Chiara Oldani, 2010 La misurazione dei fenomeni Contabilità cinese e standard internazionali (non rispettati); Misurazione parziale (nel tempo e nello spazio); Esempi: la disoccupazione, il PIL, la natalità sono misurati solo nelle città costiere. L’economia cinese I dati statistici cinesi (poco attendibili, es. PIL anno è comunicato il 1 gennaio). Facciamo un’analisi dei 4 prezzi dell’economia cinese 1. Inflazione (prezzi dei beni interni e domanda naz.) 2. Tasso dell’interesse (politica monetaria e sviluppo dei mercati finanziari) 3. Tasso di cambio (trade: rappresenta il 6% del commercio mondiale; movimenti di capitale in crescita) 4. Disoccupazione (Urbanizzazione, Scarsa formazione, scarsa produttività, bassi investimenti, scarsa tutela sociale) L’inflazione L’economia cinese è spinta al suo interno da un aumento degli investimenti (I), dei consumi (C) e della produzione (Q); queste spinte hanno effetti inflazionistici dovuti alla bassa produttività dell’industria e all’uso inefficiente delle risorse (inquinamento). Nel 2009 l’inflazione al consumo, secondo le statistiche ufficiali, è del 5,9%. La domanda interna esprime una grande potenzialità Si basa sul sistema pubblico che re-distribuisce le risorse (nel 2009 spesa pubblica ha raggiunto il 23% del PIL); sulla domanda per consumi nelle grandi città (Shangai, Pechino, Tianjin, Guangzhou) che hanno circa 40 milioni di abitanti; su un reddito pro capite crescente; sulle costruzioni. Il prezzo del denaro e il sistema finanziario La Banca del Popolo Cinese governa la moneta (Renmimbi o Yuan) e il costo del denaro (tra 1 e 3% annuo, in calo dal 2008). Il sistema di risk-monitoring e vigilanza della Banca Centrale è stato attivato nel 2006. I fondi pubblici finanziano le infrastrutture e parte della produzione (tramite le aziende pubbliche). Le banche “private” sono poche e poco affidabili. I mercati finanziari I mercati finanziari di riferimento sono quelli di Hong Kong e di altre aree a statuto speciale; Shanghai sta gradualmente emergendo (scossoni). Esistono mercati “informali” che sopperiscono all’inefficienza delle banche e del sistema dei pagamenti. Il mercato del lavoro cinese o La popolazione cinese è pari a 1,3 mld persone e la forza lavoro è di 776 mln (nel 2008); il 50% lavora in agricoltura, il 30% nei servizi. o La disoccupazione “ufficiale” è al 4,2% nel 2008. o Non esiste un sistema di welfare state, di tutela e di compensazione del reddito. Tutto il sostegno è basato sulla famiglia. o La migrazione dalle campagne alle città è un fenomeno complesso e potenzialmente destabilizzante. o La forza lavoro ha scarsa preparazione di base e professionalità. I rapporti con l’estero Dal dicembre 2001 è membro effettivo del World Trade Organisation. Il commercio cinese è pari al 6% del commercio mondiale; entro il prossimo decennio supererà gli Stati Uniti. Dal 2002 è iniziato il processo d’integrazione del mercato cinese con il resto del mondo. Gli scambi finanziari sono ancora molto limitati. L’ingresso nel WTO Effettiva dal 2002 Effetti economici: abbattimento barriere, eliminazione aiuti di Stato, bilateralità, tutela della proprietà intellettuale, tutela consumatore. Apertura finanziaria: joint venture, M&As. Il primo imprenditore cinese è sempre lo Stato. Il tasso di cambio La valuta cinese (yuan o renmimbi) ha avuto un regime di cambio fisso per oltre 15 anni con il dollaro americano; ciò era possibile grazie alla