ben il 95% dei prodotti immagazzinati. Ce lo ha detto Jessica della
Fornarina di via Fratelli Mazzocchi a Roma, che dichiara: “Il pane che rimane lo
diamo ad alcuni clienti che hanno le galline o lo utilizziamo per produrre il pan
grattato. Non lo buttiamo di certo”.
I negozianti si impegnano a comprare la
quantità di prodotti necessaria al consumo giornaliero. Anche Patrizia, fruttivendola di 59 anni, si dà da fare per evitare
gli sprechi. “In inverno i prodotti si conservano più al lungo, invece in estate
durano meno, ma noi cerchiamo di non
gettare nulla. Con la frutta molto matura
facciamo macedonie e la verdura – racconta - la mettiamo in un sacco che lasciamo fuori dal negozio così chi ha dei
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conigli e abita nei dintorni ne approfitta”.
Da queste parti quindi nessuno sente la
necessità di ricorrere al Banco alimentare, un’associazione creata per raccogliere
nei negozi ogni tipo di genere alimentare
in scadenza. Si tratta di un sistema nato
per arginare lo spreco e nello stesso momento per aiutare i bisognosi. Gli alimenti vengono ritirati dai supermercati
con un furgoncino abilitato al trasporto e
consegnati nei centri della Caritas e nelle
parrocchie.
Se famiglie e rivenditori sono responsabili del 33% dello spreco alimentare, il
restante 67% lo si deve ad agricoltori e
industria alimentare che devono ancora
migliorare i loro sistemi di produzione,
rendendoli più efficaci.
ECOLOGIA VUOL DIRE...
E
cologia vuol dire studio dell’ambiente
ed è una parte delle scienze naturali
che studia l’ecosfera, ossia la porzione della terra in cui è presente la vita.
Il progresso dell’uomo sta rovinando l’intero ecosistema del pianeta Terra e solo da
GreeNews
poco l’uomo si rende conto di questo. Bisogna fare informazione ambientale sugli
effetti che le nostri azioni producono
sull’ambiente.
Guardiamo sempre ciò che serve a noi ma
non pensiamo mai a ciò che serve all’ambiente; ecco perché fin dalla scuola primaria ci hanno insegnato l’educazione ambientale come ad esempio l’utilizzo
dell’acqua per non sprecarne molta, chiudere il rubinetto dell’acqua mentre ci si lava i denti, preferire la doccia invece del bagno, e cosi via.
Oggi nelle nostre case è arrivata la raccolta
differenziata dei rifiuti, in questo modo
possiamo creare meno rifiuti da buttare nel
terreno ed al contrario utilizzare i rifiuti
per creare altri materiali.
Purtroppo nonostante i piccoli accorgimenti, fermare il disastro ecologico è impossibile perché le industrie, le auto, i cambiamenti dell’uomo sull’ambiente continueranno a danneggiare l’ambiente.
La natura inizia a ribellarsi, basta vedere i
vari disastri idrogeologici di questi ultimi
anni, i cambiamenti delle stagioni, la mancanza di acqua che diventa sempre più accentuata. Danneggiare l’ambiente porterà
tra tanti anni un aumento dell’effetto serra,
desertificazione di alcune zone del pianeta
per la mancanza di acqua.
Leonardo Giorgi
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GreeNews
EDUCARE ALLA
SOSTENIBILITA’
Il progetto è rivolto agli alunni della scuola
secondaria di 1° grado dell’Istituto Comprensivo “Donatello” ed intende proporre attività di formazione sullo sviluppo sostenibile, un’utile strumento di formazione in un
processo didattico, sociale e comportamentale che, certamente, non si esaurisce nel solo
ambito dell’istruzione, ma che da questo deve necessariamente iniziare. L’obiettivo è
quello modificare in positivo il comportamento degli studenti, delle famiglie, dell’ambiente scolastico, rendendo gli alunni stessi
interpreti consapevoli della cultura della sostenibilità locale e globale.
