Sussidi didattici per il corso di
PROGETTAZIONE, COSTRUZIONI E IMPIANTI
Prof. Ing. Francesco Zanghì
URBANISTICA - I
AGGIORNAMENTO 02/09/2014
Corso
orso di PROGETTAZIONE, COSTRUZIONI E IMPIANTI
Prof. Ing. Francesco Zanghì
Definizioni
L'urbanistica è una disciplina che studia il territorio antropizzato (la città o più in generale l'insediamento umano)
ed il suo sviluppo( “urbs” in latino significa città)
città). Essa ha come scopo conseguire le migliori condizioni di vita per la
comunità attraverso la progettazione dello spazio urbanizzato e la pianificazione organica delle sue modificazioni.
modificazioni
Pertanto l'urbanistica comprende anche tutti gli aspetti gestionali, di tutela, programmat
programmativi
ivi e normativi dell'assetto
territoriale ed in particolare delle infrastrutture e dell'attività edificatoria.
URBANISTICA
A = GOVERNO DEL TERRITORIO
CITTÀ = CASA DI UNA COMUNITÀ (SOCIETÀ
SOCIETÀ)
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BREVE STORIA DELL'URBANISTICA
1) Le prime pianificazioni urbane risalgono a Ippodamo da Mileto, che inventò un
sistema stradale a rete pressoché ortogonale, seppur sempre influenzato dalla
morfologia, dove gli edifici si disponevano in isolati di grandezza e forma regolare
con i servizi posti al centro (Agorà) e con un preciso ordinamento sociale marcato
nella localizzazione nella città. A lui viene attribuito lo schema ortogonale, detto
appunto schema ippodameo che caratterizza alcune città di nuova fondazione
(colonie) del mondo greco tra V e IV secolo a.C., tra cui famoso quello di
Alessandria, di sua derivazione.
2) I Romani svilupparono ulteriormente questo modello, usato inizialmente negli
accampamenti militari, centrandolo su due assi principali, il cardo [N-S] (in latino
cardo significa polo, punto cardinale) e il decumano [E-O], all'intersezione dei quali si
trovava il foro. Cardo e decumano dividevano la città (o l'accampamento) in quattro
parti chiamate quartier i(1/4): questa parola ha assunto in seguito il significato di
nucleo autonomo all'interno di un agglomerato urbano.
3) Nell'alto medioevo la costruzione delle città, per
ragioni difensive, si spostò su alture con la
conseguente implementazione di nuovi schemi
concentrici o radiali a partire dal castello.
4) Successivamente, soprattutto tra XII e XIV secolo, parallelamente alla
fuoriuscita delle città dalle antiche mura, sorsero nuovi insediamenti nelle aree
pianeggianti, spesso da bonificare, segnando il ritorno, seppur con varianti locali,
dell'impianto ortogonale.
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5) Le prime idee urbanistiche in età moderna si hanno nel
Rinascimento, in Italia e in particolare a Ferrara, durante il
governo di Ercole I d'Este, con la costruzione dell'Addizione
Ercùlea (1492) dell'architetto Biagio Rossetti che progetta la prima
pianificazione urbana moderna con ampi viali funzionali per i cittadini
e per i duchi. L'opera, realizzata tra il 1492 e il 1510, e che fu
inizialmente un progetto di rafforzamento militare del nucleo urbano
contro i continui attacchi da parte dei veneziani,
triplicò le
dimensioni della città esaltando il prestigio della corte estense e la
mettendola in competizione con le più importanti corti europee.
6) Nel corso del XIX secolo le grandi città europee furono oggetto dei
cosiddetti "sventramenti" che ne rivoluzionarono l'aspetto. Furono abbattuti i vecchi quartieri medievali e
sostituiti con imponenti palazzi e ampi viali alberati. I più notevoli sventramenti furono quelli di Londra (18481865), Parigi (1853-1869), Vienna (1857), Bruxelles (1867-1871).
