LA FORZA DI DIO NELLA STORIA
L’uomo, creato ad immagine e somiglianza
con Dio, fin dal suo apparire sulla terra ha
percepito la forza di Dio in sé e nella natura.
Solo quando però ha sperimentato le sue
forze in unione con Dio ed in connessione tra
loro, si è avvicinato alla completezza della vita
ed ha avuto la sapienza della mente,
realizzando innovazioni tecniche e rivoluzioni
che hanno portato alla nascita di grandi
civiltà.
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La Preistoria è detta anche Età della Pietra per l’uso di
strumenti di pietra, in quanto essi sono gli unici arrivati
fino a noi, ma questi non escludono che l’uomo vivesse
dimensioni molto profonde, in comunione con Dio, per
far fronte con le sue forze alle difficoltà di adattamento
ad un ambiente non sempre favorevole, del quale però
percepiva la grandezza e la forza.
Come in Tasmania, dove la popolazione indigena che la
abitava fino alla metà dell’800, poi sterminata dagli
inglesi, ha lasciato solo muti reperti di pietra che non
rendono giustizia alla bellezza della loro cultura in
armonia con la natura, testimoniata da esploratori e
etnologi.
Per vedere veramente la
completezza di un popolo o di
una civiltà dovremmo liberarci
da una mentalità positivista ed
evoluzionista, che, sottilmente
insinuata nel nostro modo di
pensare, parte dal presupposto
che l’uomo razionale ed
industrializzato sia il punto di
arrivo di una lunga evoluzione
e vede il diverso da sè
necessariamente come
negativo e giudicato su una
scala di valori che
gradatamente scende in
proporzione alla lontananza da
noi e dal nostro sistema
culturale.
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preis
uomo
positivismo
La ricerca del trascendente nella
preistoria
L’uomo fin dal suo primo apparire sulla terra cerca una
relazione con il trascendente. (Intenzionalità delle
sepolture, 130/100.000 anni fa, in Etiopia ed Israele e
all’interno di caverne 90/40.000 anni fa), sia il tipo fisico
del Neanderthal che del Sapiens. Perché?
 Perché l’uomo è l’apice della creazione ed il fatto di non
avere reperti, monumenti, statue o scritti, non ne
possono sminuire la bellezza e tanto meno il suo
desiderio profondo di cercare il proprio Creatore.
 Non può essere un caso che proprio quelle che sono
ritenute “popolazioni primitive” sono più vicine a Dio e
possiedono un’anima più profonda della nostra.
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L’estinzione del tipo di uomo Neanderthal a
favore del Sapiens è determinato da una più
matura relazione con Dio che si può osservare
attraverso il grafismo e le pitture rupestri.
Nella frequenza delle figure, dei segni, la
distribuzione spaziale nelle grotte, la topografia
stessa delle grotte dimostrano che vi sono
ricorrenze e schemi che non si possono spiegare
né in base ad un canone estetico, né secondo
pratiche pure e semplici di magia della fecondità
o della caccia, ma traduce un linguaggio
religioso fondato sulla complementarietà dei due
principi, maschile e femminile (cavallo e bue)
(F.Fedele).
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Alcune grotte poi, profonde ed intricate
costituirono dei veri e propri santuari,
nelle cui parti centrali il sistema sembra
essere espresso da un gruppo di simboli
maschili posti intorno alle principali figure
femminili.
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La presenza di divinità maschili e
femminili mostra come la percezione della
potenza della forza della sessualità venga
messa in collegamento con l’anima e Dio,
consapevoli che essa da sola non può
essere feconda
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Non è un caso che questo uomo, detto
anche di Cro-Magnon, sia sopravvissuto
rispetto al Neanderthal che invece si
estingue.
Il grafismo, e l’esperienza ad esso associata, inoltre
sboccia in tre aree lontanissime tra loro, il Sud-Africa,
l’Australia e l’Europa atlantica
A dimostrare che l’esperienza della Dio non è soggetta
come la storia vuole farci pensare a nessun tipo di
evoluzionismo, ma alla partecipazione ed alla
collaborazione dell’uomo con Dio.
