Ferrari scontato pure alla Coop, I consumatori: era ora
TRENTO - Decine i commenti sia sul
sito dell'Adige che sul blog Trentino
Wine, che aveva per primo dato la
notizia, sulla vendita «sottocosto», a
8,99 euro invece di 13, dello
spumante Ferrari Brut nei
supermercati Esselunga prima di
Natale. In gran parte i consumatori
plaudono all'iniziativa, presa, come
hanno precisato le Cantine Ferrari,
autonomamente dalla catena
commerciale. «Viva i supermercati
che rendono il buon vino accessibile
a tutti», «è il suo prezzo reale, non
vale di più, forse meno», «a quando
l'Esselunga in Trentino?». Insomma
un collettivo «era ora».
Intanto su Trentino Wine viene
segnalato un caso analogo:
all'Unicoop di Firenze lo stesso
Ferrari Brut Trentodoc viene offerto
ai soci a 7,87 euro, poco più della
metà del prezzo «normale». E il
blogger collettivo Cosimo Piovasco eli
Rondò precisa la sua critica: niente
di male nella «proletarizzazione» del
Ferrari, il punto è che stride con i
milioni di euro pubblici spesi per la
promozione del Trentodoc con un
taglio diverso, di prodotto di qualità
per cui spendere.
«La questione è delicata - commenta
il direttore dell'Istituto Trentodoc
Fabio Piccoli - Ha fatto bene Matteo
Lunelli a specificare che sono scelte
della catena distributiva e non della
cantina. Sono cose che avvengono
frequentemente perché oggi, nel
rapporto tra produzione e
distribuzione, è a quest'ultima che si
dà una delega importante
sull'immagine dei prodotti.
Ricordiamo che il 70% del vino viene
venduto nei supermercati».
Quindi il problema c'è. «Dobbiamo
trovare una modalità di confronto e
un dialogo con la grande
distribuzione - prosegue Piccoli - Per
il metodo classico di qualità, come il
Trentodoc, l'immagine è
fondamentale». L'Istituto sta per
varare il nuovo osservatorio che
monitorerà prezzi e vendite. «Ma
servirà anche al rapporto tra
produzione e grande distribuzione.
Entrare con prodotti sottocosto,
civetta, rischia di delegittimarne
l'immagine. La stessa grande
distribuzione ha il vantaggio di
aumentare il valore di certi prodotti,
su cui da tempo ha perso
redditività». Comprensibile, sostiene
Piccoli, la reazione dei consumatori
«perché finora l'unica leva di
comunicazione con loro è stato il
prezzo. Per comunicare meglio
bisogna coinvolgere tutta la filiera.
Prevedere, ad esempio, la vendita
assistita con personale specializzato
o i momenti di promozione di
prodotti come il vino nei
supermercati, con promoter a
rotazione, come si fa in Francia e
negli Stati Uniti». I primi dati sulle
vendite 2011 del Trentodoc (vedi a
fianco) dicono che il valore è
cresciuto più dei volumi. «Dei 37
produttori di Trentodoc solo pochi, i
più grandi, vanno nei supermercati,
_anche,se. oeriortuna. è finita
l'epoca provincialistica in cui non ci
si andava. Ma dobbiamo tener duro
sul posizionamento» conclude
Piccoli. Lunedì in Provincia riparte il
lavoro della commissione marketing
del vino trentino.
F. Ter.
Vale più di 100 milioni
Nel 2011 le vendite di spumante
Trentodoc, secondo le prime
stime, sono aumentate del 10% in
volume rispetto al 2010,
passando da 8,2 milioni a circa 9
milioni di bottiglie. Il concorrente
Franciacorta ne ha vendute 11,6
milioni.
• Fatturato salito dell'I 1-12%
In valore le vendite del
Trentodoc sono cresciute più
che in volume: il fatturato 2011 è
salito dell'11-12% rispetto
all'anno precedente.
La produzione lorda vendibile
della filiera del Trentodoc vale
oltre 100 milioni di euro. Dati più
accurati su fatturato, prezzi e
canali di vendita saranno
prodotti dal nuovo osservatorio
dell'Istituto Trentodoc.
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