Il nostro Giornale 78 Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 n. 78 Il nostro Giornale Anno XXXVII – n. 78 = Supersano, 7 luglio 2013 Direttore responsabile: - GINO DE VITIS Hanno collaborato: - ANGELO ARNISI - ANTONIO BAGLIVO - MARIA A. BONDANESE - ALESSANDRA CAGGESE - FABIO MASSIMO CONTE - GIUSEPPE CONTINI - VINCENZINA CORRADO - SALVATORE ESPOSITO - FRANCESCO GRECO - ARCANGELO MAGLI (Documento) - TOTO MANGANARO - PIPPI MASSAFRA - SARA NUTRICATO - PROTEZIONE CIVILE - LAURA RIA - FRANCESCO TARANTINO - PAOLO VINCENTI - LUCIA ZOMPI’ Foto e riproduzioni: FOTO CANTORO – Supersano (Lecce) Stampa: EDITRICE SALENTINA - Galatina (Lecce) Il nostro Giornale Via Vittorio Alfieri, 60 73040 – Supersano (Lecce) Foto di copertina: Piazzale della Basilica della Madonna di Leuca: Mons. Gerardo Antonazzo, nel corso della cerimonia per la sua Ordinazione a Vescovo, incontra i fedeli. Nel riquadro, in basso a sinistra, il suo stemma. Foto in basso: Panoramica dello spazio-altare del Santuario della B.V. di Coelimanna. Lettere al Giornale Supersano, 15 marzo 2013 Continuando nell’impegno personale per un futuro migliore dei pensionati, anziani e categorie più deboli Carissimo Gino, trovo opportuno dover dare contezza circa ulteriori sviluppi che hanno interessato la mia appartenenza nella Segreteria Provinciale dei Pensionati Cisl e che per il traSalvatore Manganaro mite de ‘Il nostro Giornale’ voglio comunicare ai lettori supersanesi. Nei giorni 11 e 12 u. s., a Lecce, presso l’Hotel Garden Inn, si è svolto il 17° Congresso Provinciale della Federazione Nazionale Pensionati della Cisl di Lecce ed in tale circostanza, alla guida della Federazione, per i prossimi quattro anni, sono stati confermati Francesco Botrugno, quale Segretario Generale, e, per i Segretari Territoriali, il sottoscritto e Carmen Starace. Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 I lavori sono stati di enorme importanza ed hanno visto la partecipazione di 119 Delegati, in rappresentanza di 35.500 iscritti. In linea con le scelte politiche ed organizzative della Cisl, sono stati accorpati alla Federazione di Lecce, otto Comuni della Provincia di Brindisi ed uno di quella di Taranto. Tema preminente del congresso: “Un nuovo Welfare Intergenerazionale e Solidale: quando per gli anziani una vita dignitosa? – Partecipazione, Riorganizzazione e Aspettative”, in cui sono stati affrontati e dibattuti argomenti importanti, riferiti al potere di acquisto delle pensioni, la non autosufficienza, la Fnp e il territorio, il proselitismo e l’equità fiscale. Successivamente, con nota n. 00133/03.2013 S.G., il Segretario Generale ha consegnato le deleghe. A me è stato dato incarico per le ‘Politiche organizzative: tesseramento, anagrafe degli iscritti, proselitismo, progetti di sviluppo del proselitismo con le categorie, raggruppamenti tecnici, rapporti con Caaf e Inas, politiche del volontariato con Anteas, turismo e manifestazioni, stampa e propaganda’. Con il mio intervento conclusivo, ho tra l’altro affermato che continuerò nell’impegno personale nel contesto della Federazione Nazionale per i pensionati, gli anziani e per tutte le categorie più deboli, soprattutto quelle dei non autosufficienti e incapienti, augurando un avvenir migliore, con il raggiungimento di nuovi e prestigiosi traguardi per la categoria. Nel ringraziarti per l’ospitalità concessami, ti saluto cordialmente Toto Manganaro * * Antonio Baglivo, Cap. della squadra maschile di tennis di Serie A, presenta il Torneo Internazionale “Under 12”. costretto, purtroppo, ad interrompere l’attività agonistica, per meglio dedicarsi nel nuovo ruolo di dirigente del prestigioso Circolo Tennis di Maglie. In quest’ambito, rivela le sue reali capacità, ampiamente riconosciute all’interno della Federazione Nazionale Italiana Tennis, che portano il giovane a rivestire la carica di Dirigente Regionale e segnalato meritoriamente a livello nazionale ed europeo quale organizzatore di importanti eventi tennistici. * Maglie, 26 marzo 2013 La passione sportiva di Antonio Baglivo Carissimo Prof. De Vitis, sono Fabio Massimo Conte, addetto stampa del Circolo Tennis di Maglie. Ti inoltro un articolo che interessa l’amico comune Antonio Baglivo, per il tuo seguitissimo ‘Il nostro giornale’. Faccio presente che da Antonio ho avuto solo qualche notizia dei suoi trascorsi a Supersano, per il resto mi sono documentato con quanto è stato riportato dalle testate giornalistiche sportive. Entro nel merito e con pregnante cognizione di causa, posso affermare che tra le personalità di spicco nel panorama sportivo salentino, Supersano può davvero gloriarsi di Antonio Baglivo (13 novembre 1959), dal 1990 Direttore Sportivo del Circolo Tennis di Maglie e Consigliere Regionale della Federtennis. La passione per lo sport lo coinvolge fin da bambino, quale supporter di una squadra di calcio supersanese, accompagnato sempre in ogni partita da papà Rocco, ‘supertifoso’ juventino, entrando poi tra i suoi ranghi come calciatore, per approdare, negli anni ottanta, alla Presidenza dell’US Supersano. Ma il calcio non è stata l’unica sua passione. Galvanizzato dalla storica vittoria in Cile della Nazionale italiana di tennis in Coppa Davis, con Panatta, Bertolucci, Zugarelli e Barazzutti, prende possesso di lui lo slancio per lo sport della racchetta, iniziando così in questa stupenda disciplina, che lo porterà ai più alti livelli agonistici provinciali. Ma, in seguito ad un serio incidente, Antonio è Antonio Baglivo, posa al Circolo Tennis-Maglie, tra Flavia Pennetta e Roberta Vinci, campionesse mondiali. E non è certo superfluo dover ricordare come Antonio, nel 2004, riesce ad organizzare a Maglie la semifinale di Federation Cup (Fed-Cup), la Coppa Davis Femminile, tra le nazionali di Italia e Repubblica Ceca. Sarà in questa particolare circostanza, che, sul campo Tennis di Maglie, brillano le stelle di Francesca Schiavone, Flavia Pennetta, Roberta Vinci e Silvia Farina (oggi tra le atlete più qualificate in campo mondiale), che surclassano le loro avversarie, guadagnandosi così l’accesso alla finale mondiale. Ed è proprio in virtù di sì straordinario successo, che viene apertamente confermata tutta intera la fiducia della Federazione nelle capacità dirigenziali di Antonio Baglivo, che si ripropone a li- 2 Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 vello continentale, con l‘allestimento dei successivi Tornei di Tennis Europe, che ogni estate si svolgono sui campi in terra battuta del Circolo magliese. Non mancano però momenti di declino, dopo i fasti in se- di questa stupenda disciplina, oltre che dello sport più in generale, considerata l’importanza socio-educativa che può rappresentare per le nostre generazioni. A nome mio personale e di Antonio, un sincero grazie ed i più cordiali saluti. Fabio Massimo Conte (Addetto stampa Circolo Tennis-Maglie) * * * Riceviamo e pubblichiamo Supersano, 30 maggio 2013 Francesca Schiavone in una fase dell’incontro Italia-Repubblica Ceca, svoltosi al Circolo Tennis di Maglie. rie A negli anni ‘70 e ’80, ma sarà proprio l’impegno e la passione di Antonio per questo sport, a risollevare le sorti del Circolo Tennis di Maglie, ricucendosi con straordinaria capacità, nel Campionato maschile a squadre, un’entusiasmante risalita, partendo dalla serie D, fino all’ascesa massima della serie A, al pari delle grandi squadre blasonate, che hanno fatto la storia del tennis italiano, nei cui ranghi militano atleti di caratura mondiale, valorizzando nel tempo giovani promesse, che oggi compaiono nelle dispute di incontri di assoluto livello, come Giorgio Portaluri e che figurano nelle classifiche ATP. E se è vero quanto recita un detto paesano, che ‘la malatìa te lu tata ‘ncoddhra alli fij’, così la passione per il tennis di Antonio, è stata trasmessa ai figli Eleonora e Marco, giocatori di buon livello, soprattutto Marco (gioca nel Campionato di Serie C, con i colori del CT Maglie), che si propone con doti di esuberante forza fisica, abbinata a genio e sregolatezza, che lo caratterizzano, e che per questo, riesce a farsi apprezzare ed amare. Non solo, in quanto anche la moglie, la gentile signora Lucia, dapprima quasi disinteressata, se non proprio contraria, poi interamente ed emotivamente coinvolta, al punto tale che oggi segue tutte le trasferte della squadra, dimostrandosi la prima fan dei colori magliesi. Un qualche rammarico, però, serpeggia in Antonio, per non essere riuscito a creare un movimento tennistico anche a Supersano, pur avendo tentato, verso la fine degli anni ’80, con un Circolo, frequentato da un discreto numero di appassionati, che però non ebbe un seguito, a causa di oggettive carenze infrastrutturali. Questo in succinto, quanto abbiamo voluto dire di questa persona, che va comunque lodata per ciò che ha fatto e per quello che si propone di fare, fornito di autentico spirito goliardico, con l’auspicio che le istituzioni possano finalmente fornire tutto quanto l’apporto necessario per lo sviluppo AVIS Supersano: rinnovo cariche sociali, quadriennio 2013-2016 Sabato, 7 febbraio 2013, si è tenuta la XXV Assemblea Comunale Ordinaria della Sez. AVIS “Settimio Modugno” , presso il Centro Anziani, al termine della quale è stato eletto il nuovo Consiglio Direttivo, che guiderà le attività dell’Associazione per il quadriennio 2013-2016. Durante il primo incontro ufficiale, tenutosi il 15 febbraio, il nuovo C. D. ha provveduto ad assegnare le cariche sociali, così rappresentate: Sara Nutricato (Presidente); Franco Greco (Segretario); Antonio Alfarano (Tesoriere); Rocco Antonio Corrado, Angelo De Pascali, Anna Maria Sara Nutricato, a sinistra, nuova Presidente sezione AVIS di Supersano e sulla destra, Assunta Varrazza, con il gonfalone dell’associazione. Errico, Angelo Maglie, Angelo Rimo, Sergio Solito, Luca Varrazza (Consiglieri). Il neoeletto Consiglio Direttivo è pronto ad affrontare una nuova stimolante esperienza che lo ha portato a gestire, oltre la consueta attività sociale, anche l’importante appuntamento del 26 maggio, quando l’Associazione ha festeggiato il XXX Anniversario della sua fondazione (corposo programma, protrattosi per l’intera mattinata e conclusosi con un pranzo ‘augurale’ a Porto Badisco, ndr.). Come nuovo Presidente raccolgo con gioia ed entusiasmo il testimone del mio predecessore Marco Antonazzo e auspico che la nostra amata AVIS continui a crescere, arricchendosi di 3 Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 nuovi giovani donatori, quali testimoni di una grande sensibilità sociale fra le nuove generazioni , auspicando, come Presidente donna, un incremento nel numero delle donatrici, ribadendo che la donazione di sangue per le donne non ha alcuna controindicazione; al contrario, il monitoraggio costante dell’emoglobina e del ferro, assicura la tutela della loro salute. Concludo, sottolineando, che la donazione del sangue permette di prendersi cura sia di coloro che hanno estremo bisogno di sangue, ma anche di se stessi, grazie ai sistematici controlli effettuati ad ogni donazione, e consente inoltre di provare quel sentimento di condivisione che ti fa sentire parte della grande e preziosa famiglia avisina. Sara Nutricato (Presidente Sez. Comunale AVIS “Settimio Modugno”) * * 2012, è stato possibile organizzare corsi di mobilità sostenibile; difesa del suolo e primo soccorso c/o la CRI, che hanno permesso di raggiungere un’ottima formazione, la qualifica per gli interventi e le conoscenze specifiche adeguate nei diversi settori. “Questi obiettivi – dice il Presidente Antonio Gualtieri – si sono potuti raggiungere, grazie all’impegno, la fiducia ed il lavoro di tutti e hanno contribuito a rafforzare in tutti noi volontari, il senso dell’impegno a difesa della società civile e del territorio, per la qual cosa non possiamo che essere pienamente soddisfatti per questo importante risultato ottenuto”. Si ringrazia il Giornale per lo spazio messoci a disposizione. Cordiali saluti Protezione Civile – Supersano (Le) * * Supersano, 31 maggio 2013 Realizzato l’acquisto di un mezzo antincendio Carissimo Direttore Con la presente, informiamo i lettori del giornale, specie quelli che sono residenti fuori, dell’avvenuto acquisto, da parte della Protezione Civile di Supersano, di una macchina, * * Supersano, 3 giugno 2013 Presentazione e benedizione del labaro di S. Pio Carissimo Professore Ti comunico che il gonfalone con l’immagine di San Pio, grazie all’impegno dell’Associazione ‘Gruppo di Preghiera’, è cosa fatta. Della sua necessità ce n’eravamo accorti già da tempo ed io mi sono personalmente attivata in proposito, avendo trovato la disponibilità in Graziella Fiore ed in Sabrina Solda, sua figlia, che, per onorare la memoria del congiunto Donato Solda, hanno preparato e confezionato il telo, benedetto poi in chiesa dal nostro Parroco, don Oronzo Cosi, alla presenza delle socie del Gruppo. La circostanza mi impone anche di rendere noto quanto Salvatore Fiore e Lina Arnisi hanno fatto, donando un leggìo per la celebrazione delle Messe e provveduto al restauro delle panchine della piazzetta. Un’ultima considerazione: sottolineare l’importanza della data del 25 maggio 1887, che ci ricorda la nascita di S. Pio, alla quale dovremmo essere più ’presenti’. Grazie e cordiali saluti Lucia Zompì (Responsabile Gruppo di Preghiera ‘S. Pio’) La macchina antincendio ‘Toyota Hilux’, benedetta l’8 dicembre 2012 in piazza IV Novembre. quale necessario strumento per la difesa del territorio e dei suoi abitanti. La partecipazione al bando del Dipartimento della PC, ha permesso di ottenere un finanziamento per l’acquisto di un mezzo antincendio (una ‘Toyota Hilux’), per l’ammontare di 18.000 euro, che, però, non ha coperto per intero il suo valore commerciale, che è di 26.000 euro. A copertura dell’importo necessario, è stato impiegato il contributo (3.000 euro) che annualmente viene corrisposto ai volontari dal Comune di Supersano, per il servizio di viabilità, a supporto dell’Ufficio di Polizia Municipale, oltre alla presenza della Provincia di Lecce, con 2.500 euro ed il contributo volontario dei cittadini supersanesi, pari a 3.756 euro. Inoltre, nel Il ‘Gruppo di Preghiera’, presente in chiesa il 1°maggio 2013, per la benedizione del labaro di San Pio. 4 Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 Presente i n d i c a t i v o Lungo le strade del quotidiano. Notizie in breve per 180 giorni - Festività natalizie: 5 dicembre 2012- 6 gennaio 2013 = Carrellata riassuntiva sulle manifestazioni programmate da Associazioni e dalla Parrocchia, nel corso delle festività natalizie. Si è rinnovato l’esperimento delle ‘Finestre dell’Avvento’, che si sono vestite di luci, immagini, colori, grazie al sentimento e la creatività di liberi cittadini, Associazioni, Gruppi e Scuola. Il Comune di Supersano, dal 5 al 12 dicembre, collaborando con varie Associazioni del posto, ha presentato ‘Naturalia