Settore A4 - Restauro e conservazione del patrimonio immobiliare artistico e storico Pgt. n. 249/2014 SISTEMAZIONE GIARDINI PUBBLICI E PAVIMENTAZIONE ESTERNA AL TEATRO COMUNALE PROGETTO ESECUTIVO D _RELAZIONE SPECIALISTICA NUOVI IMPIANTI VEGETALI E PRATO Carpi, settembre 2105 I Progettisti: Arch. Giulia Ghini Geom. Franco Zona Responsabile unico di Procedimento Responsabile di Settore A4 Arch. Giovanni Gnoli Geom. Davide Ferraro SETTORE A4 – Restauro e conservazione del patrimonio immobiliare artistico e storico Pgt. n. 249/2014 SELEZIONE RAGIONATA IMPIANTI VEGETALI Acanthus mollis Generalità E’ un genere di piante della famiglia delle Acanthaceae, originario delle regioni mediterranee. Il nome deriva dal greco ἄκανϑος (àcanthos) che significa spina (ackè), per via delle estremità appuntite delle foglie e delle capsule che racchiudono i semi, in particolare nell'Acanthus spinosus. Acanto fu una Ninfa che accolse Apollo e fu dal Dio mutata nel fiore omonimo. L'Acanto è pianta erbacea perenne cespugliosa con grandi foglie lucide e oblunghe frastagliate i fiori sono bianco azzurri in una alta spiga elegante e slanciata che appare in estate. Cresce spontaneamente sulle colline dell'Italia centrale ed insulare,viene coltivato in giardino per la notevole bellezza del fogliame e la grazia della fioritura. In architettura si è da sempre utilizzato il capitello ornato con foglie d'acanto. Linee ispirate alle foglie di Acanthus spinosus e di Acanthus mollis furono molto utilizzate come ornamento (analogo alle palmette) dei capitelli nell'antica architettura greca (ordine corinzio) e romana (ordine composito). Si utilizza come pianta ornamentale per decorare gli angoli ombrosi e freschi dei giardini. Esposizione Desidera esposizioni ombreggiate e fresche, terreno umido ma ben drenato, teme il gelo intenso. Si moltiplica per divisione dei cespi in primavera, o con la semina. Annaffiature Consigliamo di annaffiare la pianta solo se il terreno è completamente asciutto, evitando gli eccessi. Concimazione Si consiglia l'utilizzo mensile di un concime apposito per piante fiorite, ricco in potassio e fosforo; in autunno le piante devono rinforzare i fusti e l'apparato radicale; i fertilizzanti autunnali sono abbastanza poveri in azoto, per evitare che lo sviluppo tardivo di nuova vegetazione renda la pianta troppo sensibile al freddo. Specie scelta: Acanthus mollis con grandi foglie lobate pennato-partite, dal margine dentato, molto eleganti, lunghe fino a 80 cm, di colore verde-scuro, lucide sulla pagina superiore, con fiori dalla corolla bianco-rosea, riuniti in lunghe infiorescenze a spiga alte oltre 1 m, che da maggio a luglio si ergono sopra il fogliame. Settore A4 Pgt. n. 249’14 1 SETTORE A4 – Restauro e conservazione del patrimonio immobiliare artistico e storico Pgt. n. 249/2014 Cotonastro – Cotoneaster Generalità originaria della Cina e dell'Himalaya. Il genere conta cinquanta specie di arbusti a foglie decidue o sempreverdi, a portamento variabile, eretto o prostrato. Le specie decidue in autunno si ricoprono di colori vivaci, le sempreverdi sono adatte a formare siepi e quelle prostrate per coprire il terreno. Le foglie sono piccole di colore verde brillante, che diventano rossastre in autunno. I fiori sono a stella, bianchi o rosa. In estate i fiori danno frutti ovoidali di colore rosso. Esposizione in pieno sole, tollera anche l'ombra; resiste al freddo e agli sbalzi termici. Annaffiature non sopporta la siccità, Il terreno deve essere continuamente innaffiato fino alla fine del periodo caldo. Terreno cresce bene nei terreni argillosi e ben drenati, senza ristagni. Moltiplicazione e potatura Nelle specie a foglia caduca si effettua a fine inverno. Nelle sempreverdi