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Tutti i diritti riservati - Registrazione presso il Tribunale di Verona Nr. 2325/2001 del 28 Novembre 2001
Anno 14, Numero 4
Aprile 2014
www.venetidelmondo.com
ELEZIONI IN FRANCIA, BOOM PER MARINE LE PEN
“Un segnale importante, un voto
contro il Palazzo e i tecnocrati.
Un vero e proprio boom della
destra transalpina. Quello di
Marine Le Pen è un dato
straordinario, che non può e non
deve essere sottovalutato”. Così
Massimo Mariotti, presidente di
Acque Veronesi e punto di
riferimento storico della Destra
Sociale veronese, commenta i
risultati che hanno decretato il
trionfo
elettorale
alle
amministrative francesi della
“pasionaria”
del
Fronte
nazionale. “Si tratta di un
risultato straordinario, che ha
nell’orgoglio nazionale, nella
lotta all’Europa dei vincoli
burocratici e dell’austerità le sue
armi vincenti. Una battaglia che
Marine ha ereditato dal padre
Jean Marie e che porta avanti nel
segno della sovranità nazionale e
dello Stato sociale. Una vittoria
che deve far riflettere anche e
soprattutto la destra italiana, oggi
più che mai alla ricerca della sua
vera identità e storia. Una destra
sempre più divisa, senza
leadership, ostaggio ancora di
vecchie logiche dettate da
colonnelli che negli ultimi anni
hanno solamente nuociuto al
movimento”. Marine Le Pen era
GABRIELE SAMPAOLO NUOVO PRESIDENTE CIPLA
stata ospite a Verona proprio di
Mariotti nell’ottobre del 2011. In
quell’occasione la leader del
Fronte
Nazionale,
aveva
particolarmente apprezzato la
buona amministrazione scaligera,
ribadendo già allora l’importanza
di una corretta gestione delle
politiche legate all’immigrazione
e l’impegno comune insieme ai
“cugini” della destra italiana ed
in particolare veronese. “Da anni
il nostro movimento segue con
estrema attenzione e stima le
iniziative
di
Marine,
condividendole e cercando di
riproporle anche nel nostro
territorio. Un’amicizia, quella
che mi lega a Marine Le Pen, che
ha l’obiettivo di sensibilizzare gli
elettori della destra nostrana sui
principi e valori che hanno
dettato la schiacciante vittoria .
VINITALY: ZAIA DONA A RENZI
LA BANDIERA DELLA REGIONE
Il presidente del Consiglio,
giunto oggi a Verona per
visitare Vinitaly, ha fatto la
sua prima tappa nello spazio
fieristico
allo
stand
istituzionale del Veneto,
accompagnato
sin
dall'ingresso dal governatore
della Regione. Qui, dopo un
brindisi di rito a base di
Prosecco, il Presidente del
Veneto ha fatto omaggio al
Capo del Governo di una
Nella riunione del Cipla - Comitato di
Intesa Patronati del Lavoro Autonomo che si è tenuta il 7 aprile, presso la
Direzione Generale di 50&PiùEnasco, i
patronati ad esso aderenti: EASA,
ENAPA, EPACA, EPASA, INAC,
INAPA, ITACO e 50&PiùEnasco, hanno
deliberato di attribuire il coordinamento
del Comitato a 50&PiùEnasco, nominando
il Direttore Generale Gabriele Sampaolo,
Presidente del Cipla per i prossimi 18
mesi. La nomina apre una nuova fase nelle
relazioni tra patronati del lavoro
autonomo, dopo tre anni di difficoltà di
rapporti e conseguentemente di inerzia.
Anche il nostro quotidano si congratula
con il Dott. Gabriele Sampaolo per questo
importante incarico che getta ulteriore
lustro alla sua attivita' manageriale che
svolge ormai da piu' di un decennio.
bandiera della Regione con
il Leone Alato di San Marco
che tiene tra le zampe, stese
tra mare e terra, il libro
chiuso. I due leader hanno
steso la bandiera per i
fotografi e il presidente del
Consiglio ha ricordato al
giornalisti presenti: “questa
è la bandiera del Veneto, che
è una delle colonne
dell'Italia.
