Radiazioni - Scoperta e inizio degli studi 1895: Roentgen scopre i raggi X. 1896: Becquerel scopre i raggi prodotti dall uranio: prima osservazione delle radiazioni naturali. • 1898: Marie e Pierre Curie scoprono la radioattività • 1899: Villard scopre i raggi gamma. Rutherford definisce due forme diverse di radioattività che chiama raggi alfa e beta. 1901: Roentgen vince il premio Nobel in fisica. 1903: Becquerel e i Curie vincono il premio Nobel per la fisica. Primi del 900: prime evidenze che raggi X e radiazioni sono dannosi. 1912: scoperta dei raggi cosmici. 1926: Geiger riesce a rilevare e misurare l intensità delle radiazioni. • 1927: Muller scopre che basse dosi di raggi X possono indurre mutazioni in Drosophila melanogaster. 1 1932: Chadwick scopre i neutroni. 1938: Hahn riesce a dividere l atomo di uranio, aprendo la possibilità di una reazione a catena. 1942: Fermi induce la prima reazione a catena controllata, in una pila di uranio e grafite. Poco dopo gli USA iniziano il progetto Manhattan" a Los Alamos. La costruzione, Top Secret, della bomba atomica. Viene costruito il primo reattore nucleare a Oak Ridge. • 1945: viene fatta esplodere la prima bomba nucleare nel deserto in New Mexico. Viene lanciata la seconda (Little boy) su Hiroshima. Viene lanciata la terza (Fat Man) su Nagasaki. 1946: Hollaender forma la Biology Division of the Oak Ridge National Laboratory per studiare gli effetti delle radiazioni. I Russel iniziano i loro esperimenti sui topi per studiare gli effetti genetici delle radiazioni. Muller vince il premio Nobel per la Medicina. 2 • 1946: Iniziano i primi studi per determinare gli effetti a lungo termine sui sopravvissuti alla bomba atomica. 1949: L Unione Sovietica esplode la sua prima bomba atomica. • 1956: Il comitato della National Academy of Science asserisce che non esiste una soglia per l esposizione alle radiazioni. • 1960-90: Moltissime evidenze sul rischio dell insorgenza dei tumori in seguito a irradiazione. Pubblicazione di Cytogenetic effects of low dose internal and external radiations che conclude che: qualsiasi esposizioni alle radiazioni ionizzanti, anche a basse dosi, produce danni genetici e cromosomici e che questo danno è deleterio per l ospite. 3 I mutageni fisici Una caratteristica comune di tutti i tipi di radiazione è il trasporto di energia nello spazio. L assorbimento di energia, attraverso i processi fisici di eccitazione e ionizzazione delle molecole dei tessuti viventi può interferire con i processi biologici e può pertanto danneggiare un organismo. 4 Radiazioni NON Ionizzanti (NIR) Il termine radiazioni non ionizzanti (NIR) viene usato in prevalenza per indicare onde elettromagnetiche (e.m.) a bassa energia, che non provocano la ionizzazione degli atomi attraversati. Il parametro critico dell onda e.m., dal quale dipende l energia, è la frequenza ν, ed è quindi questa a determinare il livello di interazione fra la radiazione e la materia attraversata. NIR IR Lo spettro può essere diviso in due sezioni: NIR (Non Ionizing Radiation) comprendono le radiazioni fino alla luce visibile, IR (Ionizing Radiations), coprono la parte di spettro che va dalla luce UV ai raggi γ 5 Radiazioni NON Ionizzanti I principali tipi di radiazione non ionizzante con i quali si può entrare in contatto sono: - radiofrequenze RF (104 < ν < 109 Hz), tra cui gli ultrasuoni US (106 < ν < 107 Hz) - microonde MW (109 < ν < 1012 Hz) - raggi infrarossi IR (1012 < ν < 1014 Hz) - raggi ultravioletti UV (1014 < ν < 1015 Hz) L interazione delle radiazioni non ionizzanti con la materia è dovuto essenzialmente alla polarizzazione delle molecole del mezzo, ed al loro successivo rilassamento. La linea di soglia tra radiazione ionizzante e non ionizzante è l'energia fotonica di 12 eV (necessaria a ionizzare l'atomo di idrogeno). La frequenza ν (ni) è il numero delle oscillazioni dell'onda in un secondo. La sua unità di misura è l'Hertz (Hz). L'Hertz è l'inverso del secondo Hz = 1/s 6 perdita definitiva di uno o più elettroni, per cui l atomo diventa carico e si definisce IONE. transizione semplice e reversibile di un elettrone. L elettrone viene spostato in un orbita a maggiore energia dello stesso atomo senza conseguenze per la stabilità del nucleo. 