Animalia -I racconti del Mubo’, un’esposizione internazionale di libri d’artisti. In otto giorni, oltre alla presentazione di testi così interessanti, anche una relazione su ‘Supersano e le sue vore’, con la presenza del Prof. Paolo Sansò e del gruppo speleologico ‘Ndronico. Giovedì 6 dicembre, il laboratorio del libro artigianale ‘Con la testa fra le nuvole’, a cura di Lilian Bohr Farinola. Non sono mancate altre e interessanti iniziative, come quella dell’albero amico in piazza IV Novembre, per conto della locale ‘Pro Loco’, in collaborazione con la Scuola, felici i bambini che hanno avuto la opportunità di appendere addobbi, realizzati dalla loro fantasia, con l’uso di materiali riciclati. Nel pomeriggio del 16 dicembre, l’Ass. ‘Vibrazioni per Tommaso’, in collaborazione con l’Ass. culturale ‘Arkà’, ha presentato la ‘Pastorale ed il mercatino natalizio’, che ha visto i partecipanti muoversi dalla piazzetta Savonarola, con Giuseppe e Maria in cerca di dimora, accompagnati dalle note degli zampognari, fino a piazza Margottini, nella chiesa del SS. Sacramento, per la inaugurazione del presepe e la degustazione di sapori tipici. Ancora la ‘Pro Loco’per la I Edizione di un Concorso canoro, intitolato “Io canto”, riservato a tutte le categorie ‘anagrafiche’. La manifestazione è stata presentata il 19 dicembre, nel teatro dell’Oratorio, da Lorenzo Contini. Riservata alla vigilia di Natale (24 dicembre), la comparsa di ‘Babbo Natale’, il vecchio rubicondo dalla barba bianca, che, nel corso della notte, ha distribuito doni ai bambini buoni. Venerdì 28 dicembre, nel teatro dell’Oratorio, il Laboratorio teatrale dell’UPTE di Supersano ha presentato una commedia di Scarnicci e Tarabusi, dal titolo ‘Caviale e Lenticchie’, per la regia di Giustina De Jaco. Chiude l’anno di grazia 2012, il Concerto ‘Gospel’, della Schola Cantorum ‘Santa Maria degli Angeli’ di Presicce, diretta dal M° Anacleto Tamborrino, tenutosi nella Chiesa Madre. Inoltre, il 4 gennaio 2013, nei locali dell’Azienda Agricola ‘Le Stanzìe’, è stato presentato un libro dal titolo “Le rivolte gattopardiane” di William Bavone, Segretario Scientifico del CeSEM (Centro Studi Eurasia Mediterraneo). Ai lavori, sono intervenuti la Dott.ssa Cristina Pacella e l’Avv.Giuseppe Stefanelli. Ha fatto da moderatrice la Dott.ssa Simona Varrazza. Infine, a conclusione della parentesi natalizia, domenica 6 gennaio 2013, ecco le ‘Befane in tour’, su idea dell’Associazione ‘Vibrazioni per Tommaso’, che ha visto le ‘vecchiette’ percorrere le vie del paese, distribuendo doni. - 4 febbraio 2013 = (da “Il Gallo”) Supersano, protagonista alla Borsa del turismo = Ci vogliono radici profonde come quelle degli ulivi per raccontare questi luoghi…: “Puglia, terra di racconti” è, infatti, lo slogan scelto quest’anno dalla Regione Puglia, per rappresentare la propria offerta turistica alla Borsa Internazionale del Turismo 2013, la prestigiosa BIT di Milano. L’Assessore al Mediterraneo, Cultura e Turismo della Regione Puglia, Silvia Godelli, presente con il suo staff alla manifestazione, ha affermato, tra l’altro: “ I dati sulla stagionalità indicano che la Puglia è una destinazione in grado di attrarre turismo anche al di fuori dei mesi estivi, tipici del turismo balneare”. In quest’ottica che vuole mettere in rete luoghi e risorse, in direzione di un turismo che possa svolgersi lungo tutto l’arco dell’anno, “il Salento –afferma il Sindaco di Supersano, Roberto De Vitis – può giocare una carta vincente, perché pochi luoghi d’Italia si prestano ad essere visitati in lungo ed in largo con facilità e piacevolezza, passando da una costa all’altra, dalla spiaggia alla scogliera, dai paesini alla città, dalla campagna alla lieve collina, in una varietà di paesaggi pervasi da bellezza, tranquillità ed accoglienza”. Con questa finalità di promozione, la consigliera alla Cultura di Supersano, la Prof.ssa Maria Bondanese, ha preso parte alla conferenza stampa, tenutasi nella Sala Eventi dello Stand della Regione Puglia, alla BIT di Milano, organizzata da Carmen Mancarella, Direttore della Rivista di Turismo e Cultura del Salento, “Spiagge”, alla presenza dell’Assessore Regionale, Silvia Godelli, di Alfredo De Liquori, responsabile delle Azioni di marketing di ‘Pugliapromozioni’, dell’Assessore al Turismo della Provincia di Lecce, Francesco Pacella, del Presidente del GAL Terra dei Messapi, Damiano Franco, di Luigino Sergio, Presidente dell’Unione della Grecìa Salentina e di altre personalità politiche ed amministrative, sottolineando in questa sede, come “Supersano, con la straordinaria cripta basiliana della Madonna di Coelimanna, i percorsi naturalistici, le masserie immerse nel verde, l’eliporto, il Castello Manfredi, il Museo del Bosco, le chiese, le strutture ricettive e alberghiere, il centro abitato e la cordialità dei suoi cittadini, ha tutti i numeri per imporsi nel circuito del Turismo destagionalizzato”. - 26/27 gennaio 2013 -7 aprile 2013 = Dopo un fisiologico periodo di assestamento, per il rinnovo del marchio ‘Judo Club Shintai’ del maestro Rocco Frascaro, passato al figlio Giuseppe come “GiFit – Welness Life Style”, torna, imperiosa e appagante l’attività sportiva del Club, capace di 5 Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 Palestra di Giuseppe Frascaro, che vediamo affettuosamente abbracciato da tre mini-atleti, figura che evoca un particolare momento biblico (fatte, naturalmente, le dovute rilevanze), quello del ‘Sinìte pàrvulos…!’. I bambini che fanno corona al loro maestro, sono: Francesco Cavallo, alle spalle di Giuseppe, Gabriele Resta, a destra, e Roberto Piscopiello, a sinistra. non smentirsi, per nulla scalfita dalla trasmissione del testimone dalle mani del padre a quelle del figlio. Ricominciamo con il XXI Torneo Nazionale di Judo “Città di Taranto”, manifestazione che ha accolto circa 600 atleti qui pervenuti da tutta Italia, dove la scuola del Club supersnese è ‘normalmente’ tornata al successo. Una ‘ripetizione’ di esaltanti risultati, che entrerebbero nel guinnes delle pagine riservate ai “sempre vincenti”, non sorprendendo ormai più di tanto, quanti appassionatamente seguono questo sport, tanto bravi si dimostrano i ragazzi ‘Shintai’, sì da far sembrare queste prestazioni come normale routine di un’attività sportiva, sempre dominata dalla competenza dei maestri e dalla classe da essi trasmessa agli atleti. Alla manifestazione tarantina, il primo posto è stato ottenuto da Armando Richard Sanapo, nella Cat. 60 Kg. – Esordienti A (per i nati anno 2001), ed il terzo da Maria Rosaria Genio, Cat. 44 Kg. (per i nati anni 2002-2003); inoltre c’è da segnalare la qualificazione Regionale al Campionato Italiano Juniores (anni 1993-94-95) di un atleta già noto, per i suoi meriti sportivi: Giorgio Musio, terzo classificato nella Cat. 60 Kg (3 febbraio 2013). L’attività sportiva della palestra continua. Il 17 marzo, nel Palazzetto dello Sport a S. Vito dei Normanni, per le qualificazioni regionali al Campionato Italiano Assoluto, Giuseppe Frascaro, dopo due anni di inattività, dovuti ad impegni scolastici, si ripresenta (Cat. 73 Kg.) acquisendo il 3° posto, tra 18 atleti, qualificandosi per la finale nazionale, nel campionato assoluto, con tre incontri vinti per ‘ippon’ (K0 Tecnico) e come unico salentino maschio alle gare svoltesi il 7 aprile a Catania. - 11 febbraio 2013 = Il Papa, Benedetto XVI, in occasione del Concistoro con i Cardinali, legge, a sorpresa, in latino, l’annuncio già preparato il giorno prima, con cui da la notizia delle sue dimissioni dalla carica di Pontefice. - 17 e 28 febbraio 2013 = L’Associazione ‘Salute Donna’, in occasione dell’apertura dell’anno sociale e per la lettura del bilancio, anno 2012, ha proposto nel teatro dell’O- ratorio Parrocchiale, uno spettacolo teatrale, a cura della Compagnia “I cinque jenti”, con la replica di tre atti unici (‘Le invitate’, di R. Protopapa – ‘La patente’ e ‘La giara’ di Luigi Pirandello). - 21 febbraio/21 marzo 2013 = Il compaesano Ezio Sanapo, oggi residente a Tricase, si è misurato in due momenti letterari, partecipando, in due date diverse, al “Festival della Letteratura” a Milano, con due racconti, rispettivamente sul tema: “Il valore della memoria (il distacco, le radici, la nostalgia, la coercizione della libertà)” e “La piazza, quale centro di ritrovo della comunità, luogo della manifestazione politica, terreno di confronto tra generazioni”. Primo racconto: “Lettera a mio cugino residente a Taviano”; secondo racconto: “Breve storia di un ragazzo di strada”, entrambi scelti dalla Giuria, tra i migliori cinque classificati al festival, letti poi in pubblico e successivamente pubblicati sul sito degli organizzatori. Chi volesse prenderne visione, può cliccare sul sito: “www. Eziosanapo.it”. - 22 febbraio 2013 = Incontro sul tema: “FamigliaScuola-Parrocchia: alleanze per l’educazione”. Ospite d’onore, lo psichiatra e scrittore di fama internazionale Paolo Crepet, che, nella mattinata, nel teatro dell’Oratorio Parrocchiale, si è proposto per un dialogo con studenti, genitori ed educatori. Paolo Crepet, psichiatra e scrittore di fama internazionale, sul palco dell’Oratorio, nel corso del suo intervento, attorniato dagli alunni del nostro Istituto Comprensivo, con il parroco, don Oronzo Cosi. - 24/25 febbraio 2013 = Elezioni politiche. Si sa quali siano stati gli ‘accidenti’ che hanno preceduto la tornata elettorale, scandita virtualmente nel novembre 2011, con le dimissioni del Governo Berlusconi e ‘aggiornate’ con un Governo, cosiddetto ‘tecnico’, guidato dal Prof. Mario Monti, che ha condotto il carrozzone di Palazzo Chigi e quello di Palazzo Madama per 15 mesi, fino alla scadenza ‘naturale’ del mandato. Quello che in questa sede ci interessa virgolettare, è la presenza di compaesani supersanesi, quali candidati a disputar l’agone politico, riconoscibili nelle persone di Michele De Vitis, Salvatore Cossa e Rosaria Petracca. Dei tre il De Vitis affrontava per la prima volta il giudizio delle urne, mentre gli altri due avevano già respirato l’aria del certame elettorale. Michele De Vitis (10.3.1987) si è presentato per la 6 Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 Camera dei Deputati con la lista “Scelta Civica-Con Monti per l’Italia” - Circoscrizione Lazio 1 (per Roma e Provincia) a sostegno di Mario Monti, mentre Salvatore Cossa (17.1.1965) è stato candidato al Senato –Regione Puglianella lista di “Alternativa Comunista” e la signora Rosaria Petracca (25.5.1969), figlia di Gerardo e di Maria De Vitis, già da tempo residente ad Avetrana, Consigliera Comunale in questo Comune, quale candidata al Senato-Regione Puglia, con “Sinistra-Ecologia-Libertà” di Nichi Vendola. Le urne dei quattro seggi a Supersano, hanno dato i seguenti risultati, qui raggruppati per coalizioni: Senato = 1°) Silvio Berlusconi: voti 709 (37,42%)– 2°) Pier Luigi Bersani: voti 527 (27,98%)– 3°) Giuseppe Grillo: voti 424 (22,51%)– 4°) Mario Monti: voti 186 (9,95%); Camera dei Deputati = 1°) Silvio Berlusconi: voti 764 (36,5%) Elezioni 2008 centrodestra: 43,59% – 2°) Pier Luigi Bersani: voti 536 (25,6%) Elezioni 2008 centrosinistra: 30,00 – 3°) Giuseppe Grillo: voti 518 (24,8%) – Mario Monti: voti 215 (10,3%) . Schede bianche: 63 – Schede nulle: 101 Elettori: 3.536 - Votanti: 2.254 (64%) - 1° marzo 2013 = Scompare a 88 anni, una delle più illustri figure salentine, il Prof. Aldo De Bernart, che ricordiamo come attento lettore e preziosissimo collaboratore del nostro giornale, storico emerito e profondo studioso della Reparto di Cardiologia, presso l’Ospedale ‘F. Ferrari’, di Casarano). Ha condotto il convegno, Nino Marzo. Nella circostanza è stata ascoltata l’esperienza di Elisa Lanzillotto, una ragazza che ha affrontato e superato lo specifico problema. - 9 marzo 2013 = Oratorio Parrocchiale: torna la Compagnia del Teatro Supersanese, con la commedia brillante “Le fissazioni te sorma”, diretta da Nunzia Grecuccio e la partecipazione di Salvatore Minonna, Germana Martucci, Salvatore Musio, Antonio Colazzo, Anna Baglivo, Maria Domenica Vergari, Angelo Rimo e Antonella Baglivo. - 13 marzo 2013 = Ore 19,06: viene eletto il nuovo Pontefice, nella persona del Cardinale argentino Jorge Mario Papa Francesco al saluto di una ‘Guardia svizzera’. Il Prof. Aldo de Bernart, primo a sinistra, ospite d’onore ad una mostra di Ezio Sanapo, del 14 maggio 1982 (Festa di S. Michele), nei locali al piano terra del Comune. Sta relazionando il Prof. Enzo Panareo, che ha, alla sua destra, il Dr. Alessandro Laporta, Direttore della Biblioteca Provinciale, alla sua sinistra, la Prof.ssa Nunziatina Marini, Assessore alla Cultura ed il Sindaco in carica, Rag. Salvatore Contini. nostra cultura. Dalla caratura altamente morale, colto e forbito, rispecchia la vera figura di autentico gentiluomo d’altri tempi, amorevolmente dedito alla preziosa riscoperta della nostra storia patria e alla valorizzazione del nostro patrimonio artistico, letterario e storico. Ai suoi familiari, vada il nostro più sentito cordoglio. - 7 marzo 2013 = Convegno, organizzato dall’Associazione “Salute Donna”, nell’Oratorio, sul tema:: ”Prevenzione, cura e prospettive delle patologie della tiroide”. Sono intervenuti: la Dott.ssa Silvia Gavioli (Specialista in Endocrinologia e Medicina della sessualità, Dottore di Ricerca Endocrinologica presso l’Azienza Ospedaliero-Universitaria di Pisa) e il Dott. Antonio Marzo (Dirigente di 1° livello Bergoglio di anni 76, Arcivescovo di Buenos Aires, consacrato Papa al V scrutinio, scegliendo il nome di Francesco, in onore di San Francesco d’Assisi. E’ il primo Papa americano e primo Gesuita. - 14 marzo/3 maggio 2013 = IV Rassegna, del Teatro dell’UTPE. Si comincia con “La bottega del rigattiere”, recital del Gruppo ‘Amistade’ di Paolo Vincenti. Il 25 marzo in scena il lavoro già collaudato, di Scarnicci e Tarabusi, ‘Caviale e lenticchie’, regia di Giustina De Jaco, mentre la sera del 4 aprile, si esibisce la compagnia ‘I cinque jenti’, con ‘Essere donna’. Poi è il turno della compagnia ‘Salve in scena’, con ‘Ti ho sposato per allegria’, di Natalia Ginzburg ,regia di Antonella Oceano. Il 18 aprile, ‘Filumena Marturano’ il capolavoro di Eduardo, commedia adattata e diretta da Biagio Saracino. Infine, il 3 maggio, va in scena l’Orlando furioso’, di Ludovico Ariosto, adattato da Luigi Scorrano, con la Compagnia “Calandra”. Tutti i lavori si sono avuti nel teatro dell’Oratorio Parrocchiale. - 16 marzo/6 aprile 2013 = Carlo Piemonti presenta alcune sue opere pittoriche a Villa de Finetti, a Corona-Mariano del Friùli (GO), a cura di Roberto Vidali, direttore di ‘Juliet Art Magazine’. In contemporanea, al ‘Sushi Fashion’ di Gorizia, sono esposte altre sue opere. - 26/27/28 aprile 2013 = 85° anniversario dell’Azione Cattolica di Supersano. Sono stati vissuti autentici momenti di Comunione, Preghiera e Riflessione, con la ‘presenza’ 7 Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 delle reliquie di due grandi Santi, S. Teresa di Lisieux e S. Gabriele dell’Addolorata. Il programma, svoltosi nella Chiesa Madre, è stato catalogato in tre parti: una ‘Giornata Missionaria’, una ‘Giornata Vocazionale’, ed una riservata alle conclusioni. Si sono avvicendati: la recitazione del Santo Rosario, l’accoglienza delle reliquie dei Santi, la celebrazione eucaristica, una veglia, la proiezione di un video su S. Gabriele e la testimonianza di una Suora Vocazionista. La conclusione è stata celebrata con la ‘Catechesi’, guidata dal Parroco, don Oronzo Cosi. - 7/8 maggio 2013 = S. Michele Arcangelo. E’ Festa patronale, con la celebrazione dei canonici riti religiosi e la colorazione fatta di musica, addobbi e fuochi pirotecnici. Due i concerti musicali per il giorno 8: Città di Squinzano (Dir. Giovanni Guerrieri) e Città di Conversa- Piccolo. La rappresentazione ha avuto luogo nel Teatro dell’Oratorio Parrocchiale ed ha riscosso un bel successo. - 19 maggio 2013 = L’Associazione ‘Vibrazioni per Tommaso’, organizza in piazza Margottini, la IV Edizione “Sicurezza stradale”, aperta dal ‘South Salento’, con la benedizione dei caschi e l’intervento di don Oronzo Cosi, Walter Gabellone, Mino Durante, Eva Ruggeri e Alberto Del Genio. Poi il quiz a squadre, sul tema: ‘Sulla mia strada’ e la installazione del percorso educativo stradale, per bambini e ragazzi e l’intrattenimento col mago Claus. - 25 maggio 2013 = Un’iniziativa provinciale, organizzata per il ‘Maggio dei libri’, è stata promossa dal Comune per la “Festa del Libro per ragazzi”, che ha messo insieme le biblioteche e le librerie di tutto il Salento. Oltre cento i ragazzi partecipanti, con lo slogan ‘Cresco perché leggo’, con l’attiva adesione dei giovani della ‘Pro Loco’, l’Univesità Popolare della Terza età’e l’Ass. ‘Vibrazioni per Tommaso’. 