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australia
Boscimani sud africa
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Lo studio delle manifestazioni grafiche, hanno
rivelato l’uso di sostanze psicotrope, per
ottenere probabilmente allucinazioni e stati di
trance, fatto che ci induce a pensare che questi
popoli cercassero un approdo all’inconscio, per
allontanare malattie o, più genericamente, il
male dalla comunità, cogliendo il legame
profondo tra male del corpo e male dell’anima,
tra cura dell’anima e cura del corpo.
Le prime civiltà
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Già a partire dal 12.000 a.c. nel Vicino Oriente ci sono
tracce di deposizioni rituali e sacrifici.
Nel momento in cui le popolazioni passano dalla
raccolta/caccia alla coltivazione, tra il 7500 e il 5500 a.C,
e nascono le tecniche di base di agricoltura ed
allevamento nella zona equatoriale, nasce la prima
economia di villaggio.
Tra il 5500 e il 4500 a.C.: le popolazioni diventano
stazionarie nella fertile zona della mezzaluna ed iniziano
un vero e proprio sviluppo basato sulla coltivazione di
orzo, grano e sull’allevamento di maiali, capre, pecore e
buoi.
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La forza di Dio presente nella natura è
un’esperienza che spinge gli uomini a
relazionarsi con essa, cercando soluzioni
idonee alla propria sopravvivenza.
 compaiono gli “dei”, esseri sovrumani
antropomorfi, che tutelano e proteggono
aspetti differenziati della vita dell’uomo,
governando un ordinato sviluppo della vita
sociale ed umana.
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Compaiono i templi, culti e riti, sacrifici, pitture e
sculture sacre.
Nello stesso periodo (V millennio) in Europa
compaiono i megaliti, i primi grandi monumenti
al mondo: alcuni di questi avevano funzione di
camere mortuarie, altri erano invece veri e
propri osservatori astronomici e calendariali, con
spazi aperti a tutti, teatro di cerimonie, come la
loro stessa costruzione, che doveva impegnare
tutta la comunità.
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Perché le civiltà sumerica ed
egiziana sono molto sviluppate…
Intorno 4000 a.C abbiamo molte
testimonianze che documentano la
comparsa del popolo dei Sumeri che
fonda, nel delta del Tigri e dell’Eufrate, le
prime grandi città (Ur, Kish, Lagash) e del
popolo egiziano che intorno al corso del
Nilo dà vita e città come Menfi e Tebe.
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Queste civiltà sono straordinariamente sviluppate:
Arte
Case in mattoni
Coltivazione dei campi con costruzioni di canali e dighe.
La ruota e il carro
La scrittura
La musica
La medicina
Ma soprattutto
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Il tempio, casa del dio, era la città stessa, casa del re e del
faraone.
 Il re ed il faraone erano anche sommi sacerdoti ed
amministravano in nome della divinità la terra che non era un
loro possesso, come pure ciò che essa produceva.
Nasce la classe sacerdotale, come personale esclusivamente
addetto al culto del dio.
L’astronomia
Era frutto di osservazioni lunghe, meticolose,
controllate, affidate ai sacerdoti, sul movimento
del sole, della luna e degli astri che si
muovevano secondo determinate leggi.
 Dall’osservazione dei cieli nasce l’idea che le
leggi che governano gli astri sono le stesse che
governano la vita ed il pensiero degli uomini
sulla terra (il mesocosmo sociale è a metà strada
tra il macrocosmo dell’universo e il microcosmo
dell’individuo).
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I templi: Ziqqurat e Piramidi
La struttura architettonica analoga di questi templi, il rigore
matematico e astronomico con cui erano costruiti, lasciano ancora
oggi interdetti e spesso senza risposte certe, ma certamente
rappresentano una fede profonda e un complesso di conoscenze
profondamente radicato in essa, la ricerca di quella armonia, divina,
del cielo che doveva servire alla prosperità e fecondità della terra.
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Il cielo si riflette nella terra d’Egitto, nella posizione delle piramidi,
che riproducono la posizione della costellazione di Orione e che
dovevano servire da “trampolino di lancio” per l’anima del faraone,
per raggiungere la sede immortale degli dei, il cielo è rappresentato
sulla terra e la terra riflette il cielo in una tensione incredibile che li
lega reciprocamente.
