Un po’ di storia L’Europa e i paesi dell’est europeo Prof. Riccardo Fiorentini Istituto di Scienze Sociali Rezzara Vicenza, 12 marzo 2011 Nel 1958 la Comunità Europea era formata da sei paesi Nel 1990, dopo 32 anni, da 12 paesi Dal 2007 la Ue comprende 27 paesi Negli ultimi 20 anni il processo di allargamento della UE è stato impetuoso e rivolto ad est L’Unione europea nel 1990 L’Unione europea nel 1995 L’Unione Europea nel 2004 L’Unione Europea nel 2007 Futuri allargamenti della UE? Perché tale allargamento? Il processo di allargamento della UE verso l’Est europeo nasce con lo shock politico causato dal crollo del muro di Berlino nel 1989 Riunificazione tedesca Crollo dell’Urss e formazione delle repubbliche ex sovietiche Disintegrazione della Jugoslavia Transizione dei paesi ex socialisti all’economia di mercato Le nuove democrazie si rivolgono “naturalmente” all’Unione europea Problematiche dell’allargamento La riunificazione della Germania Il primo vero “allargamento” ad est della UE è stata la riunificazione tedesca Disparità nel livello di sviluppo economico Adeguamento di questi paesi agli standard richiesti dalla Ue per l’adesione Ridefinizione dei processi decisionali in una Unione che passa rapidamente da 15 a 27 paesi Contraccolpi sull’opinione pubblica e bocciatura del progetto di Costituzione europea Le procedure di allargamento della UE Costi molto alti per la Germania ovest (1500 mld di euro) Costi per la riconversione dell’industria obsoleta dell’est Conversione 1 a 1 tra marco occidentale e orientale Decisione “politica” del Cancelliere Kohl Ostilità della Bundesbank Ha creato forti tensioni inflazionistiche e disoccupazione all’est La Bundesbank ha reagito con una politica monetaria restrittiva Il forte aumento dei tassi di interesse tedeschi ha messo in crisi il Sistema Monetario Europeo nel 1992 “Scambio” riunificazione – nascita dell’euro “Acquis communautaire” Contenuti, principi ed obbiettivi dei Trattato dell’Unione Per l’entrata di nuovi paesi la UE prevede una complessa procedura che ha lo scopo di verificare il soddisfacimento dei seguenti criteri: Sviluppo di un’economia di mercato funzionante Rispetto del diritto e dei diritti umani Adesione alla politica monetaria comune Completo adeguamento al sistema normativo comunitario o “acquis communautaire” (diritto acquisito comunitario) Le leggi adottate nell’Unione, accordi inter-istituzionali, linee guida Dichiarazioni e posizioni comuni in tema di politica comune sulla sicurezza e la politica estera Convenzioni, leggi e norme comuni in tema di giustizia e politica interna Accordi internazionali siglati congiuntamente dagli stati membri e dall’Unione I Trattati dell’Unione Europea Il Trattato di Roma (1957) Nascita della CEE Atto Unico Europeo (1987) Completamento del mercato unico interno Trattato di Maastricht (1992) Nascita dell’Unione Europea e dell’Unione Monetaria europea Trattato di Amsterdam (1999) Patto di stabilità e sviluppo Trattato di Nizza (2003) Ridefinisce le regole di funzionamento della UE in vista dell’allargamento a 25 (e poi a 27) Trattato di Lisbona (2007) Sostituisce il Trattato sulla Costituzione Europea mai ratificato Principi generali del ”Acquis communautaure” 1. Libera circolazione delle merci 2. Libera circolazione dei lavoratori 3. Diritto di insediamento e libertà di fornire servizi 4. Libera circolazione dei capitali 5. A livello di politiche pubbliche, principi di trasparenza, uguale trattamento, libera concorrenza e non discriminazione 6. Regole comuni per la creazione, registrazione, fusione e divisione delle imprese 7. Armonizzazione delle leggi sulla proprietà intellettuale 8. Politiche anti-trust a difesa della concorrenza Principi generali del ”Acquis communautaure” 9. Regole comuni sull’attività delle imprese che forniscono servizi finanziari (banche, assicurazioni, fondi pensione ecc.) 10. Regole comuni per l’eliminazione degli ostacoli al buon funzionamento del Principi generali del ”Acquis communautaure” 16. Tassazione, norme comuni sulle imposte indirette (IVA) e accise 17. Politica economica e monetaria, Unione monetaria, indipendenza della BCE, divieto per questa di finanziare