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Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
D) ATTI DIRIGENZIALI
Giunta regionale
D.G. Agricoltura
Comunicato regionale 23 gennaio 2015 - n. 13
Aggiornamento dei disciplinari delle tecniche agronomiche di
produzione integrata per l’anno 2015, in merito all’operazione
10.1.A – Produzioni agricole integrate del PSR 2014-2020 e
ai programmi operativi delle organizzazioni dei produttori
ortofrutticoli (OCM ortofrutta - Regolamenti 1234/07/CE e
1308/13/UE)
Si pubblica il testo dei disciplinari delle tecniche agronomiche 2015 di produzione integrata per i quali il Gruppo Tecniche
Agronomiche del MiPAAF ha espresso parere di conformità alle
linee guida nazionali di produzione integrata 2015 nella riunione
del 16 dicembre 2014, come confermato dalla nota n. 649 del
15 gennaio 2015.
Tali disciplinari agronomici di produzione integrata riguardano i principi e criteri generali, la fertilizzazione, l’irrigazione, le
colture arboree, le colture orticole, le colture cerealicole, il post
raccolta.
Si precisa inoltre che:
1. la Direzione Generale Agricoltura di Regione Lombardia
per la campagna agricola 2015 adotta integralmente,
come base dei principi e criteri generali per le pratiche
agronomiche della produzione integrata, il testo consolidato delle linee guida nazionali;
2. il presente aggiornamento va ad integrare direttamente
il testo consolidato delle linee guida nazionali al fine di
rendere i disciplinari rispondenti alle peculiari condizioni
pedo-climatiche della Lombardia;
3. nei disciplinari agronomici di produzione integrata sono
indicate le schede di concimazione delle colture arboree,
di quelle orticole (comprese quelle di IV gamma) e di
quelle cerealicole;
4. i disciplinari sono validi per l’Operazione 10.1.a – Produzioni agricole integrate del PSR 2014-2020 e per i programmi operativi delle organizzazioni dei produttori ortofrutticoli
(OCM ortofrutta - Regolamenti 1234/07/CE e 1308/13/
UE);
5. i disciplinari sono validi per l’utilizzo volontario del Marchio
di Qualità nell’ambito del Sistema di Qualità Nazionale di
Produzione Integrata (SQNPI) di cui al relativo Decreto Ministeriale n. 4890 dell’8 maggio 2014 che descrive le modalità di adesione e gestione del SQNPI.
II dirigente struttura
organizzazione comuni di mercato e distretti agricoli
Andrea Massari
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ALLEGATO
SISTEMI DI PRODUZIONE INTEGRATA NELLE FILIERE AGROALIMENTARI
Norme tecniche agronomiche per i Regolamenti 1182/07/CE, 1234/07/CE, 543/11/UE, 1308/13/UE
Regione Lombardia - Anno 2015
Sommario
PRINCIPI E CRITERI GENERALI PER LE PRATICHE AGRONOMICHE DELLA PRODUZIONE INTEGRATA
ALLEGATO A: LINEA GUIDA PER LA FERTILIZZAZIONE DELLE PRODUZIONI INTEGRATE
ALLEGATO B: LINEA GUIDA PER L’IRRIGAZIONE DELLE PRODUZIONI INTEGRATE
DISCIPLINARI COLTURE ARBOREE
DISCIPLINARI COLTURE ORTICOLE
DISCIPLINARI COLTURE CEREALICOLE
POST RACCOLTA PER USO MARCHIO DI QUALITÀ NELL’AMBITO SQNPI
________________________
PRINCIPI E CRITERI GENERALI PER
LE PRATICHE AGRONOMICHE DELLA PRODUZIONE INTEGRATA
1. Introduzione
Per produzione integrata si intende quel sistema di produzione agro-alimentare che utilizza tutti i metodi e mezzi produttivi e di difesa
dalle avversità delle produzioni agricole, volti a ridurre al minimo l’uso delle sostanze chimiche di sintesi e a razionalizzare la fertilizzazione, nel rispetto dei principi ecologici, economici e tossicologici.
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Al fine di coniugare tecniche produttive compatibili con la tutela dell’ambiente naturale con le esigenze tecnico-economiche dei
moderni sistemi produttivi e di innalzare il livello di salvaguardia della salute degli operatori e dei consumatori, si definiscono i criteri
generali in materia di tecniche agronomiche.
2. Scopo e campo di applicazione
Il campo di applicazione dei presenti Principi e criteri generali comprende le fasi agronomiche che vanno dalla coltivazione fino
alla raccolta delle colture che si intendono assoggettare al metodo di produzione integrata; essi integrano i Principi e criteri generali
relativi alla difesa e al controllo delle infestanti al fine della definizione delle rispettive Linee guida. In conformità con questi documenti
Regione Lombardia ha predisposto ed aggiorna i Disciplinari di produzione integrata.
3. Scelta dell’ambiente di coltivazione e vocazionalità
Si consiglia di valutare le caratteristiche pedoclimatiche dell’area di coltivazione in riferimento alle esigenze delle colture interessate.
Maggiore attenzione sarà riservata alle scelte in caso di nuova introduzione della coltura e/o varietà nell’ambiente di coltivazione.
La produzione delle colture orticole destinate alla IV gamma implica che il concetto di vocazionalità tenga conto anche di tutti i
servizi correlati e necessari alla gestione della coltivazione.
4. Mantenimento dell’agroecosistema
La biodiversità rappresenta la risorsa naturale maggiormente presente nei sistemi agricoli e più di altre contribuisce a ridurre l’uso
delle sostanze chimiche di sintesi salvaguardando i principali organismi utili al contenimento naturale delle avversità, a tutelare le
risorse ambientali ed a rispettare l’agroecosistema naturale.
A tal fine questi disciplinari individuano tecniche ed interventi volti a rafforzare la biodiversità.
Le aziende aderenti al sistema della produzione integrata potranno effettuare le scelte di maggiore interesse rispetto alle specifiche
caratteristiche produttive/ambientali.
5. Scelta varietale e materiale di moltiplicazione
Non è consentito il ricorso a materiale proveniente da organismi geneticamente modificati (OGM).
Varietà, ecotipi,“piante intere” e portinnesti posono essere scelti in funzione delle specifiche condizioni pedoclimatiche di coltivazione.
Sono da preferire le varietà resistenti e/o tolleranti alle principali fitopatie, tenendo conto delle esigenze di mercato dei prodotti ottenibili.
Il materiale di propagazione deve essere sano e garantito dal punto di vista genetico; deve inoltre essere in grado di offrire garanzie fitosanitarie e di qualità agronomica. Per le colture orticole si deve ricorrere a materiale di categoria “Qualità CE”. Per le
colture arboree se disponibile, si deve ricorrere a materiale di categoria “certificato”. In assenza di tale materiale dovrà essere
impiegato materiale di categoria CAC oppure materiale prodotto secondo norme tecniche definite a livello regionale.
6. Sistemazione e preparazione del suolo all’impianto e alla semina
I lavori di sistemazione e preparazione del suolo all’impianto e alla semina tendono ad essere eseguiti con gli obiettivi di salvaguardare e migliorare la fertilità del suolo evitando fenomeni erosivi e di degrado e vanno definiti in funzione della tipologia del suolo, delle
colture interessate, della giacitura, dei rischi di erosione e delle condizioni climatiche dell’area. Tendono inoltre a contribuire il mantenimento della struttura, favorendo un’elevata biodiversità della microflora e della microfauna del suolo ed una riduzione dei fenomeni
di compattamento, consentendo l’allontanamento delle acque meteoriche in eccesso.
Gli eventuali interventi di correzione e di fertilizzazione di fondo seguiranno le indicazioni esplicitate nel capitolo della fertilizzazione.
Quando la preparazione del suolo comporta tecniche di lavorazione di particolare rilievo sull’agroambiente naturale come lo scasso,
il movimento terra, le rippature profonde, ecc., queste operazioni si consiglia che siano attentamente valutate oltre che nel rispetto del
territorio anche della fertilità al fine di individuare gli eventuali interventi ammendanti e correttivi necessari.
7. Avvicendamento colturale
Una successione colturale agronomicamente corretta rappresenta uno strumento fondamentale per preservare la fertilità dei suoli, la
biodiversità, prevenire le avversità e salvaguardare/migliorare la qualità delle produzioni.
La regola generale prevede che in caso di programmi che prevedono la adesione:
1)
dell’intera azienda o di unità di produzione omogenee per tipologie di colture, le aziende adottino una rotazione quinquennale che comprenda almeno tre colture e preveda al massimo un ristoppio per ogni coltura.
Tuttavia in quelle situazioni nelle quali il criterio generale di rotazione risulti incompatibile con gli assetti colturali e/o organizzativi
aziendali, è consentito ricorrere a un modello di successione che nel quinquennio preveda due colture e al massimo un ristoppio per
coltura; è possibile avere due ristoppi della stessa coltura a condizione che la coltura inserita tra i due ristoppi sia di famiglia botanica
diversa.
Rientrano in questa tipologia:
a) i terreni che ricadono in aree particolarmente svantaggiate (ad es. collinari o montane, o con precipitazioni inferiori ai 500 mm/
annui, o per la limitante natura pedologica del suolo, ecc ). Nello specifico, in Lombardia, per aree svantaggiate si considerano
quelle situate nei comuni ricadenti nelle Aree Svantaggiate di Montagna (allegato B sulla classificazione territoriale alla dgr 2116
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del 11-07-2014 relativa al PSR 2014 – 2020) o all’interno delle Aree Natura 2000 (allegati 3 e 4 alla dgr 1366 del 14-02-2014 relativa
alla condizionalità);
b) gli indirizzi colturali specializzati e gli indirizzi colturali orticoli intensivi (ad es. pomodoro da industria o da mensa, fagiolo/fagiolino
da industria);
c) le colture erbacee foraggere di durata pluriennale;
d) le aree a seminativi, inferiori a 5 ettari, presenti in aziende viticole o frutticole dove la superficie a seminativi non supera il doppio
di quella viticola o frutticola.
2)
per singole colture devono essere rispettati solo i vincoli relativi al ristoppio, all’intervallo minimo di rientro della stessa coltura
e alle eventuali ulteriori restrizioni alle colture inserite nell’intervallo.
Ad integrazione di quanto sopra indicato si precisa che:
-
i cereali autunno-vernini (frumento tenero e duro, orzo, ecc.) sono considerati colture analoghe ai fini del ristoppio;
-
considerata la peculiarità della coltivazione del riso - legata alla sommersione e sistemazione della camera - è ammessa la monosuccessione per cinque anni consecutivi;
-
le colture erbacee poliennali tecnicamente non avvicendabili non sono soggette ai vincoli rotazionali;
-
gli erbai sono considerati agli effetti dell’avvicendamento colture di durata annuale;
-
le colture erbacee poliennali avvicendate ed il maggese vengono considerate ai fini del conteggio come una singola coltura;
-
le colture erbacee foraggere di durata pluriennale devono essere seguite da una coltura diversa;
-
per le colture orticole pluriennali (es. carciofo, asparago) è necessario un intervallo minimo di almeno due anni, ma negli impianti dove sono stati evidenziati problemi fitosanitari è necessario adottare un intervallo superiore;
-
considerate le peculiarità e l’elevata specializzazione e gli investimenti in strutture (che permangono almeno cinque anni sulla
medesima porzione di appezzamento) e attrezzature specifiche delle coltivazioni per le colture protette prodotte all’interno di
dette strutture fisse (es. ortaggi a foglia da taglio, lattughe a cespo ecc.) è ammessa la monosuccessione per cinque anni
consecutivi a condizione che, ad anni alterni, vengano eseguiti interventi di solarizzazione (di durata minima di 40 giorni) o altri
sistemi non chimici di contenimento delle avversità (es. sovesci, sterilizzazione a vapore, incolto per 40 gg, ecc.);
-
considerata la peculiarità della tecnica colturale e i costi di gestione correlati alla coltivazione della valerianella, è ammessa la
monosuccessione per almeno tre anni, con l’uso di funghi antagonisti;
-
per le colture orticole a ciclo breve è ammissibile la ripetizione di più cicli nello stesso anno e ciascun anno con cicli ripetuti viene
considerato come un anno di coltura; nell’ambito della stesso anno, la successione fra colture orticole a ciclo breve appartenenti a famiglie botaniche diverse o un intervallo di almeno quaranta giorni senza coltura tra due cicli della stessa ortiva, sono
considerati sufficienti al rispetto dei vincoli di avvicendamento;
-
le colture da sovescio che normalmente occupano il terreno per un breve periodo di tempo non vengono considerate ai fini
della successione colturale; qualora il loro ciclo (da emergenza a interramento inclusi) sia superiore ai 120 giorni rientrano invece
tra le colture avvicendate.
Ai fini del reimpianto di colture arboree deve essere valutata l’opportunita di:
-
lasciare a riposo il terreno per un congruo periodo, durante il quale praticare una coltura estensiva oppure il sovescio;
-
asportare i residui radicali della coltura precedente;
-
effettuare una concimazione con sostanza organica sulla base dei risultati delle analisi chimico-fisiche del terreno;
-
sistemare le nuove piante in posizione diversa da quella occupata dalle precedenti;
-
utilizzare portainnesti adatti allo specifico ambiente di coltivazione.
Per ragioni agronomiche e/o per evitare l’insorgenza di problematiche fitosanitarie i disciplinari regionali possono definire specifici
intervalli di attesa per il ritorno della medesima coltura sulla stessa superficie e ulteriori limitazioni nelle successioni delle diverse colture.
8. Semina, trapianto, impianto
Le modalità di semina e di trapianto (per esempio epoca, distanze, densità) per le colture annuali consentono di raggiungere rese
produttive adeguate, nel rispetto dello stato fitosanitario delle colture, limitando l’impatto negativo delle malerbe, delle malattie e dei
fitofagi, ottimizzano l’uso dei nutrienti e consentono il risparmio idrico.
Nel perseguire le medesime finalità, anche nel caso delle colture perenni rispettano le esigenze fisiologiche della specie e della varietà considerate.
Dette modalità, insieme alle altre pratiche agronomiche sostenibili, hanno l’obiettivo di limitare l’utilizzo di fitoregolatori di sintesi, in
particolare dei prodotti che contribuiscono ad anticipare, ritardare e/o pigmentare le produzioni vegetali.
9. Gestione del suolo e pratiche agronomiche per il controllo delle infestanti
Si consiglia che la gestione del suolo e le relative tecniche di lavorazione siano finalizzate al miglioramento delle condizioni di adattamento delle colture per massimizzarne i risultati produttivi, favorire il controllo delle infestanti, migliorare l’efficienza dei nutrienti riducendo le perdite per lisciviazione, ruscellamento ed evaporazione, mantenere il terreno in buone condizioni strutturali, prevenire erosione e
smottamenti, preservare il contenuto in sostanza organica e favorire la penetrazione delle acque meteoriche e di irrigazione.
Nel rispetto di queste finalità i disciplinari, fatte salve specifiche situazioni pedologiche e colturali, dovranno rispettare le seguenti
indicazioni:
-
nelle aree di collina e di montagna con pendenza media superiore al 30% sono consentite esclusivamente, per le colture erbacee, la minima lavorazione, la semina su sodo e la scarificatura, mentre per le colture arboree all’impianto sono ammesse
le lavorazioni puntuali e nella gestione ordinaria l’inerbimento, anche come vegetazione spontanea gestita con sfalci;
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-
nelle aree con pendenza media compresa tra il 10% e il 30%, oltre alle tecniche sopra descritte sono consentite lavorazioni
ad una profondità massima di 30 cm, ad eccezione delle rippature per le quali non si applica questa limitazione; negli appezzamenti dedicati alle colture erbacee è obbligatoria la realizzazione di solchi acquai temporanei al massimo ogni 60 metri
o prevedere, in situazioni geo-pedologiche particolari e di frammentazione fondiaria, idonei sistemi alternativi di protezione del
suolo dall’erosione; per le colture arboree è obbligatorio l’inerbimento nell’interfila (inteso anche come vegetazione spontanea
gestita con sfalci); in relazione a condizioni di scarsa piovosità nel periodo primaverile-estivo, tale vincolo non si applica su terreni a tessitura argillosa, argillosa-limosa, argillosa-sabbiosa, franco-limosa-argillosa, franco-argillosa e franco-sabbiosa-argillosa
(classificazione USDA); in alternativa all’inerbimento è tuttavia consentita l’erpicatura a una profondità massima di dieci cm o
la scarificatura; sui terreni dove vige il vincolo dell’inerbimento nell’interfila delle colture arboree sono ammessi degli interventi
localizzati di interramento dei concimi;
-
nelle aree di pianura è obbligatorio per le colture arboree l’inerbimento dell’interfila nel periodo autunno-invernale per contenere la perdita di elementi nutritivi; nelle aree a bassa piovosità possono essere anticipate le lavorazioni.
I trattamenti con prodotti fitosanitari al terreno e quelli per il controllo delle erbe infestanti sono disciplinati dalle “Norme tecniche per
la produzione integrata delle colture: difesa fitosanitaria e controllo delle infestanti”. Qualora si ricorra alla tecnica della pacciamatura,
si raccomanda l’utilizzo di materiali pacciamanti biodegradabili o riciclabili.
10. Gestione dell’albero e della fruttificazione
Le cure destinate alle colture arboree quali potature, piegature e altre pratiche quali l’impollinazione e il diradamento tenderanno a
favorire un corretto equilibrio delle esigenze quali-quantitative delle produzioni e di migliorare lo stato sanitario della coltura; tali modalità di gestione punteranno a ridurre il più possibile l’impiego di fitoregolatori. L’eventuale loro impiego dovrà essere previsto nelle
norme tecniche delle singole colture secondo quanto stabilito dalle “Norme tecniche per la produzione integrata delle colture: difesa
fitosanitaria e controllo delle infestanti”.
11. Fertilizzazione
La fertilizzazione delle colture ha l’obiettivo di garantire produzioni di elevata qualità e quantità economicamente sostenibili, nel rispetto delle esigenze di salvaguardia ambientale, del mantenimento della fertilità e della prevenzione delle avversità.
Una conduzione degli interventi di fertilizzazione secondo i criteri sotto indicati, unitamente alla gestione delle successioni secondo
quanto stabilito al punto 7, consente di razionalizzare e ridurre complessivamente gli input fertilizzanti.
A questo fine i disciplinari di produzione integrata prevedono:
- la definizione, all’interno di un piano di fertilizzazione aziendale, dei quantitativi massimi dei macro elementi nutritivi distribuibili annualmente per coltura o per ciclo colturale o per taglio, sulla base di una serie di valutazioni tra le quali rientrano: le asportazioni, le disponibilità di macroelementi nel terreno, le perdite tecnicamente inevitabili dovute a percolazione ed evaporazione,
l’avvicendamento colturale e le tecniche di coltivazione adottate compresa la fertirrigazione. Nelle aree definite “vulnerabili” devono in ogni caso essere rispettate le disposizione derivanti dai programmi d’azione obbligatori di cui all’art.92, comma 6 del decreto
legislativo 3 aprile 2006 n. 152 in attuazione della direttiva del Consiglio 91/676/CE del 12 dicembre 1991. Per le colture poliennali,
o comunque in caso di carenze nel terreno, il piano di fertilizzazione può prevedere per fosforo (P), potassio (K) e magnesio (Mg)
adeguate fertilizzazioni di anticipazione o di arricchimento in fase di impianto;
- l’esecuzione di analisi del suolo per la stima delle disponibilità dei macroelementi e degli altri principali parametri della fertilità: per
le colture erbacee almeno ogni 5 anni, per quelle arboree all’impianto o, nel caso di impianti già in essere, all’inizio del periodo di
adesione alla produzione integrata; è richiesta l’effettuazione di una analisi almeno per ciascuna area omogenea dal punto di vista pedologico ed agronomico (inteso sia in termini di avvicendamento colturale che di pratiche colturali di rilievo). Sono ritenute valide anche
le analisi eseguite nei 2 anni precedenti l’inizio dell’impegno. L’analisi fisico-chimica del terreno deve contenere almeno le informazioni
relative alla granulometria (tessitura), al pH, alla CSC nei suoli e per le situazioni dove la sua conoscenza è ritenuta necessaria per una
corretta interpretazione delle analisi, alla sostanza organica, al calcare totale e al calcare attivo, all’azoto totale, al potassio scambiabile
e al fosforo assimilabile; i parametri analitici non si possono desumere da carte pedologiche o di fertilità.
Per le aree omogenee (così come definite nelle Linee Guida Fertilizzazione), che differiscono solo per la tipologia colturale (seminativo, orticole ed arboree) e che hanno superfici inferiori a:
•
1.000 m2 per le colture orticole
•
5.000 m2 per le colture arboree
•
10.000 m2 per le colture erbacee
non sono obbligatorie le analisi del suolo. In questi casi nella predisposizione del piano di fertilizzazione si assumono come riferimento dei livelli di dotazione in macroelementi elevati;
- l’impiego preferenziale dei fertilizzanti organici, che devono essere conteggiati nel piano di fertilizzazione in funzione della dinamica di mineralizzazione. Fra questi è ammesso esclusivamente l’impiego di compost di qualità (assenza di fanghi di depurazione),
di effluenti di allevamento e delle acque reflue delle piccole aziende agroalimentari, nelle modalità stabilite dalla legislazione nazionale vigente; sono inoltre impiegabili anche i prodotti consentiti dal Reg. CE 834/07 relativo ai metodi di produzione biologica;
- nel caso in cui non vi siano apporti di fertilizzanti non è richiesta l’esecuzione delle analisi.
Per le specifiche riguardanti la gestione della fertilizzazione si rimanda all’allegato A “Linee guida per la fertilizzazione della produzione
integrata”.
12. Irrigazione
L’irrigazione tende a soddisfare il fabbisogno idrico della coltura evitando di superare la capacità di campo, allo scopo di contenere
lo spreco di acqua, la lisciviazione dei nutrienti e lo sviluppo di avversità. A questo proposito le aziende possono disporre dei dati termopluviometrici aziendali o messi a disposizione dalle reti agrometeorologiche regionali (tale dato non è necessario acquisirlo per
le colture protette).
In Regione Lombardia è normale il ricorso all’irrigazione: l’apporto di acqua prevede l’utilizzo di metodi legati alla specificità del terri-
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torio e della coltura praticata.
Gli studi idrostratigrafici ed idrogeologici condotte da Enti di ricerca hanno permesso di effettuare analisi di bilancio idrogeologico di
vaste aree regionali, considerando i percorsi di infiltrazione della acque superficiali e gli scambi tra le falde del sottosuolo.
Le valutazioni in sintesi indicano che, in Regione Lombardia, la principale fonte di alimentazione delle acque sotterranee nei periodi
critici è la percolazione delle acque utilizzate per l’irrigazione per scorrimento. Pertanto tale pratica irrigua supporta indirettamente le
portate dei corsi d’acqua naturali, contribuendo al mantenimento delle portate di magra e del “Deflusso Minimo Vitale” (DMV) importante per mantenere la fauna ittica dei fiumi lombardi.
Il disciplinare di produzione integrata prevede la redazione di un piano di irrigazione, basato sul bilancio idrico della coltura e
l’utilizzo di adeguate tecniche di distribuzione irrigua (ad es. irrigazione a goccia, microirrigazione, subirrigazione, pioggia a bassa
pressione ecc.); il piano di irrigazione aziendale si coordina con il bilancio idrico territoriale in particolare con le caratteristiche e le
modalità di distribuzione dei sistemi irrigui collettivi presenti sul territorio.
Quindi l’irrigazione per scorrimento è consentita solo in presenza di Consorzi di Bonifica.
Per i nuovi impianti di colture arboree è sconsigliato il ricorso all’irrigazione per scorrimento ad eccezione di quelli alimentati da Consorzi di Bonifica che non garantiscono continuità di fornitura.
Negli impianti arborei già in essere e nelle colture erbacee che utilizzano l’irrigazione per scorrimento è necessario adottare le precauzioni orientate alla massima riduzione degli sprechi.
I volumi di irrigazione dovrebbero essere determinati in relazione a un bilancio idrico che tenga conto delle differenti fasi fenologiche,
delle tipologie di suolo e delle condizioni climatiche dell’ambiente di coltivazione.
In relazione alle esigenze dell’azienda i piani di irrigazione possono essere redatti utilizzando sia supporti aziendali specialistici (ad
es. schede irrigue o programmi informatici basati anche su informazioni fornite da servizi di assistenza tecnica pubblica o privata) sia
strumenti tecnologici (ad es. pluviometri, tensiometri ecc.).
I disciplinari delle singole colture possono definire anche un volume massimo di adacquamento stagionale per coltura.
Per le aziende che non elaborano un piano di irrigazione, definite nel successivo paragrafo, il presente disciplinare determina il volume
massimo di adacquamento di riferimento per ciascun intervento in funzione del tipo di terreno e richiede la registrazione dei dati delle
irrigazioni effettuate.
Le aziende aventi un’elevata frammentazione delle superfici e degli apporti idrici, non applicano lo schema del piano di irrigazione
ma la sola registrazione degli interventi irrigui.
Per le aziende specializzate in coltivazioni destinate alla IV gamma in coltura protetta (inclusa le lattughe a cespo) può essere effettuata un’unica registrazione per l’intero ciclo.
Le colture protette destinate alla IV gamma sono caratterizzate dal ridotto apporto idrico per le seguenti finalità:
•
gestione dell’umidità nell’ambiente protetto per un migliore controllo fitosanitario della coltura;
•
gestione della durata dei cicli / tagli;
•
gestione delle caratteristiche qualitative del prodotto al fine di renderlo idoneo alla lavorazione industriale.
E’ opportuno verificare la qualità delle acque per l’irrigazione, evitando l’mpiego di acque batteriologicamente contaminate o contenenti elementi inquinanti.
Per l’applicazione della pratica irrigua si veda anche quanto indicato nell’allegato B “Linee guida relative all’irrigazione”.
13. Altri metodi di produzione e aspetti particolari
Colture fuori suolo
E’ ammessa l’applicazione del sistema di produzione integrata alla tecnica di produzione fuori suolo ponendo particolare attenzione
alla completa riciclabilità dei substrati di coltivazione e alla riutilizzazione agronomica delle acque reflue.
I disciplinari di produzione integrata applicati alla tecnica del fuori suolo considerano gli aspetti relativi a :
-
scelta dei substrati e loro riutilizzo o smaltimento;
-
gestione della fertirrigazione;
-
gestione delle acque reflue (percolato).
Substrati
Al fine di consentire alla pianta di accrescersi nelle migliori condizioni i requisiti più importanti che devono essere valutati per la scelta
di un substrato sono i seguenti:
-costituzione,
-struttura,
-
capacita di ritenzione idrica,
-
potere assorbente,
-pH,
-
contenuto in elementi nutritivi e EC,
-
potere isolante,
-sanità,
-
facilità di reperimento e costi.
Possono essere utilizzati substrati naturali (organici o inorganici) e substrati sintetici.
Esaurita la propria funzione i substrati naturali possono essere utilizzati come ammendanti su altre colture presenti in azienda. I substrati sintetici devono essere smaltiti nel rispetto delle vigenti norme.
Fertirrigazione
Nella tecnica di produzione nel fuorisuolo la fertirrigazione assolve alle funzioni di:
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-
soddisfacimento del fabbisogno idrico della coltura;
-
apporto degli elementi fertilizzanti;
-
dilavamento del substrato (percolato).
La concentrazione degli elementi fertilizzanti presenti nella soluzione nutritiva varia in funzione della specie coltivata e della naturale
presenza di sali disciolti nell’acqua. Viene misurata attraverso la conducibilità elettrica utilizzando come unità di misura il siemens
(millisiemens o microsiemens).
Per ogni coltura vi sono dei valori soglia il cui superamento può portare a fenomeni di fitotossicità.
Nella tabella sottostante sono riportati i valori soglia indicativi riferiti alle principali colture:
EC
mS
Pomodoro
2.30
Peperone
2.20
Cetriolo
2.20
Melone
2.30
Zucchino
2.20
Melanzana
2.10
Fagiolo
1.70
Fragola
1.60*
Vivaio
2.40
Taglio
3.30
dati ricavati da “Principi tecnico-agronomici della fertirrigazione e del fuorisuolo” edito da Veneto Agricoltura
(*) in Trentino il valore soglia utilizzato per la fragola è di 1.90 mS
Gestione delle acque reflue (percolato)
Le acque reflue derivanti dal percolato durante il periodo di coltivazione normale e dal dilavamento del substrato, qualora si riutilizzino
l’anno successivo, hanno ancora un contenuto in elementi fertilizzanti significativo rispetto alla soluzione nutritiva distribuita e pertanto
possono essere ancora utilizzate ai fini nutrizionali:
-
nel riciclaggio interno sulla coltura previa verifica della idoneità dal punto di vista fitosanitario, sottoponendole se necessario
a filtrazione, clorazione, trattamento con UV;
-
mediante distribuzione dell’acqua di drenaggio per il mantenimento del tappeto erboso della serra, se presente. La presenza del tappeto erboso sotto la coltura fuori suolo garantisce una azione climatizzante sottochioma e favorisce lo sviluppo di
insetti/acari antagonisti;
-
per la fertilizzazione di altre colture.
Colture di IV gamma e colture in vaso
Per le coltivazioni di IV gamma ed in vaso le Regioni e Province autonome possono adottare specifici disciplinari coerenti con i principi
generali della produzione integrata e conformi ai punti applicabili delle Linee guida.
Riscaldamento colture protette
I combustibili ammessi sono esclusivamente il metano, olio e gasolio a basso contenuto di zolfo, i combustibili di origine vegetale
(scarti di lavorazione del legno ecc.) e tutti i combustibili a basso impatto ambientale. Sono ammessi inoltre tutti i sistemi di riscaldamento che impiegano energie alternative (geotermia, energia solare, reflui di centrali elettriche ecc.).
14. Raccolta
I disciplinari delle singole colture possono stabilire dei parametri per dare inizio alle operazioni di raccolta in funzione di ogni specie,
ed eventualmente varietà, e in riferimento alla destinazione finale dei prodotti.
Le modalità di raccolta e di conferimento ai centri di stoccaggio/lavorazione possono essere definite nell’ottica di privilegiare il mantenimento delle migliori caratteristiche dei prodotti.
In ogni caso i prodotti devono essere sempre identificati al fine di permetterne la rintracciabilità, in modo da renderli facilmente
distinguibili rispetto ad altri prodotti ottenuti con modalità produttive diverse.
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ALLEGATO A: LINEA GUIDA PER LA FERTILIZZAZIONE DELLE PRODUZIONI INTEGRATE
NORME E INDICAZIONI DI CARATTERE GENERALE
Considerato quanto definito nei “Principi e criteri generali per le pratiche agronomiche della produzione integrata”, si definiscono
alcuni standard tecnici di riferimento:
-
le analisi del terreno, effettuate su campioni rappresentativi e correttamente interpretate, sono funzionali alla stesura del piano di
fertilizzazione, pertanto é necessario averle disponibili prima della stesura del piano stesso. E’ comunque ammissibile, per il primo
anno di adesione, una stesura provvisoria del piano di fertilizzazione, da “correggere” una volta che si dispone dei risultati delle
analisi; in questo caso si prendono a riferimento i livelli di dotazione elevata;
-
il piano di fertilizzazione è riferito alla singola coltura nell’ambito di una medesima zona omogenea nell’ottica di una razionale
distribuzione dei fertilizzanti (naturali e/o di sintesi);
-
i fabbisogni dei macroelementi (azoto, fosforo e potassio) sono determinati sulla base della produzione ordinaria attesa o stimata (dati ISTAT o medie delle annate precedenti per la zona in esame o per zone analoghe) e sono generalmente calcolati
adottando il metodo del bilancio anche nella forma semplificata (secondo le schede a dose standard per coltura). Nella determinazione dei nutrienti occorre applicare il criterio di evitare di apportare al sistema terreno-pianta attraverso le concimazioni,
quantità di elementi nutritivi superiori alle asportazioni delle colture, pur maggiorandoli delle possibili perdite e fatti salvi i casi di
scarse dotazioni di fosforo e potassio evidenziati dalle indagini analitiche;
-
nelle aree definite “vulnerabili” devono in ogni caso essere rispettate le disposizione derivanti dai programmi d’azione previsti dalla Regione Lombardia con d.g.r. n. 8/5868 del 21 novembre 2007 (in attuazione della direttiva del Consiglio 91/676/CE
del 12 dicembre 1991);
-
nel caso di doppia coltura (es. principale e intercalare) o di più cicli di coltivazione della stessa coltura ripetuti (es. orticole a ciclo
breve), gli apporti di fertilizzanti saranno calcolati per ogni coltura/ciclo colturale. Nel calcolo occorre tenere conto delle sole asportazioni e precessioni colturali ma non dei parametri di dilavamento o altri aspetti che hanno valenza solo per la coltura principale.
-
nel caso delle colture di IV gamma per tutto l’arco dell’anno, non si devono superare le quantità massime di 450 unità di
azoto, 350 unità di P2O5 e 600 unità di K2O.
L’impostazione del piano di fertilizzazione prenderà in considerazione:
• dati identificativi degli appezzamenti;
• caratteristiche del terreno e dotazione in elementi nutritivi;
• individuazione dei fabbisogni delle colture almeno per azoto, fosforo e potassio in funzione della resa prevista;
• fertilizzanti impiegabili;
• modalità ed epoche di distribuzione.
Non è richiesta la stesura del piano di fertilizzazione nelle situazioni in cui non venga praticata alcuna fertilizzazione. Tale indicazione
va riportata nelle “note” del registro delle operazioni di produzione, per l’annata agraria in corso specificando la/e coltura/e non
fertilizzata/e.
In alternativa alla redazione di un piano di fertilizzazione analitico è possibile adottare il modello semplificato secondo le schede a
dose standard per coltura. Per gli impegni pluriennali previsti nell’Operazione 10.1.a – Produzioni agricole integrate del PSR 2014 – 2020,
l’alternativa delle schede a dose standard è possibile soltanto per gli anni di impegno successivi al primo per il quale rimane l’obbligo
della predisposizione ed adozione di un piano di fertilizzazione.
La dose standard va intesa come la dose di macroelemento da prendere come riferimento in condizioni ritenute ordinarie di resa
produttiva, di fertilità del suolo e di condizioni climatiche.
La dose standard così definita può essere modificata in funzione delle situazioni individuate all’interno della scheda di fertilizzazione,
pertanto sono possibili incrementi se, ad esempio, si prevedono:
•
una maggiore produzione rispetto a quella definita come standard;
•
scarsa dotazione di sostanza organica;
•
casi di scarsa vigoria;
•
dilavamento da forti piogge invernali o anche in periodi diversi;
•
casi di cultivar tardive ecc..
Diversamente si eseguono delle riduzioni alla dose standard laddove sussistano condizioni di minore produzione rispetto a quella
individuata come standard (ordinaria), si apportano ammendanti, eccessiva vigoria o lunghezza del ciclo vegetativo, elevato tenore
di sostanza organica ecc.. Possono altresì essere definite più puntualmente singole “voci” caratterizzanti specifici ambienti colturali.
ISTRUZIONI PER IL CAMPIONAMENTO DEI TERRENI E L’INTERPRETAZIONE DELLE ANALISI
Epoca di campionamento
Deve essere scelta in funzione dello stato del terreno, che si presenterà né troppo secco né troppo umido. È opportuno intervenire in un
momento sufficientemente lontano dagli interventi di lavorazione e di fertilizzazione; per le colture erbacee l’epoca ottimale coincide
con i giorni successivi alla raccolta, oppure almeno due mesi dopo l’ultimo apporto di concime.
Modalità di campionamento
Individuazione dell’unità di campionamento
La corrispondenza dei risultati analitici con la reale composizione chimico-fisica del terreno dipende da un corretto campionamento.
Bollettino Ufficiale
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Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
Il primo requisito di un campione di terreno è senz’altro la sua omogeneità dal punto di vista pedologico e agronomico, intesa sia in
termini di avvicendamento che di pratiche colturali di rilievo. È necessario pertanto individuare correttamente l’unità di campionamento che è l’Unità di Paesaggio Aziendale (UPA) che coincide con l’area omogenea, ossia quella parte della superficie aziendale
per la quale si ritiene che per elementi ambientali (tessitura, morfologia, colore, struttura) e per pratiche colturali comuni (irrigazione,
lavorazioni profonde, fertilizzazioni ricevute e avvicendamenti) i terreni abbiano caratteristiche chimico fisiche simili. Per ciascuna UPA
(area omogenea individuata) deve essere effettuato almeno un campionamento.
Si consiglia di delineare le ripartizioni individuate in tal senso in azienda utilizzando copie dei fogli di mappa catastali o, se disponibili,
di Carte Tecniche Regionali.
Qualora si disponga della cartografia pedologica, la zona di campionamento deve comunque ricadere all’interno di una sola unità
pedologica.
Prelievo del campione
Al fine di ottenere un campione rappresentativo, il prelevamento per le colture erbacee deve essere eseguito come segue:
•
procedendo a zig zag nell’appezzamento, si individuano, a seconda dell’estensione, fino a 20 punti di prelievo di campioni
elementari;
•
nei punti segnati, dopo aver asportato e allontanato i primi 5 cm al fine di eliminare la cotica erbosa e gli eventuali detriti
superficiali presenti, si effettua il prelievo fino ad una profondità di 30 cm;
•
si sminuzza e mescola accuratamente la terra proveniente dai prelievi eseguiti e, dopo aver rimosso ed allontanato pietre e
materie organiche grossolane (radici, stoppie e residui colturali in genere, ecc.), si prende dal miscuglio circa 1 kg di terra
da portare al laboratorio di analisi.
Nei casi di terreni investiti a colture arboree o destinati allo scasso per l’impianto di tali colture, si consiglia di prelevare separatamente
il campione di “soprassuolo” (topsoil) e quello di “sottosuolo” (subsoil). Il soprassuolo si preleva secondo le norme già descritte per le
colture erbacee (cioè fino a 30 cm), il sottosuolo si preleva scendendo fino a 60 cm di profondità. Se il campione viene effettuato con
coltura arborea in atto è possibile preparare un unico campione tra 0 e 50 cm.
I campioni di terreno prelevati è necessario che siano:
•
posti in sacchetti impermeabili mai usati;
•
muniti di etichetta di identificazione posta all’esterno dell’involucro, con l’indicazione per le colture arboree se trattasi di
campioni da 0 a 30 cm o da 30 a 60 cm di profondità (i due campioni vanno posti in due sacchetti separati).
Analisi del terreno
Le analisi fisico-chimiche costituiscono un importante strumento per una migliore conoscenza delle caratteristiche del terreno e
bisogna quindi effettuare opportune analisi di laboratorio valutando i parametri e seguendo le metodologie più avanti specificate.
Si raccomanda di rivolgersi a laboratori qualificati che partecipano a reti di autocontrollo. Conservare copia delle analisi dei terreni
georeferenziate con riferimento alle coordinate Gauss – Boaga riportate sulla Carta Tecnica Regionale.
In generale, si valuta che le analisi possano conservare la loro validità per un periodo massimo di 5 anni scaduto il quale occorre
procedere, per la formulazione del piano di fertilizzazione, a nuove determinazioni.
Basandosi su questo principio è ammesso, quando si aderisce ai disciplinari di produzione integrata, di utilizzare le analisi eseguite in
un periodo antecedente purché non superiore a 5 anni.
Per le colture arboree occorre effettuare le analisi prima dell’impianto o, nel caso di impianti già in essere, all’inizio del periodo di
adesione alla produzione integrata. In entrambi i casi (analisi in pre impianto o con impianto in essere) e analogamente a quanto
indicato per le colture erbacee, è possibile utilizzare analisi eseguite in un periodo precedente purché non superiore ai 5 anni. Successivamente a tale prima verifica i risultati analitici possono conservare la loro validità per l’intera durata dell’impianto arboreo.
I parametri richiesti nell’analisi sono almeno: granulometria (tessitura), pH in acqua, sostanza organica, calcare totale e calcare attivo,
azoto totale, capacità di scambio cationico (CSC) potassio, calcio, magnesio scambiabili e fosforo assimilabile.
Per le colture orticole in struttura protetta necessita la misura della Conducibilità elettrica.
Dopo cinque anni dalla data delle analisi del terreno, occorre ripetere solo quelle determinazioni analitiche che si modificano in
modo apprezzabile nel tempo (sostanza organica, azoto totale, potassio scambiabile e fosforo assimilabile); mentre per quelle proprietà del terreno che non si modificano sostanzialmente (tessitura, pH, calcare attivo e totale, CSC) non sono richieste nuove determinazioni. Qualora vengano posti in atto interventi di correzione del pH, quest’ultimo valore andrà nuovamente determinato.
Le determinazioni e l’espressione dei risultati analitici devono essere conformi a quanto stabilito dai “Metodi ufficiali di analisi
chimica del suolo” approvati con D.M. del 13 settembre 1999 (e pubblicati sul Suppl. ord. della G.U. n. 248 del 21/10/99) o ad altri
metodi riconosciuti a livello internazionale. In questo caso i disciplinari conterranno le relative tabelle di interpretazione dei risultati
analitici.
Per determinate colture, in particolare per le colture arboree sempreverdi, l’analisi fogliare o altre tecniche equivalenti (come ad esempio l’uso dello “SPAD” per stimare il contenuto di clorofilla) possono essere utilizzate come strumenti complementari. Tali tecniche sono
utili per stabilire lo stato nutrizionale della pianta e per evidenziare eventuali carenze o squilibri di elementi minerali.
In caso di disponibilità di indici affidabili per la loro interpretazione, i dati derivati dall’analisi delle foglie o dalle tecniche equivalenti,
possono essere utilizzati per impostare meglio il piano di concimazione.
Tessitura o granulometria
La tessitura o granulometria del terreno fornisce un’indicazione sulle dimensioni e sulla quantità delle particelle che lo costituiscono.
La struttura, cioè l’organizzazione di questi aggregati nel terreno, condiziona in maniera particolare la macro e la microporosità, quindi
l’aerazione e la capacità di ritenzione idrica del suolo, da cui dipendono tutte le attività biologiche del terreno e il grado di lisciviazione del profilo pedologico.
Per interpretare i risultati relativi a sabbia, limo ed argilla, si consiglia di utilizzare il triangolo granulometrico proposto dall’USDA e di
seguito riportato con le frazioni così definite:
-
sabbia: particelle con diametro tra 0,05 e 2 mm;
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Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
-
limo: particelle con diametro tra 0,002 e 0,05 mm;
-
argilla: particelle con diametro minore di 0,002 mm.
Legenda
1
2
Codice
S
SF
Descrizione
Sabbioso
Sabbioso Franco
Raggruppamento
Tendenzialmente Sabbioso
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
L
FS
F
FL
FSA
FA
FLA
AS
AL
A
Limoso
Franco Sabbioso
Franco
Franco Limoso
Franco Sabbioso Argilloso
Franco Argilloso
Franco Limoso Argilloso
Argilloso Sabbioso
Argilloso Limoso
Argilloso
Franco
Tendenzialmente Sabbioso
Franco
Tendenzialmente Argilloso
Reazione del terreno (pH in acqua)
Indica la concentrazione di ioni idrogeno nella soluzione circolante nel terreno; il suo valore dà un’indicazione sulla disponibilità di
molti macro e microelementi ad essere assorbiti. Il pH influisce sull’attività microbiologica (ad es. i batteri azotofissatori e nitrificanti prediligono pH subacidi-subalcalini, gli attinomiceti prediligono pH neutri-subalcalini) e sulla disponibilità di elementi minerali, in quanto
ne condiziona la solubilità e quindi l’accumulo o la lisciviazione.
Valori
< 5,4
5,4-6,0
6,1-6,7
6,8-7,3
7,4-8,1
8,2-8,6
> 8,6
Fonte: SILPA
Classificazione
fortemente acido
acido
leggermente acido
neutro
leggermente alcalino
alcalino
fortemente alcalino
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Capacità di scambio cationico (CSC)
Esprime la capacità del suolo di trattenere sulle fasi solide, ed in forma reversibile, una certa quantità di cationi, in modo particolare
calcio, magnesio, potassio e sodio.
La CSC è correlata al contenuto di argilla e di sostanza organica, per cui più risultano elevati questi parametri e maggiore sarà il valore
della CSC. Un valore troppo elevato della CSC può evidenziare condizioni che rendono non disponibili per le colture alcuni elementi
quali potassio, calcio, magnesio. Viceversa un valore troppo basso è indice di condizioni che rendono possibili perdite per dilavamento degli elementi nutritivi. E’ necessario quindi tenere conto di questo parametro nella formulazione dei piani di concimazione, ad
esempio prevedendo apporti frazionati di fertilizzanti nei suoli con una bassa CSC.
Pertanto una buona CSC garantisce la presenza nel suolo di un pool di elementi nutritivi conservati in forma labile e dunque disponibile per la nutrizione vegetale.
Capacità Scambio Cationico (meq/100 g)
< 10
Bassa
10-20
Media
> 20
Elevata
Fonte: SILPA
Sostanza organica
Rappresenta circa l’1-3 % della fase solida in peso e il 12-15% in volume; ciò significa che essa costituisce una grossa parte delle superfici attive del suolo e, quindi, ha un ruolo fondamentale sia per la nutrizione delle piante (mineralizzazione e rilascio degli elementi
nutritivi, sostentamento dei microrganismi, trasporto di P e dei microelementi alle radici, formazione del complesso di scambio dei
nutrienti) e sia per la struttura del terreno (aerazione, aumento della capacità di ritenzione idrica, contenimento della formazione di
strati impermeabili nei suoli limosi, limitazione del compattamento e dell’erosione nei suoli argillosi).
Il contenuto in sostanza organica viene determinato moltiplicando la concentrazione di carbonio organico per un coefficiente di
conversione pari a 1,724.
Dotazione di Sostanza organica (%)
Terreni sabbiosi
Giudizio
(S-SF-FS)
<0,8
0,8 – 2,0
> 2,0
Bassa
Normale
Elevata
Terreni medio impasto (F-FL-FA-FSA)
Terreni argillosi e limosi (A-AL-FLA-AS-L)
< 1,0
1,0 – 2,5
> 2,5
< 1,2
1,2 – 3,0
> 3,0
Fonte: GTA 2011
Calcare
Nei terreni con pH superiore a 7,2 si analizza sia come “calcare totale” sia come “calcare attivo”.
Per calcare totale si intende la componente minerale costituita prevalentemente da carbonati di calcio e in misura minore di magnesio e sodio.
Se presente nella giusta quantità il calcare è un importante costituente del terreno, in grado di neutralizzare l’eventuale acidità e di
fornire calcio e magnesio. Entro certi limiti agisce positivamente sulla struttura del terreno, sulla nutrizione dei vegetali e sulla mineralizzazione della sostanza organica; se presente in eccesso inibisce l’assorbimento del ferro e del fosforo rendendoli insolubili e innalza
il pH del suolo portandolo all’alcalinizzazione.
Il calcare attivo, in particolare, è la frazione del calcare totale facilmente solubile nella soluzione circolante e, quindi, quella che maggiormente interagisce con la fisiologia dell’apparato radicale e l’assorbimento di diversi elementi minerali. Per la maggior parte delle
piante agrarie, un elevato contenuto di calcare attivo ha l’effetto di deprimere, per insolubilizzazione, l’assorbimento di molti macro e
micro-elementi (come fosforo, ferro, boro e manganese).
Calcare totale (g/kg e giudizio)
<10
Non calcareo
10-100
Poco calcareo
101-250
Mediamente calcareo
251-500
Calcareo
>500
Molto calcareo
Fonte: SILPA modificata dal GTA
Calcare attivo (g/kg e giudizio)
<10
Bassa
10-50
Media
51- 75
Elevata
> 75
Molto elevata
Azoto totale
Esprime la dotazione nel suolo delle frazioni di azoto organico. Il valore di azoto totale può essere considerato un indice di dotazione
azotata del terreno, comunque non strettamente correlato alla disponibilità dell’azoto per le piante ed ha quindi di per sé un limitato
valore pratico nella pianificazione degli apporti azotati.
Un’eccessiva disponibilità di N nel suolo provoca un ritardo di fioritura, fruttificazione e maturazione, una minor resistenza al freddo e
ai parassiti, un aumento dei consumi idrici e un accumulo di nitrati nella pianta.
Azoto totale (g/kg e giudizio)
<0,5
Molto bassa
0,5-1,0
Bassa
1,1-2,0
Media
2,1-2,5
Elevata
>2,5
Molto elevata
Fonte: Università di Torino
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Rapporto C/N
Questo parametro, ottenuto dividendo il contenuto percentuale di carbonio organico per quello dell’azoto totale, è utilizzato per
quantificare il grado di umificazione del materiale organico nel terreno.
Tale rapporto è generalmente elevato in presenza di notevoli quantità di residui vegetali indecomposti (paglia, stoppie, ecc.), dato
il basso contenuto in sostanze azotate, e diminuisce all’aumentare dei composti organici ricchi d’azoto (letame, liquami), in caso di
rapida mineralizzazione della sostanza organica o di un’ingente presenza di azoto minerale.
I terreni con un valore compreso tra 9 e 12 hanno una buona dotazione di sostanza organica, ben umificata ed abbastanza stabile
nel tempo.
Rapporto C/N (valore, giudizio e indicazioni)
<9
Basso
Mineralizzazione veloce
9 -12
Equilibrato
Mineralizzazione normale
> 12
Elevato
Mineralizzazione lenta
Fonte: Regione Campania 2003
Potassio scambiabile
Il Potassio (K) è presente nel suolo in diverse forme: non disponibile (all’interno di minerali primari), poco disponibile (negli interstrati
dei minerali argillosi) e disponibile (sotto forma di ioni scambiabili o disciolto nella soluzione del suolo); la sua disponibilità per le piante dipende dal grado di alterazione dei minerali e dal contenuto di argilla. La forma utile ai fini analitici è quella scambiabile, ossia
quella quota di K presente nel suolo cedibile dal complesso di scambio alla soluzione circolante o da questa restituita e quindi più
disponibile all’assorbimento.
Il K nella pianta regola la permeabilità cellulare, la sintesi di zuccheri, proteine e grassi, la resistenza al freddo e alle patologie, il contenuto di zuccheri nei frutti.
Spesso la carenza di K è solo relativa, nel senso che la pianta manifesta sintomi da carenza di K, ma in realtà la causa non è la bassa dotazione di tale elemento nel terreno, bensì l’antagonismo con il Mg (che se presente ad alte concentrazioni viene assorbito in
grande quantità a discapito del K).
Dotazioni di K scambiabile (mg/kg)
Terreni sabbiosi
Terreni medio impasto Terreni argillosi e limosi
(F-FL-FA-FSA-L)
(A-AL-FLA-AS)
(S-SF-FS)
Giudizio
bassa
media
elevato
<80
80-120
> 120
<100
100-150
>150
<120
120-180
>180
Fonte: GTA 2011
Fosforo assimilabile
Questo elemento si trova nel suolo in forme molto stabili e quindi difficilmente solubili: la velocità con cui il fosforo (P) viene immobilizzato in forme insolubili dipende da pH, contenuto in Ca, Fe e Al, quantità e tipo di argilla e di sostanza organica.
Il fosforo è presente sia in forma inorganica (fosfati minerali), sia in forma di fosforo organico (in residui animali e vegetali); la mineralizzazione del fosforo organico aumenta all’aumentare del pH.
Agevola la fioritura, l’accrescimento e la maturazione dei frutti oltre che un miglior sviluppo dell’apparato radicale.
Per le interpretazioni si propone di utilizzare le classi di dotazione proposte dalla SILPA e riportate nella tabella sottostante.
Dotazioni di P assimilabile (mg/kg con metodi analitici)
Giudizio
Valore P Olsen
Valore P Bray-Kurtz
molto bassa
bassa
media
elevata
<5
5-10
11-30
>30
<12,5
12,5-25
25,1-75
>75
Fonte: GTA 2011
Conducibilità elettrica
La conducibilità elettrica è un parametro che riassume il livello di elementi solubili nel suolo. La concentrazione elevata di soluti può
provocare una riduzione della crescita delle colture in relazione alla specifica sensibilità delle singole colture. Considerata la molteplicità delle specie coltivabili, per le considerazioni agronomiche del dato della conducibiltà elettrica in pasta satura ci si può riferire alle
valutazioni produttive delle colture contenute nella pubblicazione dalla FAO dal titolo “Irrigation and drainage paper - Water quality
for agricolture - 1985”.
Bollettino Ufficiale
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Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
PIANO DI CONCIMAZIONE AZIENDALE
CONCIMAZIONE AZOTATA DELLE COLTURE ERBACEE
Per calcolare gli apporti di azoto da somministrare alla coltura, si applica la seguente relazione:
Concimazione azotata (N) =
fabbisogni colturali (A) – apporti derivanti dalla fertilità del suolo (B) + perdite per lisciviazione
(C) +perdite per immobilizzazione e dispersione (D) – azoto da residui della coltura in precessione (E) – azoto da fertilizzazioni organiche effettuate negli anni precedenti (F) – apporti naturali
(G).