7 Radiazioni ionizzanti Raggi ad alta energia (>12,4 eV). Collidono con gli atomi e determinano il rilascio di elettroni, lasciando radicali liberi o ioni carichi positivamente. Gli ioni, a loro volta, collidono con altre molecole e determinano il rilascio di ulteriori elettroni. Radiazioni di natura corpuscolare: particelle α, β, elettroni, neutroni e protoni Radiazioni di natura elettromagnetica: raggi X raggi γ, raggi cosmici, caratterizzate da alte frequenze e basse lunghezze d onda La velocità di propagazione delle onde elettromagnetiche nel vuoto è c= 3x108m/s e in: 1. Radiazioni direttamente ionizzanti 2. Radiazioni indirettamente ionizzanti 9 Radiazioni Ionizzanti 10 EFFETTO INDIRETTO: eccitazione o ionizzazione di atomi e/o molecole che emettendo elettroni secondari possono determinare ionizzazioni del DNA (raggi X, radiazioni γ) EFFETTO DIRETTO: eccitazione o ionizzazione degli atomi che costituiscono la molecola del DNA (radiazioni α e β) fotone ep+ HOo←H2O Effetto indiretto fotone ep+ 1nm 2nm Effetto diretto 11 RADIOLISI dell ACQUA Porta alla formazione di RADICALI LIBERI H2O + Radiazione ---> (H2O+) + (e-) (e-) + H2O ---> (H2O -) ***** (H2O+) ---> (H+) + OH° (ione ossidrile) (H2O-) ---> H° + (OH-) (ione idrogeno) Ossidanti = accettori di elettroni Riducenti = donatori di elettroni • Si ritiene che la formazione dei RADICALI LIBERI, soprattutto dello ione ossidrile (OH°) nel contesto dei tessuti, sia la causa più importante delle lesioni causate dalle radiazioni ionizzanti. • La formazione dei RADICALI LIBERI sembra essere di gran lunga più importante rispetto all azione diretta (es. sui cromosomi) delle radiazioni ionizzanti. 12 Danno al DNA indotto da radiazioni ionizzanti Raggi γ e β , raggi-X = basso LET Ionizzazioni sparse nel materiale ereditario Raggi α, protoni= alto LET Characteristics of dose-effect relationships Dense ionizzazioni, danno clusterizzato following radiation of high or low LET high LET LET = Linear Energy Transfer (keV/µm) Misura la quantità di energia che viene ceduta per ogni micrometro percorso Dicentrics or translocations Misura che tiene conto esclusivamente delle caratteristiche fisiche della radiazione e del tessuto. low LET (acute) low LET (chronic) 13 Dose (Gy) RBE (efficacia biologica relativa) Le conseguenze biologiche delle radiazioni ionizzanti dipendono anche dalla velocità di dispersione dell energia emanata e dalla natura delle strutture su cui questa energia viene depositata. Una dose di particelle alfa produce molto più danno della stessa dose di protoni, che a loro volta producono molto più danni di una dose di raggi X. La differenza sta nel diverso trasferimento lineare di energia (LET), cioè l energia depositata per unità di lunghezza. Più ionizzante è la particella, maggiore è la concentrazione di molecole ionizzate o eccitate lungo il suo cammino, e maggiore è il danno biologico locale. RBE = Relative Biologic Effectiveness *Efficacia Biologica di una dose di riferimento / Efficacia Biologica di una dose testata *(raggi X a 250 keV) 14 RBE = Relative Biologic Effectiveness Efficacia Biologica di una dose di riferimento / Efficacia Biologica di una dose testata *(raggi X a 250 keV) Fattore di Qualità FQ= misura dell efficacia biologica relativa (RBE) della radiazione che stiamo analizzando. 10 Overkill effect particelle α 9 8 RBE 7 6 5 Raggi X diagnostici 4 3 raggi γ Neutroni veloci 2 1 0 0.1 1 10 100 LET (keV/µm di tessuto) 1000 Rapporto tra LET e RBE: Per valori bassi di LET relazione ~ Prende in considerazione l equivalente di dose fra differenti tipi di radiazioni e permette di confrontare l effetto biologico di radiazioni di natura differente. FQ = 3 significa che questo tipo di radiazione è tre volte più efficace dei raggi X di riferimento(*). Per ottenere lo stesso danno biologico della dose di riferimento sarà necessaria una dose tre volte inferiore a quella sotto analisi. lineare 10keV/µm < LET < 100keV/µm RBE aumento esponenziale LET > 100keV/µm Overkill effect 15 Unità dosimetriche Becquerel (Bq) = unità di attività radioattiva di un elemento. Corrisponde a una disintegrazione di un radionuclide al secondo. Nelle unità del Sistema Internazionale (SI), ha sostituito la vecchia unità di misura il Curie (Ci). 