PROGRAMMA AVVISATO AVvisi di VIta SAna a TOrino PRAEMONITUS , PRAEMUNITUS Proverbio latino “Una scuola che promuove la salute è una scuola dove tutti i membri della scuola lavorano insieme per fornire agli alunni delle esperienze positive e delle strutture che promuovono e proteggono la loro salute. A questo contribuiscono sia il curriculum educativo per la salute, che quello nascosto, sia la creazione di un ambiente scolastico sano e sicuro, che il coinvolgimento della famiglia e della comunità nello sforzo congiunto di promuovere la salute ”. Organizzazione Mondiale della Sanità, 1995 programma AVVISATO PROGRAMMA AVVISATO AVvisi di VIta SAna a TOrino Responsabile scientifico Dr. Alberto Bruno Diabetologo Coordinatore Centro Unificato di Diabetologia AOU Città della Salute e della Scienza – Presidio SGAS Via Cavour 31 Torino Strutture coinvolte VSSP Volontariato, Sviluppo e Solidarietà in Piemonte Dr. Stefano Meneghello (direttore amministrativo VSSP) Dr. Rino Jacobucci Associazione pazienti Diabete 2000 Torino Sig.ra Marilena Bono (Presidente) Associazione BIEVOL (BIoeticaEuropaVOLontariato) Prof.ssa Ema Vanna Garro (Presidente) CPO-Piemonte (Centro di Riferimento per l’Epidemiologia e la Prevenzione Oncologica in Piemonte) Dott.ssa Livia Giordano Psicologia Clinica Università di Torino Prof. Riccado Torta Dott.ssa Elena Scumaci RINGRAZIAMENTI Un particolare ringraziamento a tutti coloro che con competenza e dedizione hanno reso possibile lo svolgimento del progetto: Dott.ssa Paola D’Alessandro - Direttore Regionale Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte Dott.ssa Silvana Di Costanzo - Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte - Direzione Generale Dr. Stefano Suraniti - Dirigente dell’Ambito Territoriale per la Provincia di Torino Dott.ssa Angela Diana - Referente della Direzione Regionale Dott.ssa Maria Angela Donna - Referente della Direzione Regionale Prof. Paolo Ainardi - Dirigente scolastico Prof.ssa Elena Cappai - Dirigente scolastico Prof Massimo Cellerino - Dirigente scolastico Prof.ssa Suor M.Cognolato - Dirigente scolastico Prof.ssa Maria Teresa Furci - Dirigente scolastico Dott.ssa Lucia Starola - Presidente Rotary Club Torino 45° Parallelo (2013-2014) Prof. Giulio Diale - Presidente Rotary Club Torino 45° Parallelo (2014-2015) Dr. Massimo Luviè - Direttore Genarale Banca Reale 2|3 programma AVVISATO ABSTRACT ABSTRACT Il diabete e le malattie degenerative in genere (obesità, ipertensione, dislipidemia, osteoporosi...) possono essere contrastate efficacemente con programmi atti a modificare gli stili di vita a rischio. Intervenire sulla popolazione adulta è difficile, comunque tardivo e generalmente poco efficace, molto più incisivo può essere un intervento sulle giovani generazioni. Gli scopi dell’indagine sono stati: a) identificare tra i ragazzi delle scuole medie quelli con uno stile di vita meno sano e b) fornire a tutti i soggetti raggiunti dall’indagine gli elementi conoscitivi sulla possibilità di sviluppare patologie degenerative come il diabete se non si interviene attivamente sullo stile di vita. Il programma AVVISATO ha coinvolto nell’anno scolastico 2013/14 595 alunni della scuola media inferiore e 926 genitori. Sono stati misurati i parametri antropometrici degli alunni ed è stato utilizzato il FINDRISC score per gli adulti, mentre agli alunni è stato somministrato un questionario per rilevare gli stili di vita scorretti. I risultati dell’indagine hanno evidenziato come gli alunni che seguono uno stile di vita “non sano” abbiano genitori con un punteggio di rischio per sviluppare il diabete più alto (correlazione tra punteggio alunni e punteggio madre p<0.0001). Seguire abitudini di vita scorrette si associa ad un più basso stato sociale: maggior percentuali di cittadini extracomunitari, minor istruzione, peggiore situazione lavorativa. All’indagine conoscitiva si è affiancata una azione di informazione-formazione degli alunni per rendere i ragazzi maggiormente consapevoli dell’importanza di mantenere uno stile di vita sano. L’azione informativa si è concentrata anche sull’invito rivolto ai genitori ad informare i loro Medici di Medicina Generale o i Pediatri di Libera Scelta della presenza di condizioni di aumentato rischio. Per ridurre l’impatto sulla salute individuale e pubblica è indispensabile migliorare il livello socio-economico della popolazione in generale ed avviare specifiche campagne di informazione mirate soprattutto alle popolazioni a più alto rischio, in linea con le recenti direttive proposte dal Piano Nazionale per la Malattia Diabetica. In questa ottica, il ruolo delle associazioni di volontariato è importante e può contribuire al miglioramento della qualità di vita delle popolazioni ad alto rischio. In general diabetes and degenerative diseases (obesity, hypertension, dyslipidemia, osteoporosis ...) can be countered effectively with programs to change lifestyles at risk. Acting on the adult population is difficult, however late and generally not very effective, it can be a much more incisive intervention on younger generations. The aims of the survey were: a) to identify among middle school students those with a less healthy lifestyle and b) provide all individuals covered by the survey cognitive elements on the possibility of developing degenerative diseases such as diabetes if no action is taken on an active lifestyle. The project AVVISATO involved in the school year 2013/14 595 students