Supplemento a «Il Giornale dell’Arte» n. 354 giugno 2015 Il foro di Aquileia con il campanile della basilica paleocristiana sullo sfondo © Gianluca Baronchelli vedere in friuli venezia giulia umberto allemandi & C. N. 3, giugno-SETTEMBRE 2015 il giornale dell’arte tutta l’arte da vedere da giugno A settembre mittelfest Cividale del Friuli 18–26 luglio 2015 Festival di prosa, musica, danza, poesia, arti visive e marionette dei paesi della mitteleuropa Il colore dell acqua photo © Roberto Ricci Carolyn Carlson ° Stefania Rocca ° David Riondino ° Alessandra Ferri ° Istanbul Symphony Orchestra ° Belarus Free Theatre ° Erri De Luca ° Bishara Haroni e Yaron Kohlberg ° Markus Stockhausen ° info ° mittelfest.org ASSOCIAZIONE MITTELFEST Regione Autonoma FVG Provincia di Udine Comune di Cividale del Friuli Ente Regionale Teatrale FVG Banca Popolare di Cividale Società Filologica Friulana con il sostegno particolare di: Fondazione CRUP Per Aquileia ci vuole un’aquila: Serracchiani chiama l’ambasciatore-stratega Il nuovo presidente della Fondazione Aquileia, Antonio Zanardi Landi, arriva con un invidiabile curriculum di successi internazionali in fatto di valorizzazione culturale Friuli Venezia Giulia. Friulano d’origine, attuale consigliere diplomatico del presidente della Repubblica, l’ambasciatore Antonio Zanardi Landi ha alle spalle una carriera diplomtca iniziata nel 1978. Da allora è stato impegnato a Parigi, Ottawa, Teheran, Londra, Roma, Belgrado, Mosca e due volte nell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede. Presidente della Fondazione Aquileia fresco di nomina, ratificata lo scorso febbraio con votazione unanime, Antonio Zanardi Landi racconta le ragioni e gli obiettivi di questa nuova sfida nel campo del patrimonio archeologico, al quale si dedica, nello specifico, per la prima volta. È un incarico importante nella regione in cui è nato. Si aspettava questa nomina? Certamente no. Confesso che sapevo assai poco della Fondazione Aquileia e della sua missione. Credo che l’idea di rivolgersi a qualcuno come me, con esperienze molto diversificate, ma in settori assai lontani da quello dell’archeologia, sia venuta alla presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, il giorno in cui ci siamo incontrati nell’Abbazia di Rosazzo per celebrare i 100 anni di un grande vignaiolo e realizzatore friulano, Livio Felluga. Spero di poter considerare nata sotto una buona stella la decisione di chiamarmi alla Fondazione, in un luogo particolarmente suggestivo e carico di una storia che comprende non solo il Friuli, ma anche Venezia e parte dell’Austria e della Slovenia. Quali sono i tre motivi principali che l’hanno convinta ad accettare la carica? Il primo è molto umano e si ricollega al Debora Serracchiani fatto che ci si sente lusingati nell’amor proprio quando ci viene chiesto di occuparsi di un’idea, di un progetto che sta evidentemente molto a cuore all’interlocutore, in questo caso una delle figure più vivaci e innovative del mondo politico non solo del Nord-est, ma anche nazionale. Il secondo motivo che mi ha spinto ad accettare senza esitazione la proposta è che mi fa piacere poter mettere esperienze accumulate nel corso di decenni di servizio per il Ministero degli Esteri, a disposizione di un grande progetto di valorizzazione, che ritengo importante non solo per Aquileia e per la Regione, ma anche a livello nazionale ed europeo. È un rafforzamento dei legami con la mia regione d’origine, cui sono rimasto affettivamente molto vicino e da cui ho avuto un aiuto importante in termini d’idee, di spunti operativi e di sostegno morale, nel corso della mia carriera all’estero. La terza ragione è che, essendo uomo senza particolari competenze tecniche e qualità, mi è sembrato ci si aspettasse da me l’unica cosa che credo di saper fare e che nel corso degli anni mi ha portato a qualche successo: la messa in atto di sinergie tra organismi pubblici e il settore privato, con lo scopo di presentare al meglio gli aspetti più attraenti (o potenzialmente attraenti) del nostro Paese, in un’ottica di sistema. Espressione abusata, quest’ultima, ma non siamo ancora riusciti a coniarne una migliore per rendere adeguatamente le caratteristiche di un Paese come il nostro, che riesce a unire arte e storia a tecnica modernissima e ricerca, moda e arredamento a prodotti alimentari e vini di qualità ineguagliabili, con la possibilità di presentare all’estero un’immagine globale in cui i successi in ciascun settore rafforzano quello degli altri. Aquileia, con la sua Basilica e il suo Battistero, i suoi musei di antichità romane e paleocristiane, le vaste aree ancora inesplorate e la storia di cui è imbevuta ogni sua casa e ogni sua pietra, vicina a Grado, a Palmanova e a Cividale, a mio modo di vedere è un esempio eclatante di potenzialità inespresse. Mi sembra Antonio Zanardi Landi chiaro che queste potenzialità inespresse, nel campo della ricerca storica, archeologica e artistica e in quello del turismo e dello sviluppo locale, possono trarre un vantaggio molto importante dal fatto che Aquileia già oggi proietta un’immagine fortissima e ben conosciuta in Europa e nel mondo. Mi sembra infine che questa bella e grande sfida, che credo possa ottenere un sostegno convinto da parte del Mibact, della Regione, delle comunità locali e delle imprese, possa dare un contributo significativo per il rafforzamento dell’identità culturale di Aquileia, di quella grande regione verso cui Roma si estese facendo di Aquileia la sua base ›4 operativa e delle terre ove ancora oggi si serba memoria Sommario FRIULI Intervista al direttore del Polo Museale Luca Caburlotto 4 Intervista all’assessore regionale Gianni Torrenti 5 Gli itinerari della Grande Guerra 5 TRIESTE Le iniziative del Comune di Trieste 7 Il Museo ebraico 7 Il Castello di Miramare 7 La Collezione CRTrieste 8 I restauri di Mauro Vita nella collezione del museo Henriquez 8 La Galleria Torbandena 9 Il Premio Lynx 9 CIVIDALE DEL FRIULI (UD) I Longobardi per bambini 12 Il Monastero di Santa Maria in Valle 12 Il Festival Mittelfest 2015 12 AQUILEIA (UD) La app di Aquileia I mosaici della Südhalle Il Festival del cinema archeologico I laboratori di Aquileia 13 13 13 13 CODROIPO (UD) Le mostre di Villa Manin Vedere in friuli venezia giulia Beatrice Allemandi, product manager Claudia Carello, art director Cinzia Fattori, advertising manager (011.8199118 - [email protected]) Curatore: Claudia Crosera Guest editor: Jenny Dogliani Relazioni commerciali: Valeria Riselli ([email protected]) UDINE La Galleria Artesegno La Galleria Copetti 15 ILLEGIO (UD) La Casa delle esposizioni GORIZIA Il Museo della Grande Guerra 14 15 16 16 GRADISCA D’ISONZO (GO) La Galleria Regionale Luigi Spazzapan16 CASARSA DELLA DELIZIA (PN) Il Centro Studi Pasolini 18 PORDENONE I restauri della Fondazione Crup 18 SPILIMBERGO (PN) Il Craf La Fondazione Ado Furlan 19 20 Il calendario delle mostre 22 13 n. 3 giugno | settembre 2015 Società editrice Umberto Allemandi & C., piazza emanuele filiberto 13, 10122 Torino, tel. 011.8199111 fax 011.8193090 «vedere in friuli venezia giulia» è un supplemento di «il giornale dell’arte» Umberto Allemandi, direttore responsabile Franco Fanelli, vicedirettore Barbara Antonetto, caporedattore SAN DANIELE DEL FRIULI (UD) La Biblioteca Guarneriana Francesca Scoto ([email protected]) Stampa: Arti grafiche Boccia spa, Salerno il giornale dell’arte Il giornale non risponde dell’autenticità delle attribuzioni delle opere riprodotte, in particolare del contenuto delle inserzioni pubblicitarie. Le opinioni espresse negli articoli firmati e le dichiarazioni riferite dal giornale impegnano esclusivamente i rispettivi autori. Si consiglia di verificare telefonicamente oppure online gli orari delle manifestazioni. www.ilgiornaledellarte.com Vedere IN FRIULI VENEZIA GIULIA | 3 Il complesso basilicale di Aquileia © Gianluca Baronchelli ›3 del Patriarcato e della storia della Chiesa aquileiese. La cordata di enti pubblici costituita da Mibact, Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, Provincia di Udine e Comune di Aquileia (cui si è affiancata dal 2010 l’Arcidiocesi di Gorizia) per gestire aree archeologiche e immobili di proprietà del Ministero dell’antica Aquileia, è una scelta giusta? Credo che lo strumento della Fondazione di partecipazione, scelto per il rilancio di Aquileia, sia quello giusto e mi sembra soprattutto che ne siano convinti il ministro Franceschini, la presidente Serracchiani e gli altri attori istituzionali che partecipano al progetto. Mi sembra chiara la necessità di costituire, anche senza istituzionalizzarla, una rete di secondo livello, composta di persone che credono nel progetto, siano disposte a fornire idee, sostegno anche finanziario, proporre iniziative da realizzare insieme alla Fondazione, creando quella massa critica che auspicabilmente ci permetterà di essere percepiti come centro d’attrazione e come partner apprezzato e affidabile a livello europeo ed extraeuropeo. La sua esperienza internazionale è messa per la prima volta al servizio esclusivo dell’archeologia. Quali strategie ha in mente? È presto per definire strategie senza correre il rischio di dire fesserie o di apparire velleitari. Molte cose sono già state fatte e bene. A valle di esperienze positive, la strategia più ovvia e immediata immagino sia di sviluppare quanto è già nella pipeline. La prima sfida è convincere i membri della Fondazione (che mi sembrano già convinti autonomamente) e i tanti potenziali alleati che Aquileia può costituire un fantastico esempio di sviluppo e di successo, condotto correttamente e al di fuori di ogni ottica di emergenzialità, con una prospettiva tanto di breve e medio, quanto di lungo periodo. Aquileia non è solo monumenti e siti, ma è anche un patrimonio preziosissimo di storia dell’età preromana, repubblicana e imperiale, di quella patriarcale, dei tempi della dominazione austriaca e di memorie, così forti, del primo conflitto mondiale. Anche a questa storia, oltre che ai siti e ai monumenti, potremo attingere per costruire l’immagine, ben corrispondente alla realtà, di un’Aquileia che ha conosciuto molte palingenesi e che è stata fonte di idee, di modelli positivi e di integrazione. Basti pensare allo splendido Museo Paleocristiano, da anni purtroppo difficilmente visitabile, che a un primo sguardo evidenzia nelle iscrizioni musive della grande Basilica in esso contenuta, la presenza ad Aquileia di una fiorente comunità giudaica (attestata fin dal I secolo avanti Cristo) e i vivissimi i contatti tanto commerciali che culturali con il mondo greco e alessandrino. Dal punto di vista delle iniziative pratiche, penso potremmo far ricorso a un sistema che ho molto utilizzato negli anni trascorsi come Capo Missione a Belgrado, alla Santa Sede e a Mosca: l’esibizione di opere uniche o di piccole mostre che mettano in risalto quella straordinaria capacità di convogliare messaggi alti e forti, propria delle decine di migliaia di pezzi che costituiscono il nerbo del patrimonio artistico italiano. So bene di non inventare nulla di nuovo e ho già avuto nelle scorse settimane, accompagnando il Capo dello Stato in visita ufficiale a Lubiana, l’occasione di vedere esposto il clipeo di Giove, prestato dal Museo di Aquileia per un’interessante mostra sul passato romano dell’antica Emona, oggi Lubiana. Un’altra iniziativa, con il pregio e il difetto dell’ovvietà allo stesso tempo, è quella che vorrei proporre ai responsabili del Museo Archeologico d’antichità romane, ovvero che i prestiti di opere d’arte provenienti dal Museo siano sempre accompagnati da un’azione di promozione dell’intero complesso di Aquileia e, ma perché no?, delle possibilità turistiche dell’area e dei prodotti d’eccellenza della regione. Il Premio «Europa Nostra Awards» 2015 ai mosaici della Südhalle (cfr. p. 13) è un ottimo passaporto per la visibilità di Aquileia e per la conoscenza del suo patrimonio archeologico fuori dal nostro Paese. Come già detto, molte cose sono state fatte bene e il conferimento del Premio Europa Nostra, che la Fondazione riceverà l’11 giugno durante una cerimonia a Oslo, lo dimostra. Per la realizzazione della Südhalle si è provveduto alla ricostruzione dell’Aula che copriva, un tempo, i mosaici bellissimi nel lato sud del Battistero del complesso basilicale. Ricostruire un edificio così importante a pochi metri dal corpo della Basilica è stata una decisione coraggiosa. Il progetto è stato portato avanti con molta cura e attenzione e a seguito di un concorso di idee lanciato a livello europeo. Oggi la cosiddetta Aula Meridionale attira l’attenzione e l’approvazione di grandissima parte degli ambienti europei che si occupano della questione, concettualmente difficile, di ridare fruibilità a mosaici e ad altri manufatti di altissimo valore che per ragione di conservazione non possono né essere lasciati all’aperto, né tanto meno essere trasferiti all’interno di un museo, ove perderebbero la caratteristica importantissima della contestualizzazione. Scavi, ricerche, ricostruzioni virtuali, convegni, incontri, pubblicazioni scientifiche e molto altro: quali sono le prime iniziative in programma? La seconda parte del 2015 vedrà molte iniziative già avviate dalla Fondazione, che consistono, tra l’altro, nella partecipazione all’importante manifestazione «èStoria» di Gorizia, al Filmfestival archeologico (cfr. p. 13), che quest’anno può contare sulla presenza di nomi illustri come Daniele Manacorda, Luciano Canfora, Alberto Angela, alla rievocazione storica «Tempora in Aquileia». Abbiamo anche i laboratori didattici rivolti ai bambini nel periodo estivo, ai quali si è recentemente aggiunto il concerto di Uto Ughi e dei Solisti Veneti in programma nella Basilica il 6 settembre, grazie a un’iniziativa condivisa con l’associazione dei Cavalieri del Lavoro del Triveneto. Con il direttore Tiussi e il Consiglio di Amministrazione lavoreremo soprattutto per far avanzare il programma di successive concessioni di aree archeologiche alla Fondazione, per avviare e rafforzare la rete di contatti internazionali, per favorire una più estesa presenza delle iniziative sulla stampa nazionale ed europea. Dovrebbero inoltre avere inizio i lavori per la musealizzazione dell’area ex Violin in piazza Capitolo, la copertura e la valorizzazione del Fondo Cossar (dove sono conservati la pianta e molti mosaici della più completa casa aquileiese d’epoca romana) e sarà completato il restauro del Sepolcreto. Penso che l’operazione più impegnativa sarà mettere a punto un piano articolato da realizzare nei prossimi anni, in modo che ogni azione sia conseguente con le altre e non vi siano diseconomie o sprechi di occasioni, risorse finanziarie, energie intellettuali e buonumore. q Claudia Crosera Questo è un Polo Museale nato dalla riforma del Mibact La riforma delle sedi periferiche del Mibact di fine 2014 ha portato alla nascita dei Poli Museali per gestire i musei statali. Ne parla Luca Caburlotto (nella foto), già soprintendente per i Beni storici, artistici ed etnoantropologici, ora direttore del Polo Museale del Friuli Venezia Giulia. In che cosa consiste la riforma e che cosa comporterà in futuro? Il futuro è molto impegnativo, si tratta di una sfida importante. È una riforma organica, sistematica ed epocale per il nostro Ministero. Nella storia più che centenaria delle Soprintendenze, è la prima volta che si separa la tutela dalla valorizzazione. Le Soprintendenze continuano a svolgere attività di tutela sul territorio, mentre i Poli Museali si occuperanno di valorizzazione, promozione e coordinamento dei musei, nell’ottica futura della creazione di un sistema museale nazionale. Questo implica un cambio di mentalità da parte dei dirigenti e dei funzionari, che dovranno riorganizzare le proprie attività. Quali sono le caratteristiche di questi nuovi istituti e quali sono i musei coinvolti? I Poli Museali sono uffici che gestiscono i musei statali di ciascuna regione. In Friuli Venezia Giulia, ad esempio, il Polo comprende sei «luoghi della cultura» (come li definisce il Codice dei beni culturali): il Museo Storico del Castello e il Parco di Miramare; il Museo Archeologico Nazionale e il Museo Paleocristiano di Aquileia, il Museo Archeologico Nazionale di Cividale e il Museo Nazionale di Archeologia Subacquea dell’Alto Adriatico di Grado (attualmente chiuso). La nuova organizzazione è stata ideata per facilitare il coordinamento tra i musei e dare vita a modelli di gestione integrata. I Poli museali devono mettere a disposizione anche delle altre realtà museali territoriali il proprio know-how, le proprie competenze e capacità e il bagaglio di esperienza maturato in ambito di tutela e di valorizzazione. Quali sono i punti di forza e le debolezze di questo modello di gestione? Tra i punti di forza vi è sicuramente il coordinamento in rete dei musei sul territorio e la capacità attrattiva che questo comporta. Sarà necessario da parte dei Poli Museali svolgere un’operazione di persuasione ad aderire alla rete nell’interesse di tutti, operazione che si basa sull’autorevolezza e sull’importanza storica dei musei statali in linea, però, con l’articolo 114 della Costituzione, il quale sancisce l’equa ordinazione fra tutti i