Come nasce e si trasforma un dizionario: l’esperienza del dizionario Herder italiano-spagnolo CESÁREO CALVO RIGUAL Universitat de València Alcuni mesi fa, una mia allieva che frequentava l’Università di Torino, mi riferì un curioso aneddoto. In un corso di traduzione dallo spagnolo all’italiano aveva osservato che il professore e gli studenti usavano il dizionario di cui vi vorrei parlare. Con un certo orgoglio – non lo nego – la mia allieva commentò che uno degli autori di quel dizionario era il suo professore di italiano dell’Università di Valencia. Sentendo ciò i suoi compagni rimasero alquanto sorpresi, giacché loro – a quanto le spiegarono – immaginavano gli autori di dizionari come persone più che vecchie, quasi con un piede nella tomba. Per fortuna per me, come si può constatare, non è così. La storiella con la quale ho voluto iniziare il mio intervento ci dovrebbe far riflettere su certi luoghi comuni intorno ai dizionari, come ad esempio quell’idea tanto diffusa secondo la quale questo tipo di opere non ha autori, e se ci sono si tratterebbe di venerandi anziani che a malapena escono dalle loro tane. Lasciando da parte gli scherzi, non c’è dubbio che simili idee celano almeno un fondo di verità: il lessicografo, e in modo particolare il lessicografo bilingue – che compone appunto opere destinate alla traduzione e all’insegnamento di lingue straniere –, si è troppo spesso tenuto lontano dai bisogni degli utenti finali di questo tipo di opere, cioè i traduttori e i professori ed alunni dei corsi di lingue. È pure da lamentare come il lessicografo sia rimasto molte volte estraneo ai progressi di due discipline complementari, la Linguistica e la Lessicografia teorica (o Metalessicografia), che hanno contribuito assai all’aggiornamento metodologico dei dizionari, bilingui o meno. Nonostante tutto, non dobbiamo dare tutta la colpa al paziente lessicografo, perché anche dall’altra parte non è infrequente percepire il disprezzo che certi linguisti e letterati manifestano nei confronti dell’attività lessicografica, da questi spesso ritenuta un’occupazione minore e in ogni caso troppo utilitaristica: comunque, come di recente ha detto il romanista Quaderni del CIRSIL – 4 (2005) – www.lingue.unibo.it /cirsil 16 Cesáreo Calvo Rigual Germà Colón (nella prefazione a Guerra Medina 2002), peggio per loro. In questa breve comunicazione desidererei condividere con voi alcune considerazioni relative alla genesi del dizionario bilingue italianospagnolo e spagnolo-italiano pubblicato dalla casa editrice Herder di Barcellona nonché all’ampia rielaborazione a cui è stato sottoposto in questo periodo1. Il Diccionario Italiano Herder (DIH) comparve nelle librerie verso la fine del 1995 (Calvo Giordano 1995). Chi ora vi parla è uno dei suoi autori, responsabile in modo particolare della parte italiano-spagnolo; della parte spagnolo-italiano si è occupata una collega della mia stessa Università, Anna Giordano. Il DIH fa parte della collana di dizionari bilingui della casa editrice Herder diretta dal prestigioso linguista e lessicografo tedesco Günther Haensch2. Il ruolo svolto dal Dr. Haensch nell’elaborazione del dizionario è stato fondamentale: l’infaticabile lettura del lavoro degli autori e il costante, fluido e fruttuoso scambio di pareri tra il Dr. Haensch e gli stessi autori hanno modellato il DIH nel modo in cui ora lo si vede, come un frutto maturo, prodotto di un intenso lavoro e di una attenta riflessione lessicografica. Perché un nuovo dizionario bilingue italiano-spagnolo? Per rispondere a questa domanda è necessario esaminare il panorama della lessicografia italo-spagnola della fine degli anni ’80. Si tratta di un panorama non troppo incoraggiante, come constatava la studiosa Carla Marello – in modo addirittura sin troppo benevolo - nel suo fondamentale libro del 1989 sulla lessicografia bilingue italiana (Marello 1989: 194 ss.). Infatti, vi si delineava una situazione poco favorevole che l’autrice definiva con gli aggettivi “datata” e “tascabile”, per notare che si avevano a disposizione solo due tipi di opere: da una parte pochi dizionari piccoli o medi (comprendenti un lessico di circa 30.000-60.000 entrate), chiaramente inadatti sia per quel che riguarda l’aggiornamento del lessico sia per il minimo sviluppo della loro microstruttura; dall’altra, due dizionari grandi in due volumi (i ben noti Ambruzzi e Carbonell, con più di 1 Il tempo intercorso tra la presentazione di questo lavoro nel gennaio del 2005 e la sua effettiva pubblicazione mi permette di essere più preciso riguardo alle caratteristiche e le date di pubblicazione della nuova edizione completamente riveduta, che dovrebbe vedere la luce entro la prima metà del 2006. 