Noi
siamo
orgogliosi di averla”.
Anno XIV, Aprle 2014, Numero 4, Pag.2
VINITALY 2014: UN SUCCESSO DA "INTENDITORI"
Come ogni Aprile, Verona
riceve il Gotha mondiale
della "vinicultura". Al 21
concorso enologico sono
stati valutati quasi 3000
vini, giudicati da ben 21
commisioni, che hanno
assegnato ben 73 medaglie.
Il premio “Gran Vinitaly”
e' stato assegnto alla Cavit
di Trento; il premio
“Vinitaly Nazione” e'
andato
all'azienda
Agrigola-Cellino
San
Marco. I vincitori di
quest’anno
potranno
fregiarsi di una speciale
etichetta
identificativa.
Ecco i risultati per il 2014: 715 diplomi
“Gran Menzione”, 17 “Gran Medaglie
D’Oro, 16 “medaglie d’oro”, 18 “Medaglie
D’Argento”, 22 “Medaglie di Bronzo”.
Premiati anche l' Amarone di “Campo dei
Gigli”, il Gutturnio di Montepulciano
D’Abruzzo, e il Prosecco di Treviso. Apre
da quest’anno il primo “Vininternational”
con un padiglione tutto suo: i paesi
concorrenti sono: Francia, Australia, Sud
Africa, Nuova Zelanda, India, Canada ;
Ucraina, Svezia e molti altri si mettono in
competizione portandoci ad assaggiare il
miglior vino prodotto nei loro paesi.
“Vinitaly” offre di certo una vetrina
conoscitiva a livello mondiale. Dal punto
di vista tecnologico, Enolitech Enolitech
ci fa scoprire bottiglie a tiratura limitata
con etichette d’ argento e cristalli
variopinti, soffiate all’isola di Murano, per
contenere annate da record oppure per
impreziosire i decanter. Ulteriore spazio
importante e creato da tre
anni “Vigne, Vignaioli e
Terroir”: ben 107 i
partecipanti uomini e donne
che sono legati al loro
territorio di produzione. Ci
fanno degustare con il cuore
in mano e gli occhi che
brillano, il sacrificio del loro
lavoro in un'apoteosi di
aromi e di profumi, dedicata
a chi vuole saperne di piu’
su quel che succede dalla
raccolta del grappolo fino al
“bicchiere versato”. Un
Vinitaly
quello
di
quest’anno a tutto tondo, ove
gli organizzatori e gli
espositori sono all’ascolto del consumatore
finale, pronti a saper rispondere in modo
competitivo alle richieste di mercato. Da
notare infine una parte dedicata anche al
vino biologico, che prende sempre piu’
piede, e che rispetta sempre piu’ la natura.
Tanto di cappello a chi seriamente si sta’
cimentando in questo ramo vinicolo.
Allora, che dire, buon assaggio e
appuntamento
al
prossimo
Vinitaly…CinCin! (di Stefania Marcolini)
LE RICETTE: AGNELLO AL FORNO CON PATATE
Ingredienti: 1500 g di Agnello 2 spicchi d'Aglio ½
Cipolla 500 g di Patate 80 ml di vino bianco Olio
extravergine d'oliva q.b. Rosmarino q.b. Pepe q.b. Sale
q.b.
L’agnello al forno con le patate è un classico piatto
delle feste pasquali: gustoso e semplice da realizzare,
può essere servito anche come piatto unico.
Preparazione:
Tagliate l’agnello a pezzi, sciacquatelo e asciugatelo.
Mettetelo in un recipiente e conditelo con olio, sale,
pepe e rosmarino. Sbucciate le patate, tagliatele a pezzi
e conditele in un altro recipiente con rosmarino, olio,
sale e 1 spicchio d’aglio. Fate riposare per almeno
mezz’ora (più lunga è la marinatura, più la carne
dell’agnello risulterà morbida). Ungete una teglia con qualche cucchiaio d’olio e disponeteci l’agnello e le patate. Aggiungete la
cipolla tritata finemente e irrorate col vino. Cuocete in forno già caldo a 180 gradi per almeno 40 minuti. Servite l’agnello al
forno ben caldo.