7) L'urbanistica in Italia conosce il primo esempio di Piano Regolatore nel 1884, con l'opera dell'ingegner Cesare
Beruto che compilò per la città di Milano il piano d'espansione oltre i Bastioni Spagnoli.
L'urbanistica diviene una disciplina riconosciuta ufficialmente negli anni trenta con il Razionalismo italiano e le
nuove città di fondazione ad opera del regime fascista, alcune anche di alto livello urbanistico ed architettonico,
come Portolago e Sabaudia.
Il dopoguerra in Italia è contraddistinto dal boom edilizio, che con le sue aberrazioni e la speculazione edilizia,
generò, anche se in ritardo e insufficientemente, la cultura della salvaguardia dei centri storici e del territorio, con
lo sviluppo di una legislazione di tutela. Infatti bisogna aspettare la legge n°183 del 18 maggio 1989 "Norme per il
riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo". per avere una legge che tuteli l'ambiente.
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I "padri" dell'urbanistica moderna possono essere considerati:
• il Barone Georges-Eugène Haussmann, che ha trasformato la città di
Parigi nel 1853 per volontà di Napoleone III (vedi "sventramento").
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• Ludwig Ditter von Förster che a Vienna nel
1857 traccia il primo "ring" ossia un'ampia arteria alberata
che cinge l'intero nucleo medioevale (costituendosi come
l'elemento fondante della struttura della città)
•
Ildefonso Cerdá
che nel 1867 con il libro Teoria generale
dell'urbanizzazione ha posato le fondamenta della disciplina attraverso il
primo manuale d'urbanistica e il piano generale di Barcellona.
Secondo Cerdá l'innovazione della città stava nella concentrazione delle vie
e degli isolati. Questi ultimi di forma ottagonale per facilitare la circolazione
erano attraversati da ampie strade e costituiti in parte da giardini che
permettevano una buona ventilazione e l'esposizione al sole.
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Excursus normativo
1865 - LEGGE N° 2359 "Legge sull'esproprio"
• introduce l'obbligo del Piano Regolatore Edilizie per i Comuni con più di 10000 abitanti;
• introduce l'obbligo per i privati a cedere, a fronte di un indennizzo, i terreni di loro proprietà necessari per la
realizzazione delle strade pubbliche.
1942 - LEGGE N° 1150
• tutto il territorio nazionale è soggetto a pianificazione urbanistica e su tutto il territorio dello Stato viene
regolamentata l’attività edilizia (prima si faceva solo nei centri urbani);
• è obbligatoria la licenza edilizia (art. 31), subordinata all’esistenza o alla previsione del Comune o
all’impegno del privato ad attuare le opere di urbanizzazione primaria;
• si attribuisce al Sindaco la vigilanza sull’attività edilizia;
• la pianificazione di livello locale si suddivide in due fasi:
- una fase previsionale, attraverso il Piano Regolatore Generale
- una fase attuativa, attraverso i Piani Particolareggiati ;
• L’espropriazione può avvenire per realizzare insediamenti residenziali e industriali o altre opere di competenza
dei Comuni, delle Province, delle Regioni, dello Stato, di Enti pubblici.
1967 - LEGGE N° 765 (LEGGE PONTE)
I contenuti della legge diventano esecutivi pienamente con due Decreti del Ministero dei LL.PP:
• D.M. n° 1404 del 01.04.’68 “Distanze minime a protezione del nastro stradale da osservare nella edificazione
fuori del perimetro dei centri abitati”
• D.M. n° 1444 del 02.04.’68 “Limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza tra fabbricati …”
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Introduce modifiche sostanziali alla legge urbanistica del ’42 e nasce dall’esigenza di porre un freno all’espansione
caotica delle città, all’abusivismo edilizio, alla speculazione fondiaria, alla distruzione del paesaggio. Vengono
introdotte le zone territoriali omogenee , cioè le zone in cui viene diviso un territorio comunale, nell'ambito
della cosiddetta zonizzazione. Per tali zone vengono stabili gli standard ovvero le quantità minime di suolo da
destinare a questi scopi, in aggiunta alle aree per le sedi viarie.