1) Fabbisogni colturali (A) (kg/ha)
I fabbisogni colturali tengono conto della necessità di azoto della coltura, determinato sia sulla base degli assorbimenti colturali
unitari che dalla produzione attesa, secondo quanto di seguito indicato:
A = assorbimenti colturali unitari x produzione attesa
Per assorbimento colturale unitario si intende la quantità di azoto assorbita dalla pianta e che si localizza nei frutti e negli altri organi
(culmo, fusto, foglie e radici) per unità di prodotto. Per le asportazioni unitarie si fa riferimento alle tabelle di asportazione previste dalla
“Misura 214 – azione A e azione B - Allegato 1. Disciplinari di produzione Parte generale” della Regione Lombardia.
2) Apporti di azoto derivanti dalla fertilità del suolo (B) (kg/ha)
Gli apporti di azoto derivanti dalla fertilità del suolo sono costituiti dall’azoto immediatamente disponibile per la coltura, definito come
azoto pronto (b1) e dell’azoto che deriva dalla mineralizzazione della sostanza organica (b2).
2.a Azoto pronto (b1)
Si calcola sulla base della tessitura e del contenuto di azoto totale del suolo.
Tab. 1 - Quantità di azoto prontamente disponibile (kg/ha)
Tessitura
Tendenzialmente sabbioso
Franco
Tendenzialmente argilloso
N pronto
28,4 x N totale (g/kg)
26 x N totale (g/kg)
24,3 x N totale (g/kg)
Densità
apparente
1,42
1,30
1,21
Fonte: Regione Campania 2012
2.b Azoto derivante dalla mineralizzazione della sostanza organica (b2).
Si calcola sulla base della tessitura, del contenuto di sostanza organica del suolo e del rapporto C/N, vedi tab. 2 .
Tab. 2 - Azoto mineralizzato (kg/ha) che si rende disponibile in un anno
Tessitura
tendenzialmente sabbioso
Franco
tendenzialmente argilloso
tendenzialmente sabbioso
Franco
tendenzialmente argilloso
C/N
9-12
tendenzialmente sabbioso
Franco
tendenzialmente argilloso
>12
<9
N mineralizzato (1)
36 x S.O. (%)
24 x S.O. (%)
12 x S.O. (%)
42 x S.O. (%)
26 x S.O. (%)
18 x S.O. (%)
24 x S.O. (%)
20 x S.O. (%)
6 x S.O. (%)
1) L’entità della decomposizione della sostanza organica varia dal 2 al 3% per i terreni sabbiosi, dal
1,7 al 2 % per i terreni di medio impasto e da 0,5 al 1,5 % per i terreni argillosi. Con un rapporto C/N <
di 9 è stato utilizzato il valore più alto dell’intervallo, viceversa con un rapporto C/N > di 12 ed il valore
medio con C/N equilibrato. I valori riportati in tabella sono calcolati considerando una profondità di 20
cm e che il contenuto di azoto nella sostanza organica sia del 5%. La quantità di azoto che si rende
disponibile rimane costante per tenori di S.O. superiori al 3%
Fonte: Regione Campania 2003
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Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
Gli apporti di azoto derivanti dalla mineralizzazione della sostanza organica sono disponibili per la coltura in relazione al periodo in
cui essa si sviluppa, pertanto nel calcolo di questa quota è necessario considerare il coefficiente tempo. Per le colture pluriennali, ad
esempio i prati, si considera valido un coefficiente tempo pari a 1; mentre per altre colture con ciclo inferiore a dodici mesi, si utilizzano,
anche in relazione al regime termico e pluviometrico del periodo di crescita della coltura, dei coefficienti inferiori all’unità (ad esempio
se il ciclo colturale è pari a 6 mesi, il coefficiente tempo è 0,5).
Quindi:
b2 = azoto mineralizzato in un anno x coefficiente tempo.
3) Perdite per lisciviazione (C)
Sono stimate prendendo in considerazione l’entità delle precipitazioni (metodo c1) oppure le caratteristiche del terreno ed in particolare la facilità di drenaggio e la tessitura (metodo c2).
3.a Metodo in base alle precipitazioni (c1)
Nelle realtà dove le precipitazioni sono concentrate nel periodo autunno-invernale, in genere, si considerare dilavabile quella quota
di azoto che nel bilancio entra come “N pronto”.
Mentre nelle situazioni con surplus pluviometrico significativo anche durante il periodo primaverile estivo e con suoli a scarsa ritenzione idrica si deve considerare perdibile oltre all’azoto pronto anche una frazione dell’azoto delle fertilizzazioni e di quello derivante
dalla mineralizzazione della S.O.
Le perdite per lisciviazione nel periodo autunno invernale sono stimate prendendo come riferimento l’entità delle precipitazioni nell’intervallo di tempo compreso dal 1 ottobre al 31 gennaio come di seguito riportato:
- con pioggia <150 mm: nessuna perdita:
- con pioggia compresa fra 150 e 250 mm: perdita dell’azoto pronto progressivamente crescente;
- con pioggia >250 mm: tutto l’azoto pronto viene perso.
Per calcolare la % di N pronto che si considera dilavata in funzione delle precipitazioni si utilizza la seguente espressione:
x = (y – 150)
dove: x>0 = percentuale di azoto pronto perso;
y = pioggia in mm nel periodo ottobre - gennaio.
3.b Metodo in base alla facilità di drenaggio (c2).
Il calcolo delle perdite di azoto nel terreno per lisciviazione in base al drenaggio e alla tessitura possono essere stimate adottando il
seguente schema.
Tab. 3 - Quantità di azoto (kg/ha anno) perso per lisciviazione in funzione della facilità di drenaggio e della tessitura del terreno.
Drenaggio(*)
Lento o impedito
Normale
Rapido
Tessitura
Franco
tendenzialmente
sabbioso
30
40
50
20
30
40
tendenzialmente
argilloso
10
20
30
(*) L’entità del drenaggio può essere desunta da documenti cartografici e di descrizione delle caratteristiche
dei suoli ove disponibili o determinata con un esame pedologico
Fonte: Regione Campania 2012
4) Perdite per immobilizzazione e dispersione (D)
Le quantità di azoto che vengono immobilizzate per processi di adsorbimento chimico-fisico e dalla biomassa, nonchè per processi
di volatilizzazione e denitrificazione sono calcolate come percentuali degli apporti di azoto provenienti dalla fertilità del suolo [azoto
pronto (b1) e azoto derivante dalla mineralizzazione (b2)] utilizzando la seguente formula che introduce i fattori di correzione (fc)
riportati nella tabella che segue.
D = (b1+b2) x fc
Tab. 4 - Fattori di correzione (fc) da utilizzare per valutare l’immobilizzazione e la dispersione dell’azoto nel terreno
Drenaggio
lento o impedito
Normale
Rapido
tendenzialmente
Tessitura
franco
tendenzialmente
sabbioso
0,35
0,20
0,15
0,40
0,25
0,20
argilloso
0,45
0,30
0,25
Fonte: Regione Campania 2012
Bollettino Ufficiale
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Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
5) Azoto da residui della coltura in precessione (E)
I residui delle colture precedenti una volta interrati subiscono un processo di demolizione che porta in tempi brevi alla liberazione di
azoto. Se però questi materiali risultano caratterizzati da un rapporto C/N elevato, si verifica l’effetto contrario con una temporanea
riduzione della disponibilità di azoto. Tale fenomeno è causato da microrganismi che operano la demolizione dei residui e che per
svilupparsi utilizzano l’azoto minerale presente nella soluzione circolante del terreno. Pertanto il contributo della voce “azoto da residui”
non è sempre positivo.
Nella tabella 5 sono indicati per alcune precessioni i valori degli effetti residui.
Tab. 5 - Azoto disponibile in funzione della coltura in precessione (kg/ha)
Coltura
Barbabietola
N da residui
(kg/ha)
30
Cereali autunno-vernini
- paglia asportata
-10
- paglia interrata
-30
Colza
20
Girasole
0
Mais
- stocchi asportati
-10
- stocchi interrati
-40
Prati
- Medica in buone condizioni
80
- polifita con + del 15% di leguminose
o medicaio diradato
60
- polifita con leguminose dal 5 al 15%
40
- polifita con meno del 5% di leguminose
15
- di breve durata o trifoglio
30
Patata
35
Pomodoro, altre orticole (es.: cucurbitacee, crucifere e liliacee)
30
Orticole minori a foglia
25
Soia
10
Leguminose da granella (pisello, fagiolo, lenticchia, ecc.)
40
Sorgo
-40
Sovescio di leguminose (in copertura autunno-invernale o estiva)
50
Fonte: AA vari
6) Azoto da fertilizzazioni organiche effettuate negli anni precedenti (F)
L’azoto derivante dalla mineralizzazione dei residui di fertilizzanti organici che sono stati distribuiti negli anni precedenti varia in funzione delle quantità e del tipo di fertilizzante impiegato e nel caso di distribuzioni regolari nel tempo anche della frequenza (uno,
due o tre anni). Il coefficiente di recupero si applica alla quantità totale di azoto contenuto nel prodotto ammendante abitualmente
apportato nel caso di apporti regolari (tab. 6) o alla quantità effettivamente distribuita l’anno precedente per apporti saltuari (vedi
“disponibilità nel 2° anno ” di tab. 7). Questo supplemento di N si rende disponibile nell’arco di un intero anno e va opportunamente
ridotto in relazione al ciclo del singolo tipo di coltura.
Tale valore fornisce una stima della fertilità residua derivante dagli apporti organici effettuati gli anni precedenti e non include l’azoto
che si rende disponibile in seguito ad eventuali fertilizzazioni organiche che si fanno alla coltura per la quale si predispone il bilancio
dell’azoto.
In presemina/impianto delle colture erbacee pluriennali non sono ammessi apporti di azoto salvo quelli derivanti dall’impiego di
ammendanti.
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Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
Tab. 6 - Apporti regolari di fertilizzanti organici: coefficiente % di recupero
annuo della quantità di elementi nutritivi mediamente distribuita
Matrici organiche
Ammendanti
tutti gli anni
50
ogni 2 anni
30
ogni 3 anni
20
30
15
10
15
10
5
Liquame bovino
Liquame suino e pollina
Fonte: Regione Emilia Romagna
Tab. 7 – Apporti saltuari di ammendanti: coefficiente % di mineralizzazione
Disponibilità nel 2° anno
20
Fonte: Regione Emilia Romagna
7) Azoto da apporti naturali (G)
Con questa voce viene preso in considerazione il quantitativo di azoto che giunge al terreno con le precipitazioni atmosferiche e, nel
caso di colture leguminose, anche quello catturato dai batteri simbionti azoto fissatori.
L’entità delle deposizioni varia in relazione alle località e alla vicinanza o meno ai centri urbani ed industriali. Nelle zone di pianura
limitrofe alle aree densamente popolate si stimano quantitativi oscillanti intorno ai 20 kg/ha anno. Si tratta di una disponibilità annuale
che va opportunamente ridotta in relazione al ciclo delle colture.
Per quanto riguarda i fenomeni di azoto fissazione occorre che siano valutati in relazione alle specifiche caratteristiche della specie
leguminosa coltivata.
CONCIMAZIONE AZOTATA DELLE COLTURE ARBOREE
Fase di piena produzione
Per calcolare gli apporti di azoto da somministrare ad una coltura arborea in piena produzione si applica la seguente relazione:
Concimazione azotata (N) =
fabbisogni colturali (A) – apporti derivanti dalla fertilità del suolo (B) + perdite per lisciviazione
(C) + perdite per dispersione (D) – azoto da fertilizzazioni organiche effettuate negli anni precedenti (F) – apporti naturali (G)
1) Fabbisogni colturali (A) (kg/ha)
I fabbisogni colturali tengono conto della necessità di azoto della coltura, determinato sulla base degli assorbimenti colturali unitari
e dalla produzione attesa, secondo quanto di seguito indicato:
A = assorbimento colturale unitario x produzione attesa
Per assorbimento colturale unitario si intende la quantità di azoto assorbita dalla pianta e che si localizza nei frutti e negli altri organi
(fusto, rami, foglie e radici) per unità di prodotto.
Il fabbisogno della coltura può essere anche stimato calcolando solo l’effettiva asportazione operata con la raccolta dei frutti a cui
bisognerà però aggiungere una quota di azoto necessaria a sostenere la crescita annuale.
2) Apporti di azoto derivanti dalla fertilità del suolo (B) (kg/ha)
Gli apporti di azoto derivanti dalla fertilità del suolo sono costituiti dall’azoto in forma minerale assimilabile dalle piante che si libera
in seguito ai processi di mineralizzazione della sostanza organica. La disponibilità annuale è riportata in tabella 2 (vedi bilancio delle
colture erbacee).
Si precisa che per tenori di S.O. superiori al 3% la quantità di azoto disponibile si considera costante.
3) Perdite per lisciviazione (C)
In relazione all’andamento climatico e alle caratteristiche pedologiche possono determinarsi delle perdite di azoto per lisciviazione.
Tali perdite vengono stimate prendendo come riferimento l’entità delle precipitazioni in determinati periodi dell’anno, generalmente
nella stagione autunno invernale nell’intervallo di tempo compreso dal 1 ottobre al 31 gennaio, come di seguito riportato:
- con pioggia <150 mm: nessuna perdita:
- con pioggia compresa fra 150 e 250 mm: perdite per lisciviazione progressivamente crescenti da 0 a 30 kg/ha;
- con pioggia >250 mm: perdite per lisciviazione pari a 30 kg/ha.
Per calcolare la perdita di N quando le precipitazioni sono comprese tra 150 e 250 mm si utilizza la seguente espressione:
Perdita (kg/ha) = [30 x (150-y)/100]
dove: y = pioggia in mm nel periodo ottobre - gennaio.
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4) Perdite per immobilizzazione e dispersione (D)
Le quantità di azoto, che vengono immobilizzate per processi di adsorbimento chimico-fisico e dalla biomassa per processi di volatilizzazione e denitrificazione, sono calcolate come percentuali degli apporti di azoto provenienti dalla fertilità del suolo (azoto derivante
dalla mineralizzazione della sostanza organica) utilizzando la seguente formula che introduce i fattori di correzione (fc) riportati nella
precedente tabella 4.
D = B x fc
5) Azoto da fertilizzazioni organiche effettuate negli anni precedenti (F)
Vedi punto 6) del bilancio delle colture erbacee.
6) Apporti naturali (G)
Vedi punto 7 del bilancio delle colture erbacee.
Fase di impianto e allevamento
In pre impianto non sono ammessi apporti di azoto salvo quelli derivanti dall’impiego di ammendanti.
Nella fase di allevamento gli apporti di azoto devono essere localizzati in prossimità della zona di terreno occupata dagli apparati radicali e devono venire ridotti rispetto alla quantità di piena produzione.
Non si deve superare il 40% il primo anno di allevamento ed il 50% negli anni successivi dei quantitativi previsti nella fase di piena
produzione.
IMPIEGO DEI FERTILIZZANTI CONTENENTI AZOTO (COLTURE ERBACEE E ARBOREE)
Epoche e modalità di distribuzione
Una volta stimato il fabbisogno di azoto della coltura in esame occorre decidere come e quando soddisfarlo. Per ridurre al minimo le
perdite per lisciviazione e massimizzare l’efficienza della concimazione occorre distribuire l’azoto nelle fasi di maggior necessità delle
colture e frazionarlo in più distribuzioni se i quantitativi sono elevati.
Il frazionamento delle dosi di azoto è obbligatorio quando il quantitativo da distribuire per singolo intervento supera i 100 kg/ha
per le colture erbacee ed orticole e i 60 kg/ha per le colture arboree; questo vincolo non si applica alle quote di azoto effettivamente a lenta cessione.
Le concimazioni azotate sono consentite solo in presenza della coltura o al momento della semina in quantità contenute entro
il 70% della dose totale annua eccetto le colture IV gamma. In particolare sono ammissibili distribuzioni di azoto in pre-semina/
pre-trapianto nei seguenti casi:
·
colture annuali a ciclo primaverile estivo, purché la distribuzione avvenga in tempi prossimi alla semina;
·
uso di concimi organo-minerali o organici qualora sussista la necessità di apportare fosforo o potassio in forme meglio utilizzabili dalle piante; in questi casi la somministrazione di N in presemina non può comunque essere superiore a 30 kg/ha;
·
colture a ciclo autunno vernino in ambienti dove non sussistono rischi di perdite per lisciviazione e comunque con apporti inferiori a 30 kg/ha;
·
nelle colture di IV gamma non si deve effettuare nessuna applicazione azotata per due cicli dopo l’eventuale letamazione;
·
nelle colture di IV gamma, dopo solarizzazione o geodisinfestazione, è consigliabile evitare concimazioni azotate e la coltivazione di colture avide di azoto capaci di accumularne grosse quantità nei tessuti in considerazione della grande disponibilità di tale nutriente dovuta alla degradazione di consistenti quantità di sostanza organica.
Per l’utilizzo di ammendanti organici (letame e compost) non vengono fissati vincoli specifici relativi all’epoca della loro distribuzione
e al frazionamento. Occorre, comunque, operare in modo da incorporarli al terreno nel più breve tempo possibile e nel rispettato delle
norme igienico sanitarie.
Eventuali ulteriori specifiche sull’impiego dei fertilizzanti azotati possono venire indicate nei disciplinari delle singole colture.
Efficienza dell’azoto apportato con i fertilizzanti
Efficienza dei concimi di sintesi
Per i concimi minerali di sintesi si considera in genere un valore di efficienza del 100%.
Efficienza degli effluenti zootecnici
Per gli effluenti zootecnici non palabili e palabili non soggetti a processi di maturazione e/o compostaggio si deve considerare che
pur essendo caratterizzati da azione abbastanza “pronta”, simile a quella dei concimi di sintesi, presentano rispetto a questi, per quanto riguarda l’azoto, una minore efficienza.
Per determinare la quantità di azoto effettivamente disponibile per le colture, è necessario prendere in considerazione un coefficiente
di efficienza che varia in relazione all’epoca/modalità di distribuzione, alla cultura, al tipo di effluente e alla tessitura del terreno.
Bisogna dapprima individuare il livello di efficienza (bassa, media e alta) in relazione alle modalità ed epoche di distribuzione, vedi
tabella 9.
Successivamente si sceglie in funzione del tipo di effluente e della tessitura il valore del coefficiente da utilizzare, vedi tabella 8.
Tenendo presente che apporti consistenti in un’unica soluzione hanno per diversi motivi una minor efficacia rispetto alle distribuzioni
di minor entità e frazionate in più interventi, volendo essere maggiormente precisi, si potrebbe valutare, come ulteriore fattore che
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incide sul coefficiente di efficienza, anche la quantità di azoto distribuita nella singola distribuzione.
Nelle tabelle 8a, 8b e 8c sono riportate le ulteriori disaggregazioni che tengono conto del fattore dose.
Tab. 8a: Coefficienti di efficienza degli effluenti suinicoli
Tessitura grossolana
Tessitura media
Tessitura fine
Dose (2)
Dose (2)
Dose (2)
bassa
media alta
bassa
media
alta
bassa media alta
79
57
35
73
53
33
71
52
33
65
48
31
58
43
28
63
46
29
Efficienza(1)
Alta
Media
Bassa
67
48
29
57
42
28
50
38
25
Tab. 8b: Coefficienti di efficienza degli effluenti bovini
Tessitura grossolana
Tessitura media
Tessitura fine
Dose (2)
Dose (2)
Dose (2)
bassa media alta
bassa
media alta
bassa
media
alta
67
48
30
60
44
28
55
41
26
54
39
25
48
36
24
43
32
21
Efficienza(1)
Alta
Media
Bassa
62
45
28
57
41
25
49
37
24
Tab. 8c: Coefficienti di efficienza degli effluenti avicoli
Tessitura grossolana
Tessitura media
Tessitura fine
Dose (2)
Dose (2)
Dose (2)
bassa
media
alta
bassa media alta
bassa
media alta
91
66
40
84
61
38
77
55
33
82
60
38
72
53
33
66
48
32
Efficienza(1)
Alta
Media
Bassa
1)
2)
75
55
36
67
49
32
58
44
29
La scelta del livello di efficienza (Alta, Media o Bassa) deve avvenire in relazione alle epoche/modalità di distribuzione (vedi tab. 9 Linee guida per la fertilizzazione della produzione integrata).
La dose (kg/ha di N) è da considerarsi: bassa < 125; media tra 250 e 125; alta > 250.
Fonte: Decreto Ministeriale 7 Aprile 2006
Tab. 9 – Livello di efficienza della fertilizzazione azotata con liquami ed altri fertilizzanti organici in funzione della coltura, epoca e modalità di distribuzione 1
Gruppo colturale e ciclo
Primaverili - estive
(es. mais, sorgo, barbabietola)
Autunno – vernine
(es. grano, colza)
Secondi raccolti
Modalità di distribuzione in relazione alla coltura e all’epoca
Su terreno nudo o stoppie prima della preparazione del terreno e semina
nell’anno successivo
Sui residui pagliosi prima della preparazione del terreno e semina nell’anno successivo 2
Prima della preparazione del terreno e semina nel medesimo anno
In copertura con fertirrigazione
In copertura con fertirrigazione a bassa pressione
In copertura con interramento
In copertura in primavera senza interramento
In copertura in estate senza interramento
Su terreno nudo o stoppie prima della preparazione del terreno
Sui residui pagliosi prima della preparazione del terreno 2
Presemina
In copertura nella fase di pieno accestimento (fine inverno)
In copertura nella fase di levata
Presemina
In copertura con interramento
In copertura con fertirrigazione
In copertura senza interramento
Efficienza
bassa
media
alta
media
alta
alta
media
bassa
bassa
media
bassa
media
alta
alta
alta
media
bassa
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Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
Gruppo colturale e ciclo
Modalità di distribuzione in relazione alla coltura e all’epoca
Su terreno nudo o stoppie prima della preparazione del terreno e semina
nell’anno successivo
Sui residui pagliosi prima della preparazione del terreno e impianto nell’anno successivo 2
Prima della preparazione del terreno e semina nel medesimo anno
Ripresa vegetativa e tagli primaverili
Taglie estivi o autunnali precoci
Tardo autunno (> 15/10)
Preimpianto
In copertura in primavera su frutteto inerbito o con interramento
In copertura in estate su frutteto inerbito o con interramento
In copertura nel tardo autunno (>15/10)
In copertura su frutteto lavorato senza interramento
Pluriennali erbacee (es. prati, erba
medica)
Arboree
Efficienza
bassa
media
alta
alta
media
bassa
bassa
alta
media
bassa
bassa
1)
I livelli di efficienza riportati in tabella possono ritenersi validi anche per i materiali palabili non compostati, ovviamente per quelle epoche e modalità che ne permettano l’incorporamento al terreno.
2)
Per ottenere un’efficienza media la quantità di N non deve essere superiore ai 15 kg per t di paglia.
Fonte: Decreto 7 Aprile 2006.
Efficienza degli ammendanti organici
Ai fini dell’utilizzazione agronomica si considerano ammendanti quei fertilizzanti, come ad esempio il letame bovino maturo, in grado
di migliorare le caratteristiche del terreno e che, diversamente da altri effluenti zootecnici come i liquami e le polline, rilasciano lentamente ed in misura parziale l’azoto in essi contenuto. Come caratteristiche minime di riferimento si può assumere che detti materiali
debbano avere un contenuto di sostanza secca > al 20% ed un rapporto C/N maggiore di 11.
Mediamente si considera che nell’anno di distribuzione circa il 40 % dell’ammendante incorporato nel suolo subisca un processo di
completa mineralizzazione.
Nel caso di utilizzo di compost su coltivazioni sommerse quali il riso, si considera un’efficienza pari al 20% vista la ridotta mineralizzazione che si ha in ambiente anaerobico.
CONCIMAZIONE FOSFATICA
COLTURE ERBACEE ANNUALI E PLURIENNALI E COLTURE ARBOREE IN PRODUZIONE
Per calcolare gli apporti di fosforo da somministrare alla coltura, si applica la seguente relazione:
Concimazione fosfatica =
fabbisogni colturali (A) +/- [apporti derivanti dalla fertilità del suolo (B) x immobilizzazione (C)]
1) Fabbisogni colturali (A) (kg/ha)
I fabbisogni colturali tengono conto della necessità di fosforo della coltura, determinato sulla base delle asportazioni colturali unitarie
e della produzione attesa, secondo quanto di seguito indicato:
A = asportazione colturale unitaria x produzione attesa
Per asportazione colturale unitaria si intende la quantità di fosforo assorbita dalla pianta e che esce dal sistema suolo/pianta con la
raccolta dei prodotti.
Nel caso delle colture arboree occorre tenere conto anche del fosforo che viene immobilizzato nelle strutture permanenti dell’albero.
Per le asportazioni unitarie si faccia riferimento alle tabelle di asportazione previste dalla “Misura 214 – azione A e e azione B - Allegato
1. Disciplinari di produzione Parte generale” della Regione Lombardia.
2) Apporti di fosforo derivanti dalla fertilità del suolo (B) (kg/ha)
Le disponibilità di fosforo derivanti dalla fertilità del suolo sono stimate sulla base di quanto indicato nelle “Norme ed indicazioni di
carattere generale” al punto “Fosforo assimilabile”.
Di conseguenza:
- Se la dotazione è normale (giudizio medio ed elevato), B = 0. In questo caso è ammesso effettuare una concimazione di mantenimento che copra le asportazioni delle colture.
- Se la dotazione è più bassa del limite inferiore della normalità, si calcola la quota di arricchimento (B1).
- Se la dotazione è più alta del limite superiore della dotazione considerata normale, si calcola la quota di riduzione (B2).
Per calcolare la quota di arricchimento (B1) e la quota di riduzione (B2), si tiene conto della seguente relazione:
P x Da x Q
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Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
dove:
P è una costante che tiene conto della profondità del terreno considerata e del rapporto dimensionale tra le grandezze. Assume il
valore 4 per una profondità di 40 cm e 3 per una profondità di 30 cm;
Da è la densità apparente del terreno, pari a 1,4 per un terreno tendenzialmente sabbioso, 1,3 per un terreno franco, 1,21 per un
terreno tendenzialmente argilloso;
Q è la differenza tra il valore del limite inferiore o superiore di normalità del terreno e la dotazione risultante dalle analisi.
3) Immobilizzazione (C)
Il fattore di immobilizzazione (C) tiene conto della quantità di fosforo che viene resa indisponibile ad opera di processi chimico fisici,
qualora si debba procedere ad una concimazione di arricchimento, ed è calcolato nel seguente modo:
C = a + [0,02 x calcare totale (%)]
a = 1,21 per un terreno tendenzialmente sabbioso; 1,3 per un terreno franco; 1,4 per un terreno tendenzialmente argilloso.
Tab.10 - Limite inferiore e superiore della classe di dotazione “normale” in P2O5 (mg/kg)
Classe coltura
frumento duro, frumento tenero, sorgo,
avena, orzo
mais ceroso, mais da granella, soia,
girasole
barbabietola, bietola
tabacco, patata, pomodoro da industria, pisello fresco, pisello da industria,
asparago, carciofo, cipolla, aglio, spinacio, lattuga, cocomero, melone,
fagiolino da industria, fagiolo da industria, fragola, melanzana, peperone,
cavolfiore
medica e altri erbai
Arboree
Tendenzialmente
sabbioso
da 18 a 25
Franco
da 23 a 28
Tendenzialmente
argilloso
da 30 a 39
da 11 a 21
da 18 a 25
da 23 a 30
da 23 a 30
da 25 a 30
da 30 a 39
da 30 a 35
da 34 a 44
da 35 a 40
da 34 a 41
da 16 a 25
da 41 a 50
da 21 a 39
da 46 a 55
da 25 a 48
Fonte: Regione Campania 2012
Tab. 11 - Concentrazioni di fosforo assimilabile (mg/kg di P2O5 - metodo Olsen) nel terreno ritenute normali per le diverse colture in
relazione alla tessitura del terreno
Colture o gruppi
Tessitura grossolana
(Sabbia > 60 %)
Poco esigenti: cereali, foraggere di
graminacee e prati stabili.
Tessitura media
Tessitura fine
(argilla >35 %)
16 – 27
18 – 30
21 - 32
25 – 37
27 – 39
30 - 41
34 – 46
37 – 48
39 – 50
Mediamente esigenti:
medica, soia, foraggere leguminose,
orticole a foglia, cucurbitacee, altre
orticole minori e arboree.
Molto esigenti: barbabietola, cipolla, patata, pomodoro e sedano.
Fonte: Regione Emilia Romagna
CONCIMAZIONE POTASSICA
COLTURE ERBACEE ANNUALI E PLURIENNALI E COLTURE ARBOREE IN PRODUZIONE
Per calcolare gli apporti di potassio da somministrare alla coltura, si applica la seguente relazione:
Concimazione potassica =
fabbisogni colturali (E) + [apporti derivanti dalla fertilità del suolo (F) x immobilizzazione (G)] +
lisciviazione (H)
1) Fabbisogni colturali (E) (kg/ha)
I fabbisogni colturali tengono conto della necessità di potassio della coltura, determinato sulla base degli asportazioni colturali unitarie e della produzione attesa, secondo quanto di seguito indicato:
A = asportazione colturale unitaria x produzione attesa
Bollettino Ufficiale
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Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
Per asportazione colturale si intende la quantità di potassio assorbita dalla pianta e che esce dal sistema suolo pianta con la raccolta
dei prodotti.
Nel caso delle colture arboree occorre tenere conto anche del potassio che viene immobilizzato nelle strutture permanenti dell’albero
e che non ritorna nel terreno.
Per le asportazioni unitarie si faccia riferimento alle tabelle di asportazione previste dalla “Misura 214 – azione A e e azione B - Allegato
1. Disciplinari di produzione Parte generale” della Regione Lombardia.
2) Disponibilità di potassio derivanti dalla fertilità del suolo (F) (kg/ha)
Sono stimate sulla base della griglia riportata nelle “Norme ed indicazioni di carattere generale” al punto “Potassio scambiabile ”. Di
seguito si riportano, a titolo di esempio, gli schemi interpretativi utilizzati (tabella 12).
- Se la dotazione è normale (giudizio = medio), F = 0. In questo caso è ammesso effettuare una concimazione di mantenimento che
copra le asportazioni delle colture.
- Se la dotazione è più bassa del limite inferiore della normalità, si calcola la quota di arricchimento (F1).
- Se la dotazione è più alta del limite superiore della dotazione considerata normale, si calcola la quota di riduzione (F2).
Per calcolare la quota di arricchimento (F1) e la quota di riduzione (F2), si tiene conto della seguente relazione:
P x Da x Q
dove:
P è una costante che tiene conto della profondità del terreno considerata e del rapporto dimensionale tra le grandezze. Assume il
valore 4 per una profondità di 40 cm e 3 per una profondità di 30 cm;
Da è la densità apparente del terreno: pari a 1,4 per un terreno tendenzialmente sabbioso; 1,3 per un terreno franco; 1,21 per un
terreno tendenzialmente argilloso;
Q è la differenza tra il valore del limite inferiore o superiore di normalità del terreno e la dotazione risultante dalle analisi.
3) Immobilizzazione (G)
Il fattore di immobilizzazione (G) tiene conto della quantità di potassio che viene reso indisponibile ad opera di processi chimico fisici,
qualora si debba procedere ad una concimazione di arricchimento, ed è calcolato nel seguente modo :
G = 1+ (0,018 x Argilla [%])
4) Lisciviazione (H)
L’entità delle perdite per lisciviazione (kg/ha) possono essere stimate ponendole in relazione alla facilità di drenaggio del terreno o
al suo contenuto di argilla.
Nel primo caso si utilizza lo schema sotto riportato:
Terreno
DRENAGGIO (**)
Normale, lento od impedito
Rapido
Tendenzialmente sabbioso
25
35
Franco
15
25
Tendenzialmente argilloso
7
17
(**) La facilità del drenaggio può essere desunta da documenti cartografici e di descrizione delle caratteristiche dei suoli ove disponibili o determinata con un esame pedologico.
Fonte: Regione Campania 2012
Nel secondo caso
Valori di lisciviazione annuale del potassio in relazione al contenuto di argilla del terreno.
Argilla %
K2O
Da 0 a 5
(kg/ha)
60
Da 5 a15
30
Da 15 a 25
> 25
20
10
Fonte: Regione Emilia Romagna
tab.12 - Limite inferiore e superiore della classe di dotazione “normale” in K2O (mg/kg)
Classe coltura
tutte le colture
Tendenzialmente sabbioso
da 102 a 144
Fonte: Regione Campania e Regione Emilia-Romagna.
Franco
da 120 a 180
Tendenzialmente argilloso
da 144 a 216
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Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
FERTILIZZAZIONE DI FONDO CON FOSFORO E POTASSIO
Colture pluriennali in pre impianto
Considerata la scarsa mobilità di questi elementi, occorre garantirne la localizzazione nel volume di suolo esplorato dalle radici. Per
questo motivo nelle colture pluriennali (es. arboree, prati, ecc.) in pre-impianto, in terreni con dotazioni scarse o normali, è possibile
anticipare totalmente o in parte le asportazioni future della coltura.
Se la dotazione è elevata le anticipazioni con P e K non sono, in genere, da ammettere; fanno eccezione quei casi in cui l’esubero
di detti elementi nel terreno non è particolarmente consistente e risulta inferiore alle probabili asportazioni future che si realizzeranno
durante l’intero ciclo dell’impianto.
Le eventuali anticipazioni effettuate in pre-impianto devono essere opportunamente conteggiate (in detrazione) agli apporti che
si effettueranno in copertura.
In ogni caso, anche quando si facciano concimazioni di arricchimento e/o anticipazioni, non è consentito effettuare apporti
annuali superiori ai 250 kg/ha di P2O5 e a 300 kg/ha di K2O.
Concimazione con Fosforo e potassio in allevamento di colture arboree
Nella fase di allevamento degli impianti frutti-viticoli l’apporto di fosforo e potassio, al fine di assicurare un’adeguata formazione della
struttura della pianta, può essere effettuato anche in assenza di produzione di frutti.
Se la dotazione del terreno è scarsa e in pre impianto non è stato possibile raggiungere il livello di dotazione normale apportando il
quantitativo massimo previsto (rifer. paragrafo), è consigliato completare l’apporto iniziato in pre impianto. Pertanto, oltre alla quota
annuale prevista per la fase di allevamento, è possibile distribuire anche la parte restante di arricchimento.
In condizioni di normale dotazione del terreno, si consiglia siano apportati indicativamente i quantitativi riportati nella seguente tabella.
Tab. 13 - Apporti di fosforo e potassio negli impianti in allevamento (come % dell’apporto totale consentito nella fase di produzione).
P2O5
K2O
Primo anno
Secondo anno
Primo anno
Secondo anno
30%
50%
20%
40%
Qualora la fase di allevamento si prolunghi si consiglia di non superare le dosi indicate per il secondo anno.
IMPIEGO DEI FERTILIZZANTI CONTENENTI FOSFORO E POTASSIO
Epoche e modalità di distribuzione
In relazione alla scarsa mobilità del fosforo (P) e del potassio (K), e tenendo presente l’esigenza di adottare modalità di distribuzione
dei fertilizzanti che ne massimizzino l’efficienza, nelle colture erbacee a ciclo annuale non sarchiate (ad es. cereali autunno-vernini)
sono consentite solo le distribuzioni durante la lavorazione del terreno. Per il fosforo si ammette la localizzazione alla semina e l’impiego
fino alla fase di pre-emergenza dei concimi liquidi.
Nelle colture orticole, in relazione sia alla brevità del loro ciclo vegetativo e sia al fatto che in genere vengono sarchiate, benché
sia fortemente consigliato apportare questi elementi durante la preparazione del terreno, ne è tuttavia consentita la distribuzione in
copertura.
Nelle colture pluriennali è raccomandato anticipare, almeno in parte all’impianto (rispettando i massimali annuali sopra indicati per
l’arricchimento) le asportazioni relative all’intero ciclo; sono parimenti consentiti anche gli apporti in copertura.
Fertilizzazione organica
Tale pratica consiste nell’apportare sostanza organica (S.O.) di varia origine (letami, compost, liquami) per migliorare la fertilità del
terreno in senso lato.
Le funzioni svolte dalla sostanza organica sono principalmente due: quella nutrizionale e quella strutturale. La prima si esplica con la
messa a disposizione delle piante, degli elementi nutritivi in forma più o meno pronta e solubile (forma minerale), la seconda permette
invece di migliorare la fertilità fisica del terreno. Le due funzioni sono in antagonismo fra loro, in quanto una facile e rapida degradabilità della sostanza organica da origine ad una consistente disponibilità di nutrienti, mentre l’azione strutturale si esplica in maggior
misura quanto più il materiale organico apportato è resistente a questa demolizione. I liquami sviluppano principalmente la funzione
nutrizionale mentre i letami quella strutturale.
Funzione strutturale della materia organica
L’apporto di ammendanti con lo scopo di mantenere e/o accrescere il contenuto di sostanza organica nei terreni è una pratica da
favorire. D’altra parte apporti eccessivi aumentano i rischio di perdite di azoto con risvolti ambientali.
Si ritiene quindi opportuno fissare dei quantitativi massimi utilizzabili annualmente in funzione del tenore di sostanza organica
del terreno come indicato in tabella 14.
Bollettino Ufficiale
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Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
Tab. 14 - Apporti massimi di ammendanti organici in funzione della dotazione del terreno in sostanza organica.
Dotazione terreno in S.O.
Apporti massimi annuali
(t s.s./ha)
Bassa
13
Normale
11
Elevata
9
Funzione nutrizionale della materia organica
I fertilizzanti organici maggiormente impiegati sono i reflui di origine zootecnica (letame, liquami e i materiali palabili) e i compost.
Questi contengono, in varia misura, tutti i principali elementi nutritivi necessari alla crescita delle piante. In tabella 15 sono riportati
valori indicativi dei diversi fertilizzanti organici, utilizzabili qualora non si disponga di valori analitici.
Tab. 15 - Caratteristiche chimiche medie di letami, materiali palabili e liquami prodotti da diverse specie zootecniche.
Residui organici
SS
Azoto
P
K
(% t.q.)
(kg/t t.q.)
(kg/t t.q.)
(kg/t t.q.)
3-8
Letame
- bovino
20 - 30
3-7
1-2
- suino
25
5
2
5
- ovino
22 - 40
6 - 11
1
12 - 18
60 - 80
30 - 47
13 - 25
14 - 17
50 - 85
23 - 43
9 - 15
17 - 30
Materiali palabili
- lettiera esausta polli da
carne
- pollina pre-essiccata
Liquame
- bovini da carne
- bovini da latte
- suini
- ovaiole
7 - 10
3-5
2-4
10 - 16
4-6
2-4
3 - 44 - 6
2-6
2-5
1-5
1-4
19 - 25
10 - 15
9 - 11
4-9
L’effettiva disponibilità di nutrienti per le colture è però condizionata da due fattori:
1)
i processi di mineralizzazione a cui deve sottostare la sostanza organica;
2)
l’entità anche consistente che possono assumere le perdite di azoto (es. volatilizzazione) durante e dopo gli interventi di distribuzione.
Per gli ammendanti (letame, compost) è importante tenere conto del primo fattore e si deve fare riferimento a quanto detto nel
capitolo “Efficienza ammendanti organici”. Se ad esempio, si distribuisce del letame per un apporto ad ettaro equivalente a 200 kg
di N, 120 kg di P2O5 e 280 kg di K2O, occorre considerare che nel primo anno si renderanno disponibili il 30% di queste quantità pari
rispettivamente a 60 kg di N, 36 di P2O5 e 84 di K2O.
Per gli effluenti di allevamento invece è più rilevante il secondo fattore e si deve fare riferimento ai coefficienti di efficienza riportati al
capitolo “efficienza degli effluenti zootecnici”.
L’elemento “guida” che determina le quantità massime di fertilizzante organico che è possibile distribuire è l’azoto. Una volta fissata
detta quantità si passa ad esaminare gli apporti di fosforo e potassio. Per quanto riguarda le colture orticole a cicli brevi il calcolo
dell’apporto di sostanza organica su base azotata potrà essere effettuato prendendo in considerazione il fabbisogno di azoto annuale, programmato in base al numero di cicli previsti.
Nella pratica si possono verificare le seguenti situazioni:
·
le quote di P e K apportate con la distribuzione dei fertilizzanti organici determinano il superamento dei limiti ammessi. In questo
caso il piano di fertilizzazione è da ritenersi conforme, ma non sono consentiti ulteriori apporti con concimi.
·
le quote di P e K da fertilizzanti organici non esauriscono la domanda di elemento nutritivo, per cui è consentita l’integrazione
con concimi, fino a coprire il fabbisogno della coltura.
Epoche e modalità di distribuzione
Per l’utilizzo degli ammendanti organici (letame e compost) non vengono fissate indicazioni specifiche riguardanti la distribuzione.
Occorrerà, comunque, operare in modo da incorporarli adeguatamente nel terreno nel rispetto delle norme igienico sanitarie.
L’impiego di ammendanti è ammesso su tutte le colture, anche su quelle nelle quali non è previsto l’apporto di azoto. È ad esempio
possibile letamare in pre-impianto un frutteto, un medicaio o una leguminosa annuale.
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Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
Casi particolari
Per la concimazione fosfatica e potassica si possono utilizzare i concimi organo minerali che contengono nella loro formulazione una
matrice organica umificata.
La presenza della sostanza organica, che contrasta i fenomeni di immobilizzazione e di retrogradazione che si verificano nel terreno
a carico in particolare del fosforo, determina una buona efficienza di detti concimi.
All’azoto della frazione organica vengono aggiunte generalmente piccole quantità di azoto minerale e quindi tali prodotti risultano
caratterizzati da un titolo di azoto basso che però non è trascurabile.
Esistono delle situazioni in cui l’apporto di azoto non è previsto (stima di un fabbisogno nullo, epoca di distribuzione lontana da quella
di intenso assorbimento, specie leguminosa in simbiosi con batteri azoto fissatori, ecc.) e quindi in questi casi l’impiego degli organo
minerali sarebbe precluso.
In relazione alle considerazioni relative all’efficienza sopra esposte, l’impiego dei fertilizzanti organominerali è ammesso solo nelle
situazioni in cui sia necessaria la concimazione fosfatica e/o potassica, con apporti massimi di 30 kg/ha di N.
——— • ———
Bollettino Ufficiale
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ALLEGATO B: LINEA GUIDA PER L’IRRIGAZIONE DELLE PRODUZIONI INTEGRATE
ASPETTI GENERALI
Si fa riferimento a quanto riportato nel documento “Principi e criteri generali per le pratiche agronomiche della produzione integrata”
al punto 12.
La gestione della irrigazione nelle aziende aderenti può essere attuata adottando uno dei quattro metodi proposti:
-
metodo base minimo;
-
metodo piano di irrigazione con schede irrigue di bilancio;
-
metodo piano di irrigazione con supporti informatici;
-
metodo piano di irrigazione con supporti aziendali specialistici;
in relazione alle proprie esigenze aziendali ed alla disponibilità di strumenti tecnologici.
Tali metodi hanno in comune i seguenti principi:
-
ogni azienda dispone di dati derivati da strumentazione meteo posti in azienda o di dati di pioggia del’areale;
-
ogni azienda irriga in epoche precise in funzione del tipo di coltura e delle sue esigenze idriche;
-
ogni azienda non deve distribuire, per ogni intervento irriguo, volumi che eccedano quelli previsti per ogni coltura;
-
ogni azienda deve opportunamente documentare i punti precedenti o le condizioni che esentino questi obblighi.
Assenza irrigazione e interventi di soccorso
In caso di assenza di irrigazione non è previsto alcun adempimento.
Nel caso di stagioni particolarmente siccitose che rendano necessario ricorrere all’irrigazione di soccorso, pena la perdita o la pesante riduzione del reddito, è richiesta la registrazione dell’intervento irriguo e la giustificazione relativa attraverso bollettini agrometeorologici o altre evidenze oggettive.
METODO BASE MINIMO VINCOLANTE
Per ciascuna coltura l’azienda deve registrare sulle apposite schede:
1) DATA E VOLUME DI IRRIGAZIONE:
- irrigazione per aspersione e per scorrimento: data e volume di irrigazione utilizzato per ogni intervento; per le sole aziende di superficie aziendale inferiore ad 1 ha e per le colture a ciclo breve può essere indicato il volume di irrigazione distribuito per l’intero ciclo
colturale prevedendo in questo caso la indicazione delle date di inizio e fine irrigazione;
- microirrigazione: volume di irrigazione per l’intero ciclo colturale (o per intervalli inferiori) prevedendo l’indicazione delle sole date di
inizio e fine irrigazione.
In caso di gestione consortile o collettiva dei volumi di adacquamento i dati sopra indicati possono essere forniti a cura della struttura
che gestisce la risorsa idrica.
2) DATO DI PIOGGIA: ricavabile da pluviometro o da capannina meteorologica, oppure disporre di dati forniti da Servizi Meteo ufficiali
o riconosciuti (sono esentate dalla registrazione del dato di pioggia le aziende che utilizzano impianti microirrigui o di superficie
aziendale inferiore ad 1 ha).
Le registrazione di data e volume di irrigazione e del dato di pioggia non è obbligatoria per le colture non irrigate; mentre per i casi di
irrigazione di soccorso, giustificati dalle condizioni climatiche, dovrà essere indicato il volume impiegato.
3) VOLUME DI ADACQUAMENTO:
L’azienda deve rispettare per ciascun intervento irriguo il volume massimo previsto in funzione del tipo di terreno desunto dalla tabella contenuta nelle note tecniche di coltura. In assenza di specifiche indicazioni più restrittive, i volumi massimi ammessi sono:
Tipo di terreno
Terreno sciolto
Terreno medio impasto
Terreno argilloso
Millimetri
35
45
55
Metri cubi ad ettaro
350
450
550
Per l’irrigazione a scorrimento si consiglia di seguire i criteri di seguito esposti:
- Il volume massimo per intervento è quello necessario a fare sì che la lama d’acqua raggiunga i ¾ di un appezzamento, dopo di
che si sospenderà l’erogazione dell’acqua poiché la restante parte del campo sarà bagnata per scorrimento della lama di acqua.
- Il tempo intercorrente tra una irrigazione e l’altra, verrà calcolato tenendo conto del valore di restituzione idrica del periodo e delle piogge.
METODI CON PIANO DI IRRIGAZIONE
Per ciascuna coltura l’azienda deve prevedere la redazione di un piano di irrigazione basato sul bilancio idrico della coltura.
Ne consegue che i volumi di irrigazione saranno determinati in relazione a un bilancio idrico che tiene conto delle differenti fasi fenologiche, delle tipologie di suolo e delle condizioni climatiche dell’ambiente di coltivazione. A questo fine in relazione alle esigenze
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Bollettino Ufficiale
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dell’azienda i piani di irrigazione possono essere redatti utilizzando sia supporti aziendali specialistici (ad es. schede irrigue o programmi informatici) sia strumenti tecnologici diversi (ad es. pluviometri, tensiometri e altra strumentazione specifica per il rilievo dell’umidità
in campo adeguata alla tipologia di suolo presente in azienda).
Di seguito vengono indicati alcuni metodi per la definizione di piani di irrigazione coerenti con i principi sopra indicati.
1. METODO: SCHEDE IRRIGUE DI BILANCIO
L’agricoltore opera utilizzando tabelle colturali riportate nelle norme tecniche generali e/o di coltura, supportato nelle scelte in tempo reale dai Bollettini di produzione integrata emessi su scala, almeno, provinciale.
Gli strumenti necessari per procedere all’irrigazione sono:
•
•
Tabelle di coltura necessarie per la definizione dell’epoca e del volume irriguo di intervento.
Indicazioni in tempo reale fornite per coltura dai bollettini di produzione integrata emessi su scala, almeno, provinciale, relative a:
•
Inizio irrigazione
•
Fine irrigazione
•
Eventuali interventi irrigui in fasi fenologiche in cui non sarebbe prevista l’irrigazione.
L’azienda deve documentare gli interventi irrigui registrando sulle apposite schede di campo i dati di pioggia i volumi e le date di
ogni intervento. Nel caso di aziende che utilizzano impianti microirrigui devono essere registrate le sole date del primo e dell’ultimo
Regione
Lombardia
intervento e il volume complessivo distribuito per ogni ciclo
colturale.
Direzione Generale Agricoltura
Nel solo caso di irrigazione turnata, si può prescindere dal vincolo di registrazione della data inizio irrigazione con un anticipo masdistribuito in eccesso (che dovrà comunque essere inferiore a quello max di intervento) dovrà
simo di cinque giorni; analogamente, sempre in caso di irrigazione turnata, il volume distribuito potrà superare il consumo cumulato
considerato
ai fini
dei della
bilanci
successivi.
della colturaessere
a quella
data tenendo
conto
impossibilità
di irrigare fino al turno successivo; il volume eventualmente distribuito
Le tabelle
necessarieessere
alla gestione
vincolo
le restituzioni
giornaliere
espresse
in eccesso (che
dovrà comunque
inferiore adel
quello
max riportano
di intervento)
dovrà essereidriche
considerato
ai fini dei
bilanci successivi.
in millimetri
al giorno,
è la riportano
quantità le
d’acqua
necessaria
giornalmente
perinun
ottimale
sviluppo
Le tabelle necessarie
alla gestione
delche
vincolo
restituzioni
idriche giornaliere
espresse
millimetri
al giorno,
che è la quanpiantagiornalmente
e variano inper
relazione
allesviluppo
fasi di della
sviluppo.
perinogni
fase alle
vengono
indicateInoltre,
le
tità d’acqua della
necessaria
un ottimale
piantaInoltre,
e variano
relazione
fasi di sviluppo.
per ogni
condizioni
ammissibilità
dell’intervento
irriguo. irriguo.
fase vengono
indicate ledicondizioni
di ammissibilità
dell’intervento
Colture Erbacee
Colture Erbacee
L’irrigazione delle colture erbacee è mirata ad una gestione con interventi collocati in alcune fasi che garantiscano il miglior rapporto
L’irrigazione
erbacee
è mirata
ad una gestione con interventi collocati in alcune fasi
costi/benefici,
in presenza delle
di unacolture
riduzione
di acqua
distribuita.
che garantiscano il miglior rapporto costi/benefici, in presenza di una riduzione di acqua distribuita.
Esempio: Soia
Esempio: Soia
Fenofase
Fenofase
SeminaSemina
Restituzione
idrica idrica
giornaliera
Restituzione
giornaliera
mm/giorno
mm/giorno
1,0 1,0
4.a foglia
4.a foglia
2,4
2,4
FiorituraFioritura
1.o palco
1.o palco
Riempimento
baccelli baccelli
5 o palco5 o palco
Riempimento
Completamento
ingrossamento
semi
Completamento
ingrossamento
Inizio maturazione
semi
3,6
4,7
3,4
-
3,6
4,7
3,4
Inizio maturazione
Irrigazione
Irrigazione
Non ammessa
salvo espressa
Non ammessa
salvo indicazione
espressa dei
bollettini
indicazione
dei bollettini
Non ammessa
salvo espressa
Non ammessa
salvo indicazione
espressa dei
bollettini
indicazione
dei bollettini
Ammessa
Ammessa
Ammessa
Ammessa
Ammessa
Ammessa
Non ammessa
-
Non ammessa
La determinazione del volume più appropriato per ciascuna azienda verrà effettuata mediante l’interpolazione dei valori percentuali
di sabbia ed argilla come da esempio:
La determinazione del volume più appropriato per ciascuna azienda verrà effettuata mediante
argilla = 35% l’interpolazione dei valori percentuali di sabbia ed argilla come da esempio:
sabbia = 25%argilla = 35%
sabbia =ottenuto
25% = 36 mm oppure 360 metri cubi/ha.
volume di intervento
volume di intervento ottenuto = 36 mm oppure 360 metri cubi/ha.
Esempio calcolo del volume espresso in mm
Esempio calcolo del volume espresso in mm
A R G I
L L A
%
10 15 20 25 30 35 40 45 50 55
0 42 42 42 42 41 41 40 40 40 39
S 5 41 41 41 41 40 40 40 39 39 38
A 10 40 40 40 40 39 39 39 39 38 37
B 15 39 39 39 38 38 38 38 38 37 37
B 20 38 38 37 37 37 37 37 37 36 36
I
25 36 36 36 36 36 36 36 36 35 35
A 30 35 35 35 35 35 35 35 35 34 34
35 33 33 33 34 34 34 33 33 33 33
% 40 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32
45 30 30 34 31 31 31 31 31 31 -
60
39
38
37
37
36
35
34
33
32
-
Dopo un intervento irriguo, per stabilire la data per l’intervento
successivo è necessario dividere il volume distribuito, per la restituzione
idrica giornaliera
Es: terreno sciolto Volume  35 mm
mese  giugno
turno 35/4.7 = 7,5 giorni tra una irrigazione e l’altra
Per quanto riguarda le valutazione delle piogge, il dato espresso in
millimetri va diviso per la restituzione idrica giornaliera del periodo in
questione. Si ottengono in questo modo i giorni in cui sospendere
l’irrigazione.
