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56 Terra e Vita
[ TECNICA E TECNOLOGIA ]
n. 17/2008
26 Aprile 2008
[ STRATEGIE ] I prezzi di mercato spingono gli allevatori a disporre di proprie fonti proteiche
Soia aziendale nella dieta
Perché conviene, come si usa
[ DI ROBERTO BARTOLINI ]
Grazie alle nuove
varietà con basso
G
li agricoltori guardano
con rinnovata fiducia
anche alla campagna
2008, dopo che il 2007 è andato
in archivio con prezzi stellari per
i cereali e buoni recuperi sul pas­
sato anche per le oleaginose, ma
non possono fare altrettanto gli
allevatori. I loro margini infatti
vengono sempre più erosi dal­
l’aumento vertiginoso delle ma­
terie prime e da prezzi di merca­
to di latte e carne che non vanno
di pari passo con i costi. Dunque
si pone per loro la necessità di
capire come suddividere al me­
glio la terra da seminare, per
sfruttare al massimo le risorse
alimentari di origine aziendale e
quindi limitare gli acquisti sul
mercato.
[ FATTORI ANTINUTRIZIONALI
Nella lista della spesa dell’alle­
vatore le fonti proteiche hanno
una notevole incidenza, dal mo­
mento che il panello di soia costa
all’incirca 36 euro al quintale e,
per fare l’esempio dei bovini,
ogni vacca dalla nascita sino alla
prima lattazione, ne consuma
circa 1.440 chili. I semi di soia
hanno un contenuto di proteine
pari al 36% sul tal quale, di lipidi
pari al 18­20% e sono anche ric­
chi di lecitina, tuttavia questa
nobile fonte proteica che è la so­
ia, non può essere fornita cruda
nella dieta animale per via di fat­
tori antinutrizionali che agisco­
no sulla tripsina e sulla chimotri­
tenore di fattori
antinutrizionali, la
soia integrale può
essere impiegata
direttamente nelle
razioni di diverse
specie
psina, limitando la digeribilità
delle proteine, con conseguenze
dannose per gli animali. Ecco
perché la soia viene sottoposta
ad un processo industriale che
prevede sfarinatura del seme,
estrazione dell’olio con esano e
trattamento termico per abbatte­
re i sopracitati fattori antinutri­
zionali.
[ PROPOSTE INNOVATIVE
Il programma di miglioramento
genetico sulla soia avviato già
dal 1986 dall’Ersa di Pozzuolo
del Friuli e l’attività di riprodu­
zione, selezione, confeziona­
mento e commercializzazione
del seme operata dalla società
sementiera Sis, hanno permesso
di rendere disponibili varietà di
soia con un basso contenuto di
fattori antinutrizionali che, fi­
nalmente, rendono possibile
l’utilizzazione diretta della pro­
teoleaginosa nell’azienda zoo­
tecnica. Alle prime varietà, Aires
[ Per le vacche da latte la
percentuale di soia cruda con
basso contenuto di fattori
antinutrizionali può arrivare ad
oltre 3 kg/capo/giorno.
questi anni, sia dalle esperienze
pratiche degli allevatori che uti­
lizzano da qualche anno, con
buoni risultati, queste varietà di
soia nella dieta dei loro animali.
e Hilario, che sono già state uti­
lizzate da alcuni anni dai nostri
allevatori, si aggiungono le no­
vità di quest’anno Pedro e Asca­
subi, caratterizzate da una pro­
duttività ancora maggiore e da
un valore di fattori antinutrizio­
nali anco8820 basso ed è già
pronta ai nastri di partenza per
la prossima campagna 2009, la
varietà Colorado, in corso di
iscrizione, che si distingue per
un più elevato contenuto protei­
co rispetto alle altre varietà so­
praindicate.
Dunque il miglioramento ge­
netico italiano ha realizzato un
pool di varietà uniche sul merca­
to, che continuano ad essere sot­
toposte a progressivi migliora­
menti, la cui validità è dimostra­
ta sia dalle prove di
alimentazione su bovini da latte
e da carne, suini e polli svolte in
[ IL COSTO DI PRODUZIONE
Per i bovini da latte la percentua­
le di soia della razione può arri­
vare anche ad oltre 3 kg/capo/
giorno, nei bovini da carne a 1,5
kg/capo/giorno; nei polli la so­
ia integrale può coprire sino al
30% della razione e nei suini ar­
riva al 15% e poi si abbassa al
5%, nel periodo del finissaggio.
Nonostante le prove di ali­
mentazione siano partite oltre
venti anni fa, l’utilizzo della soia
integrale negli allevamenti si è
cominciata a diffondere solo da
qualche anno, anche se nel 2007
e ancora di più quest’anno, con i
corsi del mercato delle materie
prime che tutti conosciamo, la
convenienza economica si è fatta
sempre più interessante. «Se
prendiamo una produzione me­
dia in ambiente irriguo, afferma
Gualtiero Gigante tecnico di
[ TECNICA E TECNOLOGIA ]
n. 17/2008
26 Aprile 2008
Terra e Vita 57
[ A fianco ­ Pedro, la nuova
varietà di soia con basso
contenuto di fattori
antinutrizionali che insieme alla
varietà Ascasubi completano
il catalogo di Sis.
