SELEZIONE DELLA RASSEGNA STAMPA GARDESANA Dal 12 al 18 dicembre 2015 • da BRESCIA OGGI • dal GIORNALE DI BRESCIA • da L’ARENA • da L’ADIGE • dal TRENTINO • dalla GAZZETTA DI MANTOVA • dal CORRIERE DELLA SERA • ALTRE FONTI da BRESCIA OGGI mercoledì 16 dicembre 2015 – SPORT – Pagina 32 LEGA PRO. Al MuSa la cena di Natale dei gardesani che stanno vivendo un periodo magico L'augurio della Feralpi Salò «Per un posto nella storia» Sergio Zanca Il presidente Giuseppe Pasini applaude: «Siamo al livello delle grandi» E Diana pensa positivo: «Una rosa di livello: si può dare il massimo» Rassegna stampa gardesana Un anno da incorniciare festeggiato tra opere d'arte. La Feralpi Salò ha brindato al 2015 che volge al termine nel museo di Salò, tra capolavori e pezzi di storia. Autorità, soci, sponsor, fornitori, dirigenti, calciatori, staff tecnico e collaboratori sono stati accolti nel salone principale del MuSa per la cena natalizia e il tradizionale scambio di auguri. Il museo locale, inaugurato recentemente, è stato concesso dal presidente-direttore Giordano Bruno Guerri, che si avvale della collaborazione di Annarita Della Penna, responsabile dei progetti speciali. L'occasione, dunque, per uno spumeggiante brindisi al 2015, l'anno di tante vittorie. Ne ha conquistate 13, la squadra verde azzurra: 5 nel girone di ritorno dello scorso campionato, con Beppe Scienza (il 10 gennaio a Vicenza, contro il Real di Marcolini, poi col Venezia di Serena, a Bolzano col Sudtirol, a Gorgonzola col Giana e nel derby col Lumezzane) e 8 in questo avvio di stagione (con Serena in panchina, al Moccagatta, contro l'Alessandria dell'ex Scienza, a Busto Arsizio con la Pro Patria, a Cremona, e, dopo l'arrivo di Aimo Diana, a Bergamo con l'AlbinoLeffe, col Lumezzane, a Mantova, col Pordenone e domenica a Cittadella). Per completare il tabellone manca il confronto di sabato col Giana.«UN 2015 DA RICORDARE ripete il presidente Giuseppe Pasini-, coni l risultato storico del sesto posto di maggio, traguardo mai raggiunto in Lega Pro. E poi la soddisfazione riguardante il piazzamento attuale. Siamo terzi, in compagnia delle grandi. Abbiamo allestito una bella squadra, e possiamo giocarcela con chiunque. Il campionato è lungo, non esistono formazioni materasso, e qualsiasi partita è difficilissima, ma noi sogniamo un posto nella storia. La novità per il 2016? Sarà creata un'area hospitality all'interno dello sadio Turina».«Un plauso va ai ragazzi e, soprattutto, alla società, che ha costruito questa rosa, dai valori molto alti - sostiene Diana-. Io do il massimo per farli andare bene. Però sono un primino, e da loro imparo tanto. Il girone è molto difficile, e ogni giornata riserva risultati sorprendenti. L'importante è mantenere la testa sulle spalle». Sul MuSa, lo splendido contenitore della serata, Pasini afferma che «dopo il Vittoriale, anche questa location è un regalo per chi ci sostiene, e per quanti vorranno unirsi in futuro. La nostra zona regala perle che hanno scritto pagine di cultura. Vogliamo rimanere legati al territorio, continuando a crescere e a sorridere». L'EX CONVENTO di Santa Giustina, recuperato nell'ambito di un intervento di project financing, accoglie diverse sezioni: la storia e i suoi protagonisti, l'osservatorio meteo sismico, la nascita di una piccola capitale, l'età veneziana, la liuteria, il periodo della Repubblica sociale italiana, la Civica raccolta del disegno. Prima della cena, i presenti (130) hanno compiuto un cammino tra personaggi come Anton Maria Mucchi, che ha lasciato tele, ceramiche e capitelli, Jacopo Bonfadio, umanista, Sebastiano Paride da Lodrone, Giuseppe Zanardelli, Gabriele D'Annunzio, Benito Mussolini. Nella sezione dedicata a Gasparo, maestro di violini, sono esposti il contrabbasso Colonna e strumenti antichi, provenienti da collezioni private: anche la Feralpi Salò vuole continuare a suonare musica deliziosa per i suoi tifosi domenica 13 dicembre 2015 – CRONACA – Pagina 13 SANITÀ. Il «quizzone» per la selezione dei direttori generali di aziende sanitarie e ospedaliere lombarde provoca una strage: bocciati metà dei partecipanti Nomine: Belleri, Borelli e Scarcella in corsa Fuori nomi eccellenti anche bresciani. Romele (Fi): «Bocciati perché non avvezzi alla tastiera del Pc » Il «quizzone» voluto dal governatore Roberto Maroni sta provocando un vero terremoto nella sanità lombarda. Dei trentasei direttori generali che hanno partecipato al test (gli altri tredici sono stati esclusi perché sulla via del pensionamento) solo in 18 sono stati promossi. Tra i bresciani resta fuori una mezza dozzina di nomi eccellenti, e qualcuno di essi scatena le ire di Forza Italia. Soprattutto l'esclusione del direttore generale dell'Ospedale Montecroce di Desenzano Marco Votta si rivela un boccone difficile da digerire per l'onorevole Giuseppe Romele (Forza Italia), che avanza persino riserve sulla legittimità dell'atto promosso da Maroni. IL TRIO DI SAGGI Francesco Longo, Gianluca Vago e Cristina Masella, incaricato di scegliere i candidati migliori da inserire in una short list di cento nomi tra i quali il governatore potrà scegliere nelle prossime settimane i quaranta che saranno ai vertici delle strutture sanitarie Rassegna stampa gardesana lombarde, ha fatto una strage. Solo tra i bresciani, oltre a Votta ha bocciato Francesco Vassallo direttore sanitario dell'Asl di Brescia, Danilo Gariboldi direttore generale del Mellino Mellini di Chiari, Pier Mario Azzoni direttore amministrativo Asl Brescia, Renato Pedrini Asl Vallecamonica e Fabio Russo già direttore del Mellino Mellini. Dei bresciani restano in pista solo Renato Scarcella, che dopo due mandati alla Asl bresciana dovrebbe passare a Desenzano, il direttore generale degli Spedali Civili Ezio Belleri che resterebbe al suo posto, e Mauro Borelli direttore generale dell'Asl di Mantova e già direttore dell'azienda ospedaliera di Desenzano dove potrebbe tornare. QUESTO secondo le indiscrezioni, ma sarà Maroni a decidere. Tra gli altri promossi eccellenti, tutti in corsa per nuove nomine da farsi entro Natale, il maroniano Giuseppe Rossi direttore generale