of middle school and 926 parents. We measured anthropometric parameters of the students and used FINDRISC score for the adults, while the students were given a questionnaire to detect incorrect lifestyles. The results showed that students who follow a “not-healthy” lifestyle have parents with a risk score for developing diabetes higher (corelation between score students and score mather: p<0.0001). Follow improper lifestyle habits is associated with a lower social status: higher percentages of non-EU citizens, lower education, worse work situation. Survey finding was complemented by an action of information and training of students to make kids more aware of the importance of maintaining a healthy lifestyle. The action of information has also concentrated on the invitation to parents to inform their GPs or paediatricians of the presence of conditions with increased risk. To reduce the impact on individual and public health is essential to improve the socio-economic level of the population in general and specific launch information campaigns targeted especially to populations at higher risk in line with recent guidelines proposed by the Italian National Plan for Diabetic Disease. In this context, the role of voluntary associations is important and can contribute to improving the quality of life of populations at high risk. programma AVVISATO INTRODUZIONE Il diabete mellito di tipo 2[a] dell’adulto è la malattia cronica non trasmissibile maggiormente diffusa al mondo, in particolare nelle aree industrializzate dove, con una prevalenza[b] del 3-5%, rappresenta una delle principali minacce alla salute[1]. Il diabete si associa ad una ridotta aspettativa di vita ed ad un aumento delle comorbilità perché espone il paziente alla conseguenze delle complicanze croniche. Dati recentemente pubblicati dall’International Diabetes Federation (IDF) sostengono come nel 2010 oltre 284 milioni di persone fossero affetti da diabete e le proiezioni dell’organizzazione non sono rassicuranti: si prevede, infatti, che nel 2030 i diabetici adulti (fascia d’età 20-79) saranno 438 milioni[2]. La diffusione del diabete sta crescendo in ogni regione del mondo ed è previsto che il tasso di prevalenza globale aumenterà dal 6,4% del 2010 al 7,7% nel 2030 con un incremento del 40% dei casi di diabete di tipo 2[3]. La presenza di diabete nella popolazione italiana adulta (con più di 20 anni di età) è stimata intorno al 6-7% (1,5 milioni di individui affetti da diabete noto e oltre 2 milioni di individui con malattia non conosciuta) e circa il 30% della popolazione presenta fattori di rischio e dovrebbero essere considerati come soggetti prediabetici[4]. In Italia, l’aumento previsto è di almeno un altro milione di soggetti affetti nei prossimi 10-15 anni. L’ISTAT con l’Indagine Multiscopo presente nell’Annuario Statistico Italiano del 2010 riporta una prevalenza di diabete noto pari al 4,9% nelle donne e del 4,7% negli uomini. Le cause del manifestarsi di quella che viene definita come una vera e propria epidemia sono da ricercarsi in almeno quattro fattori fondamentali: 1) proliferare di abitudini alimentari scorrette; 2) crescita del numero di persone obese o in sovrappeso; 3) affermarsi di stili di vita sempre più sedentari; 4) invecchiamento della popolazione[5]. Tenendo conto della correlazione diretta tra obesità/sovrappeso e diabete di tipo 2, devono preoccupare i dati sulla diffusione di tali condizioni tra la popolazione italiana. Relativamente all’anno 2010 nella popolazione adulta italiana la quota di sovrappeso era pari al 35,6% (maschi 44,3%; femmine 27,6%), mentre gli obesi erano il 10,3% (maschi 11,1%; femmine 9,6%). Nel Sud e nelle Isole si rileva la quota più elevata di persone obese (11.5%) e in sovrappeso (38,7%), dati dell’ISTAT (Annuario statistico italiano 2010) e del Ministero della Salute (programma PASSI: Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia). I dati sulla diffusione di sovrappeso e obesità tra i più giovani vanno considerati con maggior attenzione, in quanto è dimostrato che un bambino obeso ha maggiori probabilità di un normopeso di essere in eccesso ponderale anche da adulto, con il conseguente maggiore rischio di sviluppare le patologie correlate a tale condizione: diabete di tipo 2 in particolare. Ora la prevalenza di sovrappeso e obesità tra i bambini della scuola primaria, rilevata nel 2012 con il progetto “OKKio alla salute” (sorveglianza nutrizionale e sui fattori di rischio comportamentali su un campione rappresentativo di alunni delle scuole primarie) è risultata preoccupante, con il 22,9% dei bambini di età tra 8 e 9 anni sovrappeso e il 11,1% obeso. Generalmente nelle Regioni del Sud si rilevano valori più elevati. Una seconda indagine europea (HBSC – Health Behaviours in Schoolaged Children)[6] condotta tra i giovani in età adolescenziale (13-15 anni) ha confermato il dato. PERCHÉ È IMPORTANTE RIDURRE I FATTORI DI RISCHIO Dal Progetto PASSI[7] si ricava che i comportamenti a rischio sono frequentemente presenti nella storia dei soggetti adulti che soffrono di patologie croniche tra cui il diabete di tipo 2: il fumo è presente nel 25%, la sedentarietà nel 42%, l’eccesso ponderale nel 73%, lo scarso consumo di frutta e verdura nel 89%, l’ipercolesterolemia nel 45% e l’ipertensione arteriosa nel 54%. L’identificazione dei pazienti con predisposizione famigliare e con stili di vita poco salubri permette di selezionare quei soggetti che