Enrico Toti Enrico Toti Enrico Toti nacque il 20 agosto 1882 a Roma. A 26 anni perse la gamba sinistra in un incidente ferroviario, ma questa grave mutilazione non gli impedì di fare il globetrotter prima della guerra mondiale e poi di partecipare al conflitto, nelle retrovie e infine in prima linea. Nell'agosto 1916, durante la Sesta battaglia dell'Isonzo che portò alla presa di Gorizia, Enrico Toti, avanzando con il suo reparto all'attacco di Quota 85 a est di Monfalcone, fu ferito più volte dai colpi avversari. Con un ultimo gesto, secondo le testimonianze, scagliò la gruccia verso il nemico esclamando: "Nun moro io!" (Non muoio, io!). Si narra che poco prima morire baciasse il piumetto da bersagliere dell'elmetto. Fu decorato con la Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria, "motu proprio“, dal Re in persona, dato che non era immatricolato come militare a causa della sua inabilità, "perché ne sia tramandato il ricordo glorioso ed eroico alle generazioni future“. Nell’immaginario collettivo, rinvigorito da mille illustrazioni di stampo popolare, Toti viene presentato mentre lancia la stampella contro i nemici, in un atto di estremo sacrificio e coraggio. Enrico Toti è rimasto per molto tempo, e in parte lo è ancora, un’icona della Nazione italiana: non soltanto un soldato eroico che a sprezzo del pericolo dà la propria vita alla Patria, ma anche un uomo umile che pur di aiutare il suo Paese, vince la propria menomazione e partecipa allo sforzo collettivo, pur essendo esonerato dal parteciparvi. Durante il Ventennio, il fascismo si servì del mito di Enrico Toti per alimentare la propaganda guerresca e nazionalista. Peraltro, già nei primi anni Venti la sua salma era stata traslata al cimitero monumentale del Verano, a Roma, tra altre glorie della Patria. La sua condotta rimase per molto tempo un principio cardine dell’istruzione delle passate generazioni di giovani italiani, come esempio di amore verso la Nazione. Con il passare degli anni il mito di Toti andò in parte progressivamente sfumando, sebbene le sue sue tracce rimangano ancora vivide nelle cerimonie d’arma e nel ricordo pubblico. L’evidenza del solido ruolo di Enrico Toti tra i miti della Patria ha avuto una recente evidenza nella levata di scudi, con echi anche nel Parlamento, nei confronti del tentativo di rileggere criticamente, in chiave di rigorosa ricerca storica, le sue vicende e l’ultimo gesto.