+ due parole 41 grafica Tif&Bit luglio-ottobre 2009 La tecnologia software del Business Process Management (BPM) p. 8 Scuole e ospedali: la mappa dei siti a rischio p. 14 Il futuro del Paese nei Comuni p. 18 Bruxelles: la capitale d’Europa p. 30 41 indice business e operazioni 3 Privatizzazione dell’ATCM di Modena intervista 4 “Dottorato in Economia delle Istituzioni e dei Mercati Finanziari”, intervista del Prof. Gustavo Piga news 5 “Gli studi e le sudate carte” 6 Quando la formazione incontra il gioco 8 La tecnologia software del Business Process Management (BPM) 11 Piccoli gesti per un futuro più “verde” eventi 12 Museo per un giorno 14 Scuole e ospedali: la mappa dei siti a rischio 18 Il futuro del Paese nei Comuni 20 WORLD MAGNETIC TOUR due+parole Anno IX - N° 41 luglio - ottobre 2009 Responsabile della pubblicazione Daniela Condò Coordinamento editoriale Federica Nesta In redazione Fabio Attili, Alberto Brandolini, Floriana Filippini, Angelo Galasso, Andrea Longhi, Massimo Morgagni, Andrea Russo, Stefano Scaroina, Giancarlo Simoncini, Ugo Trenta. Hanno collaborato Anita Buffarini, Paola Di Sciullo e Charlotte Verdin. Redazione via XX Settembre, 30 - 00187 Roma Per qualunque suggerimento o consiglio potete contattarci: Ufficio Comunicazione Dexia Crediop S.p.A. email: [email protected] tel. 06.4771.3480 – 4640 fax 06.4771.5963 22 24 26 28 34 40 40 2 due+parole libri due+parole letture due+parole ricette dicono di noi la meta... Bruxelles: la capitale d’Europa un saluto a... calendario eventi business e operazioni 41 Privatizzazione dell’ATCM di Modena È il raggruppamento costituito da Ratp Dévéloppement e Ferrovie Emilia Romagna il partner industriale che gli Enti locali della Provincia di Modena, con l’assistenza di Dexia Crediop, hanno selezionato per l’ATCM S.p.A., società che gestisce il trasporto pubblico locale. L’ATCM S.p.A. è la società che gestisce - con oltre 600 dipendenti ed una flotta di 400 bus e filobus - il servizio urbano ed extraurbano della Provincia di Modena. Nel corso degli ultimi anni, anche in considerazione del mancato adeguamento dei contributi regionali del Contratto di servizio e degli investimenti realizzati, l’ATCM ha registrato un progressivo e significativo deterioramento dei risultati economici. La Provincia di Modena ed i 47 Comuni del bacino provinciale hanno costituito l’Agenzia per la Mobilità e il Trasporto Pubblico locale di Modena S.p.A. (che detiene i beni essenziali all’esercizio del servizio ed è incaricata del monitoraggio dell’esercizio del servizio) ed hanno affidato alla stessa il compito di procedere alla selezione, mediante gara pubblica e secondo precise linee guida, di un partner industriale di minoranza per l’ATCM. Si è optato per una modalità di ingresso del partner industriale in grado di assicurare all’ATCM nuove risorse finanziarie; al partner, infatti, era riservato un aumento del capitale sociale di ATCM a pagamento al fine di acquisire il 49%. Ben cinque società hanno manifestato interesse alla procedura; oltre alle italiane ATM di Milano ed ATC di Bologna, si sono presentate le francesi Transdev (già aggiudicataria della gara del Comune di Genova) e RATP Dévéloppement (in cordata con Ferrovie Emilia Romagna), nonché il Gruppo inglese Arriva. Le cinque aziende hanno avuto modo di svolgere una completa analisi dell’ATCM e di incontrare sia il Top Management della Società, sia i rappresentanti degli Enti locali. Le aziende sono state, infine, invitate a presentare un’offerta vincolante, articolata in offerta tecnica (lo schema di Piano Industriale) e offerta economica. A seguito dell’esame delle offerte da parte di apposita commissione di gara è risultato aggiudicatario il raggruppamento costituito tra RATP Dévéloppement e FER; oltre ad una buona offerta tecnica (37 su 50 punti), è risultata rilevante l’offerta economica pari a 10,2 milioni di euro. Gli Enti locali hanno espresso la piena soddisfazione per l’esito della gara considerato l’ingresso nel capitale di ATCM di un partner di livello internazionale, nonché l’ammontare dell’aumento di capitale. L’Agenzia di Modena e gli Enti Locali modenesi per strutturare ed attuare la selezione del partner si sono avvalsi dell’assistenza di Dexia Crediop; la nostra Banca conferma, con tale operazione, la rilevante esperienza in operazioni di privatizzazione e valorizzazione di aziende pubbliche operative nel TPL. Analoghi incarichi, conclusi positivamente, sono stati svolti in anni recenti da Dexia Crediop per la Provincia di Lucca, il Comune di Genova e gli Enti locali di Mantova. Articolo a cura di Alberto Brandolini Immagini di Dexia Crediop 3 41 intervista “Dottorato in Economia delle Istituzioni e dei Mercati Finanziari”, intervista al Prof. Gustavo Piga Il Centro Alberto Beneduce e Dexia Crediop investono nella formazione dei giovani talenti, collaborando con la Facoltà di Economia dell’Università di Tor Vergata per lo sviluppo del dottorato. Professor Piga, può fornirci in poche righe una breve descrizione del Vostro profilo professionale? «In tutto il mondo i Dottorati coprono una nicchia di eccellenza formativa. In Italia fino a poco tempo fa venivano utilizzati spesso come “parcheggio” per gli assistenti dei docenti, privi di Prof. Gustavo Piga Direttore del fondi. Ormai la realtà globalizzata Dottorato di Ricerca in Econoci spinge sempre più rapidamente mia delle Istituzioni e dei Mercati Monetari e Finanziari a competere fornendo prodotti simili a quelli delle migliori esperienze, in particolare nel campo degli studi economici. Così, grazie anche all'importante aiuto di sostenitori di prestigio come Dexia Crediop e il Centro Alberto Beneduce, abbiamo strutturato con riflessione e impegno, in pochi anni, un programma che potesse aprire al meglio sbocchi in quei campi di eccellenza (World Bank, Fondo Monetario Internazionale, Banche Centrali, Società di Valutazione del Rischio di Credito, Banche Internazionali, Università) che richiedono una formazione avanzata. Il primo anno è, dunque, costituito da circa 500 ore di docenza, svolta da alcuni tra i più noti economisti finanziari al mondo, alcuni dei quali sono docenti di Tor Vergata, altri provenienti da diverse Università nazionali ed internazionali». Quali sono i progetti per il Dottorato di cui Vi occupate? E quali i risultati conseguiti? «Dopo il periodo di formazione di un anno, gli studenti devono completare nel corso di due anni una tesi di dottorato che permetta loro di ottenere visibilità internazionale, dimostrando di aver acquisito una qualità di ricerca sopra la media. Tutte le nostre tesi sono attentamente valutate prima di potere essere ammesse alla discussione. Nei due anni sono previsti momenti di 4 verifica che stimolano i candidati a terminare in tempo il loro lavoro. L’anno scorso due dei nostri studenti sono entrati presso Banca Mondiale e FMI, mentre un terzo lavora oggi per Algorythmics ed altri ancora sono consulenti di successo». Qual è la Vostra opinione del Sistema Universitario? Cosa pensate del rapporto tra mondo accademico e mondo del lavoro? «Il Sistema Universitario italiano manca dei giusti incentivi per fare qualità. I soldi arrivano, al contrario di quello che dicono molti, ma non seguono la qualità: sono spesso a pioggia. Il rapporto con il mondo del lavoro parte, dunque, con qualche pregiudizio perché la reputazione media non è eccellente e si fa fatica a convincere il mondo del lavoro. Tuttavia quest’ultimo non è esente da colpe: è pigro, lento a cercare talenti, segue troppo l'umore dei vertici aziendali e non politiche di collaborazione strutturate. Dexia Crediop in questo modo si è rivelata un’eccezione». In che modo state cercando di costruire relazioni con il mondo del lavoro? «Partiamo da Dexia Crediop, una delle poche realtà che invece di accontentarsi del logo pubblicitario, ha sfruttato quella che io considero la nostra maggiore merce di scambio nella collaborazione: la possibilità per i propri dipendenti di frequentare alcuni dei corsi, quelli tra i più operativi, ovviamente. I docenti che insegnano sono di calibro internazionale e seguire le loro lezioni è una preziosa opportunità per i discenti. Sfruttare questa possibilità dimostra un’intelligente politica di formazione dell’azienda». In che modo la collaborazione con Dexia Crediop può risultare per Voi proficua? «Senza Dexia Crediop non avremmo potuto portare a Roma alcuni tra i più qualificati docenti al mondo. Siamo forti anche grazie a Dexia Crediop e non finirò mai di essergliene grato. Quando vengo a sapere dove si trovano i miei ragazzi, con opportunità lavorative fantastiche, mi dico che valeva la pena collaborare in questo modo. Si costruisce il futuro di tanti giovani e ciò è bellissimo». Articolo a cura di Ugo Trenta Immagine di Dexia Crediop news 41 “Gli studi e le sudate carte” L’ufficio Strategie Commerciali realizza per Dexia Crediop degli studi, richiesti e apprezzati dalla clientela, dai rappresentanti del settore economico – finanziario e dalla stampa. Nel mese di settembre sono stati pubblicati i numeri delle due ricerche di Dexia Crediop – le Public Finance – dedicate al Trasporto Pubblico Locale (TPL) e all’analisi congiunturale degli Enti locali e territoriali. Quest’ultimo studio è un appuntamento abituale poiché ogni anno segue la presentazione della Nota di Congiuntura, l’analisi che Dexia Crediop svolge sull’andamento aggregato dei bilanci di Comuni, Province e Regioni. Si tratta di uno strumento particolarmente apprezzato dagli operatori del settore e da quanti sono interessati al tema, perché rappresenta una delle poche analisi disponibili ed è la più aggiornata. Il numero sul TPL fa parte, invece, degli approfondimenti monografici che hanno la caratteristica di essere dedicati a temi d’attualità nell’ambito del settore pubblico e dei servizi pubblici. Gli argomenti scelti per la pubblicazione sono di supporto all’affermazione della notorietà di Dexia Crediop presso la diversa clientela degli Enti territoriali, accompagnando e supportando la diversificazione commerciale. I numeri precedenti hanno ad esempio riguardato le Università, le Autorità Portuali e il Social Housing. Questi approfondimenti sono sviluppati con l’intento di divulgare, su temi in dibattito, un quadro d’insieme sintetico e quindi di rapida lettura, che sia accurato e si sforzi di mettere a fuoco gli aspetti principali. Le Public Finance sono un utile strumento anche per l’impostazione di fascicoli a carattere completo, divulgativo e di formato snello. Spesso, infatti, sono