DESIGN architecture magazine 266 i - e 10,00 GB - e 16,50 NL - e 17,50 D - e 18,00 F - e 17,00 E - e 12,00 P - e 14,85 USA - US$ 21,95 Br - BRL 55,00 HK - HK$ 140,00 266 SELF-GENERATION Compositori Comunicazione s.r.l. - Mensile - Anno XLVII - ISSN 0391-7487 - Poste Italiane spa - Spedizione in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 LO/MI dicembre-december 2013 /gennaio-january 2014 open sourcing 12 / 2013 - 01/ 2014 full text in english Design e-commerce: la rete in dieci racconti Design e-commerce: the net in ten tales // Giro d’Italia dell’architettura: lombardia The architectural tour of Italy, Lombardia // Flos e Bio-on nella sperimentazione bioplastica Flos & Bio-on in bioplastic experimentation // La città del futuro e il modello cinese Future cities and the Chinese model DESIGN ARCHITECTURE MAGAZINE 266 CONTENTS Dicembre-December 2013 Gennaio-January 6 OTTAGONALE 14 ADVERTORIAL FLASH 90 Storie da museo: tra brand e design Museum stories: brand and design 92 Miss Sissi, eco-icona rivoluzionaria Miss Sissi, the revolutionary eco-icon Urban Master-planning Models FACTORY Ruggero Baldasso EDITORIAL 31 Essere semplici / Keeping it simple Sanzia Milesi Aldo Colonetti SIDEWALK 32 Semantica del Futuro Semantics of the Future Michele Capuani FOCUS ON 34 Design e-commerce Silvia Airoldi, Alessia Pincini 38 Panorama sui trend e quadro internazionale del commercio on line Overview of trends and international panorama of on-line business Riccardo Mangiaracina 58 BOOKS 60 EVENTS DIARY CONTRACT TALES 62 66 ADVERTORIAL 102 Materiali del quotidiano Everyday materials SHOWCASE Un tributo alla raffinatezza dell’arte grafica / A tribute to the refinement of the graphic arts I violinisti della grafica Violinists of graphics SHORT STORIES Una scultura a portata di tutti A sculpture available to all Silvia Airoldi DESIGN ENCYCLOPAEDIA [O] come open design. Progetta, prototipa e documenta, condividi Design, prototype, document, share Massimo Botta, Serena Cangiano 70 104 Il luogo del concetto The concept place Rossella D’Oria ITALIAN JOURNEY 114 Giro d’Italia dell’architettura 19. The architectural tour of Italy Lombardia a cura di/edited by Elena Franzoia 124 Architetture necessarie Silvia Airoldi 80 Erica Marson Armando Bruno PORTRAIT 76 La semplicità va cercata Simplicity must be looked for 118 Il tessuto paziente Alessandra Bergamini 70 PORTRAIT 98 L’azienda contract non è la fabbrica del mobile / A contract furnishing company, not a furniture factory COMPETITIONS 38 The patient fabric Elena Franzoia 80 Necessary architectures Paolo Mazzoleni SHORT STORIES 154 Scomodare i santi in tredici sedie / Mixing the sacred and profane in thirteen chairs 114 Sanzia Milesi 162 FLASH/AUTUMN FAIRS TEN MINUTES 168 Per proteggere e mostrare To protect and display Erica Marson 172 FAIRS DIARY 177 ADDRESSES 178 BOOKSHOP 154 GIRO D’ITALIA DELL’ARCHITETTURA THE ARCHITECTURAL TOUR OF ITALY 19. LOMBARDIA edited by TRA PROPENSIONI INTERNAZIONALI E ORGOGLIO LOCALE, DIMENSIONE M E T R O P O L I TA N A E R I S C O P E R TA D E L PAT R I M O N I O A G R A R I O E N AT U R A L E , U N A R E G I O N E S I S M O G R A F O D E L L A R E A LT À I TA L I A N A B A L A N C E D B E T W E E N I N T E R N AT I O N A L PENCHANT AND LOCAL PRIDE, A M E T R O P O L I TA N D I M E N S I O N A N D T H E R E V I VA L O F A N A G R I C U LT U R A L A N D N AT U R A L H E R I TA G E , THE REGION IS A SEISMOGRAPH O F T H E R E A L I TA LY © FILIPPO SIMONETTI Elena Franzoia 116 / ITALIAN JOURNEY Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 Only a few years ago Lombardy was seeing itself in a completely different light. The recession has downsized the financial exploits of a Milan exploring international competition and building upwards and sadly compromised the industrial fabric underpinning a tangible legend of efficiency and creativity based on its own diligence. Lombardy is more than ever the sensitive seismograph of the real Italy, struggling to reposition and rediscovering potential and different perspectives. On the one hand, the need to safeguard the landscape results in urban regeneration ‘from the inside’, focusing renewed attention on the issue of borders, limits and boundaries, indicating an increasingly widespread sensitivity to the environment: natural, farmed, and even ‘interstitial’, as seen in the proliferation of urban gardens and allotments managed directly by city dwellers. Further clear evidence can be seen in the decision to have Expo 2015 revolve around food excellence, not only as a guarantee of the right to health increasingly invoked by the community, but also as a result of Milan’s interesting transformation in its perception of its own economic role: industrial capital but also Italy’s number-two municipality for agricultural production, thanks to more than 47,000 hectares of metropolitan green belt in the Parco Agricolo Sud. On the other hand, there appears to be an endorsement of the need to reaffirm the original role of architecture as an eminently social activity and therefore attentive to the momentous changes in the contemporary world. Changes that result in a diverse sensitivity towards ‘different’, the need to ensure the best living conditions – promoting them with awards and competitions – in every sphere and scale of the built environment, to evoke and make proud use of a sometimes recent past, often with an industrial matrix. The region that emerges from the pages of Ottagono is therefore perhaps less aggressive than a while back, but it has new, interesting ideas about forms of sociality. Forms that are now routine in other European contexts and confirm Lombardy as the region leading Italy towards the models being proposed today, more oriented towards the sharing of physical spaces and decisionmaking policies: intelligent guarantees of quality and democracy in times of crisis. © RIPRODUZIONE RISERVATA ITALIAN JOURNEY / 117 © ORCH_ORSENIGO CHEMOLLO È uno sguardo molto differente, rispetto solo a qualche anno fa, quello con cui la Lombardia sembra oggi riflettere su se stessa. Ridimensionato causa crisi l’exploit finanziario di una Milano che guardava alla competizione internazionale costruendo in altezza, compromesso purtroppo il denso tessuto industriale di una regione che sulla propria operosità aveva fondato un concreto mito di efficienza e creatività, la Lombardia appare più che mai il sensibile sismografo di una realtà italiana che tenta il proprio difficile riposizionamento riscoprendo potenziali e prospettive differenti. Da un lato, la necessità di tutela del patrimonio paesaggistico si traduce in una rigenerazione urbana ‘dall’interno’ che dedica rinnovata attenzione al tema del bordo, del limite e del confine, segnalando una sensibilità sempre più diffusa nei confronti dell’ambiente: naturale, coltivato e anche ‘interstiziale’, come dimostra il proliferare di orti e giardini urbani autogestiti dai cittadini. Ulteriore evidente prova, la scelta di Expo 2015 di incardinarsi sull’eccellenza agroalimentare, sentita non solo come garanzia di un diritto alla salute sempre più invocato dalla collettività, ma anche come risultato di una interessante trasformazione – da parte di Milano – nella percezione del proprio ruolo economico: capitale industriale ma anche secondo Comune italiano per produzione agraria, grazie agli oltre 47.000 ettari di cintura verde metropolitana del Parco Agricolo Sud. Dall’altro lato appare confermata la necessità di ribadire il ruolo originario dell’architettura come attività eminentemente sociale, e dunque attenta agli epocali cambiamenti della contemporaneità. Cambiamenti che si concretizzano in una differente sensibilità nei confronti del ‘diverso’, nella necessità di garantire – promuovendole con premi e concorsi – le migliori condizioni di vita in ogni ambito e scala del costruito, nell’orgoglio di riportare all’uso e alla memoria collettiva le tracce di un passato talvolta recente e spesso di matrice industriale. Quella che scaturisce dalle pagine di Ottagono è dunque una regione forse meno aggressiva di qualche tempo fa, ma con nuovi e interessanti spunti che riguardano anche le forme della socialità. Forme che, ormai abituali in altri ambiti europei, confermano la Lombardia regione all’avanguardia nel contesto italiano quanto alla proposta di modelli oggi più orientati verso la condivisione di spazi fisici e politiche decisionali: intelligenti garanzie di qualità e democrazia nell’epoca della crisi. Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 A Milano, il cantiere della Torre di Isozaki e Maffei a CityLife./Milan, the Isozaki and Maffei Tower site at CityLife. © LAND Angelo Monti – Presidente dell’Ordine degli Architetti di Como e della Consulta Regionale Lombarda degli Ordini di architettura – e Francesco de Agostini – responsabile dell’atlante ‘Milano che cambia’ dell’Ordine di Milano – riflettono sul futuro di una regione cardine del panorama italiano, oggi più lontana dalle grandi ambizioni internazionali. Alla ricerca del minuto, concreto significato di concetti-valore come rigenerazione, qualità e confine. IL TESSUTO PAZIENTE Verso che modello di sviluppo si sta dirigendo la Lombardia, anche rispetto al magnete milanese? Monti: Nonostante la drammaticità della recessione e della crisi strutturale, come sempre in Lombardia amplificate, di cui è complice forse anche uno Stato post-ideologico, intravvedo alcuni segnali di cambiamento. Le varie categorie – architetti, costruttori, amministrazioni pubbliche – iniziano ad esempio a confrontarsi su un modello di sviluppo territoriale ancora vago e indefinito, ma in cui si coglie una tensione comune verso città costruite all’interno di se stesse, non più attraverso la trasformazione consumistica del suolo. Si tratta di un cambiamento epocale. Se infatti si arriverà a una contrazione del modello illimitato della diffusione urbana, una diversa attenzione sarà dedicata al tema del limite e del confine, alla cui ridefinizione concorrono il ridisegno dei tessuti connettivi e quei processi di ruralizzazione (agricoltura di prossimità, verde, orti urbani) che rappresentano una minuta riappropriazione del paesaggio, possibile chiave connettiva delle aree disperse. Impensabile fino a poco tempo fa, il modello © LAND T H E P AT I E N T F A B R I C Elena Franzoia Rigenerazione urbana e ridefinizione del limite, processi di ruralizzazione e qualità dell’architettura come sensibili segnali di un cambiamento epocale Urban regeneration and redefinition of boundaries, ruralization processes and quality of architecture as sensitive signals to mighty change Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 agricolo potrebbe dunque concorrere alla ridefinizione del limite. Come gli architetti d’altronde da tempo sottolineano, la costruzione all’interno del tessuto urbanizzato rappresenta un mercato potenzialmente vantaggioso. Recenti dati CRESME individuano intorno ai 90 milioni le unità abitative italiane non da tutelare con più di 50 anni di vita, destinate a un processo di rigenerazione e revisione, pena la definitiva esclusione del nostro Paese da qualsiasi progetto di valorizzazione energetica. Una rigenerazione che coinvolgerebbe peraltro le tante aree industriali dismesse. Sarebbe necessario cogliere questa tormentata fase storica per mettere a punto alcuni fondamenti, eliminando l’ansia della situazione emergenziale in cui da sempre viviamo. In questo la Lombardia è davvero la fotografia del Paese. Anche l’applicazione della LR 12/2005 sul Governo del Territorio – che imponeva il passaggio dai PRG ai PGT – si è purtroppo tradotta, soprattutto nei piccoli comuni, in fatto numerico e non qualitativo, nonostante si avverta un po’ dappertutto la volontà di valorizzare una maggiore qualità. Anche il racconto dipanato dai numerosi Premi locali tende a condividere una cultura diffusa, promuovendo non il protagonismo delle grandi architetture internazionali, ma un tessuto paziente che, all’interno dello spropositato numero di 28.000 professionisti lombardi, cerca faticosamente e capillarmente di applicare le buone pratiche del costruire. Come è cambiata, se c’era, l’idea di città che i mass media hanno veicolato per Milano negli ultimi anni? de Agostini: Il modello finanziario internazionale ITALIAN JOURNEY / 119 © LAND Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 © LAND 118 / ITALIAN JOURNEY In questa pagina e nella pagina precedente. La rigenerazione dell’ex area Alfa Romeo al Portello di Milano comprende un parco di 63.000 m², progettato da Charles Jencks con Andreas Kipar (LAND). Una grande diagonale collega quartiere fieristico e nuova ‘piazza del mercato’; il sistema ciclopedonale dei Raggi Verdi connette parco, città e hinterland. This and previous page. The upgrading of the old Alfa Romeo plant, in the Milanese Portello district, includes a park of 63,000 m², designed by Charles Jencks with Andreas Kipar (LAND). A large diagonal road connects the exhibition quarter with the new ‘market place’; the Raggi Verdi cycle-pedestrian system connects the park, city and hinterland. Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 © CINO ZUCCHI che ha agito sulle ingenti trasformazioni del comparto edilizio milanese si è completamente modificato con la grande crisi. Equiparato a un gioco di Borsa, si è rivelato un meccanismo schizofrenico, anche per i tempi quanto mai diversi che connotano architettura e denaro. I giochi miliardari di persone che spesso non conoscono nemmeno l’intervento, ma sono pronte a sottrarre all’improvviso gli investimenti quando capiscono che il margine economico non c’è più, hanno messo in discussione queste macro operazioni e di conseguenza il comparto edilizio regionale, che continua a perdere imprese e posti di lavoro. Non è un caso che dal 25-30% il margine di impresa si sia oggi ridotto al 7-8%, andando a coincidere con gli interessi finanziari. Il convulso e poco programmato recente sviluppo milanese è dovuto alla mancanza di un’idea di gestione della città, necessaria quando un’amministrazione pubblica si vede ‘aggredita’ da un grosso investitore. Abbiamo però nel frattempo assistito a una progressiva, geniale crescita degli investimenti legati al risparmio energetico, confermati dai dati CRESME, non a caso corrispondenti a quelli perduti dal comparto edilizio tradizionale. ITALIAN JOURNEY / 121 Nell’area di grande trasformazione di Porta Nuova a Milano, Cino Zucchi ha terminato la Corte Verde di corso Como. Elemento di transizione tra alti volumi degli UniCredit Headquarters e tessuto esistente, l’edificio residenziale affaccia su via Viganò, rendendo omaggio alla città storica grazie a palette cromatica e tetto aggettante. The Porta Nuova area of Milan is a hotbed of change, where Cino Zucchi has completed the Corte Verde in Corso Como. The residential building in Via Viganò serves as an element of transition between the soaring UniCredit Headquarters and extant fabric, paying homage to the historic city thanks to its colour scheme and jutting roof. Si tratta di scelte programmatiche a livello nazionale, che contengono in nuce delle direzioni di sviluppo. Incentivare le fonti energetiche alternative porta necessariamente a costruire sul costruito, a riqualificare l’esistente, pena la dissipazione di queste risorse in un contesto non performante. Indirizzi che si sono riflessi anche sulla pianificazione locale. Nonostante la pesante revisione subita nel rush finale dal Piano di Governo del Territorio milanese, le nuove regole operative sono orientate al risparmio energetico e alla premialità verso la riqualificazione dell’esistente, aprendo nuove prospettive anche all’investimento finanziario. Angelo Monti (President of the Como register of architects and the Lombardy regional council of register of architects) and Francesco de Agostini (chief editor for the ‘Milano che cambia’ atlas of the Milan register) discuss the future of a pivotal region on the Italian scenario, now more detached from large-scale international ambitions. Seeking the minute, tangible meaning of value-concepts such as regeneration, quality and limits. © CINO ZUCCHI Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 © CINO ZUCCHI 120 / ITALIAN JOURNEY What sort of development model is Lombardy heading for, taking into account the Milan magnet effect? Monti: Despite the drama of the recession and the structural crisis, amplified – as usual – in Lombardy, perhaps even with the complicity of a post-ideological state, I can see some signs of change. The various categories – architects, builders, public authorities, for example – are beginning to contemplate a territorial development model that is still vague and undefined but which reveals a shared attention to towns built within themselves and no longer through the consumerist transformation of land. It is an epochmaking change. If a contraction of the model of unlimited urban sprawl really does occur, a different view will be taken of boundaries and borders, whose redefinition will be based on new design of connective tissue and ruralization processes (proximity farming, greenery, urban allotments) representing a minute re-appropriation of the landscape, a possible linkage for missing areas. Unthinkable a short time ago, the agricultural model could therefore contribute to redefinition of boundaries. Besides, as architects have been emphasizing for some time, building within Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 ITALIAN JOURNEY / 123 © FILIPPO SIMONETTI 122 / ITALIAN JOURNEY urbanized fabric represents a potentially profitable market. Recent CRESME (centre for social and economic market research for construction and territory) research data identify around 90,000,000 unprotected Italian units that are more than 50 years old and are destined for a regeneration and refurbishment process to avoid our country being completely excluded from any energy efficiency enhancement schemes. A regeneration that would also involve many brownfields. The best idea would be to exploit this troubled historical period to develop some of the basics, eliminating the anxiety of the emergency situation we always seem to be experiencing. In this regard Lombardy is really a snapshot of the country. Even the application of Regional Law 12/2005 on Government of the Territory (requiring a shift from PRG general urban planning to the PGT territorial government plan) has sadly become – especially in small towns – a question of figures rather than quality, In queste pagine. Lo stabilimento balneare del Consorzio Parco Lago del Segrino (Como), per il quale Marco Castelletti ha ricevuto un AR+D Emerging Architecture Award 2004 presso il RIBA di Londra. L’allungato edificio – la cui torretta evoca le antiche torri di avvistamento locali – si sviluppa per 90 m lungo una pista ciclopedonale. These pages. For his lido facilities for the Consorzio Parco Lago del Segrino (Como), Marco Castelletti received the 2004 AR+D Emerging Architecture Award at the RIBA in London. The elongated building, whose tower evokes the ancient local lookout buildings, covers 90 m along a cycle-pedestrian track. although there is an overall desire to promote better results. Even the stories told by the many local awards tend to share a common culture of not promoting a key role in great international architectures, but a patient fabric that tries hard and widely to apply good building practices for the disproportionate number of 28,000 professionals in Lombardy. How has the idea of Milan (if there was one) changed as conveyed by mass media in recent years? de Agostini: The international financial model that impacted the substantial transformation of the construction sector in Milan has completely changed during this lengthy recession. If we compare it to playing the stock market, it has proved to be a schizophrenic mechanism, even for quite different periods that connote architecture and money. The billionaire games of people who often don’t even know what the action is but are ready to steal away investments at the drop of a hat when they realize there’s no profit to be made, have jeopardized these macro operations and consequently the regional construction sector, which continues to lose businesses and jobs. It is no coincidence that enterprise margins have fallen from 25–30% to 7–8%, now coinciding with © FILIPPO SIMONETTI © FILIPPO SIMONETTI Dida ita Dida ing financial interests. Milan’s recent disorganized and convulsive development is due to the lack of an idea of city management, required when public administration sees itself ‘attacked’ by a large investor. Meanwhile, however, we have seen progressive, brilliant growth in investments related to energy savings, confirmed by CRESME data that unsurprisingly correspond to losses in the traditional building sector. These are programmatic decisions at national level, which contain the seeds of the directions of development. Incentives for alternative energy sources necessarily require building on buildings, upgrading the extant to avoid wasting resources through inefficient performance. These directions have also reflected on local planning and despite the heavy revision applied in the final rush to PGT for Milan, the new operating rules aim for energy saving and rewarding redevelopment of the extant, also opening new perspectives for financial investment. © RIPRODUZIONE RISERVATA Realizzato con struttura in legno assemblata a secco in opera, il padiglione si integra al paesaggio grazie all’uso di legno e pietra locali. Nel muro di contenimento verso la strada, il cemento gettato in opera e addittivato con ossidi rievoca consistenza e giacitura delle rocce affioranti. This wood pavilion was assembled on site and integrates with the landscape through the use of local wood and stone. The retaining wall backs onto the road and the in situ concrete with additions of oxides evokes the texture and attitude of rock outcrops. Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 ITALIAN JOURNEY / 125 ARCHITETTURE NECESSARIE NECESSARY ARCHITECTURES Paolo Mazzoleni * Il progetto in Lombardia in tempo di crisi Lombard design in times of crisis Pare spontaneo associare l’architettura di qualità ai momenti di espansione, di crescita o di rinascita di un paese o di una regione: la mia generazione di architetti è cresciuta, per esempio, studiando l’architettura germogliata in Spagna e Portogallo nella rinascita seguita alla caduta delle dittature. Più difficile è immaginare il formarsi di una scena architettonica di un qualche interesse nel mezzo di una crisi epocale che sta colpendo, con particolare accanimento, proprio il settore delle costruzioni. Eppure alcune correnti si muovono, carsiche, nel sottosuolo della cultura architettonica della nostra regione. Gli esponenti più interessanti delle ultime generazioni di architetti, caratterizzati da una formazione spesso pragmatica e cosmopolita, perseguono con particolare, ostinata, determinazione la qualità del progetto, trasformando le occasioni più minute, i temi più difficili, in interventi culturalmente rilevanti. Un insieme di ragioni (politiche, amministrative, economiche) ha portato in primo piano, per esempio, il tema della residenza sociale. La Lombardia si è COURTESY ASSOCIAZIONE GIARDINI IN TRANSITO configurata, in questi ultimi anni, come laboratorio delle diverse politiche residenziali (pubbliche, cooperative, private sociali, legate al terzo settore) attraverso una produzione di grande rilievo, anche dal punto di vista architettonico. Pensiamo alla chiarezza linguistica e tipologica di Verso Casa, l’edificio realizzato da Studio Nomos a Bergamo, o all’efficacia urbana, sostenuta tanto dalla chiarezza insediativa quanto dalla cura del progetto dei prospetti e degli spazi aperti, dell’intervento in costruzione a Milano in via Zoia, progettato da Vincenzo Gaglio, Luca Mangoni e Prassicoop per due diverse cooperative di abitanti che si sono aggiudicate, tramite bando, un’area di proprietà comunale. Si stanno poi via via concludendo, sempre a Milano, gli interventi di casa pubblica esito dei due concorsi di architettura ‘Abitare a Milano’ banditi dal Comune. MAB Arquitectura, Consalez Rossi e Saverino Vudafieri, Remo DorigatiOdA associati, Cecchi & Lima, Alessandra Macchioni: progettisti di età, provenienza e cultura architettonica Nel lotto di un futuro parcheggio multipiano