Filologia germanica a.a. 2008-2009 INTRODUZIONE Possiamo suddividere le lingue germaniche in tre gruppi: germanico settentrionale, orientale e occidentale. Il germanico settentrionale è rappresentato dall’antico nordico, cui fanno capo le lingue scandinave, come l’islandese, il danese, il norvegese e lo svedese. Le prime testimonianze sono date dalle iscrizioni runiche, molto importanti per la ricostruzione del germanico settentrionale, la cui tradizione manoscritta comincia piuttosto tardi, a partire dal sec. XII. Al germanico orientale fa capo il gotico, che è la lingua germanica più anticamente attestata attraverso la traduzione della Bibbia del vescovo visigoto Wulfila (sec. IV). Del gruppo germanico occidentale fanno parte le lingue ingevoni, cioè l’anglosassone, l’antico sassone e l’antico frisone, e i dialetti continentali, antico basso francone ed antico alto-tedesco. L’anglosassone è attestato in forma scritta a partire dal sec. VIII, l’antico frisone dal sec. XII, mentre la tradizione manoscritta dei dialetti dell’antico alto tedesco comincia dalla seconda metà del sec. VIII. La ricostruzione del germanico si basa quindi sulle forme attestate in tutte le lingue germaniche e sul confronto con le altre lingue ie. Gli studiosi hanno voluto distinguere il germanico almeno in due periodi: il protogermanico, come prima fase che raggruppa tutti i fenomeni che lo caratterizzano rispetto all’ie. e il germanico comune, come seconda fase che presenta i fenomeni comuni alle lingue germaniche. I fenomeni del vocalismo, come ad es. le corrispondenze tra ie. e germ. delle vocali brevi, lunghe e dei dittonghi, sono riportati da F. van Coetsem1 a una fase che egli definisce periodo “e-a” e che possiamo far risalire agli ultimi secoli che precedono l’era volgare. Quindi abbiamo la fase del germanico comune che, come dice il nome, comprende i fenomeni comuni alle lingue germaniche, ad es. i fenomeni di innalzamento, di abbassamento e di allungamento vocalico. Si passa poi dal germanico comune a una successiva distinzione delle lingue germaniche in tre gruppi principali, individuati sulla base delle isoglosse che li caratterizzano, e infine alle singole lingue germaniche. 1 Cfr. F. van Coetsem, Zur Entwicklung der germanischen Grundsprache, in: L. E. Schmitt (ed.), Kurzer Grundriss der germanischen Philologie, Berlin 1970, Bd. I, pp. 12-18. Il vocalismo dall’indoeuropeo al germanico -1- Lezioni dott.ssa Giampiccolo Filologia germanica a.a. 2008-2009 1. IL VOCALISMO DALL’INDOEUROPEO AL GERMANICO Il sistema vocalico dell’indoeuropeo comprendeva cinque vocali, sia brevi che lunghe, una vocale dal timbro indefinito [ə] chiamata “schwa”2 e sei dittonghi. Cominceremo la trattazione dell’evoluzione del vocalismo dalle vocali brevi e lunghe, che rappresentiamo schematicamente come segue: Vocali brevi I U Ə A E O Vocali lunghe Ī Ū Ē Ō Ā 2 Lo schwa ha avuto corrispondenze diverse nelle lingue ie. e in germ. ha dato esito di */a/. Il vocalismo dall’indoeuropeo al germanico -2- Lezioni dott.ssa Giampiccolo Filologia germanica a.a. 2008-2009 1.a Vocali brevi e lunghe Rispetto