2 Di cui basterà citare l’ottimo manuale di lessicografia di cui è coautore e che è tuttora uno dei migliori (Haensch & al. 1982). Un elenco completo delle sue pubblicazioni si trova in Haensch (2004). Quaderni del CIRSIL – 4 (2005) – www.lingue.unibo.it /cirsil Il dizionario Herder italiano-spagnolo 17 100.000 entrate ciascuno), ancor più antiquati degli altri. Fortunatamente oggi la situazione è alquanto migliorata. Anche a rischio di sembrare un po’ presuntuoso, ritengo che la pubblicazione del DIH (quanto ai dizionari medi) e di quello di Laura Tam (per quelli grandi; cfr. Tam 1997) provocò, verso la metà degli anni ’90, una svolta decisiva rispetto alla situazione descritta dalla Marello. Per tutto ciò - per quel bisogno tanto sentito di poter contare su un dizionario veramente utile - decidemmo di accettare l’incarico della casa editrice Herder per elaborare un dizionario completamente nuovo; perché di un nuovo dizionario si tratta e non della rielaborazione di uno precedente. Non si deve nascondere che la stessa casa editrice Herder aveva stampato più volte tra il 1971 e gli anni 90 un piccolo dizionario bilingue italiano-spagnolo di 358 pagine, ma non ne abbiamo tenuto conto, essendo di una grandezza assai inferiore rispetto a quella propostaci, nonché troppo datato (Herder 1971). Il progetto iniziale prevedeva un volume notevolmente ridotto rispetto a quello che sarebbe stato poi il risultato finale: le circa 600 pagine previste si espansero fino alle 851 del volume pubblicato. Questo scarto fu probabilmente la conseguenza inevitabile dell’affanno degli autori per colmare le enormi lacune dei dizionari precedenti. Sin da un primo momento, quindi, gli autori furono spronati da un desiderio di superare una situazione chiaramente insoddisfacente. Si affiancò ad esso un’esigenza di tipo didattico, una voglia di offrire uno strumento valido agli studenti di italiano o di spagnolo come L2: è un desiderio questo che si esprime soprattutto nelle prefazioni dei due autori nel dizionario3. A questa volontà didattica rispondono direttamente alcuni dei principi ispiratori del dizionario, sia nella prima edizione che nella nuova che stiamo allestendo: → Il dizionario doveva tener conto dei principi della Lessicografia attuale. → Il dizionario doveva servire tanto ad ispanofoni quanto ad italofoni, anche se apparentemente sembra risultare privilegiato il primo grup3 “Este diccionario es fruto básicamente de mi experiencia como profesor de Lengua Italiana. A través de los años he podido ir constatando los problemas especialmente de tipo léxico con los que irremediablemente se enfrentan nuestros alumnos. Por ello, mi intención a la hora de redactar este diccionario ha sido la de ayudarles en su aprendizaje, intentando allanar el máximo posible las mencionadas dificultades.” (Calvo-Giordano 1995: 7). “Este diccionario es fruto de una experiencia docente de largos años durante los cuales he tenido que solucionar con mis estudiantes innumerables problemas de traducción. A ellos va dirigida la parte español-italiano de este diccionario con el deseo de que les sea de utilidad tanto en la tarea diaria e inmediata de la traducción general como en la más detenida de la traducción filológica.” (Calvo-Giordano 1995: 453) Quaderni del CIRSIL – 4 (2005) – www.lingue.unibo.it /cirsil 18 Cesáreo Calvo Rigual po, dato che la metalingua del dizionario è lo spagnolo. → Il dizionario doveva servire sia per la codificazione che per la decodificazione, per cui era necessario non dimenticare che gli equivalenti non erano semplici spiegazioni del lemma, bensì dovevano servire come veri e propri traducenti. → Si doveva prestare una particolare attenzione al lessico attuale e al lessico colloquiale, senza esclusioni di settori finora trascurati, come il lessico volgare e malsonante, così come gli americanismi. → Un’attenzione prioritaria andava riservata all’inclusione di elementi fraseologici, senza dimenticare il campo tanto trascurato delle collocazioni. → Gli autori del dizionario dovevano porre il massimo delle loro cure nel distinguere le accezioni delle parole polisemiche, così come nell’offrire equivalenti dello stesso livello linguistico, oppure nel segnalarne la differenza se questo non fosse stato possibile. → Uno sforzo particolare andava compiuto per includere, entro i limiti di un dizionario medio, degli esempi d’uso delle parole. → Il dizionario doveva offrire, infine, in modo sistematico, certe informazioni utili per lo studente di spagnolo e d’italiano come L2 e per il traduttore, come ad esempio le reggenze dei verbi e di altre categorie grammaticali, le forme irregolari e i modelli di coniugazione nonché il posto dell’accento tonico nelle parole italiane, una difficoltà particolarmente sentita dagli studenti ispanofoni. Potrei passare a descrivere minuziosamente le caratteristiche del dizionario, sia nella macrostruttura sia nella microstruttura, ma credo sia facile constatare che non c’è lo spazio per poterlo