Il Modello di Diamond-Mortensen-Pissarides: la disoccupazione frizionanle Prof. Giuseppe Rose (Ph.D., M.Sc., London) Modelli Macroeconomici a.a. 2011- 2012 1 Introduzione In questa parte del corso viene studiato il fenomeno della disoccupazione sotto una prospettiva diversa rispetto al modello di Shapiro-Stiglitz. L’idea principale è che i lavoratori e le imprese sono in qualche modo eterogenei tra loro per cui passano del tempo a cercarsi l’uno con l’altro in attesa di trovare il "partner" che veramente stanno cercando. Questa ricerca dà luogo Università della Calabria, Dipartimento di Economia e Statistica; E-mail: [email protected]; Homepage: www.ecostat.unical.it/Rose. 1 al fenomeno della disoccupazione frizionale. Il modello è noto come modello di Diamond Mortensen e Pissarides ma in realtà è importante tenere presente che i tre autori hanno sviluppato aspetti diversi del modello e non un unico modello congiunto. Il modello che viene illustrato in questa sede è molto vicino al modello di Pissarides. 2 Il Modello 2.1 Setup generale Si consideri un’economia dinamica caratterizzata da imprese e lavoratori. Imprese e lavoratori si cercano l’uno con l’altro all’interno del mercato. Ogni impresa possiede una vacancy ovvero una postazione lavorativa che può essere occupata (…lled) oppure vuota (vacant). Ogni lavoratore può essere occupato (riempie una vacancy) oppure disoccupato ed in cerca di una vacancy. Si stabilisca il seguente formalismo: E = numero di lavoratori occupati. U = numero di disoccupati. L = E + U = forza lavoro. V = indica il numero posti di lavoro disponibili (numero di Vacancies) 2 F = indica il numero di posti di lavoro occupati (Filled, ovvero vacancy riempita). c = indica il costo che l’impresa deve sostenere per mantenere una vacancy. A = indica la produttività di ogni lavoratore (A > c). w = indica il salario reale. In ogni istante di tempo, l’utilità di un lavoratore è data da: utilita = 8 > > > w se occupato > > > < > > > > > > : : (1) 0 se disoccupato Il pro…tto di un impresa è invece dato da: prof itto = 2.2 8 > > > A > > > < > > > > > > : w c se la vacancy è riempita (2) c se la vacancy è vuota. La funzione di matching Il processo di ricerca e di incontro tra lavoratori ed imprese è riassunto dalla così detta funzione di matching. Questa funzione ci dice quanti matches 3 (incontri) ci sono in ogni istante di tempo. Indicando con la lettera M il numero di incontri in ogni istante, la funzione di matching è data da: M = M (U; V ) = KU V dove 0 < < 1; 0 < (3) < 1; e K > 0 sono dei parametri. Questa funzione è simile ad una funzione di produzione solo che qui si producono "incontri". Il numero di incontri che si produce è funzione crescente del numero di disoccupati (U ) e del numero di vacancy (V ) poichè al crescere di queste variabili cresce il numero di agenti che si cerca l’uno con l’altro e quindi cresce il numero di incontri che si ha in ogni periodo. Nell’espressione precedente abbiamo dato una forma funzionale alla funzione di matching che è esattamente uguale a quella di una Cobb-Douglas. Data la de…nizione di funzione di matching possiamo de…nire la variazione _ nel modo seguente: dell’occupazione da un istante all’altro del tempo (E) E_ = M (U; V ) bE (4) dove b indica la probabilità istantanea di essere licenziati. L’espressione precedente ci dice che la variazione dell’occupazione è data dalla di¤erenza 4 tra il numero di incontri ed il numero di licenziamenti che si generano in ogni istante. In stato stazionario deve valere la seguente relazione: E_ = 0 ovvero M (U; V ) = bE: (5) De…niamo le seguenti espressioni: a= = 2.3 M (U; V ) = probabilita di diventare occupato U M (U; V ) = probabilita di riempire una vacancy: V Le Equazioni di Bellman Indicando con V E ; V U ; V F ; e V V rispettivamente i valori attuali di un occupato, di un disoccupato, di un’impresa con vacancy piena e di un’impresa con vacancy vuota, possiamo scrivere le seguenti Equazioni di Bellman (o funzioni valore come nel modello di Shapiro Stiglitz) indicando con di sconto degli agenti economici: 5 il tasso VE =w b(V E V U = a(V E VF =A VV = 2.4 w c V U) (6) V U) b(V F c + (V F (7) VV) V V ): (8) (9) Due Ipotesi fondamentali Il modello si basa su due ipotesi fondamentali: 1) Ogni qual volta si genera un match, la contrattazione che si e¤ettua sul salario porta ad una soluzione che fa si che i surplus che si generano dall’incontro