HEGEL
IL SISTEMA DEL SAPERE
ASSOLUTO: la logica e la
filosofia della natura
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Il sistema del sapere assoluto
E’ suddiviso in 3 parti
Logica: studia l’Idea, cioè il pensiero quando pone concetti che
hanno una universalità vaga e indeterminata. È l’inizio dello
sviluppo della realtà e fa astrazione dalla natura e dal mondo
umano
Filosofia della natura: studia l’idea fuori di sé (negazione
dell’unità precedente e autoalienazione), cioè l’idea che si è
alienata e si è fatta oggetto a sé stessa, solidificandosi nella
realtà naturale.
Filosofia dello spirito: idea in sé e per sé (esplicita, che
possiede un’unità complessa, determinata, dinamica), lo
spirito che è giunto a se stesso nel mondo umano.
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La logica
La logica nella concezione hegeliana non è solo formale, ma è sostanziale,
cioè studia il tutto come identità di pensiero ed essere. Essa si
occupa delle categorie aprioriche che sono predicato di tutto ciò che
esiste e che sono il presupposto di ogni discorso, a qualsiasi oggetto lo
si rivolga. Ciò malgrado, in quanto dottrina del logos pensiero, essa fa
astrazione dalla relazione di queste categorie – essere, identità,
causalità – con la realtà sensibile alla quale tali categorie si
rivolgono.
La logica sa cioè di essere logica di tutta la realtà e sa che non è lecito
parlare di pensiero senza sapere che essere e pensiero coincidono COINCIDENZA DI LOGICA E ONTOLOGIA,
TUTTAVIA
si concentra sull’aspetto appunto LOGICO di tali categorie, prima del
loro incarnarsi nel mondo reale. In questo senso essa non studia le
cose ma il CONCETTO DELLE COSE
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Dio prima della creazione
•
Siccome il punto più alto del sapere corrisponde
al punto più alto dell’essere, la logica
corrisponderà allo studio di DIO (lo Spirito, il
Tutto) così come si presenta prima della
creazione. Perché “prima della creazione”?
Perché anche il sapere assoluto ha tre lati e, pur
nella coincidenza di pensiero e realtà, la logica
studia questa coincidenza ancora sul piano delle
categorie di pensiero. Essa studia, cioè, Dio prima
che il suo essere-pensiero, prenda carne e si
concretizzi nella realtà effettuale.
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La logica come teologia
• La logica traduce in rigorose determinazioni
concettuali le rappresentazioni di Dio di cui parla
la religione. Dio per Hegel esiste, la prova
ontologica
di
Sant’Anselmo
coglie
sostanzialmente nel segno. Tuttavia si tratta di
un Dio che non è trascendente ma è identico
alla totalità dei predicati possibili, è il tutto che
si autoarricchisce in un processo infinito,
così come lo vedremmo alla fine del processo.
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Il metodo della logica
Lo studio della logica comincia dalle categorie più
semplici e universali del pensiero. Di queste si
dimostra l’insufficienza, cioè la parzialità,
l’incapacità di dare conto della complessità del
reale e del suo sviluppo e, attraverso la tappa della
loro alienazione in altro, si descrive il loro
progressivo arricchirsi e determinarsi in un
percorso in cui solo alla fine emergerà la vera
dimensione incontraddittoria e compiuta.
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LA LOGICA DELL’ESSERE
Qualità – quantità - misura
Nella logica dell’essere si studiano i momenti immediati del pensiero e della realtà
così come si presentano nei loro aspetti in cui subitaneamente li si comprende. Si
tratta dell’essere come IMMEDIATO INDETERMINATO riguardante tutto ciò di cui
possiamo dire che genericamente “è”.
Nel primo momento l’essere viene colto immediatamente come un “quale”. La
percezione qualitativa è infatti il modo originario con cui entriamo in relazione con le
cose. La qualità è la categoria in cui rientrano essere-nulla-divenire, infatti prima di
tutto noi sappiamo che le cose sono, o mancano, e poi ci accorgiamo che in realtà
cambiano.
Nella quantità la qualità viene negata come indifferente . È questo il momento in cui
pensiamo secondo pure numerazioni a prescindere dalle qualità delle cose.