Es: pioggia  12 mm
Mese  giugno
12/4.2 = 3 giorni di sospensione dell’irrigazione
Bollettino Ufficiale
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Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
Colture orticole
L’irrigazione delle colture orticole è mirata ad una gestione con interventi collocati in alcune fasi che garantiscano il miglior rapporto
costi/benefici.
La gestione irrigua in questo particolare comparto è stata fatta tenendo in debito conto la necessità di esaltare, o comunque conservare invariate, le caratteristiche qualitative del prodotto in relazione alla sua destinazione prevalente (consumo fresco o trasformazione industriale).
La determinazione del volume caratteristico di ciascuna azienda verrà effettuata come per le colture erbacee.
Esempio Orticole - Restituzioni idriche per colture orticole
Fase Fenologica
Data
1.Semina
2. Emergenza
3. Inizio tuberizzazione
4. Massimo sviluppo vegetativo
5. Ingiallimento fogliare
01/3 - 14/4
15/4 - 30/4
01/5 - 22/5
23/5 - 01/7
02/7
Restituzione Idrica
(mm/g)
0.6
1.1
2.4
4.3
--
Kc
0.4
0.6
0.8
1.1
--
Per quanto riguarda le colture protette si potrà fare riferimento all’apposita scheda che riporta i valori di intervento irriguo espressi in
l/h/m di manichetta per ogni fase di sviluppo della coltura. L’irrigazione è ammessa solo a condizione che i volumi erogati non eccedano i valori riportati nella tabella di esempio che segue:
Esempio Irrigazione del pomodoro da mensa in serra fredda: quantità d’acqua
Periodo
Marzo (pretrapianto)
Quantità acqua in litri/
metro di manichetta
5-10
Aprile (sino ad attecchimento)
5-10
Aprile (fioritura 1° e 2° palco)
13,5
Maggio (pre-raccolta)
11,6
Maggio (inizio produzione)
15,5
Giugno (produzione)
19,8
Luglio (produzione)
22
Es.: Tunnel m 70x4 pacciamature = m 280 di manichetta
fase 5(15.5 l/m), 280x15.5 = 4340 litri di acqua, 2 volte alla settimana (più l’eventuale volume di riempimento delle linee).
Colture foraggere
L’irrigazione delle colture foraggere è mirata ad una gestione con interventi collocati in alcune fasi che garantiscano il miglior rapporto costi benefici, la salvaguardia della qualità dei foraggi ed evitino l’impoverimento del prato o l’infestazione del medicaio.
Per quanto riguarda l’irrigazione per aspersione, la determinazione del volume caratteristico di ciascuna azienda verrà effettuata
mediante l’interpolazione dei valori percentuali di sabbia ed argilla come da esempio riportato per le colture erbacee.
Le piogge e le irrigazioni vanno valutate ai fini degli interventi irrigui successivi, così come sono illustrate nel capitolo delle colture
erbacee,
Esempio Erba medica – Restituzione idrica giornaliera
Epoca di sfalcio
Restituzione idrica giornaliera
Irrigazione
mm/giorno
1,5
1,7
1,7
-
Ammessa
Ammessa
Ammessa
Non ammessa
1°
2°
3°
4°
Colture arboree e vite
Le tabelle necessarie alla gestione del vincolo riportano le restituzioni idriche giornaliere espresse in millimetri al giorno relativi alla
durata della stagione irrigua, indicando per ogni coltura i mesi distinti a seconda che l’interfilare sia inerbito o lavorato. Inoltre, per ogni
mese vengono indicate le condizioni di ammissibilità dell’intervento irriguo.
Esempio Pomacee - Restituzione idrica giornaliera
mese
Aprile
Maggio
Giugno
Restituzione idrica giornaliera Restituzione idrica giornaliera
interfilare inerbito (*)
interfilare lavorato (*)
mm/giorno
0.8
mm/giorno
0.7
2.1
4.2
1.6
3.1
Irrigazione
Non ammessa salvo espressa
indicazione dei bollettini
Ammessa
Ammessa
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Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
mese
Restituzione idrica giornaliera Restituzione idrica giornaliera
interfilare inerbito (*)
interfilare lavorato (*)
Luglio
Agosto
Agosto
post-raccolta
Settembre
Irrigazione
mm/giorno
5.1
4.6
2.5
mm/giorno
4.0
3.6
2.0
Ammessa
Ammessa
Ammessa
3.4
2.5
Ammessa
* Si intende il quantitativo di acqua da restituire alla coltura in base al suo fabbisogno idrico. In presenza di pioggia, sono considerate nulle le
piogge inferiori al consumo giornaliero; allo stesso modo sono nulli i mm di pioggia eccedenti il volume di adacquamento prescelto
Es. mese di luglio:
1. pioggia 3,5 mm < 4,0 mm (la pioggia é considerata nulla);
2. terreno sciolto e pioggia 40 mm > 35 mm (40 - 35 = 5 mm andati perduti).
Note generali:
- Impianti in allevamento: fino al terzo anno ridurre il consumo del 20%.
- Sospensione dell’irrigazione: in post-raccolta da settembre.
- Con impianto a goccia è preferibile non superare per ogni intervento i 6 - 7 mm.
I volumi irrigui massimi per intervento:
•
non ci sono limitazioni per gli impianti microirrigui (goccia, spruzzo, ali gocciolanti e manichette di bassa portata)
•
sono vincolanti per gli impianti irrigui per aspersione e per le manichette ad alta portata.
I valori limite sono i seguenti:
Tipo di terreno
Millimetri
Metri cubi ad ettaro
Terreno sciolto
35
350
Terreno medio impasto
45
450
Terreno argilloso
55
550
Per la gestione degli interventi si consiglia un intervento irriguo ogni 2–3 giorni per gli impianti microirrigui, invece per gli impianti per
aspersione, per stabilire la data per l’intervento successivo è necessario dividere il volume distribuito, per la restituzione idrica giornaliera
Es.: terreno sciolto Volume ⇒ 35 mm
mese ⇒ giugno
turno 35/4.2 = 8 giorni tra una irrigazione e l’altra
Per quanto riguarda le valutazione delle piogge, il dato espresso in millimetri va diviso per la restituzione idrica giornaliera del periodo
in questione. Si ottengono in questo modo i giorni in cui sospendere l’irrigazione.
Es.: pioggia ⇒ 12 mm
Mese ⇒ giugno
12/4.2 = 3 giorni di sospensione dell’irrigazione
L’irrigazione post-raccolta è ammessa sempre durante la fase di allevamento ed in piena produzione non oltre la fine della stagione
produttiva; in seguito è ammissibile solo su esplicita indicazione dei bollettini.
Note per l’uso delle tabelle di determinazione del turno e del volume irriguo
Restituzione idrica
Rappresenta la quantità d’acqua necessaria giornalmente, stimata per le varie fasi fenologiche, per un ottimale sviluppo della pianta.
La restituzione idrica giornaliera è utilizzata per determinare il turno irriguo.
Volume irriguo ottimale
Partendo dalla relativa tabelle per ciascun tipo di terreno è possibile determinare, interpolando i valori percentuali di sabbia e argilla,
il volume irriguo ottimale da distribuirsi alla coltura oggetto del disciplinare di produzione. Il volume è stato calcolato ipotizzando una
distribuzione per aspersione con ali mobili o con semoventi muniti di aspersori o barre nebulizzatrici.
Tipologie impiantistiche
Aspersione: impianti irrigui a pioggia, semoventi, pivot, rainger. Sono parificati ad essi anche le manichette forate ad alta portata
(> 20 litri/ora/metro).
Microirrigazione: goccia, spruzzo, ali gocciolanti, manichette forate a bassa portata.
Scorrimento: sistemi irrigui gravimetrici, dove l’acqua viene distribuita senza l’ausilio di erogatori ed avanza sul terreno per gravità.
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2. METODO: SUPPORTI INFORMATICI
(Utilizzabile solo per le colture presenti nel software)
L’agricoltore ha come supporto nella gestione dell’irrigazione i servizi telematici regionali disponibili sul territorio, purché rispettino i
seguenti principi:
•
•
Disponibilità del servizio sulla rete Internet; in questo caso ogni azienda:
o
deve irrigare secondo le epoche indicate dalle pagine di risposta del servizio;
o
non deve distribuire, per ogni intervento irriguo, volumi che eccedano quelli indicati dalla pagine di risposta del servizio.
Documentazione dei punti precedenti:
o
tramite la stampa della pagina di risposta che indica la data e il volume consigliato, ogni volta che la coltura in oggetto
risulti da irrigare; le stampe vanno conservate per il controllo, oppure;
o
tramite la corretta e completa registrazione di date e volumi di irrigazione nell’apposito registro.
L’azienda non deve fornire prova di possedere i dati di pioggia poiché il servizio è basato sui dati di pioggia dei Servizi meteo ufficiali.
3. METODO: SUPPORTI AZIENDALI SPECIALISTICI (LIVELLO ELEVATO)
L’agricoltore opera utilizzando, come supporto, appositi strumenti per il monitoraggio delle condizioni di umidità del terreno. Indirettamente l’agricoltore conosce la quantità di acqua a disposizione delle proprie colture ed il momento in cui è necessario intervenire
per ripristinare condizioni idriche ottimali.
Gli strumenti necessari per procedere all’irrigazione (in alternativa):
1.
Tensiometro limitatamente agli impianti microirrigui: goccia e spruzzo;
2.
Watermark anche per impianti a pioggia;
3.
Altri sensori per il rilievo dell’umidità in campo, purché adeguati alla tipologia di suolo presente in azienda.
In tutti i casi l’azienda deve seguire le indicazioni dei bollettini di produzione integrata emessi su scala, almeno, provinciale, relative
a:
•
inizio irrigazione;
•
fine irrigazione;
•
eventuali interventi irrigui in fasi fenologiche in cui non sarebbe prevista l’irrigazione;
•
ogni azienda non deve distribuire, per ogni intervento irriguo, volumi che eccedano quelli previsti per ogni coltura.
L’azienda deve documentare gli interventi irrigui registrando sulle apposite schede di campo i dati di pioggia (se richiesti), i volumi, le date d’intervento e i rispettivi valori rilevati dagli strumenti.
Nel solo caso di impiego di impianti microirrigui devono essere registrate le sole date del primo e dell’ultimo intervento e il volume
complessivo distribuito per ogni ciclo colturale. Per quanto riguarda la registrazione dei valori rilevati dagli strumenti è sufficiente
registrare il solo valore del giorno in cui si effettua la prima irrigazione.
In questo caso non è richiesta la documentazione del dato di pioggia.
——— • ———
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DISCIPLINARI COLTURE ARBOREE
ALBICOCCO E SUSINO
(Prunus armeniaca L. e Prunus domestica L.)
1. AMBIENTE
logiche.
Per i nuovi impianti e i reimpianti l’idoneità del sito deve essere verificata sulla base delle caratteristiche climatiche e pedo-
1.1 Clima
Non disponendo di cartografie agroclimatiche specifiche si deve adottare, quale criterio discriminante, la morfologia del
paesaggio.
Su tale base si sconsigliano impianti nei fondovalle e nelle zone umide e nebbiose di pianura.
1.2 Terreno
Consultare la cartografia pedologica, se disponibile; in carenza è bene effettuare appositi rilievi pedologici.
Si raccomanda di effettuare nuovi impianti e reimpianti in siti con le seguenti caratteristiche:
PARAMETRO
Tessitura
pH
Calcare attivo
Scheletro
Profondità
Drenaggio
VALORI DI RIFERIMENTO
Argilla > 40%
5,6 – 7,4
< 12%
< 70%
> 75 cm
buono
2. PREPARAZIONE DEL TERRENO
2.1 Sistemazioni superficiali
Si consiglia di porre attenzione alle seguenti considerazioni:
Aree pianeggianti (pendenza < 5%)
Obiettivi: prevenire il ristagno, consentire un’adeguata meccanizzazione.
Criteri di scelta: permeabilità del suolo, altezza della falda.
Tecnica da adottare: livellamento superficiale, realizzazione di un’adeguata affossatura e/o rete drenante.
Aree declivi (pendenza > 5%)
Obiettivi: proteggere il suolo dall’erosione, contrastare le situazioni di dissesto idrogeologico, consentire un’adeguata meccanizzazione.
Criteri di scelta: permeabilità del suolo, pendenza del versante, rischio di movimenti franosi.
Tecnica da adottare: pendenza < 10% sistemazioni in traverso; pendenza > 10 % sistemazioni a fosse livellari; pendenza >
30% siti non idonei.
2.2 Preparazione del terreno
Obiettivi: assicurare un’adeguata macroporosità al profilo di terreno che sarà colonizzato dagli apparati radicali; rimuovere
eventuali orizzonti limitanti la crescita radicale e/o la percolazione dell’acqua; controllare nei primi anni dell’impianto la crescita delle infestanti; rimuovere eventuali residui colturali (reimpianti).
Criteri di scelta: conoscenza della stratigrafia degli orizzonti desunta dalla cartografia pedologica disponibile e/o da osservazioni (trivellate) puntuali.
Tecnica da adottare: ripuntatura profonda e aratura a non più di 50 cm di profondità.
3. IMPIANTO
3.1 Scelta del materiale
La scelta della cultivar e del portinnesto vanno effettuate tra quelle riportate nelle liste predisposte dalla Direzione Generale dell’Agricoltura.
È obbligatorio il ricorso a materiale con certificazione sanitaria e varietale.
3.2 Distanze d’impianto e forma di allevamento
Si raccomandano quelle riportate in tabella.
SPECIE
FORMA D’ALLEVAMENTO
DISTANZE (m)
tra le file
sulla fila
N. piante / ha
Albicocco
Vaso ritardato
Palmetta libera
5,5
4,5 – 4,7
3–4
3–4
455 – 606
532 – 741
Susino
Vaso ritardato
Palmetta libera
5,5 – 6
4 – 4,7
3–4
2,5 – 3,5
417 – 606
610 – 1000
4. CONCIMAZIONI
4.1 Concimazione preimpianto
Organica: è raccomandata la concimazione organica preimpianto con letami e compost maturi, soprattutto se il livello di
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sostanza organica è giudicato basso.
Minerale: da effettuarsi in base all’analisi del terreno; in ogni caso non deve mai essere somministrato azoto minerale; l’eventuale concimazione di arricchimento non deve esser tale da far superare nei primi 50 cm di suolo le seguenti soglie: K sc. > 3%
CSC, Mg sc. > 6% CSC, P2O5 ass. (Olsen) 30 ppm.
4.2 Concimazione di allevamento
La somministrazione di concimi minerali azotati deve essere frazionata e localizzata. La concimazione fosfatica è da attuarsi solo se non effettuata in preimpianto. In questo caso anch’essa va localizzata.
La somministrazione non localizzata di concimi minerali azotati è ammessa esclusivamente per l’impianto dell’inerbimento
artificiale.
4.3 Concimazione di produzione
La definizione del piano di concimazione deve tener conto dei seguenti parametri:
-
diagnosi dello stato nutrizionale dell’impianto;
-
stima delle esigenze nutrizionali.
A sua volta la stima dello stato nutrizionale deve basarsi su:
-
analisi del terreno;
-
analisi visiva dello stato vegeto-produttivo;
-
analisi della qualità dei frutti.
Dopo l’impianto l’analisi del terreno deve essere ripetuta ogni 5 anni relativamente ai livelli di sostanza organica, P ass., K sc. e Mg sc.
L’analisi dello stato vegeto-produttivo andrebbe eseguita annualmente e comprende:
-
una valutazione di eventuali sintomatologie riferibili a carenze/eccessi nutrizionali;
-
un giudizio sullo sviluppo vegetativo;
-
un giudizio sul carico produttivo;
-
un giudizio sull’epoca della caduta autunnale delle foglie.
La concimazione fogliare è ammessa unicamente per prevenire carenze nutritive diagnosticate.
4.3.1 Fosforo e potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione fosfatica e
potassica
albicocco - concimazione fosforo
Note decrementi
Quantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla
dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
r10 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 10 t/ha.
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione
normale per una produzione di: 10-16 t/
ha:
DOSE STANDARD
Quantitativo di P2O5 che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
30 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r10 kg: se si prevedono produzioni sunormale;
periori a 16 t/ha;
40 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r10 kg: in caso di scarsa dotazione di
scarsa;
sostanza organica (linee guida fertilizzazione);
80 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
scarsissima;
r20 kg: in caso di terreni ad elevato
tenore di calcare attivo.
15 kg/ha: in situazione di elevata dotazione del terreno.
Concimazione fosforo in allevamento:
1° anno: 15 kg/ha; 2° anno: 25 kg/ha.
susino - concimazione fosforo
Note incrementi
Note decrementi
Quantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla
dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
Apporto di P2O5 standard in situazione
normale per una produzione di: 20-30 t/
ha:
DOSE STANDARD
Quantitativo di P2O5 che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
– 32 –
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r10 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 20 t/ha.
40 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r10 kg: se si prevedono produzioni sunormale;
periori a 30 t/ha;
60 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r10 kg: in caso di scarsa dotazione di
scarsa;
sostanza organica (linee guida fertilizzazione);
20 kg/ha: in situazione di elevata dotazione del terreno.
r20 kg: in caso di terreni ad elevato
tenore di calcare attivo.
Concimazione fosforo in allevamento:
1° anno: 15 kg/ha; 2° anno: 25 kg/ha.
albicocco - concimazione potassio
Note incrementi
Note decrementi
Quantitativo di K2O da sottrarre (-) alla
dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
Apporto di K2O standard in situazione normale per una produzione di: 10-16 t/ha:
DOSE STANDARD
r30 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 10 t/ha;
90 kg/ha: in caso di terreni con dotazione normale;
r30 kg: con apporto di ammendanti
nell’anno precedente.
120 kg/ha: in caso di terreni con dotazione scarsa;
Quantitativo di K2O che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
r30 kg: se si prevedono produzioni superiori a 16 t/ha.
35 kg/ha: in situazione di elevata dotazione del terreno.
Concimazione potassio in allevamento:
1° anno: 20 kg/ha; 2° anno: 40 kg/ha.
susino - concimazione potassio
Note decrementi
Quantitativo di K2O da sottrarre (-) alla
dose standard:
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione normale per una produzione di: 20-30 t/ha:
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD
r20 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 20 t/ha;
100 kg/ha: in caso di terreni con dotazione normale;
r30 kg: con apporto di ammendanti
nell’anno precedente.
150 kg/ha: in caso di terreni con dotazione scarsa;
50 kg/ha: in situazione di elevata dotazione del terreno.
Concimazione potassio in allevamento:
1° anno: 20 kg/ha; 2° anno: 40 kg/ha.
Quantitativo di K2O che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
r20 kg: se si prevedono produzioni superiori a 30 t/ha.
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4.3.2 Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione
albicocco - concimazione azoto
Note decrementi
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-)
alla dose standard in funzione delle diverse condizioni:
(barrare le opzioni adottate)
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione normale per una produzione di: 10-16 t/ha:
DOSE STANDARD:
75 kg/ha di N
Quantitativo di AZOTO che potrà essere
aggiunto (+) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni. Il quantitativo massimo che l’agricoltore potrà
aggiungere alla dose standard anche
al verificarsi di tutte le situazioni è di: 50
kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
r25 kg: se si prevedono produzioni
inferiori a 10 t/ha;
r25 kg: se si prevedono produzioni
superiori a 16 t/ha;
r20 kg: in caso di elevata dotazione
di sostanza organica (linee guida
fertilizzazione);
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica (linee guida fertilizzazione);
r20 kg: nel caso di apporto di ammendanti nell’anno precedente;
r20 kg: in caso di scarsa attività vegetativa;
r20 kg: in caso di eccessiva attività
vegetativa.
r20 kg: in caso di forte lisciviazione
dovuta a surplus pluviometrico in
specifici periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo
ottobre-febbraio).
Concimazione Azoto in allevamento:
1° anno: 40 kg/ha; 2° anno: 60 kg/ha.
susino - concimazione azoto
Note decrementi
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-)
alla dose standard in funzione delle diverse condizioni:
(barrare le opzioni adottate)
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione normale per una produzione di: 20-30 t/ha:
DOSE STANDARD:
90 kg/ha di N
r25 kg: se si prevedono produzioni
inferiori a 20 t/ha;
Quantitativo di AZOTO che potrà essere
aggiunto (+) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni. Il quantitativo massimo che l’agricoltore potrà
aggiungere alla dose standard anche
al verificarsi di tutte le situazioni è di: 50
kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
r25 kg: se si prevedono produzioni
superiori a 30 t/ha;
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica (linee guida fertilizzazione);
r20 kg: in caso di elevata dotazione
di sostanza organica (linee guida
fertilizzazione);
r20 kg: in caso di scarsa attività vegetativa;
r20 kg: nel caso di apporto di ammendanti nell’anno precedente;
r20 kg: in caso di forte lisciviazione
dovuta a surplus pluviometrico in
specifici periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo
ottobre-febbraio);
r20 kg: in caso di eccessiva attività
vegetativa.
r20 kg: in caso di cultivar mediotardive e tardive.
Concimazione Azoto in allevamento:
1° anno: 40 kg/ha; 2° anno: 60 kg/ha.
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ciolo.
L’azoto dovrà essere somministrato esclusivamente in primavera, nel periodo che va dalla fioritura all’indurimento del nocSe la dose supera i 60 kg/ha è necessario frazionarla.
5.CURE COLTURALI
5.1 Gestione del suolo
È obbligatorio l’inerbimento invernale dell’interfila, ad eccezione dei primi quattro anni nel caso di nuovi impianti.
Il diserbo chimico è ammesso solo lungo la fila con i prodotti indicati nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo
delle infestanti.
5.2 Regolarizzazione del carico produttivo e della qualità della produzione
Nel corso della fioritura è consigliato sfalciare il prato per evitare la competizione con gli impollinatori. È inoltre raccomandata l’introduzione di 3-4 arnie / ha.
Si consiglia il ricorso al diradamento manuale dei frutticini, da effettuarsi entro il mese di maggio, qualora il carico produttivo risultasse eccessivo per il raggiungimento di una adeguata pezzatura.
6. IRRIGAZIONE
Per ciascun appezzamento irriguo si consiglia di effettuare il bilancio idrico tenendo conto dell’evapotraspirazione potenziale (ETP) corretta dai coefficienti colturali (Kc) riportati in tabella, e dalla piovosità del luogo.
MESE
Kc
aprile
0.93
maggio
1.0
giugno
1.09
luglio
1.11
agosto
1.11
settembre
1.05
Con gli impianti per aspersione il momento irriguo non dovrebbe essere precedente al raggiungimento del 30% della riserva utilizzabile (RU) e il volume irriguo non dovrebbe superare il raggiungimento della capacità di campo.
Con gli impianti a spruzzo il momento dell’irrigazione può coincidere con il raggiungimento del 50% della RU. In questo
caso la definizione dei turni e dei volumi irrigui deve tenere in considerazione il volume di suolo effettivamente reidratato con l’irrigazione, ciò fa sì che turni e volumi sono di circa la metà rispetto all’irrigazione per aspersione nelle medesime condizioni.
Negli impianti a goccia l’irrigazione non deve essere iniziato prima che la RU non scenda sotto l’80%; il turno da seguire è
di 1-2 giorni somministrando l’acqua evapotraspirata nel periodo corrispondente.
7. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
8. RACCOLTA
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
CILIEGIO
(Prunus avium)
1. AMBIENTE
logiche.
Per i nuovi impianti e i reimpianti l’idoneità del sito deve essere verificata sulla base delle caratteristiche climatiche e pedo-
1.1 Clima
Non disponendo di cartografie agroclimatiche specifiche si deve adottare, quale criterio discriminante, la morfologia del
paesaggio.
Su tale base si sconsigliano impianti nei fondovalle e nelle zone umide e nebbiose di pianura.
1.2 Terreno
Consultare la cartografia pedologica, se disponibile; in carenza è bene effettuare appositi rilievi pedologici.
Si raccomanda di effettuare nuovi impianti e reimpianti in siti con le seguenti caratteristiche:
PARAMETRO
Tessitura
PH
Calcare attivo
Scheletro
Profondità
Drenaggio
VALORI DI RIFERIMENTO
Argilla > 40%
5,6 – 7,4
< 12%
< 70%
> 75 cm
buono
2. PREPARAZIONE DEL TERRENO
2.1 Sistemazioni superficiali
Si consiglia di porre attenzione alle seguenti considerazioni:
Aree pianeggianti (pendenza < 5%)
Obiettivi: prevenire il ristagno, consentire un’adeguata meccanizzazione.
Bollettino Ufficiale
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Criteri di scelta: permeabilità del suolo, altezza della falda.
Tecnica da adottare: livellamento superficiale, realizzazione di un’adeguata affossatura e/o rete drenante.
Aree declivi (pendenza > 5%)
Obiettivi: proteggere il suolo dall’erosione, contrastare le situazioni di dissesto idrogeologico, consentire un’adeguata meccanizzazione.
Criteri di scelta: permeabilità del suolo, pendenza del versante, rischio di movimenti franosi.
Tecnica da adottare: pendenza < 10% sistemazioni in traverso; pendenza > 10 % sistemazioni a fosse livellari; pendenza >
30% siti non idonei.
2.2 Preparazione del terreno
Obiettivi: assicurare un’adeguata macroporosità al profilo di terreno che sarà colonizzato dagli apparati radicali; rimuovere
eventuali orizzonti limitanti la crescita radicale e/o la percolazione dell’acqua; controllare nei primi anni dell’impianto la crescita delle infestanti; rimuovere eventuali residui colturali (reimpianti).
Criteri di scelta: conoscenza della stratigrafia degli orizzonti desunta dalla cartografia pedologica disponibile e/o da osservazioni (trivellate) puntuali.
Tecnica da adottare: ripuntatura profonda e aratura a non più di 50 cm di profondità.
3. IMPIANTO
3.1 Scelta del materiale
La scelta della cultivar e del portinnesto vanno effettuate tra quelle riportate nelle liste predisposte dalla Direzione Generale dell’Agricoltura.
È obbligatorio il ricorso a materiale con certificazione sanitaria e varietale.
3.2 Distanze d’impianto e forma di allevamento
Si raccomandano quelle riportate in tabella.
FORMA D’ALLEVAMENTO
Vaso basso
Vaso ritardato
Palmetta libera
Bandiera
DISTANZE (m)
tra le file
sulla fila
6-7
6-7
5.5 - 6
5 - 5.5
5-6
5-6
5 - 6.5
4.5 - 6
N. PIANTE / ha
238 - 333
238 - 333
253 - 364
303 - 444
4. CONCIMAZIONI
4.1 Concimazione preimpianto
Organica: è raccomandata la concimazione organica preimpianto con letami e compost maturi, soprattutto se il livello di
sostanza organica è giudicato basso.
Minerale: da effettuarsi in base all’analisi del terreno; in ogni caso non deve mai essere somministrato azoto minerale; l’eventuale concimazione di arricchimento non deve esser tale da far superare nei primi 50 cm di suolo le seguenti soglie: K sc. > 3%
CSC, Mg sc. > 6% CSC, P2O5 ass. (Olsen) 30 ppm.
4.2 Concimazione di allevamento
La somministrazione di concimi minerali azotati (100-150 g di N/pianta) deve essere frazionata e localizzata. La concimazione fosfatica è da attuarsi solo se non effettuata in preimpianto. In questo caso anch’essa va localizzata.
La somministrazione non localizzata di concimi minerali azotati è ammessa esclusivamente per l’impianto dell’inerbimento
artificiale.
4.3 Concimazione di produzione
La definizione del piano di concimazione deve tener conto dei seguenti parametri:
-
diagnosi dello stato nutrizionale dell’impianto;
-
stima delle esigenze nutrizionali.
A sua volta la stima dello stato nutrizionale deve basarsi su:
-
analisi del terreno;
-
analisi fogliare (consigliata);
-
analisi visiva dello stato vegeto-produttivo;
-
analisi della qualità dei frutti.
Dopo l’impianto l’analisi del terreno deve essere ripetuta ogni 5 anni relativamente ai livelli di sostanza organica, P ass., K sc. e Mg sc.
L’analisi fogliare andrebbe ripetuta ogni 2 anni.
L’analisi dello stato vegeto-produttivo andrebbe eseguita annualmente e comprende:
-
una valutazione di eventuali sintomatologie riferibili a carenze/eccessi nutrizionali;
-
un giudizio sullo sviluppo vegetativo;
-
un giudizio sul carico produttivo;
-
un giudizio sull’epoca della caduta autunnale delle foglie.
La concimazione fogliare è ammessa unicamente per prevenire carenze nutritive diagnosticate.
4.3.1 Fosforo e potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione fosfatica e
potassica
– 36 –
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concimazione fosforo
Note decrementi
Quantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla
dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
r10 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 7 t/ha.
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione
normale per una produzione di: 7-11 t/ha: Quantitativo di P O che potrà essere ag2 5
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
30 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r10 kg: se si prevedono produzioni sunormale;
periori a 11 t/ha;
40 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
scarsa;
r10 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica (linee guida fertilizzazione);
60 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
scarsissima;
r20 kg: in caso di terreni ad elevato
tenore di calcare attivo.
15 kg/ha: in situazione di elevata dotazione del terreno.
Concimazione fosforo in allevamento:
1° anno: 15 kg/ha; 2° anno: 25 kg/ha.
concimazione potassio
Note decrementi
Quantitativo di K2O da sottrarre (-) alla
dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione normale per una produzione di: 7-11 t/ha:
DOSE STANDARD
Quantitativo di K2O che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
r20 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 7 t/ha;
50 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r20 kg: se si prevedono produzioni sunormale;
periori a 11 t/ha.
r30 kg: con apporto di ammendanti
nell’anno precedente.
80 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
scarsa;
20 kg/ha: in situazione di elevata dotazione
del terreno.
Concimazione potassio in allevamento:
1° anno: 20 kg/ha; 2° anno: 40 kg/ha.
4.3.2 Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione azotata
concimazione azoto
Note decrementi
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla
dose standard in funzione delle diverse
condizioni:
(barrare le opzioni adottate)
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
normale per una produzione di: 7-11 t/ha: Quantitativo di AZOTO che potrà essere
aggiunto (+) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di tutte le situazioni è di: 50 kg/ha:
DOSE STANDARD:
70 kg/ha di N
(barrare le opzioni adottate)
Bollettino Ufficiale
– 37 –
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r15 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 7 t/ha;
r15 kg: se si prevedono produzioni superiori a 11 t/ha;
r20 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica (linee guida fertilizzazione);
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica (linee guida fertilizzazione);
r20 kg: nel caso di apporto di ammendanti nell’anno precedente;
r20 kg: in caso di scarsa attività vegetativa;
r20 kg: in caso di eccessiva attività vegetativa.
r20 kg: in caso di forte lisciviazione
dovuta a surplus pluviometrico in specifici periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobrefebbraio).
Concimazione Azoto in allevamento
1° anno: 30 kg/ha; 2° anno: 50 kg/ha.
L’azoto dovrà essere somministrato esclusivamente in primavera, nel periodo che va dalla fioritura all’indurimento del nocciolo. Un’eventuale seconda somministrazione può avvenire subito dopo la raccolta.
Se la dose supera i 60 kg/ha è necessario frazionarla.
5.CURE COLTURALI
5.1 Gestione del suolo
È obbligatorio l’inerbimento invernale dell’interfila, ad eccezione dei primi quattro anni nel caso di nuovi impianti.
Il diserbo chimico è ammesso solo lungo la fila con i prodotti indicati nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo
delle infestanti.
5.2 Regolarizzazione del carico produttivo e della qualità della produzione
Nel corso della fioritura è consigliato sfalciare il prato per evitare la competizione con gli impollinatori. È inoltre raccomandata l’introduzione di 3-4 arnie/ha.
6. IRRIGAZIONE
Per ciascun appezzamento irriguo si consiglia di effettuare il bilancio idrico tenendo conto dell’evapotraspirazione potenziale (ETP) corretta dai coefficienti colturali (Kc) riportati in tabella, e dalla piovosità del luogo.
MESE
Kc
aprile
0.93
maggio
1.0
giugno
1.09
luglio
1.11
agosto
1.11
settembre
1.05
Con gli impianti per aspersione il momento irriguo non dovrebbe essere precedente al raggiungimento del 30% della riserva utilizzabile (RU) e il volume irriguo non dovrebbe superare il raggiungimento della capacità di campo.
Con gli impianti a spruzzo il momento dell’irrigazione può coincidere con il raggiungimento del 50% della RU. In questo
caso la definizione dei turni e dei volumi irrigui deve tenere in considerazione il volume di suolo effettivamente reidratato con l’irrigazione, ciò fa sì che turni e volumi sono di circa la metà rispetto all’irrigazione per aspersione nelle medesime condizioni.
Negli impianti a goccia l’irrigazione non deve essere iniziato prima che la RU non scenda sotto l’80%; il turno da seguire è
di 1-2 giorni somministrando l’acqua evapotraspirata nel periodo corrispondente.
7. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
8. RACCOLTA
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
MELO
(Malus x domestica)
1. AMBIENTE
logiche.
Per i nuovi impianti e i reimpianti l’idoneità del sito deve essere verificata sulla base delle caratteristiche climatiche e pedo-
1.1 Clima
Non disponendo di cartografie agroclimatiche specifiche si deve adottare, quale criterio discriminante, la quota altimetrica.
Su tale base si sconsigliano impianti al di sopra dei 700 m slm.
1.2 Terreno
Valtellina: si può far riferimento alla Carta di orientamento pedologico alla coltivazione del melo pubblicata dall’ERSAF.
Altre zone lombarde: consultare la cartografia pedologica, se disponibile; in carenza è bene effettuare appositi rilievi pedologici.
– 38 –
Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
Si raccomanda di effettuare nuovi impianti e reimpianti in siti con le seguenti caratteristiche:
PARAMETRO
Tessitura
pH
Calcare attivo
Scheletro
Profondità
Drenaggio
VALORI DI RIFERIMENTO
Argilla < 40%
5,6 – 7,4
< 15%
< 70%
> 75 cm
buono
2. PREPARAZIONE DEL TERRENO
2.1 Sistemazioni superficiali
Si consiglia di porre attenzione alle seguenti considerazioni:
Aree pianeggianti (pendenza < 5%)
Obiettivi: prevenire il ristagno, consentire un’adeguata meccanizzazione.
Criteri di scelta: permeabilità del suolo, altezza della falda.
Tecnica da adottare: livellamento superficiale, realizzazione di un’adeguata affossatura e/o rete drenante.
Aree declivi (pendenza > 5%)
Obiettivi: proteggere il suolo dall’erosione, contrastare le situazioni di dissesto idrogeologico, consentire un’adeguata meccanizzazione.
Criteri di scelta: permeabilità del suolo, pendenza del versante, rischio di movimenti franosi.
Tecnica da adottare: pendenza < 10% sistemazioni in traverso; pendenza > 10 % sistemazioni a fosse livellari; pendenza >
30% siti non idonei.
2.2 Preparazione del terreno
Obiettivi: assicurare un’adeguata macroporosità al profilo di terreno che sarà colonizzato dagli apparati radicali; rimuovere
eventuali orizzonti limitanti la crescita radicale e/o la percolazione dell’acqua; controllare nei primi anni dell’impianto la crescita delle infestanti; rimuovere eventuali residui colturali (reimpianti).
Criteri di scelta: conoscenza della stratigrafia degli orizzonti desunta dalla cartografia pedologica disponibile e/o da osservazioni (trivellate) puntuali.
Tecnica da adottare: ripuntatura profonda e aratura a non più di 50 cm di profondità.
3. IMPIANTO
3.1 Scelta del materiale
La scelta della cultivar e del portinnesto vanno effettuate tra quelle riportate nelle liste predisposte dalla Direzione Generale dell’Agricoltura.
Deve essere assicurata la presenza di varietà impollinatrici (almeno 1:10)
È obbligatorio il ricorso a materiale con certificazione sanitaria e varietale.
3.2 Distanze d’impianto e forma di allevamento
Si raccomandano quelle riportate in tabella.
HABITUS CULTIVAR
Standard
Standard
Standard
Standard
Standard
Spur
Spur
Spur
Spur
Spur
PORTINNESTO
M9
M26
M9
M26
M9
M26
MM106
M26
MM106
M9
FORMA
D’ALLEVAMENTO
Fusetto
Fusetto
Palmetta libera
Palmetta libera
Fusetto intensivo
Fusetto
Fusetto
Palmetta libera
Palmetta libera
Fusetto intensivo
DISTANZE (m)
tra le file
sulla fila
3–4
3,5 – 4
3,5 – 4
4
2,5 – 3
3 – 3,5
3,5 – 4
3 – 3,5
3,5 – 4
2,5 – 3
1 – 1,5
1,5 – 2
2,3 – 2,5
2,5 – 2,8
0,5 – 0,8
1
1,5
2,3
2,3 – 2,5
0,5
N. piante / ha
1666 – 3333
1250 – 1905
1000 – 1242
893 – 1000
4166 – 8000
2857 – 3333
1666 – 1905
1242 – 1449
1000 – 1449
6666 – 8000
4. CONCIMAZIONI
4.1 Concimazione preimpianto
Organica: è raccomandata la concimazione organica preimpianto con letami e compost maturi, soprattutto se il livello di
sostanza organica è giudicato basso.
Minerale: da effettuarsi in base all’analisi del terreno; in ogni caso non deve mai essere somministrato azoto minerale; l’eventuale concimazione di arricchimento non deve esser tale da far superare nei primi 50 cm di suolo le seguenti soglie: K sc. > 3%
CSC, Mg sc. > 6% CSC, P2O5 ass. (Olsen) 30 ppm.
4.2 Concimazione di allevamento
La somministrazione di concimi minerali azotati (dosi comprese tra 100-150 g di N/pianta per le basse densità e 10-15 g
di N/pianta per le alte) deve essere frazionata e localizzata. La concimazione fosfatica è da attuarsi solo se non effettuata in preimpianto. In questo caso anch’essa va localizzata.
Bollettino Ufficiale
– 39 –
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
La somministrazione non localizzata di concimi minerali azotati è ammessa esclusivamente per l’impianto dell’inerbimento
artificiale.
4.3 Concimazione di produzione
La definizione del piano di concimazione deve tener conto dei seguenti paramentri:
-
diagnosi dello stato nutrizionale dell’impianto;
-
stima delle esigenze nutrizionali.
A sua volta la stima dello stato nutrizionale deve basarsi su:
-
analisi del terreno;
-
analisi fogliare (consigliata);
-
analisi visiva dello stato vegeto-produttivo;
-
analisi della qualità dei frutti.
Dopo l’impianto l’analisi del terreno deve essere ripetuta ogni 5 anni relativamente ai livelli di sostanza organica, P ass., K sc. e Mg sc.
L’analisi fogliare andrebbe ripetuta ogni 2 anni.
L’analisi dello stato vegeto-produttivo andrebbe eseguita annualmente e comprende:
-
una valutazione di eventuali sintomatologie riferibili a carenze/eccessi nutrizionali;
-
un giudizio sullo sviluppo vegetativo;
-
un giudizio sul carico produttivo;
-
un giudizio sull’epoca della caduta autunnale delle foglie
-
analisi della qualità dei frutti (nel caso specifico epoca di maturazione-viraggio del colore di fondo-pezzatura, incidenza di fisiopatie).
La concimazione fogliare è ammessa unicamente per rimediare carenze nutritive diagnosticate.
4.3.1 Fosforo e potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione
fosfatica e potassica
concimazione fosforo
Note decrementi
Quantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla
dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
r10 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 32 t/ha.
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione
normale per una produzione di: 32-48 t/
ha:
DOSE STANDARD
Quantitativo di P2O5 che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
40 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r10 kg: se si prevedono produzioni sunormale;
periori a 48 t/ha;
55 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r10 kg: in caso di scarsa dotazione di
scarsa;
sostanza organica (linee guida fertilizzazione);
35 kg/ha: in situazione di elevata dotazione del terreno.
r20 kg: in caso di terreni ad elevato
tenore di calcare attivo.
Concimazione fosforo in allevamento:
1° anno: 15 kg/ha; 2° anno: 25 kg/ha (elevabile a 40 kg/ha in caso di inizio produzione)
concimazione potassio
Note decrementi
Quantitativo di K2O da sottrarre (-) alla
dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione normale per una produzione di: 32-48 t/ha:
DOSE STANDARD
Quantitativo di K2O che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
r35 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 32 t/ha;
90 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r35 kg: se si prevedono produzioni sunormale;
periori a 48 t/ha.
r30 kg: con apporto di ammendanti
nell’anno precedente.
150 kg/ha: in caso di terreni con dotazione scarsa;
50 kg/ha: in situazione di elevata dotazione del terreno.
Concimazione potassio in allevamento:
1° anno: 20 kg/ha; 2° anno: 40 kg/ha (elevabile a 90 kg/ha in caso di inizio produzione)
– 40 –
Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
4.3.2 Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione azotata.
Note decrementi
Note incrementi
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla
dose standard in funzione delle diverse
condizioni:
Apporto di AZOTO standard in situazione
normale per una produzione di: 32-48 t/
ha:
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
80 kg/ha di N
(barrare le opzioni adottate)
Quantitativo di AZOTO che potrà essere
aggiunto (+) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di tutte le situazioni è di: 60 kg/ha:
r30 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 32 t/ha;
r30 kg: se si prevedono produzioni superiori a 48 t/ha;
r20 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica (linee guida fertilizzazione);
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica (linee guida fertilizzazione);
r20 kg: nel caso di apporto di ammendanti nell’anno precedente;
r20 kg: in caso di scarsa attività vegetativa;
r20 kg: in caso di eccessiva attività vegetativa.
r20 kg: in caso di forte lisciviazione
dovuta a surplus pluviometrico in specifici periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobrefebbraio).
Concimazione azoto in allevamento
1° anno: 40 kg/ha; 2° anno: 60 kg/ha (elevabile a 80 kg/ha in caso di inizio produzione);
L’azoto dovrà essere somministrato esclusivamente in primavera, nel periodo che va dal germogliamento all’allegagione.
Se la dose supera i 60 kg/ha è necessario frazionarla.
5.CURE COLTURALI
5.1 Gestione del suolo
È obbligatorio l’inerbimento invernale dell’interfila, ad eccezione dei primi quattro anni nel caso di nuovi impianti.
Il diserbo chimico è ammesso solo lungo la fila con i prodotti indicati nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo
delle infestanti.
5.2 Regolarizzazione del carico produttivo e della qualità della produzione
Nel corso della fioritura è consigliato sfalciare il prato per evitare la competizione con gli impollinatori. È inoltre raccomandata l’introduzione di 3-4 arnie/ha.
6. IRRIGAZIONE
Per ciascun appezzamento irriguo si consiglia di effettuare il bilancio idrico tenendo conto dell’evapotraspirazione potenziale (ETP) corretta dai coefficienti colturali (Kc) riportati in tabella, e dalla piovosità del luogo.
MESE
Kc
aprile
0.93
maggio
1.0
giugno
1.09
luglio
1.11
agosto
1.11
settembre
1.05
Con gli impianti per aspersione il momento irriguo non dovrebbe essere precedente al raggiungimento del 30% della riserva utilizzabile (RU) e il volume irriguo non dovrebbe superare il raggiungimento della capacità di campo.
Con gli impianti a spruzzo il momento dell’irrigazione può coincidere con il raggiungimento del 50% della RU. In questo
caso la definizione dei turni e dei volumi irrigui deve tenere in considerazione il volume di suolo effettivamente reidratato con l’irrigazione, ciò fa sì che turni e volumi sono di circa la metà rispetto all’irrigazione per aspersione nelle medesime condizioni.
Negli impianti a goccia l’irrigazione non deve essere iniziato prima che la RU non scenda sotto l’80%; il turno da seguire è
di 1-2 giorni somministrando l’acqua evapotraspirata nel periodo corrispondente.
7. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
8. RACCOLTA
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
Bollettino Ufficiale
– 41 –
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
PERO
(Pyrus communis L.)
1. AMBIENTE
logiche.
Per i nuovi impianti e i reimpianti l’idoneità del sito deve essere verificata sulla base delle caratteristiche climatiche e pedo-
1.1 Clima
Non disponendo di cartografie agroclimatiche specifiche si deve adottare, quale criterio discriminante, la quota altimetrica.
Su tale base si sconsigliano impianti al di sopra dei 600 m slm.
1.2 Terreno
Oltrepò Mantovano: si può far riferimento alle “Carte di vocazione delle terre alla coltura del pero” pubblicata dall’ERSAF.
Altre zone lombarde: consultare la cartografia pedologica, se disponibile, ovvero si consigliano appositi rilievi pedologici.
Si raccomanda di effettuare nuovi impianti e reimpianti in siti con le seguenti caratteristiche:
PARAMETRO
Tessitura
pH
Calcare attivo
VALORI DI RIFERIMENTO
Argilla > 40%
5,6 – 7,4
Con portinnesto Cotogno <
5-8%
in relazione al clone
< 70%
> 75 cm
buono
Scheletro
Profondità
Drenaggio
2. PREPARAZIONE DEL TERRENO
2.1 Sistemazioni superficiali
Si consiglia di porre attenzione alle seguenti considerazioni:
Aree pianeggianti (pendenza < 5%)
Obiettivi: prevenire il ristagno, consentire un’adeguata meccanizzazione.
Criteri di scelta: permeabilità del suolo, altezza della falda.
Tecnica da adottare: livellamento superficiale, realizzazione di un’adeguata affossatura e/o rete drenante.
Aree declivi (pendenza > 5%)
Obiettivi: proteggere il suolo dall’erosione, contrastare le situazioni di dissesto idrogeologico, consentire un’adeguata meccanizzazione.
Criteri di scelta: permeabilità del suolo, pendenza del versante, rischio di movimenti franosi.
Tecnica da adottare: pendenza < 10% sistemazioni in traverso; pendenza > 10 % sistemazioni a fosse livellari; pendenza >
30% siti non idonei.
2.2 Preparazione del terreno
Obiettivi: assicurare un’adeguata macroporosità al profilo di terreno che sarà colonizzato dagli apparati radicali; rimuovere
eventuali orizzonti limitanti la crescita radicale e/o la percolazione dell’acqua; controllare nei primi anni dell’impianto la crescita delle infestanti; rimuovere eventuali residui colturali (reimpianti).
Criteri di scelta: conoscenza della stratigrafia degli orizzonti desunta dalla cartografia pedologica disponibile e/o da osservazioni (trivellate) puntuali.
Tecnica da adottare: ripuntatura profonda e aratura a non più di 50 cm di profondità.
3. IMPIANTO
3.1 Scelta del materiale
La scelta della cultivar e del portinnesto vanno effettuate tra quelle riportate nelle liste predisposte dalla Direzione Generale dell’Agricoltura.
È obbligatorio il ricorso a materiale con certificazione sanitaria e varietale.
3.2 Distanze d’impianto e forma di allevamento
Nella seguente tabella si riportano alcuni dati indicativi.
FORMA D’ALLEVAMENTO
Palmetta libera
Fusetto
DISTANZE (m)
tra le file
sulla fila
3,5 – 4
3,5 – 4
1,5 – 2
0,8 – 1,3
N. piante / ha
1250 – 1905
1923 – 3571
4. CONCIMAZIONI
4.1 Concimazione preimpianto
Organica: è raccomandata la concimazione organica preimpianto con letami e compost maturi, soprattutto se il livello di
sostanza organica è giudicato basso.
Minerale: da effettuarsi in base all’analisi del terreno; in ogni caso non deve mai essere somministrato azoto minerale; l’eventuale concimazione di arricchimento non deve esser tale da far superare nei primi 50 cm di suolo le seguenti soglie: K sc. > 3%
CSC, Mg sc. > 6% CSC, P2O5 ass. (Olsen) 30 ppm.
– 42 –
Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
4.2 Concimazione di allevamento
La somministrazione di concimi minerali azotati (100-150 g di N/pianta) deve essere frazionata e localizzata. La concimazione fosfatica è da attuarsi solo se non effettuata in preimpianto. In questo caso anch’essa va localizzata.
La somministrazione non localizzata di concimi minerali azotati è ammessa esclusivamente per l’impianto dell’inerbimento
artificiale.
4.3 Concimazione di produzione
La definizione del piano di concimazione deve tener conto dei seguenti paramentri:
-
diagnosi dello stato nutrizionale dell’impianto;
-
stima delle esigenze nutrizionali.
A sua volta la stima dello stato nutrizionale deve basarsi su:
-
analisi del terreno;
-
analisi fogliare (consigliata);
-
analisi visiva dello stato vegeto-produttivo;
-
analisi della qualità dei frutti.
Dopo l’impianto l’analisi del terreno deve essere ripetuta ogni 5 anni relativamente ai livelli di sostanza organica, P ass., K sc. e Mg sc.
L’analisi fogliare andrebbe ripetuta ogni 2 anni.
L’analisi dello stato vegeto-produttivo andrebbe eseguita annualmente e comprende:
-
una valutazione di eventuali sintomatologie riferibili a carenze/eccessi nutrizionali;
-
un giudizio sullo sviluppo vegetativo;
-
un giudizio sul carico produttivo;
-
un giudizio sull’epoca della caduta autunnale delle foglie
-
un giudizio sulla qualità dei frutti (nel caso specifico epoca di maturazione – viraggio del colore di fondo – pezzatura).
La concimazione fogliare è ammessa per prevenire carenze nutritive diagnosticate o probabili.
4.3.1 Fosforo e potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione
fosfatica e potassica
concimazione fosforo
Note decrementi
Quantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla
dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
r10 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 24 t/ha.
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione
normale per una produzione di: 24-36 t/
ha:
DOSE STANDARD
Quantitativo di P2O5 che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
30 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r10 kg: se si prevedono produzioni sunormale;
periori a 36 t/ha;
60 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r10 kg: in caso di scarsa dotazione di
scarsa;
sostanza organica (linee guida fertilizzazione);
10 kg/ha: in situazione di elevata dotazione del terreno.
r20 kg: in caso di terreni ad elevato
tenore di calcare attivo.
Concimazione fosforo in allevamento:
1° anno: 15 kg/ha; 2° anno: 25 kg/ha.
concimazione potassio
Note decrementi
Quantitativo di K2O da sottrarre (-) alla
dose standard:
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione normale per una produzione di: 24-36 t/ha:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
Quantitativo di K2O che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
Bollettino Ufficiale
– 43 –
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
r25 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 24 t/ha;
100 kg/ha: in caso di terreni con dotazione normale;
r30 kg: con apporto di ammendanti
nell’anno precedente.
150 kg/ha: in caso di terreni con dotazione scarsa;
r25 kg: se si prevedono produzioni superiori a 36 t/ha.
50 kg/ha: in situazione di elevata dotazione del terreno.
Concimazione potassio in allevamento:
1° anno: 20 kg/ha; 2° anno: 40 kg/ha.
4.3.2 Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione
concimazione azoto
Note decrementi
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla
dose standard in funzione delle diverse
condizioni:
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
normale per una produzione di: 24-36 t/
ha:
DOSE STANDARD:
(barrare le opzioni adottate)
Quantitativo di AZOTO che potrà essere
aggiunto (+) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di tutte le situazioni è di: 50 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
90 kg/ha di N
r25 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 24 t/ha;
r25 kg: se si prevedono produzioni superiori a 36 t/ha;
r20 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica (linee guida fertilizzazione);
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica (linee guida fertilizzazione);
r20 kg: nel caso di apporto di ammendanti nell’anno precedente;
r20 kg: in caso di scarsa attività vegetativa;
r20 kg: in caso di eccessiva attività vegetativa.
r20 kg: in caso di forte lisciviazione
dovuta a surplus pluviometrico in specifici periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobrefebbraio);
r30 kg: in caso di impianti a densità
>3000 piante/ha.
Concimazione azoto in allevamento
1° anno: 40 kg/ha; 2° anno: 60 kg/ha.
L’azoto dovrà essere somministrato esclusivamente in primavera, nel periodo che va dal germogliamento all’allegagione.
Se la dose supera i 60 kg/ha è necessario frazionarla.
5.CURE COLTURALI
5.1 Gestione del suolo
È obbligatorio l’inerbimento invernale dell’interfila, ad eccezione dei primi quattro anni nel caso di nuovi impianti.
Il diserbo chimico è ammesso solo lungo la fila con i prodotti indicati nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
5.2 Regolarizzazione del carico produttivo e della qualità della produzione
Nel corso della fioritura è consigliato sfalciare il prato per evitare la competizione con gli impollinatori. È inoltre raccomandata l’introduzione di 3-4 arnie / ha.
Si consiglia il ricorso al diradamento manuale dei frutticini, da effettuarsi entro il mese di maggio, qualora il carico produttivo risultasse eccessivo per il raggiungimento di una adeguata pezzatura.
– 44 –
Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
6. IRRIGAZIONE
Per ciascun appezzamento irriguo si consiglia di effettuare il bilancio idrico tenendo conto dell’evapotraspirazione potenziale (ETP) corretta dai coefficienti colturali (Kc) riportati in tabella, e dalla piovosità del luogo.
