Regione Autonoma della Sardegna Assessorato dei Lavori Pubblici Servizio Tutela e Difesa del Suolo Consorzio Bonifica Sardegna Centrale Interventi per la mitigazione del rischio idraulico nel bacino del rio Posada a valle della diga di Maccheronis 1° Stralcio PROGETTO ESECUTIVO Elaborato Q PIANO DI MANUTENZIONE DELL’OPERA Collaboratori geom. Isidoro Murru geom. Arcangelo Pira L’Ufficio Tecnico consortile dott. ing. Sebastiano Bussalai ottobre 2009 Fiume Posada. Interventi per la mitigazione del rischio idraulico nei territori a valle della diga di Maccheronis INDICE PREMESSA 1 1. LE OPERE IN PROGETTO 2 1.1 L’area oggetto d’intervento .............................................................................. 2 1.2 Gli obiettivi ....................................................................................................... 3 1.3 Gli interventi previsti ........................................................................................ 3 2. MANUALE D’USO 7 2.1 Gabbionate e materassi..................................................................................... 7 2.2 Arginature ......................................................................................................... 9 3. MANUALE DI MANUTENZIONE 16 3.1 Gabbionate e materassi................................................................................... 16 3.2 Arginature ....................................................................................................... 17 Fiume Posada. Interventi per la mitigazione del rischio idraulico nei territori a valle della diga di Maccheronis PREMESSA Il seguente elaborato costituisce il piano di manutenzione dell’opera, elaborato ai sensi dell’art. 40 del D.P.R. 554/99 , relativo all’intervento “Fiume Posada. Interventi per la mitigazione del rischio idraulico nei territori a valle della diga di Maccheronis”. Progettazione generale e 1° stralcio esecutivo”. Il documento, dopo una prima descrizione dell’intervento in oggetto, illustra il Manuale d’uso e il manuale di manutenzione in ordine al programma di manutenzione rispetto alle prestazioni, ai controlli ed agli interventi. Progetto esecutivo – Piano di Manutenzione dell’opera pagina 1 Fiume Posada. Interventi per la mitigazione del rischio idraulico nei territori a valle della diga di Maccheronis 1. 1.1 LE OPERE IN PROGETTO L’area oggetto d’intervento L’area oggetto d’intervento è costituita dal tratto terminale del rio Posada, dalla sezione in corrispondenza dello sbarramento di Maccheronis fino alla foce, oltre alla rete di dreno esterna all’area arginata. Il bacino in oggetto è situato nella parte nord orientale dell’isola, all’interno della zona idrografica n. 5 (Posada-Cedrino) e si estende interamente in Provincia di Nuoro nei Comuni di Torpè e Posada. È individuato nella Cartografia Tecnica Regionale (CTR) in scala 1:10.000 dai fogli 462 (tavola 160) e 463 (tavola 130). POSADA POSADA Lago Lago Lago Lago di di di Maccheronis Maccheronis Maccheronis Lago Lago Lago Lagodi di di di diMaccheronis Maccheronis Maccheronis Maccheronis Maccheronis TORPE' TORPE' SINISCOLA SINISCOLA Figura 1: Inquadramento geografico del bacino del Rio Posada Il corso d’acqua principale è caratterizzato dalla presenza, sia in destra che in sinistra idraulica, di argini in terra, localmente rivesti con blocchi di pietra, realizzati nella metà degli anni ’30 e più volte oggetto di interventi di sistemazione a seguito di danni alluvionali. In sinistra gli argini si sviluppano a partire da un rilievo collinare in corrispondenza del centro abitato di Torpè (Sedda Tramontana) fino in prossimità della foce, con una lunghezza complessiva di circa 6.350 metri, in destra idraulica invece partono leggermente più a valle e terminano in corrispondenza del ponte sulla S.S. 125 con una lunghezza complessiva di circa 3.650 metri. Le principali infrastrutture viarie interessate dal corso d’acqua sono: • il ponte sulla Strada Statale N. 131 D.C.N.; • il ponte sulla Strada Statale N. 125 a Posada Progetto esecutivo – Piano di Manutenzione dell’opera pagina 2 Fiume Posada. Interventi per la mitigazione del rischio idraulico nei territori a valle della diga di Maccheronis • numerose strade comunali che, attraversando il corso d’acqua e gli argini, mettono in comunicazione varie zone dell’agro di Torpè. Sia in destra che in sinistra idraulica, nei territori comunali di Torpè e Posada, è presente una rete di dreno attualmente non efficiente, con numerosi canali tombati od occlusi dalla vegetazione e dai sedimenti portati dal trasporto solido associato agli eventi meteorici più intensi. 1.2 Gli obiettivi In termini generali, il progetto è volto a definire l’assetto idrogeologico del bacino, ovvero il buon ordine del territorio e delle acque, da conseguire attraverso la pianificazione di opportune strategie di intervento. L’obiettivo è quello di garantire la sicurezza delle popolazioni e delle attività produttive dal rischio di alluvione causato dal sormonto, con possibile distruzione, degli argini esistenti a protezione degli abitati di Torpè e Posada in occasione di eventi estremi quali quelli aventi tempi di ritorno di 200 anni. 1.3 Gli interventi previsti Nell’ambito della progettazione preliminare generale sono stati individuati gli interventi ritenuti indispensabili per un’organica mitigazione del rischio idraulico nei territori a valle della diga di Maccheronis. In sintesi gli interventi proposti (Tav.7) sono i seguenti: • interventi di adeguamento e rafforzamento arginale sul rio Posada e di riqualificazione morfologica dell’alveo; • sistemazione del rio S. Caterina e della rete di dreno in destra idraulica; • sistemazione del rio Furteddi e della rete di dreno in sinistra idraulica; • fornitura e posa in opera di una stazione idrometrica per la misura dei volumi idrici rilasciati dalla diga Maccheronis. Con le somme disponibili per questo primo stralcio funzionale è stata data priorità alla realizzazione di opere che consentano la protezione del centro abitato di Torpè salvaguardando la vita umana rispetto ad ogni altro elemento a rischio. In particolare il progetto prevede la realizzazione della quasi totalità dell’intervento di adeguamento e rafforzamento arginale in destra idraulica per circa 4600 metri. Sono poi previsti interventi di pulizia e di bonifica dell’alveo dai rifiuti ed opere di protezione spondale. 