Anno IV – Numero 672
AVVISO
Ordine
1. Ordine: Campagna di
prevenzione dai danni
generati dal sole
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
2. Un maschio su mille ha
il cancro al seno
Prevenzione e
Salute
3. TIP(A) da spiaggia
4. Col caldo l'otite è in
agguato I microtraumi
non perdonano
5. Acquafobia: come
affrontarla e vincerla
6. Droghe. Genitori, ecco
che cosa fare se avete
dubbi sui vostri figli
Venerdì 26 Giugno 2015, S. Virgilio, Rodolfo, Elisa, Filippo
Proverbio di oggi………..
'O cane mòzzeca ò stracciato.
Il cane morde lo straccione.
COLORI "SIMBOLO" E LE LORO STORIE
Perché le palline da tennis sono gialle? Da quando il camice dei
medici è bianco, e quello dei chirurghi, verde?
AZZURRO PER LUI, ROSA PER LEI. La colorazione per genere degli abiti per
bebè è un'usanza che risale alla metà del 19esimo secolo. Prima di allora,
maschi e femmine venivano avvolti negli stessi panni bianchi. Quindi furono
introdotti il rosa e l'azzurro perché si pensava che il primo colore si intonasse
all'incarnato dei bambini castani, e il secondo a quello dei neonati biondi con
gli occhi azzurri. Intorno al 1940 le industrie di abbigliamento iniziarono a
produrre un gran numero di vestitini rosa e pantaloni azzurri, stabilendo di
fatto quale colore attribuire a ciascun genere. La suddivisione fu rafforzata
dall'introduzione, negli anni '80, delle ecografie in gravidanza, che resero
possibile per la prima volta conoscere il sesso del nascituro.
ACQUAFOBIA: COME AFFRONTARLA
E VINCERLA
Come aiutare il vostro bambino a superare la paura dell'acqua,
fobia comune anche a molti campioni di nuoto che ne soffrivano
da piccoli è ormai immotivata.
Il vostro bimbo si rifiuta di entrare in acqua?
Questa fobia, che colpisce circa 3 bambini su
100, non
mai immotivata. Può essere
generata dall’idea che l’acqua sia un liquido
penetrabile, in cui si può affondare (come gli
oggetti che i bambini possono buttare in acqua), dalla sensazione di infinito
che il mare restituisce ai loro occhi, oppure dalla percezione della piscina
come qualcosa di profondo e poco gestibile.
CHE FARE? Con qualche piccolo trucco e un po’ di pazienza è possibile
aiutarli a godere di tutto il divertimento che le attività in acqua offrono.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 672
TIP(A) DA SPIAGGIA
Quando fa caldo, aumenta il rischio di fastidi laggiù. Segui
queste semplici regole e ti assicuri benessere per 24/h
Sole, mare, nuotate: la sintesi perfetta del benessere estivo, ma non per
la tua sfera intima. La sabbia può irritare i
IN SPIAGGIA TUFFATI...
genitali esterni e, poi, ci si mette anche l'acqua di mare che è sì
antinfiammatoria, (quindi fa bene all'ecosistema vaginale), ma spesso
SOTTO LA DOCCIA
ha concentrazioni elevate di virus e batteri: dopo il bagno, fai una
doccia con acqua dolce e indossa un costume asciutto. Stessa cosa se vai in piscina, perché il cloro è
antibatterico, però può disidratare le mucose. I bordi delle vasche, poi, pullulano di germi, così come
panche e sdraio: usa sempre un asciugamano per sederti.
SE IL PROBLEMA
In commercio trovi detergenti intimi che aiutano a ripristinare il pH naturale
della vagina. Evita i deodoranti: possono causare irritazioni. Se, però, il
È L'ODORE
fastidio continua, ti conviene fare un pap-test: potrebbe trattarsi di una
vaginosi da Gardnerella. In questo caso, devi ricorrere ai farmaci.
Col calore diminuisce la capacità delle mucose di difendersi dalle aggressioni
TIENI LONTANO
esterne. Per questo può succedere di avvertire bruciore senza che ci sia
un'infezione. Qualche impacco con succo di aloe basta a calmarlo. Poi, metti
LE IRRITAZIONI
esternamente una crema a base di calendula. Per lavarti, usa un detergente
intimo protettivo, emolliente e rinfrescante, con estratti di hamamelis.