7 maggio 2013 -Vigilia della festa del Patrono, S. Michele Arcangelo: processione e ‘parazione’. Un momento della manifestazione per la ‘Festa del libro’. no (Dir. Vincenzo Cammarano); per la vigilia, il Concerto Città di Taviano (Dir. Antonio Mariani), che ha seguito la processione. Domenica 5 maggio, si è rinnovata la sfilata di cavalli con traini, sciarrette e sciarabbà, organizzata dall’Associazione ‘Tradizioni popolari’. Nel pomeriggio, la fiaccolata, con la IV Edizione della ‘Marcia degli Angeli’, a testimonianza dell’imperituro ricordo dei giovani estinti, partita dalla Chiesa del SS. Sacramento, con l’arrivo alla Chiesa Madre, dove il parroco don Oronzo Cosi ha celebrato la S. Messa, nel corso della quale sono stati menzionati i nomi dei giovani cari estinti; il giorno 6, è stata devotamente accolta la ‘Sacra Spada’ di S. Michele, proveniente da Monte Sant’Angelo, rimasta tra noi per tutta la durata della festa e che, la sera della vigilia è stata portata in processione e che ha contrassegnato la benedizione dei quattro punti cardinali del paese. 9/31 maggio 2013 = Maggio, mese ‘mariano’: torna la celebrazione della “Peregrinatio Mariae”, con la statua della Madonna del Rosario, che sosta nei diversi punti del paese, in dieci tappe, conclusasi nel pomeriggio del 31 maggio, con il pellegrinaggio al Santuario e la celebrazione della S. Messa. - 19 maggio 2013 = Il Gruppo Vincenziano, ha proposto un interessante spettacolo su “Don Tonino”, con l’intervento della Compagnia Teatrale “La Busacca” di Francesco - 8 giugno 2013 = Seconda edizione del concorso “Supersano…che Belvedere!”, aperto a tutti i residenti. Promosso dal nostro Comune e finanziato dall’Unione Europea, con la finalità di rendere più bello e accogliente il paese, utilizzando il linguaggio delle piante e dei fiori. Tre i premi in denaro posti in palio, rispettivamente di 300 – 200 e 100 euro. - 14 giugno 2013 = Con l’Associazione Culturale Musicale ‘Le Corde’, per un intrattenimento ai giardini ‘Don Tonino Bello’: serata all’insegna dell’allegria e della spensieratezza, con lo spettacolo ‘La Corrida’ (dilettanti allo sbaraglio), protagonisti: fischietti, trombe, campanacci ed altri strumenti, per un “lieto romore”. - 15 giugno 2013 = Buon divertimento con la “Festa della Primavera”, organizzata in piazza IV Novembre, dalla sezione Aver e giunta alla III edizione. Si è esibito il Gruppo “Kababo Cabaret”. - 16 giugno 2013 = A soli 57 anni, è mancata Antonella Papadia, moglie del prof. Antonio Elia, uno dei più prolifici collaboratori del ‘Giornale’, avendone elaborato ben sei copertine (n. 22-23-37-46-54 e 58) e prodotto un ragguardevole pacchetto di interessanti servizi archeologici. In un momento così particolarmente triste, vada a lui, ai suoi figli Debora e Jader ed ai familiari, la nostra più sentita partecipazione di cordoglio. 8 Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 ...e passato p r o s s i m o - r e m o t o *** ‘Zi’ Totu’, Salvatore Esposito, racconta al nipote Pippi Massafra le vicissitudini di combattente e prigioniero dei nazisti nella II Guerra mondiale… Il racconto dello zio combattente e prigioniero di guerra, è una testimonianza che si tramanda da quattro generazioni: storia di un uomo scampato miracolosamente alla furia dell’eccidio nazista, quando “era facile morire anche per un paio di pantaloni o per molto meno. Sto parlando di Salvatore Esposito, mio carissimo zio, che mi ha assecondato, narrandomi le sue vicissitudini militari, evidenziando nella esposizione una facoltà mnemonica che sfida a fronte alta l’inesorabile realtà…dell’anagrafe (92 anni). E’ nato a Tricase il 3 gennaio 1921, meglio conosciuto in paese come ‘lu Totu te li Muntunati’, che, come detto, sfoggia una memoria lucidissima, capace di narrare i propri ‘casi’ sofferti, senza difficoltà alcuna, ricordi da custodire gelosamente e da porgere alle generazioni avvenire, che vadano oltre quelle dei nipoti, dei familiari e dei parenti, che, qui per ovvi motivi di spazio, non racconto, ma che si intuiscono facilmente. Così comincia: “Il 15 gennaio 1941 parto, arruolato nella Marina Militare, destinato alla base navale di Brindisi, dove resto per oltre un anno, mentre la città viene sottoposta a reiterati bombardamenti che la squassano e ne rendono assai difficile la vita, rasserenato però dalla compagnia dei compaesani Giovanni Massafra, mio cognato, Michele Piccinno (detto ‘Parrone’), Giuseppe Manganaro e Silvio Nutricato, con cui si respira ‘aria di casa’, capace di rendere meno difficili quelle ore, vissute sotto i micidiali attacchi aerei. Il regio incrociatore ‘Trento’ in navigazione. Nel riquadro, Salvatore Esposito. Agli inizi di giugno 1942, lasciamo la base brindisina, imbarcati sul R. incrociatore ‘Trento’ e diretti in Grecia, evitando, in due settimane di lenta navigazione, un’infinità di pericoli. Si fa tappa dapprima al Pi- Isola di Lero (1942): fila di corone, per i funerali di un soldato della guarnigione. Salvatore è in seconda fila. reo e, dopo una ventina di giorni, si riparte facendo rotta e sosta in successione nelle isole di Rodi, Scàrpanto e Chios, toccando praticamente tutto il raggio del mare Egeo, con destinazione ultima l’isola di Lero, nelle Sporadi Meridionali, storicamente famosa quest’ultima per il culto di Artemide, dove veniamo impiegati per oltre un anno, con il compito fisso della difesa costiera, in un reparto di artiglieria pesante, il cui fragore, durante le operazioni, mi procura un’incipiente sordità. La consistenza delle nostre truppe nell’isola, era di circa 8.000 militari, di cui 6.000 appartenenti alla Marina. Ma le difficoltà aumentano dopo la dichiarazione dell’armistizio (8 settembre 1943), quando diveniamo ‘preda’ dei tedeschi, che ci costringono alla prigionia e, circa due mesi dopo, prima dell’arrivo di un contingente britannico, siamo trasferiti ad Atene e qui rinchiusi in un campo di concentramento, divisi in squadre da 10 prigionieri ciascuna, con l’ingrato compito di provvedere allo spostamento non solo di macerie, ma anche (inorridisco nel riferirlo) di cadaveri. A questo punto, caro nipote, debbo soffermarmi su di un episodio: mentre eravamo intenti a far pulizia in un magazzino, trovammo una certa quantità di biscotti che solleticarono non poco i tremendi morsi della fame. Ne mangiammo a sazietà, ma ci causarono enormi fastidi, tali da costringerci al forzato ricovero in o- 9 Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 spedale: era stato appurato che quelle ‘pastarelle’ erano rimaste contaminate dai veleni tossici generati dalla deflagrazione delle bombe! Il ricovero durò 40 giorni, debilitati oltre ogni dire, sì da non farci sperare più in una ripresa. Pensa, ero ridotto a soli 38 Kg.! Giorni tremendi che non auguro a nessuno, anche se il peggio, purtroppo, doveva ancora venire. Rimèssici fisicamente in sesto, fummo subito spediti in Germania con i famigerati treni merci, destinati in campo di concentramento, in un posto non precisato, con l’ordine perentorio tutto ‘deutsch’, di dover servire e combattere , affiancando le truppe deil Reich e, onde poter generare in noi la paura di estreme conseguenze, ‘avvertiti’ e poi costretti, perché renitenti, a restar chiusi nelle baracche, alimentati per punizione solo con acqua. Ben diversa, purtroppo, la sorte toccata al nostro Comandante, il quale, la mattina seguente, pagò a caro prezzo la trasgressione, per cui venne fucilato impietosamente senza processo, mentre il nostro fisico già dava segni di devastante cedimento e, per alcuni versi, di vera agonia, tanto che di quei momenti mi rimangono solo sbiaditi ricordi. Fortunatamente, col trascorrere dei giorni, mi ripresi ed oggi mi sovvengono ancora assai lucidamente gli accadimenti di quel periodo. Sta di fatto che i nostri ‘sorveglianti’, avendo constatato le migliorate nostre condizioni fisiche, ci rimisero in treno e via verso un nuovo posto, sempre in Germania, esattamente a Jena, a 200 Km. da Berlino, e qui assegnati in una fabbrica di bottiglie in vetro, dove fummo costretti è vero a lavorar sodo, ma senza l’ambascia di essere sottoposti a sevizie di sorta. In quello stabilimento (senti questa, caro nipote!) vi erano in deposito anche vestiari, sì da far solleticare ad un mio amico, la voglia di prendere un paio di pantaloni e di nasconderlo. L’azione gli fu fatale, poiché, scoperto, venne fucilato senza pietà alcuna. Si chiamava Pasquale Bencivenga di Contursi (SA). Qui rimasi per oltre un anno, esattamente fino al luglio 1945, quando finalmente venimmo liberati dalle truppe alleate. In quei giorni il cupo cielo di Jena si tinse finalmente per noi di colori e profumi nuovi! Nell’aria i rumori cambiarono di tonalità e divennero musica gradita per i nostri orecchi ed il nostro vociare si tinse di speranza. Con la liberazione venimmo assegnati al Comando russo, cui era stato demandato il compito di smistare i prigionieri e rimpatriarli. Si partì, ma forse una non sufficiente chiarezza di ordini, o chissà per quale incomprensibile motivo, il viaggio continuò, ma verso una nuova, sconosciuta destinazione, dove venimmo rinchiusi ancora in un campo di concentramento, e da qui, poi, costretti verso un paese, che non era certo la desiderata Italia. Ci trovammo a Praga, dove stazionammo per una settimana, prima di riprendere il viaggio. …eccoci a Vienna! Qui incontrai un folto gruppo di Italiani ed ebbe finalmente inizio il vero e sospirato rimpatrio. Dapprima con tappa a Trento, poi a Bolo- gna, dove di nascosto, unitamente ad altri ex prigionieri, eludemmo la leggera sorveglianza e salimmo su un treno merci, che scendeva a Bari. Era giunta davvero l’ora della liberazione! Ricordo il giorno del mio arrivo a Lecce, ormai sano e salvo: era il 26 agosto 1945, festa di S. Oronzo. Poi, vivaiddio!, il giorno dopo, rividi , baciandola, Supersano, la mia terra, dove mi attendevano, commossi, i miei genitori, con alcuni compaesani. Intensi abbracci, qualche lacrima, ma con la gioia infinita di essere finalmente tornato a casa. Questa la mia storia da combattente e prigioniero di guerra, che con molto piacere ti ho raccontato, sia pure in succinto, contento di poterla porgere anche alla conoscenza dei compaesani, grazie a “Il nostro Giornale”. Servizio-intervista di Giuseppe Massafra * * * *** 19 luglio 1950: Discorso tenuto al Senato della Repubblica da Arcangelo Magli (*) sul Bilancio del Tesoro (Sanità). Tema: “Vita e Amministrazione sanitaria” …E passo all’argomento principale del mio discorso: ‘Vita sanitaria e Amministrazione sanitaria’. Questa grande branca che comprende tutte le sofferenze umane, i pericoli a cui l’umanità è esposta, la necessità e le possibilità degli aiuti, le forze viventi che si sprigionano dal corpo e dalla mente dei mortali per sanare i sofferenti e l’intera attrezzatura industriale e commerciale dei medicamenti, tutta questa branca è malata, incerta, claudicante sulle vie aperte oggi all’umanità sofferente dalle nuove visioni dell’assistenza sociale. E su questo, Onorevole Ministro, richiamo la vostra attenzione. Da due anni noto che ogni mia premura per alleviare una sofferenza si inceppa in apatia di uomini, in ostentata insufficienza di bilancio e, direi anche, in un grado di incomprensione e di meschini dualismi. Non comprendo come le sorti dell’umanità sofferente possano non trovare conforto nella prosa sia pure arida e rude dei bilanci. Nel mondo pagano, mi si dice che l’uomo, finchè sano e robusto, era utilizzato, e quando malato o inabile veniva eliminato. Nella civiltà cristiana il bisogno di considerare i sofferenti come meritevoli di aiuto creò la carità cristiana; e la carità si spaziò e resse per Il Senatore Arcangelo Magli. molti secoli le 10 Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 sorti dell’umanità sofferente. Sorsero dalla carità cristiana ospedali, congregazioni, istituti, asili; parte dell’umanità convenuta in pie istituzioni religiose, consacrò la vita ad aiutare i sofferenti, senza pretese, per appagare i bisogni dello spirito. Oggi, mentre un’altra concezione crea, di fronte all’umanità sofferente, un dovere collettivo imperniato sulle funzioni dello Stato, difficoltà di bilancio tollerano che tutta questa branca viva di vita grama, insufficiente, anemica: malati che chiudono gli occhi al sole prima di trovare un letto in ospedale (e il sole del Mezzogiorno d’Italia ne sa qualcosa), ammalati che sono rifiutati dai sanatori perché non inquadrati nella Previdenza Sociale e figli tubercolotici condannati a continuare la vita di miseria e di fame e di malattia sul letto dove è morto il padre. Bambini paralitici che, costringendo qualcuno dei genitori a casa per l’assistenza, tolgono a costui la possibilità di lavorare e di procurare il pane per sé e per il malato. Ciechi randagi, mutilati nati o divenuti tali prima di essere uomini, che si affidano alla pietà dei passanti. E’ tutta una parte dell’umanità, pur se nel rapporto dell’eccezione alla regola, che va vagliata e considerata. Nulla è stato stanziato di