Nella misura si pone la sintesi dei primi due e l’essere viene considerato un “quanto
qualitativo” cioè un oggetto che io posso quantificare proprio perché lo distinguo
qualitativamente da altri oggetti e ne delimito così le proprietà, che poi vado a
misurare. Ogni oggetto di pensiero dunque assume le sue caratteristiche peculiari
quando se ne valutano gli aspetti qualitativi e quantitativi assieme. La
determinatezza misurabile di qualcosa sono le sue qualità e i suoi aspetti
quantitativi fusi in un solo sguardo che ci restituisce la misura complessiva, il criterio
attraverso cui qualcosa è effettivamente quello che è.
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La logica dell’essere
•
•
•
•
La prima fase della percezione qualitativa delle cose ce le restituisce
nella lor dimensione di essere, nulla e divenire.
L’essere è ciò che cogliamo nel primissimo approccio con il mondo.
Esso ci appare come ciò che semplicemente è. Ma in quanto l’essere è
il concetto di ciò che è generalissimo e totalmente indeterminato, esso
risulta un concetto alla fine “vuoto”. Così l’essere, astrattamente inteso,
si trasforma nel suo opposto, il NULLA.
Questa rovesciamento dell’essere nel nulla non è però definitivo.
La verità di queste due categorie sta nel superiore concetto di
DIVENIRE. Che cosa sintetizza concretamente gli opposti isolati di
essere e nulla? Il concreto concetto di DIVENIRE infatti quando
vediamo qualcosa cambiare essa è e allo stesso tempo non è più se
stessa: non è più ciò che è stata e non è ancora ciò che sarà, mentre è
ciò che è. Concretamente l’essere e il nulla si alternano come momenti
dell’essere-che-diviene. Solo il divenire è quindi l’essere determinato.
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La logica dell’essenza
• Procedendo oltre la dimensione dell’esseremisura, il pensiero acquista profondità. Il
pensiero riflette su se stesso cioè sul proprio
modo di vedere le cose, superando
l’immediatezza dello sguardo iniziale e
arrivando a supporre che dietro a ciò che
appare vi sia un essenza più profonda e vera:
un’essenza
interna
viene
opposta
all’apparenza esterna. Tale essenza è quella
vera realtà che spiega le apparenze.
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L’essenza (bis)
• L’essere immediato risulta pura apparenza o
fenomeno, mentre al di là di essa si nasconde una
verità più profonda o essenza (si veda per
esempio la differenza tra realtà sensibile e mondo
delle idee in Platone).Questo è il momento in cui si
determina nella percezione dell’essere un’
opposizione tra apparenza e realtà profonda. La
logica dell’essenza è anche, in questo senso,
logica della differenza, in cui l’indeterminato
iniziale si determina e specifica nelle proprie
articolazioni interne, le une diverse dalle altre.
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Dall’essenza al concetto
•
•
Nel momento risolutivo della vera realtà (terzo momento della logica
dell’essenza) si configura il rapporto tra un sostanza e i suoi accidenti, la cui
verità si manifesta come rapporto di causa-effetto (la sostanza è causa
degli accidenti che sono effetto).
Ma le articolazioni interne con cui viene colta la realtà lasciano
impregiudicato un rapporto soggetto oggetto in cui è dato per scontato che
l’uno è esterno all’altro. C’è un pensiero che pensa il mondo come qualcosa
di esterno a sé. Lo sviluppo successivo vorrebbe articolare le differenze
della realtà in unità allo stesso modo di come il pensiero articola i suoi
propri concetti e li unifica in sintesi superiori. Così si scorpre che il
funzionamento del pensiero non è diverso da quello della realtà. Infatti
quando mi faccio un concetto di una cosa, nel senso autentico del termine,
ne colgo la verità solo in quanto scopro che le dinamiche della cosa sono le
stesse del pensiero, che non è più diverso dalla realtà ma vi si identifica
pienamente.
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La logica del concetto
E’ la logica del soggetto che è causa della realtà, cioè di
una realtà che deve essere intesa come soggettività
dispiegata. Ciò significa che la realtà non è altro che la
trama dei concetti con cui viene pensata, cioè è un
sistema di relazioni in cui il momento soggettivo del
pensiero e quello oggettivo dell’essere sono da sempre
sintetizzati assieme e per tal motivo generano un
pensiero che è concreto e una concretezza che è
razionale. Qui la logica assume un carattere di
svolgimento e circolarità. La realtà tutta è un movimento
a spirale che ritorna su se stesso a livelli sempre più alti.