Quando fa caldo, anche laggiù il microclima è ideale per la proliferazione dei
METTI KO GERMI batteri. Così basta poco per ritrovarsi alle prese con fastidiose vaginiti, come
quelle da Trichomonas. Se hai prurito e perdite diverse dal solito, fai un papE BATTERI
test. Nel frattempo, lavati con un sapone intimo antibatterico a base di timo
e salvia. A volte il problema può dipendere dal passaggio di germi intestinali nella vagina, quindi, oltre
a curarti, devi ripristinare la corretta
funzionalità intestinale: punta sugli alimenti ricchi di fibre e assumi probiotici.
Colpisce almeno una volta nella vita il 75% delle donne, con picchi proprio in
SCACCO MATTO estate, perché il fungo responsabile, la Candida Albicans, che risiede
ALLA CANDIDA
normalmente nel nostro intestino, può provocare infezioni vaginali soprattutto
in presenza di clima caldo-umido. Per prevenirla, usa un detergente intimo
acido ed evita le lavande interne, che riducono le secrezioni. Se, invece, sospetti di averla, ti serve un
pap-test.
Spesso solo i farmaci (antimicotici a base di fenticonazolo, clotrimazolo, econazolo o itraconazolo) sono
in grado di assicurare una guarigione completa (il tuo fidanzato deve seguire la stessa terapia anche in
assenza di sintomi per evitare l'effetto ping-pong), ma puoi aiutarti con un detergente all'avena, che dà
sollievo al prurito e ostacola la proliferazione del fungo. Poi diminuisci
DOPO UN RAPPORTO,
il consumo di zuccheri e prediligi cibi che ripristinano la flora batterica
VAI DI DETERGENTE
(frutta, verdura e yogurt). Infine, prendi un integratore di lattobacilli.
Scegli un olio detergente a base di pantenolo e aloe, decongestionante.
Poi asciugati bene, in modo da evitare che le parti intime restino umide.
Puoi anche usare una crema idratante con acido glicirretico, che riduce gli arrossamenti.
Punta su un sapone dal pH simile a quello delle mucose (4-4,5) e
HAI IL CICLO? RADDOPPIA
lavati più volte al giorno, perché il binomio sangue-caldo favorisce
LE ATTENZIONI
le infezioni. Cambia spesso gli assorbenti e, se usi quelli esterni,
opta per materiali naturali, come garza e cotone. (Cosmopolitan)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 672
SCIENZA E SALUTE
UN MASCHIO SU MILLE HA IL CANCRO AL SENO
La malattia tumorale non è esclusivamente femminile
Il cancro al seno non è soltanto un affare da Donne:
pur in casi rari, uno su mille, può riguardare anche i maschi
.
Se è vero che il rischio è troppo basso per giustificare un'azione informativa su larga scala, è
altrettanto vero che gli uomini non dovrebbero disinteressarsi della questione.
Come spiega l'oncologo senologo William Jacot, in forza
all'Istituto dei tumori di Montpellier, nel caso maschile
la diagnosi è spesso più tardiva di quanto avviene nelle
donne, poiché non c'è sensibilizzazione e non esistono
campagne di screening su misura.
Gli uomini dovrebbero coscienziosamente badare a se
stessi e scoprire da soli i sintomi di un'eventuale
malattia:
per esempio,
 la presenza di una ciste al petto,
 di un gonfiore
 di una contrazione della mammella,
 di un'ulcera,
 la percezione di un linfonodo gonfio sotto l'ascella.
In questi casi occorre rivolgersi a un medico per esaminare la situazione ed effettuare controlli clinici.
C'è chi ha spiegato di aver individuato la malattia, che non dava alcun sintomo, semplicemente
attraverso alcuni massaggi con l'olio ai quali si era sottoposto dopo aver contratto una bronchite.
Il massaggiatore si era quindi accorto di una piccola protuberanza di circa 7 millimetri sotto il seno
sinistro.
Così sono state avviate in tempo le cure prima che il tumore dilagasse e fosse magari troppo tardi
intervenire.
In Francia i casi maschili sono nell'ordine di qualche centinaio all'anno. Eppure la mortalità è
significativa, anche se in arretramento:
i decessi sono stati
 200 nel 2009,
 170 nel 2010
 106 nel 2011.
Negli ultimi anni è stato varato un vasto programma di ricerca su questa patologia e i primi dati
evidenziano che gran parte dei tumori (intorno al 90%) si manifesta in un'età compresa fra 57 e 79
anni.
Solo il 77% dei pazienti riceve un trattamento anti-estrogeno, mentre la cura dovrebbe raggiungere il
90% dei malati. Il tasso di estrogeni, ormoni che vengono prodotti dallo stesso organismo, è un grosso
fattore di rischio.