Le attività previste sono:
 Incontri con esperti sui seguenti temi: sviluppo sostenibile; gestione delle risorse
energetiche non rinnovabili, sostenibilità
alimentare, inquinamento ambientale; l’insostenibile leggerezza del consumare
 Giornata dedicata ad attività sulla sostenibilità con incontri e, giochi di ruolo
(sostenibilandia)
 Partecipazione al concorso “Giornalisti
nell’erba”
 Uscite nel territorio.
Si tratta di un progetto interdisciplinare che
coinvolge diverse materie come italiano, tecnologia, geografia, scienze, inglese
Gli obiettivi che il progetto si propone sono i
seguenti
 Conoscere il tema della sostenibilità ambientale, economica e sociale.
 Riflettere sulle difficoltà nell’effettuare
scelte sostenibili e non sostenibili
 Conoscere i problemi dello smaltimento
dei rifiuti, facendo capire come ogni per-
sona possa contribuire adottando comportamenti compatibili con l’uso razionale delle risorse.
 Riflettere sul concetto di consumo e sullo
stile di vita consumistico, nonché
sull’impatto ambientale delle nostre scelte di consumo e sulla dipendenza di queste ultime dalla pubblicità.
 Conoscere i principali marchi ecologici e
il loro significato.
 Conoscere comportamenti per ridurre l’
impatto ambientale delle abitudini inquinanti.
 Affrontare i concetti di energia e fonti
energetiche (rinnovabili e non rinnovabili), effetto serra, alterazioni climatiche,
sostenibilità, ciclo di vita dei prodotti,…
 Comprendere le relazioni tra il problema
globale (effetto serra e cambiamenti climatici) e locale (legami con i comportamenti individuali e collettivi). Nella realizzazione verranno coinvolti anche associazioni di volontariato che si occupano
di sostenibilità.
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ECOLOGISTI O
FANATICI?
U
ltimamente “essere ecologisti” va molto di moda come gli animalisti un po’
di tempo fa. Quante persone
però sono realmente
“ecologiste”? Poche. Quindi
approfondiamo la figura
dell’ecologista e qui cito il dizionario: ECOLOGISTA:
“sostenitore della necessità di
difendere l’ambiente e l’equilibrio naturale.”
Quindi, a grandi linee, è la categoria di persone che salvaguarda la terra. “In che modo?” chiederanno alcuni. Ad
esempio, non usano una quantità industriale di shampoo,
fanno la raccolta differenziata,
non usano l’auto se devono fare un metro di strada, non buttano le cartacce a terra, non
bruciano i boschi, …… Se ci
pensiamo bene, almeno un pochino, siamo tutti ecologisti
“in erba”, perché per proteggere l’ambiente non servono cose eccezionali.
Come in ogni cosa c’è il
“moderato” e l’ ”esagerato” o
il “montato”:
Ci sono coloro che lo fanno
per moda, come dico io, “gli
ecologisti di cartone”;
I fanatici, ovvero gli ossessionati, i quali pur di non
“mettere a rischio l’ambiente
“fanno calare l’equilibrio di
vita, raggiungendo nel peggiore dei casi, ritmi assurdi.
Recito il dizionario: FANATISMO: “devozione incondizionata a una qualsiasi idea o
concezione”.
Ora pongo una domanda a te
che leggi: “vuoi essere un
ecologista o un fanatico?”
Per me “fare ecologia” è andare oltre il fanatismo e fare il
bene della Terra con le piccole
azioni quotidiane.
Giorgia Rumiz
OLTRE, ANDARE AVANTI
Oltre, per me, significa un continuo
andare avanti. Oltre è il mio futuro,
fisico, spirituale, significa crescere,
una crescita che non finisce mai nel
rispetto dell’ambiente che ci circonda.
Fino a quando noi non decidiamo di
far finire questo “oltre” dobbiamo
tentare di salvaguardare la natura e
pretendere lo stesso dalla società.
La mia vita è un continuo di oltre,
perché appena supero qualcosa mi
dò subito un altro obiettivo da concludere e poi un altro ancora. Io spero di non rimanere mai senza un oltre, anche perché se non hai un oltre
non hai un futuro.