MESE
Kc
aprile
0.93
maggio
1.0
giugno
1.09
luglio
1.11
agosto
1.11
settembre
1.05
Con gli impianti per aspersione il momento irriguo non dovrebbe essere precedente al raggiungimento del 30% della riserva
utilizzabile (RU) e il volume irriguo non dovrebbe superare il raggiungimento della capacità di campo.
Con gli impianti a spruzzo il momento dell’irrigazione può coincidere con il raggiungimento del 50% della RU. In questo caso
la definizione dei turni e dei volumi irrigui deve tenere in considerazione il volume di suolo effettivamente reidratato con l’irrigazione,
ciò fa sì che turni e volumi sono di circa la metà rispetto all’irrigazione per aspersione nelle medesime condizioni.
Negli impianti a goccia l’irrigazione non deve essere iniziato prima che la RU non scenda sotto l’80%; il turno da seguire è di
1-2 giorni somministrando l’acqua evapotraspirata nel periodo corrispondente.
7. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
8. RACCOLTA
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
PESCO
(Prunus persica L.)
1. AMBIENTE
logiche.
Per i nuovi impianti e i reimpianti l’idoneità del sito deve essere verificata sulla base delle caratteristiche climatiche e pedo-
1.1 Clima
Non disponendo di cartografie agroclimatiche specifiche si deve adottare, quale criterio discriminante, la quota altimetrica.
Su tale base si sconsigliano impianti al di sopra dei 500 m slm.
1.2 Terreno
Consultare la cartografia pedologica, se disponibile; in carenza è bene effettuare appositi rilievi pedologici.
Si raccomanda di effettuare nuovi impianti e reimpianti in siti con le seguenti caratteristiche:
PARAMETRO
Tessitura
pH
Calcare attivo
VALORI DI RIFERIMENTO
Argilla > 40%
5,6 – 7,4
Con portinnesto Franco < 8%
Scheletro
Profondità
Drenaggio
Con portinnesto GF677 < 12%
< 70%
> 75 cm
buono
2. PREPARAZIONE DEL TERRENO
2.1 Sistemazioni superficiali
Si consiglia di porre attenzione alle seguenti considerazioni:
Aree pianeggianti (pendenza < 5%)
Obiettivi: prevenire il ristagno, consentire un’adeguata meccanizzazione.
Criteri di scelta: permeabilità del suolo, altezza della falda.
Tecnica da adottare: livellamento superficiale, realizzazione di un’adeguata affossatura e/o rete drenante.
Aree declivi (pendenza > 5%)
Obiettivi: proteggere il suolo dall’erosione, contrastare le situazioni di dissesto idrogeologico, consentire un’adeguata meccanizzazione.
Criteri di scelta: permeabilità del suolo, pendenza del versante, rischio di movimenti franosi.
Tecnica da adottare: pendenza < 10% sistemazioni in traverso; pendenza >10 % sistemazioni a fosse livellari; pendenza >
30% siti non idonei.
2.2 Preparazione del terreno
Obiettivi: assicurare un’adeguata macroporosità al profilo di terreno che sarà colonizzato dagli apparati radicali; rimuovere
eventuali orizzonti limitanti la crescita radicale e/o la percolazione dell’acqua; controllare nei primi anni dell’impianto la crescita delle infestanti; rimuovere eventuali residui colturali (reimpianti).
Criteri di scelta: conoscenza della stratigrafia degli orizzonti desunta dalla cartografia pedologica disponibile e/o da osservazioni (trivellate) puntuali.
Tecnica da adottare: ripuntatura profonda e aratura a non più di 50 cm di profondità.
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3. IMPIANTO
3.1 Scelta del materiale
La scelta della cultivar e del portinnesto vanno effettuate tra quelle riportate nelle liste predisposte dalla Direzione Generale dell’Agricoltura.
È obbligatorio il ricorso a materiale con certificazione sanitaria e varietale.
3.2 Distanze d’impianto e forma di allevamento
Si raccomandano quelle riportate in tabella.
FORMA
D’ALLEVAMENTO
DISTANZE (m)
tra le file
N.piante / ha
sulla fila
Vasetto ritardato
5,5 – 6
2,5 – 4
416 – 727
Palmetta libera
4,3 – 4,7
2,5 – 4
532 – 930
Fusetto
4,5 – 5
1,5 – 2
1000 – 1481
4. CONCIMAZIONI
4.1 Concimazione preimpianto
Organica: è raccomandata la concimazione organica preimpianto con letami e compost maturi, soprattutto se il livello di
sostanza organica è giudicato basso.
Minerale: da effettuarsi in base all’analisi del terreno; in ogni caso non deve mai essere somministrato azoto minerale; l’eventuale concimazione di arricchimento non deve esser tale da far superare nei primi 50 cm di suolo le seguenti soglie: K sc. > 3%
CSC, Mg sc. > 6% CSC, P2O5 ass. (Olsen) 30 ppm.
4.2 Concimazione di allevamento
La somministrazione di concimi minerali azotati (100-150 g di N/pianta) deve essere frazionata e localizzata. La concimazione fosfatica è da attuarsi solo se non effettuata in preimpianto. In questo caso anch’essa va localizzata.
La somministrazione non localizzata di concimi minerali azotati è ammessa esclusivamente per l’impianto dell’inerbimento
artificiale.
4.3 Concimazione di produzione
La definizione del piano di concimazione deve tener conto dei seguenti paramentri:
-
diagnosi dello stato nutrizionale dell’impianto;
-
stima delle esigenze nutrizionali.
A sua volta la stima dello stato nutrizionale deve basarsi su:
-
analisi del terreno;
-
analisi fogliare (consigliata);
-
analisi visiva dello stato vegeto-produttivo;
-
analisi della qualità dei frutti.
Dopo l’impianto l’analisi del terreno deve essere ripetuta ogni 5 anni relativamente ai livelli di sostanza organica, P ass., K sc. e Mg sc.
L’analisi fogliare andrebbe ripetuta ogni 2 anni.
L’analisi dello stato vegeto-produttivo andrebbe eseguita annualmente e comprende:
-
una valutazione di eventuali sintomatologie riferibili a carenze/eccessi nutrizionali;
-
un giudizio sullo sviluppo vegetativo;
-
un giudizio sul carico produttivo;
-
un giudizio sull’epoca della caduta autunnale delle foglie.
La concimazione fogliare è ammessa unicamente per prevenire carenze nutritive diagnosticate.
4.3.1 Fosforo e potassio e magnesio
La somministrazione di P, K e Mg e è ammessa solo se l’analisi del terreno ne segnala la bassa dotazione e l’eventuale
analisi fogliare ne conferma la bassa disponibilità.
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione
concimazione fosforo
Note decrementi
Quantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla
dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione
normale per una produzione di: 17-32 t/
ha:
DOSE STANDARD
Quantitativo di P2O5 che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
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r15 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 17 t/ha.
40 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r15 kg: se si prevedono produzioni sunormale;
periori a 32 t/ha;
60 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r10 kg: in caso di scarsa dotazione di
scarsa;
sostanza organica (linee guida fertilizzazione);
100 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
scarsissima;
r20 kg: in caso di terreni ad elevato
tenore di calcare attivo.
20 kg/ha: in situazione di elevata dotazione
del terreno.
Concimazione fosforo in allevamento:
1° anno: 15 kg/ha; 2° anno: 25 kg/ha.
concimazione potassio
Note decrementi
Quantitativo di K2O da sottrarre (-) alla
dose standard:
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione normale per una produzione di: 20-30 t/ha:
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD
r40 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 17 t/ha;
90 kg/ha: in caso di terreni con dotazione normale;
r30 kg: con apporto di ammendanti
nell’anno precedente.
120 kg/ha: in caso di terreni con dotazione scarsa;
Quantitativo di K2O che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
r40 kg: se si prevedono produzioni superiori a 32 t/ha.
50 kg/ha: in situazione di elevata dotazione del terreno.
Concimazione potassio in allevamento:
1° anno: 20 kg/ha; 2° anno: 40 kg/ha.
4.3.2 Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione
concimazione azoto
Note decrementi
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla
dose standard in funzione delle diverse
condizioni:
(barrare le opzioni adottate)
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
normale per una produzione di: 17-32 t/
ha:
DOSE STANDARD:
80 kg/ha di N
Quantitativo di AZOTO che potrà essere
aggiunto (+) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di tutte le situazioni è di: 50 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
r25 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 17 t/ha;
r25 kg: se si prevedono produzioni superiori a 32 t/ha;
r20 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica (linee guida fertilizzazione);
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica (linee guida fertilizzazione);
r20 kg: nel caso di apporto di ammendanti nell’anno precedente;
r20 kg: in caso di scarsa attività vegetativa;
r20 kg: in caso di eccessiva attività vegetativa.
r20 kg: in caso di forte lisciviazione
dovuta a surplus pluviometrico in specifici periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobrefebbraio);
r20 kg: in caso di cultivar medio-tardive
e tardive.
Concimazione azoto in allevamento:
1° anno: 40 kg/ha; 2° anno: 60 kg/ha.
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ciolo.
L’azoto dovrà essere somministrato esclusivamente in primavera, nel periodo che va dalla fioritura all’indurimento del nocSe la dose supera i 60 kg/ha è necessario frazionarla.
5.CURE COLTURALI
5.1 Gestione del suolo
È obbligatorio l’inerbimento invernale dell’interfila, ad eccezione dei primi quattro anni nel caso di nuovi impianti.
Il diserbo chimico è ammesso solo lungo la fila con i prodotti indicati nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
5.2 Regolarizzazione del carico produttivo e della qualità della produzione
Nel corso della fioritura è consigliato sfalciare il prato per evitare la competizione con gli impollinatori. È inoltre raccomandata l’introduzione di 3-4 arnie / ha.
Si consiglia il ricorso al diradamento manuale dei frutticini, da effettuarsi entro il mese di maggio, qualora il carico produttivo risultasse eccessivo per il raggiungimento di una adeguata pezzatura.
6. IRRIGAZIONE
Per ciascun appezzamento irriguo si consiglia di effettuare il bilancio idrico tenendo conto dell’evapotraspirazione potenziale (ETP) corretta dai coefficienti colturali (Kc) riportati in tabella, e dalla piovosità del luogo.
MESE
Kc
aprile
0.93
maggio
1.0
giugno
1.09
luglio
1.11
agosto
1.11
settembre
1.05
Con gli impianti per aspersione il momento irriguo non dovrebbe essere precedente al raggiungimento del 30% della riserva
utilizzabile (RU) e il volume irriguo non dovrebbe superare il raggiungimento della capacità di campo.
Con gli impianti a spruzzo il momento dell’irrigazione può coincidere con il raggiungimento del 50% della RU. In questo caso
la definizione dei turni e dei volumi irrigui deve tenere in considerazione il volume di suolo effettivamente reidratato con l’irrigazione,
ciò fa sì che turni e volumi sono di circa la metà rispetto all’irrigazione per aspersione nelle medesime condizioni.
Negli impianti a goccia l’irrigazione non deve essere iniziato prima che la RU non scenda sotto l’80%; il turno da seguire è di
1-2 giorni somministrando l’acqua evapotraspirata nel periodo corrispondente.
7. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
8. RACCOLTA
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
VITE
(Vitis vinifera L.)
Parte prima: NUOVI IMPIANTI
Per i nuovi impianti si consiglia di attenersi al Piano regionale di ristrutturazione e riconversione dei vigneti per la campagna di
riferimento (Reg. CE 1234/07).
1. SCELTA VARIETALE
La scelta varietale va effettuata sulla base di criteri normativi, agronomici ed economici secondo l’ordine di priorità indicato.
Criteri normativi: per ogni provincia esistono elenchi di varietà raccomandate e autorizzate; altre varietà non indicate in tali
elenchi non possono essere utilizzate.
Criteri agronomici: il principale elemento di integrazione ambientale si ottiene abbinando le varietà legalmente utilizzabili
alle potenzialità climatiche e pedologiche del luogo di coltivazione. Per la scelta del portinnesto è invece più importante verificare le
caratteristiche del suolo.
Criteri economici: nel rispetto degli obiettivi economici di questo disciplinare, la scelta varietale, soddisfatti entrambi i vincoli precedenti, va riferita alla richiesta di mercato del prodotto trasformato per il medio-lungo periodo; questa va verificata con le
strutture di trasformazione, alla luce delle potenzialità enologiche dei vitigni.
Nel caso di impianti accorpati ed interessanti vaste superfici, è buona norma, là dove esistono, utilizzare più cloni della
stessa varietà per salvaguardare la variabilità della popolazione e la qualità della produzione.
2. SCELTA DEL PORTINNESTO
I portinnesti vanno individuati, come ricordato, in base alla natura del terreno, cercando di risolvere con la loro scelta anche eventuali problemi nutrizionali o di eccezionale vigoria per creare un perfetto equilibrio vegeto-produttivo con il vitigno, la forma
di allevamento ed il sesto d’impianto prescelti, condizione necessaria a determinare un buon risultato dal punto di vista quantitativo
e qualitativo.
Per effettuare una corretta scelta il fattore terreno va studiato in rapporto alla tessitura, al rischio di siccità e alla presenza di
fattori limitanti (per esempio calcare).
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Tolleranza di alcuni portinnesti della vite alla clorosi da calcare
PORTINNESTI
Riparia Glorie
CALCARE ATTIVO (%)
6
101 – 14
9
44 – 53
10
3309
11
99R; 110R; 1103P; SO4
17
K 5BB; 420A; 34EM
>20
41 B
>20
333 EM
>20
140 Ru
>20
Resistenza alla siccità di diversi portinnesti della vite
MOLTO SCARSA
3306
101-14
Schwarzmann
Riparia
SCARSA
34 EM
MEDIA
161-49
BUONA
99 R
ELEVATA
140 Ru
1103P
8B
SO4
31 R
1202C
41B
1045 P
779 P
3309
333EM
K 5BB
110 R
157-11
44 – 53
Rup. Du Lot
17 –37
420 A
775 P
1447 P
3. SCELTA DEL MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE
Per la legge italiana i materiali di moltiplicazione relativi alla vite si dividono in:
-
Materiale di base: destinato esclusivamente ai vivaisti che intendono costituire vigneti di piante madri categoria certificato
(identificato da un cartellino bianco);
-
Materiale certificato: è il materiale derivante dal base, con le migliori garanzie qualitative dal punto di vista genetico e sanitario (identificato da un cartellino azzurro);
-
Materiale standard: è il materiale buono dal punto di vista tecnico e per identità e purezza varietale, ma che non offre garanzie
in termini genetici e sanitari (identificato dal cartellino arancione).
E’ molto importante effettuare il nuovo impianto con materiale sano.
Il materiale di moltiplicazione deve essere sempre accompagnato dal passaporto delle piante.
4. PREPARAZIONE DEL TERRENO
Una razionale preparazione del terreno incide sia sulla salvaguardia del suolo (minor erosione), sia sulle sue condizioni di
fertilità (miglioramento del bilancio idrico e nutrizionale).
Tuttavia, prima di attuare qualsiasi intervento sul terreno, occorre procedere ad una accurata analisi chimico-fisica, prelevando campioni a diversa profondità, in funzione della variabilità del suolo. L’analisi va completata, nei terreni a maggior pendenza,
se del caso, da analisi di tipo pedologico. Si raccomanda di consultare, se disponibili, le cartografie pedologiche.
4.1 Sistemazioni superficiali
Si consiglia di porre attenzione alle seguenti considerazioni:
Aree pianeggianti (pendenza < 5%)
Obiettivo: prevenire il ristagno, consentire un’adeguata meccanizzazione.
Criteri di scelta: permeabilità del suolo, altezza della falda.
Tecnica da adottare: livellamento superficiale, realizzazione di un’adeguata affossatura e/o rete drenante.
Aree declivi (pendenza > 5%)
Obiettivo: proteggere il suolo dall’erosione, contrastare le situazioni di dissesto idrogeologico, consentire un’adeguata meccanizzazione.
Criteri di scelta: permeabilità del suolo, pendenza del versante, rischio di movimenti franosi.
Tecnica da adottare: con pendenze fino al 7% sono possibili le sistemazioni in traverso; con pendenza > 7 % sistemazioni a
rittochino con fosse livellari; per sistemazioni di elevata pendenza si consigliano ciglionamenti a terrazze raccordate.
4.2 Lavorazioni profonde
In linea di massima devono essere effettuate con attrezzi discissori a profondità elevate, al fine di eliminare eventuali orizzonti
limitanti la crescita dell’apparato radicale e lo sgrondo delle acque.
La distanza tra i “tagli” è in funzione delle caratteristiche del suolo, 40 – 50 cm per i terreni argillosi e non più di 80 cm per
tutti gli altri.
Va evitato l’uso di aratri da scasso per non danneggiare la stabilità della pendice o riportare in superficie orizzonti di accumulo dannosi alla vite (es. strati di calcare).
Il loro impiego va limitato a quei casi in cui occorre mescolare strati a diversa tessitura per migliorare quella risultante.
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4.3 Concimazione d’impianto
Tale operazione deve tendere ad aumentare la naturale fertilità del terreno fino a livelli sufficienti alla normale durata del
vigneto, prevedendo eventuali integrazioni annuali durante la concimazione di produzione.
Per tale motivo non si procederà, all’impianto, con concimazioni azotate, provvedendo invece ad un buon apporto di sostanza organica (letame o altro) per migliorare la struttura e la capacità idrica del suolo.
Si dovrà tendere ad un livello del 1,5 – 2 % di sostanza organica e, soprattutto nei terreni argillosi, ad un livello di 20 – 50 ppm
di anidride fosforica assimilabile (Olsen) e di 140 – 200 ppm di ossido di potassio scambiabile.
In ogni caso si rimanda a quanto prescritto nelle linee guida per la fertilizzazione della parte generale.
5. FORME DI ALLEVAMENTO E DENSITA’ D’IMPIANTO
La densità di impianto va sempre correlata alla forma di allevamento e alla fertilità ambientale così da puntare su densità
maggiori in zone meno fertili (5-6.000 piante/ha) e su densità conseguenti in zone fertili nelle quali occorre comunque adottare tecniche agronomiche per contenere la vigoria della pianta.
La forma di allevamento deve consentire una adeguata distribuzione spaziale delle gemme ed esprimere la potenzialità
produttiva delle piante. Tuttavia quest’ultima va contenuta quando eccessiva.
Deve inoltre permettere la captazione dell’energia radiante, rapportandola al massimo di superficie fogliare direttamente
esposta. Questa condizione rappresenta un fattore di qualità e di sanità della pianta per quello che riguarda l’apparato fogliare.
L’architettura della chioma dovrebbe consentire di non esporre direttamente i grappoli alla luce per non danneggiare la sintesi dei polifenoli e quindi la qualità dell’uva per le varietà “rosse”, e per consentire buoni livelli aromatici e di acidità per le “bianche”.
Pur nel rispetto assoluto della qualità del prodotto finale, risulta sempre più impellente la diminuzione dei costi di produzione
attraverso una adeguata meccanizzazione.
Nella scelta della forma di allevamento si deve perciò tenere presente, fin dalla progettazione, la meccanizzazione delle
varie operazioni colturali.
FORME DI ALLEVAMENTO E DENSITA’ DI IMPIANTO: PROSPETTO RIASSUNTIVO
Sesto d’impianto consigliato (m) a seconda della forma di allevamento nelle aree individuate
AREA: Oltrepò Pavese e S.Colombano
AREA: Bergamasca e Franciacorta
Guyot semplice
m 2,0-2,5 x 0,8-1,2
Cordone speronato
Cordone speronato
m 2,0-2,5 x 0,8-1,0
Cort.sempl./casarsa*
m 2,0-2,5 x 0,8-1,0
m 2,7-3,2 x 1,2-1,6
Cort.sempl./casarsa
m 2,7-3,0 x 1,0-1,3
le distanze minori in alta collina o in suoli poveri
Guyot semplice
m 2,0-2,5 x 0,8-1,2
*solo nelle zone di piano o fondovalle
AREA: Bresciana Orientale e Alto Mantovano
AREA: Pianura Mantovana
Guyot semplice
m 2,2-2,8 x 1,0-1,2
GDC
m 4,0-4,2 x 1,0-1,2
Cordone speronato
m 2,2-2,8 x 0,8-1,0
Casarsa
m 3,3-3,5 x 1,2-1,6
Cort.sempl./casarsa
m 2,7-3,0 x 1,0-1,6
Guyot semplice
(nei terreni più sciolti)
m 2,5-3,0 x 1,0-1,2
AREA: Valtellina
Guyot semplice
m 2,0-2,5 x 0,8-1,2
Si sconsiglia di scostarsi di un +/- 20% dai livelli massimi e minimi indicati
6. GESTIONE DELLA FASE DI ALLEVAMENTO (primi 3 anni)
Questa fase deve essere guidata correttamente, in quanto squilibri di qualsiasi natura si ripercuoteranno poi nella successiva fase di produzione.
6.1 Potatura di allevamento
Deve essere orientata a formare la struttura della pianta nel minor tempo possibile senza creare squilibri vegetativi.
6.2 Gestione del suolo
Per i primi quattro anni non è richiesto l’inerbimento invernale fra le file.
In aree con buona piovosità ed in terreni argillosi o franco argillosi si consiglia l’inerbimento artificiale fin dal primo anno,
abbinandolo alla pacciamatura sulla fila o ai diserbanti consentiti.
Nel periodo primaverile/estivo, in aree meno piovose è possibile effettuare lavorazioni meccaniche superficiali, oppure l’inerbimento naturale o artificiale a filari alterni.
A partire dal terzo anno di impianto, si regolerà la larghezza della fascia lavorata o diserbata da 60 a 120 cm, a seconda
della distanza tra le file, in modo da consentire il passaggio dei mezzi meccanici sulla zona dell’interfilare inerbita.
6.3 Concimazioni
La dose massima ammessa di azoto è di 50 unità/ha in collina e 70 unità/ha in pianura.
In ogni caso si rimanda a quanto prescritto nelle linee guida per la fertilizzazione della parte generale.
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Parte seconda: VIGNETI IN PRODUZIONE
Per arrivare al risultato ottimale desiderato, applicando le tecniche ed i criteri della produzione integrata, secondo le attuali
conoscenze ed esperienze, sarebbe meglio poter progettare fin dall’inizio tutte le possibili variabili che interagiscono tra loro, al fine di
giungere positivamente all’obiettivo individuato. Infatti, agire su un vigneto che era stato progettato con altri criteri e privilegiando altri
scopi (soprattutto la produttività) per ricondurlo nell’alveo della produzione integrata, non risulta un’opera semplice.
Premesso questo, è possibile comunque, attraverso l’introduzione e l’ottimizzazione di alcune tecniche colturali opportunamente integrate tra loro, cercare di avvicinarsi all’obiettivo.
Innanzitutto si dovrà incentivare la modifica e la trasformazione di alcuni sistemi di allevamento. Ad esempio l’Archetto o il
Capovolto, delle aree collinari, dovrebbe essere modificato in un Guyot semplice. Nelle aree collinari, per i vitigni rossi di pregio, il Guyot
dovrebbe, dove la fertilità basale lo permette, essere trasformato in Cordone speronato.
1. POTATURA
La potatura è lo strumento più importante per regolare la produzione e mantenere il necessario equilibrio tra produttività e
rinnovo vegetativo.
Essa influisce notevolmente sulla qualità della produzione e deve essere strettamente collegata ad una razionale concimazione e gestione del suolo.
La tendenza deve essere quella di ridurre il numero di gemme per pianta, al fine di raggiungere sempre la gradazione minima prevista dai disciplinari di produzione dei vini DOC e DOCG o comunque gli 8,5 gradi alcool potenziali (minimo di legge) per
altre tipologie di vino.
POTATURA: PROSPETTO RIASSUNTIVO
Carichi di gemme consigliati a seconda della forma di allevamento nelle aree individuate (N. gemme/m) (*)
Area: Oltrepò Pavese e San Colombano
Guyot
10-12
Cord. Speronato
8-10
Casarsa
10-15
Cort. Semplice
10-15
GDC
10-15
Area: Franciacorta e Alto Mantovano
GDC
10-15
Cort. Semplice
10-15
Cord. Speronato
10-12
Guyot
10-15
Capovolto
12-15
Area: Bergamasca e Bresciana orientale
Guyot
12-15
Cord. Speronato
10-14
Cord. Semplice
10-15
Sylvoz-Casarsa
16-20
GDC
12-16
Pergola
15-25
Area: Valtellina
Guyot
10-12
Area: Pianura bassa Mantovana
GDC
10-15
Casarsa-Sylvoz
15-25
Guyot capovolto
15-20
(*) per gemme/m si intende il numero di gemme da lasciare per ogni metro di cordone o tralcio rinnovabile
Si sconsiglia un carico di gemme/ha o gemme/ceppo superiore al 20% di quello indicato nella tabella.
2. CONCIMAZIONI
La pratica della fertilizzazione nei vigneti in produzione deve tendere a mantenere le viti in equilibrio e va impostata basandosi sulle caratteristiche fisico-chimiche del terreno, nonché sul comportamento vegeto-produttivo delle piante (sviluppo dei germogli, femminelle, quantità di produzione, ecc.).
Occorre tener presente che nella determinazione delle quote di N, P e K, da distribuire annualmente, vanno inclusi gli apporti
a seguito di concimazione organica.
Si potrà procedere in deroga ai limiti previsti per gli elementi considerati, soltanto in seguito all’accertamento di carenze
documentate.
Le analisi fogliari si possono effettuare per diagnosticare elementi minerali o più in generale per valutare lo stato nutrizionale
del vigneto (vedi manuale sulla diagnostica fogliare).
Le concimazioni fogliari sono consigliate se finalizzate a razionalizzare lo stato nutrizionale della vite sopperendo ad esempio
ad eventuali carenze.
In ogni caso si rimanda a quanto prescritto nelle linee guida per la fertilizzazione della parte generale.
2.1 Fosforo e potassio
La concimazione con fosforo e potassio, essendo elementi poco mobili, va effettuata essenzialmente prima dell’impianto del
vigneto, durante la preparazione del terreno. L’apporto in fase di produzione deve limitarsi a quei casi in cui i valori analitici del terreno
risultano inferiori rispetto al normale.
Comunque non sono ammessi apporti annuali superiori ai valori indicati nella tabella seguente.
Tabella per la concimazione fosfo-potassica annuale della vite
Dotazione del terreno
Bassa
Media
Elemento fertilizzante
Apporti massimi ammessi kg/ha
P2O5
70
K2O
200
P2O5
50
K2O
150
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Tabella per la concimazione fosfo-potassica annuale della vite
Dotazione del terreno
Elemento fertilizzante
Apporti massimi ammessi kg/ha
P2O5
30
K2O
100
Alta
2.2 Azoto
Sulla base delle suddette informazioni verrà effettuata la concimazione con azoto, che varia a seconda del tipo di terreno,
del vitigno, del portinnesto, del sistema di allevamento, della gestione del suolo e della produttività del vigneto.
Considerate le molteplici esigenze della coltura, per la quantità di azoto da apportare si fa riferimento alla successiva tabella
per i limiti degli apporti azotati annui.
La concimazione azotata minerale deve essere frazionata al fine di ridurre le perdite e meglio dosare gli apporti in funzione
del carico produttivo delle piante; comunque, per apporti annui inferiori a 60 kg/ha, è possibile effettuare un’unica distribuzione.
Non sono ammessi gli apporti d’azoto dalla fase di allegagione a tutto il periodo autunno – invernale.
Tabella per i limiti degli apporti azotati annui della vite
Dotazione di sostanza
organica del terreno
Area di coltivazione
Tipo di obiettivo produttivo
Vino
Vino per base spumante
Vino
Vino per base spumante
Vino
Vino per base spumante
Vino
Vino per base spumante
Vino
Vino per base spumante
Vino
Vino per base spumante
Pianura
Bassa
Collina
Pianura
Media
Collina
Pianura
Alta
Collina
Apporti massimi ammessi
di Azoto kg/ha
90
100
70
80
80
90
60
70
70
80
50
60
3. GESTIONE DEL SUOLO
Le tecniche di gestione del suolo mirano al mantenimento di ottimali condizioni fisiche, chimiche e microbiologiche del
terreno, che sono i presupposti fondamentali per uno sviluppo equilibrato della vite.
Tali tecniche variano in funzione delle caratteristiche pedologiche e climatiche dell’area di coltivazione nonché in parte in
funzione del tipo di allevamento vitigno e del portinnesto adottati.
Fatta questa premessa, la tendenza, relativamente alla gestione del suolo, deve essere quella di introdurre la pratica dell’inerbimento (naturale o artificiale) fra le file in tutte le condizioni in cui esso sia giustificabile ed attuabile (terreni declivi per evitare
fenomeni erosivi, terreni argillosi di difficile sgrondo, terreni poveri di sostanza organica).
L’inerbimento artificiale (consigliato nei nuovi vigneti fin dalla fase di allevamento) andrà attuato in quelle aree in cui non si
riesce a sviluppare un prato naturale composto da flora poco competitiva con l’apparato radicale della vite.
impianti.
È comunque obbligatorio l’inerbimento autunnale ed invernale dell’interfila, ad eccezione dei primi quattro anni nei nuovi
Il diserbo chimico è ammesso solo lungo la fila con i prodotti indicati nelle Norme tecniche di difesa delle colture e controllo
delle infestanti, fanno eccezione i vigneti terrazzati della Valtellina dove invece è possibile diserbare l’intera superficie sempre secondo
le indicazioni fornite nelle norme tecniche citate.
fitofagi.
In presenza di flora spontanea in fiore, il cotico erboso deve essere sfalciato prima di eseguire i trattamenti chimici contro i
4. IRRIGAZIONE
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
5. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
6. RACCOLTA
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
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Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
DISCIPLINARI COLTURE ORTICOLE
AGLIO
(Allium sativum L.)
1. AMBIENTE
L’aglio presenta una grande adattabilità alle più diverse condizioni pedo-climatiche; tuttavia al fine di evitare eccessivi
input tecnici e per raggiungere elevati standard quantitativi e qualitativi della produzione, è necessario verificare l’idoneità dell’area
di coltivazione.
1.1. Clima
Parametri climatici idonei alla coltura
PARAMETRI CLIMATICI
Basse temperature
Temperature ottimali di accrescimento
Temperatura massima
VALORI DI RIFERIMENTO
Resiste fino a –10 °C
15 - 25 °C
30 - 35 °C nella fase di maturazione
1.2. Terreno
Valori consigliati per i parametri pedologici
PARAMETRI PEDOLOGICI (1)
Tessitura
Drenaggio
Profondità
pH
Calcare totale e attivo
Sostanza organica
VALORI DI RIFERIMENTO
Franco, sabbioso, argilloso
Buono (2)
Non inferiore a 60 cm
6,5 – 7,5 ; evitare i terreni a reazione acida
< 10
Buona dotazione
(1) Riferiti allo strato maggiormente esplorato dalle radici .
(2) Drenaggio buono: l’acqua è rimossa dal suolo prontamente.
2. AVVICENDAMENTO
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
3. PREPARAZIONE DEL TERRENO
Per i terreni franco-argillosi si consiglia un’aratura nell’estate precedente a 30-40 cm che può essere ridotta a 20-25 cm in
caso sia abbinata a una ripuntatura.
Per i terreni sciolti l’aratura può essere eseguita poco prima dell’impianto.
4. SCELTA VARIETALE
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
5. IMPIANTO
5.1. Materiale di propagazione
Il materiale di propagazione è costituito dai bulbilli ottenuti per sgranatura dei bulbi, che può essere eseguita con macchine
artigianali o di alta precisione. Queste ultime riscaldano i bulbi prima della sgranatura, con conseguente limitazione di ferite ai bulbilli.
Non è ammessa l’utilizzazione di bulbilli secondari cresciuti esternamente al bulbo e denominati “denti”.
Prima dell’impianto i bulbilli devono essere disinfettati per evitare l’attacco nel terreno da parte di funghi del genere Penicillium.
Per la disinfezione non sono ammessi principi attivi diversi da quelli riportati nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e
controllo delle infestanti.
5.2. Impianto
Si consiglia la disposizione dei bulbilli nel terreno con la parte radicale rivolta verso il basso per consentire germinazione
ed emergenza più regolari.
In considerazione degli elevati costi di manodopera necessari per la semina manuale è consigliato l’impiego di seminatrici
semi-automatiche o pneumatiche.
Sui terreni sciolti ed asciutti, subito dopo l’impianto è consigliabile una leggera rullatura per ottenere una omogenea profondità dei bulbilli ed una successiva più uniforme emergenza.
5.3. Sesti ed epoca di impianto
Sono consigliate distanze di 30-33 cm tra le file e di 12-15 cm sulla fila, corrispondenti a 250.000-270.000 piante/ha.
La profondità di impianto consigliata è di 5-6 cm; le profondità inferiori potrebbero favorire danni da congelamento del bulbillo durante l’inverno, mentre quelle superiori favoriscono l’asfissia delle piantine specialmente in terreni argillosi.
L’epoca di impianto consigliata è ottobre-novembre.
6. CONCIMAZIONI
6.1 Fosforo e Potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Bollettino Ufficiale
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Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
Concimazione fosforo
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 7-11 t/ha:
Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
r15 kg: se si prevedono produzioni infe- 75 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r15 kg: se si prevedono produzioni suriori a 7 t/ha.
normale;
periori a 11 t/ha;
100 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r10 kg: in caso di basso tenore di sone scarsa;
stanza organica nel suolo.
50 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
Concimazione potassio
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 7-11 t/ha:
Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
r20 kg: se si prevedono produzioni infe- 130 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r20 kg: se si prevedono produzioni suriori a 7 t/ha.
ne normale;
periori a 11 t/ha.
180 kg/ha: in caso di terreni con dotazione scarsa;
70 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
6.2.Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 7-11 t/ha: Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 60 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
110 kg/ha di N
(barrare le opzioni adottate)
r25 kg: se si prevedono produzioni inferiori 7 t/ha;
r25 kg: se si prevedono produzioni superiori a 11 t/ha;
r20 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente;
r15 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica;
r15 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r30 kg: in caso di successione ad un
cereale con paglia interrata;
r15 kg: in caso di successione a leguminosa.
r20 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici
periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio);
r20 kg: in presenza di terreni poco aerati e/o compattati (difficoltà di approfondimento dell’apparato radicale).
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Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
7. IRRIGAZIONE
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
8. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
9. RACCOLTA
La raccolta meccanica o semi-meccanica è pratica ormai consolidata, con l’impiego di macchine trainate che dispongono il prodotto in andana.
L’epoca di raccolta inizia nella prima settimana di luglio.
BASILICO
(Ocimum basilicum L.)
1. AMBIENTE
1.1. Clima
Parametri climatici idonei alla coltura
PARAMETRI CLIMATICI
Basse temperature
Temperature ottimali di accrescimento
Temperature elevate
VALORI DI RIFERIMENTO
La soglia termica di sviluppo è di 13-15 °C
20-25 °C
35 °C
1.2. Terreno
I valori consigliati per i parametri pedologici sono i seguenti:
PARAMETRI PEDOLOGICI
Tessitura
Drenaggio
pH
Calcare totale e attivo
Sostanza organica
Salinità
VALORI CONSIGLIATI
Franco, franco-sabbioso.
Buono
6,5 – 7,0
< 10
Buona dotazione
< a 3,5 mS /cm
2. AVVICENDAMENTO
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
3. PREPARAZIONE DEL TERRENO
Si consiglia una accurata sistemazione del terreno per evitare dannosi ristagni.
Si consiglia una lavorazione principale di 25-30 cm di profondità. Prima della semina, il terreno deve essere finemente lavorato.
4. SCELTA VARIETALE
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
5. IMPIANTO
L’impianto è realizzato attraverso semina diretta., utilizzando 3-5 g di seme a m2.
La semina può essere effettuata a spaglio o a file distanti 20 cm.
Considerate le elevate esigenze termiche della specie le semine in pieno campo si eseguono scalarmene nel periodo tarda
primavera- estate. Per i restanti periodi sono necessari apprestamenti di protezione, freddi o riscaldati a secondo delle temperature
esterne.
6. CONCIMAZIONI
6.1 Fosforo e Potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Concimazione fosforo
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 16-24 t/ha:
Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
Bollettino Ufficiale
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Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
r15 kg: se si prevedono produzioni infe- 70 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r15 kg: se si prevedono produzioni sunormale;
riori a 16 t/ha;
periori a 24 t/ha;
r10 kg: con apporto di ammendante 90 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r10 kg: in caso di basso tenore di soscarsa;
alla coltura precedente.
stanza organica nel suolo.
50 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
Concimazione potassio
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 16 - 24 t/ha: Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
r15 kg: se si prevedono produzioni infe- 80 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r15 kg: se si prevedono produzioni sunormale;
riori a 16 t/ha;
periori a 24 t/ha.
r30 kg: con apporto di ammendante 120 kg/ha: in caso di terreni con dotazione scarsa;
alla coltura precedente.
40 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
6.2 Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla Apporto di AZOTO standard in situazione Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse normale per una produzione di: 16-24 t/ aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ha:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 40 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
100 kg/ha di N
(barrare le opzioni adottate)
r30 kg: se si prevedono produzioni inferiori 16 t/ha;
r30 kg: se si prevedono produzioni superiori a 24 t/ha;
r15 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente;
r30 kg: in caso di successione ad un
cereale con paglia interrata;
r15 kg: in caso di successione a leguminosa.
r15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici
periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio);
r20 kg: in caso di forti escursioni termiche e precipitazioni anomale durante
la coltivazione.
7. IRRIGAZIONE
Per questa specie è importante mantenere il più possibile costante il livello di umidità del terreno, evitando i pericolosi ristagni.
Si consigliano pertanto frequenti interventi irrigui con bassi volumi di adacquamento. Il sistema consigliato è quello per aspersione.
8. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
9. RACCOLTA
La raccolta può avvenire asportando la pianta intera quando ha raggiunto l’altezza di 10-15 cm, oppure prelevando mediante ripetute cimature i giovani germogli ascellari.
Le piante raccolte vengono selezionate e confezionate in mazzetti in buste di plastica trasparente.
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BIETOLA DA COSTA E DA FOGLIA
(Beta vulgaris L. var. vulgaris)
1. AMBIENTE
1.1. Clima
Parametri climatici idonei alla coltura
PARAMETRI CLIMATICI
Basse temperature
Temperature ottimali di accrescimento
Temperature elevate
VALORI DI RIFERIMENTO
La soglia termica di sviluppo è di 5 °C
16-24 °C
30 °C
1.2. Terreno
I valori consigliati per i parametri pedologici sono i seguenti:
PARAMETRI PEDOLOGICI
Tessitura
Drenaggio
pH
Calcare totale e attivo
Sostanza organica
Salinità
VALORI DI RIFERIMENTO
Franco, franco-sabbioso
Buono
6,0 – 7,0
< 10
Buona dotazione
< a 5 mS /cm
2. AVVICENDAMENTO
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
3. PREPARAZIONE DEL TERRENO
Si consiglia una accurata sistemazione del terreno per evitare dannosi ristagni.
rato.
Si consiglia una lavorazione principale di 30-35 cm di profondità. Prima della semina, il terreno deve essere finemente lavo-
4. SCELTA VARIETALE
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
5. IMPIANTO
L’epoca di coltivazione è principalmente concentrata nei periodi primaverile ed autunnale.
L’impianto è realizzato attraverso semina diretta, anche se per la bietola da coste viene talvolta utilizzato il trapianto.
Per la bietola da foglie, la semina è effettuata a file distanti 10-15 cm utilizzando 2-3 g di seme a m2 Per la bietola da coste,
le distanze consigliate sono 30-40 cm tra le file e 15-20 cm sulla fila.
6. CONCIMAZIONI
6.1. Fosforo e Potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Concimazione fosforo
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di 20-30 t/ha:
Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r10 kg: se si prevedono produzioni infe- 100 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r10 kg: se si prevedono produzioni sune normale;
riori a 20 t/ha.
periori a 30 t/ha;
120 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r20 kg: con basso tenore di sostanza
ne scarsa;
organica nel terreno;
0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r20 kg: in terreni con elevato calcare
elevata.
attivo.
Bollettino Ufficiale
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Concimazione potassio
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di 20-30 t/ha:
Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r25 kg: se si prevedono produzioni infe- 130 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r25 kg: se si prevedono produzioni sune normale;
periori a 30 t/ha.
riori a 20 t/ha.
200 kg/ha: in caso di terreni con dotazione scarsa;
0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
6.2. Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 20-30 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 40 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
150 kg/ha di N
r20 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 20 t/ha;
r20 kg: se si prevedono produzioni superiori a 30 t/ha;
r20 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica (linee guida fertilizzazione);
r20 kg: negli altri casi di prati a leguminose o misti.
r20 kg: in caso di interramento di paglie
o stocchi della coltura precedente;
r15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici
periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio).
Frazionare in due interventi se si apportano più di 60 kg/ha. Non sono ammessi apporti di N entro 15 giorni dalla raccolta per evitare
accumulo di nitrati nella parte edule.
7. IRRIGAZIONE
Per questa specie è importante mantenere il più possibile costante il livello di umidità del terreno, evitando i pericolosi ristagni. Si consigliano pertanto frequenti interventi irrigui con bassi volumi di adacquamento. Il sistema consigliato è quello per aspersione.
8. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
9. RACCOLTA
Nelle cultivar da taglio la raccolta si effettua mediante 3-5 falciature (manuali o meccaniche) e il prodotto deve essere
immediatamente refrigerato per evitare pericolose modificazioni imputabili agli intensi processi di respirazione.
Per la bietola da coste la raccolta prevede l’asportazione della pianta intera in un’unica soluzione o la rimozione periodica
delle foglie più esterne. Anche in questo caso è consigliata la prerefrigerazione.
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Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
BIETOLA ROSSA
(Beta vulgaris var. esculenta)
1. AMBIENTE
1.1. Clima
Parametri climatici idonei alla coltura
PARAMETRI CLIMATICI
Basse temperature
Temperature ottimali di accrescimento
Temperature elevate
VALORI DI RIFERIMENTO
La soglia termica di sviluppo è di 5 °C
16-24 °C
30 °C
1.2. Terreno
I valori consigliati per i parametri pedologici sono i seguenti
PARAMETRI PEDOLOGICI
Tessitura
Drenaggio
pH
Calcare totale e attivo
Sostanza organica
Salinità
VALORI DI RIFERIMENTO
Franco, franco-sabbioso
Buono
6,0 – 7,0
< 10
Buona dotazione
< a 5 mS /cm
2. AVVICENDAMENTO
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
3. PREPARAZIONE DEL TERRENO
Si consiglia una accurata sistemazione del terreno per evitare dannosi ristagni.
rato.
Si consiglia una lavorazione principale di 30-35 cm di profondità. Prima della semina, il terreno deve essere finemente lavo-
4. SCELTA VARIETALE
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
5. IMPIANTO
L’epoca di coltivazione è principalmente concentrata nei periodi primaverile ed autunnale.
L’impianto è realizzato attraverso semina diretta, anche se per la bietola da coste viene talvolta utilizzato il trapianto.
6. CONCIMAZIONE
6.1 Fosforo e Potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Concimazione fosforo
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 25 - 40 t/ha: Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r20 kg: se si prevedono produzioni infe- 75 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r20 kg: se si prevedono produzioni suriori a 25 t/ha.
normale;
periori a 40 t/ha.
100 kg/ha: in caso di terreni con dotazione scarsa;
0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
Bollettino Ufficiale
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Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
Concimazione potassio
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 25 - 40 t/ha: Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r50 kg: se si prevedono produzioni infe- 150 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r50 kg: se si prevedono produzioni superiori a 40 t/ha.
riori a 25 t/ha.
ne normale;
250 kg/ha: in caso di terreni con dotazione scarsa;
100 kg/ha: in caso di terreni con dotazione elevata.
6.2 Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 25 - 40 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 50 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
150 kg/ha di N
(barrare le opzioni adottate)
r50 kg: se si prevedono produzioni inferiori 25 t/ha;
r50 kg: se si prevedono produzioni superiori a 40 t/ha;
r30 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r50 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica;
r30 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente;
r50 kg: in caso di successione ad un
cereale con paglia interrata;
r30 kg: in caso di successione a leguminosa.
r30 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici
periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 200 mm).
7. IRRIGAZIONE
Per questa specie è importante mantenere il più possibile costante il livello di umidità del terreno, evitando i pericolosi ristagni.
Si consigliano pertanto frequenti interventi irrigui con bassi volumi di adacquamento. Il sistema consigliato è quello per aspersione.
8. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
9. RACCOLTA
Nelle cultivar da taglio la raccolta si effettua mediante 3-5 falciature (manuali o meccaniche) e il prodotto deve essere
immediatamente refrigerato per evitare pericolose modificazioni imputabili agli intensi processi di respirazione.
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CAROTA
(Daucus carota L. var. sativus [Hoff.] Arcangeli)
1. AMBIENTE
1.1. Clima
Parametri climatici idonei alla coltura
PARAMETRI CLIMATICI
Basse temperature
Temperatura ottimale di accrescimento
Temperatura massima
VALORI DI RIFERIMENTO
La soglia termica di sviluppo è di 4-5 °C
13-16 °C
35 °C
1.2. Terreno
La coltivazione della carota si avvantaggia di terreni sabbiosi o di medio impasto, ricchi di sostanza organica.
Una buona sistemazione, è importante per evitare dannosi ristagni idrici.
Valori consigliati per i parametri pedologici
PARAMETRI PEDOLOGICI
Tessitura
Drenaggio
Profondità
pH
Calcare totale e attivo
Sostanza organica
Salinità
VALORI DI RIFERIMENTO
Franco, franco-sabbioso
Buono
Non inferiore a 50 cm
6,0 – 7,0
< 10
Buona dotazione
< a 3,5 mS /cm
2. AVVICENDAMENTO
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
3. PREPARAZIONE DEL TERRENO
E’ opportuna un’accurata sistemazione del terreno per evitare dannosi ristagni.
Si consiglia un’aratura a 25-35 cm di profondità.
Prima della semina, il terreno deve essere finemente lavorato.
La concimazione organica va effettuata alla coltura precedente, per evitare che l’eccessiva concentrazione di azoto ammoniacale determini malformazioni dei fittoni.
4. SCELTA VARIETALE
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
5. IMPIANTO
L’impianto è realizzato attraverso semina diretta, utilizzando 1,3-2,0 milioni di semi per ettaro.
L’ epoca di semina consigliata è marzo-aprile in primavera, e luglio-agosto per le raccolte autunno-vernine.
Il sesto di impianto consigliato è 20-25 cm sulla fila e 40-70 cm tra le file.
6. CONCIMAZIONI
6.1. Fosforo e Potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Concimazione fosforo
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 60-80 t/ha:
Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r30 kg: se si prevedono produzioni infe- 150 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r30 kg: se si prevedono produzioni suriori a 40 t/ha;
normale;
periori a 60 t/ha;
r10 kg: in caso di apporto di ammen- 220 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r10 kg: in caso di basso tenore di sodanti alla coltura precedente.
scarsa;
stanza organica nel suolo.
80 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
Bollettino Ufficiale
– 61 –
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
Concimazione potassio
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 60-80 t/ha:
Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r40 kg: se si prevedono produzioni infe- 200 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r40 kg: se si prevedono produzioni suriori a 40 t/ha.
normale;
periori a 60 t/ha.
300 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
scarsa;
100 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
6.2. Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 60-80 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 50 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
180 kg/ha di N
r20 kg: se si prevedono produzioni inferiori 40 t/ha;
r20 kg: se si prevedono produzioni superiori a 60 t/ha;
r20 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente;
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica;
r15 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r30 kg: in caso di successione ad un
cereale con paglia interrata;
r15 kg: in caso di successione a leguminosa.
r15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici
periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio);
r20 kg: in caso di forti escursioni termiche e precipitazioni anomale durante
la coltivazione (dati bollettino).
La somministrazione deve essere frazionata nel periodo tra l’emergenza delle plantule e l’ingrossamento del fittone; ad ogni intervento
non è ammesso superare 60 kg/ha di azoto.
7. IRRIGAZIONE
Per questa coltura è importante mantenere il più possibile costante il livello di umidità del terreno, in quanto gli squilibri idrici hanno ripercussioni negative sulla qualità del fittone.
Si consigliano pertanto frequenti interventi irrigui con volumi non superiori ai 400 m3/ha. Il metodo consigliato è quello per
aspersione.
8. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
9. RACCOLTA
L’estirpazione tardiva delle carote consente di ottenere un prodotto più ricco sia di beta-carotene (provitamina A) sia di
saccarosio pertanto più idoneo alla conservazione e maggiormente resistente ai danni meccanici.
Uno stadio di maturazione troppo avanzato determina tuttavia un deprezzamento commerciale del prodotto, a causa della lignificazione del “cuore” (cilindro centrale).
– 62 –
Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
CAVOLFIORE
(Brassica oleracea L. var. botrytis L.)
1. AMBIENTE
Le migliori produzioni di cavolfiori si ottengono sui terreni franchi ed in aree (o periodi) fresche.
1.1. Clima
Le cultivar disponibili si distinguono in due gruppi in base alla esigenza o meno di freddo per la differenziazione del corimbo. La qualità del corimbo è influenzata anche dalla temperatura e dall’umidità dell’aria e del terreno.
Parametri climatici idonei alla coltura
PARAMETRI CLIMATICI
Germinazione dei semi
Esigenza di freddo (solo per cv tardive)
Temperatura minima
VALORI DI RIFERIMENTO
Ottimale 25°C; minimo 10°C
Almeno 25 giorni a temperatura di 4,5-10°C od inferiore
9°C
per la crescita del corimbo
Temperatura ottimale
17-20°C (secondo le cultivar)
per la crescita del corimbo
Temperatura massima
20-35°C (secondo le cultivar)
per la crescita del corimbo
Fotoperiodo
Non influente
1.1. Terreno
Valori consigliati per i parametri pedologici
PARAMETRI PEDOLOGICI
Tessitura
Drenaggio
Profondità utile
pH
Salinità
VALORI DI RIFERIMENTO
Franco, franco-sabbioso, franco-argilloso
Buono
>50 cm
6-7
<5 mS/cm
2. AVVICENDAMENTO
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
3. PREPARAZIONE DEL TERRENO
L’aratura va effettuata ad una profondità di circa 25-30 cm. Il letto di semina deve essere fine per favorire il trapianto meccanizzato.
4. SCELTA VARIETALE
Le caratteristiche su cui basare la scelta della varietà sono le seguenti:
- lunghezza del ciclo colturale (precoce, medio, tardivo);
- esigenze del mercato per quanto riguarda la dimensione ed il colore del corimbo;
- livello di copertura fogliare del corimbo;
- assenza di peluria e foglioline sul corimbo;
- compattezza del corimbo;
- resistenza alla sovrammaturazione.
In tutti i casi è importante privilegiare varietà dotate di tolleranza, anche parziale, alle malattie.
5. IMPIANTO
Per l’impianto sono normalmente utilizzate piantine di 40, massimo 45 giorni (per evitare la successiva “bottonatura “ della
pianta), con 4-5 foglie vere, ottenute in contenitori alveolati.
Il vivaio fornitore delle piantine deve essere accreditato.
Il sesto e l’epoca di impianto variano in funzione della lunghezza del ciclo colturale (vedi tabella), tenuto presente che
all’aumentare di questo, aumenta il volume della pianta; inoltre nell’ambito di ciascuna classe di precocità, le varietà possono mostrare diverso vigore della pianta.
Sesti ed epoca di impianto consigliati per le varietà di cavolfiore a ciclo colturale precoce, medio e tardivo.
CICLO COLTURALE
EPOCA DI TRAPIANTO
Precoce (55-70)
1/3-1/4; 1/7-30/7
Medio (75-90 )
15/3-25/4; 1/8-25/8
Tardivo (95-110)
20/7-20/8
VIGORE DELLA PIANTA
Basso
Alto
Basso
Alto
Basso
Alto
DISTANZE
Tra le file
70
70
70
80
80
90
Sulla fila
40
50
60
70
70
80
Bollettino Ufficiale
– 63 –
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
6. CONCIMAZIONI
6.1. Fosforo e Potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Concimazione fosforo
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 28- 42 t/ha:
Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r20 kg: se si prevedono produzioni infe- 80 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r20 kg: se si prevedono produzioni suriori a 28 t/ha;
normale;
periori a 42 t/ha;
100 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r10 kg: in caso di basso tenore di sostanza organica nel suolo.
r10 kg: in caso di apporto di ammen- ne scarsa;
danti alla coltura precedente.
0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
Concimazione potassio
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 28 - 42 t/ha: Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r30 kg: se si prevedono produzioni infe- 150 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r30 kg: se si prevedono produzioni suriori a 28 t/ha;
ne normale;
periori a 42 t/ha.
200 kg/ha: in caso di terreni con dotazior30 kg: in caso di apporto di ammen- ne scarsa;
danti alla coltura precedente.