straordinario per i bisogni della Sanità italiana. E la situazione dolorosa della Sanità italiana è purtroppo nota: ospedali insufficienti, non ubicati secondo una direttiva unica, con doppioni inutili o carenza di singoli reparti, affidati solo alla serenità del Direttore, restati attraverso intere generazioni, così come la carità umana li fondò, privi dei conforti della scienza moderna, che si trascinano senza mezzi, senza speranza di salvezza, perché i cespiti, specie se in titoli di Stato svalutati dall’inflazione, non bastano allo scopo. E non parlo delle Casse Mutue che, prive di una direttiva unica, prive di controllo, tronfie nei loro dirigenti, hanno perduto ogni fisionomia dello scopo che si prefiggono; non parlo degli istituti sanitari privati, che perdendo di vista il principio di umanità per cui sono sorti ed il senso di moderazione, divengono centri di affarismo; non parlo del commercio dei medicinali; non parlerò delle farmacie che in grazia di una legge che ne bloccava il numero e toglieva ogni libertà ai liberi professionisti, in alcuni centri sono diventate monopolio di spregiudicati affaristi che tengono alla loro mercè valorosi professionisti che trattano come garzoni di salumeria. Sono tutte questioni, queste, Onorevoli Ministri, che non avranno soluzioni finché non vi sarà un capo responsabile, finchè non vi sarà un Ministero che coordini tutta la vasta branca della Sanità italiana; e non abolisca alcuni dualismi così dolorosi e per i quali alcuni tubercolotici non hanno possibilità alcuna di ricovero. E’ toccato a me, proprio a me medico, di sentirmi dire un anno fa dal Ministro del Lavoro: “E’ inutile discutere, è inutile perdere tempo, non c’è posto”, come se ad un medico che gira gli ospedali fosse difficile sapere se vi sono posti liberi in ospedale (…) Onorevole Ministro, nella mia borgata, in una delle rarissime alture di quella regione salentina, la volontà Il preventorio, incompiuto, qualche anno prima della sua demolizione, per dare inizio ai lavori della RSA. del popolo ed il sudore dei braccianti, sono riusciti a creare una pineta con oltre 17.000 piante, in posizione saluberrima, a 175 metri sul mare (il nome del paese, Supersano, pare tragga origine dalla posizione), per cui ho chiesto all’On. Cotellessa di creare un nido per queste creature. Mi è stato risposto con un secco ‘non ci sono fondi’. Onorevole Ministro, in tutti i campicelli dello spazio italiano nacquero nei secoli i fiori silvestri della carità umana: riunìteli, coordinateli in un serto unico che dia al mondo l’impressione dell’anima credente italiana (…). Onorevole Ministro, questa è la forza del nostro partito, questa è l’unica ricchezza degli Italiani e per questa incommensurabile ricchezza, tutto è possibile agli Italiani che credono in Dio. (*) Arcangelo Magli nasce a Supersano il 18 febbraio 1890. Il padre, un falegname, pur con enormi sacrifici, riesce a conseguire il patentino di segretario comunale, acquisendo una discreta base economica, che gli consente di far proseguire gli studi universitari al figlio, che si laurea in medicina, con particolare predisposizione per la ginecologia. Caduto il Fascismo, intraprende la strada politica, con l’elezione, nel 1946, a sindaco di Supersano e, nel 1948, a quella di senatore, ottenendo uno dei più ragguardevoli suffragi in Italia. Riprendendo il tema dell’intervento fatto in Senato, suo grande desiderio era sempre stato quello di poter costruire in collina un preventorio antitubercolare; difatti ne inizia la costruzione, che, però, non può portare a termine per interruzione dei fondi, quando già i lavori erano giunti al completamento del primo piano. Poi, per le note vicende scaturite in seguito ad un suo intervento tenuto al Senato il 3 aprile 1952, lascia o ne è costretto a doverlo fare, la DC, candidandosi, per la legislatura successiva, nelle file del Partito Monarchico, mancando la elezione. Ma il forzato abbandono della DC, non lo dissuase dal proseguire di far politica, se è vero che si impegna ancora e con maggior fervore, nell’agone amministrativo del paese, che lo vede rieletto più volte, fino al 1964, anno in cui gli succede il cav. Vito Musio. Si spegne così, lentamente, la sua figura, anche perché minato nella salute: muore improvvisamente il 17 aprile 1969, sorpreso in poltrona, mentre schiaccia un pisolino. Aveva 79 anni. Il paese osserva un dignitoso, prolungato lutto cittadino e, con la sua morte, seguita da quella dei fratelli Cesare e Vincenzina, mancando un naturale rinnovo generazionale, si spegne tristemente la famiglia Magli. 11 Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 Gioisci, diletta Chiesa di Ugento e nobile Chiesa di Sora-Aquino-Pontecorvo!” La famiglia ecclesiale della nostra Diocesi e di Supersano in particolare, si stringe affettuosamente attorno ad un suo figlio, don Gerardo Antonazzo, eletto Vescovo 22 gennaio 2013, Cattedrale di Ugento, ore 12,17. Viene celebrata la Messa Pontificale nel giorno della Memoria della Fratellanza, ricorrendo la festa di San Vincenzo, Patrono della città. Le campane si sciolgono a festa, quando, al termine della liturgia, Mons. Vito Angiuli annuncia ufficialmente la nomina di don Gerardo Antonazzo (*) a Vescovo della Diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo (Frosinone). Con voce alquanto compressa dall’emozione, così esordisce: “Cari sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose e fedeli laici, illustrissime autorità, annuncio con grande gioia che Mons. Gerardo Antonazzo, è stato nominato dal Santo Padre, Benedetto XVI, Vescovo della Diocesi di Sora-AquinoPontecorvo”. Irrefrenabile l’applauso che risuona all’interno della Cattedrale, gremita di fedeli, che quasi ‘impediscono’ al Vescovo di proseguire nel suo intervento. La notizia allora diventa realtà, anche se discretamente già da 22 gennaio 2013 - Cattedrale di Ugento: Mons. Angiuli annuncia la nomina di don Gerardo a Vescovo. tempo serpeggiava nell’ambiente. Al proposito, ci venga concessa una digressione, sovvenendoci un pas- 8 aprile 2013 – Piazza ‘Giovanni XXIII’ a Leuca: rito per l’Ordinazione a Vescovo di don Gerardo. 12 so di una notissima poesia di Giuseppe Giusti, “Sant’Ambrogio”, se, con spontanea gioia, possiamo dire, con il Poeta toscano, quanto il ‘pezzo’ sia bello, non solo, ma anche perché tutto ‘nostro’…. Eh, sì…!, perché non possiamo nascondere di essere stati piacevolmente coinvolti da quella ‘musica’, davvero tutta ‘nostra’, che, con legittima soddisfazione, leghiamo al concetto di ‘patria’, proprio perché parte integrante della nostra cultura, quella ‘paesana’, tutta supersanese. La straordinaria notizia della elezione di don Gerardo, viene diffusa in contemporanea dalla Curia Vescovile di Ugento e dalla Sala Stampa della Santa Sede, la quale ultima, per mezzo della Radio Vaticana, intorno alle ore 17, la mette in onda anche in lingua portoghese: “Em Italia, o Santo Padre nomo bispo de Sora-Aquino-Pontecorvo (na regiao do Làcio), Mons. Gerardo Antonazzo, de 56 anos, do clero da Diocese de Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 Santa Maria de Leuca (na regiao da Puglia)”. Concluso l’intervento di Mons. Vito Angiuli, la parola passa a don Gerardo, che non può nascondere la sua commozione ed emozione, tanto pregnante è la circostanza, mentre ripercorre il proprio cammino spirituale ed umano, strettamente legato alla Comunità ecclesiale della Diocesi, ricordando il Parroco-Arciprete don Antonio Russo, unitamente ai Viceparroci don Benedetto Serino e don Leonardo Salerno, l’accoglienza in Seminario dalla riservata e timida tenerezza di Mons. Antonio De Vitis, senza omettere l’esemplarità invidiabile e mai raggiungibile di don Tonino Bello, oltre a citare i ‘suoi’ Vescovi diocesani, partendo da Mons. Ruotolo. Commovente il momento del suo saluto, quando egli afferma che la pubblicazione della sua nomina, voluta dal Santo Padre, sia stata ’accompa- 14 aprile 2013 – Piazza IV Novembre a Supersano: intervento di don Gerardo. gnata’ proprio dalla mano di don Tonino, collocandosi essa tra il 30° anno della sua ordinazione episcopale ed il 20° della sua morte. ‘Se così è - dice mi sento meno solo e meglio custodito’ concludendo testualmente: “Sono debitore alla mia Chiesa diocesana di origine, per tutto quello che sono, dalla nascita fino a questo momento; anzi direi di più: dalla nascita fino a quando Dio vorrà, perché sono sicuro di continuare a contare sull’affetto e sulla preghiera con la quale questa mia Chiesa vorrà sempre accompagnarmi e sostenermi”. Poi è il momento di dover presentare il suo stemma, che riproduce il motto pastorale “In fines terrae”, facendo con ciò capire quanto esso sia da riferire alla evangelizzazione, fino ai confini della terra, senza fine, puntando sulla roccia e fortezza della parola di Dio (cfr. riquadro in copertina). Che altro dire se non che la nomina di don Gerardo a Vescovo, rappresenti un vero onore per Supersano, il borgo che gli ha dato i natali, e per il Salento tutto, anPanoramica di piazza IV Novembre, nel corso della che se è pur vero che noi, Supersanesi e Salentini, pur celebrazione in onore di don Gerardo 13 non potendo beneficiare della sua presenza fisica, saremo certamente ricompensati dalla certezza, che saprà egli profondere tutto quanto il suo impegno e dare il suo esempio da una sì prestigiosa cattedra. Ed al plauso augurale che gli proviene da ogni parte, non è mancato quello del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Intanto, dopo solo qualche giorno, Mons. Antonazzo sente il dovere di porgere il suo saluto di cordialità ad una rappresentanza non ufficiale della Diocesi assegnatagli, presso il Seminario Maggiore di Roma, accompagnato da don Giuseppe Indino, in un incontro speciale, del tutto informale, facendosi precedere da un dovuto messaggio, che così recita: “Vengo a Voi, carissimi, quale servitore della vostra fede e collaboratore della vostra gioia. Il mio unico desiderio è che Dio, per mezzo di Gesù Cristo, vi renda perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la sua volontà, operando in voi ciò che a Lui è gradito”. In quest’incontro aleggia tutta quanta l’ansia del Pastore e del Biblista supersanese, che coglie il desiderio e la speranza dei parrocchiani laziali, disponendosi quanto mai pronto ad ‘andare’ con energia. E gli amici di Sora avranno certamente avuto chiara la convinzione su don Gerardo, a conferma di ‘quanto’ avevano già ‘sentito dire’ di lui, quale persona amabile, affabile, distinta e dotata di grande umanità e spiritualità. Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 21 aprile 2013 – Sora, piazza Indipendenza: don Gerardo saluta la folla che gli si stringe attorno. Le giornate vissute per la sua elezione a Vescovo, continuano nel pomeriggio dell’8 aprile, in piazza ‘Giovanni XXIII’, prospiciente la Basilica della Madonna di Leuca, dove viene celebrato il rito ufficiale della Ordinazione, presieduto da Mons. Dominique Mamberti, Segretario della Santa Sede per i Rapporti con gli Stati, affiancato da due Consacranti, il Nunzio Apostolico in Italia, Mons. Adriano Bernardini ed il Vescovo della nostra Diocesi, Mons. Vito Angiuli, e, ad assistere, vicino l’Altare, il salentino Salvatore De Giorgi, Cardinale emerito di Palermo. Presenti tanti Prelati e migliaia di fedeli, convenuti, oltre che da diversi centri della Diocesi, anche da quella di Sora, che fanno corona a circa trenta Vescovi, qui giunti da tutta la Puglia, oltre che dal Lazio e dagli Abruzzi. Secondo il rigido protocollo che il Sacro Rito prevede, Mons. Antonio Lecce, Vicario per la Diocesi di Sora, chiede ufficialmente la nomina di Mons. Antonazzo a quella cattedra, con la lettura della bolla di nomina papale. Subito dopo don Gerardo viene ‘interrogato’ da Mons. Mamberti sul suo proposito di custodire la fede e di esercitare il Ministero, prima dell’imposizione delle mani sul capo dell’Eletto, da parte di tutti i Vescovi presenti, quindi il calzare della mitra, la posi- zione dell’anello e l’impugnare del pastorale. Tutto ciò in una piazza colma della ’sua’ gente e da quella della sua nuova famiglia sorana, fortunatamente corroborata da un cielo clemente, pur se non completamente terso. Trabocchevole entusiasmo e amorevole partecipazione in omaggio a don Gerardo, costantemente tenuto sotto mira dall’occhio scrutatore dei presenti e dai tanti video-telefonini, che si fanno largo per poterne cogliere ogni espressione, da conservare gelosamente nell’album dei ricordi più belli, mentre la manifestazione viene interamente ripresa dalle telecamere di Telenorba e trasmessa in diretta. La coreografia è quanto mai suadente. Né bisogna sottacere la necessaria presenza di don Giuseppe Indino, che affianca l’amico Vescovo e, quale cerimoniere d’obbligo, lo accompagna nel susseguirsi dei canonici movimenti. Particolarmente compresi i familiari del nostro sacerdote, che non sanno nascondere la loro immensa felicità e la loro commozione, pur palesate da qualche furtiva lacrima. Poi, il contatto con la sua gente, che protende le braccia verso il festeggiato, per stringergli la mano, o per solo toccarlo o per vedersi ricambiare il saluto. E lui, oltremodo commosso, ma sorridente, sempre sorri- 14 dente, di un sorriso colmo di felicità e di umiltà, con cui vuole ricambiare l’abbraccio della sua gente, ringraziandola per così spontanea e affettuosa partecipazione. Ed in “questo meraviglioso scenario della natura –così ricambia don Gerardo- dov’è la dimora della Vergine che congiunge i due mari, Maria diventa il ponte che unisce la divinità e l’umanità. Ed è sotto il suo materno sguardo che inizio oggi il mio ministero episcopale”. Poi, congedandosi, il commosso saluto: “Nel mio cuore conservo vivo il ricordo di tutti, la preghiera per tutti, l’arrivederci a tutti!”