direttamente i debiti pubblici mercato interno in tema di telecomunicazioni e reti a tutela dei consumatori 11. Regole comuni in tema di politiche agricole e rurali: Politica Agricola Comunitaria (PAC) 12. Regole e normative in tema di sicurezza alimentare, fitosanitaria e veterinaria 13. Regole generali sulla pesca 14. Politica comune sui trasporti per la promozione del mercato interno 15. Politica energetica, sviluppo del mercato energetico interno, promozione di energie rinnovabili e nucleare sicuro 18. Sistema comune di raccolta, elaborazione e diffusione dei dati statistici 19. Politica sociale e dell’occupazione, standard minimi comuni nel diritto del lavoro, uguaglianza, sicurezza e non discriminazione sul lavoro 20. Politica industriale, promozione della competitività delle imprese e di un ambiente favorevole alla creazione e sviluppo delle imprese 21. Creazione di reti trans-europee nei settori dei trasporti, telecomunicazioni ed energia 22. Politiche per la riduzione degli squilibri regionali e territoriali Principi generali del ”Acquis communautaure” Principi generali del ”Acquis communautaure” 23. Diritti giuridici fondamentali: indipendenza ed efficienza della magistratura a 29. Unione doganale: norme comuni vincolanti per gli stati membri (dazi, 24. Sicurezza, libertà e sicurezza: politiche comuni in tema di frontiere 30. Relazioni esterne: norme comuni vincolanti per gli stati che derivano da garanzia dei principi di libertà dell’Unione, controlli doganali, visti di ingresso, migrazioni, asilo politico, cooperazione tra polizie 25. Ricerca scientifica: gli Stati devono adoperarsi per assicurare lo sviluppo della ricerca scientifica 26. Cultura ed educazione: sono campi di competenza primaria degli stati membri 27. Ambiente: politiche comuni che promuovono lo sviluppo sostenibile e la protezione dell’ambiente nomenclatura merceologica, quote ecc.) accordi bilaterali e multilaterali commerciali, umanitari e di cooperazione tra la UE e l‘estero 31. Politica estera, della sicurezza e della difesa: dichiarazioni, azioni ed accordi presi a livello comune 32. Controlli finanziari: adozione di principi internazionali riconosciuti dalla UE e rispetto di standard e sistemi di controllo finanziario interno del settore pubblico 33. Politiche finanziarie e di bilancio: regole di finanziamento del bilancio della UE 28. Consumatori e protezione della salute: gli stati devono accogliere nella loro legislazione norme comuni e assicurare meccanismi per la soluzione di controversie in questo ambito 34. Istituzioni comunitarie: adeguamento ai meccanismi di funzionamento delle istituzioni dell’Unione Le nuove regole per l’approvazione di provvedimenti comunitari Le nuove regole per l’approvazione di provvedimenti comunitari Criterio “misto” (Trattato di Lisbona - fino al 2014) I Trattati di Lisbona e di Nizza hanno esteso gli ambiti nei quali le decisioni del Consiglio vengono prese a maggioranza qualificata invece che all’unanimità Con 27 membri può un solo paese bloccare i processi decisionali? Usando unicamente il criterio della popolazione o del peso di voto i paesi “grandi” potrebbero prevalere sistematicamente nelle decisioni del Consiglio Le Repubbliche Baltiche 50 % dei paesi membri (o 62% se i provvedimenti non vengono dalla Commissione Europea) – almeno 14 I paesi favorevoli devono rappresentare il 62% della popolazione UE (almeno 311 milioni) I pesi di voto devono raggiungere il 74% (almeno 255 su 345) Dopo il 2010 (Trattato di Nizza): 55% (o 72%) dei paesi 65% della popolazione Le Repubbliche Baltiche La richiesta di adesione alle UE fu anche Estonia, Lettonia e Lituania fecero storicamente parte dell’impero russo fino al 1918. Furono stati indipendenti fino al 1940 quando furono annesse all’URSS Riconquistarono l’indipendenza nel 1991 dopo il crollo dell’URSS Il gruppo di Visegrad e la CEFTA Nel 1993 L’Ungheria, la Polonia, le Repubbliche Ceca e Slovacca (gruppo di Visegrad) crearono un’area di libero scambio: Central European Free Trade Association (CEFTA) Nel 1995 anche la Slovenia aderì alla CEFTA Scopo della CEFTA era l’eliminazione delle barriere commerciali tra i membri entro il 2001 Costituì