IL CAFFÈ
6 aprile 2014
ROSA
&
CACTUS
OFFERTI DA
attualità
Piazza Muraccio, Locarno
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Fax 091 751 15 73
una rosa a...
un cactus a...
Reto Ceschi
Fabio Schnellmann
Dal prossimo giugno sarà
il responsabile dell’Informazione
della Rsi. Un augurio per il non
facile compito al popolare
giornalista che è anche un vero
uomo-azienda con un percorso
professionale interno di 27 anni.
Clamoroso sorpasso del Plrt sulla
Lega nella gara a chi la spara più
grossa contro i frontalieri. Merito del
deputato liberale che ha proposto di
pagare il 20% del loro stipendio
coniando il franco ticinese, da
spendere esclusivamente nel cantone.
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I ‘rapinatori in bici’ erano in hotel,
sospetti su un’impiegata dell’albergo
Erano alloggiati in un hotel,
come semplici turisti, almeno
due dei cinque componenti
della “banda della bici” che il
25 marzo scorso ha rapinato la
gioielleria Tettamanti di Ascona. E nell’hotel, che si trova in
centro a Locarno, i due avrebbero in qualche modo avuto la
collaborazione di una dipendente, già sentita dalla polizia.
È questa la clamorosa svolta
nelle indagini sul blitz di Ascona. Intanto, emerge
anche un altro inquietante particolare: poche ore prima
del colpo una telefonata alla polizia
comunale di Ascona aveva segnalato
la presenza di due
persone sospette.
Dunque almeno
due dei cinque rapinatori, si è scoperto,
avevano stabilito la
loro base “sicura” a
Locarno. E qui hanno potuto contare
sull’aiuto dell’impiegata dell’hotel,
una donna rumena,
alla reception, che
non li avrebbe regolarmente registrati
in albergo, anche se
su questo fatto non
c’è ancora conferma ufficiale. Che
qualcosa non quadrasse, tuttavia, gli investigatori evidentemente lo hanno capito, tanto che hanno sentito la
donna. Ora, si tratta di capire
se la dipendente dell’hotel sapeva che i due componenti della banda erano in Ticino per
una rapina, o se fosse all’oscuro di tutto e magari ha ceduto a
una loro richiesta, non immaginando poi le conseguenze a
cui sarebbe andata incontro.
Una svolta nelle indagini
che è anche collegata al fermo
di due dei cinque rapinatori di
cui il Caffé ha scritto settimana
scorsa. Intercettati casualmente dalla polizia cantonale per
un controllo circa una settimana prima che entrassero in
azione nella goielleria sotto i
portici nel lungolago di Ascona. Quando gli agenti hanno
chiesto loro i documenti, hanno presentato dei passaporti li-
Clamorosa svolta nelle indagini sul colpo alla gioielleria di Ascona
tuani e spiegato d’essere alloggiati in un hotel di Locarno. Insomma, cittadini di un Paese
lontano, difficile per la polizia
fare in poco tempo le opportune verifiche, capire con certezza se i due, che avevano pure
comprato alla Brico di Losone
un cacciavite e del nastro adesivo, avessero dei precedenti
penali. Per questo, dopo il fermo di 24 ore, e senza elementi
nuovi, erano stati rilasciati.
L’inchiesta adesso
si è focalizzata sul
soggiorno, non
registrato, a Locarno
dei due lituani
Ma dopo la rapina di Ascona gli investigatori hanno sicuramente collegato quei volti ripresi dalle telecamere con
quelli dei due fermati lituani e,
soprattutto, con l’hotel dove
avevano detto di alloggiare. Ed
è possibile che srotolando la
matassa, partendo da questo
importante dettaglio, si sia arrivati alla nuova pista delle indagini con l’individuazione
dell’impiegata dell’albergo.
Nelle immagini diramate
dalla polizia cantonale si vedono chiaramente i banditi in fuga in sella alle bici che avevano
rubato qualche giorno prima.
