Anno Quattro - Numero Due
Rivista semestrale di cultura, informazione e lifestyle del Consorzio Optocoop Italia
Dossier
> Le lenti su misura
Obsolescenza programmata
> Usura pianificata?
Voyeurismo gastronomico
> L’arte arriva in cucina
Giordania
> Tra mare e deserto
Tensione
evolutiva
Claudio Chiappucci:
intervista a “El Diablo”
Gentile Cliente, ci siamo, il mese di ottobre è alle
porte. Nel mese di ottobre la nostra parola d’ordine è:
Prevenzione il che significa, un controllo per sapere
se i nostri occhi lavorano nel modo migliore; senza
affaticamento sia in visione naturale che utilizzando gli
attuali ausili visivi, siano essi occhiali o lenti a contatto.
Nel tentativo sempre costante, di essere sostegno
qualificato alla salute visiva dei nostri clienti, Vi proponiamo
il test gratuito dell’ efficienza visiva. Ci venga a trovare con
tutta la Sua famiglia saremo a Sua disposizione per un
controllo gratuito della Sua efficienza visiva.
OTTOBRE È IL MESE DELLA PREVENZIONE VISIVA
Siamo in grado di soddisfare qualunque Sua esigenza
visiva, utilizzando sempre dei materiali e delle soluzioni
all’avanguardia come le nuove lenti “free form”, lenti
di nuova generazione, lenti specifiche per un’attività
d’ufficio, sia di fronte al computer sia nell’ambito dell’ufficio
stesso. Oppure le nuove lenti progressive a geometrie
personalizzabili ci permettono di soddisfare le vostre esigenze
sia per il lavoro sia per il tempo libero nel migliore dei modi.
Le nuove lenti Transitions che da sole si adattano ad
ogni differenza di luce: con il sole scure, in casa chiare,
o i nuovi trattamenti antiriflesso filtranti per la luce
emessa dai dispositivi digitali, che noi tutti usiamo
abbondantemente nell’arco della giornata.
Ci avviciniamo a Natale tempo di regali, perché non
regalare un occhiale, sia da vista o da sole, un regalo
utile, molto apprezzato, che duri nel tempo.
Con la nostra “Oxo Gift Card” tutto questo è possibile.
Voi regalate la “Oxo Gift Card”, la persona che la
riceve potrà scegliere con tutta tranquillità presso il ns
punto vendita gli occhiali, o la soluzione visiva che più
gradisce ed appaga i Suoi desideri pagando con la “Oxo
Gift Card” che ha avuto in regalo.
Quest’anno il nostro punto vendita festeggia il suo
TRENTESIMO ANNO DI ATTIVITÀ. Ringraziando la nostra
affezionata clientela per la preferenza accordataci negli
anni, vogliamo invitarvi a visitarci prima della fine anno
per cogliere l’occasione di godere di una piacevolissima
sorpresa. Vi aspettiamo
A presto
Franco Corti
Piazza Italia 3 - 20092 Cinisello Balsamo (MI)
tel 02.6126670 - [email protected]
www. otticacorti.com
L’editoriale
DI MARCO CARMINATI
Ottimo!
C
erto che in un periodo storico come quello attuale iniziare un redazionale con un’affermazione come OTTIMO è insolito e
a qualcuno potrebbe anche apparire se non altro azzardato. Ma noi vogliamo perseguire l’obiettivo dell’ottimismo perché
le soluzioni vogliamo trovarle e non vogliamo aspettare che gli eventi ci travolgano. Circa 1 secolo fa la Keller scriveva “Ogni fede
viene messa alla prova mediante i suoi effetti pratici nella vita. Se è vero che l’ottimismo permette al mondo di andare avanti e che il
pessimismo lo rallenta, allora è pericoloso propagare una filosofia pessimista” e se questo era vero allora cosa dire dell’oggi?
Con queste premesse siamo orgogliosi di sottoporre alla vostra lettura questo numero del nostro periodico, in cui gli articoli trattano
argomenti belli che ci raccontano che un sorriso in corsia non è solo un gesto di cortesia, oppure come le sculture culinarie ci fanno
brillare gli occhi, il make-up che dona intensità di sguardo e il sole e le bellezze della Giordania che ci apre le porte su un passato ed
un presente ricco di fascino; senza ovviamente dimenticare un focus particolare su temi quali la protezione dell’apparato visivo dalle
radiazioni nocive o come potere godere con facilità di una vista ottimale avvalendosi delle migliori lenti che la tecnologia mette ora a
nostra disposizione.
La storia di copertina è invece un inno all’ottimismo e alla capacità di un uomo di perseguire il suo sogno nonostante le fatiche e gli
imprevisti che si frappongono tra il noi d’oggi e quello che saremo domani. La semplicità con cui Claudio Chiappucci parla delle fatiche
e rinunce con cui ha affrontato l’essere ciclista professionista, fa apparire semplice una vita fatta di sacrifici. Tanto di cappello ad un
uomo ed un atleta che ci ha prima entusiasmato con le sue imprese ciclistiche ed ora ci trasmette serenità ed ottimismo. Certo c’è
anche chi potrebbe ribattere che la sorte, cioè la fortuna, è stata con lui benevola senza però ricordare che la felicità è alla portata
di chiunque voglia impegnarsi. A questo proposito vi è un libretto portatomi a conoscenza da Claudio Maffei dal titolo “Fortunati si
diventa”, i cui autori, Alex Rovira Celma e Ferdinando Trias de Bes distinguono tra la fortuna (occasionale) e la buona fortuna (quella
che dura per sempre). Alcuni passi ci indicano che:
- molti vogliono avere fortuna ma pochi sono quelli che decidono di cercarla;
- perché giunga la Buona Fortuna bisogna creare circostanze nuove, se non la si ha potrebbe essere dovuta al fatto che le circostanze
sono quelle di sempre;
- preparare circostanze favorevoli alla Buona Fortuna non significa cercare solo il proprio vantaggio, bensì condividerla anche con gli altri;
- se si rimanda sempre al domani la creazione delle circostanze favorevoli, la Buona Fortuna potrebbe non arrivare mai. Ci vuole che
da subito facciamo il primo passo;
- a volte, anche in presenza delle circostanze apparentemente favorevoli, la Buona Fortuna non si manifesta. Bisogna cercare nei
piccoli dettagli ciò che fa la differenza;
- a chi crede soltanto nel caso creare opportunità sembra assurdo. Chi si dedica a creare opportunità non si preoccupa del caso;
- quando si sono create tutte le circostanze favorevoli si deve avere fiducia e la Buona fortuna arriverà;
- creare Buona Fortuna significa predisporre le circostanze favorevoli per cogliere le opportunità. Ma le opportunità non dipendono
dal caso: sono sempre a portata di mano;
- dato che creare la Buona Fortuna significa creare circostanze favorevoli… la Buona Fortuna dipende soltanto da TE. A partire da oggi,
anche TU puoi dare vita alla Buona Fortuna.
Buona Fortuna e Buona Lettura
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CRIZAL UV, LE LENTI CHIARE CON IL PIÙ ALTO FATTORE
DI PROTEZIONE* DAI RAGGI UVA E UVB
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*E-SPF è un nuovo indice sviluppato da Essilor e certificato da un Ente indipendente che definisce la protezione globale UV di una lente. E-SPF=25 per lenti chiare con Crizal Forte UV o Optifog con Crizal UV, eccetto Orma E-SPF=10. 50+ per tutte le lenti solari con Crizal Sun UV o Optifog Sun con Crizal UV,
eccetto Orma E-SPF=25. Prestazioni delle sole lenti: E-SPF esclude l’esposizione diretta dell’occhio che dipenda da fattori esterni (morfologia del soggetto, forma della montatura, posizione di indosso...). Tutti i marchi citati sono di proprietà di Essilor International. Photo: © Elie Bernager/Onoky/Corbis. MC 06-2013
PROTEGGI I TUOI OCCHI
COME PROTEGGI LA TUA PELLE
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E
*
in questo
numero
2013 - Anno Quattro - Numero Due
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in
abbonamento postale - D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1
comma 1, DCB Savona
Autorizzazione Tribunale di Savona
n° 2 del 9 aprile 2010
ISSN 2038-8446
Direttore Responsabile
Marco Carminati
Direttore Editoriale
Arnaldo Sala
Segretaria di Redazione
Patrizia Trovato
[email protected]
Direzione e amministrazione
Optocoop Italia S.c.
Via Golgi, 31 - 25064 Gussago (BS)
Editore
Publicomm S.r.l. - Savona
Progetto Grafico
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Impaginazione
Publicomm S.r.l. - Savona
Redazione
Publicomm S.r.l.
Via Cimarosa, 55R - 17100 Savona
Tel. +39.019.838411
Fax +39.019.8384141
Editoriale
Dossier
Le lenti su misura
Salute
SOMMARIO
41
4
Intervista
Claudio Chiappucci
10
10
Life style
Obsoloscenza programmata
14
Design
Voyeurismo gastronomico
16
Contattologia
Le regole per un trucco perfetto
23
Società
Il nuovo teatro
26
Viaggi
Giordania: tra mare e deserto
30
Sport
Alla scoperta del buio
35
Arte&Cultura
38
Un sorriso in corsia
Mostre e libri da non perdere
8
16
26
Stampa
Tipografia Ambert
Via per Chivasso, 27
10038 Verolengo - TO
© Copyright
Testi, fotografie e disegni contenuti in
questo numero non possono essere
riprodotti, neppure parzialmente,
senza l’autorizzazione dei rispettivi
titolari dei diritti.
30
SOCIETÀ
DOSSIER
Progressiva e
individualizzata
Massima personalizzazione della lente. Rodenstock propone Impression® 2, la lente
progressiva individualizzata e Impression Ergo® 2, la progressiva individualizzata da interni.
Impression® 2
by Rodenstock:
la lente progressiva
individualizzata.
Per progressiva si intende la
soluzione visiva per tutte le
distanze che permette una
visione dal vicino all’infinito
senza interruzione di continuità
e senza che si veda l’antiestetica
“lunetta” delle lenti bifocali.