Lucrezia Savini
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Il chimico italiano Luigi Cassar, ha
partecipato ai recenti “European
Inventor Award” a Berlino, ovvero
gli oscar dell’invenzione tecnologica 2014, per aver inventato il
“CEMENTO MANGIA-SMOG”; brevettato da “Italcementi”; azienda
italiana di materiali da costruzione
e quinto produttore di cemento a
livello mondiale.
Questo signore di 76 anni, nel
1991 per puro caso, insieme a dei
suoi colleghi di “Italcementi”, mentre cercavano di realizzare un intonaco bianco, in grado di resistere
alle alterazioni delle condizioni climatiche e nello stesso tempo mantenere brillantezza e candore; hanno creato con diverse sostanze, ma
principalmente con l’ ossido di titanio, un materiale che alla luce del
sole, come loro stessi hanno dichiarato, rimaneva sempre più
bianco. Così verso la fine degli anni
90’ hanno iniziato a costruire edifici con questo materiale, come la
Chiesa in Misericordia, costruita a
Roma dall’architetto Richard Meier.
Solo dopo alcuni anni, si sono accorti che nell’aria intorno all’edifico
diminuivano i così detti “gasnocivi” come: gli ossidi di azoto,
anidride solforosa, la formaldeide
e che non era una coincidenza ma
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un effetto del cemento, successivamente brevettato come “mangia
smog”.
Luigi
Cassar
dopo
questa
“scoperta” ha approfondito gli studi all’Università di Ferrara con il
Cnr e il Centro di Ricerche della Comunità Europea di Ispra e ha affermato che “se almeno il 15% delle
città fossero coperte con le pellicole di calcestruzzo biologico, l’inquinamento si ridurrebbe del 50% se
non di più.” Questo cemento è in
commercio dal 2006 con il nome di
TX Active ed è considerato un ottimo “antidoto” per l’inquinamento.
Il TX Active o cemento trasparente,
ha contribuito alla costruzione
dell’edifico dell’EXPO, in Giappone,
ora darà un contributo di oltre 2
mila tonnellate di prodotto e 900
pannelli in cemento biodinamico,
tutto questo per la “copertura”
dell’unico edifico dell’EXPO di Milano, predestinato a rimanere in
piedi, come polo di innovazione
tecnologica, anche dopo la manifestazione.
In conclusione, oltre ad avere un
ottimo effetto sull’ ambiente, il cemento che sequestra lo smog rende anche più pulito e bianco il cemento vero e proprio. “Se si continua a trovare, inventare, creare,
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nuovi prodotti come ho fatto io,
ma molti altri, ci avvicineremo
sempre di più ad uno stile di vita
“eco-bio” e potremmo cominciare
ad immaginare, un mondo con pochissimo se non per niente inquinamento” racconta il professor
Cassar.
Ludovica Sorrenti
POCA ATTENZIONE
La contaminazione dei cibi e delle falde acquifere ad opera degli scarichi
industriali sta provocando malattie
e tumori. Parla un signore dicendo:
"IL PROBLEMA NON È L'ENERGIA MA
È L'UOMO CHE NON STA ATTENTO !!" Se gli uomini usassero le fabbriche con più attenzione tutti staremmo meglio.... Citiamo un piccolo
pezzo di una canzone: "MUIOONO I
FIORI POCHI COLORI, SEMBRA CHE
IL CEMENTO RENDA L'UOMO PIÙ
CONTENTO, TROPPI RIFIUTI IN POCHI MINUTI" Questo sta provocando
il BUCO NELL'OZONO e di conseguenza una forte estinzione di animali; se il buco nell'ozono diventasse
più grande, finirà per estinguersi anche l'uomo.
Margherita Posca
DOBBIAMO INTERVENIRE
L
a Terra e tutti i suoi abitanti subiscono l’inquinamento che sta distruggendo a poco a poco il pianeta
ma l'uomo non ha alcun interesse a
diminuirlo. La redazione di Green
News ha elaborato una scoperta imminente per non inquinare ancora.
Svilupperanno le '' foglie '' con lo scopo di filtrare l'aria, come gli alberi. Si
tratta di pannelli solari che immettono
ossigeno scartando le polveri malsane per il nostro corpo. L' idea non è
la prima ma per ora potrebbe essere
la candidata per essere attuata. Si
svilupperanno nuove idee per salvare
il mondo e persone e animali che
vi abitano; esso porterebbe diminuire drasticamente dal 2020.
