mercoledì 29 aprile 2009 Libero di leggere laRegioneTicino 28 a cura di Orazio Dotta eVelia Chiesa L’incipit “Il commissario Adamsberg sapeva stirare le camicie, sua madre gli aveva insegnato ad appiattire il carré e lisciare il tessuto intorno ai bottoni. Staccò il ferro, mise gli abiti in valigia. Rasato, pettinato, partiva per Londra. Impossibile sottrarsi” Per i grandi Per i piccoli Disputa su Dio e dintorni di Corrado Augias e Vito Mancuso, Mondadori 269 p. – «Non credo che siamo stati creati per volontà di un qualche dio; tanto meno che siamo fatti a sua immagine e somiglianza»; «Non credo che la nostra vita di esseri umani liberi e pensanti sia il risultato di un insondabile colpo di fortuna chimico (…)». Queste due dichiarazioni antitetiche appartengono, nell’ordine, al giornalista e scrittore Corrado Augias e al teologo Vito Mancuso e si trovano nell’interessante volume Disputa su Dio e dintorni che i due intellettuali italiani hanno appena pubblicato per Mondadori. Un volume in cui Augias e Mancuso espongono, a confronto, le loro idee su Dio, sulla vita e sui principali interrogativi etici ed esistenziali che stanno alla base della nostra esistenza e della nostra cultura. Storia di Ismael che ha attraversato il mare di Francesco D’Adamo, De Agostini, da 13 anni – A volte i romanzi nascono semplicemente da una parola, ripetuta, abusata, maciullata dai mezzi di informazione fino a quando perde il suo significato originale; così sentita tante volte, che non ci pensiamo più e smettiamo di interrogarci. La parola in questione è ‘clandestino’. Che cosa vuol dire? Ismael decide di attraversare il mare per arrivare in Italia dove, gli hanno detto, troverà lavoro. Parte pieno di paure con 500 dollari faticosamente messi insieme nascosti nelle mutande. Si imbarca su una piccola barca, e fiuta il vento: tempesta in arrivo. Ismael è l’unico a sapere con certezza che sarebbe morto. Cosa vuol dire clandestino? Vuol dire sopravvivere un giorno e una notte in balìa delle onde, poi il mare lo getta sulla spiaggia. A quindici anni Ismael sembra un vecchio. Unica notte di libertà prima di essere rimpatriato. Una storia ordinaria e quotidiana, quasi banale , che abbiamo sentito tante volte. E poi sono clandestini, appunto. E questo non la rende meno dolorosa e drammatica. Alle spalle della luna di Maria Rita Parsi, Mondadori, 207 p. – La psicoterapeuta, saggista e pubblicista Maria Rita Parsi convoglia la sua lunga esperienza professionale in un romanzo delicato ed emozionante: Alle spalle della luna. In una storia di formazione la Parsi propone le vicende della giovane Custodia, una ragazzina nata all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, alle prese con la crisi coniugale dei suoi genitori. La ragazza, che deve subire le conseguenze di una vicenda famigliare dolorosa, sarà costretta a trovare in se stessa, attraverso immagini interiori e ‘voci’ che l’accompagnano nel corso della sua esistenza, la giusta via per sfuggire alle angosce e ai sensi di colpa che per lunghi anni è costretta a portarsi appresso. Una via che le aprirà nuove speranze nell’amore assoluto, quello che contiene pure «la malattia, la morte; anche la perdita, anche il danno, ma è più forte di tutti questi mali ed è per sempre (…)». Beautiful Boy di David Sheff, Sperling & Kupfer, 319 p. – Lo spettro di molti padri attenti all’educazione dei figli risiede nelle incognite che il futuro può riservare loro. A volte, malgrado gli sforzi profusi, le contingenze rivoltano le aspettative e le legittime aspirazioni tramutandole in veri e propri incubi da cui uscire risulta essere difficile. David Sheff, con Beautiful Boy, racconta la sua dolorosa epopea nell’affannato tentativo di salvare il figlio Nic, quel figlio promettente e brillante caduto nel baratro della droga. Un volume che attraverso consigli e riflessioni si propone di essere uno strumento utile ai genitori di tossicodipendenti: «Per tutta l’infanzia di Nic, fin da quando aveva sette, otto anni, gli ho parlato delle droghe. Gli ho raccontato della gente che ne è rimasta segnata o è morta. E gli ho parlato dei miei errori (…)». Educazione siberiana di Nicolai Lilin, Einaudi, 