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Corriere del Mezzogiorno Venerdì 17 Gennaio 2014
Spettacoli&Tempo libero
Cultura
BA
I «senza patria»
Vacca:
i cattolici
e la
politica
Italiani e meridionali,
cercasi identità: la lettura
di Gennaro Sangiuliano
di MICHELE DE FEUDIS
La Fondazione
Vittorio Foa
organizza per oggi
a Foggia, alle ore
17.30 presso la
sala Giunta di
palazzo Dogana
(piazza XX
Settembre), la
presentazione del
libro di Giuseppe
Vacca (in foto)
Moriremo
democristiani? La
questione cattolica
nella ricostruzione
della Repubblica
(Salerno editore).
Con l’autore
discute l’onorevole
Francesco Boccia
(Pd), presidente
della commissione
Bilancio della
Camera dei
Deputati. Coordina
i lavori Micky De
Finis. Presidente
della Fondazione
Istituto Gramsci,
da storico del
pensiero politico
Vacca si è
occupato
dell’idealismo
novecentesco,
della genesi del
marxismo in Italia
e delle
trasformazioni del
sistema politico
italiano. In questo
libro si occupa del
ruolo del
cattolicesimo
democratico nella
storia politica
italiana, convinto
che oggi torni di
grande importanza
il ruolo della
Chiesa nel
sostenere l’unità
politica del Paese.
U
n saggio storico da leggere con il
sottofondo delle note di Povera patria di Franco Battiato, per scoprire le ragioni del declino italiano e
soprattutto per ritrovare nelle pagine luminose del passato recente le motivazioni di
un possibile futuro riscatto. Una repubblica
senza patria (Mondadori) è il libro a quattro mani firmato da Vittorio Feltri e Gennaro Sangiuliano per mettere in discussione
«da destra» i dogmi del conservatorismo
che blocca la modernizzazione del paese,
dall’intangibilità della Costituzione al conformismo culturale che caratterizza il mondo intellettuale. Gennaro Sangiuliano, scrittore, vicedirettore del Tg1, firma della Domenica del Sole24Ore e docente presso le università Lumsa e la Sapienza di Roma, oggi
presenterà, nell’ambito di un incontro della
Fondazione Tatarella, il volume nella sala
consigliare di Bari con il giornalista Giuseppe Caldarola e il consigliere regionale Nino
Marmo e il direttore di TeleNorba Enzo Magistà.
Sangiuliano, c’è un filo rosso nel viaggio compiuto nell’Italia "dal 1943 a oggi"?
«Essere una repubblica senza patria ha
generato una scarsa coesione identitaria nazionale. Questo vulnus ha avuto conseguenze drammatiche nel Sud: solo così si spiegano la Terra dei fuochi o la totale rimozione
di politiche meridionalistiche che fino al
primo dopoguerra avevano caratterizzato i
governi italiani».
Dobbiamo rimpiangere la Cassa per il
Mezzogiorno?
«Inizialmente fu un ente pubblico che
consentì, con importanti realizzazioni, di superare alcuni gap del Mezzogiorno, soprattutto sul piano infrastrutturale. La seconda
stagione della Cassa, invece, con una deriva
clientelare, fu da dimenticare».
Nel Sud la percezione dell’autorità statuale resta differente rispetto al resto della nazione.
«Venendo meno il patriottismo, si è lasciato uno spazio enorme al familismo amorale. L’unica dimensione che si riconosce è
quella del clan e non quella comunitaria: anche nelle città non c’è legame identitario».
Come si declina questa assenza?
«I meridionali hanno abitazioni pulitissime ma scarsa cura dei luoghi collettivi. Da
qui il paradosso causato dal mancato patriottismo: un giardino, un parco o un monumento non sono percepiti dai cittadini
come un bene comune ma come qualcosa
di estraneo».
Eppure il Sud non è stato solo "Gomorra" o degrado.
«Nel dopoguerra l’area industriale napoletana era la terza d’Italia dopo Milano e Torino. Precedeva quella di Genova. C’erano
zone del Mezzogiorno con un pil superiore
a distretti del Veneto. La politica delle partecipazioni statali ha portato le cattedrali nel
deserto ma ha anche realizzato iniziative
produttive pregevoli. A Sud c’era la Sme, il
terzo gruppo agroalimentare al mondo, dietro la Unilever e la Nestlé. Adesso in Italia,
nazione ovunque riconosciuta per lo stile
agroalimentare, non c’è una multinazionale
del settore che possa competere negli scenari globali».
