Domenica 30 marzo le lancette dell’orologio si sono spostate un’ora avanti. Questa è l’occasione per parlare di sonno, che cos’è, quante ore sono necessarie, quali sono i disturbi del sonno…. Dagli insetti ai mammiferi, tutti gli animali dormono. Un periodo di sonno adeguato è pertanto un imperativo dal punto di vista biologico ed appare necessario per sostenere la vita. Malgrado ciò non sappiamo ancora a che cosa serva serv il sonno e a quali reali esigenze biologiche risponda. Il sonno è comunemente definito nito come uno stato di riposo contrapposto alla veglia. In realtà questa definizione, non descrive pienamente la natura del fenomeno. Come la veglia, infatti, il sonno è un processo fisiologico attivo che coinvolge l'interazione di diverse componenti del sistema nervoso centrale ed autonomo e non semplicemente il prodotto di un’attenuazione o della risoluzione dello stato di veglia. veglia Il sonno ha le caratteristiche di un istinto, con una fase appetitiva o preparatoria, preparatoria durante la quale avvertiamo un crescente bisogno di dormire, ed una fase consumatoria costituita dal sonno vero e proprio. Questo fenomeno si verifica ciclicamente, in maniera abbastanza simile, in tutti gli uomini, in ogni area geografica del mondo. Ovunque vunque la maggior parte delle persone si corica tra le 10 di sera e la mezzanotte, si alza tra le 6 e le 8 del mattino dormendo, in media,, tra le 7 e le 8 ore. ore. Bambini e anziani hanno frequenti interruzioni del sonno, mentre gli adulti tendono ad avere un unico episodio di sonno nel ciclo di 24 ore, anche se in alcune culture il sonno può essere diviso in un pisolino a metà pomeriggio seguito da un periodo più breve di sonno notturno. Tra le persone è comune incontrare individui mattinieri, detti anche «allodole», « che si svegliano la mattina presto e sono immediatamente attivi e altri invece nottambuli, detti «gufi», », che lentamente si mettono in moto al mattino, diventando attivi solo nel pomeriggio o la sera. Vi sono infine persone che si sentono soddisfatte soddisf dopo solo 3-6 6 ore di sonno per notte (dormitori brevi o short sleepers) e altre che non si sentono riposate se il sonno dura meno di 11-12 12 ore (dormitori lunghio long sleepers). Questo fenomeno, con tutte le varianti fisiologiche prima descritte, è ilil prodotto dell’interazione di due sistemi neuronali che regolano l'espressione degli stati di sonno e di veglia durante il ciclo giornaliero. Il primo sistema agisce potenziando il desiderio di dormire in proporzione alla durata di veglia ( sonno omeostatico), ico), mentre il secondo modula ritmicamente sonno e veglia sincronizzandolo con le appropriate fasi del giorno (ritmo circadiano ). Durante la veglia si accumulano nel cervello sostanze chimiche, come adenosina e prostaglandina D2 che, stimolando centri nervosi rvosi posti nell’ipotalamo,inducono il sonno. Durante il sonno queste sostanze chimiche vengono invece eliminate, favorendo il risveglio. Il meccanismo «omeostatico», che tende cioè a mantenere in equilibrio l’organismo, garantisce che venga quotidianamente quotidianamente svolta una adeguata quantità di sonno. La sincronizzazione dei tempi del sonno con i ritmi del sonno e della veglia è regolata invece dal meccanismo circadiano e cioè da un vero e proprio orologio biologico contenuto nell’ipotalamo, che detta i tempi dell’addormentamento l’addormentamento e del risveglio. Lo stesso orologio si occupa di controllare altri ritmi biologici quali, ad esempio, quello della produzione di ormoni o della regolazione della temperatura corporea e della pressione arteriosa che si alternano in sincronia sincron con il sonno e la veglia. L’orologio biologico è influenzato da fattori esterni e in particolare dalla luce ma a questi si adatta con una certa inerzia. Questa è la ragione per la quale un viaggio aereo transcontinentale, specialmente verso est, cambiando velocemente i meridiani,induce un dissincronismo tra il ritmo biologico del sonno e della veglia e quello del giorno-notte che tende a risolversi solo nel giro di qualche giorno (jet lag) e questa è la ragione per la quale i lavoratori turnisti, pur dormendo a volte un adeguato numero di ore, non percepiscono il loro sonno, in opposizione di fase con il normale ritmo circadiano, come interamente soddisfacente e ristoratore. Quando l’equilibrio dinamico tra sistemi attivanti e sistemi deattivanti del cervello volge verso una fase di riposo inizia una condizione di dormiveglia che