CONSORZIO
M - PRG.
18.01
Rev. 1
del
08.02.2011
BONIFICA DELL’EMILIA CENTRALE
DI
CORSO GARIBALDI N. 42 42121 REGGIO EMILIA - WWW.EMILIACENTRALE.IT - [email protected]
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CF 91149320359
PROGETTO:
INTERVENTI DI RIPRISTINO DELLA FUNZIONALITA' DEL NODO IDRAULICO DI MONDINE IN COMUNE DI
MOGLIA (MN) GRAVEMENTE DANNEGGIATO DAGLI EVENTI SISMICI DEL MAGGIO 2012:
-COMPLETAMENTO IMPIANTO IDROVORO DI BONIFICA IDRAULICAImporto:
Ente finanziatore:
Regione Emilia Romagna – Commissario Delegato
emergenza sisma
€ 6.000.000,00
Tipologia Progetto
Fattibilità
Preliminare
Definitivo
Esecutivo
X
Riferimento legislativo
Comune
Ordinanza n°47 /2014
intervento opere pubbliche n.7.000
Moglia (MN)
Titolo:
ELENCO ELABORATI PRIMO STRALCIO: Camera di aspirazione
Importo:
€ 575.000,00
Progettazione generale:
Ing. Matteo Giovanardi
ALLEGATI:
Allegato n°:
36
Tavola n°:
Titolo:
Progettazione paesaggistica:
Dott. Aronne Ruffini
CAPITOLATO
SPECIALE PRESTAZIONALE
Progettazione idraulica:
Ing. Alessandro Di Leo
Coordinatore per la sicurezza:
Geom. Enrico Gabbi
Oggetto:
Consulenza architettonica:
Arch. Stefano Gorni Silvestrini
Consulenza paesaggistica:
Arch. Chiara Visentin
Scala:
Collaboratori:
Geom. Riccardo Nicolini
Dott. Fabrizio Gozzi
Il Responsabile del Procedimento:
Ing. Paola Zanetti
Area progettazione:
Codice Progetto:
Codice CUP:
EC/ 171-12- 03
Codice CIG:
G24B13000220002
Revisione progetto - elaborati
Data Rev.
Rev.
Data Progetto: 10/07/2014
UNI EN ISO 9001:2008
Descrizione
Redatto
Aggiornamento:
UNI EN ISO 14001:2004
OHSAS 18001:2007
Verificato
INDICE
CAPITOLATO PRESTAZIONALE SPECIALE d’APPALTO
1.A) DESCRIZIONE DELLE LAVORAZIONI
Art. 1 - Ammontare dell’appalto
Art. 2 - Designazione delle opere
2.A) SPECIFICHE TECNICHE
Art. 3 - Accettazione degli impianti
Art. 4 - Qualità e provenienza e caratteristiche dei materiali, modalità di esecuzione e di misurazione.
1
1.A) DESCRIZIONE DELLE LAVORAZIONI
Art. 1 - Ammontare dell’appalto
L'appalto ha per oggetto la costruzione di un nuovo impianto di sollevamento o impianto idrovoro in cemento
armato in opera.
Il manufatto è costituito da una struttura realizzata con elementi verticali rappresentati da setti longitudinali e
trasversali poggianti su una platea di base. Sopra i setti è presente una soletta per il transito dei mezzi e degli
operatori.
L'importo complessivo dei lavori a base d'appalto è presuntivamente di €. 412.304,25, al netto dell’IVA di legge
e delle spese tecniche, come risulta dal seguente prospetto:
DESCRIZIONE DEI LAVORI
IMPORTI IN €
PERC. %
1.
OPERE STRUTTURALI
386.956,51
93,85%
2
COSTI PER LA SICUREZZA
25.347,74
6,15%
Totale lavori e sicurezza
412.304,25
100%
Le opere in appalto da computarsi a corpo sono le seguenti (art.18 allegato XXI DLgs 163/2006 e s.m. e art. 43
DPR 207/2010):
DESCRIZIONE DEI LAVORI
IMPORTI IN €
PERC. %
A
LAVORI A CORPO
386.956,51
93,85%
B
COSTI PER LA SICUREZZA
25.347,74
6,15%
Totale lavori e sicurezza
412.304,25
100%
Le descrizioni complete delle voci per le singole prestazioni lavorative sono riportate nell'elaborato "Elenco
Prezzi Unitari".
L’importo complessivo del compenso a corpo previsto per la realizzazione dell’intera opera deve intendersi fisso
ed invariabile.
La stazione appaltante si riserva l’insindacabile facoltà di apportare, nel rispetto della normativa vigente in
materia di lavori pubblici, le modifiche, le integrazioni o le variazioni dei lavori ritenute necessarie per la buona
esecuzione dei lavori e senza che l’appaltatore possa sollevare eccezioni o richiedere indennizzi a qualsiasi titolo.
Per le eventuali variazioni dei lavori che dovessero costituire aumento di spesa, nei termini fissati dal comma 3
dell’art.132 del DLgs 163/2006 e s.m., il costo delle eventuali lavorazioni aggiuntive sarà definito sulla base
dell’elenco prezzi unitari individuato dal presente capitolato.
2
Ai fini di quanto stabilito dall’art.40 del DLgs 163/2006 e s.m. sulla base delle indicazioni fornite dall’art.61 del
DPR 207/2010, si propone il seguente quadro.
DESCRIZIONE DEI LAVORI
OG1
IMPORTI IN €
386.956,51
OPERE CIVILI
PERC.
%
93,85%
Totale lavori
386.956,51
93,85%
COSTI PER LA SICUREZZA
25.347,74
6,15%
Totale lavori e sicurezza
412.304,25
100%
La categoria generale con l’importo di € 386.956,51, corrisponde alla OG1 (Edifici civili ed industriali) con la
classifica IV bis.
All’impresa sarà riconosciuto inoltre l’importo di € 25.347,74 per costi, non soggetti a ribasso d’asta ma facenti
parte degli impegni contrattuali, relativi a procedure ed attività necessarie ai fini della sicurezza quali sono
emerse dall’elaborazione del “Piano di Sicurezza e Coordinamento” redatto ai sensi del DLgs 81/2008 e s.m., ed
allegato al presente capitolato come parte integrante.
Art. 2 – Designazione delle opere
Le attività che formano l’oggetto del presente appalto sono sinteticamente riportate in appresso, esse saranno
costruite a norma dei relativi disegni di progetto salvo quelle speciali disposizioni e le particolari indicazioni che
nella realizzazione potranno essere impartite dall’UDL (fare riferimento ai richiamati disegni di progetto per
comprendere il dettaglio delle opere esposte):
DESCRIZIONE DEI LAVORI
U.
M.
QUANTITÀ
Codice prezzo
Lavori a corpo:
LISTA B3
Fornitura e posa di cls magro
m3
121,99
LISTA B5
Fornitura e posa di cls classe XC2 – Rck 40 MPA
m³
281,31
LISTA B6
Fornitura e posa di cls classe XC4+XF1 – Rck 40 MPA
m³
410,75
LISTA B7
Fornitura e posa di cls classe XC4+XF3 – Rck 40 MPA
m³
134,67
LISTA B14
Acciaio B450 C per strutture in c.a.
kg
88.763,23
LISTA A34
Fornitura di inerti selezionati
mc
67,20
LISTA A47
Abbattimento di alberi adulti
n.
2
LISTA A32
Scavo a sezione obbligata
m³
7.147,73
RER1333.05.011d
Pali trivellati – diametro 80 cm
m.
390,00
LISTA A45
LOM11-A85033c
Acciaio B450 C per strutture in c.a.
Nolo di pompa ad aria compressa
Lastre di polistirolo espanso
kg
h
mq
10.842
400
89,46
LISTA A8
Casseforme per opere di fondazione
m²
52,40
LISTA A31
3
LISTA A9
Casseforme per opere in elevazione
m²
1.792,65
LISTA A10
Casseforme per travi, cordoli, solette
m³
387,77
RER13-18.30.03
CBEC-NP01
Ancoraggio pesante di barre di aderenza migliorata
Giunti di ripresa
Giunto di dilatazione impermeabile
m
m.
m.
41,60
141,40
272,44
CBEC-NP02
Giunto verticale con profilo in alluminio
m.
6,00
LISTA A22
Le indicazioni di cui sopra, nonché quelle di cui ai precedenti articoli ed i disegni da allegare al contratto,
debbono ritenersi come atti ad individuare la consistenza qualitativa e quantitativa delle varie specie di opere
comprese nell’Appalto.
Il DL potrà all'atto esecutivo aumentare o diminuire il numero dei manufatti previsti in progetto, cambiarne
l'ubicazione a seconda di quanto riterrà opportuno e conveniente, senza che per tali variazioni l'Appaltatore
possa aver diritto ad altro compenso all'infuori di quello da attribuirsi al vero ed esatto quantitativo dei lavori
eseguiti e valutati a corpo in base ai relativi prezzi di elenco.
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1.B) SPECIFICHE TECNICHE
Art. 3 – Accettazione degli impianti
Tutti gli eventuali impianti presenti nell’appalto da realizzare e la loro messa in opera completa di ogni
categoria o tipo di lavoro necessari alla perfetta installazione, saranno eseguiti nella totale osservanza
delle prescrizioni progettuali, delle disposizioni impartite dal DL, delle specifiche del presente Capitolato
o degli altri atti contrattuali, delle leggi, norme e regolamenti vigenti in materia.
Si richiamano espressamente tutte le prescrizioni, a riguardo, presenti nel Capitolato Generale, le norme
UNI, CNR, CEI e tutta la normativa specifica in materia.
I disegni esecutivi riguardanti ogni tipo di impianto (ove di competenza dell’Appaltatore) dovranno
essere consegnati al DL almeno 60 giorni prima dell’inizio dei lavori relativi agli impianti indicati ed
andranno corredati da relazioni tecnico-descrittive contenenti tutte le informazioni necessarie per un
completo esame dei dati progettuali e delle caratteristiche sia delle singole parti che dell’impianto nel
suo insieme.
L’Appaltatore è tenuto a presentare, contestualmente ai disegni esecutivi, un’adeguata campionatura
delle parti costituenti l’impianto nei tipi di installazione richiesti ed una serie di certificati comprovanti
origine e qualità dei materiali impiegati. Tutte le forniture relative agli impianti non accettate ai sensi del
precedente articolo, ad insindacabile giudizio del DL, dovranno essere immediatamente allontanate dal
cantiere a cura e spese dell’Appaltatore e sostituite con altre rispondenti ai requisiti richiesti.
L’Appaltatore resta, comunque, totalmente responsabile di tutte le forniture degli impianti o parti di essi,
la cui accettazione effettuata dal DL non pregiudica i diritti che l’Appaltante si riserva di avanzare in sede
di collaudo finale o nei tempi previsti dalle garanzie fornite per l’opera e le sue parti.
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Art. 4 - Qualità e provenienza e caratteristiche dei materiali, modalità di esecuzione e di misurazione
I materiali occorrenti per la costruzione delle opere d'arte proverranno da quelle località o stabilimenti
che l'Impresa riterrà di sua convenienza, purché ad insindacabile giudizio della DL siano riconosciuti delle
migliori qualità della specie e posseggano le caratteristiche stabilite dalle leggi e dai regolamenti vigenti
in materia ed inoltre corrispondere alla specifica normativa del presente Capitolato o degli altri atti
contrattuali. Si richiamano peraltro, espressamente, le prescrizioni del Capitolato Generale, le norme
UNI, CNR, CEI, le nuove Norme Tecniche per le Costruzioni di cui al DM 14 gennaio 2008 (NTC 2008) e le
altre norme tecniche europee adottate dalla vigente legislazione. Sia nel caso di forniture legate ad
installazione di impianti che nel caso di forniture di materiali d’uso più generale, l’Appaltatore dovrà
presentare adeguate campionature prima dell’inizio dei lavori, ottenendo l’approvazione del DL.
Malgrado l'accettazione dei materiali da parte del DL, l'Impresa resta totalmente responsabile della
riuscita dell'opera anche per quanto può dipendere dai materiali stessi. L’Appaltatore è obbligato a
prestarsi in qualsiasi momento ad eseguire o far eseguire presso il laboratorio o istituto indicato, tutte le
prove prescritte dal presente Capitolato o dal DL sui materiali impiegati o da impiegarsi, nonché sui
manufatti, sia prefabbricati che realizzati in opera e sulle forniture in genere. Il prelievo dei campioni
destinati alle verifiche qualitative dei materiali stessi, da eseguire secondo le norme tecniche vigenti,
sarà effettuato in contraddittorio e sarà appositamente verbalizzato. L’Appaltatore farà sì che tutti i
materiali mantengano, durante il corso dei lavori, le stesse caratteristiche riconosciute ed accettate dalla
Direzione dei Lavori. Qualora in corso d’opera, i materiali e le forniture non fossero più rispondenti ai
requisiti prescritti o si verificasse la necessità di cambiare gli approvvigionamenti, l’Appaltatore sarà
tenuto alle relative sostituzioni e adeguamenti senza che questo costituisca titolo ad avanzare alcuna
richiesta di variazione prezzi. Nel caso in cui il DL rifiuti qualche provvista perché ritenuta, a suo giudizio
insindacabile, non idonea ai lavori, l'Impresa dovrà sostituirla con altra che risponda ai requisiti voluti, ed
i materiali rifiutati dovranno essere immediatamente allontanati dalla sede dei lavori o dai cantieri a cura
e spese dell'Appaltatore. Ove l’Appaltatore non effettui la rimozione nel termine prescritto dal DL, la
stazione appaltante può provvedervi direttamente a spese dell’Appaltatore, a carico del quale resta
anche qualsiasi onere o danno che possa derivargli per effetto della rimozione eseguita d’ufficio. La
mancata verifica dei materiali, da parte del DL, prima della messa in opera, non esonera l’appaltatore
dall’obbligo di sostituire quei materiali che, in sede di collaudo risultassero non corrispondenti alle
prescrizioni riportate nel presente Capitolato e nell’Elenco prezzi unitari. L’Appaltatore che nel proprio
interesse o di sua iniziativa abbia impiegato materiali o componenti di caratteristiche superiori a quelle
prescritte nei documenti contrattuali, o eseguito una lavorazione più accurata, non ha diritto ad
aumento dei prezzi e la contabilità è redatta come se i materiali avessero le caratteristiche stabilite.