all'inizio della primavera. In autunno si moltiplica con i semi tratti dalle bacche mature, seminandoli in cassone freddo. I semi germinano dopo seidodici mesi e quindi si trapiantano. Parassiti e malattie in estate il fusto e le foglie possono essere attaccate dagli afidi e dalle cocciniglie, che rendono le piante fuligginose e appiccicaticce. Il mal del piombo attacca le foglie che diventano grigio argento e i rami che si seccano. Concimazione in primavera e in estate, è necessaria una pacciamatura formata da uno strato di circa otto centimetri di terra da giardino, letame o torba bagnata. Specie scelta Cotoneaster : C. salicifolius “repens” è un arbusto sempreverde, ordinato, fogliame lanceolato, bacche rosse ama il terreno normale ben drenato come esposizione preferisce Sole - Mezzombra il fiore è bianco appartiene alla famiglia delle Rosaceae il suo periodo di fioritura è Maggio - Giugno raggiunge un'altezza massima di 25 cm – 30. Settore A4 Pgt. n. 249’14 2 SETTORE A4 – Restauro e conservazione del patrimonio immobiliare artistico e storico Pgt. n. 249/2014 Graminacee Generalità Le Poaceae o Gramineae , sono una famiglia di piante angiosperme monocotiledoni appartenente all'ordine Cyperales, comunemente conosciute anche come Graminacee o Graminaceae. Si tratta di piante erbacee, perenni o annuali. L’habitus dominante è rizomatoso erbaceo. Il fusto (denomimato culmo) è articolato in nodi ed internodi. Nella maggior parte delle specie è cavo negli internodi e pieno ai nodi. Poche specie (es. mais) presentano fusti pieni anche agli internodi. A livello dei nodi si originano le foglie e le ramificazioni laterali. Il culmo non si ramifica salvo che in basso; una porzione meristematica in corrispondenza del nodo conferisce al culmo la capacità di raddrizzarsi nel caso venga flesso. Molte Gramineae mostrano il fenomeno dell'accestimento: da un rizoma perenne si formano, anche nella stessa annata, più culmi vicini tra loro. Specie scelte Pennisetum alopecuroides è una graminacea perenne, appartenente alla famiglia delle Poaceae La Pennisetum alopecuroides forma cuscini rotondi, con ciuffi di foglie strette, che ricadono a fontana, di colore verde chiaro e dorato in autunno, può raggiunge mediamente un’altezza di 60/90 cm. Fiorisce da agosto a ottobre, producendo spighe cilindriche folte, molto decorative, di colore bruno/rossicce o bianco/rosati, che si mantengono belle fino a tardi, in autunno poi, a mano a mano che i semi giungono a maturazione, diventano di color marrone. Senza particolari esigenze, richiede un terreno fresco e ben drenato e un’esposizione soleggiata o in ombra leggera. Particolarmente sensibile alle gelate, in zone climatiche, con inverni particolarmente freddi è consigliata un'abbondante pacciamatura. La Pennisetum alopecuroides si moltiplica facilmente da seme in primavera, ma anche dalla divisione del ceppo radicale da farsi sempre nel periodo primaverile. Carex morrowii 'Beatrice' è una graminacea sempreverde, fogliame verde scuro variegato di giallo ama il terreno fresco, umido come esposizione preferisce Mezzombra il fiore è brunato appartiene alla famiglia delle Cyperaceae il suo periodo di fioritura è Aprile - Maggio raggiunge un'altezza massima di 40 cm - 55 cm, per avere un buon risultato deve essere piantata con una densità di 5 piantine al m2. Settore A4 Pgt. n. 249’14 3 SETTORE A4 – Restauro e conservazione del patrimonio immobiliare artistico e storico Pgt. n. 249/2014 Edera Generalità Al genere hedera appartengono numerose specie di arbusti rampicanti, sempreverdi, diffusi nelle zone temperate dell'emisfero nord; H. helix è una specie molto diffusa in Europa e nelle zone settentrionali dell'Asia. Ha fusti sottili, semilegnosi, flessibili, che