1 Bq = 2,7x10-11 Ci = 27pCi. Kerma (kinetic energy released in matter): unità per radiazioni ad alta energia e per radiazioni corpuscolari. Utilizzata per il calcolo della dose nei sopravvissuti di Hiroshima. Gray (Gy) = Unità di dose assorbita (D) per ogni radiazione ionizzante. 1 Gy corrisponde a 1 Joule di energia assorbita per kg di massa biologica. La vecchia unità era il RAD (Radiation Absorbed Dose 1Gy=100 RADs). Sievert (Sv) = unità di dose equivalente al prodotto fra la dose assorbita espressa in Gy ed un appropriato fattore di qualità (FQ), che dipende dal tipo di radiazione. Sv unità che riflette la risposta biologica e che può essere usata per confrontare gli effetti di differenti radiazioni. La vecchia unità era il rem (1Sv=100 rem) 1Gy di raggi X = 1 Sv (QF = 1) 1Gy di particelle alfa = 20Sv (QF = 20) 16 Röntgen chiamò la radiazione "X", per indicare che era ancora di tipo sconosciuto. Il filamento riscalda il catodo, che inizia ad emettere elettroni per effetto termoionico; la nube elettronica intorno ad esso viene accelerata dall'alta tensione, che proietta gli elettroni verso l'anodo dove colpiscono il disco metallico: nell'impatto l'energia cinetica che avevano acquisito si trasforma in calore (per il 99%) e in radiazione X (per l'1%). La generazione di raggi X avviene per Brehmsstrahlung (radiazione di frenamento) e per radiazione caratteristica. 17 HERMANN MULLER (1890-1967) 1907 studente alla Columbia University, particolarmente attratto dalla Genetica emergente in quegli anni. 1912-20 studente nel laboratorio di T.H. Morgan. 1920-32 University of Texas anni in cui fece tutti i sui principali esperimenti sul potenziale mutageno dei raggi X. 1932 si trasfersce a Berlino. 1934 a causa della sua incompatibilità con la società capitalista (periodo della Depression Americana), si trasferisce in Unione Sovietica. Deluso dalla posizione presa dallo stato Sovietico, contrario alla Genetica, e sostenitore delle teorie Lamarkiane sull evoluzione, cambia di nuovo paese. 1937 si trasferisce all Università di Edimburgo dove continua il lavoro sui raggi X e su altri mutageni (gas mostarda). 1940 a causa della II guerra mondiale, torna negli Stati Uniti alla Indiana University. 1945 vince il premio Nobel. 1967 muore per problemi cardiaci. 18 ESPERIMENTO DI MULLER 19 Effetti dannosi dovuti alle esposizioni a basse dosi: vengono estrapolati da dati ottenuti dopo esposizione a radiazioni ad alte dosi utilizzando il modello lineare senza dose soglia Negli ultimi 20 anni sono stati accumulati molti dati che suggeriscono che gli organismi viventi rispondano diversamente alle basse dosi rispetto alle alte dosi. Sono stati osservati specifici meccanismi cellulari ed effetti in seguito all irradiazione a basse dosi. Rapporto BEIR VII della National Gallery of Sciences conclude affermando che: il MODELLO LINEARE SENZA SOGLIA (Linear No Threshold, LNT) è quello più ragionevole da seguire in base ai dato attuali, affermando quindi che anche bassi livelli di radiazioni possono avere un effetto nocivo. (Royal HD. Effects of low level radiation- what’s new?. Semin Nucl Med. 38:392-402, 2008). Paradigma Classico: tutti gli effetti su cellule, tessuti e organismi sono dovuti ad una azione diretta delle radiazioni Azioni indirette delle radiazioni: • Instabilità genomica: il danno non viene osservato nelle cellule irradiate, ma nella progenie delle cellule irradiate • Effetto bystander: gli effetti si osservano in cellule non direttamente esposte alle radiazioni, ma vicine alle cellule irradiate • Risposta adattativa: cellule irradiate con basse dosi, rispondono con una minore quantità di danno ad una successiva esposizione ad alte dosi 20 Cristallografia a