per il lavoratore e per l’impresa siano uguali tra di loro. Questa ipotesi implica che il salario risultante dalla contrattazione deve portare al seguente risultato: 6 F V |V {z V } = surplus dell’impresa E U V | {z V } surplus del lavoratore 2) Ogni vacancy può essere distrutta e creata senza costo (free entry condition). Questa ipotesi implica che in stato stazionario V V = 0: Se così non fosse, non avremmo uno stato stazionario. Se infatti V V fosse minore di zero le vacancies verrebbero distrutte per cui ci sono meno imprese che cercano sul mercato del lavoro e questo modi…cherebbe il numero di matches che si hanno sul mercato del lavoro per cui non saremmo in stato stazionario. In maniera uguale, se V V fosse più grande di zero, allora sarebbe conveniente creare nuove vancancy (che hanno un valore positivo) per cui si in‡uenza il numero di match nel mercato e quindi, di nuovo, non saremmo in stato stazionario. Sotto queste due ipotesi si dimostra che esiste un unico stato stazionario a cui l’economia converge. In altre parole l’economia risulta essere caratterizzata da (e convergerà ad) un unico livello di disoccupazione. 3 Soluzione del modello Per risolvere il modello utilizziamo prima l’ipotesi 1) ovvero il fatto che: 7 VF VV =VE V U: (10) Ricaviamo prima il lato destro della precedente espressione: Sottraendo l’eq. (7) alla eq. (6) dopo qualche semplice passaggio otteniamo che: VE VU = w : +b+a (11) Ripetendo la stessa operazione ricaviamo il lato sinistro della (10), ovvero sottraendo l’eq. (9) alla eq. (8) dopo qualche semplice passaggio otteniamo che: VF VV = A w : +b+ (12) Uguagliando le due epressioni che abbiamo trovato e risolvendo rispetto al salario troviamo proprio l’espressione del salario che uguaglia i surplus del lavoratore e dell’impresa. Questa espressione è data da: w= A( + b + a) : 2 + 2b + a + (13) A questo punto usiamo l’ipotesi 2) ovvero V V = 0 nello stato stazionario. 8 Consideriamo l’espressione di V V contenuta nella eq. (9): VV = c + (V F Poichè abbiamo trovato che V F VV = VV = c+ V V ): A w +b+ , sostituendo avremo: A w : +b+ Poichè abbiamo anche trovato un’espressione che ci dice che w = A( +b+a) 2 +2b+a+ sostituendo nella precedente espressione e facendo qualche passaggio algebrico otteniamo che: VV = c+ A 2 + 2b + +a : (14) Quest’ultima espressione è fon-da-men-ta-le. E’quella che dobbiamo studiare. Prima di discutere questa espressione è importante notare che i parametri ; c; b; A sono esogeni e costanti per cui non sono molto importanti nell’analisi di questa espressione. Invece i parametri ed a sono importanti perchè essi non sono esogeni ma sono endogeni. Infatti data la loro espressione noi sappiamo che: 9 , a= KU V U = KU V V ed per cui entrambi i parametri ; ed a sono funzione di U (disoccupazione) e poichè U = L E, entrambi i parametri sono funzione di E: Per ricordarcelo riscriviamo l’espressione (14) come segue: VV = c + (E) A : 2 + 2b + (E) + a(E) (15) A questo punto possiamo capire perchè questa espressione è importante. Noi sappiamo che il lato sinistro dell’espressione precedente, in stato stazionario deve essere pari a zero. Per cui se esiste un livello di occupazione (E) di stato stazionario questo deve essere tale da rendere l’espressione precedente pari a zero. Studiando il lato destro dell’espressione in funzione di E è possibile dimostrare che esiste uno stato stazionario ovvero esiste un livello di E per cui l’espressione è pari a zero, ed è anche possibile dimostrare che questo stato stazionario è unico. 10 La dimostrazione completa di questi risultati richiede tempo. In questa sede, viene omessa la dimostrazione del seguente risultato: @V V < 0: @E (16) La dimostrazione viene omessa poichè molto complessa. Ad ogni modo questo è uno dei risultati importanti che dobbiamo tenere a mente. Infatti se è vero che l’espressione che stiamo studiando (l’eq. 15) è una funzione con derivata prima negativa, vuol dire che si tratta di una funzione sempre decrescente. A questo punto per dimostrare l’esistenza dello stato stazionario è su¢ ciente dimostrare che: a) la nostra espressione ha valore positivo quando E = 0; b) la nostra espressione ha valore negativo quando E = L: In questo modo, infatti abbiamo una funzione continua che è strettamente decrescente lungo la variabile E e che parte da un valore positivo per arrivare ad un valore negativo. Questo implica che deve passare