Adesso si registra la crisi complessa industriale a Taranto.
«Il siderurgico fu un insediamento strategico. Nella filiera produttiva l’acciaio ricopre un ruolo essenziale. Insieme alle infrastrutture».
Gli enti territoriali pugliesi definiscono
questa terra "un binario morto" per la
scarsità dei collegamenti.
La Terra dei fuochi
In alto, sopra il titolo,
l’immagine di uno dei
tanti roghi, piccoli e
giganteschi, che
divampano nella
cosiddetta «Terra dei
fuochi» campana.
Bruciano rifiuti, e il
territorio ne viene
avvelenato. A sinistra,
Gennaro Sangiuliano
«Questo status quo penalizza le aziende.
E pensare che l’alta velocità per i treni, nei
progetti iniziali, doveva passare da Napoli e
arrivare fino a Bari».
Che responsabilità hanno le classi dirigenti meridionali?
«Sono state subalterne a quelle del Nord.
Non hanno peso nelle élite italiane, tutte
collocabili nel Settentrione».
Cosa ha frenato la modernizzazione?
«Sono mancate le infrastrutture. Costa
più portare un salotto da Bari al porto di
Gioia Tauro, che il viaggio in nave dalla Calabria fino a Londra in un container. Il Salento perché non decolla? Perché non c’è un aeroporto di riferimento. Non c’è una linea di
alta velocità sul versante adriatico».
Oltre quindici anni fa è stato direttore
di un quotidiano di Napoli e Bari.
Con Claudio Scamardella e Enzo Magistà
«Rifondammo il Roma, volevamo farne
un grande giornale meridionalista, che tuttora manca. Era questa l’intuizione di Giuseppe Tatarella: al politico barese, che aveva grandi visioni, non interessava affatto un
quotidiano della destra. Voleva materializzare un sogno meridionalista lanciando temi
che dal Sud potevano fecondare la cultura
nazionale. In passato ci aveva provato la rivista Nord e Sud del repubblicano Francesco
Compagna».
Con Tatarella condivideva la passione
per Giuseppe Prezzolini.
«La biografia Prezzolini: l’anarchico conservatore (Mursia) la dovevo scrivere a quattro mani con Pinuccio. Conservo ancora i
tanti libri di e su Prezzolini che mi donò per
approfondire la vita del fondatore de La Voce».
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Iniziativa Assostampa lucana e Formedia
Fini a Lecce per raccontare
Data journalism
il «ventennio» berlusconiano un seminario a Matera
Il grande ex
Gianfranco Fini,
ex presidente
della Camera
Un resoconto tra passato e
futuro della Destra italiana
prendendo spunto da uno
«strappo» politico ormai
storico, quello tra Gianfranco
Fini e Silvio Berlusconi. L’ex
presidente della Camera dei
Deputati sarà domani a
Cavallino di Lecce, alle ore 17
nella galleria del palazzo
ducale dei Castromediano, per
presentare il suo nuovo libro
Il ventennio. Io, Berlusconi e
la Destra tradita (Rizzoli): il
racconto di cosa accade nelle stanze del potere, ma
anche una storia di grandi progetti, di grandi
passioni politiche alle quali vale ancora la pena di
dedicare la propria vita. Ad aprire l’incontro saranno i
saluti del sindaco di Cavallino, Michele Lombardi.
Con Gianfranco Fini interloquiranno Claudio
Scamardella, direttore del Nuovo Quotidiano di
Puglia, e Enzo Magistà, direttore del Tg Norba.
Infografici
Uno strumento
molto utilizzato
dai giornali
«Data Journalism Day» oggi a
Matera. Lo organizza
l’Assostampa (cioè il
sindacato dei giornalisti)
della Basilicata in
collaborazione con
l’associazione Formedia. La
giornata è dedicata ai
giornalisti di Basilicata e
Puglia. Dalle 9.30 alle 17.30,
nella sala Giunta del Comune,
si terranno seminari dedicati
alla data visualization, ossia
su come rendere
comprensibili i dati (forniti dalla amministrazioni
pubbliche, per esempio) attraverso infografiche e
grafici o mappe interattive. Interverranno
Gianmarco Guazzo e Giovanni Rizzo (DatiFatti.it),
Paola Bacchiddu (L’Espresso), Alessio Cimarelli
(Dataninja.it), Vincenzo Patruno (responsabile Open
Data per l’Istat).
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