La gioia di servire Testimonianza di un meditatore Dopo aver terminato un corso, decisi con entusiasmo che volevo dare più spazio a Vipassana nella mia vita, ma non ero pronto per meditare in un altro corso. A sottopormi ad altre 105 ore di dolore! Scelsi quindi di parteciparvi, prestando servizio di volontariato. Quest’esperienza si rivelò molto più feconda di quanto avessi potuto immaginare. Sapevo che il servizio era un eccellente modo di offrire e di aiutare gli altri a sperimentare le meraviglie di Vipassana, ma non avevo idea di quanto rendesse profonda la mia meditazione. Servire ha trasformato il mio concetto di Vipassana da intensa esperienza personale che si compie su un cuscino a esperienza comunitaria integrata nella vita. Dopo un corso di meditazione, mi riusciva difficile far entrare la pratica nella vita di tutti i giorni. Ero molto distratto da relazioni e ambiente familiari, e i vecchi atteggiamenti mentali m’incalzavano. Servendo, invece, l’ambiente insolito e il continuo richiamo alla consapevolezza, mi permettevano di utilizzare la pratica per l’intera giornata. Diventavo ogni giorno più consapevole delle sensazioni che si manifestavano anche fuori della sala di meditazione. Stando al centro, potevo portare tutto il caos connesso con la vita cosiddetta normale dentro alla sala di meditazione. Un mattino in cui avevo 1 La gioia di servire i nervi un po’ scoperti a volta che avevo i nervi scoperti, un volontario mi suggerì compassionevolmente di meditare un’ora in più, quel giorno. Sentirmi dire dagli altri che devo meditare di più meditare di più, tocca un punto particolarmente sensibile in me, e subito sentii sensazioni sgradevoli; ma, fortunatamente, questo consiglio era arrivato immediatamente prima di una meditazione di gruppo, ed io potei stare per un’ora in compagnia della mia rabbia. Fu il tempo sufficiente per consentirmi dì lasciar andare una parte della mia resistenza e di guardare alla rabbia come a un maestro. Quando partecipo a un corso come meditatore, mi ritrovo a confrontarmi con elementi profondi di me. Fare volontariato è diverso, perché la mia relazione con gli altri mette in luce situazioni che spesso mi trovo ad affrontare fuori dal centro di meditazione. Confrontarmi con quei modelli riduttivi, e nel contempo meditare per tre ore al giorno, vivendo in un ambiente corroborante, mi ha fatto apprendere nuove sfaccettature per non reagire alle difficoltà, ma viverle, sempre un po’ di più come opportunità di crescita. Trascorrere dieci giorni fianco a fianco con persone che hanno le mie stesse motivazioni, è stato straordinariamente stimolante. Dopo aver condiviso le medesime esperienze, sul cuscino o fuori dal cuscino, mi sento parte di una comunità solidale. So che non sono il solo a considerare questa pratica assai impegnativa e incredibilmente fruttuosa. Questo rende più facile ogni piccolo passo sul sentiero. Non posso esprimere la gioia che ho provato vedendo novantuno meditatori portare a termine il 2 La gioia di servire corso. Penso che sia l’effetto della potenza del donare il servizio. Fu bellissimo vedere tante facce sorridenti, sapendo quale cammino avevano compiuto, udire della scoperta della liberazione. La condivisione della parte più preziosa della mia vita è di straordinaria importanza. Guardando indietro, alla fine del corso, sono sorpreso dalla profondità e dall’ampiezza di quell’esperienza, come volontario. Nessuno mi aveva detto che la mia pratica si sarebbe rinforzata e sviluppata. Spero che avrete l’opportunità di fare questa esperienza e di approfondire la vostra meditazione. Siate felici. Revisione a cura di Biblioteca Vipassana, 2011 3