divengono legnosi con il passare degli anni; su tutta la lunghezza i fusti dell'edera sviluppano piccole radici, che si ancorano al supporto che sostiene la pianta, sia esso un albero o una parete. Le foglie hanno un lungo picciolo, sondi dimensione varia, a seconda della varietà, in genere lucide ed abbastanza rigide, portate da un lungo picciolo; i colori sono vari, dal verde scuro, al verde chiarissimo, con varietà dalle foglie variegate di giallo o di bianco; sono di forma trilobata o pentalobata, con lobi di forma varia, anche sulla medesima pianta. In genere i fusti fertili, ovvero quelli che producono fiori, presentano foglie scarsamente lobate, o anche ovali. In settembre-ottobre all'apice dei fusti produce infiorescenze sferiche, costituite da piccoli fiori verdi, seguiti da bacche scure. I frutti e le foglie di edera sono tossici se ingeriti, ma vengono utilizzati in erboristeria ed anche in farmacologia. Il genere Hedera fa parte della famiglia delle Araliaceae. Si contano circa 12 specie di piante rampicanti e striscianti, sempreverdi, originarie principalmente dell’Europa, dell’Asia e dell’Africa. Può raggiungere anche i 30 metri di altezza ed è solita arrampicarsi su muri e su alberi. In natura però vi sono però anche esemplari che tendono per lo più ad essere tappezzanti, come facilmente riscontrabile in tutti i boschi europei. Ha fusti legnosi e si arrampica ai muri o ai sostegni grazie a delle radici avventizie. Le foglie sono in linea generale lobate e coriacee. In natura è prevalente il color verde scuro uniforme, ma, come sappiamo, nei giardini sono diffuse numerosissime varietà aureo-variegate e con venature argento. Esposizione Le esigenze variano tra specie e specie. Possiamo generalmente dire che l’ideale è porle a mezz’ombraombra. Annaffiature annaffiare regolarmente, cercando di mantenere il terreno leggermente umido, ma non inzuppato d'acqua; le edere comunque possono sopportare periodi anche prolungati di siccità. Terreno generalmente si adattano a qualsiasi tipo di terreno, ma temono i ristagni idrici, quindi è bene utilizzare un terriccio ben drenato. Settore A4 Pgt. n. 249’14 4 SETTORE A4 – Restauro e conservazione del patrimonio immobiliare artistico e storico Pgt. n. 249/2014 Coltivazione La coltivazione è piuttosto semplice e questo spiega il largo utilizzo nei giardini. In linea generale si tratta quasi sempre di piante rustiche e che una volta assestante non necessitano di grandi attenzioni se non una periodica eventuale potatura di contenimento e il controllo di possibili parassiti. Parassiti e malattie le edere sono molto resistenti, ma possono venire attaccate dagli acari e dalla cocciniglia, soprattutto gli esemplari coltivati in appartamento. Eccessive annaffiature o la presenza di ristagni idrici possono favorire l'insorgenza di marciume radicale Terreno e messa a dimora Si tratta di piante molto tolleranti. L’ideale è un substrato di impasto medio e abbastanza ricco, ma ben drenato. Se il nostro terreno fosse troppo compatto possiamo alleggerirlo aggiungendo sabbia e torba. Rusticità Bisogna sotto questo aspetto distinguere gli esemplari di origine europea dalle cultivar più delicate. Irrigazioni Di solito in piena terra, specie se esposte in maniera corretta, non necessitano di grandi attenzioni. Certamente bisognerà irrigare abbondantemente dopo la messa a dimora e insistere per qualche mese. Di solito è una pianta che si affranca con una certa velocità. Concimazioni Le piante tenute in giardino di solito, specie se il terreno è ricco, non necessitano di particolari attenzioni. Potatura La potatura su esemplari da giardino può essere effettuata in qualsiasi momento. Moltiplicazione La moltiplicazione è molto