in via Montello a Milano, accanto all’intervento di Herzog & de Meuron per Feltrinelli, l’associazione Giardini in Transito, cui appartengono Atelier delle Verdure e Blulab, sta realizzando dal 2011 un giardino temporaneo – da poco intitolato alla vittima della ‘ndrangheta Lea Garofalo – che coinvolge cittadini e associazioni. In 2011, on the site of a future multi-storey car park in Via Montello, Milan (next to Herzog & de Meuron’s project for Feltrinelli), the Giardini in Transito association, whose members include Atelier delle Verdure and Blulab, set up a temporary garden – recently dedicated to ’Ndrangheta victim Lea Garofalo – engaging citizens and associations. COURTESY ASSOCIAZIONE GIARDINI IN TRANSITO COURTESY ASSOCIAZIONE GIARDINI IN TRANSITO 124 / ITALIAN JOURNEY Tra i primi giardini comunitari milanesi, il progetto è un intervento leggero, pensato per rendere fruibile lo spazio utilizzando materiali di recupero e low cost (legno e pavé dismesso dalle strade cittadine). La conservazione del verde esistente, all’insegna della ‘biodiversità urbana’, si affianca alla creazione di orti didattici per i bambini. One of Milan’s first community gardens, this light-intervention upgrade project was to make the space usable, with low-cost recycled materials (wood and paving from city streets). Conservation of extant greenery, in the quest for ‘urban biodiversity’, flanks creation of educational vegetable plots for children. * Paolo Mazzoleni Professore presso la Facoltà di Architettura Civile del Politecnico di Milano, Consigliere dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Milano, Presidente della Commissione del Paesaggio del Comune di Milano. Professor at the Faculty of Civil Architecture at Milan Polytechnic, board member of the Register of Architects of Milan Province, and chairman of the Landscape Commission for Milan City Council. Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 ITALIAN JOURNEY / 127 © MARCO INTROINI molto diversa, spesso in raggruppamenti ampi ed eterogenei, hanno prodotto interventi interessanti e in gran parte convincenti, costruendo un laboratorio diffuso di nuove pratiche. Non senza difficoltà, la qualità si è fatta largo anche nei processi di modifica e addizione all’esistente, come nel caso del sopralzo di un edificio residenziale comunale a Cinisello Balsamo curato da Studio Albori. Più in generale, la sensazione è che questo ritorno di attenzione al tema dell’abitare abbia giovato alla qualità dell’architettura residenziale in generale, si pensi all’intervento di Park Associati ad Azzate o a quello di Consalez Rossi a Bornasco. Benché la crisi si sia abbattuta con particolare drammaticità sui conti pubblici, soprattutto degli enti locali, e sui budget a disposizione di fondazioni e associazioni, questi ultimi anni hanno visto anche la produzione di un numero importante di piccoli edifici pubblici di grande qualità e interesse. Pensiamo per esempio al centro civico NoiVoiLoro di ifdesign a Erba e al Centro Studi FLA di Giuseppe Marinoni a Seveso. O a interventi ancora più piccoli, ma non per questo meno interessanti, come l’ampliamento del Museo del Castello di Legnano di Francesco Colorni e Elena Tirinnanzi, l’ampliamento dell’oratorio parrocchiale di Carvico di Gianluca Gelmini, la Biblioteca civica ‘Elsa Morante’ di DAP studio a Lonate Ceppino o il centro civico e sala consiliare a Cadorago di Marco Castelletti. Ci sono poi molti e interessanti progetti di spazio pubblico, esercizi di qualità e parsimonia, come la piazza parrocchiale di Robbiano sempre di ifdesign, il Piccolo Parco a Bertonico di Studio Albori o il parco di via Regina a Brienno di Lorenzo Noè. Fino ad arrivare alle pratiche più informali come il progetto di giardino temporaneo in viale Montello a Milano curato da Atelier delle Verdure e Blulab. La crisi si fa, in questi e in molti altri progetti recenti della nostra regione, occasione di ripensamento, di crescita, di affermazione culturale. Un ritorno alla necessità, lontano da gigantismi e archistar, di cui l’architettura, forse, aveva bisogno. It seems natural to associate quality architecture with periods of expansion, growth or rebirth of a country or a region. For instance, my generation of architects grew up studying the architecture that developed in Spain and Portugal following the fall of their dictatorships. It is more difficult to imagine the formation of an architectural scenario of some interest at the height of a shocking recession that has hit, above all, the construction sector. Yet some currents are moving Karst-like in the underground architectural culture of our region. The most interesting exponents of the latest generations of architects are characterized by pragmatic, cosmopolitan training, often pursuing quality of design with dogged determination and transforming the most minute opportunities and the most difficult issues into culturally relevant interventions. A set of political, administrative and economic reasons, for example, has brought the theme of social housing to the fore. In recent years, Lombardy has evolved into a workshop of different housing policies (public, private, social cooperatives, linked to the third sector) through significant production, including from an architectural standpoint. There is the linguistic and typological clarity of Verso Casa, the building designed by Studio Nomos in Bergamo. Or the urban efficacy, supported both by the clarity of settlement and the attentive design of facades and open spaces for the site under construction in Milan’s Via Zoia, designed by Vincenzo Gaglio, Luca Mangoni and Prassicoop for two different residents’ cooperatives, which were awarded through tender for a municipallyowned area. Even in Milan the work is now drawing to a close for social housing commissioned by the municipal authority’s two ‘Abitare a Milano’ architectural competitions. MAB Arquitectura, Consalez Rossi and Saverino Vudafieri, Remo Dorigati-OdA associati, Cecchi & Lima, Alessandra Macchioni: designers of very different ages, backgrounds and architectural culture, and often in large and dissimilar groups, have produced interesting and largely persuasive actions, creating an extensive compendium of new practices. Not without difficulty, quality has also elbowed its way into the processes of modification and development to the extant, as in the case of Studio Albori’s addition of a storey to a municipal residential building in Cinisello Balsamo. More generally, the feeling is that this return to the theme of living has benefited the quality of residential architecture overall, considering as examples the Park Associati project in Azzate, or the Consalez Rossi work in Carrara. Although the crisis has been particularly serious for public funds, especially local governments and the budget available to foundations and associations, in recent years a significant number of © MARCO INTROINI © MARCO INTROINI 126 / ITALIAN JOURNEY small, interesting and good quality public buildings have been produced. For instance, ifdesign’s NoiVoiLoro civic centre in Erba, and Giuseppe Marinoni’s Centro Studi FLA in Seveso. Or the even smaller but no less interesting projects such as the extension of Legnano’s Museo del Castello by Francesco Colorni and Elena Tirinnanzi, enlargement of Carvico parish oratory by Gianluca Gelmini, the Biblioteca Civica ‘Elsa Morante’ by DAP studio for Lonate Ceppino, or the civic centre and council chamber in Cadorago, by Marco Castelletti. There are also many interesting projects for public space, exercises in quality and frugality like Robbiano parish square (ifdesign again), Bertonico Piccolo Parco by Studio Albori, or Lorenzo Noè’s park in Via Regina, Brienno. To say nothing of more informal practices such as the temporary garden project in Viale Montello, in Milan, produced by Atelier delle Verdure and Blulab. In these and in many other recent projects in our region, the crisis has created opportunities to rethink, to grow, to make cultural statements. A return to something architecture may well be needing, and light years away from mega projects and archistars. © RIPRODUZIONE RISERVATA Nell’ambito del concorso ‘Abitare Milano’, il complesso di social housing realizzato in via Ovada da Cecchi & Lima con Antonio Perazzi (progetto del verde) dedica grande attenzione all’interazione tra spazio pubblico e privato. La forma a U asimmetrica del complesso – cui appartiene anche una torre – delimita un parco pubblico. I servizi si dispongono al piano terra. The social housing complex built in Via Ovada by Cecchi & Lima with Antonio Perazzi (garden design) was part of the ‘Abitare Milano’ competition and focuses closely on the interaction between public and private space. The asymmetrical U-shaped complex, which also includes a tower, borders a public park. Services are all on the ground flour. BIBLIOTECA COMUNALE MUNICIPAL LIBRARY ERBA, COMO 2009-2010 L’edificio si pone come primo elemento di riconfigurazione di una zona di transizione tra storiche aree industriali dismesse e nuove edificazioni residenziali e terziarie. Si tratta di un ambito strategico nella struttura di Erba, città che si è consolidata tramite l’addizione e la saldatura di nuclei abitativi policentrici, rafforzando la vocazione di quest’area a potenziale centro urbano cui concorre oggi la dismissione di grandi ambiti industriali. La biblioteca presenta perciò un basamento murario in cemento a vista che da un lato ricuce il fronte stradale, dall’altro sottolinea, attraverso un grande portico di ingresso, l’accessibilità al prossimo ambito di riqualificazione urbanistica, ponendosi come primo dispositivo del futuro disegno dello spazio pubblico. Appoggiato sul basamento, un essenziale volume stereometrico in legno e vetro segnala con la sua trasparenza la propria identità di luogo di lettura, rinviando metaforicamente a un contenitore di libri: una biblioteca è infatti disegnata da scaffalature in legno, che in questo caso diventano edificio. Mentre dunque il compatto e omogeneo basamento è destinato a essere rivestito da una cortina vegetale, il primo piano è a nord totalmente vetrato allo scopo di offrire il migliore orientamento per la lettura. Le vetrate a tutta altezza in vetro di sicurezza, isolato e stratificato, sono incorniciate da partiture in legno che disegnano e ritmano la facciata. I lati corti sono ciechi, mentre verso l’area che guarda i fabbricati industriali, destinata a includere un giardino, la facciata è attraversata da un lungo e sottile taglio vetrato. L’essenzialità dei materiali ritorna negli interni. Materiali ‘duri’ connotano piano terra e seminterrato, mentre il legno del pavimento della sala di lettura allude a quella dimensione, intima e riflessiva, che secondo i progettisti deve caratterizzare una biblioteca a scaffale aperto. PROGETTO / DESIGN DARIO CAZZANIGA, ANGELO MONTI, MARCO ORTALLI COLLABORATORI / COLLABORATORS LUISA LOCATELLI, MARGHERITA MOJOLI IMPIANTI / PLANT TIZIANO ZAPPA, PAOLO SARTORI IMPRESA / CONSTRUCTION COMPANY CICERI, COSTRUZIONI EDILIZIE SPA © FILIPPO SIMONETTI © FILIPPO SIMONETTI ITALIAN JOURNEY / 129 © FILIPPO SIMONETTI Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 © FILIPPO SIMONETTI Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 © FILIPPO SIMONETTI 128 / ITALIAN JOURNEY The library stands as the initial element for the reconfiguration of a transition zone between the historic brownfields and new residential and business buildings. It is in a strategic context for the layout of Erba, a town that developed through addition and seaming of polycentric settlements, reinforcing the local vocation as a potential urban centre, today engaged in the upgrading of large-scale industrial areas. The library thus has base walls in exposed concrete that connect with the street frontage on one hand but on the other emphasize with a large entrance porch accessibility to the subsequent step in urban redevelopment, as the first device for future design of public space. The base supports an understated stereometric wood and glass block whose transparencies reveal its identity as a place for reading, with metaphorical reference to a book container: a library is, indeed, defined by wooden shelving and in this case the shelving constitutes the building. The compact, uniform base is intended to be enhanced by a curtain of greenery and the first floor is fully glazed to the north to provide the best ambiance for reading. The full-height glazing is in laminated, insulated safety glass with wood panel framing that outlines and accents the façade. The short sides are windowless, while the façade towards the industrial buildings, designed to border a garden area, is traversed by a long, narrow glass strip. The simplicity of the materials is reiterated inside. ‘Hard’ materials are featured on the ground floor and in the basement, while the reading room has a wooden floor alluding to the intimate, meditative dimension that the designers insist should characterize an open-shelf library. Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 ITALIAN JOURNEY / 131 MUSEO DEL VIOLINO CREMONA 2013 La Fondazione Museo del Violino Antonio Stradivari tutela e promuove l’arte liutaria, antica tradizione cremonese riconosciuta Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO. Il nuovo museo è ospitato dal Palazzo dell’Arte, prestigioso edificio realizzato da Carlo Cocchia negli anni ’40, già sede della Scuola di Liuteria. L’antistante piazza Marconi, in pietra e metallo, cela un parcheggio sotterraneo e anticipa un’area archeologica romana. Caratterizzato da una marcata multimedialità, il percorso museale spazia dalla liuteria antica – di cui conserva preziose testimonianze di Stradivari, Guarneri e Amati – a quella contemporanea. Cuore del progetto, l’auditorium per musica da camera ‘Giovanni Arvedi’ si pone come scultorea conchiglia lignea da 500 posti, la cui centinatura appare impostata su ‘curve di livello’ e le cui forme organiche favoriscono l’eccellenza dell’ascolto. Le superfici verticali sono finite in legno d’acero, il rovere caratterizza pavimenti, percorsi e gradonate, il cedro dell’Alaska connota il palco di forma ovale, posizionato centralmente al fine di consentire la migliore visuale. La perfetta acustica permette l’utilizzo di questo spazio anche come sala di incisione. The Fondazione Museo del Violino Antonio Stradivari protects and promotes the art of violin-making, an ancient Cremona tradition recognized by UNESCO as Intangible Heritage. The new museum is housed in Palazzo dell’Arte, a prestigious building designed by Carlo Cocchia in the 1940s, and formerly the home of the Scuola di Liuteria, the school of violin-making. Piazza Marconi opposite, with its stone and metal features, covers an underground parking area and is adjacent to a Roman archaeological site. The museum layout is characterized by its striking multimedia traits, ranging from ancient stringed instruments (with valuable examples by Stradivari, Guarneri and Amati) to contemporary production. The heart of the project is the 500-capacity ‘Giovanni Arvedi’ chamber music auditorium, a sculpted wooden shell whose contoured curves and organic forms promote sound excellence. The vertical surfaces are finished in maple, the flooring, aisles and tiering are in oak, while Alaska cedar has been used for the oval stage, set in the centre to offer the best views. The perfect acoustics mean this space is also suitable as a recording studio. © HERZOG & DE MEURON PROGETTO / DESIGN GIORGIO PALÚ & MICHELE BIANCHI ARCHITETTI-ARKPABI (MDV, PIAZZA MARCONI, AUDITORIUM) CONSULENTE PER L’ACUSTICA AUDITORIUM ‘GIOVANNI ARVEDI’ CONSULTANT FOR ‘GIOVANNI ARVEDI’ AUDITORIUM ACOUSTICS YASUHISA TOYOTA-NAGATA ACOUSTICS FELTRINELLI PER PORTA VOLTA / FELTRINELLI FOR PORTA VOLTA MILANO 2008-IN PROGRESS La Fondazione Giangiacomo Feltrinelli ha individuato presso Porta Volta – nell’area nord del centro storico lungo il tracciato delle ex mura spagnole, ancora segnata dalle distruzioni della Seconda guerra mondiale – l’ambito ideale per lo sviluppo delle proprie attività culturali, cui pertiene l’apertura al pubblico del suo importante archivio. Insieme alla Fondazione sorgeranno due edifici direzionali (uno della Feltrinelli e uno comunale), punti di incontro e ristoro, ampi spazi verdi e piste ciclabili con percorsi pedonali, pensati come estensione e prolungamento dei viali. Il progetto, sdoppiato sui viali Crispi e Pasubio, evidenzia la presenza della Porta rendendo omaggio alla tradizione milanese nella scelta degli edifici gemelli, nella semplicità e imponenza della scala architettonica, nello stretto impianto lineare che caratterizza le cascine della campagna lombarda e il quartiere Gallaratese di Aldo Rossi. Struttura, ripetizione e tetto-facciata sono i principali temi linguistici affrontati dal nuovo complesso, in cui l’equilibrio tra pieni e vuoti, opacità e trasparenza genera il ritmo che consente la compresenza di mix funzionale e unitarietà stilistica. The Fondazione Giangiacomo Feltrinelli has identified the perfect site for developing its cultural activities, with opening of its important archives to the public. The area is near Porta Volta (in the area north of the historic centre along the layout of the old Mura Spagnole) and it still bears the traces of the damage caused by World War II. Alongside the Foundation, two office complexes will be built, one serving Feltrinelli and the other the municipal authority. There will also be social and catering areas, ample greenery and cycle paths with pedestrian walkways, conceived as the extension and continuation of the avenues. The project is in two parts, on Viale Crispi and Viale Pasubio, and highlights the presence of the Porta Volta gate, paying homage to Milan’s tradition of twinning buildings, simplicity and impressive architectural scale, in the close linear plan that characterizes Lombardy’s rural farmsteads and Aldo Rossi’s Quartiere Gallaratese. Structure, repetition and roof-facades are the key themes of expression addressed in the new complex, whose equilibrium of solids and voids, opacity and transparency, generates the pace that allows a simultaneous mix of practicality and stylistic unity. © HERZOG & DE MEURON © HERZOG & DE MEURON © HERZOG & DE MEURON © MINO BOIOCCHI © MINO BOIOCCHI © MINO BOIOCCHI 130 / ITALIAN JOURNEY PROGETTO / DESIGN HERZOG & DE MEURON-JACQUES HERZOG, PIERRE DE MEURON, ANDREAS FRIES, STEFAN MARBACH PARTNER ARCHITECTS SD PARTNERS INGEGNERIA STRUTTURALE STRUCTURAL ENGINEERING ZARING SRL INGEGNERIA MECCANICA MECHANICAL ENGINEERING POLISTUDIO A.E.S. CLIENTE / CLIENT FINAVAL SPA (GRUPPO FELTRINELLI) Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 ITALIAN JOURNEY / 133 PROGETTO / DESIGN 5+1AA ALFONSO FEMIA, GIANLUCA PELUFFO, SIMONETTA CENCI RESPONSABILI DI PROGETTO CHIEF DESIGNERS FRANCESCA PIRRELLO, FRANCESCA RECAGNO (FASE PROGETTUALE ED ESECUTIVO/DESIGN PHASE AND EXECUTIVE); ALESSANDRO BELLUS, VINCENZO MARCELLA (EDIFICI/BUILDINGS 12/13 E FASE DI CANTIERE/AND CONSTRUCTION PHASE) GRUPPO DI PROGETTAZIONE / TEAM LORENZA BARABINO, CATERINA FUMAGALLI, FRANCESCO FUSILLO, MARIA CRISTINA GIORDANI, VALENTINA GRIMALDI, SARA MASSA, ROBERTA NARDI, MICHELE NICASTRO, CAROLA PICASSO, ARIANNA PONZI, GIULIA TUBELLI INGEGNERIA STRUTTURALE, IMPIANTISTICA E AMBIENTALE STRUCTURAL AND ENVIRONMENTAL ENGINEERING AND PLANT AI ENGINEERING S.R.LI IMPRESA / CONSTRUCTION COMPANY COSTRUZIONI SANDRINI SRL CLIENTE / CLIENT REGOLO S.R.L., DRACO S.R.L. © ERNESTA CAVIOLA The project area is located south-west of the town of Brescia, just outside the walls and ring road. The project is part of the park system that skirts the urban walls and develops a strong permeability with the context, emphasized by the orientation and position of the buildings. In a pivotal position between the compact historic fabric and the brownfields, the complex focuses on the balancing and relationship between solids and voids. Overlooking a central public park and conceived as a crossable ‘inhabited wall’ that fences the lot, the building has a more urban frontage and a more private inner façade: horizontality and compactness – highlighted by the use of ceramics – denote the exterior prospect, while the interior uses a marked vertical fragmentation to reduce perception of the scale of the building by breaking it down into smaller residential units. Characterized by the tripartite foundation-elevationcoping design, the complex also looks to the park with intensified volumes developed by the presence of overhangs, loggias and terraces. The dwellings comply with energy class A requirements. © ERNESTA CAVIOLA BRESCIA 2013 L’area di progetto si trova a sud-ovest del centro storico di Brescia, immediatamente al di fuori delle mura e della circonvallazione. Il progetto si inserisce nel sistema di verde che si sviluppa lungo le mura e mantiene con il contesto una forte permeabilità, sottolineata da orientamento e giacitura degli edifici. Collocandosi in posizione di cerniera tra tessuto storico compatto e aree industriali dismesse, il complesso si concentra sul bilanciamento e la relazione tra pieni e vuoti. Affacciato su un parco pubblico centrale e pensato come ‘muro abitato’ attraversabile di recinzione del lotto, l’edificio presenta un fronte esterno più urbano e uno interno più privato: orizzontalità e compattezza – sottolineate dall’uso della ceramica – connotano infatti il prospetto esterno, una marcata frammentazione verticale, che riduce la percezione della scala dell’edificio suddividendolo in unità abitative più minute, quello interno. Connotato dalla tripartizione basamento-elevazionecoronamento, il complesso presenta inoltre verso il parco una maggiore articolazione volumetrica cui concorre la presenza di aggetti, logge e terrazzi. Le residenze ottemperano ai requisiti di classe energetica A. © ERNESTA CAVIOLA COMPLESSO RESIDENZIALE LIFE NELL’EX COMPARTO DRACO / LIFE RESIDENTIAL COMPLEX IN THE OLD DRACO DISTRICT © ERNESTA CAVIOLA Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 © ALESSIO GUARINO 132 / ITALIAN JOURNEY Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 ITALIAN JOURNEY / 135 © PIETRO SAVORELLI © PIETRO SAVORELLI © PIETRO SAVORELLI Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 © PIETRO SAVORELLI 134 / ITALIAN JOURNEY NUOVE COMUNITÀ PROTETTE PER DISABILI MENTALI, CENTRO SAN GIOVANNI DI DIO / NEW SAFE COMMUNITIES FOR THE MENTALLY ILL BRESCIA 2011-2012 Prima realizzazione nell’ambito della riqualificazione funzionale ed energetica del Centro San Giovanni di Dio, noto istituto pubblico di ricovero e cura, il nuovo padiglione sorge sull’area di un vecchio campo da calcio. Attesta a pettine due corpi di fabbrica ‘residenziali’ a un piano, da 20 posti letto ciascuno, su un blocco servizi a doppia altezza con funzioni connettive. Una progettazione partecipata, espressamente mirata ai fruitori finali, ha portato a grandi regolarità e semplicità distributive e funzionali, mentre la tecnologia costruttiva Struttura/Rivestimento è finalizzata a contenimento dei consumi, rapidità di esecuzione, facilità di manutenzione e riciclabilità dei componenti. La complessa impiantistica sanitaria è integrata da sistemi di sfruttamento delle energie rinnovabili; l’involucro edilizio iper-isolato garantisce elevate prestazioni. Un portico, accessibile esternamente da tutto l’edificio grazie a un percorso coperto ad anello, conclude la corte centrale, fulcro delle attività riabilitative e sociali durante la stagione mite. Le sistemazioni esterne (movimenti di terra, piantumazioni, percorsi) rispondono a una variabilità di temi moderati utili alle funzioni terapeutiche. PROGETTO / DESIGN AIACE SOCIETÀ DI INGEGNERIA, BRESCIA PROGETTI COLLABORATORI / COLLABORATORS GAPPROGETTI CLIENTE / CLIENT PROVINCIA LOMBARDO VENETAFATEBENEFRATELLI SUPERFICIE / AREA 3300 M² CA. The new pavilion is the first construction in the function and energy upgrading framework of the Centro San Giovanni di Dio, a public in-patient and treatment unit located on the site of an old football pitch. It comprises two residential buildings in a comb layout over a double-height services block serving as a connector device. A well-considered design specifically targeting its end users and offering extremely regular, simple layout and functions, while the Structure/ Cladding construction technology