possono maggiormente beneficiare del controllo dei fattori di rischio. Infatti, condurre uno stile di vita “a basso rischio” può ritardare l’insorgenza del diabete di tipo 2 negli adulti, è sufficiente una modesta riduzione del peso ed un aumento moderato dell’attività fisica[8-12]. Modificare lo stile di vita degli adulti con interventi educazionali ha bisogno di un grande dispendio di energia perché i risultati vengano raggiunti e soprattutto mantenuti. Molto più efficaci e duraturi potrebbero essere i comportamenti “virtuosi” appresi in età scolare. Un’efficace azione di prevenzione di una patologia così diffusa come il diabete tipo 2 necessita quindi di strategie di intervento di largo respiro e non può prescindere dal coinvolgimento di tutti gli operatori sanitari e non che interagiscono con la popolazione (Medici di Medicina Generale, specialisti, scuola, media ecc...). FATTORI CORREGGIBILI IN ETÀ SCOLARE I fattori correggibili in età scolare sono: il fumo, l’obesità e/o il sovrappeso, la sedentarietà, e la nutrizione. L’iniziazione dei giovani al fumo avviene per lo più in epoca adolescenziale e nell’ambito del gruppo che, a questa età, acquisisce sempre maggiore importanza. Il consumo di tabacco rappresenta una delle principali minacce per la salute dell’uomo[13]. L’obesità e il sovrappeso in età evolutiva tendono a persistere in età adulta e a favorire lo sviluppo di gravi patologie quali le malattie cardio-cerebro-vascolari, il diabete tipo 2 e alcuni tumori[14]. Negli ultimi 25 anni la prevalenza dell’obesità nei bambini è triplicata e la linea di tendenza [a] [b] Definizione diabete tipo 2 vedi allegato 1 Prevalenza: misura la proporzione di “eventi” presenti in una popolazione in un dato momento programma AVVISATO è in continuo aumento. Dai dati della letteratura emerge che la popolazione scolastica italiana soffre di un elevato grado di sovrappeso[15]. La sedentarietà è figlia del moderno stile di vita: la televisione ed il computer, quando utilizzati come forme di svago passivo e quando occupano la maggior parte del tempo non “scolastico”, possono ostacolare il raggiungimento di un adeguato livello di autostima, della soddisfazione per il proprio corpo e di come questo sia, a sua volta, un fattore protettivo contro la depressione e l’ansia[16]. Quando il tempo dedicato ad attività sedentarie supera, in frequenza e durata, quello dedicato alle attività motorie è più facile incorrere, in età adolescenziale, in problemi di sovrappeso ed obesità[17]. L’ipotesi che i comportamenti sedentari riducano il tempo che l’adolescente può dedicare all’attività fisica non trova conferma negli studi più recenti. Infatti, il tempo dedicato alle attività sedentarie non sembra influenzare la quantità di attività fisica rilevata, suggerendo che, nonostante i due comportamenti non possano essere vissuti contemporaneamente, essi non siano tra loro in competizione[18-21]. Nell’adulto ad alto rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 la sedentarietà è fortemente associata alle malattie cardiovascolari[22] e l’attività fisica è in grado di ridurne l’evoluzione[23]. È universalmente accettato in ambito medico che un’adeguata attività fisica associata a una corretta alimentazione possa prevenire il rischio di sovrappeso. Si consiglia che i bambini facciano attività fisica moderata o intensa ogni giorno per almeno un’ora. Questa attività non deve essere necessariamente continua e include tutte le attività motorie quotidiane[24,25]. La creazione delle condizioni che permettono ai bambini di essere attivi fisicamente dipende innanzitutto dalla comprensione di tale necessità da parte della famiglia e quindi da una buona collaborazione fra la scuola e la famiglia[26]. A questo si deve aggiungere una dieta qualitativamente equilibrata, in termini di bilancio fra grassi, proteine e glicidi e la sua giusta distribuzione nell’arco della giornata. Cambiamenti nell’alimentazione possono condizionare non solo la salute attuale dell’individuo ma anche la probabilità di sviluppare, più avanti nella sua vita, patologie come cancro, patologie cardiovascolari e diabete[27]. Rappresentano indicatori di una corretta alimentazione: l’abitudine a consumare la prima colazione e il consumo di almeno cinque porzioni al giorno di frutta e verdura. A questo proposito esistono diversi studi scientifici che dimostrano l’associazione tra l’abitudine a non consumare la prima colazione e l’insorgenza di sovrappeso[28-30]. STRATEGIE INTERNAZIONALI La comunità scientifica internazionale ha individuato una serie di iniziative nel campo della prevenzione, diagnosi e gestione della patologia diabetica e le autorità sanitarie stimolano le Nazioni ad adottare “Piani”, in linea con la sostenibilità dei sistemi sanitari nazionali (EPSCO 9658/06 Presse 148; risoluzione ONU no. 61/225 del 20 dicembre 4|5 2006 e no.64/265 del 13 maggio 2010; risoluzioni del Parlamento Europeo del 2011 e del 2012). Le indicazioni europee spingono quindi per una “elaborazione di misure di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, di prevenzione primaria e per una definizione di misure di prevenzione secondaria”. Tali indirizzi valorizzano le azioni tese a un approccio globale ai fattori determinanti per la salute, compresa una politica coerente e universale in materia di alimentazione e di attività fisica, in particolare nei bambini. STRATEGIE ITALIANE In Italia sono numerose le iniziative messe in atto