dell'ospedale di Lodi, l'attuale direttore generale di Areu Alberto Zoli, il direttore generale del San Carlo Germeno Pellegatta, Luigi Ablondi, direttore a Crema, Mara Azzi alla guida di Ats Bergamo, Marco Onofri del Sant'Anna di Como e via dicendo. L'esame con il test c'è stato sabato scorso, e solo due giorni fa sono stati resi noti i risultati. Che stanno suscitando un vero polverone. Romele tuona soprattutto contro l'esclusione di Votta, determinata a quanto pare dalla scarsa dimestichezza con il computer. «Non si capisce a che titolo e per quale motivo si siano fatte selezioni tramite test - dice l'onorevole -, quando c'è una testimonianza di lavoro vero. Votta è uno dei primi dirigenti a livello lombardo e la sua bocciatura non ha senso. Come per tutti gli altri imprenditori, contano il fatturato e la produzione, e anche se qualcuno non è particolarmente versato al Pc non può essere cancellato dal sistema. Alcuni manager sono di riconosciuta capacità, sebbene non avvezzi alla tastiera». ROMELE indica pure l'esclusione di Armando Gozzini, secondo in classifica tra i dg ospedalieri con un punteggio di 93.94 e a capo dell'azienda di Busto, Tradate e Saronno. E ha qualcosa da ridire anche sul sistema utilizzato per la selezione della short list, «praticata da una società esterna e costata 12 mila euro». Al di là della legittimità del test «sul quale avrei qualche riserva», l'onorevole azzurro precisa che il problema è a monte. «Non escludo una valutazione tramite test - dice -, ma questo non può essere l'unico elemento». Tra gli esclusi eccellenti, figura pure l'ex assessore regionale leghista Maria Cristina Cantù, rientrata da settembre al Trivulzio e data in corsa per la direzione del neurologico Besta. È in buona compagnia con il salviniano Enzo Brusini, attuale direttore generale del San Paolo, scivolato agli ultimi posti della classifica, e con Giovanni Michiara direttore generale del Fatebenefratelli, vicino a Paolo Berlusconi domenica 13 dicembre 2015 – PROVINCIA – Pagina 25 LA NUOVA NORMA. Contributo fino a 780 euro Ticket sui soccorsi l'alto Garda è pronto alla rivoluzione Luciano Scarpetta Nel mirino gli sport estremi e gli escursionisti imprudenti Il soccorso alpino e speleologico, d'ora in poi, costerà davvero caro ai novelli «Indiana Jones» e agli «sportivi della domenica»: fino a un esborso massimo di 780 euro. DOPO VALLE D'AOSTA, Veneto e Trentino, anche la Regione Lombardia, da mercoledì 25 novembre ha approvato il piano tariffario dei servizi di soccorso alpino e speleologico che graveranno sugli escursionisti per il recupero e salvataggio in zone impervie, infortunate o in situazione di emergenza. Casi del genere in alto Garda, con il proliferare della moda delle «vacanze attive» all'aria aperta, sono negli ultimi tempi sempre più frequenti per non dire quasi sistematici durante i fine settimana, nella bella stagione. A poco sono serviti fino ad ora gli appelli alla prudenza o le ordinanze sindacali emanate per disciplinare alcune pratiche, prima fra tutte il canyoning, in alcune zone degli altopiani gardesani. Il piano tariffario in vigore prevede per un mezzo di soccorso di «base» (ambulanza con soccorritori certificati di cui un autista) la compartecipazione per l'escursionistaalpinista di 56 euro all'ora. Per un mezzo di soccorso «intermedio» (ambulanza con infermiere e autista-soccorritori certificati) la compartecipazione di spesa è invece di 70 euro, mentre per il soccorso «avanzato» (ambulanza con Rassegna stampa gardesana autista-soccorritore certificato, medico e infermiere) la cifra da sborsare è di 115 euro all'ora. Più cospicuo il valore dell'elisoccorso (equipaggio di volo, medico, infermiere e tecnico di elisoccorso del Soccorso Alpino) che si aggira attorno ai 1500 euro. Per quanto riguarda la cifra che l'utente deve pagare le nuove regole prevedono che sia calcolata in base ai minuti di effettivo impegno della risorsa messa a disposizione dai soccorsi. Da notare che a favore dei residenti in Lombardia la riduzione delle tariffe è del 30 per cento, mentre è della stessa percentuale l'incremento in caso di comportamento imprudente. sabato 12 dicembre 2015 – PROVINCIA – Pagina 25 DESENZANO. Per gli ex allievi del «Caterina de' Medici» sembra che la disoccupazione non esista: dalla cucina all'accoglienza i ragazzi si «sistemano» con facilità L'Istituto alberghier o manda tutti a lavorare Alessandro Gatta Il 56% trova il posto entro un mese dal diploma: in un anno la percentuale di occupati sale all'84% Il 12% sceglie di proseguire gli studi all'università Nel 1979 c'era una sola classe, meno di 30 studenti. Nel 1996 gli iscritti erano 270. Ora sono più di 700 e c'è la coda: altri 100 ragazzi in attesa, richieste che arrivano addirittura da Milano.Il motivo è concreto: il 56% degli studenti trova lavoro subito, il primo mese dopo il diploma, mentre l'85% si «sistema» entro il primo anno, di cui uno su otto all'estero. Ci sono poi quelli che si iscrivono all'università, il 12%. La somma è che quasi nessuno resta a spasso, con in tasca un diploma di questa scuola.SONO I NUMERI dell'istituto alberghiero di Desenzano, il Caterina de Medici (sezione staccata dell'originale di Gardone Riviera) annunciati ieri mattina al convegno su turismo e accoglienza organizzato da Ezio Campagnola di Amira, l'associazione dei Maitres italiani, a cui hanno partecipato Valentino Righetti e Maria Sole Broglia, assessori a Desenzano e Sirmione, gli albergatori Vittorio Cerini e Marco Polettini.L'alberghiero vera fucina di talenti. La giovanissima Sara Rinaldo - seguita da professor Orazio Saretto - si è guadagnata il secondo posto al concorso nazionale dell'accademia di Forlimpopoli a suon di luccio del Garda e vini della Valtenesi. I ragazzi della 4C, 5E e 5D che insieme alla professoressa Concetta Grosso hanno imbastito una vera «azienda in azione», capitale sociale da 1000 euro e soci tra studenti e genitori, impegnati nel realizzare il CaDeMe (Caterina de Medici), un cioccolatino ripieno con un'oliva del Garda.Tanto orgoglio, anche se gli spazi cominciano ad essere stretti: «Questa scuola, che è in carico alla provincia, è stata progettata per 300 studenti, adesso siamo 700 - osserva il professor Osvaldo Zucchelli -. E meno male che il Comune ci ha concesso 12 aule extra».