Per individualizzata si intende
una lente “su misura” costruita
singolarmente per ogni individuo
e per ogni montatura selezionata.
Se le lenti Impression® Mono
Plus 2 eliminano brillantemente
i primi sintomi di affaticamento
Progressiva Rodenstock base
4 ForYourEyes
visivo fino alle fasi iniziali
della presbiopia, quando la
vista da vicino (ad esempio del
giornale) torna ad essere ancora
leggermente sfuocata, e ciò di
norma avviene verso i 45 anni,
si rende necessario considerare
una diversa soluzione oftalmica.
In questi casi un controllo visivo
è quanto mai opportuno.
“Capita anche a te? Vorresti
farne a meno?”
Impression® 2 è la soluzione più
fisiologica per farti dimenticare di
essere diventato presbite: le lenti
si adattano perfettamente alla
tua prescrizione sia per l’occhio
destro, sia per l’occhio sinistro,
garantendoti una visione sempre
nitida e il pieno sfruttamento dei
campi visivi binoculari.
Questo avviene sia per lontano,
sia per le distanze intermedie
e da vicino, grazie all’esclusiva
tecnologia di ottimizzazione
che permette incrementi nella
lettura fino a 2/10* e dei campi
visivi fino al 40%.*
Impression® 2 favorisce un
rapido e spontaneo adattamento
per una visione nitida a tutto
campo e senza più alcuna
rinuncia.
*rispetto ad una lente progressiva
Rodenstock standard non individualizzata.
Progressiva Rodenstock Impression® 2
DOSSIER
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a
soluzione visiv ze
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per tutte le dis
che permette
al vicino
una visione d
nza
all’infinito se
interruzione
di continuità
‘‘
Impression Ergo® 2 by Rodenstock:
la progressiva individualizzata da interni.
Per progressiva individualizzata da interni, o indoor, si intende una
lente che permette una visione continuativa dal vicino alle distanze
intermedie costruita individualmente per ogni portatore.
Quando, oltre a una visione continuativa a tutte le distanze offerta
dalle lenti Impression® 2, le attività lavorative richiedono:
• un impegno visivo prolungato da vicino o alla media-distanza,
• campi visivi più ampi rispetto a quelli offerti dalle lenti
progressive a impiego convenzionale,
• l’esigenza di poter focalizzare alle distanze intermedie con
sguardo dritto in avanti, è opportuno considerare un secondo paio
di occhiali, previa verifica dell’efficacia della prescrizione in uso.
“Capita anche a te? Vorresti farne a meno?”
Impression Ergo® 2 è l’equipaggiamento ideale per un occhiale da
interni: finalmente basta dover alzare la testa per mettere a fuoco alla
distanza del monitor del PC e a doverla ruotare continuamente per
accompagnare la lettura dei testi! Oltre alle caratteristiche già presenti
nelle lenti Impression® 2, le lenti Impression Ergo® 2 si adattano alle
tue esigenze visive attraverso tre diverse tipologie di lenti:
• Book: nel caso in cui prevale l’esigenza della visione da vicino e
intermedio (fino a un metro).
• PC: nel caso in cui sia più marcata l’esigenza di visione dal
vicino a oltre la scrivania -con un campo visivo ottimizzato per la
distanza del monitor-.
• Room: per chi necessita di avere campi visivi confortevoli sia in
ampiezza, sia in profondità dal piano di lettura alla profondità
della stanza.
ForYourEyes 5
DOSSIER
Photo: per gentile concessione di Essilor Italia S.p.A.
Il valore aggiunto di Essilor
Protezione dai raggi UV
e dalla luce blu
I
l tema della protezione è
centrale per Essilor. Anni
di informazione al pubblico
hanno educato i consumatori
all’importanza di proteggere la
propria pelle dagli effetti nocivi
dei raggi solari UVA-UVB. Chi
pensa agli occhi? Essilor lancia
nel 2012 le lenti Crizal UV con
un concetto forte ed innovativo:
“proteggi i tuoi occhi come
proteggi la tua pelle” creando
parallelamente l’indice E-SPF
- Eye Sun Protection Factorper facilitare al pubblico la
comprensione della protezione
solare per gli occhi. Ispirandosi
all’SPF, il famoso indice di
protezione delle creme solari
per la pelle, l’E-SPF indica il
grado di protezione offerto dalla
6 ForYourEyes
lente per gli occhi. Oggi Essilor
offre le lenti chiare con il più alto
fattore di protezione UVA-UVB
disponibile sul mercato (E-SPF
fino a 50+), ma soprattutto offre
una protezione “doppia”. Molto
spesso, anche acquistando delle
lenti che dichiarano il “100%
di protezione UV” ci si trova di
fronte ad un prodotto che filtra
i raggi UV solo frontalmente,
ma non blocca in alcun modo i
raggi che si riflettono nell’occhio
dalla superficie interna della
lente: Crizal UV offre invece una
protezione “doppia” potenziata
sia all’esterno che all’interno
della lente garantendo al
contempo un’ineguagliabile
chiarezza di visione. La prossima
frontiera della prevenzione è
la protezione dalla luce blu.
Parliamo dello spettro della luce
visibile al quale siamo esposti
ogni giorno, sia quando entriamo
in contatto con la luce solare
che con le fonti di illuminazione
artificiale a LED o gli schermi
dei computer, degli smartphone
e tablet. È importante sapere
che la luce blu ha un effetto
benefico importantissimo sul
nostro organismo perché regola il
ritmo sonno-veglia e la naturale
produzione di melatonina, ma
una parte di questa luce ha degli
effetti molto nocivi sulla salute
degli occhi, rappresentando uno
dei principali fattori di rischio
della Degenerazione Maculare
Senile. Di fronte ad una patologia
non operabile proteggere per
DOSSIER
luce blu-turchese fondamentale e benefica
per l’organismo, mantenendo la massima
trasparenza della lente per una visione
perfettamente nitida.
Essilor conferma così il suo impegno per la
salute visiva mondiale: la battaglia contro le
condizioni irreversibili dell’occhio causate
dall’esposizione ai raggi UVA-UVB e alla
luce blu-viola interessa tutta la popolazione,
ma soprattutto 1,3 miliardi di bambini e
1,9 miliardi di ultra-quarantacinquenni
che attualmente risultano le categorie
più vulnerabili a questo tipo di patologie.
Innovare nel campo della prevenzione è
quindi la via Essilor per una migliore salute
visiva. Per tutti. In tutto il mondo.
‘‘
‘‘
prevenire diventa fondamentale.
Una collaborazione preziosa tra i
ricercatori Essilor e l’Istituto della
Visione di Parigi ha svelato una scoperta
straordinaria. Quattro anni di ricerca e
il primo test in vitro condotto nel campo
dell’ottica oftalmica sulle cellule della
retina hanno permesso di isolare proprio
la porzione di luce blu-viola più dannosa
per le cellule retiniche.
La lente Crizal® Prevencia™ Essilor, è così
in grado di offrire all’occhio una protezione
selettiva dalla luce blu. Il vantaggio è
enorme: Crizal® Prevencia™ filtra la luce
blu-viola dannosa per l’occhio e, vera
innovazione, permette il passaggio della
Salute visiva.
Per tutti.
do.
In tutto il mon
ForYourEyes 7
SALUTE
Un sorriso
in corsia
Migliorare l’accoglienza dei bambini all’interno degli ospedali per alleviare
cure e degenze con allegria e spensieratezza. La mission delle realtà
presenti nei due ospedali pediatrici per eccellenza in Italia: Meyer di Firenze
e Gaslini di Genova.
In collaborazione con Fondazione Meyer e La Band degli Orsi
M
olto spesso l’arrivo in
ospedale di un bambino
è vissuto sia dai genitori
sia dai piccoli ospiti come
il primo di tanti momenti di ansia,
di sofferenza e di noia per l’attesa
delle visite e per la degenza a letto.
Eppure è un momento importante
che rappresenta l’inizio della cura,
una circostanza ‘temporanea’ nella
quale diverse figure, concorrono
affinché ogni bimbo possa ritrovare
il più rapidamente possibile il
proprio benessere.
E se medici e infermieri sono attivi
in prima linea nell’affrontare in
maniera vincente le problematiche
legate alla salute, vi sono altre
8 ForYourEyes
Foto; La Band degli Orsi
figure che operano in maniera
altrettanto importante. Associazioni
e volontari sono sempre più
presenti negli ospedali per
spezzare la noia dei lunghi
pomeriggi ospedalieri, oppure per
accompagnare le ore della sera
o allietando le domeniche con
feste di vario genere (canti, giochi,
magie, ecc. ).
Abbiamo incontrato quelle realtà
che portano avanti questo tipo
di progetti, affinché la cura sia
approcciata non solo dal punto di
vista fisico (compito dell’ospedale)
ma anche da quello meno tangibile
dell’attenzione al gioco, al
divertimento, alla cultura, in poche
parole, la cura del tempo.
I due ospedali per bambini che
rappresentano le eccellenze
pediatriche in Italia: l’Ospedale
Pediatrico Meyer di Firenze e
l’Ospedale Pediatrico Gaslini di
Genova hanno al loro interno un
nutrito gruppo di persone che
si occupa quotidianamente di
migliorare l’accoglienza dei piccoli
ospiti e dei loro familiari.
Abbiamo scoperto come sia
possibile vivere con serenità la
realtà ospedaliera e affrontando al
meglio le piccole e grandi difficoltà
che questa situazione comporta.
Foto; Fondazione Meyer
SALUTE
Accoglienza a 360°
L’Ospedale Pediatrico Meyer sin
dalla sua costituzione ha sempre
avuto un’attenzione particolare al
bambino e alla famiglia. È stato
il primo in Italia a introdurre (non
solo nelle sale di attesa) nei reparti,
professionisti davvero speciali, capaci
di distrarre e alleviare la paura e
lo stress del ricovero. Parliamo
dei clown in corsia, dei musicisti
professionisti, dei cani della pettherapy, della lettura con lo scaffale
volante, del teatro itinerante, dei
laboratori creativi realizzati dagli
educatori di una grande ludoteca e
ultimamente anche dell’orto-terapia.