per analizzare lo stato di salute della nostra popolazione scolastica. Con i programmi del Ministero della Salute “Guadagnare Salute: rendere facili le scelte salutari“ e il “Piano benessere” si stabilisce che, nei limiti delle rispettive competenze, vengano definiti programmi e strategie per promuovere tra i due sistemi (sanitario e scolastico) una cultura condivisa in materia di promozione alla salute, la prevenzione delle patologie croniche e per il contrasto di fenomeni tipici dell’età giovanile. Le grandi aree tematiche del programma sono: promozione di comportamenti alimentari salutari; lotta al tabagismo; lotta all’abuso di alcol e alle dipendenze; promozione dell’attività fisica. Questo programma nasce da stimoli internazionali come l’azione dell’OMS di contrasto alle malattie non trasmissibili[31,32]. Nella stessa ottica si muovono il sistema “PASSI” per la popolazione tra i 18 e 69 anni affidato al Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (CNESPS) dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità), il progetto “OKkio alla salute” rivolto ai ragazzi in età 6-17 anni e lo studio europeo HBSC per gli adolescenti. A queste iniziative bisogna aggiungere il recente (2013) “Piano Nazionale per la malattia diabetica” che rappresenta un importante strumento sulla governance del diabete e che annovera tra gli obiettivi prioritari: “prevenire o ritardare l’insorgenza della malattia attraverso l’adozione di idonei stili di vita; identificare precocemente le persone a rischio e quelle con diabete; favorire adeguate politiche di intersettorialità per la popolazione generale e a rischio e per le persone con diabete”. STRATEGIE REGIONE PIEMONTE La Regione Piemonte ha da tempo intrapreso una serie di azioni indirizzate a ridurre nella popolazione scolastica i fattori di rischio comportamentali e sono state approntate delle Linee Guida di intervento[33] che vedono la collaborazione tra Regione Piemonte e l’Ufficio Scolastico Regionale. Nel Piemonte, infatti, è andato sviluppandosi nell’ultimo decennio un importante percorso “a più voci”, che ha portato a un significativo “riposizionamento” del concetto di salute sia in seno alla Scuola che in seno alla Sanità attraverso la centralità della promozione della salute. Queste iniziative sono contenute nel Protocollo programma AVVISATO d’intesa tra Regione Piemonte e Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca[34] dove la Regione Piemonte, si impegna tra i vari punti a facilitare il raccordo operativo tra i sistemi Aziendali della Promozione della salute, i Gruppi Tecnici Provinciali e gli altri attori primari del territorio in un’ottica di reti e responsabilità per la salute e l’istruzione[35]. DATI REGIONE PIEMONTE Le indagini sul comportamento “a rischio” degli alunni nella Regione Piemonte: progetto OKkio alla Salute (8-9 anni)[36] e progetto HBSC (11-15 anni)[37] hanno messo in evidenza come tra i bambini del Piemonte di 8-9 anni il 26% sia sovrappeso o obeso e che queste percentuali tendono a diminuire nelle età successive: 23% a 11 anni e 14,8% a 13 anni. L’aumento percentuale di sovrappeso ed obesità è stato messo in rapporto a scorrette abitudini di vita. Nella nostra regione il 16% dei bambini non fa colazione, questa abitudine peggiora con l’età: 24% a 11 anni, 37% a 13 anni e il 42% a 15 anni. I genitori riferiscono che il 38% dei bambini (8-9 anni) consuma frutta 2-3 volte al giorno; il 37% una sola porzione al giorno e il 24% dei bambini mangia frutta meno di una volta al giorno o mai nell’intera settimana. Il 31% dei bambini consuma verdura 2-3 volte al giorno; il 33% una sola porzione al giorno e il 35% meno di una volta al giorno o mai nell’intera settimana. Utilizzando il consumo di dolci e bevande gassate come indicatore di diete poco salubri il consumo (almeno quotidiano) supera ampiamente il 25% dei rispondenti e cresce con l’età passando dal 13,6% degli undicenni al 19,7% dei quindicenni. A queste cattive abitudini alimentari corrisponde un aumento della sedentarietà. Se l’82% dei bambini di 8-9 anni risulta attivo il giorno antecedente l’indagine questa percentuale si riduce a: “nessuna o una volta la settimana” al 13% a 11 anni, 15% a 13 anni e 21% a 15 anni e solo il 15% di loro raggiunge la quantità consigliata (60 minuti die). Il dato è confermato dalla scarsa abitudine ad andare a scuola a piedi e dal calcolo delle ore trascorse in attività sedentarie. Nella nostra regione, i genitori riferiscono che il 73% dei bambini (8-9 anni) guarda la TV o usa videogiochi da 0 a 2 ore al giorno, mentre il 23% è esposto quotidianamente alla TV o ai videogiochi per 3 o 4 ore e il 4% per almeno 5 ore. Nei ragazzi di 11-15 anni il tempo passato davanti alla TV uguale o superiore alle 4 ore raggiunge l’8% a 11 anni, il 19% a 13 anni e il 21% a 15 anni. A queste ore vanno sommate le ore trascorse al computer: oltre 4 ore al giorno per il 3% dei ragazzi di 11 anni, il 5% a 13 anni e il 6 a 15 anni. In Regione Piemonte non fuma il 98% dei ragazzi a 11 anni, l’89% a 13 anni e il 68% a 15 anni. MATERIALI E METODI Per condurre l’indagine conoscitiva sulla propensione al rischio “diabete” in rapporto alle condizioni ambientali e famigliari dei giovani in età scolare sono stati studiati gli alunni di 6 istituti scolastici (medie inferiori) della città di Torino e Provincia per un totale di 595 alunni di entrambi i sessi. Ad ogni alunno, i cui genitori avevano firmato il consenso all’indagine, sono