disponibili studi e analisi molto ponderosi, focalizzati su aspetti particolari e specialistici, che danno già per acquisita la visione d’insieme e sono rivolti ad un numero ristretto di addetti ai lavori. Le Public Finance sono inviate ai nostri clienti e a quanti sono interessati in vario modo alle attività della nostra Banca; sono distribuite in occasione dei nostri eventi e sono un veicolo d’informazione sul nome Dexia Crediop, come banca spe- cializzata nel finanziamento e consulenza agli Enti del settore pubblico e ai soggetti operanti nei pubblici servizi. La versione cartacea degli studi è disponibile per tutti i colleghi nei distributori di piano, mentre il file pdf può essere consultato online nella sezione “Ricerche e Analisi di Mercato – Public Finance” dell’Intranet Team Spirit. Articolo a cura di Angelo Musci Immagine di Dexia Crediop 5 41 news Quando la formazione incontra il gioco Giocare significa fare esperimenti col caso (Novalis). Nell’intento di favorire la preparazione e la crescita professionale dei figli del personale dipendente, Dexia Crediop dal 1994 sponsorizza, annualmente, borse di studio 6 finalizzate ad un’introduzione qualificata nel mercato del lavoro. Stati Uniti, Inghilterra, Irlanda, Canada, Finlandia, Francia hanno ospitato, nel corso degli anni, giovani studenti di scuole superiori e universitari, che hanno avuto la possibilità di approfondire sia la conoscenza della lingua inglese news 41 specchia nelle impressioni e nei commenti espressi al ritorno a casa: Giulia Di Turi: «Ho imparato anche qualcosa di nuovo sull’inglese, che non conoscevo e che sicuramente mi servirà già da subito (i sinonimi, i diversi tipi di costruzione di una frase, le differenze tra linguaggio informale e formale)… La disponibilità all’ascolto da parte di tutti i tutor verso ogni ragazzo è stata importantissima e decisiva per il rafforzamento di tutti i legami… Tutti si sono resi conto del valore del gruppo: da soli si può fare molto, ed è anche più facile, ma in gruppo, se il gruppo funziona, si lavora alla grande, si vince». I ragazzi al termine di una delle attività di Autdoor o francese sia la storia e la cultura del paese in cui hanno soggiornato. Quest’anno, allo scopo di superare i confini della tradizionale definizione di “vacanza – studio”, Risorse Umane ha optato per una formula innovativa rispetto ai classici corsi di lingua, tale da coniugare il perfezionamento della lingua inglese in modalità full – immersion e lo sviluppo di competenze trasversali (team working, problem solving, creatività, autonomia, …), oggi sempre più ricercate nel mercato del lavoro e non immediatamente riconoscibili in un titolo di studio. Accanto alla classica formazione d’aula dedicata allo studio della lingua straniera i sei partecipanti – Mattia e Sara De Luca, Chiara Vittorini, Daniela D’Andrea, Isabella Meineri e Giulia Di Turi – inseriti in un contesto outdoor hanno sperimentato sul campo, con il supporto di docenti esperti nella formazione di tipo manageriale, le proprie capacità personali attraverso giochi di ruolo pensati e realizzati tenendo conto dell’età, del percorso scolastico e delle attitudini dei ragazzi coinvolti. Il metodo seguito dai trainers nella formazione esperienziale è stato quello dell’Edutainment - “education + entertainment” - che individua nell’attività ludica lo strumento educativo più adatto a favorire l’apprendimento, coniugando efficacemente pensiero e azione. Partecipanti e docenti sono stati ospiti della Tenuta di Cortevecchia, antica villa rinascimentale toscana di 2.300 ettari, trasformata in moderna club – house, che ha rappresentato la cornice ideale per la realizzazione delle diverse attività, formative e ludiche, che si sono svolte nell’arco di due settimane, tra la fine di agosto e gli inizi di settembre. Il bilancio dell’esperienza vissuta dai partecipanti si ri- Chiara Vittorini: «Mi è servito molto anche l’inglese che studiavo la mattina, perché ho imparato tante cose che non sapevo e ne ho rinfrescate altrettante che con il tempo avevo dimenticato. Il pomeriggio ci siamo tutti divertiti con gli outdoor grazie ai quali abbiamo appreso il vero significato del team building, del problem solving, dell’importanza di un leader, della collaborazione e della comunicazione in un team. Personalmente io ho sempre preferito lavorare da sola, ma grazie a queste attività ho capito i molteplici vantaggi del lavorare in gruppo… grazie al lavoro di squadra di giorno in giorno siamo riusciti a trovare una soluzione vincente in un tempo sempre più breve». Isabella Meineri: «L'insegnamento dell’inglese è stato buono e abbastanza efficace. Oltre al ripasso di alcuni argomenti di grammatica sono state introdotte alcune forme lessicali per me nuove e non di uso comune, così come è stato fatto esercizio di lettura e pronuncia. I pomeriggi sono stati divertenti per le varie attività outdoor, che ci hanno istruito al lavoro in gruppo, su come si comunica e come ci si aiuta con il lavoro di squadra». Mattia e Sara De Luca: «Le attività erano improntate al lavoro di squadra e terminavano sempre con una spiegazione sui comportamenti personali o del gruppo e sugli obiettivi più o meno raggiunti. Per entrambi l’esperienza fatta è stata sorprendente e molto costruttiva, utile sia dal punto di vista scolastico che umano». Competenze trasversali e conoscenze tecniche rappresentano oggi, più che in passato, un binomio inscindibile nella formazione di un giovane che, terminati gli studi, si troverà a confrontarsi con le richieste, sempre più pressanti, del mercato del lavoro e con le sfide che pone una società flessibile e multi-relazionale. Articolo a cura di Paola Di Sciullo Foto di Maria Travali e Chiara Vittorini 7 41 news La tecnologia software del Business Process Management (BPM) Negli ultimi anni nel campo delle tecnologie dell’informazione si è andata affermando una categoria di nuovi prodotti software progettati per realizzare automazioni d’interi ‘processi di business’. Di cosa si tratta e quali possibilità offrono nell’ambito di un Sistema Informatico complesso? Il Sistema Informatico In un Sistema Informatico complesso possiamo riconoscere una pluralità di ‘ambienti applicativi’ compositi, costituiti da un insieme coordinato di archivi e programmi che consentono a utenti del Sistema di ‘gestire’, attraverso specifiche funzionalità, il complesso delle informazioni relative ad un determinato dominio applicativo. Costituiscono esempi noti di applicazioni, ad esempio di un Sistema Informatico Gestionale, gli ambienti per la gestione della contabilità generale, oppure del ciclo passivo (gestione amministrativa dei rapporti commerciali con i fornitori), oppure ancora di gestione dell’archivio anagrafico dei Clienti. Il coordinamento funzionale tra i diversi domini applicativi e le diverse elaborazioni è realizzato attraverso un altro elemento fondamentale che è rappresentato dall’insieme delle interfacce dati, che permettono lo scambio delle informazioni tra i diversi processi elaborativi del Sistema nel suo complesso. I Processi di Business Nella pratica aziendale è altresì noto che la produzione del valore avviene elaborando informazioni nell’ambito di “processi di business” articolati in diverse fasi ed attività, e nelle quali sono ricomprese, oltre che elaborazioni dati e automazioni applicative, anche azioni utente specifiche (relazioni con il cliente, approvazioni, validazioni e controlli, trasmissioni di e-mail, …). Lo svolgimento di uno specifico “processo di business” implica, nella generalità dei casi, interazioni con più applicazioni del Sistema Informatico e include una pluralità 8 Figura 1 Figura 2 di azioni utente specifiche. Il tema della rappresentazione dei processi di business è stato storicamente affrontato, in materia d’Organizzazione Aziendale, introducendo l’uso di modelli, basati su formalismi di rappresentazione e che nel corso del tempo hanno trovato collocazione in apposite ‘applicazioni’ informatiche capaci di offrire supporto d’automazione alle attività di modellazione e rappresentazione grafica, archiviazione, simulazione. L’analisi organizzativa del modello di processo abilita il raggiungimento di ottimizzazioni che consentano di perseguire vantaggi in termini d’efficienza di lavorazione e qualità dei servizi resi. Parallelamente, l’Information Technology, per ruolo proprio all’interno dell’organizzazione aziendale, si è occupata di applicare le tecnologie dell’informazione per l’automazione delle varie parti del processo di business attraverso l’implementazione di programmi, applicazioni, workflow di processo e interfacce dati. news Figura 3 Figura 4 Da un lato, quindi, la vista statica di un modello del processo, familiare all’utente di business, dall’altro l’automazione nel Sistema Informatico, realizzata dagli specialisti IT e solo da questi comprensibile nei suoi aspetti di relazione con i processi di business. Due espressioni della medesima sostanza, il “processo di business”, che la tecnologia software di BPM consente di portare a convergenza coniugando la rappresentazione “business” con la rappresentazione ‘tecnica’ implementata nei Sistemi. Vediamo come. Le soluzioni di Business Process Management Le componenti software di una soluzione di BPM rendono possibile la gestione dei processi di business in modo consistente tra vista business e implementazione IT: ⇒ Gli analisti di business possono gestire la rappresentazione di modelli di processo. ⇒ Gli analisti IT completano il modello introducendo la rappresentazione degli elementi tecnici, che permettano di giungere ad una versione eseguibile nell’ambito del Sistema Informatico, che realizzi l’azione di coordinamento – orchestrazione – delle diverse fasi ed attività previste, siano esse costituite da elaborazioni o 41 risultati resi da applicazioni, piuttosto che da task utente manuali. ⇒ Costituisce caratteristica fondamentale di una soluzione BPM la possibilità di effettuare il monitoraggio del processo in fase esecutiva, per verificare lo stato d’avanzamento del processo stesso e al fine di misurare gli indicatori fondamentali (Key Performance Indicators, come numero di pratiche lavorate e/o scartate in anomalia, tempi di completamento, situazioni di incaglio pratiche). L’analisi degli indicatori consente di perseguire logiche d’ottimizzazione dell’esecuzione intervenendo con opportune azioni di reenginering del processo stesso. L’utilizzo di un medesimo modello di riferimento per la rappresentazione sia funzionale che tecnica del