livelli delle pubbliche amministrazioni Vedere IN FRIULI VENEZIA GIULIA | 4 territoriali, dal Comune allo Stato. Il Polo Museale del Friuli Venezia Giulia deve diventare un faro per gli altri musei, ma non in senso gerarchico. Esistono già delle strutture, nella nostra regione, ad esempio, la rete dei Musei coordinata dalla Provincia di Udine o l’Agenzia Turismo FVG. Non ci dobbiamo sovrapporre, ma dobbiamo piuttosto affiancarle nella gestione condivisa degli eventi e nel coordinamento quotidiano, distribuendo le competenze. Si può diventare punti di forza ragionando nell’ottica della sussidiarietà. Le debolezze stanno nella complessità e difficoltà contabile-amministrativa degli enti a coordinarsi tra di loro, considerato che ci sono musei di diversa natura giuridica, da quelli pubblici che dipendono da Regione, Provincia e Comune, ai musei privati, ecclesiastici, gestiti da Fondazioni ecc. Bisogna garantire una logica comune di valorizzazione anche in termini di offerta, nei confronti dei visitatori, di coloro che richiedono l’uso di spazi culturali per l’organizzazione di attività, mostre, convegni, concerti ecc., con l’obiettivo di far entrare i cittadini nel museo non solo come fruitori, ma anche come attori. Quali sono i progetti per valorizzare le eccellenze culturali regionali? Prima di proporre nuovi progetti per il 2015 è necessario ridefinire gli organici e distribuire i compiti. Saranno necessarie politiche unitarie e coordinate per tutti i musei che appartengono alla rete (statali e non) in merito agli orari di apertura, alla bigliettazione e alle politiche dei prezzi per le concessioni degli spazi. L’Istituto Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia (costituito nel febbraio di quest’anno), l’Azienda Speciale Villa Manin e l’Agenzia Turismo FVG sono i principali punti di riferimento per il coordinamento, per dare un senso comune alle proposte culturali regionali. Come ex-soprintendente parto da un’eccellente esperienza messa a frutto negli scorsi anni, in particolare nel 2014, quando assieme anche a questi istituti è stata organizzata a Cividale la mostra «Il Crocifisso di Cividale e la scultura lignea nel Patriarcato di Aquileia al tempo di Pellegrino II (secoli XII e XIII)», quello fu un ottimo esperimento di gestione partecipata di un importante evento culturale regionale. Vedrete: il binomio turismo-cultura e le nuove tecnologie sono la strategia vincente Gianni Torrenti Le politiche culturali, i progetti ultimati e gli obiettivi che Gianni Torrenti, assessore alla Cultura della Regione, vuole raggiungere entro il 2015 Friuli Venezia Giulia. Il vasto e diffuso patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia costituisce una delle risorse fondamentali e identitarie di tutto il territorio. A Gianni Torrenti, assessore alla Cultura della Regione, abbiamo chiesto di illustrare le politiche, i progetti e gli obiettivi messi in atto a partire dallo scorso anno per gestire e valorizzare al meglio tale patrimonio. Qual è il suo personale bilancio dei primi due anni da assessore alla Cultura? La funzione centrale della cultura, sia come strumento utile alla crescita etica, sia come asset economico-culturale, ha trovato un’ampia condivisione nella giunta che ha determinato l’aumento di risorse e una maggiore attenzione al comparto. Grazie a queste premesse è stato svolto un importante lavoro iniziato con il riordino e l’armonizzazione di tutti i finanziamenti sfociato nella legge 16/201, che ha segnato una svolta nella riorganizzazione del settore grazie all’utilizzo di parametri e valutazioni non discrezionali. Ora siamo in una fase che vede coinvolti musei e strutture culturali in un non semplice lavoro di riprogettazione generale più in linea con lo stile di vita e le necessità dei fruitori. Tecnicamente le soluzioni sono allo studio, ma la Regione intende mettere in atto una serie di riforme importanti anche in virtù del riassetto in materia di cultura a seguito del superamento delle Province. Il prossimo obiettivo sarà negoziare con il Ministero una governance innovativa in grado di formulare una nuova gestione dei beni culturali e di raggiungere la necessaria riorganizzazione completa dei servizi culturali maggiormente integrati con il territorio. Voi della Regione dite di voler sostenere le imprese culturali e creative condotte dai giovani e garantire maggiore certezza nei finanziamenti alle attività culturali. Come pensa di riuscire a mettere in pratica questo progetto? Ambizioso ma concreto. In Europa il tema dell’Icc (Impresa Culturale e Creativa) ha già sviluppato buoni risultati. La transizione veloce da una politica commerciale dei prodotti a una nuova politica immateriale dei servizi, trova uno sbocco naturale nella cultura in tutte le regioni d’Italia, che vantano da sempre il primato di creatività, innovazione e bellezza. La cultura è lo strumento d’innovazione per realizzare progetti mirati in grado di professionalizzare le nostre eccellenze attraverso l’alta formazione, usata come strumento creativo per le aziende culturali per far sì che esse si possano collocare in modo competitivo nell’ambito europeo proprio grazie al sostegno regionale. In sintesi, la sfida è di permettere alla cultura di aprirsi a nuove formule orientate alla capacità di trasformare il settore e il suo immenso patrimonio in attività produttive, agevolando la nascita di servizi avanzati di nuova generazione e i progetti rivolti in generale all’Ict (Information and Communication Technology). Gli strumenti esistono e sono sia i fondi comunitari indiretti Por/Fesr, sia quelli a gestione diretta, come Horizon 2020 ed Europa Creativa, ma più nello specifico sono tutti i progetti d’incubatori e attrattori culturali di nuova generazione, il primo vero passo per avviare questa stessa tipologia di progetti. Oltre agli strumenti finanziari c’è un’altra sfida in atto, quella della transizione generazionale, che nel nostro Paese è ancorata alla cultura classica e scarsamente interessata al potenziale ruolo produttivo della cultura e all’impiego delle tecnologie Ict. Nel settore della comunicazione le cose si stanno muovendo velocemente. Sono fiducioso nel pensare alla politica come a un facilitatore che possa rendere il management culturale capace di credere maggiormente nelle nuove attività produttive (anche legate ai servizi on line di nuova generazione) e capace al contempo di potenziarne lo sviluppo. Nel biennio 2014-15 la Regione dovrebbe sistemare la legislazione regionale sui beni culturali. Dopo la legge di riforma del finanziamento alle attività culturali (L.R. 16/2014), si attende da anni una nuova legge che disciplini i musei e i beni culturali. Arriva o non arriva? La legge è allo studio. Presenta varie innovazioni e due interventi principali di riorganizzazione: il primo, dedicato ai musei e alle strutture culturali, ha l’obiettivo di favorire la creazione di un Polo Museale del Friuli Venezia Giulia, il secondo, invece, riguarda i monumenti, le aree in genere e i beni culturali che hanno bisogno di essere tutelati con interventi di riqualificazione mirata. Una delle priorità è formulare una linea convinta sull’accesso ai beni culturali, già avviata in altri Paesi. La spesa pubblica per la cultura in Italia è nettamente inferiore a quella di altre nazioni paragonabili a noi: 15 miliardi di euro, contro i 51 della Francia o i 45 della Germania. Un quadro così incerto e debole, non è in grado di attrarre capitali privati in modo significativo. Uno dei compiti che ci siamo dati per questa legislatura è avere un rapporto continuo con il Ministero per migliorare anche queste situazioni. La Regione ha riconosciuto al Craf-Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia di Spilimbergo la funzione di polo di riferimento regionale per le attività di ricerca, archiviazione, conservazione e valorizzazione del patrimonio fotografico e ha stipulato una convenzione triennale per i suoi finanziamenti. È soddisfatto? Sì. Grazie alla recentissima convenzione è stato possibile assegnare ufficialmente al Craf una doppia specificità: la funzione di polo di riferimento regionale per le attività di ricerca, studio, raccolta, censimento, archiviazione, conservazione e digitalizzazione e la sua specifica dotazione finanziaria. L’intervento verso una definizione concreta di governance innovativa è iniziato dall’Azienda Speciale di Villa Manin e dall’Istituto per il Patrimonio. La Fondazione Aquileia rimane invece un modello per lo sviluppo Stato-Regione in ambito culturale. Quali iniziative avete preso per celebrare il centenario della Grande Guerra e per valorizzare il patrimonio regionale a essa legato? La Regione Friuli Venezia Giulia ha avviato nel 2014 un importante calendario di eventi iniziato a luglio con il concerto di Riccardo Muti a Redipuglia e proseguito a settembre con la visita del Papa. A seguire sono stati assegnati contributi specifici per una serie di mostre itineranti della Provincia di Gorizia e per la rassegna «Europa in guerra. Tracce del secolo breve», che ha chiuso a febbraio a Trieste e ha riaperto in aprile nel Castello del Buonconsiglio di Trento, dove prosegue fino al 6 settembre. Propone un punto di vista unico sul tema della Grande Guerra ed è realizzata in collaborazione con la Fondazione Museo Storico del Trentino. Sempre nel 2014 è nato il progetto Albo d’Oro curato dall’Htc, che in collaborazione con il Ministero della Difesa consente di accedere al database dei caduti della Prima Guerra Mondiale e di richiedere medaglie commemorative consegnate in diverse cerimonie agli eredi. Ci sono poi gli eventi vincitori dei bandi del 2014 che si sono chiusi in aprile 2015, troppi per citarli. Dal 2015 al 2018 ci sono ancora 4 anni d’intensa programmazione, grazie ai finanziamenti attivi con la L.R. n.11/2013. I bandi usciti l’anno scorso hanno già messo in moto stimolanti network di lavoro, svolgendo un’attività d’interesse culturale e turistico, nel 2015 mi aspetto si faccia ancor me- glio. In questi 5 anni dedicherò particolare attenzione all’accoppiamento annualità e aree geografiche, realizzando percorsi tematici integrati (2014: Trieste e gli altri territori che nel 1914 facevano parte dell’Impero Austro-Ungarico; 2015: Udine; 2016: Gorizia; 2017: l’intero territorio regionale e infine 2018: Trieste). Consiglio a tutti di visitare il portale regionale nelle pagine dedicate alla Grande Guerra: www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/GEN/grande-guerra. Arte, archeologia, teatro, cinema, letteratura e musica: come pensa di promuovere le varie eccellenze del Friuli Venezia Giulia in chiave turistica? Nella mia idea di sviluppo ci sono interventi dedicati alle nuove potenzialità nel binomio turismocultura. L’obiettivo principale è duplice, comprende la valorizzazione dei più importanti attrattori culturali regionali, intesi quali beni immobili rilevanti per il pregio culturale e la valenza turistica, e il potenziamento dei sistemi culturali regionali (teatri, musei, parchi e aree archeologiche, immobili storici). In particolare il progetto del Piano Strategico regionale contempla la realizzazione di interventi di ristrutturazione e/o destinazione a nuovo uso dei seguenti 4 beni: Museo Storico del Castello e Parco di Miramare, Ex Pescheria-Salone degli Incanti di Trieste, Villa Louise di Gorizia e Villa Manin di Passariano di Codroipo. Va inoltre avviata la concertazione con il Ministero per la stesura di un accordo di programma quadro con proiezione temporale di almeno sette anni (finalizzato a impiegare risorse statali e comunitarie nella programmazione 2014-20). La sottoscrizione dell’accordo potrebbe costituire un’importante occasione per definire, di concerto con il Ministero, standard unitari di gestione e valorizzazione dei beni, modalità di messa in rete dei reciproci patrimoni e ottimizzazione dei sistemi di comunicazione del patrimonio complessivamente inteso. q C.Cr. Nei luoghi della Grande Guerra: web, trincee e monumenti ai caduti Friuli Venezia Giulia. La regione celebra con numerose iniziative (disciplinate dalla legge regionale n. 11 del 4 ottobre 2013) il cruciale momento storico dell’ingresso dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale, avvenuto esattamente un secolo fa, nel 1915. In primo piano vi è il progetto intitolato «Itinerari della Grande Guerra-un viaggio nella storia», che coinvolge quattro regioni: il Veneto, la Lombardia, le province autonome di Trento e Bolzano e il Friuli Venezia Giulia, capofila dell’iniziativa realizzata grazie al finanziamento del Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo della Presidenza del Consiglio. È un fitto programma raccolto e presentato nel sito www.itinerarigrandeguerra.it, un portale ricco di informazioni sui luoghi e gli itinerari della Grande Guerra finalizzato a valorizzare e a far conoscere il patrimonio culturale, storico e artistico di questo periodo storico. Il Friuli Venezia Giulia è uno dei territori in cui il conflitto è stato combattuto più aspramente, i segni sono ancora evidenti sia nel paesaggio, sia nei monumenti edificati in memoria dei caduti. Navigando nel sito web si possono scoprire svariati itinerari (22 quelli proposti nella regione), visualizzare i percorsi in una mappa interattiva, postare messaggi su Twitter, leggere brani di storia, vedere video, sfogliare la galleria fotografica di immagini storiche (dette «scatti di guerra») e, ancora, informarsi su tutte le iniziative in corso o in programma. Tra le numerose proposte sono compresi anche itinerari e percorsi transfrontalieri. Nei territori teatro della guerra oggi compresi tra Friuli Venezia Giulia, Austria, Slovenia e Croazia, sentieri, trincee, sacrari, ossari, monumenti e cimiteri ai caduti sono la testimonianza viva di cruenti scontri tra gli eserciti nemici: tra il 1915 e il 1917, in vaste aree del Friuli Venezia Giulia e nelle confinanti zone della Slovenia e della Croazia, le truppe italiane e austro-ungariche si affrontarono in dodici sanguinose battaglie. Considerevole è anche la presenza nella regione dei musei dedicati alla Grande Guerra che ne documentano la storia e i tragici fatti attraverso oggetti quotidiani, cimeli, uniformi, armi e immagini. A raccontare la vicenda della Prima Guerra Mondiale sono anche i monumenti ai caduti, oggetto di un’importante e capillare attività di ricognizione e catalogazione nell’ambito del «Progetto Grande Guerra» realizzato su iniziativa dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione e dalle Soprintendenze. Di questo tipo di monumenti (di committenza pubblica) in Italia se ne contano 12mila; circa 400 sono quelli censiti in Friuli Venezia Giulia: un patrimonio storico-artistico imponente che non deve essere dimenticato (nella foto, l’ara dedicata ai caduti irredenti realizzata nel 1929 dall’architetto Carlo Polli nel cimitero monumentale di Sant’Anna di Trieste © Sopr.Beap FVG). Itinerari della Grande Guerra-un viaggio nella storia, info c/o Agenzia Turismo Friuli Venezia Giulia, Villa Chiozza, via Carso 3, Cervignano del Friuli (UD), tel. 0431/387130, [email protected], www.itinerarigrandeguerra.it Vedere IN FRIULI VENEZIA GIULIA | 5 Questa è la città del caffè e dei caffè Mostre, concerti, spettacoli, regate e iniziative culturali del Comune di Trieste per la stagione estiva TRIESTE. L’estate triestina è animata da un brulicare di proposte culturali. A dare il via alla stagione, il 21 giugno, sarà il finissage della mostra «La grande Trieste 18911914», fino ad allora visitabile nel Salone degli Incanti (ex Pescheria). Si tratta di un’esposizione progettata dal Comune, realizzata con il sostegno della Fondazione CRTrieste e delle Assicurazioni Generali. «Una mostra importante, spiega Paolo Tassinari, assessore alla cultura del Comune di Trieste, che mette in luce un periodo finora mai presentato in un quadro unitario. La città come la vediamo oggi, infatti, si è formata proprio in quegli anni: dal 1891, data dell’abolizione del privilegio del Porto Franco, al 1914, anno dello scoppio della prima Guerra mondiale». Fotografie, oggetti d’arte, documenti, libri e dipinti si articolano in un percorso suddiviso in dieci sezioni che ricostruiscono la storia della città tra Otto e Novecento. «La mostra ha avuto un buon afflusso di pubblico, prosegue Tassinari, oltre 20mila presenze agli inizi di maggio, con una significativa percentuale di visitatori stranieri, anche in concomitanza con l’aumento fisiologico dei flussi turistici di questi mesi. Questa rassegna offre continue possibilità di approfondimento e nuovi spunti di riflessione, tanto che alcuni visitatori tornano a visitarla, fatto non comune». Trieste, città di confine votata allo scambio di progetti e d’idee, necessita di un costante lavoro di valorizzazione del patrimonio culturale e d’internazionalizzazione del proprio profilo. A tale esigenza guardano due iniziative, una è quella del 10 e 11 luglio nell’ex Pescheria, teatro delle finali della XIV edizione del concorso ITS (International Talent Support), dedicato ai giovani talenti del mondo della moda. Tema di quest’anno: il futuro. Dal 24 luglio all’8 novembre, nella stessa sede, si terrà poi la manifestazione (a ingresso gratuito) «Il gusto di