343 p. – La Transnistria è una regione moldava che nel 1990 si è dichiarata indipendente senza essere riconosciuta a livello internazionale. Nel libro Educazione siberiana Nicolai Lilin racconta, attraverso la sua vita di giovane ragazzo siberiano, la società e le feroci regole che influenzavano a quei tempi la vita nella regione. Riferisce di uno Stato governato dalla delinquenza e dalla violenza dove i valori erano tramandati ai giovani dai criminali anziani; valori apparentemente in antitesi con la filosofia criminale come l’amicizia, la lealtà e la condivisione dei beni. Un libro sulle tradizioni e la cultura di un popolo a noi poco conosciuto. «Nonno Kuzja era un criminale anziano che abitava nel nostro quartiere in una piccola casa davanti al fiume. Era un vecchio molto forte, aveva ancora tutti i capelli neri ed era pieno di tatuaggi ovunque, persino sul viso». Il suono di mille silenzi di Emma La Spina, Piemme, 201 p. – «La signora da cui sono nata aveva una strana abitudine: metteva al mondo figli, uno dopo l’altro, e li abbandonava subito dopo il parto. È accaduto undici volte. Io sono la decima esperienza». Parole altamente drammatiche quelle che compongono l’incipit di Il suono di mille silenzi di Emma La Spina. La 48enne scrittrice siciliana apre il suo cuore a un’esperienza dolorosa e grave che l’ha vista protagonista in prima persona. Una vita passata in collegio tra assenza di amore, privazioni e situazioni di autentico terrore. «La privazione per me è sempre stata la condizione normale, non mi viene nemmeno in mente che potrei avere qualcosa di mio». Una vicenda accaduta in tempi e luoghi a noi vicini. Dì che sei una di loro di Uwem Akpan, Mondadori, 353 p. – In cinque storie raccontate nel volume Dì che sei una di loro, il sacerdote gesuita nigeriano Uwem Akpan racconta uno spaccato terribile della realtà africana del nostro tempo. Una famiglia costretta a vivere con i proventi del lavoro di prostituta della loro figlia dodicenne, bambini venduti come schiavi dai parenti, amicizie spezzate per contrapposizioni religiose, un ragazzino che fugge dalla guerra civile e la violenza primordiale fra tutsi hutu ruandesi compongono un puzzle narrativo inquietante di una realtà spesso dimenticata. Lo spalatore di nuvole I libri di Fred Vargas, all’anagrafe Frédérique Audouin-Rouzeau, sono come le ciliegie: uno tira l’altro. Chi non conosce l’autrice francese e si trova a leggere per la prima volta un suo romanzo, molto spesso non può fare a meno di approfondire la conoscenza andando a cercare gli altri suoi scritti. È una sorta di desiderio impellente che attanaglia il lettore e che lo conduce a nuove letture. Una dote innata davvero interessante che fa bene alla letteratura, in questo caso a quella gialla. La Vargas, che scrive la prima stesura dei suoi romanzi in soli ventuno giorni, è una signora colta e molto impegnata politicamente. È un’esperta di storia Medievale, esercita la professione di archeologa presso il Centro nazionale francese per le ricerche scientifiche ed è sceneggiatrice per la televisione. La sua notorietà è legata anche alla battaglia in favore dello scrittore italiano di noir Cesare Battisti: condannato in contumacia all’ergastolo per una serie di omicidi a lui ascritti e compiuti nei terribili anni di piombo. L’autrice, al riguardo, ha scritto un libro, uscito solo in francese, dal titolo La Vérité sur Cesare Battisti (edizioni Viviane Hamy, 2004). Dalla sua penna è nato il commissario Adamsberg, capo dell’Anticrimine del quinto arrondissement di Parigi. Un personaggio singolare che ricorda un po’ il dinoccolato e stropicciato tenente Colombo della nota serie televisiva. Adamsberg malgrado il trasferimento nella città francese, raccontato nel volume L’uomo dei cerchi azzurri, rimane fortemente legato alle sue origini contadine che risiedono nei Pirenei; regione nella quale «aveva vissuto e dormito, e poi, diventato sbirro, lì aveva lavorato su omicidi, omicidi in villaggi di pietra, omicidi lungo sentieri minerali». Grazie alle sue capacità investigative un po’ anomale, rispetto a quelle dei suoi colleghi che appaiono nella letteratura gialla, e ai suoi