all’indoeuropeo il sistema vocale del germ. presenta una riduzione delle vocali in seguito a questi fenomeni: ie. A, O, Ə> germ. */a/ I ie. Ā, Ō> germ. */ō/ II Per le altre vocali si hanno corrispondenze precise tra ie. e germ.: Vocali brevi ie. A O Ə E I U /a/ /e/ /i/ /u/ Ē ---- Ī Ū /ē1/ /ē2/ /ī/ ū/ germ. Vocali lunghe ie. germ. Il vocalismo dall’indoeuropeo al germanico Ā, Ō /ō/ -3- Lezioni dott.ssa Giampiccolo Filologia germanica a.a. 2008-2009 Le isoglosse che verranno considerate, sia per le vocali brevi che per le lunghe, rientrano in una fase del germ. risalente al II-I sec. a. C., al cosiddetto “periodo e-a”. Risale invece al “germanico comune” un secondo tipo di /ē/, riportato in tabella come /ē2/, per distinguerlo dalla /ē1/ di origine ie. Infatti la /ē2/ ha avuto, come vedremo, esiti differenti nelle lingue germ. rispetto alla /ē1/, e un esito dittongato in aat. L’esito di germ. /ē2/ compare nei seguenti casi: a) in alcuni termini, ad esempio la forma dell’avverbio “qui”: got. hēr, ags. hēr, aat. hiar. b) in prestiti dal latino, come got. mēs, ags. mēsa, aat. mias “mensa” dal lat. mēsa oppure ags. tigele, aat. ziagal dal lat. tēgula. c) al preterito dei verbi forti di VII classe nel germ. settentrionale e occidentale. In got. si hanno invece forme con raddoppiamento della radice: cfr. got. haihait “chiamai”, pret. sg. di haitan “chiamare” con ags. hēt, pret. di hātan. Non tutti gli studiosi sono concordi nell’attribuire /ē2/ allo stadio del germanico comune; circa la sua origine sono state formulate varie ipotesi. Potrebbe derivare dal dittongo ie. EI che avrebbe avuto in germanico un duplice esito, a seconda che seguisse vocale aperta (>/ē2/) oppure chiusa (> /ī/). Questa ipotesi confermerebbe uno sviluppo di questo fonema in corrispondenza dei fenomeni metafonici del germanico comune (innalzamento). Relativamente ai verbi forti di VII classe si è anche ipotizzato che fosse l’esito di contrazione tra la sillaba di raddoppiamento e la vocale radicale. Infine /ē2/ è stata ricondotta anche al dittongo lungo ie. ĒI. Il vocalismo dall’indoeuropeo al germanico -4- Lezioni dott.ssa Giampiccolo Filologia germanica a.a. 2008-2009 ESEMPI : VOCALI BREVI 1) ie. AGROS, lat. ager “campo” germ. *akraz, got. akrs, ags. æcer3, ingl. acre 2) ie. KWOD, lat. quod “che cosa” germ. *hwat, got. hva, ags. hwæt, ingl. what) 3) ie. PƏTER, lat. pater “padre” germ. *fađēr, got. fadar, ags. fæder 4) ie. ED-, lat. edere “mangiare” germ. *et-, got. itan4, ags. etan 5) ie. PISK-, lat. piscis “pesce” germ. *fiskaz, got. fisks, ags. fisc 6) ie. SUNUS “figlio” germ. *sunuz, got. sunus, ags. sunu ESEMPI: VOCALI LUNGHE 1) ie. BHRĀTĒR, lat. frāter “fratello” germ. *brōþar, got. brōþar, ags. brōþor 2) ie. PŌD-, gr. podós “piede” germ. *fōt-, got. fōtus, ags. fōt 3) ie. DHĒ- “azione” germ. *dē1-, got. dēþs, ags. dæd (ingl. deed) 4) ie. SUĪNOS, lat. suīnus “maiale” germ. *swīna(n), got. swein5, ags. swīn (ingl. swine) 5) ie. MŪS, lat. mūs “topo” germ. *mūs, ags. mūs 6) ie. KĒIR “qui” germ. *hē2r, got. hēr, ags. hēr (ingl. here) 3 Germ.