0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
6.2. Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 28- 42 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 40 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
150 kg/ha di N
– 64 –
Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
r20 kg: se si prevedono produzioni inferiori 28 t/ha;
r20 kg: se si prevedono produzioni superiori a 42 t/ha;
r20 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente.
r30 kg: in caso di interramento di paglie
e stocchi della coltura precedente;
r20 kg: in caso di forti escursioni termiche in specifici periodi dell’anno in presenza della coltura;
r15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici
periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio).
La somministrazione deve essere frazionata tra il post-trapianto ed almeno 25 giorni prima della raccolta (per evitare accumulo di nitrati nel corimbo).
Ad ogni intervento non sono ammessi quantitativi superiori a 60 kg/ha.
7. IRRIGAZIONE
La coltura necessita di costanti apporti idrici. E’ consigliato il metodo per aspersione.
Nelle colture primaverili il fabbisogno d’acqua aumenta con l’avanzare della fase vegetativa; arrivando a 25 mm d’acqua
settimanali durante il pieno sviluppo vegetativo.
Nelle colture estivo-autunnali, l’irrigazione di soccorso è sempre necessaria nella prima parte del ciclo; mentre i successivi
apporti irrigui devono essere effettuati in base all’andamento stagionale.
Nelle colture primaverili ed in quelle estivo-autunnali, durante lo sviluppo del corimbo, l’irrigazione a pioggia è consigliata nei
periodi di temperature superiori a 25°C per abbassare la temperatura della pianta, migliorando così la qualità del prodotto.
8. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
9. RACCOLTA
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
CAVOLO DI BRUXELLES
(Brassica oleracea var. gemmifera)
1. AMBIENTE
Le migliori produzioni di cavolfiori si ottengono sui terreni franchi ed in aree (o periodi) fresche.
1.1. Clima
Le cultivar disponibili si distinguono in due gruppi in base alla esigenza o meno di freddo per la differenziazione del corimbo. La qualità del corimbo è influenzata anche dalla temperatura e dall’umidità dell’aria e del terreno.
Parametri climatici idonei alla coltura
PARAMETRI CLIMATICI
Germinazione dei semi
Esigenza di freddo (solo per cv tardive)
Temperatura minima
VALORI DI RIFERIMENTO
Ottimale 25°C; minimo 10°C
Almeno 25 giorni a temperatura di 4,5-10°C od inferiore
9°C
per la crescita del corimbo
Temperatura ottimale
17-20°C (secondo le cultivar)
per la crescita del corimbo
Temperatura massima
20-35°C (secondo le cultivar)
per la crescita del corimbo
Fotoperiodo
Non influente
1.1. Terreno
Valori consigliati per i parametri pedologici
PARAMETRI PEDOLOGICI
Tessitura
Drenaggio
Profondità utile
pH
Salinità
VALORI DI RIFERIMENTO
Franco, franco-sabbioso, franco-argilloso
Buono
>50 cm
6-7
<5 mS/cm
Bollettino Ufficiale
– 65 –
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
2. AVVICENDAMENTO
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
3. PREPARAZIONE DEL TERRENO
L’aratura va effettuata ad una profondità di circa 25-30 cm. Il letto di semina deve essere fine per favorire il trapianto meccanizzato.
4. SCELTA VARIETALE
Le caratteristiche su cui basare la scelta della varietà sono le seguenti:
- lunghezza del ciclo colturale (precoce, medio, tardivo);
- esigenze del mercato per quanto riguarda la dimensione ed il colore del corimbo;
- livello di copertura fogliare del corimbo;
- assenza di peluria e foglioline sul corimbo;
- compattezza del corimbo;
- resistenza alla sovrammaturazione.
In tutti i casi è importante privilegiare varietà dotate di tolleranza, anche parziale, alle malattie.
5. IMPIANTO
Per l’impianto sono normalmente utilizzate piantine di 40, massimo 45 giorni (per evitare la successiva “bottonatura “ della
pianta), con 4-5 foglie vere, ottenute in contenitori alveolati.
Il vivaio fornitore delle piantine deve essere accreditato.
Il sesto e l’epoca di impianto variano in funzione della lunghezza del ciclo colturale (vedi tabella), tenuto presente che
all’aumentare di questo, aumenta il volume della pianta; inoltre nell’ambito di ciascuna classe di precocità, le varietà possono mostrare diverso vigore della pianta.
Sesti ed epoca di impianto consigliati per le varietà di cavolfiore a ciclo colturale precoce, medio e tardivo.
CICLO COLTURALE
Precoce (55-70)
EPOCA DI TRAPIANTO
1/3-1/4; 1/7-30/7
Medio (75-90 )
15/3-25/4; 1/8-25/8
Tardivo (95-110)
20/7-20/8
VIGORE DELLA
PIANTA
Basso
Alto
Basso
Alto
Basso
Alto
DISTANZE
Tra le file
Sulla fila
70
40
70
50
70
60
80
70
80
70
90
80
6. CONCIMAZIONI
6.1 Fosforo e Potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Concimazione fosforo
Note incrementi
Note decrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 20 - 30 t/ha: Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r20 kg: se si prevedono produzioni infe- 60 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r30 kg: se si prevedono produzioni suriori a 20 t/ha.
normale;
periori a 30 t/ha;
r10 kg: in caso di apporto di ammen- 80 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r10 kg: in caso di basso tenore di sodanti alla coltura precedente;
scarsa;
stanza organica nel suolo.
20 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
– 66 –
Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
Concimazione potassio
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 20 - 30 t/ha: Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r30 kg: se si prevedono produzioni infe- 100 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r30 kg: se si prevedono produzioni suriori a 20 t/ha.
ne normale;
periori a 30 t/ha.
r30 kg: in caso di apporto di ammen- 150 kg/ha: in caso di terreni con dotaziodanti alla coltura precedente.
ne scarsa;
50 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
6.2 Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 20 - 30 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 40 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
130 kg/ha di N
r30 kg: se si prevedono produzioni inferiori 20 t/ha;
r30 kg: se si prevedono produzioni superiori a 30 t/ha;
r20 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente;
r30 kg: in caso di successione ad un
cereale con paglia interrata;
r20 kg: in caso di successione a leguminosa.
r15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici
periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio).
7. IRRIGAZIONE
La coltura necessita di costanti apporti idrici. E’ consigliato il metodo per aspersione.
Nelle colture primaverili il fabbisogno d’acqua aumenta con l’avanzare della fase vegetativa; arrivando a 25 mm d’acqua
settimanali durante il pieno sviluppo vegetativo.
Nelle colture estivo-autunnali, l’irrigazione di soccorso è sempre necessaria nella prima parte del ciclo; mentre i successivi
apporti irrigui devono essere effettuati in base all’andamento stagionale.
Nelle colture primaverili ed in quelle estivo-autunnali, durante lo sviluppo del corimbo, l’irrigazione a pioggia è consigliata nei
periodi di temperature superiori a 25°C per abbassare la temperatura della pianta, migliorando così la qualità del prodotto.
8. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
9. RACCOLTA
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
Bollettino Ufficiale
– 67 –
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
CAVOLO CAPPUCCIO
(Brassica oleracea L. convar. capitata (L.) Alef. Var. alba e Var. rubra D.C.)
CAVOLO VERZA
(Brassica oleracea L. convar. capitata (L.) Alef. Var. sabauda L.)
CAVOLO RAPA
(Brassica oleracea L. convar. acefala (DC) Alef. Var. gongilodes L.)
CAVOLO BROCCOLO
(Brassica oleracea L. var. botrytis (L.) Alef. Var. cymosa Duch.)
1. AMBIENTE
fresco.
Le migliori produzioni per le diverse tipologie di cavoli si ottengono sui terreni franchi, fertili ed in aree caratterizzate da clima
1.1. Clima
Parametri climatici idonei alle colture
PARAMETRI CLIMATICI
VALORI DI RIFERIMENTO
C. CAPPUCCIO
T ottimale per la germinazione dei semi
C. VERZA
25-30°C
T letale per la pianta
– 1°C
T di crescita
5°C
T ottimale di crescita
18-20°C
4-7°C per almeno
Induzione a fiore
20 gg
25-30°C
C. BROCCOLO
25-30°C
–3°C prima dell’infiorenon limitante scenza
in Italia
–1°C con l’infiorescenza
5°C
5°C
20-25°C prime settim.
15-18°C
15-18°C successivam.
dopo l’inverno
tra 5 e 15°C per almeno
20 gg
C. RAPA
25-30°C
– 1°C
5°C
15-18°C
tra 0 e 5°C anche
per poche ore
1.2. Terreno
Valori consigliati per i parametri pedologici
PARAMETRI PEDOLOGICI
Tessitura
Drenaggio
Profondità utile
pH
Salinità
VALORI DI RIFERIMENTO
Franco, franco-sabbioso, franco-argilloso
Buono
>50 cm
6,5
<5 mS/cm
2. AVVICENDAMENTO
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
3. PREPARAZIONE DEL TERRENO
Tutte le quattro sottospecie del genere Brassica incluse in questo disciplinare hanno un apparato radicale tendenzialmente
fittonante; perciò richiedono un’aratura profonda 30-35 cm.
Si sconsiglia l’uso di erpici rotanti ad asse orizzontale in quanto possono danneggiare la struttura del terreno e creare una
compatta “suola di lavorazione”.
4. SCELTA VARIETALE
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
5. IMPIANTO
5.1. Materiale di propagazione
Per l’impianto sono normalmente utilizzate piantine di 40, massimo 45 giorni (per evitare la successiva “bottonatura “ della
pianta), con 4-5 foglie vere.
Il vivaio fornitore delle piantine deve essere accreditato.
5.2. Epoca di impianto
Per il cavolo-cappuccio, il cavolo-rapa ed il cavolo-verza, l’epoca consigliata di trapianto varia in funzione del ciclo colturale.
Le varietà precocissime, precoci e medie, possono essere trapiantate sia in aprile sia in luglio; le varietà tardive e molto tardive possono
essere trapiantate in luglio ed agosto.
Per il cavolo-broccolo i trapianti sono eseguiti esclusivamente in luglio ed agosto.
– 68 –
Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
5.3. Sesti di impianto
Per il cavolo-cappuccio ed il cavolo-verza la distanza consigliata tra le file è di 70 cm; mentre quella sulla fila è di 45-50-60
cm rispettivamente per le varietà a “testa” piccola, media e grande.
Per il cavolo-broccolo il sesto di impianto consigliato è 70x40 cm, mentre per il cavolo-rapa è 35x30 cm.
6. CONCIMAZIONI
6.1. Fosforo e Potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
cavolo broccolo pieno campo - concimazione fosforo
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 16- 24 t/ha:
Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r20 kg: se si prevedono produzioni infe- 80 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r20 kg: se si prevedono produzioni suriori a 16 t/ha;
normale;
periori a 24 t/ha;
r10 kg: in caso di apporto di ammen- 120 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r10 kg: in caso di basso tenore di sodanti alla coltura precedente.
ne scarsa;
stanza organica nel suolo.
0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
cavolo cappuccio pieno campo - concimazione fosforo
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 22- 32 t/ha:
Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r15 kg: se si prevedono produzioni infe- 80 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r15 kg: se si prevedono produzioni suriori a 22 t/ha;
normale;
periori a 32 t/ha;
r10 kg: in caso di apporto di ammen- 120 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r10 kg: in caso di basso tenore di sodanti alla coltura precedente.
ne scarsa;
stanza organica nel suolo.
0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
cavolo verza pieno campo da mercato fresco - concimazione fosforo
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 19- 29 t/ha:
Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r15 kg: se si prevedono produzioni infe- 90 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r15 kg: se si prevedono produzioni suriori a 19 t/ha;
normale;
periori a 29 t/ha;
r10 kg: in caso di apporto di ammen- 120 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r10 kg: in caso di basso tenore di sodanti alla coltura precedente.
ne scarsa;
stanza organica nel suolo.
0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
Bollettino Ufficiale
– 69 –
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
cavolo broccolo pieno campo - concimazione potassio
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 16 - 24 t/ha: Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r20 kg: se si prevedono produzioni infe- 100 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r20 kg: se si prevedono produzioni sune normale;
periori a 24 t/ha.
riori a 16 t/ha;
120 kg/ha: in caso di terreni con dotazior30 kg: in caso di apporto di ammen- ne scarsa;
danti alla coltura precedente.
0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
cavolo cappuccio pieno campo - concimazione potassio
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 22 - 32 t/ha: Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r30 kg: se si prevedono produzioni infe- 150 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r30 kg: se si prevedono produzioni suriori a 22 t/ha;
ne normale;
periori a 32 t/ha.
200 kg/ha: in caso di terreni con dotazior30 kg: in caso di apporto di ammen- ne scarsa;
danti alla coltura precedente.
0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
cavolo verza pieno campo da mercato fresco - concimazione potassio
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 19 - 29 t/ha: Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r30 kg: se si prevedono produzioni infe- 150 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r30 kg: se si prevedono produzioni suriori a 19 t/ha;
ne normale;
periori a 29 t/ha.
r30 kg: in caso di apporto di ammen- 190 kg/ha: in caso di terreni con dotaziodanti alla coltura precedente.
ne scarsa;
0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
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6.2. Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
cavolo broccolo pieno campo - Concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 16- 24 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 50 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
(barrare le opzioni adottate)
130 kg/ha di N
r20 kg: se si prevedono produzioni inferiori 16 t/ha;
r20 kg: se si prevedono produzioni superiori a 24 t/ha;
r20 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente.
r30 kg: in caso di interramento di paglie
e stocchi della coltura precedente;
r20 kg: in caso di forti escursioni termiche in specifici periodi dell’anno in presenza della coltura;
r15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici
periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio);
r20 kg: in caso di difficoltà di approfondimento dell’apparato radicale sul terreno di coltivazione.
cavolo cappuccio pieno campo - Concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 22- 32 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 40 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
150 kg/ha di N
r25 kg: se si prevedono produzioni inferiori 22 t/ha;
r25 kg: se si prevedono produzioni superiori a 32 t/ha;
r20 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente.
r30 kg: in caso di interramento di paglie
e stocchi della coltura precedente;
r20 kg: in caso di forti escursioni termiche in specifici periodi dell’anno in presenza della coltura;
r15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici
periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio).
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cavolo verza pieno campo da mercato fresco - Concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 19- 29 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 50 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
130 kg/ha di N
r25 kg: se si prevedono produzioni inferiori 19 t/ha;
r25 kg: se si prevedono produzioni superiori a 29 t/ha;
r20 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente.
r30 kg: in caso di interramento di paglie
e stocchi della coltura precedente;
r20 kg: in caso di forti escursioni termiche in specifici periodi dell’anno in presenza della coltura;
r15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici
periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio).
7. IRRIGAZIONE
Per una corretta irrigazione bisogna tener conto della fase fenologica della coltura. Il periodo di maggiore accrescimento
della pianta, se coincide con l’estate, è il più critico; infatti carenze idriche in questa fase influiscono molto negativamente sulla dimensione e sulle qualità organolettiche del prodotto.
Il metodo di irrigazione consigliato è quello per aspersione.
Un primo intervento a basso volume (150-200 m3/ha) è necessario subito dopo la semina o il trapianto. Successivamente
si consiglia di applicare al dato di evapotraspirazione giornaliera i seguenti coefficienti colturali: maggio 0,8; giugno-agosto 1,0; settembre 0,8.
8. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
9. RACCOLTA
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
CETRIOLO
(Cucumis sativus Mill.)
1. AMBIENTE
Il cetriolo presenta una grande adattabilità all’ambiente pedoclimatico, essendo coltivabile sia in pieno campo sia in coltura protetta, in vaste aree della Lombardia.
Tuttavia, allo scopo di evitare eccessivi input tecnici, e di raggiungere elevati standard produttivi e qualitativi, è necessario
verificare l’idoneità dell’area di coltivazione.
1.1. Clima
Il cetriolo è una specie molto esigente sotto il profilo sia termico sia luminoso.
Parametri climatici idonei alla coltura
PARAMETRI CLIMATICI
VALORI DI RIFERIMENTO
Germinazione seme
15°C (minimum); 25°C (optimum)
Limite minimo per l’accrescimento
11-12°C
Temperatura minima letale per la pianta
< 4°C
Temperatura ottimale accrescimento
18-20°C notte; 24-28°C di giorno
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1.2. Terreno
Valori consigliati per i parametri pedologici
PARAMETRI PEDOLOGICI
VALORI DI RIFERIMENTO
Tessitura
Franco, franco-sabbioso, franco-argilloso
Drenaggio
Ottimo: l’acqua non deve mai rimanere sul terreno
Falda
< 100 cm
Profondità utile
³ 70 cm
Calcare totale
< 10%
pH
5,5 – 7
Salinità
< 3 mS/cm
2. AVVICENDAMENTO
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
3. PREPARAZIONE DEL TERRENO
3.1. Coltura su terreno
Per la coltivazione in pieno campo si consiglia un’aratura di 25-30 cm possibilmente associata a ripuntatura a 50-60 cm.
Sia in coltura protetta sia in pieno campo, il terreno deve essere sistemato a porche per favorire lo sgrondo dell’acqua.
La pacciamatura del terreno è consigliata per le coltivazioni in serra e in pieno campo.
3.2. Colture fuori suolo
La pianta di cetriolo risponde bene al sistema fuori suolo a ciclo aperto, che prevede l’allevamento in sacchi.
Si consiglia di mantenere tra 15% e 20% il volume di soluzione percolata dai sacchi o dalle lastre (sul volume totale fornito
alla coltura) e di utilizzare substrati già collaudati (es. pula di riso, miscele di questa con torba, argilla espansa, ecc..) disponibili ad
un prezzo più conveniente della lana di roccia.
La soluzione percolata dai sacchi o lastre di coltura non può essere dispersa nel terreno su cui essi sono appoggiati; pertanto il terreno deve essere pacciamato con film plastico impermeabile e la soluzione nutritiva percolata deve essere raccolta in apposite
cisterne e distribuita su colture di pieno campo, preferibilmente foraggere.
3.3. Strutture di protezione
Per il cetriolo in coltura protetta, in Lombardia sono consigliati quasi esclusivamente tunnel semplici o multipli in ferro-plastica.
Si consiglia un’altezza al colmo di almeno 3,0 m ed un rapporto volume: superficie di 3,5:2.
Ai fini di una migliore regolazione della temperatura e dell’ umidità si consiglia di orientare i tunnel in direzione est-ovest e di
munirli di sistemi di apertura.
4. SCELTA VARIETALE
Esiste in commercio una ampia scelta varietale, adeguata ad ogni esigenza del mercato, per il consumo fresco e per l’industria. Nella scelta delle cultivar da coltivare è consigliato privilegiare quelle dotate di resistenze genetiche.
5. IMPIANTO
Materiale di propagazione. Per coltivazioni in tunnel si consiglia l’impiego di piantine con 2-3 foglie vere, prodotte in contenitori alveolati o vasetti di diametro non inferiore a 8 cm.
Il vivaio fornitore delle piantine deve essere accreditato.
Epoca di trapianto o di semina. Nelle condizioni climatiche lombarde, in tunnel è possibile il trapianto a partire dalla metà di marzo;
in pieno campo è sconsigliata la semina prima della metà di aprile.
Sesti di impianto. Sia in pieno campo sia in coltura protetta le distanze consigliate sono cm 120 tra le file e cm 50 sulla fila.
Forma di allevamento. In pieno campo la forma è libera, quindi con piante striscianti a terra; in tunnel è consigliabile l’allevamento
verticale, facendo avvolgere lo stelo principale della pianta ad un filo di plastica verticale.
Cimatura. E’ sconsigliata nel caso di allevamento delle piante a terra. In coltura protetta l’allevamento verticale richiede la cimatura
dello stelo principale a due metri di altezza, allo scopo di stimolare l’emissione di germogli ascellari i quali però devono essere cimati
in corrispondenza della 2a-3a foglia emessa dopo il frutticino.
6. CONCIMAZIONI
Per una corretta impostazione della concimazione si riportano i valori di asportazione per una tonnellata di prodotto tal
quale (compresa la corrispondente parte imputabile a fusto, foglie e radici): 1,6; 0,8; 2,6 kg/t rispettivamente di N; P2O5; K2O.
6.1. Fosforo e potassio
Prevedendo una produzione media di 130 t/ha, con asportazioni complessive di 95 kg di P2O5 e 310 kg di K2O, si riportano i
parametri standard per la concimazione.
Bollettino Ufficiale
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Concimazione fosforo
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 130 t/ha:
Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r20 kg: se si prevedono produzioni infe- 100 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r25 kg: se si prevedono produzioni suriori a 130 t/ha.
ne normale;
periori a 130 t/ha;
150 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r20 kg: in caso di basso tenore di sone scarsa;
stanza organica nel suolo.
60 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
Concimazione potassio
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 130 t/ha:
Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r30 kg: se si prevedono produzioni infe- 250 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r30 kg: se si prevedono produzioni suriori a 130 t/ha.
ne normale;
periori a 130 t/ha.
300 kg/ha: in caso di terreni con dotazione scarsa;
150 kg/ha: in caso di terreni con dotazione elevata.
6.2. Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 130 t/ha: Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni.
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
(barrare le opzioni adottate)
120 kg/ha di N
r20 kg: se si prevedono produzioni inferiori 130 t/ha;
r20 kg: se si prevedono produzioni superiori a 130 t/ha;
r20 kg: in caso di apporto di ammendante alla precessione;
r15 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica;
r15 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in presenza di terreni poco aerati e/o compattati (difficoltà di approfondimento dell’apparato radicale).
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7. IRRIGAZIONE
La grande espansione fogliare e l’elevata produzione di frutti (oltre 100 t/ha), che il mercato richiede teneri e perciò ricchi
d’acqua, lasciano intendere che la coltura è particolarmente esigente in termini di fabbisogno irriguo.
Il migliore sistema di irrigazione è quello localizzato attraverso ala gocciolante o manichetta.
Per una coltivazione primaverile in tunnel su terreno tendenzialmente sciolto si riportano di seguito le esigenze idriche nelle
diverse fasi fenologiche.
FASE
Attecchimento
Allevamento
Raccolta
Raccolta
Raccolta
PERIODO
marzo
aprile-maggio
maggio
giugno
luglio
litri/m DI MANICHETTA
15.6
20.8
16.9
27.0
31.0
NUMERO DI INTERVENTI IRRIGUI
1 per settimana
1 per settimana
2 per settimana
2 per settimana
2 per settimana
ESEMPIO: Tunnel m 70x4 file = m 280 di manichetta
fase di allevamento (20.8 l/m), 280 x 20.8 = 5824 litri di acqua, 1 volta alla settimana (più l’eventuale volume
di riempimento delle linee).
L’applicazione dello schema è valido per colture trapiantate nella seconda metà di marzo e su terreni tendenzialmente sciolti.
Le irrigazioni possono essere eseguite indistintamente a goccia o a manichetta, misurando i volumi per mezzo di contatore
volumetrico.
8. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
9. RACCOLTA
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
CICORIE
(Cichorium intybus)
INDIVIE
(Chicorium endivia)
RADICCHIO
(Cichorium intybus)
1. AMBIENTE
Tutte le cicorie presentano una elevata adattabilità pedoclimatica, ma estrinsecano appieno la potenzialità produttiva
quando sono rispettati i parametri sottoelencati.
1.1. Clima
Parametri climatici idonei per i diversi tipi di cicorie da foglia
TIPO
Germinazione
T MINIMA di
crescita
T OTTIMALE di
LETALE
T
per la pianta
–2°C
10°C
20-25°C
20 gg
semi
(T ottimale)
20°C (4-5 gg)
Indivia
crescita
INDUZIONE FIORITURA
Cicorie
Radicchio
20°C
20°C
0°C
–10°C
5°C
8°C
15-20°C
15-18°C
a 4-5°C
Fotoperiodo lungo
15-20 gg
di Verona
Radicchio
20°C
–5°C
8°C
15-18 °C
a 2-4°C
10-12 gg
di Castelfranco
a 2-4°C
1.2. Terreno
Valori consigliati dei parametri pedologici, validi per tutti i tipi di cicoria da foglia
PARAMETRI PEDOLOGICI
Tessitura
Drenaggio
pH
Salinità
VALORI DI RIFERIMENTO
Franco-sabbioso, franco, franco-argilloso
Buono
6-8.
< 5mS/cm
2. AVVICENDAMENTO
Attenersi a quanto previsto nei principi e criteri generali.
3. PREPARAZIONE DEL TERRENO
Tutte le specie del genere Cichorium incluse in questo disciplinare hanno un apparato radicale tendenzialmente fittonante;
Bollettino Ufficiale
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perciò richiedono un’aratura profonda almeno 30 cm.
E’ consigliabile un buon livellamento della superficie, e la formazione di porche larghe 120-140 cm per un buon sgrondo
dell’acqua superficiale.
4. SCELTA VARIETALE
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
5. IMPIANTO
La semina diretta è consigliata per la cicoria da grumolo, per i radicchi Bianco Mantovano e Chioggia, e per quelli rossi
Verona tardivo e Treviso tardivo.
Le densità medie consigliate sono le seguenti: Grumolo 100 piante/m2; Radicchi bianchi o rossi 10 piante/m2.
Per tutte le altre tipologie è preferibile il trapianto.
Le piantine pronte per il trapianto devono avere 3-5 foglie vere.
Sesti di impianto consigliati
TIPOLOGIA
DISTANZE (cm)
N° PIANTE/ha
sulla fila
tra le file
Indivia
25-30
40-50
Cicoria pan di zucchero
30-35
50
57- 67.000
Radicchio
20-30
40-50
80-100.000
80-100.000
6. CONCIMAZIONE
6.1 Fosforo e Potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione
fosfatica e potassica
Cicorie – concimazione fosforo
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 40-60 t/ha:
Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r30 kg: se si prevedono produzioni infe- 100 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r30 kg: se si prevedono produzioni suriori a 40 t/ha;
ne normale;
periori a 60 t/ha;
r10 kg: in caso di apporto di ammen- 150 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r10 kg: in caso di basso tenore di sodanti alla coltura precedente.
ne scarsa;
stanza organica nel suolo.
0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
Cicorie – concimazione potassio
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 40 - 60 t/ha: Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r20 kg: se si prevedono produzioni infe- 280 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r30 kg: se si prevedono produzioni suriori a 40 t/ha;
ne normale;
periori a 60 t/ha.
r30 kg: in caso di apporto di ammen- 400 kg/ha: in caso di terreni con dotaziodanti alla coltura precedente alla col- ne scarsa;
tura precedente.
100 kg/ha: in caso di terreni con dotazione elevata.
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Indivie – concimazione fosforo
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 25 - 40 t/ha: Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r30 kg: se si prevedono produzioni infe- 80 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r30 kg: se si prevedono produzioni suriori a 25 t/ha;
normale;
periori a 40 t/ha;
r10 kg: in caso di apporto di ammen- 120 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r10 kg: in caso di basso tenore di sodanti alla coltura precedente.
ne scarsa;
stanza organica nel suolo.
50 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
Indivie – concimazione potassio
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 25 - 40 t/ha: Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r20 kg: se si prevedono produzioni infe- 110 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r30 kg: se si prevedono produzioni suriori a 25 t/ha;
ne normale;
periori a 40 t/ha.
r30 kg: in caso di apporto di ammen- 170 kg/ha: in caso di terreni con dotaziodanti alla coltura precedente alla col- ne scarsa;
tura precedente.
70 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
Radicchio – concimazione fosforo
Note incrementi
Note decrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 20 - 35 t/ha: Quantitativo di P2O5 che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard:
dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r30 kg: se si prevedono produzioni infe- 80 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r30 kg: se si prevedono produzioni suriori a 20 t/ha;
normale;
periori a 35 t/ha;
r10 kg: in caso di apporto di ammen- 120 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r10 kg: in caso di basso tenore di sodanti alla coltura precedente.
ne scarsa;
stanza organica nel suolo.
50 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
Bollettino Ufficiale
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Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
Radicchio – concimazione potassio
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 20 - 35 t/ha: Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r20 kg: se si prevedono produzioni infe- 100 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r30 kg: se si prevedono produzioni suriori a 20 t/ha;
ne normale;
periori a 35 t/ha.
r30 kg: in caso di apporto di ammen- 160 kg/ha: in caso di terreni con dotaziodanti alla coltura precedente.
ne scarsa;
70 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
6.2 Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Cicorie – concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 40 - 60 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 40 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
180 kg/ha di N
r20 kg: se si prevedono produzioni inferiori 40 t/ha;
r20 kg: se si prevedono produzioni superiori a 60 t/ha;
r15 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente;
r30 kg: in caso di successione ad un
cereale con paglia interrata;
r15 kg: in caso di successione a leguminosa.
r15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici
periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio).
Indivie – concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 25 - 40 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 40 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
150 kg/ha di N
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Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
r20 kg: se si prevedono produzioni inferiori 25 t/ha;
r20 kg: se si prevedono produzioni superiori a 40 t/ha;
r15 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente;
r30 kg: in caso di successione ad un
cereale con paglia interrata;
r15 kg: in caso di successione a leguminosa.
r15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici
periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio).
radicchio - concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 20 - 35 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 40 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
150 kg/ha di N
r20 kg: se si prevedono produzioni inferiori 20 t/ha;
r20 kg: se si prevedono produzioni superiori a 35 t/ha;
r15 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente;
r30 kg: in caso di successione ad un
cereale con paglia interrata;
r15 kg: in caso di successione a leguminosa.
r15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici
periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio).
7. IRRIGAZIONE
Il periodo di maggiore accrescimento della pianta, se coincide con l’estate, è il più critico; infatti carenze idriche in questa
fase influiscono negativamente sulla dimensione e sulle qualità organolettiche del prodotto.
Il metodo di irrigazione consigliato è quello per aspersione.
Un primo intervento a basso volume (150-200 m3/ha) è necessario subito dopo la semina ed il trapianto.
Successivamente si consiglia di applicare al dato di evapotraspirazione giornaliera i seguenti coefficienti colturali: maggio
0,8; giugno-agosto 1,0; settembre 0,8.
8. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
9. RACCOLTA
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
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Cipolla
(Allium cepa L.)
1. AMBIENTE
La cipolla presenta una grande adattabilità alle diverse condizioni pedo-climatiche; tuttavia al fine di evitare eccessivi
input tecnici e per raggiungere elevati standard quantitativi e qualitativi della produzione, è necessario verificare l’idoneità dell’area
di coltivazione.
1.1. Clima
Parametri climatici idonei alla coltura
PARAMETRI CLIMATICI
Basse temperature
VALORI DI RIFERIMENTO
Non condizionanti per la vita della pianta
I ritorni di freddo determinano prefioritura
Temperature ottimali di accrescimento
20 – 25 °C
Temperatura massima
30 – 35 °C nella fase di maturazione
Fotoperiodo necessario per indurre la for- 12 ore di luce per le cv a semina estivo-autunnale
mazione del bulbo
14 ore di luce per le cv a semina inverno-primaverile
16 ore di luce per le cv a semina primaverile
1.2. Terreno
Valori consigliati per i parametri pedologici
PARAMETRI PEDOLOGICI (1)
Tessitura
Drenaggio
Falda
Profondità
pH
Calcare totale e attivo
Sostanza organica
Salinità
VALORI DI RIFERIMENTO
Franco-sabbioso, argilloso
Buono
A non meno di 1 m dal piano di campagna
Non inferiore a 50 cm
6,0 – 7,0 ; evitare i terreni a reazione acida
< 10
Buona dotazione
< a 4 mS /cm
(1) Riferiti allo strato maggiormente esplorato dalle radici
2. AVVICENDAMENTO
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
3. PREPARAZIONE DEL TERRENO
Per i terreni franco-argillosi è opportuna una lavorazione a doppio strato.
Per le cv a semina primaverile si consiglia di effettuare l’aratura nell’estate precedente; per le cv a semina estivo-autunnale
si consiglia la preparazione del terreno all’inizio di agosto.
E’ importante un’accurata sistemazione del terreno al fine di facilitare la semina ed evitare ristagni idrici.
4. SCELTA VARIETALE
La scelta varietale in cipolla è un momento fondamentale per garantire il successo della coltivazione.
I principali parametri da tenere in considerazione sono:
-
Destinazione del prodotto: mercato fresco o trasformazione industriale;
-
Durata del ciclo di coltivazione: cv precoci, medie, tardive;
-
Attitudine alla conservazione: scarsa ( 1-3 mesi), media ( 4-5 mesi), elevata (6-8 mesi);
-
Colore del bulbo: giallo, rosso, bianco;
-
Tolleranza o resistenza alle principali malattie;
-
Resistenza al pregermogliamento.
Dal punto di vista merceologico essenziali sono l’uniformità di forma, colore e pezzatura del bulbo, nonché il grado di vestitura e la consistenza dello stesso.
5. IMPIANTO
5.1 Semina diretta
È obbligatorio l’impiego di seme certificato.
E’ consigliabile l’impiego di seminatrici di precisione.
Dopo la semina è consigliabile una rullatura per una buona aderenza del terreno al seme.
La quantità di seme varia in funzione del tipo di seminatrice, del peso unitario del seme, della germinabilità dello stesso e
dell’investimento unitario che si vuole raggiungere, anche in funzione della destinazione del prodotto.
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Parametri consigliati per la semina delle diverse tipologie
GRUPPO DI
DISTANZA
VARIETÀ
tra le file
sulle file
(cm)
(cm)
16 - 18
4-5
Precoci
Distanza
Investimento
(n. piante/mq)
140
di semina
EPOCA
PROFONDITÀ di semina (cm)
metà agosto
2-3
inizio settembre
Medie
20
4-5
90 - 110
fine febbraio
2-3
20
5-6
80 - 100
fine febbraio
2-3
8-9
2-3
500 - 600
fine febbraio primi di
marzo
2-3
(bulbo grosso)
Tardive
(bulbo grosso)
Cipolline
da industria
6. CONCIMAZIONI
6.1 Fosforo e potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione
fosfo-potassica.
Concimazione fosforo
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 36-54 t/ha:
Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r15 kg: se si prevedono produzioni infe- 85 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r15 kg: se si prevedono produzioni suriori a 36 t/ha.
normale;
periori a 54 t/ha;
140 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r10 kg: in caso di basso tenore di sone scarsa;
stanza organica nel suolo;
50 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r15 kg: per semine effettuate prima del
elevata.
15 marzo.
Concimazione potassio
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male.
Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
r25 kg: se si prevedono produzioni infe- 150 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r25 kg: se si prevedono produzioni suriori a 36 t/ha.
ne normale;
periori a 54 t/ha.
200 kg/ha: in caso di terreni con dotazione scarsa;
70 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
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6.2 Azoto
azoto.
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione di
Concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 36-54 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 50 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
130 kg/ha di N
r30 kg: se si prevedono produzioni inferiori 36 t/ha;
r30 kg: se si prevedono produzioni superiori a 54 t/ha;
r20 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente;
r15 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica;
r15 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r30 kg: in caso di successione ad un
cereale con paglia interrata;
r15 kg: in caso di successione a leguminosa.
r20 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici
periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio);
r20 kg: in presenza di terreni poco aerati e/o compattati (difficoltà di approfon-dimento dell’apparato radicale)
Per ridurre al minimo le perdite dovute ai fenomeni di lisciviazione, l’apporto di azoto, se supera le 60 unità, è ammesso solo
se frazionato in almeno due interventi: un 50% subito prima dell’impianto, ed il rimanente in copertura, nella fase di ingrossamento
dei bulbi.
7. IRRIGAZIONE
Nel caso di cv a giorno corto seminate nel periodo agosto-settembre è indispensabile intervenire appena dopo la semina
con un intervento (20 mm) per consentire la germinazione. Il metodo consigliato è quello per aspersione.
Gli interventi irrigui massimi ammessi sono in funzione del tipo di terreno: 250 m3/ha per i terreni sciolti; 300 m3/ha per i terreni
franchi; 400 m3/ha per i terreni argillosi.
Le irrigazioni vanno interrotte 20 giorni prima della raccolta.
8. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
9. RACCOLTA
L’epoca di raccolta influenza sensibilmente la qualità (es. vestitura del bulbo) e la serbevolezza del prodotto.
La raccolta va effettuata quando almeno il 70% delle piante presenta le foglie ripiegate a terra.
Dopo la raccolta i bulbi delle cultivar da serbo devono essere lasciate in andana ad essiccare per circa 15 giorni.
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COCOMERO
(Citrullus lanatus [Thunberg] Matsumara et Nakai)
1. AMBIENTE
E’ una specie orticola con esigenze termiche tra le più elevate; predilige inoltre terreni profondi, molto fertili e permeabili.
1.1. Clima
Parametri climatici idonei alla coltura
PARAMETRI CLIMATICI
Tempo di germinazione semi
VALORI DI RIFERIMENTO
15 gg a 20°C; 5 gg a 30°C
Temperature letale per la pianta
2,3 °C
Temperature minima di accrescimento
12-15° C
Temperatura ottimale di accrescimento
30°C di giorno e 20°C di notte
Luminosità e fotoperiodo
Elevata luminosità e 14 ore di luce/giorno favoriscono
l’emissione di getti laterali.
Luminosità media e giorno corto favoriscono l’allegagione
1.2. Terreno
Valori consigliati per i parametri pedologici
PARAMETRI PEDOLOGICI (1)
Tessitura
Drenaggio
Falda
Profondità
pH
Sostanza organica
Elementi minerali
Salinità
VALORI DI RIFERIMENTO
Franco, franco-argilloso
Ottimo
< 1 m dal piano di campagna
70-80 cm
5,5 – 6,5
>3%
Dotazione elevata
< 3 mS/cm
2. AVVICENDAMENTO
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
3. PREPARAZIONE DEL TERRENO
Si consiglia l’interramento della sostanza organica nell’estate-autunno precedente, attraverso un’aratura profonda 30-35 cm.
Nei terreni argillosi ed in quelli con rischi di asfissia radicale, è necessario associare all’aratura una ripuntatura a 70-80 cm
per favorire lo sgrondo dell’acqua. Per la stessa ragione si raccomanda di eseguire una leggera sistemazione a porche.
E’ consigliata la pacciamatura con film nero o fumé di PE (spessore 0,05 mm), sotto il quale deve essere collocata la manichetta per l’irrigazione.
3.1. Struttura di protezione
Nella coltura semi-forzata si consiglia l’impiego di tunnellini su ciascuna fila pacciamata.
La cubatura consigliata è quella che offre un rapporto m3/m2 di circa 0,6, corrispondente ad una altezza di 70-80 cm e di
larghezza 80-90 cm. Come materiale di copertura si consiglia l’utilizzo di film di PE trasparente dello spessore di 0,05 mm.
4. CURE COLTURALI
Arieggiamento: Particolare attenzione va posta nell’arieggiamento degli apprestamenti protetti per mantenere la temperatura al di sotto dei 30°C.
Nei piccoli tunnel delle colture semiforzate si consiglia di eseguire graduali lacerazioni della plastica nella parte superiore
del lato esposto a sud, fino alla rimozione completa della stessa quando la temperatura raggiunge valori idonei per la coltura (generalmente dopo 40-50 giorni dal trapianto).
Trattamenti alleganti: si consiglia di porre all’interno o in prossimità della serra arnie di insetti pronubi (api o bombi).
5. IMPIANTO
5.1. Materiale di propagazione
a 8 cm.
Nelle colture in tunnel grande e piccolo si consiglia l’utilizzo di piantine prodotte in contenitori con alveoli di lato non inferiore
5.2. Sesti d’impianto
Varia in funzione dell’ambiente di coltivazione (tunnel o pieno campo). Sono consigliate distanze di m 2-2,5 tra le file e di m
1-1,5 sulla fila.
5.3. Epoca di impianto
Nelle condizioni della pianura lombarda per la coltura protetta è raccomandato il trapianto nella prima decade di marzo;
nelle colture semiforzate si consiglia il trapianto tra la prima e la seconda decade di aprile.
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6. CONCIMAZIONI
Per una corretta impostazione della concimazione si riportano i valori di asportazione per una tonnellata di prodotto tal
quale: 1,7; 1,3; 2,7 Kg/t rispettivamente di N; P2O5; K2O.
6.1 Fosforo e Potassio
Tenuto conto della dotazione di elementi fertilizzanti nel terreno, delle asportazioni ad opera della coltura e considerando
una produzione di 35 t/ha di frutti, si riportano i parametri standard per la concimazione.
Concimazione fosforo
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 50 - 80 t/ha: Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r20 kg: se si prevedono produzioni infe- 125 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r35 kg: se si prevedono produzioni suriori a 50 t/ha.
ne normale;
periori a 80 t/ha;
200 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r25 kg: in caso di basso tenore di sone scarsa;
stanza organica nel suolo.
90 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
Concimazione potassio
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 50 - 80 t/ha: Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r20 kg: se si prevedono produzioni infe- 200 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r30 kg: se si prevedono produzioni suriori a 50 t/ha.
ne normale;
periori a 80 t/ha.
250 kg/ha: in caso di terreni con dotazione scarsa;
100 kg/ha: in caso di terreni con dotazione elevata.
6.2.Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 50 - 80 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni.
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
110 kg/ha di N
– 84 –
Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
r20 kg: se si prevedono produzioni inferiori 50 t/ha;
r20 kg: se si prevedono produzioni superiori a 80 t/ha;
r20 kg: in caso di apporto di ammendante alla precessione;
r15 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica;
r15 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica.
r20 kg: in presenza di terreni poco aerati e/o compattati (difficoltà di approfondimento dell’apparato radicale).
7. IRRIGAZIONE
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
8. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
10. RACCOLTA
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
ERBE FRESCHE
1. AMBIENTE
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
2. AVVICENDAMENTO
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
3. PREPARAZIONE DEL TERRENO
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
4. SCELTA VARIETALE
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
5. IMPIANTO
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
6.CONCIMAZIONE
6.1 fosforo e Potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione
fosfatica e potassica
* concimazione fosforo
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 8-12 t/ha:
Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r10 kg: se si prevedono produzioni infe- 20 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r10 kg: se si prevedono produzioni suriori a 8 t/ha.
normale;
periori a 12 t/ha;
r10 kg: con apporto di ammendante 30 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r10 kg: in caso di basso tenore di soalla coltura precedente.
scarsa;
stanza organica nel suolo.
10 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
Bollettino Ufficiale
– 85 –
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
* concimazione potassio
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 8 - 12 t/ha:
Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r15 kg: se si prevedono produzioni infe- 80 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r15 kg: se si prevedono produzioni suriori a 8 t/ha;
normale;
periori a 12 t/ha.
r30 kg: con apporto di ammendante 120 kg/ha: in caso di terreni con dotazioalla coltura precedente.
ne scarsa;
40 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
* Salvia (Salvia officinalis), Rosmarino (Rosmarinus officinalis), Alloro (Laurus nobilis), Cerfoglio, Erba cipollina, Timo, Dragoncello, Coriandolo, Aneto ecc.
6.2 Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
* Concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 8-12 t/ha: Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 20 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
50 kg/ha di N
r10 kg: se si prevedono produzioni inferiori 8 t/ha;
r10 kg: se si prevedono produzioni superiori a 12 t/ha;
r10 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente;
r10 kg: in caso di successione ad un
cereale con paglia interrata;
r10 kg: in caso di successione a leguminosa.
r15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici
periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio).
* Salvia (Salvia officinalis), Rosmarino (Rosmarinus officinalis), Alloro (Laurus nobilis), Cerfoglio, Erba cipollina, Timo, Dragoncello, Coriandolo, Aneto ecc.
7. IRRIGAZIONE
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
8. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
9. RACCOLTA
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
– 86 –
Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
FAGIOLO - FAGIOLINO
(Phaseolus vulgaris L.)
1. AMBIENTE
1.1 Clima
Parametri climatici idonei alla coltura
PARAMETRI CLIMATICI (1)
Temperatura minima di germinazione
Temperature medio-minima e medio-massima richieste durante la fioritura (1)
Umidità relativa
VALORI DI RIFERIMENTO
Non inferiore a10°C
22°C - 28°C
Si sconsigliano aree caratterizzate da umidità
stagnante con persistente presenza di rugiade
(1) Durante il periodo della fioritura la pianta sopporta escursioni termiche molto limitate
1.2 Terreno
Valori considerati per i parametri pedologici
PARAMETRI PEDOLOGICI (1)
Tessitura
Drenaggio
Profondità
pH
VALORI DI RIFERIMENTO
Franco
Buono
Non inferiore a 40 cm
6,0 – 7,5
(1) Riferiti allo strato maggiormente esplorato dalle radici
2. AVVICENDAMENTO
Non è ammesso il ristoppio.
E’ ammesso il ritorno delle leguminose sullo stesso terreno dopo almeno 2 anni di altre colture.
E’ consigliato non far precedere la coltivazione fagiolino da altre leguminose (pisello, soia).
3. PREPARAZIONE DEL TERRENO
Si consiglia di effettuare una lavorazione a doppio strato nell’estate precedente oppure una lavorazione superficiale di circa
20 cm prima della semina nel caso venga considerata coltura intercalare.
livellata.
Allo scopo di facilitare la raccolta meccanica del prodotto è indispensabile che la superficie del terreno sia accuratamente
4. SCELTA VARIETALE
4.1 Fagiolo
Caratteristiche agronomiche e qualitative che determinano la scelta della cultivar:
- produttività;
- stabilità produttiva negli anni;
- presenza di resistenze genetiche alle due principali malattie: il virus del mosaico comune del fagiolo (BCMV) (*) e la batteriosi ad
alone (Pseudomonas syringae pv. phaseolicola);
- idoneità alla raccolta meccanica;
- idoneità alla trasformazione industriale;
- colore delle screziature e del fondo dei semi e dei baccelli (possono derivare da particolari esigenze di mercato).
(*) BCMV= Bean Common Mosaic Virus (virus del mosaico comune del fagiolo)
4.2 Fagiolino
Caratteristiche agronomiche che determinano la scelta della cultivar:
- produttività;
- stabilità produttiva negli anni;
- presenza di resistenze genetiche alle due principali malattie: il virus del mosaico comune del fagiolo (BCMV) e la batteriosi ad alone
(Pseudomonas syringae pv. phaseolicola);
- resistenza alle temperature elevate;
- uniformità di maturazione;
- resistenza alla sovramaturazione;
- idoneità alla raccolta meccanica;
- idoneità alla trasformazione industriale.
Caratteristiche qualitative che determinano la scelta della cultivar:
- uniformità di calibro del baccello;
- assenza di filo nel baccello.
4.3 Cure colturali
Sono consigliabili, specialmente nei terreni argillosi, interventi di sarchiatura con lo scopo di limitare le perdite di umidità e di
mantenere nel terreno un adeguato equilibrio aria-acqua
Bollettino Ufficiale
– 87 –
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5. IMPIANTO
5.1 Semina diretta
E’ obbligatorio l’uso di seme certificato.
E’ preferibile la semina con seminatrice di precisione, ad una profondità di semina di 3-5 cm in funzione della tessitura del
terreno (più profondo per terreni sciolti).
Sesto di impianto per il fagiolo: tra le file 50 cm, sulla fila 6-7 cm.
Sesto di impianto per il fagiolino: tra le file 50 cm, sulla fila 5-5,5 cm.
Epoche di semina consigliate:
•
Fagiolo nano per granella secca: dalla 4a settimana di aprile alla 2a settimana di giugno.
•
Fagiolo nano per baccelli freschi e/o granella cerosa raccolti meccanicamente: dalla 4a settimana di aprile alla 1a settimana di luglio.
•
Fagiolo rampicante per baccelli freschi raccolti manualmente: dalla 4a settimana di aprile alla 4a settimana di giugno.
•
Fagiolino nano per raccolta meccanica: dalla 4a settimana di aprile alla 3a settimana di luglio.
•
Fagiolino rampicante per raccolta manuale: dalla 4a settimana di aprile alla 1a settimana di luglio.
6. CONCIMAZIONE
6.1 Fosforo e Potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione
fosfatica e potassica
concimazione fosforo
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 8 - 10 t/ha:
Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r10 kg: se si prevedono produzioni infe- 70 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r20 kg: se si prevedono produzioni suriori a 8 t/ha;
normale;
periori a 10 t/ha;
r10 kg: con apporto di ammendante 90 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r20 kg: in caso di basso tenore di soalla coltura precedente.
scarsa;
stanza organica nel suolo.
50 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
Concimazione potassio
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 8 - 10 t/ha:
Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r20 kg: se si prevedono produzioni infe- 70 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r30 kg: se si prevedono produzioni suriori a 8 t/ha;
normale;
periori a 10 t/ha.
r20 kg: con apporto di ammendante 100 kg/ha: in caso di terreni con dotazioalla coltura precedente.
ne scarsa;
40 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
6.2 Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
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Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
Concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 8 - 10 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 20 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r20 kg: se si prevedono produzioni inferiori 8 t/ha;
DOSE STANDARD:
50 kg/ha di N
r20 kg: se si prevedono produzioni superiori a 10 t/ha;
r20 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente.
r20 kg: in caso di successione ad un
cereale con paglia interrata.
7. IRRIGAZIONE
E’ spesso indispensabile intervenire appena dopo la semina (20 mm) per favorire la germinazione. Un secondo momento
critico si manifesta nel periodo dell’espansione dell’apparato fogliare con contemporanea emissione dei fiori (una carenza idrica
può provocare cascola).Indispensabile è inoltre la disponibilità idrica nella fase che va dall’allegagione alla invaiatura per sostenere
l’ingrossamento dei legumi. Il metodo di irrigazione per aspersione è quello più consigliato, purché l’acqua venga sufficientemente
polverizzata per evitare l’allettamento delle piante.
8. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
9. RACCOLTA
9.1 Fagiolo
Sulla base del tipo di prodotto finale (granella secca, granella cerosa o baccelli freschi da sgusciare) viene individuato il
momento ottimale di raccolta che si basa sul contenuto di acqua nel seme.
Quando il prodotto finale è la granella cerosa, il contenuto in umidità del seme dovrebbe essere compreso tra il 45 ed il
50%, le screziature dei semi dovrebbero essere ben evidenti e la percentuale di semi sovramaturi aggiunta a quella dei semi immaturi
dovrebbe essere minima.
Per la raccolta di granella secca l’umidità del seme deve essere molto più bassa, possibilmente inferiore al 25%.
9.2 Fagiolino
Per individuare l’epoca ottimale di raccolta occorre definire il livello di qualità desiderato del prodotto finale tenendo presente che, entro limiti variabili da cultivar a cultivar, al progredire della maturazione aumenta la resa unitaria ma diminuisce la qualità del
prodotto (aumento della dimensione dei semi, formazione di filo e di membrane pergamenacee nei baccelli).
FINOCCHIO
(Foeniculum vulgare Mill. var. azoricum [Mill] Tell.)
1. AMBIENTE
1.1. Clima
Parametri climatici idonei alla coltura
PARAMETRI CLIMATICI
Basse temperature
Temperature ottimali di accrescimento
Temperature elevate
VALORI DI RIFERIMENTO
La soglia per lo sviluppo è di 4 - 5 °C
15 - 20 °C
30 - 35 C°
1.2. Terreno
La coltivazione del finocchio esige terreni profondi, di medio impasto e ricchi di sostanza organica.
Importante è anche la buona sistemazione, per evitare i dannosissimi ristagni idrici.
Valori di riferimento per i parametri pedologici
PARAMETRI PEDOLOGICI
Tessitura
Drenaggio
VALORI DI RIFERIMENTO
Franco, franco-sabbioso
Buono
Bollettino Ufficiale
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Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
PARAMETRI PEDOLOGICI
Profondità
pH
Calcare totale e attivo
Sostanza organica
Salinità
VALORI DI RIFERIMENTO
Non inferiore a 50 cm
6,0 – 7,0
< 10
Buona dotazione
< a 3,5 mS /cm
2. AVVICENDAMENTO
Non è ammesso il ristoppio, e la coltura può tornare sullo stesso terreno dopo almeno 2 anni.
E’ vietata la successione ad altre ombrellifere.
3. PREPARAZIONE DEL TERRENO
E’ consigliata un’aratura a profondità variabile dai 25 ai 30 centimetri, da eseguire in epoca tanto più anticipata quanto più
la tessitura del suolo è argillosa.
4. SCELTA VARIETALE
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
5. IMPIANTO
L’impianto può essere realizzato attraverso semina diretta o, preferibilmente, con trapianto.
Per la semina diretta in pieno campo sono necessari 3-5 kg/ha di seme.
Per il trapianto si utilizzano piantine di 30-40 giorni prodotte da un vivaio accreditato.
Le distanze di impianto consigliate sono: 20-25 cm sulla fila e 40-70 cm tra le file.
L’ epoca di trapianto consigliata è marzo-aprile per le raccolte estive e luglio per le raccolte autunnali.
6. CONCIMAZIONI
6.1 Fosforo e Potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione
fosfatica e potassica.