Il Meyer declina l’accoglienza a 360
gradi: per questo è il primo ospedale
ad aver offerto al bambino e alla sua
famiglia tutto il percorso scolastico
in ospedale, dalle elementari alle
superiori (tutti gli ordini) e offre un
ventaglio di strutture di accoglienza
che assicura il sostegno anche ai
progetti di accoglienza e distrazione
durante il ricovero dei bambini.
Tanti progetti resi possibili grazie al
supporto della Fondazione Meyer
Onlus.
“Esserci, sempre”
All’ospedale pediatrico Giannina
Gaslini di Genova è attiva da anni
La Band Degli Orsi (ex Gaslini
Band Band). Un’associazione
di volontariato ONLUS che ha
come missione il miglioramento
dell’accoglienza dei piccoli ospiti.
Le attività danno forma concreta al
motto/concetto: “Esserci, sempre”.
Non agire in una sola direzione, ma
agire in più settori dell’accoglienza
mantenendone intatto il medesimo
spirito e stile. Il primo concetto forte
del progetto “Esserci, sempre” è la
continuità. Ogni progetto della band
non ha mai fine, e la chiave di lettura
di ogni attività è la continuità nel
tempo. I volontari entrano in punta
di piedi nelle stanze dei bambini
cercando di regalare momenti di
svago, momenti in cui bambino
e parenti possano ritornare a
giocare insieme, a stare insieme
ridando valore al tempo condiviso.
Lo scopo dei volontari non è solo
quello di proporre delle attività in
cui i bambini e le famiglie siano
spettatori passivi, ma siano coinvolti
in maniera attiva e propositiva.
Le attività portate avanti
parallelamente nei due ospedali
pediatrici perseguono il
comune obiettivo di utilizzare
la musica, gli animali, il gioco...
individuando ogni mezzo che
possa rivelarsi di distrazione ma
soprattutto di stimolo affinché
la dimensione ospedaliera non
sia vissuta unicamente come
attesa ma possa contenere
anche momenti di divertimento,
confronto, creatività e soprattutto
spensieratezza!
Per info sulle attività
negli ospedali pediatrici
Meyer e Gaslini:
www.meyer.it
www.fondazionemeyer,it
www.gaslini.org
www.labanddegliorsi.it
ForYourEyes 9
INTERVISTA
di Sara Pizzorno
ForYourEyes
ha incontrato
Claudio Chiappuci.
“El Diablo”
della storia del
ciclismo mondiale
Foto: Enrico Basili
Abbiamo raggiunto Claudio Chiappucci
in una pausa al mare con la fidanzata.
El Diablo ci ha accolto in spiaggia
per quattro chiacchiere sotto l’ombrellone.
A 13 anni dal suo ritiro ufficiale l'infaticabile campione
del ciclismo mondiale è oggi un cinquantenne felice,
di grande simpatia e in perfetta forma.
Ci ha svelato il suo profondo legame con la montagna,
l'immutata passione per il ciclismo e l'evoluzione
del suo rapporto con esso alla continua ricerca
di nuovi stimoli e in costante tensione evolutiva.
In continua
tensione evolutiva
10 ForYourEyes
‘‘
‘‘
Dove nasce la tua passione per il ciclismo?
Da mio padre: è stato la sua passione prima ancora
di divenire la mia. Mio padre è sempre stato un tifoso
appassionato che ha combattuto la guerra insieme a
Coppi.
Come sei approdato al mondo del ciclismo?
La bicicletta è sempre stata parte del mio quotidiano,
andavo a scuola in bici. Come spesso accade a molti
bambini, giocavo a calcio ma a 13 anni ho compiuto
una svolta che in breve si è rivelata decisiva. Sono
sempre stato un istintivo e, non ‘riconoscendomi’
più nell’ambito di una squadra, ho seguito la mia
indole individualista alla ricerca di uno sport nel
quale potessi esprimere concretamente le mie
qualità mettendomi in gioco in maniera diretta e più
profonda.
Quale sfida ricordi con particolare emozione?
Il Tour de France! È come arrivare all’Università
al termine di tutto il ciclo di studi. Per il ciclismo
è l’obiettivo massimo, il non plus ultra. Nel mio
caso ha rappresentato un impulso importante, ho
trovato conferma delle mie capacità, concretizzato
ogni sforzo. Arrivare a quel livello è stata la
dimostrazione di quanto il ciclismo fosse davvero la
mia strada. Pur essendo da sempre più istintivo che
professionista è la determinazione ad avermi portato
a traguardi importanti. La determinazione è la forza
di ogni attaccante e scalatore.
Hai affrontato qualche incidente di percorso?
Sì, destino ha voluto che la maggior parte delle
difficoltà siano insorte a inizio carriera. Ho avuto un
esordio davvero in salita. Ho subìto un unico grave
incidente che fisicamente ha causato una battuta
d’arresto alla mia carriera, ma l’episodio più grave
che ha realmente segnato la mia vita è stata la
morte di mio padre. Ero al mio primo anno come
professionista ed è stato un colpo molto duro. Il
ciclismo è stata la nostra passione comune ed è in
esso che ho trovato la forza per superare una salita
così difficile.
Sei sempre stato uno scalatore, quali sono
gli elementi determinanti per affrontare una
salita?
Le doti fisiche sicuramente ma sono convinto che
l’approccio mentale rappresenti la differenza. Ho
sempre avuto un legame intimo con la montagna,
sia per quello che rappresenta, sia per le sue infinite
possibilità di ascesa e ho mentalizzato molto questo
concetto durante la mia vita. Fatica, costanza, il
raggiungimento della vetta... sono tutti elementi che
si ritrovano nel ciclismo. Ho tratto dalla montagna
continua ispirazione e forza per realizzare ogni
obiettivo o traguardo con successo.
Che rapporto hai oggi con la montagna?
Non ho mai smesso di vivere la montagna, a tutti i
livelli e in ogni stagione. Siamo appena tornati (lui
e la fidanzata, ndr) da un trekking immersi nella
natura perché è questo che ricerco: il continuo
i ha dato
“Me stesso m
lio dare
tanto e io vog
sso”
tanto a me ste
ForYourEyes 11
INTERVISTA
Claudio Chiappucci
Classe 1963.
Professionista dal 1985 al 1998 con un Palmares fittissimo.
Tra le sue vittorie più significative: una Milano-Sanremo,
tre tappe al Tour de France e un Giro d’Italia.
contatto con la natura, i suoi spazi e i suoi silenzi.
In inverno con la neve mi dedico allo scialpinismo o
affronto il ghiaccio con piccozza e ramponi. In estate
arrampico, scalo, mi piace scoprire nuovi percorsi
e sono attirato da nuovi traguardi, per questo la
montagna mi incanta e la raggiungo ogni volta che
mi è possibile. E oggi ho molto più tempo di ieri!
Quali sport pratichi attualmente?
Ciò che non ho mai potuto praticare prima perché
potenzialmente troppo rischioso. Non potevo
permettermi di farmi male. Oggi pratico moltissimi
sport: dallo sci al tennis, dal golf all’equitazione...
Mi piacciono le attività outdoor e non mi spaventa la
resistenza: sono un ‘faticatore’ nato!
Hai altri interessi che coltivi nel tempo libero?
Ho una buona manualità e provo soddisfazione nel
creare o sistemare gli oggetti da solo. Mi piacciono le
attività manuali e il bricolage.
Lo sport è stato parte integrante della tua vita,
ha coinciso con la tua carriera. È ancora così?
La mia passione per il mondo dello sport è immutata
se non addirittura cresciuta. Sono maturato e anche
il mio rapporto con lo sport si è evoluto.
Se il ciclismo ha rappresentato il mio lavoro, la mia
vita per un lungo periodo, adesso lo è molto meno
12 ForYourEyes
o comunque in forma diversa. Non ho mai smesso
di pedalare, partecipo ancora alle gare in categorie
inferiori e presenzio a molte manifestazioni sportive.
Il mio ruolo è mutato, sono un promotore dello
sport attraverso stage e percorsi formativi e cerco
di divulgare il concetto di sport e trasmettere la
passione.
Sei sempre in ottima forma come è cambiato il
tuo allenamento?
Per ottenere il massimo ho dato il massimo. Mi
allenavo 11 mesi l’anno, costantemente in sella alla
ricerca della completa sintonia con la bicicletta. Il
mese di ‘riposo’ era comunque consacrato a un’altra
attività sportiva, come la corsa e il tempo libero era
pochissimo. Dal punto di vista dell’alimentazione
ho tenuto un regime sportivo rigoroso poiché ogni
trascuratezza si sarebbe ritorta contro. Oggi è
diverso. Se prima nella mia vita c’era solo il ciclismo
adesso un nuovo mondo mi si sia spalancato innanzi.
Continuo a praticare sport con piacere -fa parte di
me- e muovendomi brucio. Per questo non mi nego
nulla, mi piace mangiare e mangio, senza eccessi,
ma non fumo perché ho grande rispetto per me
stesso. “Me stesso mi ha dato tanto e io voglio dare
tanto a me stesso”.
Qual è il tuo concetto di sport?
Per me lo sport coincide con il concetto di salute. Non
riesco a pensare a un buon stato di salute senza attività
fisica né movimento.
La scelta di smettere, perché?
Ogni cosa ha un inizio e una fine. Ho smesso 13 anni
fa perché necessitavo di nuovi stimoli. Dopo aver vinto
tutto, raccolto grandi soddisfazioni e vittorie avevo
bisogno di una pausa e soprattutto di nuovi impulsi.
Nel ciclismo non puoi fermarti mai così, anche se
fisicamente avrei potuto dare ancora molto, ho preferito
chiudere questa fase della mia vita ricercando in modo
diverso nuove motivazioni.
È stata una decisione difficile?
La definirei una scelta ‘naturale’ che, come ogni
cambiamento, ha avuto anche momenti difficili.
Il distacco è sempre un po’ faticoso ma in realtà non
si è interrotto nulla. Il mio rapporto con il ciclismo si
è evoluto e infatti ho continuato a pedalare per non
allontanarmene troppo. Una scelta vincente che ha reso
meno faticoso il cambiamento a differenza di altri miei
colleghi hanno deposto la bici e sono entrati in crisi.