aims to curb consumption and achieve fast building, serviceability, and recyclable components. The healthcare complex is integrated with renewable energy source systems and the hyper-insulated building envelope ensures cutting-edge performance. A porch, accessible externally from the entire building thanks to a covered circular walkway, encloses the central courtyard that is the fulcrum of rehabilitation and social activities during warm weather. Outdoor design (ground movement, plantings, paths) meet the need for a variety of qualified therapeutic functions. RECUPERO MANIFATTURA TOSI, NUOVA SEDE BIBLIOTECA E CENTRO CIVICO / CONVERSION OF MANIFATTURA TOSI, NEW LIBRARY AND CIVIC CENTRE CASTELLANZA, VARESE 2002-2004 L’intervento si inserisce nel recupero dell’ex apprettificio Tosi e del lungofiume dell’Olona, su cui affaccia insieme ad altre aree industriali dismesse. La trasformazione del lungofiume è stata pensata come occasione di riqualificazione urbana grazie alla creazione di un sistema integrato di attrezzature, in cui la conversione dell’area Tosi in Mediateca Civica e Spazio espositivo/conferenze si pone come cerniera con il centro cittadino. Le peculiarità dell’edificio industriale sono state mantenute, sovrapponendo in modo non mimetico nuovi elementi come i bow-window vetrati che, inseriti nelle aperture esistenti, diventano schermi per la comunicazione, supporti per la proiezione, bacheche espositive o – grazie alle luci di colore cangiante – ‘lampade’ protese verso la città, ribadendo la costante osmosi interno-esterno che caratterizza l’intervento. In contrapposizione con la geometria ortogonale del volume, gli interni si organizzano liberamente nello spazio, disegnando isole funzionali autonome relazionate tra loro secondo la logica dell’arcipelago. Lo stacco tra nuovi volumi interni ed ex opificio è sottolineato dai materiali: smalti e vetri colorati, policarbonato e MDF antracite dei nuovi spazi si contrappongono a matericità e imperfezioni del laterizio originario. Gli spazi esterni lungo l’Olona – in cemento lavato e acciaio corten – sono stati pensati come ‘vassoi d’erba’ sollevati da terra, mentre volte in mattoni, pilastrini e decorazioni in cemento dell’edificio originario sono stati recuperati. Gli interventi interni sono stati realizzati prevalentemente attraverso arredi, vetrate ed elementi in cartongesso allo scopo di minimizzare demolizioni e trasformazioni, consentendo flessibilità e rapidità di esecuzione. Particolare attenzione è stata dedicata ai serramenti, che assolvono anche a fini impiantistici per l’illuminazione e il condizionamento termico. Il recupero della manifattura Tosi ha vinto il Premio Inarsind/Arch+ Built Architecture 2010 ed è stato esposto al Festival della Cultura di Jiangsu (Nanchino 2005). PROGETTO / DESIGN DAP STUDIO/ELENA SACCO PAOLO DANELLI, ANGELO ROCCHI COORDINAMENTO / COORDINATION PAOLO DANELLI D.L. / SITE ENGINEER ANGELO ROCCHI INGEGNERIA STRUTTURALE STRUCTURAL ENGINEERING CESARE CARNELLI IMPIANTI / PLANT LUCIANO CANCELLERINI CLIENTE / CLIENT COMUNE DI CASTELLANZA The project is part of the renovation of the former Tosi textile finishing plant and the Olona embankment, where other brownfields are also located. The upgrading of the riverside was conceived as an opportunity for urban renewal through the creation of an integrated system of facilities in which the Tosi site would be converted into a municipal media library and exhibition-conference space focal to the town centre. The peculiarities of the industrial building have been maintained, and overlapped with new, non-mimetic elements such as bow windows that are inserted into existing openings and become screens for communication, screening supports, display boards or – thanks to the changing light colours – ‘lamps’ reaching out towards the town, stressing the constant interior-exterior osmosis that characterizes the project. In contrast to the block’s orthogonal geometry, the interiors are organized freely in the space, mapping out functional and autonomous interrelated islands in an archipelago logic. The gap between new inner volumes and the old factory is underscored by materials used: enamels and coloured glass, the anthracite polycarbonate and MDF of the new spaces contrasting with the textures and imperfections of the original brick. The outdoor areas along the Olona – in washed concrete and corten steel – were conceived as ‘trays of grass’ raised from the ground, while the original building’s brick vaults, concrete pillars and decorations have been recovered. The indoor interventions were carried out mainly with furnishings, glass and plasterboard elements that minimized demolitions and conversions, enabling flexibility and speed of execution. Particular attention was given to windows and doors, which also contribute to plant and systems for lighting and temperature control. The renovation of the Manifattura Tosi site won the Inarsind/Arch+ Built Architecture 2010 award and was exhibited at the Jiangsu Festival of Culture (Nanjing 2005). © ANDREA MARTIRADONNA ITALIAN JOURNEY / 137 © ANDREA MARTIRADONNA Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 © ANDREA MARTIRADONNA Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 © ANDREA MARTIRADONNA 136 / ITALIAN JOURNEY Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 ITALIAN JOURNEY / 139 MILANO 2002-IN PROGRESS Il celebre polo universitario si connota da sempre per l’alto profilo architettonico, cui hanno contribuito progettisti come Pagano, Muzio, Gardella. In seguito a un concorso internazionale, il campus si è dotato tra 2002 e 2008 di un nuovo edificio di accesso, progettato dalle irlandesi Grafton Architects e subito insignito del premio World Building of the Year. Ispirato al Broletto – luogo pubblico in cui convivono cortili e volumi sopraelevati – l’edifico marca continuità e osmosi tra città e ateneo. L’ingresso si affaccia su viale Bligny con una sorta di piazza, che porta all’ampia vetrata trasparente a precipizio sul grande foyer vetrato, scavato su parte del primo e secondo livello interrato e strumento di connessione visiva con la città. Con un costo di 100 milioni di euro e una superficie di 68.628 m², l’edificio ospita spazi pubblici – Aula Magna, foyer, cinque sale congressi – e direzionali (731 uffici e 53 tra sale riunioni, sale break e sale server), rendendo omaggio ai palazzi milanesi “duri all’esterno, amichevoli all’interno” (come dichiarato dalle Grafton) grazie all’involucro in Ceppo di Gré, tipica pietra locale. Il marciapiede di 90 m su via Röntgen prosegue nell’edificio, portando con sé la pavimentazione urbana in pietra. Il progetto ruota intorno ai concetti-base di volumi flottanti e luce naturale, interpretando gli uffici come spazi sospesi a formare un ‘paesaggio sopraelevato e abitato’. Il nuovo campus progettato da SANAA sorgerà invece nell’area dell’ex Centrale del Latte, collegata a nord al Campus esistente da edifici residenziali e universitari. Le nuove dotazioni (sedi dei programmi master ed executive, recreation center, dormitori) saranno immerse in un parco pubblico di 17.500 m². I diversi nuclei si toccano tra loro in modo da creare agevoli passaggi e determinando un perimetro continuo che sigilla la scuola dall’esterno. All’interno, l’intero complesso si basa su trasparenza e permeabilità. Ogni nucleo è impostato su un corpo di fabbrica ridotto, garantendo agli interni l’esposizione alla luce naturale, offrendo ampie aperture sul parco e ottimizzando la ventilazione naturale. EDIFICIO ACCESSO UNIVERSITÀ / UNIVERSITY ACCESS BUILDING PROGETTO / DESIGN GRAFTON ARCHITECTS-YVONNE FARRELL, SHELLEY MCNAMARA PROJECT MANAGER PROGETTO CMR INGEGNERIA STRUTTURALE E CIVILE STRUCTURAL AND CIVIL ENGINEERING STUDIO INGEGNERIA E.PEREIRA INGEGNERIA MECCANICA ED ELETTRICA / MECHANICAL AND ELECTRICAL ENGINEERING AMMAN PROGETTI CONSULENTE AMBIENTALE (CONCORSO)/ENVIRONMENTAL CONSULTANTS (COMPETITION STAGE) BDSP CONSULENTE PER L’ACUSTICA ACOUSTICS CONSULTANT ARPSERVICE S.P.A MODELLO / MODEL MAKERS PAUL HARRISON, CITY MODELS CONTRACTOR GDM CONSTRUZIONI S.P.A NUOVO CAMPUS / NEW CAMPUS PROGETTO / DESIGN SANAA-KAZUYO SEJIMA + RYUE NISHIZAWA The famous university campus has always been distinguished by its elevated architectural content, sustained by designers such as Pagano, Muzio, Gardella. Following an international competition, the campus was integrated (2002–2008) with a new building, designed by Ireland’s Grafton Architects, immediately winning the World Building of the Year award. Inspired by the Broletto, a public place where courtyards and raised blocks cohabit, the building defines continuity and osmosis between the city and the university. The entrance is located on Viale Bligny with a kind of plaza that leads to a huge transparent glass panel sheer over the large glazed foyer, inserted in part of the first and second basement level, serving as a visual linkage with the city. At a cost of 100,000,000 euros and covering an area of 68,628 m², the building houses public spaces (auditorium, foyer, five conference rooms) and the administrative area (731 offices and 53 meeting, break, and server rooms), paying homage to the Milanese building that Grafton describe as tough on the outside, friendly on the inside, thanks to the envelope in Ceppo di Gré, a typical local stone. The pavement of 90 m on Via Röntgen penetrates the building, bearing with it the urban paving stones. The design revolves around the basic concepts of floating volume and natural light, interpreting the offices as suspended spaces to form a ‘suspended, inhabited landscape’. Then there is the new campus, designed by SANAA, which will be built in the area of the former dairy Centrale del Latte, connected to the north of the campus by existing residential and academic buildings. The new facilities (Masters’ programme and executive offices, recreation centre, dorms) will be set in a public park of 17,500 m². The individual blocks are connected so as to provide easy access and define a continuous perimeter that seals the school from the exterior. Inside, the whole complex focuses on transparency and permeability. Each unit is set in a low building, ensuring the interiors receive natural light, offering large openings onto the park and optimizing natural ventilation. © PAOLO TONATO/CAMERA WORK UNIVERSITÀ E CAMPUS LUIGI BOCCONI / LUIGI BOCCONI UNIVERSITY AND CAMPUS © PAOLO TONATO/CAMERA WORK © PAOLO TONATO/CAMERA WORK © PAOLO TONATO/CAMERA WORK 138 / ITALIAN JOURNEY Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 ITALIAN JOURNEY / 141 ERBA, COMO 2006-2010 Causa l’assenza di finanziamenti pubblici, l’80% delle attività organizzate dal Centro sostengono il vero obiettivo: l’assistenza sociale. Affacciato sulla ‘strip del loisir’ di un’area a prevalenza industriale, il complesso presenta quindi spazi destinati a svariate attività: caffé-ristorante con cucine professionali, teatro, laboratori di danza, attività lavorative, residenze temporanee, pista da ballo, centro di rieducazione. Il terreno di scavo è stato modellato per realizzare due grandi spazi aperti destinati alle feste estive e formare dune verdi pensate come barriere acustico-visive. Collocati intorno alle dune, gli edifici si organizzano come una sorta di campus e si caratterizzano per la notevole complessità programmatica, in un equilibrio tra dimensione individuale e collettiva denunciata dal comune DNA architettonico. La copertura produce una piega che si ripete con differenti significati e misure: nel teatro contribuisce alla rottura del suono, nel ristorante rettifica la quota del pavimento, nelle residenze temporanee acquista carattere domestico, nei laboratori quello originario di shed. Il masterplan si sviluppa su tre giaciture deformate nella terza dimensione, rendendo l’architettura esercizio di controllo delle geometrie. Nel tetto del teatro ogni linea di colmo è differente e non ortogonale; il palcoscenico apre tre volte, una all’interno e due verso lo spazio aperto; nel prospetto affacciato sulla pista da ballo è scavata una panca su cui la dama attende – come nella tradizione del ballo liscio e popolare – l’invito da parte del cavaliere. In questo