Concimazione fosforo
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 25 - 40 t/ha: Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r10 kg: se si prevedono produzioni infe- 30 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r10 kg: se si prevedono produzioni sunormale;
riori a 25 t/ha;
periori a 40 t/ha;
r10 kg: con apporto di ammendante 50 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r10 kg: in caso di basso tenore di soscarsa;
alla coltura precedente.
stanza organica nel suolo.
10 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
Concimazione potassio
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 25- 40 t/ha:
Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r40 kg: se si prevedono produzioni infe- 150 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r50 kg: se si prevedono produzioni sune normale;
riori a 25 t/ha;
periori a 40 t/ha.
r40 kg: con apporto di ammendante 280 kg/ha: in caso di terreni con dotazione scarsa;
alla coltura precedente.
50 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
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6.2 Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 25 - 40 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 40 kg/ha:
DOSE STANDARD:
(barrare le opzioni adottate)
200 kg/ha di N
(barrare le opzioni adottate)
r40 kg: se si prevedono produzioni inferiori 25 t/ha;
r40 kg: se si prevedono produzioni superiori a 40 t/ha;
r40 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente;
r40 kg: in caso di successione ad un
cereale con paglia interrata;
r20 kg: in caso di successione a leguminosa.
r20 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici
periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio).
7. IRRIGAZIONE
Nel caso della semina diretta il sistema per aspersione è quello più utilizzato, mentre per il trapianto e nei piccoli appezzamenti è più pratico quello per infiltrazione laterale.
Attraverso il sistema ad aspersione, per un terreno franco, il volume d’acqua consigliato ad ogni intervento varia da 300 a
400 m3/ha, in funzione delle temperature medie giornaliere del periodo e dello stadio fenologico della coltura.
8. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
9. RACCOLTA
E’ consigliabile effettuare la raccolta in giornate asciutte, e prima che le gemme interguainali si ingrossino.
Si può estirpare e recidere il fittone, oppure tagliare la pianta a livello del terreno.
LATTUGHE (tutte le varietà)
(Lactuca sativa L.)
1. AMBIENTE
1.1. Clima
Le temperature moderate sono indispensabili per la produzione di cespi dotati di elevati standard qualitativi.
Parametri climatici idonei alla coltura
PARAMETRI CLIMATICI
Temperatura germinazione semi
Temperatura minima letale
Temperatura minima di accrescimento
Temperatura ottimale di accrescimento
Temperatura massima di accrescimento
VALORI DI RIFERIMENTO
Minima 2°C; ottimale 15-22°C; massima 25°C , oltre la quale
sono indotti a dormienza
I tipi “cappuccio” richiedono temperature più basse rispetto a
quelli con foglia riccia
– 2° C
6° C
Diurna 16-20°C; notturna 10-12°C
Sopra i 25°C di giorno e 16°C di notte la pianta è indotta a fiorire
1.2 Terreno
La lattuga può essere coltivata in molti tipi di terreni purché con adeguato drenaggio.
Valori consigliati per i parametri pedologici
PARAMETRI PEDOLOGICI
Tessitura
Drenaggio
VALORI DI RIFERIMENTO
Franco, Franco-sabbioso
Elevato
Bollettino Ufficiale
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Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
PARAMETRI PEDOLOGICI
VALORI DI RIFERIMENTO
Profondità utile
pH
30-40 cm
Neutro
Calcare totale e attivo
<10%
2. AVVICENDAMENTO
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
3. PREPARAZIONE DEL TERRENO
La lattuga ha un apparato radicale superficiale che esplora i primi 20-30 cm di terreno; è pertanto sufficiente una lavorazione del terreno superficiale.
É consigliabile la sistemazione a prose della larghezza di cm 120-140, separate da solchi profondi circa cm 20 e larghi cm
50, allo scopo di un facile sgrondo dell’acqua.
4. SCELTA VARIETALE
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
4.1 Materiali di copertura
Si consiglia l’impiego di film plastici di polietilene (riciclabile una sola volta) o di EVA.
Di estrema importanza è la trasparenza dei film plastici di copertura, in quanto ad una minore trasparenza corrisponde un
aumento del contenuto di nitrati nelle foglie.
Nei periodi più freddi è consigliabile la copertura delle piante con “tessuto non tessuto”, che permette di alzare la temperatura di 2-3°C.
5. IMPIANTO
Come materiale di propagazione si consiglia l’impiego di piantine allevate in contenitori alveolati di plastica o in cubetti di
torba pressata.
Lo stadio ottimale per il trapianto in coltura protetta è di piantine con 3-4 foglioline, mentre in pieno campo si possono utilizzare piantine con 2-3 foglioline.
Il sesto d’impianto varia secondo l’ambiente di coltura (tunnel o in pieno campo), tipo di terreno e tipi di lattughe.
Distanze consigliate per l’impianto
AMBIENTE DI COLTURA
In serra
DISTANZA
DISTANZA
DENSITÀ
tra le file (cm)
30 - 35
sulla fila (cm)
25 - 30
n. piante/ha
95.000 - 133.000
35
30 - 35
35
30 - 35
81.500
81.500 - 111.000
40
35 - 40
62.500 - 71.500
In pieno campo su terreno sabbioso
In pieno campo su terreno franco
Colture di tipologia “iceberg”
Si consiglia di appoggiare i cubetti all’interno di buchette create da rulli improntatori, avendo cura che il colletto resti fuori terra.
E’ opportuno fare seguire al trapianto un’irrigazione di soccorso.
6. CONCIMAZIONE
6.1.Fosforo e Potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
concimazione fosforo
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 26-38 t/ha:
Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r15 kg: se si prevedono produzioni infe- 70 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r15 kg: se si prevedono produzioni suriori a 26 t/ha;
normale;
periori a 38 t/ha;
r10 kg: in caso di apporto di ammen- 90 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r10 kg: in caso di basso tenore di sodanti alla coltura precedente;
scarsa;
stanza organica nel suolo;
r20 kg: dal terzo ciclo in poi in caso di 50 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r20 kg: per semine e/o trapianti effetcicli ripetuti.
elevata.
tuati prima del 5 maggio.
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Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
concimazione potassio
Note incrementi
Note decrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 26-38 t/ha:
Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r30 kg: se si prevedono produzioni infe- 150 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r30 kg: se si prevedono produzioni sune normale;
periori a 38 t/ha.
riori a 26 t/ha;
r30 kg: in caso di apporto di ammen- 220 kg/ha: in caso di terreni con dotaziodanti alla coltura precedente;
ne scarsa;
r20 kg: dal terzo ciclo in poi in caso di 80 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
cicli ripetuti.
elevata.
6.2. Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla Apporto di AZOTO standard in situazione Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse normale per una produzione di: 26-38 t/ aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ha:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 30 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
110 kg/ha di N
r20 kg: se si prevedono produzioni inferiori 26 t/ha;
r20 kg: se si prevedono produzioni superiori a 38 t/ha;
r20 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente;
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica;
r15 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r30 kg: in caso di successione ad un
cereale con paglia interrata;
r15 kg: in caso di successione a leguminosa;
r15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici
periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio);
r20 kg: dal terzo ciclo in poi in caso di
cicli ripetuti.
r20 kg: in caso di forti escursioni termiche e precipitazioni anomale durante
la coltivazione (dati bollettino).
Ad ogni intervento non sono ammessi quantitativi superiori a 60 kg/ha di azoto.
raccolta.
Al fine di ridurre accumuli di nitrati nei grumoli, le concimazioni azotate devono essere sospese almeno 14 giorni prima della
7. IRRIGAZIONE
La lattuga presenta elevati fabbisogni idrici, richiedendo costanti condizioni di elevata umidità nel terreno.
In tunnel si consiglia di adottare la microirrigazione associata alla pacciamatura del terreno.
Per le colture di pieno campo è consigliabile anche il sistema ad aspersione con ugelli a bassa pressione.
Il metodo ad aspersione non pone particolari problemi nelle prime fasi della coltura; invece durante la formazione del cespo, la bagnatura delle foglie facilita lo sviluppo di funghi patogeni quali botrite e peronospora.
8. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
9. RACCOLTA
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
Bollettino Ufficiale
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Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
MELANZANA
(Solanum melongena L.)
1. AMBIENTE
1.1. Clima
diverse.
Fra le solanacee da orto, la melanzana è quella con più elevate esigenze termiche, ma si adatta a condizioni di fotoperiodo
La ridotta intensità luminosa influisce negativamente sull’allegagione.
Parametri climatici idonei alla coltura
PARAMETRI CLIMATICI
Temperatura letale
VALORI DI RIFERIMENTO
2°C (parte vegetativa)
0°C (parte lignificata del fusto)
Temperatura minima biologica
12°C
Temperatura ottimale di germinazione del seme
Temperatura ottimale di accrescimento
25°C
25°C (vegetazione)
Temperatura ottimale per l’allegagione
18°C (radici)
20°C
1.2 Terreno
Anche se la melanzana si adatta ai diversi tipi di terreno, precocità e resa aumentano nei terreni caratterizzati da elevata
sofficità e capacità idrica.
Valori di riferimento per i parametri pedologici
PARAMETRI PEDOLOGICI
Tessitura
Drenaggio
pH
Salinità
Falda acquifera
Profondità utile
VALORI DI RIFERIMENTO
Franco, Franco-Sabbioso, Franco-Argilloso
Buono
Tra sub-acido (5,5) e neutro (7,0)
<5 mS/cm
>100 cm dal piano di campagna
³60 cm
2. AVVICENDAMENTO
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
3. PREPARAZIONE DEL TERRENO
E’ indispensabile adottare una sistemazione del terreno che impedisca il ristagno di acqua.
Per la coltivazione in pieno campo si consiglia un’aratura a circa 30 cm, mentre in tunnel può essere praticata una lavorazione alternativa con attrezzature idonee.
Al momento della definitiva preparazione del terreno è consigliata l’esecuzione di una porca in corrispondenza della fila,
per facilitare lo sgrondo dell’acqua.
Se la coltura è eseguita su terreno non pacciamato, si consiglia di effettuare la rincalzatura.
4. SCELTA VARIETALE
Nella scelta della cultivar di melanzana è necessario tenere presenti le specifiche esigenze dei mercati nei confronti della
forma (allungata, rotonda) e del colore (violetto, nero, bianco) dei frutti.
In tutti i casi sono da preferire cultivar dotate di resistenze anche parziali a Fusarium oxysporum f.sp. solani e a Verticillium dahliae.
5. IMPIANTO
5.1. Sesti di impianto
In tunnel sono consigliati cm 100 tra le file e cm 50-60 tra le piante sulla fila con allevamento libero; cm 30-40 con allevamento verticale a 2 o 3 branche.
sulla fila.
In pieno campo le piante sono normalmente lasciate sviluppare liberamente: la distanza tra le file è di cm 100 e cm 40-60
5.2. Materiale di propagazione
Si consiglia l’impiego di piantine previamente coltivate in contenitori alveolati.
Al momento del trapianto le piantine devono essere uniformemente sviluppate, robuste, sane, con 4-5 foglie vere.
Il vivaio fornitore delle piantine deve essere accreditato.
5.3. Modalità ed epoca di impianto
Le piantine devono essere collocate a dimora col pane di terra possibilmente integro.
Per la pianura lombarda, si consiglia di non anticipare il trapianto prima del 10 aprile.
5.4. Forma di allevamento
In pieno campo è consigliata la forma libera, senza ricorso al sostegno delle piante.
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Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
In coltura protetta, allo scopo di permettere una maggiore aerazione ed illuminazione, è consigliata la forma in verticale a
2 o 3 branche sorrette da fili verticali.
5.5. Innesto
L’impiego di portainnesti geneticamente resistenti è efficace per il controllo della verticilliosi causata da Verticillium dahliae
e dei nematodi galligeni del genere Meloidogyne.
Tra i numerosi portainnesti proposti, si consiglia l’impiego di Solanum torvum il quale, oltre che possedere entrambe le resistenze, presenta un apparato radicale molto sviluppato ed adatto a tutti i tipi di terreno.
6. CONCIMAZIONE
6.1. Fosforo e Potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
concimazione fosforo
Note decrementi
Quantitativo di P2O5 da sottrarre
(-) alla dose standard:
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione normale per una produzione di : 65-95 t/ha:
Quantitativo di P2O5 che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r30 kg: se si prevedono produzioni infe- 150 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r30 kg: se si prevedono produzioni suriori a 65 t/ha.
ne normale;
periori a 95 t/ha;
210 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r10 kg: in caso di basso tenore di sone scarsa;
stanza organica nel suolo.
75 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
Concimazione potassio
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di : 65 - 95 t/ha: Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r50 kg: se si prevedono produzioni infe- 250 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r50 kg: se si prevedono produzioni suriori a 65 t/ha.
ne normale;
periori a 95 t/ha.
300 kg/ha: in caso di terreni con dotazione scarsa;
120 kg/ha: in caso di terreni con dotazione elevata.
6.2. Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 65-95 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 50 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
250 kg/ha di N
(barrare le opzioni adottate)
Bollettino Ufficiale
– 95 –
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
r45 kg: se si prevedono produzioni inferiori 65 t/ha;
r45 kg: se si prevedono produzioni superiori a 95 t/ha;
r20 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente;
r15 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica.
r15 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r15 kg: in caso di successione a leguminosa.
Ad ogni intervento non sono ammessi quantitativi superiori a 60 kg/ha.
7. IRRIGAZIONE
E’ sconsigliata l’irrigazione per aspersione a causa della rapida diffusione di malattie, mentre è consigliata l’irrigazione localizzata con sistema a manichetta forata o a sorsi.
L’irrigazione per infiltrazione laterale è possibile quando tra le file è presente un solco sufficientemente profondo per evitare
che l’acqua bagni la base delle piante.
Indicativamente in pieno campo con l’irrigazione localizzata sono consigliati turni settimanali apportando volumi variabili
da 150 a 300 m3/ha in funzione dello stadio fenologico della pianta; con l’irrigazione per infiltrazione laterale i turni sono di 8-12 giorni.
8. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
9. RACCOLTA
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
MELONE
(Cucumis melo L.)
1. AMBIENTE
Il melone è un’orticola largamente coltivata nella regione Lombardia, con produzioni di elevato valore qualitativo; tuttavia al
fine di evitare eccessivi input tecnici è necessario verificare l’idoneità dell’area di coltivazione.
1.1. Clima
Parametri climatici idonei alla coltura
PARAMETRI CLIMATICI
Temperatura minima di sviluppo
VALORI DI RIFERIMENTO
12-15° C nel terreno e di 16-18 °C nell’aria
Temperature ottimali di accrescimento
18 °C
Temperature massime
Con valori superiori ai 35 °C si riduce notevolmente
Temperatura ottimale di allegagione
l’attività vegetativa con conseguenti aborti fiorali
20 °C
Luminosità
Un’elevata luminosità facilita la differenzazione di fiori
ermafroditi
1.2. Terreno
Valori consigliati per i parametri pedologici
PARAMETRI PEDOLOGICI (1)
Tessitura
Drenaggio
Falda
Profondità
pH
Calcare totale e attivo
Sostanza organica
Salinità
VALORI DI RIFERIMENTO
Franco, franco-argilloso
Buono (2)
A non meno di 1 m dal paino di campagna
Non inferiore a 50 cm
6,5 – 7,0
< 10
Buona dotazione
< 35 mS/cm
(1) Riferiti allo strato maggiormente esplorato dalle radici (circa 40 cm) .
(2) Drenaggio buono: l’acqua è rimossa dal suolo prontamente.
2. AVVICENDAMENTO
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
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3. PREPARAZIONE DEL TERRENO
Per i terreni franco-argillosi si consiglia un’aratura a cm 20-30, che può essere ridotta a cm 20-25 in caso sia abbinata a una
ripuntatura a cm 50-60.
E’ necessario evitare l’impiego di erpici rotativi ad asse orizzontale, allo scopo di non danneggiare la struttura del terreno con
successivi problemi di crosta e compattamento.
Dopo i lavori di amminutamento del terreno, è consigliabile sagomare il terreno sulla fila per favorire lo sgrondo delle acque.
Il terreno è pacciamato con film di polietilene (PE) bianco trasparente o fumé dello spessore di mm 0,05, sotto il quale è
collocata la manichetta forata per la fertirrigazione.
3.1. Struttura di protezione
Colture in tunnel grandi: si consiglia l’uso di tunnel in ferro-plastica, dotati di finestratura per favorire l’arieggiamento e contrastare l’insorgere di malattie fungine dell’apparato aereo.
Coltura in tunnel piccoli: si consiglia l’impiego di archetti di ferro o plastica che formano un tunnellino su ciascuna fila pacciamata. La cubatura consigliata, in questo caso, è quella che offre un rapporto m3/m2 di circa 0,60, corrispondente a cm 70-80 di
altezza e cm 80-90 di larghezza.
4. CURE COLTURALI
Arieggiamento: Particolare attenzione va posta nell’arieggiamento degli apprestamenti protettivi per mantenere la temperatura al di sotto dei 35°C.
Nei piccoli tunnel delle colture semiforzate si consiglia di eseguire graduali lacerazioni della plastica fino alla rimozione
completa della stessa, quando la temperatura raggiunge valori idonei per la coltura.
Trattamenti alleganti: si consiglia di porre all’interno o in prossimità della serra arnie di insetti pronubi (api o bombi).
5. IMPIANTO
5.1. Materiale di propagazione
Si consiglia l’utilizzo di piantine preventivamente preparate in contenitori alveolati.
Le piantine, messe a dimora con pane di terra integro, devono essere uniformemente sviluppate, robuste e sane.
5.2. Sesti d’impianto
Varia in funzione dell’ambiente di coltivazione (tunnel o pieno campo). Sono consigliate distanze di m 2-2,5 tra le file e di m
1-1,5 sulla fila.
5.3. Epoca di impianto
Negli ambienti lombardi vocati, per la coltura in tunnel è raccomandato il trapianto nella prima decade di marzo.
Nelle colture semiforzate si consiglia il trapianto dall’ultima decade di marzo alla prima o seconda decade di aprile, con
piantine di almeno 35 giorni di età.
6. CONCIMAZIONI
Per una corretta impostazione della concimazione si riportano i valori di asportazione dei principali elementi nutritivi per 1 t
di prodotto tal quale: 3,0; 1,7; 5,0 kg/t rispettivamente di N; P2O5; K2O.
6.1 Fosforo e Potassio
Tenuto conto della dotazione di elementi fertilizzanti nel terreno, delle asportazioni ad opera della coltura e considerando
una produzione di 35 t/ha di frutti, si riportano i parametri standard per la concimazione.
Concimazione fosforo
Note incrementi
Note decrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 che potrà essere agQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 35 t/ha:
giunto (+) alla dose standard:
dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r20 kg: se si prevedono produzioni infe- 125 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r25 kg: se si prevedono produzioni suriori a 35 t/ha.
ne normale;
periori a 35 t/ha;
200 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r20 kg: in caso di basso tenore di sone scarsa;
stanza organica nel suolo.
90 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
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Concimazione potassio
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 35 t/ha:
Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r20 kg: se si prevedono produzioni infe- 220 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r20 kg: se si prevedono produzioni suriori a 35 t/ha.
ne normale;
periori a 35 t/ha.
275 kg/ha: in caso di terreni con dotazione scarsa;
150 kg/ha: in caso di terreni con dotazione elevata.
6.2.Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 35 t/ha: Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni.
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
130 kg/ha di N
(barrare le opzioni adottate)
r20 kg: se si prevedono produzioni inferiori 35 t/ha;
r20 kg: se si prevedono produzioni superiori a 35 t/ha;
r20 kg: in caso di apporto di ammendante alla precessione;
r15 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica;
r15 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in presenza di terreni poco aerati e/o compattati (difficoltà di approfondimento dell’apparato radicale).
7. IRRIGAZIONE
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
8. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
9. RACCOLTA
Epoca: Solitamente viene individuata saggiando il distacco del frutto dal peduncolo, facilitato, a maturazione, dalla formazione di una cicatrice.
Modalità: La raccolta a mano è effettuata distaccando il frutto dal peduncolo, oppure tagliando lo stesso con appositi
coltelli, a cm 1-2 dall’inserzione nel frutto.
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PEPERONE
(Capsicum annuum L.)
1. AMBIENTE
1.1. Clima
La pianta è molto sensibile alle variazioni di temperatura e luminosità.
Parametri climatici idonei alla coltura
PARAMETRI CLIMATICI
Temperatura letale
Temperatura minima biologica
Temperatura ottimale germinazione seme
Temperatura ottimale di accrescimento (*)
VALORI DI RIFERIMENTO
Inferiore a 2°C
Non inferiore a 12°C (cv a frutto grosso) e a 10°C (cv a frutto
piccolo e polpa sottile)
25°C; tempo richiesto 10-12 giorni
26°C di giorno e 16°C di notte con luminosità elevata
Temperatura ottimale per la fioritura (*)
Temperatura ottimale per l’allegagione (*)
20°C di giorno e 14°C di notte con luminosità scarsa
26°-35°C di giorno con modeste escursioni termiche notturne
26°-32°C di giorno; 16°C di notte
(*) Man mano che la pianta si carica di frutti, diventa meno sensibile ai valori indicati
1.2 TERRENO
La pianta di peperone esige un terreno profondo costantemente ben areato.
Valori di riferimento per i parametri pedologici
PARAMETRI PEDOLOGICI
Tessitura
Profondità utile
Drenaggio
pH
Salinità
Falda acquifera
VALORI DI RIFERIMENTO
Franco, franco-sabbioso; franco-argilloso
³ 70 cm
Ottimo (non sopporta l’asfissia radicale)
Tra sub-acido (5,5) e neutro (7,0)
< 5 mS/cm
> 100 cm dal piano di campagna
2. AVVICENDAMENTO
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
3. PREPARAZIONE DEL TERRENO
E’ indispensabile adottare una sistemazione del terreno che impedisca il ristagno di acqua.
Per la coltivazione in pieno campo si consiglia un’aratura a circa cm 30, mentre in tunnel può essere praticata una lavorazione alternativa con attrezzature idonee.
La preparazione del terreno può essere eseguita in piano o a solchi; nel primo caso è raccomandata l’esecuzione di una
sagomatura in corrispondenza della fila allo scopo di evitare che il terreno in prossimità del colletto rimanga bagnato dopo l’irrigazione, condizione favorevole allo sviluppo della malattia fungina nota come “cancrena pedale”.
In entrambi i casi è ammessa la pacciamatura del terreno.
4. SCELTA VARIETALE
La scelta varietale è in funzione delle esigenze del mercato e della destinazione del prodotto.
5. IMPIANTO
5.1. Sesti di impianto
Sia in coltura protetta che in pieno campo è possibile realizzare impianti a file singole o a file binate.
La distanza consigliata tra file singole è cm 100-120, tra le bine cm 150, tra le file della bina cm 60. Tra le piante la distanza
varia da 30 a 50 cm, in funzione della cultivar e della forma di allevamento.
5.2. Materiale di propagazione
Si consiglia l’impiego di piantine previamente coltivate in contenitori alveolati. Le piantine devono essere uniformemente
sviluppate, robuste e sane.
Per le coltivazioni in tunnel possono essere trapiantate piantine fino al primo abbozzo fiorale visibile; per il pieno campo si
consigliano piantine con 4-5 foglie vere.
Il vivaio fornitore delle piantine deve essere accreditato.
5.3. Modalità ed epoca di impianto
Le piantine devono essere collocate a dimora col pane di terra integro.
Nelle condizioni della pianura lombarda per colture in tunnel si consiglia il trapianto non prima del 25 marzo, mentre in pieno
campo non prima del 30 aprile.
5.4. Forma di allevamento
Forma libera, senza ricorso al sostegno delle piante. Consigliata in pieno campo per prodotto da destinare all’industria,
utilizzando cultivar a internodi corti, fioritura ed allegagione precoci, maturazione concentrata.
Forma a spalliera. Consigliata sia in tunnel sia in pieno campo. La vegetazione è sostenuta da fili orizzontali distanti 8-10 m.
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ticali.
Forma in verticale. Consigliata in tunnel per cicli lunghi. E’ realizzata allevando piante a 2, 3 o 4 branche, sorrette da fili ver-
5.5. Innesto
L’impiego di portainnesti geneticamente resistenti è efficace per il controllo della cancrena pedale causata dal fungo patogeno Phytophthora capsici e dei nematodi galligeni del genere Meloidogyne.
6. CONCIMAZIONE
6.1. Fosforo e potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
concimazione fosforo
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 40-60 t/ha:
Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r20 kg: se si prevedono produzioni infe- 75 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r20 kg: se si prevedono produzioni suriori a 40 t/ha.
normale;
periori a 60 t/ha;
150 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r10 kg: in caso di basso tenore di sone scarsa;
stanza organica nel suolo.
50 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
concimazione potassio
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 40 - 60 t/ha: Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r50 kg: se si prevedono produzioni infe- 250 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r50 kg: se si prevedono produzioni suriori a 40 t/ha.
ne normale;
periori a 60 t/ha.
300 kg/ha: in caso di terreni con dotazione scarsa;
120 kg/ha: in caso di terreni con dotazione elevata.
6.2. Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione
concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 40-60 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 40 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
160 kg/ha di N
– 100 –
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r35 kg: se si prevedono produzioni inferiori 40 t/ha;
r35 kg: se si prevedono produzioni superiori a 40 t/ha;
r20 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente;
r15 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica.
r15 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica.
Gli apporti massimi consentiti di concime azotato sono da frazionare in almeno 3 volte.
7. IRRIGAZIONE
Non è ammessa l’irrigazione per aspersione a causa della rapida diffusione di malattie, mentre è consigliata l’irrigazione
localizzata con sistema a manichetta forata o a sorsi.
L’irrigazione per infiltrazione laterale è possibile quando tra le file è presente un solco sufficientemente profondo, per evitare
che l’acqua bagni la base delle piante.
Con l’irrigazione localizzata sono consigliati turni settimanali, apportando volumi variabili da 100 a 250 m3/ha in funzione
dello stadio fenologico della pianta; con l’irrigazione per infiltrazione laterale i turni sono di 8-12 giorni.
8. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
9. RACCOLTA
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
POMODORO DA INDUSTRIA
(Lycopersicon lycopersicum L.)
1. AMBIENTE
1.1. Clima
Parametri climatici idonei alla coltura.
PARAMETRI CLIMATICI
Temperatura media annua
Temperatura letale
Temperature minima e massima biologica
Umidità relativa
VALORI DI RIFERIMENTO
Non inferiore a 10°C
– 2°C
Si consigliano aree di coltivazione che per lunghi periodi presentino temperature inferiori o superiori rispettivamente a 10 e 35°C
Si sconsigliano aree caratterizzate da umidità stagnante con persistente presenza di rugiade
1.2. Terreno
Valori consigliati per i parametri pedologici
PARAMETRI PEDOLOGICI (1)
Tessitura
Drenaggio
Profondità
pH
VALORI DI RIFERIMENTO
Franco, franco-argilloso
Buono
Non inferiore a 40 cm
6,0 - 7,5
(1) Riferiti allo strato maggiormente esplorato dalle radici
2. AVVICENDAMENTO
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
3. PREPARAZIONE DEL TERRENO
Per terreni franco-argillosi si deve effettuare una lavorazione nell’estate precedente alla profondità di circa 30 cm. E’ consigliato un intervento di ripuntatura.
Per i terreni di franchi l’aratura può essere eseguita in prossimità del trapianto.
Allo scopo di facilitare la raccolta meccanica del prodotto, è indispensabile livellare accuratamente la superficie del terreno
prima del trapianto delle piantine.
E’ necessario evitare l’impiego di erpici rotanti ad asse orizzontale per la lavorazione superficiale del terreno, allo scopo di
non danneggiarne la struttura fisica con successivi problemi di compattamento ed asfissia.
4. SCELTA VARIETALE
Le principali caratteristiche che determinano la scelta della cultivar sono destinazione, produttività, stabilità produttiva, resistenza alle malattie, elevato residuo refrattometrico (°Brix) e contemporaneità di maturazione.
Bollettino Ufficiale
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La lunghezza del ciclo produttivo della cultivar, unita all’epoca di trapianto (anticipato o ritardato), sono i due fattori che
consentono di allungare il periodo di conferimento del prodotto all’industria.
4.1 Cure colturali
Sono consigliabili, specialmente nei terreni argillosi, interventi di sarchiatura con lo scopo di controllare le infestanti e di limitare le perdite di umidità e di mantenere nel terreno un adeguato equilibrio tra macro e micro porosità.
5. IMPIANTO
Le epoche di semina e trapianto sotto indicate fanno riferimento alla pianura lombarda.
5.1. Semina diretta
E’ obbligatorio l’uso di seme certificato.
L’epoca di semina consigliata è compresa tra la 3a decade di marzo e la 3a decade di aprile.
Sesti di impianto: definitivi dopo il diradamento; sulla fila 13-16 cm; tra le file 130-150 cm.
E’ consigliata la semina di precisione e l’uso di seme confettato.
Profondità di semina: 2-4 cm in funzione della tessitura del terreno (più profonda per terreni sciolti).
5.2. Trapianto
E’ consigliato per le cultivar ad elevato costo del seme, e per conseguire il massimo livello di contemporaneità di maturazione indispensabile per la raccolta meccanica del prodotto.
Epoche di trapianto per produzioni precoci: dal 20 al 30 aprile.
Epoche di trapianto per produzioni tardive: massimo 15 giugno.
Sesti di impianto: sulla fila 20 cm per cultivar con piante a sviluppo ridotto, e 25 cm per cultivar vigorose; tra le file 130-150 cm
in funzione dei mezzi meccanici utilizzati.
Il vivaio fornitore delle piantine deve essere accreditato.
6. CONCIMAZIONE
6.1 Fosforo e Potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Concimazione fosforo
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 65-95 t/ha:
Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r30 kg: se si prevedono produzioni infe- 130 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r30 kg: se si prevedono produzioni suriori a 65 t/ha;
ne normale;
periori a 95 t/ha;
r10 kg: in caso di apporto di ammen- 190 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r10 kg: in caso di basso tenore di sodanti alla coltura precedente.
ne scarsa;
stanza organica nel suolo.
80 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
Concimazione potassio
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 65-95 t/ha:
Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r40 kg: se si prevedono produzioni infe- 200 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r50 kg: se si prevedono produzioni suriori a 65 t/ha;
ne normale;
periori a 95 t/ha.
r30 kg: in caso di apporto di ammen- 250 kg/ha: in caso di terreni con dotaziodanti alla coltura precedente.
ne scarsa;
120 kg/ha: in caso di terreni con dotazione elevata.
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Bollettino Ufficiale
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6.2. Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione
Concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 65-95 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 40 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
130 kg/ha di N
r20 kg: se si prevedono produzioni inferiori 65 t/ha;
r20 kg: se si prevedono produzioni superiori a 95 t/ha;
r20 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente;
r15 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica;
r15 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r30 kg: in caso di successione ad un
cereale con paglia interrata;
r20 kg: se si utilizzano varietà ad elevata
vigoria;
r15 kg: in caso di forte dilavamento
invernale (es. pioggia superiore a 300
mm nel periodo ottobre-febbraio);
r15 kg: in caso di successione a leguminose.
r20 kg: se si utilizzano cv a bassa vigoria;
r20 kg: in caso di terreni poco areati o
compatti (difficoltà di approfondimento dell’apparato radicale);
r20 kg: con di forti escursioni termiche e
precipitazioni anomale durante la coltivazione (dati bollettino).
Per ridurre al minimo le perdite dovute ai fenomeni di lisciviazione, l’apporto di azoto, se supera le 60 unità, è ammesso solo
se frazionato in almeno due interventi: un 50% subito prima dell’impianto ed il rimanente in copertura.
7. IRRIGAZIONE
Il pomodoro da industria, come altre solanacee, è molto sensibile sia alla carenza idrica, sia al ristagno. I principali parametri da considerare per una corretta irrigazione sono:
Fase fenologica. E’ indispensabile intervenire appena dopo il trapianto con un intervento (20 mm) per favorire l’attecchimento delle piantine. Un secondo momento critico si manifesta nel periodo dell’espansione dell’apparato fogliare con contemporanea emissione dei fiori (una carenza idrica può provocare cascola di fiori). Indispensabile è inoltre la disponibilità
idrica nella fase che va dall’allegagione alla invaiatura per sostenere l’ingrossamento dei frutti. Carenze di acqua in questa
fase possono inoltre concorrere alla fisiopatia nota come marciume apicale.
Metodo di irrigazione. Essendo ancora poco diffusa per gli elevati costi l’irrigazione a microportata, il metodo consigliato è
quello per aspersione.
Turno irriguo. Si consiglia l’esecuzione delle bagnature nelle ore più fresche del giorno, o la notte.
Gli interventi irrigui per adacquata non devono mai essere superiori ai 35-40 mm.
L’interruzione dell’irrigazione va prevista almeno 25 gg prima della raccolta.
8. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
9. RACCOLTA
Il pomodoro da industria si raccoglie in un’unica soluzione. In fase di raccolta si deve procedere alla selezione eliminando
le bacche verdi, scottate, spaccate o marce, e l’eventuale terreno raccolto.
10%.
Il giusto stadio di maturazione è caratterizzato dalle bacche di uniforme colore rosso e da percentuali di marcio inferiori al
Dopo la raccolta sono da evitare soste con prodotto accumulato, al fine di impedire sviluppo di microrganismi e scadimento
qualitativo del prodotto. Evitare inoltre dopo la raccolta la sosta del prodotto in luoghi soleggiati.
Si consiglia di consegnare il prodotto non oltre 12 ore dalla raccolta.
Bollettino Ufficiale
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POMODORO DA MENSA
(Lycopersicon lycopersicum L.)
1. AMBIENTE
Il pomodoro da mensa in Lombardia è coltivato essenzialmente in tunnel, pertanto il presente disciplinare riguarda esclusivamente la coltura protetta. Per eventuali coltivazioni in pieno campo vale il disciplinare del pomodoro da industria, salvo le parti
relative alla scelta varietale e alla raccolta.
1.1. Clima
Temperatura, fotoperiodo e intensità luminosa sono i fattori climatici che condizionano lo sviluppo e la produzione del pomodoro da mensa in coltura protetta.
Parametri climatici idonei alla coltura
PARAMETRI CLIMATICI
Germinazione semi
Temperatura minima letale
Temperatura minima di crescita
Temperatura ottimale di crescita
Temperatura minima per la vitalità del polline
Temperatura ottimale di fioritura
Temperatura massima biologica oltre la quale
VALORI DI RIFERIMENTO
24°C (minimo 12°C)
<2°C
12°C
20-24°C secondo l’intensità luminosa
13-15°C
21°C
35°C
si verificano aborti fiorali e cascola
1.2. Terreno
La coltura di pomodoro da mensa si adatta ad ogni tipo di terreno, ma i migliori risultati con il minimo input chimico sono
realizzabili nei terreni fertili, profondi e sciolti.
Valori consigliati per i parametri pedologici
PARAMETRI PEDOLOGICI (1)
Tessitura
Drenaggio
Falda d’acqua
Profondità utile
Calcare attivo
pH
Salinità
VALORI DI RIFERIMENTO
Franco, franco-sabbioso, franco-argilloso
Buono
<1m dal piano di campagna
>70 cm
<10%
tra subacido (5,5) e neutro (7,0)
£ 5 mS/cm
(1) Riferiti allo strato di terreno maggiormente esplorato dalle radici (circa 50 cm)
2. AVVICENDAMENTO
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
3. PREPARAZIONE DEL TERRENO
3.1. Coltura su terreno
Se il terreno è libero dagli archi metallici che sostengono il film plastico, è consigliabile un’aratura di circa 30 cm, associata
eventualmente alla ripuntatura profonda 60-70 cm.
Sotto gli archi metallici il terreno deve essere lavorato con altri mezzi, evitando però erpici rotanti ad asse orizzontale che,
danneggiando la struttura, determinano successivi problemi di compattamento ed anossia.
Al termine del lavoro di affinamento, il terreno dovrebbe essere leggermente baulato in corrispondenza di ciascuna fila di
piante, per favorire lo sgrondo dell’acqua e, subito dopo, pacciamato con film nero o fumé dello spessore di 0,05 mm, sotto il quale
è collocata la manichetta per l’irrigazione.
Su terreni sciolti si consiglia la pacciamatura totale della superficie, mentre su quelli di medio impasto o tendenzialmente
argillosi, la superficie coperta con film non deve essere superiore al 70% del totale (lasciando libera la parte centrale dell’interfila),
allo scopo di evitare problemi di asfissia radicale.
3.2. Coltura fuori suolo
La pianta di pomodoro risponde bene ai diversi sistemi di coltivazione fuori suolo.
La coltivazione su substrato, con dispersione della soluzione nutritiva percolata (ciclo aperto), è la più facile da realizzare, e
fornisce risultati produttivi e qualitativi paragonabili o superiori alla coltura tradizionale su suolo.
Si consiglia di mantenere tra 15% e 20% il volume di soluzione percolata dai contenitori (sul volume totale fornito alla coltura), e di utilizzare substrati già collaudati (es. pula di riso, miscele di questa con torba, argilla espansa, etc.), disponibili ad un prezzo
più conveniente della lana di roccia.
La coltivazione a ciclo chiuso (anche parziale) su substrato o in canaletta a scorrimento impone periodiche analisi chimiche
della soluzione nutritiva, al fine di evitare, col tempo, accumuli o depauperamenti di alcuni elementi minerali, dannosi per la pianta.
Per la coltura a ciclo aperto su substrato la soluzione percolata dai sacchi di coltura non può essere dispersa nel terreno
su cui sono appoggiati; pertanto il terreno deve essere pacciamato e la soluzione nutritiva percolata deve essere raccolta in apposite cisterne e distribuita su colture di pieno campo, preferibilmente foraggere.
4. SCELTA VARIETALE
Esiste in commercio un’ampia scelta varietale, adeguata ad ogni esigenza del mercato. Nella scelta delle cultivar è es-
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tremamente importante privilegiare quelle dotate di resistenze genetiche, non solo dichiarate dalle ditte sementiere, ma accertate
in specifiche prove condotte da Enti pubblici italiani.
4.1 Strutture di protezione
In Lombardia sono utilizzati quasi esclusivamente tunnel semplici o multipli, formati da archi metallici e copertura con film
plastico in EVA.
Si consiglia un’altezza al colmo di 2,5-3,0 m ed un rapporto volume/superficie di 3/2.
Ai fini di una migliore regolazione della temperatura e dell’ umidità si consiglia di orientare i tunnel in direzione est-ovest e
di munire gli stessi di sistemi di apertura sia ai due estremi, sia su due lati.
4.2 Cure colturali
4.2.1 Forma di allevamento
La pianta di pomodoro in coltura protetta è allevata in verticale. Per il sostegno sono utilizzati frequentemente fili verticali,
legati in alto (a circa 2 m) ad un cavo di ferro o di acciaio, e in basso alla base della pianta. Ad iniziare dal 2° palco fiorale la nuova
vegetazione è avvolta sullo spago che così la sostiene.
4.2.2 Scacchiatura
L’allevamento verticale impone la soppressione di tutti i germogli ascellari che si differenziano all’inserzione delle foglie, lasciando quindi crescere solo quello principale.
L’eliminazione dei germogli deve avvenire il più precocemente possibile, per non creare lesioni gravi che possono essere
sede di infezioni patologiche.
4.2.3 Cimatura
Consiste nell’eliminazione dell’apice vegetativo sopra il 5°- 6° palco fiorale, ridotto talvolta al 2°- 3° quando si vogliono produzioni molto anticipate. La scelta di cimare o meno le piante e l’altezza di cimatura sono stabilite in base alla pianificata lunghezza
del ciclo colturale.
4.2.4 Trattamenti alleganti
Non è ammesso l’uso di ormoni alleganti.
Recentemente è iniziato anche in Italia l’utilizzo di insetti pronubi (bombi) che svolgono un’ottima azione impollinante. Si
consiglia il loro impiego a partire dal mese di aprile utilizzando una arnia su una superficie coperta di circa 1000 m2.
Qualora in prossimità della serra vi siano colture in fiore appetite ai bombi, si consiglia di applicare reti alle aperture onde
evitare che i bombi escano dalle serre.
5. IMPIANTO
Materiale di propagazione. Si consiglia di utilizzare piantine di circa 50 giorni, allevate in contenitori alveolati, alte 15-20 cm,
robuste, sane, e con il primo palco fiorale già abbozzato.
Per coltivazioni fuori suolo le piantine devono essere ottenute in appositi cubi di lana di roccia di lato non inferiore a 9 cm.
Le piantine devono essere prodotte da un vivaista accreditato.
Epoca di trapianto. In tunnel non dovrebbe avvenire prima della metà di marzo per inizi raccolta a metà maggio. I trapianti successivi, fino a metà giugno, sono in grado di fornire produzioni estive e/o autunnali.
Sesti di impianto. Distanze non inferiori a 100 cm tra le file e 35 cm sulla fila, corrispondenti ad un numero massimo di
28.500 piante ad ettaro.
Utilizzando cultivar dotate di elevato vigore della pianta, si consiglia di mantenere una distanza non inferiore a 40 cm tra le
piante sulla fila.
Per le colture fuori suolo su substrato si consigliano: 2 piante per sacco, file binate con distanza di cm 70 tra le due file; tra
le bine cm 130.
6. CONCIMAZIONI
6.1. Fosforo e Potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Concimazione fosforo
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 90-140 t/ha: Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r30 kg: se si prevedono produzioni infe- 150 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r30 kg: se si prevedono produzioni suriori a 90 t/ha;
ne normale;
periori a 110 t/ha;
r10 kg: in caso di apporto di ammen- 220 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r10 kg: in caso di basso tenore di sone scarsa;
stanza organica nel suolo.
danti alla coltura precedente.
0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
Concimazione potassio
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Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 90 - 140 t/ha: Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r50 kg: se si prevedono produzioni infe- 250 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r50 kg: se si prevedono produzioni sune normale;
periori a 140 t/ha.
riori a 90 t/ha;
r30 kg: in caso di apporto di ammen- 300 kg/ha: in caso di terreni con dotaziodanti alla coltura precedente.
ne scarsa;
180 kg/ha: in caso di terreni con dotazione elevata.
6.2. Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione
Concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 90-140 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
DOSE STANDARD:
tutte le situazioni è di: 40 kg/ha:
230 kg/ha di N
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r30 kg: se si prevedono produzioni inferiori 90 t/ha;
r30 kg: se si prevedono produzioni superiori a 140 t/ha;
r20 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente;
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica.
r20 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica.
Tutto l’azoto minerale deve essere distribuito, a partire dal trapianto, preferibilmente attraverso l’irrigazione (fertirrigazione).
7. IRRIGAZIONE
Il pomodoro da mensa richiede un costante e corretto apporto d’acqua, da aumentare con l’età della pianta e con la
temperatura.
Lo stress determinato da un apporto d’acqua dopo un’acuta carenza, si manifesta principalmente come marciume apicale dei frutti (più frequente per le cultivar a frutto allungato) e con maggiore frequenza di frutti piccoli e difettosi.
Schema irriguo consigliato su terreno tendenzialmente sciolto
FASE
1
2
3
4
5
6
7
PERIODO
marzo (pretrapianto)
aprile (sino ad attecchimento)
aprile (fioritura 1° - 2° palco)
maggio (pre-raccolta)
maggio (inizio produzione)
giugno (produzione)
luglio (produzione)
QUANTITÀ D’ACQUA
NUMERO DI
(l/m di manichetta)
5-10
5-10
13,5
11,6
15,5
19,8
22,0
INTERVENTI IRRIGUI
unico
2-4 volte
1 per settimana
2 per settimana
2 per settimana
2 per settimana
2 per settimana
Si consiglia di controllare i volumi d’acqua impiegati attraverso un contatore
ESEMPIO: Tunnel m 70 x 4 file pacciamate = m 280 di manichetta
In fase 5 (15,5 l/m) 280 x 15,5 = 4.340 litri d’acqua, 2 volte alla settimana (più l’eventuale volume di riempimento delle linee)
8. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
La pacciamatura del terreno nella coltura del pomodoro in tunnel è in grado di limitare fortemente lo sviluppo delle infestanti, un controllo completo è realizzato attraverso scerbature manuali.
E’ obbligatorio attenersi alle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
9. RACCOLTA
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
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PORRO
(Allium porrum L.)
1. AMBIENTE
Il porro presenta una grande adattabilità alle più diverse condizioni pedo-climatiche; tuttavia al fine di evitare eccessivi
input tecnici e per raggiungere elevati standard quantitativi e qualitativi della produzione, è necessario verificare l’idoneità dell’area
di coltivazione.
1.1 Clima
Parametri climatici idonei alla coltura
PARAMETRI CLIMATICI
Basse temperature
Temperature ottimali di accrescimento
Temperatura massima
VALORI DI RIFERIMENTO
Resiste a temperature inferiori a 0°C
18 - 22°C
<30°C
1.2.Terreno
Valori consigliati per i parametri pedologici
PARAMETRI PEDOLOGICI (1)
Tessitura
Drenaggio
Profondità
pH
Sostanza organica
Salinità
VALORI DI RIFERIMENTO
Franco, franco-argilloso
Buono (2)
Non inferiore a 50 cm
6,0 - 7,0; evitare i terreni a reazione acida
Buona dotazione
< a 4 mS /cm
(1) Riferiti allo strato maggiormente esplorato dalle radici
(2) Drenaggio buono: l’acqua è rimossa dal suolo prontamente
2. AVVICENDAMENTO
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
3. PREPARAZIONE DEL TERRENO
Per i terreni franco-argillosi l’aratura deve essere effettuata a circa cm 30 che può essere ridotta a cm 20-25 in caso sia abbinata a una ripuntatura a cm 50-60.
Per le cv a semina primaverile e nei terreni franco-argillosi è preferibile l’aratura nell’estate-autunno precedente; per le cv a
semina estivo-autunnale si consiglia la preparazione del terreno all’inizio di agosto.
Un’accurata sistemazione del terreno, è necessaria al fine di facilitare la semina ed evitare ristagni idrici.
4. SCELTA VARIETALE
La scelta varietale in porro è fondamentale per garantire il successo della coltivazione. I principali parametri da tenere in
considerazione sono:
- destinazione del prodotto (mercato fresco o trasformazione industriale);
- epoca di produzione (cv estive, autunnali ed invernali).
Dal punto di vista merceologico le cv possono essere distinte in base alla lunghezza del “falso fusto” che viene considerato
“corto” quanto presenta una lunghezza di 15-20 cm, “medio” con lunghezza di 20-30 cm, e “lungo” quando raggiunge i 30-40 cm.
5. IMPIANTO
Generalmente sconsigliata la semina diretta, che non consente l’ottenimento di prodotto omogeneo e di idonea lunghezza; la tecnica utilizzata è il trapianto delle piantine ottenute in semenzaio o in contenitori alveolati. Le piantine pronte per il trapianto
devono avere almeno 4-5 foglie ed un’altezza di 15-20 cm.
Il vivaio fornitore delle piantine deve essere accreditato.
I sesti di impianto consigliati sono 40-60 cm tra le file e 7-15 cm sulla fila per investimento colturale di 20-30 piante/m2. L’aumento della densità di coltivazione consente più precocità e maggiore uniformità del prodotto a discapito della sua dimensione.
6. CONCIMAZIONI
6.1. Fosforo e Potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Concimazione fosforo
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 30 - 45 t/ha: Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
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r10 kg: se si prevedono produzioni infe- 40 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r20 kg: se si prevedono produzioni suriori a 30 t/ha.
normale;
periori a 45 t/ha;
r10 kg: con apporto di ammendante 80 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r10 kg: in caso di basso tenore di soalla coltura precedente.
scarsa;
stanza organica nel suolo.
20 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
Concimazione potassio
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 30- 45 t/ha:
Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r40 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 30 t/ha;
100 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r40 kg: se si prevedono produzioni sune normale;
periori a 45 t/ha.
r40 kg: con apporto di ammendante
alla coltura precedente.
150 kg/ha: in caso di terreni con dotazione scarsa;
50 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
6.2 Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 30 - 45 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 40 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
110 kg/ha di N
r30 kg: se si prevedono produzioni inferiori 30 t/ha;
r40 kg: se si prevedono produzioni superiori a 45 t/ha;
r30 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r30 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica;
r30 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente;
r40 kg: in caso di successione ad un
cereale con paglia interrata;
r20 kg: in caso di successione a leguminosa.
r30 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici
periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio).
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7. IRRIGAZIONE
Nel caso di cv invernali con trapianto in giugno-luglio è indispensabile intervenire appena dopo il trapianto con un intervento (20 mm) per consentire l’attecchimento e successivamente durante l’ingrossamento del “fusto” in caso di autunni poco piovosi.
Il metodo consigliato è quello per aspersione.
8. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
9. RACCOLTA
La raccolta va effettuata manualmente o meccanicamente quando il “fusto” raggiunge la dimensione commerciale, che
varia sensibilmente in funzione della cv utilizzata e della destinazione del prodotto.
Dopo la raccolta le piante sono private dalle radici e delle foglie più esterne e quindi sottoposte all’accorciamento delle
foglie (capitozzatura) facendone rimanere non più di 10-12 cm.
PREZZEMOLO
(Petroselium sp.)
1. AMBIENTE
Il prezzemolo presenta una adattabilità a diverse condizioni pedo-climatiche; tuttavia al fine di evitare eccessivi input tecnici
e per raggiungere elevati standard quantitativi e qualitativi della produzione, è necessario verificare l’idoneità dell’area di coltivazione.
1.1 Clima
Parametri climatici idonei alla coltura
PARAMETRI CLIMATICI
VALORI DI RIFERIMENTO
Basse temperature
La soglia termica di sviluppo è di 13-15 °C
Temperature ottimali di accrescimento
18-20°C
1.2.Terreno
Valori consigliati per i parametri pedologici
PARAMETRI PEDOLOGICI (1)
VALORI DI RIFERIMENTO
Tessitura
Franco
Drenaggio
Buono
pH
6,0 – 7,5
Calcare totale e attivo
< 10
Tessitura
Franco
Drenaggio
Buono
2. AVVICENDAMENTO
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale per colture di IV gamma.
3. PREPARAZIONE DEL TERRENO
Si consiglia una lavorazione principale di 30-35 cm di profondità. Prima della semina, il terreno deve essere finemente lavorato. Si consiglia una accurata sistemazione del terreno per evitare dannosi ristagni.
4. SCELTA VARIETALE
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
5. IMPIANTO
L’epoca di semina è principalmente concentrata nei periodi primaverile ed autunnale.
L’impianto è realizzato attraverso semina diretta, anche se talvolta viene utilizzato il trapianto di piantine allevate in cubetti di
torba precompressi (tecnica utilizzata per il prezzemolo riccio).
La semina diretta può essere effettuata a spaglio oppure a file distanti 10-15 cm impiegando 0,3 – 0,4 g di seme per m2.
6. CONCIMAZIONI
6.1. Fosforo e Potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione
riferiti ad ogni taglio.
Bollettino Ufficiale
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Concimazione fosforo
PREZZEMOLO (Petroselinum sp.) (APPORTI PER TAGLIO) – CONCIMAZIONE FOSFORO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 8- 10 t/ha:
Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r5 kg: se si prevedono produzioni inferio- 10 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r5 kg: se si prevedono produzioni supenormale;
riori a 10 t/ha;
ri a 8 t/ha;
r5 kg: con apporto di ammendante 15 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r5 kg: in caso di basso tenore di sostanalla coltura precedente.
scarsa;
za organica nel suolo.
5 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
Concimazione potassio
PREZZEMOLO (Petroselinum sp.) (APPORTI PER TAGLIO) – CONCIMAZIONE POTASSIO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 8- 10 t/ha:
Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r5 kg: se si prevedono produzioni inferio- 20 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r10 kg: se si prevedono produzioni suri a 8 t/ha;
normale;
periori a 10 t/ha.
r5 kg: con apporto di ammendante 40 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
alla coltura precedente.
scarsa;
10 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
6.2. Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione
riferito ad ogni taglio.
PREZZEMOLO (Petroselinum sp.) (APPORTI PER TAGLIO) – CONCIMAZIONE AZOTO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 8 - 10 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 10 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
20 kg/ha di N
r5 kg: se si prevedono produzioni inferiori 8 t/ha;
r10 kg: se si prevedono produzioni superiori a 10 t/ha;
r5 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r10 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica.
r5 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente.
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Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
7.IRRIGAZIONE
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
8. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
9.RACCOLTA
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
In aggiunta si consiglia lo sfalcio quando la pianta ha raggiunto la giusta pezzatura commerciale (15-20 cm). La conservazione in frigo avviene ad una temperatura di 0°C per un periodo massimo di 15 giorni.
RAVANELLO
(Raphanus sativus L.)