«Per stare comodi - incalza il dirigente Daniele Toccacieli - avremmo bisogno di nuovi spogliatoi, di un paio di laboratori d'informatica, di nuovi laboratori e di almeno una decina di nuove aule. Ma non siamo arrabbiati: ai nostri ragazzi insegniamo anche che il sorriso fa parte del mestiere» Torna all’elenco dei quotidiani Rassegna stampa gardesana dal GIORNALE DI BRESCIA Rassegna stampa gardesana Rassegna stampa gardesana Rassegna stampa gardesana Torna all’elenco dei quotidiani da L’ARENA martedì 15 dicembre 2015 – PROVINCIA – Pagina 39 SAN ZENO DI MONTAGNA e BRENZONE. La nuova normativa che elimina la «vita tecnica» non basta a sciogliere i nodiFunivia, corsa contro il tempo e un'altra estate senza risalite Per conoscere il futuro della funivia di Prada si dovrà attendere, ancora una volta. Non sarà infatti sufficiente il decreto attuativo dell'articolo 31 bis della legge 164/14, di imminente pubblicazione in Gazzetta ufficiale, che sancisce definitivamente l'eliminazione del concetto di «vita tecnica» degli impianti di risalita italiani. In sostanza d'ora in poi si valuterà il livello di sicurezza delle strutture e non l'anzianità dei manufatti. Il provvedimento era atteso da anni in tutto il Paese. Tuttavia per Prada l'iter per la riapertura non si ferma qui: sugli impianti a fune situati sulle pendici meridionali del Baldo, chiusi dall'agosto 2013 proprio per la scadenza delle proroghe della vita tecnica, infatti, pendono ancora come una spada di Damocle le irregolarità su alcuni piloni e plinti riscontrate dai tecnici ministeriali inviati dal Tar nel novembre 2013. In quella verifica di due anni fa, voluta dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti su indicazione del Tar del Veneto dopo il ricorso presentato dalla società di gestione Prada-Costabella srl, contro il provvedimento dell'Ustif, Ufficio speciale trasporti impianti fissi del Veneto, che aveva negato un'altra proroga alla vita tecnica, i super tecnici avevano decretato che i basamenti non erano stati finiti ed erano stati costruiti con troppo poco cemento. Risultato: gli impianti non erano sicuri.Da allora sono cambiate le amministrazioni comunali dei due paesi proprietari dell'impianto, San Zeno di Montagna e Brenzone, come due consigli di amministrazione della società, ma la funivia rimane ancora ferma al palo, bloccata da quello che appare quasi come un sortilegio.Negli ultimi anni sono spuntati nuovi progetti per rifare la struttura. L'ultimo in ordine di tempo, presentato «in extremis» poche settimane fa per mantenere almeno uno dei due milioni di euro previsti dagli ex fondi Fas, prevede il rifacimento del secondo troncone, che dal baito Turri (ex rifugio Mondini) va a cima Costabella, attraverso una nuova seggiovia biposto ad agganciamento fisso. Per il primo tratto, la bidonvia che inizia dalla stazione di partenza, invece è prevista solo una profonda manutenzione. Il costo totale previsto si aggira attorno ai tre milioni di euro.Nel frattempo Atf, Azienda trasporti funicolari di Malcesine prosegue nel lavoro di redazione del piano definitivo per la gestione della funivia di Prada, che tra l'altro prevede la sostituzione dei plinti, e su cui puntano anche le due amministrazioni comunali. Sulle tempistiche per una possibile riapertura degli impianti anche i più ottimisti sembrano ormai escludere la prossima estate. Più verosimile, sebbene non certa, l'ipotesi dell'estate 2017.Sull'altro fronte intanto prosegue l'iter per concretizzare quel protocollo d'intesa tra la Provincia e i Comuni di San Zeno di Montagna, Brenzone e Malcesine per la creazione di un gruppo di lavoro «che formuli azioni per lo sviluppo del monte Baldo», approvato a fine novembre in Consiglio provinciale. E nell'ottica del rilancio di tutto il territorio del Baldo, in cima alle priorità del piano c'è proprio la riapertura degli impianti di Prada. In una riunione informale avvenuta nei giorni scorsi in Provincia, si sono definiti i primi nomi di chi formerà il «tavolo di lavoro». Per l'ente provinciale è stata indicata Elisabetta Pellegrini, ingegnere e dirigente della Provincia, che sarà anche il coordinatore del gruppo. Per San Zeno di Montagna ci sarà il vice sindaco Piergiorgio Schena, mentre per Brenzone è stato scelto l'avvocato Rinaldo Sartori, già sindaco dello stesso paese gardesano e che per anni come primo cittadino ha seguito da vicino la questione di Prada e di temi legati al Baldo. Il Comune di Malcesine dovrebbe aderire al protocollo d'intesa nei prossimi giorni individuando a sua volta il proprio candidato, che potrebbe essere lo stesso sindaco Nicola Marchesini. L'obiettivo dei promotori Rassegna stampa gardesana dell'intesa è chiudere il cerchio entro Natale, anche perché il tempo stringe. Entro il 31 gennaio infatti il gruppo di lavoro dovrà presentare una proposta su Prada e sulla valorizzazione del Baldo. sabato 12 dicembre 2015 – PROVINCIA – Pagina 48 PESCHIERA. Gettate le basi per l'operatività della Destination Management Organization per il comprensorio del Garda Turismo, tre milioni in tre anni La Dmo ha il piano di sviluppo La gestazione è stata lunga e un po' travagliata, ma alla fine ha visto la luce: la Dmo (Destination Management Organization) del lago di Garda, riconosciuta sulla carta dalla Regione Veneto a marzo, ha gettato le basi per diventare operativa. L'acronimo inglese (tradotto «Organizzazione di gestione della destinazione turistica») non aiuta a capire la funzione di questo nuovo organismo introdotto dalla Regione con la legge 11 del 2013 con lo scopo di coordinare promozione, commercializzazione e informazione turistica in specifici ambiti territoriali accomunati da particolarità paesaggistiche e culturali, come il lago di Garda. CABINA DI REGIA. Per farlo nei mesi scorsi è stata creata la «cabina di regia» della Dmo gardesana, formata da Camera di commercio, Provincia di Verona, Aeroporto Catullo, Verona Fiere e i