Uno studio evidenzia che un tasso elevato di estrogeni riscontrato all'età di 50 anni moltiplica per 2,5
il pericolo di ammalarsi di tumore a 67 anni. Il legame fra estrogeni e cancro si rafforza ulteriormente
tra i maschi più giovani, che abbiano meno di 67 anni. (Salute, Italia Oggi)
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Anno IV – Numero 672
SCIENZA E SALUTE
COL CALDO L'OTITE È IN AGGUATO I
MICROTRAUMI NON PERDONANO
Come curare l'infiammazione dell'orecchio. La raccomandazione:
non abusare di antibiotici. Una piccola ferita può essere la porta
d'ingresso di batteri molto aggressivi
L'otite esterna è un'infiammazione della cute e del tessuto sottocutaneo del condotto
uditivo esterno, che talvolta interessa la membrana timpanica e che è classificabile in
varie tipologie: batterica, micotica e irritativo/allergica.
La causa principale è costituita dai microtraumi del condotto, provocati dall'incauto ed improprio uso dei
cotton fioc o dal grattamento effettuato con le unghie o con strumenti di varia natura come forcine per
capelli, stuzzicadenti, chiavi, ecc..
Tra gli allergeni si annoverano i detergenti/emollienti (shampoo, bagno
schiuma, sapone, schiuma da barba, spray per capelli) e i componenti
CAMPANELLO D'ALLARME
degli inserti auricolari per la protezione dall'esposizione al rumore,
oppure le protesi acustiche endocanalari; inoltre, tra gli irritanti/allergizzanti rientrano i presidi terapeutici
come le gocce auricolari antibiotiche a base dineomicina e cloramfenicolo.
Il paziente lamenta inizialmente prurito, poi senso di tensione, pesantezza auricolare e dolenzia
progressiva che sfocia in vere e proprie fitte dolorose, con contestuale ovatta mento auricolare.
Il condotto uditivo appare edematoso, a volte talmente gonfio che il canale si riduce ad una semplice
fessura e, quasi sempre, tale situazione culmina con la fuoriuscita di secrezioni di natura differente a
seconda dei germi interessati.
La digitopressione del trago (la cartilagine che è posta davanti al meato acustico esterno come protezione
dell'ingresso del condotto) evoca dolenzia spiccata e la trazione del padiglione è particolarmente dolorosa
per il paziente. La posizione del condotto fa sì che l'infezione venga trasmessa alla capsula articolare della
mandibola, con conseguente impossibilità ad aprire la bocca o, peggio ancora, con ostacolo alla
masticazione.
Il numero di casi di otite esterna aumenta notevolmente nel periodo estivo e sovente il paziente riferisce
di aver frequentato, nei giorni precedenti al manifestarsi dell'infezione, la
PERIODO SFAVOREVOLE
piscina o il mare, probabilmente inquinati, e di aver fatto spesso la doccia.
In realtà, se è vero che è importante bagnarsi sempre in acque sicure dal
punto di vista della balneabilità, è altrettanto vero che la cute, quando è integra, da sola è sufficiente ad
evitare che i germi diventino aggressivi e causino patologie. Pertanto, sono proprio le microlesioni della
cute del condotto uditivo, che si creano facilmente quando si effettuano ripetuti e prolungati bagni in
qualunque tipo di acqua, la causa della penetrazione dei germi.
In queste situazioni la cute rimane un po' edematosa e umida, soprattutto nella stagione estiva, per
l'aumento della trasudazione. Dunque, l'acqua acidificata della piscina o quella salina del mare, in
aggiunta all'aumento dell'umidità dei condotti uditivi causato dalla sudorazione in estate, provoca microferite che interrompono la barriera cutanea favorendo la penetrazione dei batteri.
Dal punto di vista terapeutico, è necessaria la detersione del condotto uditivo, che il medico specialista può
effettuare con un aspiratore, un porta cotone o un lavaggio auricolare medicato.
Senza avvalersi dell'aiuto del medico, il paziente può far ricorso a lavaggi acidi (acido borico o acetico al
3%), mentre la terapia, in rapporto ai germi causa dell'infezione, si basa su gocce antibiotiche talora
integrate da cortisonici per assicurare anche un effetto antiedemigeno e antipruriginoso.
