Guida alla lettura del
PROSPETTO INFORMATIVO
dei fondi comuni di investimento aperti
Cos’è il prospetto informativo
Ogni fondo (o famiglia di fondi) ha il proprio
prospetto informativo, documento predisposto
dalla società di gestione del risparmio (sgr) o
dalle società di investimento a capitale variabile
(sicav) e preventivamente sottoposto alla
Consob.
In questa Guida ci occuperemo dei prospetti
informativi relativi ai fondi armonizzati aperti,
cioè quelli comunemente offerti in Italia.
Il prospetto informativo è un documento ricco
di informazioni utili per:
La predisposizione e la consegna
del prospetto informativo si
inseriscono nella disciplina della
sollecitazione del pubblico
risparmio che si applica a
coloro che offrono prodotti
finanziari ed è finalizzata, fra
l’altro, a:
- garantire adeguati livelli di
correttezza
da
parte
degli
operatori;
- garantire la diffusione di
adeguate
informazione
che
illustrino le caratteristiche e la
rischiosità dell’investimento.
o comprendere le caratteristiche dei diversi
fondi di investimento offerti;
o individuare quelli più adatti a costruire un
portafoglio adeguato alle proprie esigenze
in termini di rischio/rendimento;
o effettuare comparazioni fra più fondi;
o “amministrare” il proprio investimento.
Deve essere obbligatoriamente consegnato
prima della sottoscrizione agli investitori
affinché possano leggerlo prima di sottoscrivere.
Si compone, oltre al modulo di sottoscrizione, di
due parti: la prima riporta le informazioni di
Il prospetto: leggerlo prima,
non dopo - Spesso succede che
il prospetto informativo non
venga letto o venga letto solo
dopo l’investimento. E’ un errore:
leggere il prospetto è un piccolo
sacrificio
per
un
grande
vantaggio:
investire
correttamente i propri risparmi.
1
carattere generale, le caratteristiche dei singoli
fondi e le modalità per sottoscrivere, rimborsare
o passare da un fondo all’altro; la seconda
contiene i risultati storici e i costi effettivamente
sostenuti da ciascun fondo.
Ad integrazione del prospetto è possibile
richiedere alla sgr la consegna del “Documento
sui
soggetti
che
partecipano
all’operazione”, che contiene informazioni di
maggior dettaglio utili per chi vuol approfondire
la conoscenza del prodotto e della sgr.
Attraverso
questa
Guida
esamineremo
i
paragrafi che compongono il prospetto ed il
documento
sui
soggetti
che
partecipano
all’operazione, evidenziando le informazioni
contenute e la loro finalità.
PARTE
I
DEL
PROSPETTO:
caratteristiche dei fondi e modalità di
partecipazione
A)
Informazioni generali
Si compone di quattro paragrafi.
INFORMAZIONI CONTENUTE
Descrive, in termini generali e sintetici:
o par. 1 e 2 – i compiti dei soggetti che
intervengono nell’operazione, e cioè sgr,
banca depositaria e soggetti collocatori,
con indicazione, per la sgr, anche del
gruppo di appartenenza;
o par. 3 – le caratteristiche e le finalità
dello strumento “fondo comune”;
o par. 4 - i rischi generali connessi
all’investimento in fondi.
A
COSA SERVONO
A comprendere in generale le caratteristiche e
le modalità di funzionamento dello strumento
“fondo comune”.
2
Importante è l’illustrazione, anche questa in
termini generali, dei rischi connessi ai singoli
strumenti finanziari (azioni, obbligazioni) che
possono, in astratto, comporre il patrimonio del
fondo.
B)
Informazioni sull’investimento
Contiene due paragrafi (par. 5 e 6) che
riportano informazioni specifiche per ciascun
fondo.
INFORMAZIONI CONTENUTE
o Par. 5 – Illustra la politica
investimento di ciascun fondo.
particolare:
di
In
la valuta di denominazione del fondo;
la finalità;
– l’orizzonte temporale dell’investitore;
– il grado di rischio;
– gli obiettivi di investimento;
– lo stile gestionale;
– la destinazione dei proventi;
o par. 6 – Riporta il parametro di riferimento
(benchmark) prescelto per ogni fondo.
–
–
A
COSA SERVONO
Le
indicazioni
relative
alla
politica
di
investimento sono essenziali per comprendere
il profilo di rischio/rendimento del fondo e,
quindi, se è adatto, anche insieme ad altri fondi
o
prodotti,
alle
esigenze
finanziarie
dell’investitore. Vediamole in dettaglio:
o la valuta indica se il fondo è denominato
in euro o altra valuta. Ha un valore
essenzialmente informativo, in quanto il
fatto che il fondo sia denominato in valuta
diversa dall’euro non comporta, di per sé,
una
particolare
rischiosità;
questa,
semmai, deriva dalla valuta in cui sono
denominati gli investimenti del fondo;
3
o la finalità indica, molto sinteticamente, il
risultato che il fondo si propone di
ottenere (mantenimento del capitale,
graduale
accrescimento,
incremento
rilevante). Ovviamente, obiettivi ambiziosi
comportano rischi più elevati;
o l’orizzonte temporale indica il tempo
minimo di permanenza nel fondo. E’
connesso alla politica di investimento: chi
investe
in
fondi
azionari
deve
necessariamente
porsi
un
orizzonte
temporale
superiore
rispetto
all’investimento in fondi obbligazionari o
monetari;
o il grado di rischio viene espresso in
termini descrittivi (basso, medio-basso,
medio, medio-alto, alto e molto alto) e
viene stimato anche in relazione alla
volatilità storica del fondo (o del
benchmark in caso di fondi da poco
operativi), e cioè la variabilità del
rendimento registrata nel passato;
o gli obiettivi di investimento indicano:
1.