Comuni gardesani, poi allargata ad altri Comuni dell'entroterra, alla Fondazione Arena e alle associazioni di categoria Federalberghi Garda Veneto e AssogardaCamping. Dopo il «contenitore» è arrivato il «contenuto»: si è deciso di affidare al Consorzio di promozione il ruolo di «braccio operativo» della Dmo, confermandone la funzione di promozione della destinazione lago di Garda sui mercati esteri e interni, ma inquadrandola all'interno di questa nuova cabina di regia.IERI A PESCHIERA è stato presentato alla stampa il piano marketing per il triennio 2016-2018, prosecuzione delle attività portate avanti in questi anni dal Consorzio. Un programma ambizioso, per cui serviranno 3 milioni di euro (uno all'anno) per i prossimi tre anni: finanziamenti che verranno coperti per la maggior parte dai Comuni attraverso una quota della tassa di soggiorno (sei centesimi per ogni presenza turistica registrata), in parte dalla Regione e in parte (e questa è la novità) dalla Camera di commercio, a cui spetta la funzione di monitoraggio della Dmo. Da definire le ripartizioni delle quote: la Regione non ha ancora stabilito lo stanziamento per il 2016, mentre bisognerà decidere in che forma contribuiranno i Comuni dell'entroterra che non hanno introdotto la tassa di soggiorno. «Uno dei principali ostacoli allo sviluppo del turismo è stato il mancato coordinamento tra gli attori della filiera», ha spiegato il presidente della Camera di commercio Giuseppe Riello, sottolineando che il primo passo concreto è arrivato dalla condivisione del piano predisposto dal Consorzio. «La capacità di collaborare tra pubblico e privato ci aiuterà a consolidare il marchio, il potenziale di richiamo, le presenze e l'economia del territorio», ha rimarcato Silvia Nicolis, membro della giunta della Camera di commercio. Il presidente dell'Aeroporto Paolo Arena ha elogiato la sinergia che si è creata attorno alla Dmo, specificando che le prime risorse serviranno ad «attaccare alcuni mercati, con l'obiettivo di incrementare i 13 milioni di presenze registrati sulla sponda veronese del Garda. Dobbiamo lavorare insieme, senza divisioni, pensando a un territorio unico». Oltre al sindaco di Peschiera Orietta Gaiulli, che ha fatto gli onori di casa, erano presenti altri primi cittadini e assessori al turismo dei Comuni che hanno deciso di entrare nella Dmo. L'ALTRO NODO è dato dagli uffici di informazione e accoglienza turistica (Iat), con la confusione che si è registrata già quest'anno in seguito alle disposizioni previste dalla legge regionale e che ha comportato disomogeneità nella loro gestione. «Stiamo studiando un coordinamento anche per l'informazione e l'accoglienza turistica», ha anticipato il presidente del Consorzio Paolo Artelio, specificando che saranno necessari ulteriori finanziamenti per questa finalità Torna all’elenco dei quotidiani Rassegna stampa gardesana da L’ADIGE «Il Garda patrimonio dell'Umanità» In consiglio provinciale passa la proposta Patt Il lago di Garda «patrimonio mondiale dell'umanità dell'Unesco». Più che un sogno, una speranza. Rispetto alla quale la giunta provinciale dovrà cominciare a muoversi nei prossimi mesi in accordo con Veneto e Lombardia «per proporre formalmente questa candidatura». Questo il succo dell'ordine del giorno presentato ieri dai consiglieri provinciale del Patt Manuela Bottamedi, Luca Giuliani e Walter Kaswalder nella discussione collegata alla manovra di bilancio e approvato all'unanimità dal consiglio provinciale. Un passo in avanti di un percorso che ha un obiettivo ambizioso, rispetto al quale i consigli regionali del Veneto e della Lombardia, e con essi la Comunità del Garda, si sono mossi da tempo. All'appello mancava solo la Provincia di Trento che ieri ha accettato la sfida e che nei prossimi mesi dovrà muoversi concretamente di conseguenza. L'ordine del giorno autonomista (prima firmataria Manuela Bottamedi) impegna formalmente la giunta provinciale a «ad avviare, utilizzando le risorse rese disponibili nel bilancio di previsione della Provincia 2016-2018, in particolare quelle relative alle missioni di tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali, turismo e sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente, un percorso formale e nelle sedi opportune, in collaborazione con le Regioni Veneto e Lombardia, per proporre la candidatura del territorio del Lago di Garda quale "Patrimonio mondiale dell'Umanità dell'Unesco"; e a coinvolgere, fin dalle fasi iniziali, le amministrazioni e le popolazioni locali - si legge ancora nel dispositivo della mozione - compresi gli attori turistici ed economici, nonché le numerose associazioni da tempo impegnate nella difesa e nella valorizzazione del lago». Il documento sottolinea come «se è vero che il Garda vanta bellezze paesaggistiche, culturali e architettoniche come pochi altri luoghi al mondo, c'è anche il problema di una tutela del territorio che negli scorsi anni non sempre è stata all'altezza. L'economia turistica che caratterizza il territorio del Garda necessita di un reale sostegno da parte degli enti di riferimento, al fine di disporre di adeguate risorse per interventi di carattere strategico, con particolare riferimento alla tutela del paesaggio, della qualità delle acque e regolazione dei livelli, della mobilità, della navigazione e della valorizzazione del patrimonio storico, archeologico, artistico e culturale. Il riconoscimento Unesco ? Patrimonio dell'Umanità - prosegue la mozione dei tre consiglieri autonomisti - non è solo un marchio di qualità, bensì un impegno concreto a sviluppare strategie e progetti coordinati, condivisi e partecipati fra i diversi territori, per uno sviluppo sociale ed economico sostenibile e durevole delle comunità. Nella piena consapevolezza che detto riconoscimento non rappresenta un punto di arrivo, ma piuttosto il primo passo di un percorso di responsabilità e di crescita culturale, sociale ed economica del territorio». 