per lo zero. Il livello di E che mi porta a questo valore della funzione pari a zero è il livello di stato stazionario che sto cercando. Bisogna quindi studiare l’eq. (15) in E = 0 ed in E = L: Per fare ciò dobbiamo prima studiare le variabili a(E) ed (E) in E = 0 ed in E = L: 11 Cominciamo a studiare la variabile a(E): a(E) = KU V U : Poichè in stato stazionario KU V = bE avremo che: a(E) = bE L E : Da questa ultima espressione è facile vedere che: lim E!0 lim E!L bE L E bE L E =0 = +1 per cui lim a(E) = 0 E!0 lim a(E) = +1: E!L Passiamo adesso ad (E): Noi sappiamo che: (E) = KU V V per cui in stato stazionario (KU V = bE) avremo che: 12 (E) = bE : V Dalla relazione di stato stazionario KU V = bE possiamo ricavare un’espressione per V che è data da: V = 1= bE KU : Sostituendo questa espressione nel denominatore dell’espressione di (E) abbiamo che: bE (E) = bE KU 1= (17) : Riordinando la precedente espressione e ricordando che U = L E otte- niamo: (E) = [bE] 1 K 1= (L E) = : Possiamo anche in questo caso studiare i limiti di questa espressione per E = 0 e per E = L: Ricordando che seguenti ridultati: 13 < 1; è facile vedere che valgono i lim (E) ! 0 E!0 lim a(E) = 0: E!L A questo punto possimo studiare cosa accade alla nostra espressione (15) quando E = 0 e per E = L: Per comodità riscriviamo l’espressione (15): VV = c + (E) A : 2 + 2b + (E) + a(E) Cominciamo da E = 0. Quando E = 0, a(E) = 0, mentre (E) ! +1: Questo implica che abbiamo un rapporto tra in…niti dello stesso grado che è pari al rapporto tra i coe¢ cienti degli in…niti. Per cui se E = 0 la nostra espressione diventa: V V = | c{z + A} : (18) >0 per ipotesi Adesso passiamo a E = L: Quando E = L, a(E) ! +1, mentre (E) = 14 0: Per cui se E = L la nostra espressione diventa: VV = c+0 0= c: (19) Abbiamo quindi trovato esattamente quello che cercavamo: dato che la funzione V V è decrescente in E e parte da un valore positivo …no ad arrivare ad un valore negativo, deve esistere per forza un livello di occupazione E nel quale la …nzione V V è pari a zero. Questo livello di occupazione è il livello di stato stazionario. La situazione è descritta nella Figura 1. 4 La dinamica ed alcune considerazioni Nella Figura 1 si può vedere come la stato stazionario verrà raggiunto da qualsiasi livello di occupazione l’economia cominci ad operare. Se E 0 < E le vacancies hanno valore positivo, per cui ne verranno create delle altre. Man mano che si creano vacancy l’occupazione aumenta e questo fa ridurre il valore delle vacancy. Il motivo di tale riduzione è cruciale e risiede nell’ipotesi 1): poichè i surplus derivanti dal match devono essere uguali, quando l’occupazione cresce, si riduce la disoccupazione per cui i lavoratori hanno un surplus sempre più basso dai nuovi matches che fanno 15 Figure 1: Lo stato stazionario nel modello di D-M-P. 16 (poca disoccupazione voul dire che è facile avere un match quindi il fatto che un lavoratore abbia avuto un match non gli genera un grande surplus). Le imprese, invece, al crescere dell’occupazione vedono ridursi la loro possibilità di fare dei match (pochi disoccupati) per cui ogni volta che fanno un match realizzano un grnde surplus. Poichè i surplus devono essere uguali, il salario viene contrattato in modo tale da trasferire parte del surplus delle imprese verso i lavoratori. Questo implica che il valore di una vacancy si riduce man mano che l’occupazione cresce. La creazione di vacancy continuerà …no a quando V V = 0 ovvero …no a quando non si raggiunge lo stato stazionario. Allo stesso modo se E 00 > E il valore delle vacancy è negativo. Questo implica che le vacancy vengono distrutte. Se le vacancy vengono distrutte si crea meno occupazione ed E si riduce. Questa riduzione fa aumentare il valore delle vacancy. Infatti l’aumento della disoccupazione implica che il surplus dei lavoratori cresce (è di¢ cile trovare un lavoro perchè è cresciuta la disoccupazione quindi se trovo un lavoro il mio surplus è grande) mentre quello delle imprese diminuisce (è facile trovare i lavoratori a causa della crescita della disoccupazione quindi ogni volta che si fa un match non è un grande avvenimento). In virtù del fatto che il salario si contratta per rendere pari i surplus, una parte del surplus dei lavoratori viene trasferito alle imprese 17 e questo fa crescere il valore delle vacancies. La distruzione delle vacancies continuerà …no a quando V V = 0: 18