Qualora gli atti contrattuali prevedano il luogo di provenienza dei materiali, il DL può prescriverne uno
diverso, ove ricorrano ragioni di necessità o convenienza. Se il cambiamento di cui sopra importa una
differenza in più o in meno del 10% del prezzo del singolo materiale da costruzione, rilevato dai decreti
ministeriali annuali nell’anno solare di presentazione dell’offerta, si fa luogo alla compensazione prezzo
secondo la procedura indicata nell’art.171 del DPR 207/2010. Qualora i luoghi di provenienza dei
materiali siano indicati negli atti contrattuali, l’Appaltatore non può cambiarli senza l’autorizzazione
scritta del DL, che riporti l’espressa approvazione del Responsabile del procedimento. In tal caso si
applica l’art.16, comma 2, del Capitolato Generale Si richiama inoltre quanto specificato agli artt. 15, 16 e
17 del Capitolato Generale.
6
4.1. CALCESTRUZZO
Oggetto: si intende per calcestruzzo confezionato con processo industrializzato la miscela di
conglomerato cementizio prodotta da impianti e strutture organizzate, con procedure automatiche e
semiautomatiche, nel cantiere o in impianto esterno allo stesso cantiere. Gli impianti per la produzione,
o il confezionamento del calcestruzzo devono:
− essere idonei a garantire una produzione costante − disporre di un sistema permanente di controllo
della produzione certificato (FPC) − eseguire lo studio teorico e la verifica sperimentale di ciascuna
miscela omogenea prodotta
dall’impianto
Fornitura: i documenti che devono accompagnare ogni fornitura di calcestruzzo confezionato con
processo industrializzato devono riportare gli estremi della certificazione del controllo di produzione in
fabbrica. Prima dell’inizio della fornitura è necessario:
− consegnare al DL copia della certificazione del controllo permanente della produzione (FPC) e la copia
degli studi teorici e dei certificati delle verifiche sperimentali di ciascuna miscela omogenea di cls
eseguite sotto la diretta responsabilità del produttore. La non conformità della documentazione
comporta il divieto di posa in opera.
− nei processi di produzione temporanea, non industrializzata, di quantità < 1500 m³ di miscela
omogenea di cls, il produttore è responsabile del confezionamento e prima della fornitura deve
comunque consegnare il documento relativo allo studio teorici ed alle verifiche sperimentali.
− provvedere a garantire attraverso idonee prove sperimentali, la resistenza caratteristica di
ciascuna miscela omogenea di cls prevista nel progetto o nel presente Capitolato.
L’ordine di fornitura di calcestruzzo a prestazione garantita deve specificare le seguenti caratteristiche:
− indicazione di conformità alla UNI EN 206-1
− classe di resistenza a compressione
− classe di esposizione ambientale
− classe di consistenza
− diametro massimo dell’aggregato.
Classi di resistenza: le strutture sono realizzate con calcestruzzo armato normale (cemento armato). Il
calcestruzzo è classificato in base alla resistenza caratteristica, definita come quel valore di resistenza a
compressione al di sotto del quale si può attendere di trovare il 5% della popolazione di tutte le misure di
resistenza. È definita Rck quando è ottenuta da prove a compressione a 28 giorni su cubi di lato 150 mm
oppure fck quando è ottenuta su cilindri da 150 mm di lato e 300 mm di altezza. A seconda dei valori di
resistenza ottenuti in N/mm², il calcestruzzo è classificato in quattro categorie: non strutturale, ordinario,
alte prestazioni e alte resistenze. Le strutture in cemento armato previste in progetto, in accordo alla UNI
EN 206-1, hanno le seguenti caratteristiche di resistenza:
Classi di esposizione e durabilità: il calcestruzzo può essere soggetto ad azioni di degrado in funzione
delle condizioni ambientali alle quali è esposto, a seconda di queste azioni (corrosione da
carbonatazione, corrosione da cloruri, gelo/disgelo e attacco chimico aggressivo). Per le classi di
resistenza normalizzate per calcestruzzo normale si deve fare riferimento alle norme UNI EN 206-1 e UNI
11104. Le strutture in cemento armato previste in progetto rientrano nelle classi illustrate nella tabella
seguente.
Consistenza e lavorabilità del calcestruzzo: la lavorabilità è la proprietà del calcestruzzo fresco che
definisce la capacità dell’impasto di essere manipolato e costipato; essa si determina con la misura dello
7
SLUMP; quanto maggiore sarà lo slump quanto più lavorabile sarà il calcestruzzo e più facile risulterà la
sua messa in opera. I calcestruzzi previsti nel progetto hanno tutti le seguenti consistenze:
Dimensione massima nominale dell’aggregato: la dimensione massima dell'aggregato è pari alla
dimensione nominale più elevata della frazione di aggregato più grossa. Il diametro massimo
dell'aggregato deve essere scelto in modo che il calcestruzzo possa essere gettato e compattato senza
pericolo di segregazione. Nel progetto la dimensione massima dell’aggregato è di 32 mm. Gli aggregati
provvisti di marcatura CE devono essere conformi alle norme UNI EN 12620 e 8520-2.
Cemento: il cemento deve essere conforme alla norma UNI EN 197-1; tipo CEM II B-M 32,5 R Cemento
prevalentemente impiegato per la realizzazione di strutture con resistenza compresa tra 5 e 30 N/mm2,
getti massivi e utilizzato prevalentemente nella stagione calda. Tipo CEM II/A-LL 42,5 R -Cemento
prevalentemente impiegato per la realizzazione di strutture con resistenza maggiore di 30 N/mm2,
consigliato nella stagione fredda.
Acqua di impasto: deve essere conforme alla UNI EN 1008.
Classe di contenuto in cloruri: il valore massimo è 0,4 Cl
Aggiunte minerali: ceneri volanti e fumi di silice devono essere conformi rispettivamente alla norma UNI
EN 450 e UNI EN 13263 (parte 1 e 2)
Controlli di accettazione: al momento della posa in opera si procede alla fase di prelievo del calcestruzzo
in quantità necessaria per il confezionamento di un gruppo di almeno due provini. La norma UNI EN
12350-1 si applica per la prova sul calcestruzzo fresco e per il campionamento, mentre la norma UNI EN
12390-1 per le prove sul calcestruzzo indurito, nonché forma e dimensioni ed altri requisiti dei provini e
delle casseforme. I controlli di accettazione sono obbligatori e si riferiscono a quantitativi di miscela
omogenea.
− Controllo di tipo A: si applica per volumi di calcestruzzo ≤ 300 m³
− Controllo di tipo B: si applica per volumi di calcestruzzo ≥ 1500 m³
Copriferro nominale (Cnom): inteso come la distanza fra la superficie esterna dell’armatura più vicina
alla superficie del calcestruzzo e la superficie della struttura; per la misura del copriferro strutturale
occorre aggiungere la misura del semidiametro del ferro resistente ed eventuale misura del diametro del
ferro non resistente.
8
PRESCRIZIONI RIASSUNTIVE SULLE PARTI IN CEMENTO ARMATO, in accordo con norme UNI-EN 206-1,
con calcestruzzi a prestazione garantita, nell’ipotesi di terreno non aggressivo e acqua di falda priva di
cloruri (condizioni da verificarsi in fase esecutiva):
Classe di
Classe di
Diametro Contenuto Cemento Copriferro
nominale
resistenza consistenza massimo
massimo
minima
dell’inerte in cloruri
Tipo di
opera o
parte della
struttura
Classe di
esposizione
ambientale
Platea di
fondazione
dell’impianto
XC2
C32/40
S4/S5
25 mm
Cl 0,4
A norma
UNI 197-1
50 mm
Setti
trasversali e
longitudinali
dell’impianto
XC4+XF1
C32/40
S4/S5
25 mm
Cl 0,4
A norma
UNI 197-1
50 mm
Solette
orizzontali
dell’impiantosenza
coperchi
rimovibili e
pedonale
vano
ispezione
XC4+XF3
C35/45
S4/S5
25 mm
Cl 0,4
A norma
UNI 197-1
50 mm
Coperchi
rimovibili
XC4+XF3
C32/40
S4/S5
25 mm
Cl 0,4
A norma
UNI 197-1
50 mm
Soletta
pedonale
vano
ispezione
XC4+XF3
C32/40
S4/S5
25 mm
Cl 0,4
A norma
UNI 197-1
50 mm
Tipo di
opera o
parte della
struttura
Classe di
esposizione
ambientale
Palo diametro
80 cm
XC2
Classe di
Classe di
Diametro Contenuto Cemento Copriferro
nominale
resistenza consistenza massimo
massimo
minima
dell’inerte in cloruri
C25/30
S4/S5
25 mm
Cl 0,4
A norma
UNI 197-1
80 mm
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L’Impresa dovrà attenersi, per l’esecuzione delle opere in calcestruzzo, alle vigenti Norme tecniche alle
quali devono uniformarsi le costruzioni in conglomerato cementizio, normale, precompresso ed a
struttura metallica. Le miscele dei conglomerati cementizi dovranno raggiungere le caratteristiche
minime di resistenza e durabilità derivanti dalla progettazione e soddisfare inoltre a quanto indicato
nelle NTC 2008. Il dosaggio ed il tipo di cemento debbono essere scelti in relazione alle caratteristiche
costruttive dell’opera ed a quelle ambientali, con particolare riferimento alle resistenze meccaniche,
durabilità e temperatura nel getto. Il calcestruzzo per opere di sottofondazione non armata comprende:
la fornitura in opera di calcestruzzo per la sottofondazione non armate, confezionato con due o più
pezzature di inerte, in modo da ottenere una distribuzione granulometrica adeguata all'opera da
eseguire, gettato con o senza l'ausilio di casseri, questi contabilizzati a parte, con minima resistenza
caratteristica cubica Rck > 150 kg/cm².
Impianto di betonaggio
L’impianto di betonaggio, salvo casi particolari e ad insindacabile giudizio della DL, deve essere fatto
con mezzi meccanici idonei e con l’impiego di impianti di betonaggio che abbiano in dotazione
dispositivi di dosaggio e contatori, tali da garantire un accurato controllo della quantità dei componenti.
I componenti dell’impasto (cemento, inerti, acqua e additivi), debbono poter essere misurati a peso.
È ammessa anche la misurazione a volume dell’acqua e degli additivi solo per le opere di minore
importanza
e
ad
insindacabile
giudizio
della
DL.
I dispositivi di misura del cemento, dell’acqua, degli additivi e delle varie classi degli inerti (sabbia fine,
sabbia grossa, ghiaietto, ghiaia e ciottoli) debbono essere di tipo individuale. Solo quando approvato
dalla DL i dispositivi di misura possono essere di tipo cumulativo (peso delle varie classi con successione
addizionale).
I depositi degli inerti per gli impianti di betonaggio devono essere separati per ogni tipo di inerte.
Confezionamento del calcestruzzo
Il confezionamento dovrà essere eseguito con idonee modalità in modo da ottenere un impasto di
consistenza omogenea e di buona lavorabilità. Gli aggregati saranno introdotti nelle betoniere tutti
contemporaneamente, l’acqua sarà introdotta in modo che il suo tempo di scarico sia completato entro
il 25% del tempo di mescolamento. Il tempo di mescolamento non sarà mai inferiore a 60" dal momento
in cui tutti i materiali sono stati introdotti, per betoniere fino a 1 m³. Per betoniere superiori si
prolungherà il tempo di mescolamento di 15" per ogni mezzo m³ addizionale. La betoniera non dovrà
essere caricata oltre la sua capacità nominale: in particolare, le betoniere dovranno essere
accuratamente vuotate dopo ogni impasto ed il calcestruzzo dovrà essere trasportato direttamente al
luogo di impiego e ivi posto in opera. L’impasto con autobetoniere dovrà essere portato a termine alla
velocità di rotazione ottimale per l’impasto.
Trasporto del calcestruzzo
Il trasporto del calcestruzzo fresco dall’impianto di betonaggio alla zona del getto deve avvenire
mediante sistemi che evitino separazione e perdita di materiali e che assicurino un approvvigionamento
continuo del calcestruzzo. Detti sistemi devono essere approvati dalla DL. Il trasporto del calcestruzzo
mediante veicoli non provvisti di dispositivo di agitazione sarà permesso solo se il tempo tra l’impasto e
la messa in opera non superi 25 minuti. Per periodi di tempo più lunghi si dovrà provvedere al
mescolamento continuo durante il trasporto. La capacità dei veicoli dovrà essere uguale o un multiplo
intero di quella della betoniera per evitare il frazionamento di impasti nella distribuzione. Gli organi di
scarico saranno tali da poter controllare la velocità e la quantità del getto; inoltre nelle fasi di scarico la
10
massima altezza di caduta libera del getto ammessa sarà inferiore a 1,50 m. Particolare cura sarà rivolta
al controllo delle perdite di acqua per evaporazione durante il trasporto a mezzo di autobetoniere; a
questo scopo si controllerà la consistenza o la plasticità del calcestruzzo con prelievi periodici a giudizio
della DL. Il calcestruzzo potrà essere trasportato anche mediante un impianto di pompaggio, il quale
però deve essere sistemato in modo tale da assicurare un flusso regolare ed evitare l’intasamento dei
tubi e la segregazione degli inerti. La tubazione di adduzione dovrà essere piazzata in modo da evitare il
più possibile l’ulteriore movimento del calcestruzzo. Gli inconvenienti ed i ritardi che si verificassero nella
messa a punto dell’impianto di pompaggio, anche dopo l’approvazione della DL, sono a carico
dell’Impresa che ne resta responsabile a tutti gli effetti.