una Città. Trieste capitale del caffè». «Tale appuntamento, annuncia Tassinari, è finalizzato a promuovere “Trieste capitale del caffè”, l’iniziativa di collegamento tra l’area del Nord-est e Milano legata al protocollo siglato tra Comune di Trieste, Regione Friuli Venezia Giulia, illycaffè ed Expo2015». A celebrare la cultura del caffè nell’ex Pescheria sarà un allestimento improntato sul viaggio della preziosa materia prima, articolato in diverse sezioni tematiche, supportate da strumenti multimediali e da un nutrito Una veduta della mostra «La grande Trieste 1891-1914» nel Salone degli Incanti-ex Pescheria di Trieste programma di attività musicali, spettacoli, intrattenimento e da un bar con degustazioni di vare miscele, cibi e bevande rigorosamente correlati alla tradizione e al gusto del caffè. «Sarà un’occasione importantissima per approfondire tutte le tematiche legate al caffè, anticipa Tassinari, un’indagine sugli aspetti della produzione e distribuzione, sui legami culturali, storici e artistici. Il caffè viene inteso sia come bevanda, sia come luogo di incontro e scambio di idee tipico della tradizione culturale dell’Europa centrale». Trieste entra così nel circuito dei luoghi collegati a Expo Milano 2015, una grande occasione per promuovere il volto della città anche in chiave turistica. Tra le altre iniziative cittadine in programma per l’estate si segnala «L’alfabeto essenziale di Ugo Guarino», la mostra dedicata al poliedrico artista, pittore, scultore, grafico e vignettista nato a Trieste nel 1927, realizzata dal Comune in collaborazione con la Fondazione Corriere della Sera (depositaria dell’archivio dell’artista). A omaggiare Ugo Guarino, da sempre legato alla città d’origine dove ha lasciato numerose opere, è il Museo Revoltella dal 24 giugno a domenica 11 ottobre (il giorno della Barcolana, la storica regata nel golfo di Trieste). «L’esposizione, dichiara l’assessore, metterà in luce i diversi aspetti della vita artistica di Guarino, ripercorrendo le tappe della sua esperienza lavorativa sia nel mondo dell’arte sia dell’editoria (a Milano l’artista ha pubblicato ironiche vignette in quotidiani legati al Corriere della Sera). Al centro vi sarà la sezione dedicata alle esperienze militanti maturate negli anni Settanta nella Trieste della riforma psichiatrica di Franco Basaglia». Lasciata Milano, Guarino soggiornò prima a Parigi, poi per alcuni anni negli Stati Uniti, in particolare a New York. Tornato in Italia nel 1968 fu attivamente presente a Trieste, dove al seguito di Basaglia nel comprensorio dell’ospedale psichiatrico di San Giovanni, diede vita a veri e propri laboratori d’arte applicata chiamati Collettivi Arcobaleno, creando murali, slogan e manifesti entrati nella storia della città. Suo il grande murale ideato nel 1991 «Da Trieste per i porti del mondo», ancora oggi in via Tor Bandena. Da segnalare, inoltre, «Live in Trieste 2015»: quattro grandi serate in piazza Unità dove saranno di scena il rock di Paolo Nutini (23 giugno), il rap di Fedez (10 luglio), l’omaggio alla musica lirica de Il Volo (11 luglio) e lo spettacolo del comico triestino Angelo Pintus (3 luglio), conduttore di Karaoke su Italia Uno. Non mancherà, infine, il tradizionale appuntamento con Trieste Estate, rassegna di concerti e spettacoli dal vivo scanditi in un fitto calendario di eventi di musica classica e moderna, teatro, cinema, danza, arte e letteratura, ambientati in sedi e luoghi vari che comprendono piazza Verdi, il Giardino del Museo Sartorio e la Stazione ferroviaria di Campo Marzio e coinvolgono anche la periferia con le biblioteche comunali di rione, tra le quali figurano la biblioteca Quarantotti Gambini a San Giacomo e la Biblioteca Stelio Mattioni a Borgo San Sergio. Salone degli Incanti-ex Pescheria, riva Nazario Sauro 1, Trieste, lun-gio 11-19, ven-sab 11-21, dom 10-19, www.salonedeglincanti. comune.trieste.it, «La grande Trieste 1891-1914» fino al 21 giugno e «Il gusto di una Città. Trieste capitale del caffè» dal 24 luglio all’8 novembre Museo Revoltella, via Armando Diaz 27, Trieste, tel. 040/6754350, lun/mer-dom 10-19, wwwmuseorevoltella.it, «L’alfabeto essenziale di Ugo Guarino» dal 24 giugno all’11 ottobre Ebraica da nove secoli, Trieste rinnova il museo TRIESTE. Il Museo della Comunità ebraica di Trieste intitolato a Carlo e Vera Wagner presenta le proprie sale rinnovate: spazi moderni dedicati al racconto della storia ebraica (nella foto) della città dal XIII secolo a oggi. Già sede dell’ospedale israelitico e poi dell’Agenzia ebraica destinata ad accogliere i profughi in fuga dal nazismo che si imbarcavano a Trieste verso destinazioni più sicure, i locali di via del Monte 5 e 7 ospitano dal 1993 il Museo della Comunità, strutturato su due piani. I lavori di riallestimento sono incominciati nel 2014. Nello stesso anno, in occasione della Giornata europea della cultura ebraica a settembre, è stato riaperto il primo piano con la sezione dedicata alla cultura ebraica. La seconda fase è terminata invece nel marzo di quest’anno, con il coordinamento scientifico della professoressa Tullia Catalan cui si deve il riallestimento delle sale del pianterreno, un percorso sulla storia degli ebrei a Trieste raccontata con documenti e oggetti dall’insediamento della comunità ai giorni nostri suddivisi in quattro sezioni: religione, storia, Shoah e rapporto con la terra di Israele. I materiali didattici a corredo dell’esposizione permanente sono in italiano e in inglese, per avvicinare un pubblico sempre più internazionale. Il ricco patrimonio della cultura ebraica cittadina è composto di argenti, tessuti, libri e documenti, testimonianza sia della vita comunitaria ebraica, sia di quella strettamente familiare delle grandi dinastie di ebrei protagoniste della storia di Trieste. Di rilevante importanza sono anche i documenti che ricostruiscono le vicende delle deportazioni degli ebrei triestini e gli oggetti personali razziati durante la guerra e dimenticati in giacenza fino al 2000 in un deposito del Ministero del Tesoro, poi restituiti alla città. Mauro Moshe Tabor, assessore alla Cultura della Comunità ebraica di Trieste, da sempre impegnato nel recupero della memoria ebraica della città e della regione Friuli Venezia Giulia, spiega: «Il nuovo Museo vuole essere una porta aperta verso un futuro di convivenza e rispetto nel quale la nostra Comunità possa, come in passato, fornire il suo servizio per la società e per la costruzione di nuovi equilibri di pace». Museo ebraico Carlo e Vera Wagner via Del Monte 5/7 a Trieste, mar 16.00-19.00, mer 10.00-13.00, gio 16.00-19.00, tel. 040/633819, [email protected] Da sessant’anni il Castello di Miramare è un museo TRIESTE. Il Museo Storico del Castello di Miramare festeggia 60 anni di apertura. Nel 1955, infatti, in seguito agli eventi bellici della Seconda Guerra Mondiale, il Castello, dimora nobiliare che l’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo fece costruire a metà Ottocento per risiedervi con la moglie Carlotta del Belgio, e il Parco, con i giardini all’italiana e le scuderie, furono restaurati e restituiti al pubblico (nella foto, una veduta del castello con il parco, © Alessandro Savella, Courtesy APT Trieste). Il 2 giugno dello stesso anno fu inaugurato il Museo Storico del Castello di Miramare, che ospita mostre temporanee e conserva ancora intatti le opere d’arte e i lussuosi arredi originari. Museo Storico e Scuderie del Castello di Miramare viale Miramare, Trieste, lun-dom 9,00-19,00, tel. 040/224143, [email protected], www.castello-miramare.it Vedere A TRIESTE | 7 A sinistra, «Commercio» e, a destra, «Industria» di Eugenio Scomparini © Paolo Bonassi Cento volte Novecento: la collezione CRTrieste Un volume e una mostra ripercorrono attraverso 100 opere del XX secolo la storia e la mission della raccolta della Fondazione triestina Trieste. La Collezione d’Arte della Fondazione CRTrieste comprende 440 opere: sculture, grafiche e dipinti, quasi tutti del XX secolo, realizzati da alcuni tra i più importanti artisti locali e nazionali. Tale corpus è stato raccolto nel corso del Novecento, fino al 1993, dalla Cassa di Risparmio di Trieste ed è in seguito passato alla Fondazione CRTrieste, che si occupa della sua valorizzazione. Il 2 giugno si è chiusa nel Magazzino delle Idee la mostra «Cento Novecento», curata da Patrizia Fasolato, promossa dalla Provincia di Trieste con il sostegno della Fondazione CRTrieste, la collaborazione del Polo Museale del Friuli Venezia Giulia e della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. In occasione della rassegna, con cento lavori raramente visibili, è stato pubblicato un catalogo che racconta le vicende della Collezione attraverso le tredici sezioni del percorso espositivo: un itinerario a tappe nelle esperienze figurative maturate in ambito giuliano e non solo, e nella storia della città. Il volume «Cento Novecento. Un secolo d’arte in cento opere della collezione Fondazione CRTrieste», oltre alla riproduzione delle opere esposte, contiene analisi, saggi e approfondimenti di esperti e studiosi come Luciano Celli, Massimo De Grassi, Patrizia Fasolato, Vanja Strukelj, Vania Gransinigh e Maurizio Lorber. Alcune delle opere in mostra sono il risultato di acquisti fatti in gallerie o esposizioni dal 1911, spesso a sostegno di artisti del territorio, altre, invece, sono frutto di donazioni, altre ancora sono state eseguite su committenza o provengono da collezioni che rischiavano la dispersione. È il caso, per esempio, del gruppo di dipinti «Arte e Industria» della Stock, firmati tra gli altri da Giorgio de Chirico, Franco Gentilini, Ennio Morlotti e Orfeo Tamburi, una raccolta di 12 tele (perfetto connubio tra arte e pubblicità) che la Fondazione ha acquisito dallo storico stabilimento triestino nel 2008 per evitarne lo smembramento. È una scelta che rispecchia appieno la mission delle fondazioni di origine bancaria, caratterizzata dall’impegno costante nella valorizzazione e nella salvaguardia di opere espressione dell’arte territoriale, attraverso il finanziamento di restauri e la strategica acquisizione di altre opere e collezioni. Tra gli altri artisti documentati nella mostra e nel catalogo vi sono Ugo Flumiani, Edgardo Sambo, Umberto Veruda, Bruno Croatto, Vito Timmel, Carlo Sbisà, Leonor Fini, Marcello Mascherini, Vittorio Bergagna, Teodoro Wolf-Ferrari, Miela Reina, Nino Perizi, Afro e Lucio Fontana. A corredo della rassegna sono state organizzate anche svariate visite guidate ai luoghi, poco accessibili al pubblico, che custodiscono le tele e i cicli decorativi di proprietà della Fondazione. Tra questi Palazzo Economo, sede degli uffici del Mibact, dov’è conservato «Ciclo del Progresso», una serie di otto tele che decoravano il Caffè alla Stazione ideata nel 1897 da Eugenio Scomparini e realizzata con il coinvolgimento dei pittori Antonio Lonza, Giuseppe Barison, Guido Grimani e Giuseppe Pogna. Nel Palazzo del Lloyd triestino, affacciato su piazza Unità, sono custodite, invece, le grandi tele di Giuseppe Barison, eseguite nel 1912 per la sede storica della Cassa di Risparmio di Trieste, oggetto, anche quest’ultima, di apprezzate visite guidate. q Claudia Crosera Fondazione CRTrieste, via Cassa di Risparmio 10, tel. 040/633709, www.fondazionecrtrieste.it, Se avete un cannone da restaurare chiamate Mauro Vita trieste e Roveredo in Piano (PN). Attivo nel settore della conservazione dei beni culturali dal 1985, con sede poco fuori Pordenone (a Roveredo in Piano), il Laboratorio di Restauri Mauro Vita utilizza tecnologie avanzate in costante aggiornamento, in particolare nella disinfestazione ad atmosfere controllate e microonde, tecnica recentemente applicata nella conservazione delle antiche travature secentesche di Palazzo Ricchieri, sede del Museo di Pordenone. Lo stesso Laboratorio è intervenuto anche nel recupero conservativo degli armamenti della Grande Guerra, patrimonio di tante collezioni pubbliche, come quella del Museo di Redipuglia. Mauro Vita (nella foto) ha consolidato le proprie competenze nel restauro dell’artiglieria pesante sul Carso, dove ha operato tra il Sacrario Militare, il Monte San Michele e il Sacrario di Oslavia. A lui si devono inoltre gli interventi di restauro su intonaci, sculture e affreschi nel Sacrario Militare di Schio, su commissione del Ministero della Difesa, e quelli commissionati da tante piccole comunità, come nel caso dei Monumenti ai Caduti di Montereale Valcellina e di Claut, nella montagna friulana. Mauro Vita si è occupato di pezzi rari e importanti, come l’obice italiano Armstrong-Pozzuoli da 149/12 esposto nel Museo Diego de Henriquez (nella foto), obici francesi da 155, cannoni, mitragliatrici e autoblinde, ponendo rimedio, con il suo staff di esperti, a ossidazioni delle parti metalliche, corrosioni secolari e meccanismi inceppati. Ha inoltre restaurato ambulanze, lettighe e carrozze, tra cui quelle che trainate da otto cavalli neri trasportarono i feretri dell’imperatore Ferdinando e della duchessa Sofia nel loro ultimo viaggio da Sarajevo a Vienna (con sbarco a Trieste), esposte, insieme a numerosi altri pezzi restaurati da Mauro Vita, nel Museo della Guerra per la Pace Diego de Henriquez, riallestito e riaperto lo scorso anno per le celebrazioni dell’anniversario della discesa in guerra dell’Austria Ungheria. Attraverso il restauro dei suoi pezzi migliori, in esposizione permanente, il museo civico triestino si presenta come luogo della memoria e monito di pace. q Isabella Reale Vedere a TRIESTE | 8 Civico Museo della Guerra per la Pace «Diego de Henriquez», via Cumano 22, Trieste, lun/mer-dom 10-19 (in luglio e agosto aperto anche il martedì), tel. 040/6754699, www.museodehenriquez.it, [email protected] Laboratorio di Restauri Mauro Vita, via Del Lavoro 2, Roveredo in Piano (PN), tel. 0434/960497, www.vitarestauri.it, [email protected] Da 50 anni si chiama Torbandena la casa Rosada dell’arte Il gallerista ha raccontato in un libro due generazioni della sua famiglia e mezzo secolo di attività Trieste. Arriva in bicicletta, con Lula e Yoko, i suoi due amatissimi cani. Il gallerista Alessandro Rosada tiene in vita a Trieste due importanti spazi dedicati all’arte moderna e contemporanea: la Galleria Torbandena, che prende il nome dalla strada sulla quale si affaccia, Via di Tor Bandena, e festeggia cinquant’anni di attività, e Torbandena Projects, una galleria di 300 metri quadrati in un elegante palazzo di via San Nicolò, dove ad accogliermi, come in un moderno Sogno di Giacobbe, è una grande scala che collega i due piani dello spazio espositivo. Con orgoglio mi mette in mano il catalogo realizzato per i 50 anni della Galleria, un elegante libro che profuma di nuovo e di curiosità, per me, di ricordi di una vita, per lui. Nel volume che celebra l’importante anniversario, Alessandro Rosada ripercorre la storia di una passione che si tramanda di padre in figlio e che dal 1964 si protrae ininterrotta tra le mura di questo scrigno di arte. Scorrendo il libro, pagina dopo pagina, si scopre la storia di una famiglia: il contagioso amore per l’arte, la febbre per l’Informale, il fortissimo legame con Trieste, le amicizie con artisti, poeti e letterati, la passione per la carta, l’insopprimibile desiderio di viaggiare. Ci racconta che: “La Torbandena è una galleria di viandanti. C’è un’anima gitana che le ha fatto da motore. Prima a Milano. Poi a Trieste. Un amore ricambiato con Vienna. E infine un Alessandro Rosada con i suoi due profondo radicamento in terra di Spagna, tra il freddo inverno di Macani Yoko e Lula drid e il calore delle isole Canarie. Dietro questi ritagli di geografia c’è tutta quanta la poetica, il concetto, la spinta propulsiva con cui è stata portata avanti la galleria». Per la Galleria Torbandena l’estate si apre con una nuova avventura: da luglio a ottobre, in collaborazione con la direzione Portopiccolo di Sistiana, avrà infatti a disposizione uno spazio di 110 metri quadrati per esporre opere d’arte contemporanea, in una location esclusiva affacciata sul mare. A ottobre invece, negli spazi della Galleria in centro città sarà allestita una mostra con la più importante raccolta privata di Arturo Nathan (Trieste 1891-Biberach 1944), tra le poche conservate di questo artista di cui la Galleria cura, per conto degli eredi, tutte le iniziative, dall’archiviazione delle opere al coordinamento delle mostre, alla certificazione degli inediti. Ricomincia a chiacchierare. Gli propongo di giocare con i numeri per questa intervista davvero singolare. Scomponiamo in cifre 2015: 2 sogni da realizzare, 0 stima di…, 1 incontro che gli ha cambiato la vita, e 5 buoni motivi per continuare questa avventura. Non ci pensa neanche un attimo e i sogni diventano tre, uno già realizzato: «Con questo libro ho già portato a termine un sogno: nel volume del cinquantenario ripercorro la storia della mia famiglia, emerge ciò che mio padre e io siamo stati, la nostra identità». Due i sogni ancora da realizzare: «mi piacerebbe potermi rinchiudere per un mese intero nel Museo Revoltella per riallestire completamente gli spazi dedicati all’arte moderna e valorizzare i meravigliosi capolavori che contiene, mettendo in deposito quelli che capolavori non sono», afferma con