processo, rende quindi possibile un migliore confronto tra analisti di business e analisti IT. I vantaggi ottenibili I vantaggi perseguibili nell’adozione della tecnologia software del BPM nell’automazione dei processi sono prevalentemente: → controllo dei parametri di misura del livello di servizio erogato (Service Level Agreement) riferiti ai processi di business, con conseguente incremento della qualità del servizio reso (QoS - quality of service) nei confronti del Cliente finale, sia interno che esterno all’Organizzazione; → migliore allineamento tra le funzioni Business e l’IT, sulla base di un confronto di migliore efficacia derivante dalla condivisione di modelli d’analisi rappresentativi sia della vista business dei processi che di quella relativa alle automazioni; → maggiore visibilità e controllo dei processi, nella loro interezza, per l’utenza di Business; → incremento della produttività ed efficienza nell’esecuzione, derivanti dal fatto che l’adozione della tecnologia BPM porta in generale ad incrementare il grado d’automazione nei processi. La tecnologia BPM consente, inoltre, di orientare l’intervento umano nei tasks di processo 9 41 news alla sola gestione delle situazioni d’eccezione, consentendo quindi di governare al meglio elevati volumi (caratteristica di scalabilità) ed elevata complessità di processo. → il miglior controllo e visibilità sui processi di business implementati è, inoltre, fattore abilitante nell’incrementare la capacità dell’Organizzazione nel gestire cambiamenti (change management) derivanti da nuove opportunità di business ovvero da vincoli di contesto, in modo ‘agile’, con riduzione del time – to – market nel delivery delle nuove soluzioni e servizi. L’applicazione della tecnologia BPM in Dexia Crediop Nell’ambito delle iniziative progettuali della nostra Banca, nel corso dell’anno 2008 è stato identificato, come contesto specifico per l’applicazione della tecnologia BPM, il progetto Automazione MtM / CVA. Il progetto è entrato in fase realizzativa nel corso del secondo semestre 2008. Attualmente sono in corso le verifiche di parallel – run per l’avvio operativo in produzione della soluzione d’automazione. I processi di business di riferimento, propri dell’area del Market Risk, riguardano i controlli giornalieri del valore di Mark – to – Market (MtM) per le operazioni Derivati e la valorizzazione dei flussi mensili sul MtM e CVA dei Derivati per l’alimentazione della Staging Area. Si tratta della prima applicazione, nella nostra Banca, della nuova tecnologia. Nei prossimi mesi, anche sulla base della valutazione dei risultati ottenuti con la soluzione d’automazione implementata, saranno analizzate, in termini di fattibilità, nuove opportunità d’applicazione. Articolo a cura di Massimo Morgagni Immagini di Dexia Crediop 10 news 41 Piccoli gesti per un futuro più “verde” Se non agiamo rapidamente per tutelare l'ambiente che ci circonda, per salvaguardare le risorse naturali e per combattere i cambiamenti climatici, fra qualche decennio il mondo in cui viviamo sarà molto diverso. Ognuno di noi avrà più volte sentito, letto e forse percepito in prima persona, che la lotta ai cambiamenti climatici e, più in generale, la salvaguardia ambientale sono ormai problemi di importanza globale. Se non agiamo rapidamente per tutelare l'ambiente che ci circonda, per salvaguardare le risorse naturali e per combattere i cambiamenti climatici, fra qualche decennio il mondo in cui viviamo sarà molto diverso. Sarà più caldo, alcune isole e zone costiere scompariranno sotto il mare, il cui livello sta aumentando a causa dello scioglimento dei ghiacciai. Il clima sta cambiando principalmente a causa del modo in cui produciamo ed usiamo l'energia per produrre elettricità, riscaldare le nostre case e i nostri uffici, alimentare le nostre fabbriche e guidare le nostre automobili. Modificando questi modelli di comportamento ed utilizzando l’energia in modo più responsabile, potremo sicuramente fornire il nostro piccolo grande contributo affinché il pianeta possa essere più accogliente per le generazioni future e semplicemente più vivibile per noi. Il contributo che ciascuno di noi può fornire in qualità di cittadino potrebbe essere ritenuto infinitesimale, ma mai come in questo caso noi crediamo che “l’unione faccia la forza” ed è per questo che abbiamo pensato di fornirvi qualche piccolo e pratico consiglio (la brochure è disponibile sulla intranet aziendale, con accesso diretto al documento nel menù “Immagini” a destra) affinché le nostre giornate, in ufficio e a casa, siano sempre più "amiche" dell’ambiente. News a cura di Angelo Galasso Immagine realizzata da Angelo Galasso Ci saranno maggiori ondate di calore e di siccità, più temporali e più inondazioni, e il nostro Paese sarà sempre più spesso interessato da eventi disastrosi, con pesanti ripercussioni sulla nostra vita quotidiana e sul destino delle generazioni future. La possibilità di evitare che tutto ciò accada è nelle nostre mani, ma ognuno di noi, e non solo le industrie e i governi di tutto il modo, deve dare il proprio contributo. 11 41 eventi Locandina della Mostra Corrispondenze il cui file è disponibile nella sezione “Invito a Palazzo” della intranet Team Spirit Crediop Museo per un giorno Dexia Crediop ha aperto il suo “caveau” per mostrare i dieci tesori della collezione d’arte, reinterpretati da altrettanti artisti contemporanei, che hanno così dato vita alla mostra “Corrispondenze” in occasione dell’edizione 2009 di “Invito a Palazzo”. Porte aperte, per un solo giorno in tutta Italia, delle sedi storiche delle banche. L’appuntamento con l’iniziativa Invito a Palazzo, giunta alla sua ottava edizione, è ormai divenuta una tradizione. «Nelle sale dove si tengono le riunioni dei Consigli di Amministrazione, le stipule finanziarie e le operazioni di borsa – ha dichiarato Corrado Faissola, presidente dell’ABI – per un’intera giornata ha regnato solo la cultura, punto di forza degli investimenti del sistema bancario, concentrati principalmente sui restauri, le pubblicazioni e le acquisizioni». Il 3 ottobre scorso le banche hanno svelato i “segreti” dei loro edifici storici: dai gioielli architettonici barocchi e rococò alle preziose collezioni d’autore. Dexia Crediop era tra le banche aderenti all’iniziativa. Per ricordare il 90° anniversario della sua fondazione, il nostro Istituto ha presentato un progetto, che ha segnato la ripresa dell’attività volta alla promozione dell’arte e dei giovani artisti: Corrispondenze, una mostra nata per valorizzare le dieci eccellenze della collezione d’arte antica e moderna della Banca attraverso la rilettura di altrettanti artisti contemporanei. Il risultato di questo progetto, curato da Lorenzo Canova e dalla Commissione artistica della Banca, sono state dieci “coppie artistiche”, ognuna delle quali ha offerto, ed offre, particolari suggestioni: si è passati dall’immediatezza della reinterpretazione della “Veduta di I colleghi durante la visita guidata di Invito a Palazzo... Il giorno prima 12 Castel Sant’Angelo” di Gaspar Van Wittel ad opera di Andrea Acquilanti, alle Torri del Van Elven trasformate dall’ingegno di Marco Verrelli nelle metafisiche “Ciminiere della Stazione Termini”, agli energici “Spargitori di Sale” di Stefania Fabrizi, che rievocano la forza drammatica delle figure presenti ne “Le opere e i giorni” del suo maestro ed ispiratore Mario Sironi. Un’altra opera interessante in cui l’arte, concretizzata con il “Ritratto dell’atleta e modella Aimee Mullins”, si è perfettamente amalgamata con la tecnologia è il quadro di Fabrice De Nola. Infatti, in esso è possibile leggere tramite il cellulare il codice QR (Quick Response) contenuto nei tre riquadri angolari del dipinto, per la cui realizzazione De Nola si è ispirato concettualmente al tema delle “Metamorfosi” di Ovidio, ritratto nell’opera dell’Ortolano. I dieci artisti hanno esposto le proprie opere con la volontà di testimoniare la vitalità ininterrotta dei linguaggi visivi attraverso il tempo, la loro misteriosa continuità declinata attraverso il rinnovamento e le trasformazioni nei secoli. Ognuno di loro ha, quindi, individuato nelle dieci opere di Dexia Crediop dei punti di comunicazione con il proprio mondo per la creazione di un nuovo lavoro. Non ha voluto essere né una copia né una banale rievocazione, ma un'esperienza autonoma e personale, che ha trovato evocative rispondenze nel quadro o nella scultura da cui è partita nel pieno rispetto delle proprie peculiarità e della propria visione. L’iniziativa italiana si inserisce perfettamente all’interno del programma “Culture pour tous”, esposizione della collezione privata di Dexia, che il Gruppo sta realizzando in Francia, in Belgio e in Lussemburgo, con l’intento di condividere il fascino del proprio patrimonio artistico con il grande pubblico. L’appuntamento culturale con l’apertura dei palazzi storici delle banche è rinnovato al prossimo anno. Articolo a cura di Federica Nesta Foto di Dexia Crediop eventi 41 Intervista a Floriana Filippini sulla “Corrispondenza” «… Nel vitale dialogo tra passato e presente della mostra, il concetto latino di Metamorfosi è interpretato in chiave moderna come la capacità del progresso e della tecnologia di ribaltare gli svantaggi della disabilità». «Il programma Culture pour Tous inaugurato quest’anno dal Gruppo Dexia ha l’obiettivo di favorire la condivisione del patrimonio artistico della Banca con il grande pubblico e con i propri dipendenti: tale condivisione assume un ruolo importante ai fini dell’integrazione delle diverse culture presenti all’interno del Gruppo e della costituzione di una vera e propria identità culturale. Nell’ambito di questo progetto, s’inserisce l’iniziativa della mostra Corrispondenze in cui dieci artisti italiani contemporanei hanno cercato e trovato in una delle opere classiche della collezione Dexia un’idea e/o uno spunto per una loro nuova creazione: è nata così una mostra molto originale, in cui era anche divertente cercare di scoprire ed indovinare la liaison tra il classico e il moderno. La Corrispondenza che più mi ha colpita è stata quella tra il ritratto ad olio di “Aimee Mullins”, dipinto da Fabrice de Nola, ed il “Ritratto ideale di Ovidio”, attribuito a Gian Battista Benvenuto, detto l’Ortolano. L’opera classica della collezione raffigura, in alto sulla destra, la trasformazione in rane della dea Latona e dei suoi figli, tratta dal celebre racconto delle Metamorfosi di Ovidio: nel vitale dialogo tra passato e presente della mostra, il