fare, e d’altra parte, potrebbe risultare un po’ prolisso. Per questo motivo, limiterò la mia esposizione al commento di alcuni aspetti che sono il frutto dei principi appena esposti, e che al momento della pubblicazione del dizionario potevano considerarsi novità più o meno salienti nel campo dei dizionari spagnolo-italiano. Per farsi un’idea più precisa di come sia fatto il dizionario si troverà in allegato la riproduzione di una pagina del dizionario attuale e la stessa pagina con la veste approssimativa che assumerà nella nuova edizione (Calvo-Giordano 2006 in corso di stampa). Si vedano in primo luogo i dati numerici riguardanti il dizionario DIH: Quaderni del CIRSIL – 4 (2005) – www.lingue.unibo.it /cirsil 19 Il dizionario Herder italiano-spagnolo Pagine totali Istruzioni per l’uso Compendi grammaticali Abbreviazioni Parte italiano-spagnolo Parte spagnolo–italiano Scarto tra le due parti 851 22 (11+11) 77 (37+39) 6 (3+3) 382 (entrate: 33.581) 338 (entrate: 30.591) 11% Si noti lo scarto tra le due parti, dovuto alla differenza nella scelta dei rispettivi lemmari e al mancato controllo incrociato tra le due parti (per l’insufficienza dei mezzi elettronici a disposizione in quel momento)4. Passeremo ora – come annunciato – ad una sintetica esposizione delle novità che nell’opinione degli autori introdusse al suo tempo il DIH: a) Selezione del lessico: gli autori si sono sforzati al massimo – nel rispetto di un lemmario più o meno comune agli altri dizionari della casa editrice – affinché nel dizionario comparissero in modo ampio certi tipi di unità lessicali sistematicamente emarginati nei dizionari italianospagnolo precedenti: – i neologismi più recenti – il lessico specifico dei diversi campi del sapere – il lessico colloquiale, e in particolar modo quello volgare. Es.: fam: chiappa, chiedere, chiodo, cicchetto; pop: cicca; vulg: chiavare, chiavata. Nel primo caso ci furono molto utili i numerosi repertori (particolarmente frequenti sono quelli italiani) pubblicati negli anni ’80 e ’90, soprattutto l’originale e ottimo dizionario bilingue di S. Monti e M.V. Calvi (Monti-Calvi 1990). Fra tutte le mancanze segnalate ci sembrava particolarmente grave l’assenza nei dizionari precedenti del lessico colloquiale e anche di quello volgare e malsonante, la cui conoscenza da parte del parlante – e quindi la loro inclusione nel dizionario –, lasciando da parte falsi moralismi e atteggiamenti puritani, consideravamo ingiustificabile. 4 L’uso di un sussidio elettronico ha permesso di risolvere questo problema, per cui la nuova edizione avrà un rapporto più equilibrato tra le due parti, con un piccolo scarto per lo spagnolo, giustificato dalla presenza di americanismi, parole logicamente assenti nel lemmario italiano. La parte italiano-spagnolo avrà circa 36.000 entrate (esclusi i rimandi), mentre quella spagnolo-italiano ne avrà 37.000 circa (con uno scarto, quindi, inferiore al 2,7%). Quaderni del CIRSIL – 4 (2005) – www.lingue.unibo.it /cirsil 20 Cesáreo Calvo Rigual b) Nomi propri: sono stati inclusi molti nomi propri, per due diversi motivi: – Nella maggior parte dei casi si tratta di nomi propri le cui forme differiscono in spagnolo e italiano: toponimi (Milano-Milán, MonacoMunich, Tamigi-Támesis, Tevere-Tíber...), antroponimi di vari tipi (Achille-Aquiles, Cappuccetto Rosso-Caperucita Roja, Gesù-Jesús, Topolino-Micky Mouse, Traiano-Trajano...), altri (Corano-Corán, Matusalemme-Matusalén...), ecc. L’informazione su queste parole è vitale per chi studia l’altra lingua. – In alcune occasioni si trattava di nomi che danno luogo a unità fraseologiche che in altro modo non troverebbero posto sul dizionario: Babia (estar en Babia), Adone (essere un Adone), Pilato (fare come Pilato), Parigi (Parigi ben val una messa), Berta (nel tempo che Berta filava), Dio, Cristo, Madonna... c) Accento e pronuncia: abbiamo rinunciato ad offrire la trascrizione fonetica di tutti i lemmi, per il troppo spazio che avrebbe rubato ad altre informazioni che ritenevamo più utili. D’altra parte, la corrispondenza tra grafia e pronuncia, specialmente nello spagnolo, è quasi totale. Per l’italiano abbiamo deciso di offrire l’informazione sulla posizione dell’accento delle parole sdrucciole e in generale su tutte quelle divergenti dallo spagnolo, dato che questa è la principale carenza della grafia dell’italiano. Es.: chiavica, chiedere... D’altra parte, abbiamo deciso di usare le sigle ingl e fr per segnalare quelle parole straniere che vanno pronunciate in modo più o meno approssimativo come nelle lingue di origine. Es.: chiffon (fr), chip (ingl)... Questa procedura - come vedremo più avanti - cambierà nella nuova edizione. d) Verbi pronominali: si è rinunciato a offrire una classificazione di questi verbi con etichette quali riflessivo, reciproco, transitivo pronominale, ecc. La motivazione è