un sorriso sagace e malizioso e poi prosegue: «mi piacerebbe potermi isolare per dedicarmi alla scrittura di poesia, il mio grande amore, circondato dai miei cani». Continuiamo con il nostro discorso e affrontiamo lo zero. «Zero stima di chi nell’arte trova solo un modo per speculare, senza cuore, senza sensibilità e ce ne sono tanti». Quando gli chiedo qual è l’incontro nel mondo dell’arte che gli ha cambiato la vita non esita a rispondere: «Daniele Amati, un fisico di fama internazionale, direttore della Sissa di Trieste; è il mio migliore amico, nipote del più importante collezionista italiano del Novecento, Emilio Jesi. Senza di lui non avrei mai avuto la possibilità di esporre capolavori di Juan Gris, Paul Klee, Giorgio de Chirico e Marino Marini, ad esempio». Alla fine affrontiamo i cinque motivi che lo spingono a continuare questo lavoro: «Il primo è perché sarebbe difficilissimo per me smettere di sognare le mostre che farò e che progetto in una sorta di mappa ideale delle pareti della galleria dove sono cresciuto; il secondo è che, probabilmente, senza questo punto di attrazione non potrei vedere tutto assieme il gruppo straordinario dei miei amici; il terzo: perché è una vita incredibilmente stimolante; il quarto: questo lavoro mi permette di viaggiare senza sosta; l’ultimo riguarda invece le poesie che scrivo, spesso ispirate ai miei artisti, alle opere che vedo: senza tutto questo non so se riuscirei a scrivere ancora. Non posso smettere: sono condannato!» Quando sto per andare via, bussa alla porta della Galleria, ormai chiusa, un anziano ed elegante signore con gli occhi blu e un sorriso dolce: Daniele Amati. Strano caso del destino. q Claudia Crosera Il Sestante va a caccia di premi e di stelle Trieste. L’Associazione culturale Il Sestante deve il proprio nome allo strumento ottico utilizzato per misurare l’altezza degli astri sull’orizzonte, opera per promuovere l’arte contemporanea, organizza eventi anche a scopo sociale e bandisce premi. È un’associazione fatta di artisti che vedono in Trieste un crocevia di genti e culture, un centro propulsore di arte contemporanea italiana e internazionale e di stelle nascenti. Il desiderio di andare a caccia di talenti ha portato alla prima edizione del Premio Internazionale d’Arte Contemporanea-Lynx 2015, rivolto a pittura, fotografia e digital art (iscrizioni fino all’11 luglio). Si tratta di un concorso a tema libero che consente ad artisti di qualunque età e provenienza la massima autonomia di espressione nei contenuti e nelle tecniche. Le sessanta opere finaliste (24 di pittura, 24 di fotografia e 12 di digital art) saranno selezionate da una giuria composta da artisti, galleristi, critici d’arte, editori, fotografi e collezionisti e saranno esposte in tre sedi: nella Lux Art Gallery di Trieste dal 20 settembre all’11 ottobre, nella Lokarjeva Galerija di Aidussina in Slovenia dal 6 al 27 novembre e a Livorno in dicembre. Le stesse opere saranno inoltre pubblicate sul sito www.premiolynx.com e in un catalogo edito da Franco Rosso Editore. Ai tre vincitori, uno per categoria, andrà un premio del valore complessivo di 8mila euro. Saranno inoltre assegnati premi speciali, come il Premio Under 21, il Premio Speciale Progetto «Be Art Builder» e il Premio Speciale Fiera. Venti dei 60 finalisti saranno invitati a esporre a Trieste per quattro mesi accanto a una selezione di colleghi internazionali. «Il Premio Lynx, spiegano Riccardo Tripodi ed Enea Chersicola, artisti e ideatori dell’iniziativa, nasce con l’obiettivo di confrontare attraverso la multidisciplinarietà percorsi di ricerca estranei fra loro, dalla volontà di proporre domande inedite che aprano nuovi orizzonti di analisi». L’idea di questa sfida nasce dunque dalla necessità di condividere valori, di favorire la coesione tra artisti di diversa provenienza, di permettere un confronto internazionale, di promuovere e valorizzare l’arte contemporanea offrendo un’occasione di visibilità (nella foto piazza Unità d’Italia a Trieste © Luigi Carli). Associazione culturale Il Sestante, via Tivarnella, 5, Trieste; tel. 389/6774508, 347/6091354; www.premiolynx.com; [email protected]; www.associazioneilsestante.com, «Premio Internazionale d’Arte Contemporanea-Lynx 2015» iscrizioni fino all’11 luglio WWW.TORBANDENA.COM Galleria Torbandena, via di Tor Bandena 1, mer-ven 16-20, sab 11-13/16,00-20, tel. 040/630201, www.torbandena.com Una veduta degli spazi della Galleria Torbandena TORBANDENA PROJECTS PORTOPICCOLO SISTIANA _ TRIESTE SUMMER SHOW INAUGURAZIONE SABATO 4 LUGLIO ORE 21.00 Vedere a TRIESTE | 9 Trieste Contemporanea emette ricerca in tutta Europa L’organismo culturale fondato da Franco Jesurun nel 1995 festeggia vent’anni con un Forum sul finanziamento all’arte contemporanea, premi e mostre TRIESTE. Studio Tommaseo è uno scrigno bianco dedicato all’arte contemporanea, a due passi dal centro cittadino. Una scala invita il visitatore a scendere e lo conduce verso il deus ex machina dello spazio: Giuliana Carbi Jesurun. A lei abbiamo rivolto alcune domande, iniziando dall’evento più importante organizzato dal Comitato Trieste Giuliana Carbi Jesurun Contemporanea-Dialoghi con l’arte dell’Europa centro orientale, che festeggia vent’anni il 27 giugno. Si tratta del Forum InCE di Venezia, un appuntamento biennale, un importante momento d’incontro e scambio di esperienze tra curatori di arte contemporanea provenienti prevalentemente da Paesi dell’Europa orientale. L’edizione di quest’anno, la settima, intitolata «Before numbers. Perspectives in funding contemporary art research», dedicata alle forme di finanziamento dell’arte contemporanea, si è svolta l’8 maggio nella splendida cornice settecentesca di Ca’ Rezzonico a Venezia. Siete soddisfatti dei risultati del Forum? L’adesione dei relatori e degli osservatori è stata incredibile. Abbiamo discusso i punti essenziali di un documento in favore del sostegno pubblico alla ricerca artistica. A breve inizieremo la raccolta firme, poi in ottobre lo dirameremo da Trieste. Le comunicazioni riportate al Forum di Venezia sono state più drammatiche del previsto, il bacino di provenienza era molto vario. Si è parlato, tra l’altro, di come la ricerca debba per sopravvivere camuffarsi all’interno di progetti approvati per finalità diverse, ad esempio turistiche; di come possa essere inquinata, al pari di quella scientifica, dalle pressioni del mondo economico, non dal comparto farmaceutico, ma dai colossi del mercato dell’arte come i potenti dealer americani. A fine ottobre avrete dunque un secondo appuntamento a Trieste per riflettere sulla carenza In alto, «One and twenty-four chairs» di Adrian Paci, 2012 © l’artista e Kaufmann Repetto, Milano In basso, «Airport Chapel 5» di Breda Beban, 2003 © Beban’s Estate e Kalfayan Galleries, Athens-Thessaloniki di risorse alla ricerca nell’arte contemporanea. Sì, vorremmo portare all’attenzione della gente il fatto che a tutti i livelli di governo (europeo, nazionale e locale) i sistemi di finanziamento pubblico sono vere e proprie decisioni di politica culturale che si ripercuotono molto più di quanto si pensi sulla qualità futura della comunità civile, anche subdolamente. In alcuni Paesi è molto evidente. Per questo bisogna garantire alla ricerca il suo connaturato spazio libero, che deve essere pensato come un cruciale incubatore d’immaginazione e innovazione dove testare nuovi processi per la preparazione della sfera pubblica futura. Sarà un intenso weekend, oltre ai lavori del forum vero e proprio, avremo tavoli di discussione, approfondimenti tematici, proiezioni video e talk pubblici di artisti e curatori. Creare un osservatorio permanente sull’arte e la cultura dell’Europa centro orientale è uno degli obiettivi di Trieste Contemporanea. Quali progetti avete in cantiere? Le iniziative sono molte. L’attività in sede sarà cadenzata dalle mostre e dagli incontri diretti con gli artisti dei nostri due format «Videospritz» e «Fotospritz» (incontri internazionali di video e fotografia Ndr), bandiremo la call per il Premio Giovane Emergente Europeo 2015, osservatorio molto stimolante sulla produzione più fresca dell’Europa dell’Est. Porteremo a Vilnius (in Lituania) e a Minsk (in Bielorussia) la nostra iniziativa sull’eclettico artista e drammaturgo Stanisław Ignacy Witkiewicz e sulla sua grande influenza su Tadeusz Kantor (di cui quest’anno cade il centenario della nascita). Presenteremo poi in varie sedi europee il progetto croato-sloveno-italiano «Smuggling Anthologies». A settembre ospiteremo la conclusione del progetto sloveno-austriaco-italiano «Zipped World», che affronta la fotografia come arte pubblica. Mentre tra le mostre di novembre sarà divertente vedere cosa combineranno, lavorando per la prima volta insieme, Tomislav Brajnović e Igor Eskinja. Lo scorso anno si è svolta la prima edizione del concorso «Squeeze It» dedicato a Franco Jesurun (fondatore di Trieste Contemporanea e dello Studio Tommaseo), finalizzato a promuovere nuove creazioni artistiche nate dalla contaminazione tra teatro e arti visive. È contenta dei risultati? Vedere gareggiare con tanto impegno i tre giovani finalisti è stata una vera delizia! Le loro azioni erano diversissime. I tre provenivano da Finlandia, Germania e Croazia. Alla fine è stato il gruppo croato Komična Hunta ad aggiudicarsi il premio Franco Jesurun. Sono felice di diffondere da queste pagine la notizia che Adrian Paci soprintenderà alla fine di giugno alla realizzazione del video dell’azione vincitrice, che era poi il premio in palio. Il concorso è stato in assoluto una sperimentazione e l’energia che abbiamo visto, anche nell’efficacissimo esercizio di scambio tra i giovani partecipanti al workshop da noi organizzato, ci ha convinto a far uscire subito il nuovo bando 2016, dando così la possibilità anche alle strutture educative europee di arti visive e performative di inserire nel loro programma la partecipazione dei propri studenti al concorso. q Claudia Crosera Trieste Contemporanea-Studio Tommaseo, via del Monte 2/1, Trieste, lun-sab 17-20, tel. 040/639187, www.triestecontemporanea.it, «Zipped World. Photography in Public Domain» dal 5 set. al 4 nov.; «Before numbers. Issues and Activities (Seventh CEI Venice Forum for ContemporaryArt Curators. Second Session)» 23 ott.; «Tomislav Brajnović e Igor Eskinja» dal 7 nov. 05.09.15 inaugurazione mostra ZIPPED WORLD. PHOTOGRAPHY IN PUBLIC DOMAIN 15.10.15 deadline presentazione candidature PREMIO GIOVANE EMERGENTE EUROPEO 2015 23.10.15 CEI TRIESTE FORUM FOR CONTEMPORARY ART CURATORS 2015 07.11.15 inaugurazione mostra TOMISLAV BRAJNOVIC – IGOR ESKINJA triestecontemporanea. dialoghi con l’arte dell’europa centro orientale www.triestecontemporanea.it Vedere a TRIESTE | 10 Quei Longobardi a colori amici dei bimbi Famiglie e scuole visitano i monumenti dell’antico popolo germanico: mostre, bandi e iniziative del Comune di Cividale del Friuli Cividale del Friuli (Ud). Per rendere divertente la visita ai monumenti di età longobarda, il Comune di Cividale ha realizzato alcune iniziative dedicate ai bambini, alle famiglie e alle scuole. «L’Italia dei Longobardi. I luoghi e i protagonisti», per esempio, è un’interessante mostra di illustrazioni a misura di bambino allestita nel Monastero di Santa Maria in Valle. Le linee semplici e i toni vivaci delle tavole del giovane illustratore per l’infanzia Tommaso Levente Tani, dedicate alle sette località del sito seriale longobardo patrimonio Unesco, costituiscono la prima guida illustrata ai monumenti del sito. Accanto a quelle di Cividale vi sono le immagini simbolo delle altre città longobarde in Italia, da Brescia a Castelseprio, da Spoleto a Campello sul Clitunno, da Benevento a Monte Sant’Angelo, unite in un percorso colorato che sottolinea l’importanza di tale patrimonio nel nostro Paese. «Nel documentarmi per realizzare questo lavoro, spiega l’artista, ho avuto il piacere e il divertimento di leggere e sfogliare svariati testi. Mi ha colpito vedere che dagli anni ’50 a oggi è cambiata moltissimo l’opinione degli italiani su questo popolo. E sono felice che finalmente sui longobardi si sia posata la luce che meritano, una luce calda come i colori che in una recente ricostruzione sono stati accostati all’altare di Ratchis, gli stessi che anch’io ho utilizzato. Ho scelto immagini d’immediata comprensione, continua l’artista, che facilitino la lettura attraverso elementi ricorrenti: i re e le attività quotidiane. I re perché ho ritrovato in loro la linearità che rende la storia delle grandi monarchie europee più semplice, come se le vite dei monarchi fossero piccoli promemoria per memorizzare lo scorrere del tempo. Le attività quotidiane perché racchiudono lo spirito dell’epoca». Ai bambini delle scuole sono anche dedicate le iniziative di Archeoscuola, il laboratorio didattico che realizza attività educative nei maggiori musei cittadini e che, su incarico del Comune di Cividale, ha creato le schede didattiche per il Tempietto Longobardo e il monastero di Santa Maria in Valle «Archeogiochiamo al Tempietto Longobardo con Berta e Bianca»: un supporto divertente per i giovani visitatori dei monumenti cividalesi. Sono in programma altre schede dedicate ai maggiori monumenti cittadini, come il Duomo, il Palazzo dei Provveditori, il Ponte del Diavolo e le mura di cinta di Cividale. Per incrementare le visite scolastiche a Cividale, l’Associazione Italia Langobardorum, struttura che gestisce il sito Unesco «I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)», a ottobre metterà a disposizione tramite un bando dei finanziamenti alle scuole secondarie per i viaggi d’istruzione nei siti Unesco e in tutti i luoghi legati alla cultura e alle tradizioni longobarde. Monastero di Santa Maria in Valle, Via Monastero Maggiore, n. 34, Cividale del Friuli (UD), dal 1 aprile al 30 settembre lun-ven 10.0013.00 e 15.00-18.00, sab-dom e festivi 10.00-18.00, dal 1 ottobre al 31 marzo lun-ven 10.00-13.00 e 14.00-17.00; sab-dom e festivi 10.00-17.00, tel. 0432/700867, www.tempiettolongobardo.it, [email protected], «Tommaso Levente Tani: l’Italia dei Longobardi, i luoghi e i protagonisti» dal 7 novembre 2014 Una delle illustrazione realizzate da Tommaso Levente Tani Era una corte longobarda; ora è il Monastero di Santa Maria in Valle Cividale del Friuli (UD). Fino al 28 febbraio 2016 nella cappella dell’Eucarestia delle monache della Chiesa San Giovanni nel Monastero di Santa Maria in Valle sono esposti una cinquantina di pezzi, tra reperti archeologici e opere d’arte medievale, tutti pertinenti al Monastero. Curata da Luca Villa e nata dalla collaborazione del Comune di Cividale con il Mibact, la mostra riporta nel Monastero sia i manufatti provenienti da questi luoghi (conservati nel Museo Archeologico Nazionale di Cividale), sia i reperti delle nuove ricerche archeologiche svolte in questi spazi negli ultimi anni, nel tentativo di ricostruire l’antico splendore degli arredi originari. La maggior parte degli oggetti proviene dalle collezioni della Soprin- tendenza archeologica e dalla Soprintendenza storico-artistica del Friuli Venezia Giulia e sono tutti databili dalla Roma di età imperiale al Rinascimento. Accanto alle monete antiche e a un’importante croce astile dell’VIII secolo in lamina d’argento dorata (la cosiddetta Croce di Santa Maria in Valle) si possono ammirare frammenti di cornici marmoree decorate, tessere musive e frammenti di vetro, anfore e parti di vasellame in ceramica (nella foto, piatto in ceramica graffita della tavola del Monastero rinascimentale), fibbie e bottoni. Ma non è tutto, vi sono anche alcuni materiali rinvenuti in tre tombe longobarde scoperte nel XVIII secolo sotto la chiesa di San Giovanni: una serie di piccole croci in lamina d’oro individuate all’interno di sarcofagi marmorei d’illustri famiglie nobili. Tra i pezzi di maggior rilievo si segnalano alcuni esempi di scultura lignea del Duecento, come i due «Dolenti» (la Vergine e san Giovanni), oggetto di un lungo e accurato restauro realizzato nel 2014 a Udine, nel laboratorio di restauro della Soprintendenza per i beni storici, artisti ed etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia. «È un’occasione unica per vedere nel luogo da cui provengono, alcune opere di grande pregio», ricorda il curatore Luca Villa, che prosegue «questi manufatti, con i reperti provenienti dalle recenti scoperte archeologiche, vengono contestualizzati all’interno del racconto dell’evoluzione di uno dei più importanti complessi monumentali della Cividale longobarda e medievale: la corte regia longobarda poi divenuta Monastero di Santa Maria in Valle». Monastero di Santa Maria in Valle via Monastero Maggiore 34, Cividale del Friuli (UD), apr.-set. lun-ven 10.00-13.00/15.00-18.00, sab-dom-festivi 10.00-18.00), ott.