raggi X L immagine prodotta dalla diffrazione dei raggi X attraverso lo spazio del reticolo atomico di un cristallo, viene registrata e quindi analizzata per rivelare la natura del reticolo. In genere, questo porta a determinare il materiale e la struttura molecolare di una data sostanza. Sono gli elettroni che circondano gli atomi, piuttosto che i nuclei degli atomi stessi, le particelle che interagiscono fisicamente con i fotoni dei raggi x. Rosalind Elsie Franklin (25 July 1920 – 16 April 1958) Effetti dannosi dovuti alle esposizioni a basse dosi: vengono estrapolati da dati ottenuti dopo esposizione a radiazioni ad alte dosi utilizzando il modello lineare senza dose soglia Negli ultimi 20 anni sono stati accumulati molti dati che suggeriscono che gli organismi viventi rispondano diversamente alle basse dosi rispetto alle alte dosi. Sono stati osservati specifici meccanismi cellulari e specifici effetti in seguito all irradiazione a basse dosi. Rapporto BEIR VII della National Gallery of Sciences conclude affermando che: BEIR: Biological Effects of Ionizing Radiations il MODELLO LINEARE SENZA SOGLIA (Linear No Threshold, LNT) è quello più ragionevole da seguire in base ai dati attuali, affermando quindi che anche bassi livelli di radiazioni possono avere un effetto nocivo. (Royal HD. Effects of low level radiation- what’s new?. Semin Nucl Med. 38:392-402, 2008). Paradigma Classico: tutti gli effetti su cellule, tessuti e organismi sono dovuti ad una azione diretta delle radiazioni Azioni indirette delle radiazioni: • Instabilità genomica: il danno non viene osservato nelle cellule irradiate, ma nella progenie delle cellule irradiate. • Effetto bystander: gli effetti si osservano in cellule non direttamente esposte alle radiazioni, ma vicine alle cellule irradiate • Risposta adattativa: cellule irradiate con basse dosi rispondono con una minore quantità di danno ad una successiva esposizione ad alte dosi 22 Instabilità genomica Permanenza e accumulo attraverso successive generazioni cellulari di modificazioni citogeneticamente rilevabili a livello cromosomico (riordinamenti) e di mutazioni a livello genico, come conseguenza dell esposizione acuta delle cellule parentali a dosi non letali di radiazioni. L instaurarsi di uno stato di instabilità del genoma, che si trasmette e tende ad amplificarsi ad ogni ciclo di replicazione cellulare, è generalmente attribuito all induzione, da parte della radiazione, di alcune mutazioni critiche a livello dei geni i cui prodotti sono preposti al controllo di passaggi critici durante la progressione del ciclo cellulare (geni del check point) e/o intervengono nei meccanismi di riparazione del DNA sia in qualità di difensori che di effettori Effetto bystander Le radiazioni ionizzanti sono in grado di determinare effetti biologici rilevanti, (riduzione della sopravvivenza cellulare, alterazioni citogeneticamente rilevabili, mutazioni geniche, induzione di apoptosi, alterazioni dell espressione genica etc.), anche a livello di cellule che non sono direttamente attraversate dall energia radiante. Il segnale dalle cellule irradiate a quelle non irradiate può essere trasmesso attraverso: a) La comunicazione cellulare via gapjunctions b) L interazione tra ligandi e recettori specifici di membrana c) L interazione tra fattori di secrezione e i loro recettori specifici d) Direttamente attraverso la membrana plasmatica 23 Risposta adattativa In alcuni casi le cellule mostrano una risposta adattativa alle radiazioni. Piccole dosi di radiazioni possono stimolare una risposta protettiva, innescando i meccanismi di riparazione del DNA ed eliminando le cellule seriamente danneggiate Dimostrarono che il tasso di aberrazioni cromosomiche osservate dopo irradiazione con raggi X era inferiore all atteso quando le cellule venivano marcate con timidina triziata. La risposta adattativa è stata dimostrata vari livelli • • • • • Molecolare Cellulare Tessuti Intero organismo Cellule umane …e rispetto a diversi cambiamenti biologici • • • • • Danno cromosomico (Olivieri 1984) Mutazioni (Sanderson et al. 1984) Danno al DNA (Le et al. 1998) Trasformazione cellulare (Redpath and Atoniono 24 1998) Induzione genica (Yin 2003) Risposta Adattativa The next important area of study is to determine the influence of low doses of radiation on the response of cells and tissues to subsequent larger radiation doses. It has been demonstrates that a small dose of radiation results in an adaptive response that makes it more resistant to the subsequent large radiation exposure. It is essential to determine the genes that are involved in production of this adaptive response and ultimately to determine if and how this adaptive response can alter the risk from low doses of radiation. It has been suggested that the low doses of radiation produce a protective response that would reduce the risk from radiation relative to that predicted from the linear-no-threshold model. Senza irradiazione ci si aspetta un numero molto piccolo di aberrazioni cromosomiche. Aberrazioni 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 osservate attese 0 0.5 Dose cGy 150 0.5 + 150 Shadley and Wolff 1987 25 Risposta Adattativa Aberrazioni Con una piccola dose di radiazioni non ci si aspettano differenze nella formazione di aberrazioni cromosomiche rispetto al normale. 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 osservate attese 0 0.5 150 Dose cGy 0.5 + 150 Shadley and Wolff 1987 26 Risposta Adattativa Aberrazioni Ci si aspetta un grande numero di aberrazioni cromosomiche quando viene somministrata un’alta dose di radiazioni 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 osservate attese 0 0.5 150 0.5 + 150 Dose cGy 27 Shadley and Wolff 1987 Risposta Adattativa Aberrazioni Quando una piccola dose di radiazioni viene somministrata prima di una dose piu’ forte, ci si aspetterebbe un maggiore numero di aberrazioni cromosomiche rispetto ad una irradiazione solo con la dose alta. Invece l’irradiazione con una piccola dose prima di una dose maggiore determina la formazione di meta’ delle aberrazioni attese. 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 osservate attese 0 0.5 150 Dose cGy 0.5 + 150 Shadley and Wolff 1987 28 I meccanismi molecolari che sono alla base della risposta adattativa in seguito a radiazioni a basse dosi non sono ancora completamente compresi Per l attivazione della risposta adattativa nei linfociti umani, è necessaria la trascrizione e traduzione di geni che partecipano alla riparazione del DNA e alla regolazione del ciclo cellulare L attivazione della poli (ADP-ribosio) polimerasi, una proteina fondamentale per il mantenimento della stabilità genomica, è necessaria per l attivazione della risposta adattativa L accumulo di p53, che avviene dopo irradiazione ad alte dosi, viene soppresso da una precedente irradiazione a basse dosi. Questo suggerisce che la repressione delle risposte p53-dipendenti potrebbe essere uno dei meccanismi coinvolti nella risposta adattativa. Inoltre, l apoptosi osservata dopo esposizione ad alte dosi, è soppressa in cellule irradiate precedentemente con bassa dose 29 Joshi et al. Cytogenetic characterization of low-dose hyper-radiosensitivity inCobalt-60 irradiated human lymphoblastoid cells. Mutation Research 770 (2014) 69–78. http://dx.doi.org/10.1016/j.mrfmmm.2014.09.006 This study demonstrates an HRS (Hyper-RadioSensitivity) effect in G2-irradiated cells for micronuclei and nucleoplasmic bridges at doses up to 20 cGyin four normal human lymphoblastoid cell lines. Figure 1: Nuclear abnormalities detected by micronuclei test (arrows) C A) micronucleus; B) nuclear bud; C) nucleoplasmic bridge The results also suggest that individuals may differ with respect to their radiosensitivities, which may complicate estimation of individual risks of low-dose effects. Our study indicates that HRS needs to be accounted for a thorough understanding of the risks involved with low dose exposures. These results suggest that the biological consequences of low-dose exposures could be underestimated and may not provide accurate risk assessments following such exposures. 30