rappresenta una forma di sonno ancestrale, ancora presente ad esempio nei rettili. Nei mammiferi e nell’uomo in particolare,emerge in questo momento un nuovo comportamento, il sonno vero e proprio, frutto dell’attivazione di specifiche aree cerebrali. Lo studio di questa attività, sia a scopo di ricerca che a scopo diagnostico, è svolto mediante una indagine che prende il nome di polisonnografia.Si tratta di una registrazione simultanea dell’attività elettrica prodotta da corteccia cerebrale (elettroencefalogramma, EEG), muscoli oculomotori (elettrooculogramma, EOG) e muscoli del volto (elettromiogramma di superficie, EMG). Dall’esame di queste registrazioni si possono individuare fondamentalmente due tipi di sonno. Il primo è detto sonno sincrono o ad onde lente, sulla base dell’aspetto EEG, mentre il secondo è detto sonno REM (acronimo di RapidEyeMovement, cioè sonno con movimenti oculari rapidi) ed è caratterizzato da un’attività EEG simile a quella dello stato di veglia e dalla completa assenza di attività muscolare all’EMG. E’ stato dimostrato che la gran parte dell’attività onirica si svolge durante le fasi di sonno REM quando l’attività muscolare di tutto il corpo è inibita salvo che a livello dei muscoli oculari, e che la deprivazione di questa fase di sonno è in grado di produrre gravi disturbi psichici nei soggetti sottoposti a questo tipo di sperimentazione. Le alterazioni del sonno REM sono alle base di due particolari disturbi del sonno: la narcolessia ed i REMBehaviourDisorders (Rbd) o Disturbi del comportamento REM. Il primo è caratterizzato dalla presenza di una sonnolenza intensa e persistente, che si manifesta con improvvisi colpi di sonno in qualsiasi ora del giorno, specialmente in situazioni monotone. Accanto a questo si verificano le crisi cataplettiche e cioè episodi di improvvisa atonia muscolare, tale da portare alla caduta,generalmente scatenati da emozioni piacevoli (uno scoppio di riso dopo una barzelletta, la gioia per un regalo inatteso). Questi pazienti, colpiti dalla degenerazione dei neuroni ipotalamici che secernono orexina, un ormone che stimola la veglia e l’appetito, presentano brusche e incontrollabili attivazioni del centro che produce il sonno REM con conseguenti improvvise fasi di sonno ed improvvisi episodi di disconnessione dell’attività muscolare. Il secondo è un disturbo che si manifesta in persone anziane, spesso affette da malattie neurodegenerative come i parkinsonismi, che generalmente nella seconda parte della notte,cominciano ad agitarsi, a parlare con tono minaccioso o impaurito ed a gesticolare con atteggiamenti violenti, lanciando pugni o pronunciando minacce. Questi pazienti, al contrario dei narcolettici, non sono in grado di produrre l’atonia muscolare che accompagna la fase REM del sonno e vivono pertanto, con gesti e verbalizzazioni, i loro sogni, specialmente quelli a contenuto emotivo più intenso. Tra i più comuni disturbi del sonno non può essere dimenticata la sindrome delle apnee ostruttive, comune nei russatori (OSAS), che colpisce almeno il 4% della popolazione maschile e il 2% di quella femminile. Oltre che per la notevole frequenza questa condizione va menzionate per le gravi complicanze che cronicamente può produrre a carico soprattutto del sistema cardiovascolare con ipertensione arteriosa, scompenso cardiaco, infarto del miocardio ed ictus. Un cenno infine, alla sindrome delle gambe senza riposo (restlesslegsyndrome) una sensazione di irrequietezza delle gambe che insorge al momento dell’addormentamento ostacolando il sonno ed alle diverse forme di insonnia, transitoria e persistente, associate a disturbi della sfera psicologica o a particolari stili di vita (privazione di sonno autoimposta). In conclusione è necessario ribadire che il sonno, che costituisce un’importante parte della vita di ciascuno e che appare essenziale per il benessere psicofisico della persona, va protetto con adeguati comportamenti e stili di vita e quando necessario, sottoposto alla valutazione di un medico esperto in grado di diagnosticare gli eventuali disturbi e consigliare gli idonei rimedi. Ignorare la presenza di disturbi del sonno o, ancora peggio, affrontarli con trattamenti ipnotici in assenza di un adeguato inquadramento clinico, appare, alla luce delle attuali conoscenze, un comportamento superficiale e potenzialmente dannoso. Si ringrazia per la collaborazione il Dott. Sandro Beretta, Direttore F.F della Struttura Complessa di Neurologia dell’Ospedale di Vimercate