stati rilevati i parametri antropometrici ed è stato somministrato un questionario sullo stile di vita . Ai genitori degli stessi alunni è stato somministrato il FINDRISC[c] score[38]. Il FINDRISC è stato validato anche nella popolazione italiana[39]. Contemporaneamente sono state sviluppate altre due iniziative: 1) in tutte le classi coinvolte sono stati organizzati degli incontri interattivi con gli studenti e il personale medico specialista del programma al fine di informare su quali sono i rischi di uno stile di vita scorretto; 2) nella lettera di accompagnamento all’iniziativa si invitavano i genitori a contattare i loro Medici di Medicina Generale e/o i Pediatra di Libera Scelta al fine di renderli informati sul livello di rischio a sviluppare il diabete dei loro assistiti. I questionari per gli alunni sono stati somministrati dopo aver ricevuto l’autorizzazione scritta da parte dei genitori, a cui è stato consegnata una lettera dove si spiegava il significato dell’indagine e le modalità di raccolta in forma completamente anonima dei dati. L’abbinamento dei questionari degli alunni con i questionari dei genitori era affidato agli alunni stessi. L’indagine è stata preceduta dalla richiesta ed ottenimento dell’autorizzazione da parte della Direzione dell’Ufficio Scolastico Regionale. È stato previsto un protocollo speciale per gli operatori per ridurre eventuali reazioni negative da parte di ragazzi orfani o in comunità, di rifiuto del ragazzo a rispondere al questionario o a sottoporsi alle misurazioni, o di mancato consenso dei genitori alla rilevazione. Il questionario per i ragazzi è nato dalla sintesi dei precedenti studi tra cui il FINDRISC, l’HBSC, il sistema di sorveglianza PASSI e il programma OKkio alla Salute. MODALITÀ DI CAMPIONAMENTO Il metodo di campionamento scelto è stato “casuale” in base al consenso deciso da ogni istituto reperito dall’elenco delle scuole predisposto dagli Uffici Scolastici su base regionale. Sono state selezionate scuole di diverse realtà sociali presenti in centro, periferia e provincia. ANALISI DEI DATI Trattandosi di uno studio trasversale che misura prevalenze puntuali, l’analisi dei dati è consistita principalmente nella misura delle prevalenze delle variabili selezionate. In alcuni casi, per identificare gruppi FINDRISC: Finnish Diabetes Risck Score è basato sull’idea che sia possibile identificare i soggetti adulti a rischio di diabete senza dover acquisire alcun parametro di laboratorio o clinico oltre alla misura del peso corporeo e della circonferenza addominale [c] 6|7 programma AVVISATO a rischio, si sono calcolati dei rapporti di prevalenza e realizzati dei test statistici (ANOVA, t-test). I dati sono espressi come media ± deviazione standard (DS). Le analisi sono state effettuate usando un software dedicato seguendo un piano d’analisi predisposto nel protocollo dell’indagine e formulato prima della raccolta dati. L’indagine antropometrica prevedeva la misurazione con ritto dell’altezza, con una bilancia elettronica del peso corporeo e con un centimetro della circonferenza vita (a metà tra l’arcata costale inferiore e il bordo superiore della cresta iliaca). È stato calcolato l’indice WHER (waist to height ratio) ossia il rapporto tra circonferenza vita e altezza, considerando elevato un rapporto uguale o superiore 0,50. Il grande vantaggio di questo indice è che può essere utilizzato indifferentemente nei maschi e nelle femmine, di qualsiasi età ed etnia. È un indice veloce da calcolare e sensibile quale segnalatore di rischio metabolico[40,41]. Il valore del rischio negli alunni è stato calcolato attribuendo un punteggio alle seguenti dieci variabili: 1. WHER(circonferenza vita/altezza): inferiore a 0,5 =0, superiore o uguale a 0,5 =1 2. Ore attività fisica la settimana: più di 4 ore =0, tra 2 e 4 ore =1, nessuna =2 3. Ore passate al giorno alla televisione: meno di 1 ora =0, più di 1 ma meno di 3 =1, più di 3 =2 4. Ore passate al giorno al computer: meno di 1 ora =0, più di 1 ma neno di 3 =1, più di 3 =2 5. Colazione del mattino: sempre =0, a volte =1, mai =2 6. Fast-food: mai =0, a volte =1, spesso =2 7. Mangi frutta o verdura: sempre =0, a volte =1, raramente =2 8. Bevande zuccherate: mai =0, a volte =1, spesso =2 9. Presenza abituale di bevande zuccherate in casa: mai =0, a volte =1, spesso =2 10. Merendine: mai =0, qualche volta =1, spesso =2 Il valore del rischio per i genitori è stato calcolato secondo il protocollo del FINDRISC, considerando basso con un * Genitori che hanno risposto al questionario FINDRISC punteggio inferiore a 7, medio se compreso tra 7 e 15 ed elevato se superiore o uguale a 15. Il livello educazionale dei genitori è stato misurato in base alla durata del corso di studi: alto (corso di studi superiore ai 13 anni), intermedio (periodo di istruzione di 9-13 anni) e inferiore (corso di studio inferiore a 8 anni) (valore dichiarato), mentre lo stato sociale dei genitori è stato calcolato in: alto (presenza di almeno un genitore dirigente), basso (se almeno un genitore dichiarava un lavoro equivalente all’operaio) ed intermedio (se non erano soddisfatte le prime due condizioni) (dati auto dichiarati). RISULTATI Durante l’anno scolastico (2013-14) sono stati visitati sei istituti scolastici con scuola media inferiore ubicate: due in zone centrali della città di Torino, due in periferia ed due in provincia. Per un totale di 585 alunni e 926 genitori. La numerosità dei tre gruppi (Centro, Periferia, Provincia) è stata di 185 alunni per ogni gruppo, le caratteristiche antropometriche di tutta la casistica e dei tre sottogruppi sono riportate nella Tabella 1. Nella Tabella 2 sono riportate le caratteristiche socio economiche dei gruppi famigliari (i valori in grassetto indicano il valore percentuale peggiore). Nella tabella 3 sono riportati gli indicatori utilizzati per valutare lo stile di vita degli alunni (i valori in grassetto indicano il valore percentuale peggiore). Se si analizzano i punteggi dei questionari degli alunni in rapporto alla distribuzione territoriale delle scuole si può notare che gli abitanti della periferia di Torino hanno un punteggio significativamente maggiore rispetto al centro e alla provincia (Tabella 4 e Figura 1) ma per i padri questo aumento non raggiunge la significatività statistica. programma AVVISATO * N.S. = non significativo programma AVVISATO Suddividendo la casistica in rapporto al rischio dei genitori secondo il questionario FINDRISC (Basso <7, Medio 7-14, Alto >14 punti) gli alunni presentano un punteggio significativamente maggiore in rapporto all’indice di rischio della madre come riportato nella Tabella 5. e nella Figura 2, anche in questo caso l’incremento del punteggio del padre non è statisticamente significativo. Suddividendo il campione dei punteggi dei genitori in rapporto ai terzili del punteggio degli alunni (Basso 0-4, Medio 5-7, Alto >7) si osserva un progressivo peggioramento del punteggio del rischio dei genitori che raggiunge la significatività statistica solo per le madri (Tabella 6 - Fig 3). 8|9 Analizzando le caratteristiche dei genitori degli alunni in rapporto al terzile del punteggio degli alunni emerge come il peggiorare dell’indice sia in rapporto al peggiorare di tutti gli indicatori socio culturali dei gruppi indipendentemente dal domicilio (Tabella 7) (i valori in grassetto indicano il valore percentuale peggiore). I dati generali sono stati analizzati anche in rapporto al sesso degli alunni ma non sono emerse differenze significative. Nella figura successiva (Fig.4) sono riportate le regressioni lineari tra il punteggio degli alunni e il punteggio al FINDRISC, rispettivamente di madri e padri. Le due regressioni risultano significative per entrambi i genitori. programma AVVISATO DISCUSSIONE Studi clinici randomizzati hanno dimostrato che il diabete di tipo 2 si può prevenire o ritardare adottando modifiche dello stile di vita[42-45]; indirizzare questi interventi verso categorie di cittadini più esposti al rischio è una prospettiva economicamente più sostenibile. La sfida è ottenere informazioni sufficienti per individuare questi soggetti ed anticipare il più possibile l’azione preventiva. In questi anni sono stati sviluppati molti modelli matematici applicabili alla popolazione: San Antonio Heart Study[46], FINDRISC study[47], Japanese American Comunity Diabetes Study[48], Atherosclerosis Risk in Comunity study-ARIC[49], Rhanco Bernardo Study[50]. Di questi solo lo studio svedese[46] e l’ARIC[49] hanno utilizzato dati misurabili senza metodi invasivi e quindi di più facile ed ampia diffusione. In considerazione della necessità di non eseguire misurazioni invasive abbiamo scelto il FINDRISC come metodo per analizzare la popolazione adulta dei genitori e per costruire la base di valutazione degli alunni. Questa scelta non è priva di criticità, infatti, altre ipotesi di lavoro[51] sono state proposte per aumentare l’indice di predittività obiettando che, ad esempio, il FINDRISC Study non tiene in conto l’abitudine al fumo. Al momento non esistono indicatori applicabili all’età scolare. Per anticipare la valutazione del programma AVVISATO rischio si è proposta un’aggregazione di comportamenti “non salubri” rilevabili anche in età scolare e si è costruita una scala di riferimento il cui punteggio è stato confrontato con il rischio dei genitori. La casistica del nostro studio presenta percentuali di comportamenti poco sani che non si discostano dalle attese ricavate dai dati rilevati in indagini nazionali più importanti per la numerosità del campione permettendoci quindi di trarre delle interpretazioni nonostante le limitate dimensioni del campione analizzato. Analizzando i dati in rapporto al territorio di riferimento della scuola è emerso che gli indici peggiori ed i comportamenti a rischio sono tendenzialmente più evidenti nelle zone di periferia 10 | 11 mentre lo stile di vita della provincia sembra essere il migliore. I punteggi degli score (figli e genitori) sono risultati significativamente peggiori nelle classi della periferia cittadina rispetto al centro città ed alle classi della provincia. Gli score degli alunni, coerentemente con le condizioni e i comportamenti più a rischio secondo i dati della letteratura internazionale, correlano maggiormente con l’indice di rischio delle madri rispetto all’equivalente indice del padre come il dato inverso: un punteggio maggiore nel questionario della madre corrisponde ad un punteggio più alto dell’alunno. Al peggiorare del punteggio degli alunni corrisponde la presenza dei peggiori indicatori socio-culturali misurati. CONCLUSIONI In conclusione la popolazione presa in esame ha evidenziato come nelle classi sociali più disagiate il rischio di sviluppare una malattia cronica come il diabete sia direttamente correlabile a stili di vita non corretti. Attribuendo un peso a dieci indicatori abbiamo costruito uno score di