LA VALLE DI ZOLDO E L’AGORDINO
La Val di Zoldo si sviluppa lungo il corso del Maè in un
continuo susseguirsi di riposanti visioni, panorami
incantevoli e boschi dominati dal maestoso gruppo
dolomitico del Civetta e dallo splendido massiccio del
Pelmo. Luogo ideale per trascorrere una piacevole
vacanza, l’ambiente della Val di Zoldo alterna i villaggi
aperti e pittoreschi di fondovalle con passi dolomitici
alle pendici di vette imponenti o rifugi alpini dove si
incontrano ancora nevi perenni.
LE PRINCIPALI ATTRAZIONI TURISTICHE
La natura - A pochi chilometri dalle grandi vie di comunicazione una natura incontaminata, dove
si possono trovare grandi spazi, boschi e pascoli in cui vivono indisturbati cervi, caprioli ed altri
animali che caratterizzano il territorio montano, fa da cornice ai piccoli borghi.
In autunno, gli estesi boschi di larice diffondono una luce gialla smagliante che con il rosso del
faggio ed il verde cupo dell’abete rosso dà origine a policromie stupefacenti e variabili secondo
l’inclinazione dei raggi solari. Inoltre quello che potremo definire un Tempio della Natura, il Parco
Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, trova ad oriente una porta di acceso privilegiata proprio a
Forno di Zoldo.
Arte e artigianato - I boschi ed il legname hanno da sempre svolto un ruolo importante per
l’economia dello zoldano. Ancora oggi l’architettura della valle è segnata dai tabià, case-fienili con
la parte superiore in legno, che hanno caratterizzato l’attività agricola e la pastorizia, alcune delle
quali oggi hanno trovato una nuova destinazione d’uso: ristrutturati infatti senza alterare l’aspetto
esteriore, sono diventate prestigiose dimore.
Nato da genitori zoldani, lo scultore bellunese Andrea Brustolon, definito “Il Michelangelo della
scultura in legno”, tratta il legno come qualcosa di non materiale e sicuramente è da non perdere
l’altare delle anime, nella chiesa di San Floriano (Pieve di San Floriano).
Anche Tiziano ha lasciato delle tracce: la chiesa di Sant’Anna a Zoppè di Cadore ne custodisce
infatti una sua pala.
Fin da epoche remote nella valle di Zoldo fu intensa l’attività metallurgica: le miniere e la
lavorazione del ferro soprattutto per la Serenissima Repubblica di Venezia hanno sostenuto
l’economia fino all’Ottocento, quando violente alluvioni distrussero la maggior parte delle fucine
costruite in prossimità dei torrenti e quando la rivoluzione industriale ha soppiantato le tecniche
artigianali. Il Museo del Chiodo di Forno di Zoldo, il cui nome fa appunto riferimento alla presenza
di forni fusori sul territorio, testimonia l’attività dei chiodaioli, ospitando una significativa
documentazione sulla lavorazione dei chiodi.
La gastronomia - La cucina della Val Zoldana è fatta di piatti semplici e
genuini che diventano di grande soddisfazione anche per palati raffini.
Funghi, formaggi, casunziei e gnocchi di zucca, polenta e selvaggina
locale, pastìn e formài frit (carne macinata aromatizzata e formaggio
fritto) sono le pietanze che caratterizzano la cucina montana, profumata
da erbe selvatiche che contribuiscono anche ad aromatizzare le grappe.
Non si può lasciare Zoldo senza però aver conosciuto e soprattutto gustato
il gelato: diventati gelatieri per necessità intorno al ‘900, gli zoldani si
sono rivelati signori incontrastati di quest’arte in tutto il mondo, attraverso
la produzione di gelato artigianale ottenuto dalla combinazione di
ingredienti genuini.
Storia e tradizione - La montagna “viva”, in continua evoluzione, svela
all’uomo la sua storia, le sue origini, come se fosse un libro aperto sulla Terra:
resti fossili di pesci e barriere coralline testimoniano la sua orogenesi, mentre le
impronte di dinosauro sul Pelmetto rappresentano un importante tassello della
preistoria.
A Selva di Cadore il Museo Civico della Val Fiorentina ospita i resti dell’uomo
di Mondeval, risalenti al Mesolitico, e nella sezione storica e geologica si
raccontano la storia e la vita nelle Dolomiti.
Curioso da vedere Il Museo etnografico che mostra gli Usi e Costumi della
Gente della Valle di Goima, nei pressi di Forno di Zoldo.