Francesco Malizia
ABBASSO
L’INQUINAMENTO
L’inquinamento è un grosso problema. Lo smog e i rifiuti ormai sono
dappertutto. Io vorrei che esistessero delle scatole magiche in cui infilare i rifiuti organici per farli sparire.
Poi vorrei che ce ne fossero altre in
cui infili carta, plastica e vetro e questi diventano nuovi oggetti. Per
quanto riguarda lo smog non riesco
a capire perché hanno inventato le
macchine elettriche ma non le mettono in commercio a prezzi accessibili. Spero che prima o poi l’inquinamento sparisca dalla terra grazie alla
nuova tecnologia.
Marian Quattrocchi
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Come ti butto
I RIFIUTI che ogni famiglia e che ciascuno di noi produce sono molti, basti
pensare alla confezione di una merendina o alla carta di un quaderno, alla buccia di un frutto. Le DISCARICHE tradizionali inquinano e non risolvono il problema.
Ecco perché è importante la RACCOLTA DIFFERENZIATA, da un lato per diminuire la quantità di rifiuti non riciclabili
e, dall’altro, per aumentare il recupero
attraverso il riciclaggio dei rifiuti stessi.
Tutte le materie prime riutilizzabili diventano così risorsa utile da riutilizzare
e non come fonte di inquinamento.
RIFIUTI URBANI PERICOLOSI
C
i sono tanti rifiuti che non possono
essere riciclati completamente e
che contengono sostanze nocive per
l’uomo e per l’ambiente: i TONER contengono sostanze chimiche; i NEON
contengono un gas inquinante; gli OLI,
sia quelli per cucinare sia quelli per i
motori, se assorbiti dal terreno, inquinano e, se versati nei fiumi o nel mare,
formano una pellicola che impedisce la
vita della flora e della fauna; le PILE e
le BATTERIE vanno depositate negli
appositi contenitori poiché esse possono disperdere nell’ambiente diverse sostanze nocive; lo stesso vale per i MEDICINALI che contengono sostanze chimiche molto pericolose.
E’ necessario prestare la massima attenzione al corretto smaltimento dei rifiuti tossici in quanto questi , proprio
perché pericolosi per l’uomo e per l’ambiente, devono essere sottoposti a trattamenti specifici. Di conseguenza ognuno di questi prodotti deve essere raccolto a parte.
Ad esempio all’ingresso del nostro Istituto è presente un raccoglitore di pile
esauste; i medicinali non più utilizzati
sono raccolti in appositi contenitori posti
all’ingresso delle farmacie; gli oli utilizzati dalle mense e dalle attività industriali sono raccolti dai dipendenti di
aziende specializzate nel loro trattamento; i toner e le lampadine devono
invece essere portati presso le piattaforme ecologiche che ne curano lo smaltimento.
Purtroppo non tutte le persone hanno la
stessa cura nel trattamento di questi rifiuti così pericolosi per l’uomo e non
prestano la giusta attenzione alla loro
differenziazione. In alcune regioni del
nostro Paese il trattamento dei rifiuti,
purtroppo, è diventato un affare per le
organizzazioni criminali che hanno
smaltito illecitamente, interrandoli in discariche abusive, i prodotti che inquinano. Col tempo i residui dei prodotti interrati sono stati rilasciati nelle falde idriche sottostanti e hanno reso l’acqua
non più potabile e inutilizzabile anche
agli scopi agricoli.
In quelle regioni le persone si ammalano e il cibo e l’aria sono pericolosamente inquinate e ci vorranno moltissimi anni e tanto impegno per risanare quei terreni e quei luoghi.
Raffaele Gentile
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“Oltre” la speranza del domani,
oltre il desiderio di vivere
il presente
Il poeta turco Nazim Hikmet (1902-1963),
lontano dalla patria perché perseguitato politico, scrive il proprio testamento spirituale al
figlio Mehmet. Lo esorta a considerare il
mondo come se fosse la sua casa e ad amare
i propri simili prima di ogni altro valore.