concetto latino di Metamorfosi è interpretato in chiave moderna come la capacità del progresso e della tecnologia di ribaltare gli svantaggi della disabilità. Così l’evoluzione della medicina ha permesso ad Aimee Mullins, che ha perso le gambe ad un solo anno di vita, di diventare attrice, modella e, prima ancora, atleta. Ho trovato profondamente attuale questo tipo di collegamento “metamorfosi – evoluzione del corpo umano e delle sue potenzialità”. Splendido il volto di Aimee Mullins: un bellissimo primo piano, quasi una foto, con uno sguardo vivace ed un sorriso intenso, che riflette una personalità dolce, ma allo stesso tempo determinata. Assolutamente moderno e d’avanguardia lo stile della “Pittura attiva”, con l’introduzione dei codici QR (Quick Response) fruibili dal cellulare: il ritratto di de Nola ne riporta tre, contenenti un testo della modella, un testo del pittore stesso ed un link alla pagina Wikipedia sulla modella». Contributo di Floriana Filippini. Foto di Charlotte Verdin, Internal Communication di Dexia Group 13 41 eventi Scuole e ospedali: la mappa dei siti a rischio L’analisi delle strutture pubbliche, compiuta dal Cresme, evidenzia l’elevato pericolo sismico ed idrologico a cui sono soggette, in particolare, le strutture scolastiche ed ospedaliere. Lo studio è stato presentato durante il 100 Incontro Finanziario dell’Autonomia Locale, organizzato il 15 ottobre scorso nelle Sale di Palazzo Barberini a Roma. Il tema che ha contraddistinto l’annuale appuntamento organizzato da Dexia Crediop per e con i rappresentanti degli Enti territoriali era centrato sulla necessità degli investimenti finanziari al fine di garantire la sicurezza degli edifici pubblici, in particolare nel settore scolastico e sanitario. Ad aprire l’incontro il saluto del presidente, Mario Sarcinelli, che ha invitato alla prevenzione dei disastri: «Il nostro Paese è soggetto a terremoti che sono spesso meno gravi di quelli che colpiscono zone come il Giappone. Da noi le vittime e i danni sono spesso maggiori. Chiediamoci perché e agiamo per prevenire. … Piangere i morti è un atto di pietà, ma non previene i disastri: bisogna prevedere e provvedere in tempo. In un Paese con alta instabilità fisica del territorio è un dovere del settore pubblico, ma anche di quello privato, di ciascuno e di tutti». La parola è poi passata al Direttore del Cresme, Lorenzo Bellicini, che ha presentato l’analisi dei rischi sismici e idrologici condotta dal suo Centro di Ricerca, nella quale si evidenziano i livelli di pericolosità, di vulnerabilità e di esposizione delle diverse zone territoriali soggette a rischi naturali e il livello di probabilità che avvenga una calamità. Nelle aree a rischio sismico potenzialmente elevato si trovano il 46% delle scuole ed il 41% degli ospedali, per un totale di oltre 21.500 strutture e di 4,7 milioni di utenti. In quelle a rischio idrologico ricadono, invece, circa 3.500 strutture in cui operano quasi 139.000 addetti. Tra le Province italiane, quella di Napoli ha il maggior patrimonio scolastico ed ospedaliero esposto all’alea sismica (unità locali pari all’89%) ed idrologica (circa il 19% del totale delle unità locali). 14 Il tavolo dei relatori L’elevata vulnerabilità del patrimonio edilizio italiano si deve far risalire alla costruzione degli edifici avvenuta prima del 1971, mentre la normativa antisismica è entrata in vigore nel 1974. La vetustà degli edifici non implica necessariamente un cattivo stato di conservazione delle strutture, ma è sicuramente indicativa delle tecniche di costruzione e del non utilizzo di tecnologie antisismiche. Si sono verificati anche casi di edifici costruiti dopo il 1974 e non conformi alla normativa antisismica vigente: questo uno dei motivi per il quale la mappa della pericolosità del territorio è stata aggiornata più volte nel corso del tempo. Numerosi gli interventi di ricostruzione nelle zone colpite da disastri naturali ed elevati gli investimenti finanziari, ma non ancora abbastanza. L’ultimo suggerimento di Lorenzo Bellicini: «Si potrebbe avviare il piano di riqualificazione strutturale per le scuole e gli ospedali utilizzando i risultati dello studio del Cresme». Cuore dell’incontro il dibattito, moderato dalla giornalista eventi 41 Dati estrapolati dalla ricerca Cresme 15 41 eventi Da sinistra: Jean Le Naour, Mario Mantovani e Mario Sarcinelli Sarah Varetto e animato dagli interventi dei partecipanti alla Tavola Rotonda. La moderatrice ha dato inizio ai lavori introducendo brevemente l’argomento del convegno, coinvolgendo quale 16 primo relatore Angelo Di Paolo, assessore ai lavori pubblici della Regione Abruzzo, relativamente al sisma che ha colpito la Regione, causando l’inagibilità di una delle principali strutture pubbliche: l’ospedale dell’Aquila. Si sono succeduti poi gli interventi di Antonio Pedone, presidente onorario di Dexia Crediop, e di Mario Di Costanzo, responsabile Edilizia Scolastica e Sicurezza del Ministero dell’Istruzione. La parola è poi passata a Fabio Sturani, segretario generale di Federsanità, il quale ha evidenziato una contraddizione in seno all’opera di riqualificazione, in particolare, del settore sanitario: «Se da un lato vi è l’esigenza di risanare i settori ospedaliero e scolastico, dall’altro abbiamo il Patto di Stabilità pubblico – privato ed i tagli agli Enti locali, che riducono notevolmente i finanziamenti. Ad esempio nell’edilizia scolastica solo il 10% degli investimenti viene dallo Stato, mentre il resto è ad opera del Comune e della Provincia. Sarebbe necessaria una maggiore responsabilità da parte dello Stato centrale». Sulla stessa linea è intervenuto Donato Gentile, sindaco di Biella e rappresentante dell’ANCI, il quale ha caldamente sostenuto la tesi secondo cui «la spesa di finanziamento delle scuole deve essere esclusa dal Patto di Stabilità; gli stessi edifici scolastici devono avere il “certificato di sicurezza”, che tuttora molte scuole italiane non posseggono. I dirigenti scolastici – aggiunge Donato Gentile – devono eventi 41 Intervista flash a… Flavio Delbono, Sindaco di Bologna Che cosa pensa dell’argomento del 10° Incontro Finanziario, proposto quest’anno da Dexia Crediop? «Il convegno, come anche i precedenti, affronta temi di attualità ed utili per i clienti. È l’occasione ideale d’incontro e di confronto con gli altri miei colleghi». Lorenzo Bellicini Direttore del Cresme presenta i risultati dello studio commissionato da Dexia Crediop essere più responsabili, verificando costantemente il livello di sicurezza nelle scuole per evitare ogni rischio». Infine, è intervenuto Antonio Turicchi, rappresentante del Comune di Roma, il quale sostiene che «gestire e amministrare le macchina dei finanziamenti non è cosa facile. Il Comune di Roma fa un grande sforzo economico per finanziare le scuole con interventi di manutenzione straordinaria, ricorrendo anche ad enti esterni». Il convegno è poi giunto al termine con le ultime e rapide battute scambiate tra i relatori e le conclusioni della moderatrice Sarah Varetto, che ha egregiamente condotto il dibattito. L’appuntamento con l’Incontro Finanziario è rinnovato al prossimo anno! Articolo a cura di Federica Nesta Foto di Dexia Crediop E della banca? «Dexia Crediop è una banca che non fa hit and run… È attenta al cliente e cerca di andare incontro alle sue richieste ed esigenze. Ciò che mi colpisce dell’attività di Dexia Crediop è proprio questo: l’impegno nella cura della clientela e della sua soddisfazione». Breve intervista a cura di Charlotte Verdin, Internal Communication di Dexia Group Fabio Sturani, Segretario Generale di Federsanità Nell’incontro di quest’anno Dexia Crediop stimola il confronto sul tema della sicurezza nella Sanità; cosa ne pensa? «L’argomento è interessante, puntuale e centrato su una delle priorità del nostro Paese. Quella realizzata dal Cresme è una fotografia della situazione critica in cui versa il patrimonio immobiliare proprio del settore scolastico e sanitario. È necessario che si diffonda una “Cultura della Responsabilità”: verificare lo stato delle strutture scolastiche e sanitarie per tutelare i cittadini. Non è possibile prevedere un sisma, ma sicuramente è possibile impegnare delle risorse per risanare gli edifici più fatiscenti, che richiedono una ristrutturazione. Bisogna spendere bene le risorse che ci sono messe a disposizione». Breve intervista a cura di Federica Nesta 17 41 eventi Il futuro del Paese nei Comuni Sergio Chiamparino eletto all’unanimità Presidente dell’ANCI, Angelo Rughetti confermato Segretario Generale e Gianni Alemanno alla guida del Consiglio Nazionale. Questi i risultati all’indomani dell’incontro annuale dei rappresentanti degli Enti locali. Dexia Crediop era presente per i suoi clienti. Stand affollati e delegati provenienti da tutta l’Italia accolti presso il Lingotto Fiere di Torino in occasione della XXVI Assemblea ANCI. Il programma è stato sviluppato nel corso di tre giornate dense di appuntamenti, durante le quali i congressisti hanno eletto i nuovi rappresentanti negli organi direttivi dell’ANCI e si sono confrontati su temi d’interesse per gli Enti locali: la sicurezza, l’immigrazione, il federalismo, la qualità e l’efficienza nella pubblica amministrazione, il ruolo dei Comuni per un’economia sostenibile. Numerosi gli interventi dei relatori, che si sono susseguiti nelle giornate dei lavori dell’Assemblea, durante le quali il sold out dei partecipanti ha costretto alcuni congressisti a rimanere in piedi occupando anche le ali dell’Auditorium. La manifestazione è stata aperta con la lettura dei saluti del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: «La XXVI Assemblea Generale dell’ANCI sul tema “Identità, Autonomia ed Unità: i Comuni per il futuro del Paese” costituisce una preziosa occasione di approfondimenti e di confronto fra i rappresentanti delle istituzioni centrali e locali. L’attuazione del Titolo V della Costituzione esige un impegno forte e rinnovato di tutti i livelli di governo della Repubblica per attuare un modello di federalismo virtuoso. Deve essere rafforzato il ruolo dei Comuni quali Enti di riferimento più vicini ai cittadini, alle famiglie, alle imprese». Ospite istituzionale della prima giornata, Gianfranco Fini, Presidente della Camera dei Deputati, il cui intervento era centrato innanzitutto sul tema del federalismo: «Tutti gli Enti devono orientare l’azione allo sviluppo senza una vi18 I congressisti durante l’intervento di apertura della XVI Assemblea ANCI 2009 sione totalitaria e accentrata