semplice al punto che bisogna prestare molta attenzione al momento della potatura perché singole fogli rimaste sul terreno potrebbero radicare! Parassiti Le edere possono essere attaccate da varie parassiti. Precisiamo che nei giardini è molto difficile che questi portino alla morte la pianta. E’ altresì vero che possono danneggiarne l’estetica oltre ad essere veicolo di malattia per altre piante. E’ quindi molto importante monitorarle sempre attentamente prevenendo e eventualmente curando per tempo le affezioni. Specie scelta Hedera helix è la comune edera europea. In Italia si adatta bene quasi ovunque. Le foglie hanno verde scuro con macchie più chiare sulle venature. In commercio si trovano però innumerevoli cultivar con foglie di vario colore, dal verde mela al verde medio. Molto diffuse sono anche le variegature dorate e argentate. Queste sono molto utili per dare luce a zone particolarmente ombrose. Sono state create anche tipologie nane che si adattano alla coltivazione in vaso sia in esterno sia in appartamento. Settore A4 Pgt. n. 249’14 5 SETTORE A4 – Restauro e conservazione del patrimonio immobiliare artistico e storico Pgt. n. 249/2014 Liriope muscari Generalità perenne di dimensioni medie, originaria dell'Asia orientale. Forma ampi cespugli, costituiti da lunghe foglie nastriformi, larghe alcuni centimetri, e lunghe fino a 30-45 cm, leggermente carnose, lucide, di colore verde scuro; con il passare del tempo il cespo, dal portamento leggermente arcuato, tondeggiante, tende ad allargarsi, tappezzando tutto il terreno a disposizione; in estate dal centro di ogni gruppo di foglie crescono alcuni fusti eretti, che portano una pannocchia composta da piccoli fiori di colore viola, bianco o blu. Esistono varietà con foglie variegate e con fiori di colore particolarmente intenso; in inverno sulle spighe rimangono i piccoli frutti, bacche delle dimensioni di un pisello, di colore bianco o nero. Molto adatte nelle bordure, le liriope vengono anche utilizzate per consolidare i terreni dei dirupi, poichè, pur non sviluppandosi molto in altezza, producono un notevole apparato radicale. Esposizione queste piante tollerano qualsiasi esposizione, producendo un'abbondante fioritura anche se poste a dimora all'ombra; in genere non temono il freddo e le lunghe foglie brillanti sono sempreverdi. Annaffiature in genere si accontentano delle piogge, anche se possono necessitare di annaffiature regolari durante i mesi più caldi dell'anno, soprattutto nel caso di periodi prolungati di siccità o di piante posizionate in pieno sole. In primavera è consigliabile fornire del concime a lenta cessione, per piante da fiore, oppure si mescola al terreno vicino alle piante del concime organico ben maturo. Annaffiare ogni 15-20 giorni, quando il substrato risulta asciutto da alcuni giorni; è consigliabile evitare gli eccessi, evitando che le piante siano troppo esposte alle piogge in questo periodo dell'anno. Terreno Settore A4 Pgt. n. 249’14 6 SETTORE A4 – Restauro e conservazione del patrimonio immobiliare artistico e storico Pgt. n. 249/2014 queste perenni necessitano di un terreno sciolto, ben drenato, molto ricco e profondo; sembra che tendano a svilupparsi meglio in terreni leggermente acidi, ma in genere dimostrano di abituarsi alle condizioni più diverse. Per uno sviluppo rapido, vigoroso ed equilibrato, porre a dimora in un terreno ben lavorato, mescolato con terriccio universale bilanciato, letame equino maturo e poca sabbia Moltiplicazione può avvenire per seme, in primavera; per ottenere nuove piante in maniera più rapida è possibile dividere i cespi di liriope, in autunno o all'inizio della primavera; le nuove piante così ottenute dovranno avere un pezzo carnoso di