LA GLORIFICAZIONE DI
GESÙ CRISTO
Corso di Cristologia
Lezione 9
La Risurrezione di Cristo
San Paolo scrive ai Corinti:
“Vi ho trasmesso dunque,
anzitutto quello che anch’io
ho ricevuto: che in altre
parole Cristo è morto per i
nostri peccati secondo le
Scritture, fu sepolto ed è
risuscitato il terzo giorno
secondo le Scritture e che
apparve a Cefa e quindi ai
Dodici” (1 Cor 15, 3-4)
Teorie che negano la Risurrezione
• Per il razionalismo, sono “storici” solo quegli
avvenimenti le cui cause ed effetti sono intramondani e
comprovabili con l’esperienza. Per questo, secondo la
critica storica, nella mente dei discepoli si formò poco a
poco la credenza nella resurrezione, che non avvenne mai
nella realtà: fu la fede in Gesù che creò la convinzione
nella resurrezione.
• Altri autori, pur accettando la verità della Resurrezione, la
considerano come un avvenimento “astorico” o
“metastorico” e non “storico”, con il rischio di negarla,
perché nel linguaggio usuale, ciò che non è storico non si
può direr che sia accaduto veramente.
Realtà storica della Risurrezione
• La Sacra Scrittura insiste in molti
modi sulla realtà della Risurrezione
(e.g.: Lc 24, 34: “Davvero il Signore
è risorto ed è apparso a Simone”).
• È un avvenimento reale verificato
in un preciso ambito di luogo e di
tempo, con manifestazioni provate
da testimoni affidabili che ce le
hanno trasmesse.
• Gode almeno della stessa storicità
di qualsiasi altro avvenimento reale
accaduto nel passato.
Segni della Risurrezione
Segni sufficienti per poter affermare che accadde veramente: il sepolcro vuoto e l’affidabilità della testimonianza sulle apparizioni
di Gesù risorto.
Testimonianze della Risurrezione
CCC 643: “Davanti a queste testimonianze è impossibile
interpretare la Risurrezione di Cristo al di fuori dell’ordine
fisico, e non riconoscerla come un avvenimento storico. Risulta
dai fatti che la fede dei discepoli è stata sottoposta alla prova
radicale della passione e della morte in croce del loro Maestro
[...]. Lungi dal presentarci una comunità presa da una
esaltazione mistica, i Vangeli ci presentano i discepoli smarriti
(‘il volto triste’: Lc 24, 17) e spaventati (Gv 20,19), perché non
hanno creduto alle pie donne che tornavano dal sepolcro e
‘quelle parole parvero loro come un vaneggiamento’ (Lc 24,
11). Quando Gesù si manifesta agli Undici la sera di Pasqua, li
rimprovera ‘per la loro incredulità e durezza di cuore, perché
non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risuscitato’
(Mc 16, 14)”.
Esperienza diretta della realtà
CCE 644: “Al
contrario, la
fede nella Risurrezione è
nata – sotto
l’azione della
grazia divina –
dall’esperienza
diretta della
realtà di Gesù
Risorto”.
La Risurrezione, mistero di fede
“Avvenimento storico constatabile attraverso il segno del
sepolcro vuoto e la realtà degli incontri degli Apostoli con
Cristo risorto, la Risurrezione resta non di meno, in ciò in
cui trascende e supera la storia, al cuore del Mistero della
fede” (CCC 647).
La Risurrezione è oggetto di fede in quanto:
– intervento trascendente di Dio stesso nella storia: è opera della
Santíssima Trinità;
– glorificazione di Cristo (perfetta partecipazione della sua umanità
alla vita divina);
– ha per noi un senso ed un valore salvifico (Cristo risorto è il nostro
Salvatore che ci libera dal peccato e ci comunica la vita di Dio).
La Risurrezione, opera della Trinità
La Risurrezione è un’opera dell’onnipotenza divina comune
alle tre Persone divine della Santissima Trinità (2 Cor 13, 4).