Getto del calcestruzzo
L’Impresa è tenuta ad informare la DL dell’esecuzione dei getti e potrà procedere nell’operazione solo
previa ispezione ed autorizzazione della DL ed in presenza di un rappresentante della stessa. Inoltre
dovrà provvedere a che tutta l’attrezzatura sia sufficiente ad assicurare una esecuzione di getto continua
e senza interruzioni imputabili a ritardi di trasporto del calcestruzzo, ad insufficienza dei vibratori, a
manodopera scarsa e male addestrata. In caso di lavoro notturno sarà particolarmente curata
l’illuminazione, specie per il controllo del getto in casseforme strette e profonde. L’impianto di
illuminazione necessario sarà a carico dell’Impresa. Tutte le superfici dentro cui dovrà essere versato il
calcestruzzo dovranno essere asciutte, esenti da detriti, terra od altro materiale nocivo e saranno
approvate previamente dalla DL.
Temperatura di getto
Non si dovrà procedere al getto del calcestruzzo qualora la sua temperatura sia superiore a +28°C oppure
inferiore a +4°C. Se la temperatura ambiente fosse inferiore a +4°C quella dell’impasto dovrà essere
superiore ai +10°C. Durante la stagione calda sarà permesso raffreddare convenientemente gli inerti e
l’acqua mentre durante la stagione fredda si potranno riscaldare gli stessi fino ad una temperatura
massima di +40°C e non oltre per evitare la falsa presa di getto. Gli accorgimenti tecnici usati a questo
scopo devono essere approvati dalla DL. Il costo relativo al raffreddamento o riscaldamento del
calcestruzzo sarà completamente a carico dell’Impresa. In ogni caso è vietata l’esecuzione di getti
all’aperto quando la temperatura ambiente sia inferiore a -10°C.
Esecuzione del getto
L’Impresa dovrà assicurarsi e provvedere affinché tutta l’attrezzatura sia sufficiente ad assicurare una
esecuzione di getto continua e senza interruzioni imputabili a ritardi di trasporto od ad insufficienze di
vibrazione e/o a manodopera scarsa o male addestrata. Il calcestruzzo sarà gettato in strati di altezza
non superiore a 50 cm; ogni strato sarà opportunamente vibrato, specialmente per strutture sottili.
L’impresa non potrà eseguire getti in presenza di acqua, salvo esplicita autorizzazione della DL. Qualora i
getti debbano eseguirsi in presenza d’acqua, l’Impresa dovrà provvedere, a sua cura e spese, ad attuare
adeguati sistemi di captazione delle acque e di drenaggio delle stesse, in modo da evitare il dilavamento
dei calcestruzzi od il formarsi di pressioni dannose a tergo dei rivestimenti durante la presa. Qualora si
verifichino interruzioni per cause impreviste, il getto sarà interrotto in zone in cui meglio convenga la
formazione di un giunto di costruzione, d’accordo con la DL. In nessun caso saranno ammessi ferri
d’armatura in vista e rappezzi con intonaci, indice di deficiente esecuzione dei getti e di vibrazione.
Vibrazione dei getti
Il calcestruzzo sarà steso nelle casseforme e costipato con adatti vibratori ad immersione. Il tempo e gli
intervalli di immersione dei vibratori nel getto saranno approvati dalla DL, in relazione al tipo di struttura
e di calcestruzzo. La vibrazione dovrà essere effettuata immergendo verticalmente il vibratore che dovrà
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penetrare in ogni punto per almeno 10 cm nella parte superiore dello strato gettato precedentemente,
vibrandolo. In linea di massima la durata di vibrazione per m³ di calcestruzzo non sarà minore di 3 minuti.
In ogni caso la vibrazione dovrà essere interrotta prima di provocare la segregazione degli inerti e del
cemento. L’Impresa è tenuta a fornire in numero adeguato i vibratori adatti (7000 giri al minuto per tipi
ad immersione; 8000 giri minuto per tipi da applicare alla casseforme). In particolare anche i getti in
pareti sottili (spessore rustico 15 cm) dovranno essere vibrati salvo disposizioni contrarie della DL; le
difficoltà di queste vibrazioni non potranno dar luogo, da parte dell’Impresa, a richieste di sovrapprezzi o
giustificazioni per eventuali ritardi. L’Impresa dovrà adottare cure particolari per i getti e la vibrazione dei
calcestruzzi di strutture a contatto con i liquidi (come serbatoi, vasche, canalette, pozzetti, ecc.) in modo
da garantire la impermeabilità degli stessi. Al limite del possibile bisognerà evitare le riprese di getto.
Giunti di costruzione nei getti
Le posizioni dei giunti di costruzione e delle riprese di getto delle strutture in calcestruzzo semplice e
armato, dovranno essere sottoposte alla preventiva approvazione della Direzione Lavori. In particolare è
fatto esplicito obbligo che il getto di tutte le strutture orizzontali (per esempio platee, solettoni di
fondazione, travi con relative solette) che per necessità strutturali debbono garantire un comportamento
perfettamente monolitico siano prive di riprese. In particolare potrà essere richiesto che il getto dei
basamenti di macchine rotanti od alternative, sia eseguito senza soluzioni di continuità, in modo da
evitare le riprese di getto, senza che per tale fatto alcun onere addizionale venga richiesto da parte
dell’Impresa. Qualora l’interruzione del getto superi le 8 ore occorrerà, prima di versare lo strato
successivo, scalpellare, sabbiare e lavare la superficie di ripresa e stendervi uno strato di 1-2 cm di malta
formata dal medesimo impasto della classe di calcestruzzo del getto al quale saranno tolti gli inerti
grossi.
Giunti di dilatazione
Tutti i giunti di dilatazione saranno eseguiti e localizzati come indicato nei disegni. La superficie del
calcestruzzo in corrispondenza dei giunti dovrà essere resa regolare in modo da mantenere un
interspazio costante, uniforme e pulito per tutta l’estensione del giunto. Eventuale materiale di
riempimento sarà costituito da mastice di bitume o da altro materiale analogo. L’impermeabilità o
tenuta dei giunti verrà ottenuta mediante nastri di bitume o da altro materiale analogo.
Protezione del getto
Dopo avvenuto il getto è necessario che il calcestruzzo sia mantenuto umido per almeno 8 giorni e
protetto dall’azione del sole, del vento secco, dell’acqua e delle scosse meccaniche. I metodi di
protezione del getto che assicurino il mantenimento delle condizioni richieste per la stagionatura
saranno di responsabilità dell’Impresa ma soggetti all’approvazione della Direzione Lavori. Per i getti di
calcestruzzo da eseguirsi durante la stagione invernale, dovranno essere prese particolari precauzioni e
disposizioni al fine di evitare gli effetti deleteri del gelo. È escluso di norma l’impiego di prodotti antigelo
da aggiungere agli impasti, mentre dovranno essere invece adottate le seguenti disposizioni: − l’acqua di
impasto dovrà essere riscaldata a +60°C con i mezzi ritenuti più idonei allo scopo; − l’introduzione
d’acqua a +60°C nelle betoniere assicurandosi d’altra parte che il cemento e gli inerti
siano ad una temperatura superiore a 0°C e tenuto conto dei dosaggi, dovrà permettere di avere
all’uscita un impasto ad una temperatura compresa fra +10°C ÷ +15°C; − nel caso di riscaldamento
dell’acqua e degli inerti, questi non devono superare i +40°C sia per l’acqua sia per gli inerti; − le
temperature degli impasti dovranno essere misurate all’uscita delle betoniere, a mezzo di
termometri. Si potranno proteggere i getti, quando la temperatura scende al di sotto di -5°C, con
coperture in teli impermeabili e riscaldatori a vapore o ad aria calda umidificata.
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Finitura delle superfici del calcestruzzo
Per quelle strutture in calcestruzzo che dovranno restare in vista o avranno funzioni idrauliche,
dovranno essere particolarmente curate le proporzioni degli impasti e le modalità del getto.
Dovrà essere escluso un aumento del rapporto effettivo acqua-cemento oltre il valore di 0,45 e la
lavorabilità
necessaria
deve
raggiungersi
con
l’aggiunta
di
fluidificanti.
La posa in opera dovrà essere molto curata ed il getto dell’impasto nel cassero effettuato a piccoli
quantitativi. La vibratura dovrà essere ininterrotta per tutta la durata del getto.
In particolare dovrà essere curato il distanziamento della armatura in ferro dal fondo delle casseforme.
In relazione alla finitura superficiale dei getti si adotteranno 4 classi caratteristiche di valutazione
realizzate
sulla
base
delle
indicazioni
progettuali.
Gli eventuali lavori da eseguire al fine di ottenere la rispondenza delle finiture superficiali al grado
richiesto dai disegni saranno realizzati per mezzo di manodopera specializzata.
Tutte le irregolarità superficiali continue saranno rilevate con righello di 1,50 m. Tutti i difetti riscontrati
verranno eliminati non appena disarmate le casseforme, dopo l’ispezione della Direzione Lavori. La
definizione di ciascuna classe di finitura è la seguente:
− F1, si applica alle superfici che saranno ricoperte con terra o materiale di riempimento ed avrà le
seguenti caratteristiche: irregolarità superficiali 2,5 cm;
− F2, si applica alle superfici non sempre esposte alla vista e che non richiedano una finitura maggiore, ed
alle superfici che sono destinate ad essere intonacate: irregolarità superficiali brusche 1 cm; irregolarità
superficiali continue 1,5 cm;
− F3, si applica alle superfici destinate a rimanere esposte alla vista o a contatto con liquidi in
movimento: irregolarità superficiali brusche 0,5 cm; irregolarità superficiali continue 1,0 cm;
− F4, si applica alle superfici che richiedono particolare precisione, alle facce degli elementi prefabbricati,
piattaforme di supporto di macchinari ed opere idrauliche: irregolarità superficiali brusche e continue 0,2
cm.
Si tenga presente che i calcestruzzi per i quali è richiesta la finitura F3 devono avere dosaggio di cemento
non inferiore a 3 kN/m3 (300 kgf/m3). È facoltà della Direzione Lavori esigere, soprattutto per le finiture
F3 ed F4, campionature sul posto onde poter definire le caratteristiche più opportune delle casseforme,
il sistema di disarmo, la troncatura e sfilaggio dei tiranti metallici d’ancoraggio ecc. per realizzare il grado
di finitura richiesto. Salvo riserva di accettazione da parte della Direzione Lavori, l’Impresa eseguirà a sue
spese quei lavori di sistemazione delle superfici che si rendessero necessari per difetti od irregolarità
maggiori di quelli ammessi per ogni grado di finitura. In particolare per quelle strutture che richiedano
gradi di finitura F3 ed F4 si dovrà ricorrere a sgrossatura con mola elettrica, stuccatura e successiva
smerigliatura con mola delle superfici.
Inserti a tenuta nei calcestruzzi
Tutti gli inserti, come tubi, profilati metallici, ecc., che attraversano strutture di calcestruzzo contenenti
liquami, dovranno essere posti in opera nei punti precisi indicati sui disegni e con sistemi tali da impedire
perdite o filtrazioni dei liquami nel contatto calcestruzzo-inerti. Pertanto potranno essere permessi giunti
o alette metalliche che garantiscano la tenuta e resistano alla pressione del liquame nonché l’uso di
malta sigillante a tenuta idraulica. La fornitura e la posa di tali accorgimenti saranno a carico
dell’Impresa.
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Specifica di misura
Il calcestruzzo magro per sottofondazione è stato valutato a m³ (metro cubo), con spessore medio di 15
cm. Le varie tipologie e caratteristiche di calcestruzzo a prestazione garantita, progettate per le varie
strutture che compongono l’opera, sono state valutate a m³ (metro cubo).
Casseforme
Generalità
Le casseforme, di qualsiasi tipo, dovranno presentare deformazioni limitate (coerenti con le tolleranze
richieste per i manufatti), avere rigidità tale da evitare forti ampiezze di vibrazione durante il
costipamento evitando variazioni dimensionali delle superfici dei singoli casseri che dovranno, inoltre,
essere accuratamente pulite dalla polvere o qualsiasi altro materiale estraneo, sia direttamente che
mediante getti d’aria, acqua o vapore. Per getti su superfici con inclinazione sull’orizzontale maggiore di
30°C deve essere previsto il contro cassero (oppure una rete sufficiente a tenere in forma il calcestruzzo).
Nelle zone dei casseri in cui si prevede, dato il loro particolare posizionamento o conformazione, la
formazione di bolle d’aria, si dovranno prevedere fori o dispositivi tali da permetterne la fuoriuscita.