rizoma, che presenti almeno un paio di radici ben sviluppate. Le nuove piante così ottenute si pongono direttamente a dimora. Parassiti e malattie generalmente non viene attaccata da parassiti o da malattie. Concimazione Si consiglia l'utilizzo mensile di un concime apposito per piante fiorite, ricco in potassio e fosforo; in autunno le piante devono rinforzare i fusti e l'apparato radicale; i fertilizzanti autunnali sono abbastanza poveri in azoto, per evitare che lo sviluppo tardivo di nuova vegetazione renda la pianta troppo sensibile al freddo. Settore A4 Pgt. n. 249’14 7 SETTORE A4 – Restauro e conservazione del patrimonio immobiliare artistico e storico Pgt. n. 249/2014 Pittosporo – Pittosporum Generalità il Pittosporo appartiene alla famiglia delle pittosporaceae. E’ una pianta originaria dell’Asia orientale, dell’Africa e dell’Australia, da cui provengono la maggior parte delle specie, che sono circa 150. Si tratta di arbusti e di alberi di piccole dimensioni, sempreverdi, semirustici e dotati di un fogliame molto ornamentale. Sono particolarmente adatti per essere coltivati in serra, nelle vasche, ma anche come cespugli nei giardini delle zone con clima mite; nelle zone litoranee sono utilizzati per formare siepi. Il nome Pittosporum deriva dal greco "pitta = pece" e "sporos = seme" che significa "semi a rivestimento resinoso" per alludere al fatto che i semi di questo genere sono ricoperti da una sostanza appiccicosa simile alla resina. Come pianta ornamentale nei giardini, parchi e viali, specialmente delle zone rivierasche, per siepi, o macchie arbustive, nei climi con inverni rigidi e prolungati, si può coltivare in vaso sui terrazzi Esposizione La posizione deve essere al sole, anche pieno, ma al riparo dai venti. Annafiature terriccio dotato di buone riserve idriche nella stagione estiva. Terreno Il terreno deve essere fertile e ben drenato. Moltiplicazione e potatura La piantumazione va effettuata alla fine di aprile o in maggio. Malattie Particolarmente pericolose per il pittosporum sono le gelate tardive, che nei casi più gravi possono provocare anche la morte della pianta. Il pittosforum è soggetto ad attacchi da parte di cocciniglie, che tuttavia possono essere facilmente debellate grazie all’utilizzo di appositi prodotti. Specie scelta Pittosporum tobira nana proviene dal Giappone e dalla Cina, ma vive facilmente in tutte le zone a clima mite. In genere, raggiunge un’altezza che varia tra i 2-5 metri. Le foglie sono obovate, lucide e di colore verde scuro. I fiori sono giallo-crema, sono delicatamente profumati e sbocciano da aprile a settembre Settore A4 Pgt. n. 249’14 8 SETTORE A4 – Restauro e conservazione del patrimonio immobiliare artistico e storico Pgt. n. 249/2014 Rosa Generalità La Rosa, della famiglia delle Rosaceae, è un genere che comprende circa 150 specie, suddivise in numerose varietà con infiniti ibridi e cultivar, originarie dell'Europa e dell'Asia, di altezza variabile da 20 cm a diversi metri, comprende specie cespugliose, sarmentose, rampicanti, striscianti, arbusti e alberelli a fiore grande o piccolo, a mazzetti, pannocchie o solitari, semplici o doppi, frutti ad achenio contenuti in un falso frutto (cinorrodo); le specie spontanee in Italia sono oltre 30, di cui ricordiamo la R. canina (la più comune), la R. gallica (poco comune nelle brughiere e luoghi sassosi), la R. glauca (frequente sulle Alpi), la R. pendulina (comune sulle Alpi e l'Appennino settentrionale) e la R. sempervirens. Il nome generico deriva dal latino rosa, con tradizione dotta o semidotta (assenza di dittongo ascendente -uoe pronuncia sonora della -s- anche nella parlata toscana), forse perché la tradizione della coltivazione di rose si era interrotta