indiscussi successi, si trova ad operare con una squadra di ventisette collaboratori che a volte faticano a capirlo, a volte lo adorano, a volte mal lo sopportano. Il commissario, infatti, sembra prendersi cura dei casi a lui affidati con un atteggiamento quasi disinteressato, senza adottare, apparentemente, un sistema investigativo strutturato e collaudato. Lui «sta lì, con la testa tra le nuvole, a fissare la parete, facendo scarabocchi sulle ginocchia», poi, tranquillo trova il bandolo della matassa e indica il colpevole. Attorno a lui ruota, come detto, un nutrito gruppo di collaboratori dalle caratteristiche diverse e non meno interessanti di quelle che contraddistinguono il loro capo; caratteristiche che la Vargas sa descrivere con dovizia e con una misurata capacità d’analisi psicologica. Ad esempio troviamo il fido ed elegante Danglard, «con la sua immensa erudizione che corre dietro al commissario» per impedirgli passi falsi, Justin «meticoloso, scrupoloso fino all’immobilismo», o ancora Mercadet, «un genio dei numeri che lotta contro il sonno» o una delle due donne del gruppo, «grossa mucca polivalente, massiccia come una colonna» che risponde al nome di Rotencourt. Un ufficio investigativo interessante per il miscuglio di caratteri, di personalità e di competenze mosso e tenuto in equilibrio dall’intreccio delle singole debolezze e virtù. In libreria da qualche settimana è reperibile Un luogo incerto, l’ultimo volume della serie dedicata ad Adamsberg che la Einaudi sta pubblicando in ordine sparso. Il capo dell’anticrimine, definito «spalatore di nuvole» per quell’aria da sognatore che si porta appresso, è alle prese con una serie di crimini che percorrono trasversalmente epoche e paesi facendo riaffiorare lo spettro dei vampiri. Un caso che cela da secoli segreti inquietanti, credenze popolari e faide. Il tutto ha inizio a Londra dove il commissario si trova per un convegno delle polizie europee. Apparentemente per caso Admasberg ritrova di fronte all’entrata del cimitero di Highgate, famoso negli anni sessanta per le storie di vampirismo ad esso collegate, diciassette piedi umani tagliati alle caviglie e infilati nelle loro scarpe. Al suo rientro a Parigi lo attende un omicidio oltremodo sconcertante: il corpo di un anziano giornalista viene ritrovato a pezzettini sparsi nel suo appartamento. «Questo vecchio non è stato semplicemente ucciso, è stato annientato». Un delitto simile ad un altro accaduto qualche tempo prima in Austria. Inizia così la caccia allo ‘spappolatore’; una caccia ricca di colpi di scena e di coinvolgimenti personali. Adamsberg è vittima di una strana cospirazione proveniente dalle alte sfere, finalizzata a incolpare lo stesso commissario di complicità con un presunto sospetto. A metterlo sull’attenti è il leale Danglard: «Qualcuno vuole silurarla, definitivamente. Uno che non vuole in nessun modo che lei metta le mani sull’assassino». Ad ingarbugliare la vita dell’investigatore ci si mette pure un figlio che non sapeva di avere che una mattina fa una fugace apparizione nel suo appartamento con intenti bellicosi rivelandogli di essere l’assassino del giornalista. Le indagini messe in piedi dal nucleo investigativo inaspettatamente sembrano avere punti di raccordo anche con il caso di Londra e con una faida tra famiglie iniziata in un villaggio serbo nel diciottesimo secolo. ‘Lo spalatore di nuvole’ è costretto dalle contingenze a sobbarcarsi un viaggio a Kiseljevo; località nella quale entrerà a contatto diretto con l’incubo di superstizioni e verità legate al mondo dei vampiri, che lo catapulteranno inesorabilmente in un passato inquietante. Un’esperienza che metterà in serio pericolo la sua vita. «A distanza di trecento anni continuava una guerra di clan che toccava il culmine della crudeltà. Per quale posta in gioco? Per quale motivo?». Un romanzo ricco di spunti, come nelle abitudini della Vargas, che sa mantenere alta la tensione narrativa e che presenta una trama forzatamente complessa. L’autrice, grazie alle informazioni storiche e antropologiche che da sempre inserisce nei suoi racconti, offre al lettore spunti di riflessione e approfondimento che vanno oltre