L’ultima, di colore rosso, sarebbe stata ritrovata, ma non ci sono conferme ufficiali, lunedì
scorso nei pressi della stazione
di Locarno. Un’altra è stata abbandonata subito dopo il “colpo” in via Rondonico ad Ascona e altre due non lontano
dall’aerodromo, sempre ad
Ascona.
Tre punti differenti, dunque, che confermerebbero
l’ipotesi che i rapinatori abbia-
L’IRRUZIONE
L’arrivo dei rapinatori in bici
sul lungolago di Ascona e
la rapina nella ricostruzione
illustrata di Guido Rosa
no preso strade diverse dopo
aver portato via l’ingente bottino dalla gioielleria Tettamanti.
Quello che emerge con certezza, a oltre dieci giorni dalla rapina, sulla quale la Polizia cantonale non rilascia alcuna informazione “perché l’inchiesta
è ancora in corso”, è che la banda è formata da veri professionisti del crimine.
[email protected]
Q@maurospignesi
I fatti
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Una telefonata d’allarme alla polizia comunale poche ore prima dell’irruzione
Il retroscena
Una donna segnalò degli individui sospetti
TiPress
MAURO SPIGNESI
LA GIOIELLERIA IN PIAZZA
I rilevamenti
nel lungolago
di Ascona
dopo la rapina
alla gioielleria
Tettamanti
Per la rapina alla gioielleria Tettamanti emergono altri inquietanti particolari. Poche ore prima
del colpo una donna ha telefonato alla polizia comunale di Ascona, segnalando la presenza di due
persone sospette. Persone che la donna ha poi riconosciuto nelle foto dei rapinatori diramate dalla polizia cantonale e pubblicate dai giornali. Circostanze che lei stessa conferma: “Io - dice - il mio
dovere l’avevo fatto”. Di più, la signora, non vuole
aggiungere, perché gli inquirenti, afferma, le hanno imposto il più stretto riserbo. Secondo le informazioni del Caffè la donna, dopo aver visto le foto
sui quotidiani, avrebbe ritelefonato alla polizia per
confermare che due dei rapinatori in bicicletta
erano le persone che lei aveva voluto segnalare
con la sua prima chiamata.
I cinque banditi hanno agito a volto scoperto,
sicuri, evidentemente, che nessuno li potesse ri-
conoscere. Un dettaglio che porta a pensare che i
cinque non siano schedati e che difficilmente si
possa risalire a loro soltanto dai tratti della loro
faccia. Inoltre, se effettivamente i rapinatori sono
arrivati da Paesi lontani, come lasciano supporre i
due lituani che alloggiavano in un hotel di Locarno e che erano stati fermati dalla polizia cantonale
pochi giorni prima del colpo, non sarà facile rintracciarli nel caso siano già riusciti a lasciare la
Svizzera.
Ma nel loro piano comunque qualcosa è andato storto. I due lituani, fermati dalla polizia dopo
aver acquistato un cacciavite e del nastro isolante
alla Brico di Losone, hanno portato gli inquirenti
all’albergo di Locarno e ai sospetti sulla dipendente rumena che non li avrebbe regolarmente registrati. Una prima pista concreta che potrebbe dare
un preciso orientamento alle indagini.
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IL CONTROLLO
Due dei cinque
rapinatori,
entrambi lituani,
il 17 marzo
vengono fermati
per un controllo
nel Locarnese
IL FERMO
I due dicono di
alloggiare in un
hotel di Locarno,
erano in
possesso di un
cacciavite e del
nastro adesivo
L’IDENTIFICAZIONE
Gli oggetti trovati
sono potenziali
attrezzi da
scasso. Dopo il
fermo di 24 ore
due sono rilasciati
LE BICICLETTE
Un paio di giorni
prima della
rapina ad
Ascona, martedì
25 marzo, la
banda ruba
5 biciclette
LA RAPINA
Martedì 25
marzo, alle 15
circa, in piazza
ad Ascona, i 5
hanno svaligiato
la gioielleria
Tettamanti
LA SVOLTA
Le indagini
seguono anche la
pista dell’hotel e
affiorano i sospetti
su una dipendente
rumena
Mille ore in più di coda in auto ogni anno
Lo studio
Sulla circonvallazione di Lugano il traffico è cresciuto del 4%
La curiosità
Il record nazionale
dell’attesa al volante
si registra a Zurigo.