le principali tipologie di titoli (azioni,
obbligazioni, titoli di stato, ecc.) in
cui investe il fondo;
2. le aree geografiche (o i mercati) di
riferimento. E’ evidente che le aree
emergenti (paesi in via di sviluppo)
presentano maggiori rischi rispetto a
paesi industrializzati da un maggior
numero di anni;
3. le categorie di emittenti: stati
sovrani (o enti governativi o
sopranazionali) o società private. Per
i primi è importante il merito di
credito (rating); per i secondi,
possono avere rilevanza anche altri
elementi (ad esempio la dimensione,
la liquidità dei titoli emessi, ecc.);
4. i settori industriali: alcuni fondi
azionari
si
caratterizzano
ulteriormente
per
il
fatto
di
concentrare
gli
investimenti
in
determinati settori (farmaceutico,
finanziario, nuove tecnologie, ecc.).
Comportano un rischio superiore, in
A
proposito
di
fondi
obbligazionari – Acquistare un
fondo obbligazionario non ripara
da ogni rischio. Anche se le
obbligazioni vengono emesse da
Stati o enti sovranazionali. Un
elemento importante è infatti
rappresentato dalla “durata” dei
titoli che, se particolarmente
lunga, comporta un rischio non
indifferente, chiamato “di tasso
di interesse”. Questo rischio
aumenta con l’aumentare della
durata del titolo e non si
presenta per quei titoli, detti a
“tasso variabile”, che prevedono
meccanismi di adeguamento
delle cedole ai tassi di mercato
(tipici i CCT).
4
quanto diminuisce il livello di
diversificazione del fondo;
5. gli specifici fattori di rischio: gli
investimenti in titoli emessi da
società a bassa capitalizzazione; la
durata media finanziaria (ossia,
semplificando, il tempo mancante
alla scadenza) ed il merito di credito
(rating)
della
componente
obbligazionaria del portafoglio, gli
investimenti in strumenti finanziari
emessi dai paesi con un significativo
rischio di insolvenza.
o lo stile gestionale che indica, innanzi
tutto, la relazione con il benchmark,
individuando i fondi a “gestione attiva” e
quelli a “gestione passiva”. In base allo
stile si possono individuare anche fondi
che adottano particolari metodologie per
selezionare i titoli. Ad esempio, se si
intende preferire titoli di società che
presentano prospettive di elevata crescita
degli utili (growth), ovvero se si orienta la
selezione
verso
titoli
di
società
caratterizzate da tassi di crescita più in
linea
con
l’andamento
economico
generale, scegliendo i titoli dal potenziale
maggiore rispetto a quello riflesso nei loro
prezzi (value). O ancora, se si intende
privilegiare valutazioni microeconomiche
(bottom up), cioè riguardanti le singole
società, ovvero macroeconomiche (top
down), concernenti l’andamento dei
mercati più in generale;
o la destinazione dei proventi indica se il
fondo è a distribuzione (i proventi maturati
vengono periodicamente distribuiti ai
partecipanti) ovvero ad accumulazione (i
proventi non vengono distribuiti ma
accrescono il valore della quota). Dal
punto di vista economico non vi è alcuna
differenza sostanziale (non si deve
pensare, cioè, che un fondo che
distribuisca proventi sia per ciò solo più
vantaggioso di uno ad accumulazione).
Nella gestione attiva, il gestore
seleziona i titoli (comunque
riferibili al benchmark) che
riterrà più promettenti, con lo
scopo di ottenere un rendimento
maggiore rispetto al benchmark;
nella
gestione
passiva
si
limiterà a immettere nel fondo gli
stessi titoli (e nella stessa
proporzione) che compongono il
benchmark.
Le informazioni di questo paragrafo sono, per
così dire, programmatiche, nel senso che
5
rappresentano le linee guida del gestore. Per
avere un’idea degli investimenti concretamente
posti in essere il risparmiatore ha un altro
strumento informativo: può richiedere alla sgr il
rendiconto annuale del fondo, dove è
riportata la composizione del portafoglio ed è
contenuta una relazione degli amministratori che
illustra, fra l’altro, la politica gestionale seguita.
Nel par. 6 è descritto sinteticamente il
benchmark del fondo. Si tratta di un indice di
mercato o, più spesso, di una composizione di
indici che ha due finalità:
o agevolare la comprensione della politica
di gestione del fondo (se il benchmark è
composto per l’80% dall’indice MIB e per il
20% dall’indice MTS – BOT è evidente che
si tratta di un fondo prevalentemente
azionario, orientato al mercato italiano,
con una parte minore del patrimonio
investito in obbligazioni a breve termine);
o
valutare l’abilità del gestore attraverso il
confronto (da effettuare con le opportune
cautele) dei risultati ottenuti dal fondo e dal
benchmark (a questo scopo si utilizzano i dati
contenuti nella seconda parte del prospetto).
Ulteriori
informazioni
sugli
indici
che
compongono il benchmark di ciascun fondo sono
contenute nel documento sui soggetti che
intervengono nell’operazione.
C) Informazioni
economiche
agevolazioni, regime fiscale)
(costi,
Si compone di quattro paragrafi (par. 7, 8, 9
e 10).
INFORMAZIONI CONTENUTE
o Par. 7 – costi che il sottoscrittore è
chiamato a sostenere;
o par. 8 – agevolazioni finanziarie
connesse alla partecipazione al fondo;
o par. 9 (eventuale) – altri prodotti
abbinati ai fondi;
o par. 10 – regime fiscale.
6
A
COSA SERVONO
Sono informazioni da tenere in considerazione
soprattutto nella scelta di un fondo.