1.3.1 Interventi di sopralzo arginale sul rio Posada Come accennato in precedenza, in questo 1° stralcio funzionale è previsto l’intervento di sovralzo arginale, in destra idraulica, per quasi tutta la sua lunghezza, Progetto esecutivo – Piano di Manutenzione dell’opera pagina 3 Fiume Posada. Interventi per la mitigazione del rischio idraulico nei territori a valle della diga di Maccheronis dall’intestazione dell’argine in località Sedda Tramontana fino a circa 700 metri a valle del ponte sulla S.S. 125, in corrispondenza con l’inizio dell’area umida protetta. Il dimensionamento idraulico è stato effettuato prendendo in considerazione portate di piena con tempo di ritorno duecentennale effettuando le verifiche idrauliche nell’ipotesi che fosse già stato realizzato il sovralzo di tutti i rilevati arginali, allo scopo di non considerare il fenomeno di laminazione della piena causato dall’esondazione in sinistra idraulica del corso d’acqua con l’argine sinistro alla quota attuale. Il sovralzo degli argini dovrà necessariamente essere accompagnato da un allargamento della base degli stessi che si prevede possa essere realizzato sul lato interno allo scopo di evitare onerosi espropri sul lato esterno (dove sono presenti, oltre a strade, terreni agricoli pregiati, abitazioni, serre etc.). Ciò comporterà un restringimento della sezione idraulica di circa il 5% dell’attuale sezione di deflusso, valore, comunque, ritenuto accettabile ai fini di un regolare deflusso delle portate di piena. 1.3.1.1 Modalità realizzative del sovralzo arginale Per quanto riguarda le modalità realizzative, viste le caratteristiche degli argini esistenti, è stato ipotizzata una ricarica della struttura attuale con materiali sciolti provenienti da cava di prestito addizionati con materiali impermeabili (argille e limi) provenienti da una cava in esercizio situata nel limitrofo territorio di Siniscola (nella relazione geotecnica di cui all’Elaborato E sono riportati i risultati delle prove di laboratorio di tale materiale). Il piede del rilevato sarà protetto con una fondazione in gabbioni metallici riempiti in pietrame dello spesso di due metri con sopra un ulteriore gabbione lungo 1 metro. Per la protezione meccanica del paramento è stata prevista la posa in opera, sul solo lato interno e per tutta la lunghezza degli argini, di una mantellata in pietrame realizzata con materassi di rete metallica zincata a doppia torsione riempiti di ciottolame di dimensioni tali da non fuoriuscire dalle maglie metalliche. Allo scopo di migliorare l’inserimento ambientale dell’opera è stato previsto un loro rinverdimento con essenze erbacee attraverso una idrosemina a spessore 1 . Sul lato interno della mantellata, sempre per tutto il tratto arginale oggetto d’intervento, è stato posizionato un geotessile non tessuto a filo continuo del peso di 500 g/m2 allo scopo di evitare lo svuotamento delle particelle più fini del rilevato causato dai moti di filtrazione della corrente. In alternativa alla presente soluzione progettuale è stata anche valutata la possibilità di realizzare il rilevato arginale con terre rinforzate, soluzione poi scartata in quanto, pur consentendo di contenere notevolmente il restringimento dell’alveo, avrebbe portato ad un notevole incremento dei costi dell’opera. È stata altresì scartata l’ipotesi di rivestire il paramento interno degli argini con muratura in pietrame e malta, procedimento costruttivo in precedenza utilizzato che, se ben realizzato, garantisce un eccellente grado di protezione meccanica ma che ha il 1 Contrariamente alle ipotesi del progetto preliminare è stato esplicitamente vietata, ai sensi dell’art. 96 del R.D. 523/1904, la piantagione di talee di arbusti sulle scarpe degli argini. Progetto esecutivo – Piano di Manutenzione dell’opera pagina 4 Fiume Posada. Interventi per la mitigazione del rischio idraulico nei territori a valle della diga di Maccheronis difetto di rendere rigida l’intera struttura con notevoli rischi in caso di cedimenti differenziali sempre possibili quando si interviene su strutture esistenti. 1.3.1.2 Accessi alla testa dell’argine e all’alveo Sulla sommità degli argini verrà realizzata una pista in tout venant per consentire la manutenzione ordinaria dei rilevati. L’accesso alla sommità arginale verrà comunque impedito con sbarre o altro tipo di barriere allo scopo di preservare il rilevato. Verranno inoltre eliminati gli accessi attuali ad eccezione di quelli in sponda destra e in sponda sinistra in corrispondenza del guado esistente di Adu ‘e mesu (vedi foto seguente) che verrà sistemato inserendo anche delle protezioni spondali. La definitiva eliminazione di questo guado, che rappresenta sempre un elemento di rischio, è prevista nel secondo lotto funzionale, quando verranno completati i sovralzi arginali e realizzati gli interventi di riqualificazione morfologica dell’alveo. A quel punto l’accesso ai terreni posti dall’altro lato del rio Posada potrà avvenire solo attraverso il viadotto sulla S.S. 131 o sul nuovo ponte sul rio Posada previsto dalla Provincia di Nuoro. Per eventuali interventi di manutenzione è stato comunque previsto