Prima del getto verranno eseguiti, sulle casseforme predisposte, controlli della stabilità, delle dimensioni,
della stesura del disarmante, della posa delle armature e degli inserti; controlli più accurati andranno
eseguiti, sempre prima del getto, per la verifica dei puntelli (che non dovranno mai poggiare su terreno
gelato), per l’esecuzione dei giunti, dei fissaggi e delle connessioni dei casseri Le casseforme per i getti di
calcestruzzo dovranno essere costruite con pannelli metallici o in pannelli in legno o tavole in legno
sufficientemente robuste, ben collegate fra loro e controventate ad evitare spanciamenti e distacchi
delle stesse durante le vibrature del getto. Sono previsti due tipi: − casseforme per getti da intonacare o
contro terra o di fondazione e comunque non soggetti a
particolari esigenze estetiche. Potranno essere in tavolame comune, purché ben diritto ed
accuratamente connesso, o in alternativa metalliche;
− casseforme per getti da lasciare in vista o a contatto con le acque o in elevazione. Dovranno essere
metalliche od in pannelli in legno o tavolame in legno accuratamente piallato o stuccato a gesso o in
compensato, così da dare luogo a superfici particolarmente lisce ed uniformi. Le tavole dovranno avere
di regola dimensioni uguali fra loro e saranno poste in opera a giunti sfalsati.
Quando indicato dai disegni esecutivi, gli spigoli verticali e orizzontali e inclinati dovranno essere
smussati ed arrotondati. L’arrotondamento suddetto si realizzerà con opportuni listelli disposti nelle
casseforme. In particolare dovrà essere curata la tenuta d’acqua dei casseri al fine di evitare fuoriuscita
della boiacca di cemento e conseguente dilavamento dell’impasto, in corrispondenza delle fessure,
soprattutto negli spigoli orizzontali e verticali. Tale tenuta sarà realizzata, oltre che con l’adozione dei
listelli triangolari di smusso, mediante accurata stuccatura e con rabboccamento esterno perimetrale di
malta povera, specie nei punti di ripresa a spicco dei pilastri da solette o strutture già eseguite. Al
momento del getto del calcestruzzo la superficie interna delle casseforme dovrà essere esente da
qualsiasi incrostazione di malta, boiacca od altra sostanza estranea. Prima della posa delle casseforme, le
superfici delle casseforme stesse che verranno in contatto con il calcestruzzo, dovranno essere
lubrificate con olio di paraffina raffinato in modo da migliorare lo stacco delle casseforme dalle strutture
durante il disarmo. Non sarà permesso l’uso di tali prodotti disarmanti quando le casseforme siano già
montate per il getto. Il disarmo delle casseforme sarà effettuato solo quando il calcestruzzo avrà
raggiunto una resistenza sufficiente a sopportare le tensioni cui sarà sottoposto durante e dopo il
disarmo stesso. In ogni caso non si potrà procedere al disarmo senza previa autorizzazione della
Direzione Lavori. Il disarmo dovrà avvenire per gradi e in modo da evitare urti ed azioni dinamiche in
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genere. Potrà inoltre essere necessario che, in casi particolari, le casseforme, con relativi puntelli e
sbadacchiature, vengano mantenute in opera oltre il necessario, su specifica richiesta della Direzione
Lavori o del CSE.
Specifica di misura
Le casseforme laterali, rette ed inclinate sono state valutate a m² (metro quadrato) delle sole parti a
contatto. Nel prezzo sono compresi anche gli oneri per le opere di presidio e sostegno, il trattamento
interno delle pareti per facilitarne il distacco dai getti, i distanziatori, le componenti a perdere, i sistemi
di ancoraggio e le tassellature necessarie, le passerelle con i relativi parapetti e quant’altro necessario.
4.2. ACCIAIO PER CEMENTO ARMATO
Oggetto: l’acciaio da cemento armato ordinario comprende: − barre d’acciaio tipo B450 C (6 mm ≤ ø ≥ 50
mm) − barre d’acciaio tipo B450 A (6 mm ≤ ø ≥ 10 mm) − reti e tralicci elettrosaldati in acciaio B450 C (6
mm ≤ ø ≥ 16 mm) − reti e tralicci elettrosaldati in acciaio B450 A (6 mm ≤ ø ≥ 10 mm).
L’acciaio deve essere qualificato all’origine, deve portare impresso, come prescritto dalle norme NTC
2008, il marchio indelebile che lo renda costantemente riconoscibile e riconducibile inequivocabilmente
allo stabilimento di produzione. È vietato l’impiego di acciaio B450A in elementi strutturali soggetti
all’azione sismica. È ammesso l’impiego di acciai inossidabili ed acciai zincati secondo il D.M.14/01/2008.
Il marchio indelebile deve essere depositato dal produttore presso il Servizio tecnico centrale e deve
consentire di risalire:
− all’azienda produttrice
− allo stabilimento
− al tipo di acciaio ed alla sua eventuale saldabilità
Il produttore deve rispettare le modalità di marcatura denunciate comunicando le eventuali modifiche
apportate. Il prodotto di acciaio non può essere impiegato in caso di:
− mancata marcatura
− non corrispondenza a quanto depositato
− illeggibilità, anche parziale della marcatura
Fornitura: tutte le forniture di acciaio devono essere accompagnate dall’Attestato di Qualificazione
rilasciato dal Consiglio Superiore dei LL.PP. -Servizio Tecnico Centrale. Le forniture provenienti da un
commerciante o da un centro di trasformazione devono essere accompagnate da copia dei documenti
rilasciati dal produttore e completati con il riferimento al documento di trasporto del commerciante o
trasformatore intermedio. Tutti i prodotti forniti in cantiere dopo l’intervento di un centro di
trasformazione devono essere accompagnati da:
− dichiarazione, su documento di trasporto, degli estremi dell’attestato di avvenuta dichiarazione di
attività, rilasciato dal Servizio tecnico centrale, recante il logo o il marchio del centro di trasformazione
− attestazione inerente l’esecuzione delle prove del controllo interno fatte eseguire dal direttore tecnico
del centro di trasformazione, con l’indicazione dei giorni nei quali la fornitura è stata lavorata.
Controlli di accettazione: le NTC 2008 prevedono per tutti gli acciai tre forme di controllo. − In
stabilimento di produzione, da eseguirsi sui lotti di produzione − Nei centri di trasformazione, da
eseguirsi sulle forniture − Di accettazione in cantiere, da eseguirsi sui lotti di spedizione.
I controlli di accettazione in cantiere sono obbligatori prima della messa in opera dell’acciaio. Vengono
eseguiti su ciascun lotto di spedizione, proveniente da uno stesso stabilimento, in ragione di n.3 spezzoni
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del medesimo diametro e per n.3 diametri diversi con prove di trazione, allungamento e piegamento,
oltre che di aderenza e composizione chimica. Per le reti e i tralicci elettrosaldati valgono le stesse
procedure, il prelievo interessa n.3 saggi ricavati da tre diversi pannelli nell’ambito di ciascun lotto
spedizione, con prove di trazione ed allungamento e di distacco dal nodo, oltre alle verifiche
dimensionali.
ll ferro tondo di armatura sarà fornito dall’Impresa e sarà posto in opera in base ai disegni di dettaglio e
approvati dalla Direzione Lavori. L’Impresa provvederà all’esecuzione dei piani di dettaglio delle
armature (contenenti le liste dei ferri con le quantità di peso corrispondenti alle diverse posizioni) in base
agli elaborati di progetto. La Direzione Lavori potrà apportare modifiche alle armature di progetto. In
questa eventualità l’Impresa non potrà richiedere alcun compenso speciale oltre a quanto già spettante,
in base all’applicazione del prezzo di contratto per le quantità di ferri impiegati. Le armature dovranno
essere fissate nelle casseforme nella loro posizione finale (per mezzo di piastrine distanziatrici in
cemento o dispositivi analoghi) e legate con filo di ferro strettamente una all’altra in modo da formare
una gabbia rigida. Le barre dovranno essere pulite dalla ruggine e dai residui di tinta o di oli che ne
possano pregiudicare la aderenza. Le saldature saranno ammesse solo se consentite caso per caso dalla
Direzione Lavori e saranno realizzate in tal caso per sovrapposizione. Delle unioni per saldatura verranno
eseguite verifiche periodiche da parte della Direzione Lavori, tutte a spese dell’Impresa. Resta stabilito
che il ferro che non raggiunga le caratteristiche richieste non verrà impiegato nelle opere e dovrà essere
allontanato dal cantiere. Tutti gli oneri derivanti all’Impresa, per certificati e prove di cui sopra, sono a
suo carico.
Specifica di misura
Gli acciai d’armatura sono stati valutati a kg (chilogrammo). Nel prezzo sono compresi anche gli oneri per
le opere di presidio e sostegno delle gabbie metalliche, le sovrapposizioni, lo sfrido, le legature e i
distanziatori dai casseri.
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4.3 – PALI TRIVELLATI IN C.A.
Normativa di riferimento:
I lavori saranno eseguiti in accordo, ma non limitatamente, alle seguenti normative e, dove applicabili, a
tutte quelle indicate nelle sezioni di capitolato richiamate nel testo: -Raccomandazioni dell'Associazione
Geotecnica Italiana sui pali di fondazione, Dic.1984. -D.M. del Ministero dei lavori Pubblici del 11/3/1988
"Norme Tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii e delle scarpate, i
criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l'esecuzione e il collaudo delle opere di sostegno
delle terre e delle opere di fondazione". -Circolare LL PP N° 30483 del 24/09/1988 “Istruzioni riguardanti
le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le
prescrizioni per la progettazione, l'esecuzione e il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle
opere di fondazione”. -Circolare LL.PP. n° 218/24/3 “Legge 02/02/74 n° 64 -Decreto del Ministero dei
Lavori Pubblici del 11/3/1988: “Istruzioni applicative per la redazione della relazione geologica e della
relazione geotecnica". -Decreto ministero Lavori Pubblici n° 55/1992 -Decreto ministero Lavori Pubblici
del 11/03/1988 -D.M. 14/01/2008 e circolare esplicativa – Norme Tecniche sulle costruzioni -Norma UNI
7163 – 1979 -Norma UNI 4634: Prescrizioni per la qualifica dei saldatori -Norma ASTM D1 143-81:
“Standard test method for piles under static axial compressive loads” -Raccomandazione
dell'Associazione geotecnica Italiana sui pali di fondazione del Dicembre 1984 -Norma UNI 71 63-1 979
-Norma DIN n. 4150: parti I e II del 1975; parte IV del 1986.
Definizioni:
Si definiscono pali trivellati quelli ottenuti per asportazione del terreno e sua sostituzione con
calcestruzzo armato. Durante la perforazione la stabilità dello scavo può essere ottenuta con l'ausilio di
fanghi bentonitici, ovvero tramite l'infissione di un rivestimento metallico provvisorio.
Prove preliminari – nessuna prova preliminare.
Armature metalliche
Le armature metalliche saranno costituite da barre ad aderenza migliorata; le armature trasversali dei
pali saranno costituite unicamente da spirali in tondino esterne ai ferri longitudinali.
I pali dovranno essere armati per tutta la lunghezza.
Le armature verranno pre-assemblate fuori opera in “gabbie”; i collegamenti saranno ottenuti con
doppia legatura in filo di ferro o con morsetti.
Nel caso di utilizzo di acciaio saldabile ai sensi del D.M. 4/01/2008 è possibile ricorrere alla saldatura
(puntatura) delle staffe, o dei cerchioni irrigidenti con i ferri longitudinali, al fine di rendere le gabbie
d’armatura in grado di sopportare le sollecitazioni di movimentazione. Gli elettrodi o i fili utilizzati
devono essere di composizione tale da non introdurre fenomeni di fragilità. Le armature trasversali
dovranno contrastare efficacemente gli spostamenti della barre longitudinali verso l’esterno; le staffe
dovranno essere chiuse e risvoltate verso l’interno.
Non è consentito l’uso delle armature elicoidali ove non siano fissate solidamente ad ogni spira a tutte le
armature longitudinali intersecate. L'armatura di lunghezza pari a quella del palo dovrà essere posta in
opera prima del getto e mantenuta in posto senza poggiarla sul fondo del foro.
Al fine di irrigidire le gabbie d'armatura potranno essere realizzati opportuni telai cui fissare le barre di
armatura.
Detti telai potranno essere realizzati utilizzando barre lisce verticali legate ad anelli irrigidenti orizzontali;
orientativamente, a seconda delle dimensioni e della lunghezza del palo, potrà provvedersi un cerchiante
ogni 2,5¸ 3 m. Non si ammette di norma la distribuzione delle barre verticali su doppio strato; l'intervallo
netto minimo tra barra e barra, misurato lungo la circonferenza che ne unisce i centri, non dovrà in alcun
caso essere inferiore a 7.5 cm.
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Le gabbie di armatura saranno dotate di opportuni distanziatori non metallici atti a garantire la
centratura dell'armatura ed un copriferro netto minimo di 8 cm rispetto al diametro nominale del foro,
nel caso di pali trivellati. Per i distanziatori in plastica, al fine di garantire la solidarietà col calcestruzzo, è
necessario verificare che la loro superficie sia forata per almeno il 25%. I centratori saranno posti a
gruppi di 3-4 regolarmente distribuiti sul perimetro e con spaziatura verticale di 3-4 m. Le gabbie di
armatura dovranno essere perfettamente pulite ed esenti da ruggine e dovranno essere messe in opera
prima del getto; ove fosse necessario, è ammessa la giunzione, che potrà essere realizzata mediante
sovrapposizione non inferiore a 40 diametri, mediante impiego di un adeguato numero di morsetti.
Fanghi bentonitici
Si sottolinea che è ammesso esclusivamente l’uso di fanghi bentonitici. La bentonite avrà le
caratteristiche minime indicate successivamente. La scelta del tipo di bentonite, certificato dal fornitore,
è assoggettata alla sua affinità con le caratteristiche chimico-fisiche del terreno di scavo e dell'acqua di
falda.
Preparazione fanghi bentonitici
I fanghi saranno ottenuti per idratazione della bentonite sopra descritta in acqua chiara di cantiere, con
eventuale impiego di additivi non flocculanti.