Ciclismo ieri e oggi: quale evoluzione ha
contrassegnato il settore?
È tutto diverso. Le tecnologie hanno determinato
grandi cambiamenti e oggi anche nel ciclismo tutto è
tecnologico e programmato e manca di istintività. È tutto
impostato a priori, non esiste più il leader carismatico,
regna la mediocrità ed è il materiale a dettare la
differenza. La tecnologia ha uniformato il settore con il
risultato di aver livellato la competizione nella quale la
figura del gregario vero è scomparsa.
Vuoi parlarci del doping, spina nel fianco del
mondo del ciclismo?
È un discorso infinito. Il problema del doping esiste, è
sempre esistito e sempre esisterà. Penso però che vi
sia nel confronti del ciclismo una sorta di accanimento
e il primo passo per affrontare il problema è la ricerca
di un equilibrio. Occorre un sistema uguale per tutte
le discipline sportive che non ne penalizzi solo alcune.
Non nego l’esistenza del doping ma ritengo che rispetto
ad altri ambiti sportivi il ciclismo sia più seguito e
subisca controlli costanti e non reputo questa differenza
equilibrata.
Oggi sei un uomo felice?
Molto. Ieri ero felice diversamente: grandi fatiche mi
hanno portato a grandi risultati. Oggi sono felice di
essere ancora ‘sulla cresta’ e posso raccogliere i frutti
del mio percorso. Quello che rimane vivo in me è il forte
istinto di competizione, con me stesso prima ancora
che con il prossimo. Il mio carattere non è cambiato,
sono sempre attivo, vigile, alla ricerca di nuovi stimoli
e pronto ad accogliere nuove proposte. In continua
tensione evolutiva.
Progetti per il futuro?
…Magari un figlio?
Sorride incrociando lo sguardo della fidanzata.
INTERVISTA
“El Diablo”
Il diavolo. Un soprannome dalle origini
‘antiche’ che risale alle sue primissime gare in
Sud America quando al suo passaggio i tifosi in
visibilio esclamavano “Diavolo come corre”.
E da allora è “El Diablo” per tutti noi.
www.claudiochiappucci.it
ForYourEyes 13
LIFE STYLE
OBSOLESCENZA
PROGRAMMATA
di Sara Pizzorno
Usura precoce e pianificata dei prodotti
“N
on esistono più le
mezze stagioni...”
e non esistono
nemmeno più i
prodotti di una volta. Vera o falsa
che sia l’affermazione, certo è che
tutti possono ‘toccare con mano’
la qualità sempre meno elevata di
molti prodotti di uso quotidiano.
Siano essi abiti o elettrodomestici
è facile verificare la durata degli
stessi soprattutto se paragonati
a ciò che è rimasto in ‘eredità’ da
nonni e genitori.
Il dibattito è aperto e sono
diverse le posizioni che vedono
14 ForYourEyes
ovviamente contrapposti produttori
e consumatori. È in questo contesto
che si inserisce il recente studio
condotto in Germania da Stefan
Schridde e Christian Kreiss. I due
ricercatori hanno esaminato oltre 20
prodotti definiti “di massa” rilevando
come nella realtà dei fatti alcuni
componenti degli articoli analizzati
siano studiati a tavolino per rendere
l’oggetto inutilizzabile sul lungo
periodo.
Molte ‘rotture’ -secondo il reportsarebbero causate per volontà degli
stessi produttori con il fine ultimo di
accelerarne l’usura.
Le conclusioni proposte da Schridde
e Kreiss imputano alle aziende la
responsabilità di utilizzare materiali
scadenti o creare punti deboli
destinati ad abbreviare la vita del
prodotto. Naturalmente a monte di
una simile manovra vi è una precisa
strategia economica che costringe
i consumatori ad accelerare
l’acquisto di nuovi prodotti. Spesso
riparazioni e sostituzioni sono rese
impossibili sia dalla difficoltà di
poter intervenire (come nel caso
di batterie sigillate) sia per il costo
della riparazione che spesso supera
il prezzo del prodotto stesso.
Una scelta molto distante
dall’impronta green che molti
movimenti promuovono in risposta
alle necessità sempre più vive di
un pianeta nel quale il problema di
risorse e rifiuti è drammaticamente
attuale.
Eppure il fenomeno noto come
“obsolescenza programmata”
ha radici piuttosto antiche: nel
documentario “La cospirazione della
lampadina” di Cosima Dannoritzer
sono illustrate molto bene le sue
origini. Le motivazioni che hanno
spinto industriali e vertici economici
a programmare la vita e la scadenza
dei beni di consumo nascono da
dinamiche economiche.
Con l’avvento della rivoluzione
industriale e della produzione di
massa si delineano infatti nuove
tendenze di consumo che modificano
l’acquisto per necessità con il
piacere di possedere nuovi prodotti.
Per garantire e aumentare le vendite, negli anni ‘20 ha così inizio la
pianificazione programmata della vita degli oggetti. Lo storico tedesco
Helmut Hoge è risalito a documenti che attestano l’esistenza di un
accordo segreto svoltosi a Ginevra alla fine del 1924 tra diverse società:
il cartello Phoebus per il controllo e la produzione delle lampadine.
Un passo determinante nella storia dell’economia e dell’obsolescenza
pianificata poiché è la prima intesa mondiale tra aziende che hanno
deciso di accorciare deliberatamente la durata di vita di un prodotto.
La lampadina è così divenuta la ‘prima vittima’ dell’obsolescenza
programmata in virtù del principio: “Comprare-buttare-comprare”.
Un cambiamento radicale nella società dei consumi che è nato in seno al
boom economico del dopoguerra inducendo il consumatore a impostare
un nuovo approccio all’acquisto assecondando la logica del profitto. Se
in Europa regnava l’ideale del prodotto di qualità e di lunga durata, si
contrappone in America la tendenza a indurre il consumatore alla ricerca
continua del prodotto più nuovo, più bello e più moderno.
La produzione persegue nuovi codici e nascono contestualmente
le prime forme di design e
marketing tese alla seduzione
del consumatore. Un
percorso che oggi è
aggravato dall’emergenza
ambientale. L’inutile
spreco di risorse
naturali e l’aumento
esponenziale di rifiuti
nelle discariche, provocati da
un simile stile di vita, possono
trovare risposta solo nel
consumatore e nella
consapevolezza delle
proprie scelte.
LIFE STYLE
QUALCOSA SI MUOVE...
È stata presentata in Francia
questa primavera la prima
proposta di legge al Senato contro
l’obsolescenza programmata.
La richiesta da parte dei Verdi
prevede che sia identificata come
un reato punibile severamente
e intende inoltre estendere la
garanzia dei prodotti a difesa dei
consumatori. In attesa di una
normativa in merito è possibile
consultare un sito sul quale
sono registrati quei prodotti che
garantiscono il funzionamento per
almeno 5 anni:
www.garantie5ans.com
“LA STORIA DELLE COSE”
Il breve documentario di Annie
Leonard “La storia delle cose” narra
il ciclo di vita dei beni materiali e ne
denuncia l’eccessivo consumismo.
www.storyofstuff.com
LA LAMAPADINA DI LIVERMORE
LA LAMPADINA DELLA CASERMA DEI POMPIERI DI LIVERMORE È ACCESA DAL 1901
In America è famosissima, le hanno dedicato articoli, servizi, siti internet e addirittura
è stato festeggiato il centenario della sua accensione. La lampadina della caserma dei
pompieri di Livermore in California è infatti attiva dal 1901. Questo a dimostrazione
di come, nella realtà dei fatti, l’efficienza e la durata delle prime lampadine prodotte
fosse decisamente superiore a quella attuale e che l’intervento programmato da
parte delle aziende fu la causa di tale cambiamento.
La prima lampadina progettata da Edison nel 1881 aveva la durata di 1500 ore ma il
cartello Phoebus ha però stabilito una durata massima di 1000 ore. Questo traguardo
è stato rapidamente raggiunto attraverso un rigido controllo sulla produzione nelle
fabbriche e multe ai produttori che non si fossero attenuti a quanto deciso. Sebbene il
‘cartello Phoebus’ non sia mai ufficialmente esistito e abbia cambiato nome nel corso
degli anni, Helmut Hoge è stato in grado di fornire prova della sua esistenza attraverso
documenti dell’epoca. Forse è proprio questo complesso passato nella storia della
produzione delle lampadine a rendere così eccezionale (e naturalmente unica!) la
lamapadina di Livermore. Monitorata 24/24h la lampadina ultracentenaria (112 anni)
ha già ‘seppellito’ 2 telecamere. Per info e aggiornamenti: www.centennialbulb.org
ForYourEyes 15
DESIGN di Paola Ferrario
Photo: © VisualFood-design.com
VOYEURISMO
GASTRONOMICO
L
a Cake Design mania
è arrivata in Italia
attraverso un pasticcere
americano di origini
italiane:
Buddy
Valastro,
protagonista del programma
televisivo su Real Time ‘The
Cake Boss’. Nella sua pasticceria
di Hoboken nel New Yersey
nascono torte spettacolari con
16 ForYourEyes
Torte che si trasformano in sculture, verdure che
prendono la forma di piccoli animali, frutti che sbocciano
in bouquet commestibili. In Italia è scoppiata la mania
del Cake Design e del Visual Food®. Complici, come di
consueto, internet e i programmi televisivi.
forme originali: tori meccanici
funzionanti, riproduzioni fedeli
dell’Empire State Building,
macchine di dimensioni reali,
dinosauri giganteschi...
In realtà, il Cake design è un’arte
antichissima e la storia narra
che la prima torta decorata fu
realizzata in occasione delle
nozze della regina Vittoria. Il
fenomeno nacque in Inghilterra
e si espanse anche in Francia.