. Questo coinvolgente tripudio di fede, continua nell’incontro particolare dedicato alla comunità supersanese (domenica 14 aprile), in piazza IV Novembre, stracolma di popolo, del suo popolo, presenti le varie Associazioni, i Gruppi ecclesiali della Parrocchia e le autorità civili e militari. E’ un pomeriggio splendente sotto ogni punto di vista, compreso quello meteorologico. Accolto dalle festose note di una fanfara e seguito da un vibrante applauso, si unisce in coro il gradevole sibilo del gran pavese che orna la piazza con i colori bianco-giallo del Vaticano, le cui bandierine fremono, complice un piacevole soffio di tramontana. Tutta la piazza è stata opportunamente preparata per il sacro rito: il baldacchino su cui è ricavato l’altare, sormontato da un enorme Crocefisso, è stato posizionato nel tratto prospiciente il balcone di casa Frascaro. Inizia il rito della S. Messa, attentamente seguito dall’uditorio (tutte le sedie predisposte sono state occupate e gran parte dei parrocchiani han sostato in piedi) per il tramite di un libretto appositamente preparato dalla Parrocchia. Porge il suo saluto, il parroco don Oronzo Cosi, che, tra l’altro, rievoca accoratamente i giorni del suo ingresso in Seminario, con don Gerardo Rettore; poi, è il momento dell’intervento del ‘nostro’ Vescovo, che si sente quanto mai felice e sereno, perché, aggiunge, “questa sera gioco in casa”, e qui il popolo a porgergli con un applauso vigoroso, tutto quanto il suo affetto, mentre l’oratore si sofferma alquanto per un sincero ringraziamento Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 verso chi (Amministrazione Comunale, CRI, Protezione Civile e i tanti volontari) si è così tanto prodigato, per preparare l’impianto scenico in piazza. Verso la fine della Messa, l’intervento del Sindaco, il Dott. Roberto De Vitis, che ha rivissuto piacevolmente i trascorsi del celebrato, ponendo in evidenza la spiritualità, la bontà e la cultura di don Gerardo e l’orgoglio dei Supersanesi per sì grande dono fatto al paese dalla mano divina. Per la circostanza, il Comune di Supersano ha donato al neovescovo, una pittura di Ezio Sanapo, raffigurante il Santuario della Coelimanna, mentre il cerimoniale volge ormai al termine, ma, prima del ‘sciogliete le righe’, don Gerardo intende salutare da vicino i parrocchiani supersanesi, scendendo in piazza ed elargendo, a dritta e a manca, calorose strette di mano, abbracci e baci. Scena quanto mani coinvolgente. Poi l’invito a portarsi al convento delle Suore, per un gradevole rinfresco. Questa in breve la cronaca delle tre magnifiche tappe vissute nell’ambito territoriale della Diocesi di UgentoSanta Maria di Leuca, ma un’altra intensa giornata lo attende, quella dell’ingresso ufficiale nella Diocesi di Sora, Aquino e Pontecorvo, nel pomeriggio di domenica 21 aprile. A mezzogiorno, tutti i campanili della Diocesi, si sciolgono festosamente, per l’imminente arrivo del nuovo Vescovo, che succede a Sua Ecc.nza Mons. Filippo Iannone, dal 31 dicembre 2012, nominato da Benedetto XVI Vicereggente di Roma ed elevato alla dignità di Arcivescovo. Puntualmente, alle ore 16,30, Mons. Antonio Lecce, Amministratore Diocesano, accoglie don Gerardo, proveniente dal Santuario di Canneto. Si forma un piccolo corteo, che si dirige in piazza Santa Restituta, festosamente addobbata, per ricevere il saluto dei soli sindaci di Sora, Aquino e Pontecorvo, per poi proseguire a piedi verso la Cattedrale di S. Maria Assunta, in piazza Indipendenza, immersa nel volteggiare di tantissimi palloncini bianchi, applaudito da ogni finestra e balcone posti lungo il percorso, rivestiti con drappi bianco-gialli, e ‘travolto’ dall’entusiasmo di un fiume di gente osannante. Qui l’attendono i Sinda- Sora, zona riservata ai sindaci della Diocesi, presenti ai festeggiamenti per l’insediamento di don Gerardo. ci dell’intera Diocesi, oltre il clero, e, con i parrocchiani del frusinate, anche una nutrita rappresentanza supersanese, ordinatamente accomodata in un settore già predisposto, capeggiata dal Vice-Sindaco Nino Marzo. Non è mancato all’appuntamento, il Dott. Antonio Frascaro, accompagnato dal figlio Eugenio, residente nella vicina Fiuggi, e già sindaco dell’importante centro termale, ben felice, come sempre, di incontrare i compaesani supersanesi. Porge il suo benvenuto a don Gerardo il Dott. Ernesto Ersigni, sindaco della città, cui fa seguito la celebrazione eucaristica (sempre standogli accanto don Giuseppe Indino), nel corso della quale il neovescovo riceve i doni di rito, celebrazione animata dalla Corale Polifonica, composta da ben 120 elementi. Poi, l’intervento dell’Eletto: “Faccio il mio ingresso per abbracciare non solo la città di Sora, ma tutti i Comuni e le comunità parrocchiali della Diocesi. Con questa vostra festosa e gradita accoglienza, intendete introdurmi e accogliermi nel cuore di ogni città e di ogni paese, rendendomi già partecipe delle sorti umane e spirituali dell’intera comunità e quindi delle vostre concrete e quotidiane apprensioni e fatiche, progetti e idealità”, mentre l’intera cerimonia viene trasmessa in diretta da una TV di Sora e seguita da numerose ‘equipes’ di radio private e di altre ‘troupes’ televisi- 15 ve, con oltre 30 accrediti stampa. Ancora una nota a concludere il nostro servizio, dando notizia che Mons. Lecce, per decisa volontà di don Gerardo, continua a servire la Chiesa locale di Sora, in qualità di Vicario della Diocesi, ed è pregante una sua dichiarazione fatta ultimamente, in cui tra l’altro dice: “Accompagnando in questi giorni il Vescovo Gerardo Antonazzo nei primi incontri con diverse realtà della nostra Diocesi, mi sembra di non presentare un volto nuovo, quello di una persona sconosciuta, ma una persona di famiglia, che da sempre fa parte del nostro mondo. Eppure è venuto da lontano, ‘de finibus terrae!’. Finisce qui il racconto in condensato, trattato per le quattro tappe, che hanno celebrato l’Ordinazione a Vescovo di don Gerardo, al quale, con tutto il più sincero affetto, porgiamo, anche a nome dei lettori, il nostro fraterno abbraccio e il cordiale augurio che il Signore lo protegga e lo accompagni sempre. (*) Don Gerardo Antonazzo dovrebbe essere il sesto nell’elenco dei Vescovi nati nel territorio della Diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca. Sono: Francesco De Filippis (Gagliano: 12.10.1875 - 3.1.1964) - Giovanni Panico (Tricase: 12.4.1895 - 7.7.1962) - Carmelo Cassati (Tricase: 6.4.1924Vescovo di Trani-Barletta-Bisceglie) – Antonio Bello (Alessano: 18.3.1935 - 20.4.1993)- Luigi Martella (Depressa: 9.3.1948-Vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi)- Gerardo Antonazzo (Supersano: 20.5.1956-Vescovo di Sora-AquinoPontecorvo). Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 Il nostro Giornale: un appuntamento consolidato nella memoria e nell’affetto dei suoi lettori orna puntuale, due volte l’anno, “Il nostro Giornale” di Supersano. L’ultimo numero distribuito è stato quello dello scorso Natale, il n.77 della longeva rivista guidata dal professor Gino De Vitis. Appuntamento imperdibile, consolidato nella memoria e nell’affetto dei suoi fedeli lettori, che contribuiscono con generose donazioni, lettere al direttore, spunti di riflessione, ad animare il giornale stesso. Nella prima parte della rivista, nella rubrica “Presente indicativo”, vengono ripercorse le principali manifestazioni culturali, politiche e sociali che hanno interessato il paese negli ultimi sei mesi. Dalla lettura della rubrica si può evincere quanto fermento ci sia in un piccolo paese come Supersano e quanto sia vivo e forte l’associazionismo, se si pensa che sodalizi come la ‘Pro Loco’, ‘Salute Donna’,’Vibrazioni per Tommaso’, ‘Rabdomante’, Gruppi teatrali, ecc., fanno quasi a gara per animare il territorio con interessanti e coinvolgenti iniziative, ben supportate dall’Amministrazione Comunale, in particolare dall’Assessorato alla Cultura, guidato dalla Prof.ssa Maria A. Bondanese, che, oltre ad essere una capace e dinamica operatrice culturale, è anche colonna portante del giornale. E dopo “Presente indicativo”, ecco “Passato prossimo-remoto”, operazione nostalgica che sembra quasi voler bilanciare la cronaca dei nostri giorni con il ricordo del tempo che fu. In questa linea si è inquadrato perfettamente il delicato ricordo del dottor Aldo Garzia, fatto dal figlio, Raffaele, attuale titolare della prestigiosa farmacia Garzia, sita sulla principale direttrice del paese. Importante risalto viene dato alla inaugurazione dell’Elisuperficie di Masseria ‘Macrì’, gestita dalla società Alidaunia, per conto della so- T cietà Aeroporti di Puglia, con l’inaugurazione avvenuta ad ottobre 2012, alla presenza delle autorità. La pista sarà un valido supporto per la Protezione Civile nelle operazioni di soccorso per il trasporto di ammalati in stato di emergenza sanitaria. Un’altra iniziativa che viene documentata con l’ultimo numero del giornale, è la liberazione di alcuni falchi iniziata nello scorso mese di settembre 2012, per limitare l’invadenza dei piccioni, assidui frequentatori di tutti i centri storici e i danni provocati dal loro guano. Inoltre, il rinnovo dei locali dello ‘Judo Club Shintai’, un articolo sul ristorante ‘A Kilometrozero’, con intervista a Sandro e Tiziano Negro e la commemorazione dei cinquant’anni della locale Scuola Media (1962-2012), ci sembrano gli articoli degni di nota di questa ultima edizione della rivista, insieme ad una bellissima recensione del libro “L’esiliato dei pazzi” di Antonio Errico, fatta da Maria Bondanese. Ancora alcune riflessioni del pittore Ezio Sanapo, ricordi del tempo che fu, aneddoti, modi di di- re, poesie di alcuni lettori e un Glossario di voci dialettali, per conservare sempre intatto il nostro idioma, il tutto corredato da preziose foto in bianconero. D’obbligo, in chiusura del giornale, i ringraziamenti della Redazione a quanti hanno contribuito alla pubblicazione del numero. Supersano, il paese di San Michele Arcangelo e della Madonna di Coelimanna, piccolo ed operoso comune centro-salentino, assurge dunque agli onori delle cronache culturali, grazie a questa storica rivista (conosciuta ben oltre i confini della piccola patria), che ci sprona a farci tutti promotori più attenti e appassionati delle bellezze paesaggistiche, artistiche e antropologiche del nostro vasto territorio. Perché niente vada perso, perché tutto costituisce patrimonio di ricordi e di vita vissuta, valore della riscoperta e dell’attaccamento alle proprie radici, moneta preziosa da spendere nel nostro presente, per meglio camminare verso il futuro. Paolo Vincenti Ad perpetuam memoriam Gino Negro * 2 settembre 1955 + 3 luglio 2003 * * * “Hai lasciato in noi, il ricordo e l’immagine di te, per sempre” La moglie Lucia ed i figli nel decimo anniversario della sua morte 16 Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 Giuseppe Contini, nostro giovane studente, vince il ‘certamen’ in un importante concorso letterario L ’IIS (ex Liceo Classico di Casarano), in collaborazione con il ‘Liceo Docet’, ha bandito un concorso riservato agli alunni delle scuole medie inferiori del comprensorio, che intendano frequentare il primo anno del Liceo Classico, nell’a.s. 2013-2014, che ha avuto come tema: “Il futuro ha un cuore antico” (A. Levi), finalizzato al coinvolgimento delle giovani generazioni nella conoscenza del passato, inteso come punto di partenza per un futuro migliore, attraverso lo studio del latino e del greco. Dal ‘certamen’, è uscito vincitore un nostro giovane Giuseppe Contini, primogenito di Rocco e Donata Scarcia, frequentante la III Media a Ruffano, il cui elaborato viene qui testualmente proposto: Il passato non si estingue. La sua ombra continua ad accarezzare il presente, come uno spettro che si reincarna in ognuno di noi. Le sue braccia sostengono il giorno e la notte e li guidano come una madre fa col proprio figlio. Lascia perplessi riflettere su quanti sorrisi, quanti amori, quanti inferni hanno sussurrato nel vento delle epoche dimenticate. Ed è indispensabile che esistano dei ponti immaginari per poter arrivare ad essi. Ognuno costruisce i propri, con la volontà di riscoprire la realtà nuda dello spirito umano. Se ci si ferma un solo istante, annebbiando la mente e distruggendo ogni infimo pensiero, è possibile sentire quel vento riecheggiare, sbattere porte e finestre, far danzare le foglie degli alberi, ancora una volta. E’ proprio quel vento, si voglia o no, la ruota motrice della nostra vita, ciò che spinge l’uomo a rivivere ogni giorno le stesse emozioni e le stesse asperità senza mai sentirsi finito. Non si può esser certi di comprendere il passato; ma assorbire ogni sua pur minima sfumatura, comporta una visione completa della realtà che ci circonda. Diviene però un errore legarsi al passato, perché ciò che muore, non può essere rimpianto. Anche un solo pilastro pericolante può far sì che l’immenso tempio di un’epoca venga giù in men che non si dica, divenendo polvere. Perciò studiare il passato ci permette di innalzare un tempio nuovo, ricostruendo con meticolosità quel pilastro, cercando di renderlo forte e pronto ad affrontare ogni pioggia, ogni tuono, ogni bufera che la società gli riserverà. Guardare con gli occhi del passato ci rende umili e ci insegna ad apprezzare e venerare tutto ciò che possediamo e che con presunzione diamo per scontato. Il passato sottolinea l’effimeratezza di un valore umano che, seppur grande e nobile, viene reso ineffabile ogni qualvolta la mentalità gretta e codina prende il sopravvento nell’uomo. Ancora oggi esistono questi rivendicatori dell’odio e della violenza endemica nei confronti della vita, ma l’evoluzione del pensiero critico ha permesso ad ognuno di poter imparare a distinguere il bene dal male. L’umanità dovrebbe imparare a cogliere il male del passato, filtrarlo attraverso l’etica dell’uomo nuovo e renderlo utile per evocare e generare nuovi principi di bene per l’umanità. In un mondo così frenetico, è indispensabile conoscere la calma e la serenità sprigionata dalla penna dei poeti, l’eleganza di una parola che silenziosa giace sul foglio immacolato, ma che racchiude per un attimo il tutto, per poi infrangersi sulla parola accanto, in un perfetto equilibrio tra caos e staticità. E per ripercorrere a pieno ogni stato d’animo suscitato dal poeta, è imprescindibile conoscere a menadito lo strumento del suo mestiere, col quale è capace di infrangere qualsiasi muro interiore e di solleticare quella parte più sensibile e vera di ognuno di noi, che poi rispecchia la nostra reale essenza: la lingua, allusiva e misticheggiante, ma allo stesso tempo la cosa più esplicita che possa esistere. Per questo la conoscenza del greco e del latino porta alla totale apertura mentale verso nuovi modi di pensare, nuove verità, che forse ci fanno capire quanto sia vicino all’uomo nuovo l’uomo antico, nonostante la società di quel tempo sia stata bigotta e racchiusa in se stessa. Sapere che già mille anni fa l’uomo aveva compreso il vero significato della vita, per noi forse ancora sconosciuto, fa venir la pelle d’oca. Ci fa in qualche modo vergognare della nostra ignoranza in merito all’interpretazione di noi stessi, perché unicamente attraverso la lettura introspettiva si possono captare le tante realtà racchiuse nel presente, materializzando l’idea di uomo perfetto nell’ideale classico e trasfigurandola alla nostra epoca. Utilizzando il passato, potremo sviscerare completamente il presente per ricostruirlo sotto forma di futuro. Non sempre ci si rende conto che il presente diviene costantemente passato e per questo in ogni momento può celarsi la chiave del domani. Nella nostra vita tutto ciò che è presente diverrà passato ed è per questo che le due entità non si possono scindere in alcun modo. Ogni parola, ogni frase, contiene l’eco delle urla degli eroi classici, l’inferno delle guerre che hanno sconvolto il mondo, l’impronta dell’orgoglio patriottico che nell’antichità era alla base dell’esistenza