1. AMBIENTE
1.1. Clima
Valori consigliati per i parametri pedologici
PARAMETRI CLIMATICI
Basse temperature
Temperature ottimali di accrescimento
VALORI DI RIFERIMENTO
La soglia termica di sviluppo è di 13-15 °C
18-20°C
1.2. Terreno
Valori di riferimento per i parametri pedologici
PARAMETRI PEDOLOGICI
Tessitura
Drenaggio
pH
Sostanza organica
Salinità
Calcare totale e attivo
VALORI DI RIFERIMENTO
Franco
Buono (2)
6,0 – 7,0
Buona dotazione
Moderatamente tollerante 1500-2500 µS/cm
< 10
2. AVVICENDAMENTO
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
3. PREPARAZIONE DEL TERRENO
Si consiglia una lavorazione principale di 30-35 cm di profondità. Prima della semina, il terreno deve essere finemente lavorato. Si consiglia una accurata sistemazione del terreno per evitare dannosi ristagni.
4. SCELTA VARIETALE
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
5. IMPIANTO
L’epoca di coltivazione è principalmente concentrata nei periodi primaverile ed autunnale.
L’impianto è realizzato attraverso la semina diretta che può essere effettuata a spaglio o più frequentemente a file. Il sesto
d’impianto consigliato è 10-15 cm tra le file e 4-5 cm sulla fila.
Si utilizzano 4 - 8 kg di seme con semina manuale e da 2 a 3 kg/ha con semina meccanica di precisione.
6. CONCIMAZIONI
6.1. Fosforo e Potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Concimazione fosforo
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 25 - 35 t/ha: Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
Bollettino Ufficiale
– 111 –
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
r10 kg: se si prevedono produzioni infe- 70 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r10 kg: se si prevedono produzioni sunormale;
riori a 25 t/ha;
periori a 35 t/ha;
r10 kg: con apporto di ammendante 90 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r10 kg: in caso di basso tenore di soscarsa;
alla coltura precedente.
stanza organica nel suolo.
50 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
Concimazione potassio
Note incrementi
Note decrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 25 - 35 t/ha: Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r20 kg: se si prevedono produzioni infe- 90 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r20 kg: se si prevedono produzioni sunormale;
riori a 25 t/ha;
periori a 35 t/ha.
r30 kg: con apporto di ammendante 120 kg/ha: in caso di terreni con dotazione scarsa;
alla coltura precedente.
60 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
6.2. Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 25 - 35 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 30 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
80 kg/ha di N
r20 kg: se si prevedono produzioni inferiori 25 t/ha;
r20 kg: se si prevedono produzioni superiori a 35 t/ha;
r15 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente;
r30 kg: in caso di successione ad un
cereale con paglia interrata;
r15 kg: in caso di successione a leguminosa.
r15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici
periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio).
r20 kg: in caso di forti escursioni termiche e precipitazioni anomale durante
la coltivazione
7. IRRIGAZIONE
Per questa specie è importante mantenere il più possibile costante il livello di umidità del terreno, evitando stress idrici che
potrebbero favorire l’indurimento della radice e l’aumento della piccantezza. Si consigliano pertanto frequenti interventi irrigui con
bassi volumi di adacquamento. Il sistema consigliato è quello per aspersione.
8. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
9. RACCOLTA
La raccolta si effettua a mano o a macchina a 30-60 giorni dalla semina a seconda delle condizioni climatiche e della
cultivar prescelta. E’ importante non ritardare la raccolta per evitare scadimenti qualitativi della radice (polpa spugnosa e piccante).
rato.
Il prodotto viene raccolto e confezionato in mazzetti e se defogliato può essere conservato per 2-3 mesi in ambiente refrige-
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SEDANO
(Apium graveolens L.)
1. AMBIENTE
La coltura è particolarmente esigente riguardo alle condizioni pedoclimatiche; pertanto, al fine di minimizzare gli imput
chimico-agronomici, si consiglia di attenersi alle indicazioni di seguito riportate.
1.1. Clima
Parametri climatici idonei alla coltura
PARAMETRI CLIMATICI
Germinazione semi
Temperatura letale per la pianta
Temperature minima di crescita
Induzione prefioritura
Temperatura ottimale di crescita
VALORI DI RIFERIMENTO
Alternanza giornaliera di 16 ore a 20°C e 8 ore a 30°C
Sotto gli 0°C
5°C
5-7°C anche per pochi giorni, seguita da temperatura più elevata
15-20°C con modeste escursioni giornaliere
1.2. Terreno
La coltivazione del sedano richiede terreni profondi, franchi, ricchi in sostanza organica, molto fertili, freschi e facilmente
irrigabili.
Da evitare i terreni troppo compatti (spesso asfittici) e quelli troppo sciolti (soggetti spesso a carenze idriche e nutrizionali).
Valori consigliati per i parametri pedologici
PARAMETRI PEDOLOGICI
Tessitura
Spessore del profilo
Drenaggio
pH
Calcare attivo
Salinità
VALORI DI RIFERIMENTO
Franco, franco-sabbioso, franco-argilloso
50-60 cm
Buono
6-7
<10
tra 3 e 5 mS /cm
2. AVVICENDAMENTO
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
3. PREPARAZIONE DEL TERRENO
Una razionale preparazione del terreno è fondamentale, tenuto presente che la pianta deve poter conseguire il massimo
sviluppo vegetativo possibile.
Si consiglia un’aratura profonda 25-30 cm a fine estate, quando il terreno è in tempera, derogando per i soli terreni molto
sciolti.
Dopo l’aratura si consiglia una operazione di amminutamento delle zolle ed appianamento del terreno con attrezzature
apposite (frangizollatura), cui far seguire un ulteriore amminutamento del terreno negli strati più superficiali mediante erpicature.
4. SCELTA VARIETALE
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
5. IMPIANTO
Per una pronta germinazione è necessaria una semina molto superficiale.
Come materiale di propagazione è consigliato l’impiego di piantine coltivate in contenitori di plastica, con un numero
massimo di 104 alveoli. Al momento del trapianto, le piantine devono avere 4-5 foglie vere, ben sviluppate, di colore verde intenso.
La densità di impianto consigliata è di circa 70.000 piante/ha, ottenibile con una distanza di 50 cm tra le file e 30 cm sulla fila.
L’epoca adatta per il trapianto in Lombardia è compresa tra l’inizio di aprile e la metà di luglio; il ciclo colturale varia da 100
a 120 giorni.
6. CONCIMAZIONI
Per una corretta impostazione della concimazione si riportano i valori di asportazione per una tonnellata di prodotto tal
quale (compresa la parte imputabile a foglie e radici che rimangono sul campo dopo la raccolta) sono i seguenti: 4,0; 2,0; 7,0 kg/t
rispettivamente di N; P2O5; K2O.
6.1. Fosforo e Potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
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Concimazione fosforo
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 60 - 90 t/ha: Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r40 kg: se si prevedono produzioni infe- 130 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r40 kg: se si prevedono produzioni suriori a 60 t/ha;
ne normale;
periori a 90 t/ha;
r30 kg: con apporto di ammendante 200 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r10 kg: in caso di basso tenore di soalla coltura precedente.
ne scarsa;
stanza organica nel suolo.
70 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
Concimazione potassio
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 60- 90 t/ha:
Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r40 kg: se si prevedono produzioni infe- 400 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r50 kg: se si prevedono produzioni suriori a 60 t/ha;
ne normale;
periori a 90 t/ha.
r40 kg: con apporto di ammendante 600 kg/ha: in caso di terreni con dotazioalla coltura precedente.
ne scarsa;
300 kg/ha: in caso di terreni con dotazione elevata.
6.2. Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 60 - 90 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 50 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
250 kg/ha di N
r30 kg: se si prevedono produzioni inferiori 60 t/ha;
r30 kg: se si prevedono produzioni superiori a 90 t/ha;
r20 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r15 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica;
r15 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente;
r40 kg: in caso di successione ad un
cereale con paglia interrata;
r15 kg: in caso di successione a leguminosa.
r15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici
periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio).
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7. IRRIGAZIONE
Date le elevate esigenze idriche del sedano, durante il ciclo colturale è necessario intervenire con un volume stagionale di
1500-3000 m3/ha.
Sono opportuni frequenti interventi con volumi bassi, e metodi per infiltrazione laterale o a manichetta forata.
E’ sconsigliata l’irrigazione per aspersione in quanto può determinare pericolosi ristagni idrici all’interno del cespo.
8. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
9. RACCOLTA
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
SPINACIO
(Spinacia oleracea L.)
1. AMBIENTE
Il tipo di terreno, l’andamento termico durante il ciclo colturale, e la disponibilità d’acqua, sono i fattori che determinano la
vocazionalità delle zone alla coltura dello spinacio da industria.
neo.
Al fine di evitare eccessivi input tecnici e chimici alla coltura è consigliato verificare che l’ambiente pedoclimatico sia ido-
1.1. Clima
Pur presentando una notevole adattabilità al clima, sono preferibili quelli miti perchè ritardano il passaggio dalla fase vegetativa (rosetta) a quella riproduttiva (fusto).
Parametri climatici idonei alla coltura
PARAMETRI CLIMATICI
Germinazione semi
Temperature minima letale
Temperatura minima di crescita
Temperatura ottimale di crescita
Temperatura massima
Fotoperiodo
VALORI DI RIFERIMENTO
Ottimale 20°C; sufficiente 10°C; minimo 4°C
–7°C purchè di breve durata
4°- 5°C
15°-20°C
25°C
Da lungo a neutro in funzione delle cultivar
1.2 Terreno
Sono adatti alla coltura unicamente terreni leggeri, fertili e con ridotto potenziale di erbe infestanti.
Valori consigliati per i principali parametri pedologici
PARAMETRI PEDOLOGICI
Tessitura
Drenaggio
Profondità utile
Calcare attivo
pH
Salinità
Sostanza organica
VALORI DI RIFERIMENTO
Franco-sabbioso
Ottimo
>40 cm
<10%
7 – 7,8
£ 5 mS/cm
Buona dotazione
2. AVVICENDAMENTO
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
3. PREPARAZIONE DEL TERRENO
Si consiglia un’aratura profonda circa 25 cm, seguita da livellamento della superficie ed amminutamento delle zolle per
favorire la raccolta meccanica. Una rullatura leggera è consigliata dopo la semina.
4. SCELTA VARIETALE
La varietà da coltivare deve rispondere a precise esigenze sia dell’agricoltore, in vista della raccolta meccanica del prodotto, sia dell’industria di lavorazione, per quanto attiene alle caratteristiche qualitative delle foglie.
I caratteri agronomici da prendere in considerazione sono: precocità, produttività, portamento, tolleranza all’ingiallimento
fogliare ed alla emissione dello scapo fiorale, e scarsa suscettibilità alle malattie.
I caratteri che influenzano la qualità del prodotto sono: basso rapporto picciolo/lembo fogliare, foglia di colore verde scuro, spessore elevato e con alto contenuto di sostanza secca.
4.1 Cure colturali
In prossimità della raccolta è necessario asportare manualmente le eventuali erbe infestanti al fine di garantire una completa pulizia del prodotto.
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5. IMPIANTO
L’epoca di coltivazione è concentrata in due periodi: primaverile ed autunnale.
Per la coltura primaverile si consiglia di effettuare la semina in febbraio-marzo; mentre per quella autunnale da fine agosto
a metà settembre. Il ciclo colturale è mediamente di 45-65 giorni.
Le distanze consigliate di semina sono: 15-25 cm tra le file; 2,8-3,5 cm sulla fila per complessivi 1,5-2,5 milioni di piante ad ettaro.
6. CONCIMAZIONI
6.1. Fosforo e Potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
concimazione fosforo
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 16-24 t/ha:
Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r20 kg: se si prevedono produzioni infe- 50 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r20 kg: se si prevedono produzioni suriori a 16 t/ha.
normale;
periori a 24 t/ha;
70 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r10 kg: in caso di basso tenore di soscarsa;
stanza organica nel suolo.
0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
Concimazione potassio
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 16 - 24 t/ha: Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r20 kg: se si prevedono produzioni infe- 100 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r20 kg: se si prevedono produzioni suriori a 16 t/ha.
ne normale;
periori a 24 t/ha.
120 kg/ha: in caso di terreni con dotazione scarsa;
0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
6.2. Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione
concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 16-24 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 40 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
150 kg/ha di N
(barrare le opzioni adottate)
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r20 kg: se si prevedono produzioni inferiori 16 t/ha;
r20 kg: se si prevedono produzioni superiori a 24 t/ha;
r20 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente;
r20 kg: in caso di successione ad un
cereale con paglia interrata;
r20 kg: in caso di successione a leguminosa.
r15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici
periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio).
La somministrazione deve essere frazionata nel periodo tra l’emergenza delle plantule ed almeno 20 giorni prima della raccolta, per evitare l’accumulo di nitrati nelle foglie. Ad ogni intervento non è ammesso superare 50 kg/ha di azoto.
7. IRRIGAZIONE
Il sistema consigliato è quello ad aspersione. Nelle coltura primaverili si consigliano solo interventi di soccorso, mentre nelle
colture estivo-autunnali, interventi irrigui 4-5 giorni prima della semina e subito dopo la semina.
Successivamente si consiglia di applicare al dato di evapotraspirazione giornaliera i seguenti coefficienti colturali: chiusura
delle file 0,8; massima copertura 1,0; raccolta 0,6.
8. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
9. RACCOLTA
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
ZUCCA
(Cucurbita maxima Deuch. in Lam.)
1. AMBIENTE
La zucca è un’orticola largamente coltivata in Lombardia con produzioni di elevato valore qualitativo; tuttavia al fine di
evitare eccessivi input tecnici è necessario verificare l’idoneità dell’area di coltivazione.
1.1. Clima
Parametri climatici idonei alla coltura
PARAMETRI CLIMATICI
VALORI DI RIFERIMENTO
Basse temperature
La soglia termica di sviluppo è di 15°C
Temperature ottimali di accrescimento
18-30 °C
Temperature elevate
Con temperature superiori ai 35 °C si riduce notevolmente
l’attività vegetativa con conseguenti aborti fiorali
1.2. Terreno
Valori consigliati per i parametri pedologici
PARAMETRI PEDOLOGICI
VALORI DI RIFERIMENTO
Tessitura
Franco, franco-argilloso
Drenaggio
Buono
Profondità
Non inferiore a 50 cm
pH
5,5 – 7,0
Sostanza organica
Buona dotazione
2. AVVICENDAMENTO
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
3. PREPARAZIONE DEL TERRENO
La preparazione del terreno per lo zucca consiste in un’aratura alla profondità di 25-30 cm, seguita da lavori di amminutamento del terreno.
4. SCELTA VARIETALE
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
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5. IMPIANTO
Il vivaio fornitore delle piantine deve essere accreditato.
La semina viene effettuata a postarella con 5-6 semi per buca alla profondità di 3-5 cm, lasciando poi con il diradamento
una sola pianta per postarella. Sono necessari 3-6 kg/ha di seme.
In riferimento ad epoche e densità di impianto si consiglia di seguire le indicazioni contenute nella tabella. Nel caso di ibridi, in considerazione del costo del seme, si consiglia la semina a postarella con 2 semi/buca o il trapianto.
Epoca e densità di semina consigliate
SEMINA
Densità (n° piante/ha)
VALORI
3000
Distanza sulla fila (cm)
100 - 200
Distanza fra le file (cm)
200 - 300
Epoca
maggio
6. CONCIMAZIONE
6.1. Fosforo e Potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Concimazione fosforo
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 20 - 40 t/ha: Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r20 kg: se si prevedono produzioni infe- 70 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r20 kg: se si prevedono produzioni suriori a 20 t/ha;
normale;
periori a 40 t/ha;
r10 kg: in caso di apporto di ammen- 100 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r10 kg: in caso di basso tenore di sodanti alla coltura precedente.
ne scarsa;
stanza organica nel suolo.
40 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
Concimazione potassio
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 20 - 40 t/ha: Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r40 kg: se si prevedono produzioni infe- 170 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r40 kg: se si prevedono produzioni suriori a 20 t/ha;
ne normale;
periori a 40 t/ha.
r30 kg: in caso di apporto di ammen- 250 kg/ha: in caso di terreni con dotaziodanti alla coltura precedente.
ne scarsa;
100 kg/ha: in caso di terreni con dotazione elevata.
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6.2. Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 20 - 40 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 30 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
130 kg/ha di N
r20 kg: se si prevedono produzioni inferiori 20 t/ha;
r30 kg: se si prevedono produzioni superiori a 40 t/ha;
r15 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r15 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente;
r30 kg: in caso di successione ad un
cereale con paglia interrata;
r15 kg: in caso di successione a leguminosa.
r15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici
periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio).
7. IRRIGAZIONE
Sono consigliabili turni brevi e volumi d’adacquamento modesti, utilizzando il sistema per aspersione.
Assolutamente da evitare stress idrici nelle fasi di attiva crescita della pianta e ingrossamento dei frutti
8. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
9. RACCOLTA
I frutti devono essere raccolti a completa maturità.
ZUCCHINO DA INDUSTRIA
(Cucumis pepo L.)
1.AMBIENTE
1.1 Clima
Parametri climatici idonei alla coltura
PARAMETRI CLIMATICI
Temperatura minima biologica
Temperatura ottimale germinazione
Temperatura ottimale accrescimento
VALORI DI RIFERIMENTO
Non inferiore a 10°C
25°-30°C
15°-18°C (notte); 24°-30°C (giorno)
1.2 Terreno
Lo spessore di terreno esplorato delle radici della pianta di zucchino è di circa 40 cm.
Valori consigliati per i parametri pedologici
PARAMETRI PEDOLOGICI
Tessitura
Profondità utile
Drenaggio
pH
Salinità
Falda acquifera
VALORI DI RIFERIMENTO
franco, franco-sabbioso
³50 cm
Buono (l’acqua è rimossa prontamente dal terreno)
5,5 - 7,0
<5 mS/cm (medio-bassa)
>100 cm da piano di campagna
Bollettino Ufficiale
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2. AVVICENDAMENTO
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
3. PREPARAZIONE DEL TERRENO
E’ indispensabile adottare una sistemazione che consenta un rapido sgrondo dell’acqua.
Per le coltivazioni in pieno campo si consiglia un’aratura a 25-30 cm, mentre in tunnel può essere più pratica una vangatura meccanica.
4. SCELTA VARIETALE
Nella scelta della cultivar da coltivare è necessario tenere presenti le specifiche esigenze dei mercati nei confronti del colore
del frutto e della persistenza del fiore su di esso.
Per le coltivazioni in tunnel sono consigliate cultivar a portamento semieretto; mentre in pieno campo sono più adatte cultivar a portamento prostrato. In tutti i due casi sono da preferire quelle dotate di resistenza, anche parziale, a virus ed oidio.
5. IMPIANTO
Sesti di impianto
Nelle coltivazioni in tunnel le distanze consigliate sono 100 cm tra le file e 50-60 cm sulla fila. In pieno campo la distanza tra
le file rimane invariata, mentre quella sulla fila è di 90-100 cm.
Sia in tunnel che in pieno campo è consigliabile l’uso di pacciamatura con film plastico.
Materiali di propagazione
Per coltivazioni sotto tunnel si consiglia l’impiego di piantine con 2-3 foglie, prodotte in contenitori alveolati od in vasetti del
diametro non inferiore a 8 cm.
Per il pieno campo, allo scopo di evitare stress alla pianta da abbassamenti termici, è consigliata la semina diretta.
I vivai fornitori delle piantine devono essere accreditati.
Epoche
Per le colture in tunnel si consiglia di effettuare il trapianto non prima dell’inizio di marzo; mentre sotto i tunnellini l’epoca propizia per il trapianto è da posticipare di circa 2 settimane. In pieno campo è consigliata la semina diretta tra l’inizio e la metà di aprile.
Strutture di protezione
Nelle coltivazioni di pieno campo, per anticipare il periodo di raccolta, in primavera sono utilizzati tunnellini alti 50-60 cm
sulle singole file. L’innalzamento termico conseguente all’avanzare della stagione calda, impone aperture laterali sempre più grandi,
realizzate praticando fori sul film, fino alla completa eliminazione del film quando le temperature sono stabilmente elevate.
Nel periodo primaverile ed in quello autunnale la coltivazione può essere realizzata anche in tunnel di medie e grandi dimensioni, i quali devono essere apribili sia sulle due testate sia sui lati allo scopo di:
1)
favorire l’aerazione necessaria per contenere le infezioni fungine;
2)
permettere le escursioni termiche giorno/notte necessarie per una equilibrata differenziazione di fiori maschili e femminili (insufficienti sbalzi termici determinano la produzione esclusiva di fiori maschili);
3)
permettere l’impollinazione ad opera di insetti pronubi.
6. CONCIMAZIONE
6.1. Fosforo e Potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Concimazione fosforo
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 40- 60 t/ha:
Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r30 kg: se si prevedono produzioni infe- 150 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r30 kg: se si prevedono produzioni suriori a 25 t/ha;
ne normale;
periori a 60 t/ha;
r20 kg: in caso di apporto di ammen- 190 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r10 kg: in caso di basso tenore di sodanti alla coltura precedente.
ne scarsa;
stanza organica nel suolo.
0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
– 120 –
Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
Concimazione potassio
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 40 - 60 t/ha: Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
r40 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 40 t/ha;
r30 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente.
(barrare le opzioni adottate)
150 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r40 kg: se si prevedono produzioni sune normale;
periori a 60 t/ha.
200 kg/ha: in caso di terreni con dotazione scarsa;
0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
6.2. Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
Concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 40- 60 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 40 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
(barrare le opzioni adottate)
175 kg/ha di N
r30 kg: se si prevedono produzioni inferiori 40 t/ha;
r20 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente.
r30 kg: se si prevedono produzioni superiori a 60 t/ha;
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica;
r30 kg: in caso di interramento di paglie
e stocchi della coltura precedente;
r20 kg: in caso di forti escursioni termiche in specifici periodi dell’anno in presenza della coltura;
r15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici
periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio).
7. IRRIGAZIONE
Lo zucchino richiede quantitativi crescenti di acqua durante il ciclo colturale. Il sistema irriguo a manichetta è consigliato
per limitare la diffusione di malattie fungine sia all’apparato aereo che a quello radicale.
Si consiglia di prendere in considerazione i seguenti valori:
Dall’emergenza alla prefioritura
- In aprile-maggio: con sistema a manichetta 2 l/m ogni 8-10 giorni;
con sistema a pioggia 200 m3/ha ogni 14-20 giorni.
- In giugno-luglio: con sistema a manichetta 5 l/m ogni 7-8 giorni;
con sistema a pioggia 300 m3/ha ogni 12-14 giorni.
Dalla fioritura al termine del ciclo
- In giugno-agosto: con sistema a manichetta 8 l/m ogni 6-7 giorni;
con sistema a pioggia 300 m3/ha ogni 10-12 giorni.
8. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
9. RACCOLTA
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
Bollettino Ufficiale
– 121 –
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
ZUCCHINO DA MERCATO FRESCO
(Cucumis pepo L.)
1.AMBIENTE
1.1 Clima
Parametri climatici idonei alla coltura
PARAMETRI CLIMATICI
Temperatura minima biologica
Temperatura ottimale germinazione
Temperatura ottimale accrescimento
VALORI DI RIFERIMENTO
Non inferiore a 10°C
25°-30°C
15°-18°C (notte); 24°-30°C (giorno)
1.2 Terreno
Lo spessore di terreno esplorato delle radici della pianta di zucchino è di circa 40 cm.
Valori consigliati per i parametri pedologici
PARAMETRI PEDOLOGICI
Tessitura
Profondità utile
Drenaggio
pH
Salinità
Falda acquifera
VALORI DI RIFERIMENTO
franco, franco-sabbioso
³50 cm
Buono (l’acqua è rimossa prontamente dal terreno)
5,5 - 7,0
<5 mS/cm (medio-bassa)
>100 cm da piano di campagna
2. AVVICENDAMENTO
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
3. PREPARAZIONE DEL TERRENO
E’ indispensabile adottare una sistemazione che consenta un rapido sgrondo dell’acqua.
Per le coltivazioni in pieno campo si consiglia un’aratura a 25-30 cm, mentre in tunnel può essere più pratica una vangatura meccanica.
4. SCELTA VARIETALE
Nella scelta della cultivar da coltivare è necessario tenere presenti le specifiche esigenze dei mercati nei confronti del colore
del frutto e della persistenza del fiore su di esso.
Per le coltivazioni in tunnel sono consigliate cultivar a portamento semieretto; mentre in pieno campo sono più adatte cultivar a portamento prostrato. In tutti i due casi sono da preferire quelle dotate di resistenza, anche parziale, a virus ed oidio.
5. IMPIANTO
Sesti di impianto
Nelle coltivazioni in tunnel le distanze consigliate sono 100 cm tra le file e 50-60 cm sulla fila. In pieno campo la distanza tra
le file rimane invariata, mentre quella sulla fila è di 90-100 cm.
Sia in tunnel che in pieno campo è consigliabile l’uso di pacciamatura con film plastico.
Materiali di propagazione
Per coltivazioni sotto tunnel si consiglia l’impiego di piantine con 2-3 foglie, prodotte in contenitori alveolati od in vasetti del
diametro non inferiore a 8 cm.
Per il pieno campo, allo scopo di evitare stress alla pianta da abbassamenti termici, è consigliata la semina diretta.
I vivai fornitori delle piantine devono essere accreditati.
Epoche
Per le colture in tunnel si consiglia di effettuare il trapianto non prima dell’inizio di marzo; mentre sotto i tunnellini l’epoca propizia per il trapianto è da posticipare di circa 2 settimane. In pieno campo è consigliata la semina diretta tra l’inizio e la metà di aprile.
Strutture di protezione
Nelle coltivazioni di pieno campo, per anticipare il periodo di raccolta, in primavera sono utilizzati tunnellini alti 50-60 cm
sulle singole file. L’innalzamento termico conseguente all’avanzare della stagione calda, impone aperture laterali sempre più grandi,
realizzate praticando fori sul film, fino alla completa eliminazione del film quando le temperature sono stabilmente elevate.
Nel periodo primaverile ed in quello autunnale la coltivazione può essere realizzata anche in tunnel di medie e grandi dimensioni, i quali devono essere apribili sia sulle due testate sia sui lati allo scopo di:
1.
favorire l’aerazione necessaria per contenere le infezioni fungine;
2.
permettere le escursioni termiche giorno/notte necessarie per una equilibrata differenziazione di fiori maschili e femminili (insufficienti sbalzi termici determinano la produzione esclusiva di fiori maschili);
3.
permettere l’impollinazione ad opera di insetti pronubi.
6. CONCIMAZIONE
6.1. Fosforo e Potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
– 122 –
Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
Concimazione fosforo
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione
Quantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla dose normale per una produzione di: 32-48 Quantitativo di P2O5 che potrà essere
t/ha:
standard:
aggiunto (+) alla dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
r20 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 100 kg/ha: in caso di terreni con dota- r20 kg: se si prevedono produzioni suzione normale;
periori a 48 t/ha;
32 t/ha;
r20 kg: in caso di apporto di ammendanti 150 kg/ha: in caso di terreni con dota- r10 kg: in caso di basso tenore di soalla coltura precedente.
zione scarsa;
stanza organica nel suolo.
0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione elevata.
concimazione potassio
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione
Quantitativo di K2O da sottrarre (-) alla dose normale per una produzione di: 32 - 48 Quantitativo di K2O che potrà essere
t/ha:
standard:
aggiunto (+) alla dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
r40 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 150 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r40 kg: se si prevedono produzioni
32 t/ha;
ne normale;
superiori a 48 t/ha.
r30 kg: in caso di apporto di ammendanti 200 kg/ha: in caso di terreni con dotaalla coltura precedente.
zione scarsa;
0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
6.2. Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
concimazione azoto
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 32-48 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 40 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
150 kg/ha di N
r30 kg: se si prevedono produzioni inferiori 32 t/ha;
r30 kg: se si prevedono produzioni superiori a 48 t/ha;
r20 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente;
r30 kg: in caso di interramento di paglie
e stocchi della coltura precedente;
r20 kg: in caso di successione a leguminosa.
r20 kg: in caso di forti escursioni termiche in specifici periodi dell’anno in presenza della coltura;
r15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici
periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio).
Bollettino Ufficiale
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Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
7. IRRIGAZIONE
Lo zucchino richiede quantitativi crescenti di acqua durante il ciclo colturale. Il sistema irriguo a manichetta è consigliato
per limitare la diffusione di malattie fungine sia all’apparato aereo che a quello radicale.
Si consiglia di prendere in considerazione i seguenti valori:
Dall’emergenza alla prefioritura
- In aprile-maggio: con sistema a manichetta 2 l/m ogni 8-10 giorni;
con sistema a pioggia 200 m3/ha ogni 14-20 giorni.
- In giugno-luglio: con sistema a manichetta 5 l/m ogni 7-8 giorni;
con sistema a pioggia 300 m3/ha ogni 12-14 giorni.
Dalla fioritura al termine del ciclo
- In giugno-agosto: con sistema a manichetta 8 l/m ogni 6-7 giorni;
con sistema a pioggia 300 m3/ha ogni 10-12 giorni.
8. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
9. RACCOLTA
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
ORTICOLE PER IV GAMMA
Vengono genericamente definite con il nome di IV gamma varie specie orticole coltivate in pieno campo e in serra con densità di semina molto elevate.
Di queste colture vengono consumate come insalata le foglie fresche, raccolte giovani per mezzo di sfalcio (es. baby leaf per
la IV gamma).
Allo stato attuale le specie comunemente coltivate con certa dimensione sono le seguenti:
- Bietola da foglia;
- Cicorino;
- Brassicacee;
- Lattughino;
- Rucola;
- Spinacio;
- Valerianella o dolcetta.
Alcune specie, di minore diffusione, vengono spesso impiegate allo scopo di variare l’aspetto estetico e il gusto soprattutto
nel caso delle misticanze [es. Crescione, Tarassaco, Portulaca, Cavolo var. red russian, Senape cinese (Brassica juncea), Brassica in
diverse specie e varietà (mizuna, tatsoi, red mustard, ecc.)].
La produzione delle colture orticole destinate alla IV gamma, coltivate prevalentemente in coltura protetta, sono caratterizzate
da particolari esigenze agronomiche e particolari mezzi tecnici indispensabili per ottenere delle buone produzioni.
A tale proposito si riportano alcune definizioni e termini in uso peculiari del settore:
•
CICLO COLTURALE o CICLO VEGETATIVO: è l’arco di tempo che intercorre tra la semina/trapianto e la lavorazione del
terreno per la semina/trapianto della coltura successiva. Es. sono compresi in questo arco di tempo gli interventi di presemina o pre-trapianto in un’ottica di ripristino della fertilità;
•
TAGLIO O SFALCIO: è il periodo che intercorre tra un raccolto e il successivo, nell’ambito del medesimo ciclo, senza
effettuare una nuova lavorazione del terreno;
•
SFALCIATI O BABY LEAF: sono ortaggi raccolti a foglia singola allo stadio giovanile.
1.AMBIENTE
La coltivazione di queste specie in piena terra tende a coprire tutto l’anno utilizzando svariate strutture di protezione.
Gli ambienti di coltivazione devono essere gestiti in funzione delle esigenze climatiche delle singole specie e devono essere
orientati a mantenere la fertilità del suolo e a ridurre gli impatti delle tecniche utilizzate. La coltivazione ha come obiettivo il raggiungimento di adeguata qualità e salubrità del prodotto tenendo conto di facilitare la raccolta e le fasi di trasporto.
Nel caso di semina sotto tunnel, questi devono avere preferibilmente orientamento nord-sud per ottenere la massima esposizione al sole, con volume interno e idonee aperture per permettere un buon ricambio d’aria ed evitare la condensa.
1.1 COLTURE FUORI SUOLO (IDROPONICA, AEROPONICA)
E’ ammessa l’applicazione del sistema di produzione integrata alla tecnica di produzione fuori suolo (idroponica e aeroponica) ponendo particolare attenzione alla completa riciclabilità dei substrati e alla riutilizzazione agronomica delle acque reflue.
2AVVICENDAMENTO
Per le colture orticole a ciclo breve è ammissibile la ripetizione di più cicli nello stesso anno e ciascun anno con cicli ripetuti viene considerato come un anno di coltura; nell’ambito della stesso anno, la successione fra colture orticole a ciclo breve appartenenti
a famiglie botaniche diverse o un intervallo di almeno quaranta giorni senza coltura tra due cicli della stessa ortiva, sono considerati
sufficienti al rispetto dei vincoli di avvicendamento.
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Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
Considerate le peculiarità e l’elevata specializzazione e gli investimenti in strutture (che permangono almeno cinque anni
sulla medesima porzione di appezzamento) e attrezzature specifiche delle coltivazioni per le colture protette prodotte all’interno di
dette strutture fisse (es. ortaggi a foglia da taglio, lattughe a cespo ecc.) è ammessa la monosuccessione per cinque anni consecutivi
a condizione che, ad anni alterni, vengano eseguiti interventi di solarizzazione (di durata minima di 40 giorni) o altri sistemi non chimici
di contenimento delle avversità (es. sovesci, sterilizzazione a vapore, incolto per 40 gg ecc.).
Considerata la peculiarità della tecnica colturale e i costi di gestione correlati alla coltivazione della valerianella, è ammessa la monosuccessione per almeno tre anni, con l’uso di funghi antagonisti.
3.
tura.
4.
PREPARAZIONE DEL TERRENO
Il terreno deve essere perfettamente livellato per evitare ristagni idrici e favorire la perfetta semina ed emergenza della col-
SCELTA VARIETALE
Utilizzare semente certificata per la semina diretta.
I materiali di copertura devono assicurare buona resa termica e trasparenza.
5.IMPIANTO
Utilizzare le densità di semina adeguate alla specie.
Non sono ammessi i fitoregolatori.
6.CONCIMAZIONE
L’apporto degli elementi fertilizzanti deve compensare le asportazioni delle colture e le perdite tecnicamente inevitabili ed
inoltre deve prendere in considerazione anche la gestione dei residui colturali (interramento o rimozione).
E’ ammesso l’uso di altri microelementi, in base alle esigenze fisiologiche della coltura o in funzione delle indicazioni fornite
dall’analisi del terreno o fogliari.
Di seguito si riportano le tabelle per le singole specie elaborate tenendo in considerazione le esigenze delle colture per
singolo taglio. Nel caso si effettuino più tagli all’interno del medesimo ciclo, occorre prendere in considerazione il minor apporto alla
coltura di elementi nutritivi in quanto la pianta ha già sviluppato una buona parte della biomassa complessiva.
Relativamente alla tempistica di applicazione dei concimi minerali si consiglia, per i concimi fosfatici e potassici due o tre
applicazioni per anno prima del lavoro complementare (fresatura), mentre per i concimi azotati una applicazione per taglio quando
necessario riducendo le dosi nella stagione più fredda e/o con minore luminosità. Inoltre, nel caso dei concimi azotati, non si deve
effettuare alcuna applicazione per 2 cicli dopo la letamazione ed è consigliato non concimare durante la stagione più calda. E’
consigliabile evitare concimazioni azotate dopo solarizzazione o geodisinfestazione.
Se la rotazione colturale prevede il susseguirsi delle colture destinate alla IV gamma per tutto l’arco dell’anno, non si
deve superare la quantità massima di 450 unità di N, 350 unità di P2O5, e 600 unità di K2O.
Allo stesso modo è necessario prendere in considerazione la salinità del terreno che riveste un ruolo determinante, al fine di
evitare eccessivi apporti che condizionino la fertilità del suolo.
6.1. Fosforo e Potassio
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
BIETOLA DA FOGLIA (BETA VULGARIS) (APPORTI PER TAGLIO) – CONCIMAZIONE FOSFORO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 per una produzione di: 10Quantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla 13 t/ha:
Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD 1° taglio
(barrare le opzioni adottate)
20 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
normale;
(barrare le opzioni adottate)
40 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
scarsa;
10 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
r10 kg: se si prevedono produzioni infe- elevata.
r20 kg: se si prevedono produzioni suriori a 10 t/ha.
periori a 13 t/ha;
r10 kg: con apporto di ammendante DOSE STANDARD tagli successivi
r20 kg: in caso di basso tenore di soalla coltura in precessione.
stanza organica nel suolo.
10 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
normale;
20 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
scarsa;
0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
Bollettino Ufficiale
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Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
BIETOLA DA FOGLIA (BETA VULGARIS) (APPORTI PER TAGLIO) – CONCIMAZIONE POTASSIO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O per una produzione di: 10
Quantitativo di K2O da sottrarre (-) alla - 13 t/ha:
Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD 1° taglio
(barrare le opzioni adottate)
70 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
normale;
(barrare le opzioni adottate)
90 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
scarsa;
r20 kg: se si prevedono produzioni infe- 30 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r30 kg: se si prevedono produzioni suriori a 10 t/ha.
periori a 13 t/ha.
elevata.
r20 kg: con apporto di ammendante
alla coltura in precessione.
DOSE STANDARD tagli successivi
35 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
normale;
45 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
scarsa;
15 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
CICORINO (Cichorium intybus) (APPORTI PER TAGLIO) – CONCIMAZIONE FOSFORO
Note decrementi
Apporto di P2O5 per una produzione di: 1014 t/ha:
Quantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla
dose standard:
DOSE STANDARD 1° taglio
20 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
normale;
(barrare le opzioni adottate)
40 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
scarsa;
Note incrementi
Quantitativo di P2O5 che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
10 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
r10 kg: se si prevedono produzioni infe- elevata.
r20 kg: se si prevedono produzioni suriori a 10 t/ha.
periori a 14 t/ha;
r10 kg: con apporto di ammendante DOSE STANDARD tagli successivi
r20 kg: in caso di basso tenore di soalla coltura in precessione.
stanza organica nel suolo.
10 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
normale;
20 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
scarsa;
0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
CICORINO (CICHORIUM INTYBUS) (APPORTI PER TAGLIO) – CONCIMAZIONE POTASSIO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O per una produzione di: 10
Quantitativo di K2O da sottrarre (-) alla - 14 t/ha:
Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD 1° taglio
(barrare le opzioni adottate)
50 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
normale;
(barrare le opzioni adottate)
90 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
scarsa;
r10 kg: se si prevedono produzioni infe- 30 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r40 kg: se si prevedono produzioni suriori a 10 t/ha.
periori a 14 t/ha.
elevata.
r10 kg: con apporto di ammendante
alla coltura in precessione.
DOSE STANDARD tagli successivi
25 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
normale;
45 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
scarsa;
15 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
– 126 –
Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
FOGLIE E STELI DI BRASSICA (BRASSICA SP.*) (APPORTI PER TAGLIO) – CONCIMAZIONE FOSFORO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 per una produzione di: 8Quantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla 12 t/ha:
Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD 1° taglio
(barrare le opzioni adottate)
10 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
normale;
(barrare le opzioni adottate)
12 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
scarsa;
r5 kg: se si prevedono produzioni inferio- 5 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r5 kg: se si prevedono produzioni superi a 8 t/ha;
riori a 12 t/ha;
elevata.
r5 kg: con apporto di ammendante DOSE STANDARD tagli successivi
r5 kg: in caso di basso tenore di sostanalla coltura precedente.
za organica nel suolo.
5 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
normale;
6 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
scarsa;
0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
FOGLIE E STELI DI BRASSICA (BRASSICA SP.*) (APPORTI PER TAGLIO) – CONCIMAZIONE POTASSIO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O per una produzione di: 8Quantitativo di K2O da sottrarre (-) alla 12 t/ha:
Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD 1° taglio
(barrare le opzioni adottate)
30 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
normale;
(barrare le opzioni adottate)
50 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
scarsa;
r10 kg: se si prevedono produzioni infe- 10 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r20 kg: se si prevedono produzioni suriori a 8 t/ha;
periori a 12 t/ha.
elevata.
r10 kg: con apporto di ammendante DOSE STANDARD tagli successivi
alla coltura precedente.
15 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
normale;
25 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
scarsa;
5 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
* TATSOI Brassica rapa var. rosularis, MIZUNA Brassica rapa var. nipposonica, RED MUSTARD Brassica juncea var. rugosa
LATTUGHINO (Lactuca sativa) (APPORTI PER TAGLIO) – CONCIMAZIONE FOSFORO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 per una produzione di: 9Quantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla 14 t/ha:
Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD 1° taglio
(barrare le opzioni adottate)
5 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
normale;
(barrare le opzioni adottate)
10 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
scarsa;
r5 kg: se si prevedono produzioni inferio- 0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r5 kg: se si prevedono produzioni superi a 9 t/ha;
riori a 14 t/ha;
elevata.
r5 kg: con apporto di ammendante DOSE STANDARD tagli successivi
r5 kg: in caso di basso tenore di sostanalla coltura precedente.
za organica nel suolo.
2,5 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
normale;
5 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
scarsa;
0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
Bollettino Ufficiale
– 127 –
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
LATTUGHINO (Lactuca sativa) (APPORTI PER TAGLIO) – CONCIMAZIONE POTASSIO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O per una produzione di: 9Quantitativo di K2O da sottrarre (-) alla 14 t/ha:
Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD 1° taglio
(barrare le opzioni adottate)
20 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
normale;
(barrare le opzioni adottate)
45 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
scarsa;
r10 kg: se si prevedono produzioni infe- 10 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r20 kg: se si prevedono produzioni suriori a 9 t/ha;
periori a 14 t/ha.
elevata.
r10 kg: con apporto di ammendante DOSE STANDARD tagli successivi
alla coltura precedente.
10 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
normale;
22,5 kg/ha: in caso di terreni con dotazione scarsa;
5 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
RUCOLA (Eruca sativa Mill.) (APPORTI PER TAGLIO) – CONCIMAZIONE FOSFORO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 per una produzione di: 5Quantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla 10 t/ha:
Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD 1° taglio
(barrare le opzioni adottate)
10 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
normale;
(barrare le opzioni adottate)
12 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
scarsa;
r5 kg: se si prevedono produzioni inferio- 5 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r5 kg: se si prevedono produzioni superi a 5 t/ha;
riori a 10 t/ha;
elevata.
r5 kg: con apporto di ammendante DOSE STANDARD tagli successivi
r5 kg: in caso di basso tenore di sostanalla coltura precedente.
za organica nel suolo.
5 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
normale;
6 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
scarsa;
0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
RUCOLA (Eruca sativa Mill.) (APPORTI PER TAGLIO) – CONCIMAZIONE POTASSIO
Note incrementi
Note decrementi
Apporto di K2O per una produzione di: 5Quantitativo di K2O da sottrarre (-) alla 10 t/ha:
Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD 1° taglio
(barrare le opzioni adottate)
30 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
normale;
(barrare le opzioni adottate)
50 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
scarsa;
r10 kg: se si prevedono produzioni infe- 10 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r20 kg: se si prevedono produzioni suriori a 5 t/ha;
periori a 10 t/ha.
elevata.
r10 kg: con apporto di ammendante DOSE STANDARD tagli successivi
alla coltura precedente.
15 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
normale;
25 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
scarsa;
5 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
– 128 –
Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
SPINACINO (Spinacia oleracea) (APPORTI PER TAGLIO) – CONCIMAZIONE FOSFORO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 per una produzione di: 4- 8
Quantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla t/ha:
Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD 1° taglio
(barrare le opzioni adottate)
10 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
normale;
(barrare le opzioni adottate)
15 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
scarsa;
r5 kg: se si prevedono produzioni inferio- 5 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r5 kg: se si prevedono produzioni superi a 4 t/ha;
riori a 8 t/ha;
elevata.
r5 kg: con apporto di ammendante DOSE STANDARD tagli successivi
r5 kg: in caso di basso tenore di sostanalla coltura precedente.
za organica nel suolo.
5 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
normale;
7,5 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
scarsa;
0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
SPINACINO (Spinacia oleracea) (APPORTI PER TAGLIO) – CONCIMAZIONE POTASSIO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O per una produzione di: 4- 8
Quantitativo di K2O da sottrarre (-) alla t/ha:
Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD 1° taglio
(barrare le opzioni adottate)
40 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
normale;
(barrare le opzioni adottate)
65 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
scarsa;
r10 kg: se si prevedono produzioni infe- 20 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r20 kg: se si prevedono produzioni suriori a 4 t/ha;
periori a 8 t/ha.
elevata.
r10 kg: con apporto di ammendante DOSE STANDARD tagli successivi
alla coltura precedente.
20 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
normale;
32,5 kg/ha: in caso di terreni con dotazione scarsa;
10 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
VALERIANELLA O DOLCETTA (Valerianella olitoria) (APPORTI PER CICLO) – CONCIMAZIONE FOSFORO
Note incrementi
Note decrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 8 - 10 t/ha:
Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r5 kg: se si prevedono produzioni inferio- 10 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r5 kg: se si prevedono produzioni superi a 8 t/ha;
normale;
riori a 10 t/ha;
r5 kg: con apporto di ammendante 15 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r5 kg: in caso di basso tenore di sostanalla coltura precedente.
scarsa;
za organica nel suolo.
5 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
Bollettino Ufficiale
– 129 –
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
VALERIANELLA O DOLCETTA (Valerianella olitoria) (APPORTI PER CICLO) – CONCIMAZIONE POTASSIO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione norQuantitativo di K2O da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 8 - 10 t/ha:
Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r10 kg: se si prevedono produzioni infe- 30 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r20 kg: se si prevedono produzioni suriori a 8 t/ha;
normale;
periori a 10 t/ha.
r10 kg: con apporto di ammendante 50 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
alla coltura precedente.
scarsa;
10 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
6.2. Azoto
Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione.
BIETOLA DA FOGLIA (Beta vulgaris) (APPORTI PER TAGLIO) – CONCIMAZIONE AZOTO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 10-13 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungeDOSE STANDARD 1° taglio:
re alla dose standard anche al verificarsi di
60 kg/ha di N
tutte le situazioni è di: 30 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD tagli successivi:
30 kg/ha di N
(barrare le opzioni adottate)
r10 kg: se si prevedono produzioni inferiori 10 t/ha;
r20 kg: se si prevedono produzioni superiori a 13 t/ha;
r10 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica.
r10 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente;
r10 kg: in caso di successione a leguminosa
CICORINO (Cichorium intybus) (APPORTI PER TAGLIO) – CONCIMAZIONE AZOTO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 10-14 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
DOSE STANDARD 1° taglio:
tutte le situazioni è di: 40 kg/ha:
60 kg/ha di N
(barrare le opzioni adottate)
r10 kg: se si prevedono produzioni inferiori 10 t/ha;
r10 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r10 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente;
r10 kg: in caso di successione a leguminosa.
DOSE STANDARD tagli successivi:
40 kg/ha di N
(barrare le opzioni adottate)
r40 kg: se si prevedono produzioni superiori a 14 t/ha;
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica.
– 130 –
Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
FOGLIE E STELI DI BRASSICA (Brassica sp.*) (APPORTI PER TAGLIO) – CONCIMAZIONE AZOTO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 8 - 12 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 20 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r10 kg: se si prevedono produzioni inferiori 8 t/ha;
r10 kg: se si prevedono produzioni superiori a 12 t/ha;
r10 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r10 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente.
r10 kg: in caso di successione a leguminosa.
DOSE STANDARD 1° taglio:
40 kg/ha di N
r10 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica.
DOSE STANDARD tagli successivi:
20 kg/ha di N
* TATSOI Brassica rapa var. rosularis, MIZUNA Brassica rapa var. nipposonica, RED MUSTARD Brassica juncea var. rugosa
LATTUGHINO (Lactuca sativa) (APPORTI PER TAGLIO) – CONCIMAZIONE AZOTO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 9 - 14 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 20 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
r10 kg: se si prevedono produzioni inferiori 9 t/ha;
r10 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r10 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente.
r20 kg: in caso di successione a leguminosa.
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD1° taglio:
25 kg/ha di N
r10 kg: se si prevedono produzioni superiori a 14 t/ha;
r10 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica.
DOSE STANDARD tagli successivi:
15 kg/ha di N
RUCOLA (Eruca sativa Mill.) (APPORTI PER TAGLIO) – CONCIMAZIONE AZOTO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 5 - 10 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 20 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r10 kg: se si prevedono produzioni inferiori 5 t/ha;
r10 kg: se si prevedono produzioni superiori a 10 t/ha;
r10 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r10 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente.
r10 kg: in caso di successione a leguminosa.
DOSE STANDARD1° taglio:
40 kg/ha di N
DOSE STANDARD tagli successivi:
15 kg/ha di N
r10 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica.
Bollettino Ufficiale
– 131 –
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
SPINACINO (Spinacia oleracea) (APPORTI PER TAGLIO) – CONCIMAZIONE AZOTO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 4 - 8 t/ha: Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 10 kg/ha:
DOSE STANDARD1° taglio:
25 kg/ha di N
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD tagli successivi:
15 kg/ha di N
r10 kg: se si prevedono produzioni inferiori 4 t/ha;
r10 kg: se si prevedono produzioni superiori a 8 t/ha;
r10 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r10 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica.
r10 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente.
r10 kg: in caso di successione a leguminosa.
VALERIANELLA O DOLCETTA (Valerianella olitoria) (APPORTI PER CICLO) – CONCIMAZIONE AZOTO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla normale per una produzione di: 8 - 10 t/ Quantitativo di AZOTO che potrà essere
dose standard in funzione delle diverse ha:
aggiunto (+) alla dose standard in funziocondizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di
tutte le situazioni è di: 20 kg/ha:
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD:
40 kg/ha di N
r10 kg: se si prevedono produzioni inferiori 8 t/ha;
r20 kg: se si prevedono produzioni superiori a 10 t/ha;
r10 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica;
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica.
r10 kg: in caso di apporto di ammendanti alla coltura precedente.
7.IRRIGAZIONE
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
8. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
9.RACCOLTA
Attenersi a quanto prescritto nella parte generale.
——— • ———
– 132 –
Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
DISCIPLINARI COLTURE CEREALICOLE
FRUMENTO DURO
(Triticum turgidum L.)
1.
VOCAZIONALITÀ PEDOCLIMATICA
Tenuto conto di quanto indicato nelle Norme Generali, si riportano di seguito le caratteristiche specifiche di questa coltura con obblighi e indicazioni utili.
1.1
Ambiente pedoclimatico
Il frumento duro resiste meno bene di quello tenero alle basse temperature; la temperatura minima per la germinazione è 1 °C, quella
massima è 37 °C mentre quella ottimale è di 20 – 25°C, la temperatura ottimale per l’antesi (fioritura) è di 18 – 24°C mentre quella per
la vernalizzazione è <3°C per le cv autunnali e <10°C per quelle primaverili. Si ricorda che nel periodo della fioritura temperature > 32
°C o < 10 °C possono causare sterilità.
2.
TECNICA COLTURALE
2.1
Scelta varietale
Tenuto conto di quanto indicato nelle Norme Generali si consiglia di effettuare la scelta delle varietà in relazione alla destinazione del
raccolto, alle caratteristiche qualitative, alla fertilità della pianta, alla resistenza all’allettamento e alla sensibilità ai parassiti, da correlare alle caratteristiche dell’ambiente in cui si opera.
2.2Rotazione
Si rimanda a quanto indicato nelle Norme Generali. Secondo le regole di un razionale avvicendamento i cereali autunno-vernini si
collocano correttamente dopo le leguminose da foraggio e da seme, le foraggere (loiessa, prati oligofiti o polifiti) e quelle che vengono annoverate fra le colture da rinnovo (patata, pomodoro, barbabietola da zucchero, girasole, ecc.).
Ai fini del ristoppio, i cereali autunno-vernini (frumento tenero e duro, orzo, ecc. ) sono considerati colture analoghe. E’ ammesso
un solo ristoppio.
Non sono consigliate le precessioni colturali con cereali a paglia o con cereali estivi e le tecniche di lavorazione del terreno che
lasciano i residui colturali in superficie (es. semina su sodo) in quanto possono favorire i patogeni agenti della Fusariosi della spiga.
2.3
Gestione del terreno
Si consiglia di evitare possibili aree di ristagno idrico e di effettuare una preparazione del terreno leggera ricorrendo a un intervento
minimo capace di produrre un buon letto di semina. I terreni più idonei alle tecniche ridotte di lavorazione sono quelli autostrutturanti
(argillosi, di medio impasto); in terreni più soggetti a compattamento (sabbiosi, limosi e argillosi di cattiva struttura) interventi di discissura, con coltivatori pesanti o ripuntatori, permettono di ovviare all’intervento di aratura. In questi terreni è possibile ricorrere anche ad
interventi a doppio strato, eseguendo contemporaneamente una discissura profonda e una lavorazione superficiale.
3.
SISTEMA D’IMPIANTO
3.1Semina
Le semine partono generalmente dalla terza decade di ottobre; negli ambienti più freddi è consigliabile anticipare l’epoca di semina
mentre semine più tardive sono indicate per le varietà più precoci e per quelle meno resistenti all’allettamento. La densità ottimale
prevede 300-350 piante/m2 con una quantità di seme pari a 350-400 cariossidi/m2.
Non è ammessa la semina su sodo dopo mais, sorgo, erba medica.
4.FERTILIZZAZIONE
Si rimanda a quanto indicato nelle linee guida per la fertilizzazione della parte generale in merito alle colture erbacee tenendo conto
delle asportazioni medie tipiche della coltura e riportate nelle tabelle seguenti.