Il comune denominatore era
il fondente di zucchero (anche
conosciuto come pasta di
zucchero) che fin dall’inizio
venne utilizzato per dare un
aspetto candido ai dolci offerti
nei banchetti nuziali della nobiltà
e per permettere una maggiore
DESIGN
Photo: Gianfranco Marotta - letortedirenato.it
conservabilità della torta. Risale
infatti all’epoca Vittoriana la
tradizione di conservare il piano
più alto del dolce nuziale fino al
primo anniversario per essere
consumato dalla coppia.
In Italia il maggior esponente del
Cake Design è Renato Ardovino,
anch’egli uno dei volti noti di
Real Time. Nel suo programma
‘Torte in Corso’ ci svela i segreti
di quest’arte mostrandoci la
realizzazione di alcuni capolavori
architettonici. Ma ‘cake designer’
non si nasce, come ci ha dichiarato:
“Bisogna partire innanzitutto
da una scuola professionale o
un’accademia che insegni i
fondamenti della pasticceria per
poi specializzarsi nelle scuole
italiane e straniere che insegnano
le principali tecniche del cake
design. Importantissima è la
predisposizione alla manualità
nonché l’estro artistico. Questi
due aspetti fanno la differenza.”
Questa arte è molto diffusa
all’estero dove hanno saputo
coniugare gusto estetico con la
qualità mentre in Italia, a detta
di Ardovino, “diversamente
da quanto sembra, si tende
soprattutto ad enfatizzare solo
l’aspetto decorativo tralasciando
la vera finalità della torta che
deve essere innanzitutto buona.”
Se il Cake Design è un neofita
nella nostra terra, il Vision Food®,
ossia l’arte di trasformare il cibo
in opere di design, vanta invece
origini assolutamente nostrane
e più recenti. La creatrice del
marchio è Rita Loccisano,
anch’essa approdata sul piccolo
schermo con un programma sul
canale 137 di Sky, ‘Easy Baby’.
Tutto nasce dalla passione di Rita
per l’intaglio artistico di frutta e
verdura. Per vent’anni ha creato
composizioni che partendo dal
cibo, attraverso superbi intagli,
lo trasformavano in preziosi
decori, prelibati ornamenti,
assolute delizie per gli occhi. Le
sue creazioni, come del resto
ForYourEyes 17
Photo: © VisualFood-design.com
DESIGN
quelle di tutti i
food designer,
avevano però un
limite: spesso
duravano pochissimo
perché tendevano
a seccarsi perdendo
la loro suprema
estetica con un inutile
spreco di cibo. Spinta dal
desiderio di creare piatti che
potessero essere commestibili
in toto e semplici da realizzare, nel
marzo 2011 crea un blog e inizia a
pubblicare i primi tutorial su youtube
e sul blog stesso. In più, decide per
prima, di dare un nome a questa arte:
Visual Food®. Le regole da seguire sono
semplici: tutto dev’essere commestibile
e niente deve essere sprecato; non
ci deve essere alcun pericolo per la
bocca quindi, tutte le creazioni, non
devono contenere elementi pericolosi
Renato Ardovino:
il maggior esponente
in Italia
del Cake Design.
Rita Loccisano:
la creatrice
del marchio
Visual Food®.
18 ForYourEyes
come gli stecchini; tutto può essere
trasformato in VisualFood®: non solo
le classiche frutta e verdura, ma
anche pane, salumi, formaggi... In più
è un’arte democratica, come ci spiega
lei stessa: “È alla portata di tutti: una
volta apprese le tecniche è facilmente
riproducibile da chiunque e non
richiede abilità particolari o conoscenze
propedeutiche. Inoltre è economica
perché non richiede ingredienti pregiati
e attrezzature costose. Tra l’altro,
per diventare esperti Visual Foodies non
servono talenti particolari, basta avere
passione, amore per l’arte del ricevere
e un poco di pazienza iniziale, nella fase
di apprendimento delle tecniche. Poi
verrà tutto spontaneo”.
Per tutti gli amanti del genere a fine
settembre Rita debutterà in libreria con
il suo primo manuale ‘Visual Food®”,
edito da Ed. Infinito in cui una serie di
tutorial fotografici ci insegneranno le
nozioni base di quest’arte.
Ma attenzione! Una nuova tendenza sta
spopolando in tutto il mondo: lo Street
Food, letteralmente il ‘cibo di strada’
venduto in cibo chioschi alimentari “on
the road” in cui l’aspetto scenografico
lascia spazio alla genuinità.
IN 20 ANNI OLTRE
10.000.000
DI PERSONE HANNO TROVATO
DA OXO LE MIGLIORI SOLUZIONI
NI
PER LA PRESBIOPIA.
Seguendo alcuni semplici consigli anche portatrici di lenti
a contatto (LAC) possono realizzare un make-up da sogno.
CONTATTOLOGIA
di Paola Ferrario
Le REGOLE per un
TRUCCO PERFETTO
I
n Italia ci sono ben 4.182.000
portatori di lenti a contatto.
Le LAC, oltre a svolgere la
funzione correttiva per cui sono
state concepite, rappresentano
la soluzione estetica ideale
per coloro che non vogliono
rinunciare al make-up.
L’occhio però è un organo molto
sensibile ed esistono alcune
regole base da seguire per
scongiurare le infezioni che
potrebbero presentarsi in caso
di scarse condizioni igieniche o
qualora vi sia una manutenzione
non corretta delle lenti a contatto.
Prima di iniziare “l’operazione
trucco” e, prima di indossare
le lenti a contatto, è necessario
lavare accuratamente le
mani con un sapone con PH
fisiologico e comunque privo di
oli o profumi, risciacquarle e
asciugarle con un asciugamano
possibilmente di lino o in un
tessuto che non rilasci fibre.
A questo punto, si può procedere
con l’applicazione delle LAC
utilizzando in alcuni casi alcune
gocce umettanti per favorire
l’idratazione dell’occhio.
La scelta dei prodotti
per il make-up è molto
importante e sul mercato
esiste un’ampia gamma di
cosmetici ipoallergenici studiati
appositamente per i portatori
di lenti a contatto. In generale,
come per il sapone, è meglio
optare per i prodotti senza oli o
profumi ed evitare cosmetici in
polvere che potrebbero rilasciare
fastidiosi granelli che, a contatto
con l’occhio, potrebbero causare
irritazioni. Sono sconsigliate
le ciglia finte perché la colla
utilizzata per la loro applicazione
genera forti irritazioni ed i
mascara con effetto allungante
perché potrebbero danneggiare
le lenti.
La norma base sulla perfetta
igiene dell’occhio implica
anche la frequente sostituzione
dei prodotti stessi. Gli esperti
consigliano di cambiare il
mascara tutti i mesi, l’eyeliner
ogni tre e gli ombretti ogni
sei. Una valida alternativa che
garantirebbe l’assenza di batteri
sono i mascara usa e getta.
In generale, è meglio non
applicare trucchi aperti da tempo
o danneggiati e conservarli in
luoghi freschi e asciutti.
È inoltre sconsigliato utilizzare
i cosmetici altrui o imprestare i
propri, come avviene spesso tra
amiche.
ForYourEyes 23
CONTATTOLOGIA
Se sono state seguite tutte le regole fino ad ora elencate,
è arrivato il momento di procedere all’operazione trucco.
L’ombretto deve essere posto molto dolcemente, senza
pressioni sulla palpebra, l’eyeliner non deve essere
applicato all’interno dell’occhio e l’applicazione del
mascara non può partire dalla base dell’occhio ma da
metà delle ciglia.
Anche la rimozione del trucco è soggetta a norme
igieniche ferree: bisogna per prima cosa togliere
le lenti e solo dopo utilizzare struccanti, meglio se
ipoallergenici. Un’ottima soluzione sono le salviettine
monouso studiate per le palpebre; ottime sono quelle a
base di prodotti naturali come l’Ualianans e l’Echinacea
che garantiscono un’azione decongestionante e lenitiva.
A queste particolari regole vanno aggiunte le comuni
norme igieniche che vengono consigliate a tutti i
portatori di lenti a contatto: porre sempre le lenti
nei liquidi ad hoc avendo cura che siano totalmente
immerse, sostituire il liquido frequentemente e
cambiare periodicamente il contenitore (mediamente
ogni tre mesi).
Seguendo questi semplici consigli, tutte le portatrici
di lenti a contatto potranno sfoggiare make-up perfetti
senza avere brutte sorprese di occhi rossi o irritati.
‘‘
tica
soluzione este
Le LAC sono la
ro che non
ideale per colo
e-up
nciare al mak
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n
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24 ForYourEyes
*Dato italiano della ricerca effettuata da Millward Brown su 1.204 portatori di occhiali in Europa. Novembre 2012.
91%
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SOCIETÀ
Il teatro rispecchia l’evoluzione della società,
la interpreta e se ne appropria.
Perché, come nella vita, anche sul palcoscenico tutto scorre.
di Paola Ferrario
Il nuovo teatro
I
l teatro è una macchina
bellissima, sempre in
mutazione, con origini
antichissime. È lo specchio dei
cambiamenti della società e da
sempre c’è la tendenza a stabilire
una sorta di osmosi tra la messa
in scena e il progresso.
In Italia l’attuale situazione di
questa magnifica forma d’arte, di
fronte ai costanti tagli alla cultura,
non è delle più rosee e l’abitudine
di fruizione degli spettacoli è
piuttosto bassa. C’è inoltre un
altro dato che non aiuta: i più
grandi teatri sono dislocati nelle
grandi città, dove, ovviamente, la
tradizione teatrale risulta quindi
più viva ma esclude gran parte
degli spettatori.
26 ForYourEyes
Ciononostante, la sua macchina
non ha mai smesso di muoversi
e ha continuato a produrre
forme sempre diverse, sempre
innovative, che l’hanno portato, fin
dalla fine degli anni Sessanta, ad
uscire dai tradizionali palcoscenici.
Questa pratica, nata come antitesi
con la tradizione borghese,
ha fatto sì che gli spettacoli si
mischiassero tra la gente, dando
alla strada una nuova funzione,
quella di palcoscenico appunto.
L’idea base era di superare il
confine tra quest’ultimo e la
platea. Il filone delineatosi ha
aperto le porte a nuove possibilità
espressive in cui l’antica
tradizione orale si è ritagliata uno
spazio tutto suo.