della vita pubblica». Sergio Chiamparino, neo eletto Presidente dell’ANCI, ha spiegato quali saranno i punti caratterizzanti il programma del suo mandato. L’obiettivo è lavorare affinché «i Comuni siano i protagonisti del processo di rinnovamento federalista nel quadro di un rafforzamento dell’identità nazionale». Ha chiesto anche una maggiore autonomia fiscale, la cancellazione di alcune sanzioni economiche per i Comuni e l’allentamento del Patto di Stabilità, questione sensibile sulla quale è intervenuto Michelino Davico, Sottosegretario del Ministero dell’Interno con delega agli Enti locali, che ha parlato dal palco dell’Assemblea ANCI: «Non possiamo togliere il Patto di Stabilità, possiamo “smorzarlo” tenendone sempre presente la virtuosità. Premiare chi fa bene e lasciare indietro i Comuni che non sono virtuosi». Il Sottosegretario ha poi aggiunto: «Nel Governo condividiamo la vostra battaglia. Tutto il lavoro svolto fino ad ora va verso il rinnovamento di tutti gli Enti intermedi per evitare che la riforma federale non produca un neocentralismo. E per fare questo serve un costante e costruttivo dialogo istituzionale». Infine, il Sottosegretario agli Interni annuncia che nella eventi 41 nale e gli importanti riconoscimenti ricevuti, come quello di Renato Brunetta, Ministro per la Pubblica Amministrazione e per l’Innovazione, le dichiarazioni di Roberto Calderoli, Ministro per la Semplificazione, e di Giuseppe Vegas, Vice Ministro presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze, su alcune questioni significative come la tassa dei servizi, la questione dell’ICI e il federalismo demaniale. In occasione della manifestazione il Sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, ha ricevuto dal presidente dell’ANCI un assegno, quale testimonianza di solidarietà per la ricostruzione post – terremoto in Abruzzo. «Il prossimo anno – ha annunciato Sergio Chiamparino – l’assemblea nazionale si terrà proprio nel capoluogo abruzzese». Lo stand di Dexia Crediop e di Dexia DS Service prossima manovra finanziaria «saranno trasferiti ai Piccoli Comuni risorse per i fondi per l’incidenza dei bambini e degli anziani, saranno restituiti trenta milioni in tre anni per il fondo di estinzione dei mutui degli Enti locali». Esiste un forte intreccio tra federalismo fiscale e federalismo istituzionale: tra compiti, funzioni e risorse, autonomia e responsabilità finanziarie. Il Sindaco di Bologna e Presidente ANCI Emilia Romagna, Flavio Delbono, nel suo intervento alla XXVI Assemblea ANCI ha fatto il punto su alcune questioni importanti in questo processo di riforme: «La prima questione – ha detto – attiene alla fase di transizione, ovvero al passaggio da un sistema ad un altro». Il Sindaco ha evidenziato che per nessun tributo può più accadere quello che è accaduto per l’ICI: «La soppressione dell’ICI per la prima casa è contraddittoria e sleale nell’applicazione. Se la stessa sorte dovesse presentarsi anche per altri tributi lo scenario diventerebbe inquietante». Dexia Crediop ha accolto – insieme a Dexia DS Services – presso il proprio stand i clienti e i visitatori incuriositi ed interessati alla nostra attività. Continua, quindi, la sinergica collaborazione tra le due entità del Gruppo, sia in termini di ospitalità e d’interazione, sia in termini di organizzazione. Articolo a cura di Federica Nesta Foto di Daniela Condò Infine, Sergio Chiamparino, Sindaco di Torino e Presidente dell’ANCI, ha chiuso i lavori dell’Assemblea Nazionale tracciando il nuovo percorso da seguire: presentare al Consiglio ANCI la Carta di Torino e redigere un Documento per il Governo, attraverso il quale ottenere delle risposte sulle questioni che interessano i Comuni. Nel suo intervento conclusivo Chiamparino ha evidenziato le interessanti aperture che ci sono state a livello istituzio19 41 eventi WORLD MAGNETIC TOUR Alcuni colleghi hanno partecipato al concerto dei Metallica il 24 giungo 2009. Andrea Russo ci racconta com’è andata… 20 «Vi anticipo che se non siete amanti della musica rock questo articolo non vi piacerà… eventi 41 pato anche lei? Andrea Russo, se dipendesse da me si farebbero concerti ogni giorno; Fabio Baiocchi, la leggenda racconta che abbia assistito in prima persona ad un assolo di Jimi Hendrix e che abbia personalmente prestato il suo accendino per mettere fuoco alla chitarra… ma è solo una leggenda!!! Per quanto riguarda la recensione “seria” del concerto vi rimando alle riviste di settore oppure ad un bella navigata su internet (forse è meglio!). Ma se siete proprio curiosi di sapere cosa effettivamente abbiamo visto e sentito, allora basta guardare la foto della pagina accanto. Mi sembra il modo migliore per riassumere la serata!!! Se non vi è mai capitato di avere le orecchie che fischiano al punto tale da non riuscire a sentire il proprio compagno di stanza perché la sera prima siete stati ad un concerto, allora non andate avanti. Ci sono tanti altri articoli da leggere su due+parole. C’è la sezione “News” con gli articoli di Ugo Trenta o di Angelo Musci, per esempio. La sezione eventi a cura di Federica Nesta o Floriana Filippini. Insomma se proprio non sapete cosa leggere c’è sempre la rubrica due+parole letture a cura di Daniela Condò, ma non leggete questo articolo… Il resto è solo musica, rumore (tanto), adrenalina e sudore (e si, anche quello…). Un ringraziamento doveroso al Circolo Dipendenti di Dexia Crediop, che ci ha permesso di vivere in prima persona un evento che rimarrà sicuramente nei nostri ricordi. Grazie!!!» Articolo a cura di Andrea Russo Foto di Lucia Russo È tutto nostro… di tutti quelli che amano la musica rock. Se non amate questa musica, è difficile capire cosa è successo il 24/06/2009. Sono passati circa diciotto anni dall’ultima apparizione dei METALLICA sul suolo romano… Coloro che il 24/06/2009 si trovavano al Palalottomatica di Roma hanno assistito ad un evento. E tra tanti fans c’eravamo anche noi di Dexia Crediop. Alessandro Pacelli, qualcuno dice che si diverte solo in discoteca, ma non è affatto vero…; Alessandro De Cinti, chitarrista e musicista nella vita, nonché piccola bibbia ambulante del metal; Fabrizio Carpineti, vero metallaro; Annarita Battista, anche lei vera metallara; Massimo Marchitiello, il veterano del gruppo: racconta di aver visto i festival più importanti della storia. Non vuole sentirne di smettere con questa musica; Roberto Scipioni, il promotore dell’iniziativa all’interno di Dexia Crediop; Perrine Mazaud, la sorpresa del gruppo… Chi avrebbe mai scommesso sul fatto che avrebbe parteci21 41 22 due+parole libri Titolo L'ottava regola. Dall'efficacia all'eccellenza. Autore Covey Stephen R. Editore Franco Angeli (collana Trend) Titolo Il controllo di gestione e le nuove metodologie aziendali. Autore Wladimiro Rovatti Editore Scuola di Palo Alto Trascorsi ormai molti anni dalla pubblicazione di The 7 Habits of Highly Effective People, le tematiche legate al raggiungimento dell'efficacia sembrano oggi essere non più un'opzione, ma una necessità per sopravvivere sia in ottica personale che professionale. Ecco allora il bisogno di una prospettiva diversa, una dimensione che porti gli individui e le aziende a raggiungere l'eccellenza, la durevolezza dei risultati. L'Ottava Regola getta una nuova luce sulle problematiche che affliggono il nostro tempo, e, soprattutto, le organizzazioni moderne: poca chiarezza negli obiettivi, mancanza di focalizzazione, carenza di coinvolgimento a tutti i livelli. Situazioni che diventano sfide da superare, paradigmi su cui lavorare. Nello stile pragmatico che contraddistingue Stephen Covey, questo libro rappresenta un percorso chiaro e lineare, ricco di esempi e supportato da dati oggettivi, per trovare la chiave di una leadership che tenga finalmente conto del risultato e delle risorse, una “leadership che sia una scelta e non una posizione”. Il testo oltre a presentare i tradizionali metodi di controllo di gestione relativi ai costi, al budget, vuole esplicare ed affrontare anche le problematiche che quotidianamente l’azienda vive. Per la soluzione di queste l’autore propone di uscire dagli schemi tradizionali di suddivisione parcellizzata delle problematiche e propone un’azienda che attraverso l’Activity Based Costing e l’Activity Based Management, ripensi ai propri modelli di costruzione dei costi sintonizzando queste due metodologie al Process Reengineering e al Total Quality, rivedendo i propri processi, eliminando le attività ripetitive e quelle che non producono valore aggiunto. Tutto questo dopo un’attenta operazione di benchmarking diretta all’analisi della concorrenza. In questo modo l’azienda perverrà alla piena conoscenza delle proprie inefficienze, provvederà con metodo a rimuoverle e raccoglierà con successo la sfida che il mercato quotidianamente le lancia. Un modello nuovo di controllo di gestione per guidare l’azienda verso il profitto. due+parole libri 41 Titolo Come scrivere rapporti e proposte. Scrivere con efficacia. Usare il linguaggio giusto. Fare arrivare il messaggio voluto. Autore Patrick Forsyth Editore Franco Angeli (collana Basic Management) Titolo Leggere per lavorare bene. Nuovi romanzi per i manager. Autore Francesco Varanini Editore Marsilio (collana Gli specchi della memoria) Grazie all'uso dei pc e delle nuove applicazioni di produttività individuale, sembra oggi che mettere sulla carta un progetto o presentare una proposta siano compiti facili e che non richiedano una particolare preparazione. In realtà è vero che si tratta di capacità fondamentali per chiunque lavori, ma è falso che non presentino difficoltà e non impongano studio e riflessione (se si vuole accrescere le proprie probabilità di successo). Il libro fornisce consigli (assolutamente pratici e fattibili) per riuscire con i messaggi a influenzare, convincere e persuadere i capi, i colleghi o i clienti. Aiuterà a migliorare le capacità di scrittura e insegnerà a: pensare in modo costruttivo prima di iniziare a scrivere; stendere dei buoni rapporti; sviluppare proposte commerciali persuasive; usare un linguaggio chiaro e originale; presentare efficacemente numeri, grafici e chart. Con l'utilizzo di liste di controllo, esercizi ed esempi, questo libro spiega come impostare il testo da scrivere, mettere le idee sulla carta e organizzarle graficamente in modo da ottenere i migliori risultati. Per imparare a muoversi in un mercato sempre più incerto e privo di regole, per comprendere come funzionano le imprese, per portare alla luce i talenti nascosti, per tutto questo