*/a/> ags. /æ/, tranne quando nella sillaba seguente c’è una vocale velare (/a, o, u/) o se segue /w/. Germ.*/e/> got. /i/. 5 La grafia <ei> in got. indica /ī/. 4 Il vocalismo dall’indoeuropeo al germanico -5- Lezioni dott.ssa Giampiccolo Filologia germanica a.a. 2008-2009 1.b Dittonghi Si distinguono in ie. dittonghi brevi e lunghi: in genere i dittonghi lunghi compaiono nelle desinenze. Per quello che riguarda lo sviluppo del vocalismo dall’ie. al germ., sono importanti soprattutto quelli brevi. Si ricostruiscono sei dittonghi brevi per l’ie.: AI OI EI AU OU EU In germ. si è avuta una riduzione dei loro numero, anche in corrispondenza della riduzione delle vocali brevi: I ie. AI, OI> germ. */ai/ II ie. AU, OU> germ. */au/ III ie. EI> germ. */ī/ Quindi, confrontando ie. e germ., si hanno per i dittonghi le seguenti corrispondenze: ie. germ. AI, OI AU, OU ai au Il vocalismo dall’indoeuropeo al germanico -6- EI EU ī eu Lezioni dott.ssa Giampiccolo Filologia germanica a.a. 2008-2009 ESEMPI: DITTONGHI 1) ie. GHAIDOZ “capra” germ. *gaitaz, got. gaits, ags. gāt6 2) ie. OINOS, lat. unus “uno” germ. *ainaz, got. ains, ags. ān 3) ie. AUG- “crescere, aumentare” germ. *auk-, got. aukan, ags. ēacian7 4) ie. ROUDHOS “rosso” germ. *rauđaz, got. rauþs, ags. rēad 5) ie. STEIGH- “andare, salire” germ. *stīg, got. steigan, ags. stīgan8 6) ie. GEUS- “scegliere” germ. *keus-, got. kiusan, ags. cēosan9 6 Germ. */ai/> got. /ai/, ags. /ā/. Germ. */au/> got. /au/, ags. /ēa/. 8 Germ. */ī/ continua in tutte le lingue germ. 9 Germ.*/eu/> ags. /ēo/. 7 Il vocalismo dall’indoeuropeo al germanico -7- Lezioni dott.ssa Giampiccolo Filologia germanica a.a. 2008-2009 2. FENOMENI DI INNALZAMENTO E ABBASSAMENTO VOCALICO, ALLUNGAMENTO I fenomeni che vengono descritti qui si riferiscono allo stadio del germanico comune, sono cioè fenomeni comuni alle lingue germ., anche se in alcune lingue si possono avere esiti particolari. È il caso, ad esempio, del got., come vedremo, ma anche dell’ags. dove non si ha l’abbassamento vocalico se segue una nasale /m, n/. Rispetto ai fenomeni del vocalismo del protogermanico, che si realizzano sempre, questi fenomeni sono invece di tipo combinatorio, in quanto richiedono particolari condizioni e sono causati da elementi che seguono la sillaba in cui si trova la vocale interessata. Questi mutamenti fonetici si sono prodotti dopo il fissarsi dell’accento sulla sillaba radicale e il conseguente indebolimento della frontiera sillabica: le vocali in sillaba atona, prima di indebolirsi, avrebbero però esercitato un’influenza sulla sillaba radicale e prodotto questi fenomeni fonetici. Per comprendere meglio l’innalzamento e l’abbassamento vocalico è bene tenere presente il triangolo vocalico, o per meglio dire il trapezio vocalico, dove le vocali sono distinte in base all’articolazione (palatali, centrali, velari) e al grado di apertura (alto, medio, basso). Palatali Alte Medie Centrali Velari /i/ /u/ /e/ /o/ Basse Il vocalismo dall’indoeuropeo al germanico /a/ -8- Lezioni dott.ssa Giampiccolo Filologia germanica a.a. 2008-2009 2.1 Innalzamento L’innalzamento vocalico interessa la vocale palatale /e/ in sillaba