I suoi tre momenti fondamentali sono soggettivitàoggettività-idea.
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Concetto 1: soggettività
1) La realtà si riferisce all’intelletto in quanto
ha i concetti, in quanto io-penso e forma
soggettiva della conoscenza. Qui Hegel
studia le forme del giudizio e del sillogismo,
cioè gli aspetti più propriamente formali del
pensiero. Il sillogismo ci restituisce il
funzionamento razionale della realtà, ma
solo nel suo scheletro, ci parla ancora di
una forma che deve prendere carne.
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Concetto 2: oggettività
2) Ma l’io-penso si scopre coincidere con la
realtà stessa e le sue determinazioni,
meccaniche, chimiche e infine con la
finalità immanente che si rinviene nel
reale. Qui i concetti si fanno oggettivi,
cioè parlano della natura e delle cose e
vengono
impiegati
per
stabilire
scientificamente
le
leggi
e
le
determinazioni del mondo.
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Concetto 3: Idea
•
Quando il pensiero supera le sue parzialità
soggettive e oggettive (in cui si concentra sulla
forma del ragionare, o sulla natura da indagare),
arriva a cogliere la piena unità del tutto come spirito.
• L’idea è il pensiero che si coglie come soggetto e
oggetto al tempo stesso, cioè come l’unità assoluta
di soggettivo e oggettivo, dell’ideale e del reale, del
finito e dell’infinito. Essa presenta
• un momento teoretico (idea del vero)
• uno pratico (idea del bene);
e la loro sintesi assoluta cioè l’idea della verità tutta
intera, conscia di sé e assolutamente coincidente
con la realtà tutta.
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SCHEMA 1
.
La trattazione hegeliana della logica
si articola in 3 momenti
1)Logica
dell’ESSERE
2) Logica dell’ESSENZA
che studia
3) Logica del
CONCETTO
che studia
che studia
I momenti immediati del pensiero
e della realtà
cioè i concetti più generali e
le determinazioni meno specifiche
Tutti quei concetti che
hanno a che fare con
l’emergere di una vera realtà
contrapposta alle apparenze
(ragion d’essere, fenomeno, identità e
differenza,
diversità e opposizione, positivo e negativo)
Il pensiero in quanto dialettica
che riunisce in sé i suoi momenti
soggettivi e oggettivi
e li concepisce come
elementi di una totalità
dove pensiero ed essere coincidono
La filosofia della natura
• La natura è per Hegel l’ALIENAZIONE
dell’idea, cioè è l’idea che diventa, che si
fa altro da sé, che nega la sua realtà
puramente vaga, indeterminata, facendosi
determinazione corporea, pietrificandosi
nella COSA naturale, specifica, singolare,
finita. In tal senso l’idea decade da sé
stessa.
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Decadenza dell’idea
• Il decadere dell’idea e il suo negarsi nella natura
comporta anche il venir meno (fino ad un certo punto)
della sua pura razionalità. Nella natura infatti permane
un residuo di irregolarità indeterminata, pur restando la
natura un momento del farsi del concetto, un momento
dello sviluppo dello spirito. Ciò fa sì che la natura
rimanga, in quanto momento del farsi dello spirito,
qualcosa di determinabile mediante leggi (le leggi
scientifiche della fisica), ma in quanto decadenza
dall’idea spirituale e sua pietrificazione, qualcosa di
esposta all’irregolarità, all’accidentalità e al disordine.
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La contingenza
• Caso, contingenza, disordine hanno
dunque la loro sfera di legittimità all’interno
della natura, BENCHÉ nella dinamica del
farsi dello spirito tale disordine vada
concepito come un momento destinato ad
essere superato in una superiore
razionalità.
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Suddivisione della filosofia della
natura
• La filosofia della natura indaga
con la MECCANICA i concetti fondamentali della
realtà materiale: i corpi, spazio e tempo, materia
e movimento;
con la FISICA gli elementi della materia, i concetti
di peso, coesione, suono, calore, i processi
magnetici, elettrici e chimici
con l’ORGANICA la natura vegetale e l’organismo
animale secondo l’idea che la realtà naturale nel
suo processo di sviluppo culmini con la vita.
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