dell’uomo. E prendendone atto, ognuno di noi saprà come esternarle, entrando, anche se per un solo attimo, in simbiosi con l’intera storia del nostro mondo, non quello su cui camminiamo e respiriamo, ma quello vero, su cui viviamo elevati da ogni oscurità terrena, quello nel quale anche il nulla, può diventare tutto ciò di cui abbiamo veramente bisogno. Giuseppe Contini 17 Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 La meta è il cammino Importante traguardo dei nostri alunni alle Olimpiadi della Lingua Italiana:la scuola si mette in gioco. M ettersi in gioco; vivere un’avventura; superare timori, dubbi; vincere ansie; voglia di provare, non lasciarsi scoraggiare dalle difficoltà; impegnarsi per dare il meglio; collaborare; condividere; studiare: questo è lo spirito con il quale abbiamo deciso di partecipare alla 6 ª edizione delle Olimpiadi della Lingua Italiana. Le Olimpiadi della lingua italiana, promosse dall’Università degli Studi del Molise e dall’IIS “F. D’Ovidio” di Larino, con il patrocinio della Regione Molise, del Comune di Larino e con il supporto tecnologico della Molise Dati SpA, sono una competizione a livello Nazionale a cui partecipano le classi terminali di ogni ordine scolastico. Ha la finalità di rilanciare, anche in forma ludica, l’importanza della riflessione linguistica in tutti gli ordini scolastici e di mettere in risalto le eccellenze presenti nelle varie realtà. Il nostro Istituto, partecipando alla competizione, ha voluto dare un segnale di profonda attenzione verso la Lingua Italiana, che sempre più viene contaminata da un uso distorto dei termini, influenzata sia da forme dialettali, sia dai vari linguaggi televisivi e tecnologici e da altri idiomi stranieri. Alla 6ª Edizione delle Olimpiadi si sono iscritti a partecipare 34 Istituti di Scuola Primaria. Il 4 marzo in ogni Istituto, con modalità on-line, si sono svolte le prove eliminatorie. In questa prima fase,la nostra scuola si è classificata al quinto posto, su 20 semifinaliste, con una squadra composta da Annarosa De Giuseppe (V B), Elena Luceri (V Salone Congressi ‘Park Hotel Campitelli’. Squadra al completo con le docenti, al momento della premiazione. Dalla sinistra: William Negro, Lorenzo Macrì, Annarosa De Giuseppe, Eugenio Resta-Corrado, ed Elena Luceri. Alle loro spalle, le insegnanti Laura Ria e Vincenzina Corrado. Sullo sfondo, a sinistra, l’Ass. alla Cultura di Larino, Dr. Massimo Starita e, sulla destra, il Dirigente dell’IIS ‘F. D’Ovidio’, il Dr. Paolo Antonio Santella. B), Lorenzo Macrì (V A), William Negro (V B), Eugenio Resta Corrado (V A) e dalle riserve Davide Dente (V B) e Davide Mita (V A) coordinata da noi docenti. Grande soddisfazione per il risultato, ma…c’è stato un bel da fare per organizzare la trasferta a Larino in provincia di Campobasso. Con la collaborazione e la grande disponibilità delle famiglie, siamo partiti verso questa avventura. Nella città molisana tutte le scuole sono state accolte in un clima festoso e cordiale, di cortese ospitalità, in una cornice storico-paesaggistica di grande impatto visivo. Il 19 e 20 aprile si sono svolte le semifinali e le finali: la nostra squadra è riuscita a classificarsi seconda tra i semifinalisti e a conquistare il terzo posto nella 18 graduatoria finale di merito, dimostrando grande impegno, preparazione e bravura e non ha avuto paura di confrontarsi con le altre realtà scolastiche. Tante sono state le emozioni nel raggiungere un risultato sognato da mesi: ansia, felicità, trepidazione, gioia, orgoglio. Encomiabile l’entusiasmo e l’attenzione con cui gli alunni hanno preso parte all’iniziativa, trovando il gusto di approcciarsi in modo nuovo ad una materia scolastica, la grammatica, che può sembrare arida, ma essenziale in ogni contesto di vita sociale, confermandosi, l’Istituto Comprensivo di Supersano, scuola di qualità didattica e umana anche a livello nazionale. Le docenti: Vincenzina Corrado e Laura Ria Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 William Bavone e le “Rivolte gattopardiane” 4 gennaio 2013: una sera alle ‘Stanzìe’, nello spazio incantato dell’ipogeo dove cultura e storia stillano da pietre testimoni silenti di un’antica fatica, quella dei ‘trappitari’ che, ai comandi di un ‘nachiru’, ponevano in azione a forza di braccia, possenti torchi. Contadini, ma spesso marinai o pescatori, come lasciano capire vari termini in uso nel mondo dei frantoiani: nachiru, cuenzu, ciurma, ovvero squadra di lavoranti che nel frantoio avevano la speranza di affrontare in maniera meno stentata la stagione invernale, quando il mare si rabbuia e si addensa di oscuri pericoli. Quel mare che arriva proprio fin dove cresce l’ulivo, il Mediterraneo. Mare dalle spume, tonalità, odori simili e diversi da costa a costa, lungo le quali un tempo passava la via della seta, s’incrociavano le vie del sale e delle spezie, del vino, degli olii e dei profumi, degli attrezzi e delle armi, della sapienza e della conoscenza. Mare che è stato oggetto d’interesse e discussione nel convegno svoltosi alle ‘Stanzìe’, dal titolo “Analisi e prospettive del bacino del Mediterraneo”, argomento che prendeva abbrivio dal volume “Le rivolte gattopardiane” di William Bavone, giovane autore supersanese, laureato in Economia Aziendale, segretario scientifico e responsabile dell’area latino-americana del Cesem, il Centro Studi Eurasia Mediterraneo. L’incontro è stato coordinato dalla Dott.ssa Simona Varrazza, che ha presentato lo scrittore e i relatori, l’Avv.Giuseppe Stefanelli e la Dott.ssa M. Cristina Pacella, che hanno dato un significativo contributo sul tema e sull’opera dell’Autore. Il libro, corredato dai saggi introduttivi di studiosi, quali Bruno Amoroso, Vincenzo Mungo e Alberto Hutschenreuter, è un’accurata e originale disamina delle opportunità di progresso politico ed economico della ‘regione mediterranea’ nell’era della globalizzazione. “Mot fetiche”, parola feticcio della nostra epoca, la globalizzazione si presenta con caratteri di irresistibile necessità, rispetto a cui l’unica possibilità lasciata ai sog- Masseria ‘Stanzìe’: William Bavone nel corso della presentazione del suo libro. Gli è accanto, l’Avv. Giuseppe Stefanelli, e, alla sua destra, la Dr.ssa Simona Varrazza e la Dr.ssa Cristina Pacella. (Foto De Pascali). getti sociali e alle persone, sembra quella di doversi semplicemente ‘adattare’. Ma, osserva il Bavone, “esistono modelli di sviluppo che tendono a voler contrastare questo inesorabile processo di omologazione”. Facendo riferimento alle ricerche di vari studiosi, l’Autore osserva infatti che il Mediterraneo potrebbe cambiare rotta, passando da un modello ‘globale’ ad uno ‘regionale’, grazie ad un risveglio dei valori storico-culturali e degli scambi da sempre caratterizzanti quest’area mediana. Lo stesso fondamentalismo islamico, alimentato dai forti disequilibri economici tra nord e sud, verrebbe contenuto se l’Unione Europea, ridimensionando il suo ruolo egemonico rispetto alle altre culture del Mediterraneo e sottraendosi alle direttive americane, saprà costituire “i cerchi della solidarietà in grado di generare importanti cerniere di raccordo con le aree confinanti con l’Europa”. Occorre, dunque “porsi in una relazione alla pari e studiare con i PSEM, i paesi del Sud-Est mediterraneo, il modo migliore di sviluppare un’economia sostenibile nell’area”. Tra gli scenari, infatti, che si aprono sul futuro di questo mare, a fronte di quelli più minacciosi che prospettano instabilità politica e preca- 19 rietà economica crescenti, si delinea anche quello di un “Mediterraneo fiducioso in cui ogni soggetto ad ogni livello prende coscienza dei rischi della mancanza di una cooperazione”. Prospettiva più rosea e forse, per questo, meno verificabile, perché presuppone una nuova Unione Europea, sganciata dal modello globale e dalla moneta unica, pronta ad una forte integrazione con il Sud-est del Mediterraneo, dove, grazie al nuovo equilibrio, cesserebbero le “rivolte gattopardiane”, termine con il quale William Bavone, rifacendosi al celebre romanzo di Tomasi di Lampedusa, indica le “primavere arabe”, il sommovimento che ha scosso recentemente Tunisia, Egitto, Libia, con risvolti tuttora aperti in Siria. Rivolgimenti, secondo l’Autore, tali solo in apparenza, perché volti a legittimare, nei fatti, la continuità con il modello economico e strategico della globalizzazione, ormai logoro, ma non disposto a cedere il passo al cambiamento reale verso un modello policentrico, più rispettoso delle peculiarità territoriali. Analisi severa, quella di William Bavone, dove, accanto all’ottimismo della volontà, si esercita critico il pessimismo della ragione. Maria Antonietta Bondanese Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 10 -11 febbraio 2013: sfilata vessata dal maltempo Il Carnevale Supersanese, pur se copiosamente ‘inzuppato’, taglia comunque il traguardo della XXXIII edizione I l Carnevale Supersanese (XXXIII- anno 2013), torna ad essere organizzato dall’Amministrazione Comunale. Non ci sono state varianti sul percorso ormai collaudato, che ha portato i protagonisti in maschera dal Largo Rimembranze a piazza Magli. Il Comune si è fatto ancora carico dei premi, stanziando la somma di 10.000 euro, così distribuita: Carri allegorici, 5.000 euro; Gruppi senior, 3.500 euro; Gruppi junior, 1.500 euro. Le due giornate non hanno ricevuto, more solito, il beneficio meteorologico, per cui si è dovuto procedere, purtroppo e ancora una volta, con tempo piovoso e tormentato da forte vento e freddo. E proprio per cercare di dribblare la ‘cocciutaggine’ meteorologica che sovente coincide con la manifestazione carnevalesca, si è pensato di avvalersi delle indicazioni degli esperti, ma nemmeno tale escamotage ha funzionato. Com’è andata? Ebbene, la sfilata di domenica 10 febbraio, pur avendo avuto un inizio accettabile, è stata poi vessata da una fastidiosa pioggerellina, che ne ha impedito il regolare svolgersi. A questo punto, per non incorrere in spiacevoli, rituali contrattempi, si è creduto bene di anticipare il secondo turno della sfilata, spostandolo al giorno dopo, lunedì 11. Ma la jella si è ulteriormente accanita, e, contravvenendo alle previsioni, è tornato ostile e dispettoso, riversandosi impietosamente sui mortificati partecipanti, con acqua e freddo, specie nel corso della ufficiale presentazione dei concorrenti e la relativa premiazione. Insomma un’edizione che non si è discostata gran che da molte delle passate edizioni, anzi, quest’anno, rivelatasi ancora più ostile e beffarda. Pur con simili intoppi, bene o male, è andata avanti, anche se, almeno per il secondo giorno, la partecipa- Il carro “Non è questo il mondo che vorrei”, di Paolo Valentini, primo classificato al XXXIII Carnevale Supersanese. zione di pubblico, non ha registrato presenze di rilievo, vuoi per le proibitive condizioni meteo, ma anche perché non tutti avevano avuto contezza dell’anticipo programmato dagli organizzatori. Il numero dei partecipanti, malgrado la palpabile crisi economica che ci sta attanagliando, non ha frenato la voglia di tanti giovani a volersi proporre, evidenziando un’incoraggiante maestria nella manipolazione della cartapesta, di cui si son fatti vedere tangibili risultati. A concludere le due giornate di sfilata, la giuria, pur avendo dovuto esprimersi con una certa fretta a causa dell’inclemenza del tempo, ha insindacabilmente operato le sue scelte, che sono state le seguenti: Carri allegorici: 1°) “Non è questo il mondo che vorrei” (Paolo Valentini) – 2°) “La crisi dei poveri” (Pierpaolo Natali). Gruppi mascherati senior: 1°) “Tra realtà e finzione” (Lorenzo Contini) – 2°) “The clown” (Mauri- 20 zio De Vitis) – 3°) “Poco divina, tanta commedia” (Nino Baglivo) – 4°) “I colori del vento” (Massimo Casto) – 5°) “Gli anni 60” (Michele Corrado) – 6°) “I Pati Mori” (Serena Rizzello) – 7°) “La rivoluzione dei colori” (Stefania Bortone). Gruppi mascherati junior: 1°) Unico partecipante nella categoria: “Costruiamo il paese della legalità” (Istituto Comprensivo Statale-Supersano). E’ stata eletta anche la maschera migliore, facente parte del Gruppo di Lorenzo Contini, “Tra finzione e realtà”. Una scelta strettamente personale, vogliamo farla anche noi, per lo slogan affatto originale, assai consono ed efficace, riferito ai tanti personaggi politici, protagonisti, purtroppo, dei tempi che stiamo vivendo. Ci riferiamo al gruppo di Nino Baglivo, che ha felicemente parafrasato il titolo del capolavoro di Dante, con: “Poco divina e tanta commedia!. Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 Supersano…ieri (Racconti della memoria, con asterischi fotografici su cose, fatti e persone di casa nostra) L’asterisco che questa volta viene proposto, torna ad essere riservato ai gruppi, ivi compreso quello di una scolaresca, non troppo lontani nel tempo, compresi nello spazio degli ultimi cinquant’anni. L a foto ci porta a circa cinquant’anni fa, esattamente al mese di maggio 1965, quando il vicario parrocchiale, don Benedeto Serino, d’intesa col parroco, l’Arciprete don Antonio Russo, ripropose il ritorno delle celebrazioni del mese ‘mariano’, per la venerazione della Madonna nel mese di maggio, con la statua della Vergine del Rosario, che lascia la nicchia della Chiesa Madre, per ‘visitare’ i diversi rioni del paese. Una novità venne introdotta da don Benedetto, che sostituì la statua ‘titolare’, con l’altra più agevole da spostare: la Madonna di Fatima. Don Benedetto Serino, nato ad Ugento nel 1932, era stato assegnato alla nostra Parrocchia, nel servizio pastorale come vice parroco, e da qui successivamente, a Castrignano del Capo. Sacerdote molto mite e colto, aveva insegnato liturgia nella Scuola Diocesana di Teologia, fondata dal Vescovo Mincuzzi nel 1979, dirigendo per molto tempo, l’Ufficio Liturgico Diocesano. Nel settembre del 2008, per raggiunti limiti di età, aveva lasciato la Parrocchia, continuando a svolgere il suo ministero O ttobre 1965. Parco delle Rimembranze, nel tratto prospiciente l’officina meccanica per la riparazione di cicli e motocicli, di Giacomo Pasanisi, già operante, in precedenza, in altro posto, in unione al fratello Franco, ma soprattutto, ponendo a disposizione i primi ‘motorini’ da dare in affitto. Il locale-officina, piuttosto angusto, era ubicato in piazza IV presso la Casa per Anziani di S. Maria di Leuca. E’ morto presso l’ospedale ‘Panico’ di Tricase, il 22 gennaio 2012. Lo rivediamo nella foto con il gruppo organizzatore della ‘festa’ mariana nel rione ‘Tripoli’, in occasione della sosta della statuetta della Madonna, sistemata su apposito baldacchino, tra fiori e drappeggi. Col tempo, la statua che oggi visita i rioni è tornata ad essere quella della Madonna del Rosario. Dei cinque ritratti, purtroppo, nessuno è oggi con noi. Sono, dalla sinistra, Antonio Prete, Pasquale Manganaro, don Benedetto Serino, Oreste Corrado e