Innanzi tutto i costi. La loro importanza è
evidente e sono stati ampiamente trattati in
un’altra nostra pubblicazione, “Investire in
fondi”, disponibile in www.consob.it ovvero a
richiesta presso la Consob. Le indicazioni
contenute nel paragrafo sono utili per verificare
la presenza di soluzioni particolarmente adatte
alle proprie esigenze (ad esempio, se si ha
intenzione di permanere nel fondo per parecchi
anni, si opterà per la soluzione con commissioni
di uscita decrescenti che si azzerano dopo un
certo numero di anni). Servono anche per
confrontare più fondi. A questo fine, ricordando
che il prezzo non è tutto, utili informazioni
possono provenire dall’uso del “calcolatore dei
costi” (realizzato dalla Consob per valutare i
costi connessi ai “prodotti gestiti” e presente in
www.consob.it) e, soprattutto, dalla valutazione
del totale dei costi effettivamente sopportati da
ciascun fondo negli ultimi tre anni (c.d. total
expenses ratio), riportato nella parte II del
prospetto.
Le agevolazioni finanziarie, quando previste,
diminuiscono (o azzerano) le commissioni
(normalmente quelle di sottoscrizione). In alcuni
casi sono concesse a categorie di sottoscrittori
(medici, agenti di commercio, ecc.) e possono
essere specificate nella misura. In altri casi è
genericamente previsto che, al momento
dell’acquisto, possono essere riconosciuti sconti
sulle
commissioni,
precisando
la
misura
massima della riduzione applicabile. In questi
casi è importante “contrattare” per “spuntare” il
massimo sconto.
A volte il fondo è abbinato ad un altro
prodotto. Tipico il caso del conto-corrente che
consente di investire automaticamente la
liquidità sul conto, ovvero quello della polizza
assicurativa. Possono costituire opportunità in
più per chi investe. Trattandosi di prodotti
distinti, il prospetto non descrive le loro
7
caratteristiche,
documentazione
richiesta.
rinviando
che sarà
ad
altra
consegnata su
Le informazioni sul regime fiscale indicano la
misura dell’imposizione fiscale e forniscono
indicazioni concrete sugli (eventuali) obblighi di
dichiarazione.
D)
Informazioni
sulle
modalità
sottoscrizione/rimborso
di
Si compone di quattro paragrafi (par. 11, 12, 13
e 14).
INFORMAZIONI CONTENUTE
o Par. 11 – modalità di sottoscrizione;
o par. 12 – modalità di rimborso;
o par. 13 – operazioni successive alla
prima;
o par. 14 – utilizzazione di canali
alternativi (internet, banca telefonica,
ecc.).
A
COSA SERVONO
Non sono particolarmente importanti in sede di
scelta del fondo (anche perché sono simili per
tutti i prodotti sul mercato). Servono invece per
“amministrare” l’investimento.
Le
informazioni
sulla
procedura
di
sottoscrizione e di rimborso servono, oltre
che per eseguire correttamente le relative
operazioni, anche per quantificare il tempo
necessario per l’acquisto o il riscatto delle quote
e, in particolare, per determinare il giorno di
valorizzazione (cioè il giorno che si prende a
riferimento per attribuire il valore alle quote
sottoscritte o rimborsate): a volte, assumere il
valore di un giorno piuttosto che di un altro può
avere conseguenze economiche rilevanti.
Le stesse considerazioni valgono per quanto
riguarda le operazioni successive alla prima, in
pratica le operazioni di passaggio fra fondi
8
(cc.dd. switch). Di rilievo è l’indicazione dei
costi eventualmente previsti.
Infine, le tecniche di comunicazione a distanza
e, quindi, soprattutto internet. L’utilizzo di
questi
strumenti
comporta
l’adozione
di
procedure e cautele, descritte in questa parte
del prospetto, necessarie per assicurare anche a
questi canali distributivi le stesse prerogative in
termini di tutela del risparmiatore. Nel paragrafo
è anche indicata la tempistica per le operazioni
disposte on-line e l’eventuale diminuzione delle
commissioni.
E) Informazioni aggiuntive
Contiene tre paragrafi (par. 15, 16 e 17).
INFORMAZIONI CONTENUTE
o Par. 15 – valorizzazione delle quote;
o par. 16 – informazioni da rendere ai
partecipanti;
o par. 17 – informazioni a richiesta.
A
COSA SERVONO
Anche queste informazioni servono non tanto
nella scelta del fondo ma, piuttosto, nella fase
successiva all’acquisto.
Lo strumento “fondo” consente al risparmiatore
di conoscere in ogni momento il valore del
proprio
investimento:
è
sufficiente
moltiplicare il numero delle quote possedute per
il loro valore. In questo paragrafo sono indicati i
quotidiani (e, eventualmente, i siti internet)
dove questo valore viene pubblicato e la
frequenza di pubblicazione.
La sottoscrizione di un fondo comporta
l’instaurarsi di un flusso informativo a favore del
sottoscrittore. Nel par. 16 sono elencate le
informazioni che la sgr deve rendere.
Importanti, fra queste, sono l’invio ogni anno
della parte II del prospetto, contenente tutti i
dati di rendimento del fondo e del benchmark,
9
utili
per
monitorare
l’andamento
dell’investimento, nonché le modifiche di una
certa rilevanza riguardanti le caratteristiche
essenziali del fondo (ad esempio, il significativo
aumento delle commissioni o la modifica degli
obiettivi di investimento) che potrebbero indurre
l’investitore a chiedere il rimborso delle quote.
Le indicazioni contenute nel par. 17 riguardano,
invece,
gli
ulteriori
documenti
che
il
sottoscrittore ha diritto di richiedere in ogni
momento previo pagamento, se previsti, dei
relativi oneri di spedizione. Di rilievo, il
regolamento di gestione del fondo, i documenti
contabili ed il documento sui soggetti che
partecipano
all’operazione.