FRUMENTO DURO – CONCIMAZIONE AZOTO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione norQuantitativo di AZOTO da sottrarre (-) male per una produzione di: 2,5-4,5 t/ha:
Quantitativo di AZOTO che potrà essere
alla dose standard in funzione delle diaggiunto (+) alla dose standard in funzioverse condizioni:
ne delle diverse condizioni. Il quantitativo
massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di tutte le situazioni è di: 30 kg/ha:
DOSE STANDARD
110 kg/ha di N
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
Bollettino Ufficiale
– 133 –
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
r25 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 2,5 t/ha;
r25 kg: se si prevedono produzioni superiori a 4,5 t/ha;
r20 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica (linee guida fertilizzazione);
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica (linee guida fertilizzazione);
r80 kg: nel caso di successione a medicai, prati > 5 anni;
r30 kg: in caso di interramento di paglie o stocchi della coltura precedente;
r40 kg: negli altri casi di prati a leguminose o misti;
r15 kg: in caso di forte lisciviazione
dovuta a surplus pluviometrico in
specifici periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo
ottobre-febbraio).
r20 kg: nel caso sia stato apportato
amme4ndante alla precessione.
FRUMENTO DURO – CONCIMAZIONE FOSFORO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione normaQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla le per una produzione di: 2,5-4,5 t/ha:
Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
r15 kg: se si prevedono produzioni in- r50 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r15 kg: se si prevedono produzioni suferiori a 2,5 t/ha.
normale;
periori a 4,5 t/ha.
r70 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
scarsa;
r0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
FRUMENTO DURO – CONCIMAZIONE POTASSIO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione normale
Quantitativo di K2O da sottrarre (-) alla per una produzione di: 2,5-4,5 t/ha:
Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
(barrare le opzioni adottate)
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
r10 kg: se si prevedono produzioni in- r70 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r10 kg: se si prevedono produzioni suferiori a 2,5 t/ha.
normale;
periori a 4,5 t/ha.
r30 kg: se si prevede di lasciare le pa- r90 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
glie in campo.
scarsa;
r0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
Relativamente alla concimazione azotata l’efficienza di utilizzazione dell’azoto nei processi produttivi e di sviluppo della coltura dipende strettamente dall’epoca di distribuzione e pertanto si consiglia di considerare i seguenti aspetti propri della coltura:
- il frumento duro non preleva azoto dal terreno in misura significativa prima dello stadio di 3a foglia (inizio dell’accestimento);
- l’assorbimento si protrae quindi fino alla piena formazione della cariosside;
- il ritmo di assorbimento e quantitativi di azoto prelevato dal terreno aumentano nel corso del ciclo biologico;
- allo stadio di sviluppo e ingrossamento delle cariossidi (granigione) una sufficiente disponibilità azotata condiziona il contenuto
proteico della granella e le connesse caratteristiche qualitative che determinano le proprietà tecnologiche della semola;
- ciclo autunno-vernino della coltura, elevati consumi idrici, possibile suscettibilità all’allettamento.
Non è ammessa la concimazione azotata in concomitanza della semina.
In caso di concimazione azotata è obbligatorio distribuire l’elemento azoto in maniera frazionata dall’inizio accestimento alla
granigione.
In caso di concimazione fosfatica è obbligatorio distribuire l’elemento fosforo solo in caso di scarsa o scarsissima dotazione del
terreno.
In caso di concimazione potassica è obbligatorio distribuire l’elemento potassio solo in caso di scarsa o scarsissima dotazione
del terreno.
– 134 –
Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
5.
IRRIGAZIONE / CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
Attenersi a quanto prescritto nella Parte Generale.
6.RACCOLTA
Si rimanda alle indicazioni contenute nella Parte Generale.
La raccolta si esegue al giusto grado di maturazione delle cariossidi e quando le loro condizioni e quelle dell’ambiente in cui si
opera sono tali da garantire la produzione di derivati al maggior livello qualitativo.
La raccolta si esegue a maturazione piena della granella con umidità < 13%.
Per evitare perdite di prodotto e salvaguardare la qualità della granella è essenziale un’attenta regolazione degli organi della mietitrebbia, da correggere ogni volta che è necessario per adeguarla a mutate condizioni di temperatura e umidità dell’aria, a variazioni
di fittezza della coltura, a eventuali presenze di allettamenti, di erbe infestanti ancora verdi, ecc. Poiché nel corso della notte la granella
riacquista umidità dall’atmosfera, si consiglia di non effettuare operazioni di mietitrebbiatura prima del mattino inoltrato, né proseguire
nelle ultime ore della notte. Prima di iniziare la trebbiatura si consiglia di assicurarsi, nel caso si tratti delle prime operazioni di raccolta
da parte della macchina, che la mietitrebbia arrivi dal deposito pulita e non possa risultare una pericolosa fonte di infestazione per i
cereali che verranno inviati allo stoccaggio.
Per evitare ogni possibile mescolanza tra varietà diverse, prima di iniziare la raccolta è necessario svuotare il cassone della
mietitrebbia.
Qualora in precedenza fosse stato raccolto frumento tenero è necessario pulire gli organi interni della macchina.
Durante la sosta del prodotto in azienda e il trasporto ai centri di consegna e stoccaggio deve essere assicurata la netta separazione tra granella di varietà diverse.
FRUMENTO TENERO
(Triticum aestivum)
1.
VOCAZIONALITÀ PEDOCLIMATICA
Tenuto conto di quanto indicato nelle Norme Generali, si riportano di seguito le caratteristiche specifiche di questa coltura con obblighi e indicazioni utili.
1.1
Ambiente pedoclimatico
Il frumento tenero resiste discretamente bene alle basse temperature; la temperatura minima per la germinazione è 1 °C, quella massima è
37 °C mentre quella ottimale è di 20 – 25°C, la soglia termica per la levata è di 5 – 10°C con optimum 15 -22°C, la temperatura ottimale per
l’antesi (fioritura) è di 18 – 24°C mentre quella per la vernalizzazione è < 3°C per le cv autunnali e < 10°C per quelle primaverili.
2.
TECNICA COLTURALE
2.1
Scelta varietale
Tenuto conto di quanto indicato nelle Norme Generali si consiglia di effettuare la scelta delle varietà in relazione alle caratteristiche
qualitative della granella richieste dalla destinazione d’uso delle farine, alla fertilità della pianta, alla resistenza all’allettamento e alla
collaudata resistenza (o bassa suscettibilità) alle fitopatie ricorrenti, da correlare alle caratteristiche dell’ambiente in cui si opera.
2.2Rotazione
Si rimanda a quanto indicato nelle Norme Generali. Secondo le regole di un razionale avvicendamento i cereali autunno-vernini si
collocano correttamente dopo le leguminose da foraggio e da seme, le foraggere (loiessa, prati oligofiti o polifiti) e quelle che vengono annoverate fra le colture da rinnovo (patata, pomodoro, barbabietola da zucchero, girasole, ecc.).
Ai fini del ristoppio, i cereali autunno-vernini (frumento tenero e duro, orzo, ecc. ) sono considerati colture analoghe. È ammesso
un solo ristoppio.
Non sono consigliate le precessioni colturali con cereali a paglia o con cereali estivi e le tecniche di lavorazione del terreno che
lasciano i residui colturali in superficie (es. semina su sodo) in quanto possono favorire i patogeni agenti della Fusariosi della spiga.
2.3
Gestione del terreno
Si consiglia di evitare possibili aree di ristagno idrico e di effettuare una preparazione del terreno leggera ricorrendo a un intervento
minimo capace di produrre un buon letto di semina. I terreni più idonei alle tecniche ridotte di lavorazione sono quelli autostrutturanti
(argillosi, di medio impasto); in terreni più soggetti a compattamento (sabbiosi, limosi e argillosi di cattiva struttura) interventi di discissura, con coltivatori pesanti o ripuntatori, permettono di ovviare all’intervento di aratura. In questi terreni è possibile ricorrere anche ad
interventi a doppio strato, eseguendo contemporaneamente una discissura profonda e una lavorazione superficiale.
3.
SISTEMA D’IMPIANTO
3.1Semina
Le semine partono generalmente dalla terza decade di ottobre; negli ambienti più freddi è consigliabile anticipare l’epoca di semina
mentre semine più tardive sono indicate per le varietà più precoci e per quelle meno resistenti all’allettamento.
Avverse condizioni climatiche possono talora impedire le normali semine pre-invernali del frumento; se si intende procedere a semine postinvernali, si consiglia di ricorrere a varietà “alternative”, cioè capaci di passare alla fase riproduttiva senza bisogno di attraversare un lungo
periodo di basse temperature (fenomeno della vernalizzazione). La caratteristica dell’alternatività non è sempre resa nota e neppure evidenziata nelle schede descrittive delle varietà, per cui è necessario fare riferimento a verifiche effettuate con apposite sperimentazioni eseguite
da istituzioni specializzate di ricerca. La densità ottimale prevede 350-400 piante/m2 con una quantità di seme pari a 400-450 cariossidi/m2.
Non è ammessa la semina su sodo dopo mais, sorgo, erba medica.
4.FERTILIZZAZIONE
Si rimanda a quanto indicato nelle linee guida per la fertilizzazione della parte generale in merito alle colture erbacee tenendo conto
delle asportazioni medie tipiche della coltura e riportate nelle tabelle seguenti.
Bollettino Ufficiale
– 135 –
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
FRUMENTO TENERO – CONCIMAZIONE AZOTO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione norQuantitativo di AZOTO da sottrarre (-) male per una produzione di: 5-7 t/ha:
Quantitativo di AZOTO che potrà essere
alla dose standard in funzione delle diaggiunto (+) alla dose standard in funverse condizioni:
zione delle diverse condizioni. Il quantitativo massimo che l’agricoltore potrà
DOSE STANDARD
aggiungere alla dose standard anche
al verificarsi di tutte le situazioni è di: 40
kg/ha:
varietà biscottiere: 125 kg/ha di N
varietà normali: 140 kg/ha di N
(barrare le opzioni adottate)
varietà FF/FPS: 155 kg/ha di N
(barrare le opzioni adottate)
r30 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 5 t/ha;
r30 kg: se si prevedono produzioni superiori a 7 t/ha;
r20 kg: in caso di elevata dotazione di
sostanza organica (linee guida fertilizzazione);
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica (linee guida fertilizzazione);
r80 kg: nel caso di successione a medicai, prati > 5 anni;
r30 kg: in caso di interramento di paglie o stocchi della coltura precedente;
r40 kg: negli altri casi di prati a leguminose o misti;
r15 kg: in caso di forte lisciviazione
dovuta a surplus pluviometrico in
specifici periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo
ottobre-febbraio).
r20 kg: nel caso sia stato apportato
letame alla precessione.
FRUMENTO TENERO – CONCIMAZIONE FOSFORO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione normale
Quantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla per una produzione di: 5-7 t/ha:
Quantitativo di P2O5 che potrà essere
dose standard:
aggiunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r15 kg: se si prevedono produzioni infe- r60 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r15 kg: se si prevedono produzioni
riori a 5 t/ha.
normale;
superiori a 7 t/ha;
r80 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
scarsa;
r0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
FRUMENTO TENERO – CONCIMAZIONE POTASSIO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione normale
Quantitativo di K2O da sottrarre (-) alla per una produzione di: 5-7 t/ha:
Quantitativo di K2O che potrà essere
dose standard:
aggiunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r20 kg: se si prevedono produzioni infe- r120 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r20 kg: se si prevedono produzioni
riori a 5 t/ha.
normale;
superiori a 7 t/ha.
r60 kg: se si prevede di lasciare le pa- r150 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
glie in campo.
scarsa;
r0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
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Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
Relativamente alla concimazione azotata l’efficienza di utilizzazione dell’azoto nei processi produttivi e di sviluppo della coltura dipende strettamente dall’epoca di distribuzione e pertanto si consiglia di considerare i seguenti aspetti propri della coltura:
ril frumento tenero non preleva azoto dal terreno in misura significativa prima dello stadio di 3a foglia (inizio dell’accestimento);
rl’assorbimento si protrae quindi fino alla piena formazione della cariosside;
ril ritmo di assorbimento e quantitativi di azoto prelevato dal terreno aumentano nel corso del ciclo biologico;
rallo stadio di sviluppo e ingrossamento delle cariossidi (granigione) una sufficiente disponibilità azotata condiziona il contenuto
proteico della granella e le connesse caratteristiche qualitative che determinano le proprietà tecnologiche della semola;
rciclo autunno-vernino della coltura, elevati consumi idrici, possibile suscettibilità all’allettamento.
Non è ammessa la concimazione azotata in concomitanza della semina.
In caso di concimazione azotata è obbligatorio distribuire l’elemento azoto in maniera frazionata dall’inizio accestimento alla
granigione.
In caso di concimazione fosfatica è obbligatorio distribuire l’elemento fosforo solo in caso di scarsa o scarsissima dotazione del
terreno.
In caso di concimazione potassica è obbligatorio distribuire l’elemento potassio solo in caso di scarsa o scarsissima dotazione
del terreno.
5.
IRRIGAZIONE / CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
Attenersi a quanto prescritto nella Parte Generale.
6.RACCOLTA
Si rimanda alle indicazioni contenute nella Parte Generale.
La raccolta si esegue al giusto grado di maturazione delle cariossidi e quando le loro condizioni e quelle dell’ambiente in cui si
opera sono tali da garantire la produzione di derivati al maggior livello qualitativo.
La raccolta si esegue a maturazione piena della granella con umidità < 13%.
Per evitare perdite di prodotto e salvaguardare la qualità della granella è essenziale un’attenta regolazione degli organi della mietitrebbia, da correggere ogni volta che è necessario per adeguarla a mutate condizioni di temperatura e umidità dell’aria, a variazioni
di fittezza della coltura, a eventuali presenze di allettamenti, di erbe infestanti ancora verdi, ecc. Poiché nel corso della notte la granella
riacquista umidità dall’atmosfera, si consiglia di non effettuare operazioni di mietitrebbiatura prima del mattino inoltrato, né proseguire
nelle ultime ore della notte. Prima di iniziare la trebbiatura si consiglia di assicurarsi, nel caso si tratti delle prime operazioni di raccolta
da parte della macchina, che la mietitrebbia arrivi dal deposito pulita e non possa risultare una pericolosa fonte di infestazione per i
cereali che verranno inviati allo stoccaggio.
Per evitare ogni possibile mescolanza tra varietà diverse, prima di iniziare la raccolta è necessario svuotare il cassone della
mietitrebbia.
Qualora in precedenza fosse stato raccolto frumento duro è necessario pulire gli organi interni della macchina.
Durante la sosta del prodotto in azienda e il trasporto ai centri di consegna e stoccaggio deve essere assicurata la netta separazione tra granella di varietà diverse.
MAIS
(Zea mais L.)
1. AMBIENTE
1.1. Clima
Il mais, proveniente dal centro-sud America, è pianta macroterma in grado di germinare con minimi di 8 –10 °C di temperatura . Per
tutto il ciclo colturale questa è la temperatura di base minima. La crescita e lo sviluppo vengono ritardati da temperature inferiori ai
15 °C e superiori a 35 °C.
1.2. Terreno
La coltura necessita di una profondità utile del terreno di almeno 50 cm, predilige terreni ben drenati, di medio impasto, con pH compresi tra 6 e 7,8, calcare attivo inferiore a 10 % e salinità inferiore a 2 mS/cm.
2. AVVICENDAMENTO
La coltura di mais viene ritenuta da rinnovo, in grado di iniziare l’avvicendamento e ben valorizzare le risorse ad essa riservate.
La coltura può essere praticata o in primo o in secondo raccolto al massimo tre volte ogni cinque anni (è dunque consentito un solo
ristoppio in cinque anni).
3. PREPARAZIONE DEL TERRENO
Il terreno deve essere sistemato in modo da evitare ristagni durante tutto il ciclo colturale.
La preparazione del letto di semina può prevedere interventi con ripuntatore, aratro ed erpice.
Riducendo la profondità di lavorazione, da un lato diminuisce la spesa energetica, ma dall’altro possono aumentare i problemi di
controllo delle infestanti.
La semina su sodo viene quindi consigliata per le semine tardive, nei terreni con basse infestazioni e non soggetti a compattamento
(sabbiosi e limosi).
Bollettino Ufficiale
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Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
4. SCELTA VARIETALE
La scelta dell’ibrido deve essere effettuata in base all’ordinamento colturale e all’organizzazione aziendale e in particolare si deve
scegliere la classe di precocità più idonea; nell’ambito di questa vanno scelti gli ibridi che assicurano produzioni stabili, resistenti alle
malattie e con qualità di prodotto idonea al tipo di utilizzazione.
Il ciclo deve essere calibrato in base al periodo di tempo disponibile tra una coltura e l’altra, cercando di sfruttare il più possibile
l’intero arco di giorni disponibili.
Si consiglia di escludere ibridi troppo tardivi non solo per le epoche di semina ritardate, ma anche in quei terreni tendenzialmente
pesanti, ove la raccolta può non essere tempestiva.
Classi di precocità FAO consigliate nelle diverse condizioni di terreno
e per diverse epoche di semina, per produrre granella o trinciato
CLASSI DI PRECOCITA’
DESTINAZIONE
Granella
Trinciato
EPOCA DI SEMINA
TERRENI SABBIOSI
600
500
400
700
600
500
Aprile
Maggio
Giugno
Aprile
Maggio
Giugno
TERRENI ARGILLOSI
500
400
300
600
500
400
Dato il continuo ricambio varietale effetto del continuo lavoro di miglioramento genetico, annualmente, per la scelta dell’ibrido, vanno
consultati i risultati delle prove di adattamento e resa.
5. SEMINA
La semina deve essere effettuata quando le temperature minime dell’aria sono stabilmente sopra la minima cardinale (8 - 10°C), e
quindi quando il seme può facilmente germinare, le plantule e le giovani piantine possono accrescersi rapidamente e competere
efficacemente con le infestanti.
Tali condizioni si verificano generalmente tra la prima e l’ultima decade di aprile.Anticipare molto la semina può esporre al rischio di risemine.
La densità di semina deve essere stabilita in base alle caratteristiche dell’ibrido, all’epoca di semina, al tipo di utilizzazione (granella
o trinciato).
Generalmente l’interfila varia tra 70 e 80 cm a causa di vincoli relativi ai cantieri aziendali di semina, sarchiatura e raccolta. Tuttavia
quando non si esegue il diserbo “in banda”, si consiglia di ridurre, ove possibile, tali distanze fino a 45 - 50 cm, e aumentare fino a 10
- 15 % la densità di popolazione.
La dose di semina calcolata in base all’investimento desiderato va comunque incrementata del 10 - 15 % in funzione delle difficoltà
che possono sorgere nelle fasi di germinazione e di emergenza (mancate nascite per basse temperature, attacchi di parassiti, errori
nella scelta della profondità, ecc.).
6. CONCIMAZIONE
Per la concimazione devono essere rispettati i limiti riportati nelle schede seguenti.
La dose standard va intesa come la dose di macroelemento da prendere come riferimento in condizioni ritenute ordinarie di resa
produttiva, di fertilità del suolo e di condizioni climatiche.
La dose standard così definita può essere modificata in funzione delle situazioni individuate all’interno della scheda di fertilizzazione,
pertanto sono possibili incrementi se, ad esempio, si prevedono:
- una maggiore produzione rispetto a quella definita come standard,
- scarsa dotazione di sostanza organica,
- casi di scarsa vigoria,
- dilavamento da forti piogge invernali o anche in periodi diversi,
- casi di cultivar tardive ecc.
Diversamente si eseguono delle riduzioni alla dose standard laddove sussistano condizioni di minore produzione rispetto a quella
individuata come standard (ordinaria), si apportano ammendanti, eccessiva vigoria o lunghezza del ciclo vegetativo, elevato tenore
di sostanza organica ecc.
MAIS DA GRANELLA Alta produzione – CONCIMAZIONE AZOTO
Note incrementi
Note decrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione norQuantitativo di AZOTO da sottrarre (-) male per una produzione di: 10-14 t/ha:
Quantitativo di AZOTO che potrà essere
alla dose standard in funzione delle diaggiunto (+) alla dose standard in funverse condizioni:
zione delle diverse condizioni. Il quantitativo massimo che l’agricoltore potrà
aggiungere alla dose standard anche
al verificarsi di tutte le situazioni è di: 70
kg/ha:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
240 kg/ha di N
(barrare le opzioni adottate)
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r30 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 10 t/ha;
r30 kg: se si prevedono produzioni superiori a 14 t/ha;
r20 kg: in caso di elevata dotazione
di sostanza organica (linee guida
fertilizzazione);
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica (linee guida fertilizzazione);
r80 kg: nel caso di successione a medicai, prati > 5 anni;
r30 kg: in caso di interramento di
paglie o stocchi della coltura precedente;
r40 kg: negli altri casi di prati a leguminose o misti.
r15 kg: in caso di forte lisciviazione
dovuta a surplus pluviometrico in
specifici periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo
ottobre-febbraio).
MAIS DA GRANELLA Alta produzione – CONCIMAZIONE FOSFORO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione norQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla male per una produzione di: 10-14 t/ha:
Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r15 kg: se si prevedono produzioni infe- r80 kg/ha: in caso di terreni con dotazio- r15 kg: se si prevedono produzioni suriori a 10 t/ha.
ne normale;
periori a 14 t/ha;
r100 kg/ha: in caso di terreni con dota- r30 kg: in caso di ristoppio.
zione scarsa;
r0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione elevata.
MAIS DA GRANELLA Alta produzione – CONCIMAZIONE POTASSIO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione normale
Quantitativo di K2O da sottrarre (-) alla per una produzione di: 10-14 t/ha:
Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r20 kg: se si prevedono produzioni in- r75 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r20 kg: se si prevedono produzioni suferiori a 10 t/ha.
normale;
periori a 14 t/ha.
r150 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r80 kg: se si prevede di asportare dal
scarsa;
campo anche gli stocchi.
r0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
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MAIS DA GRANELLA Media produzione – CONCIMAZIONE AZOTO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di AZOTO standard in situazione norQuantitativo di AZOTO da sottrarre (-) male per una produzione di: 5,5-8,5 t/ha:
Quantitativo di AZOTO che potrà essere
alla dose standard in funzione delle diaggiunto (+) alla dose standard in funverse condizioni:
zione delle diverse condizioni. Il quantitativo massimo che l’agricoltore potrà
aggiungere alla dose standard anche
al verificarsi di tutte le situazioni è di: 50
kg/ha:
DOSE STANDARD
150 kg/ha di N
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r30 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 5,5 t/ha;
r30 kg: se si prevedono produzioni superiori a 8,5 t/ha;
r20 kg: in caso di elevata dotazione
di sostanza organica (linee guida
fertilizzazione);
r20 kg: in caso di scarsa dotazione di
sostanza organica (linee guida fertilizzazione);
r80 kg: nel caso di successione a medicai, prati > 5 anni;
r30 kg: in caso di interramento di
paglie o stocchi della coltura precedente;
r40 kg: negli altri casi di prati a leguminose o misti.
r15 kg: in caso di forte lisciviazione
dovuta a surplus pluviometrico in
specifici periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo
ottobre-febbraio).
MAIS DA GRANELLA Media produzione – CONCIMAZIONE FOSFORO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di P2O5 standard in situazione normaQuantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla le per una produzione di: 5,5-8,5 t/ha:
Quantitativo di P2O5 che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
r15 kg: se si prevedono produzioni in- r50 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r15 kg: se si prevedono produzioni suferiori a 5,5 t/ha.
normale;
periori a 8,5 t/ha;
r70 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r30 kg: in caso di ristoppio.
scarsa;
r0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
MAIS DA GRANELLA Media produzione – CONCIMAZIONE POTASSIO
Note decrementi
Note incrementi
Apporto di K2O standard in situazione normale
Quantitativo di K2O da sottrarre (-) alla per una produzione di: 5,5-8,5 t/ha:
Quantitativo di K2O che potrà essere agdose standard:
giunto (+) alla dose standard:
DOSE STANDARD
(barrare le opzioni adottate)
(barrare le opzioni adottate)
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r20 kg: se si prevedono produzioni in- r40 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r20 kg: se si prevedono produzioni suferiori a 5,5 t/ha.
normale;
periori a 8,5 t/ha.
r80 kg/ha: in caso di terreni con dotazione r50 kg: se si prevede di asportare dal
scarsa;
campo anche gli stocchi.
r0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione
elevata.
7. CURE COLTURALI
La sarchiatura e la rincalzatura possono essere abbinate alle distribuzioni di azoto di copertura e l’effettuazione della prima è sempre
auspicabile.
8. IRRIGAZIONE
L’irrigazione è consigliata per far fronte ai deficit idrici che si possono verificare in regione soprattutto in corrispondenza di fasi critiche
della coltura.
Si consigliano interventi nel periodo precedente la fioritura maschile, e in quello successivo fino alla fecondazione completa (imbrunimento delle sete).
Si ricorda che l’efficienza dell’uso dell’acqua con metodi gravitazionali (scorrimento) è generalmente bassa mentre più alta risulta
quella dei metodi per aspersione (a pioggia). Per tale ragione, ai fini ambientali, sarebbero consigliabili questi ultimi.
9. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
Si consiglia l’avvicendamento delle colture e dei diserbanti al fine di evitare l’insorgenza e la diffusione di infestanti resistenti.
10. RACCOLTA
La raccolta viene effettuata in epoche diverse, in funzione del calendario di semina e del decorso meteorologico.
La granella può essere raccolta ancora allo stato umido (27 - 30% di umidità) per essere conservata in silos.
Negli altri casi si consiglia di essiccare in campo, per quanto possibile, per ridurre le spese di essiccatoio, necessario per portare la
quantità di umidità al disotto del 14%.
La raccolta del trinciato può iniziare non appena si rileva l’inizio della maturazione cerosa con tenori di umidità della pianta intera
compresi tra 65 - 70% (30 – 35% di s.s). Per una buona conservazione in silos orizzontale la pianta deve essere raccolta sana, ad
un’altezza da terra di almeno 15 cm; la lunghezza di trinciatura deve essere regolata in funzione della percentuale di sostanza secca,
riducendola, rispettoalla norma (1 cm), quando la percentuale di sostanza secca aumenta (0,5 cm).
Per l’insilamento non sono consigliati additivi; in ogni caso la qualità dell’insilato dipende:
•
dal non inquinamento con terra;
•
dalla velocità di carico del silo;
•
dalla alta compressione della massa;
•
e dalla copertura della stessa con telo impermeabile.
Auspicabile anche porre sul telo un peso costante di 100 kg/m2.
RISO
(Oryza sativa L.)
1. AMBIENTE DI COLTIVAZIONE E VOCAZIONALITÀ PEDOCLIMATICA
Il riso è una graminacea a ciclo annuale, del genere Oryza originaria del sud-est asiatico a clima tropicale e sub tropicale. Ha radici
avventizie e embrionali che sviluppano dei parenchimi aeriferi capaci di permettere alla pianta di vivere in ambiente acquatico. Il riso
si coltiva a temperatura e ad ambienti diversi. I sistemi di coltivazione del riso differiscono in relazione all’utilizzo dell’acqua di irrigazione. Le differenti tipologie di gestione dell’acqua di irrigazione sono rese possibili dalle peculiarità di adattamento della pianta di riso
sia ad ambienti edafici asciutti, sia sommersi.
Alle nostre latitudini esso trova nelle basse temperature, all’inizio del ciclo, il fattore limitante.
La germinazione avviene con temperature del terreno o dell’acqua superiori a 10°C. Il manto idrico permette di tamponare le escursioni termiche nel corso del ciclo colturale.
Le condizioni particolarmente umide e calde possono accentuare i danni da brusone soprattutto in presenza di eccessiva disponibilità di azoto del terreno e di varietà sensibili.
La risaia si insedia con successo in condizioni colturali di limitano drenaggio e che consentano un’adeguata realizzazione delle
manovre di riempimento e svuotamento delle camere . Ciò è reso possibile dalle proprietà idrauliche del suolo, dalle caratteristiche
idrogeologiche del territorio e dalle sistemazioni idrauliche operate dai risicoltori.
La coltura si adatta bene a diverse tipologie di terreno, da quelli tendenzialmente sciolti della Lomellina o di alcune zone del pavese,
a quelli sabbio-limosi della fascia sud-milanese.
Bollettino Ufficiale
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2. MANTENIMENTO DELL’AGROECOSISTEMA NATURALE
Viene consigliata l’adozione di una o più tecniche di salvaguardia degli insetti utili.
In Lombardia, a partire dal 2010, la bruciatura delle stoppie e delle paglie è ammessa solo sulle superfici investite a riso o nel caso di
interventi connessi ad emergenze di carattere fitosanitario prescritti dall’Autorità competente (come confermato dalla DGR n. 1366 del
14 febbraio 2014 sulla condizionalità, allo standard 2.1 “Gestione delle stoppie”). Per la coltivazione del riso in produzione integrata, in
ogni caso, è sconsigliata la bruciatura di stoppie e paglie, mentre si consiglia il loro interramento con aggiunta di sostanza organica
(reflui per esempio) a seconda delle caratteristiche del suolo. Si ricorda che chi aderisce alla “Operazione 10.1.c - Conservazione
della biodiversità nelle risaie” ed “Operazione 10.1.d - Agricoltura conservativa” del Piano di Sviluppo Rurale non può interrare stoppie
e paglie ma lasciarle sul posto.
3. SCELTA VARIETALE
Le varietà devono essere scelte in funzione delle specifiche condizioni pedoclimatiche di coltivazione, degli aspetti produttivi e merceologici e del comportamento nei confronti dei parassiti animali e vegetali. Una corretta scelta può essere effettuata solo consultando,
in modo ragionato, i risultati delle prove sperimentali di adattamento e resa, riportanti non solo le produzioni conseguibili e la resa alla
lavorazione, ma anche la suscettibilità o meno alle malattie.
Utilizzare sementi certificate, privilegiando le varietà resistenti e/o tolleranti alle principali fitopatie e in grado di offrire ampie
garanzie anche in termini di qualità.
4. SISTEMAZIONE E PREPARAZIONE DEL SUOLO
Gli appezzamenti destinati alla coltivazione, definiti “camere” dovrebbero avere una superficie sufficiente per ottimizzare le macchine
operatrici. L’aratura rimane operazione fondamentale che permette l’incorporazione delle paglie, da preferirsi nel periodo autunnale
in particolare nei terreni più pesanti. A seguire in primavera, il livellamento, per migliorare la gestione delle acque e l’erpicatura, per
ripristinare un’idonea sofficità dello strato superficiale.
5. AVVICENDAMENTO COLTURALE
Gli obiettivi della rotazione sono: preservare la fertilità del suolo, limitare le problematiche legate alla sua stanchezza, alla specializzazione di malattie, fitofagi ed infestanti e migliorare la qualità delle produzioni.
È ammessa la monosucessione per cinque anni consecutivi. Intervallo minimo di due anni prima di un nuovo ciclo. Il riso può
seguire e precedere tutti i tipi di coltura e si consiglia, subito dopo la raccolta, di seminare una coltura di copertura. La coltura va
sovesciata in primavera, appena prima della lavorazione principale.
Si ricorda che la monosuccessione in risaia può essere problematica per due aspetti: le infestazioni di riso crodo e i fenomeni di stanchezza del suolo legati all’ambiente riducente e al ciclo della sostanza organica in anaerobiosi.
Questi ultimi problemi potrebbero essere ovviati con un’attenta gestione delle paglie, l’uso di ammendanti organici, un governo delle
acque oculato e la pratica del sovescio.
Gestione delle paglie. Occorre favorire una rapida trasformazione dei residui colturali al fine di aumentare la percentuale di sostanza
organica umificata del terreno ed evitare fenomeni tossici dei prodotti di degradazione delle paglie stesse, in ambiente anaerobico.
Le paglie vanno trinciate ed interrate, a meno che non servano per la produzione di letame. Tale operazione è preferibilmente da
effettuarsi in autunno, per i terreni di medio impasto o argillosi, mentre non vi sono vincoli in condizioni di terreno sciolto.
Quando l’interramento viene effettuato in autunno, occorrerà, a fine inverno, eseguire un’estirpatura, in modo da favorire l’ossigenazione del suolo e la conseguente attività microbica.
Governo delle acque. Si consiglia di effettuare le asciutte nelle fasi di fine accestimento e levata . Ciò può avere benefiche influenze
sul ciclo della sostanza organica e può limitare la presenza di sostanze ridotte.
Sovescio. La coltivazione di una coltura di copertura da sovesciare ha sicuramente effetti positivi sul mantenimento di una maggiore
percentuale di sostanza organica nel terreno, stimola l’attività microbica di degradazione dei residui pagliosi, migliora, generalmente,
il bilancio degli elementi nutritivi.
6. SEMINA
Adottare densità di semina tali da consentire da un lato il raggiungimento di rese adeguate e dall’altro di mantenere le piante in
buono stato fitosanitario, ridurre la competizione della flora infestante ed elevare l’efficienza dei fertilizzanti. La semina può essere effettuata in modo tradizionale in acqua con caduta libera o in asciutta con seme interrato a file e sommersione ritardata della risaia
(dopo circa 40 gg dalla semina).
Non superare la densità d’investimento indicata dalla ditta sementiera.
Epoca. La semina deve essere effettuata quando la temperatura si è assestata su 10 - 12 °C. Nelle condizioni lombarde ciò si verifica
dopo la prima quindicina di aprile.
Alcune varietà non possono essere seminate tardivamente: in particolare quelle a ciclo lungo con avvio lento (es.Thaibonnet). Per le
false semine e comunque per le semine tardive si consigliano varietà a ciclo breve come Loto.
Modalità. Come sopra citato la semina può essere effettuata interrando il seme (con sommersione ritardata) o distribuendolo nella
risaia allagata. La semina deve essere omogenea.
Nel caso di semina in condizione di sommersione la risaia deve essere coperta da uno strato di 5 cm di acqua appena prima della
semina e il seme deve essere appesantito lasciandolo per 24 - 48 ore in ammollo, in modo che inizi la fase di imbibizione e prima
germinazione.
Con l’interramento si può anticipare la semina stessa di circa 7 - 10 giorni, con l’attenzione a non interrare eccessivamente il seme
(massimo 2 cm). La sommersione continua può iniziare quando le piante di riso sono alla 4 - 5 foglia.
Si dovrà stabilire la dose di seme in base al peso unitario della semente, alla tipologia e all’epoca di semina puntando ad una densità
finale di circa 450 - 500 cariossidi germinabili/m2.
Nei casi di semine in epoche non precoci, con varietà con buone capacità di accestimento, o con semina “interrata”, si possono
ridurre le dosi di semente del 20 - 25 %. Si consiglia di riseminare qualora, per stress di diversa natura, la coltura a 30 - 40 giorni dalla
semina non raggiunge l’investimento di 100 piante/m2.
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7. GESTIONE DEL SUOLO E DELLE ACQUE
Si raccomanda che la gestione del suolo sia attuata con modalità idonee a evitare fenomeni erosivi, favorire un’adeguata trasformazione dei residui colturali, l’allontanamento delle acque in tempi idonei, aumentare le riserve idriche del suolo, ridurre i rischi di
compattamento, migliorare la struttura e la fertilità del suolo.
Il terreno destinato alla risaia allagata deve essere mantenuto perfettamente livellato.
È opportuno adottare tecniche di gestione del suolo conservative e poco dispendiose in termini energetici, fino ad attuare, laddove
possibile, la non lavorazione o la lavorazione minima.
Con le paglie si consiglia di interrare la dose dei concimi minerali fosfopotassici previsti in presemina.
Nei terreni ad elevata carica di seme di riso crodo si consiglia di omettere l’aratura. In questi casi, per almeno tre anni, si dovrà lavorare
il terreno con erpicature superficiali.
Bisogna tendere a migliorare significativamente l’efficienza d’uso dell’acqua.
In qualsiasi caso ci si dovrà assicurare di ridurre le perdite dovute ad una poco accurata manutenzione della rete idrica aziendale.
Con risaia sommersa si dovrà stabilire e mantenere un livello dell’acqua minino per svolgere la funzione di volano termico, utile in
particolar modo durante le fasi di emergenza e di prefioritura-fioritura. Nel corso della altre fasi il livello dell’acqua non dovrà superare
i 15 cm.
Nel caso di coltura non in sommersione l’irrigazione turnata dovrà essere gestita in base alla granulometria del terreno. Indicativamente si consigliano turni ravvicinati di 7 giorni nei terreni sciolti; di 10 - 14 giorni in quelli con più elevata capacità idrica.
8. FERTILIZZAZIONE
L’apporto degli elementi fertilizzanti deve mantenere e migliorare la fertilità del suolo, compensare le asportazioni delle colture e le
perdite tecnicamente inevitabili.
E’ ammesso l’uso di altri microelementi, in base alle esigenze fisiologiche della coltura o in funzione delle indicazioni fornite dalle
analisi del terreno o fogliari.
Per ciclo colturale, rispetto dei quantitativi massimi di elementi fertilizzanti (organici + inorganici) individuati dalla scheda di concimazione standard.
Frazionare in almeno due interventi, indipendentemente dal periodo (pre semina o copertura) la quota azotata se superiore a 100
kg/ha; i concimi a lenta cessione possono essere distribuiti senza vincoli di frazionamento.
In copertura l’uso di concimi azotati è consentito solo per quelli ammoniacali ed ureici in quanto meno soggetti a perdite nell’ambiente.
Per il fosforo e il potassio la dose definita può essere superata nel caso di impiego di ammendanti organici, purché nel rispetto del
limite dell’azoto.
La dose standard va intesa come la dose di macroelemento da prendere come riferimento in condizioni ritenute ordinarie di resa
produttiva, di fertilità del suolo e di condizioni climatiche.
La dose standard così definita può essere modificata in funzione delle situazioni individuate all’interno della scheda di fertilizzazione,
pertanto sono possibili incrementi se, ad esempio, si prevedono:
•
una maggiore produzione rispetto a quella definita come standard,
•
scarsa dotazione di sostanza organica,
•
casi di scarsa vigoria,
•
dilavamento da forti piogge invernali o anche in periodi diversi,
•
casi di cultivar tardive ecc..
Diversamente si eseguono delle riduzioni alla dose standard laddove sussistano condizioni di minore produzione rispetto a quella
individuata come standard (ordinaria), si apportano ammendanti, eccessiva vigoria o lunghezza del ciclo vegetativo, elevato tenore
di sostanza organica ecc. .
Scheda concimazione standard Riso
Riduzioni rispetto alla dose
Apporto per una
standard, in kg/ha
produzione normale di
standard, in kg/ha
(barrare le opzioni adottate)
5,6 – 8,4 t/ha
(barrare le opzioni adottate)
r25 kg/ha per produzioni inferiori a 5,6
t/ha
Dose standard
r25 kg/ha per produzioni superiori a 8,4
t/ha
r15 kg/ha in caso di elevata dotazione
di sostanza organica
r30 kg/ha in caso di dotazione di sostanza organica molto elevata (> 4%)
Azoto
N
110 kg/ha
r20 kg/ha nel caso sia stato apportato
ammendante alla precessione
Aumenti rispetto alla dose
r15 kg/ha in caso di scarsa dotazione
di sostanza organica
r20 kg/ha in caso di forte dilavamento
invernale (oltre 300 mm nel periodo
ottobre-febbraio)
r20 kg in caso di utilizzo di var. japonica
Incremento max 40 kg/ha
r15 kg/ha per produzioni inferiori a 5,6
t/ha
Dose standard Fosforo
r40 kg/ha con elevata dotazione del
terreno
con normale dotazione del terreno
P2O5
70 kg/ha
r15 kg/ha per produzioni superiori a 8,4
t/ha
r30 kg/ha con scarsa dotazione del terreno
Bollettino Ufficiale
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Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
r25 kg/ha per produzioni inferiori a 5,6
t/ha
Dose standard Potassio
r90 kg/ha con elevata dotazione del
terreno
con normale dotazione del terreno
K2O
130 kg/ha
r25 kg/ha per produzioni superiori a 8,4
t/ha
r50 kg/ha con scarsa dotazione del terreno
(se si lasciano le paglie in campo la
dose standard
deve essere dimezzata)
9. IRRIGAZIONE
Nel caso di colture in asciutta l’irrigazione può essere effettuata per aspersione tramite le moderne macchine irrigue (Pivot, Rainger)
seguendo attentamente il bilancio idrico ed intervenendo prima di raggiungere il 50% dell’acqua disponibile del suolo.
10. CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DIFESA FITOSANITARIA
E’ obbligatorio attenersi a quanto riportato nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.
Per prevenire il fenomeno della resistenza dei giavoni, si consiglia una rotazione dei giavonicidi con diverso meccanismo d’azione.
Nelle risaie con problemi di riso crodo è efficace, ai fini del contenimento e della eradicazione dell’infestante, sospendere la coltura
del riso per almeno tre anni, introducendo colture diverse su cui è possibile intervenire con graminicidi.
In presenza di medie infestazioni di crodo si consiglia di ricorrere alla falsa semina preceduta da lavorazioni leggere (erpicature).
E’ auspicabile tenere puliti gli argini. Lo sfalcio periodico deve essere eseguito prima della spigatura delle graminacee per evitarne la
disseminazione.
11. RACCOLTA
Il momento della raccolta viene stabilito in relazione all’umidità della granella e all’andamento climatico. La raccolta deve essere
effettuata quando l’umidità della granella ha raggiunto il 27 - 28 % per le varietà a profilo “japonica” e il 24 - 25 % per le varietà a profilo
“indica”.
In presenza di culmi di accestimento tardivi, per evitare fessurazioni delle cariossidi, si consiglia di ritardare la raccolta e di limitare la
velocità del battitore mantenendo nella massima efficienza i sistemi di trasporto (elevatori e coclee).
Per le varietà più esposte a tali danni come Balilla, Carnaroli, Arborio, devono essere adottate tutte le precauzioni anche dopo la
raccolta (ad esempio ridurre la temperatura di essiccazione intorno a 40 °C, specie nelle prime fasi, nelle giornate di vento e dopo
un periodo di pioggia).
Ciascun lotto dovrà essere identificato in tutte le fasi, dalla raccolta alla commercializzazione, per permetterne la rintracciabilità.
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Bollettino Ufficiale
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CRITERI E PRINCIPI GENERALI PER LE FASI POST-RACCOLTA E DI TRASFORMAZIONE DELLE PRODUZIONI VEGETALI
Uso volontario del Marchio di Qualità nell’ambito del Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata (SQNPI) – Decreto
MiPAAF n° 4890 del 8 maggio 2014 in attuazione della Legge n. 4 del 3 febbraio 2011
Scopo e campo di applicazione
Il campo di applicazione dei presenti principi e criteri riguarda le fasi post raccolta delle diverse colture e produzioni vegetali.
Il rispetto delle norme post-raccolta è indispensabile al fine della utilizzazione da parte dei concessionari del marchio nazionale/
segno distintivo previsto per le Produzioni integrate.
Questi criteri e principi generali integrano le Linee guida regionali della difesa e controllo delle infestanti e delle pratiche agronomiche
per la fase di coltivazione al fine di disporre di un unico documento di riferimento per la Regione Lombardia.
Questo testo è genericamente riferito a tutte le colture e ai loro prodotti trasformati e riporta però alcune indicazioni specifiche per
gruppi di colture (es. frutticole, orticole, ecc.) e/o destinazioni del prodotto (fresco, trasformato, ecc.).
La fase di post raccolta rappresenta quindi il proseguimento della fase di produzione delle colture; comprende quindi le fasi di prepulitura del prodotto e un’eventuale cernita, il trasporto dall’azienda ai centri di lavorazione, la calibrazione, la conservazione, il condizionamento e il confezionamento fino all’immissione al consumo dei prodotti freschi - o non trasformati - finalizzati all’utilizzazione del
marchio di qualità nazionale di produzione integrata. Laddove si volesse applicare il marchio di qualità nazionale anche ai prodotti
trasformati è necessario rispettare anche gli elementi critici riguardanti la fase di trasformazione.
Nelle aree dove sono disponibili regole di post-raccolta riferite a produzioni con marchi DOP o IGP tali regole possono essere adottate,
quando compatibili con le presenti linee guida anche ai fini della produzione integrata.
Le operazioni successive alla raccolta devono essere condotte al fine di prevenire potenziali rischi per la salute dei consumatori, che
derivino da errati processi di lavorazione, di condizionamento e/o di conservazione. I prodotti che devono fregiarsi del marchio di
qualità nazionale di produzione integrata devono essere separati da lotti non provenienti da produzione integrata al fine di consentirne l’identificazione e la rintracciabilità.
Definizione di lotto
Il lotto è definito come insieme di unità di una derrata alimentare, prodotta, fabbricata o confezionata in circostanze praticamente
identiche. Il lotto è determinato dal produttore, dal confezionatore o dal trasformatore del prodotto alimentare o dal primo venditore
stabilito nella Comunità Economica Europea ed è apposto sotto la responsabilità degli stessi (art.13 – Decreto Legislativo 109/92 e
successive modifiche/integrazioni).
Qualora al momento del conferimento o durante le fasi successive, inclusa la trasformazione, i lotti vengano miscelati dovrà essere
tenuta traccia di quelli di origine.
Epoca di raccolta
E’ possibile adottare, dove disponibili, gli indici di maturazione e i parametri di qualità per la raccolta dei lotti destinati o meno alla
lunga conservazione. In alternativa i parametri qualitativi possono essere fissati per il prodotto al termine della conservazione.
Modalità di raccolta
La modalità di raccolta deve garantire le migliori caratteristiche organolettiche (es. tenuto conto della scalarità di maturazione, se
è opportuno effettuare più di una raccolta). Devono essere adottate le necessarie precauzioni in fase di distacco dei frutti per non
provocare contusioni e lesioni, di deposizione nei contenitori di raccolta e nel successivo trasferimento negli imballaggi. Inoltre, dove
necessari, devono essere ridotti al massimo i tempi per il trasferimento alla centrale di lavorazione e di conservazione.
Prepulitura e cernita
I lotti ottenuti nel rispetto dei disciplinari regionali di produzione integrata, prima dello stoccaggio o del trasporto ai centri di lavorazione, se necessario, devono essere sottoposti a trattamenti di pre-pulitura al fine di allontanare residui di terra o altre impurità.
L’eventuale operazione di cernita ha lo scopo di separare prodotti non idonei a una lavorazione o alla conservazione per alterazioni
di varia natura, inclusa la prevenzione della contaminazione da tossine.
Trasporto dall’azienda ai centri di lavorazione
I mezzi destinati al trasporto dei prodotti non devono contenere i residui di altri lotti precedentemente trasportati. Per lotti deperibili è
necessario ridurre il tempo che intercorre dal momento della raccolta a quello di lavorazione e/o condizionamento.
La scelta dei contenitori deve ricadere o su materiali lavabili o su materiali che non creino problemi di contaminazione del prodotto.
E’ auspicabile la adozione di modalità di trasporto che prevengano innalzamenti di temperatura o altre condizioni anomale che
potrebbero pregiudicare la conservazione dei prodotti.
Conservazione
I lotti di prodotto da produzione integrata devono essere idoneamente identificati in ogni fase del processo di stoccaggio e condizionamento in modo tale da potere garantire la corretta separazione da altre produzioni.
Bollettino Ufficiale
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Serie Ordinaria n. 5 - Giovedì 29 gennaio 2015
Di seguito sono riportate alcuni indicazioni specifiche per alcuni gruppi di prodotti.
Prodotti ortofrutticoli
Quando necessaria, la conservazione dei prodotti ortofrutticoli è consentita in apposite celle frigorifere, utilizzando prioritariamente
mezzi fisici (es. atmosfera controllata, tradizionale e basso livello di O2, atmosfera dinamica, ecc) in alternativa o abbinati a quelli
chimici. E’ possibile adottare le formule di conservazione relative a ciascun prodotto e per le principali tipologie di conservazione.
I trattamenti chimici post-raccolta in generale non sono permessi e vanno utilizzati, per quanto possibile e sinergicamente, i metodi preventivi
in campo e quelli fisici post-raccolta. Ciononostante su pomacee, actinidia e susino è ammessa l’esecuzione di interventi chimici postraccolta con fungicidi e/o antiriscaldo previsti dalla normativa vigente, con preferenza per i lotti destinati a medio-lunga conservazione.
E’ possibile adottare le condizioni della fase finale di conservazione che inducano, quando necessario, l’eventuale innesco della
maturazione prima della commercializzazione in rapporto allo stato dei frutti e al periodo di distribuzione commerciale; tale intervento
deve portare a un grado di durezza e RSR idonei a soddisfare i requisiti richiesti dallo standard organolettico.
Prodotti cerealicoli e proteoleaginose
I prodotti destinati ad essere stoccati per più mesi possono essere sottoposti a tecniche di conservazione che sfruttano sistemi fisici
(refrigerazione forzata o ventilazione naturale e atmosfera controllata) o sistemi chimici:
•
refrigerazione forzata con insufflaggio di aria fredda al fine di rallentare o bloccare l’attività dei parassiti,
•
atmosfera controllata attraverso l’immissione di anidride carbonica o azoto per il contenimento o l’eliminazione dei parassiti,
•
prodotti chimici quali fumiganti col limite di un trattamento l’anno e quando le trappole o altri sistemi di monitoraggio giustificano tali interventi.
Queste tecniche di conservazione sono fondamentali per preservare la qualità e le caratteristiche igienico sanitarie del prodotto.
Gli interventi nei centri di stoccaggio riguardano il controllo al ricevimento della granella proveniente dal campo per la verifica della
qualità e del suo stato sanitario. Segue la pulitura, operazione preventiva per allontanare polvere e granella facilmente alterabile
(danneggiata da insetti o chicchi ammuffiti). Qualora necessario occorre poi intervenire con l’essicazione per portare l’umidità al
livello ottimale di conservazione.
Per lo stoccaggio nei magazzini, il prodotto viene sottoposto a controlli periodici della temperatura e umidità e viene monitorata la
presenza di insetti, roditori e la possibile evoluzione delle micotossine.
Altre produzioni
Per altri prodotti le linee guida nazionali possono stabilire ulteriori requisiti da rispettare per garantire l’ottenimento di una elevata
qualità dei prodotti conservati o trasformati.
Condizionamento e confezionamento
Anche durante queste fasi occorre mantenere la tracciabilità dei prodotti cosicché dal prodotto destinato al consumo sia possibile
risalire ai lotti di partenza e quindi verificare se nei vari passaggi dell’intera filiera ci sia stato il rispetto dei disciplinari di riferimento.
Pertanto il prodotto deve essere lavorato o su linee separate oppure sulla stessa linea in tempi diversi previa eliminazione di eventuali
residui di lavorazione di lotti derivanti da produzione convenzionale.
Possono essere adottate specifiche tipologie di confezioni per il prodotto fresco.
Trasporto del prodotto finito o pretrasformazione
E’ necessario adottare modalità di trasporto che mantengano la serbevolezza dei frutti sia in condizioni di elevata temperatura (estate) che di basse temperature (inverno) in particolare sui lunghi percorsi. E’ necessario utilizzare anche modalità di accatastamento
razionale, per garantire la buona circolazione dell’aria e la stabilità dell’accatastato.
Trasformazione
I processi che afferiscono a questa fase possono essere molteplici in funzione delle numerose tipologie di prodotti che derivano dalla
trasformazione delle diverse materie prime vegetali.
Di seguito sono tuttavia individuati i requisiti minimi, da mantenere nelle varie fasi dei processi di trasformazione, relativi:
•
alla tracciabilità del processo, infatti in ogni fase di lavorazione le produzioni destinate al marchio nazionale di produzione
integrata devono essere separate dalle altre di diversa provenienza e devono risultare facilmente identificabili; laddove si effettua una separazione temporale delle linee di lavorazione occorre provvedere alla loro pulizia prima di lavorare il prodotto
oggetto della valorizzazione con il marchio nazionale;
•
alla lavorazione, è opportuno privilegiare gli additivi naturali rispetto a quelli chimici di sintesi;
•
alla commercializzazione, esclusivamente per il prodotto sfuso, occorre mantenere la separazione delle produzioni a marchio nazionale e garantirne la tracciabilità anche nella fase di immissione al consumo.
Sarebbe infine auspicabile promuovere il ricorso a tipologie di confezioni in materiale riciclabile/riutilizzabile.
Uso del marchio/segno distintivo sui prodotti finiti
Per potere essere definito “Prodotto trasformato da produzione integrata” le materie prime che lo compongono devono provenire per
almeno il 95% da ingredienti di origine agricola, riferiti al peso del prodotto finito, conformi ai disciplinari di produzione integrata di
riferimento.
Possono essere presenti alcuni ingredienti o conservanti impiegabili, non ottenuti nel rispetto dei disciplinari di produzione integrata,
alle seguenti condizioni:
- che senza tali prodotti e sostanze sarebbe impossibile produrre o conservare alimenti o rispettare determinati requisiti dietetici previsti sulla base della normativa comunitaria;
- che tali ingredienti o sostanze non siano disponibili sul mercato nazionale da prodotti ottenuti da agricoltura integrata.
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D) ATTI DIRIGENZIALI D.G. Agricoltura