Zona A
CENTRO STORICO Comprende le parti di territorio aventi agglomerati urbani di carattere storico, artistico e di
particolare pregio ambientale o da porzioni di essi, comprese le aree circostanti, che possono considerarsi parte
integrante degli agglomerati stessi.
Zona B
CENTRO STORICO NON COMPRESO IN ZONA A Comprende le parti di territorio totalmente o parzialmente
edificate, diverse dalle zone di tipo A.
Zona C
DI ESPANSIONE Comprende le parti di territorio destinate alla costruzione di nuovi complessi insediativi.
Zona D
INDUSTRIALE Comprende le parti di territorio predestinate all'insediamento di impianti industriali.
Zona E
AGRICOLA Comprende le parti di territorio destinate ad uso agricolo (escluse le parti dove, con gli insediamenti,
diventino zone di tipo C).
Zona F
SERVIZI Comprende le parti di territorio destinate ad attrezzature e impianti di interesse generale.
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1977 - LEGGE 10 (LEGGE BUCALOSSI) “Norme per la edificabilità dei suoli”
Introduce la disciplina della Concessione edilizia (provvedimento a titolo oneroso) in sostituzione della Licenza
edilizia: "Ogni attività comportante trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio comunale partecipa agli oneri
ad essa relativi e la esecuzione delle opere è subordinata a concessione da parte del sindaco”
N.B
In seguito alla legge n. 127/’97 (Bassanini bis) il potere di rilasciare autorizzazioni e concessioni è passato dalla figura del Sindaco a
quella dei funzionari comunali con qualifica dirigenziale (Dirigente del settore Edilizia o Urbanistica).
Con l’introduzione della Concessione edilizia si vuole conciliare l’interesse collettivo con il diritto del privato a
costruire: mentre la L. n. 1150/’42 subordinava il diritto a costruire al solo rispetto della normativa urbanisticoedilizia, ora il titolare della Concessione si assume anche i costi per dotare il nuovo edificio delle necessarie
infrastrutture.
OPERE DI URBANIZZAZIONE PRIMARIA:
OPERE DI URBANIZZAZIONE SECONDARIA:
1.
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3.
4.
5.
strade residenziali
spazi di sosta o di parcheggio;
fognature;
rete idrica;
rete di distribuzione dell’energia elettrica e del
gas;
6. rete di pubblica illuminazione;
7. spazi di verde attrezzato.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
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asili nido e scuole materne;
scuole dell’obbligo;
mercati di quartiere; d) delegazioni comunali;
chiese e altri edifici per servizi religiosi;
impianti sportivi di quartiere;
centri sociali e attrezzature culturali e sanitarie;
aree verdi di quartiere.
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1978 - LEGGE 457 “Norme per l'edilizia residenziale”
Si affronta in maniera organica il problema del “recupero edilizio”. All’art. 31 si definiscono le Categorie di
intervento sul patrimonio edilizio esistente (manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e
risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, ristrutturazione urbanistica).
2000 - L.R. n°20 [EMILIA ROMAGNA]
"Disciplina generale sulla tutela e l'uso del territorio" [EMILIA ROMAGNA]
Una delle innovazioni introdotte dalla legge regionale 20/2000 risponde alla scelta di articolare il piano in diversi
strumenti di pianificazione, separando gli aspetti strutturali di tutela validi a tempo indeterminato e le scelte
strategiche di mediolungo termine dalle previsioni operative ed attuative più flessibili e dagli aspetti regolamentari.