Anno XIV, Aprile 2014, Numero 4, Pag.3
I VENETI: ANATOLIA MIGRANTE, PARTE SECONDA
VENETO - Come si presentavano
anticamente gli scenari presso la
costa del Polesine? Iniziamo
questo tour descrittivo della vita
quotidiana, attraverso i secoli, del
popolo paleo-veneto. In prossimità
del fiume Po’ si situavano i più
importanti centri mercantili
dell’epoca. Vi giunge l’ambra dal
Nord Europa (l’Alto Adriatico
difatti aveva una funzione di
“terminal” tra il Baltico, il
Centroeuropeo e il Mediterraneo
per il suo commercio), la raffinata
produzione
del
metallo,
dell’osso, del vetro e avviene lo
scambio di merci esotiche come
l’avorio e le uova di struzzo.
Nell’Età del Bronzo è Frattesina
di Fratta Polesine (in provincia di
Rovigo) il fulcro di questo
industrioso sistema. Tutta l’area
compresa tra il Po’ e l’Adige
vede lo sviluppo di insediamenti
ben strutturati, con aree dedicate
alla produzione di vasi in
ceramica, statuine di uomini e
animali e strumenti legati alla
filatura ed alla tessitura (come
museruole e pesi da telaio). Il
“Grande Fiume” unisce e
accomuna i villaggi e le civitates
del “tavoliere” dei Veneti antichi,
garanzia di difesa, protezione, ma
al contempo nemico insidioso,
pronto ad esondare. Ecco perché
quindi le acque, ricercate e temute,
richiedono un dono, un’offerta alle
forze soprannaturali (armi lucenti,
come spade e asce dei principi
guerrieri, e l’elmo istoriato
luccicano sul fondale dei flutti).
Attraversando i vasti campi
coltivati si giunge alla riferita
“città della pianura veneta” (VI-V
secolo a.C.). Botteghe, farmaci,
mantici, assieme a mani esperte
che forgiano e temprano metalli.
Lungo la strada, sui cippi di pietra
collinare conficcati per terra,
quanto vi è scritto indica il limite,
il confine dell’abitato. All’interno
della cinta muraria cittadina strade
diritte, di legno e di pietra,
ortogonali tra loro, spazi coperti si
alternano ai gruppi delle case con
i loro cortili, canalette vi portano
l’acqua e la fanno defluire. La
quotidianità è fatta di lavoro
domestico, attività artigianali e di
ritualità intime e familiari, ma
anche di cerimonie e celebrazioni
pubbliche. Il focolare è il fulcro
della casa, arredato con “alari”
fiancheggianti in coppia, con
valenza simbolica di sacralità, a
forma di ariete (simbolo di forza e
fertilità, protettore e generatore del
gregge) e di cavallo. Un rimando
all’immagine
delle
vittime
sacrificate alle divinità tutelari del
casale. Ma ciò che di più prezioso
hanno lasciato i Veneti sono le
vite, coltivazioni di legumi,
alternati a cereali e costellazioni di
villaggi, sulla sommità o sulle
prime pendici ricche di prati e di
miniere. Gli operosi borghi, dalla
Lessinia alla Valcellina, passando
per l’Alto Vicentino, garantiscono
alle potenti città della “piana”
bestiame, latticini, lana, minerali e
legname in cambio di cereali, sale
e ceramiche fini. I lingottini di
bronzo di Rotzo sull’Altopiano di
Asiago, la lavorazione delle pelli
“situle” (vasi in metallo o in
terracotta). Vale a dire “racconti”
figurativi e decorativi su lamina di
bronzo di uomini e donne di alto
rango, rappresentanti i momenti
più
importanti
della
vita
aristocratica, le imprese di guerra
e i matrimoni dinastici. Uscendo
dalla città è un atto di devozione
far visita al santuario, la “casa
degli Dei”, laddove, in un bosco
sacro circondato da “pietre di
confine”, buoi, maiali, pecore,
agnelli e capretti vengono offerti