Infatti, secondo le
Scritture, Gesù è risuscitato dal Padre
(At 2, 24); il Figlio
risuscita per propria
virtù e potere
(Gv 10, 17-18); lo
Spirito Santo risuscita Gesù
(Rm 8, 11).
Stato glorioso di Cristo risorto
• La Risurrezione di Cristo non è
un ritorno alla vita terrena, ma
un passaggio a un’altra vita oltre
il tempo e lo spazio.
• Il suo corpo è glorioso: è allo
stesso tempo autentico
(materiale) e spirituale.
• Può apparire dove, quando e
come vuole: proprietà di agilità e
sottigliezza); è glorioso, incorruttibile e immortale (proprietà di
gloria ed impassibilità).
Significato salvifico della
Risurrezione di Cristo
“La Risurrezione di Gesù è la
verità culminante della nostra
fede in Cristo, creduta e vissuta
come verità centrale dalla prima
comunità cristiana, trasmessa
come fondamentale dalla
Tradizione, stabilita dai
documenti del Nuovo
Testamento, predicata come
parte essenziale del Mistero
pasquale insieme con la croce”
(CCE 638).
Gesù Cristo, Dio e Salvatore
• La Risurrezione di Cristo rivela la
sua divinità (ma è necessaria la fede
per coglierla e confessarla poiché nelle
apparizioni la divinità non è visibile).
• Rivela anche che Cristo è il
Salvatore del mondo: sebbene fin
dall’Incarnazione Gesù fosse Figlio
di Dio e il Messia, nella sua
Risurrezione si manifestò pienamente
il suo ruolo di Salvatore potente per
tutti coloro che credono in Lui.
Veracità della dottrina
La Risurrezione di Cristo
conferma la veracità della
sua dottrina. È il “segno de
Giona” (Mt 12, 38), il
Tempio ricostruito in tre
giorni (“parlava del tempio
del suo corpo” (Gv 2, 2021)). I giudei capirono il
significato delle sue parole:
misero la guardia al sepolcro
e ne sigillarono la pietra (cfr.
Mt 27, 62-66).
Causa della grazia
• La Risurrezione di Cristo è
principio e causa della nostra
risurrezione futura.
• È anche principio della
nostra risurrezione
spirituale, la fonte della
nuova vita dell’anima.
• La grazia che ci libera dal
peccato e ci rende giusti
proviene dal Risorto: è
partecipazione alla vita
divina, ci rende figli di Dio.
L’Ascensione
• L’Ascensione del Signore è un
avvenimento nello stesso tempo
storico e trascendente.
• Con l’Ascensione si completa la
manifestazione della gloria di
Cristo cominciata con la sua
Risurrezione.
• Gesù Cristo ci precede nel regno
del Padre, intercede per noi e ci
comunica i doni divini per
l’azione dello Spirito Santo.
Gesù Cristo è “il Signore”
• La versione greca (LXX)
dell’Antico Testamento
tradusse il nome di Yahvè
con il quale Dio si rivelò a
Mosè (Es 3, 14) con
“Kyrios” (Signore). Da
allora questo fu il nome più
comune per nominare Dio.
• Il NT utilizza il títolo di
“Signore” per Gesù:
esprime così la divinità di
Cristo.
Il titolo di Re
L’azione di sedersi alla destra del Padre significa
l’intronizzazione di Gesù come Re e l’inaugurazione del
suo regno. Gesù è Re fin dall’Incarnazione (cfr. Lc 1, 33;
Gv 18, 33-37), ma soprattutto per averci riscattati al
prezzo del suo sangue, e si manifesta come “Re dei re e
Signore dei signori” a partire dalla sua glorificazione.
Il suo regno è:
– Soprannaturale (Gv 18, 37)
– Universale (At 10, 36)
– Eterno e non avrà fine (Lc 1, 33).
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9. La Glorificazione di Gesù Cristo