il mantenimento, previo adeguamento, di un secondo accesso all’alveo, subito a valle del ponte sulla S.S. 131 D.C.N.. 1.3.1.3 Interventi in prossimità dei ponti sulla S.S. 131 D.C.N. e sulla S.S. 125 I lavori di sovralzo arginale in oggetto interessano due importanti arterie stradali: la S.S. 131 D.C.N. e la S.S. 125 Orientale Sarda. Il primo viadotto è stato realizzato inserendo le pile anche in mezzo ai rilevati arginali esistenti rendendo in quei punti più fragile l’opera di protezione idraulica. Ciò ha fatto sì che in occasione dell’evento di piena del 2005 si verificasse una rottura dell’argine sinistro proprio in corrispondenza delle pile. La rottura arginale avvenne per la spinta dell’acqua presente sul lato esterno al fiume in quanto, a monte, si era verificata un’altra rottura che provocò l’allagamento di tutte le aree in sinistra idraulica. L’argine fu poi ripristinato con un intervento curato dal Servizio del Genio Civile di Nuoro. Sul lato sinistro (oggetto del presente intervento) l’argine sotto il viadotto si presenta abbastanza malandato, con evidenti segni di erosione causati anche dalla percolazione delle acque piovane dal sovrastante impalcato stradale. L’intervento in oggetto prevede, anche in corrispondenza del ponte sulla S.S. 131, un sovralzo arginale. Si è comunque ritenuto opportuno, per evitare fenomeni come quello verificatosi nel 1995 sull’argine sinistro, estendere la protezione meccanica del rilevato anche sul lato esterno. In particolare la mantellata di protezione è stata prevista, per circa 300 m a cavallo della pila, su tutto lo sviluppo arginale (lato interno, sommità e lato esterno). Le modalità di dettaglio dell’intervento (eventuali canalette di raccordo delle acque piovane, raccordi con le travi e l’impalcato) verranno invece definite all’atto operativo con l’ANAS. Progetto esecutivo – Piano di Manutenzione dell’opera pagina 5 Fiume Posada. Interventi per la mitigazione del rischio idraulico nei territori a valle della diga di Maccheronis Minori problemi vi sono invece in corrispondenza della S.S. 125 in quanto il rilevato arginale si appoggia sulle spalle del ponte. In questo caso la protezione meccanica con 1.3.1.4 Pulizia dell’alveo e tagli della vegetazione Pur non intervenendo sulla capacità di deflusso delle portate di piena in alveo attraverso un diradamento della vegetazione ed una riqualificazione morfologica dell’alveo (intervento previsto nel 2° stralcio a seguito delle valutazioni di impatto ambientale), il progetto prevede una pulizia di tutto l’area arginata con l’asportazione e lo smaltimento in discarica di tutti i rifiuti in esso presenti. Alcuni settori dell’area di intervento presentano infatti evidenti situazioni di degrado dovute alla presenza di microdiscariche di rifiuti solidi ed urbani. Il degrado è giunto a livelli inaccettabili per il decoro e la salute pubblica e tale situazione è aggravata dal fatto che le discariche sono situate proprio all’interno dell’alveo. In particolare si prevede l’asportazione e lo smaltimento in discarica di circa 3.000 m3 di materiali inerti provenienti da demolizioni e di 100 tonnellate di materiali ferrosi. Laddove necessario per l’accesso ai rilevati arginali si prevede il taglio selettivo della vegetazione. L’intervento verrà effettuato riponendo particolare attenzione al rispetto delle cenosi vegetali e prevede, così come prescritto dalla DGR 3/14 del 16.01.2009, la conservazione dei consorzi vegetali che colonizzano in modo permanente gli ambienti ripariali e le zone di deposito alluvionale adiacenti. In particolare per gli esemplari arborei e per eventuali specie vegetali da tutelare, per cui sia indispensabile l’espianto, è previsto il reimpianto con adeguato pane di terra in siti prossimi all’area d’intervento. È altresì prevista l’eradicazione di tutte le specie esotiche (es. Acacia, Eucaliptus, Robinia etc.) eventualmente presenti lungo i tratti d’intervento. Il taglio della vegetazione si diraderà nella parte finale dell’alveo, a valle del ponte sulla S.S. 125 in maniera tale da non interferire con l’area stagnale presente alla foce di Orvile. Progetto esecutivo – Piano di Manutenzione dell’opera pagina 6 Fiume Posada. Interventi per la mitigazione del rischio idraulico nei territori a valle della diga di Maccheronis 2. MANUALE D’USO Nell’ambito degli interventi di progetto sono stati individuati i seguenti elementi manutenibili: • gabbionate e materassi; • arginature. Di seguito si procederà ad una breve descrizione generale degli elementi oggetto di manutenzione. 2.1 2.1.1 Gabbionate e materassi Generalità Le gabbionate sono strutture di sostegno modulari formate da elementi a forma di parallelepipedo in rete a doppia torsione tessuta con trafilato di acciaio riempite con pietrame. Questo tipo di struttura è nata in Italia ed ha avuto ampia diffusione, sopratutto come opera di sostegno e drenaggio, negli interventi di consolidazione e sistemazione di versanti instabili e in altri settori dell'ingegneria civile. La struttura modulare, a forma di parallelepipedo, è realizzata con tecniche semplici e rapide. Le reti metalliche sono costituite in filo di acciaio con zincatura forte. Per il riempimento dei gabbioni possono essere utilizzati materiali lapidei e disponibili in loco o nelle vicinanze, purchè abbiano caratteristiche granulometriche e peso specifico tali da soddisfare le esigenze progettuali e garantire l'efficienza dell'opera. I materiali più comunemente usati sono costituiti da materiale detritico di grossa pezzatura, alluvionale o di cava (ciottoli, pietrame). Il pietrame deve essere non gelivo, non friabile e di buona durezza. Le gabbionate devono essere riempite con cura utilizzando pezzature di pietrame diversificate in modo da minimizzare