17/12/15 L'iniziativa. «Sì» all'ordine del giorno di Viola: sul lago l'alta formazione L'impegno è di quelli ambiziosi: costituire nell'alto Garda un polo formativo del turismo e del benessere, nell'ambito del quale proporre, già a partire dall'anno prossimo, corsi di alta formazione professionale. Questo è ciò che ha approvato ieri all'unanimità il consiglio provinciale, dando mandato alla giunta Rossi perché traduca in azioni concrete il progetto. L'iniziativa, resa possibile grazie ad un ordine del giorno allegato alla manovra finanziaria in queste ore in discussione in aula, è merito del consigliere Walter Viola, primo firmatario dell'ordine del giorno, sottoscritto anche dai colleghi Zanon, Simoni, Giovanazzi, Bottamedi e Giuliani. Per l'alto Garda, un'opportunità. Perché la formazione professionale in materia turistica è già realtà a queste latitudini da tempo. L'istituzione di corsi di alta formazione - a cui si accede dopo il diploma superiore - permette di immaginare un percorso da cui dovrebbero uscire figure professionali dotate di elevata preparazione tecnico gestionale, in questo caso nel settore del turismo. Banalizzando molto, manager turistici. Per questo è stato individuato l'alto Garda. Buono Rassegna stampa gardesana per due motivi: per la tradizione decennale nel settore ma anche per la presenza sul territorio di soggetti che sulla formazione turistica si spendono da anni. «Da tempo si è costituita una forte rete che raccoglie i maggiori protagonisti dell'economia turistica del Garda Trentino - si legge nella premessa dell'ordine del giorno - rete che ha saputo sviluppare un'accurata proposta di progetto per la realizzazione del polo del turismo e del benessere e che vede all'attivo, oltre ai centri di formazione professionale Varone - Riva del Garda, Gardascuola di Arco, anche soggetti altamente qualificati: Ingarda Spa, Fiere e Congressi Spa, Hotel Du Lac, hotel Lido Palace, Asat Alto Garda e Ledro, Ucts, coordinamento degli imprenditori Alto Garda e Ledro». Da qui l'ordine del giorno: polo del turismo e del benessere e corsi di alta formazione professionale da realizzare mettendo in rete questi soggetti, partendo naturalmente da Varone Riva e Gardascuola. 17/12/15 Torna all’elenco dei quotidiani dal TRENTINO L’incontro di Rossi e Gilmozzi con i consigli comunali: prima il tunnel da 1,7 chilometri, poi la bonifica della Maza «La Loppio-Busa in quattro tappe» Ieri sera presso la sala assembleare della Comunità di Valle a Riva c’erano davvero tutti i consiglieri comunali ad ascoltare l’ultima proposta di progetto per il collegamento che da decenni tutto l’Alto Garda attende con ansia. Presente il presidente della Provincia, Ugo Rossi, per dimostrare che questa volta si fa sul serio e che finalmente il futuro prossimo potrà vedere l’avvio dei lavori della Loppio Busa. «È un tema di grande attenzione - ha esordito Rossi e siamo qui oggi per presentare questa nuova proposta di progetto e per ascoltare in presa diretta le vostre reazioni e cercare insieme di arrivare a un progetto definitivo.» Il presidente della Provincia ha poi assicurato che le risorse per l’attuale disegno sono già a bilancio, 127 milioni spendibili che si devono cominciare a usare già in questa legislatura. «Dobbiamo dimostrare che stiamo facendo sul serio perché questa non sarà un’opera solo per l’Alto Garda, ma per tutto il Trentino.» Dopo le rassicurazioni di Rossi l’attenzione di tutti gli astanti si è rivolta sulla parte tecnica che già nei giorni scorsi aveva fatto storcere il naso a molti. L’assessore provinciale alle infrastrutture e all’ambiente, Mauro Gilmozzi ha così spiegato come l’intero progetto sarà diviso in 4 lotti in modo da agevolare le tempistiche di tutte le opere. Un primo lotto riguarderà l’appalto dei lavori per quanto concerne la galleria che rispetto alla proposta “C” del 2013 passa da 3300 metri a 1750. Il secondo lotto vedrà il recupero e la bonifica delle discarica alla Maza. Un lavoro importante che sfrutterà il nuovo bacino di raccolta, già predisposto all’interno della stessa discarica prima della sua chiusura, per effettuare i lavori di bonifica e permettere in contemporanea al materiale di traforo del tunnel di essere riposizionato all’uscita dello stesso. Gli ultimi due lotti riguardano la viabilità che troverà posto al di sopra del terreno bonificato e che nel nuovo progetto consta in due tornanti ad ampio raggio che dallo sbocco del tunnel raggiungeranno il fondovalle fino all’allaccio già ponderato nella vecchia soluzione “C” e l’ampliamento del corridoio comunicativo in via S.Isidoro e Aldo Moro. Lotto, quest’ultimo particolarmente importante per garantire alla mobilità dall’Alto Garda di essere fluida al pari di quella proveniente dal collegamento Loppio Busa. Il Tunnel, fulcro del progetto vedrà il suo imbocco a passo S.Giovanni, prima in galleria artificiale, pianeggiante, per circa 500 metri e poi in galleria naturale, scavata nella roccia con una pendenza del 5%, per i già citati 1750 metri. Sull’imbocco del tunnel sarà inoltre prevista una bretella che garantisca il collegamento con il nascente hotel e che non vada a intralciare la ciclabile, importante collegamento per i mezzi a due ruote. Fuori dal tunnel e prima dei tornanti la nuova soluzione opta per una rotatoria. 15/12/15 Rassegna stampa gardesana Il 54% di chi sceglie il Garda per praticare sport, è appassionato della due ruote Al secondo posto c’è l’arrampicata, con il 20%, poi il windsurf con l’11% Turismo outdoor, domina la bicicletta RIVA. All'ex cinema Roma sono esposti fino al 6 gennaio i presepi della «Preseperia San Gregorio» di Michele De Vito, realizzati con le tecniche dell'antico artigianato napoletano. L'esposizione, realizzata dall'associazione Amici del Trentino, vuole accostare alla valenza culturale e artistica la sensibilizzazione sui temi della pace, dell'integrazione e della convivenza. Tutti i giorni dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30. Ingresso liberodi Leonardo Omezzolli wALTO GARDA Sul Garda Trentino il settore turistico trainante per chi sceglie l’outdoor è senza dubbio il mondo del bike. A dirlo è il Rapporto 2015 stilato dal Servizio turismo e sport della Provincia autonoma di Trento che ha catalogato e analizzato i dati raccolti