Si
tratta
di
informazioni di maggiore complessità e tecnicità
il cui utilizzo consente un maggior livello di
approfondimento sull’investimento.
Sono
tempestivamente
comunicate
ai
singoli
partecipanti
le
variazioni
concernenti
l'identità
del
gestore,
le
caratteristiche
essenziali del fondo, l'aumento
delle
spese
applicabili
ai
partecipanti in misura superiore
al venti per cento, nonché le
caratteristiche dei nuovi fondi
inseriti
nel
prospetto.
Le
variazioni meno importanti sono
comunicate
insieme all’invio
dell'aggiornamento
dei
dati
periodici contenuti nella parte II
del prospetto, da effettuare ogni
anno entro il mese di febbraio.
PARTE II DEL PROSPETTO: illustrazione
dei dati storici di rischio/rendimento dei
fondi e dei costi dei fondi
Questa parte del prospetto rappresenta, per così
dire, la “prova su strada”. Sono riportati, infatti,
i dati maggiormente significativi per valutare il
rischio/rendimento
ed i costi effettivi
sopportati da ciascun fondo.
I dati contenuti, riferiti agli anni solari, devono
essere aggiornati annualmente, entro il mese
di febbraio.
La lettura del documento è sicuramente utile per
i potenziali sottoscrittori. Lo è anche per coloro
che già hanno sottoscritto e che possono, così,
monitorare l’investimento: a questo fine la
sgr, annualmente, deve inviare a tutti i
partecipanti un documento contenente tutte le
informazioni riportate in questa parte.
E’ un’illustrazione storica, e cioè rivolta al
passato. Occorre dunque molta attenzione nel
valutare i dati, tenendo ben presente che non
10
sono indicativi delle performance future del
fondo.
1.
Illustrazione
dei
dati
storici
rischio/rendimento dei fondi
di
INFORMAZIONI CONTENUTE
Con riguardo a ciascun fondo viene riportato:
la categoria di appartenenza (ad esempio,
azionario Italia, obbligazionario area
Europa);
- un grafico a barre relativo ai rendimenti
annuali ottenuti negli ultimi 10 anni, con
indicazione del migliore e peggiore
rendimento trimestrale;
- un grafico lineare relativo all’andamento
della quota nell’ultimo anno;
- il rendimento medio annuo negli ultimi 3 e
5 anni;
- data inizio collocamento e durata del
fondo;
- patrimonio netto del fondo e valore della
quota.
Tutti i rendimenti vengono riportati a
confronto con il benchmark.
-
A
COSA SERVONO
A valutare il profilo rischio/rendimento del fondo
ed il rapporto con il benchmark.
Il grafico a barre relativo agli ultimi dieci anni,
oltre a fornire indicazioni sulla storia dei
rendimenti su un periodo adeguatamente
lungo,
fornisce
anche
indicazioni
sulla
rischiosità del fondo.
Abbiamo già visto che il concetto di rischiosità
in campo finanziario è connesso al concetto di
volatilità che, molto semplicemente, può essere
descritta come la variabilità dei rendimenti.
Il grafico a barre, riportando contestualmente i
rendimenti degli ultimi dieci anni, fornisce, a
colpo d’occhio, un’idea della loro variabilità, e
Nei grafici relativi ai fondi
obbligazionari italiani i dati di
rendimento sono riportati solo a
partire dal 1996. Ciò è dovuto
alla particolarità del nostro
mercato
obbligazionario
a
cavallo
dell’istituzione
della
moneta unica.
Precedentemente, infatti, i titoli
italiani
presentavano
alti
rendimenti, che riflettevano gli
alti tassi di interesse. Con la
moneta unica, ed il rispetto da
parte di tutti gli aderenti dei
parametri
di
Maastricht,
il
rendimento dei nostri titoli si è
adeguato a quello dei principali
paesi europei.
11
quindi della rischiosità del fondo: maggiore la
differenza fra le varie “barre”, maggiore la
rischiosità.
Anche i dati del migliore e peggiore rendimento
trimestrale (riportati solo per i fondi operativi
da più di tre anni) forniscono informazioni sulla
rischiosità: maggiore la differenza fra i due
dati, maggiore la rischiosità.
I dati trimestrali, inoltre, danno un’idea di cosa
ci si possa attendere dal fondo in un’ottica di
breve periodo, riportando gli estremi del
migliore e peggiore rendimento, e cioè di quanto
si possa guadagnare o, soprattutto, perdere nel
breve periodo. E’ un’indicazione di cui tenere
conto, soprattutto nel caso di fondi che, al
contrario,
presuppongono
orizzonti
di
investimento lunghi.
Un
Esempio
grafico chiarirà quanto sin qui detto:
azionario globale
obbligazionario breve termine
100,0
100,0
90,0
90,0
80,0
80,0
70,0
70,0
60,0
60,0
50,0
50,0
40,0
40,0
30,0
37,5
18,7
15,1
20,0
30,0
20,0
35,9
29,9
15,4
7,9
11,2
10,0
15,6
11,7
12,1
6,0
10,0
7,0
2,1
3,8
4,6
1999
2000
2001
0,0
1992
1993
1994
1995
1996
1997
Miglior rendimento trimestrale : 5,3%
Peggior rendimento trimestrale : 0,3 %
-0,7
0,0
5,7
1998
-10,0
-6,3
-9,7
1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001
Miglior rendimento trimestrale : 20,8 %
Peggior rendimento trimestrale : - 18,2 %
Il grafico del fondo obbligazionario breve termine
evidenzia rendimenti annui con differenze limitate e valori
assoluti piuttosto bassi: indice di bassa rischiosità
abbinata a rendimenti non elevati. Questa conclusione è
avvalorata anche dalla limitata differenza fra il migliore e
peggiore rendimento trimestrale.