La scrittura
La scrittura dei Sumeri e degli Egiziani è una scrittura
ideogrammatica, cioè immagini e poi simboli, che consentiva una
vasta percezione della realtà da rappresentare, ricchissima perché
non univoca, ma evocativa di molteplici aspetti dell’esperienza
umana, che , in qualche modo, accedeva alla dimensione inconscia,
come i sogni; infatti come i sogni utilizzava la metafora e l’analogia,
richiamava un’idea e decine di altri concetti collegati, ma
appartenenti al mondo interiore.
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La nascita della scrittura fonetica invece è avvenuta per motivi
pratici ed economici-commerciali, rapida ed efficace sì, ma
assolutamente riduttiva e razionale; si perde con essa la capacità di
raggiungere la dimensione più profonda dell’essere umano, che non
può certo essere ridotta ad una parola ( Freud e la parola).
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Elementi vincenti…
Una grande tensione verso il trascendente, perché la divinità permeava ogni
aspetto della vita umana e tutto il mondo e la natura le apparteneva, la
credenza nell’immortalità dell’anima e nella vita ultraterrena, una sessualità
sotto il controllo di divinità addette alla sua tutela e regolamentazione, la
percezione pur non pienamente consapevole dell’esistenza dell’incoscio.
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L’osservazione del cielo come fonte primaria della conoscenza e della
sapienza perché ritenuta sede della divinità
Una mente certamente sapiente, che ha raggiunto conoscenze in campo
matematico, astronomico, architettonico, artistico e tecnico che lasciano
ancora oggi stupiti molti studiosi, che, condizionati da una mentalità
positivistica- evoluzionistica, non riescono a comprenderne la natura.
Limiti ed incompletezze…
La decadenza per i Sumeri comincia presto,
quando separano il potere sacerdotale dalla
figura regale, il re diviene solo capo dell’esercito,
addetto alle guerre di conquista, al potere ed
alla gestione delle ricchezze.
 I sacerdoti dal canto loro, perdono la
consapevolezza di essere amministratori del dio,
e cominciano a trasmettersi beni, terreni e
possessi di padre in figlio.
Vince l’organizzazione amministrativa dello stato,
le leggi e le strutture.
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Limiti ed incompletezze…
Gli Egiziani avranno una vita più lunga perché
mantengono unite la figura del faraone-dio e
quindi primo sacerdote.
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Molto forte la tensione religiosa e la credenza
nell’immortalità dell’anima, ma la struttura
organizzativa dello stato è molto rigida, le classi
sociali sono chiuse, i sacerdoti detengono un
potere enorme, soprattutto politico, anche sullo
stesso faraone (vedi Amenophi IV).
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Ancora una volta questa concezione non
appartiene solo ai Sumeri o agli Egiziani.
La forma ed il concetto della città di Dio, del
“mesocosmo” come imitazione terrestre del
macrocosmo, si diffusero ad est e ad ovest fino
all’Atlantico ed al Pacifico e secondo alcuni studi
raggiunsero la Cina, il Perù e l’America centrale.
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Si può dunque sostenere che “tutte le più grandi
civiltà del mondo nascono dai rami di un unico
albero le cui radici si trovano in cielo”.
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TEOTIHUACAN: MAPPA STELLARE
ORBITE DEI PIANETI DEL SISTEMA
SOLARE
(II-VII sec Messico)
Per la costruzione della città
dobbiamo ritenere sia stato
seguito un piano ben preciso
che prevedeva la riproduzione
in terra di una gigantesca
mappa del Sistema Solare sopra
una superficie di 25 Km2.
A Tenochtitlan, (XIV sec
Atzechi) la piramide del
Templo Mayor simboleggia
la visione cosmogonica
degli Aztechi: il tempio si
trova al centro della terra,
divisa in quattro parti
orientate verso i punti
cardinali; al di sopra del
tempio si innalzano i tredici
cieli del Mondo della
Dualità, l’Omeyocan,
mentre al di sotto della
piramide si celano i nove
livelli dell’Inframondo, il
Mictlán.
Perché Israele è il popolo eletto…
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Queste esperienze molto forti ed intense di ricerca di
Dio, sia pure incomplete e ridotte dal cedere degli uomini
di fronte al potere, alla ricchezza, al possesso, al sesso,
erano fortemente condizionate dalla mancanza di
rispetto per la persona, per ogni persona.
