APPASSIONATA MENTE Dalla lezione al laboratorio. “I castelli” e “Le parole” Per un approccio incarnato alla matematica e alla lettura: Laboratori di formazione enattiva progettati e condotti da Rosanna Amadei e Tania Testi e da Angela Anguillesi e Elena Falconetti per le insegnanti dell’Istituto Comprensivo “Gereschi” di Pontasserchio (Pisa). - Elaborazione video e foto di Ortensia Mele - Tenendo sullo sfondo quanto abbiamo scoperto sulle peculiarità dell’apprendimento naturale della lingua da parte del bambino piccolo, esploriamo ora qualche laboratorio di educazione attiva che usiamo proporre ai bambini nel corso del lavoro scolastico. Allo scopo di sperimentarlo socializzandolo e di poterlo analizzare per capire se il suo metodo è naturale o meno, due colleghe animano per noi un laboratorio già realizzato coi bambini della quinta elementare. E’ intitolato “I Castelli” ed è un laboratorio di matematica, come ci spiega una delle due maestre che lo propongono. Il materiale occorrente per realizzarlo è dei più poveri: ceci messi in ammollo la sera prima, alcuni stecchini, fogli di carta quadrettata e matite colorate. Le istruzioni del gioco possono essere mostrate attraverso il computer … … ma anche a voce …. La prima attività richiesta è la rappresentazione di un reticolo additivo. Consegna: rappresenta sul foglio lo schieramento della moltiplicazione 3x4 con dei pallini rossi posti a distanza di 1 cm. l’uno dall’altro. Unisci i punti rossi per ottenere un reticolo. Traccia un percorso sul reticolo rispettando le consegne: Parti dal punto P (in alto a sn) ed arriva al punto A ( in basso a dx ) Ogni volta che ti sposti di l cm. da sn a dx calcola+2 -► Ogni volta che ti sposti di 1 cm dall'alto verso il basso calcola +3 Il punto P vale +5 Traccia un qualsiasi percorso da P ad A e calcola il valore di A. Confronta il risultato ottenuto con quello dei tuoi compagni. Scopri il valore dello spostamento in orizzontale e in verticale; in diagonale verso l’alto e verso il basso. Trasforma il calcolo relativo al tuo percorso in una espressione. (anche le maestre sono delle belle pasticcione! E’ molto importante che, occupando per una volta il banco, invece della solita cattedra, si misurino con i propri limiti e con le difficoltà proprie degli alunni quando li obblighiamo ad interpretare gli enunciati di un compito ) 5+2+3+3+2 = 17 5+ (2+2) + (3+3) = I Castelli additivi. Fase 2 Costruisci un cubo utilizzando il materiale a tua disposizione seguendo il procedimento usato dal conduttore del laboratorio. Disegna il cubo sul foglio. “Cammina” sul cubo e calcola rispettando i seguenti comandi: Il punto P vale +4. Ogni volta che ti sposti di 1 cm da sn a dx, calcola +2 Ogni volta che ti sposti di 1 cm dall'alto verso il basso, calcola +5 Ogni volta che ti sposti da un punto in alto a dx verso un punto in basso a sn, calcola +1 4+2+5+1 = 12 A 4+2+1+5 = 12 A Calcola il valore degli spostamenti contrari a quelli dati. Calcola il valore del punto A. Scegli un compagno con cui procedere nella costruzione del castello; il castello è il risultato dell'unione di più cubi. Finita la costruzione, il castello deve essere disegnato sul foglio. …e con le regole date, questo castello, a differenza di quelli che mostreremo dopo, non si può disegnare : ecco il prezzo della devianza, o della creatività mal posta! In seguito si “cammina” e si calcola sul castello rappresentato sul foglio. Infine il percorso diventa un'espressione. 4+6+1-2+10 = 19 4+1+5+4+5 = 19 Il percorso del laboratorio può andare oltre. Potrebbe spaziare, come ci viene mostrato, verso l’esplorazione del cubo nelle opere dell’uomo (pittura, scultura, architettura cubista …), in natura (i minerali), nella “matemagica” (Paperino)… Ed ecco come Hokusai (17601846) schematizza un cavaliere con figure geometriche … … per poi ricostruirne la figura. E’ un metodo per costruire anche le figure degli animali. Per riflettere sulla validità metodologica di questo laboratorio cerchiamo ora di farci guidare dalle peculiarità del metodo naturale, ricavate dalle nostre precedenti riflessioni sull’apprendimento del linguaggio