nelle varie Apt provinciali. Un riscontro importante che si inserisce nell’ormai continua discussione sull’accesso ai sentieri montani, oggi frequentati sia dai bikers che dai normali usufruitori della montagna. Emblematica la presa di posizione, soprattutto della Sat di Arco, che questa estate aveva apposto provocatoriamente dei cartelli su alcuni sentieri per “vietare” ai mezzi a due ruote l’accesso a queste vie. Ora i numeri parlano chiaro e sembra che la questione non possa più essere ignorata e che si debba attuare un’attenta gestione del patrimonio sentieristico altogardesano. Secondo i dati raccolti per quanto riguarda l’area territoriale sottoposta a Ingarda si segnalano un totale di 700 mila presenze capaci di generare 2 milioni e 800 mila pernottamenti. Il flusso turistico è a prevalenza tedesca per una permanenza media sul territorio non superiore alle 4 notti. Indice questo di una scelta focalizzata e mirata. Della totalità degli arrivi un generoso 65%, anche in questo caso a prevalenza straniera e in particolare tedesca, dichiara di scegliere il Garda Trentino per la sua ampia gamma di offerte sportive legate all’outdoor. Andando alla ricerca di qualche dato più specifico si può notare come per il 54% di questi sportivi l’attività prescelta risulta essere proprio la bicicletta. In tutte le sfumature, sia di strada che Mtb. Risultano a maggior ragione più incisive le dichiarazioni di Elisa Ressegotti, presidente Asat Alto Garda e Ledro, espresse durante la conferenza sullo “Sviluppo, ambiente territorio” svoltasi alcuni giorni fa presso la sala consiliare nel Centro culturale di Dro. Parole che avevano espresso la necessità, proprio dal punti di vista alberghiero di accrescere e valorizzare il sistema delle ciclabili locali con la speranza di una, ad oggi futuristica, circumlacuale, un percorso ciclabile che possa costeggiare tutto il lago di Garda «Non avremmo competitor di alcun tipo a livello internazionale - aveva commentato Ressegotti Sarebbe un’attrattiva unica a livello mondiale.» L’indagine provinciale sarà sicuramente impugnata dal neonato Bgt per fare forza su quanti hanno creduto il mondo del bike marginale per il tessuto turistico dell’Alto Garda. Seguono a ruota l’arrampicata con un importante 20% localizzata in maggior parte attorno all’abitato di Arco ricco di falesie e importanti strutture, il windsurf con un 14% e il trekking con l’11%. Nell’intervento di apertura al Report, l’assessore provinciale al turismo, Michele Dallapiccola, sottolinea l’importanza di rimanere competitivi sui mercati internazionali adeguandosi alle nuove richieste con proposte mirate e di qualità. 12/12/15 la novità Silvio Rigatti, presidente di Bike Garda Trentino, sta contattando tutti i comuni per aumentare l’attenzione verso una pratica sportiva che attira sempre più turisti ALTO GARDA Il Bike Garda Trentino, guidato da Silvio Rigatti, presidente Bgt e titolare dell’Aktiv Hotel Santalucia, non ha intenzione di starsene con le mani in mano e già dai giorni successivi la fondazione (la presentazione della nuova realtà è di poche settimane fa) si è mosso per sensibilizzare la comunità dell’Alto Garda e Ledro sul tema turistico territoriale delle due ruote. «Stiamo andando di comune in comune - spiega Rigatti - per far firmare un protocollo Rassegna stampa gardesana d’intesa che ci riconosca come partner ufficiale sul territorio e per dimostrare così il nostro impegno a riguardo.» Il direttivo Bgt si ritrova regolarmente e carte alla mano mappa e studia i sentieri sparsi sul territorio altogardesano e non solo. «Con l’avvento delle Mtb elettriche è chiaro che i km percorribili dai singoli sportivi aumenteranno notevolmente e questo implica di entrare in contatto con i territori limitrofi, come Fiavè e Brentonico.» Mezzi nuovi che impongono ulteriori riflessioni e che per il Bgt porteranno il Garda Trentino a un costante e intenso rapporto con l’entroterra. «Dobbiamo far capire ai comuni - continua Rigatti - quanto è importante il bike per il nostro tessuto turistico, l’attenzione per questa attività è in aumento e lo dimostrano i dati del Rapporto 2015 stilato dalla Provincia.» La proposta di Rigatti e del Bgt è semplice e si fonda sull’aumento della quota parte nella manutenzione dei sentieri. «In questo modo non avremmo necessità di fare promozione sulle riviste specializzate - chiarisce Silvio Rigatti - Se offriamo dei sentieri ben mantenuti, messi in sicurezza e puliti saranno le riviste a venire da noi per sponsorizzare i loro marchi.» L’impegno del Bgt appare concreto e non si limita a un studio cartografico, ma anche attraverso sopralluoghi mirati, non ultimo quello appena effettuato sul Baldo a seguito di un incontro con le autorità di Brentonico. ( 12/12/15 Torna all’elenco dei quotidiani dalla GAZZETTA DI MANTOVA Viadana. Previsti sbarramenti con produzione di energia e conche per le navi Presenti molti tecnici, ma sulla motonave la politica è la grande assente Po navigabile sulla carta Ma i soldi sono un rebus VIADANA Rendere il Po navigabile tutto l’anno? I progetti (come anticipato ieri dalla Gazzetta) ci sono, e anche adattabili alle necessità degli enti pubblici di risparmiare. Ora, però, mancano i soldi per trasformare ciò che è su carta in realtà. Serve un aiuto dall’Europa, ma soprattutto servono le istituzioni, i politici che tengano i rapporti tra il territorio (anzi, i territori) e Roma, e Bruxelles. Ma proprio ieri, quando il nuovo studio sulla navigabilità del Po è stato presentato sulla motonave Stradivari ormeggiata al molo viadanese di via Al Ponte, i politici non c’erano. L’incontro, organizzato dall’Aipo, dalle Regioni Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte e Unioncamere Veneto, si è tenuto ieri mattina. La presentazione del progetto riconduceva all’ormai ultradiscusso problema della navigazione fluviale su quella che è, e rimane, la principale via d’acqua d’Italia. Si è parlato di sbarramenti trasversali sull’asta del fiume e di opere necessarie alla navigabilità per 360 giorni all’anno. Di sbarramenti con produzione di energia e di conche in grado di far