Il grafico del fondo azionario internazionale, invece,
presenta rendimenti annui molto differenziati fra loro, con
12
valori assoluti che raggiungono livelli elevati, ma anche
rendimenti negativi: rappresentazione di un fondo
potenzialmente redditizio ma molto rischioso, dove i
possibili alti rendimenti si possono tramutare in altrettanto
possibili gravi perdite. E la notevole differenza fra
rendimento trimestrale migliore e peggiore ce lo
conferma.
Considerazioni analoghe possono essere svolte
per il grafico lineare del valore della quota
nell’ultimo anno. Anche questo strumento,
infatti, ci fornisce indicazioni non solo sul
rendimento, ma anche sulla rischiosità del
fondo, prendendo a riferimento, questa volta, un
periodo più breve.
Esempio
Un
sarà utile anche in questo caso.
andamento valore quota obbligazionario
breve termine
andamento valore quota azionario
130
130
120
120
110
110
100
100
90
90
80
80
70
70
60
60
gen. feb
m ar apr m ag
giu
lug
ago
set
ott nov
dic
gen. feb
m ar apr
m ag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
Il grafico relativo al fondo obbligazionario rappresenta
un andamento regolare, caratterizzato da basse
fluttuazioni del valore della quota che evidenziano la
modesta rischiosità del fondo. L’incremento del valore
della quota da inizio a fine anno, infatti, assume un valore
che, seppur positivo, non risulta particolarmente elevato.
Considerazioni opposte derivano dalla lettura del grafico
concernente il fondo azionario: l’andamento è
assolutamente irregolare,
evidenziando performance
mensili positive ed altre decisamente negative. Nel caso
preso ad esempio, questa maggiore rischiosità ha portato
ad un consistente decremento del valore della quota.
Il rendimento medio conseguito negli ultimi 3
e 5 anni, invece, fornisce solo indicazioni di
rendimento e non di rischiosità. E’ utile non solo
13
per confrontare più fondi attraverso un dato
meno frazionato e di più semplice lettura
rispetto al grafico a barre, ma anche per
confrontare forme di investimento alternative
(ad esempio i titoli di stato).
Il dato rappresentato è il rendimento medio
annuo composto, che non è la semplice media
aritmetica fra i rendimenti conseguiti nei singoli
anni,
ma riflette anche il reinvestimento al
termine di ogni periodo dei rendimenti
conseguiti nel periodo stesso.
Non sarà mai inutile ricordare che i rendimenti
passati non sono indicativi dei rendimenti
futuri del fondo, e sarebbe un errore scegliere
un fondo sulla base dei soli rendimenti
conseguiti: i criteri di scelta devono essere,
necessariamente, più complessi e articolati,
presupponendo l’individuazione del proprio
profilo di investimento e la valutazione delle
caratteristiche, dei rischi e dei costi dei fondi che
si intendono acquistare.
Nel trattare i dati riportati in questa parte
abbiamo sin qui omesso di considerare il fatto
che, unitamente ai rendimenti dei fondi, sono
riportati quelli dei relativi benchmark (a volte,
però, sono riportati i rendimenti del solo
benchmark, in quanto quelli del fondo non sono
disponibili).
E’ inevitabile che la lettura contestuale dei
dati del fondo e del benchmark spinga a
confrontare i risultati ottenuti dal fondo. E
l’operazione è anche corretta, a patto di avere
presenti alcune particolarità di questo confronto.
I rendimenti del fondo e del benchmark, infatti,
non sono automaticamente confrontabili,
non essendo totalmente omogenei. Ciò è dovuto
al fatto che il fondo è gravato di alcuni oneri non
sopportati dal benchmark. In particolare, quelli
di natura fiscale e tutte le altre spese
(commissioni di negoziazione, di gestione, a
favore della banca depositaria e della società di
revisione ecc.) a carico del fondo. Questi oneri
sono integralmente riassunti (ad eccezione degli
14
oneri fiscali e di parte di quelli di negoziazione)
nel total expenses ratio di cui al successivo
paragrafo.
Relativamente agli oneri fiscali, alcuni prospetti
informativi riportano i rendimenti del benchmark
al netto degli oneri fiscali pagati dal fondo. Ciò è
però possibile solo a partire dal luglio 1998, in
relazione al mutamento della disciplina fiscale
che ha reso agevole questa operazione.
Per quanto riguarda le altre spese, si tratta
effettivamente di oneri non calcolati nel
rendimento del benchmark
di cui occorre,
pertanto, tenere conto ai fini di un corretto
confronto.
Un discorso a parte meritano le commissioni di
gestione in quanto, seppure non computate nel
benchmark, sono corrisposte per ottenere
(almeno nei fondi a “gestione attiva”) un valore
aggiunto, rispetto al mero andamento del
mercato,
che
dovrebbe,
quanto
meno,
ricompensare l’investitore del pagamento di
questi oneri.
La presenza del total expenses
ratio,
quale
indicatore
complessivo di tutti i costi a
carico del fondo, consente di
quantificare tali costi, che hanno
inciso sul rendimento del fondo e
non, invece, su quello del
benchmark.
Occorre sottolineare che i risultati del fondo si
possono scostare da quelli del benchmark
anche, e soprattutto, in relazione allo stile
gestionale e, in particolare, al tipo di rapporto
esistente fra fondo e benchmark: un fondo a
“gestione passiva” limiterà lo scostamento agli
oneri non computati nel benchmark, mentre un
fondo a “gestione attiva” dovrebbe presentare
andamenti non sovrapponibili a quelli del
benchmark.