I re che avevano promosso la vita dei popoli, facendoli
partecipi di una salvezza comune sono ormai corrotti e
separati da Dio.
Tutta l’esperienza di questi popoli però non và perduta.
La ricerca di Dio riparte da qui, dal Vicino Oriente, e da
un uomo, Abramo, che con la sua esperienza personale
vuole andare fino in fondo, cercando la purezza sessuale
ed il distacco dai beni materiali.
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E’ l’integrità e la presa di posizione di una persona
davanti ai mali che realizzano la collaborazione con Dio
da cui si sviluppa la salvezza nella storia. Questo e’ vero
per Abramo da cui nasce “il Popolo di Dio” ed è vero in
tutta la storia di ogni persona e di ogni popolo in ogni
tempo.
Su questo atteggiamento di fedeltà e di testimonianza
s’innesta l’azione di Dio (che altrimenti non potrebbe
svolgersi) e la salvezza per migliaia di persone in ogni
tempo
Il popolo di Dio
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Osservando la storia del popolo di Israele, vediamo che il
popolo di Dio è fatto di persone come Abramo che
mantenevano un’integrità come persone in alleanza con
Dio e quindi nelle relazioni non erano deviati
sessualmente, avevano un lavoro creativo e di servizio
(tutti i profeti e condottieri erano inizialmente pastori o
contadini) e testimoniavano questa integrità contro il
male e al corruzione del loro tempo. In questo erano
luce, sale ed e’ tramite loro che Dio si e’ fatto presente
con gli Israeliti. Sono loro che hanno mantenuto
l’identità e l’unione nei secoli degli Israeliti.
Sfatiamo il mito di una grande
civiltà: quella greca
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Tralasciando il problema delle relazioni tra il mondo omerico e la civiltà
greca che, pur facendo costante riferimento a quei valori, di fatto ne vive
altri, la società greca si fonda su:
La polis, governata non da un re ma da aristocratici (VII sec a.c.), che per
arrivare al potere, la tirannide, lottano, si uccidono, si esiliano a vicenda,
fino a Pericle (V sec.a.c.)
La democrazia, invenzione periclea, per cui la Grecia è rinomata, non lo era
nel senso proprio, in quanto l’accesso di tutte le classi sociali alle assemblee
fu proposto per evitare tensioni e conflitti politici e di fatto solo i più ricchi vi
partecipavano. Quando Pericle inventò l’obolo, il gettone di presenza per
spingere le classi più povere alla partecipazione alle assemblee, il risultato
non fu affatto incoraggiante ed aprì invece la via alla retribuzione di un
incarico che non era mai stato vissuto come un lavoro, ma come
partecipazione attiva alla vita politica, vita stessa per l’uomo.
La religione non prevedeva personale
specializzato, ma erano i cittadini che si
assumevano l’incarico di custodire il tempio.
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Le divinità, fortemente sentite e venerate nel
periodo arcaico, saranno sempre più lontane
dall’uomo, sempre più solo con i suoi dubbi.
Il teatro era il tentativo di attualizzare una
religione che non rispondeva più ai bisogni
profondi dell’uomo, che aveva necessità di
comprendere il suo ruolo ed il suo rapporto con
il mondo dove agivano forze ingovernabili ed
incomprensibili. Perché?
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La filosofia
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Perché la filosofia, nata in Grecia nel VI sec.a.c., compie, molto
presto, un’operazione apparentemente scientifica:
Separa la forza di Dio dal creato, dalla natura e dall’uomo (filosofi
ionici).
Si insinua il dubbio che gli dei fossero un’invenzione (Senofane)
Si comincia a parlare di Logos,come principio razionale che regge
l’universo e si interpreta il Logos come Mente.
La sofistica, nel IV secolo, pone l’uomo al centro, misura di ogni
cosa, di quelle che sono in quanto sono e di quelle che non sono in
quanto non sono.
Non esiste più una verità, il bene o il male, ma solo quello che io
riesco a dimostrare essere bene o male. La parola ed il discorso
imperano.
platone
aristotele
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La civiltà greca finisce già nel IV secolo,
incapace di far fronte ai pericoli dei nemici
esterni, logorata da molti discorsi e da
pochi fatti, priva ormai di una vera fede e
soprattutto chiusa in se stessa ed ostile al
diverso da sé, divisa e dunque sconfitta.
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