risalire e scendere le imbarcazioni fluviali come avviene, anche, sui grandi fiumi europei. Il congresso non poteva essere ospitato in una sede più consona: un’imbarcazione. Un’ottantina di persone, per lo più addetti ai lavori, hanno preso parte al meeting. C’erano Alfeo Brognara, responsabile regionale dell’Emilia Romagna della navigazione interna, Giancarlo Mantovani, direttore del Consorzio di bonifica Delta Po, Franco Tiana, presidente della Commissione ambiente della Provincia di Mantova, Giovanni Veronesi del consorzio di bonifica Adige Po, Raffaele Monica del consorzio di Bonifica Destra Po e il sindaco di Pomponesco Giuseppe Baruffaldi. Ad aprire la giornata di studi sono stati gli ingegneri Luigi Mille, Paolo Ferrecchi, Ivano Galvani e Tiziano Binini, dell’Aipo, che hanno riassunto la complessità del progetto di navigabilità del più importante corso d’acqua d’Italia. Nel merito tecnico sono intervenuti, in sequenza, il professor Alessandro Paoletti, sullo stato geofisico del fiume, illustrando le varie analisi riguardanti la sedimentologia e i trasporti solidi del fiume. A sua volta, l'ingegner Binini, prendendo la parola, ha Rassegna stampa gardesana illustrato la situazione attuale del Po distinguendo le soluzioni di regimazione del fiume sia nello stato di sbarramento che in quello di corrente libera. È stato, quindi, il turno di Francesca Ramazzina, la quale ha illustrato i modelli idraulici che hanno permesso la realizzazione degli studi esposti. È seguito l’intervenuto dell ’ingegner Ivo Frisia sugli aspetti ambientali del progetto. L’ultimo intervento, riguardante il rapporto costi-benefici, è stato quello di Lorenzo Carapellesi. Il dibattito ha visto vari interventi: chi si è dichiarato critico sulla regimazione del fiume che si ripercuoterebbe negativamente sull’innalzamento della falda derivante dagli sbarramenti, chi ha aggiunto: «Ci sono possibilità di attingere risorse dal piano Juncker che mette in campo la cifra di 21 miliardi per tutti i progetti europei. Anche a noi spetterà una quota. Vogliamo perderla?». La decisione passa, ora, dai tecnici ai politici la cui assordante assenza rappresenta un punto preoccupante nell'evoluzione del sistema dei trasporti del nord Italia. L’Europa attende una risposta. Tullio Casilli 17/12/15 Bene la sperimentazione dell’aumento della portata d’acqua nei mesi estivi Pastacci: «Grandi risultati, ora però bisogna pensare ad un’azione permanente» Lago e Mincio respirano Ma il problema sono i soldi Da giugno a settembre l'acqua nel Mincio è stata aumentata a beneficio delle Valli e del lago Superiore di Mantova. L'incremento della portata ha migliorato la qualità dell'acqua, producendo ottimi risultati, al punto tale che adesso si pensa di proseguire le operazioni, ma lo scoglio da superare sarà quello di riuscire a reperire le risorse, perché fino a questo momento tutto si è svolto quasi a costo zero. I dati dell'indagine sono stati illustrati ieri in Provincia. Grazie alla sinergia che si era instaurata per l'esperimento con i Consorzi di Bonifica ed Aipo, si è riusciti a fare transitare nel fiume e nei laghi cittadini una media di venti metri cubi di acqua al secondo. Regolando i flussi non si è quindi più scaricato nel canale Diversivo, recuperando una quantità idrica notevole, considerata tra l'altro maggiormente pulita in quanto proveniente da monte, nella zona di Sacca di Goito. «Questa sperimentazione è stata importante ed è nata da una problematica che da anni si sentiva sul territorio -ha affermato il presidente della Provincia Alessandro Pastacci-. Tutti gli Enti hanno fatto la loro parte con risorse scarsissime, quasi zero. L'interesse scientifico che si è sollevato è notevole. Occorre adesso pensare ad un'azione permanente. Serviranno anche dei finanziamenti». Ha quindi precisato che verranno sensibilizzati tutti i soggetti che ruotano attorno alle tematiche ambientali. Inoltre presenteranno il progetto alla regione Lombardia in quanto si ritiene debba diventare di sistema e continuativo. L'ingegnere Sandro Bellini, responsabile provinciale del servizio Acque e Suolo, ha però affermato che in questo momento «non è possibile subito pensare alla regolazione delle quote». «Se si faranno interventi strutturali su alcuni edifici collocati vicino al lago si potrebbero ottenere dei vantaggi alla vegetazione», ha ribattuto. Proprio riguardo la vegetazione acquatica è stato proposto di individuare una modalità di gestione per evitare la continua proliferazione, operando tagli selettivi ed asportando i materiali che si depositano sul fondo del fiume. Accorgimenti che dovranno essere parte integrante del contratto del fiume Mincio. «C'è un’estrema proliferazione di alghe e piante acquatiche nel Mincio -ha spiegato Monica Pinardi del Cnr di Milano che ha effettuato lo studio in collaborazione all'Università di Parma-. Un eccesso di azoto di circa seimila tonnellate all'anno. Se da un lato va bene per l'agricoltura, dall'altro non aiuta a mantenere il fiume in salute». Alla sperimentazione hanno contribuito anche Università di Pavia e Parco del Mincio. Graziella Scavazza 12/12/15 Torna all’elenco dei quotidiani Rassegna stampa gardesana dal CORRIERE DELLA SERA Martedì 15 Dicembre, 2015 CORRIERE DEL VENETO – VERONA La Regione: «Dalla tassa di soggiorno i soldi per la promozione del Veneto» Caner: «Bastano 20 cent a turista». Insorgono gli albergatori: «I Comuni la alzeranno» VENEZIA Le casse piangono, negli ultimi dieci anni lo Stato ha tagliato i trasferimenti al Veneto per il Turismo da 37 miliardi di euro a 5,8 (1,8 dei quali vanno alle comunità montane), ma una promozione internazionale efficace costa almeno 30 milioni l’anno. Per non parlare di tutti i progetti da finanziare e che possono contare solo su 40 milioni scarsi sui 600 corrisposti dall’Unione Europea per il periodo 2014/2020. Come fare allora per lanciare adeguatamente la prima industria regionale, che per il 2015 conta 17 milioni di arrivi e 63 di presenze (+5,7% sul 2014) e fattura 17 miliardi di euro? «Ho chiesto ai sindaci di devolvere alla Regione una parte della tassa di