Nel caso di fondo a “gestione attiva”, lo
scostamento può riguardare sia il rendimento
(per cui il fondo renderà più o meno del
benchmark), sia la rischiosità. Non sempre un
gestore che abbia ottenuto un rendimento
inferiore al benchmark deve essere giudicato
negativamente: il risultato meno prestante
potrebbe infatti conseguire ad un’assunzione di
rischi minori che, nel caso di andamento
negativo
dei
mercati,
avrebbe
protetto
maggiormente l’investitore.
15
Alla fine del paragrafo sono riportati dei dati
statistici sui singoli fondi. Di rilievo l’inizio del
collocamento, che ci dice da quanto tempo è
operativo il fondo, e la dimensione del
patrimonio.
La dimensione del patrimonio merita alcune
considerazioni: un patrimonio di piccola
dimensione riduce la possibilità di una efficace
diversificazione del fondo, pur consentendo una
maggiore flessibilità nella gestione; al contrario
un patrimonio elevato, soprattutto per i fondi
che operano in mercati a bassa capitalizzazione,
può pregiudicare la loro “agilità” nel seguire gli
andamenti del mercato, in quanto, ad esempio,
la decisione di disinvestire un determinato titolo
in portafoglio potrebbe determinare una brusca
flessione della sua quotazione (e viceversa nel
caso di acquisto), con conseguenze negative per
la redditività.
2. Costi dei fondi
INFORMAZIONI CONTENUTE
Riporta il valore del total expenses ratio negli
ultimi tre anni.
A
COSA SERVONO
Il total expenses ratio è un indicatore efficace
per conoscere i costi sopportati dal fondo
(esclusi, quindi, quelli di sottoscrizione e
rimborso che vengono pagati direttamente dal
sottoscrittore).
Il dato, che comprende tutti gli oneri ad
esclusione di quelli fiscali e di parte di quelli di
negoziazione, viene espresso in percentuale
(rispetto al patrimonio medio annuo del fondo) e
rende agevole per il sottoscrittore determinare
quanta parte del suo investimento è stata
assorbita dai costi. Inoltre, consente di operare
comparazioni fra più fondi (omogenei).
La rappresentazione del dato per gli ultimi tre
anni, consente di apprezzare anche il trend di
16
variazione di questi costi. Occorre avere però
l’accortezza di verificare che le variazioni dei
costi non siano il frutto della modifica delle
caratteristiche del fondo.
3. Recapito, anche telefonico, cui inoltrare
esposti,
richieste
di
chiarimenti,
informazioni
o
di
invio
della
documentazione a disposizione
INFORMAZIONI CONTENUTE
Riporta i recapiti, anche telefonici e internet (se
presente), della società.
A
COSA SERVONO
Per contattare la società. Nel caso di inoltro di
esposti, è utile sapere che vengono trattati e
registrati
dal
“responsabile
del
controllo
interno”, figura obbligatoriamente presente in
ogni sgr, cui si potrà fare riferimento per
ulteriori informazioni.
Modulo di sottoscrizione
Il modulo contiene tutte le indicazioni che il
sottoscrittore, secondo quanto previsto dal
regolamento di gestione,
deve fornire per
acquistare quote del fondo.
Ovviamente, bisogna leggerlo prima di
sottoscrivere: allo stesso modo di come non si
firmerebbe un assegno in bianco, non si
dovrebbe firmare un modulo senza leggerlo.
Nel modulo, inoltre, sono riportati tutti i mezzi di
pagamento utilizzabili per la sottoscrizione ed i
relativi
giorni
di
valuta.
Quest’ultima
indicazione è importante per poter valutare la
tempistica dell’investimento, in quanto è un
elemento
essenziale
nella
procedura
di
valorizzazione delle quote da sottoscrivere.
17
Documento sui soggetti che partecipano
all’operazione
Questo documento contiene dati che integrano il
contenuto del prospetto cui si riferisce. Sono
informazioni destinate a chi vuole approfondire
la conoscenza del fondo. A volte, presuppongono
un lettore evoluto che già possieda una buona
conoscenza del settore.
Si è scelto di non inserirle nel prospetto, che ne
sarebbe risultato invevitabilmente “appesantito”,
per comprenderle in un documento autonomo da
consegnare solo a richiesta del risparmiatore.
Le informazioni contenute devono essere
tempestivamente aggiornate dalla sgr.
Par. 1 – Società di gestione del risparmio
INFORMAZIONI CONTENUTE
Sono presenti una serie di informazioni sulla
società che ha istituito e gestisce il fondo.
Alcune sono meramente anagrafiche, come ad
esempio la denominazione, la sede, la durata, la
chiusura dell’esercizio sociale, il capitale, gli
azionisti; c’è anche una sintesi “storica”
sull’operatività della società e del gruppo di
appartenenza.
Altre riguardano invece le persone fisiche che
compongono gli organi della società.
A
COSA SERVONO
Le informazioni anagrafiche, è ovvio, servono,
per conoscere il soggetto, ed il relativo gruppo di
appartenza, cui si stanno affidando i propri
risparmi.
Pur essendo le sgr tutte autorizzate e vigilate,
ciascuno di noi può avere le proprie convinzioni
e preferenze in merito ai vari gruppi operanti nel
settore finanziario. In caso contrario, può essere
18
utile scorrere la sintesi storica della società e
del gruppo per conoscere e valutare la relativa
“tradizione” ed esperienza.
Ma le società sono pur sempre composte da
persone. E’ opportuno, quindi, passare in
rassegna i componenti gli organi sociali per
valutare lo “spessore” delle risorse umane
impiegate.