la presenza di vuoti. Dal punto di vista statico le gabbionate agiscono come un muro a gravità, opponendosi con il proprio peso alle sollecitazioni cui sono sottoposte. Le gabbionate sono delle strutture permeabili, resistenti ed allo stesso tempo molto flessibili in grado di resistere, senza gravi deformazioni dei singoli elementi, ad assestamenti e/o cedimenti del piano di posa o del terreno a tergo dovuti a fenomeni erosivi o a fenomeni franosi, o a scosse sismiche. La struttura modulare e la forma degli elementi conferiscono all'opera una notevole capacità di adattamento alle diverse conformazioni planoaltimetriche del terreno, specie in territori collino-montani o in interventi di sistemazione in alveo e difese di sponda, consentendo la realizzazione di opere anche di ridotte dimensioni ed in zone di difficile accesso. Le gabbionate sono impiegate come opere di sostegno e di contenimento in interventi quali: Progetto esecutivo – Piano di Manutenzione dell’opera pagina 7 Fiume Posada. Interventi per la mitigazione del rischio idraulico nei territori a valle della diga di Maccheronis • sistemazione e stabilizzazione di pendii in frana, regimazione idrica superficiale e ricostituzione della copertura vegetale; • protezione delle sponde fluviali dall'erosione ed arginature, realizzazione di briglie per la regimazione dei corsi d'acqua torrentizi. I materassi sono difese spondali flessibili e permeabili alla vegetazione, costituite da elementi a tasche in rete metallica a doppia torsione zincata. I materassi vengono assemblati in situ e riempiti di pietrame. Dato lo spessore esiguo (massimo 30 cm) ed il riempimento caratterizzato da forte porosità, queste strutture si prestano molto bene ad essere colonizzate dalla vegetazione. In particolare, è possibile accelerare i processi di rinaturalizzazione ed aumentare l'efficacia di queste protezioni, inserendo talee di salice, intasando il pietrame con terra e rinverdendo successivamente, oppure realizzando delle tasche riempite di terra e foderate mediante un filtro all'interno delle quali mettere a dimora la vegetazione. I materassi possono essere realizzati secondo due diverse modalità: • materassi prefabbricati: per inclinazioni fino a 40-45° e superfici di posa regolari, si possono utilizzare materassi tipo Reno spessi 17-30 cm, larghi 2 m e lunghi 3 o più m, dotati di diaframmi che andranno posti in direzione perpendicolare alle linee di massima pendenza. Il materasso una volta messo in scatola, viene posato sulla scarpata, fissato con delle chiodature costituite da barre d'acciaio, foderato al suo interno con una biostuoia, riempito di terreno, coperto con una ulteriore biostuoia di protezione ed infine chiuso con un coperchio in rete metallica a doppia torsione. In alternativa la chiusura può venire effettuata con una geostuoia tridimensionale rinforzata con una rete metallica a doppia torsione (in tal caso non è necessaria la biostuoia). Successivamente si potranno mettere a dimora piantine, talee ed effettuare una idrosemina. • rivestimento a tasche: per inclinazioni superiori a 40-45° e fino a 55-65° e superfici di posa irregolari si possono realizzare dei rivestimenti riportando del terreno tra una rete di contenimento ed il pendio. L'elemento di contenimento sarà costituito da una geostuoia tridimensionale in polipropilene armata con rete metallica a doppia torsione a maglie esagonali realizzata con trafilato d'acciaio protetto con lega eutettica di zinco-alluminio (galfan). La geostuoia armata verrà ancorata con idonee chiodature alla scarpata rocciosa. Successivamente si potranno posare piantine, talee ed effettuare una idrosemina a spessore. Questo sistema è utilizzato negli interventi di difese spondali, sistemazione, ripristino ambientale e consolidamento dei pendii e delle scarpate in materiali granulari o roccia, privi di terreno vegetale e caratterizzati da pendenze molto alte, superiori ai 35-40°. I rivestimenti con materassi rinverditi e con tasche vegetative sono impiegati frequentemente negli interventi di risanamento di siti estrattivi degradati, nella protezione e nel rinverdimento di scarpate naturali, come pareti rocciose, o artificiali, come ad esempio scarpate di rilevati ferroviari o stradali. Vengono usati anche nell'ambito di opere idrauliche per realizzare difese in grado di contrastare l'azione erosiva della corrente al fondo e sulle sponde di corsi d'acqua. Progetto esecutivo – Piano di Manutenzione dell’opera pagina 8 Fiume Posada. Interventi per la mitigazione del rischio idraulico nei territori a valle della diga di Maccheronis 2.1.2 Gabbionate e materassi. Modalità d’uso corretto Le gabbionate e i materassi devono essere poste in opera con particolare cura in modo da realizzare un diaframma continuo; per migliorare la tenuta dei gabbioni possono essere eseguite delle talee di salice vivo che vengono inserite nel terreno dietro ai gabbioni. Inoltre durante il montaggio cucire tra di loro i gabbioni prima di riempirli con il pietrame e disporre dei tiranti di ferro all'interno della gabbia per renderla meno deformabile. In seguito a precipitazioni meteoriche eccessive controllare la tenuta delle reti e che non ci siano depositi di materiale portati dall'acqua che possano compromettere la funzionalità delle gabbionate. 2.1.3 Gabbionate e materassi. Anomalie riscontrabili Anomalia Descrizione Corrosione Fenomeni di corrosione delle reti di protezione dei gabbioni e dei materassi Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei. Difetti di tenuta Difetti di tenuta dei gabbioni e dei materassi dovuti ad erronea posa in opera degli stessi. Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio. Perdita di materiale Perdita dei conci di pietra che costituiscono i gabbioni ed i materassi. Rotture Rotture delle reti di protezione che causano la fuoriuscita dei conci di pietra 2.2 2.2.1 Arginature Generalità Gli argini sono costituiti da rilevati artificiali in terra con funzione di tenuta d'acqua, di altezza generalmente inferiore ai 10-12 m, che si realizzano specialmente nel bacino inferiore dei corsi d'acqua, allo scopo di contenere le acque di piena e preservare da inondazioni le aree poste lateralmente. Esistono due tipologie di argini: longitudinali e trasversali. I primi corrono continui lungo le sponde mentre i secondi sono disposti a coppie in direzione circa normale alla corrente: la corrente, obbligata a passare fra le teste delle successive coppie di argini, viene centralizzata, e nei periodi di piena le acque alte stendendosi in altrettanti bacini nelle zone comprese fra ciascuna coppia di argini e la successiva, danno luogo ad abbondanti e si ha di conseguenza un graduale sovralzo della golena rispetto all'alveo. Progetto esecutivo – Piano di Manutenzione dell’opera pagina 9 Fiume Posada. Interventi per la mitigazione del rischio idraulico nei territori a valle della diga di Maccheronis Gli argini longitudinali si dicono in froldo, se sono costruiti in diretta continuazione delle sponde del corso d'acqua, generalmente però nei corsi d'acqua importanti e soggetti a notevoli piene, gli argini longitudinali sorgono a distanza dalle sponde, in modo da lasciare alle acque di piena un certo letto di espansione; il terreno compreso fra gli argini e le sponde prende il nome di golena. Non è raro il caso che il terreno di golena sia del tutto o in parte soggetto a coltivazione o altre attività pertanto può essere necessario proteggerlo dalle piene che non siano massime mediante arginelli minori, detti argini sommergibili di golena. La sezione trasversale degli argini è generalmente trapezia; per gli argini maestri, la larghezza in sommità generalmente non è inferiore a 3-4 m. Gli argini maestri di grandi corsi d'acqua generalmente presentano una sezione più complessa di quella trapezia ordinaria; essi vengono rafforzati sia verso il fiume che verso la campagna da banche e sottobanche. Le dimensioni trasversali che così vengono ad avere questi argini sono superiori a quelle che risulterebbero dai calcoli basati sull'equilibrio statico del terrapieno assoggettato alla spinta dell'acqua; tali sezioni rinforzate si adottano per allontanare il pericolo derivante dalla filtrazione dell'acqua attraverso la massa del terrapieno o nel suolo sottostante, e per evitare franamenti dell'argine, anche in caso di parziali erosioni prodotte da una eccessiva velocità della corrente. Gli argini vengono realizzati con terreno compattato aventi caratteristiche fisiche e meccaniche adeguate a renderlo stabile e a trattenere e contenere l'acqua; la tipologia di tali materiali condizionerà la forma della sezione arginale. si utilizzano generalmente materiali a bassa permeabilità di natura argillosa e limosa, in grado di assicurare la stabilità del complesso argine-terreno di fondazione e nel contempo da adattarsi ai cedimenti del terreno di fondazione. E' importante che nella costruzione degli argini si eviti la creazione di superfici di discontinuità tra il nuovo manufatto e il terreno di fondazione o un argine già esistente; a tal fine si prevedono scotichi, solcature, gradonature. Il terreno normalmente viene posto in opera a strati dello spessore dell'ordine di 30-35 cm e successivamente compattato. Si adottano, nella pratica sezioni, formate con materiali omogenei con filtri e drenaggi verso campagna o sezioni formate da sole due zone, mettendo in opera il materiale meno permeabile e meno erodibile verso fiume e quello più permeabile e più stabile verso campagna. Gli argini di grandi dimensioni hanno pendenza più dolce verso campagna, per l'esigenza di contenere la linea di filtrazione, al fine di garantire la stabilità del rilevato stesso e per la necessità di contrastare il pericolo di perdita di consistenza del terreno a campagna e di sifonamento attraverso il terreno di fondazione. Questo ultimo fenomeno è dovuto all'incremento della pressione dell'acqua nel terreno di fondazione. L'acqua infatti oltre che attraverso l'argine filtra anche nel terreno di fondazione e l'incremento di pressione che ne deriva è in grado di sollevare il terreno oltre l'argine (fontanazzi) e innescare un fenomeno di erosione che arretra verso il fiume causando anche il collasso dell'argine. La quota della sommità arginale viene posta significativamente più alta (generalmente 1 m) rispetto la quota raggiunta dalla piena di progetto, rappresentando, così, una Progetto esecutivo – Piano di Manutenzione dell’opera pagina 10 Fiume Posada. Interventi per la mitigazione del rischio idraulico nei territori a valle della diga di Maccheronis riserva di sicurezza che rende ancora più raro l'evento in grado di sollecitare l'opera al di là delle normali prestazioni. Materiali impiegati per la costruzione. I materiali impiegati per la costruzione delle arginature devono garantire una bassa permeabilità ( limi e argille) ed una adeguata resistenza meccanica, compatibile con la stabilità dell'opera e, devono essere nello stesso tempo sufficientemente deformabili per assecondare le deformazioni in fase di costruzione senza fessurarsi. Devono inoltre essere poco plastici, per non essere soggetti a sensibili rigonfiamenti o ritiri sotto l'azione della filtrazione e delle variazioni climatiche stagionali. Le modalità di costruzione di nuovi argini, per il ripristino o ringrosso di quelli esistenti, sono legate innanzitutto alla necessità di garantire un adeguato collegamento con il terreno di fondazione e/o con quello costituente il rilevato esistente e di realizzare un'opera di