si scrivono e si leggono saggi e manuali di management. Ma sono libri freddi e prescrittivi, pagine che non commuovono e non coinvolgono. Ben diversi i romanzi. I romanzi emozionano, portano via lontano, spingono a sognare, e allo stesso tempo ci mostrano come guardare con occhi nuovi il mondo che abbiamo quotidianamente sotto gli occhi. Ecco dunque ventidue romanzi commentati - Goethe, Balzac, Manzoni, Poe, Collodi - ma anche di autori solo apparentemente minori, o poco noti - Felisberto Hernández, Matilde Serao, Gombrowicz, D'Arzo. Anche per chi si affanna dietro a scadenze e impegni, il puro piacere della lettura, lungi dall'essere una "perdita di tempo", è un investimento. Leggere romanzi ci allena a vagare in mondi possibili, a sognare, a connettere tra di loro pensieri a prima vista lontani. Si alimentano così la nostra creatività e il nostro orientamento all'innovazione. E allo stesso tempo, leggendo romanzi, potremo tornare a riflettere sul senso del lavoro. C'è, in ogni lavoro, uno spazio di autonomia che nessun capo protervo, nessuna organizzazione assurda può violare. Occupando questo spazio con dignità, con dedizione, con decoro, manteniamo viva la stima in noi stessi e costruiamo il nostro futuro. Rubrica a cura di Andrea Longhi Immagini di Dexia Crediop 23 41 due+parole letture Titolo Autore Editore Prezzo Zia Mame Dennis Patrick Adelphi Euro 14,62 «Ho comprato il libro durante l'estate, dopo aver letto numerose recensioni sui giornali. Sono andata in vacanza in Sardegna e nel corso di una presentazione di libri all'Argentiera, curata da Michele Serra e Giovanna Zucconi, Zia Mame è stato consigliato come la lettura "imperdibile" per le vacanze... Immaginate di essere un ragazzino di undici anni nell’America degli anni Venti. Immaginate che vostro padre vi dica che, in caso di sua morte, vi capiterà la peggiore delle disgrazie possibili, essere affidati a una zia che non conoscete. Immaginate che il vostro ricco padre poco dopo effettivamente muoia, nella sauna del suo club. Immaginate di venire spediti a New York, di suonare all’indirizzo che la vostra balia ha con sé e di trovarvi di fronte una gran dama leggermente equivoca, e soprattutto giapponese. Ancora, immaginate che la gran dama vi dica “Ma Patrick, caro, sono tua zia Mame!” e di scoprire così che il vostro tutore è una donna che cambia scene e costumi della sua vita a seconda delle mode, che regolarmente anticipa. A quel punto avete solo due scelte, o fuggire in cerca di tutori più accettabili o affidarvi al personaggio più eccentrico, vitale e indimenticabile che uno scrittore moderno abbia concepito, e di attraversare insieme a lei l’America dei tre decenni successivi in un turbinio di feste, amori, avventure, colpi di fortuna, cadute in disgrazia, che non dà respiro o dà solo il tempo - alla fine di ogni capitolo - di saltare virtualmente al collo di zia Mame e ringraziarla per il divertimento. A distanza di più di cinquant’anni l’editoria italiana ha riscoperto un grande libro dimenticato, un romanzo che alla sua uscita negli Stati Uniti, nel 1955, balzò subito in vetta alle classifiche di vendita, con annesso adattamento 24 teatrale e realizzazione di film omonimo (in Italia uscito come «La signora mia zia») nei quali a vestire i panni della protagonista c'era Rosalind Russell. Si tratta di un concentrato di comicità e cultura, in cui i grandi movimenti che hanno colpito gli Stati Uniti negli anni Venti, dalla crisi del ‘29 alle avanguardie artistiche, sono dipinti attraverso le avventure di questo personaggio indimenticabile. Patrick Dennis, tra l'altro, non è mai esistito: dietro questa firma di autore/protagonista delle vicende narrate si nascondeva, infatti, Edward Everett Tanner III, per anni a lavoro come ghost writer in giro per l'America. Zia Mame, ora geisha giapponese, ora ballerina di fila, romantica moglie sudista e amazzone intrepida al tempo stesso, ogni mese della sua vita inaugura una nuova impresa epica, coinvolgendo di volta in volta il suo maggiordomo giapponese, la bambinaia irlandese, la dattilografa, il poeta, l’editore, l’agente letterario. Conduce una vita salottiera e ciarliera, in cui l’ostentazione della ricchezza, i cocktail in terrazza e le commedie sperimentali di Broadway si susseguono tra bollicine di champagne e letti di seta. La crisi finanziaria del 1929, che travolge mezzo mondo, nulla può contro questa donna dalle mille risorse. Zia Mame cade, si rialza e intrepida ricomincia da capo, conservando sempre l’ingenuità, o forse l’orgoglio, di chi non oserebbe mai riversare sugli altri la colpa delle proprie miserie. Le recensioni hanno considerato «Zia Mame» un piccolo capolavoro, un'opera scritta da un uomo che come pochi altri padroneggiava i meccanismi che nell'essere umano determinano la risata. Un romanzo divertente, riscoperto alla luce della recente crisi finanziaria, ricco di citazioni colte, ma capace di coinvolgere anche il lettore occasionale; una sorprendente sferzata di buonumore, oggi quanto mai necessario». due+parole letture Titolo Autore Editore Prezzo 41 I fantasmi di pietra Mauro Corona Mondadori Euro 8,80 Di questo suo libro l’autore ha detto «Ho scritto la Spoon River del mio paese perduto» e Mario Rigoni Stern, lo scrittore a cui Mauro Corona viene spesso accostato per le tematiche, ritenne che questo fosse il miglior lavoro dell’artista friulano, perché il racconto va con le stagioni e subito viene il desiderio di andare avanti nella lettura con ingordigia. movente, a volte anche struggente, è il più bell’omaggio che l’autore potesse fare al suo paese morto, rendendolo immortale con questo stupendo libro. Rubrica a cura di Daniela Condò e Angelo Galasso Immagini di Dexia Crediop Erto, da quando si staccò il 9 ottobre 1963 un’immensa frana dal monte Toc, precipitando nell’invaso del Vaiont e sollevando un’onda altissima che sconvolse gli abitati vicini e rase al suolo in pianura il paese di Longarone, è un agglomerato di case abbandonate, in cui la natura avanza riprendendo possesso di quello che le era stato tolto. Le visite di Mauro Corona in questo paese ormai morto, effettuate durante le stagioni dell’anno, sono un pellegrinaggio della memoria, alla riscoperta di un passato nemmeno tanto lontano, ma che, in quelle vie ormai spopolate e in quelle case dove rigogliose crescono le ortiche, sembra infinito, come se il tempo si fosse fermato in quella notte e avesse vetrificato i giorni. Ogni casa è come una lapide di Spoon River, senza epigrafi, se non quelle che emergono prepotenti dalla memoria dell’autore. E così conosciamo chi erano gli abitanti, le loro storie, a volte addirittura risalenti, per effetto della trasmissione orale, a epoche assai precedenti. Per certi aspetti il racconto diventa un poema, un canto intimo che l’autore avverte in sé mano a mano che procede per le vie deserte. Grazie a Mauro Corona il paese defunto torna in vita e lo vediamo com’era in un periodo di riferimento tipico, quell’anno solare in cui le quattro stagioni ci portano il profumo della primavera, il calore dell’estate, i tappeti di foglie dell’autunno e la fiamma nel camino dell’inverno. È una narrazione com25 41 due+parole ricette Vermicellini veloci al pesce azzurro Ingredienti (dosi per 4 persone) - 300/400 gr. di vermicellini - 500 gr. di pomodori pachino o di pomodori pelati - 15 alici fresche (100 gr. circa) - uno spicchio di aglio - peperoncino - olio extra vergine di oliva - sale - formaggio pecorino romano Preparazione In una padella, abbastanza grande da poterci saltare successivamente la pasta, preparare un classico e semplice sugo aglio olio e peperoncino. Nel frattempo lavare 15 alici freschissime, eliminare la testa, la lisca, la pinna centrale e la coda. Dopo averle pulite, tagliarle a filetti. 5 - 7 minuti prima di finire la cottura del sugo, aggiungere i filetti di alici e completare la cottura senza rimestare troppo, aspettando che le alici si disfino grossolanamente nella salsa stessa. Nel frattempo lessare i vermicellini, scolarli bene al dente e completare la cottura, saltandoli velocemente nella padella con il sugo. Aggiungere un’abbondante spolverata di pecorino, servire fumante e… Buon appetito! 26 Ricetta di Anita Buffarini due+parole ricette 41 Orecchiette radicchio e taleggio Ingredienti (dosi per 4 persone) - 500 gr. di orecchiette fresche - 1 cespo di radicchio (circa 200 gr.) - 1 salsiccia - 125 gr. di panna liquida - 20 gr. di formaggio taleggio - scalogno - olio - sale - pepe - vino bianco - parmigiano reggiano Preparazione Tagliare finemente il radicchio, lavarlo e asciugarlo. In un tegame rosolare in poco olio lo scalogno e, appena imbiondito, aggiungere il radicchio, aggiustare di sale e pepe e lasciare andare nel tegame a fuoco lento, avendo cura di coprire il tegame con un coperchio. Dopo circa dieci minuti togliere il coperchio, sfumare con una spruzzata di vino bianco, spegnere e lasciare in attesa. In un tegamino a parte cuocere, senza olio, ma con del vino bianco la salsiccia, tagliata in 4 pezzi, eliminando prima la pelle. Completata la cottura della salsiccia, unirla al radicchio nel tegame e con un tritino sminuzzare di nuovo il tutto, fino a raggiungere una consistenza abbastanza fine e omogenea (si consiglia di non utilizzare il minipiner in quanto manca il liquido necessario). A questo punto aggiungere al composto così ottenuto 125 gr. di panna fresca liquida, riaccendere il fuoco per il tempo necessario ad amalgamare il tutto senza far rapprendere, lasciandogli la consistenza di una crema fluida. Cuocere, quindi, le orecchiette in abbondante acqua salata e durante la cottura riaccendere la cremina precedentemente ottenuta, il tempo necessario per sciogliervi il taleggio, precedentemente tagliato a dadini. Scolare le orecchiette, ripassarle velocemente nel tegame, impiattare, aggiungere una spolverata di parmigiano e servire fumanti. Buon appetito! Ricetta di Anita Buffarini 27 41 28 dicono di noi dicono di noi 41 29 Rubrica a cura di Daniela Condò 41 la meta... Bruxelles: la capitale d’Europa Bruxelles, sede del consiglio dell’Unione Europea, è la capitale del Belgio. Con un milione circa di abitanti, costituisce la città più grande del Paese ed è meta di oltre sei milioni di visitatori l’anno, per lo più costituiti da uomini d’affari. L’origine del nome della città viene fatto risalire al termine Brouçsella, il cui significato è ‘insediamento tra le paludi’. Il Belgio dal punto di vista linguistico e culturale è composto da due regioni. L’area fiamminga, collocata a