-mar. lun-ven 10.00-13.00/14.0017.00, sab-dom-festivi 10.00- 17.00, tel. 0432/700867, www. tempiettolongobardo.it, «Preziosi ritorni» fino al 28 febbraio 2016 Un’immagine dallo spettacolo del Belarus Free Theatre L’acqua protagonista del Mittelfest Temi, ospiti, appuntamenti e novità della 24ma edizione del Festival della Mitteleuropa diretto da Franco Calabretto Cividale del Friuli (Ud). Si apre una nuova era per il Festival della Mitteleuropa, giunto alla 24ma edizione grazie al costante contributo della Regione Friuli Venezia Giulia. Mittelfest 2015 «Il colore dell’acqua», in programma dal 18 al 26 luglio, si nutre (come sempre) di musica, teatro, danza, cinema e incontri, richiama l’attenzione e contribuisce a modellare una comune identità europea e, attraverso un cartellone ricco di appuntamenti, trasforma la città Patrimonio Unesco in un palcoscenico a cielo aperto. La 24ma edizione è il primo capitolo di una trilogia (che si concluderà nel 2017) dedicata all’acqua, all’aria e alla terra: tre elementi, ma anche beni comuni. Nell’anno dell’Expo non poteva che essere l’acqua, con i suoi colori, il tema del festival. A essa si legano la tutela del territorio e la mobilità dei popoli. Sin dalla comparsa dell’uomo, infatti, è stata l’imprescindibile risorsa naturale attorno alla quale costruire città e accampamenti e la prima via di comunicazione per mettere in contatto persone e civiltà distanti. Cividale, attraversata dalle acque del fiume Natisone, ne è un esempio. Con una sessantina di spettacoli in nove giorni, il festival cividalese, tradizionalmente legato alla scena culturale della Mitteleuropa, estende il proprio sguardo anche all’area del mare Mediterraneo, rafforzando il suo ruolo internazionale e d’incontro tra culture lontane. Tra i numerosi ospiti figurano il noto musicista armeno Arto Tuncboyaciyan e la Istanbul Symphony Orchestra, impegnata nella prima esecuzione italiana del concerto Water Dances, firmato dal pianista e compositore Michael Nyman. «Una duplice presenza che vuol anche essere un tentativo di conciliazione turco-armena all’interno di un festival volto da sempre a promuovere ideali d’incontro e pacificazione, spiega il direttore artistico Franco Calabretto anticipando alcuni eventi di punta, ancora nel segno dell’incontro è l’attesa presenza del duo Amal, composto da due pianisti, uno israeliano e uno palestinese, che suonano insieme in perfetta sincronia ed empatia. In arabo amal significa speranza. Si potranno poi ammirare due signore della danza mondiale: la coreografa Carolyn Carlson, che all’acqua ha dedicato alcune delle sue più intense creazioni, presenterà per la prima volta in Italia il trittico “Short stories”, mentre Alessandra Ferri, con la sua danza morbida, dimostrerà come per i grandi artisti la maturità sia un dono, una sfida per idee nuove ricca d’inedite sfumature. L’attrice Stefania Rocca sarà invece protagonista del debutto in prima assoluta di un’opera di Schnitzler (mai rappresentata prima d’ora nel nostro Pease). Si tratta di una coproduzione con il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia che descrive la spietatezza e la violenza degli scontri familiari. Un altro importante evento internazionale è quello con il Belarus Free Theatre, un gruppo composto da artisti bielorussi impegnati in un esplosivo teatro civile e di denuncia, ricercati o esiliati dal loro Paese, ove vige l’ultima dittatura d’Europa». Grazie all’impegno del direttore artistico Franco Calabretto, il festival da quest’anno è entrato nel circuito dell’Efa (European Festival Association), che allarga il processo d’internalizzazione e garantisce la possibilità di condividere, con i più importanti festival europei, progetti culturali comuni a lungo termine. Mittelfest 2015, Cividale del Friuli (UD), ufficio informazioni Stretta San Martino 4, tel. 0432/730793, www.mittelfest.org, «Mittelfest 2015. Il colore dell’acqua» dal 18 al 26 luglio Dubai premia Aquileia in 3D Nell’antica Roma per gioco Aquileia (Ud). Antica Aquileia 3D è l’app della Fondazione Aquileia che ricostruisce virtualmente la colonia romana. Tale applicazione ha vinto nel 2015 il World Summit Award Mobile Content, premio promosso dall’Unesco e dalle Nazioni Unite, al quale hanno partecipato 20mila concorrenti provenienti da 150 Paesi. Tra 200 finalisti sono stati individuati 40 vincitori, divisi in 8 categorie tematiche. La sfida finale si è svolta a Dubai il 3 febbraio scorso, dove tra i 40 vincitori vi è stata l’app finanziata e promossa dalla Fondazione Aquileia, sviluppata da Ikon e Nudesign, giudicata il prodotto digitale più innovativo e interessante e premiata come Global Champion della sua categoria. Le nuove tecnologie sono state impiegate a servizio dell’arte e dell’archeologia per diffondere a un pubblico sempre più ampio la passione e la conoscenza del patrimonio archeologico di Aquileia: partendo da ciò che è rimasto si aiuta il visitatore a ricostruire ciò che non c’è più. Davanti agli occhi del turista si ricompongono nelle ubicazioni originarie edifici come l’anfiteatro, le domus, i mercati (nella foto, un rendering), il circo, le costruzioni del foro e del porto. Dopo aver letto una scheda descrittiva, che ripercorre la storia critica del sito, si può procedere alla visita virtuale in 3D, oppure entrare nella galleria fotografica dove è possibile visionare numerose immagini e ricostruzioni da molteplici punti di vista. Tutte le informazioni sia testuali (in italiano e in inglese), sia grafiche, sono state formulate con il supporto scientifico di un team di archeologi, il cui lavoro ha permesso di ricostruire fedeli modelli tridimensionali dell’antica Aquileia. Scaricabile gratuitamente su tablet o smartphone (da Apple Store e da Google Play), l’app permette, partendo dai resti visibili e attraverso l’utilizzo di sistemi di realtà aumentata, di ricreare virtualmente e in modo realistico l’Aquileia romana esattamente come appariva nell’antichità. Aquileia (Ud). L’estate di Aquileia non si dimentica dei piccoli appassionati di arte e archeologia e presenta cinque nuovi percorsi dedicati ai bambini da 5 a 10 anni. Guardare, ascoltare, fare esperienza diretta e lavorare, per gioco, calandosi nei panni degli abitanti dell’antica Roma. È questa, in sintesi, l’esperienza dei laboratori ludico-didattici di Aquileia Lab, organizzati dalla Fondazione Aquileia in collaborazione con Immaginario Scientifico. L’antica Roma prende vita, facendo di gioco e divertimento il connubio vincente (l’appuntamento è un sabato al mese da maggio a settembre nella Stalla Pasqualis). Nel laboratorio che si è svolto a maggio intitolato «Con le mani in pasta» (nella foto, © Gianluca Baronchelli) sono state mostrate le tecniche con le quali i romani lavoravano i cereali per ottenere il pane. Giugno si apre con un incontro dedicato alla geografia: i piccoli esploratori potranno cimentarsi nella creazione di una carta geografica scoprendo fino a dove arrivavano i confini dell’impero romano. Agli appassionati di musica è dedicato il percorso «Musica, danza e non solo…», grazie al quale sarà possibile conoscere gli strumenti musicali e le melodie preferite dei romani, anche provando a costruire un piccolo oggetto musicale su modello di quelli antichi. Nel laboratorio dedicato all’arte e all’architettura, ripercorrendo le orme di Vitruvio, i bambini scopriranno, invece, come si progettavano, costruivano e decoravano abitazioni private ed edifici pubblici e impareranno a dipingere un’opera d’arte preparando i pigmenti. A settembre, infine, vi è l’ultimo appuntamento, dedicato ai «Giochi dei romani», o meglio, ai divertimenti dei bambini dell’antichità, che con semplici oggetti come noci, sassolini, creta e un pizzico di fantasia inventavano giochi sorprendenti. Il sesto Festival dell’archeologia al cinema I mosaici della Südhalle stregano l’Europa Aquileia (UD). Aquileia vince la tredicesima edizione del Premio per il Patrimonio culturale dell’unione Europea-Europa Nostra Awards (2015), riservato ai migliori progetti di conservazione, gestione ricerca e comunicazione del patrimonio culturale europeo. Dei 28 riconoscimenti distinti in quattro categorie (conservazione; ricerca e digitalizzazione; contributi esemplari; istruzione, formazione e sensibilizzazione) tre sono andati a progetti italiani, che verranno premiati l’11 giugno a Oslo in occasione del Congresso di Europa Nostra sul patrimonio europeo. La vittoria nella categoria «conservazione» va alla Fondazione Aquileia per il progetto di valorizzazione dei mosaici della Südhalle e alla Sardegna per quello delle sculture nuragiche di Mont’e Prama, mentre nella categoria «ricerca e digitalizzazione» sarà premiata la città dei dogi per il tour virtuale dei tesori dell’area marciana denominato «Le meraviglie di Venezia». Il piano di valorizzazione dei mosaici paleocristiani, realizzati tra la fine del IV e gli inizi del V secolo d.C. nella sala sud del Battistero della basilica di Aquileia, da un lato rende accessibile l’area al pubblico e dall’altro preserva i manufatti dal deterioramento. Ideato dagli architetti bresciani Giovanni Tortelli e Roberto Frassoni, il progetto ha convinto la giuria per l’armoniosa sintesi tra necessità conservative dei mosaici e possibilità di renderli fruibili al pubblico: un perfetto equilibrio tra l’antico e il contemporaneo, ottenuto grazie a una moderna protezione delle vestigia archeologiche all’aperto tenendo conto delle più recenti tecniche di conservazione. Si possono ammirare otre trecento metri quadrati di pavimento musivo (nella foto, © Gianluca Baronchelli), sapientemente restaurato dal Gruppo Mosaicisti di Ravenna e, sulla parete, un importante brano di mosaico proveniente dal nartece della Basilica, raffigurante un pavone a ruota spiegata, oltre ad alcuni sarcofagi antichi rinvenuti nei pressi del complesso basilicale. «Si tratta di un riconoscimento particolarmente significativo» commenta il neoeletto presidente della Fondazione Aquileia, Antonio Zanardi Landi «ed è di buon auspicio per una futura, intensificata collaborazione tra la Fondazione e la Commissione Europea, dalla quale ci si augura di ottenere un sostegno importante per l’opera di valorizzazione ad ampio raggio che si intende compiere ad Aquileia». Südhalle, Battistero della basilica di Aquileia, da aprile al 30 settembre lun-dom 9-19, www.fondazioneaquileia.it Aquileia (UD). Giunge alla sesta edizione la rassegna internazionale di cinema archeologico «Aquileia Film Festival», organizzata dalla Fondazione Aquileia in collaborazione con la Rassegna internazionale del cinema archeologico di Rovereto e con la rivista Archeologia Viva. Il 29, 30 e 31 luglio, durante le tre serate del Festival, saranno proiettati in piazza del Capitolo dalle 21.00 cinque documentari di tema archeologico. Tutte le sere, nell’intervallo tra i film, si terranno conversazioni con importanti studiosi e giornalisti scientifici come Alberto Angela, il filologo, storico e saggista Luciano Canfora, l’archeologa Simona Rafanelli e il musicista Stefano Cantini. Novità del 2015 è la presenza di un bookshop, dove troveranno ampio spazio libri di tema storico-archeologico e nuove pubblicazioni della casa editrice romana specializzata nel settore, Arbor Sapientiae, la cui mission è di offrire visibilità a tutti gli studiosi italiani attivi nell’ambito delle scienze umanistiche. Mercoledì 29 luglio verrà proiettato «Tauchgang in die Vergangenheit-Pavlopetri (PavlopetriUn tuffo nel passato)», film inglese del 2011 dedicato alla scoperta negli anni Sessanta della più antica città sommersa del mondo, sorta due millenni fa sulle coste meridionali della Grecia. Di seguito il francese «Le Sarcophage glacé de Mongolie (I dominatori delle gelide steppe)», un docu-film del 2013 sulla scoperta di tombe congelate dei guerrieri sciti nelle steppe della Mongolia, tra le più antiche del pianeta. Giovedì 30 luglio sarà la volta di «Milenario Perú: la historia inexplorada (Il Perù millenario: una storia inesplorata)», film spagnolo del 2012 in cui si ripercorre la storia delle prime civiltà peruviane quattro millenni prima degli Incas. Seguirà «Le scribe qui dessine (Lo scriba che dipinge)», produzione francese del 2013 che ricostruisce la genesi delle opere d’arte egizie dei cosiddetti «scriba dei contorni». L’ultima serata, invece, sarà dedicata al film italiano di Paolo Chio- Stalla Pasqualis via Giulia Augusta, tel. 347/5422876; ufficiostampa@ fondazioneaquileia.it): «Aquileia Lab», 16 maggio, 27 giugno, 18 luglio, 22 agosto, 12 settembre dalle ore 16.00 darelli girato lo scorso anno che ricostruisce le memorie della Grande Guerra emerse dagli scavi archeologici di Punta Linke, sul versante trentino del Parco dello Stelvio. Durante tutte le serate il pubblico (nella foto di Gianluca Baronchelli, una veduta della scorsa edizione) potrà votare il proprio film preferito, decretando così il vincitore del Premio Aquileia, cui andrà un prezioso mosaico opera della Scuola Mosaicisti del Friuli Venezia Giulia. «Aquileia Film festival», piazza del Capitolo, 29, 30 e 31 luglio dalle 21, www.fondazioneaquileia.it, www.archeologiaviva.it A Villa Manin 400 opere scappate da Stalin Codroipo (UD). Trecento opere realizzate in Russia nel primo trentennio del Novecento, provenienti dalla collezione di George Costakis, sono esposte in Villa Manin. Il collezionista nato a Mosca da genitori greci è noto per avere salvato dall’ostracismo del regime stalinista opere fondamentali dei movimenti rivoluzionari russi del secolo scorso. La mostra, curata da Maria Tsantsanoglou e Angeliki Charistou, è un’enciclopedia dell’avanguardia, analizzata attraverso 300 opere e numerose voci, tra cui Nuovo Impressionismo e Simbolismo, due movimenti rappresentati da dipinti d’inizio secolo di Kazimir Malevic (nella foto, «Ritratto» del 1910) e Ivan Kljun; Cubo-futurismo, sviluppato nel 1912 da Ljubov Popova e Aleksej Morgunov; scuola di Cultura Organica, nata negli anni ’20 con Ksenia e Boris Ender; Suprematismo, che vanta tra i suoi massimi esponenti Malevic e Popova e, ancora, il Cosmismo di Michail Plaksin, il Proiezionismo di Solomon Nikritin, la Nuova Rappre- sentazione Organica di Kliment Red’Ko e il Costruttivismo elaborato da Aleksandr Rodčenko, noto pittore, fotografo e grafico russo cui è dedicata anche la retrospettiva «Aleksandr Rodčenko. Fotografia», curata da Ol’ga Sviblova (stessa sede, stessa data). Cento fotografie, collage, fotomontaggi, copertine, stampe e pubblicità, provenienti dal Multimedia Complex of Actual Arts (Moscow House of Photography Museum) di Mosca, documentano la rivoluzionaria produzione fotografica dell’eclettico artista e consegnano uno spaccato dei volti, delle mode e dell’architettura della Russia degli anni Venti e Trenta. q J.D. Villa Manin, piazza Manin 10, Passariano di Codroipo, mar-dom 10-19, tel. 0432/821211, www,villamanin.it, «Capolavori della collezione Costakis» e «Aleksandr Rodcenko. Fotografia» fino al 28 giugno Vedere a UDINE | 13 Iniziale miniata del manoscritto dell’Inferno di Dante della Biblioteca Guarneriana (cod. 200), inizi XV secolo È Dante la superstar della più antica biblioteca del Friuli Nella Guarneriana, rari manoscritti, codici miniati, libri a stampa e un progetto ispirato al sommo poeta San Daniele del Friuli (Ud). La Biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli deve il suo nome al nobile Guarnerio d’Artegna, nato agli albori del XV secolo, laureato a Padova, amico del cardinale Bessarione, legato alla curia pontificia e ai circoli intellettuali più importanti di Roma, dove si era trasferito per completare la sua formazione. Rientrato in Friuli scelse di intraprendere la carriera ecclesiastica. Aderì ai nuovi ideali dell’Umanesimo, si dedicò alla copia di codici antichi e aprì nella sua dimora uno Scriptorium, seguendo il sogno di creare una biblioteca con i più importanti codici della cultura classica e contemporanea. Nel testamento redatto il 10 ottobre 1466, Guarnerio stabilì che la sua biblioteca composta da 173 manoscritti di letteratura classica e umanistica fosse donata alla città di San Daniele. Così questo patrimonio di codici passò tra le proprietà del Comune e diventò di pubblico dominio: è la più antica biblioteca del Friuli Venezia Giulia ed è tra le prime istituzioni destinate alla pubblica lettura in Italia. Nel Settecento si arricchì di un altro importantissimo lascito, quello di monsignor Giusto Fontanini, che alla sua morte, nel 1736, donò alla Guarneriana più di 2mila tra codici manoscritti e libri a stampa. Il patrimonio librario della Guarneriana consta di manufatti preziosissimi tra cui si annoverano monumentali codici miniati come le Bibbie Atlantiche dell’XI e XII secolo, codici con preziosi fregi su fondo oro, Libri d’Ore con decorazioni fiamminghe della metà del Quattrocento, la cosiddetta «Bibbia Bizantina» rifinita con splendide miniature e, ancora, circa 600 codici, più di 80 incunaboli e 700 cinquecentine. Mancano all’appello una decina di rari manoscritti tra cui tre volumi di Tito Livio, scelti tra le opere migliori della biblioteca durante le spoliazioni di età napoleonica alla fine del Settecento e oggi conservati nella Bibliothèque Nationale de France a Parigi. Di particolare interesse è il Codice dell’Inferno di Dante, il cosiddetto «Dante Guarneriano», risalente agli inizi del Quattrocento e proveniente dal lascito Fontanini. Del manoscritto, abbellito da miniature che ricordano la produzione pittorica degli allievi di scuola giottesca, recentemente è stata stampata un’edizione anastatica a cura di Angelo Floramo, intitolata «Dante Guarneriano. Bellezza in codice» ed edita da Roberto Vattori con il sostegno