sull’altare assieme alle primizie
vegetali. Uomini e donne lasciano
in dono le immagini di se stessi in
statuine o su lamine bronzee. Ma
è anche un “emporio”, un mercato
dove gli stranieri, simboleggiati
dall’immagine del lupo trovano
protezione e possono svolgere i
loro commerci e consolidare le
alleanze. Oltre al mondo venetico
“pianeggiante” ne esiste anche uno
“arroccato”,
differente
e
posizionato in altura. Estesi
pascoli, pendii terrazzati, filari di
a Trissino, la manifattura
metallurgica e ceramica di
Montebello
Vicentino
testimoniano
la
“feconda
ricchezza” segreta di questi luoghi
riposti. Le Prealpi sono i luoghi di
transito e collegamento con i
mercati centroeuropei del sale, dei
metalli e dell’ambra. Situle, ciste,
lebeti
denunciano
rapporti
privilegiati con le culture
hallstattiane dell’arco alpino
orientale, dalle “trevigiane” Borso
del Grappa a Montebelluna, da
Mel (nel bellunese) e Cavarzano
all’Alpago. Nel corso del V secolo
a.c. si infiltrano gradualmente in
questa società collinare individui
e gruppi di stranieri venuti da
Nord, prevalentemente mercenari
e mercanti. Si determina così un
nuovo linguaggio di “gusto
celtico” che collega, travalicando
i limina venetici, il riferito
Montebello Vicentino a Misincis
di Paularo, in Friuli. Tra il III e il
I secolo a.c. alle pendici delle
Prealpi e della Valle del Piave si
sosta tra quelle “tappe del sacro”,
quei sancta sanctorum che sono il
luogo della negoziazione tra
Veneti, Reti e Celti, a controllo dei
percorsi che portavano ai centri
minerari del ferro e dello stagno,
meta dei primi mercanti romani.
Romani che coinvolgeranno il
Venetorum angulus alle soglie del
II secolo a.c. in un profondo
cambiamento. La Regione infatti
verrà solcata da strade importanti:
la via Postumia, da Genova ad
Aquileia, e la via Annia, da
Bologna sempre fino ad
Aquileia.
Un
“diverso
orizzonte” secondo i verba
del poeta Catullo: il Veneto
romano. Ma questa è un’altra
storia. Una nota, infine, per
una delle risorse economiche
più importanti e nobili della
remota
popolazione:
il
cavallo (o “ekvo”, in lingua
paleo-veneta), simbolo di
ricchezza
e
prestigio,
divenuto ben presto anche
oggetto di culto. Ricorrente è
l’elogio nelle fonti antiche
della sua bellezza e velocità.
Esso veniva sepolto accanto
al padrone, a volte ancora
appaiato nelle pariglie del carro da
corsa o da guerra, raramente
isolato, oggetto di un rito ad esso
solo riservato. Este, Padova,
Vicenza, Treviso, Altino, Oderzo,
Concordia. Sono codeste tutte le
capitali di questo “scrigno” del
Veneto antico o Paleoveneto, dove
si conservano i tesori delle citate
situle, vere narrazioni di vita
sociale e politica dell’arcaico
spezzone italico nord-orientale.
Questa è la storia primordiale degli
eredi dei figli di Antenore, dopo
aver attraversato i secoli con una
solida fama (da Polibio ed Ecateo,
da Euripide a Stradone ad
Alcmane), divenuti la fiorente
civiltà dei Veneti, costitutori della
più antica Nazione d’Europa
(secondo recenti studi). E dopo
altre migrazioni verso “Nuovi” e
“Nuovissimi
Mondi”,
i
“Paflagoni” di oggi continuano a
“navigare” con ottimismo verso il
futuro. Il resto del mondo è
avvertito.
Una
“Venetolia”
migrante. Di Enrico Andreoli
Anno XIV, Aprile 2014, Numero 4, Pag.4
GITANDO: A VICENZA IL TURISMO “ACCESSIBILE” SUL PALCO LA STORIA DEGLI ITALIANI DI ISTRIA
Il turismo per tutti è un
impegno civile e sociale, ma è
anche un affare economico.