verbale da parte del bambino piccolo. Così, riportando in primo piano lo “sfondo” cui accennavamo all’inizio e accostandolo all’esperienza appena fatta, viene naturale domandarci: ma i bambini sono motivati a costruire il reticolo additivo? Percepiscono la sensatezza delle operazioni richieste loro? Oppure le percepiscono come meri esercizi “tecnici”, propri di quel modello sintattico di insegnamento (prevalente nel nostro paese specie in matematica), che si esprime nel chiedere agli studenti di apprendere “per fede”, rinviando ad un indefinito domani la comprensione del senso di quanto chiediamo loro di fare? E come può accordarsi questo modello sintattico di insegnamento con quell’attivazione neuronale, così cruciale per l’apprendimento, che abbiamo invece visto mettersi in moto solo in presenza della percezione del significato? Dopo la pausa pranzo due colleghe animano una seconda proposta: il laboratorio “Le parole”, questa volta sulla lettura … Le animatrici si sono premurate di allestire preventivamente lo spazio … poiché avevamo notato che l’importanza dell’allestimento spaziale del contesto era sfuggita alle animatrici del precedente laboratorio. Il brano stimolo prescelto è una “Bustina di Minerva” di U. Eco del 1991 intitolata “Perché un libro allunga la vita”. Ci vengono poi consegnate delle citazioni stimolo … E' bello pensare che gli uomini hanno migliaia di linguaggi estremamente complessi per esprimere i loro pensieri più seri e che un Europeo, un Indiano ed un Arabo esprimono la loro gioia ridendo esattamente nello stesso identico modo Anonimo Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che è offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza il libro, non avrebbe forse visto in se stesso. Marcel Proust La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro: leggerli in ordine e' vivere, sfogliarli a caso e' sognare. Schopenhauer Pensa da uomo saggio ma comunica nel linguaggio del popolo. William Butler Yea La chiarezza adorna i pensieri profondi. Una rivolta è in fondo il linguaggio di chi non viene ascoltato. Martin Luther King E infine, accanto alla consegna che ci chiede di buttar giù una riflessione sul nostro rapporto con la lettura o con un libro particolare, ci vengono consegnate delle parole chiave. Parole chiave. FIUME MARE POZZANGHERA GABBIANI SCIROCCO LIBECCIO FOCE SOGNO VENTO GIRASOLE SCOGLI RIVA LUNA MEMORIA NOTTE GIORNO STAGNO TRAMONTO ARANCIONE BUIO AROMA ONDE FURIOSE PROFONDITA’ AZZURRO LIBRO RISACCA PAROLA FUTURO SAPORE SORRISO PRESENTE STELLE SALTO ORIZZONTE ROVI SOLE NASCENTE DELUSIONE CONCHIGLIA NULLA PERLA LEGGERO VECCHIO SOGNO SABBIA PASSATO VERDE MORTE CUORE La consegna sarà svolta individualmente. Ci concentriamo per circa 20 minuti, trascorsi i quali ciascuna delle partecipanti porta all’intero gruppo il suo contributo. TIZIANA Cosa rappresenta la lettura per me. Finestre che si aprono Filo che si dipana dal groviglio Luce e cielo terso Riflesso (mare) (studio) Fatica e forza di volontà ------------- La PASSIONE (libri più complessi) Affinamento del gusto; v/s leggere per leggere (libri per scherzo) Leggero v/s consistente Punti fermi (riferimento) Caselle Sensazione da trasmettere Racconto (io che racconto un libro ad un altro) Passare il testimone. Sulla fine del laboratorio Tiziana suggerisce Alla fine del lavoro di gruppo fare la mappa (cartellone) di ciò che è stato detto. Fare lettura a voce alta, sdraiati su cuscini e coperte. ANGELA Arancione è la felicità di scegliere un libro Verde è l’inizio pieno di aspettative Viola è il fluire delle parole Giallo è la voglia di arrivare alla fine Rosso è la gioia di aver raggiunto una qualche conclusione, ma anche la tristezza di dover lasciare quel mondo … Azzurro è la voglia assurda di ricominciare, ma anche la sensazione di avere, ora, qualcosa in più. ROSANNA Cosa è per me la scrittura e il libro. La parola mi consente di comunicare con gli altri. Non è la forma di comunicazione che io prediligo perché a volte mi sento a disagio, mi mancano le parole giuste al momento giusto. Lettura di un libro, tuffo nel profondo del