soggiorno, variabile tra 1 e 5 euro al giorno a persona e che in totale vale 62 milioni di euro l’anno, 20 dei quali incassati dalla sola Venezia — annuncia Federico Caner, assessore al Turismo —. Basterebbero 20 centesimi a persona per ricavare i fondi necessari a organizzare una promozione unitaria del Veneto, che non è solo Venezia ma è anche Dolomiti e lago di Garda, gli altri due punti di forza, e poi mare, città d’arte, montagna, circuiti enogastronomici e ciclabili. Questi ultimi molto amati da bavaresi e austriaci ma da proporre pure ai tedeschi del Nord e ai danesi. La sfida è portare i turisti sull’intero territorio». Tendenza già in essere: il 2015 registra un +10% di presenze in montagna, un +8,7% al lago, un +5% al mare e nelle città d’arte e un +6% alle terme. Il tutto incorniciato da un +3,7% di presenze degli italiani e dal massimo storico degli stranieri: oltre 10,5 milioni (+1,2%). Caner ha parlato con i sindaci ieri, in un incontro a Venezia allargato a tutti gli operatori di settore. «So che la Tassa di soggiorno serve ai Comuni per compensare i buchi di bilancio e realizzare fognature, strade, ciclabili — nota l’assessore — pur essendo pagata solo dai visitatori non viene reimpiegata nel turismo. E del resto la Regione non può imporre una tassa di scopo, perché la legge vieta due prelievi per il medesimo obiettivo. Si potrebbe allora creare un tavolo di coordinamento e decidere quale percentuale dedicare alla promozione del Veneto come brand unico (c’è già il marchio con il leone stellato «Veneto tra terra e cielo, ndr»). Non ha senso che il singolo Comune partecipi alla tal fiera, dobbiamo andare insieme nella stessa direzione, fare sistema sotto il cappello della Regione. Se ci presentiamo uniti potremmo attirare più risorse da Roma e dalla Ue, se resiste la vecchia logica della distribuzione a pioggia non andiamo da nessuna parte». Così da fine gennaio verranno attivati nei sette capoluoghi tavoli provinciali con sindaci, albergatori, cooperative, associazioni dei coltivatori, consorzi per trovare una quadra e poi pubblicarne gli esiti su una piattaforma web, aperta al confronto tra circa 200 operatori. A fine marzo ci sarà una seconda convocazione, necessaria a concordare una strategia comune. Ma Confturismo storce il naso. «Sulla Tassa di soggiorno ci ha già messo gli occhi il ministero, per finanziare l’Enit (l’Agenzia nazionale del Turismo, ndr) — spiega il presidente Marco Michielli, che è a capo anche di Federalberghi — storia vecchia. E comunque i Comuni risponderanno picche, perché usano quei soldi per integrare la fiscalità ordinaria e quindi fare strade, illuminazione, ponti. Fa bene Caner a riproporre il tema ma non avrà successo, servirà solo a indurre i sindaci ad aumentare l’imposta, marginalizzandoci ancora di più sul mercato del Mediterraneo. La crisi dei competitor danneggiati dal terrorismo finirà e noi dobbiamo essere all’altezza, non massacrarci ulteriormente con una tassa che i Paesi concorrenti, come l’Egitto, non hanno». Michela Nicolussi Moro Sabato 12 Dicembre, 2015 CORRIERE DEL VENETO - VERONA Rassegna stampa gardesana Il Garda insieme per promuoversi Ma (per ora) i soldi sono pochi Turismo, al via al piano investimenti per la Dmo. Riello: gli imprenditori mettano risorse PESCHIERA Un milione l’anno, dal 2016 al 2018, per la promozione turistica del lago di Garda con il compito di razionalizzare l’offerta, concentrarla e presentarla all’estero nei principali mercati internazionali. È l’impegno di enti istituzionali e associazioni di categoria, che hanno aderito al piano di investimenti triennale della Dmo del Garda, (Destination Management Organization, la nuova azienda del turismo). È stata la prima ad essersi costituita in Veneto, il 31 marzo 2015: ne fanno parte Camera di Commercio, Provincia, Aeroporto, Fondazione Arena, Ente Fiera e 19 Comuni del Baldo-Garda. Ed ora vi sono entrate ufficialmente anche le associazioni di categoria di Federalberghi Garda Veneto e Assocamping. Il piano strategico di marketing della destinazione Lago di Garda è stato presentato ieri mattina nella Palazzina storica di Peschiera, con al tavolo il sindaco Orietta Gaiulli, il presidente della Camera di Commercio di Verona Giuseppe Riello e i suoi due delegati di giunta per la Dmo: Paolo Arena e Silvia Nicolis. La relazione del piano strategico è stata presentata da Paolo Artelio, presidente del Consorzio Lago di Garda Veneto. Il Consorzio, infatti, è il braccio operativo della Dmo. «Oggi si inizia a lavorare su un progetto concreto –ha esordito Riello – con un’attività coordinata migliore del passato». L’obiettivo è quello di confermare le presenze di alcuni mercati esteri già consolidati, in primis Germania, Austria, Svizzera, Italia, Olanda, Gran Bretagna, ma anche Paesi importanti e appetibili come la Russia o altri Paesi emergenti del mercato globale. Insomma, puntare sul «sistema Verona», come ha sottolineato Paolo Arena, a cui far aderire più soggetti possibile, anche privati come Confindustria, Confcommercio, Federalberghi e Assocamping, o altri, per «fare cassa» da investire nella promozione dell’intero territorio gardesano. «Gli imprenditori dovranno metterci le risorse se vorranno entrare nella promozione della Dmo –precisa Riello – altrimenti rimarranno fuori». Soldi cash, infatti, per ora non ce ne sono tanti nel piatto, sebbene gli enti si siano impegnati per i prossimi tre anni a versare contributi alla Dmo, come anche la Regione Veneto che nel messaggio inviato dall’assessore al Turismo, Federico Caner precisa: «Ci sarà il mio personale impegno per la promozione della sponda veneta del lago di Garda». L’azione della Dmo, punta, così, al potenziamento della piattaforma web, con uffici stampa in Italia, ma anche in Olanda, Inghilterra e Germania, per massificare la presenza del Garda anche su Tv e internet, con visibilità organica su Google, Trivago, Tripadvisor e altri. Annamaria Schiano Torna all’elenco dei quotidiani A cura dell’Ufficio Stampa della COMUNITÀ DEL GARDA Villa Mirabella Via dei Colli 15 25083 Gardone Riviera (BS) Tel. +39 0365 290411 - Fax +39 0365 290025