Per il consiglio di amministrazione vengono
fornite, oltre alle generalità complete dei
componenti, la qualificazione (titoli di studio,
master, ecc.), l’esperienza professionale (attività
svolte nel passato) e le attività attualmente
svolte al di fuori della sgr che siano significative
in relazione alle proprie mansioni nella società
(ad
esempio,
queste
attività
potrebbero
esprimere un’ulteriore “qualificazione” ovvero
costituire un pericolo di “conflitto di interesse”).
Per i componenti del collegio sindacale, le
generalità complete e le funzioni (presidente o
membro effettivo o supplente).
Infine, per l’organo direttivo (tipicamente la
direzione generale), le generalità dei componenti
e le attività svolte al di fuori della sgr.
Conclude il paragrafo l’elenco degli altri fondi
gestiti. Serve a conoscere tutti i prodotti offerti
dalla sgr, che potrebbero essere oggetto di
ulteriori investimenti da parte del risparmiatore
ovvero di passaggio dal fondo sottoscritto.
Par. 2 – Il fondo
INFORMAZIONI CONTENUTE
Contiene una serie di informazioni sul fondo (o
sui
fondi)
rappresentati
nel
prospetto
informativo.
Accanto a mere notizie (data dell’approvazione
del regolamento e relativa autorizzazione della
Banca d’Italia), vi sono informazioni focalizzate
sulla politica di investimento (variazioni
subite nel tempo), sul benchmark (criteri di
19
costruzione e pubblicazione) e sulla gestione
(eventuale società delegata e informazioni sul
gestore) del fondo.
A
COSA SERVONO
Servono a chi vuole approfondire aspetti
connessi alla gestione del fondo e, in
particolare, alla politica di investimento e alla
struttura di gestione.
Vi è innanzitutto l’illustrazione “storica” delle
variazioni
intervenute
nella
politica
di
investimento e delle sostituzioni del gestore. E’
un’informazione utile in quanto, ad esempio, in
caso di mutamento della politica di investimento
le performance ottenute dal fondo perdono gran
parte del loro significato. Se il mutamento è
significativo, lo perdono del tutto: per questa
ragione, all’interno della parte II del prospetto,
non vengono più riportate. Una variazione
recente e significativa, poi, potrebbe fornirci
ulteriori indicazioni: ad esempio, che il fondo
potrebbe trovarsi in una momentanea situazione
di conversione del proprio patrimonio.
Analogamente, la sostituzione di gestori del
fondo potrebbe avere riflessi sulle performance
ottenute e, quindi, costituire elemento da
considerare nella loro valutazione.
I criteri di costruzione degli indici che
costituiscono il benchmark possono fornirci
ulteriori indicazioni su questo strumento e, in
particolare, sulle modalità di selezione dei titoli
rappresentati negli indici.
Ad esempio, i titoli possono essere scelti e
rappresentati (cioè “pesati”) in base alla loro
capitalizzazione, e cioè in base al controvalore
(al prezzo di quotazione) complessivo di tutte le
azioni emesse da una società, ovvero di tutti i
titoli obbligazionari che fanno parte di
un’emissione. Indici così costruiti privilegiano la
dimensione delle società (e delle emissioni
obbligazionarie) rappresentate.
Altro criterio è quello della movimentazione,
per cui nell’indice “pesano” di più i titoli più
20
liquidi, e cioè quelli che danno luogo a maggiori
controvalori scambiati sul mercato.
Inoltre, è utile sapere la vita residua dei titoli
presenti negli indici obbligazionari, al fine di
valutare la loro sensibilità al rischio di tasso di
interesse.
Oppure, per quelli azionari, sapere se l’indice
preveda o no il reinvestimento dei proventi. Un
indice che non lo preveda, infatti, è più facile da
battere perché, in occasione della distribuzione
dei dividendi delle azioni che lo compongono,
non solo non considera il reinvestimento di
questi proventi (applicando lo stesso rendimento
dell’indice) ma, addirittura, segna un ribasso in
quanto recepisce la diminuzione del valore
dell’azione conseguente al pagamento dei
dividendi.
Esempio
Poniamo, per semplicità, che un indice sia
costituito da un solo titolo azionario. Poniamo che il valore
del titolo (e quindi dell’indice) sia pari a 20. Se il giorno
successivo il titolo che compone l’indice “stacca” la cedola,
pari poniamo ad 1 euro, automaticamente, a parità di
altre condizioni, il valore dell’azione sarà pari a 19, e così
pure il valore dell’indice, registrando una flessione pari
all’ammontare dei dividendi.
In questo paragrafo, infine, viene illustrata la
struttura di gestione del fondo e quindi, in
primo luogo, le generalità, la qualificazione e
l’esperienza professionale del soggetto, o dei
soggetti, che effettuano concretamente le scelte
di investimento. La rilevanza di queste
informazioni è evidente, anche se possono
essere pienamente sfruttate solo da chi abbia
una buona conoscenza del settore, tale da
permettergli di valutare se il gestore Rossi sia
migliore rispetto a Bianchi della sgr concorrente.
Non sempre il fondo viene completamente
gestito dalla sgr. Questa, infatti, può conferire
ad una società delegata incarichi di gestione
riguardanti una (o più di una) parte del
patrimonio
(ad
esempio
la
componente
obbligazionaria estera). In ogni caso, permane
in capo al consiglio di amministrazione della sgr
la responsabilità nei confronti degli investitori e
Chi gestisce i fondi? – La
gestione dei fondi è affidata a
strutture più o meno articolate.
A capo vi è sempre il consiglio di
amministrazione della sgr che
fornisce le linee guida e vigila
sul loro rispetto, oltre a scegliere
le persone che concretamente
decideranno gli investimenti.