AGORDINO
Dalla Val Zoldani, superato il passo Duran si giunge nel territorio agordino. La vallata, solcata dal
fiume Cordevole, attraversa gruppi dolomitici tra i più conosciuti e offre una vasta gamma di
paesaggi: qui i borghi sono più piccoli e sparsi ed i panorami si fanno più ampi.
Nella parte inferiore della Valle del Cordevole oltre alle miniere spiccano i giovani boschi di
frassino, mentre nella parte alta, tra i bei boschi ed i pascoli, sorgono note località turistiche, quali
Alleghe e Falcade: siamo ormai all’ombra della Marmolada e del Gruppo di Sella: luoghi
indimenticabili, in cui lo sguardo spazia per distanze grandiose ed i monti sembrano quasi lasciarsi
toccare con mano.
LE PRINCIPALI ATTRAZIONI TURISTICHE
Agordo - Nel capoluogo storico del comprensorio il cuore è dato da piazza della Libertà, su cui si
affacciano la settecentesca Villa Crotta De Manzoni con il suo giardino delle Statue, la chiesa di
santa Maria Nascente, resa preziosa dai dipinti di Palma il Giovane e dal Padovanino e il caffè
“Miniere” che ricorda nel nome l’attività per la quale Agordo è stata famosa nei secoli. Legato alla
storia della vallata troviamo il prestigioso Istituto Tecnico Industriale Minerario “U. Follador”,
presso il quale è allestito un Museo mineralogico e paleontologico, con oltre 5000 campioni di
minerali, rocce, fossili e reperti archeologici. Un Museo invece legato all’odierna importante attività
economica di Agordo ospita è quello dell’Ottica e dell’Occhiale, di proprietà della Luxottica.
Le miniere della Val Imperina Probabilmente già
utilizzate al tempo dei Romani, per ben tre secoli le
miniere della Val Imperina furono l’unico giacimento di
rame nel territorio della Serenissima. Passate
successivamente allo Stato e poi ai privati furono chiuse
definitivamente nel 1962, ma dal momento in cui il
complesso minerario è stato incluso nel territorio del
Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, alcuni
fabbricati sono stati recuperati e sono stati allestiti un
Museo di Archeologia Industriale, un Centro Visitatori
del Parco ed un ostello della gioventù.
Si tratta di importantissime testimonianze dell’attività
mineraria svolta nel territorio agordino, se si pensa che nel ‘500 vi si lavoravano fino a 20 tonnellate
di materiale l’anno e che nel periodo di massima espansione il complesso minerario comprendeva
ben 16 fabbricati.
I borghi: Risaliamo il fiume Cordevole, via d’acqua importante per la
fluitazione del legname nei secoli passati, quando bisognava
alimentare i forni fusori e rifornire la Serenissima.
Cencenighe, un tempo stazione di smistamento per la fluitazione dei
legnami dalle valli del Bios e del Cordevole, mostra a monte della
confluenza tra due fiumi ancora un gruppo di case rustiche tradizionali.
Proseguendo per la valle del Bios una serie di paesini si affacciano
sulla valle, finchè si giunge nel comune sparso di Falcade, posto in una
bella conca alla testata della valle, dominata dalle Cime D’Auta, dal
Focobon e in vista della Civetta.
Ritornando lungo il Cordevole, nella stretta vallada agordina e chiusa
ad oriente dal massiccio del Civetta, Alleghe con il suo specchio
d’acqua incanta anche coloro che vorrebbero essere solo di passaggio,
e che invece decidono di fermarsi almeno per una passeggiata lungo il
lago. Proseguendo verso nord l’occhio attento cattura piccoli borghi sparsi nei monti circostanti:
passeggiate attraverso i vicoli permettono di vivere le tradizioni sempre presenti, legate alle attività
ed alle culture locali.
SPORT E TEMPO LIBERO: la stagione invernale lascia il tempo allo sport più praticato tra i
colossi dolomitici: lo sci. Ottanta chilometri di piste nel comprensorio dello Zoldano, impianti di
risalita attrezzati, che favoriscono splendide viste panoramiche e lasciano i turisti senza fiato
quando giungono in vetta; circuiti per lo sci di fondo… le Dolomiti vengono vissute nella loro
bellezza. Il pattinaggio su ghiaccio, nei palaghiacci aperti di Zoldo ed Alleghe, contribuisce a gioire
della stagione fredda, attesa dagli appassionati degli sport invernali.
D’estate escursioni lungo i sentieri curati dal CAI, condite con brevi soste alle malghe per
apprezzare e soprattutto gustare la genuinità dei prodotti… facile lasciarsi trascinare dal fascino
naturale delle vette e di quanto le circonda.
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