Il dosaggio di bentonite, in peso, deve risultare di norma compreso fra il 4 ed il 7%.
Variazioni in più o in meno saranno stabilite, in sede esecutiva, in relazione ad eventuali problematiche
di confezionamento o di appesantimento durante la perforazione.
L'impianto di preparazione del fango sarà costituito da:
-dosatori -mescolatori automatici (è ammesso, l'impiego di mud -hopper);
-silos di stoccaggio della bentonite in polvere;
-vasche di agitazione, maturazione e stoccaggio del fango fresco prodotto;
-relative pompe e circuito di alimentazione e di recupero fino agli scavi;
-vasche di recupero;
-dissabbiatori;
-vasca di raccolta della sabbia e di sedimentazione del fango non recuperabile.
Il fango verrà ottenuto miscelando, fino ad ottenere una sospensione finemente dispersa, i seguenti
componenti:
-acqua dolce di cantiere;
-bentonite in polvere;
-additivi eventuali (disperdenti, sali tampone, etc.).
Dopo la miscelazione la sospensione verrà immessa nelle apposite vasche di “maturazione” del fango,
nelle quali essa dovrà rimanere per un tempo adeguato, prima di essere impiegata nella perforazione.
Di norma la maturazione richiede da 6 a 12 ore.
Le caratteristiche del fango pronto per l'impiego dovranno essere comprese entro i limiti seguenti:
-peso specifico: non superiore a 1,1 t/m3
-viscosità Marsh: compresa fra 30" e 60"
-temperatura: > 5° C
-pH: 9-11.
Controlli sul fango
Sul fango bentonitico saranno eseguite, con la frequenza e le modalità indicate sulla Specifica di
Controllo Qualità, le prove di controllo atte a determinare i parametri di seguito specificati:
-caratteristiche della bentonite
-caratteristiche dell'acqua
-densità del fango bentonitico fresco
-densità, viscosità, temperatura e pH del fango bentonitico pronto per l'impiego,
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- caratteristiche del fango bentonitico nell'interno dello scavo, prima del getto; in caso di esito non
soddisfacente l'APPALTATORE sostituirà, parzialmente od integralmente, il fango per ricondurlo alle
seguenti caratteristiche:
-contenuto in sabbia del fango minore o uguale a 5% -densità minore o uguale 1,15 t/m3
CARATTERISTICHE E LIMITI DI ACCETTABILITA’ DELLA BENTONITE IN POLVERE
-Residuo al vaglio da 10.000 maglie cm2 <= 1%
-Tenore di umidità <= 15%
-Limite di liquidità >=400%
-Viscosità Marsh della sospensione al 6% in acqua distillata >= 40”
-Decantazione della sospensione al 6% in 24 ore <= 2%
-Acqua separata per pressofiltrazione di 450 cc della sospensione al 6% in 30’ a 7 bar <= 18 cc
-pH dell’acqua filtrata 7 <=pH <= 9
-Spessore del cake sul filtro della filtro-pressa <= 2.5 mm
Modalità esecutive - Attrezzatura
Per la perforazione saranno utilizzate attrezzature semoventi equipaggiate con rotary. L'utensile di scavo
sarà il più idoneo in relazione alla natura e consistenza dei terreni da scavare.
Numero, potenza e capacità operativa delle attrezzature dovranno essere tali da consentire la
realizzazione dei pali nei tempi previsti alla luce delle condizioni ambientali, litologiche e idrogeologiche
dei terreni da attraversare nonché alle dimensioni dei pali da eseguire.
Preparazione del fango bentonitico Il fango bentonitico, dovrà essere preparato ed utilizzato in accordo
alle modalità indicate in precedenza.
Perforazione
Se necessario, in corrispondenza di ciascun palo sarà posto in opera un avampozzo provvisorio di lamiera
d'acciaio con funzioni di guida dell'utensile, di riferimento per la posizione plano-altimetrica della
sommità del palo o di difesa dall'erosione del terreno nelle fasi di immissione e risalita dell'utensile di
perforazione. La distanza minima fra gli assi di due perforazioni attigue, in corso, appena ultimate o in
corso di getto, dovrà essere tale da impedire eventuali fenomeni di interazione e comunque non
inferiore ai 5 diametri. Qualora in fase di completamento della perforazione fosse accertata
l'impossibilità di eseguire rapidamente il getto (sosta notturna, mancato trasporto del calcestruzzo, etc.),
sarà necessario interrompere la perforazione alcuni metri prima ed ultimarla solo nell'imminenza del
getto. Una volta raggiunte le profondità previste dal progetto, si provvederà al sostituzione del fango di
perforazione fino al raggiungimento dei prescritti valori del contenuto in sabbia, ed alla eventuale pulizia
del fondo foro con gli utensili più adatti (es. cleaning bucket). Per la rimonta del fango di perforazione da
sostituire prima del getto, si potrà utilizzare uno dei seguenti sistemi: -eiettore(air lifting); -pompa
sommersa per fanghi; -pompa-vuoto applicata in testa al tubo-getto. Nel caso di presenza nel terreno di
trovanti lapidei o di strati rocciosi o cementati e per conseguire un adeguato immorsamento in sub-strati
di roccia dura si potrà ricorrere all'impiego di scalpelli frangiroccia azionati a percussione, di peso e
forma adeguati alla natura dell'ostacolo e comunque dotati alla sommità di un anello di forma
appropriata per la guida dell'utensile. In alternativa all'uso dello scalpello possono essere utilizzate eliche
da roccia aventi spirali rinforzate e denti idonei allo stato di fessurazione della roccia da perforare.
L'impiego dello scalpello comporterà l'adozione di un rivestimento provvisorio, spinto sino al tetto della
formazione lapidea, allo scopo di evitare urti e rimbalzi laterali dello scalpello contro le pareti del foro.
Armature
Completata la perforazione si provvederà alla posa in opera della gabbia, preassemblata, in conformità
con le specifiche di cui ai punti precedenti.
Nel caso che il palo attraversi strati sede di falda acquifera in movimento, con pericolo di dilavamento
del calcestruzzo in fase di maturazione, in corrispondenza di questi strati la gabbia sarà avvolta da una
camicia tubolare di lamierino in acciaio di spessore non inferiore a 1 mm.
19
Getto del calcestruzzo
Il getto del calcestruzzo avverrà impiegando il tubo di convogliamento.
Esso sarà costituito da sezioni non più lunghe di 3.00 m di tubo in acciaio avente diametro interno 20, 26
cm. L'interno del tubo sarà pulito, privo di irregolarità e strozzature. Le giunzioni tra sezione e sezione
saranno del tipo filettato, senza manicotto (filettatura in spessore) o con manicotti esterni che
comportino un aumento di diametro non superiore a 2.0 cm; sono escluse le giunzioni a flangia. Il tubo
sarà provvisto, all'estremità superiore, di una tramoggia di carico avente una capacità di almeno 0.5¸ 0.6
mc, e mantenuto sospeso da un mezzo di sollevamento.
Prima di installare il tubo getto sarà eseguita una ulteriore misura del fondo foro; qualora lo spessore del
deposito superi i 20 cm si provvederà all'estrazione della gabbia d'armatura e alle operazioni di pulizia.
Il tubo di convogliamento sarà posto in opera arrestando il suo piede a 30¸60 cm dal fondo della
perforazione; al fine di evitare azioni di contaminazione o dilavamento del primo calcestruzzo gettato.
Prima di iniziare il getto si disporrà entro il tubo, in prossimità del suo raccordo con la tramoggia, un
tappo formato da un involucro di carta o plastica, riempito con vermiculite granulare, palline di
polistirolo o sabbia. Durante il getto il tubo convogliatore sarà opportunamente manovrato per
un'ampiezza di 20 ¸ 30 cm, in modo da favorire l'uscita e la risalita del calcestruzzo evitando altresì la
segregazione della malta dagli inerti. Previa verifica del livello raggiunto, utilizzando uno scandaglio
metallico a fondo piatto, nel corso del getto il tubo di convogliamento sarà accorciato per tratti
successivi, sempre conservando un'immersione minima nel calcestruzzo di 2.0 m.
Il getto di calcestruzzo dovrà essere portato ad almeno 0.5 ¸ 1.0 m al di sopra delle quote di progetto
della testa palo per consentire di eliminare la parte superiore del palo (scapitozzatura).
All'inizio del getto si dovrà disporre di un volume di calcestruzzo pari a quello del tubo di getto e di
almeno 3 o 4 m di palo. E' prescritta una cadenza di getto non inferiore a 15 m3/ora. Durante le
operazioni di getto, al termine dello scarico di ogni betoniera, l’APPALTATORE dovrà verificare la quota di
riempimento del palo in modo di avere un immediato raffronto fra la quota teorica e la quota raggiunta.
Tipo di
opera o
parte della
struttura
Palo diametro
80 cm
Classe di
Classe di
Classe di
Diametro Contenuto Cemento Copriferro
nominale
esposizione resistenza consistenza massimo
massimo
ambientale minima
dell’inerte in cloruri
XC2
C25/30
S4/S5
25 mm
Cl 0,4
A norma
UNI 197-1
80 mm
Controlli e documentazione
Per ciascun palo l'APPALTATORE dovrà redigere una scheda indicante: -numero progressivo del palo
(riferito ad una planimetria) -dati tecnici dell'attrezzatura -profondità di perforazione -informazioni
relative alla stratigrafia locale -volumi e grafico del getto. In presenza di anomalie e/o differenze rispetto
alla stratigrafia prevista, qualora le condizioni reali risultino inferiori a quelle di progetto, l'APPALTATORE
procederà al riesame della progettazione ed adotterà gli opportuni provvedimenti concordandoli con la
DIREZIONE LAVORI.
PROVE DI CARICO – nessuna prova di carico prevista
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4.4. SCAVI E MOVIMENTI TERRA
Le tipologie di scavo previste per l’esecuzione delle opere in progetto sono individuate nel seguito.
Scavo di sbancamento: per scavo di sbancamento si intende quello occorrente per lo spianamento del
terreno su cui dovranno sorgere manufatti, per la regolarizzazione dei versanti in frana, per
l’asportazione di materiali in alveo ed in generale qualsiasi scavo a sezione aperta in vasta superficie che
permetta l’impiego di normali mezzi meccanici od ove sia possibile l’allontanamento delle materie di
scavo, sia pure con la formazione di rampe provvisorie, che saranno eseguite a carico dell’Impresa.
Saranno pertanto considerati scavi di sbancamento anche quelli che si trovino al di sotto del piano di
campagna quando gli scavi stessi rivestano i caratteri sopra accennati, come ad esempio la realizzazione
del cassonetto al di sotto del piano di posa dei rilevati arginali o di quello stradale. Lo scavo andrà
eseguito anche in presenza di acqua e i materiali scavati, se non diversamente indicato dalla DL,
andranno trasportati a discarica o accumulati in aree indicate dalla DL, per il successivo utilizzo. In
quest’ultimo caso, sarà onere dell’Impresa provvedere a rendere il terreno scevro da qualunque
materiale vegetale o in genere estraneo per l’utilizzo previsto.
Scavi per ricalibrature d’alveo: per scavo di ricalibratura dell’alveo si intende quello da eseguirsi per
risagomare la sezione trasversale del corso d’acqua secondo i disegni di progetto. Tali operazioni
andranno svolte esclusivamente per quei tratti d’alveo indicati nelle tavole progettuali. Lo scavo andrà
eseguito anche in presenza di acqua e i materiali scavati, se non diversamente indicato dalla DL,
andranno trasportati a discarica o accumulati in aree indicate dalla DL, per il successivo utilizzo. In
quest’ultimo caso, sarà onere dell’Impresa provvedere a rendere il terreno scevro da qualunque
materiale vegetale o in genere estraneo per l’utilizzo previsto.
Scavi di fondazione: si definisce scavo di fondazione lo scavo a sezione obbligata, secondo i tipi di
progetto, effettuato sotto il piano di sbancamento o sotto il fondo alveo, disposto per accogliere gli
elementi di fondazione di strutture o le berme delle difese spondali in massi. Terminata l’esecuzione
dell’opera di fondazione, lo scavo che resterà vuoto dovrà essere diligentemente riempito e costipato, a
cura e spese dell’impresa, con le stesse materie scavate, sino al piano del terreno naturale primitivo.
Scavo in sezione obbligata: si definisce scavo a sezione obbligata, secondo i tipi di progetto, effettuato
sotto il piano di sbancamento, o sotto il piano di campagna, o nei rilevati, per la successiva costruzione di
opere d’arte. Gli scavi saranno eseguiti con mezzi meccanici in terreni di natura e consistenza indicata
nelle relazioni geologiche, geotecniche e specialistiche, secondo le tipologie, sezioni e profondità
riportate negli elaborati progettuali o indicati dalla D.L., anche in presenza di acqua.
Il materiale di scavo sarà in parte reimpiegato per il rinterro e il ricoprimento delle opere d’arte, mentre
quello eccedente, sarà sistemato in parte nell’area di cantiere o in adiacenza ad esso, oppure sarà
trasportato e accumulato in aree indicate dalla DL per successivo reimpiego. Eventuali scavi, trasporti e
rilevati eseguiti dall’Impresa per comodità di lavoro od altri motivi, senza autorizzazione scritta della DL,,
non saranno contabilizzati agli effetti del pagamento.
Nella esecuzione degli scavi in genere, l'Impresa dovrà procedere in modo da impedire scoscendimenti e
franamenti, restando esso, oltreché totalmente responsabile di eventuali danni alle persone ed alle
opere, altresì obbligato a provvedere a suo carico e spese alla rimozione delle materie franate. L’Impresa
dovrà inoltre provvedere a sue spese affinchè le acque scorrenti sulla superficie del terreno siano deviate
in modo che non abbiano a riversarsi negli scavi. Qualora si riversasse acqua di qualsiasi natura e
21
provenienza, si provvederà al prosciugamento a cura e spese dell'Appaltatore prima di proseguire con le
successive fasi lavorative.