Il ricorso alla terapia generale antibiotica viene effettuato solo in casi particolarmente gravi con notevoli
secrezioni e dolore. Fino a guarigione ottenuta, i bagni e le docce dell'orecchio o il ristagno di sapone
vanno evitati. Qualora ci si trovi di fronte a forme recidivanti, nonostante le terapie e gli accorgimenti,
occorrerà indicare ai pazienti l'uso di protezioni auricolari da utilizzare quando ci si bagna. (Salute, Vivendi)
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Anno IV – Numero 672
DROGHE. GENITORI, ECCO CHE COSA FARE SE AVETE
DUBBI SUI VOSTRI FIGLI
Non serve «spiare» o sottoporre di nascosto a test e controlli i ragazzi. Piuttosto
vanno ascoltati. E bisogna parlare, per far capire che è in gioco la loro salute
«Già rispetto a dieci anni fa il
mondo della droga è cambiato,
figuriamoci rispetto a 40 e più anni
fa, quando i genitori degli
adolescenti di oggi erano ragazzi.
Esistono stupefacenti molto più
potenti capaci di mettere insieme,
per esempio, gli effetti di
ketamina, Lsd e cannabinoidi e per
di più “conditi” con sostanze che
permettono di passare meglio la
barriera ematoencefalica e anche
con molecole lipofile che rendono
le droghe meglio assimilabili».
Una «fotografia» del ragazzo
e della famiglia: Non è certo
rassicurante il quadro che fa ai genitori Fabrizio Schifano, psichiatra e farmacologo, da 15 anni in
Inghilterra, dove si occupa, di nuove droghe. «E come se non bastassero queste nuove “offerte”
facilmente accessibili, e neanche tanto costose, siamo di fronte, almeno in Italia, a un calo di interesse
per il problema droga: si parla solo di dipendenza dal gioco d’azzardo».
E i genitori, anche loro si preoccupano d’altro?
«Dal mio osservatorio di psicologo responsabile del progetto “Obiettivo giovani consumatori”, parlerei
piuttosto di genitori alle prese con sensi di colpa, di inadeguatezza».
Il dialogo è sempre «l’arma» migliore: È possibile accorgersi che un figlio fa uso di sostanze?
«Ci sono segnali: improvvisi cambi dell’umore, comportamenti inusuali, calo del rendimento scolastico,
insonnia, estrema irritabilità, ma è difficile capire se la causa sia una droga o l’età» risponde Gatti.
I test delle urine o dei capelli fatti di nascosto o imposti sono, certamente, l’ultima spiaggia, il segno di
un dialogo con i figli già interrotto. Ma almeno servono?
«In queste circostanze, la loro utilità è relativa: non solo con i campioni i ragazzi possono facilmente
“ingannarci”, per es. scambiandoli, ma i test comunque scoprono sei, sette sostanze note, mentre oggi
sono innumerevoli quelle che si possono usare». Ma allora, ci si può solo arrendere?
«No, anzi. Non bisogna far finta di niente, sperare che passi; se si hanno dei valori bisogna testimoniarli
e “urlarli” ai figli. Ma chi ha la responsabilità di educare deve anche tenere sempre gli occhi aperti,
ricordando che i problemi non nascono in un giorno». «Bisogna ascoltare i figli, e parlare con loro.
Bisogna far capire che le nuove droghe sono droghe “vere”. Anche se chi le usa non si sente un
drogato perché conduce una vita “normale”, il rischio è altissimo. Non solo si può passare da un uso
“una volta ogni tanto” a uno sempre più frequente fino alla dipendenza, ma si rischia di non aver
neppure il tempo di diventare dipendenti: queste droghe possono causare un infarto, una crisi
psicotica, distruggere i reni, il fegato e, nel caso degli adolescenti, fare danni cerebrali provocando
un precoce invecchiamento. E rovinano la sessualità». «Comunque, nessuno deve pensare di poter
fare tutto da solo. C’è chi sta lontano dai Servizi pubblici per le dipendenze perché teme di essere
“schedato” o “segnalato” a qualche autorità». (Salute, Corriere)
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Anno IV – Numero 672
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
ORDINE : PROTEZIONE SOLARE E TUMORI,
UNA GUIDA PER SCEGLIERE LE CREME PROTETTIVE
L’ordine di Napoli ha organizzato una campagna di informazione sulla
protezione dai raggi solari che possono danneggiare la pelle.
Sono state stampate 1200
locandine che saranno
distribuite nei prossimi
giorni in tutte le 800
Farmacie di Napoli e
Provincia.
Con le giornate calde è bene
scegliere un prodotto solare
adeguato che protegga la
pelle
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