La continua ricerca sperimentale
ha anche creato una particolare
unione tra la scena e le arti
visive implicando la diminuzione
dell’importanza della piantazione
tradizionale e un’apertura
con le risorse offerte dalla
tecnologia avanzata. In alcune
rappresentazioni l’impianto
narrativo ha perso la sua forza
intrinseca e ha ceduto il passo alle
immagini supportate dai suoni e
dalle luci. La parola ha assunto
un ruolo secondario e le immagini
videoelettroniche l’hanno sostituita
e stabilito un ponte comunicativo
con lo spettatore o si sono
trasformate in quadri con cui gli
attori dialogano.
L’evoluzione del teatro ha anche
generato particolari forme espressive legate
ai problemi che infliggono il tessuto sociale
affidando alla rappresentazione una valenza
scenica che va al di là del semplice spettacolo.
La prima vera nuova forma di teatro è nata
negli anni Sessanta con il ‘Teatro dell’Oppresso’
(TdO) ideato da Augusto Boal, direttore del teatro
Arena di San Paolo. Attraverso una serie di
tecniche teatrali che mirano alla spettacolarità
(quali ad esempio il teatro invisibile, il teatro
forum…) e si discostano dal teatro tradizionale,
viene attuato un lavoro di coscientizzazione per
far emergere i problemi sociali e collettivi.
Il TdO porta cioè alla luce conflitti interpersonali
e sociali.
Per esempio, nel teatro invisibile viene stimolata
la discussione tra gli “ignari” spettatori e gli
attori; nel teatro forum c’è invece un’interazione
concreta: chi ha un’idea sostituisce l’attore e
sale sul palcoscenico per mostrarla. In uno
scenario teatrale si recita quindi la soluzione
affinché ci sia una trasposizione anche nella
quotidianità.
Anche il ‘Teatro Sociale’, inteso come
attività teatrale rivolta a gruppi di persone in
situazioni di disagio che vivono ad esempio
nelle periferie delle metropoli, soffrono di
disabilità o disturbi psichici o sono detenute in
carcere, è strettamente legato ai problemi che
affliggono il nostro tessuto sociale. L’assioma di
partenza è il fatto che non sia un’attività rivolta
esclusivamente ai professionisti ma venga
realizzata nell’ambito di progetti psicosociali,
di integrazione socioculturale e di animazione
del territorio. “Il Teatro Sociale”, come ci ha
dichiarato la D.ssa Alessandra Rossi Ghiglione,
drammaturga e regista di Teatro Sociale e
Direttore Progettuale del Master di Teatro Sociale
e di Comunità dell’Università di Torino “spalanca
le porte della creatività e della sperimentazione
di nuovi linguaggi per raccontare e raccontarsi,
per dare voce al proprio vissuto e ai propri
bisogni. A differenza di quello tradizionale,
persegue uno scopo ben preciso: la realizzazione
di un evento teatrale di comunità, una sorta
di catarsi comunitaria. Gli obiettivi sono infatti
essenzialmente due: creare una progetto d’arte
e di cultura e far star bene le persone coinvolte,
cioè realizzare l’empowerment delle relazioni”.
Un’altra forma di interazione teatrale è
la Teatroterapia, arte che unisce le teorie
psicologiche con il tradizionale approccio
scenico. Le persone mettono in scena il proprio
vissuto con lo scopo di instaurare un rapporto
armonico tra corpo, voce, in relazione con la
SOCIETÀ
ForYourEyes 27
SOCIETÀ
L’evoluzione
del teatro
è specchio
dell’evoluzione
di una società.
Sia nelle
forme espressive
sia nella
sperimentazione.
comunità, se stessi e la propria creatività
interpretativa.
Tre le nuove forme teatrali ci sono anche
il Teatro-danza - in cui assistiamo a una
fusione tra il teatro stesso e la danza - il
teatro-musica, che in Italia ha visto il suo
massimo esponente in Giorgio Gaber il
quale ha creato un vero e proprio fil rouge
tra musica e narrazione e il Teatro Ludico -
28 ForYourEyes
genere in cui l’azione scenica introduce gli
elementi attraverso un gioco che implica la
partecipazione del pubblico.
La macchina del teatro pare quindi avere
ancora molto da dire e non abbia voglia di
arrestarsi perché, come disse Carlo Azeglio
Ciampi “Il teatro è vita, ed è soprattutto
cultura. Dobbiamo tutelare questo nostro
patrimonio”.
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Testo e foto
di Sara Pizzorno
viaggi
Tra mare
e deserto
Giordania: crocevia
tra oriente e occidente.
Il deserto di Wadi Rum
Il Siq (canyon)
di accesso all’antica
città di Petra
GIORDANIA
Regno
Hascemita
di Giordania
Capitale
Amman
Popolazione
5,9 milioni di abitanti
95% dei quali arabi
Lingue
Arabo,ma l’inglese
è molto diffuso
Religione
92% musulmani sunniti
6% cristiani
30 ForYourEyes
+
A
poche ore di volo dall’Italia esiste un Paese
dal sapore antico, ricco di storia e polvere, di
architetture selvagge e popoli affascinanti.
La Giordania si inserisce nel cuore della
civiltà araba in un’equilibrata armonia con la
cultura occidentale: un aspetto importante
che garantisce la sicurezza dei viaggiatori
senza rinunciare all’atmosfera suggestiva che
caratterizza le sue realtà.
La Giordania è terra di bellezze rare, una su
tutte: l’antica città di Petra rimasta impressa
nella memoria collettiva attraverso la scena
finale del film “Indiana Jones e l’ultima crociata”
nella quale il protagonista percorre a cavallo
il lungo Siq (canyon) che conduce al cuore
dell’antica città di Petra: il famoso monumento
El Khasneh. Incredibile città scavata nella roccia
rosa, da sola merita un viaggio in Giordania che,
unitamente ad altrettanti luoghi meno conosciuti,
rende il Paese meta ideale per un’avventura nel
vivo del Medioriente.
Petra è raggiungibile da Amman con un paio
d’ore di pullman o auto, (si trovano facilmente
in affitto) tramite la lunga e tortuosa Strada
dei Re che scendendo verso sud offre paesaggi
viaggi
Amman
l’anfiteatro
Petra,
El Khasneh
+
mozzafiato e scorci suggestivi a ogni curva
in un panorama roccioso che si fonde con
l’orizzonte.
Sul percorso si incontra Madaba un caotico
paese nel quale non è semplicissimo
districarsi per raggiungere la Chiesa di
San Giorgio e ammirarne icone e mosaici,
tra i quali spicca un’enorme mappa della
Palestina ritratta sul pavimento a mosaico e
in gran parte danneggiata.
Molto più piacevole è addentrarsi nelle vie
del villaggio, tra botteghe e bancarelle, dove
assaggiare pane e frutta ma soprattutto per
incontrare e scoprire una cultura attraverso
la semplicità delle attività quotidiane.
Il vero tesoro della Giordania è la sua gente.
È diffusa l’idea che sia un popolo cordiale
e gentile eppure le parole non bastano a
descrivere una realtà che si distingue da
tutto il mondo arabo per la discrezione e il
rispetto con i quali le persone si rivolgono
a turisti e stranieri: con sincera cordialità,
priva di ogni forma di sudditanza né tanto
mento insistenza.
Proseguendo lungo la Strada dei Re si arriva
ForYourEyes 31
viaggi
a Kerak celebre per il suo forte
di epoca crociata, maestoso
e imponente, nel quale si può
passeggiare sulla ‘ronda’ o di
cui si possono esplorare i freschi
sotterranei.
Tra le tappe obbligate della
terra giordana sicuramente un
posto d’onore è riservato alle
rive del Mar Morto. Oltre a un
tuffo nelle calde e salatissime
acque del mare, il contesto
offre un panorama surreale, a
tratti palustre e pieno di riflessi.
Il bacino d’acqua che separa
Giordania da CisGiordania e
Israele è un ambiente silenzioso
e variopinto che trasmette
sensazioni di pace e profondo
contatto con la natura quasi in
contrapposizione con la dura
realtà di una terra che fu teatro
di profondi scontri.
Proseguendo ulteriormente
verso sud si giunge ad Aqaba,
metropoli che si affaccia sul Mar
Rosso dove si può godere dei
comfort e delle attrattive marine
per approfittare di un momento
di relax a due passi dall’Arabia
Saudita. Un tuffo nelle acque
del Mar Rosso assicura agli
appassionati di snorkeling
fondali spettacolari e una
coloratissima barriera corallina.
Navette collegano la città
con gli stabilimenti e i diversi
diving center nei quali dotarsi
dell’attrezzatura necessaria.
La Giordania è un paese
decisamente variegato e pieno di
differenti realtà che si prestano
Tramonto
sul Mar Morto
32 ForYourEyes
a diversi tipi di visita. È un luogo che racconta la propria storia
attraverso i numerosi siti archeologici, che permette di ritrovare
un profondo contatto con la natura più incontaminata attraverso la
scoperta dei suoi mari, ma soprattutto dei suoi deserti. E Wadi Rum
è la dimensione più completa nella quale sperimentare i silenzi e gli
spazi che solo il deserto può garantire. Le possibilità per addentrarsi
nel Wadi Rum sono diverse: il volo in mongolfiera che offre punti
di vista inesplorati, il fuoristrada che solca le piste alla scoperta
di incisioni e concrezioni o il cammello che, con la sua andatura
ondeggiante, è il mezzo prescelto dai beduini che qui abitano.
È infatti possibile pernottare presso un accampamento beduino
per vivere l’indimenticabile esperienza di una notte nel deserto e
assaggiare la vera cucina giordana. Pur essendo molto semplice
è assai gustosa, sana e ricca di verdure e legumi sapientemente
elaborati con spezie e aromi.
Solitamente una lieve malinconia avvolge ogni viaggiatore che lascia
Wadi Rum pensando già a un ritorno e salutando con “Ma’a salama”
la Giordania e la sua gente. Perché “arrivederci” sia.