la semplice lettura del romanzo. Un modo di scrivere gialli intelligente e seducente. Un luogo incerto è un libro cda leggere quando già si conoscono i retroscena di Adamsberg e il suo particolare percorso di vita. Intrigo alla corte del Re Sole di Anne Pietri, Feltrinelli, da 12 anni – È il destino fuori dal comune di Marion, figlia di un giardiniere che ai tempi del Re Sole è scelta per entrare a servizio della marchesa Montespan. Marion, grazie al suo dono innato per la creazione di profumi guadagna la fiducia del Re in persona riuscendo a sventare un complotto ai danni della Regina. Una gradevole ricostruzione storica, avvincente e minuziosa nella trama, ha come sfondo la sfolgorante reggia di Versailles e come protagonista un’eroina che parla alle giovani lettrici. Il mondo dipinto di Stefano Zuffi, Feltrinelli, da 11 anni – 25 capolavori dall’antichità ai giorni nostri raccontano la loro storia; di fatto ogni opera d’arte ha una storia che vorremmo ascoltare e, di volta in volta, la chiediamo a un personaggio – protagonista o secondario non importa – un paesaggio, un colore, una linea. Il compito dello storico è quello di cercare di conoscere la situazione vera e concreta in cui le opere sono nate, le speranze e i drammi dei loro autori, le aspettative dei committenti, il rapporto con la loro epoca. Ecco quindi come i personaggi portati in scena prendono spunto dalla cronaca e dalla storia delle vicende narrate, pertanto le scene e gli ambienti sono il più possibile fedeli alla realtà dell'epoca. Eureka! 100 inventori + 100 invenzioni che hanno cambiato la vita di Antonio Cianci, De Agostini, da 9 anni – Il croissant, i jeans, la coca cola, la cannuccia, il cellulare, l’ombrello... Quante volte ci siamo chiesti chi li ha inventati? A volte con un pensiero di gratitudine. Esistono, forse, tre tipi di inventori: gli sfortunati, che hanno avuto un’idea geniale ma non sono riusciti a ricavarne nulla. I fortunati, che sulla loro invenzione hanno costruito un impero, e quelli che si sono accontentati di avere avuto l’idea e l’hanno regalata all’umanità. Tutti però hanno un tratto in comune, non si sono tirati indietro davanti alle difficoltà, all’incredulità degli amici. Un grande insegnamento per tutti noi, che grazie anche alle loro invenzioni abbiamo la vita più facile. Un libro dedicato a tutti quelli che comunque ci hanno provato, e a tutti i piccoli grandi geni che in questo momento ci stanno provando. Le ragazze sono meglio di Sandi Iohsirg, Mondadori, da 12 anni – Prima di tutto: perché dovremmo avere bisogno di dimostrare che ‘le ragazze sono meglio’? Beh, perché spesso ci si dimentica di loro. Leggete questo libro e capirete come gira il mondo... Troppo spesso la storia sembra essere stata un racconto al maschile, piena di uomini che galoppavano qua e là a fare cose importantissime, mentre le donne stavano a casa a preparare la zuppa. Ma non è vero. Fin da sempre le donne hanno combattuto e governato, inventato, scritto, dipinto, spesso senza averne alcun riconoscimento. Pare che il cervello dei ragazzi sia più grande. Ancora con la storia delle dimensioni? Ok. Il cervello è fatto di cellule chiamate neuroni e quello delle ragazze ne ha di più. Le ragazze hanno, quindi, un cervello più piccolo, ma fatto di materiale migliore. Quindi a paragoni fatti il risultato è più o meno lo stesso, ma le ragazze hanno una marcia in più… Tre orsetti a Cioccolandia di Agostino Traini, Food Junior editore, da 4 anni – Una brutta sorpresa aspetta tre orsetti: è finita la scorta di cioccolato! Ma papà orso è pronto a risolvere il problema con un bel viaggio in Messico per far visita all’amico Ramon e scoprire qualche segreto di questo fantastico alimento. Ramon dopo aver raccolto le bacche rosse dagli alberi di cacao e fatte asciugare al sole, porta i piccoli orsetti nel suo laboratorio e fa vedere come si prepara la cioccolata più buona del mondo. I semi si tostano sul fuoco, si macinano per trasformarli in pasta di cacao, si aggiunge lo zucchero e si mescola bene. Sembra facile vero? Niente affatto... ma noi siamo fortunati. Nel nostro armadio, e senza fatica, un pezzetto di cioccolato non manca mai!