chiara: il parlante (e perfino il linguista) non è spesso capace di determinare con precisione il valore della particella pronominale; si tratta frequentemente di un dato privo d’interesse. Per questo abbiamo optato per l’unificazione di tutti i valori mediante un’unica etichetta: ~rsi per l’italiano, ~se per lo spagnolo. Es.: chiamare-(2)~rsi. e) Informazioni grammaticali: anche se può sembrare strano, pochi dizionari offrivano (e nessuno in modo sistematico) un insieme di informazioni così importanti per un utente ispanofono come le seguenti, che invece compaiono sistematicamente nel DIH: Quaderni del CIRSIL – 4 (2005) – www.lingue.unibo.it /cirsil Il dizionario Herder italiano-spagnolo 21 – Verbi sdruccioli della 1ª coniugazione (ábito di fronte a lavóro): chiarificare <esd> (anche in Alvisi 1982). – Verbi della 3ª coniugazione con incremento incoativo: Es.: chiarire <isc> (anche in Alvisi 1982). – Ausiliare dei verbi intransitivi: chiedere (intr.: avere), ciancicare (intr.: avere) (anche in Schepisi-Sañé 1988). f) Abbondanza di informazioni sulla costruzione e la combinazione delle parole, delle volte in modo implicito (con esempi d’uso), altre volte in modo esplicito. Si veda s.v. chiedere, ci, cibare g) Presenza abbondante di elementi fraseologici (locuzioni, modi di dire, proverbi). Oltre all’assenza del lessico attuale e del vocabolario colloquiale e volgare, questa è una delle grandi mancanze dei dizionari precedenti, in particolare di quelli piccoli e medi. Si veda s.v. chiamare, chiaro, chiave.. L’elaborazione di questa prima edizione del DIH fu eseguita con mezzi informatici che non esiterei a qualificare di rudimentari, poiché si limitò all’uso di un word processor per scrivere il dizionario. Con lo scopo di superare le enormi limitazioni di questo formato, mi accinsi a costruire una banca dati nella quale introdurre il dizionario per la seconda edizione, dato che è questo il formato elettronico che ritenevo più adatto. Il programma utilizzato è stato FileMaker Pro, che presenta due vantaggi: è multipiattaforma (cioè, ammette diversi sistemi operativi) e permette il lavoro contemporaneo in rete di più utenti. Il risultato è stato un complesso database relazione che offre innumerevoli e indubbi vantaggi, tra cui i seguenti: – Permette un controllo maggiore nell’introduzione dei dati: essendo costretti a introdurre ognuno di essi in un campo diverso è possibile determinarne i parametri. Per esempio, in un campo che preveda l’immissione di marche geografiche verranno ammessi solo quegli elementi previsti in una lista predeterminata e non altri. – Permette un controllo diretto sul risultato, cioè, sul formato in uscita dei dati. Dalla banca dati viene fuori il dizionario già pronto per la pubblicazione. – Permette di capovolgere ognuna delle due parti del dizionario: prendendo come base la parte spagnolo-italiano si può creare una nuova lista nella quale ciò che erano equivalenti italiani ora compaiono come lemmi, mentre quelli che erano i lemmi spagnoli sono diventati ora equivalenti, corredati di tutte le informazioni, marche ed esempi relativi. Così possiamo controllare che tutto ciò che compare in una parte Quaderni del CIRSIL – 4 (2005) – www.lingue.unibo.it /cirsil 22 Cesáreo Calvo Rigual come equivalente comparirà pure nell’altra come lemma. – Ed evidentemente permette di eseguire qualsiasi tipo di ricerca, semplice o molto complessa, impossibile nel formato precedente. Passiamo ora ad occuparci dell’altra questione annunciata nel titolo della mia comunicazione, una questione che considero interessante: la trasformazione che è in corso del DIH, che sfocerà nella pubblicazione, agli inizi del 2006, del dizionario rinnovato che farà parte della collana dei cosiddetti Diccionarios Compactos Herder, e che avrà un formato ed un’estensione un po’ superiori all’attuale. Non è, però, la veste esterna il cambiamento più significativo che subirà il dizionario, bensì alcuni aspetti sostanziali riguardanti la macrostruttura e la microstruttura ai quali vorrei fare riferimento nel tempo che rimane: a) Numero delle voci: ovviamente una delle innovazioni riguarda la crescita nel numero delle voci, che risponde a cause diverse: – Logica inclusione di neologismi e di altre parole, locuzioni e accezioni non presenti nell’edizione del 1995. – Inclusione nel lemmario delle sigle e delle abbreviazioni, che prima si trovavano in un’appendice. – Inclusione come lemmi di numerose forme verbali irregolari con relativo rinvio all’infinito. – Inclusione di voci prima presenti solo in una delle parti. b) Miglioramento della tipografia: è facile verificare che la prima edizione del dizionario ha come punto debole la leggibilità. È stata questa, giustamente, la critica maggiore rivolta al DIH. Nella nuova edizione si avranno delle modifiche in questo campo, in corrispondenza con