mare. Scrittura mi aiuta a pensare e a capire le mie emozioni, il mio sentire positivo negativo, d’amore. Analisi. Solo con la lettura di un libro ho usato una frase. Con la scrittura e la parola ho scritto di più. Ci ho messo del sentimento in modo diverso. Ho avuto bisogno di più parole per esprimermi. GIGLIOLA Leggere è avere tempo Entrare il punta di piedi nel mondo dell’altro Ascoltarlo, sentirlo vivere. Le parole sono come concrezioni abbandonate sulla sabbia dalla risacca. Hanno origine dalla profondità dei mari, portano con sé la memoria del tempo. “Raccontami una storia…” E’ la richiesta della bambina… E’ il desiderio dell’adulto di sognare. NICOLETTA Laboratorio. Elena e Angela leggono un brano di Umberto Eco sul linguaggio dei libri e il suo valore. Forniscono una scia di parole da poter scegliere e usare per dire cosa è per noi la lettura e il libro. L’universale e il particolare nella lettura: mi allontano dalla realtà contingente, trovo uno spazio privato e solitario da cui parto per percepire suoni remoti che non sono qui, per vedere paesaggi, albe e tramonti che non ho visto, per provare turbamenti o dolori che non sono i miei ma che ritrovo in me come se li avessi percepiti, visti o vissuti. Presente-------------- sogno--------conchiglia risacca ---------- REBECCA Leggere un libro significa per me entrare in un mondo a sé, diverso. Dove anche il mio IO prende forma, si arricchisce, soffre o gioisce in un tempo che scorre incontrollato. Talvolta io stessa divento personaggio di quel libro. I libri in passato mi hanno tenuto compagnia, adesso è il piacere di leggere che trionfa. Anni fa un libro semplice e leggero ha aperto la mia mente e io me lo porto nel cuore. ILARIA LEGGERE è una possibilità per far vibrare corde di te ancora sconosciute. Leggere è volare su altri spazi. Non è sempre facile e a volte è deludente Altre volte è un viaggio leggero, divertente o sconvolgente. A volte ti apre il cuore e la mente. I LIBRI PIU’ BELLI sono quelli che riescono ad ampliare il tuo orizzonte. Leggere è andare oltre per ritrovare te stesso. La parola è il ponte Ti aiuta a scoprire E a scoprirti A volte ti inganna e ti tradisce. ROSSANA La lettura è un mezzo per volare in altri lidi, conoscere altre culture, misurarsi con gli altri, riflettere, condividere idee, concetti, valori, principi. Spesso leggendo trovo, bianco su nero, emozioni che sento mie e che magicamente mi si parano davanti. Se avessi dovuto descriverle probabilmente non sarei riuscita ad esprimerle così bene e in modo così pieno ed esaustivo. E questo dà forza al mio sentire. L I B R O L’apprendimento naturale del linguaggio è permeato dalla relazione, così come lo è il piacere della lettura. TANIA In ciò che leggo scopro i miei bisogni, ma spesso è il bisogno che mi conduce ai libri; cerco le chiavi per capire il mondo, se il libro non mi aiuta a capire, lo abbandono. Se mi aiuta gli sorrido, lo ricordo. Alcuni li amo. “Le donne per leggere tolgono le ore al sonno.” Dacia Maraini “I libri sono di Zecchino d’oro” ORTENSIA La domanda che m’è stata rivolta mi invita a riflettere sulla funzione che i libri hanno avuto nel corso della mia vita. E d’un tratto m’è parso di capire che nel tempo la loro funzione sembra cambiata, ma forse non lo è. Fino ai miei 40 anni circa ho letto in prevalenza letteratura. Il testo mi faceva comprendere le sfumature delle mie emozioni e mi affacciava su altre vite che non avrei vissuto. Dopo i 40 anni ho preso a leggere soprattutto saggi e questi mi hanno aiutato a interpretare la mia esperienza di formatrice, a penetrare le ragioni del metodo scelto comprendendone implicazioni che solo altri saperi e altre vite diverse dalla mia (quelle dei vari autori dei diversi saggi) avrebbero potuto propormi. I libri che mi hanno accompagnato sono stati i più diversi, ma forse lo sguardo di chi li leggeva li ha sempre interrogati alla stessa maniera. TIZIANA GASPERI La lettura per me è una compagna di viaggio consolatrice e ispiratrice, senza di lei io non mi immagino. E’ una guida che si sostituisce ad una in carne ed ossa che non sempre puoi avere accanto