Queste ultime, normalmente,
compongono dei team coordinati
da
un
capo-team
che,
comunemente, viene definito il
gestore.
21
il compito di fornire le linee guida e di vigilare
l’attività del soggetto delegato.
Par. 3 – Soggetti
collocamento
che
procedono
al
INFORMAZIONI CONTENUTE
Contiene l’elenco dei soggetti collocatori,
raggruppati per categorie (sostanzialmente sim
e banche).
A
COSA SERVONO
Consentono di scegliere il collocatore.
Le motivazioni della scelta possono essere le
più varie e personali: c’è chi preferisce il senso
di affidabilità che può dare un grande gruppo
bancario (di cui, magari, è cliente da anni); c’è
chi,
invece,
apprezza
il
servizio
più
personalizzato che può dare una piccola sim.
In ogni caso, questa scelta non è irrilevante: il
servizio prestato dal collocatore è importante e
potrebbe presentare livelli qualitativi diversi.
Il collocatore, infatti, ha degli obblighi
finalizzati ad informare e consigliare i
risparmiatori
circa
l’adeguatezza
dell’investimento alle loro esigenze finanziarie.
Inoltre,
rappresentando
la
“cinghia
di
trasmissione” degli ordini dell’investitore alla
sgr, un collocatore organizzato ed efficiente
consentirà sottoscrizioni, switch e rimborsi
rapidissimi, soddisfacendo le esigenze di
tempestività del cliente.
Par. 4 – Banca depositaria
INFORMAZIONI CONTENUTE
Contiene
alcune
indicazioni
anagrafiche
(denominazione, sede legale, amministrativa e
sede presso la quale vengono svolte le funzioni
di banca depositaria) e gli oneri per lo
svolgimento dell’incarico.
22
A
COSA SERVONO
Anche la banca depositaria svolge rilevanti
funzioni, operative (custodisce materialmente il
patrimonio del fondo) e di controllo (vigila che
tutte
le
operazioni
siano
conformi
al
regolamento di gestione ed alla normativa): è
importante, quindi, conoscerne l’identità.
Inoltre, attraverso il confronto con altri fondi, è
possibile valutare la congruità degli oneri pagati
dal fondo.
Par. 5 – Soggetti
negoziazione
che
procedono
alla
INFORMAZIONI CONTENUTE
Contiene l’elenco dei negoziatori. Se presenti,
sono indicati anche elementi di potenziale
conflitto di interessi.
A
COSA SERVONO
I negoziatori eseguono gli ordini di acquisto e
vendita impartiti dal gestore, rispettando le
regole dei mercati dove operano e utilizzando al
meglio la loro esperienza e professionalità. Il
loro compito, quindi, può essere svolto con
minore o maggiore competenza e diligenza.
Pertanto, può risultare utile (sempre a patto di
possedere una buona conoscenza del settore)
conoscerne l’identità.
A volte il contratto fra sgr e negoziatori presenta
particolari clausole a favore della società di
gestione: ad esempio la retrocessione di
commissioni alla sgr, oppure la prestazione,
sempre alla sgr, di servizi (consulenza, analisi,
ecc.) a titolo gratuito ovvero a prezzi inferiori a
quelli correnti. Queste clausole (che comunque
non
devono
prevedere,
direttamente
o
indirettamente, oneri a carico del fondo)
possono influenzare la scelta del negoziatore,
che
potrebbe
essere
individuato
in
considerazione dei vantaggi ulteriori offerti alla
23
sgr, piuttosto che in base al solo interesse del
fondo. La sgr deve, in ogni caso, controllare che
il negoziatore operi alle migliori condizioni di
prezzo presenti sul mercato.
L’illustrazione nel paragrafo degli elementi
essenziali di queste clausole è utile per valutare
la sensibilità della sgr nei confronti del tema
del “conflitto di interessi”.
Par. 6 – Società di revisione
INFORMAZIONI CONTENUTE
Contiene la denominazione della società di
revisione,
gli
estremi
della
delibera
di
conferimento dell’incarico e gli oneri a carico del
fondo.
A
COSA SERVONO
Anche la società di revisione svolge rilevanti
funzioni di controllo sulla documentazione
contabile della sgr e del fondo. Valgono le stesse
considerazioni svolte per la banca depositaria.
Par. 7 – Situazioni di conflitto di interessi
INFORMAZIONI CONTENUTE
Limiti ulteriori, rispetto a quelli normativamente
previsti, in materia di conflitto di interessi.
A
COSA SERVONO
A valutare la sensibilità della sgr in tema di
conflitto di interessi.
La normativa Banca d’Italia (provvedimento
del 20 settembre 1999) disciplina il conflitto di
interessi e, in particolare, quello che potrebbe
sorgere dai rapporti con altre società del gruppo.
Queste
norme
assicurano
un
equo
contemperamento degli interessi del fondo e
della sgr, garantendo comunque un livello
adeguato di tutela dell’investitore.
24
La sgr potrebbe però, spontaneamente, porsi
limiti più restrittivi anche tramite l’adesione a
“regole” di autodisciplina eventualmente definite
dalle Associazioni di categoria.
La sgr che si trova in una situazione di conflitto
di interessi è comunque tenuta ad evidenziare
al cliente tutti quei rapporti da cui trae fonti di
reddito e utilità di qualsiasi tipo che non
derivano direttamente dai fondi a titolo di
commissioni di gestione.
In tal modo il cliente è preventivamente
informato delle situazioni di conflitto di
interessi in cui la società si trova ad agire e può
valutare
con
maggiore
consapevolezza
l’opportunità di sottoscrivere il prodotto,
verificando
successivamente
il
corretto
comportamento del gestore.
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Guida alla lettura del PROSPETTO INFORMATIVO dei fondi