caratteristiche fisiche e meccaniche omogenee. Per non creare discontinuità tra nuova opera e quella esistente sono previsti scortichi, solcature e gradonature; il materiale viene usualmente posto in opera a strati dello spessore dell'ordine di 30 cm e successivamente compattato. Per mettere in opera e costipare i materiali, in modo da ottenere adeguate caratteristiche di resistenza e deformabilità, si fa riferimento generalmente alla densità ottenuta con l'energia Proctor Standard nelle prove di laboratorio. Nel costipare qualsiasi tipo di terra si può variare il contenuto d'acqua, il tipo di costipamento e l'energia di costipamento. Il proporzionamento di questi fattori nella posa in opera dipende sia dal tipo di terra che dalle proprietà che si desidera esaltare principalmente. Variando, infatti, nella posa in opera i fattori sopraindicati, cambiano anche le relazioni sforzi-deformazioni, la resistenza al taglio, la compressibilità, il rigonfiamento, il ritiro e la permeabilità. Aumentando la densità si aumenta la resistenza, diminuisce la compressibilità, si riduce la permeabilità e si riduce il potenziale di liquefazione. All'aumentare del contenuto d'acqua, per valori che si mantengono inferiori all'optimum, si ha una sensibile diminuzione di permeabilità, mentre si ha un leggero aumento per contenuti d'acqua superiori all'optimum. All'aumentare dell'energia di costipamento si riduce la permeabilità perchè aumentano sia la densità che l'orientazione delle particelle. Quando viene dato accesso all'acqua, un campione costipato con W inferiore all'optimum rigonfia più di un campione costipato con W maggiore dell'optimum, poichè ha una maggiore deficienza d'acqua ed un minor grado di saturazione insieme ad una distribuzione più disordinata delle particelle. Il terreno deve essere posto in opera con contenuti in acqua prossimi o superiori all'optimum e con densità secca non particolarmente elevata. In questo caso, anche le variazioni di volume a seguito di imbibizione rimangono sufficientemente limitate. La densità di riferimento per la compattazione è usualmente quella pari al 95% di quella ottenuta al "maximum" in laboratorio con la prova Proctor Standard e l'umidità naturale dovrebbe essere mantenuta +- 2% di quella ottenuta all'optimum sempre in laboratorio. In questo modo si ottiene un rilevato con caratteristiche meccaniche medie ed una deformabilità buona che gli consente di assestarsi con il terreno di fondazione senza dar luogo a fessurazioni. Progetto esecutivo – Piano di Manutenzione dell’opera pagina 11 Fiume Posada. Interventi per la mitigazione del rischio idraulico nei territori a valle della diga di Maccheronis I materiali impiegati per il rialzo ed il rinforzo delle arginature vengono in genere scelti con una energia di costipamento pari a quella Proctor Standard, vengono impiegate terre limose e argillose comprese tra il tipo A-6, della classificazione CNR UNI 10006, con contenuto minimo in sabbia del 15% e del tipo A-4 con contenuto massimo in sabbia del 50%. Sifonamento. In presenza di terreno di fondazione permeabile con problemi di filtrazione e di sifonamento occorre alle volte aggiungere provvedimenti di intercettazione della filtrazione (paratie di vario tipo e con varia ubicazione) o provvedimenti di controllo della filtrazione e diminuzione della pressione delle acque (strati drenanti, trincee, pozzi drenanti). In presenza di pericolo di sifonamento un intervento tipico e sicuramente più efficace, basato sul concetto di far percorrere alle acque di filtrazione un maggior percorso, in modo da determinare una perdita di carico alle acque e tale da impedire che questi possano effettuare una qualsiasi erosione del terreno permeato, è quello della realizzazione di diaframmi impermeabili. Si tratta di creare degli schermi lungo l'arginatura costituiti da taglioni riempiti di terra argillosa costipata o da diaframmi continui ed impermeabili al fine di limitare o impedire totalmente il flusso attraverso il terreno di fondazione, aumentando il percorso di filtrazione e quindi il coefficiente di sicurezza ottenuto dal rapporto fra il carico idraulico e il percorso. I diaframmi verticali svolgono essenzialmente due funzioni: con prevalente funzione statica e/o per funzione impermeabilizzante. Sono costituiti con conglomerato cementizio armato utilizzati nelle sistemazioni fluviali nei muri di sponda o nella stabilizzazione dei pendii sovrastanti corsi d'acqua; con prevalente funzione idraulica impermeabili o permeabili quando sono da utilizzare come drenaggi. I diaframmi impermeabili erano per lo più impiegati al di sotto di dighe e argini (taglioni) con il compito di mantenere l'impermeabilità anche se si verificavano spostamenti dovuti al carico idraulico ed al peso del rilevato. La necessità di poter far subire spostamenti, anche significativi, ha portato all'impiego dei materiali plastici nella costruzione dei diaframmi di tenuta capaci di tollerare spostamenti senza creare discontinuità strutturali, assicurando l'impermeabilità. La scelta della tipologia del diaframma è legata alle esigenze di ordine tecnico riguardanti la resistenza e l'impermeabilità di ordine costruttivo riguardanti l'accettabilità delle modalità costruttive. Per quanto riguarda la profondità di raggiungere, se allo strato sabbioso o ghiaioso permeabile segue a profondità non esagerata uno strato argilloso o limoso impermeabile, è opportuno che questi penetri nello strato impermeabile. In presenza di spessori di terreno permeabile molto elevati il diaframma può aumentare notevolmente la sicurezza contro il sifonamento e ridurre la portata di filtrazione, nella scelta della profondità da raggiungere risulta molto importante la stratigrafia del terreno. La diaframmatura