a te. I libri che leggo, quasi tutti saggi o memorie, a volte romanzi, entrano nella mia vita quando è il momento, arrivano sul mio comodino quando devono arrivare e io lì spesso trovo risposte, messaggi per la mia vita di quel momento. Leggo come delle piccole verità che altri uomini, nel periodo attuale o nel passato, hanno sentito e che posso sentire anch’io, anche in maniera confusa. Vorrei avere tanto tempo libero da leggere tutto quello che mi interessa e sono tante cose. Tuttavia un libro non ti deve chiudere e non si deve sostituire alla vita, è una parentesi della tua giornata, fa parte del viaggio che fai in te stessa. Il libro è una porta di accesso alla vita che è da viversi nel mondo. In questi giorni mi sta succedendo una cosa nuova, quando prendo in mano un libro mi chiedo se stando ferma in un certo luogo della mia casa, del divano, la poltrona o le scale del giardino, sarebbe meglio, invece che leggere, fare un po’ di meditazione per entrare in contatto con me stessa e ricercare in me stessa quelle piccole verità che a volte arrivano da un libro. Invece sono più abituata a prendere un libro e mettermi a leggere. Si tratta di far entrare nella vita anche altre pratiche che possano metterti in un contatto più intimo con te stessa e farti sentire ciò che c’è da sentire. Si tratta di capire il bisogno del momento, se fermarti a leggere o meditare. Tuttavia, il libro per me è una sicurezza, qualcosa a cui posso tornare. TERESA Contatti con / tra / oltre le parole. Vite che si intrecciano, risonanze, momenti giusti per nuovi incontri e separazioni nostalgiche. Sfogliare per decidere, rileggere per capire, ritrovare e ritrovarsi. Evasione, aiuto, contatto delle mani con le pagine, figure da capire o da dimenticare per dare nuovi volti e nuove vesti. Approssimarsi delle parole e dei concetti, dei contenuti da trattenere e trasformare, scambi da vivere. Amico libro dei momenti bui e di quelli lieti che mi fai correre per appropriarmi delle tue parole, a te la mia gratitudine e a chi ti ha messo sul mio cammino in quel preciso momento speciale. Mi segui da sempre, da quando ancora non sapevo leggerti, ma ti ascoltavo stupita e partivo con la fantasia tra le tue linee e i tuoi colori, sei cresciuto con me, nella mia borsa, sul comodino, sul tappeto, sparso per la casa, sempre pronto a riempire i miei momenti. Hai cucito legami con chi ha letto per me o con chi mi ha ascoltato, mi hai permesso di creare sintonie ed io ti onoro. L’ultimo contributo, un vero e proprio inno al libro, conclude degnamente questa rassegna di elogi alla lettura. E se fra i partecipanti al laboratorio ci fosse stato chi disprezza i libri, o chi, per mimetizzarsi, fa finta di amarli? Non erano troppi tre tipi di stimolo per avviare il laboratorio? Il brano di U. Eco è stato scelto solo per il laboratorio adulto, mentre con i bambini (che poi le hanno giocate negli acrostici) sono state usate soltanto le parole chiave. E le citazioni, non erano di troppo? E’ buona regola selezionare sempre rigorosamente l’offerta degli stimoli? Interessanti gli accenni alla lettura ad alta voce, alla lettura colorita, drammatizzata. Al piacere della lettura. Fino a qualche anno fa la mania di applicare al testo l’analisi strutturale aveva quasi ucciso il piacere del testo finendo anche per equiparare (fu proprio Eco a denunciarlo) Dante a Paperino La scelta della musica per il sottofondo era molto appropriata. Importante il suggerimento di fare un cartellone sintesi finale Chi anima il laboratorio deve anche eseguirne le consegne ? Comunicare un’esperienza didattica di laboratorio riproponendolo alle colleghe è molto importante, significativo ed utile. Nella cooperazione educativa classica le esperienze didattiche si raccontavano mostrandone i materiali, qui abbiamo fatto un passo in più coinvolgendo nel fare le altre colleghe. Ci accordiamo sull’opportunità, nel prossimo incontro, di lavorare in gruppo per approfondire, precisare, correggere soltanto il laboratorio “I castelli”, che ci sembra più promettente, così da farne un’esperienza da proporre anche ai genitori … FINE ?