Il vecchio Piano Regolatore Generale (PRG), pur rimanendo immutato nei contenuti, viene dunque sostituito da uno
strumento urbanistico diviso i tre parti, che approfondiremo nel paragrafo successivo:
Piano Strutturale Comunale (PSC):
individuazione degli ambiti, dei vincoli ambientali, dei vincoli storici e delle principali infrastrutture
Piano Operativo Comunale (POC):
individuazione delle aree soggette a PUA (Piani Urbanistici Attuativi) e interessate da opere pubbliche
Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE):
individuazione delle aree ad intervento diretto sia nel territorio urbano sia nel territorio rurale
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2001 - D.P.R. - N°380 (Testo Unico per l’Edilizia)
Si introduce il PERMESSO DI COSTRUIRE (PDP) che sostituisce la concessione
edilizia, e viene regolamentata la D.I.A (Denuncia di Inizio Attività), per gli interventi
di manutenzione, risanamento, ristrutturazione, recupero, ecc. Con la Legge
n°1223/1989 la D.I.A. è stata sostituita dalla S.C.I.A. (Segnalazione certificata di
inizio Attività). la differenza principale sta nel fatto che, mentre con la D.I.A., per
dare inizio alle opere, era necessario aspettare 30 giorni necessari per il silenzioassenso, con la S.C.I.A. i lavori possono cominciare subito dopo aver consegnato al
Comune tutta la documentazione richiesta.
Con il Testo unico nasce lo SPORTELLO UNICO PER L'EDILIZIA (S.U.E.).
E’ istituito presso le amministrazioni comunali con lo scopo di semplificare e snellire i procedimenti
amministrativi.
Opera attraverso adempimenti di ricezione e rilascio di atti, nonché
adempimenti di istruttoria e verifica delle pratiche edilizie. Lo sportello unico ritira le richieste di
pareri/assensi redatte dai privati e le inoltra ali Enti/Uffici che si devono esprimere, per quanto di
loro competenza.
Quindi il privato non deve più richiedere autonomamente i vari pareri e allegarli al progetto da
presentare.
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LA PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO
L’ordinamento italiano ha introdotto strumenti operativi per la pianificazione urbanistica con l’approvazione della
legge 17 agosto 1942, n.1150 (vedi dispenza "Urbanistica I).
Nel 1972, con l’istituzione delle Regioni vennero ad esse trasferite le competenze in materia di edilizia, urbanistica
e territorio, pertanto oggi ci troviamo con (quasi) 21 leggi urbanistiche regionali ed ognuna stabilisce una
nomenclatura differente degli strumenti urbanistici.
A LIVELLO TERRITORIALE:
Piano Territoriale di Coordinamento (PTC)
La legge n°1150/42 ha introdotto i P.T.C. che regolano l'assetto generale del territorio. Si tratta di uno strumento
che interessa territori vasti e risulta il piano più ampio e complesso. Le Regioni e le Province pianificano per quanto
di competenza pertanto possiamo avere i:
Piani Territoriali regionali (PTR);
Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale (PTCP).
Alle Regioni viene attribuita competenza legislativa in materia di Nuove leggi urbanistiche pertanto ogni legge
regionale stabilisce i suoi documenti di piano. In Emilia-Romagna, la disciplina urbanistica che regolamenta la
pianificazione del territorio è data dalla legge 24 marzo 2000, n. 20.
Piani Territoriali Paesistici (PTP)
I PTP contengono le prescrizioni per lo sviluppo armonico di zone oggetto di tutela per i valori paesistici e
ambientali. Già previsti dalla legge 29 giugno 1939, n. 1497 sulla protezione delle bellezze naturali, i PTP sono stati
poi riproposti dalla legge 8 settembre 1985, n. 431 (legge Galasso). Attualmente la tutela ambientale, prima di
competenza delle Sovrintendenze statali, spetta alle Regioni.