sotto il corpo arginale può essere collocata in posizioni differenti. La posizione più vantaggiosa, quando vi sia spazio sufficiente, è quella all'unghia dell'argine lato golena perchè si contengono le variazioni di imbibizione e di pressione, legate alle escursioni idrometriche. E' inoltre importante considerare le variazioni che la realizzazione dei diaframmi possono provocare nel regime delle acque superficiali e di falda (posizione e profondità). Progetto esecutivo – Piano di Manutenzione dell’opera pagina 12 Fiume Posada. Interventi per la mitigazione del rischio idraulico nei territori a valle della diga di Maccheronis Stabilità delle sponde. Si hanno vari tipi di rottura per argini e sponde, rotture che si possono verificare durante la costruzione o in esercizio. Tra le rotture che si possono avere durante la costruzione sono da ricordare particolarmente quelle per scivolamento dell'argine e dell'argine con il terreno di fondazione. Queste si verificano quando il terreno di fondazione superficiale è formato da argille, argille limose, argille torbose normalmente consolidate e a bassa permeabilità. Con riferimento alle verifiche allo scivolamento globale si tratta di verifiche a breve tempo ovvero a fine costruzione nelle quali la resistenza al taglio del terreno argilloso è rappresentata dalla coesione non drenata. Le azioni che possono modificare le condizioni di stabilità delle sponde o delle scarpate arginali si possono dividere in due categorie: - azioni esterne dovute all'erosione ed allo scalzamento delle scarpate per effetto della corrente dovute anche alla presenza di singolarità come strutture artificiali come ponti, pennelli, traverse e degli eventi meteorici; - azioni interne causate da moti di filtrazione nel versante con flusso alimentato dalle falde, dagli eventi meteorici e dalle variazioni del livello nel corso d'acqua (rapido abbassamento dei livelli idrici, onde provocate dal passaggio di natanti, onde provocate dal vento). Le arginature esistenti possono richiedere durante la loro vita interventi di adeguamento della sagoma consistenti in sopralzi, berme, riprofilature o allargamenti, interventi che si rendono necessari per incrementare il grado di sicurezza sia nei confronti di eventi di piena sia in relazione alla stabilità idraulica e geotecnica. Non sono infrequenti i casi in cui gli interventi di costruzione o di rinforzo interessino rilevati arginali fondati su terreni coesivi teneri normalconsolidati o leggermente sovraconsolidati. Se la costruzione del rilevato avviene rapidamente, si generano elevate sovrapressioni interstiziali, che rendono la fase costruttiva quella più critica nei confronti della stabilità del rilevato stesso. In relazione a ciò, qualora i requisiti di stabilità a breve termine non siano soddisfatti, è possibile adottare una particolare tecnica esecutiva consistente nel suddividere la costruzione del rilevato in fasi successive. In ogni fase l'entità dell'incremento di carico applicato viene scelta in modo tale da non indurre la rottura per scivolamento del complesso rilevato-terreno di fondazione. In altre parole, la velocità di applicazione del carico del terreno durante la costruzione deve consentire la dissipazione delle sovrapressioni neutre necessaria per conseguire l'aumento di resistenza, docuto alla consolidazione, sufficiente a sostenere l'incremento di carico successivo con adeguato margine di sicurezza. Cedimenti. Anche se la verifica alla stabilità rappresenta il punto centrale della progettazione di un rilevato arginale, è importante formulare una previsione delle deformazioni e degli spostamenti che maturano nel terreno di fondazione durante e successivamente al termine della costruzione del rilevato stesso. Tale previsione è accompagnata anche dalla stima dell'evoluzione delle tensioni neutre ed efficaci nel tempo. La necessità di conoscere l'entità degli spostamenti nel terreno di fondazione determina l'influenza dei cedimenti sulla quantità totale di materiale necessaria per costruire il rilevato, sull'estensione in senso trasversale del rilevato nonchè sulle pressioni indotte nel terreno di fondazione stesso. Progetto esecutivo – Piano di Manutenzione dell’opera pagina 13 Fiume Posada. Interventi per la mitigazione del rischio idraulico nei territori a valle della diga di Maccheronis Cedimenti consistenti del terreno di fondazione non adeguatamente previsti possono essere causa non solo di sensibili variazioni della livelletta di progetto e fessurazioni del corpo arginale, ma possono altresì danneggiare strutture eventualmente interagenti con il rilevato. Inoltre tali cedimenti , diminuendo il franco arginale, possono ridurre il grado di sicurezza idraulica nei confronti della piena di progetto. L'effetto indotto dalla costruzione di un rilevato su cedimenti e sulle tensioni neutre in uno strato di terreno coesivo di notevole spessore. La prima fase (a breve termine) è caratterizzata da spostamenti immediati in condizioni non drenate mentre la seconda (a lungo termine) è contraddistinta dallo sviluppo delle deformazioni nel tempo in condizioni drenate, accompagnate dalla espulsione dell'acqua interstiziale (processo di consolidazione). Vegetazione. Risulta importante anche il ruolo assunto dalla vegetazione, che spesso colonizza con piante e arbusti il letto del corso d'acqua ed il rilevato arginale. Essa produce duplice effetti, sia di miglioramento a livello ambientale, sia di peggioramento nei confronti della capacità di convogliamento della portata e di stabilizzazione e ammaloramento del rilevato arginale. In quest'ultimo caso l'apparato radicale rende facile il moto di filtrazione delle acque attraverso vie preferenziali all'interno del rilevato arginale. Si dovranno pertanto prevedere interventi di taglio frequente e relativamente intensi in modo da garantire le migliori condizioni di sicurezza. Applicazioni. Gli argini longitudinali hanno la funzione di impedire ogni comunicazione fra l'alveo ed il territorio laterale ed obbligano la corrente in piena a passare per una sezione convenientemente limitata. L'arginatura di un fiume produce effetti significativi sia sul tratto direttamente interessato che in quelli a valle di esso. Il contenimento della portata entro argini, nei tratti ove abitualmente il corso d'acqua, allagando, espande, comporta l'aumento dei valori della portata a valle per la sottrazione di parte della capacità d'invaso conseguente all'arginatura. 