radicale, che dà esito di /i/ se è seguita da nasale più consonante o da /i, j/ nella sillaba successiva: NC germ. * /e/> /i/ C1 /i, j/ Si hanno poi esiti particolari in alcune lingue germ., come indicato nel seguente schema: germ. * /e/> ags. /i/ se segue nasale semplice /m, n/ germ. * /e/> aat. /i/ se segue /u/ germ. * /eu/> an., aat. /iu/ se segue /i, j/ Vediamo alcuni casi: 1) il verbo “cantare” è in inglese (to) sing e in tedesco singen; ags., aat. singan risale a germ. *singw -. Si è avuto nelle lingue germ., e già a livello del “germanico comune”, il fenomeno dell’innalzamento vocalico, essendo la vocale radicale seguita da nasale+cons.: ie. SENGwH-, germ. *sengw > *singwgot. siggwan, an. syngva, ags. singan10, aat. singan. 10 In ags. e aat. la labiovelare /gw/, ancora conservata in got. e an., si è semplificata, dando esito di velare /g/. Il vocalismo dall’indoeuropeo al germanico -9- Lezioni dott.ssa Giampiccolo Filologia germanica a.a. 2008-2009 2) La III sg. ind. pres. del verbo “essere” è in inglese is e in tedesco ist “è”. La vocale radicale presenta innalzamento, in quanto seguiva, nella forma ricostruita dell’ie. e del germ., la vocale palatale /i/. ie. ESTI, lat. est germ. *est(i)> *ist(i), got. ist, an. es, ags. is, aat. ist 3) Resta da considerare il caso in cui il fenomeno dell’innalzamento sia causato da /j/. Come esempio prendiamo il verbo “sedere” ingl. (to) sit, ted. sitzen. La forma ricostruita del germ. *setjan(an) mostra chiaramente l’origine e le condizioni del fenomeno. ie. SEDgerm. * setjan(an)> *sitjan(an) got. sitan, an. sitia, ags. sittan, aat. sizzen11 4) Se consideriamo il verbo “ prendere”, abbiamo ags. niman e aat. neman a cui corrisponde il ted. nehmen. Per l’ags e le lingue ingevoni il fenomeno dell’innalzamento è causato ed ha luogo anche davanti alla nasale /m/ che segue la vocale radicale. germ. * neman(an) got. niman12, an. nema, ags. niman, aat. neman 5) L’aggettivo ted. viel “molto” che deriva da aat. filu, esemplifica il caso particolare dell’innalzamento prodotto dalla vocale /u/. ie. PELgerm. *felu, got. filu, ags. feolu13, aat. filu 11 Nelle forme ags. e aat. si è avuta anche la geminazione dell’occlusiva dentale, causata dalla semivocale /j/; in aat. si ha per la geminata l’esito di affricata (II mutazione consonantica). 12 Si ricorda che in got. /i/ è esito fisso: quindi non si tratta di innalzamento. 13 Nella sillaba radicale si ha l’esito di metafonia velare. Il vocalismo dall’indoeuropeo al germanico - 10 - Lezioni dott.ssa Giampiccolo Filologia germanica a.a. 2008-2009 2.2 Abbassamento vocalico L’abbassamento della vocale radicale si verifica quando nella sillaba seguente compare una vocale di timbro aperto (/a, e, o/) purché non sia interposto il nesso nasale+cons.: germ. */i/> /e/ germ. */u/> /o/ germ. */eu/> /eo/ Particolari sono le condizioni in cui si verifica questo fenomeno in got. rispetto alle altre lingue germ. e, precisamente: germ. */i/> got. aí se segue /h, ¥, r/ germ. */u/> got. aú 14 ESEMPI: ABBASSAMENTO VOCALICO 1) ie. UIROS “uomo” lat. vir germ. *wiraz, got. waír, ags. wer 2) ie. DHUGHƏTĒR “figlia” germ. *duhtēr, got. daúhtar, ags. dohtor 3) ie. TEUTĀ “popolo” germ. *þeuđō, got. þiuda, ags. þēod 4) germ. *gulþa, ags. gold “oro” 14 Le grafie <aí>, <aú> del got. corrispondono a delle vocali aperte //, //. Il vocalismo dall’indoeuropeo al germanico - 11 - Lezioni dott.ssa Giampiccolo Filologia germanica a.a. 2008-2009 2.3 Allungamento vocalico In germ. le radici che presentano vocale breve seguita da nasale + /h/ subiscono l’allungamento di compenso della vocale, in quanto la nasale cade davanti a spirante sorda velare. Peculiarità delle lingue ingevoni (ags., as., afris.) è fra l’altro la caduta della nasale davanti a qualunque spirante sorda: cioè, la nasale in questi dialetti non cade non solo davanti alla fricativa velare germ., ma in genere quando segue una spirante sorda (/ƒ, þ, h, s/); di conseguenza, la vocale che precede si allunga15. germ. */anh/> /āh/ germ. */inh/> /īh/ germ. */unh/> /ūh/ In seguito all’evoluzione */anh/> /āh/ nel sistema vocalico del “germanico comune” viene ad essere di nuovo presente /ā/ e si ritorna così ad un sistema a cinque vocali. Secondo alcuni autori (come van Coetsem, 1970) si sarebbe avuto dapprima l’esito di vocali nasalizzate e solo successivamente queste vocali si sarebbero realizzate come lunghe. ESEMPI ie. TONG- “pensare” germ. *þankiđō(n), got. þāhta, ags. þōhte16 germ. *þunkiđō(n) “sembrai”, got. þūhta, ags. þūhte 15 Si veda ad esempio: germ.*uns “a noi”> ags. ūs. Per influenza della nasale seguente, */ā/ proveniente dal nesso /aŋ/ davanti ad /h/ ha come esito in ags. /ō/; es.: germ. *faŋhan> ags. fōn “afferrare” o germ. *brahta> ags. brōhte “portai”. 16 Il vocalismo dall’indoeuropeo al germanico - 12 - Lezioni dott.ssa Giampiccolo Filologia germanica a.a. 2008-2009 3. FENOMENI DELLE LINGUE GERMANICHE: FRATTURA E METAFONIE Sin qui sono stati trattati i fenomeni metafonici del “germanico comune” che, pur con modalità diverse, interessano tutte le lingue germ., mentre i fenomeni che ora prenderemo in considerazione non si realizzano in got. e non trovano attestazione neppure nelle iscrizioni runiche più antiche. 3.1 La frattura (in ags.) Il fenomeno della frattura interessa l’ags. e l’an. Si ha una doppia articolazione della vocale radicale per effetto di suoni presenti nella sillaba successiva. In an. è la vocale /e/ che subisce frattura, a seconda se segua /a/ oppure /u/. Esempio: germ. *erđu > an. irđ “terra” (cfr. ags. eorþe17). In ags. le vocali palatali subiscono frattura, se segue liquida+cons. (/l, r, m, n/ + cons.) oppure la fricativa velare /h/. Per le grafie è da ricordare che il secondo elemento rappresenta un suono d’appoggio di tipo velare, quindi questi esiti non devono essere confusi con i dittonghi. Con il termine di frattura si indica, in sostanza, lo sviluppo di una vocale velare da parte delle palatali. Avremo quindi per l’ags.: æ > ea e > eo i > io ESEMPI: got. naht, ags. neaht “notte” germ.*warm-az> ags. wearm “caldo” germ.*kaldaz> ags. ceald “freddo” germ.*fehu (/h/ intervocalica)> ags. feoh “bestiame” germ.*hard> ags. *hærd> heard “duro” germ.*nāh> ags. neah “vicino” germ.