anche la cornice per la piena adesione di questi paesi alla UE dopo l’ottenimento di stati associati nel 1991 “un’assicurazione” contro le ingerenze Russe Problema delle minoranze russe in Lettonia Sono piccole economie Nel 2010 rappresentavano lo 0,45% del Pil della UE L’1,4% della popolazione UE (circa 7 milioni di persone) Dal 2011 l’Estonia fa parte dell’Unione Monetaria Europea ed ha adottato l’euro. Il gruppo di Visegrad e la CEFTA Per la realizzazione dell’area di libero scambio i paesi del gruppo di Visegrad dovettero superare ostacoli economici nelle seguenti aree: Agricoltura Approccio alle e velocita delle privatizzazioni Industria automobilistica Competizione nel trasporto aereo Problemi ambientali Problemi storico politici: Status della minoranza ungherese in Slovacchia Dispute di confine tra Polonia e Cecoslovacchia Dispute ambientali tra Polonia e Repubblica Ceca Il gruppo di Visegrad e la CEFTA Problemi economici Prima del 1989 il commercio estero dei paesi dell’Est europeo era prevalentemente orientato verso l’URSS Dopo il 1989 l’interscambio tra i paesi CEFTA diminuì ulteriormente (circa il 60%) L’agricoltura ricevette particolare attenzione nell’accordo CEFTA con un processo molto graduale di riduzione dei dazi reciproci Le restrizioni di partenza al commercio agricolo erano superiori a quelle prevalenti nel settore industriale Il gruppo di Visegrad e la CEFTA La UE inizialmente affrontò il problema dell’adesione dei paesi CEFTA con molta cautela Per la UE era preferibile trattare l’allargamento congiuntamente con i paesi CEFTA piuttosto che procedere singolarmente stato per stato Accordo CEFTA come “periodo” di apprendimento alla cooperazione ed integrazione Impatto potenzialmente negativo dell’espansione ad est sulla politica di sussidi agricoli della UE (PAC) Forti divari di reddito, carenze infrastrutturali Squilibri regionali Prima dell’entrata nella UE dei paesi Cefta nel 2004 e nel 2007 di Bulgaria e Romania, le aree rurali meno sviluppate erano in Grecia, Irlanda, Portogallo, Italia meridionale, Spagna e Corsica. Dopo il 2004 e il 2007 si sono aggiunte molte aree dei nuovi paesi membri Alle aree in via di deindustrializzazione della Gran Bretagna, Belgio e Francia si sono aggiunte quelle della Silesia (Polonia), Boemia (Repubblica Ceca) L’allocazione dei fondi per il riequilibrio strutturale della UE è stata profondamente modificata Es. la Repubblica Ceca ha ricevuto aiuti comunitari quanto la Grecia Le disparità di reddito intra-comunitarie hanno favorito ampie migrazioni di lavoratori dall’est verso l’ovest europeo Aiuti finanziari della UE La UE ha aiutato la ricostruzione economica e il passaggio al mercato dei paesi dell’Est Europa tramite la BEI (Banca Europea di Investimento) LA BEI fu fondata nel 1958 È di proprietà dei paesi membri della UE È gestita in modo manageriale ed indipendente Raccoglie fondi sul mercato privato Finanzia progetti specifici di investimento Dal 1990 è attiva nell’area dell’Est europeo Questo ha modificato la direzione dei flussi di investimento tra i paesi della UE L’agricoltura Il problema dell’agricoltura è stato un ostacolo all’ingresso nella UE dei paesi dell’Europa dell’est Le esportazioni agricole di questi paesi coprono circa il 65% del loro commercio verso la UE Polonia e Ungheria, in particolare, hanno un vantaggio comparato nel settore agricolo grazie alla buona dotazione di terra e al basso costo del lavoro rispetto la Francia, Spagna, Danimarca, Italia Il contrasto di interessi con gli agricoltori francesi e spagnoli per l’accesso ai sussidi agricoli UE ha ritardato l’ingresso di questi paesi Decisivo l’appoggio tedesco L’ingresso nella UE ha fortemente ridotto il commercio agricolo tra Polonia e Russia, solo in parte compensato dall’aumento degli scambi con gli altri paesi UE La Polonia La Polonia Il divario regionale è cresciuto negli ultimi anni È il più popolo paese dell’Est europeo Sesto paese della UE con circa 38 mln di abitanti Il Pil pro-capite resta basso (61% media UE) e il paese è al quint’ultimo posto della UE È comunque in corso un processo di convergenza continuo È l’unico paese della UE a non aver perso PIL nella