05 gennaio 2011
LETTERA APERTA DEGLI ISTRUTTORI
Quanti sono i praticanti di Arti Marziali e Sport di Combattimento in svizzera?
Ne conosco tantissimi. in ogni palestra, in ogni paese, in ogni angolo.
Sono una delle poche parti pulsanti di questo Paese. Tengono lontano i ragazzi dalla
strada, dall'alcool, dalla noia, dal sentirsi inutili. Ti pare poco? Istruttori, praticanti, maestri,
in migliaia di club, corsi, e tante discipline, si sbattono ogni giorno per dare senso e scopo
alle giornate dei giovani.
Nelle arti marziali e sport di combattimento ho visto gente di ogni età, peso, altezza,
esprimersi alla grande e senza bisogno di essere "campioni" per forza. Basta esserci. E
chi vuole fare agonismo, spesso può ripartire. Senza contare il fatto che in Svizzera il
valore delle Arti Marziali è anche educativo: è farsi carico di un compito immane insegnare
ai ragazzi e ragazze concetti basilari come onore, rispetto, impegno, sacrificio per una
causa, forza di volontà, conoscenza del proprio corpo, stile di vita sano. Qualcosa che
ormai nessuno più fa, né nelle famiglie né tantomeno in tv e nei media. Di questo
dobbiamo essere orgogliosi!
Si, è vero! Quel ragazzo che ha sferrato un pugno a un suo coetaneo frequentava la
nostra palestra da un paio di mesi. Scrivo frequentava perché già prima dell’accaduto, era
sotto osservazione per il suo comportamento in palestra, comportamento che poi ci ha
indotto all’espulsione. Tutti i nostri nuovi allievi sono monitorati durante le lezioni con
l’obiettivo di comprendere le sue caratteristiche personali e per confermargli o meno la
affiliazione al club, e comunque troppe persone pensano che chi pratica le Arti Marziali sia
rude, aggressivo, ma non è così.
I nostri maestri insegnano a controllare il nostro corpo e ad avere sempre rispetto
(per i nostri avversari e per i compagni d'allenamento con più esperienza di noi).
I nostri maestri insegnano a creare un’immagine positiva di sé stessi
(sperimentando le proprie capacità, e quindi aumentando l’autostima).
I nostri maestri insegnano ad acquisire consapevolezza della natura umana
(interazione con gli altri, e quindi alla maturazione emotiva, all’empatia e a prendersi cura
dell’altro).
I nostri maestri insegnano ad usare la moderazione, il giudizio e il discernimento
(e quindi a riconoscere i valori etici che stanno dietro alle regole del vivere sociale).
I nostri maestri insegnano a rafforzare il coraggio (e quindi educano alla
perseveranza e al controllo delle reazioni).
Momo Full Contact – Mendrisio
05 gennaio 2011
Pag. 1
EDUCARE ALLA GESTIONE DEL CONFLITTO QUOTIDIANO
Tra gli obiettivi educativi conseguibili con la nostra attività possiamo inserire quello della
gestione dei conflitti nella vita quotidiana. Possiamo dire che la famiglia e la società
tendono a insegnare due strategie errate per la gestione del conflitto: quella aggressiva
passiva (fuga, menzogna, manipolazione, sarcasmo…) e quella aggressiva (critica, offesa,
insulto, umiliazione, violenza fisica…).
La nostra strategia è ASSERTIVA, e si basa su una buona comunicazione. Essa
afferisce all’io adulto: è aperta, onesta, diretta, paritaria. Assertivo è un approccio che ci
mette in condizione di gestire in modo positivo e costruttivo i rapporti interpersonali. È una
tecnica che può essere appresa e, con la pratica, diviene una capacità che può essere
migliorata.
È assertiva una persona in grado di comunicare, senza troppe paure, il proprio vissuto,
adottando un linguaggio fisico e verbale non aggressivo.
Oggi assistiamo continuamente a “dibattiti” nei quali prevale l’obiettivo di affermare la
propria “verità” e la “falsità” della posizione dell’avversario: una continua applicazione de
“L’arte di avere ragione” di Schopenauer.
L’assertività, invece, non vuole imporre la propria “verità” ma punta a comportamenti
collaborativi, con l’obiettivo di concludere il conflitto con soluzioni condivise di reciproca
soddisfazione: una condizione definita vincitore/vincitore (o win/win).
Le arti marziali non si sottraggono a un simile rischio: infatti una persona può adottare
strumenti di offesa/difesa fisici per utilizzarli in caso di conflitto, con l’intento di “vincere” e
umiliare l’avversario.
Come si può evitare questo rischio?
“Et fa’ che de la mente tua non cada
che piglie con ragion el tuo defendere
e con iustizia iustamente vada
Chi vol senza ragion altrui offendere
danna l’anima e il corpo certamente
fa al suo maestro vergogna prendere…
(Vadi, 1483-87)
Si può evitare con l’adozione di tempi lunghi per l’apprendimento in modo che la crescita
tecnica sia concomitante alla maturazione psicologica, così che la persona raggiungerà la
piena abilità marziale quando avrà raggiunto il pieno equilibrio emotivo, e realizzando un
contesto educativo permeato di quei valori etici che l’insegnante ha fatto propri nel suo
agire.
Momo Full Contact – Mendrisio
05 gennaio 2011
Pag. 2
MOMO FULL CONTACT è affiliato alla FSKB (federazione Svizzera di kick boxing).
Fondato nel 1985 da Angelo Franzese, già cintura nera di Karate.
MAESTRI E ISTRUTTORI
Pascal Lamiri – Cintura nera di Kick Boxing e maestro dell’arte, con autorizzazione
ufficiale della FSKB.
Paolo Bianchi – oltre venticinque anni di esperienza nella kick boxing, già cintura nera di
Karate.
Domenico Pintus - trentennale esperienza nell’arte della kick boxing e preparatore
atletico (calcio e kick boxing).
Momo Full Contact – Mendrisio
05 gennaio 2011
Pag. 3
Scarica

05 gennaio 2011 LETTERA APERTA DEGLI ISTRUTTORI Quanti