ALBERTO MANTOVANI
Fondazione Humanitas per la Ricerca e Università degli Studi di Milano
Intervento
Gli studi sul recettore AHR
Da tempo abbiamo la percezione che una dieta equilibrata, ricca di frutta e verdura fresche
(almeno 5 porzioni al giorno) svolga un’azione chiave nella riduzione del rischio di diverse malattie,
fra cui il cancro. Ora stiamo scoprendo sempre più e meglio le radici scientifiche di queste
sensazioni.
Oggi sappiamo che frutta e verdura contengono sostanze che svolgono un’azione protettiva nei
confronti dello sviluppo di tali malattie. L’incrocio inatteso degli studi in Immunologia e sugli
inquinanti ambientali, la diossina in particolare, ha infatti gettato nuova luce sul ruolo benefico del
consumo di frutta e verdura e di protezione contro il cancro. È stato dimostrato che alcune cellule
dell’immunità, in particolare i linfociti localizzati nell’epitelio (superficie) del tratto intestinale, sono
dotate del recettore AhR (Aryl Hydrocarbon Receptor), una sorta di antenna fondamentale per
recepire le sostanze contenute nella frutta e verdura fresche. Come sentinelle, i linfociti localizzati
nell’epitelio - la prima barriera che protegge il nostro organismo dall’esterno - riconoscono la
presenza di agenti estranei potenzialmente dannosi e inducono il sistema immunitario ad attivarsi.
Il recettore AhR è fondamentale per il corretto sviluppo e funzionamento di queste cellule
dell’immunità, che sorvegliano anche l’organismo contro l’insorgenza di tumori.
Il ruolo ed il meccanismo di azione del recettore AhR è stato chiarito anche grazie a studi effettuati
in seguito alla tragica vicenda della fuoriuscita di diossina da una fabbrica nei pressi di Seveso,
accaduta nel 1976. Da queste ricerche è infatti emerso che la diossina interagisce proprio con il
recettore AhR, inducendo un’alterazione delle nostre riposte metaboliche ed intossicando
l’organismo.
Questo incrocio inatteso fra un disastro ambientale e il rapporto fra dieta, immunità e cancro, offre
interessanti prospettive di sviluppo di nuovi approcci preventivi e, forse, terapeutici.
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ALBERTO MANTOVANI Fondazione Humanitas per la Ricerca