recente crisi È caratterizzata da ampi squilibri regionali interni tra regioni “ricche” e regioni “povere” (orientali) Investimenti diretti esteri in Polonia IDE (miliardi di €) % 23 17,78% Germania 20,83 16,17% Francia 14,31 11,12 Lussemburgo 11,12 8,63% Usa 8,41 6,53 Svezia 6,39 4,97% Italia 5,21 4,04 Austria 4,71 3,66 Gran Bretagna 4,66 3,62 Paesi Bassi Ha ottenuto molti fondi dal fondo europeo di coesione Sono previsti 67 mld di euro nel periodo 2007-2013 Altri 14 mld per la Politica agricola comune Export verso la UE: 79% L’italia è al terzo posto come destinazione Import dalla UE: 62% L’Italia è al quarto posto La Germania è il primo partner commerciale Resta importante il ruolo della Russia È destinataria di molti investimenti diretti esteri Principali partner commerciali della Polonia La Polonia e l’Italia La Polonia e l’Italia L’interscambio con l’Italia è stato prevalentemente di tipo intra-industriale (dati 2009): L’Italia esporta macchine, macchinari ed attrezzature elettriche (3,2 mld) Mezzi di trasporto (1,2 mld) Metalli comuni e derivati (1,1 mld) L’Italia importa Mezzi di trasporto (3 mld) macchine, macchinari ed attrezzature elettriche (1,4 mld) Metalli comuni e derivati (0,5 mld) Partner commerciali dell’Ungheria L’Ungheria Nella UE è al 13 posto come popolazione (10 milioni di abitanti) È al sest’ultimo posto come reddito pro-capite (65% della media UE) È stata duramente colpita dalla crisi finanziaria internazionale del 2007-2008 Aumento del debito pubblico (70% del PIL nel 2008) Disavanzo pubblico oltre il 3% (3,4%) Nel 2008 ha chiesto aiuti al FMI, Banca Mondiale e Import Export EU 68% 78% Asia 18% 6% America 2,5% 3% Commissione Europea per €20 mld Gli Ide sono rivolti prevalentemente al settore dei servizi (60%) e della manifattura (27,8%) Partner commerciali dell’Ungheria Investimenti diretti esteri in Ungheria IDE (miliardi di €) % Germania 14,1 22,4 Austria 9,1 10,7 Olanda 8,4 13,4 Lussemburgo 6,7 10,7 Francia 3,8 6,1 3 4,7 Usa L’Ungheria e l’Italia L’Ungheria e l’Italia La Slovenia Partner commerciali della Slovenia Paese piccolo (2 milioni di abitanti) Il più sviluppato dei paesi dell’Est europeo (88% del Pil pro capite medio della UE) Dal punto di vista finanziario (agenzie di rating) è il più affidabile tra i paesi dell’Europa centro-orientale Fa parte dell’area euro Export verso la UE: 72% Import dalla UE: 78% Gli IDE sono molto limitati e concentrati nel settore finanziario (45%) e del commercio (14,3%) Partner commerciali della Slovenia Il commercio estero sloveno Principali prodotti esportati: Autoveicoli e parti Reattori, caldaie e machine nucleari Dispositivi e macchinari elettrici Prodotti farmaceutici Oli e carburanti Mobili Principali prodotti importati Oli e carburanti Autoveicoli e parti Reattori, caldaie e machine nucleari Dispositivi e macchinari elettrici Metalli e prodotti in metallo Prodotti in gomma e plastica Gli investimenti esteri in Slovenia Slovenia e Italia Milioni di € (2009) % Austria 5121 48% Svizzera 1055 9,9% Francia 721 6,8% Olanda 645 6,0% Italia 607 4,8% L’Italia esporta principalmente: Minerali e prodotti combustibili Veicoli e mezzi di trasporto Macchine ed apparecchiature elettriche Prodotti chimici e plastici Prodotti in metallo Prodotti tessili Germania 570 5,3% Belgio 381 3,6% Croazia 317 3,0% Lussemburgo 261 2,5% L’Italia importa principalmente Prodotti in metallo Macchine ed apparecchi elettrici Veicoli e mezzi di trasporto Minerali e prodotti combustibili Manufatti tessili Legname, carta e cartone La Romania Il commercio tra la Slovenia e l’Italia è cresciuto continuamente dal 2000 fino al 2008 Il commercio estero romeno Ha 21 milioni di abitanti È il più povero della UE (46% del PIL pro-capite medio della UE) Per i contraccolpi negativi della crisi finanziaria nel 2009 ha ottenuto aiuti internazionali da FMI, WB, BEI e BERS per €19,95 mld Alto deficit pubblico (6,8% del Pil nel 2010) Ma basso debito pubblico (34,7% del PIL) Il commercio estero è deficitario Esportazioni verso la UE: 73% Importazioni dalla UE: 71% Il commercio estero romeno Il commercio estero romeno Partner commerciali della Romania Partner commerciali della Romania