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A LIVELLO LOCALE:
Il Piano Regolatore Generale (PRG)
Il PRG è lo strumento fondamentale della disciplina urbanistica: determina la futura configurazione del territorio
comunale e stabilisce le direttive e i vincoli necessari per attuarla, tenendo conto dell’ambiente e delle esigenze
della popolazione. In Emilia Romagna gli atti di pianificazione che costituiscono PRG sono denominati:
Piano Strutturale Comunale (PSC)
• comprende tutto il territorio comunale
• delinea le scelte strategiche di assetto e sviluppo
• tutela l'integrità fisica ed ambientale e l'identità culturale
• sistema delle tutele e valorizzazioni ambientali
• suddivisione del territorio in ambiti secondo obiettivi sociali, ambientali,
morfologici e relativo dimensionamento
• validità a tempo indeterminato
Piano Operativo Comunale (POC)
• individua e disciplina gli interventi di tutela, valorizzazione, organizzazione e
trasformazione del territorio da realizzare nell'arco di 5 anni
• è predisposto in conformità al PSC
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Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE)
• Rappresenta la parte normativa della pianificazione e prevede come costruire.
• disciplina generale delle tipologie, delle modalità attuative degli interventi di
trasformazione, delle destinazioni d'uso (ex norme di attuazione)
• norme attinenti l'attività di costruzione, trasformazione e conservazione delle
opere edilizie, comprese le norme igieniche, la disciplina degli elementi
architettonici, urbanistici, degli spazi verdi che caratterizzano l'ambiente urbano
(ex Regolamento Edilizio)
I Piani Urbanistici Attuativi (PUA) che attuano le prescrizioni degli strumenti generali sono:
Piani particolareggiati Esecutivi (PPE)
Il PPE è utilizzato per mostrare ciò che può essere costruito su un determinato terreno. Deve dare indicazioni circa la rete
stradale, i dati altimetrici principali, le masse e le altezze lungo le principali strade o piazze, gli spazi riservati a un utilizzo
pubblico, gli edifici destinati alla demolizione e quelli destinati al restauro, la suddivisione degli isolati in lotti fabbricabili, gli
elenchi catastali delle proprietà da espropriare e da vincolare.
Piani Esecutivi Convenzionati (PEC)
Il PEC è la versione aggiornata del Piano di Lottizzazione Convenzionato: si differenzia dal PPE per il fatto che non ha il
potere di espropriare gli immobili necessari per le sistemazioni urbanistiche in esso previste.
Piani di zona per l'Edilizia Economica e Popolare (PEEP)
Istituiti dalla legge 18 aprile 1962, n. 167, i PEEP assicurano ai Comuni la disponibilità di aree per interventi di edilizia
abitativa a basso costo, la cui estensione non può essere inferiore al 40% né superiore al 70% di quella necessaria a
soddisfare il fabbisogno complessivo di edilizia abitativa di un decennio.
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Piani per gli Insediamenti produttivi (PIP)
Il PIP ha lo scopo di organizzare nuovi insediamenti produttivi e delimitarne il territorio interessato, ristrutturare quelli già
esistenti, organizzare la viabilità, programmare i tempi di attuazione del Piano e prevedere la spesa occorrente. La loro
formazione spetta al Comune, con precedente autorizzazione della Regione.
Piani di Recupero (PdR)
Il PdR disciplina gli interventi di mantenimento, di restauro e di ristrutturazione urbanistica necessari al recupero dei
fabbricati, dei complessi edilizi, degli isolati e delle aree compresi nelle zone di recupero, ossia quelle parti della città dove
sono segnalate situazioni di degrado edilizio e urbanistico. Può essere attuato dai singoli proprietari, dalle cooperative
edilizie e dai Comuni.
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Fonti
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Amerio, Brusasco, Ognibene,Alasia, Pugno - Progettazione Costruzioni Impianti - SEI
E.Salzano - Fondamenti di urbanistica:dispense e schemi delle lezioni
http://urbanistica.comune.modena.it
M.Forlivesi - Materiale didattico
http://www.websavona.it/arte/rinascimento/Ferrara_Palazzo_Schifanoia.asp
http://it.wikipedia.org
http://www.legambiente.emiliaromagna.it/
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