sostanziale inconvertibilità dello yuan e all’assenza di movimenti di capitale. L’adesione al OMC ha eliminato questo e dal 2005 lo yuan ha un cambio “amministrato”. Il tasso di cambio 7.3 7.2 7.1 7 6.9 6.8 6.7 8.4 8.3 8.2 8.1 8 7.9 7.8 7.7 7.6 7.5 7.4 6.6 M ay - 05 Ju l-0 Se 5 p0 N 5 ov -0 Ja 5 nM 06 ar -0 M 6 ay -0 6 Ju l-0 Se 6 p0 N 6 ov -0 Ja 6 n0 M 7 ar -0 7 6.5 Yuan-$ YUAN- $ Il sistema finanziario: la Banca del Popolo Cinese Fissa il tasso dell’interesse senza alcuna interazione con il mercato. Emette valuta legale (renmimbi-yuan). La vigilanza sulle banche private è stata introdotta nel mese di novembre del 2005 (ma non è ancora effettiva). Il sistema finanziario: le Banche Le banche cinesi sono 4, completamente in mano pubblica. Sono piene di crediti in sofferenza, inefficienti e non attirano i risparmiatori cinesi (che risparmiano oltre il 40% del loro reddito). Il sistema finanziario: la Borsa I mercati azionari cinesi raccolgono le azioni delle aziende pubbliche (IPOs). Si trovano a Pechino e Shanghai (più importante). Hong Kong è “fuori” dalla Cina (ex colonia), ma è di dimensioni enormi rispetto ai mercati cinesi. Non esiste la corporate governance. Il sistema finanziario: i bond Non esiste la regolamentazione a tutela dei creditori (moral hazard). E’ uno strumento di finanziamento delle imprese completamente assente. Il sistema finanziario: lo Stato Crea deficit, ma non emette debito sul mercato. Si finanzia con le imprese e le banche pubbliche. Es. Sinopec (Cina Oil & Gas). Il sistema finanziario: le Imprese Le imprese cinesi e straniere cercano canali di finanziamento diversi da quelli nazionali, che non sono attraenti: mercati esteri e il private equity. Il sistema finanziario: le Famiglie Le famiglie cinesi risparmiano oltre il 40% del reddito; lo tengono in gran parte in forma liquida (materasso) e investono in abitazioni. L’enorme risparmio serve come assicurazione poiché non esiste la previdenza o l’assistenza pubblica. Le infrastrutture Le infrastrutture cinesi (dighe, strade, ponti, educazione, Olimpiadi) sono finanziate dallo Stato con l’aiuto della Asian Development Bank e della Banca Mondiale. Punti critici 1. 2. 3. 4. 5. Carente regolamentazione dei mercati Assenza della tutela proprietà e delle idee Eccesso di Stato Sistema bancario fragile, inefficiente, inaffidabile Scarsa imprenditorialità Canali di finanziamento alle imprese Mercati dei capitali esteri limitrofi, es. Hong Kong, Corea del Sud e Singapore. I fondi private equity; di solito con sede legale in Europa o USA-Delaware. Un esempio è AsiaInfo. AsiaInfo Il suo principale azionista è Lenovo (che ha acquistato la IBM); è finanziata da Warburg Pincus (WP) dal 1997; WP l’ha quotata al NASDAQ nel 2000; ha il 70% del mercato IT cinese (in forte espansione). Conclusioni I. II. III. I piedi d’argilla: la finanza cinese è debole. Le banche, i mercati, la regolamentazione, gli incentivi, lo Stato devono creare un ambiente finanziario più favorevole. Le imprese trovano sempre un modo per finanziarsi, talvolta in modo non efficiente (low cost?). Sfide I. Il gigante cinese: le potenzialità di crescita sono enormi. II. III. Mantenere le risorse dentro il Paese significa diminuire la sua dipendenza dall’estero. La stabilità economica e finanziaria è la vera chiave per garantire la crescita ed evitare il crollo. Referenze bibliografiche: The Economist Financial Time World Economic Outlook (IMF) ADB Report.