gioco tra nascondersi e apparire, l’interfaccia con la ‘strip del loisir’ sulla strada principale produce relazioni mutevoli. Appare e scompare con il riflesso della luce sulla parete di UGLAS nelle differenti ore del giorno e secondo le auto che percorrono la strada. La grande scritta si muove nelle viste trasversali, frontalmente scompare, cambia colore secondo il senso di marcia. Di notte i fari ne abbagliano i giunti catarifrangenti, facendola apparire come un lampo nel buio. Nel 2011 il centro è stato nominato al Premio Mies van der Rohe ed è risultato finalista al premio INARCH. Ha vinto il Premio Maestri Comacini 2012 Nuove Costruzioni dell’Ordine APPC di Como. PROGETTO / DESIGN IFDESIGN-FRANCO TAGLIABUE VOLONTÉ, IDA ORIGGI COLLABORATORI / COLLABORATORS CHIARA TOSCANI, MARIA SILVIA DI VITA, ELENA OGGIONI, MATTIA CIPRIANI INGEGNERIA STRUTTURALE STRUCTURAL ENGINEERING VITTORIO MONTANINI IMPIANTI / PLANT TIZIANO ZAPPA, MASSIMO CANALI VVFF / FIRE SERVICE FRANCESCO VANETTI IMPRESA / CONSTRUCTION COMPANY ARTEC SRL CLIENTE / CLIENT NOIVOILORO SOCIETÀ COOPERATIVA SOCIALE ONLUS Due to lack of public funding, 80% of the activities organized by the centre pay for its true goal, which is social work. Overlooking the leisure strip of a predominantly industrial area, the complex thus offers spaces for a variety of activities: caférestaurant with professional kitchens, theatre, dance workshops, work activities, temporary dwellings, dance floor, rehabilitation. The building terrain was shaped to make two large open spaces intended for summer parties and to form green dunes conceived as acoustic and visual barriers. Placed around the dunes, the buildings are organized as a kind of campus and characterized by significant planning complexity, in a balance between individual and collective dimensions shown by the shared architectural roots. The roof is shaped into a fold that is repeated with different meanings and measures: in the theatre it serves as a sound breaker, in the restaurant it corrects the floor level, in the temporary dwellings it has a domestic nuance, in the workshops has a shed-like identity. The master plan develops over three layouts, with a warped third dimension, making the architecture an exercise in controlling geometries. Every ridge line of the theatre roof is different and non-orthogonal; the stage opens three times, once inwards and twice outwards to the open space; the prospect facing the dance floor is carved out of a bench on which the lady waits – a tradition in ballroom and folk dancing – for an invitation from the gentleman. In this now-you-see-it-now-you-don’t effect, the interface with the leisure strip on the main road shapes changing relationships. It appears and disappears as the light bounces on the UGLAS wall at different times of day and on the cars traveling on the road. The great inscription moves in the cross-section views, disappearing at the front, changing colour according to the direction of travel. At night the lights dazzle the reflector joints, conjuring up flashes in the dark. In 2011 the centre was a candidate for the Mies van der Rohe Award and a finalist for the INARCH award. It won the Maestri Comacini prize in 2012 for new buildings, awarded by Como’s register APPC. © ANDREA MARTIRADONNA CENTRO CIVICO E SOCIALE ‘NOIVOILORO’ / ‘NOIVOILORO’ CIVIC AND SOCIAL CENTRE © ANDREA MARTIRADONNA © ANDREA MARTIRADONNA © ANDREA MARTIRADONNA 140 / ITALIAN JOURNEY Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 © COLONNA 57 PHOTO © COLONNA 57 PHOTO 142 / ITALIAN JOURNEY CENTRO SOCIOSPORTIVO CULTURALE ‘LUCIA’ / ‘LUCIA’ SOCIALCULTURAL-SPORTS CENTRE BOTTICINO, BRESCIA 1998-2006 Stadio e teatro appartengono a un complesso progetto – oggetto di un concorso nazionale e comprensivo anche di biblioteca, scuola elementare e spazi per attività sociali (non realizzati) – che interpreta il vasto vuoto di un’area residenziale come parco pubblico. I materiali naturali, dal locale marmo di Botticino al legno, donano coerenza unitaria a questo differenziato insieme di volumi, integrandoli nel paesaggio. Nato per offrire alla collettività uno spazio flessibile dedicato a eventi e manifestazioni, il teatro polifunzionale – in grado di assumere diverse configurazioni interne grazie alle tribune mobili – è il cuore culturale del centro. La pianta quadrata di 22,4 m di lato e la compatta volumetria prismatica evocano il simbolo cittadino della Torre Civica. Il corpo di fabbrica è composto da una sala principale da 300 posti con pavimento piano dotata di tribuna telescopica – che permette un uso versatile dello spazio fino alla totale scomparsa della platea – da una seconda sala più piccola e da una open-air in copertura. La vocazione polifunzionale dell’edificio si basa sulla interadattabilità degli spazi e sulla trasformabilità della sala maggiore. La configurazione apribile del fondale del palcoscenico consente di trasferire all’esterno la platea, creando un fondale naturale. Lo stadio costituisce uno degli elementi di bordo del nuovo parco civico e si inserisce con omogeneità nel paesaggio, grazie all’uso degli stessi materiali del teatro – pietra, intonaco e legno – e alla sistemazione del terreno, che riduce l’impatto degli elementi di recinzione, creando una continuità visiva tra verde recintato e verde aperto e pubblico. L’impianto è costituito da tre blocchi disposti linearmente e separati tra di loro dai piazzali interni: il blocco di servizi per gli atleti a sud, la tribuna al centro, il blocco servizi per il pubblico a nord. La geometria è caratterizzata dalla forma ad arco del muro che delimita la tribuna, sagoma le rampe di ingresso e definisce come spazio architettonico i piazzali di ingresso del pubblico e degli atleti. TEATRO / THEATRE PROGETTO / DESIGN SERGIO PASCOLO COLLABORATORI / COLLABORATORS MARCO CALLEGARO, BARBARA MASSEDO, ANTONELLA MIANTE, FEDERICO PACE, DIEGO PROFILI, SALVATORE REGIO IMPRESA / CONSTRUCTION COMPANY GABURRI SPA CLIENTE / CLIENT COMUNE DI BOTTICINO STADIO / STADIUM PROGETTO E D.L. / DESIGN AND SITE MANAGEMENT SERGIO PASCOLO COLLABORATORI / COLLABORATORS ACHILLE GENNARI DIREZIONE OPERATIVA / WORKS MANAGEMENT DUILIO CONTI INGEGNERIA STRUTTURALE STRUCTURAL ENGINEERING MG PROGETTI-MARIO GALLINARO IMPIANTI / PLANT STUDIO TECNICO RONZONI E ASSOCIATI CLIENTE / CLIENT COMUNE DI BOTTICINO The stadium and theatre are part of a complex project and the subject of an overall national competition that includes a library, elementary school and space for socializing (not yet implemented, which interprets the vast void in a residential area as a public park. Natural materials, from local Botticino marble to wood, afford a unitary logic to this differentiated series of volumes, integrating them into the landscape. Conceived to offer the community a flexible space dedicated to all kinds of events, the multipurpose theatre can be configured in various ways thanks to its mobile indoor grandstands, and is the cultural heart of the centre. The square layout (22.4 m per side) and compact prismatic volume evoke the city’s iconic Torre Civica. The building consists of: a main auditorium seating 300, with a flat floor fitted with a telescopic grandstand that allows for a more versatile use of space until the stalls disappear completely; a second, smaller hall; a roofed open-air space. The multifunctional building’s vocation is one of inter-adaptability of spaces and transformability of the main auditorium. The stage backdrop can also be opened and this allows the stalls to be moved outdoors into a natural setting. The stadium is one of the elements composing the new municipal park and fits seamlessly into the landscape, thanks to the use of the same materials as the theatre – stone, plaster and wood – and the fitting of the soil, which reduces the impact of fencing and creates a visual continuity between enclosed greenery and that open to the public. The layout comprises three blocks in a linear arrangement, separated by internal courts: the amenities for athletes to the south, the grandstand in the centre, and public services in the north. The geometry features arching walls that skirt the grandstand, contouring entrance ramps for the public, and defining the entrance plazas for audiences and athletes as architectural spaces. ITALIAN JOURNEY / 143 Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 ITALIAN JOURNEY / 145 BRESCIA 2003-2013 L’opera costituisce una svolta nel trasporto urbano bresciano. Il Metrobus è infatti un sistema driverless, concepito per trasferire nelle città di medie dimensioni, come Brescia, i vantaggi delle metropolitane tradizionali presenti nei grandi centri urbani (Crew sta progettando anche le linea 4 della metro milanese). Il sistema bresciano si basa su vetture elettriche di piccole dimensioni a guida automatica, che viaggiano su sede propria in galleria o viadotto, raggiungendo una velocità commerciale di oltre 30 km/h e assicurando un collegamento ogni 90 secondi. La capacità della linea – lunga circa 14 km – è di 12.000 passeggeri/h. Particolare attenzione è stata dedicata alle stazioni (8 in galleria, 5 in trincea, 2 a raso e 2 in viadotto, per un totale di 17), ‘biglietto da visita’ del sistema e garanzia di comodo e sicuro accesso al treno per tutti. Cura estetica, percorsi interni brevi e diretti, illuminazione diffusa, efficienti sistemi di comunicazione e telesorveglianza, chiarezza dell’informazione rispondono alle esigenze di efficienza del servizio diventando punto di forza della progettazione. Le cinque stazioni profonde aperte (Ospedale, Marconi, Ferrovia, Brescia Due, Volta) hanno richiesto particolare attenzione. Forma, funzione e tecnica sono state risolte con approccio architettonico-strutturale unitario. Al fine di portare la luce naturale in banchina e comunicare visivamente con il livello zero, si è reso necessario svuotare lo spazio introducendo un’asimmetria tra linea del treno e scale di discesa. Un atrio di altezza ridotta comprime il volume di ingresso, che esplode all’imbocco delle scale mobili. La misura del grande squarcio è data dalla possente parete inclinata che racchiude nel suo ventre l’impiantistica e conduce la luce fino alla banchina, 22 m sotto il piano strada. La parete inclinata da un lato sorregge il solaio di copertura e i solai intermedi della zona impiantistica, dall’altro definisce il volume di stazione, ora dilatato ora compresso. La sua prosecuzione verso l’esterno consente la presenza di lucernari da cui fiotta all’interno la luce naturale. PROGETTO E COORDINAMENTO GENERALE DELLA PROGETTAZIONE / DESIGN AND GENERAL DESIGN COORDINATION CREW-LAMBERTO CREMONESI WORKSHOP COLLABORATORI / COLLABORATORS CLAUDIO TURRINI INGEGNERIA STRUTTURALE STRUCTURAL ENGINEERING ROCKSOIL-ING. MARTINO GATTI IMPIANTI / PLANT CARLO GAVAZZI SPA IMPRESA / CONSTRUCTION COMPANY ASTALDI SPA CLIENTE / CLIENT ATI: ANSALDO TRASPORTI SISTEMI FERROVIARI SPA, ASTALDI SPA, ANSALDOBREDA SPA, NECSO S.A. PER/FOR BRESCIA MOBILITÀ The scheme is a turning point in Brescia’s urban transport, using the Metrobus driverless system designed to offer large towns like Brescia the benefits of the traditional metro found in cities (Crew is also designing Milan’s fourth metro line). The Brescia system relies on small automatic electric vehicles travelling along their own dedicated track in tunnels or on viaducts. They reach routine speeds of over 30 km/h and ensure a connection every 90 seconds. The capacity of the line, which covers 14 km, is 12,000 passengers per hour. Particular attention was dedicated to the 17 stops (eight in the tunnel; five below ground; two at ground level; two on the viaduct), which are the system’s flagship and guarantee comfortable and safe access to the metro for everyone. The strengths are: meticulous design; short, direct internal stretches; soft lighting; efficient communication and remote surveillance systems; clarity of information to meet the service’s needs for service efficiency. The five open underground stations (Ospedale, Marconi, Ferrovia, Brescia Due, Volta) required special attention. Design, function and technique were resolved with a combined architectural-structural approach. To bring