2.2.2 Arginature. Modalità d’uso corretto Gli argini devono essere preparate in maniera opportuna per consentire ai materiali utilizzati di svolgere il loro compito di contenimento e di stabilizzazione. Progetto esecutivo – Piano di Manutenzione dell’opera pagina 14 Fiume Posada. Interventi per la mitigazione del rischio idraulico nei territori a valle della diga di Maccheronis 2.2.3 Arginature. Anomalie riscontrabili Anomalia Descrizione Erosione Erosione al piede, erosione delle scarpate per azione della corrente Instabilità Fenomeni di instabilità locale e globale del terreno costituente il rilevato Ruscellamento Erosione per ruscellamento delle acque superficiali e meteoriche. cedimento Cedimento del terreno del rilevato con conseguente riduzione del franco. Arbusti Crescita di arbusti sulla sommità arginale e lungo le scarpate Usura Usura del cassonetto strada in sommità dell'argine Filtrazione Filtrazione del corpo arginale. Sifonamento Fenomeni di sifonamento Fossi Formazione di fossi nella pista in sommità dell'argine Progetto esecutivo – Piano di Manutenzione dell’opera pagina 15 Fiume Posada. Interventi per la mitigazione del rischio idraulico nei territori a valle della diga di Maccheronis 3. 3.1 MANUALE DI MANUTENZIONE Gabbionate e materassi 3.1.1 Controlli eseguibili da personale specializzato Oggetto Cadenza temporale e descrizione dell’intervento Cadenza Ogni 6 mesi Tipologia Ispezione Oggetto Verificare la stabilità dei gabbioni controllando che le reti siano efficienti e che non causino la fuoriuscita dei conci di pietra. Requisiti da verificare 1) Resistenza alla corrosione; 2) Resistenza alla trazione Anomalie riscontrabili 1) Corrosione; 2) Deposito superficiale; 3) Difetti di tenuta; 4) Patina biologica; 5) Perdita di materiale; 6) Rotture. Operatori Specializzati vari 3.1.2 Manutenzioni eseguibili da personale specializzato Oggetto Descrizione dell’intervento Frequenza Pulizia Eliminare tutti i depositi e la vegetazione eventualmente accumulatasi sui gabbioni Ogni 6 mesi Sistemazione gabbioni Sistemare i gabbioni e le reti in seguito ad eventi di piena e in ogni caso quando occorre Quando occorre Progetto esecutivo – Piano di Manutenzione dell’opera pagina 16 Fiume Posada. Interventi per la mitigazione del rischio idraulico nei territori a valle della diga di Maccheronis 3.2 Arginature 3.2.1 Controlli eseguibili da personale specializzato Oggetto Cadenza temporale e descrizione dell’intervento Cadenza Ogni anno e dopo ogni evento di piena rilevante (tempo di ritorno maggiore di 5 anni) Tipologia Ispezione Oggetto Verificare la tenuta del rilevato e verificare che non siano presenti fenomeni di erosione del terreno e che le piante seminate abbiano attecchito. Requisiti da verificare 1) Resistenza alla trazione Anomalie riscontrabili 1) erosione; 2) Instabilità; 3) cedimento; 4) Ruscellamento; 5) Arbusti; 6) usura; 7) filtrazione; 8) sifonamento. Operatori Specializzati vari 3.2.2 Manutenzioni eseguibili da personale specializzato Oggetto Descrizione dell’intervento Frequenza Riprofilatura scarpate Eseguire ricarica e sistemazione mediante apporto di materiale terroso, riprofilatura scarpate e relativa semina, interventi di protezione attiva (materassini tipo "Reno", geotessuti, lastroni in calcestruzzo gettati in opera o prefabbricati). Quando occorre Consolidamento scarpate Eseguire il consolidamento delle scarpate mediante il ripristino delle scarpate mediante l'apporto di materiale terroso, la formazione di banche lato campagna e lato fiume per aumentare il coefficiente di sicurezza allo scivolamento, diminuzione delle pendenze delle scarpate. Quando occorre Sistemazione delle scarpate Sistemazione delle scarpate, dell'inerbimento, della idrosemina eventualmente con l'utilizzo di geotessili (biostuoie). Quando occorre Rialzo argine Adeguamento del rilevato arginale in sagoma (rialzo e ringrosso). Quando occorre Sfalcio arbusti Sfalcio, disboscamento e decespugliamento degli arbusti cresciuti sulla sommità arginale e sulle scarpate. Ogni 6 mesi Progetto esecutivo – Piano di Manutenzione dell’opera pagina 17 Fiume Posada. Interventi per la mitigazione del rischio idraulico nei territori a valle della diga di Maccheronis Ricarica cassonetto argine Scarifica del cassonetto strada in sommità dell'argine per eliminare la vegetazione infestante e la ricarica con materiale inerte (eventualmente asfaltatura). Quando occorre Rivestimenti arginali Interventi per diminuire il flusso delle filtrazioni attraverso il corpo arginale con la formazione di nuclei con materiali impermeabili, rivestimenti in calcestruzzo, rivestimenti con geotessili Quando occorre Ringrosso arginatura Adeguamento, per evitare fenomeni di sifonamento, in sagoma dell'arginamento (ringrosso) mediante la realizzazione di banche e sottobanche, realizzazione di diaframmi al fine di aumentare il percorso di filtrazione Quando occorre Pulizia fossi pulizia dei fossi, ripristino delle sezioni, sfalcio e decespugliamento. Ogni anno Progetto esecutivo – Piano di Manutenzione dell’opera pagina 18