nell'Alto Medioevo ed era iniziata di nuovo in età carolingia[1]. Il latino rosa non è d'origine indoeuropea, anche se ci sono collegamenti con il greco antico Ϝρόδον wródon e l'iranico *wr̻d- (cfr. persiano gul)[2], da cui[3] l'armeno vard[2]. È probabile un'origine mediterranea della parola[2], da una forma approssimativa wr(o)d(ya)-[3]. Rosa è poi passato al celtico insulare (irlandese rós) e al germanico (anglosassone róse, alto tedesco antico rosa)[1]. Terreno Si adatta a qualunque tipo di terreno purché lavorato in profondità, ben concimato con stallatico maturo. Moltiplicazione e potatura Le piante vengono collocate a dimora in autunno o alla fine dell'inverno nelle zone con forti geli, la concimazione si effettua all'inizio della ripresa vegetativa, incorporando nel terreno letame maturo. La potatura delle piante è importantissima per una buona fioritura. Le varietà rifiorenti non destinate alla forzatura si potano alla fine dell'inverno o inizio primavera, togliendo i rami vecchi e accorciando quelli nuovi e lasciando da 2 a 6 gemme per ramo a seconda del vigore e varietà; generalmente le potature energiche favoriscono la fioritura ad esclusione delle varietà molto vigorose per cui vale la regola contraria. Nelle specie rifiorenti si eliminano man mano i rametti che hanno già fiorito per stimolare la produzione di nuovi fiori. Le rose Polyantha vanno potate a fine inverno, dopo la prima fioritura di maggio e nelle fioriture successive fino all'autunno. Le 'rose sarmentose' non rifiorenti, come gli ibridi di R. wichuraiana che hanno forti cacciate, lunghe anche alcuni metri, richiedono l'eliminazione dei rami di 3 anni, la curvatura delle cacciate di 1 anno, Settore A4 Pgt. n. 249’14 9 SETTORE A4 – Restauro e conservazione del patrimonio immobiliare artistico e storico Pgt. n. 249/2014 che fioriranno nell'anno successivo. Le 'rose rampicanti' rifiorenti, vanno potate in base al vigore vegetativo, asportando i rami vecchi (legno vecchio) e raccorciando i rami nuovi. La moltiplicazione avviene di norma per talea di getti dell'anno già lignificati e piantati in cassone a fine estate, o per innesto ad occhio vegetante in primavera estate. Nelle coltivazioni industriali con le varietà coltivate per il fiore reciso, viene praticato l'innesto su soggetto R. indica var. major che fornisce al nesto il giusto vigore. Per avere piante resistenti alla siccità o al gelo si utilizza come soggetto la R. canina ottenuta con la semina, ottenendo però oggetti poco vigorosi e a scarso sviluppo. Specie scelta Rosa the fairy rosa che produce numerosi fiori a pompon, rosa pastello. Resistente alle malattie, fiorisce tardi ma continuamente fino ai geli. Settore A4 Pgt. n. 249’14 10 SETTORE A4 – Restauro e conservazione del patrimonio immobiliare artistico e storico Pgt. n. 249/2014 PRATO A causa del poco soleggiamento dell’area dei giardini si realizzerà un tappeto erboso su terreno agrario con preparazione meccanica del terreno (pulizia dell'area, aratura/vangatura, erpicatura) con concimazione di fondo, semina meccanica, concimazione 100 g/mq di concime composto ternario, semina e rullatura utilizzando una miscela di prato adatta a questo luogo. Caratteristiche miscela prato Trattasi di una miscela di sementi selezionate rizomatose e stolonifere in grado di vegetare anche in situazioni particolari e in alcuni casi estreme. Si consiglia la semina primaverile o autunnale su suolo pulito da erbe presenti mediante una leggerissima lavorazione superficiale meccanica evitando diserbanti chimici. Formulazione miscela agreste: Festuca arundinacea Olimpic Gold 40% Dichondram repens 20% Poa trivialis 20% Festuca arundinacea filippa 20% Dose di semina 50gr/mq Settore A4 Pgt. n. 249’14 11