Non vivere su questa terra
come un inquilino
Non vivere su questa terra
Come un inquilino
Oppure in villeggiatura
Nella natura
Vivi in questo mondo
Come se fosse la casa di tuo padre
Credi al grano al mare alla terra
Ma soprattutto all’uomo.
Ama la nuvola la macchina il libro
Ma innanzitutto ama l’uomo.
Senti la tristezza
Del ramo che si secca
Del pianeta che si spegne
Dell’animale infermo
Ma innanzitutto la tristezza dell’uomo.
Che tutti i beni terrestri
Ti diano gioia
Che l’ombra e il chiaro
Ti diano gioia
Che le quattro stagioni
Ti diano gioia
Ma soprattutto l’uomo
ti dia gioia
Questa poesia di Nazim Hikmet porta un
messaggio nel cuore di tutti, giovani e adulti:
amare la Terra e rispettarla. Il poeta esorta
tutti a non assumere l’atteggiamento
dell’”inquilino” che si disinteressa della casa
in cui abita perché non è sua, ma ci spinge a
vivere nel mondo come fosse la casa di nostro padre. Amare la Terra è assumersi la responsabilità di proteggere qualcosa di speciale, è condividere la tristezza di un ramo
che si secca, di un animale che soffre, è essere partecipe e solidale negli eventi tristi che
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possono colpire l’umanità o la natura. La
Terra è un pianeta unico, ogni cosa è meravigliosa, una foglia, un filo d’erba, il mare, le
stagioni, ma noi non ci rendiamo conto della
preziosità di ciò che ci circonda e allora non
facciamo altro che inquinare, distruggere
sprecare risorse.Se continueremo a ferire,
distruggere ,il nostro pianeta diventerà un
deserto e le generazioni future non avranno
più niente. Nonostante l’uomo sia il principale responsabile di questa distruzione, il
poeta dice di credere nell’uomo, sembra
avere fiducia nelle possibilità umane, nell’intelligenza dell’uomo. Beh, non possiamo tradire la speranza che il poeta ripone in noi.
Questa bellissima poesia ci ha fatto riflettere
sull’importanza di cambiare atteggiamento
verso la Terra, perché si possa andare oltre la
speranza nel domani e l’egoismo di vivere il
presente Perché il futuro possa diventare più
sicuro, tutti possiamo contribuire. Speriamo
che sempre più persone si rendano conto
dell’importanza di questo messaggio.
Giada Cerasari, Giulia Duca, EriKa Falbo,
Mlika Sara
“Oltre” il mio giardino
Emily Dickinson trascorse gran parte della
sua vita vedendo e incontrando poche persone; questo le ha consentito di entrare in contatto con la propria interiorità e con la natura ,con una sensibilità eccezionale e nello
stesso tempo non le ha impedito di essere in
contatto con la realtà Il suo modo di comunicare con il mondo è stato quello di scrivere
poesie.
E’ la mia lettera al mondo
E’ la mia lettera al mondo
Che mai non scrisse a me
Semplici annunzi che dà la Natura
Con tenera maestà
Il suo messaggio è consegnato a mani
Per me invisibili.
Per amor suo, miei dolci compaesani,
Benignamente giudicatemi.
Emily Dickinson
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Lettere al mondo
Caro mondo,
o come direbbero i ragazzi di oggi “Bella Mo!”.
Va bene basta con gli scherzi, come stai? Non
credo molto bene, insomma, anche tu come gli
Italiani e gli Europei stai passando un periodo di
crisi, per l’inquinamento dell’aria, delle acque e
della terra, ma anche per le guerre che stanno
accadendo, non tela puoi passare proprio bene.
Certamente non è colpa tua, ma dei tuoi abitanti.
Fortunatamente tu conservi ancora dei posti bellissimi e spero che le cose si sistemino.
Tu mi piaci così come sei, vorrei cambiare solo
alcuni abitanti che ti trattano male e ti fanno soffrire, ma non ti preoccupare, cercherò di fare
qualcosa di importante per guarire le tue malattie e per migliorare i tuoi abitanti. Dammi un po’
di tempo per crescere, ma fin d’ora cercherò di
aiutarti per quello che posso.