probabilità di rischio applicato alla popolazione di studenti presente in scuole del centro, della periferia e della provincia di Torino ed abbiamo confrontato questo punteggio con il punteggio del FINDRISC dei genitori. Il FINDRISC è stato utilizzato quale strumento accettato dalla comunità scientifica come adeguato e di facile applicazione per individuare gli adulti a rischio di diabete di tipo 2. I due punteggi hanno messo in evidenza una correlazione positiva. Questo dato era atteso ma non era stato misurato nella popolazione della nostra Regione e non era mai stato applicato a popolazioni così giovani. Il programma AVVISATO non si è limitato alla misurazione del rischio ma contemporaneamente si è attuata una azione di formazione diretta sui ragazzi ed indiretta sulle famiglie come auspicato dal “Piano Nazionale per la malattia diabetica” che ricorda come gli interventi efficaci siano quelli integrati, con la partecipazione di famiglie, scuole, operatori della salute e comunità. Iniziative di questo genere, che fanno ricorso al sostegno del mondo del volontariato, possono rappresentare una risorsa importante soprattutto se, in base ai risultati misurati, concentrano gli interventi nelle aree (periferie città) e nelle popolazioni con più alto rischio di morbilità (figli di madri ad alto rischio). L’azione del Volontariato deve tuttavia trovare un sostegno ed un riconoscimento da parte delle organizzazioni della scuola per far si che iniziative di educazione come il programma AVVISATO non rimangano azioni isolate e possano ripetersi nel tempo. programma AVVISATO BIBLIOGRAFIA [1] Wild S., Roglic G., Green A., Sicree R., King H., Global prevalence of diabetes: estimates for the year 2000 and projections for 2030. Diabetes Care 27 (5): 1047-1053, 2004. [2] IDF, Diabetes Atlas, 6th eds., Internationale Diabetes Federation, Brussels, Belgium, 2013. [3] King H., Aubert R.E., Herman W.H., Global burden of diabetes 1995-2025. Diabetes Care 21: 1414-1431, 1998. 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Quando questo meccanismo è alterato, il glucosio si accumula nel circolo sanguigno. Il Diabete di tipo 1 riguarda circa il 10% delle persone con diabete e in genere insorge nell’infanzia o nell’adolescenza. Nel diabete tipo 1, il pancreas non produce insulina a causa della distruzione delle cellule ß che producono questo ormone: è quindi necessario che essa venga iniettata ogni giorno e per tutta la vita. Il Diabete tipo 2 è la forma più comune di diabete e rappresenta circa il 90% dei casi di questa malattia. La causa è ancora ignota, anche se è certo che il pancreas è in grado di produrre insulina, ma le cellule dell’organismo non riescono poi a utilizzarla. In genere, la malattia si manifesta dopo i 30-40 anni e numerosi fattori di rischio sono stati riconosciuti associarsi alla sua insorgenza. Tra questi: la familiarità per diabete, lo scarso esercizio fisico, il sovrappeso e l’appartenenza ad alcune etnie. Riguardo la familiarità, circa il 40% dei diabetici di tipo 2 ha parenti di primo grado (genitori, fratelli) affetti dalla stessa malattia, mentre nei gemelli monozigoti la concordanza della malattia si avvicina al 100%, suggerendo una forte componente ereditaria per questo tipo di diabete. Il rischio di sviluppare la malattia aumenta con l’età, con la presenza di obesità e con la mancanza di attività fisica: questa osservazione consente di prevedere strategie di prevenzione “primaria”, cioè interventi in grado di prevenire l’insorgenza della malattia e che hanno il loro cardine nell’applicazione di uno stile di vita adeguato, che comprenda gli aspetti nutrizionali e l’esercizio fisico. DIAGNOSI I criteri per la diagnosi sono la presenza dei sintomi di diabete (poliuria, polidipsia, perdita di peso inspiegabile) associati a: un valore di glicemia ≥ 200 mg/dl casuale, cioè indipendentemente dal momento della giornata; oppure un valore di glicemia ≥ 126 mg/dl a digiuno, di almeno 8 ore; oppure un valore di glicemia ≥ 200 mg/dl alla seconda ora di una curva da carico, OGTT di 75g di glucosio. Esistono, inoltre, situazioni cliniche in cui la glicemia non supera i livelli stabiliti per la definizione di diabete, ma che comunque non costituiscono una condizione di normalità. In questi casi si parla di Alterata Glicemia a Digiuno (IFG) quando i valori di glicemia a digiuno sono compresi tra 100 e 125 mg/dl e di Alterata Tolleranza al Glucosio (IGT) quando la glicemia due ore dopo il carico di glucosio è compresa tra 140 e 200 mg/dl. Si tratta di situazioni cosiddette di “prediabete”, che indicano un elevato rischio di sviluppare la malattia diabetica anche se non rappresentano una situazione di malattia. Spesso sono associati a sovrappeso, dislipidemia e/o ipertensione e si accompagnano a un maggior rischio di eventi cardiovascolari. COMPLICANZE DEL DIABETE Il diabete può determinare complicanze acute o croniche. Le complicanze acute sono più frequenti nel diabete tipo 1 e sono in relazione alla carenza pressoché totale di insulina. In questi casi il paziente può andare incontro a coma chetoacidosico, dovuto ad accumulo di prodotti del metabolismo alterato, i chetoni, che causano perdita di coscienza, disidratazione e gravi alterazioni ematiche. Nel diabete tipo 2 le complicanze acute sono rare, mentre sono molto frequenti le complicanze croniche che riguardano diversi organi e tessuti, tra cui gli occhi, i reni, il cuore, i vasi sanguigni e i nervi