Nord del Paese, con radici culturali affini a quelle delle popolazioni olandesi e tedesche. L’area a Sud, con la popolazione dei valloni, affine alle radici culturali francesi. La città di Bruxelles è ufficialmente bilingue ed è collocata nell’area fiamminga della nazione. La conformazione urbanistica Il Palazzo Reale di Bruxelles Il centro di Bruxelles è organizzato in due aree principali: la Città Bassa e la Città Alta, il cui confine di separazione è rappresentato dal piccolo fiume Senne, ormai coperto interamente nella parte che attraversa la città sulla base di lavori effettuati nel periodo tra il 1865 ed il 1871. La Città Bassa, sviluppatasi essenzialmente come luogo di residenza di operai ed immigrati, è caratterizzata dalla presenza del nucleo urbanistico d’impronta seicentesca, mentre la Città Alta, sviluppatasi come zona di residenza dell’aristocrazia, è caratterizzata da eleganti strade e dalla presenza del parco cittadino, il Parc de Brussels. Quest’area include la settecentesca Place Royale, dove si trovano i più importanti musei cittadini nonché il Palais Royale. Oltre che per la presenza di testimonianze dello stile gotico del Brabante, la città vanta il migliore esempio di architettura rinascimentale fiamminga al mondo, la neobarocca piazza denominata Grand Place, in cui la straordinaria armonia urbanistica si deve al rigore dell’opera di ricostruzione effettuata in seguito agli eventi bellici del 1695. Pregevoli, inoltre, le testimonianze architettoniche presenti in città riferibili allo stile Art Nouveau, con i tratti principali costituiti da linee curve, vetrate policrome, archi, affreschi floreali, elaborate decorazioni in ferro battuto. Oggi la città si mostra al visitatore con tratti di stile postmoderno e medioevale che convivono in uno straordinario contesto d’univocità. L’attuale tendenza urbanistica è quella del façadisme, l’arte di svuotare l’interno dei palazzi mantenendone le forme esteriori. 30 la meta... 41 Le espressioni artistiche e della tradizione La pittura L’arte pittorica belga raggiunse la sua massima espressione nel XV secolo, quando i pittori rinascimentali diedero vita a capolavori di ritrattistica caratterizzati da attenzione al dettaglio e dove si riscontra quell’uso realistico della luce influenzato dalle scuole d’arte olandesi del tempo. Il secondo momento di massima espressione è riscontrabile nel XX secolo, quando nella pittura belga si assistette all’abbandono del Realismo per il Surrealismo, raggiungendo le punte più alte di espressione artistica con artisti come René Magritte e Paul Delvaux. Nei Musées Royaux des Beaux-Arts di Bruxelles è possibile trovare un’importante testimonianza del lavoro degli artisti belgi. Gli arazzi e pizzi La città di Bruxelles, insieme ad altre città del Paese, ha costituito nei secoli il polo di eccellenza nella lavorazione manuale degli arazzi, arte sviluppatasi inizialmente nelle Fiandre a partire dal XII secolo, e dei merletti, la cui diffusione viene datata al 1500. Arazzi e merletti venivano considerati fin dalla loro iniziale diffusione beni di gran lusso e venivano esportati in tutta Europa, soprattutto tra il XV ed il XVIII secolo. Molti noti pittori, come ad esempio Rubens, eseguirono disegni per alcune serie di arazzi ispirati ai grandi temi della tradizione. Il mercato dei pizzi raggiunse il suo apice di espansione durante il Rinascimento e successivamente nel secolo XVIII. Il ‘punto di Bruxelles’, composto da piccole maglie esagonali, s’impose attorno al 1750. Frutto di un lavoro meticoloso, veniva venduto a peso d’oro ed era destinato alle corti ed alla nobiltà di tutta Europa. Il Manneken - Pis L’Art Nouveau La città è stata palcoscenico d’espressione per uno dei più importanti movimenti architettonici del XX secolo, l’Art Nouveau, con l’architetto Victor Horta (1861 - 1947) ed il designer Henry Van de Velde (1863 - 1957). Grazie all’espansione urbanistica del 1890 nella città di Bruxelles sorsero oltre 2.000 edifici Art Nouveau. Anche se gran parte di questi edifici è andato distrutto negli anni a venire, si possono riconoscere tracce di questo stile in molte delle strade cittadine. La Bande Dessinée L’arte del fumetto – la Bande Dessinée – trovò la sua massima espressione in Belgio dopo la seconda guerra mondiale. Il blocco, a causa degli eventi bellici, della diffusione dei fumetti di origine americana stimolò la produzione locale. A partire dagli anni ‘30 acquisì grande popolarità il famoso personaggio del reporter Tintin, creato dalla matita di Georges Remi (noto artisticamente con lo pseudonimo di Hergé, dallo spelling al contrario delle sue iniziali). Palestra creativa per molti talenti che fiorirono nel dopoguerra, furono il giornale a fumetti Spirou (dal 1938) e il settimanale Journal de Tintin (dal 1946). Dalla redazione del giornale Spirou si sviluppò l’arte creativa di Peyo (1928 - 92), ideatore, tra l’altro, dei personaggi dei Puffi. L’arte dei fumetti rappresenta ancora oggi uno dei massimi prodotti d’esportazione del Paese. A Bruxelles si trova il Museo del Fumetto; ed inoltre, lungo un percorso espositivo all’aperto nel centro della città, è possibile visionare diciotto enormi immagini di fumetti disegnate sui muri degli edifici. 31 41 la meta... I luoghi da visitare La visita di Bruxelles non può che iniziare nella Città Bassa, nella famosa Grand Place, la “piazza più bella del mondo” come la descrisse Victor Hugo o anche “il più bel teatro del mondo” nella definizione di Jean Cocteau. Luogo in cui si stanziò il primo insediamento urbano è tuttora il cuore di Bruxelles dove sono concentrati in un perimetro a misura d’uomo gli edifici antichi più interessanti e ricchi di fascino: molte delle vie che circondano la piazza risalgono al periodo compreso tra il Medioevo ed il XVIII secolo, con un’architettura che spazia tra gli stili gotico, barocco e rinascimentale fiammingo. Nella piazza si trova l’Hotel de Ville, il municipio della città, il cui edificio è caratterizzato dalla guglia alta 96 metri. In un portico prospiciente la piazza si nota il monumento in bronzo di Everard‘t Serclaes, che perse la vita nel XIV secolo per la difesa della città: la leggenda vuole che toccare il suo braccio sul monumento in bronzo porti fortuna. Altri edifici nella piazza sono: la Maison du Roi, antica residenza dei monarchi spagnoli oggi adibita a museo, Musée de la Ville; Le Pigeon, che fu residenza in esilio dello scrittore francese Victor Hugo dal 1852; La Maison des Boulangers, costruito dalla corporazione dei fornai, 32 L’Atomium la meta... 41 con la splendida cupola ottagonale del 1676, e che oggi ospita il più elegante caffè della piazza. La sede del Parlamento Europeo Attorno a questo gioiello architettonico si snodano una serie di itinerari tutti da scoprire. Ad esempio, a nord della Grand Place si può andare alla scoperta del quartiere dell’Ilot Sacré, con le sue stradine pittoresche che portano i nomi delle antiche corporazioni come, ad esempio la Rue des Bouchers, la Rue du Beurre, la Rue du Marché au Fromage. Qui numerosissimi sono i pittoreschi locali dove si possono gustare i menu tipici della cucina belga, quali Café de Vaudeville, Chez Léon, Aux Armes de Bruxelles. Sempre a pochi passi dalla Grand Place ci si imbatte nella Rue du Marché aux Herbes dove spiccano le Gallerie Reali Saint Hubert, un singolare passaggio coperto costruito nella prima metà dell’800 dall’architetto Cluysenaer. Novità assoluta per quell’epoca, è la prima galleria coperta esistente in Europa. Questo è il regno delle boutiques alla moda, delle gallerie di design, delle librerie più fornite, delle birrerie eleganti e delle sale da thè nonché del celebre negozio di cioccolato Neuhaus, che proprio qui mise a punto la primissima pralina della storia del cioccolato. Una curiosità: nel 1896 esisteva un teatro nella Gallerie Saint Hubert dove fu proiettato il primo film dei Fratelli Lumière. Poco distante dalla Grand Place è d’obbligo una visita al Manneken-Pis, in Rue de l’Etuve, la statuetta in bronzo del XVII secolo che simboleggia lo spirito ironico e canzonatorio dei belgi. Nei dintorni della Borsa, da non perdere una visita alla Place Saint Géry, uno degli angoli più alla moda di Bruxelles e ai numerosi locali tipici, che meritano una sosta, quali ad esempio, Le Roi des Belges, Le Falstaff o il Cirio, in perfetto stile Art Nouveau. Proseguendo verso il Teatro Reale della Monnaie e percorrendo la Rue de l'Ecuyer si raggiunge la Cattedrale St. Michel e Gudule, la più importante cattedrale del Belgio: in stile gotico Brabante, la sua costruzione iniziò nel 1225, ma terminò dopo oltre 300 anni nel XV secolo; luminosa ed armoniosa, è molto simile alle chiese francesi, con belle vetrate a mosaici. Gli amanti della musica possono godere dei concerti d’organo, che si organizzano frequentemente, oppure approfittare della collezione del vicino Museo Strumentale (MRAH) ospitato in uno straordinario edificio Art Nouveau, nella zona che rappresenta la più alta concentrazione di musei della città: il Mont des Arts. Il Municipio 33 41 la meta... Risalendo verso la Place Royale, si incontrano ancora i Musées Royaux des Beaux-Arts, il Palazzo Reale, sede ufficiale dei Reali del Belgio, con il Museo Belvue e il parco cittadino Parc de Bruxelles. Nella Place Royale si trova la statua equestre di Goffredo di Buglione, cavaliere che combatté nella prima crociata. Sulla piazza affaccia la chiesa settecentesca di St–Jacques–sur–Coudenberg, considerata una delle più belle chiese della città. Les Musées Royaux des Beaux-Arts costituiscono i principali musei d’arte della città, ed ospitano opere d’arte di due epoche: ancienne (XV – XVIII secolo) e moderne (dal XIX secolo ad oggi). Il Palais Royale, iniziato negli anni venti dell’ottocento e sottoposto successivamente a migliorie e restauri delle parti antiche, è visitabile solo nel periodo estivo. Nel Musèe Belvue, grazie a numerosi documenti, i visitatori potranno scoprire i grandi periodi della storia del Belgio. Tre livelli di lettura permettono di passare dal contesto generale all'evocazione degli eventi più importanti, o allo studio di alcuni punti di riferimento importantissimi per capire il Belgio attuale, come la lotta per il suffragio universale, le guerre mondiali e la questione reale, i golden sixties o le recenti riforme dello Stato. Un percorso continuo, che collega i diversi spazi d'esposizione, presenta anche il regno di ogni re dei Belgi attraverso una selezione di opere e ritratti caratteristici della personalità dei