della Fondazione CRUP. In omaggio a questo codice e alle celebrazioni per i 750 anni dalla nascita di Dante è stato avviato il progetto «San Daniele 2020. Giardino Inatteso» curato dal Centro Friulano Arti Plastiche. Artisti, architetti, designer e studenti sono stati invitati a progettare e realizzare insieme un’esposizione in spazi privati e pubblici di San Daniele ispirandosi alla caduta di Lucifero e all’ultimo verso dell’Inferno di Dante: «E quindi, uscimmo a riveder le stelle». Le opere e le installazioni ripercorrono i temi cardine dei 34 canti dell’Inferno in un percorso tematico ascensionale che conduce alla sommità della collina ove si trova la Biblioteca ed è possibile «riveder le stelle». «Il progetto artistico si propone come una nuova e innovativa forma di sviluppo sostenibile, attraverso la valorizzazione delle risorse territoriali, culturali e creative di San Daniele. L’ideazione e la realizzazione di opere d’arte, installazioni temporanee ed eventi sono l’essenza di un progetto che, attraverso la rilettura dell’Inferno di Dante, punta a riscoprire storici attraversamenti, angoli lontani dai consueti percorsi, scorciatoie, vicoli nascosti e luoghi inattesi del tessuto urbano del centro e dei borghi. La faticosa salita al colle invita a una diversa forma di mobilità sostenibile e alla scoperta di nuovi modi di vivere la città collinare», spiega il presidente del centro, Michele Gortan. Tra i vari luoghi d’arte da visitare a San Daniele non va dimenticata la quattrocentesca Chiesa di Sant’Antonio Abate, detta la «piccola Sistina del Friuli», dove il pittore Pellegrino da San Daniele, attivo tra Udine, Ferrara e San Daniele tra Quattro e Cinquecento, ha eseguito in circa venticinque anni (dal 1498 al 1522) il più ampio e interessante ciclo di affreschi rinascimentali di tutta la regione. Da segnalare, infine, nel seicentesco convento di San Domenico, il Museo del Territorio, istituzione che conserva testimonianze di vita della comunità locale e ripercorre la storia della città attraverso opere d’arte e oggetti quotidiani. Dal mese di giugno, il tradizionale percorso verrà arricchito da una nuova sezione archeologica nella quale saranno esposti reperti di epoca romana rinvenuti in scavi effettuati nei territori limitrofi, in particolare nella necropoli di Coseanetto: bronzetti votivi, resti di mosaici, balsamari in vetro, anfore e urne cinerarie. Civica Biblioteca Guarneriana via Roma 10, visite su prenotazione, tel. 0432/946564, [email protected], www.guarneriana.it Museo del Territorio via Udine 4, orario estivo, 1 giugno-30 settembre, ven-sab 9.30-12.30, dom 10.00-12.30/14.30-18.00, tel. 0432/945584, [email protected], www.museosandaniele.it Chiesa di Sant’Antonio Abate via Garibaldi, aperta tutti i giorni san daniele del friuli UFFICIO TURISTICO Via Roma, 3 tel./fax 0432 940765 www.infosandaniele.com [email protected] Lunedì 9.30-12.30, dal martedì al venerdì 9.30-12.30; 15-18 Sabato, Domenica e festivi 10.30-12.30; 16-18 CIVICA BIBLIOTECA GUARNERIANA Via Roma, 10 Visite guidate a pagamento e solo su prenotazione allo 0432 946564 Info: [email protected] www.guarneriana.it Vedere A UDINE | 14 MUSEO DEL TERRITORIO Via Udine, 4 Info: tel./fax 0432 954484 [email protected] www.museosandaniele.it; ingresso a pagamento € 3 Orario invernale (1 ottobre-31 maggio) venerdì e sabato 9.30-12.30 domenica 14.30-18; martedì, mercoledì e giovedì visite su prenotazione Orario estivo (1 giugno-30 settembre) venerdì e sabato 9.30-12.30 domenica: 10-12.30; 14.30-18 martedì, mercoledì e giovedì visite su prenotazione CHIESA DI SANT’ANTONIO ABATE Via Garibaldi Aperta tutti i giorni. Gutai messo a segno da Artesegno La casa d’aste di Domenico De Stefano punta sul movimento giapponese Udine. Fondata nel 1991 nello storico Palazzo Scaini, specializzata nell’arte contemporanea storicizzata e in quella delle nuove generazioni, forte dell’intensa attività commerciale, la Galleria Artesegno è diventata nel 2008 anche casa d’aste. A raccontare il doppio volto di questa affermata realtà è Domenico De Stefano, che insieme ai soci Roberto Rizzi e Anna Sanna, porta avanti questa sfida, sempre alla ricerca di nuove strategie. In maggio si è chiusa la 34ma asta di arte contemporanea, con opere di artisti moderni e contemporanei nazionali e internazionali. Qual è il bilancio? Si è trattato di un’asta molto ricca. Mi riferisco in particolare alle sessioni dedicate al Gutai, con opere importanti dei maggiori esponenti di questo movimento giapponese fondato nel 1954 da Jiro Yoshihara, conclusosi nel 1972 alla sua morte. Leader carismatico era riuscito ad attrarre un gruppo di giovani artisti tra cui Shozo Shimamoto, Kazuo Shiraga, Yasuo Sumi, Sadamasa Motonaga, Saburo Murakami, Tsuyoshi Maekawa, Yozo Ukita, Takesada Matsutani e Yutaka Funai. Gutai significa concreto. Questo termine è l’indizio del fortissimo interesse del gruppo per il momento dell’atto creativo e per i materiali impiegati nella realizzazione dell’opera. Nel manifesto del Gutai, scritto da Yoshihara nel 1956, si legge: «L’arte Gutai non trasforma la materia. L’arte Gutai dà vita alla materia». Il mercato dell’arte contemporanea in Italia sta ricominciando a crescere? Il mercato in Italia ha ripreso lentamente a crescere. La domanda più che all’arte regionale è indirizzata alle esperienze nazionali come il movimento cinetico, espressione della poetica del padovano Gruppo N, cui appartenevano artisti come Alberto Biasi e Manfredo Massironi, attivi dagli anni Sessanta. C’è richiesta anche per le opere del movimento dell’arte analitica. Voi che cosa proponete per attirare una clientela anche internazionale? Il mercato regionale è costituito da una clientela fedele e si può dire che nonostante la crisi è sempre interessato agli artisti attivi in Friuli Venezia Giulia, come Giovanni Napoleone Pellis e Fred Pittino, Marco Davanzo, Carlo Ciussi, Giorgio Celiberti e Cesare Mocchiutti. Ma recentemente il collezionismo in regione è maturato indirizzandosi anche ad artisti internazionali. La nostra casa d’aste è molto cresciuta in questi anni, per l’attenzione che abbiamo rivolto agli artisti presenti nel mercato internazionale, dalle avanguardie del secondo dopoguerra a oggi. Nell’ultima asta abbiamo offerto opere importanti di Roman Opalka (1931-2011), Karel Appel (1921-2006) e Carlos Cruz-Diez (1923). Che cosa consiglierebbe a un collezionista debuttante? Proverei a convincerlo ad accostarsi all’esperienza Gutai. È un movimento ormai affermato che ultimamente ha avuto un’esplosione a livello internazionale come testimoniano le molte recenti mostre tra cui «Gutai: Splendid Playground», nel Guggenheim Museum di New York nel 2013. Nelle nostre aste proponiamo opere di questo movimento provenienti dalle più interessanti piazze del mercato mondiale, come New York e Hong Kong, e dall’Europa. La nostra casa d’aste si è specializzata in questo settore, è l’unica in regione a offrire opere del movimento. Un’opera molto interessante nell’ultima asta era «Whirlpool» di Shozo Shimamoto, appartenente alla serie «Uzumaki», che significa vortice, nome che deriva dalla tecnica di sgocciolamento dei colori sulla tela attraverso un imbuto. Proponete anche artisti emergenti? Certamente. È importante saper guardare anche al contemporaneo, ad artisti già affermati che hanno già ricevuto il riconoscimento del mercato e della critica, ma che possono ancora considerarsi emergenti. È il caso, per esempio, degli esponenti della Nuova figurazione italiana oppure di Marco Cingolani, nato negli anni Sessanta, formatosi a Milano, espressione di un ambiente creativo underground fatto di arte, moda e musica punk. Un altro settore che teniamo in grande considerazione è quello della fotografia. «Work» di Kazuo Shiraga, 1990 Artesegno Galleria e Casa d’aste, via Gervasutta 29, Udine, tel. 0432/512642, www.artesegno.com, www.nuovartesegno.com I Copetti, padre e figlio, specialisti di pittura friulana Udine. La Biennale Internazionale d’Antiquariato di Firenze (in programma dal 26 settembre al 4 ottobre) e Arte Fiera a Bologna sono due appuntamenti abituali per Giorgio Copetti, fondatore della galleria Copetti Antiquari nel 1982, e per il figlio Ernesto, che ne condivide l’attività dal 2000. I due antiquari sono di casa anche al Brafa di Bruxelles e a Mia Fair di Milano. La partecipazione a queste importanti fiere va di pari passo con una ricerca specializzata nella scultura (in particolare lignea) e nella pittura, nei mobili e negli arredi di alta epoca, affiancata al contempo da una predilezione consolidata per i maestri della scultura italiana del Novecento, da Mirko a Manzu, di cui vengono ricercati pezzi unici dalla fusione perfetta. Nell’ampio spazio espositivo nel cuore di Udine, la galleria Copetti Antiquari organizza mostre e presentazioni di opere, riservando grande attenzione alla scultura lignea e alla pittura del Sei e Settecento friulani, frutto di una scuola legata a filo doppio con Venezia, ma spesso con caratteri autonomi, come esemplifica la singolare «rusticità» espressiva di Antonio Carneo (Concordia Sagittaria, 1637-Portogruaro, 1692). Artista dal genio bizzarro e dall’abile tocco «alla prima», Carneo prediligeva lo studio di carattere, come dimostra «Il giramondo» dei Musei di Udine in mostra all’Expo di Milano, una delle più note opere dell’artista. Il gusto olandese nella rappresentazione realistica e nella viva umanità dell’anziano «pitocco», si sposa a una pennellata costruttiva intrisa di toni caldi sgravati dai fondi indistinti e cupi dei «tenebrosi» secenteschi. Apprezzato da illustri udinesi di ieri e di oggi, dai conti Caiselli, suoi colti committenti, ai collezionisti e mecenati d’istituzioni culturali friulane e non come Bianca e Fermo Solari, Carneo non può mancare nelle raccolte che omaggiano la «friulanità», come dimostra la sua cospicua presenza nei Musei regionali. Due capolavori del Carneo, «La Madonna con Bambino e san Giovannino» (nella foto) e una pala d’altare con l’Estasi di sant’Agostino, sono invece visibili nella galleria Copetti. Entrambi sono stati studiati e resi noti da Aldo Rizzi, già direttore dei Civici Musei di Udine, primo scopritore di Carneo con una monografia pubblicata nel 1961 cui seguì una mostra antologica nel 1964 per le Biennali Udinesi d’Arte Antica. q Isabella Reale Copetti Antiquari, via Paolo Sarpi 25, Udine, tel. 0432/502784, www.copettiantiquari.com Vedere A udine | 15 Il lato rosa del Vecchio Testamento Il Comitato di San Floriano presenta quaranta donne bibliche ritratte da Caravaggio, Rubens e molti altri artisti dal XV al XX secolo In alto, «Giuditta che taglia la testa di Oloferne» di Caravaggio, 1599-1600, Palazzo Barberini, Roma; in basso, «Rebecca al pozzo» di Francesco Hayez, 1848, Accademia di Belle Arti di Brera, Milano ILLEGIO (UD). Dopo un anno di interruzione dovuto a un contenzioso con il Ministero e la Soprintendenza speciale per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Roma, il Comitato di San Floriano è tornato a dedicarsi all’organizzazione di grandi mostre di arte sacra a Illegio, la frazione del Comune di Tolmezzo. L’attività è ripresa dopo la sentenza del Tar, che nell’estate 2014 ha riconosciuto al Comitato di San Floriano la totale regolarità e trasparenza in merito alla realizzazione di alcune mostre che sarebbero dovute approdare a Roma nel 2013, le cui presunte irregolarità erano emerse lo stesso anno nella trasmissione «Report». Il Tar ha disposto che l’amministrazione pubblica versasse un risarcimento in favore dell’associazione friulana. Il 17 maggio, alla presenza dell’étoile Carla Fracci, di suo marito il regista teatrale Beppe Menegatti, del presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, e dell’assessore regionale alla Cultura Gianni Torrenti, è stata inaugurata la rassegna «L’ultima creatura. L’idea divina del femminile», visitabile nella Casa delle esposizioni di Illegio. «I progetti di Illegio, ha spiegato monsignor Angelo Zanello, presidente del Comitato di San Floriano, rendono testimonianza del bene che la fede fa alla cultura, ma anche del bene che la cultura fa alla fede e che il coraggio fa al territorio in cui si è chiamati a vivere. La passione per la bellezza è il tratto distintivo umano: custodirla tra le montagne della Carnia e per tutti coloro che ne sentono l’attrazione è la missione di Illegio. Grazie all’impegno di tante persone e istituzioni, Illegio è diventato un segno, ha sviluppato una vocazione, ha costruito un patrimonio di alleanze, competenze e valori che coniuga la promozione della cultura con una nobile attività di impresa». Curata da don Alessio Geretti, la rassegna è il frutto di un’indagine teologica della figura della donna svolta attraverso lo studio della sua evoluzione iconografica e la lettura del Vecchio Testamento. Le donne raffigurate sono dodici: Eva, Hagar, Rebecca, Rachele, Tamar, Miriam, Dalila, Giuditta, Giaele, Ester, Susanna e la divina Sapienza. Il percorso espositivo, diviso in 4 sezioni cronologiche, comprende 40 opere: dipinti e sculture realizzati dal XV al XX secolo da artisti come il Pinturicchio, Jacopo Bassano, il Veronese, Rubens, Francesco Hayez, Palma il Giovane, Sebastiano Ricci, il Cremonese, Francesco Messina, e Caravaggio, di cui figura il celebre olio su tela del 1599-1600 «Giuditta che taglia la testa di Oloferne», custodito nella Galleria nazionale di arte antica di Palazzo Barberini a Roma. q J.D. Casa delle esposizioni, Illegio (UD), piazza Libia 1; tel. 0433/44445, 0433/2054, [email protected], www.illegio.it, «L’Ultima Creatura. L’idea divina del femminile» fino al 4 ott. Vedere A udine e gORIZIA | 16 Balla e l’Interventismo nel Museo della Grande Guerra L’istituzione goriziana apre una nuova sala dedicata alle opere interventiste con documenti rari e alcuni inediti Gorizia. Nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della Grande Guerra (1915-2015), i Musei Provinciali di Gorizia in collaborazione con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia hanno inaugurato il 14 febbraio scorso nel Museo della Grande Guerra la sala dell’Interventismo. Tale sala è dedicata al movimento politico favorevole all’entrata in guerra dell’Italia, è dotata di un moderno allestimento, supportata da innovazioni tecnologiche e dalla possibilità di realizzare percorsi temporanei con opere della collezione permanente esposte a rotazione. L’obiettivo è di raccontare e tramandare le tragiche vicende della guerra alle nuove generazioni, attraverso un allestimento accurato e l’approfondimento di temi mai trattati prima nel museo. La nuova sezione è stata inaugurata alla presenza (per circa un mese) de «La Verginità» (nella foto), dipinta nel 1925 da Giacomo Balla, noto esponente del movimento futurista. L’opera, mai esposta prima, ha rivelato un segreto. Un recente intervento di restauro ha infatti portato alla luce su due strati sovrapposti nel retro della tela, due precedenti pitture, raffiguranti una «Dimostrazione interventista» e un «Paesaggio urbano», databili tra il 1914 e il 1915. Due esempi appartenenti alla serie delle «pitture interventiste», così definite e realizzate dallo stesso artista negli anni in cui era schierato a favore dell’intervento dell’Italia in guerra. Restano esposte fino al 6 gennaio 2016, invece, altre due opere di Balla, la tela «Bandiere in movimento» e il bozzetto «Dimostrazione XX settembre», accanto a un rilevante corpus di cartoline e poster provenienti dalle collezioni dei Musei Provinciali di Gorizia che illustrano con grande fervore e veemenza i temi della propaganda del tempo. La cartolina illustrata era uno strumento di comunicazione veloce ed economico, sia per i neutralisti, sia per gli interventisti. Permetteva una rapida diffusione di messaggi politici e di satira sociale mediante il linguaggio tagliente e l’ampio uso della caricatura. Il forte e sentito dibattito politico sull’opportunità o meno di intervenire nella guerra si diffuse nelle illustrazioni di artisti e disegnatori, che attraverso la carta diedero corpo e visibilità a una realtà complessa e problematica. q Claudia Crosera Musei Provinciali di Gorizia-Museo della Grande Guerra Borgo Castello 13, Gorizia, mar-dom 9-19; tel. 0481/533926, [email protected], «Balla3. Un Giacomo Balla riscoperto nella propaganda interventista italiana» fino al 6 gennaio 2016 A sinistra, «La Verginità» e, a destra, l’inedito «Dimostrazione interventista» di Giacomo Balla Gli intrecci Gervasoni oggi arredano le navi da crociera Gradisca d’Isonzo (Go). La Galleria Regionale d’Arte Contemporanea Luigi Spazzapan prosegue il ciclo di mostre sull’industrial design e sulle aziende regionali. Dopo la rassegna del 2012 «Per sedersi», dedicata alle sedie di Werther Toffoloni, a luglio sarà la volta di una delle più famose industrie friulane di arredamento d’interni, la Gervasoni, protagonista dell’esposizione «1882-2015. L’arte dell’intreccio: natura e design nelle collezioni Gervasoni», visitabile fino all’8 novembre. Azienda storica fondata nel 1882 a Udine, specializzata nella lavorazione del vimini, del bambù, del giunco e del midollino, la Gervasoni identifica nell’arte dell’intreccio il leitmotiv della propria produzione. Dopo un primo periodo nel quale si dedica alla realizzazione di arredi mobili per grandi navi, segue una fase in cui si specializza quasi esclusivamente nella creazione di mobili da interno ed esterno (nella foto, alcune poltrone ed elementi d’arredo), di arredi per abitazioni e imbarcazioni private, alberghi, ristoranti e navi da crociera, conquistando il mercato internazionale dal nuovo stabilimento di Pavia di Udine (Ud). Nell’aprirsi alla modernità e ai nuovi mercati, per l’azienda è stata di fondamentale importanza la collaborazione con l’architetto e designer milanese Paola Navone, art director e responsabile delle collezioni dalla fine degli anni Novanta. A lei si devono tecniche di produzione innovative di oggetti dall’elevata qualità estetica. Recentemente anche designer di qualità, come Marco Piva, Michael Sodeau e Jasper Startup, sono diventati l’anima creativa dell’azienda, da sempre impegnata nella ricerca di nuovi prodotti e materiali. Tre generazioni di Gervasoni (oggi tocca a Giovanni e Michele) hanno portato avanti la medesima passione per i materiali naturali, per l’arte dell’intreccio, per la progettualità, la novità e l’eleganza, mirando a creazioni esclusive. Nel percorso espositivo le collezioni storiche dialogano con quelle più recenti e innovative, documentando cambiamenti ed evoluzioni nell’intreccio, nella perizia artigiana e nella sperimentazione tecnologica. q Claudia Crosera Galleria Regionale d’Arte Contemporanea Luigi Spazzapan, via Marziano Ciotti, 51, Gradisca d’Isonzo (Go), sab-dom 10-19, mer-ven 15-19, tel. 0481/960816, www.galleriaspazzapan.it; «1882-2015. L’arte dell’intreccio: natura e design nelle collezioni Gervasoni» dal 7 luglio all’8 novembre ARTE - UNIVERSITÀ - FAMIGLIA - RICERCA GIOVANI - CULTURA - FORMAZIONE - SALUTE PUBBLICA 20ANNICRUP 206-272_Layout 1 22/03/13 09:21 Pagina 253 913 anigaP 05:90 31/30/22 1 tuoyaL_863-372 PURCINNA02 Se la Galleria d’Arte Moderna di Udine conserva il gesso originario, la Fondazione Crup possiede l’emozionante disegno della cancellata maggiore (carboncino e tempera su carta spolvero intelata) a grandezza naturale (ben 270x280 centimetri). La Fondazione possiede anche una significativa scultura di Mirko, Ettore, un bronzo del 1949, e un suggestivo coloratissimo grande arazzo del 1975 di Afro, La forcola, realizzazione del suo periodo informale. 