determinati cambiamenti nella microstruttura; per esempio, un formato di pagina più grande, l’uso nell’area semantica dell’entrata del grassetto e del grassetto corsivo, oltre a un segno speciale (un rombo) che introdurrà la fraseologia. Es. chiamare, chiaro... c) Si introduce la trascrizione fonetica (con l’uso dell’Alfabeto Fonetico Internazionale) di tutte quelle parole la cui pronuncia non sia direttamente deducibile dalla grafia dello spagnolo o dell’italiano. La trascrizione non corrisponde alla pronuncia della parola nella lingua di partenza, ma alla pronuncia più abituale in spagnolo e in italiano (anche con oscillazioni opportunamente riportate). Es: chic, chicane, chip... d) Esempi e fraseologia: si potrà convenire con il sottoscritto che è questo un aspetto essenziale; nella nuova edizione abbiamo deciso di distinQuaderni del CIRSIL – 4 (2005) – www.lingue.unibo.it /cirsil Il dizionario Herder italiano-spagnolo 23 guere, sia per quanto riguarda l’ordinazione sia per la tipografia, fra due tipi di elementi sintagmatici che sono molto diversi per natura e per gli scopi, la fraseologia e gli esempi d’uso e collocazioni, che prima comparivano mischiate: – Gli esempi d’uso e le collocazioni appaiono ora in corsivo all’interno dell’accezione che devono illustrare. – Le unità fraseologiche passano ad una sezione finale dell’articolo, separata dal resto con un segno speciale ed ordinate alfabeticamente. – Questa presentazione agevola senza ombra di dubbio la consultazione del dizionario e permette di sfruttare al meglio ogni tipo d’informazione. D’altra parte serve ad evitare una difficoltà con la quale ogni tanto ci incontravamo, ovvero quando una certa unità fraseologica doveva essere assegnata a una certa accezione e non se ne trovava nessuna adatta. e) Si offre ora la forma femminile di tutti gli aggettivi, sia nella lingua di partenza, sia in quella di arrivo. f) Cambiamenti nell’uso e nella selezione delle marche: sono state introdotte alcune modifiche frutto delle riflessioni degli autori e di quelle della Lessicografia contemporanea. Mi limiterò a commentare tre casi: – Le sigle pop y fam sono state sostituite da un’unica marca nuova: coloq. In uno studio recente del sottoscritto (Calvo 2003) si è potuto verificare – come già d’altra parte si poteva supporre – che l’uso di quelle marche non rispondeva assolutamente ad un criterio chiaro, né nel DIH né in altri dizionari monolingui e bilingui analizzati. Per questo si è preferito adottare una marca molto più facile da adoperare per contrapposizione ad un registro medio o neutro. – La marca lit è stata sostituita da una nuova (elev = elevado), dopo aver constatato che non tutto ciò che è al di sopra del succitato registro medio o neutro è letterario, ma solo ‘elevato’. D’altra parte, la marca lit ha assunto un nuovo valore come marca diatecnica o di specialità: ora accompagna i termini propri della critica letteraria, la retorica e la metrica. – È scemato in modo drastico l’uso della sigla fig, di cui la maggior parte dei dizionari tende ad abusare. Si mantiene in quei casi in cui serva veramente a distinguere un’accezione figurata da un’altra che non lo è; al posto suo abbiamo preferito in molti casi indicare esplicitamente – con specificazioni semantiche tra parentesi – in che cosa consista quell’accezione figurata. Es.: chiarificare, chicca... Quaderni del CIRSIL – 4 (2005) – www.lingue.unibo.it /cirsil 24 Cesáreo Calvo Rigual g) Falsi amici e cambiamenti di categoria grammaticale: si sono segnalati con un segno particolare (!) quei sostantivi di forma identica nella L2 ma con un genere diverso (es.: sangue-sangre). Lo stesso accorgimento è stato adoperato per attirare l’attenzione dell’utente del dizionario sui cosiddetti falsi amici. Conclusione Come hanno segnalato tutti quelli che si occupano - o se ne sono occupati in passato - di lessicografia bilingue italo-spagnola, c’è ancora molto da fare per portarla allo stesso livello di qualità di altre lessicografie che, in questo ambito, hanno alle spalle una tradizione più assodata. Tuttavia crediamo che i passi compiuti nell’ultimo decennio siano stati più che incoraggianti. L’interesse crescente per lo spagnolo in Italia e nel mondo e per l’italiano nei paesi ispanofoni deve costituire uno stimolo affinché le case editrici si decidano a migliorare i propri dizionari e a lanciare prodotti nuovi sempre più richiesti da questo mercato in crescita. Gli utenti, da parte loro, dovrebbero – con le armi a loro disposizione, principalmente la capacità di scelta – far valere i propri diritti per poter disporre di opere utili, aggiornate e ben impostate dal punto di vista metodologico; purtroppo, la mancanza di una cultura dizionaristica nei nostri paesi non ha dato spazio a una necessaria pressione da parte degli utenti. Gli autori del DIH hanno cercato – e