*werþan> ags. weorþan “diventare” 17 In ags. non vengono distinte le grafie <þ> e <đ>, in questo caso si ha una fricativa sonora perché si trova tra vocali. Il vocalismo dall’indoeuropeo al germanico - 13 - Lezioni dott.ssa Giampiccolo Filologia germanica a.a. 2008-2009 3.2 La metafonia Con il termine metafonia (ted. Umlaut) si intende il mutamento della vocale radicale per l’influenza di suoni presenti nella sillaba successiva. Si distingue una metafonia palatale, se a produrre il fenomeno è /i, j/, e una metafonia labiale, se segue invece /u, w/. Nel caso della metafonia palatale si assiste ad una palatalizzazione di vocali posteriori, mentre per la metafonia labiale si ha un arrotondamento delle vocali anteriori. Si tratta di fenomeni di fonetica combinatoria che si realizzano nelle lingue germ., ma che non ricorrono in tutte le lingue e nello stesso periodo. Ad esempio la metafonia labiale è presente solo nell’an. e nell’ags. Questi fenomeni hanno dato quindi origine nelle singole lingue ad un aumento delle vocali. Inoltre le metafonie possono avere ancora rilevanza nelle lingue moderne, a livello morfologico, come ad es. nella formazione del plurale di alcuni sostantivi (si veda inglese foot, che forma il plurale feet a partire dal germ. *fotiz). Tratteremo qui in dettaglio solo il fenomeno della metafonia palatale. 3.3 La metafonia palatale Con questo fenomeno si modifica la pronuncia delle vocali posteriori e di alcuni dittonghi in sillaba radicale per effetto di /i, j/ della sillaba seguente. La metafonia palatale riguarda tutte le lingue germ. ad eccezione del got. È ampiamente attestata in ags. e an., per cui alcuni studiosi hanno riportato il fenomeno all’area ags. e hanno considerato una successiva diffusione sia verso nord che verso sud. La diffusione del fenomeno sul continente ha richiesto un più lungo arco di tempo rispetto alla sua realizzazione in ags. o in an.; in epoca antica si hanno soltanto alcuni esiti. In particolare, l’aat. è toccato dal fenomeno solo per quello che riguarda /à/> /è/ (metafonia palatale primaria) mentre le altre vocali, lunghe e brevi, e i dittonghi subiranno metafonia solo in epoca mat. (metafonia palatale secondaria). Il vocalismo dall’indoeuropeo al germanico - 14 - Lezioni dott.ssa Giampiccolo Filologia germanica a.a. 2008-2009 Nella tabella sono rappresentate gli esiti di metafonia palatale in ags.: */a/> ags. /e/ */ā/> ags. /Ú/ */o/> ags. /e/ */ō/> ags. /Ê/> /ē/ */u/> ags. /y/ */ū/> ags. /‘/ */au/> ags. īe> /‘/ */eu/> ags. īe> /‘/ ESEMPI: METAFONIA PALATALE germ. *satjan, ags. settan “porre”; germ. *namnjan(an), ags. nemnan “nominare” */ā/ > ags. /Ú/ germ. *mēriaz, ags. mÚre “famoso” */ō/> ags. /Ê/> /ē/ germ. *sōkjan(an), ags. sēcan “cercare”; germ. * fōt-iz, ags. *fÊt> fēt “piedi” */u/> ags. /y/ germ. *þunkjan(an), ags. þyncan “sembrare” */ū/> ags. /‘/ germ. *mūsiz, ags. m‘s “topi” */au/> ags. īe> /‘/ germ.*hauzjan(an), ags. hīeran> hran “ascoltare” */eu/> ags. īe> /‘/ germ. *leuhtjan(an), ags. līehtan> lhtan “risplendere” */a/> ags. /e/ Il vocalismo dall’indoeuropeo al germanico - 15 - Lezioni dott.ssa Giampiccolo