19 anigaP 60:90 31/30/22 1 tuoyaL_502-1 PURCINNA02 20ANNICRUP 206-272_Layout 1 22/03/13 09:19 Pagina 223 ,enidU ,I I IVX .ces ,ecaP aL ,atseT onitsogA onidraig ,elacrairtap ozzalaP Marcello D’Olivo, Naturzerstörung, 1991. Nella pagina a fianco Mirko Basaldella, Disegno per la cancellata maggiore delle Fosse ardeatine, Particolare, 1950 Altro artista di fama internazionale è Marcello D’Olivo, la cui attività di architetto – urbanista è ben nota per la progettazione, tra l’altro, della “spirale” di Lignano Pineta, del Monumento al Milite Ignoto di Bagdad, mentre meno conosciuta è la sua attività pittorica. Di lui la Fondazione Crup possiede non soltanto alcuni disegni e dipinti, ma anche un grande quadro collocato sulla parete di fondo del vasto atrio L’origine friulana di Pasolini Casarsa della Delizia (PN). «Sono “quel” Pasolini e sono di Casarsa della Delizia […] un luogo che è un ossimoro». Sono queste le parole con cui uno tra i più dibattuti protagonisti della vita intellettuale italiana del secondo dopoguerra, Pier Paolo Pasolini, si presentò al pittore Giuseppe Zigaina, recentemente scomparso a 91 anni. Quest’ultimo fu legato a Pasolini da una lunga e sodale amicizia spesso evocata nel ricordo del loro primo incontro, avvenuto nel 1947 in occasione di una mostra a Udine che li vedeva esporre entrambi giovanissimi. Nella cittadina sulla riva destra del Tagliamento, segnata dalle devastazioni ungare e secondo la leggenda apprezzata anche da Napoleone, era nata la madre del regista: Susanna Colussi. Pasolini, invece, vi approdò a sette anni e vi risiedette tra il 1943 e il 1950, quando si trasferì a Roma. A Casarsa maturò le prime poesie insieme alla formazione intellettuale e sentimentale. Il cenacolo l’Academiuta di lenga furlana (piccola accademia della lingua friulana) fondato nel 1945 insieme ai suoi amici-poeti del posto e Poesie a Casarsa segnarono la rinascita della lingua friulana e la fissazione di un mondo di studi e di poesie legati al ritmo arcaico della natura e alla vita contadina. Nella Casa Colussi, acquistata dalla Provincia di Pordenone, ha sede il Centro Studi Pier Paolo Pasolini, associazione attiva dal 2005, custode di un Fondo archivistico di autografi e dattiloscritti ove è documentato gran parte dell’impegno letterario e culturale della stagione in cui Pasolini visse a Casarsa e dintorni. Dichiarato bene d’interesse culturale nel 2010, il Fondo conservato a Casarsa, insieme a quello dell’Archivio Bonsanti del Gabinetto G.P. Vieusseux di Firenze, completa il panorama documentario della monumentale e multiforme scrittura pasoliniana. Sotto la direzione di Angela Felice, il Centro si è fatto promotore di studi e attività didattiche, rivolte in particolare ai giovani, mostre e convegni. Tradizionale l’appuntamento che ogni anno nel mese di novembre approfondisce specifici aspetti dell’opera dello scrittore. «Pasolini e la pedagogia», di prossima stampa, costituisce invece il quinto volume di una collana di pubblicazioni edita dall’editore Marsilio insieme al Centro: «Pasolini e la televisione», «Pasolini e il teatro», «Pasolini e l’interrogazione del sacro» e «Pasolini e la poesia dialettale». Nel 2014, per volontà della famiglia, il Centro Studi ha ricevuto anche in donazione la gestione e la titolarità del sito e del blog creati da Angela Molteni www.pasolini.net, un punto di riferimento per gli studi pasoliniani. Casa Colussi accoglie i visitatori con spazi tematici e didattici, nei quali mantiene vive le tracce del vissuto familiare e artistico di Pasolini, rispettando la planimetria originaria delle stanze, oggi galleria di materiale fotografico, pittorico e bibliografico, dai dipinti di Pasolini e da alcuni rari manifesti politici vergati a mano, risalenti al periodo dell’impegno nella sezione del PCI, nella vicina frazione di San Giovanni. Dalla stessa Casa vengono proposti itinerari turistici nei luoghi che fecero da sfondo e fonte d’ispirazione a tanti suoi scritti: Casarsa, Versutta, San Giovanni, la Chiesa di Santa Croce e il Cimitero di Casarsa, dove Pier Paolo Pasolini è sepolto sotto l’alloro del Poeta, nella tomba ideata da Gino Valle (nella foto, l’autoritratto di Pasolini di spalle mentre dipinge). q Isabella Reale Centro Studi Pier Paolo Pasolini, via Guidalberto Pasolini 4, Casarsa della Delizia (PN), lun-ven 14,30-18,30, tel. 0434/870593, www.centrostudi pierpaolopasolini casarsa.it, www.pasolini.net Centro Studi Pier Paolo Pasolini via Guido Pasolini 4, 33072 Casarsa della Delizia (Pn) telefono e fax 0434 870593 [email protected] www.centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it Vedere A PORDENONE | 18 La facciata affrescata di Palazzo Mantica a Pordenone Gli stemmi e i duelli della città antica Dal 1991 la Fondazione Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone finanzia il restauro delle facciate di palazzi e case porticate del Tre e Quattrocento nel centro storico di Pordenone Pordenone. «Pordenon è bellissimo, pieno di caxe, con una strada molto longa, si intra per una porta e si ensse per l’altra. Va in longo. È protetor San Marco. Fuori di la porta di soto è una acqua chiamata Novicello». Così Marin Sanudo descrive la cittadina di Pordenone nell’Itinerario per la terraferma veneta del 1483. Al cuore della città antica, alla valorizzazione del suo centro storico si rivolge «Progetto Facciate del Corso», voluto dal Comune con la supervisione scientifica delle Soprintendenze per i beni storici, artistici ed etnoantropologici e per i beni architettonici e paesaggistici del Friuli Venezia Giulia, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone. Avviato nel 1991 con l’obiettivo di conservare e valorizzare gli elementi storici, architettonici e artistici di palazzi e case porticate del Tre e Quattrocento, la cui storia è custodita nelle facciate decorate e affrescate, tale iniziativa coinvolge forze pubbliche e private, unitamente impegnate nel progetto e nella realizzazione di opere di restauro a lungo termine per il recupero della città antica e degli aspetti decorativi dimenticati. La volontà dell’amministrazione comunale, accolta e condivisa dalla Fondazione CRUP, promuove il restauro delle facciate dei palazzi storici affacciati su corso Vittorio Emanuele e sulla sua prosecuzione seicentesca, che superata piazza Cavour prende il nome di corso Garibaldi: le due arterie principali del centro storico di Pordenone. All’inizio di corso Vittorio Emanuele ci si imbatte nell’antica casa del pittore rinascimentale più noto del Friuli: Antonio de Sacchis detto il Pordenone. Si tratta di un palazzo del XIV secolo ristrutturato nel Cinquecento, periodo cui risalgono gli affreschi dello studiolo e quelli della facciata, decorata con elementi geometrici e restaurata nel 2013. Procedendo verso piazza San Marco inizia una serie di edifici che conservano tracce di antiche decorazioni ad affresco, tra questi il trecentesco Palazzo Ricchieri oggi sede del Museo Civico d’Arte, ubicato tra il Municipio e il Duomo Concattedrale di San Marco. Nelle bifore dell’ala settentrionale i restauri hanno svelato decorazioni a phalera e in quella meridionale elementi zoomorfi, probabilmente opera degli stessi artisti attivi all’interno del palazzo, dove si sono conservate ampie porzioni di scene di duelli e di allegorie a tema profano affrescate in età gotica. Numerosi palazzi ostentano nel prospetto lo stemma della casata di appartenenza. Scolpiti in pietra o dipinti, tali emblemi sono spesso offuscati dal tempo e dai numerosi interventi che l’attuale progetto di restauro ha contribuito a rimettere in luce. In alcuni casi le decorazioni sono semplici, opera di artisti anonimi che hanno realizzato paramenti pittorici policromi a motivi geometrici, a finti mattoni, a racemi vegetali. Altre volte, invece, si tratta di cicli più complessi, come nel caso di Palazzo Mantica, con una scena di combattimento tra cavalieri, o di Palazzo Sbrojavacca (sede dell’Amministrazione Provinciale di Pordenone) dove i lavori di restauro hanno restituito lacerti di affresco rinascimentali attribuibili a Gianfrancesco da Tolmezzo, il più importante pittore friulano della seconda metà del Quattrocento. Grazie al contributo della Fondazione CRUP sono state ristrutturate finora 30 facciate di palazzi pubblici e privati su corso Vittorio Emanuele, garantendo il ripristino degli intonaci e il restauro delle parti di affresco giunte sino a noi. I finanziamenti erogati hanno permesso lo studio, il restauro, il recupero e l’integrazione delle pitture murali, degli intonaci storici e delle finiture delle facciate di palazzi d’interesse storico-artistico, e hanno inoltre contribuito alle indagini preventive (grafiche, fotografiche, stratigrafiche e chimiche). «Attraverso una consolidata collaborazione con l’amministrazione comunale, spiega il presidente della Fondazione CRUP Lionello D’Agostini, è stato possibile restituire alla città un tassello significativo della sua storia. Questi vent’anni di restauri sono un esempio significativo del nostro impegno nel sostegno all’arte e alla cultura, un sostegno che abbiamo da poco rinnovato mettendo a disposizione, per la prima volta, un fondo di 250mila euro attraverso un bando dedicato al restauro, volto ad accompagnare iniziative mirate alla conservazione del patrimonio artistico delle province di Udine e Pordenone». q C.Cr. Fondazione CRUP, via Manin 15, Udine, tel. 0432/415811; via Mazzini 12/b Pordenone, tel. 0434/208500, www.fondazionecrup.it Il Centro Studi Pier Paolo Pasolini è ubicato a Casa Colussi, abitazione del ramo materno di Pasolini, nel cuore dei luoghi friulani cari alla formazione giovanile di Pasolini e a poca distanza dal cimitero in cui il poeta è sepolto. Con il suo ricco fondo d’archivio, con la sua offerta museale e con le sue permanenti attività di ricerca è luogo della memoria e punto di riferimento per visitatori e studiosi di tutto il mondo Chi dice fotografia dice Craf Il Centro dedicato è un polo riconosciuto di riferimento con 450mila immagini, una biblioteca, mostre, premi, convegni, pubblicazioni e progetti di digitalizzazione «Devant le siège de l’hebdomadaire Charlie hebdo quelques heures après l’attentat» di Alain Keler, 2015 Di contenuto internazionale è «La Fotografia francese del Novecento», che aprirà dal 24 luglio al 27 settembre nelle sale espositive della Provincia di Pordenone e che ha già ricevuto il patrocinio dell’Ambasciatrice francese in Italia, Catherine Colonna, e del Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini. La rassegna è nata dalla collaborazione con Chateau d’Eau di Tolosa, Galleria Civica di Modena, le gallerie Paci Contemporary e Massimo Minini, entrambe di Brescia e Martini e Ronchetti di Genova con il sostegno di importanti collezionisti privati. Numerose le collaborazioni internazionali con musei come il Musée George Sand di La Chatre in Francia, la prestigiosa Famu, la scuola di fotografia di Praga, e l’Istituto di Cultura Italiano a Zagabria. Le opere degli studenti di quest’ultimo saranno esposte nella Villa Ciani di Lestans (PN), mentre nel Palazat di Cavasso (PN), dal 12 luglio al 30 agosto, la rassegna «Contemporaneità e Fotografia» presenterà le immagini degli ex allievi del Craf. Un altro appuntamento di rilievo è il 24 luglio, quando nella Sala Consiliare della Provincia di Pordenone verrà conferito il XX International Award of Photography al fotografo ed editore Claude Nori, francese, come il filosofo Jean Baudrillard che sosteneva: «il desiderio di fotografare nasce forse da questa constatazione: visto da una prospettiva d’insieme, dal punto di vista del senso, il mondo è molto deludente. Osservato nel particolare, e di sorpresa, è sempre di un’evidenza perfetta». Craf, Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia, palazzo Tadea, piazza Castello 4, Spilimbergo (PN), tel. 0427/91453, [email protected], www.craf-fvg.it; Biblioteca, villa Ciani, via Friuli 2, Lestans (PN), tel. 0427/91461 (lun/mer-gio 9-12/15-18, mar/ven 9-12) Alain Keler, Charlie hebdo, 2015 Spilimbergo (PN). Craf è l’acronimo di Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia. Quattro lettere nelle quali sono condensati anni di lavoro finalizzati a diventare un punto di riferimento per il Friuli Venezia Giulia. Lo scorso anno è stata riconosciuta al Craf (nella legge regionale n. 16 del 2014 sulle norme in materia di Beni culturali) «la funzione di polo di riferimento per le attività di ricerca, studio, raccolta, censimento, archiviazione, conservazione, digitalizzazione e valorizzazione del patrimonio fotografico d’interesse regionale». Un riconoscimento importante per il Centro che dal 1993 si dedica alla fotografia con eventi, premi, pubblicazioni, mostre, convegni, workshop, progetti di formazione, campagne di catalogazione e digitalizzazione e molto altro ancora. A questa norma è seguita, nell’aprile di quest’anno, la firma di una convenzione triennale tra Regione e Craf, nella quale si ribadisce il sostegno della Regione con appositi finanziamenti per promuovere la conservazione e valorizzazione dell’ingente patrimonio di immagini appartenente al Craf: circa 450mila opere tra positivi, negativi e diacolor. Tra le attività istituzionali del Centro si ricordano le molte iniziative volte a incrementare il patrimonio con nuove donazioni e a conservare i fondi fotografici implementati di anno in anno grazie ai depositi e ai lasciti degli archivi di noti fotografi. Il Centro possiede anche una grande biblioteca con più di 10mila monografie e 60mila riviste specialistiche. Per il 2015 sono previsti seminari, workshop di fotografia, progetti formativi e una lunga serie di mostre in Italia e all’estero in collaborazione con istituzioni anche straniere. L’insieme delle mostre, che da quest’anno riprenderà l’originaria denominazione «Friuli Venezia Giulia Fotografia», è importante per la valorizzazione dei fondi fotografici del Craf e, come di consueto, il ventaglio di proposte per l’estate è molto ricco. A Lignano Sabbiadoro (UD) fino al 24 luglio, nell’anno delle celebrazione della Prima Guerra Mondiale, si può ammirare la rassegna «Fotografie della Grande Guerra. Da André Kertesz e Carlo Wulz alle foto d’archivio dell’Esercito Italiano». L’11 luglio a Spilimbergo (PN), invece, si concluderà la 29ma edizione del Premio Friuli Venezia Giulia Fotografia, con la premiazione di Massimo Siragusa e Claude Andreini e l’apertura delle loro mostre a Palazzo Tadea. A Guido Guidi, importante fotografo attivo in Friuli, funambolo della fotografia di paesaggi marginali, dal 24 luglio all’11 ottobre nell’ex Essiccatoio bozzoli di San Vito al Tagliamento (PN) è dedicata la personale «Guardando a Est», con trent’anni di lavori realizzati in regione. Al genere del ritratto guarda invece «Fotografia e ritratto». Visitabile fino a settembre nella Galleria Civica d’Arte Celso e Giovanni Costantini di Castions di Zoppola (PN), la mostra