Più a destra ­ Impianto
di spremitura aziendale dei
semi di soia per l’estrazione
a freddo di panello proteico
e olio vegetale.
Sis, pari a 44 q/ha di soia, il costo
di produzione è pari a 18 euro al
quintale, compreso il costo del­
l’essiccazione che in taluni casi
l’azienda deve prevedere per la
buona conservazione del pro­
dotto. Poiché il prezzo del panel­
lo di soia che si acquista sul mer­
cato è di circa 36 euro al quintale,
è ovvio che la convenienza della
soia di produzione aziendale
con bassi fattori antinutrizionali,
non si discute. Ma l’allevatore
può obiettare che se la soia pro­
dotta, anziché utilizzarla nell’al­
levamento la vende sul mercato,
realizza 47 euro al quintale,
quindi aumenta il suo guadagno
rispetto all’uso diretto. La realtà
in effetti non è questa, dal mo­
mento che, per disporre del bi­
[ Ecco come si presenta
il panello proteico in pellets
con un contenuto di umidità
pari al 6­8%.
[ TAB. 1 – COME CALCOLARE IL VALORE REALE DELLA SOIA AZIENDALE
La formula
I parametri
Convenienza
(valore proteine+olio)
(0,863 x Y) + (W x 1,292 x Z) – S
0,863
(1)
Y = 36
W = 18
1,292(2)
Z=1
S = 47
7,324
Prezzo soia cruda + Convenienza = 47 + 7,3 = 54,3
0,863 Rapporto tra 38% e 44% di proteina; Y = Costo panello di soia; W = Percentuale di olio 18%;
1,292 Rapporto tra valore dell’energia dell’olio e grasso animale; Z = Costo del grasso animale; S = Prezzo soia cruda
(1)
(2)
lancio economico esatto, occorre
non riferirsi al prezzo di mercato
della soia, bensì al valore reale
del seme prodotto, che risulta
più elevato di quello fissato dal
mercato».
[ CALCOLO DELLA
CONVENIENZA
«Vediamo allora come si rie­
sce a valorizzare il contenuto di
proteine e di olio dei semi di soia
prodotti nell’azienda agricolo­
zootecnica.
Si tratta di un calcolo all’ap­
parenza un po’ complicato (vie­
ne riassunto con una formula
nella tabella 1) ma è il solo che ci
permette di capire se abbiamo
convenienza o meno ad impie­
gare la soia aziendale nella ra­
zione oppure se è più conve­
niente venderla tal quale. Ana­
lizziamo un fattore per volta,
partendo dalla quantificazione
delle proteine della soia integra­
le . La soia aziendale contiene il
38% di proteine mentre il panel­
lo di soia che si acquista sul mer­
cato circa il 44%. Il numero 0,863
rappresenta il rapporto tra 38% e
44%, Y rappresenta il costo del
panello di soia pari a 36 euro/q.
Passiamo ora alla valorizzazio­
ne dell’olio del seme di soia. W è
uguale a 18 che è la percentuale
di olio contenuta in un chilo­
grammo di soia, 1,292 rappre­
senta il rapporto tra il valore del­
l’energia dell’olio e il grasso ani­
[ L’olio vegetale può trovare
utilizzazione nel serbatoio del
trattore oppure alimentare
impianti di essiccazione.
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[ GENETICA
Due novità
S
ono quattro le varietà di soia con un
basso contenuto di fattori antinutri­
zionali. Alle già conosciute Aires ( 0+,
precoce) e Hilario ( 1, medio) si aggiungo­
no quest’anno Ascasubi e Pedro. «Ascasubi, dice Giovanni
Toffano di Sis, è una soia a ciclo 1­ media, leggermente più
tardivo di Hilario, con una pianta alta circa 105 cm a sviluppo
semi determinato e una buona tolleranza all’allettamento. Pedro
è di ciclo 1­ medio precoce, pianta medio­alta con rapida
defogliazione e quindi molto facile da raccogliere. Viene racco­
mandata per semine di 1° e 2° raccolto in tutto il Nord Italia. Si
tratta di varietà con un potenziale produttivo molto elevato a
patto che si seguano determinati accorgimenti colturali.