Sicurezza degli scavi: Sono a carico dell’Appaltatore, e compresi nei costi della sicurezza, tutti gli oneri
necessari per l’attuazione di tutte le misure di informazione, prevenzione e di protezione previste nei
piani di Sicurezza (PSC e POS). L’appaltatore è inoltre tenuto all’osservanza di tutte le norme specifiche
che saranno impartite dai competenti Organi della Polizia del Traffico. L’appaltatore avrà l’obbligo di
segnalare per iscritto al Committente, 15 (quindici) giorni prima della scadenza della licenza per
occupazione e manomissione del suolo pubblico, l’eventuale necessità di proroga della medesima per
completare i lavori. La segnaletica dovrà rimanere installata fino a che l’Appaltatore non avrà provveduto
ad effettuare il ripristino a regola d’arte del piano esistente. La pavimentazione di strade e marciapiedi
dovranno essere ripristinate a perfetta regola d’arte ed in accordo alle norme in uso presso l’ufficio
tecnico comunale. L'Impresa sarà tenuta responsabile, sino alla data del collaudo definitivo, di qualsiasi
danno a persone o cose che si dovesse verificare in dipendenza dell'insufficiente costipamento degli
scavi e dei ripristini o della successiva mancata manutenzione. L'Appaltatore dovrà sottrarre alla viabilità
il minor spazio possibile ed adottare i provvedimenti necessari a rendere sicuro il transito di veicoli e
pedoni nonché l'attività delle maestranze. Fermi tutti gli obblighi e le responsabilità in materia di
prevenzione degli infortuni, l'Appaltatore risponde della solidità e stabilità delle armature di sostegno
degli scavi, tanto in trincea che in galleria, ed è tenuto a rinnovare o rinforzare quelle parti delle opere
provvisionali che risultassero deboli. Saranno a completo carico dell'Appaltatore gli indennizzi per gli
eventuali danni arrecati alle proprietà pubbliche o private durante le operazioni di cantiere e le fasi
lavorative previste.
Rinterri degli scavi:
I rinterri, salva diversa indicazione della D.L., seguiranno lo stato di avanzamento della costruzione. Il
materiale proveniente dagli scavi, sarà sostituito con altro materiale, ogni qualvolta, a giudizio della
Direzione Lavori, non risultasse idoneo a tale scopo. In tutti i casi i riempimenti saranno eseguiti in strati
non superiori a 30 cm e costipati meccanicamente.
Nel prezzo di tutti gli scavi si intendono compensati anche:
− l’esecuzione dello scavo anche in presenza d’acqua, compreso l’onere per gli eventuali aggottamenti
con l’impiego di pompe;
− l’innalzamento, carico, trasporto e messa a rinterro o a rilevato del materiale scavato nelle aree
individuate dalla DL, oppure il carico sui mezzi di trasporto, trasporto del materiale di qualsiasi entità
proveniente dallo scavo, scarico e sistemazione a discarica pubblica od invece entro le aree poste a
disposizione dal Committente o scelte dall’Appaltatore;
− i permessi, i diritti o canoni di discarica se necessari;
− i maggiori oneri derivanti dagli allargamenti dei rilevati e delle rampe d’accesso esterne o interne alle
arginature e in genere della viabilità di cantiere, anche in relazione alle condizioni naturali ed alle
caratteristiche delle opere da eseguire;
− l’accurata pulizia delle superfici di scavo e la loro regolarizzazione.
Specifica di misura
I movimenti di terra sono stati valutati a m³ (metro cubo) secondo le dimensioni e quote di progetto.
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4.5 GIUNTO DI RIPRESA PER OPERE IN CEMENTO ARMATO
Saranno realizzati come previsto negli elaborati di progetto.
Ogni qual volta si preveda la ripresa del getto, si dovrà procedere alla realizzazione di appositi giunti di
ripresa. Sarà posizionato come da progetto un cordolo in ambienti umidi, composto da una miscela di
gomme sintetiche, naturali e polimeri, esente da bentonite, delle seguenti dimensioni: sezione 5x20 mm.
Sarà possibile realizzare la ripresa di getto strutturale tra calcestruzzo fresco e calcestruzzo indurito,
mediante applicazione a pennello, a spatola o a spruzzo con airless oppure mediante colatura, di idoneo
prodotto (collante liquido o epossidico). Prima della messa in opera l’Appaltatore dovrà sottoporre alla
Direzione Lavori un campione del materiale che intende utilizzare con relativa scheda tecnica per la
necessaria approvazione.
Specifica di misura
I giunti di ripresa sono stati valutati al m (metro), sulla base di una valutazione delle successive fasi di
getto.
4.6 CALCE IDRATA PER TERRAPIENO
GENERALITA'
Il trattamento a calce di una terra consiste nella miscelazione intima della stessa con calce ed eventualmente
con acqua, in quantità tali da modificare attraverso reazioni chimico-fisiche le sue caratteristiche di
lavorabilità e di resistenza meccanica in opera.
La risposta al trattamento dipende essenzialmente dalla quantità e natura dei minerali argillosi e della silice
amorfapresenti nel materiale, ciascuno caratterizzato da una propria reattività;
dipende altresì dalla quantità di calce aggiunta e dalle modalità di lavorazione della miscela.
L'effetto calce si esplica nei modi seguenti:
aumento della lavorabilità di terre fini plastiche; drastica riduzione dei rigonfiamenti; notevole incremento delle
resistenzeall’erosione e al gelo-disgelo; eliminazione della possibile contami
nazione dello strato trattato da parte di particelle fini limo-argillose presenti nelle terre naturali sottostanti lo
stesso; indurimento lento e graduale dovuto allo svolgersi di reazioni pozzolaniche cementanti.
I precedenti aspetti positivi determinano anche: l'incremento della capacità portante della terra sia a breve sia a
lungo termine sotto le azioni cicliche veicolari anche in presenza di acqua; l'aumento del modulo elastico della
eventuale base granulare sovrastante lo strato stabilizzato; la sostanziale riduzione delle deflessioni in fase di
esercizio del piano viabile o rotabile sovrastante sottofondazioni o fondazioni stabilizzate.
AMBITI DI INTERVENTO
Mediante l’aggiunta di quantità differenziate di calce a una terra e in relazione alla natura e al contenuto idricdi
questa, si possono
perseguire due scopi complementari:
- la bonifica,per facilitare la lavorabilità della terra trattata (riduzione dell'umidità naturale, aumento del limite
plastico, aumento dell'indice di portanza immediata IPI (v. par. 5.2.2.2.), possibilità di adeguato costipamento);
- la stabilizzazione completa dello strato, per migliorarne le proprietàmeccaniche (oltre ai miglioramenti indicati
al punto precedente si ha l'avvio di reazioni di indurimento pozzolanico che portano nel tempo a uconsiderevole
aumento della resistenza meccanicadel materiale; v. B.U. CNR n. 36).
CARATTERISTICHE DEI MATERIALI DA IMPIEGARE
3.1.TERRE
Sono idonee al trattamento con calce le terre fini plastiche limo-argillose dei gruppi A6 e A7 con valori dell'indice
plastico normalmente compresi tra 10 e 50, o anche superiori, così come del gruppo A5 quando di origine
vulcanica od organogena; anche ghiaie limo-argillose identificabili come A2-6 e A2-7 possono essere
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convenientemente stabilizzate con calce quando contengano una frazione di passante al setaccio 0.4 UNI non
inferiore al 35%.
La curva granulometrica deve rientrare all’interno del fuso riportato nella sottostante figura 1 (B.U. CNR n. 36).
Il terreno dovrà presentarsi libero da vegetazione e da qualsiasi altro corpo estraneo, nonché da eventuali
inclusioni di grossa pezzatura che potrebbero danneggiare la macchina impiegata nel processo di
miscelazione.
3.2.
ACQUA
L'acqua eventualmente utilizzata per conferire agliimpasti terra-calce il tenore di umidità ottima di
costipamento e per mantenere questo tenore durante l'eventuale periodo di maturazione degli strati
compattati deve essere dolce, limpida, esente da impurità dannose (olii, acidi, alcali, cloruri, solfati, materie
organiche) e da qualsiasi altra sostanza nociva alle reazioni terra-calce. La sua provenienza deve essere definita
e controllata prima e durante l'utilizzazione affinché sia verificata nel tempo la rispondenza alla Norma UNI
8981/7 secondo quanto disposto dalla norma UNI 9858.
3.3.
CALCE
I requisiti chimici e fisici delle calci utilizzabili nei trattamenti delle terre sono quelli indicati nella sottostante
tabella I, ove i valori percentuali specificati si intendono in peso.
Tabella I
REQUISITO CALCE VIVA CALCE IDRATA
CO2 ≤5 %
- (CaO+MgO) TOTALI ≥84 %
- TITOLO IN IDRATI - ≥85 % SiO2+Al2O3+Fe2O3+SO3 ≤5 % ≤5 %
PEZZATURA ≤2 mm
- PASSANTE AL SETACCIO CON LUCE NETTA DA:
200 μm ≥90 % 90 μm ≥85 %
I requisiti saranno verificati con metodi chimici e fisici di analisi e controllo conformi a norme ufficiali italiane o
di Paesi della Comunità Europea, specificati poi nei bollettini di laboratorio.
4.
MACCHINARI
La scarificazione, la polverizzazione e la miscelazione della terra con la calce e l’acqua dovranno essere fatte con
idonei macchinari atti a lavorare uniformemente il materiale (es. Pulvimixer).
La potenza delle macchine dovrà essere adeguata agli spessori degli strati da trattare e compatibile con la
produzione giornaliera prevista.
I motolivellatori dovranno essere semoventi, preferibilmente con ruote gommate lisce e tali da non lasciare
impronte marcate sulla superficie lavorata.
Gli spargitori di calce, se usati, dovranno assicurare una precisione di dosaggio secondo quanto ammesso dalla
Direzione Lavori.
Le attrezzature costipanti (rulli a piastre, rulli lisci, rulli gommati) dovranno dare garanzie del raggiungimento dei
valori di densità in sito stabiliti di seguito al capitolo 7. I distributori d’acqua dovranno essere forniti di valvole a
rapido disinnesto per la sospensione dell’erogazione e dovranno garantire una distribuzione uniforme e
controllabile.
Tutti i macchinari dovranno essere sempre mantenutiefficienti e dovranno essere preventivamente approvati
dalla Direzione Lavori; sarà facoltà della stessa richiedere la sostituzione di attrezzature che non siano ritenute
idonee.
5.
PROGETTO DELLE MISCELE
5.1.ANALISI PRELIMINARE DELLE TERRE
Per trattamenti di terre in sito si preleveranno campioni da pozzetti esplorativi ogni 2000 m² e comunque con
distanze reciproche tra questi non superiori ai 200 m e profondità almeno pari a quella del suolo da trattare;
quando si presume che le caratteristiche del suolo siano più variabili di quanto sopra contemplato, la
frequenzadi campionamento sarà opportunamente incrementata. La Direzione Lavori, anche in relazione ai
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risultati di prova che si otterranno dalle indagini seguenti, potrà richiedere ulteriori campionamenti del suolo e
relativi esami.
5.1.1.
Classificazione della terra
Determinazione della curva granulometrica per setacciatura, ed eventualmente per sedimentazione; la curva
granulometrica ottenuta sarà confrontata con quella riportata nella precedente figura 1.
Determinazione dei limiti di consistenza liquido e plastico.
5.1.2.
Determinazione del valore di bludi metilene
VB.
Si prescrive un valore VBche sia > di 200 centimetri cubi di soluzione (10 g/l) di blu di metilene per 100 grammi
della frazione di terra passante al setaccio da 0,25 mm UNI 2332, determina to in conformità alla Norma UN
8520 parte 15ª (il valore di blu permette anche di classificare le terre secondo le norme francesi AFNOR NF P 11300).
5.1.3.
Determinazione del contenuto di sostanze organiche
Si prescrive per la frazione di terra passante al crivello da 20 mm un tenore inferiore al 4% in massa determinato
con metodo titrimetrico al bicromato di potassio secondo norma AFNOR NF 94-055.
5.1.4.
Determinazione della capacità stabilizzante della calce definibile anche come consumo iniziale di calce (di
seguito indicato con CIC), ovvero della quantità di calce necessaria per soddisfare le reazioni immediate terracalce, in relazione alla capacità di scambio cationico dei minerali d'argilla. Il valore CIC, determinato secondo
norma ASTM C977-92, deve essere maggiore dell'1,5% come verifica di idoneità.
Per cantieri di media ed elevata importanza si deve perfezionare l'indagine conoscitiva con gli esami di seguito
riportati.
5.1.5.
Determinazione del contenuto di solfati, la cui reazione con la calce ne determina un consumo supplementare e
che potrebbero dare origine a composti espansivi. Si prescrive un contenuto percentuale di SO3 inferiore al 4%
in massa, riferito a tutta la terra, determinato in conformità alla norma UNI 8520 parte 11ª.
5.1.6.
Esame diffrattometrico
Per accertare la natura dei minerali argillosi con o senza reticoli espandibili.
5.1.7.
Esami di microscopia ottica, per l'identificazione di eventuali minerali silicei amorfi reattivi con la calce.
5.2.
STUDIO DELLA MISCELA DI PROGETTO
5.2.1.Note e accettate dalla Direzione Lavori le caratteristiche delle terre si procede allo studio della miscela o
delle miscele di progetto, le quali dovranno essere poi approvate dalla Direzione Lavori che potrà richiedere
indagini supplementari rispetto a quelle di seguito descritte.