è curata da Walter Liva, vent’anni dopo l’epocale rassegna «L’io e il suo doppio. Cent’anni di ritratto fotografico in Italia» presentata da Italo Zannier nella Biennale di Venezia del 1995. Via del Lavoro, 2 33080 Roveredo in Piano PN tel. 0434 960497 - fax 0434 316497 - [email protected] www.vitarestauri.it FOTOGRAFIE DALLA GRANDE GUERRA da André Kertesz e Carlo Wulz alle foto d’archivio dell’Esercito Italiano Centro Civico Sandro Pertini, Lignano Sabbiadoro 2 aprile-24 luglio 2015 GLI STUDENTI DEL FAMU Villa Ciani, Lestans 11 luglio-30 agosto Re c upe r i amo i l pass a t o pe r vi ve re i l futuro DI PRAGA LA FOTOGRAFIA FRANCESE DEL NOVECENTO Sale Espositive della Provincia, Pordenone 24 luglio-27 settembre FOTOGRAFIA E RITRATTO Galleria Civica d’Arte Celso e Giovanni Costantini, Castions di Zoppola 24 luglio-20 settembre Per info: CRAF, Palazzo Tadea, Piazza Castello 4 - 33097 Spilimbergo (PN) tel. 0427-91453 / e-mail [email protected] / www.craf-fvg.it Vedere A PORDENONE | 19 Scultura di ieri e di oggi in memoria di Ado Furlan Esposizioni, volumi e iniziative culturali nella Fondazione dedicata allo scultore friulano Ado Furlan nel suo studio Spilimbergo (Pn). Istituita nel dicembre 2003, riconosciuta come ente giuridico dalla Regione Friuli Venezia Giulia nel 2004, operativa dal 2005, la Fondazione Ado Furlan è nata con lo scopo di diffondere la conoscenza dell’opera di Ado Furlan e di promuovere le arti visive. Una funzione educativa in virtù della quale organizza mostre di scultura e arte figurativa italiana e straniera, antica, moderna e contemporanea, pubblicazioni e iniziative culturali di vario genere. Ado Furlan (Pordenone 1905-Udine 1971), protagonista della scultura friulana del Novecento, si era formato all’Accademia di Venezia sotto l’insegnamento di Eugenio Bellotto e fu attivo dal 1939 al 1942 a Roma, dove entrò in contatto con importanti esponenti della scuola romana. Nel dopoguerra, si stabilì a Pordenone e diventò un personaggio di riferimento della vita artistico-culturale della città. La sua casa di via Mazzini fu un cenacolo letterario per poeti e scrittori quali Diego Valeri, Giovanni Comisso e Pier Paolo Pasolini. La volontà di lasciare una concreta testimonianza della vita e dell’opera di Furlan si deve ai suoi eredi, in particolare ai figli Italo e Caterina. Studioso di arte antica, professore di storia dell’arte bizantina all’Università di Padova e appassionato di arte contemporanea, Italo Furlan, scomparso lo scorso anno, è stato il principale fautore e il primo presidente della Fondazione. Avvalendosi anche di un accordo di collaborazione scientifica stipulato con l’Università di Udine, la Fondazione Ado Furlan promuove l’arte contemporanea con particolare attenzione alla scultura e all’architettura, organizza mostre nelle sedi di Spilimbergo, Pordenone e Rosazzo (UD) e promuove iniziative editoriali: oltre a una serie di studi volti a valorizzare il proprio patrimonio artistico e documentario, nel 2006 ha avviato la pubblicazione dei Quaderni della Fondazione Ado Furlan (studi monografici su noti scultori e architetti attivi in Italia e in Friuli Venezia Giulia tra Otto e Novecento come Luigi De Paoli, Dino Basaldella, Nicola Carrino e Cesare Scoccimarro). A Spilimbergo, la Fondazione usufruisce dei propri spazi espositivi nel Palazzetto Daziario in piazza Duomo (dove è conservata la grande «Barca della luce» del 1997 di Claudio Parmiggiani), «Donna che cammina» di Ado Furlan, 1971 ma dal 2011 ha anche a disposizione spazi concessi dal Comune nel cinquecentesco Palazzo Tadea, che ospita la mostra permanente «Percorsi nella scultura italiana»: una panoramica sulla scultura da metà dell’Ottocento ai giorni nostri attraverso opere come il marmo neoclassico di Antonio Marsure raffigurante «Zefiro e Flora», l’«Icaro» in gesso di Luigi De Paoli e tappe salienti della produzione di Ado Furlan tra il 1933 e il 1971, nonché scultura italiana contemporanea, rappresentata da opere di Pietro Cascella, Giò Pomodoro, Lorenzo Guerrini, Mauro Staccioli e Giuseppe Uncini, solo per citarne alcuni. Tra le attività in programma nel 2015 segnalate da Caterina Furlan, presidente della Fondazione, vi sono la pubblicazione del catalogo delle opere esposte a Palazzo Tadea e l’avvio di uno studio sull’architetto Giuseppe Torres funzionale al restauro dell’ala del Castello di Spilimbergo, sede legale della Fondazione. q Claudia Crosera Fondazione Ado Furlan piazza Castello 5, Spilimbergo (Pn); www.fondazioneadofurlan.org; [email protected] PERCORSI NELLA SCULTURA ITALIANA Palazzo Tadea, Piazza Castello 4, Spilimbergo giugno–ottobre: sabato–domenica, ore 10.30-13/17-19.30 luglio–agosto: martedì–venerdì, ore 10.30-13/17-19.30; sabato–domenica, ore 10.30-13/17-19.30 www.fondazioneadofurlan.org [email protected] Vedere A PORDENONE | 20 Da vedere: le mostre in Friuli Venezia Giulia Provincia di Trieste Trieste Biblioteca Statale Stelio Crise largo Papa Giovanni XXIII 6 040/300725 Ugo Pierri. Diario di un anarchico istituzionale ➤ 3 luglio Civico Museo della Guerra per la Pace «Diego de Henriquez» via Cumano 22 040/6754699 www.museodehenriquez.it La collezione ➤ 31 dicembre 2016 Museo Civico di Storia Naturale via Tominz 4 040/6758658 www.museostorianaturaletrieste.it La notte del pescatore: mostra fotografica di Erwin Skalamera ➤ 31 luglio Museo Civico Revoltella via Diaz 27 040/6754350 www.museorevoltella.it, www.retecivica.trieste.it L’alfabeto essenziale di Ugo Guarino 24 giugno ➤ 11 ottobre Museo Ebraico Carlo e Vera Wagner via Del Monte 5/7 040/633819 museumcarloeverawagner@ triestebraica.it La collezione ➤ 31 dicembre 2016 Museo Petrarchesco Piccolomineo via Madonna del Mare 13 040/6758184 www.museopetrarchesco.it Se un solo pane avessi sarei lieto di dividerlo con te: l’amicizia tra Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio ➤ 13 giugno Salone degli Incanti Ex Pescheria Centrale, riva Nazario Sauro 1 040 365505 www.retecivica.trieste.it La grande Trieste 18911914. Ritratto di una città ➤ 21 giugno Il gusto di una Città. Trieste Capitale del Caffè 24 luglio ➤ 8 novembre Lux Art Gallery via Cecilia de Rittmeyer 7/d 389/6774508, 347/6091354 www.premiolynx.com Esposizione dei finalisti del Premio Lynx 2015 20 settembre ➤ 11 ottobre Studio Tommaseo via del Monte 2/1 040 639187 www.triestecontemporanea.it Zipped World. Photography in Public Domain 5 settembre ➤ 4 novembre Before numbers. Issues and Activities (Seventh CEI Venice Forum for Contemporary Art Curators. Second Session) 23 ottobre Tomislav Brajnovic´ e Igor Eskinja 7 novembre ➤ 6 dicembre San Dorligo della Valle Sedi varie presso Bagnoli della Rosandra Bagnoli 74 335/7892593 Uno sguardo sul Litorale ➤ 28 settembre Casa Pangerc piazza Caduti per la Libertà 80 040/8325178 Memorie dal fronte. Spomini s fronte 1914-1918 ➤ 28 settembre Provincia di Udine Udine Casa Cavazzini - Museo d’Arte Moderna e Contemporanea via Cavour 14 0432/414772 www.udinecultura.it Un’idea di pittura. Astrazione analitica in Italia 1972-76 ➤ 3 giugno Museo del Territorio via Udine 4 0432/945584 La collezione ➤ 31 dicembre 2016 Museo Etnografico del Friuli, Palazzo Giacomelli via Grazzano 1 0432/271920 Tra mostri e cavalieri: la vita nascosta degli oggetti ➤ 2 giugno Galleria Tina Modotti via Paolo Sarpi 0423/414717 Mario Giacomelli. I Paesaggi 9 luglio ➤ 13 settembre Aquileia Battistero della basilica di Aquileia www.fondazioneaquileia.it I mosaici della Südhalle ➤ 30 settembre Museo Archeologico Nazionale via Roma 1 0431/91016, 0431/91035 www.museoarcheologicoaquileia. beniculturali.it Carso. Diversamente ricordarti ➤ 22 giugno Piazza del Capitolo piazza del Capitolo www.archeologiaviva.it, www.fondazioneaquileia.it Aquileia Film Festival 29 luglio ➤ 31 luglio Stalla Pasqualis via Giulia Augusta 347/5422876 Aquileia Lab 27 giugno, 18 luglio, 22 agosto e 12 settembre Artegna Castello Savorgnan - Colle di San Martino 0432/977811 www.comune.artegna.ud.it Franco Not. Settant’anni di opere di un ingegno arteniese ➤ 7 giugno Cividale del Friuli Monastero di Santa Maria in Valle via Monastero Maggiore 34 0432/700867 www.tempiettolongobardo.it Preziosi ritorni al monastero ➤ 28 febbraio 2016 Tommaso Levente Tani: l’Italia dei Longobardi, i luoghi e i protagonisti ➤ 31 dicembre 2016 Sedi varie 0432/730793 www.mittelfest.org Mittelfest 2015. Il colore dell’acqua 18 luglio ➤ 26 luglio Codroipo Civico Museo delle Carrozze d’Epoca via San Pietro 6 0432/912493 www.comune.codroipo.ud.it Il giardino dei colori ➤ 14 giugno Villa Manin Centro Arte Contemporanea Passariano piazzale Manin 10 0432 821211 www.villamanin-eventi.it Avanguardia russa 1910-30 dalla collezione Costakis ➤ 28 giugno Alexandr Rodcenko ➤ 28 giugno ILLEGIO Casa delle esposizioni piazza Libia 1 0433/2054 www.illegio.it L’ultima creatura. L’idea divina del femminile ➤ 4 ottobre Lignano Sabbiadoro Centro civico Sandro Pertini via Treviso 0431/409160 Fotografie della Grande Guerra. Da André Kertesz e Carlo Wulz alle foto d’archivio dell’Esercito Italiano ➤ 24 luglio Pagnacco Museo di Storia Contadina di Fontanabona via Ciuch 7 0432/661049 Pagnacco attraverso il Novecento. Ritratti e luoghi nelle foto storiche di Luigi Toffoli ➤ 28 giugno Ragogna Museo della Grande Guerra di Ragogna via Roma 23 0432/957255 www.grandeguerra-ragogna.it La guerra degli altri e i friulani ➤ 7 giugno Tarcento Villa Moretti via del Castello, 1 Arte in gioco. Percezioni creative del tempo ➤ 7 giugno Torviscosa Centro Informazione e Documentazione - CID piazzale Marinotti 1 0431/927929, 0431/929589 La Russia ai tempi di Stalin nelle fotografie di Emmanuil Evzerikhin ➤ 4 ottobre Provincia di GORIZIA Gorizia Musei Provinciali-Museo della Grande Guerra borgo Castello 13 0481/533926, 0481/533962 www.museifriuliveneziagiulia.it Giacomo Balla. Interventismo 1915-2015 ➤ 10 gennaio 2016 Palazzo Attems piazza De Amicis 2 0481/547541, 0481/547499 [email protected] Concorso di pittura Dario Mulitsch 6 giugno ➤ 21 giugno Giovanni Zangrando (18671941) l’atelier e gli allievi 1 luglio ➤ 20 settembre Palazzo Coronini Cronberg viale XX Settembre 14 0481/533485 www.coronini.it Dalla penna d’oca alla macchina da scrivere. Guglielmo Coronini e la bella scrittura ➤ 4 ottobre Galleria d’arte Mario Di Iorio via Mameli 12 0481/580211 www.isontina.librari.beniculturali.it Vidoni. Tracce di esistenza II 5 giugno ➤ 27 giugno Cormons Museo Civico del Territorio, Palazzo Locatelli piazza XXIV Maggio 2 0481/637152 www.comune.cormons.go.it Carlo Vidoni. Tracce di esistenza I ➤ 28 giugno Carlo Bevilacqua. Lo sguardo e il silenzio 10 luglio ➤ 30 agosto Gradisca d’Isonzo Galleria Regionale d’arte contemp. Luigi Spazzapan Palazzo Torriani, via Cesare Battisti 1 0481 960816 www.galleriaspazzapan.it Veno Pilon nella Prima guerra mondiale ➤ 14 giugno Omissisfestival. Human landscape/Urman area di Rocco Ceselin 19 giugno ➤ 27 giugno 1882-2015. L’arte dell’intreccio: natura e design nelle collezioni Gervasoni 17 luglio ➤ 8 novembre Lo studio in movimento. Mostra di Paolo Tonzar, Giovanni Druiz, Claudio Moretti, Enrico de Cillia e Gaetano Kanizsa 18 dicembre ➤ 10 gennaio 2016 I primi 50 anni di Mario Palli in una mostra transfrontaliera 14 novembre ➤ 13 dicembre L’arte dell’intreccio: natura e design nelle collezioni Gervasoni 7 luglio ➤ 8 novembre Grado Casa della Musica piazza Biagio Marin 0431/898111 www.comune.grado.go.it Josef Maria Auchentaller. I gioielli della secessione Viennese 19 giugno ➤ 1 novembre Provincia di Pordenone Pordenone Biblioteca Civica piazza XX Settembre 0434/392980 Cartoline di propaganda della Prima Guerra Mondiale ➤ 30 giugno Pagine sparse di un libro immaginato. Antologica di Mario Alimede ➤ 30 giugno Sale Espositive della Provincia corso Garibaldi 0434/231418 Fotografia francese del Novecento 24 luglio ➤ 27settembre Casa Furlan, Fondazione Ado Furlan via Mazzini 51-53 0427/2582 www.fondazioneadofurlan.org Carlo Vidoni. Tracce d’esistenza III 12 settembre ➤ 4 ottobre Ibidem. L’arte sul luogo dell’architettura 18 ottobre ➤ 20 dicembre Piranesi: frontespizi. Collezione Giannino Furlan 5 dicembre ➤ 31 gennaio 2016 Galleria Harry Bertoia, Palazzo Spelladi corso Vittorio Emanuele II 60 0434/392916 www.comune.pordenone.it/ galleriabertoia Kusterle. Il corpo eretico/ The Heretic Body ➤ 9 agosto Galleria Sagittaria - Centro culturale Casa A. Zanussi via Concordia Sagittaria 7 0434 553205 www.centroculturapordenone.it Gioco&Giochi nella fotografia da metà Ottocento ai giorni nostri ➤ 31 luglio CaSARSA DELLA DELIZIA Centro Studi Pasolini via Guidalberto Pasolini 4, tel. 0434/870593, www. centrostudipierpaolo pasolinicasarsa.it, www.pasolini.net Portfolio Pasolini 1972-73. Fotografie di Roberto Villa ➤ 31 agosto Castions di Zoppola Galleria Civica d’Arte Celso e Giovanni Costantini piazza Indipendenza www.craf-fvg.it Fotografia e ritratto 24 luglio ➤ 20 settembre Cavasso Nuovo Palazat, Palazzo Conti Polcenigo-Fanna piazza Plebiscito 12 0427/77014 www.comune.cavassonuovo.pn.it Senza terra. Dis/ armonie: l’altra metà dell’universo ➤ 14 giugno Contemporaneità e fotografia 12 luglio ➤ 30 agosto Lestans C.R.A.F. Villa Ciani via Friuli 0427 91453 www.craf-fvg.it FAMU. Movement and re-presentation 12 luglio ➤ 30 agosto Lestans di Sequals Villa Savorgnan piazza I Maggio 0427/93030 www.prolocosequals.it InMostraSequals ➤ 7 giugno San Vito al Tagliamento Chiesa di San Lorenzo 0434 80251 www.comune.san-vitoal-tagliamento.pn.it, www.craf-fvg.it Slavka Pavic 11 luglio ➤ 9 agosto Jelena Blagovic 11 luglio ➤ 9 agosto ex Essicatoio Bozzoli www.craf-fvg.it Guido Guidi. Guardando a Est 23 luglio ➤ 11 ottobre Spilimbergo Palazzo Tadea piazza Castello 4 0427/2582 www.fondazioneado furlan.org, www.craf-fvg.it Percorsi nella scultura italiana 20 giugno ➤ 24 ottobre Massimo Siragusa. Lo spazio condiviso 11 luglio ➤ 30 agosto Claude Andreini. Chicago 11 luglio ➤ 30 agosto Questo elenco è basato perlopiù su dati forniti direttamente dalle fonti, ma sempre soggetti a possibili variazioni. Si consiglia di verificare se le date delle singole manifestazioni sono state confermate. Il calendario, aggiornato quotidianamente, dei principali eventi in Italia e nel mondo è consultabile all’indirizzo www.ilgiornaledellarte. com/vederenelmondo Nessuno sa di arte tutto quello che sanno i lettori di IL GIORNALE DELL’ARTE Ogni anno 11 numeri, oltre 1000 pagine. In ogni numero e periodicamente ■ I Rapporti annuali dell’Arte ■ I «Vedere a...» ■ Le Guide alla Biennale ■ I Vademecum Ogni giorno online su www.ilgiornaledellarte.com e sulle pagine Facebook e Twitter di «Il Giornale dell’Arte» Vedere IN friuli venezia giulia | 22 Realizzazione Unidea / Ph. Gianluca Baronchelli AQUILEIA FILM FESTIVAL rassegna internazionale del cinema archeologico film, conversazioni, libri vi edizione, 29-30-31 luglio 2015 aquileia (ud) piazza capitolo ore 21.00 - ingresso libero MERCOLEDÌ 29 LUGLIO ORE 21.00 GIOVEDÌ 30 LUGLIO ORE 21.00 VENERDÌ 31 LUGLIO ORE 21.00 Pavlopetri. Un tuffo nel passato Nazione: Inghilterra Regia: Paul Olding Durata: 50’ Anno di produzione: 2011 Produzione: BBC in collaborazione con ZDF & ARTE, Doclab GmbH Il Perù millenario: una storia inesplorata Nazione: Spagna Regia: José Manuel Novoa Durata: 52’ Anno di produzione: 2012 Produzione: Explora Films Punta Linke – La memoria Nazione: Italia Regia: Paolo Chiodarelli Durata: 68’ Anno di produzione: 2014 Produzione: SAP società Archeologica, Soprintendenza Beni Architettonici Archeologici, Provincia Autonoma Trento Conversazione con Simona Rafanelli e Stefano ”Cocco” Cantini Simona Rafanelli, direttice del Museo Civico Archeologico di Vetulonia, e il jazzista di fama internazionale Stefano “Cocco” Cantini danno vita a un affascinante esperimento che restituisce “voce e suono” a quella che poteva essere la musica degli Etruschi e ci regalano un originale approccio alla ricerca e alla divulgazione scientifica. I dominatori delle gelide steppe Nazione: Francia Regia: Cédric Robion Durata: 52’ Anno di produzione: 2013 Produzione: AGAT films & Cie Consulenza scientifica: Pierre-Henri Giscard Conversazione con Luciano Canfora Storico del mondo antico e filologo italiano, docente di filologia latina e greca, profondo conoscitore della cultura classica, è autore di importanti studi sulla storia antica e su quella contemporanea. Ci presenterà il suo ultimo libro Augusto figlio di Dio svelandoci le strategie e le trame di Ottaviano, il fondatore dell’Impero. Lo Scriba che dipinge Nazione: Francia Regia: Bernard George Durata: 52’ Anno di produzione: 2013 Produzione: Caroline Roussel, Arturo Mio, Louvre Consulenza scientifica: Guillemette Andreu-Lanoë Info-line: [email protected] 3475422876 In collaborazione con: Tutte le informazioni: www.fondazioneaquileia.it Spazio libri: Media Partner: Conversazione con Alberto Angela Paleontologo, divulgatore scientifico, scrittore e giornalista, autore di numerosi libri e conduttore di programmi televisivi cult, quali Superquark, Passaggio a Nord Ovest e Ulisse - il piacere della scoperta. Con il suo stile inconfondibile ci presenterà il suo ultimo libro I tre giorni di Pompei svelandoci i dettagli della più grande tragedia dell’antichità. Assegnazione del Premio Aquileia al film più gradito al pubblico facebook/fondazioneaquileia