Per la fertilizzazione, è buona norma distribuire almeno 60­
80 unità/ha di fosforo e 120 unità/ha di potassio non trascurando
male, Z vale 1 euro che è il valore
attribuito al grasso animale e in­
fine S è uguale a 47 euro, cioè il
prezzo di mercato della soia cru­
da. Il valore finale della frazione
proteica più l’olio della soia
aziendale è pari a 7,324 euro al
quintale. Dunque l’agricoltore
produce una soia che ha un valo­
re intrinseco pari a 54,3 euro/q
che è dato dalla somma di 47
euro + 7,3 euro. Ma se quella
stessa soia viene portata sul mer­
cato l’agricoltore realizza solo 47
euro / q. Dunque, dando final­
mente un valore alla frazione
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40 unità/ha di azoto che servono a coprire il fabbisogno della
pianta dalla germinazione del seme sino all’avvenuta simbiosi
con il rizobio azotofissatore. Il terreno che accoglie la soia deve
essere ben strutturato ed arieggiato proprio per favorire la
fissazione dell’azoto da parte dei batteri. Per il diserbo va riconsi­
derato il trattamento di pre­emergenza e per l’irrigazione si
consigliano almeno due interventi da 20 mm ciascuno. Per la
soia di secondo raccolto, dal momento che non ci sono rischi di
allettamento, si raccomanda di aumentare l’investimento da 40
a oltre 55 piante/mq, per creare maggiore competizione tra le
piante e favorire lo sviluppo vegetativo. Più alta è la taglia della
pianta, maggiore sarà la produzione in granella. Per la raccolta è
bene rivolgersi a contoterzisti dotati di mietitrebbia con sistemi di
pulitura che preservino l’integrità del seme, fattore determinante
per un uso diretto aziendale della soia».
energetica ed oleica della soia, si
nota come, pur a prezzi all’appa­
renza molto interessanti, il mer­
cato non paga mai il valore reale
della produzione agricola. E al­
l’aumentare del prezzo di mer­
cato della soia cruda, aumenta la
convenienza della sua utilizza­
zione diretta nell’allevamento
aziendale».
[ UTILIZZAZIONE DIRETTA
Come avviene l’utilizzazione
aziendale della soia dopo la
raccolta? «Se il prodotto presen­
ta un’umidità superiore al 13% è
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[ TECNICA E TECNOLOGIA ]
[ TAB. 2 – SOIA: COSTO DI PRODUZIONE
MATERIALI (KG/DOSI)
Seme e inoculo
Diserbante pre
Diserbante post
Concime PK (q)
Lavorazioni
Essiccazione
Totale
bene avviare il seme all’essicca­
zione, facendo ben attenzione
che la partita venga lavorata se­
paratamente dalle altre. Il costo
è di circa 1,5 euro/q. Una volta
riportato il raccolto essiccato in
azienda, va stoccato al coperto,
provvedendo ad una macinatu­
ra ogni 25­30 giorni in inverno e
ogni dieci giorni in estate per
evitare alterazioni e fermenta­
zioni della massa macinata.
Per quanto riguarda l’impie­
go nella razione, numerose espe­
COSTO TOTALE EURO
120,00
70,00
90,00
141,00
333,00
66,00
820,00
rienze aziendali dimostrano che
l’impiego della soia integrale
per le vacche da latte, varia da 2
sino a 4,2 kg/ca/giorno senza
alcuna variazione dei profili me­
tabolici e nessun effetto negativo
sulla produzione e la qualità del
latte mentre per i vitelloni, la so­
ia integrale viene impiegata sino
a 1,2­1,7 kg/capo/giorno».
[ UNA STRADA ALTERNATIVA
Ma anziché optare per l’utiliz­
zazione diretta della soia inte­
grale nella razione, l’allevatore
potrebbe anche imboccare un’al­
tra strada, operando in azienda
la spremitura dei semi per la
produzione di panello e olio per
uso alimentare umano o per la
combustione.
«Abbiamo fatto alcune esperien­
ze di spremitura a freddo in
azienda con un’attrezzatura che
lavora circa 2 q/ora e che ha un
costo attorno a 20 mila euro. Con
l’estrazione alla temperatura di
70°C, salvaguardiamo la qualità
del panello che si presenta sfari­
nato o in pellets, con una umidi­
tà del 6­8%, un contenuto protei­
co pari al 41% e un tenore in olio
del 10%. Da ogni quintale di soia
lavorata si ottengono dieci litri
di olio. Il panello va direttamen­
te nel carro unifeed e l’olio può
rifornire il serbatoio del trattore
(70% gasolio e 30% olio di soia
senza alcuna modifica al carbu­
ratore) oppure alimentare un
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impianto per la produzione di
energia. Il costo di produzione
dell’olio in azienda (ammorta­
mento impianto, energia e ma­
nodopera) accisa compresa, è at­
torno a 0,71 euro/litro, quindi
superiore al prezzo del gasolio
agricolo, ma se viene posto sul
mercato può valere 1,20 euro/li­
tro. Una ulteriore possibilità di
utilizzazione dell’olio, che ricor­
diamolo sempre è un sottopro­
dotto del processo descritto, può
avvenire negli impianti di essic­
cazione foraggi con sistemi di
cogenerazione. Ad esempio
un’azienda agricola con 25 ettari
a soia irrigua, può produrre 1000
quintali di semi di soia dai quali
si ottengono 100 quintali di olio.
Ognuno può fare i suoi conti e
decidere come valorizzare al
meglio questo sottoprodotto, ma
quello che conta è disporre di un
panello di alta qualità a prezzi
più bassi rispetto al mercato». n
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Soia aziendale nella dieta. Perchè conviene, come si usa