Il deserto
di Wadi Rum
viaggi
+
ENTE DEL TURISMO DELLA GIORDANIA
www.it.visitjordan.com
ForYourEyes 33
Pozzo iniziale Abisso 13,
Dossena (BG)
SPORT
Alla scoperta
del BUIO
A cura di Tatiana Boffa
Foto courtesy: S-Team
“L
e grotte sono il vuoto
conosciuto delle
montagne. Vie di
drenaggio delle acque
nella roccia o nei ghiacci. Tubi lavici
o accadimenti tettonici, generati
da crolli. Il buio è una soglia, oltre
è un altro mondo. Vi sono anche
cavità artificiali, create dall’uomo nel
passato remoto o prossimo.
Gli speleologi esplorano e
riportano i dati di questo mondo
vicino, simile, ma non uguale. Lo
rendono conosciuto, conoscibile.
Accompagnano visitatori, formano
futuri esploratori. Creano il fantastico
mappamondo sotterraneo”.
Con queste parole viene descritto
dalla Società Speleologica Italiana
(SSI) l’affascinante e misterioso
mondo sotterraneo.
Immergersi nel buio delle
profondità della terra è
un’esperienza avventurosa che
tocca ‘corde’ intime in ciascuno e,
anche psicologicamente, non è così
scontato affrontare con serenità
Speleologia:
tra sport ed esplorazione
nel buio delle grotte
e successo un’attività di questo
tipo. Seppur il regno delle grotte
sia privilegio di pochi, occorre
sfatare il mito che relega l’attività
speleologica a una ristretta élite di
professionisti poiché le possibilità di
sperimentare una visita nei meandri
di una grotta in completa sicurezza
possono essere più frequenti di
quanto si possa credere.
L’Italia è una terra dal ricco
patrimonio sotterraneo che, una
volta scoperto e attrezzato, è
stato reso accessibile al grande
pubblico. Oggi infatti, tra città
d’arte e siti archeologici, vi sono
molte grotte famose che hanno
dettato nuovi flussi di turismo e
sono divenute mete inflazionate.
Ma come tutte le discipline anche
in campo speleologico le possibilità
di esplorazione sono pressoché
infinite e declinabili a ogni livello.
Per approfondire la propria
conoscenza e immergersi nel
‘buio esplorativo’ di una grotta vi
sono diversi corsi che permettono
di avvicinarsi alla speleologia e
sperimentare sé stessi in un contesto
naturale ma inconsueto, silenzioso e
unico, nel ventre della terra.
“Armarsi e partire”
Per chi è affascinato dalle
profondità della terra, alla ricerca
di un ambiente sotterraneo di rara
bellezza e in gran parte ancora
sconosciuto e segreto, ci si può
rivolgere alla Scuola Nazionale
di Speleologia della SSI che
organizza corsi di speleologia
sia attraverso l’attività didattica
sulle tecniche speleologiche,
sia promuovendo incontri culturali
su materie scientifiche applicate alla
speleologia: carsismo, vulcanismo e
meteorologia.
Anche il Club Alpino Italiano (CAI)
vanta una lunga tradizione nella
formazione e nell’aggiornamento
in ambito ‘alpino’ e ha una sezione
specifica dedicata alla speleologia che
risponde alle aspettative e soddisfa
gli interessi degli appassionati di
questo mondo affascinante.
ForYourEyes 35
L'attrezzatura
SPORT
PER ADDENTRARSI IN SICUREZZA NELLE GROTTE È NECESSARIO DOTARSI DI UN PRECISO EQUIPAGGIAMENTO TECNICO
•
•
•
•
Poiché in grotta l’oscurità è assoluta, l’impianto di illuminazione (che andrà posizionato sul
casco) è imprescindibile ed è fondamentale che la fonte di luce abbia lunga autonomia, sia
affidabile e crei luce diffusa. La soluzione che ha accompagnato gli speleologi per oltre 30 anni è
stata la lampada ad acetilene (gas che si ottiene bagnando il carburo di calcio) ma negli ultimi 5
anni è stata soppiantata dall’illuminazione a LED, molto più ecologica. Non fa fumo, non sporca
le pareti di fuliggine e non genera residui. I LED hanno varia potenza e durata ma un pacco di
batterie garantisce tra le 6-10 ore.
Il casco è lo strumento indispensabile per proteggere il capo da eventuali colpi o caduta di pietre.
Occorre sia omologato e, seppur vi sono caschi specifichi per speleologi, un buon casco da
alpinismo può rivelarsi una soluzione funzionale e più economica.
L'imbrago serve ad assicurare lo speleologo. Viene indossato ed è all'imbracatura che vengono
fissati tutti gli strumenti per compiere manovre di salita/discesa, vengono assicurate le corde e
gli attrezzi necessari per eseguire ogni attività nella massima sicurezza.
La tuta speleo, impermeabile ma traspirante, è la soluzione migliore per evitare l’abrasione
delle rocce, comoda anche per effettuare movimenti
complessi, utile per scivolare in stretti passaggi tra
le pareti della grotta. Sottotuta, per difendere dal
freddo anche per decine di ore.
•
A questa essenziale dotazione va aggiunta
una serie di strumenti tecnici indispensabili per
eseguire manovre e muoversi in grotta: moschettoni,
corde, croll e/o maniglia, spit (chiodi a espansione),
discensore, ecc... dispositivi che possono essere
usati solo da persone qualificate e competenti.
Abbigliamento
e attrezzatura
degli speleologi
Se la speleologia è un mondo in continua
esplorazione e dagli infiniti orizzonti,
altrettanto vasti sono i campi di attività
nei quali ci si può muovere alla scoperta
della realtà sotterranea: glaciospeleologia
(grotte glaciali), biospeleologia (flora e fauna
delle grotte), esospeleologia (grotte su
altri pianeti), speleologia subacquea (cavità
sommerse) mentre decisamente più turistica
e accessibile è la speleologia urbana.
36 ForYourEyes
Grotta Skilan
Basovizza (TS)
SPORT
Abisso Plutone
Basovizza (TS)
Per approfondimenti
Società Speleologica Italiana
www.ssi.speleo.it
Per info nazionali e internazionali
www.scintilena.com
Scuola Nazionale Speleologia del CAI
www.sns-cai.it
Unione Internazionale di speleologia
http://test3.brlog.net
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Acquedotto
romano
sotto la città
di Asolo (TV)
Sotto la città...
La speleologia urbana rivolge
il suo interesse agli ambienti
sotterranei realizzati dall’uomo
(cavità artificiali) e ne consente
di ripercorrere la storia e
l’evoluzione. Molto in voga negli
ultimi anni sono le esplorazioni
nel sottosuolo cittadino e sono
sempre più numerose le città
italiane che tra le proprie
proposte turistiche annoverano
visite nel vuoto del mondo
sotterraneo che si nasconde sotto
marciapiedi e palazzi cittadini.
Ecco come, con pochi metri di
discesa, si può intraprendere
un viaggio all’insegna
dell’archeologia culturale tra:
acquedotti, gallerie, pozzi e
cisterne, cripte e necropoli,
cunicoli e trincee, che risalgono a
epoche e funzioni assolutamente
diverse tra loro.
Si ringraziano per la gentile collaborazione
Sandro Sedran e Fabio Siccardi
arte
cultura
LIBRI
A cura della Redazione
A settembre riprendono ritmi autunnali, si ricercano nuove
proposte indoor tra le quali primeggia la cultura.
E, per completare svago e arricchimento,
non può mancare un buon libro.
La cultura
‘fiorisce’ in autunno
D
programmazione sarà infatti
contraddistinta da un ricco calendario
di mostre d’arte irrinunciabili che vi
segnaliamo di seguito.
L’arte passa per Milano...
Sarà Milano la location d’eccezione a
ospitare il top delle mostre nella sua
prestigiosa sede di Palazzo Reale.
Nei prossimi mesi la sua
POLLOCK E GLI IRASCIBILI
La scuola di New York
Ad aprire la rassegna di Palazzo
Reale sarà la grande mostra sull’arte
americana: Jackson Pollock ma non
solo: anche Rotko, de Kooning, Kline
e molte altre superstar dell’arte
americana sono in arrivo a Milano.
Oltre 60 capolavori provenienti dal
Whitney Museum di New York, che
lascerà eccezionalmente viaggiare
l’opera Number 27 di Pollock per
esporla a Palazzo Reale.
Dal 24 settembre al 16 febbraio 2014.
eposti costumi e ombrelloni,
l’autunno si appresta ad
affermarsi una stagione
particolarmente ricca di stimoli e
proposte culturali che gratificano - in
maniera anche dilettevole- utenti di
ogni tipologia. Ecco che la stagione
autunnale vede ‘fiorire’ le richieste
di un pubblico attento ed esigente
che trova risposta nell’ampia rosa
di offerte provenienti dall’ambiente
museale che si annuncia ricco di
eventi assolutamente imperdibili.
Le storie dietro le fotografie
Steve McCurry
Dopo la grande mostra di Steve McCurry ospitata a
Genova: “Viaggio intorno all’uomo” il libro offre uno
sguardo inedito sul “dietro le quinte” del lavoro del celebre fotoreporter americano. Quattordici fotoreportage,
realizzati in tutto il mondo, presentano le storie di cui
McCurry è stato testimone, altre che è andato faticosamente a cercare, altre ancora apparse davanti ai suoi
occhi quasi inaspettatamente. Il centro di ogni scatto è
l’uomo, ogni storia è illustrata con appunti, immagini,
ricordi – messi insieme da McCurry durante i suoi lunghi
viaggi – e circa 120 tavole fotografiche con i suoi lavori
più significativi in una vasta gamma di temi e soggetti.
38 ForYourEyes
IL VOLTO DEL ‘900
DA MATISSE A BACON
Capolavori dal Centre Pompidou
Prosegue la programmazione
milanese con una mostra tematica
che racconta l’arte dei grandi
attraverso l’elaborazione della figura
umana.
Con circa 80 opere la mostra racconta
il mutamento negli stili e nei caratteri
nella raffigurazione umana e della
ritrattistica che hanno segnato non
solo la storia dell’arte del XX secolo,
ma quella dell’Uomo. In mostra tra
gli altri capolavori di Matisse, Bacon,
Delaunay, Max Ernst, Mirò, Fernand
Leger, Giorgio De Chirico, Picasso e
Alberto Giacometti.