Si considerano i due casi rispettivamente della bonifica in sito delle terre, per la costituzione dei piani di posa e
dei rilevati, e della stabilizzazione completa delle terre, per la realizzazione di sottofondazioni, fondazioni e basi
con miscelazione o in sito o in centrale di confezionamento.
5.2.2.
BONIFICA DELLE TERRE
Per la bonifica dei terreni in sito o provenienti da scavo-riporto, o da cave di prestito impiegati per rilevati
di altezza superiore al metro, si prescrive:
5.2.2.1.
Determinazione del contenuto di acqua naturale W dei terreni da trattare.
5.2.2.2.
Definizione della curva Proctor Standard AASHTO T 99, Metodo D, della terra naturale e determinazione
dell'indice di portanza immediata IPI alle diverse umidità, per valutare la capacità portante del terreno no saturo
in prossimità delle condizioni di umidità naturale (l'indice di portanza immediato IPI di un suolo esprime il valore
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dell'indice di portanza CBR misurato senza sovraccarico né imbibizione in acqua su un provino di terra
compattata con energia Proctor standard; v. anche NF P 94-078).
5.2.2.3.
Determinazione dell'IPI per almeno tre diverse miscele terra-acqua-calce, partendo dal CIC+0,5% in su,
compattate conformemente all'AASHTO T 99, Metodo D, e con umidità pari all'ottimo oppure pari al valore Wn
previsto al momento delle lavorazioni; si ricerca la minima percentuale di calce che consenta di ottenere su
ciascuno di tre provini il valore IPI > 10.
5.2.2.4.
Determinazione de lgrado di rigonfiamento unitario di volume Rvsu provini con maturazione accelerata.
Tre provini per ogni formulazione caratterizzata da IPI > 10, compattati secondo AASHTO T99 metodo A, istampi
con diametro di 102 mm, sono tenuti per 76 ore in ambiente climatizzato a 20±1°C e con U.R. > 95% e poi per 7
giorni in acqua a 40±1°C. Il volume finale dei provini, determinato mediate pesata idrostatica, dovrà aumentare
non più del 5% rispetto al volume iniziale dopo sformatura. Sono idonee all'impiego le miscele aventi contempor
aneamente: IPI > 10 e Rv < 5%.
5.2.3.
STABILIZZAZIONE DELLE TERRE
Le formulazioni da impiegare sia in rilevati di altezza inferiore a un metro, sia in sottofondazioni, fondazioni e
basi sono definite come segue:
5.2.3.1.determinazione del grado di rigonfiamento unitario R e dell'indice CBR, secondo CNR-UNI 10009, per
almeno tre diverse miscele terra-calce con diversificati contenuti d'acqua, partendo dal CIC+1% in su
impiegando provini compattati conformemente ad AASHTO Mod T180, Metodo D, preventivamente maturati
per 21 giorni a 20±1°C e U.R. > 95% e poi per 7 giorni in acqua a20±1°C.
Sono idonee all'impiego le miscele aventi contemporaneamente: CBR > 50 e R < 1% nel caso di impiego in
rilevati e sottofondazioni e CBR > 80 e R < 0,5% nel caso di fondazioni e basi.
5.2.3.2.
Resistenza a compressione Rc e a trazione Rt, da eseguire in parallelo alle predette prove CBR.
Partendo dal tenore di acqua di impasto ottimo, dedotto dalle sperimentazioni del precedente punto 5.2.3.1, si
confezionano provini in stampi apribili CBR, impiegati per i misti cementati, compattando secondo AASHT Mod.
T180, metodo D; questi saranno poi avvolti in pellicola di polietilene e preventivamente sottoposti a un periodo
di maturazione di 28 giorni in ambiente climatizzato alla temperatura di 20±1°C e con U.R. > 95%.
Sono idonee all'impiego le miscele che forniscono i
valori seguenti:
- per sottofondazioni e fondazioni: Rc > 1,5 MPa; Rt > 0,15 MPa
- per basi e per le ghiaie limo-argillose: Rc > 2,5 MPa; Rt > 0,25 MPa
- per materiali in opera soggetti a gelo-disgelo: Rc come sopra indicato;
Rt > 0,25 MPa, su provini sottoposti a un tempo di maturazione tecnicamente ed economicamente compatibile
con l'avvento del gelo.
6.
POSA IN OPERA
Con piogge persistenti o con rischio di gelo per il terreno sarà necessario sospendere le lavorazioni di seguito ill
ustrate.
6.1.
POSA IN OPERA DI MISCELE LAVORATE IN SITO
Condizioni essenziali per ottenere un buon risultato sono: un'adeguata
polverizzazione della terra, un'intima e omogenea mescolazione della calce e un valore di umidità della miscela
prossimaa quella ottimale della miscela di progetto.
6.1.1.
PREPARAZIONE DEL SUOLO E DETERMINAZIONE
DELL’UMIDITA’
6.1.1.1.La preparazione del suolo comprende l'asportazione dello strato più superficiale, con lo scopo di
eliminare la vegetazione e la terra più ricca di humus; può inoltre essere necessario scarificare la terra, al fine di
dissodarla e predisporla al trattamento, e togliere gli elementi lapidei di dimensioni eccessive.
26
6.1.1.2.Si procederà poi alla determinazione dell’umidità naturale della terra da trattare e, a seconda del valore
trovato, la si erpicherà e la si arieggerà per favorire l'evaporazione dell'acqua, quando essa sia in forte eccesso
rispetto al valore ottimale della miscela di progetto.
6.1.2.
APPROVVIGIONAMENTO DELLA CALCE
La calce può essere approvvigionata sia sfusa sia in sacchi di carta, normalmente in relazione rispettivamente a
piccole o a grandi dimensioni dell'opera.
La calce sfusa sarà consegnata con automezzi che neconsentano lo scarico pneumatico.
La quantità di calce disponibile deve essere sufficiente ad assicurare almeno due giorni di piena operatività del
cantiere.
Nel caso di approvvigionamento allo stato sfuso, incantiere la calce sarà stoccata in appositi sili; nel caso dei
sacchi questi saranno stoccati al coperto, al riparo da umidità, pioggia e ristagni d'acqua.
6.1.3.
DOSAGGIO, SPANDIMENTO DELLA CALCE E RELATIVO
CONTROLLO
In cantiere il dosaggio è riferito al metro quadrato di suolo da trattare; per ottenere il dosaggio in kg/m², a
partire dal dosaggio in percentuale stabilito in laboratorio con riferimento al suolo secco, bisogna conoscere la
densità secca in sito del suolo e la profondità dello strato dopo trattamento e costipazione.
Non si spargerà la calce in polvere in giornate di forte vento, capace di
sollevarne una parte, in relazione sia alla sicurezza del personale di cantiere sia alla precisione del dosaggio;
inoltre si spargerà la calce solo sulla superficie che potrà essere lavorata in giornata, ciò per
evitare sia l'asportazione della calce dagli agenti atmosferici sia il fenomeno della parziale carbonatazione.
Nel caso della calce sfusa, il controllo della quantità distribuita è effettuato posizionando un telo quadrato con
superficie di 1,0 m² sul terreno prima del passaggio della macchina spargicalce e pesando poi la calce su di esso
depositata a passaggio avvenuto (allo scopo risulta utile dotarsi di teli con occhielli ai quattro vertici e di una
bilancia a dinamometro con gancio).
Controllando poi l'effettiva profondità della successiva miscelazione nel suolo naturale (come indicato al
successivo par. 6.
1.4) si può calcolare il dosaggio effettivamente praticato.
Nel caso di utilizzo di calce in sacchi, questi devono essere posizionati lungo il tracciato secondo un reticolo
regolare, con passo facilmente calcolabile.
I sacchi posizionati sul suolo sono tagliati a metà con un coltello e svuotati formando tanti piccoli mucchi; i
sacchi vuoti devono essere allontanati.
La calce è poi livellata manualmente con rastrelli o per mezzo di attrezzi dotati di dischi a dente o a punte trainat
i da trattori o autocarri; generalmente due passaggi sono necessari per un'uniforme distribuzione.
6.1.4.
POLVERIZZAZIONE E MISCELAZIONE
La polverizzazione e la miscelazione devono essere attuate con diverse passate di idoneo macchinario (es.:
Pulvimixer), fino a quando la componente limo-argillosa passi interamente attraverso crivelli a maglia quadra da
25 mm e almeno per il 60% al setaccio ASTM E 11 da 4 mesh (con luce netta di maglia da 4,75 mm). E'
importante che la potenza della macchina miscelatrice sia scelta proporzionalmente allo spessore dello strato da
trattare e alla produzione giornaliera desiderata. Quando necessario, durante o dopo la miscelazione si irrorerà
la terra trattata con acqua fino a farle raggiungere il tenore ottimale per la successiva compattazione.
Terminata la miscelazione, scavando un pozzetto a tutto spessore ogni 300 m² di superficie lavorata si
controllerà:
- l'omogeneità della miscela, osservando il suo colore che dovrà apparire uniforme sia nello stato tal quale sia
dopo spruzzaggio di soluzione alcolica di fenolftaleina all'1% che impartirà colorazione
rossastra;
- con metodo celere, l'umidità di un campione della miscela estratta;
- l'effettiva profondità di lavoro della macchina miscelatrice (che ha operato sul suolo naturale) misurata
rispetto a riferimenti esterni precedentemente predisposti.
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Al termine dei controlli precedenti, qualora la superficie dello strato si mostri irregolare, per un'ottimizzazione
della successiva compattazione, si procederà a un livellamento con grader o altra macchina adatta allo scopo.
6.1.5.
COMPATTAZIONE FINALE
Lo strato di terra trattata deve essere compattato senza ritardi dopo la miscelazione, successivamente
comunque al completamento della reazione esotermica di spegnimento nel caso di utilizzo della calce viva,
e dopo la verifica che il tenore di umidità sia prossimo all'ottimo.
Il completo spegnimento della calce viva richiede un tempo variabile in funzione della temperatura e
dell'umidità del suolo; normalmente, con temperatura del suolo non troppo bassa, 2 o 3 ore di maturazione
della miscela sono sufficienti allo scopo. Nella costruzione di rilevati multistrato è molto importante procedere a
fronte chiuso, completando in giornata le operazioni di miscelazione e compattazione e sovrapponendo la terra
da trattare il giorno successivo; con ciò si minimizza la possibile reazione di carbonatazione e si attua una
protezione adeguata degli strati in maturazione. Quando le dimensioni del lavoro sono tali da giustificare
l'esecuzione di un tratto sperimentale di prova, si devono predisporre diversi schemi di rullatura con rullo a
piastre, seguito da rullo metallico liscio e/o rullo gommato, effettuando un campo prova per determinare
la combinazione ottimale e più economica di mezzi, passate e velocità di avanzamento, per il conseguimento del
grado di addensamento prescritto.
6.1.6.
MATURAZIONE DOPO RULLATURA
Poiché la resistenza e la stabilità dimensionale di una terra stabilizzata dipende anche da un accurato periodo di
maturazione dopo la rullatura finale, durante il quale l'umidità ottima di compattazione deve restare il
più possibile costante, immediatamente dopo il completamento dell'ultimo strato costipato e sagomato si
stenderà o uno strato di 3-4 centimetri di sabbia bagnata (da asportare alla fine del periodo di maturazione) o
un velo protettivo di bitume liquido BL 350-700 (B.U. CNR n. 7) in ragione di 1 kg/m² o di emulsione bitu
minosa a lenta rottura del tipo EL 55 (B.U. CNR n. 3) in ragione d
i 1,8 kg/m². La durata del periodo di maturazione, solitamente fino a sette giorni, sarà indicata dalla Direzione
Lavori, anche in relazione alle esigenze di cantiere e al tipo di traffico previsto transitare sullo strato finito.
6.2.
POSA IN OPERA DI MISCELE PREPARATE IN CENTRALE
Rispetto alla miscelazione in sito, le operazioni variano per le modalità di stesa della miscela che sarà eseguita
con finitrice o livellatrice, o altro sistema accettato e approvato espressamente dalla Direzione Lavori per lo
spessore richiesto dal progetto. Per quanto riguarda l'asportazione preliminare dello strato di terra vegetale, le
caratteristiche granulometriche della miscela e le operazioni successive alla stesa di questa valgono le
disposizioni indicate per le lavorazioni in sito.
6.3.
GIUNTI DI LAVORO
Nei giunti di lavoro trasversali la miscela già costipata va ripresa in tutte quelle zone nella quali il contenuto di
calce, lo spessore e la compattazione risultino insufficienti.
I tagli dovranno essere effettuati opportunamente al mattino seguente, nello strato indurito, in modo da
presentare una superficie verticale, per
evitare corrispondentemente possibili fessurazioni
successive.
Nella posa in opera di miscele preparate in centrale si può inserire una tavola da rimuovere il giorno seguente.
Ogni tronco di lavoro dovrà eseguirsi per la sua intera larghezza in un solo tempo, per avere giunti di lavoro
longitudinali sempre chiusi; in caso contrario potrebbero successivamente prodursi fessure longitudinali nel
manto bituminoso.
7.
CONTROLLI
In fase esecutiva l'Impresa dovrà predisporre un accurato programma dei lavori, che consenta alla Direzione
Lavori di definire un programma di prove di controllo giornaliero degli strati lavorati.
7.1.
VERIFICA DEL GRADO DI COMPATTAZIONE
28
7.1.1.