Il momento più “caldo”
il martedì mattina
Ti-Press
Che sia per congestionamento di traffico, incidenti, cantieri o altro, dal 2000 ad oggi le ore che
gli automobilisti svizzeri passano incolonnati sono passate da circa 8mila a circa 20mila. E solo
nell’ultimo anno preso in esame da Viasuisse le
code originate dall’eccessivo flusso di traffico
hanno visto un aumento di un ulteriore 7%, pari a
1.043 ore. A incidere maggiormente sull’incremento del volume è stato soprattutto il traffico lavorativo, i pendolari, che negli ultimi dodici anni
sono aumentati di 230mila unità.
Uno studio realizzato dall’Ufficio federale di
statistica, Geostat, Navteq e Credit Suisse ha inoltre individuato i punti viari dove si è avuto il maggior incremento di traffico. Il primato va al San
Gottardo che, tra il 2011 e il 2012, ha registrato un
aumento del 22% dei transiti, ma al nono posto
troviamo la circonvallazione di Lugano con un
+4,1%. In realtà, sulla base dei flussi di traffico lavorativo (che caratterizza l’85-90% del volume
delle attese al volante) è stato stilato un “indice
code dei pendolari” che dimostra come gli ingorghi d’auto si concentrino attorno agli agglomerati
urbani. In questa speciale classifica Lugano si
piazza al settimo posto nazionale e Bellinzona al
19esimo. Regina negativa di questa classifica è Zurigo, che vede statisticamente la sua giornata nera
del traffico nel martedì, alle 7.15 del mattino per la
precisione. E sono tre gli agglomerati della grande
area zurighese che si piazzano nella top ten delle
Il Ticino nella top ten delle file
di macchine di pendolari e il
Gottardo si blocca a giorni alterni
code. Anche a Ginevra, seconda nella classifica,
non si scherza visto che il tempo perso negli incolonnamenti stradali è solo del 4% inferiore a Zurigo. Terza Losanna. Paradossalmente, poi, la sensazione è che più si ampliino i tratti stradali congestionati, incrementandone la capacità, più aumentano le code. La tratta della nazionale dell’ A1
al Bareggtunnel vicino a Baden, ad esempio, è stata portata da quattro a sette corsie. Ebbene, con
l’apertura della seconda galleria, il traffico medio
nei giorni lavorativi ha registrato un incremento
del 36% nell’arco di soli dieci anni.
Pure le autostrade, però, contribuiscono non
poco ad incrementare il totale delle ore passate
immobili alla guida. In un anno il maggior incremento, con 844 ore in più d’attesa, spetta alla A1,
mentre la A2 ne ha subite “solo” 484. È anche vero,
però, che i 421 chilomentri della A1 assorbono
quasi il 40% dei 9954 milioni di chilometri-veicolo
percorsi negli ultimi quattro anni sulle strade del
Paese.
Fatto sta che, secondo l’Ufficio federale delle
strade (Ustra), nel 2012 le auto in Svizzera sono rimaste in coda il 4% in più rispetto all’anno precedente, per un totale di 19.921 ore. Cioè 830 giorni,
più di due anni! E la cosa preoccupante, secondo
sempre i dati dell’Ustra, è che nello stesso periodo
preso in esame l’aumento dei chilometri percorsi
sull’intera rete viaria nazionale è aumentanto in
misura risibile: +0,3%. Come dire che i chilometri
percorsi ogni giorno sono gli stessi, ma richiedono il 4% in più di tempo per percorrerli.
e.r.b.
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I `rapinatori in bici` erano in hotel, sospetti su un`impiegata