continuano a cercare – di offrire il loro modesto contributo per il raggiungimento di questo obiettivo. Gli studenti, i docenti, i traduttori e i critici hanno l’ultima parola: saranno loro a dire se sono usciti vittoriosi nella loro impresa.5 5 Vorrei ringraziare innanzitutto la collega della mia Università e co-autrice del dizionario, Anna Giordano, per l’aiuto costante che da lei ho avuto e per essere una persona con la quale è sempre un piacere lavorare. Un altro ringraziamento va al collega della mia Università Riccardo Cinotti, che ha rivisto il testo e ha apportato diverse correzioni che senza dubbio lo hanno migliorato. Quaderni del CIRSIL – 4 (2005) – www.lingue.unibo.it /cirsil Il dizionario Herder italiano-spagnolo 25 BIBLIOGRAFIA ALVISI A. (1982), Diccionario esencial italiano-español, españolitaliano Diáfora, Barcelona, Malipiero-Diáfora (Club Lexicográfico Internacional), 1982 (revisada sobre la edición de Malipiero, 1972, por J. Arce). CALVO RIGUAL C. (2003), “L’uso delle marche col, fam, pop e volg in dizionari italiani”, in M.ª T Echenique Elizondo, R. O. Werner, E. 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Quaderni del CIRSIL – 4 (2005) – www.lingue.unibo.it /cirsil chiacchier|ino, -a adj parlanchín, -ina, cotilla, hablador, a; ~io (-rii) m cotorreo, chismorreo; ~one, -a adj parlanchín, -ina, cotilla, hablador, -a chiama f adm llamada, llamado m ◊ fare la ~ pasar lista; ~re 1. vt llamar; adm nombrar; ~ qc a una cattedra nombrar a alg catedrático, darle a alg una plaza de catedrático; 2. ~rsi (nombre, apellidos) llamarse; (apellidos) apellidarse ◊ ~ al telefono llamar al teléfono; ~ alle armi llamar a filas; ~ in causa qc jur ordenar comparecer a alg; fig llamar a alg a capítulo; ~ la palla sport pedir la pelota, pedir bola; ~ le cose per il loro (vero) nome llamar a las cosas por su nombre, (llamar) al pan pan y al vino vino; ~ q per nome llamar a alg por su nombre; il Signore l’ha chiamato a sé el Señor lo ha llamado a su casa/se lo ha llevado; ~ta f llamada, llamado m (Am) chiappa (usado sobre todo en pl) f coloq nalga (estánd) ◊ le ~e el culo (m), el trasero (m) chiar|a f (huevo) clara; montare, battere le ~e montar las claras; ~etto 1. m ="vino lombardo rosado y espumoso"; 2. adj (vino) clarete, rosado; ~ezza f claridad, nitidez chiarifica|re vt 1. (líquidos) aclarar, clarificar; 2. (idea...) aclarar, clarificar, esclarecer; ~tore, -trice adj clarificador, -a, esclarecedor, -a; ~zione f (líquidos, tamb. fig) aclarado m, clarificación chiarimento m aclaración f; chiedere un ~ pedir una aclaración ◊ avere un ~ con qc aclarar las cosas con alg, poner las cosas en claro con alg chiarina (var. chiarino m) f mús/mil clarín m chiarire vt 1. (líquidos) aclarar, clarificar; 2. (explicar) aclarar, esclarecer, averiguar chiarissimo, -a adj ="tratamiento dado a los profesores universitarios" Chiar.mo, -a abr ="tratamiento dado a los profesores universitarios"; ~ Prof. Distinguido Prof.; ~a Prof.ssa Distinguida Prof. chiaro, -a adj/m/adv claro, -a ◊ ~ come la luce del sole claro como la luz del día; ~ e tondo rotundo, tajante; cantarle ~e hablar claro, hablar sin tapujos, cantar las cuarenta; con questi ~i di luna adv con los tiempos que corren; è ~ che está claro que; è ~? ¿está claro?; in ~ adv TV en claro; mettere in ~ qc aclarar u/c, dejar claro u/c; non vederci ~ no acabarlo de ver claro; parlare ~ (e DICCIONARIO COMPACTO ITALIANO HERDER (in corso di stampa) (corrisponde alle pagine 132-133 di Calvo-Giordano 1995) tondo) hablar sin rodeos, hablar en plata; più ~ di così si muore más claro agua; un no ~ e tondo un no rotundo; ~re m claridad f; ~scuro (pl chiaroscuri) m arte claroscuro; ~veggente adj/s clarividente; ~veggenza f clarividencia chiasm|a m med quiasma; ~o m lit quiasmo chiass|ata f jaleo m, follón m, alboroto m; escándalo m, número m; fare una ~ armar un escándalo, montar un número; ~o m 1. jaleo, bulla f, jarana f; estruendo, escándalo, bullicio, bochinche; 2. callejón ◊ fare ~ armar jaleo; fig levantar ampollas; ~one, -a adj/s follonero, -a, jaranero, -a, juerguista; ~oso, -a adj 1. ruidoso, -a, bullicioso, -a; 2. (vestido, color) llamativo, -a, vistoso, -a chiatta f barcaza, gabarra chiava|io (pl -ai) m cerrajero; ~rda f perno m; arq perno de anclaje m; ~re vt vulg joder, follar, chingar; ~ta f 1. vulg polvo m, follada; 2. vulg timo m (coloq), clavada (coloq) chiave 1. f 1. llave; 2. arq/mús/tecn tamb. fig clave; 3. sport llave; 2. adj inv (pospuesto) clave; parola ~ palabra clave ◊ ~ d’accensione auto llave de arranque; ~ di volta arq clave del arco; ~ inglese, fissa, a stella tecn llave inglesa, fija/plana, de estrella; ~i in mano adj llaves en mano; buco della ~ f ojo/hueco della cerradura; chiudere a ~ cerrar con llave; chiudere sotto ~ encerrar bajo llave; chiuso a sette ~i adj cerrado a cal y canto; ~tta f (reloj, juguete) llave, llavín m; (gas, agua) llave de paso; mec chaveta chiavica f alcantarilla, cloaca chiavistello m cerrojo, pestillo, pasador chiazza f mancha, manchurrón m; ~re vt manchar chic [Sik] 1. adj inv chic, elegante adj; 2. m elegancia f chicane [Si'kan] f inv auto chicane f chicca f 1. infant (golosina) chuchería, chuche; 2. (cosa preciosa y rara) joya chicchera f jícara, pocillo m, tacita chicchessia pron quienquiera (que sea) chicchirichì onom/m quiquiriquí chicco (pl -chi) m (café, arroz, trigo...) grano chiedere <chiesi; chiesto> V. 9 1. vt 1. pedir; ~ perdono/scusa pedir perdón; ~ in prestito pedir prestado; 2. preguntar; ~ il prezzo di qc preguntar (por) el precio de algo; 2. vi preguntar (di por); mi chiede di te continuamente me pregunta por ti continuamente; chiedono di te al telefono preguntan por ti al teléfono chierica f tonsura chiericato m clerecía f chierichetto m monaguillo chierico (pl -ci) m clérigo chies|a f iglesia chiesi..., chiesto V. chiedere chiesuola f 1. nav bitácora; 2. desp/fig camarilla chiffon [Si'fÁn] m inv chiffon; ~ier m inv chiffonier, cajonera f chiglia f nav quilla chignon [Si'ɲÁn] m inv moño m chihuahua [tSi'wawa] m zool chihuahua chilificazione f med quilificación chilo m 1. med quilo; 2. kilo(gramo), quilo(gramo) ◊ fare il ~ reposar/bajar la comida; ~caloria f kilocaloría; ~ciclo m kilociclo; ~grammo m kilogramo, quilogramo chilometr|aggio (pl -gi) m quilometraje; ~ico, -a (m pl -ci) adj kilométrico, -a, quilométrico, -a; ~o m kilómetro, quilómetro chiloton m inv fís kilotón chilowatt ['kilovat] m inv kilovatio m, quilovatio; ~ora [kilovat'tora] m inv kilovatio hora m chimer|a f quimera; ~ico, -a (m pl -ci) adj quimérico, -a chimic|a f química; ~o, -a (m pl -ci) adj/s químico, -a chimo m med quimo; ~no m quimono china f 1. bot quino m; med quina; 2. tinta china; 3. geogr pendiente ◊ mettersi su una brutta ~ ir por mal camino; ~re vt inclinar, agachar ◊ ~ la testa tamb. fig agachar la cabeza; ~to, -a adj 1. inclinado, -a, agachado, -a; 2. med quinado, -a chincaglier|e m quincallero; ~ia f quincallería, quincalla; com quincallería chinesiologia V. cinesiologia chinin|a f quinina; ~o m quím quinina f chino, -a adj agachado, -a, gacho, -a ◊ stare a/col capo ~ estar cabizbajo, estar con la cabeza gacha chioccia (pl -ce) f (gallina) clueca; ~re vi <avere> cacarear; ~ta f zool pollada chioccio, -a (m pl -ci, f pl -ce) adj (voz) rauco, -a, bronco, -a chiocciola f 1. zool caracol m; 2. informát/impr (@) arroba ◊ a ~ adj en espiral; scala a ~ f escalera de caracol chiod|ato, -a adj clavado, -a; (calzado, neumático) claveteado, -a; ~atura f 1. (unión con clavos) clavado m; 2. (conjunto de clavos) clavazón; ~o m 1. clavo; piantare, togliere un ~ clavar/poner, quitar un clavo; 2. (preocupación) cruz f; il ~ di quel debito lo perseguita la cruz de aquella deuda le persigue; 3. jerga (cazadora) chupa f ◊ ~ ad uncino alcayata (f), escarpia (f); ~ da ghiaccio, da roccia sport (alpinismo) pitón de hielo, de roca; ~ di garofano bot clavo; ~ fisso idea fija (f), fijación (f); ~ scaccia ~ un clavo saca otro clavo; attaccare i guantoni, la bicicletta al ~ sport colgar los guantes, colgar la bicicleta; magro come un ~ adj delgado como un palillo; ribadire il ~ dar la tabarra; roba da ~i f bobadas, estupideces chioma f melena, cabellera; zool (caballo) crines mpl; bot copa; astron cabellera chiosa f glosa, apostilla; ~re vt apostillar, anotar; elev glosar; ~tore, -trice m/f anotador, -a; glosador, -a chiosco (pl -schi) m quiosco, kiosko; chiringuito chiostro m arq claustro chip [tSip] m inv chip m chiragra f med quiragra chiroman|te m/f quiromántico, -a; ~zia f quiromancia chirottero m zool quiróptero chirurg|ia (pl -gie) f cirugía; ~ dentaria, plastica cirugía dental, plástica/estética; ~ico, -a (m pl -ci) adj quirúrgico, -a ◊ intervento ~ m intervención quirúrgica (f); ~o (f raro -a, m pl -ghi/-gi) m cirujano, -a chisciott|esco, -a (m pl -chi) adj quijotesco, -a; ~ismo m quijotismo chissà adv 1. (aparece entre pausas) quién sabe, (vete tú) a saber; è possibile, ~, che venga ancora es posible, quién sabe, que venga todavía; 2. (seguido de una frase) quizás, a lo mejor, a saber; ~ se viene quizás venga; ~ quando arriverà a saber cuando llegará chitarr|a f mús guitarra; ~ista m/f guitarrista chitina f quím quitina chiudere <chiusi; chiuso> V. 10 1. vt cerrar; (calle, carretera; luz, agua...) cortar; (agujero, fallo) tapar, cubrir; econ saldar; adm clausurar, levantar; (encarcelar) encerrar; 2. vi cerrar; 3. ~rsi cerrarse; encerrarse; meteo encapotarse; ◊ ~ la bocca (a q) taparle la boca (a alg); ~ la seduta levantar la sesión; ~ le scuole acabarse el curso, acabarse las clases; ~ un occhio hacer la vista gorda, mirar hacia otra parte; non ~ occhio no pegar ojo chiunque pron inv 1. (indefinido) cualquiera, cualesquiera pl; 2. (relativo) quien quiera