Trattamenti di bonifica nella costruzione di piani di appoggio e dei rilevati. E' prescritta una misura di densità in
sito secondo B.U. CNR n. 22 ogni 1000 m² di strato compattato e comunque almeno due misure per ogni
giornata lavorata, rilevando un valore uguale o superiore al 95% della densità massima Proctor standar ottenuta
per la stessa miscela del sito, compattata in laboratorio secondo AASHTO T99;le densità in sito e in laboratorio
saranno determinante durante la stessa giornata lavorativa.
7.1.2.
Trattamenti di stabilizzazione completa nella costruzione di rilevati, di strati di sottofondazione e della
sovrastruttura E' prescritta una misura di densità in sito secondo B.U. CNR n. 22 ogni 1000 m² di strato
compattato e comunque almeno due misure per ogni giornata lavorata, rilevando un valore uguale o superiore
al 92% della densità massima Proctor modificata ottenuta per la stessa miscela del sito compattata il laboratorio
secondo AASHTO Mod.T 180; le densità in sito e in laboratorio saranno determinate durante la stessa giornata
lavorativa.
7.2.
VERIFICA DELLA RESISTENZA ALLE SOLLECITAZIONI
MECCANICHE E AI RIGONFIAMENTI IN ACQUA
7.2.1.
Trattamenti di bonifica
E' prescritto il prelievo di un campione di miscela dal sito, interessando tutto lo spessore dello strato trattato
con calce, ogni 1000 m² di strato compattato, e comunque almeno uno per ogni giornata lavorata, e la
preparazione di due provini secondo CNR-UNI n. 10009, punto 3.2.1, compattati secondo AASHTO Mod T180
tenuti a maturare in aria per tre giorni a 20±1°C e U.R. > 95% e poi in acqua per quattro giorni a 20±1°C. I valori
medi dell'indice CBR e di rigonfiamento dei due provini dovranno essere rispettivamente maggiori di 20 e
inferiori all'1,5% Quando la Direzione Lavori lo riterrà opportuno si verificherà la resistenza meccanica anche
attraverso la misurazione del modulo di deformazione Md, determinato con piastra da 300 mm di diametro
(B.U. CNR n. 146 del 14.12.1992 - Norme svizzere VSS-SNV 670317).
I valori accettabili sono quelli indicati al successivo paragrafo 7.3.
7.2.2.
Trattamenti di stabilizzazione completa
Si richiedono i risultati seguenti relativamente alle prove CBR, determinate con coppie di provini preparati come
indicato al precedente punto 7.2.1. con la medesima frequenza e criterio ivi indicati:
a) per le sottofondazioni: CBR > 30 e RIGONFIAMENTO < 1,0%;
b) per le fondazioni e basi: CBR > 50 e RIGONFIAMENTO < 0,5%
Si richiedono i risultati seguenti relativamente alle prove di compressione e di trazione: E' prescritto il prelievo di
un campione di miscela sciolta dal sito per ogni 1000 m² di strato compattato, e comunque uno per ogni
giornata lavorata, e la preparazione di tre provini in stampi apribili secondo B.U. CNR n. 29, compattati secondo
AASHTO Mod.180, e maturati a 20±1°C e con U.R. > 95%; i valori di Rc e Rt ottenuti saranno mediati tra loro per
ottenere il risultato di prova.
a) per le sottofondazioni:
Rc(7) > 0,50 MPa Rt(7) >0,03 MPa, a 7 giorni di maturazione
b) per le fondazioni :
Rc(7) > 1,0 MPa Rt(7) >0,10 MPa, a 7 giorni di maturazione
Rc(28) > 1,5 MPa Rt(28) >0,15 MPa, a 28 giorni di maturazione
c) per le basi:
Rc(7) > 1,5 MPa Rt(7) >0,15 MPa, a 7 giorni di maturazione
Rc(28) > 2,5 MPa Rt(28) >0,25 MPa, a 28 giorni di maturazione
Quando la Direzione Lavori lo riterrà opportuno si verificherà la resistenza meccanica anche attraverso le
misurazione del modulo di deformazione Md, con lo stesso criterio definito al precedente punto
7.2.1.
7.3.
DETERMINAZIONE DEL MODULO DI DEFORMAZIONE
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Se richiesto dalla Direzione Lavori, con frequenza di una prova ogni 1000 m² di superficie compattata e
comunque di una per ogni giornata lavorata, si determinerà il valore del modulo di deformazione Md
secondo B.U. n. 146 del 14.12.1992. I valori accettabili sono i seguenti:
- per strati di bonifica con rilevati di altezza superiore a un metro, nel
ciclo di carico compreso tra 0,05 N/mm² e 0,15 N/m
m², Md 15
N/mm²;
- per strati di bonifica con rilevati di altezza inferiore a un metro e per
strati costituenti il corpo del rilevato, con esclusione degli ultimi trenta
centimetri, nel ciclo di carico compreso tra 0,05 N
/mm² e 0,15 N/mm²,
Md 20 N/mm²;
- per l’ultimo strato del corpo del rilevato, per strati di sottofondo e per piani di posa della sovrastruttura in
trincea, nel ciclo di carico
compreso tra 0,15 N/mm² e 0,25 N/mm², Md 50 N/mm²;
- per strati di base della sovrastruttura stradale,nel ciclo di carico
compreso tra 0,25 N/mm² e 0,35 N/mm², Md 80 N/mm².
7.4.
LABORATORIO
L’Impresa dovrà indicare alla Direzione Lavori il Laboratorio geotecnico che svolgerà tutte le prove
precedentemente indicate.
Il Laboratorio dovrà essere altamente qualificato e dotato di aggiornati
certificati di taratura delle apparecchiature utilizzate nel corso delle prove, così come richiesto dalla norma CEN
24009 per il controllo qualità.
Il Laboratorio dovrà essere accettato dalla Direzione Lavori dopo un suo sopralluogo per la verifica della corretta
rispondenza ai requisiti richiesti.
Qualora l’operato del Laboratorio non si dimostrasse affidabile la Direzione Lavori ne chiederà la sostituzione
con altro da sottoporre a preventiva accettazione.
Specifica di misura
La voce è da valutare al mc (metrocubo).
4.7 INERTE
Gli inerti da posare nella camera al di sotto del vano che ospiterà il giunto sismico saranno selezionati e
perfettamente lavati, sistemati nel vano, sparsi a strati in soffice di spessore definito dalla D.L. fino al
piano di campagna.
Caratteristiche dei materiali
Per drenaggi da eseguirsi a tergo di strutture o per la realizzazione di canali drenanti, si impiegheranno materiali
aridi costituiti da ciottoli o pietrame di cava, purché accettato dall’Ufficio di Direzione Lavori: il materiale dovrà
essere compatto ed uniforme, sano e di buona resistenza a compressione, privo di parti alterate, pulito ed
esente da materie eterogenee. Le dimensioni del materiale dovranno essere comprese fra i 3 ed i 5 cm, in base
alle specifiche prescrizioni di progetto.
Prove di accettazione e controllo
Prima dell'inizio dei lavori l’Impresa presenterà all’Ufficio di Direzione Lavori dei certificati che attestino le
caratteristiche fisiche e meccaniche del materiale fornito e le cave di provenienza. L’Ufficio di Direzione Lavori,
accertata la bontà del materiale e la corrispondenza delle caratteristiche alle prescrizioni di capitolato,
provvederà a stilare un apposito verbale di accettazione.
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Durante l'esecuzione dei lavori l’Ufficio di Direzione Lavori preleverà dei campioni del materiale fornito
inviandoli a laboratori ufficiali per l'esecuzione delle prove necessarie per verificare la rispondenza a quanto
dichiarato. Le prove di laboratorio per le operazioni di controllo sono a carico del committente.
Le prove relative alla determinazione delle caratteristiche fisiche del pietrame (determinazione del peso
specifico, del coefficiente di imbibizione e della gelività) saranno effettuate seguendo quanto riportato al Capo II
delle "Norme per l'accettazione delle pietre naturali da costruzione" di cui al R.D. 16 novembre 1939, n.2232;
per le prove di resistenza meccanica (resistenza alla compressione e all'usura per attrito radente), si farà
riferimento al Capo III della stessa normativa.
Di tutte le operazioni di controllo, di prelievo e di verifica verranno redatti appositi verbali firmati in
contraddittorio con L’Impresa.
Specifica di misura
La voce è da valutare al mc (metrocubo).
4.8 TUBAZONE IN POLIETILENE RIGIDO
COLORE: GRIGIO RAL 7035 esterno e NERO interno. Questo colore (esterno) caratterizza i cavidotti e gli
accessori per uso elettrico.
COMPOSIZIONE:
PEAD di prima scelta per la parete corrugata esterna. Per quella interna i materiali sono resine di PE
opportunamente additivate per garantire la migliore scorrevolezza possibile dei cavi.
CARATTERISTICHE FISICO-MECCANICHE:
Il tubo cavidotto corrugato in polietilene è conforme alla norma CEI EN 50086-2-4/A1 N, con resistenza allo
schiacciamento non inferiore a 450 NEWTON.
PROVA D'URTO:
Come da norma di riferimento.
RESISTENZA AI RAGGI ULTRAVIOLETTI:
L'additivazione di sistemi anti UV migliora la resistenza agli agenti atmosferici e garantisce il nostro prodotto per
un periodo superiore ad un anno. I raggi ultravioletti sono la causa della termossidazione dei tubi. Se non
contrastata, essi perdono nel tempo la loro particolare colorazione con un peggioramento delle caratteristiche
fisiche-meccaniche, come maggiore fragilità e minore resistenza allo schiacciamento
La voce è da valutare al ml (metro lineare).
4.9 GIUNTO DI DILATAZIONE IMPERMEABILE
Giunto di dilatazione carrabile e carrellabile a tenuta d’acqua per pavimento dotato di guaine laterali corte tipo
AAS Miguflex, idonee in caso di impermeabilizzazioni superficiali (resinature).
Il profilo è costituito da una coppia di angolari portanti spessorati in alluminio ad elevata portata con
ali preforate, da allettare ed ancorare sulle strutture sottostanti mediante i fissaggi chimici tipo MMS forniti
(n. 7 per metro di profilo), dotati di spinotti allineatori di ogni singola barra con la successiva da alloggiare nelle
rispettive sedi; dagli elementi di tenuta all’acqua, ovvero l’inserto centrale scanalato, sostituibile in ogni
momento senza dovere intervenire sulle pavimentazioni ai lati, e le guaine corte tipo AAS Miguflex ai lati; dagli
angolari superficiali in acciaio inox zigrinati a protezione degli innesti degli elementi di tenuta nelle apposite
scanalature ricavate sugli angolari in alluminio. Il profilo viene fornito con profilati preinstallati di sacrificio (tipo
AAP 50/20) utili a creare gli alloggiamenti a fianco del profilo idonei alla posa delle guaine laterali corte ed alla
sigillatura resinosa di accoppiamento con le suddette, piuttosto che elastica di finitura.
I profili a tenuta d’acqua serie tipo Migutan, disponibili all’occorrenza in diverse versioni ad angolo, vengono
forniti in sistemi a misura, realizzati sulla scorta di un rilievo di cantiere, comprensivi di pezzi speciali (terminali,
intersezioni, transizioni piatto/angolo, ecc.) per adattarsi perfettamente all’andamento plano-altimetrico del
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giunto e garantirne continuità e impermeabilità in tutto il suo sviluppo.
Portata: adatto a sostenere un intenso traffico pedonale, di automezzi con peso complessivo fino a 600 kN (DIN
1072) e di carrelli elevatori con peso complessivo fino a 70 kN (DIN 1055).
Materiali: angolari portanti in alluminio estruso tipo AlMgSi 0.5 con carico di rottura di 215 N/mm 2 ; inserto
centrale scanalato e guaine laterali di tenuta in materiale elastico speciale tipo Miguflex resistenti all’usura, agli
agenti atmosferici, alla salsedine, al bitume a caldo, agli oli, al benzene e ai carburanti; angolari superficiali di
protezione in acciaio inox tipo 1.4301 avvitati agli angolari portanti con viti inox M 6x16 dotate di guarnizioni di
tenuta in nylon.
Il profilo tipo FP 155/6000 S NI, caratterizzato da un’altezza d’installazione di 60 mm., è adatto per larghezza
giunti fino a 110 mm. e può esprimere un movimento totale di 120 ( ± 60) mm. Dovrà essere fornito in
opera allettato su strisce continue di resina epossidica tixotropica bicomponente di spessore minimo 3 mm.
o di malta tipo PCC di spessore massimo 20 mm. ed ancorato con i fissaggi previsti (passo = 300 mm. ca.)
parallelamente sui due lati del giunto compreso di ogni altro onere per dare il lavoro finito a regola d’arte.
La voce è da valutare al ml (metro lineare).
4.10 LASTRA DI POLISTIROLO ESPANSO
Si dovranno fornire in cantiere pannelli in polistirolo espanso sinterizzato, marcati CE secondo la normativa
vigente EN 13163:2003, aventi le seguenti caratteristiche:
- dimensioni 1.000 x 500 mm
- conducibilità termica λ = 0.034 W/m·K
- reazione al fuoco: classe E (EN 13501)
Saranno posizionati i profili di partenza dello spessore richiesto. Il fissaggio dei pannelli avverrà utilizzando un
collante a base cementizia tipo A 50, A 96 o AL 88 - FASSA, applicando il collante per esteso o a punti, avendo
cura che questo non debordi dal pannello dopo la posa dello stesso.
Successivamente dovrà essere effettuato il fissaggio meccanico mediante tasselli in polipropilene, idonei al
supporto su cui devono essere applicati, il cui gambo avrà una lunghezza tale da penetrare nel supporto per
almeno 30 mm.
La voce è da valutare a mq (metro quadrato).
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completamento impianto idrovoro di bonifica idraulica