sovrani e dell'immagine della famiglia reale presso la popolazione. Il Parc de Bruxelles occupa gli antichi terreni di caccia dei duchi di Brabante. Fu disegnato nella seconda metà del settecento ed è caratterizzato dai tre ampi viali, da fontane e statue. Infine, il Parc du Cinquantenaire, costruito insieme al Palais du Cinquantenaire per celebrare l’indipendenza belga nel 1880. Il parco ospita al suo interno il padiglione di Autoworld, collezione d’auto da tutto il mondo, costituita da oltre trecento autovetture, il Musée de l’armée, che ripercorre le principali tappe, in oltre duecento anni, della storia militare belga ed i musei d’arte e storia (Musées Royaux d’Art et d’Histoire). Un’arte... Da leccarsi le dita!!! Che cos'è esattamente una "praline"? Un guscio di freschissimo cioccolato (bianco, al latte o fondente) che racchiude un ripieno morbido, dai gusti più disparati: al pistacchio, al liquore, al marzapane, allo zafferano, allo zenzero e chi più ne ha più ne metta! Provate a lasciar libero corso alla vostra fantasia: sicuramente almeno uno dei numerosi negozi di praline, che puntualmente incontrerete in ogni città del Belgio, riuscirà a coronare i dolci sogni del vostro palato! Ogni anno vengono prodotte 172.000 tonnellate di praline, vendute in ben 2.130 negozi: cifre enormi se rapportate a un così piccolo paese! Gli stessi belgi mangiano, a testa, più di 8 chili all'anno di quello che è diventato ormai il loro più profondo orgoglio nazionale, mentre molto altro cioccolato viene esportato per la gioia di paesi vicini e lontani. Al cioccolato il Belgio erige monumenti, dedica musei (Museo del Cacao e del Cioccolato), feste (Festival del Cioccolato), itinerari turistici (Tour di Bruxelles "al cioccolato"): ne fa un’ulteriore buona ragione per visitare il Paese! Ma il segreto del cioccolato belga sta innanzitutto nell'utilizzo degli ingredienti migliori: i semi di cacao provenienti dall'Africa conferiscono molto più sapore rispetto a quelli sudamericani, utilizzati da numerosi fabbricanti di altri paesi. Le praline vengono poi preparate, spesso artigianalmente, con panna fresca e senza additivi di alcun genere. E spesso è proprio 34 la meta... a causa della freschezza degli ingredienti che le praline si conservano al massimo una settimana: un'ottima scusa per tornare in Belgio e comprarne altre! Non potete dimenticarvi di visitare le “boutique” del cioccolato: Marcolini (in Place du Grand Sablon), Wittamer (in Place du Grand Sablon), Godiva e Galler (nella Grand Place), Mary Chocolatier (in Rue Royale), Leonidas (in Rue au Beurre), Neuhaus (nella Galerie de la Reine). Un’altra curiosità… Dove si fanno le "vere" patatine fritte? Voglia di qualcosa di sfizioso a Bruxelles? Fare uno spuntino “alla belga” in una delle migliori friteries della Capitale! Iniziamo con Chez Antoine, decisamente le migliori patatine fritte di Bruxelles. Non a caso qui si fa la fila per averne una porzione! Siamo a due passi dal Quartiere europeo (Place Jourdan, 1040 Etterbeek); Clementine, una tipica “friterie”, pulita e accogliente, in una delle zone più tranquille della città (Place Saint Job, 1180 Uccle); Frit Flagey, una delle più apprezzate dai “brussellessi DOC”: le salse sono divine (Place Flagey, 1050 Ixelles)!!! E poi ancora Friterie de l’Avenue du Parc, un vero rifugio per chi ama fare tardi la sera. È aperta fino alle 5.30 del mattino in settimana e alle 7 nei week - end. Patatine dalla frittura leggera e salse prelibate (Avenue du Parc, 1060 Saint-Gilles), Friterie de l'Hippodrome, semplicemente squisite (Av. de l'Hippodrome, 1050 Ixelles) e Fritkot de la Place de la Chapelle, aperta a tutte le ore del giorno e della notte, patatine croccanti tagliate a mano (Place de la Chapelle)!!! Ed ora non vi resta che partire… Buon viaggio a Bruxelles!!! Articolo a cura di Floriana Filippini e Massimo Morgagni Foto di Dexia Crediop 41 Il museo di René Magritte Rue Esseghem 135: Bruxelles Il Museo René Magritte occupa la casa in cui il pittore surrealista belga ha lavorato per quasi ventiquattro anni della sua vita. Al piano terra il museo presenta sia l’appartamento affittato dal pittore insieme a sua moglie Georgette dal 1930 al 1954, sia una mostra biografica a lui dedicata. Magritte in rue Esseghem: 1930 – 1954 Anche se proviene dalla provincia di Hainaut, Magritte trascorse la maggior parte della sua vita a Bruxelles, vivendo – dal 1915 fino alla sua morte, avvenuta nel 1967 – in non meno di sette diversi luoghi. La casa in rue Esseghem, l’unica aperta al pubblico, resta il luogo più affascinante per chiunque desideri avvicinarsi al pittore. Quando vi si stabilì, insieme con la moglie Georgette all’età di trentuno anni, fu apprezzato e sostenuto solo da pochi; dedicò molto tempo alle sue pitture e alla promozione delle stesse. Ventiquattro anni dopo lascio quel luogo e ben presto fu consacrato per il suo lavoro. Nel frattempo aveva prodotto in rue Esseghem quasi la metà del suo lavoro, sostenuto da amici surrealisti, che utilizzarono la sua casa come la sede generale del movimento surrealista. Durante questo periodo, Magritte realizzò sperimentazioni originali sui colori e le forme, che definiscono il suo période vache o il suo “periodo Renoir”. Ha ideato e pubblicato alcuni opuscoli, come La carte d'après la natura. Ha anche prodotto, in rue Esseghem, dipinti che sarebbero presto stati annoverati tra i suoi più grandi capolavori come L’empire des lumières, La condition humaine o La durée poignardée. Un museo biografico Visitata la casa dell’artista, che rivela il suo animo, si può ammirare una mostra permanente sviluppata sui due piani dell’abitato. Sono in mostra più di 400 documenti originali, che seguono un percorso biografico con le principali tappe della vita di Magritte: mascotte, opuscoli surrealisti, pubblicità, corrispondenza, ecc… Circa trenta disegni, gouaches, dipinti di Magritte caratterizzano questo viaggio immaginario nella vita dell’artista, tra cui ricordiamo Olympia, La Lampe d’Aladin o Lola de Valence, uno dei pezzi più rappresentativi del suo période vache. Nel museo è stata anche allestita una sala dedicata ad altri surrealisti come Mesens, Marien, Paul Delvaux, Rachel Baes, ecc… Per maggiori informazioni potete visitare il sito www.magrittemuseum.be 35 41 calendario eventi Novembre 2009 | 10 novembre: Conferenza “Finanza, news ed exit strategy”, Sala Convegni Dexia Crediop, Roma | 11 novembre: Convegno “Aziende Casa ed Housing Sociale”, Sala Capranichetta del Nazionale - Hotel & Conference Center, Roma | 13 novembre: 14° edizione della Donazione Sangue, Sede Dexia Crediop, Roma | 18 novembre: Presentazione del libro “L’eccellenza e la regola. Tariffe, contratti e infrastrutture” e consegna del “Premio Mauro Cicchiné”, Sala Convegni Dexia Crediop, Roma | 25 novembre: Assemblea Ordinaria degli Azionisti di Dexia Crediop, Sala del Consiglio Dexia Crediop, Roma | 25 novembre: Consiglio di Amministrazione di Dexia Crediop, Sala del Consiglio Dexia Crediop, Roma Dicembre 2009 | 2 dicembre: Presentazione sulle “Strategie di funding per il 2010 del Gruppo Dexia”, Sala del Consiglio Dexia Crediop, Roma | 10 dicembre: Consiglio Assiom Forex, Sala Convegni Dexia Crediop, Roma | 14 dicembre: Brindisi di Natale, Sala Convegni Dexia Crediop, Roma | 18 dicembre: “Prospettive economiche e finanziarie 2010" con Anton Brender, Chief Economist di Dexia Asset Management, Sala Convegni Dexia Crediop, Roma un saluto a… Salutiamo i colleghi che hanno concluso la loro attività presso la nostra Banca. Enrico Adduci, Emanuela Alessi, Daniela Baldoni, Marcello Caracciolo, Luigi De Angelis, Francesco Gasparrini, Daniela Maggi, Maria Mariani, Francesco Marrapodi, Tiziana Rosati, Michele Schiavo, Stefania Tomassini, Stefania Ulivi e Pascal Vander Straeten 36 Il saluto di Stefania Ulivi «Tutti i colleghi che, negli anni, hanno lasciato per varie ragioni la banca, dopo un periodo più o meno lungo di lavoro, hanno scritto messaggi di saluto menzionando, fra l’altro, l’importanza dell’esperienza umana e la straordinaria qualità dei rapporti con i colleghi. In qualche caso viene il ragionevole dubbio che vi fosse una componente “di maniera” e che le cose dette fossero solo parzialmente sentite, ma io credo che per la maggior parte dei colleghi, invece, le cose dette riuscissero ad esprimere solo parzialmente l’intensità del coinvolgimento emotivo nei rapporti umani di anni. Io sono nel Gruppo da più di venti anni, ed in particolare in Crediop da oltre 15, e lascerò la banca alla fine di ottobre. Al di là dell’importanza dell’esperienza professionale, dell’opportunità di mettere a frutto quanto studiato e di acquisire nuove conoscenze e competenze, al momento di lasciare mi accorgo di quanto tutto - vita professionale, rapporti con i clienti, rapporti con i colleghi nel bene e nel male è andato a far parte del “cemento” con cui ho amalgamato i mattoni della mia vita, della mia capacità di interagire con il mondo. Questo è, ovviamente, inevitabile: tutti i giorni, per tanti anni, ci forgiano; ogni esperienza, grande o piccola, lascia una traccia, ci costruisce. C’è una maggiore o minore ricettività soggettiva: io credo di aver recepito molto da ciascun collega con cui ho avuto a che fare, ciascuno mi ha insegnato qualcosa che ho cercato di capire e di mettere a frutto. Anche quello che non è stato positivo è stato comunque istruttivo: anche l’amarezza è parte della vita e dovrebbe spingere a cercare di fare meglio. Anch’io, come tutti, ho partecipato a mia volta all’ambiente dei colleghi, nel bene come nel male (e spero piuttosto nel bene!), anche senza volerlo, solo per il fatto di essere capitati insieme. E adesso? Da un punto di vista professionale tiro le somme: ho avuto l’opportunità di lavorare in un’istituzione di grande qualità nel suo campo, ho fatto esperienze di lavoro anche straordinarie, ho imparato moltissimo. Non posso che augurarmi che la banca continui ad offrire ai colleghi opportunità professionali di livello, oltre che la sicurezza del lavoro e della giusta retribuzione. Da un punto di vista personale non tiro nessuna somma: non mi sento al termine di un’esperienza ma “nel mezzo del cammino”. Indipendentemente da quanto tempo abbiamo davanti, tutto deve essere messo a frutto e continuato, in una nuova fase. Sono molto grata a tutti i colleghi che mi hanno dato l’opportunità di conoscere e capire, e spero di farcela a continuare il cammino, come tutti, sia quelli che lasciano questo lavoro, sia quelli che restano». Articolo a cura di Stefania Ulivi