periferici. Retinopatia diabetica: è un danno a carico dei piccoli vasi sanguigni che irrorano la retina, con perdita delle facoltà visive. Inoltre, le persone diabetiche hanno maggiori probabilità di sviluppare malattie oculari come glaucoma e cataratta Nefropatia diabetica: si tratta di una riduzione progressiva della funzione di filtro del rene che, se non trattata, può condurre all’insufficienza renale fino alla necessità di dialisi e/o trapianto del rene Malattie cardiovascolari: il rischio di malattie cardiovascolari è da 2 a 4 volte più alto nelle persone con diabete che nel resto della popolazione causando, nei Paesi industrializzati, oltre il 50% delle morti per diabete. Questo induce a considerare il rischio cardiovascolare nel paziente diabetico pari a quello assegnato a un paziente che ha avuto un evento cardiovascolare Neuropatia diabetica: è una delle complicazioni più frequenti e secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità si manifesta a livelli diversi nel 50% dei diabetici. Può causare perdita di sensibilità, dolore di diversa intensità e danni agli arti, con necessità di amputazione nei casi più gravi. Può comportare disfunzioni del cuore, degli occhi, dello stomaco ed è una delle principali cause di impotenza maschile Piede diabetico: le modificazioni della struttura dei vasi sanguigni e dei nervi possono causare ulcerazioni e problemi a livello degli arti inferiori, soprattutto del piede, a causa dei carichi che sopporta. Questo può rendere necessaria l’amputazione degli arti e statisticamente costituisce la prima causa di amputazione degli arti inferiori di origine non traumatica Le complicanze croniche del diabete possono essere prevenute o se ne può rallentare la progressione attraverso uno stretto controllo di tutti i fattori di rischio correlati (glicemia, pressione sanguigna, controllo dei lipidi nel sangue, fumo, sovrappeso, sedentarietà). Interventi terapeutici: La terapia della malattia diabetica ha come cardine l’attuazione di uno stile di vita adeguato. Per stile di vita si intendono le abitudini alimentari, l’attività fisica e l’astensione dal fumo. A queste modifiche dello stile di vita si possono aggiungere, secondo le caratteristiche della malattia anche farmaci appartenenti a diverse classi farmacologiche. programma AVVISATO ALLEGATO 2 - FINDRISC GENITORE N.U. = non utilizzato per il calcolo del rischio Valori inferiori a 7 indicano una bassa propensione a sviluppare nel tempo malattie metaboliche. Valori compresi tra 7 e 14 indicano una propensione media. Valori superiori a 15 indicano un’alta propensione. 14 | 15 programma AVVISATO ALLEGATO 3 - QUESTIONARIO PER GLI ALLIEVI 1) Luogo e data di nascita 2) Sesso peso ed altezza 3) Circonferenza vita in cm (misurata con un metro da sarta a livello dell’ombelico) 4) Indica in quale delle figure sotto riportate ti identifichi meglio a livello corporeo (Fig. 5) 5) Titolo di studio dei tuoi genitori. Risposte separate per madre e padre (Laurea, Diploma, Licenza scuola media, Licenza elementare) 6) Dove sono nati i tuoi genitori? Risposte separate per madre e padre 7) Professione dei genitori. Risposte separate per madre e padre 8) Quante sono le persone che vivono in casa con te? 9) Sapresti indicare quali delle figure sotto riportate rappresenta meglio la corporatura dei tuoi genitori (Fig.5)? risposte separate per madre e padre 10) Di solito con che mezzo vai a scuola? (A) A piedi (B) Bicicletta (C) Mezzi pubblici (D) Scooter (E) Auto 11) Indica chi nella tua famiglia svolge regolarmente (almeno 1 o 2 volte a settimana)attività fisica? nessuno, genitori, fratelli 19) Fai colazione la mattina prima di andare a scuola (non si intende solo il caffè)? (A) Si, sempre (B) A volte (C) Mai 20) Ti capita di mangiare ai fast food? (A) Spesso (B) A volte (C) Mai 21) Durante la settimana mangi frutta o verdura? (A) Spesso (B) A volte (C) Mai 22) Bevi bibite gasate o zuccherate? (A) Spesso (B) A volte (C) Mai 23) In famiglia si pranza o si cena con il vino o birra? (A) Si (B) No 24) L’acquisto di bevande come birra o coca-cola è un’abitudine familiare? (A) Si (B) No 25) Ti capita di mangiare merendine, gelati, snack dolci o salati? (A) Mai (B) A volte (C) Si, sempre 26) Fumi? (A) Si (B) No (C) A volte 27) Chi dei seguenti membri della tua famiglia fuma? nessuno, genitori, fratelli, altri 12) Quante ore alla settimana pratichi sport, oltre quello praticato durante l’orario scolastico? (A) Meno di 2 ore (B) Da 2 a 4 ore (C) Più di 4 ore (D) Non faccio sport fuori dalla scola 13) Dove pratichi sport (oltre lo sport praticato durante l’orario scolastico)? (A) Oratorio (B) Per conto mio (C ) società sportiva/ palestra/centro sportivo (D) Non pratico sport 14) Qual è la ragione principale per cui pratichi sport? (A) Perché fa bene alla salute (B) Mi diverte (C) Perché vorrei diventare un campione (D) Perché fa bene all’aspetto fisico 15) Quanti sport pratichi regolarmente (almeno 1 o 2 volte a settimana) fuori dalla scuola? 16) DOMANDA SOLO PER CHI NON FA SPORT AL DI FUORI DELLA SCUOLA: Perché non fai sport? (A) Non ho tempo (B) Non mi piace (C) Motivi di salute (D) Motivi economici 17) Quante ore al giorno guardi la tv dvd compresi? (A) Meno di 1ora (B) Da 1 a 3 ore (C) Più di 3 ore 18) Quante ore al giorno passi mediamente al computer, play station o simili? (A) Meno di 1 ora (B) Da 1 a 3 ore (C) Più di 3 ore 4 5 6 7 8 9 1 2 3 FIGURA 5 Differenti categorie di corporatura femminile e maschile