Romania e Italia Romania e Italia Romania e Italia Romania e Italia Nel 2010 erano registrate 19.659 imprese attive a partecipazione italiana Molte imprese italiane del nord-est hanno cercato in Romania una soluzione ai problemi della concorrenza internazionale di prezzo nei settori Tessile Calzaturiero Internazionalizzazione della produzione Acquisizione di imprese locali Costruzione di impianti dotati di macchinari italiani Romania e Italia Vantaggi per le nostre imprese: Basso costo del lavoro Relativa vicinanza geografica Prima dell’entrata nella UE vantaggi fiscali e doganali per il traffico di “perfezionamento passivo” Il vantaggio romeno di un basso costo del lavoro però sta sparendo rispetto altri paesi del Mediterraneo ed asiatici La Russia La Russia La Russia ha vissuto una grave crisi economica e Nella transizione attuata con una “shock therapy” sono sociale negli anni ’90 Passaggio rapido all’economia di mercato Grande instabilità e turbolenza politica Veloce privatizzazione dell’economia stati trascurati gli aspetti istituzionali e giuridici necessari al buon funzionamento di un’economia di mercato Per creare un’economia di mercato non basta privatizzare Serve un sistema giuridico che garantisca i diritti di Distribuzione di voucher alla popolazione Effetti negativi sulla produzione proprietà Serve un diritto fallimentare Servono leggi antitrust a tutela dei consumatori Il mercato da solo non basta e non può funzionare Forte inflazione Forte svalutazione del rublo La Russia La Russia Pil pro-capite (in valuta nazionale) Russia: tassi di crescita del Pil 350000 15 300000 10 250000 5 200000 0 1993 150000 -5 100000 50000 -10 0 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 -15 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 La Russia La Russia Russia: tasso di inflazione Con la fine degli anni ‘90 l’economia russa si è stabilizzata e 1000 il paese si è affermato come un importante attore del mercato energetico internazionale Monopolio statale: Gazprom 900 800 700 È il principale fornitore di gas naturale della UE 600 Esporta alla UE il 65 % del suo gas Copre circa il 45% delle importazioni di gas della UE Copre circa il 30% delle importazioni di petrolio della UE 500 400 Problema politico della dipendenza energetica della UE 300 dalla Russia 200 100 0 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Quote di consumo interno di gas coperte dalla Russia Paese Quote sul consumo interno Germania 36% Italia 25% Francia 20% Repubblica Ceca 79% Polonia 47% Ungheria 54% Slovacchia 100% Austria 74% Finlandia 100% Romania 28% Bulgaria 96% Grecia 82% Russia ed UE Un rapporto problematico Il problema dei nuovi gasdotti e oleodotti progettati dalla Russia North Stream: gasdotto di 1200 km sotto il Mar Baltico che collegherà direttamente la Russia alla Germania saltando la Polonia Forte ostilità polacca al progetto South Stream: gasdotto che porterò il gas dei giacimenti della Russia asiatica all’Europa del Sud evitando l’Ucraina Appoggiato dagli Usa è invece il progetto Nabucco che dovrebbe collegare i giacimenti del Mar Caspio all’Europa attraverso la Turchia 2010 Russia ed UE Un rapporto problematico Le difficili relazioni tra Russia ed Ucraina si possono riflettere negativamente sulle forniture di gas alla UE Problema della base navale russa nel mar nero Storicamente il prezzo del gas russo pagato dall’Ucraina è sotto il valore di mercato Resistenza dell’Ucraina all’adeguamento del prezzo al livello di mercato previsto per il 2012 Sospensione delle forniture di gas russo come rappresaglia Apprensione dei paesi europei per la possibile interruzione delle forniture Il progetto North Stream Il progetto South Stream Progetto Nabucco La Russia e l’Italia Politica di sviluppo bilaterale delle relazioni italo-russe Nel 2009 la Russia è stato il primo fornitore di prodotti energetici del nostro paese Forti interessi ed investimenti in Russia nel settore energetico di Eni, Enel, Finmeccanica Appoggio del governo italiano al progetto South Stream in contrasto con gli Usa sostenitori del Nabucco Investimenti nel settore bancario Russo di Intesa San Paolo e Unicredit Russia ed Italia Russia ed Italia