Corso di introduzione
all’archeologia
Docente Alessandro Furiesi
La stratigrafia
La stratigrafia
La stratigrafia, nell'ambito delle scienze geologiche, è la
disciplina che studia la datazione delle rocce ed i
rapporti reciproci fra unità rocciose distinte; è
particolarmente sviluppata nell'ambito delle rocce
sedimentarie.
Il principio geologico fondamentale della stratigrafia,
applicata alla sequenze sedimentarie, è quello della
sovrapposizione, già riconosciuto da Stenone nella
seconda metà del '600, che afferma che le successioni
sedimentarie sono originariamente ordinate con gli strati
inferiori più antichi di quelli superiori, riflettendo la
meccanica della deposizione dei sedimenti, che avviene
infatti dall'alto verso il basso, per cui ogni nuovo strato
ricopre il precedente.
I metodi di datazione utilizzati in stratigrafia
possono appartenere a due categorie:
• Metodi relativi: cronologicamente sono i primi
metodi utilizzati. Non assegnano un'età ma si
limitano a indicare se un reperto è più recente o
più antico di un altro; si avvale dei principi di
stratificazione.
• Metodi assoluti: la datazione assoluta permette
di dare un'età a rocce, minerali e fossili
utilizzando il metodo radiometrico, basandosi
cioè sulla radioattività di alcuni isotopi
Principi stratigrafici
• Sovrapposizione stratigrafica: in condizioni normali, osservando
una successione sedimentaria gli strati più antichi si trovano
inferiormente, e viceversa gli strati più recenti si trovano in posizione
più elevata o superiore. In altre parole ogni strato è più recente di
quello che è a lui sottostante ed è più antico di quello che lo
sovrasta
• Principio di orizzontalità originaria: Se non sono intervenuti
movimenti tettonici gli strati si depositano orizzontalmente. Questo
principio non sempre è valido, in quanto in ambienti deposizionali
particolari, come margini di piattaforma, depositi esterni di scogliere,
la stratificazione avviene lungo superfici inclinate, in questo caso si
parla di clinostratificazione
• Principio di intersezione: Se entro una serie di strati si incontra
uno livello litologico che interseca gli altri, quest'ultimo è
sicuramente più giovane della serie di strati attraversati
• Principio dell'equivalenza cronologica: due strati sedimentari
che, pur essendo situati in località diverse, contengono gli stessi
fossili guida, si sono formati nel medesimo intervallo di tempo, sono
cioè cronologicamente equivalenti
La stratificazione in archeologia
• In archeologia, la stratificazione è un concetto principale
e di base: indica la disposizione di strati omogenei (e per
questo facilmente individualizzabili). Tale concetto si
basa
abbondantemente
sulla
legge
della
sovrapposizione. Quando dei ritrovamenti archeologici si
trovano al di sotto della superficie del terreno (come
nella maggior parte dei casi) l'identificazione del
contesto di ognuno di questi è vitale per permettere agli
archeologi di trarre conclusioni sul sito, sulla natura e
sulla data della sua occupazione. Nella maggior parte
dei casi, le "caratteristiche" possono essere identificate e
queste si riferiscono alla stratificazione del suolo e al
materiale in un arco di tempo.
• Ogni azione umana o ogni evento naturale, ha
lasciato in un sito una traccia che si sovrappone
alla situazione preesistente e costituisce una
"unità stratigrafica" (U.S.)[2]. Esempi di queste
azioni o eventi possono essere l'accumulo di
immondizia gettata al di fuori del villaggio, un
fossato scavato intorno alle mura della città, la
costruzione del muro di una casa, il suo crollo, il
deposito di fango lasciato da un'alluvione, ecc.
• A seconda che siano effetto di un evento
naturale o di un'azione umana, le unità
stratigrafiche si possono intanto suddividere in
"naturali" (deposito alluvionale, crollo del muro)
e "artificiali" (deposito di immondizia, costruzione
di un muro, scavo di un fossato)
• Le unità stratigrafiche presentano tra loro delle
relazioni "fisiche": il fossato "taglia" il terreno nel
quale viene scavato, il muro "riempie" la sua
fossa di fondazione, l'accumulo di immondizia
"copre" la pavimentazione della strada e "si
appoggia" al muro contro il quale è stato gettato,
ecc. In senso inverso il terreno "è tagliato" dal
fossato, la fossa di fondazione "è riempita", la
pavimentazione della strada "è coperta"
dall'immondizia e infine rispetto al muro
l'immondizia "gli si appoggia". Ciascuna di
queste relazioni fisiche indica un rapporto
cronologico: se il fossato taglia il terreno vuol
dire che l'azione di scavare il fossato non può
che essere avvenuta dopo l'evento di deposito
del terreno in cui viene scavato
• Nello scavo si lavora a partire dall'unità
stratigrafica più recente e si procede via via ad
asportare gli strati seguendone l'ordine
cronologico, dal più recente al più antico, fino ad
arrivare ad uno strato naturale inalterato e
archeologicamente sterile, ossia privo di
materiali.
• Si tratta di distinguere gli strati l'uno dall'altro
sulla base delle loro caratteristiche fisiche, quali
composizione, consistenza, colore codificato
ecc., e di individuarne i reciproci rapporti fisici
(quale strato si sovrappone all'altro, per
esempio) per riconoscere ogni volta quello più
recente che dovrà essere asportato per primo.
La raccolta di documentazione
• Poiché lo scavo comporta la distruzione
dell'oggetto osservato (lo strato di terra viene
asportato ed eliminato nel corso del
procedimento e lo stesso vale per i limiti di una
fossa che costituiscono un'unità stratigrafica
negativa), è di fondamentale importanza
raccogliere con precisione tutti i dati disponibili.
Ogni unità stratigrafica viene individuata per
mezzo di un numero, viene redatta una pianta
che ne riporta i limiti e la posizione e l'unità
stratigrafica viene inserita nelle sezioni. A questa
documentazione grafica si aggiunge secondo le
necessità
anche
una
documentazione
fotografica.
Il rilievo archeologico
La classificazione
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