Caro mondo, desidero ringraziarti per gli immensi mari, per le altissime montagne, per i bei
paesaggi collinari e pianeggianti, insomma grazie per le tua bellezza . Grazie perché continui
ad offrirci tanti doni anche se ci comportiamo
male con te.
La tua abitante preferita
Ludovica Sorrenti
Caro mondo,
in questo periodo ti vedo malmesso. Le tue acque
non sono più limpide, gli alberi vengono tagliati,
l’aria a volte è irrespirabile. Tutto ciò è colpa
dell’uomo che non fa altro che inquinare. Non gli
importa che fine farai, non gli importa se stai
male. Il suo unico pensiero è soddisfare i propri
desideri, senza accorgersi che ti stai spegnendo
giorno dopo giorno. Ti prometto che farò il possibile per aiutarti e se anche fosse una goccia nel
mare , io avrò fatto la mia parte.
Chiara Proietti Cervellini
Caro mondo,
a volte mi sento molto confusa perché mi sorgono
delle domande e non riesco a darmi delle risposte. Mi chiedo perché ci sono terre ricche e fertili dove regna il benessere e altre zone aride e povere dove regnano disagi, malattie, miseria e
morte.
In parte la risposta la conosco, ma perché l’uomo non interviene? Perché invece di inventare
armi nuove, tecnologie avanzate per combattere,
non si impiega il tempo per migliorarti? Ma
questi politici che occupano poltrone importanti,
perché invece di agevolare persone ricche, non
aiutano i più bisognosi? Perché a queste persone
di prestigio manca la voglia di affrontare e risolvere problemi importanti? Perché pensano soltanto ai propri interessi? Perché l’uomo ti sta
rovinando? Sai, vedo molte ingiustizie, troppe:
una di queste riguarda la salute. Proprio l’altro
giorno stavo guardando la televisione e in un
programma dicevano che sono state individuate
le cure per alcune malattie, ma che non possono
essere utilizzate per vari motivi. Io non capisco,
perché preferiscono far star male le persone piuttosto che rinunciare a degli interessi diversi? Loro non sanno come possono vivere le persone
malate, non sanno cosa si prova alla notizia di
essere malati, non conoscono l’ansia e l’incertezza che tormenta i malati, la tristezza che li avvolge. Non sanno dello stato di tensione che si crea
all’interno della famiglia al pensiero che la persona cui si vuole bene possa peggiorare. Non è
una cosa facile da spiegare a parole, solo chi lo
prova può capire come ci si sente. Io sono una di
quelle e te lo posso confermare, perché se i responsabili rilasciassero la cura, forse mio padre
potrebbe guarire. Spero che tutto migliori e, come dice Madre Teresa di Calcutta ”Non esiste
povertà peggiore di chi non ha amore da dare”.
Giulia Valente
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Periodico dell’I.C. Donatello
Via di Grotte Celoni 20 - 00133 Roma
Redazione
Manuel Allegretti, Gabriele Arancio Febbo, Beatrice Bianchi, Alessandra Blengini, Alice Buratti, Elettra Calcagni,
Daria Capponi, Federica Carpineta, Mattia Castrechini,
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Giorgi, Ilaria Gucciardi, Alessandro Guidi, Mirko Lomonte,
Silvia Luciani, Francesco Malizia, Lorenzo Massini, Matteo Meloni, Gabriele Montemezza, Asia Palombi, Carol
Pensa, Lorenzo Piacentini, Margherita Posca, Chiara
Proietti Cervellini, Marian Quattrocchi, Alessio Raule,
Nicole Reitano, Giorgia Rumiz, Kirolos Saad, Mariz Saad,
Milka Sara, Lucrezia Savini, Ludovica Sorrenti, Valeria
Sottili, Giulia Valente.
Docenti
Simona D'Angelo, Davide Dionisi, Paola Lodola,
Roberta Riccardi, Simona Saccone
Responsabile del Progetto GreeNews
Prof.ssa Lucia Viola
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GreeNews Marzo 2015