que, quienes quiera que pl, cualquiera que, cualesquiera que pl; ~ sia quien quiera que sea, quienes quiera que sean chiurlo m zool zarapito chius|a f 1. mec compuerta, esclusa; 2. geogr hoz, foz, barranco m; 3. (carta, poesía...) conclusión, fin m, cierre m; ~i... V. chiudere; ~o, -a 1. adj cerrado, -a; tapado, -a; ling tamb. fig cerrado, -a; 2. m cercado; cerrado; puzza di ~ olor a cerrado; 3. pp V. chiudere ◊ ~ a sette chiavi cerrado a cal y canto; ~ura f 1. cierre m; ~ di borsa cierre de la bolsa; ~ del giornale cierre de la edición; (acto) clausura; 2. cerradura, cierre m; 3. (mente) cerrazón ◊ ~ delle tube med ligadura de trompas; ~ lampo cremallera, cierre relámpago (m Am) choc [SÁk] m inv med tamb. fig shock m, choque m ci (ante otro pr (1) ce, ante los verbos essere y entrare c’) pron 1. nos; 2. (sustituye un complemento de lugar) (allí); conosci Roma? Io ~ sono stato due volte ¿conoces Roma? Yo he estado (allí) dos veces; non mi piace il mare, ma ~ dovrò andare quest’estate no me gusta el mar, pero tendré que ir (allí) este verano; 3. (sustituye un complemento introducido por diferentes preposiciones) (prep + nombre); tuo padre è simpatico, ma non ci vado troppo d’accordo tu padre es simpático, pero no me llevo bien con él; 4. (variante del pr si impersonal, ante el pr reflexivo si) uno; ci si sente bene in questa città uno se encuentra bien en esta ciudad; 5. (con el verbo essere: esserci) hay, había...; qui c’è troppa gente, qui ~ sono troppe persone aquí hay demasiada gente, aquí hay demasiadas personas; (con el verbo stare: starci) caber; la tua macchina non ~ sta tu coche no cabe; estar de acuerdo; a queste condizioni io non ~ sto con esas condiciones yo no estoy de acuerdo; (con el verbo tenere: tenerci) estar interesado (a en); ~ tengo molto a conoscere il direttore estoy muy interesado en conocer al director; (con el verbo entrare: entrarci) tener que ver; che c’entra tua madre? ¿qué tiene que ver tu madre?; (con el verbo volere: volerci) hacer falta; ~ vogliono molti soldi hace falta mucho dinero; C.ia (Compagnia) abr (compañía) cía. ciabatt|a f zapatilla, pantufla, chancla, chancleta ◊ sembrare una vecchia ~ ir hecho/a un/a pordiosero/a, ir hecho/a unos zorros; trattare q come una ~ tratar a alg como a un trapo; ~are vi <avere> chancletear; ~ino m zapatero remendón; ~one, -a m/f ="persona que chancletea" f; desp chapucero, -a, manazas inv ciac (var. ciak) 1. m inv cine claqueta f; 2. excl ¡acción! ◊ ~, si gira! ¡cámara: acción! Ciad: il ~ m geogr el Chad; *~iano, -a adj/s chadiano, -a ciald|a f gastr barquillo m; ~onaio (pl -ai) m barquillero; ~one m gastr ="barquillo relleno de nata" cialtron|ata f granujada, canallada, mala pasada; ~e, -a m/f 1. granuja, canalla, bribón, -ona; 2. vago, -a, gandul, -a, haragán, -ana; ~eria f (cualidad) granujería, sinvergüencería; (acción) granujada, canallada ciambella f gastr rosco m, rosca, rosquilla ◊ ~ (di salvataggio) salvavidas (inv); non tutte le ~e riescono con il buco el hombre propone y Dios dispone; ~no m chambelán ciancia (pl -ce) f paparrucha, embuste m, cuento chino m; chisme m, cotilleo m; ~re vi <avere> charlar, parlotear, cotorrear ciancicare vi <avere> farfullar, balbucear cianfrusaglia f trasto m, cacharro m ciani|drico, -a (m pl -ci) adj quím cianhídrico, -a; ~te f min cianita ciannamide f quím cianamida ciano|si f inv cianosis; ~tico, -a adj med cianótico, -a cianur|azione f cianuración; ~o m cianuro ciao! excl 1. coloq ¡hola!; 2. coloq ¡adiós!, ¡hasta luego!, ¡chao! ciarla f charla, cháchara; bulo m, chisme m; ~re vi <avere> charlar, parlotear; cotillear, chismorrear ciarlatan|eria f charlatanería; ~o, -a m/f charlatán, -ana ciarliero, -a (var. ciarlone, -a) m/f parlanchín, -ina, bocazas ciarpa f desp trasto m, cacharro m; ~me m desp cachivaches mpl, trastos mpl ciascuno, -a 1. adj sing (los terminaciones como las del artículo un, una) cada inv; 2. pron sing cada uno, -a ◊ a ~ il suo adv a cada uno/a cada cual lo suyo, a cada uno/a cada cual lo que le corresponde cibare 1. vt zool cebar; 2. ~rsi cebarse; fig vivir vi; ~rsi solo di scienza vivir sólo para la ciencia Cibele f mitol Cibeles ciber|nauta m/f informát cibernauta; ~netica f cibernética; ~spazio (pl -zi) m informát ciberespacio cibo m comida f, alimento; ~rio (pl -ri) m arq ciborio cical|a f zool cigarra, chicharra ◊ ~ di mare zool cigala; ~are vi <avere> chismorrear, parlotear; ~eccio (pl -ci) m chismorreo, parloteo; elev garrulería f cicatri|ce f cicatriz; ~ziale adj cicatricial; ~zzante adj/m cicatrizante; ~zzare vt/i cicatrizar; ~zzazione f cicatrización cicca f 1. (cigarrillo) colilla; 2. coloq chicle m, goma de mascar ◊ non valere una ~ no valer un pimiento, no valer un pucho (Am); ~re vi <avere> mascar cicchetto m copita f, copichuela f (coloq); farsi un ~ tomarse una copita/copichuela; regañina f, rapapolvo, reprimenda f