natural light to the platform and communicate visually with ground level, it became necessary to empty the space by introducing an asymmetry between the train line and the descending staircase. A reduced-height atrium compresses the entrance volumes, opening up at the top of the escalators. The size of the large gap comes from the massive sloping wall that encloses plant and systems, and channels light up to the platform, 22 m below street level. On one hand the sloping wall supports the roofing and the intermediate plant area flooring; on the other hand it defines the station’s volumes, which open and close. Its progress outwards allows inclusion of skylights to allow penetration of natural light. © ALESSANDRA DOSSELLI NUOVA METROPOLITANA LEGGERA AUTOMATICA / NEW AUTOMATIC LIGHT URBAN TRANSPORT SYSTEM © ALESSANDRA DOSSELLI © ALESSANDRA DOSSELLI 144 / ITALIAN JOURNEY 146 / ITALIAN JOURNEY CITYLIFE, TORRE ISOZAKI ISOZAKI TOWER MILANO 2003-IN PROGRESS Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 Il concorso per la riqualificazione dell’ex Fiera di Milano viene vinto nel 2004 da CityLife, società del gruppo Assicurazioni Generali, con il progetto firmato da Zaha Hadid, Arata Isozaki/Andrea Maffei e Daniel Libeskind. Al centro di un parco pedonale di 170.000 m², che ospita residenze nel lato meridionale, il Business & Shopping District comprende tre torri direzionali che definiscono alla base un’area commerciale. L’area è servita dalla metropolitana e da parcheggi interrati. Attualmente in cantiere, la Torre Isozaki (il cui termine lavori è previsto per il 2015) diventerà con i suoi 207 m il più alto edificio italiano. Pensata per moduli replicabili all’infinito ispirati alla Endless Tower di Constantin Brâncu i a Târgu Jiu, presenta sei piani destinati a uffici per ciascuno degli otto moduli rivestiti in pelle in vetro a doppia camera. Quattro puntoni inclinati sostengono e controventano la torre lungo le facciate principali, riducendo l’ingombro delle strutture portanti interne. Dalle facciate laterali si percepisce il sistema di ascensori panoramici che innerva l’edificio, enfatizzandone il concetto di ‘macchina’. La Torre ha ottenuto la precertificazione Leed con rating Gold. The competition for redevelopment of the old Fiera di Milano site was won in 2004 by CityLife, a subsidiary of the Assicurazioni Generali group, with a project by Zaha Hadid, Arata Isozaki/Andrea Maffei, and Daniel Libeskind. At the heart of a pedestrian park of 170,000 m², which houses dwellings on the south side, the Business & Shopping District includes three office-block towers with a mall area on the lower floor. The area is served by the metro transport system and underground parking. Currently with work in progress, the Torre Isozaki (scheduled for completion in 2015), at 207 m, will become Italy’s tallest building. Conceived with infinitely replicable modules and inspired by Constantin Brâncu i’s Endless Tower in Târgu Jiu, there are six floors of offices for each of the eight modules with triple-glazed cladding. Four sloping struts support and brace the tower along the main façades, reducing the dimensions of internal structures. The side façades show the panoramic lifts connecting the areas of the building and highlighting the ‘machine’ concept. The tower has obtained LEED gold-rated pre-certification. PROGETTO / DESIGN ARATA ISOZAKI E/AND ANDREA MAFFEI DESIGN TEAM PIETRO BERTOZZI, TAKESHI MIURA, ALESSANDRA DE STEFANI, CHIARA ZANDRI, VINCENZO CARAPELLESE, ROBERTO BALDUZZI, FRANCESCA CHEZZI, TAKATOSHI OKI, STEFANO BERGAGNA, PAOLO EVOLVI, ELISABETTA BORGIOTTI, ADOLFO BERARDOZZI, SOFIA BEDINSKY, ATSUKO SUZUKI, ANTONIETTA BAVARO, CARLOTTA MARANESI, HIGAKI SEISUKE, HIDENARI ARAI / ANDREA MAFFEI ARCHITECTS S.R.L. INGEGNERIA STRUTTURALE STRUCTURAL ENGINEERING ARUP ITALIA S.R.L.; FAVERO & MILAN INGEGNERIA S.P.A. FACCIATE / FACADES ARUP ITALIA S.R.L. IMPIANTI / PLANT ARIATTA INGEGNERIA DEI SISTEMI S.R.L. ANTINCENDIO / FIRE PREVENTION ING. SALVATORE MISTRETTA TRASPORTI VERTICALI / LIFT ENGINEERS JAPPSEN INGENIEURE LIGHTING DESIGN LPA LIGHT PLANNERS ASSOCIATES ACUSTICA / ACOUSTICS VERNON COLE, COLE JARMAN PROJECT MANAGEMENT J&A, MILANO; RAMBOLL APPALTO / CONTRACTOR COLOMBO COSTRUZIONI CLIENTE / CLIENT CITYLIFE S.R.L. Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 EXPO MILANO 2015 MILANO IN PROGRESS ITALIAN JOURNEY / 147 Nel 2015 Milano ospiterà l’Esposizione Universale, dal titolo ‘Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita’ e dedicata al pressante rapporto alimentazione-incremento demografico mondiale. Raggruppati in ‘cluster’ secondo specifici temi o catene alimentari, i Paesi partecipanti indagheranno il diritto a una sana alimentazione, alla sostenibilità e alla tutela delle culture del cibo. Expo lascerà una concreta eredità urbana, ponendosi come Smart City dalle innovative soluzioni tecnologico-energetiche. Il sito di circa 1 milione di m² si trova lungo l’asse Rho-Fiera/Malpensa, in posizione strategica rispetto alla rete dei trasporti locali e internazionali. Gli assi che strutturano il masterplan riprendono l’allineamento storico del Sempione. Il decumano congiunge simbolicamente città e campagna, ricordando come Milano sia il secondo Comune italiano per produzione agricola. Interamente dedicato all’eccellenza alimentare italiana, il cardo ricorda invece l’anello di parchi e dotazioni verdi della città. Expo – che conta ad oggi 137 adesioni ufficiali – funzionerà da polo attrattore per più di 20 milioni di visitatori e oltre 130 nazioni, aziende e organizzazioni internazionali. In 2015, Milan will host the Universal Expo ‘Nourish the Plant, Energy for Life’ on the pressing topic of food and the world’s growing population. Grouped as clusters around specific food themes or chains, participating nations will explore the right to healthy eating, sustainability, and food culture protection. Expo will leave a tangible urban legacy: a smart city of innovative technological and energy solutions. Covering 1,000,000 m² on the Rho-Fiera/Malpensa road, the site is in a strategic position for local and international transport networks. The master plan framework is inspired by the historic Sempione alignment. The ‘Decumano’ east-west axis is a symbolic connection between the city and the countryside, recalling how Milan is Italy’s second municipality for rural production. Pivoting on Italy’s food production excellences, the north-south ‘Cardo’ axis pays homage to the city’s green ring of parks. With 137 official partners so far, Expo will attract over 20,000,000 visitors and more than 130 nations and international businesses and organizations. OPERATORE / ORGANIZER COMUNE DI MILANO, PROVINCIA DI MILANO, REGIONE LOMBARDIA MASTERPLAN CONSULTA ARCHITETTONICA: STEFANO BOERI, RICKY BURDETT, JACQUES HERZOG, WILLIAM MCDONOUGH, JOAN BUSQUETS. UFFICIO DI PIANO Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 ITALIAN JOURNEY / 149 © FEDERICO BRUNETTI © FEDERICO BRUNETTI © FEDERICO BRUNETTI © FEDERICO BRUNETTI 148 / ITALIAN JOURNEY RIQUALIFICAZIONE DEL LUNGOLAGO VESPUCCI / DEVELOPMENT OF LUNGOLAGO VESPUCCI ISPRA, VARESE 2007-2008 La tipologia degli spazi suggerisce differenti attività praticabili (passeggiare, giocare, bagnarsi, prendere il sole, praticare sport) evitando rigidi confinamenti. Gli spazi aperti e quelli per sedersi e sdraiarsi, per le attività ludiche dei bambini e il bar/caffetteria sono collocati su un tappeto di legno. I materiali scelti – naturali e tradizionali – svolgono infatti un ruolo essenziale nel definire le modalità d’uso di questo luogo, oltre ad assolvere esigenze ambientali, estetiche, di comfort e manutentive. Porzioni di pavimentazione e sedute lignee, opportunamente conformate, favoriscono ad esempio utilizzi informali che sottolineano il senso di accoglienza dello spazio; l’utilizzo in altre parte di beola (pietra proveniente dalla Val d’Ossola) e ‘rizzada’ (tipica pavimentazione lombarda realizzata con ciottoli di fiume) offre garanzie di durata e compatibilità ambientale. Dato che il progetto si inserisce nel suggestivo contesto paesaggistico del lago Maggiore, sono state evitate interferenze e sovrapposizioni visuali uali e panoramiche, con particolare attenzione per la valorizzazione di manufatti fatti esistenti anche non direttamente mpreso tra la passeggiata e la spiaggia interessati dall’intervento. Per il tratto compreso sono state utilizzate doghe di legno di Ipè: è: duraturo, resistente e capace di assecondare il contatto fisico richiesto dalle alle attività di balneazione e relax. Parapetti e cordoli sono stati realizzati in acciaio, corten o zincato, mentre l’illuminazione si spinge a valorizzare importanti portanti preesistenze, come la cinta muraria e le piante del parco storico confi nante. finante. PROGETTO / DESIGN STUDIO CASTIGLIONI & NARDI ARCHITETTI ASSOCIATI-CLAUDIO CASTIGLIONI, CARLO CASTIGLIONI, CLAUDIO NARDI COLLABORATORI / COLLABORATORS FABIO BEZZECCHI, GIANLUCA CARCANO, CRISTINA MATTAI DEL MORO CONSULENTI / CONSULTANTS VARESE CONTROLLI, ING. DARIO BELLOCCHIO (IMPIANTI ELETTRICI/ELECTRICS) CLIENTE / CLIENT COMUNE DI ISPRA The typology of the spaces prompts different leisure activities (walking, playing, bathing, sunbathing, sport) and avoids strict confines. The open spaces and those for sitting and lying down, for children’s pastimes and for the bar/café are installed on decking. The materials chosen are traditional and natural, and play an essential role in defining the conditions for using this site, in addition to fulfilling environmental, aesthetic, maintenance and comfort requirements. Portions of flooring and seating are in wood, shaped to encourage, for example, an informal use that underscores the area’s welcoming feel. Other parts are in ‘beola’ (a type of stone from Val d’Ossola) and ‘rizzada’ (typical paving in river pebbles), guaranteeing durability and environmental compatibility. Given that the project is a component of Lake Maggiore’s picturesque landscape, any visual and view interference and overlap have been avoided, with an emphasis on enhancing existing artefacts, even those not directly affected by the intervention. Ipè wood slats were used to create decking between the promenade and the beach as they are durable, resistant and able to sustain the physical contact required for the bathing and leisure activities. Handrails and curbs are made of corten or galvanized steel, while the lighting seeks to enrich the important extant sections such as the walls and the trees in the adjacent ancient park. Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 ITALIAN JOURNEY / 151 ARCHITETTURE PER IL PAESAGGIO STORICO ‘IL MINCIO DI VIRGILIO’ ARCHITECTURE FOR THE HISTORIC ‘MINCIO DI VIRGILIO’ LANDSCAPE VIRGILIO, MANTOVA 2011-2013 All’interno del Parco Regionale del Mincio, una serie di strutture leggere guidano i fruitori in un percorso storico, culturale e ambientale dedicato alla figura di Virgilio. Pensate come landmark territoriali, le aree di sosta scandiscono il percorso ciclopedonale che si sviluppa lungo l’argine, nelle immediate vicinanze del capoluogo provinciale e affacciato su valli che riprendono i caratteri lacuali. L’ambito interno alle arginature è caratterizzato da numerose zone umide nate a seguito dell’escavazione dell’argilla. Un’interessante biodiversità caratterizza questi habitat naturali, dalla magnifica vegetazione, in cui trovano spazio anche ville, manufatti idraulici, fortificazioni e antiche vie di comunicazione. Quattro ‘porte’ sottolineano i punti chiave del progetto. Avvio del percorso, la Porta del Corriere è situata in corrispondenza di un’antica strada postale. La struttura verticale – dovuta alla necessità di enfatizzarne la posizione geografica al limite del margine urbano – si pone in forma di muro la cui lunga finestra inquadra uno scorcio paesaggistico; grazie agli strumenti multimediali in futuro presenti, sarà possibile individuare i luoghi notevoli presenti nell’area. La Porta del Forte identifica un crocevia e segna la presenza del vicino Forte di Pietole dal quale attinge la forma bastionata, utilizzando i salti di quota a fini funzionali. Il pacato impatto visivo della Porta delle Bucoliche enfatizza il paesaggio descritto da Virgilio nel canto VII delle Egloghe, inquadrando con precisione le ondulazioni morfologiche sul Mincio. La Porta delle Georgiche segnala l’antica corte gonzaghesca La Virgiliana, oggi luogo di eccellenza per la produzione agroalimentare. L’architettura individua un cono prospettico verso il giardino della villa e definisce una seduta protetta per la sosta, integrandosi alla struttura arginale e al sedime di una antica rampa di risalita. La Porta della Travata si trova accanto a un impianto idrovoro dei primi anni del XX secolo e ricorda il millenario impegno dell’uomo nel governo dell’acqua che, anche grazie alle opere di bonifica, ha consentito la definizione del paesaggio odierno. PROGETTO / DESIGN ARCHIPLANSTUDIO-DIEGO CISI E/AND STEFANO GORNI SILVESTRINI ARCHITETTI CLIENTE / CLIENT AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI VIRGILIO © MARTINA MAMBRIN © MARTINA MAMBRIN © MARTINA MAMBRIN © MARTINA MAMBRIN 150 / ITALIAN JOURNEY Mincio Regional Park has been installed with a series of lightweight structures that guide visitors along a historical, cultural and environmental itinerary dedicated to the figure of Virgil. The concept is that of landmarks for the territory with rest spots along the pedestrian and cycle paths that skirt the embankment, near the provincial capital, overlooking valleys that reflect the features of the lake. The habitat inland of the embankments is characterized by numerous wetlands created by the excavation of clay, with an interesting biodiversity marking these natural settings and their magnificent vegetation where there are also villas, waterworks, fortifications and ancient roads. Four ‘gates’ mark the key points of the project, starting at the Porta del Corriere by an old postal route. The vertical structure, required to emphasize the geographical position at the very edge of the urban boundary, takes the form of a wall whose long window frames a scenic view. Future multimedia installations will make it possible to identify the major sites present in the area. The Porta del Forte gate identifies a crossroads and marks the presence of the nearby Forte di Pietole, borrowing the rampart shape and using various heights for practical purposes. The understated visual impact of the Porta delle Bucoliche gate draws attention to the landscape described by Virgil in the Eclogues VII, framing in detail the Mincio’s morphological folds. The Porta delle Georgiche gate marks the Gonzaga family’s ancient La Virgiliana court, now a place of excellence for food production. The architecture creates a perspective cone towards the villa gardens and provides sheltered seating for stopovers, integrating with the embankment structure and the base of an ancient ramp. The Porta della Travata gate is located next to a pumping station that dates back to the early 20th century, a monument to human endeavour in managing water resources and which, thanks to land reclamation, has brought about the definition of today’s landscape. Svizzera 152 / ITALIAN JOURNEY Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014 Svizzera Cima Paradiso Pizzo del Leverone Pizzo Tambò Svizzera LOMBARDIA Pizzo Quadro Andrea Maffei Architects Via Brera 9 20121 Milano www.amarchitects.it www.ifdesign.it LAND via Varese 16 20121 Milano www.landsrl.com Angelo Monti Architetti Via Foscolo 2 22100 Como Paolo Mazzoleni BEMaa Via Andreoli 11 20158 Milano www.angelomonti.it www.bemaa.it Archiplanstudio_Diego Cisi e Stefano Gorni Silvestrini Architetti Via Chiassi 71 46100 Mantova SD Partners Via Viviani 8 20100 Milano www.archiplanstudio.com Sergio Pascolo Architects Palazzo Foscarini Sestiere Dorsoduro 3464 30123 Venezia Arata Isozaki & Associates 1-2-7 Shirogane Minato-ku Tokyo 108-0072, Japan www.isozaki.co.jp ARKPABI _ Giorgio Palù & Michele Bianchi Architetti Via Trecchi 20 26100 Cremona www.arkpabi.it Atelier delle Verdure via Monte Bianco 48 20149 Milano www.sdpartners.it www.studiocastiglioninardi.it Rezzano R Vigevano Robbio Pavia Garlasco Candia Lomellina Sant’Angelo Lodigiano Belgioioso Cima Cadì Vioz Punta di Ercavallo Ponte di Legno Trentino Alto Adige Manerbio Manerbio Casalpusterlengo Cremona Studio Marco Castelletti via Battisti 7/L 22036 Erba, Como A21 www.marcocastelletti.it Casteggio Voghera Volta Mantovana Gambara Roverbella Asola Canneto sull’Oglio sull O Museo del Violino Broni Veneto Castiglione delle Stiviere Soresina Codogno Mede Rodigo Architetture per il paesaggio storico nel Basso Mincio Marcaria Marc Mantova M Bagnolo San Vito Virgilio io Borgoforte Casalmaggiore Sabbioneta Suzzara Roncoferraro Ostiglia San Benedetto Po Pegognaga Gonzaga Blulab v.le Vittorio Veneto, 18 20124 Milano Moglia Varzi Piemonte Cecchi & Lima Associati via Cagnola 12 20154 Milano Emilia Romagna [email protected] CREW _ Cremonesi Workshop via Cefalonia 70 25124 Brescia www.regione.lombardia.it www.crew.it www.ordinearchitetti.mb.it CZA_ Cino Zucchi Architetti via Revere 8 20123 Milano www.ordinearchitettivarese.it www.architettilombardia.com www.ordinearchitetti.mi.it www.ordinearchitetticomo.it www.ordinearchitettilecco.it Liguria www.ordinearchitettisondrio.it www.architettibergamo.it www.architetticr.it www.dapstudio.com www.architettibrescia.net Grafton Architects 97 Grafton Street, Dublin 2, Ireland www.ordinearchitettipavia.it www.graftonarchitects.ie www.architetturadelmoderno.it www.architettimantova.com www.nagata.co.jp Mar Ligure Toscana Sermide Poggio Rusco Viadana Emilia Romagna www.blulab.mi.it DAP studio via Brocchi 9/a 20131 Milano Santa Caterina Valfurva Monte Punta di Pietra Rossa Orzinuovi Crema Melegnano www.atelierdelleverdure.it www.zucchiarchitetti.com Valdisotto Sondalo Pizzo Banderuola Lodi Mortara www.sergiopascolo.it Studio Castiglioni & Nardi via Generale Cantore 36 21100 Varese Pizzo Pizzo di Corni Monte Grata Bruciati Caldenno Scalino Pizzo Barbenno di Ligoncio Valtellina Sondrio Pizzo Sassalbo Bormio 1 www.aiace-srl.it Sasso Moro Cima dei Piazzi Cima Viola A2 Ifdesign via Gherardini 6 20145 Milano AIACE Società di Ingegneria via Rancati 29 20127 Milano www.herzogdemeuron.com Monte Vago Cime di Campo A9 w0.5piu1aa.com Pizzo di Gino Dongo A7 Herzog & de Meuron St. Johanns-Vorstadt 98 4056 Basel, Switzerland A8 5+1 AA Alfonso Femia Gianluca Peluffo via Cadolini 32-38 20137 Milano Pizzo Cima di Cengalo Rosso Pizzo Zupo Monte Valdidentro Campaccio A22 Lombardia, 2010 (www. architetturadelmoderno.it). Lodovico Festa, Carlo Tognoli, Milano e il suo destino: dalla città romana all’Expo 2015, Boroli Editore, Milano 2010. Albano Marcarini, Piste ciclabili e greenways in Lombardia, Ediciclo, Portogruaro 2010. Andrea Arcidiacono, Laura Pogliani, Milano al futuro. Riforma o crisi del governo urbano, et al., Milano 2011. Cesare Chiericati, Luciano Di Pietro, Carlo Meazza, Lombardia patrimonio dell’umanità. I luoghi dell’Unesco, Jacabook, Milano 2011. Abitare la densità. La città delle cooperative di abitanti, a cura di Paolo Mazzoleni, Quodlibet, Macerata 2011. Giordana Ferri, Luciana Pacucci, Elisabetta Pero, Fondazione Housing Sociale, Nuove forme per l’abitare sociale, Altraeconomia, Milano 2011. Aldo Cibic, Maria Antonietta Crippa, Sandro Fusina, Verso Expo Milano 2015, Electa, Milano 2011. Under 40. Premio “Rassegna lombarda di Architettura Under 40. Nuove proposte di Architettura” 3. Edizione, Il Sole 24 Ore, Milano 2012. Maria Vittoria Capitanucci, Milano. Le nuove architetture, Skira, Milano 2012. Abitare in Lombardia in tempi di crisi, a cura di Antonello Boatti, Maggioli, Santarcangelo 2013. Marco Biraghi, Gabriella Lo Ricco, Silvia Micheli, Guida all’architettura di Milano 1954-2014, Hoepli, Milano 2013. Manuela De Carlo, Ezio Marra, Cultura, territorio e turismo. Un’indagine in Lombardia, Guerini e Associati, Milano 2013. Roberto Maggioni, Expopolis. Il grande gioco di Milano 2015, Agenzia X, Milano 2013. Pierluigi Malavasi, Expo Education Milano 2015. La città fertile, Vita e Pensiero, Milano 2013. Navigli lombardi. Piano territoriale regionale d’area Navigli lombardi, a cura di Luigi Spinelli, Electa, Milano 2013. Arturo Lanzani, Alessandro Ali, Daniela Gambino, Antonio Longo, Quando l’autostrada non basta. Infrastrutture, paesaggio e urbanistica nel territorio pedemontano lombardo, Quodlibet, Macerata 2013. Pizzo delle Tre Mogge A1 Verso l’edilizia sociale. Le politiche abitative in Lombardia tra nuovi bisogni e ridefinizione dell’azione pubblica, a cura di Antonio Tosi, IReR, Guerini, Milano 2003. La carta del rischio del patrimonio culturale in Lombardia. Guida per la georeferenziazione dei beni storicoarchitettonici, a cura di Regione Lombardia, Guerini e Associati, Milano 2005. Gli scenari della domanda residenziale nella Provincia di Milano 2006-2015. Rapporto di ricerca, Alinea, Firenze 2006. Camminare sull’Adda. Un sistema di percorsi per la mobilità dolce, a cura di Roberto Busi, Michele Pezzagni, Gangemi, Roma 2007. Matteo Bolocan Goldstein, Bertrando Bonfantini, Milano incompiuta: interpretazioni urbanistiche del mutamento, Franco Angeli, Milano 2007. Multiplicity.lab, Milano cronache dell’abitare, Bruno Mondadori, Milano 2007. Under 40. Premio “Rassegna lombarda di Architettura Under 40. Nuove proposte di Architettura” 2. Edizione, Il Sole 24 Ore, Milano 2008. Claudio Ferrata, La fabbricazione del paesaggio dei laghi, Casagrande, Bellinzona 2008. Maurizio Grandi, Attilio Pracchi, Milano: guida all’architettura moderna, Lampi di Stampa, Milano 2008. Gian Matteo Mai, RIforma urbis. Strumenti per la riqualificazione urbana in Lombardia, Maggioli, Santarcangelo 2008. Dorsale verde nord. Una guida alla scoperta degli spazi aperti dal Ticino all’Adda, Maggioli, Santarcangelo 2009. AAA Architetticercasi 2008. Nuove forme progettuali per la residenza cooperativa, a cura di Paolo Mazzoleni, Allemandi, Torino 2009. Aldo Bonomi, Milano nell’Expo. La città tra rendita e trasformazioni sociali, ShaKe, Milano 2009. Maria Vittoria Capitanucci, Milano. Verso l’Expo. La nuova architettura, Skira, Milano 2009. Sabrina Di Martino, Livio Buttafava, Come cambia Milano. Storia, curiosità, futuro, Lampi di Stampa, Milano 2009. Gian Matteo Mai, TRASforma urbis: metropolitane storiche a Milano 1909-2009, Maggioli, Santarcangelo 2009. Iter - architettura del moderno, Regione Pizzo di Lago Chiavenna Pizzo Cavegnasco Monte Campaccio Cima La Casina Monte Sumbraida Tirano Edolo Monte Monte Adamello Monte Molbegno Monte Monte Vespolo Torsoleto Malonno Monte Legnone Cadelle Piemonte Torena Monte Pizzo Monte Monte Monte Menaggio Corno Stella dei Tre Signori Colombè Venerocolo Azzarini Monte Pizzo Cima del Luino Pegherolo Tornello Monte Palone Cima della Bellagio Monte Cima di Pradella Cornone di Bacchetta Monte L La Laveno Taugine Menna Mandello Monte Mont t Blumone Bienno Araralta Monte Riqualificazione del del Lario Campo de dei Fiori Monte Secco lungolago Vespucci Pora Centro Civico San Pellegrino Lecco Monte Chiasso Costone Varese Varese Darfo Terme Noivoiloro Monte Alben Dolo Monte Boario Terme Monte Valtero Calalziocorte Calal Cala Colombine Monte Como Erbaa Zenone Monte Biblioteca Succhello Bagolino Pisogne Podona Comunale C.na Monte Albino Monte Cantù Trentapassi Manos Bergamo Monte Denervo Vestone Pendola Monte Biblioteca e Gardone Gallarate Gargnano Merate Seregno Zingla Centro Civico V Tro Val Trompia Dalmine Saronno S A4 Castellanza za Toscolano T Monza Cesano Cesa C e Centro Trezzo ezzo zzo Nuova Metropolitana Maderno erno rno Palazzolo Maderno Mader der Legnano gnano nan no no Gussago Gudi Dio San Giovanni sull’Adda sull’ a Leggera Automatica sull’Oglio CityLife Expo Milano Rovato Torre Isozaki 2015 Brescia Bresc Br Bre r ciiaa Botticinoo re resc A4 Rezzato zat Chiari Pioltello ello Treviglio T vig Tre Milano M annno o Magenta Complesso Centro Socio-Sportivo residenziale LIFE Culturale Lucia Desenzano D no Università e Campus Fondazione dell Garda Gard arda Bagnolo Bocconi San Giuliano SanLuigi Feltrinelli Abbiategrasso o Mella Montichiari M tti hi i Milanese M Monte Garzirola INDIRIZZI/ADDRESSES Pizzo Motta Monte Mater Pizzo Sella Pizzo della Forcola Monte Marmontana BIBLIOGRAFIA/BIBLIOGRAPHY Pizzo Timun Livigno Trentino Alto Adige