Il sistema feudale
• Il villaggio
contadino
• La riserva
signorile
• Il castello
• La città
1. Una teoria economica del sistema feudale
Witold Kula, Teoria economica del sistema feudale, Torino, Einaudi 1970
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W. Kula propone un modello di funzionamento di una economia non capitalistica adottando lo
schema a due settori di W. Arthur Lewis (A: settore di sussistenza – B: settore capitalistico).
Condizioni ed ipotesi del modello, che rispecchia la Polonia dei secoli XVII e XVIII sono le
seguenti:
1) predominio schiacciante dell’agricoltura nell’economia del paese;
2) la terra non è merce (solo i nobili possono essere proprietari);
3) in agricoltura le forze di produzione sono ripartite solo fra villaggio e riserva signorile;
4) esistono barriere istituzionali che limitano la mobilità sociale e geografica (servitù della gleba).
5) i contadini forniscono le prestazioni quasi solo sotto forma di mano d’opera;
6) attività artigianali e industriali si svolgono o nell’ambito delle grande proprietà o sotto il controllo
di corporazioni;
7) nessun limite giuridico ostacola le decisioni dei nobili in campo economico;
8) forte tendenza della nobiltà al consumo di prodotti di lusso;
9) esistono paesi più avanzati accessibili ai mezzi di trasporto del tempo;
10) lo stato non interviene nella vita economica (es: non vi sono dazi doganali)
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(Kula, pp. 21-22)
2. Il calcolo economico dell’azienda feudale.
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“Non si possono applicare all’analisi dell’azienda feudale metodi elaborati per
servire all’analisi di aziende capitalistiche” ( Kula 1972, p. 24)
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Lo studio concreto di aziende feudali attraverso la contabilità dimostra :
A) l’azienda è molto redditizia nel tempo se si prendono in considerazione i settori
monetari (entrate e uscite in denaro, valore monetario della proprietà).
B) l’azienda risulta invece deficitaria se entrano nel calcolo gli investimenti non
monetari (corvées dei contadini). Gli oneri annui del contadino sono molto superiori
all’entrata annua netta del signore, per cui il calcolo economico deve essere
compiuto tenendo conto di due diversi punti di vista.
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1) il punto di vista del signore: l’azienda è molto redditizia e consente consumi di lusso;
2) il punto di vista contadino: valutando le prestazioni contadine e gli investimenti in lavoro
al loro costo monetario, l’azienda è in perdita consistente e protratta nel tempo.
Questo assurdo economico è spiegabile solo considerando che il sistema funziona essenzialmente:
a)
Con mano d’opera non salariata
b)
con decisioni economiche che spesso non derivano da scelte fra diverse alternative (ciò
avverrebbe solo se vi fosse un mercato “perfetto” – il che è contrario alle ipotesi del
modello)
(Kula 1972, pp. 30-32)
3. La razionalità economica nell’azienda feudale
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Anche nell’economia precapitalistica gli uomini fanno un calcolo economico:
1) il produttore calcola secondo criteri naturali; 2) i prezzi di mercato non servono come misura per i
fattori di produzione, né per i prodotti; 3) il coltivatore non reagisce agli incentivi di mercato: se ad
es. deve pagare tributi in denaro fissi,. in caso di aumento dei prezzi porterà meno prodotto sul
mercato; in caso di ribasso dovrà invece portare al mercato maggiori quantità di prodotto (obbligo di
commercializzazione). Ossia si comporterà in modo inverso rispetto al sistema capitalistico.
In conclusione:
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A) se valutiamo il bilancio dell’azienda feudale considerando il valore in denaro di tutti gli elementi
che rientrano nella produzione, ma non sono stati acquistati sul mercato, l’azienda quasi certamente
lavorerà in perdita.
B) Se non teniamo conto degli elementi per i quali non si è avuto esborso di denaro, l’azienda
risulterebbe invece fornire lauti profitti.
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Dal momento che il mercato non offre alternative di impiego ai fattori di produzione (terra, mano d’opera,
materie prime), non possiamo farli entrare nel calcolo economico ai prezzi di mercato. Otteniamo infatti nel
caso A) una enorme esagerazione dei costi.
– Viceversa, non includendo nel calcolo il valore dei beni non comprati sul mercato, i costi vengono ridotti al
minimo.questa situazione comporta spesso una riduzione del potenziale produttivo dell’azienda (consumi
superiori ai redditi prodotti): in polacco dezolacija.
«In un’economia a due settori (monetario e naturale), per il contadino primeggia il settore naturale, per il
nobile, quello monetario» (Kula 1972, p. 35)
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