Michele Paiano. Novembre, accanto all’ex negozio di Rocco Di Metri, angolo con vico Giardine, poi, con la costruzione dell’abitazione al Largo Rimembranze, l’officina assunse un aspetto più consono alle esigenze dei tempi, specialmente per il sopraggiungere dei più evoluti motoscooter, primo fra tutti la ‘Vespa’, modello della Piaggio, che aveva avuto il suo battesimo subito dopo la II guerra mondiale, uno dei prodotti più famosi al mondo, che sfornò e continua a farlo, in tantissimi modelli, protagonisti al punto di comparire in tanti film, il più famoso, forse, “Vacanze romane”. Accanto alla mitica ‘Vespa’, anche un altro scooter, la ‘Lambretta’, che non ebbe però l’eco vastissima del prodotto di Pontedera (PI), che ha accompagnato con i suoi diversi modelli, lo sviluppo 21 Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 della società italiana. Fatta questa necessaria quanto doverosa premessa, torniamo alla foto, che risale a circa cinquant’anni fa, con un gruppo che fa corona attorno a due modelli diversi dello scooter in questione ( a sinistra, una ‘Vespa 150’, mentre quello a destra è un modello ‘Vespa 125’), che fanno mostra di sé al di fuori dell’officina Pasanisi, per essere sottoposti a riparazione. Ma chi sono i sette che fanno gruppo? Partendo da sinistra (in piedi): Salvatore Casto, Michele De Vitis, Angelo Saracino, Toto Manganaro ed il’maestro’ Giacomo Pasanisi, titolare dell’officina. Seduti, due bambini: Fulvio Saracino e Salvatore Vizzino, oggi quasi sessantenni R iprendiamoci le emozioni, continuando la presentazione delle scolaresche che hanno fatto la storia del nostro pianeta scolastico, rivivendo momenti che difficilmente possono distrarre la nostra memoria, perché rimangono comunque tra i più belli della nostra vita. Una foto, questa, che risale a quarantuno anni fa, riferita all’anno scolastico 1971-72, che propone la scolaresca di una II classe elementare, con l’insegnante di classe, la signora Anna Corrado, rigidamente ‘inquadrati’, le bambine con grembiulini bianchi, mentre i bambini sfoggiano grembiulini neri, con colletto bianco e fiocco, tutti in pantaloncini corti. La foto, scattata alla fine dell’anno scolastico, è stata fatta sui gradini d’ingresso del plesso elementare in via Roma. Vediamoli questi nostri bambini, ricordandoli, nell’ordine, da sinistra a destra, partendo dalla fila in alto: Roc- 22 co Calorì, Rocco Musio, Roberta De Donno, Celimanna Corrado, l’Insegnante Anna Corrado, Angela D’Aversa, Anna Negro e Adriana Orlando. Al centro: Cinzia Corrado, Marisa De Vitis, Annamaria Cacciatore, Severina Corrado, Stefania Corrado, Maria Bavone e Giuseppe Frascaro. In ginocchio: Simone Andrani, Salvatore Cossa, Antonio Nutricato, Angelo Nutricato, Sergio Brocca, Eugenio Corrado e Nando De Vitis. Il nostro Giornale L 7 LUGLIO 2013 ’allegra brigata che la foto ci offre, sta festeggiando la vittoria della lista “Insieme per Supersano”, alle elezioni amministrative del 23 aprile 1995. A beneficio della cronaca riferita all’avvenimento (già ampiamente commentata nel n. 42 del luglio 1995), ricordiamo che gli schieramenti proposti dalle ‘tifoserie’ politiche supersanesi erano stati due, rispettivamente capeggiati, per la carica di sindaco, dal Dott. Roberto De Vitis e dal Prof. Rocco Corrado, l’uno con il motto “Insieme per Supersano”, l’altro con “Supersano Domani”. Ad appoggiare la prima lista, anche Alleanza Nazionale, che, per decisione presa da alcuni suoi iscritti, aveva programmato un Circolo del Partito, cosa avvenuta esattamente il 18 dicembre 1994, la cui sede, ricavata nei locali oggi occupati dal bar ‘Via Vai’, angolo via Garibaldi, era stata ufficialmente inaugurata con l’intervento dell’On. Adriana Poli Bortone. Siamo appunto nella sede di AN con alcuni iscritti e simpatizzanti, che brindano al risultato ottenuto, e non solo per quello locale, viste le posizioni prestigiose conseguite dal partito di Gianfranco Fini, in campo nazionale. I giovani ritratti, che fanno corona ad un tavolo occupato da bicchieri, sono sul punto di libare ne’ lieti 23 calici con lo spumante, che Fernando Vantaggiato ostenta insieme ad una torta. Gli stanno accanto, seduti, Noè Rizzo ed Enzo Martucci, mentre in piedi posano Dario Rizzo, Angelo Nutricato (seminascosto), Antonio Grecuccio e Antonio Petracca. Dovendo completare le notizie relative a quella parentesi politica, ricordiamo che si ebbero anche due candidature ‘paesane’ alle Provinciali, rispettivamente con la Prof.ssa Tonina Solidoro (Alleanza Nazionale) e Addolorata Negro (Unione Federativa dei Socialisti) ed una, anch’essa ‘paesana’, alle Regionali, con il Prof. Bruno Contini (Patto dei Democratici). Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 Manna dal Cielo: Fraxinus ornus L, tra leggenda e pellegrinaggi B eata Vergine di Coelimanna: questo nome è stato l’indizio che ha fatto nascere in noi il dubbio che il Santuario che porta quel nome, potesse avere, non a caso, la denominazione ‘Coelimanna’. Letteralmente, ‘Coelimanna’ vuol dire ‘manna del Cielo’. Che ci fa, allora, in Salento un Santuario dedicato alla ‘manna’, quando in questi territori non si ha memoria storica della pianta che la produce? La risposta potrebbe essere suggerita dalla presenza, proprio alle spalle del Santuario settecentesco, di una cripta ancora oggi visitabile, che testimonia la presenza di gruppi di monaci basiliani nel territorio della Serra di Supersano, dove il Santuario sorge. E’ noto che i monaci basiliani fossero esperti nelle scienze botaniche e officinali e spesso usavano coltivare le piante di cui necessitavano, nei luoghi dove vivevano. Proprio per questo potrebbero aver introdotto la coltivazione del frassino da ‘manna’ nel Salento. La coltivazione dell’orniello (fraxinus ornus L) è ancora praticata in Sicilia, nel parco delle Madonie, nei comuni di Castelbuono e Pollina, ultime due realtà italiane, dove questa antichissima tradizione ancora sopravvive. La ‘manna’ è la linfa elaborata, che passa nella parte più esterna del tronco e viene indotta tramite delle incisioni sulla corteccia. Da questa, la linfa corre all’esterno e subito si cristallizza a contatto con l’aria, formando dei veri e propri ‘cannoli’. E’ molto utile nel campo dell’erboristeria, perché ha innumerevoli proprietà medicamentose. Il particolare processo di produzione della ‘manna’, prevede il taglio dell’albero, dopo una ventina d’anni, per poi lasciar crescere uno spuntone secondario dalla parte basale del tronco. Questo, perché l’albero è utile per la produzione della ‘manna’, dagli 8 ai 20 anni. Albero della ‘manna’: foglie Ad insospettire ulteriormente, è la naturale associazione botanica dell’albero; infatti, ciò si associa normalmente con la quercia ‘roverella’ (quercus pubescens), mentre sulla Serra di Supersano è associato alla quercia ‘spinosa’(quercus coccifera). L’associazione naturale è tipica di ambienti collinari e montuosi, caratterizzati da inverni freddi e da una netta alternanza di stagioni, mentre l’associazione sulla nostra Serra non è ‘naturale’, sebbene il microclima del territorio sia favorevole alla crescita di questo tipo di frassino. Di fondamentale importanza è, inoltre, ricordare la presenza, in epoche ormai lontane, del Bosco Belvedere (consumatosi intorno alla metà dell’Ottocento, ndr.), nel nostro territorio, ricco di querce, castagni e frassini. Questo antico ambiente è teatro, nell’XI secolo, dell’arrivo di gruppi di monaci basiliani, in fuga dalle loro terre natìe. Essi scappavano dalla lotta iconoclasta che Leone III Isaurico aveva dichiarato nel 725 d.C., cercando inizialmente riparo dove 24 poter continuare a professare la propria fede, con tutto il tipico bagaglio culturale di icone sacre. Col tempo, la lotta con la Chiesa d’Oriente si affievolì ed i monaci poterono occuparsi liberamente dei propri interessi. Molto probabilmente sfruttarono le molteplici risorse che il bosco offriva, coltivando piante officinali, di cui necessitavano. Proprio in questo aspetto della vita dei monaci, potrebbe inserirsi perfettamente la coltivazione del frassino da ‘manna’. Purtroppo, come detto, il bosco ha subito una progressiva distruzione nel corso dei secoli, consumatasi intorno alla metà dell’800, e quanto è oggi visibile sulla Serra, è la pineta, voluta dal Sen. Magli e impiantata nel 1950 (cfr. servizio, riferito al Senatore, alla pag. 10, ndr.). Per completare l’inquadramento storico, non bisogna dimenticare che sulla Serra di Supersano, si conservavano tratti dell’antica Via Leucadense, via di pellegrinaggio, che, da Brindisi, portava a S. Maria di Leuca. Questa strada taglia il Salen- Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 to nel centro, da nord a sud e passa proprio sui rilievi delle Murge Salentine, delle quali la nostra Serra fa parte. In questo contesto il Santuario della B.V. di Coelimanna, anzi la cripta che è alle sue spalle, si inserisce come una vera e propria stazione di pellegrinaggio, immersa nel Bosco Belvedere, dove i pellegrini potevano trovare riparo ed eventuali cure. Partendo dai presupposti finora esposti, in occasione di un’attività didattica, integrando quanto da noi fatto nel novembre 2010, abbiamo scoperto un esemplare di frassino da ‘manna’ proprio nei pressi della cripta e, l’anno successivo, abbiamo riscontrato la presenza di tre esemplari di Fraxinus ornus: due di modeste dimensioni ed uno un po’ più grande. Per stimarne l’età, abbiamo preso come riferimento uno studio ungherese, che calcolava l’età di vari frassini da ‘manna’, in quattro ambienti naturali differenti, tra cui c’era proprio una pineta di Pinus nigra. Ci siamo, quindi, recati sulla Serra ed abbiamo misurato la circonferenza dei fusti principali e la parte basale dell’esemplare più grande, ne abbiamo calcolato il diametro e poi abbiamo confrontato i nostri dati con quelli dello studio. I risultati ottenuti hanno dimostrato che i fusti più grandi, hanno sicuramente più di 45 anni e ciò concorda con l’impianto della pineta sulla Serra, durante il quale, molto probabilmente, sono stati tagliati tutti gli arbusti presenti. La parte basale, invece, avrebbe un’età di circa 135 anni e lo dimostra il fatto che l’albero è molto più antico di quel che sembra e che quindi possa essere stato introdotto volontariamente sulla Serra. Anche la denominazione di ‘Coelimanna’ del Santuario, sostiene questa ipotesi. Inoltre, non è assolutamente casuale la tradizione, che ne indica i festeggiamenti, ri- correndo la prima domenica di luglio, data che corrisponde esattamente con l’inizio del raccolto della ‘manna’ dall’albero. Tutto ciò a conferma che le tradizioni, i nomi, le date delle nostre ricorrenze, hanno un forte radicamento nella storia e ciò ci impone di doverle conoscere, per essere orgogliosi del nostro passato e pronti ad affrontare la modernità dei tempi. Servizio a cura di Alessandra Caggese e Francesco Tarantino MODI DI DIRE ❐ ❐ ❐ ❐ ❐ ❐ ❐ ❐ ❐ ❐ ❐ ❐ ❐ ❐ ❐ ❐ ❐ ❐ ❐ Guai se cumànnane li vagnoni. Le mazzate fìcera cu recita lu patarnosciu puru allu tiàulu Nfurna finu a quannu lu furnu è càutu. Ne ‘nfuca cchiùi lu mieru ca lu mare Parole e pìrite: ci cchiù n’ha, ne mena Sciòcu, puteca e fica, te cunzùmane la muddhrica Li sordi e l’amicizia la mìntene a ‘nculu alla giustizia Tre su lle cose ca te ‘nnùticane lu core: le meddhre, li cutùgni e le parole Lu cannaozzu te ‘na puttana, la ùla te ‘na prena e la ursa te nu ‘mprestasordi, nu sse bbìnchiane mai Ci nu crite a Diu, nu crite mancu allu tiàulu Ci sècuta ddo lebbri, una la llassa e ll’addhra la perde Se tice ca ci sècuta li dottori, more ‘mprima e ci sècuta li preti, perde l’anima Ci tene furtuna all’amore nu nn’aje sciucàre a carte La furtuna òle tantu curaggiu Jata a ddhra capu ca se cratta cu tutti ddoi li mani …e jata a ci nasce vis tutu Pìritu fattu, sanitate te corpu Ci se àzza ‘mprima caca a ddhru òle Lu tìrchiu è comu lu porcu: è bbonu dopu ca è mortu. Bed and Breakfast (Terra-mare) Piccole Cerimonie CUCINA TIPICA RIVISITATA Via Magg. Galliano, 23 SUPERSANO (LE) www.ristorantekilometrozero.com 25 Info: Sandro: 340 1557104 Tiziano: 333 9698484 Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 La pirateria dei Turchi e il martirio della nostra terra U n’epoca davvero funesta, quella che abbiamo percorso prima dell’Unità d’Italia. Orde di stranieri ladroni, a predarla e devastarla, la coprivano dai monti al mare; ambizioni di Principi e Papi, d’Imperatori e di Re, l’un contro l’altro, in zuffe e contrasti accaniti. Spargevano a laghi il sangue, con il compromesso bieco di tiranni e tirannelli, agli ordini dello straniero. Furono gli stranieri che spensero in Italia le ultime scintille di libertà; depressero le terre per consegnarle in premio a bastardi e traditori, squartandola a brandelli. Basti citare il sacco di Roma e di Firenze, assoggettate ad un figlio illegittimo di Papa, senza contare la maledizione delle pestilenze, terremoti, carestie, ribellioni violente, scosse religiose, onde l’Europa, non soffrendo più le ingordigie vaticane, si scisse per sempre dall’unità cattolica. Roma perdette gran parte del suo impero ed andò incontro alla decadenza temporale. Alle enumerate sciagure si aggiungano i fulmini dei Concili, cràpule vaticane, le tracotanze dei vincitori, la viltà dei vinti e le corruttele di popoli. Trent’anni durò tutto ciò e “fu lo impero di quel Carlo V, che molti e molti regni contava e tanti che ad adularlo fu detto ‘il sole non tramontasse sovr’essi giammai” di quel Carlo, che, stanco di sostenere il peso, o per follia di pre- giudizi, si fece monaco e “volle celebrati viventi i funerali, egli stesso disteso sopra una bara”. Era stato un grande, ma altrettanto brutta la sua storia! E del reame di Napoli, che dire? Rubato, non vinto, rubato dalla perfidia spagnola, venne ridotto a vicereame, la peggiore delle disgrazie toccate ad un popolo. Ai Re di Spagna, questa terra parve eredità da sfruttare, rodendola fino all’osso. La dissiparono, e con gli onerosi balzelli ne spensero ogni fonte di ricchezza in agricoltura, nell’industria e nei commerci. Si esaurì così anche la vena della sussistenza giornaliera e nulla più rimase a noi se non languori e miseria. Furono questi i presupposti che portarono al decadimento morale, incentivo per la nascita del brigantaggio, la piaga che durò fino al periodo dell’Unità d’Italia. E gli Spagnoli, insopportabili e superbi, non cessarono mai di succhiar sangue alle nostre genti per un’interminabile durata di oltre due secoli. Ma prima di accostarci più da vicino alla trattazione dell’argomento propostoci, è necessario fissare qualche altro particolare. I Turchi, dacchè si stabilirono nella metropoli del Bosforo, avevano sempre meditato di conquistare l’Italia, flagellandone le marine con assalti pirateschi effettuati senza posa. E le nostre coste, quelle di terra d’Otranto, essendo ad essi più vicine, divennero di più facile approdo per questa