Realizzare un sistema turistico
accessibile significa infatti
aumentare il fatturato del
settore dal 18 al 20 per cento,
tenuto conto, ad esempio che
nella sola Europa le disabilità
di qualche tipo coinvolge 127
milioni di persone, l’ospitalità
delle quali vale circa 90
miliardi. Ed è proprio sulla
base di principi ad un tempo
etici ed economici che il
Veneto, prima regione turistica
d’Italia e tra le mete più
gettonate d’Europa, si prepara
ad ospitare alla Fiera di
Vicenza la sesta edizione di
Gitando.All, il salone europeo
dedicato al turismo accessibile,
che si svolgerà nel quartiere
fieristico dal 4 al 6 aprile
prossimi. “Fare in modo che le
strutture turistiche siano aperte
a tutti non significa dare
risposte solo ai “tradizionali”
handicap fisici – ha ricordato
l’assessore al turismo del
Veneto, che è anche regione
pilota in Europa in questo
particolare segmento – ma a
tutti coloro che hanno
problemi di qualche genere.
motòri, sensoriali (per esempio
Alcune scuole di Montecchio
Maggiore e di Vicenza hanno
partecipato alla rappresentazione sulle pagine di storia
strappate riguardanti gli italiani
di Istria, Fiume e Dalmazia.
“Una parte di storia italiana
taciuta e negata – ha
sottolineato
l’assessore
regionale all’istruzione –
pagine di storia che non
trovano
nemmeno
oggi
ospitalità nei libri di testo
obbligatori nelle nostre scuole.
Mi capita spesso di trovare
insegnanti che ancora oggi non
ne sanno nulla e che si
e commuovono di fronte a tanta
relativamente alla vista
all’udito),
alimentari,
temporanei o permanenti.
Anche le persone anziane, le
gestanti, le famiglie con
bambini piccoli o con
componenti
down
appartengono
a
questa
categoria
e
richiedono
un’accoglienza capace di
soddisfare le loro esigenze.
Attrezzarsi per questo non
significa affatto limitarsi al
formale rispetto delle norme
sulle cosiddette barriere
architettoniche né, peggio,
ghettizzazione, ma costruire un
turismo di qualità per tutti”.
barbarie e al silenzio della
ufficialità istituzionale. A
Cristicchi – ha detto l’assessore
– va il merito di avere avuto
coraggio di ricordare, perché
non è politicamente corretto
parlare di foibe e di esodo,
perché questo genocidio è
scomodo. I ragazzi stamattina
erano silenziosi e attenti, i
presidi e i docenti colpiti.
Allora vale la pena fare politica
– ha concluso – ed essere
assessore regionale all’Istruzione anche per contribuire a
far conoscere queste vicende,
che sono rimaste sconociute
alle nuove generazioni. (AVN)
A Verona inaugurata la nuova Galleria d'Arte Moderna
È stata inaugurata ieri pomeriggio, dal
Sindaco Flavio Tosi, dal presidente della
Fondazione Cariverona Paolo Biasi e dal
direttore artistico Massimo Barbero, la
nuova Galleria d'Arte Moderna Achille
Forti a Palazzo della Ragione. Il nuovo
percorso espositivo vede per la prima
volta riunite le collezioni civiche insieme
a quelle di Fondazione Cariverona e
Fondazione Domus. In esposizione 150
opere appartenenti all'arco cronologico
compreso tra il 1840 e il1940, che
raccontano la storia di Verona, delle sue
collezioni e del loro rapporto con la città.
Tra queste, la Meditazione di Francesco
Hayez e i dipinti di Giovanni Fattori,
Angelo Morbelli, Felice Casorati, Guido
Trentini, Giacomo Balla, Umberto
Boccioni,Gino Rossi, Filippo de Pisis,
Giorgio Morandi e le sculture di Medardo
Rosso e Arturo Martini. Per l’occasione,
sabato 12 aprile sarà consentito l’ingresso
gratuito per l’intera giornata, dalle ore 11
alle 19, sia alla nuova Galleria che alla
Torre dei Lamberti, famosa nel mondo.
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GABRIELE SAMPAOLO NUOVO PRESIDENTE CIPLA