Dal 25 settembre al 19 gennaio 2014.
Immagine
e persuasione
Capolavori del
Seicento
dalle chiese
di Ferrara
colpite dal
terremoto
Ferrara
Palazzo Trotti Costabili,
Seminario vecchio
14 settembre 2013 - 6 gennaio 2014
Edvard Munch
Genova
Palazzo Ducale
A partire da novembre 2013
27 aprile 2014
RODIN.
IL MARMO, LA VITA
È la scultura a ‘fare da padrona’
nella grande mostra che chiude
la stagione autunnale di Palazzo
Reale. Oltre 60 opere di Auguste
Rodin, che con Michelangelo resta
uno dei più grandi rivoluzionari
della tradizione plastica. Rodin
aveva un rapporto speciale con
il marmo e i suoi contemporanei
vedevano in lui un “dominatore” di
fronte al quale la materia tremava.
Le sue sculture danno vita e forma
all’anima moderna, utilizzando
il marmo: materiale classico per
eccellenza, destinata a priori
all’immobilità.
Dal 17 ottobre al 26 gennaio 2014.
Nel 150esimo anniversario della sua
nascita, Edvard Munch è celebrato in
tutto il mondo.
L’Italia rende omaggio al sublime artista norvegese con un’imperdibile retrospettiva che si terrà a Palazzo Ducale di
Genova dal prossimo 4 ottobre. Curato
da Marc Restellini, direttore della Pinacotheque de Paris, il percorso espositivo
racconterà tutta l’evoluzione artistica di
Munch con oltre 120 opere.
L’esposizione di Palazzo Ducale è allo
stesso tempo rappresentativa del percorso artistico ed esistenziale di Munch,
ma anche testimonianza del passaggio
da un naturalismo di stampo impressionistico a una pittura nuova e audace che
contribuisce in maniera determinante a
sconvolgere tutta l’arte del XX secolo.
“La natura è l’opposto dell’arte. Un’opera
d’arte proviene direttamente dall’interiorità dell’uomo. (...) La Natura è il mezzo,
non il fine. Se è necessario raggiungere qualcosa cambiando la natura, bisogna farlo. (...) L’arte è il sangue del cuore
umano”. Edvard Munch
www.mostramunch.it
Al fine di riportare l’attenzione dell’opinione pubblica e degli ambienti culturali sui segni
che il terremoto che ha colpito l’Emilia il 20 e 29 maggio del 2012 ha lasciato anche nel
territorio ferrarese, nasce una mostra che racconta di questo patrimonio ferito. Tra i più
gravi danni, eppure non ancora perfettamente percepiti dall’opinione pubblica, ci sono
quelli arrecati alle chiese estensi e alle opere d’arte in esse contenute. A distanza di un
anno dall’evento sismico, infatti, la maggior parte degli edifici di culto di Ferrara è ancora in attesa di interventi che ne consentano la piena riapertura ed il ritorno alla normale
funzione liturgica e storica. “Immagine e persuasione. Capolavori del Seicento dalle
chiese di Ferrara colpite dal terremoto” propone una ristretta selezione di capolavori
provenienti da alcune delle chiese tuttora inagibili la cui visione è attualmente sottratta al godimento degli amanti d’arte e alla devozione dei fedeli. La mostra si configura
quindi come un’occasione irripetibile per entrare in contatto con i grandi capolavori del
Seicento estense e per riscoprire la varietà e la ricchezza di una stagione, quella barocca locale, oggi pressoché dimenticata.
Ingresso gratuito.
Cleopatra
Roma e l’incantesimo
dell’Egitto
Roma, Chiostro del Bramante
12 ottobre 2013 - 2 febbraio 2014
Un’importante esposizione incentrata sulla
figura di Cleopatra VII, ultima regina d’Egitto
(69 a.C. - 30 a.C.) e curata da Giovanni Gentili
narra l’Egitto dei Tolomei, la vita appassionante di Cleopatra, la centralità della sua figura nelle vicende politiche dell’epoca e il rapporto tra Roma e l’Egitto. L’esposizione di oltre
200 opere provenienti dai principali musei
nazionali e internazionali narra aspetti della
millenaria cultura egizia, indissolubilmente
legata all’ambiente fluviale del Nilo. Vicende
storiche ricche di implicazioni d’ordine economico, religioso e culturale che intercorsero tra
Roma e l’Egitto tolemaico sono raccontate in
una caleidoscopica e accattivante scenografia
i luoghi, i personaggi, i tempi.
www.chiostrodelbramante.it
Verso Monet
Storia del paesaggio
dal ‘600 al ‘900
Verona
Palazzo della Gran guardia
26 ottobre 2013 - 9 febbraio 2014
Una mostra dedicata alla storia del paesaggio in
Europa e in America dal Seicento al Novecento
racconta lo studio della natura a partire dal XVII
secolo, per giungere alle ninfee dipinte da Claude
Monet. Oltre novanta dipinti provenienti da alcuni
tra i maggiori musei del mondo e da alcune preziose collezioni private, la mostra è divisa in cinque
sezioni, che descrivono i momenti fondamentali
legati alla narrazione della natura in una sorta di
emancipazione dell’immagine quando il paesaggio
non è più visto come semplice fondale scenografico, ma diviene divinità assoluta e dominante fino
a giungere all’Ottocento, che a buon diritto è stato
denominato “il secolo della natura”.
www.lineadombra.it
ForYourEyes 39
letti
SOCIETÀ
LIBRI
per voi
E L’ECO
RISPOSE
Khaled Hosseini AFRICA EXPRESS
Il viaggio dell’uomo
Giorgio Cosulich de Pecine
Africa Express è il racconto fotografico
di un lungo viaggio durato sei anni, con lo
scopo di narrare le storie di quell’umanità
migrante che quotidianamente si mette in
cammino. Il racconto di un’Africa senza
gesti clamorosi, che si vuole liberare
dalla schiavitù del luogo comune della
sofferenza e della miseria per esprimersi
attraverso emozioni e necessità comuni
a tutti gli esseri umani e mostrare così
il volto dell’uomo comune. Non solo il
racconto di africani, ma soprattutto di
esseri umani.
Terzo libro, terzo successo. Uscito a inizio
estate l’ultimo romanzo dello scrittore
americano di origine afgana Khaled
Hosseini narra una storia intensa di
legami familiari.
Il tema della famiglia viene affrontato
nel l e p a s sio ni e nei d o l o r i d ei
protagonisti. Un tema che perdura e
attraversa tragedie e Paesi, ricchezze e
povertà per raccontare il mondo di ricordi
e futuro che circonda l’Afghanistan.
Legami interrotti ma che perdurano
emergono dalle righe di Hosseini
che esplora con grande profondità
fer ite, tr adimenti e sacr ifici che
contraddistinguono più generazioni
familiari.
GLI OCCHIALI
Scienza, arte,
illusioni
Arnaud Maillet
AMORE
Isabelle Allende
Pare poesia la scrittura di Isabelle Allende
anche nell’ultima raccolta delle sue più
belle pagine dedicate all’amore ed edita nel
2013. “La mia vita sessuale è iniziata presto,
più o meno a cinque anni, all’asilo delle
suore Orsoline a Santiago del Cile”. Così
inizia l’introduzione di Isabel per dedicarsi
alla narrazione negli anni, passando per
il primo amore, la passione, la gelosia, gli
amori contrastati, eros e umorismo, la
magia dell’amore e l’amore duraturo, nei
brani selezionati che ripercorrono la sua
autobiografia in materia di amore e intimità.
40 ForYourEyes
Occhiali a perno, a ponte, con stanghette,
monocoli, lenti d’ingrandimento, binocoli,
telescopi, ma anche occhiali “degli avari”
o “dei gelosi”, di cui nel testo troviamo
molte curiose illustrazioni, sono i
protagonisti di un racconto ricco di colpi
di scena e fantasmi, di erotismo, di
ironia e malinconia. Attraverso la storia
degli occhiali e la loro rappresentazione
artistica e letteraria, che coniugano
scienza e illusioni, l’autore intesse una
riflessione sull’esperienza visiva che, con
un ribaltamento di prospettiva ci aiuta a
vedere “i giochi che si celano dietro gli
occhiali” e ci rivela qualcosa del nostro
complessivo rapporto con il mondo.
Ingredienti
per una
vita di
formidabili
passioni
Luis
Sepúlveda
L’ultimo libro del grande scrittore cileno
è stato presentato all’edizione 2013 del
Salone del Libro di Torino nella quale il
paese ospite è stato proprio il Cile.
Con il consueto limpido stile narrativo
Sepúlveda compone il libro attraverso una
sequenza di racconti che rappresentano
quelli che sono gli “ingredienti per una
vita di formidabili passioni”. Ogni capitolo
esiste da sé ma contestualmente
rappresenta un tassello indispensabile
per comporre il ritratto esistenziale
dell’autore e della sua vita. In costante
tensione politica, improntata all’impegno
sociale e volta a un’intensa profondità del
vivere quotidiano.
CON
GLI OCCHI
CHIUSI
Federigo
Tozzi
Una rara e intensa narrazione del 1919,
racconta le inquietudini, i tormenti e le
delusioni del giovane Pietro.
Un romanzo dalla trama semplice, ma
di notevole respiro narrativo. Permette,
fra l’altro, di scandagliare una materia
così umorale e volatile quale è l’animo
ipersensibile di un ragazzo, facendo
risuonare nel lettore l’eco di sensazioni
autentiche, vissute e, per questo, senza
tempo. Il giovane Pietro guarda ma non
vede: i suoi occhi sono il sipario che
volontariamente solleva o serra dinanzi
alla realtà incomprensibile, ingestibile;
sono l’unica difesa da una vita che
disobbedisce alle illusioni, quando non
si ha il coraggio e la forza di abitare,
giorno per giorno, l’esistenza.
Piazza Italia 3 - 20092 Cinisello Balsamo (MI)
tel 02.6126670 - [email protected] - www. otticacorti.com
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