gente spietatamente colma d’ingordigia. Già Solimano, Sultano di Costantinopoli, avendo a cuore la conquista di Napoli, tentò l’impresa più volte nel solo 1534, senza però riuscirvi, quindi volse l’attenzione verso Tunisi, città che riuscirono a strappare a Carlo V. E’ questo il tempo in cui pirati e ladroni solcavano le onde sempre più spietatamente, sorprendendo anche le nostre coste, saccheggiandole e portando morte e distruzione. Fu così che i terreni coltivati intorno al mare divennero campi di desolazione, di maccheti e di paludi, se è vero che coloro che li abitavano e coltivavano furono costretti ad abbandonare le loro terre e fuggire in luoghi lontani, ma più sicuri nell’entroterra. E tanta fascia di costa della nostra provincia si trovò deserta. Invano, il Vicerè Toledo, rifece il castello di Castro, fortificò Brindisi e Otranto, recinse il mare di fortilizi ed edificò di sana pianta un castello a Lecce, da cui potevano partire soldati ed armi verso le coste. Queste gesta durarono per secoli, divenendo sempre meno frequenti, fino alla metà dell’800. Di queste vicende e di questi assassini, resta ancora memoria in alcune canzoni villerecce nelle masserie di riviera e nelle torri abbandonate, dove ancora oggi se ne possono scorgere i ruderi. Ricordi che sono diventati patrimonio della nostra gente. Ma torniamo al Sultano Solimano, il quale, avendo al- 26 Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 lestito una potentissima flotta, ne affidò il comando ad un intrepido corsaro Lustem-Bey, soprannominato ‘Barbarossa’. L’armata navale venne divisa in due parti e, prima di salpare da Valona (Albania), ne ritenne quanto considerò bastevole per assaltare Otranto, mentre il rimanente della flotta l’affidò al comando di Lussem-Bassà, che si sarebbe diretto su Castro, sottoponendo la cittadina al sacco e al fuoco, ma risparmiando dal massacro fanciulli e giovani donne, eliminando scientemente padri e madri. Parte degli assalitori si inoltrò fin ad Ugento, portando anche qui morte e desolazione. Una parentesi di ‘respiro’ ci fu quando il Governatore Scipione di Somma, unitamente alle truppe del Vicerè Toledo, riuscirono a distogliere l’invadenza dei massacratori turchi, i quali strategicamente pensarono di ritirarsi, ma col feroce proposito di un loro ritorno. Difatti, nel 1544 il Sultano, mercè l’azione del ‘Barbarossa’, tornò minaccioso sulle nostre coste, mentre la gente, memore di quanto accaduto alla vicina Castro, credette opportuno abbandonare le proprie case mettendosi in salvo verso l’interno. Ma volle il cielo che la furia del Barbarossa, diminuisse perché attratto da nuove imprese in altre terre, pur imperversando nel Mediterraneo, senza smentirsi con le sue scorrerie, prima di passare in Francia, per prevenire i Francesi che si apprestavano alla conquista del nostro territorio. E la crudezza di queste genti, come detto sopra, si attenuò gradatamente fino agli anni che precedettero l’unità d’Italia. Angelo Arnisi ELETTROIMPIANTI e DOMOTICA 73040 Supersano (Le) - Via Marconi, 3 - Tel. 0833.631850 - Cell.339.7125018 - [email protected] da noi Qualità, freschezza e convenieza Trovi solo il MEGLIO Prezzi bassi tutti i giorni SUPERMERCATO Fratelli NEGRO Via Leonardo da Vinci - Angolo via S. Michele 73040 - Supersano (LE) 27 Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 Dal nostro ‘Annuario’ Offriamo in condensato un primo stralcio, di quanto rilevato alla data della nascita del giornale (maggio 1977), sulla vita amministrativa, commerciale, lavorativa e artigianale di Supersano. Organico dipendenti comunali: Sindaco: Vito Musio Impiegati: Giuseppe Aprile (ragioneria) – Vito Contini (Applicato segreteria) – Carmelo Bavone (Servizi elettorali-edilizia) – Celimanna Corrado (Protocollo) – Giovanni Martucci (Anagrafe) – Salvatore Nutricato (Stato civile). Nettezza urbana: Antonio Donadeo, Michele Maglie, Giuseppe Mele, Gino Negro, Michele Negro. Bidelli: Paolino Rizzello (Al Comune), Michele Manganaro, Rocco Riccardo, Flora Romano (Scuole elementari). Segretario comunale: Vittorio Antonazzo – Ufficiale sanitario: Dott. Rocco De Vitis – Levatrice condotta: Elena Perrone – Veterinario comunale. Armando Siesto – Medici liberi: Roberto De Vitis, Elio Garzia – Levatrice libera: Abbondanza Turlizzi – Polizia urbana: Giuseppe De Donno (Comandante), Giuseppe Brocca, Antonio Specchiarelli. Commissioni Comunali: Eca: = Presidente: Angelo Manganello. Membri: Settimio Modugno, Rita Negro, Alberto Nutricato, Luigi Rizzello. Edilizia = Presidente: Vito Musio (Sindaco); Membri: Carmelo Bavone, Roberto Congedo, Roberto Corrado, Cosimo Frascaro, Nazareno Polimeno, Luigi Rizzo. Giuseppina Marini nel suo negozio, in via Alfieri, 36. Commercio fisso = Presidente: Salvatore De Vitis; Membri: Pasquale Corina, Giovanni D’Aversa, Giuseppe De Donno, Stefano Elia, Cosimo Frascaro, Michele Legittimo, Antonio Petracca, Rocco Riccardo. Commercio ambulante = Presidente: Salvatore De Vitis; Membri: Ercole Antonazzo, Salvatore Co- Rivendita tabacchi di A. Cossa in via C. Battisti, 124. Dietro il banco, la moglie Tizia. 28 Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 Michelino De Giovanni e la moglie Donata Grecuccio nel negozio di vernici in via Cutrofiano lazzo, Antonio Salvatore Corrado. Alimentari, Mercerie, Filati e Abbigliamento: Giuseppe Allegretti (Via Cavour, 50), Cesario Baglivo (Via Cadorna, 25); Linda Bavone (Via Dante, 54), Adele Corrado (Via A. Frascaro, 22), Rocco Corrado (Via Trento), Salvatore Corrado (Via Bengasi,40), Teresa Corrado (Via V. Emanuele, 98), Eva Cossa (Via C. Battisti, 153), Lucia De Vitis (Via Paisiello, 68), Rocco Di Metri (Via Garibaldi, 4), Addolorata Frascaro (Via C. Battisti, 60), Noemi Frascaro (Via C. Alberto, 63), Lucia Maglie (Via Cdorna,3), Michele Malorgio (Via Dante, 29), Giuseppa Marini (Via Alfieri, 36), Maria Marini (Via Alfieri, 55), Michelina Marini (Via V. Emanuele, 12), Eleonora Meraglia (Via V. Emanuele, 175), M. Concetta Meraglia (Via Duca degli Abruzzi, 27), Abbondanza Murat (Via Duca d’Aosta, 26), Aldo Palma (Via T. Minniti) Michela Petracca (Via C. Battisti, 146), Concetta Piccinno (Via Petrarca, 1), Lucia Resta (Via Bengasi, 24), Annunziata Rizzo (Via Derna, 64), Maria Rizzo (Via B.V. di Coelimanna, 1), Preziosa Rizzo (Via V. Emanuele, 97), Jolanda Sirsi (Via 2 Giugno, 9), Antonia Toma (Via Carlo Alberto, 9), Rocco Varrazza (Via Trieste, 123). Minimarket:: Desdemona Rizzo (Via C. Battisti, 219), Bruno Stradiotti (Via V. Emanuele, 269), Giulio Tamborrino (Via della Libertà, 52). Concimi: Giuseppe Allegretti (Via Cavour), Giuseppe Corrado (Via Alfieri, 9), Salvatore Corrado (Via Bengasi, 40). Prodotti alimentari per uso zootecnico: Primaldo Pappadà (Via C. Battisti, 63). Macellerie: Rita Colluto (Via V. Veneto, 40), Paolo Errico (Piazza IV Novembre, 8), Paolo Marini (Via V. Emanuele, 144), Antonio Negro (Via V. Emanuele, 52), Pasquale Turlizzi (Via Dante, 15), Fernando Vantaggiato (Via Carlo Alberto, 43), Giacobbe Visconti (Piazza Margottini, 27). Cicli e motocicli: Giacomo Pasanisi (Largo Rimembranze, 12). Salumi e formaggi: Amelio Frascaro (via Alfieri, 13), Giuseppe Guido (Via Trieste, 155). Bar: Giuseppe De Vitis (Via Trento, 143bis), ‘Bar dello Sport’ di Arcangelo Rizzo (Via V. Emanuele, 84), ‘Yonny bar’ di Michele Visconti (Via V. Emanuele, 116). Tabac- 29 chi: Maria De Vitis (Via V. Emanuele, 62), Antonio Cossa (Via C. Battisti, 124). Calzature: Salvatore Colazzo (Via Cavour, 20), Alba Gualtieri (Via V. Emanuele, 51). Ferramenta: Giuseppe De Vitis (Via Vanini, 52), Donata Grecuccio (Via Cutrofiano, 60), Alderita Grezio (Via Ruffano, 222). Elettrodomestici : Beniamino Baglivo (Via V. Emanuele, 59), Giuseppe Pasanisi (Via V. Emanuele, 11), Giuseppe Varrazza (Via C. Battisti, 127). Articoli da regalo e utensili da cucina: Maria Alfarano (Via C. Battisti, 227), Coltura Pasanisi (Via Duca degli Abruzzi, 12), Marino Villani (Via V. Emanuele, 8) – Confezioni e maglieria: Cesaria Rizzo (Via V. Emanuele, 246). Detersivi e affini: Michele Melissano (Via S. Michele) – Legna da ardere: Jolanda Polimeno (Via Bengasi, 2) – Frutta e verdura: Rocco Baglivo (Via V. Emanuele, 90), Luigi Pasca (Via Michelangelo, 50), Luigi Zompì (Via Dante, 78). N.B. = Completeremo le notizie con il prossimo numero, parlando di arti, professioni e mestieri, documentati sempre nel 1977. Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 Affettuoso incontro delle famiglie ‘Arnisi’, per volontà di zia ‘Pazzia’ memoria di tutti i cari estinti della famiglia ed è proseguita nella casa natale della zia, qui a Supersano, in via Bengasi, 66, oggi residenza della nipote Rita. Per meglio poter far ravvisare il suo viso a chi non la conosce, indichiamo quello di Salvatore, uno dei suoi più cari fratelli, scomparso circa dieci anni fa. Gli altri sono sta- ti Antonio, Rocco e Celimanna. La serata è trascorsa in un clima di affettuosa allegria, spesso corredata soprattutto da piacevoli aneddoti, riferiti, naturalmente, al suo passato. E non poteva essere diversamente, visto il carattere ancora particolarmente gioviale di zia ‘Pazia’, nonostante le sue 89 primavere. Ed è ‘Zia Pazia’, la festeggiata. E ’ stato con grande entusiasmo e intimo piacere, che, il 30 dicembre 2012, abbiamo accolto l’invito della cara zia ‘Pazia’: esaudire il suo desiderio, trascorrendo una serata insieme a tutti i familiari, compresi nipoti e pronipoti. La festa ha avuto inizio con la celebrazione della Santa Messa, officiata nella Confraternita dell’Immacolata, in ‘Zia Pazia’ posa con Raffaele, Pippi, Salvatore, Celestino e Michelino. Tutti allegramente, intorno ad un ‘dolce’ tavolo. 30 stato quanto mai commovente l’aver ricordato soprattutto alcuni episodi della sua giovinezza, trascorsa a Supersano, specie quelli vissuti in tempo di guerra, ricordandone le difficoltà, affrontate dignitosamente, pur senza la presenza della mamma, mancata precocemente. Ora, zia ‘Pazia’, nata il 29 novembre 1923, in via Bengasi, risiede a Ruffano, unitasi in matrimonio con Serafino Rizzello e dalla cui unione sono nate le figlie Rosaria, Consiglia e Anna. Indimenticabile una sua battuta ad effetto, che recitava così: “Arnisi, picca simu…ma bboni!”. Tutti noi le auguriamo tanta salute e serenità negli anni a seguire. Ad multos annos! Il nipote Salvatore Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 GLOSSARIO DI CASA NOSTRA E DINTORNI - Scapece = E’ un particolare trattamento cui è soggetto un tipo di pesce, che viene marinato, complessato in barilotti, e che, sistematicamente, compare specialmente in occasione di feste patronali. Precisiamo che il termine è, se così si può dire, ‘bisessuale’, nel senso che è di genere maschile (lo ‘scapece’), così come può essere un femminile (la ‘scapece’). Questo modo particolare nella preparazione del pesce (generalmente ‘pupilli’ di piccole dimensioni) non è da ascrivere soltanto alla inventiva gastronomica salentina, ma anche di quella calabrese, siciliana, campana e abruzzese. Ma in che cosa consiste ? E’ nient’altro che la marinatura fatta con una salsa speciale, comprendente olio, aceto, cipolle e l’aggiunta dello zafferano, atto, quest’ultimo, a dare il particolare color giallo al tutto. Da qui, l’accattivante gusto che ‘adesca’ i palati, anche quelli che aborriscono il gusto del pesce. Perché viene definito con tal suggestivo nome? Trattasi, questa volta, di un termine derivato dalla lingua araba, dalla forma volgare ‘iskebeg’, per l’antico ‘sikbag’, filtrato attraverso lo spagnolo ‘escabeche’ (pesce marinato). La più interessante fonte salentina nella produzione dello ‘scapece’ è Gallipoli, nel cui ambito marinaresco si è affermato prepotentemente e che costituisce, nell’alveo della gastronomia ittica, un’autentica leccornìa. - Cràulu = Per i Salentini e per i Supersanesi in modo particolare, il termine vuole indicare un ‘uccello nero’, volgarmente detto ‘crou’ (il ‘corvo’) e che, spesso per celia, lo si esibisce, per riferirlo a persona dalla carnagione scura. Il vocabolo in questione, è di chiara derivazione latina, esattamente da ‘gràulus’ (uccello nero). E se qui da noi il sostantivo assume un logico riferimento a qualcuno o qualcosa dal colore piuttosto scuro, assai strano è, ad esempio, poter comprendere il significato del laziale ‘ràule’, tradotto come ‘persona molto pallida’ (sic!). - Scarassare = Voce verbale introdotta dal relativo sostantivo ‘carassa’, e da cui prende forma. Il termine, così familiare per i Supersanesi, ha un suo preciso esordio nell’area meridionale della Penisola, da cui è necessario partire. Il nome ‘carassa’, significa ‘fessura’, e che, riferito all’infini- to presente ‘scarassare’, lo si traduce in ‘aprire uno spiraglio’. Usuale, qualche decennio fa, il modo di dire: “scarassa la porta”, oppure “ carassa te porta”, rispettivamente tradotti in ‘apri la porta’ e ’fessura di porta’. Il ceppo d’origine del termine è da collocare nel latino tardo “charaxare” (solcare, graffiare). - Riumare = Il dizionario della lingua italiana, traduce il termine con ‘ruminare’, e che, qui in paese, viene ampiamente usato nella sua forma dialettale. All’uopo, ci viene in prezioso soccorso ancora la lingua latina, con la voce verbale ‘rumigare’ (ruminare), attraverso metàtesi, cioè con la trasposizione di lettere in una parola. Quindi ‘riumare’, è il modo con cui si dice del far tornare il cibo dal ‘rùmine’ (la cavità dello stomaco dei ruminanti, in cui si raccoglie dopo la prima masticazione) alla bocca, per essere sottoposto a nuova e più compiuta elaborazione. Ed il termine, anche per metafora, lo si usa anche quando lo collochiamo nella proposizione ‘ruminare qualcosa nella mente’, cioè ‘meditare’, da cui anche il nostro modo dialettale di dire: “Cce sta te riùma a ‘ncapu!”. da maestro Donato “ai piedi di chi ha testa” nuovo laboratorio e sala vendita Corso V. Emanuele 15 - Supersano (Le) 31 Il nostro Giornale 7 LUGLIO 2013 GRAZIE ! Si ringraziano i lettori qui appresso indicati, che hanno liberamente contribuito alla edizione del giornale: - Associazione ANSI (Supersano) - Augusto Piceci (Chailly –CH) - Giusy Puce (Paderno Dugnano) - Anna Puce (Paderno Dugnano) - Donato De Liquori (Supersano) - Rocco Corrado –‘Capuzza’ (Supersano) - Lucio Mariano (Supersano) - Lucia Rizzuni (Supersano) - Giuseppe Errico (Supersano) - Fabio Tridici (Supersano) - Geom. Giuseppe Frascaro (Maglie) - Michele Andrani (Supersano) - Prof. Rocco Corrado (Supersano) - Pasquale Corrado (Supersano) - Armando Sanapo (Supersano) - Tonio Modugno (Supersano) - Angelo Corrado – Scozzi (Supersano) - Lino Casto (Supersano) - Michele Galati (Supersano) - Giovanni Turlizzi (Supersano) - Rocco Macagnino (Supersano) - Francesco Negro (Lagenthal –CH) - Michelino Nutricato (Supersano) - Santo Miggiano (Supersano) - Ivano Musio (Supersano) - Fiorentino Nutricato (Supersano) - Ing. 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