Anno Quattro - Numero Due Rivista semestrale di cultura, informazione e lifestyle del Consorzio Optocoop Italia Dossier > Le lenti su misura Obsolescenza programmata > Usura pianificata? Voyeurismo gastronomico > L’arte arriva in cucina Giordania > Tra mare e deserto Tensione evolutiva Claudio Chiappucci: intervista a “El Diablo” Gentile Cliente, ci siamo, il mese di ottobre è alle porte. Nel mese di ottobre la nostra parola d’ordine è: Prevenzione il che significa, un controllo per sapere se i nostri occhi lavorano nel modo migliore; senza affaticamento sia in visione naturale che utilizzando gli attuali ausili visivi, siano essi occhiali o lenti a contatto. Nel tentativo sempre costante, di essere sostegno qualificato alla salute visiva dei nostri clienti, Vi proponiamo il test gratuito dell’ efficienza visiva. Ci venga a trovare con tutta la Sua famiglia saremo a Sua disposizione per un controllo gratuito della Sua efficienza visiva. OTTOBRE È IL MESE DELLA PREVENZIONE VISIVA Siamo in grado di soddisfare qualunque Sua esigenza visiva, utilizzando sempre dei materiali e delle soluzioni all’avanguardia come le nuove lenti “free form”, lenti di nuova generazione, lenti specifiche per un’attività d’ufficio, sia di fronte al computer sia nell’ambito dell’ufficio stesso. Oppure le nuove lenti progressive a geometrie personalizzabili ci permettono di soddisfare le vostre esigenze sia per il lavoro sia per il tempo libero nel migliore dei modi. Le nuove lenti Transitions che da sole si adattano ad ogni differenza di luce: con il sole scure, in casa chiare, o i nuovi trattamenti antiriflesso filtranti per la luce emessa dai dispositivi digitali, che noi tutti usiamo abbondantemente nell’arco della giornata. Ci avviciniamo a Natale tempo di regali, perché non regalare un occhiale, sia da vista o da sole, un regalo utile, molto apprezzato, che duri nel tempo. Con la nostra “Oxo Gift Card” tutto questo è possibile. Voi regalate la “Oxo Gift Card”, la persona che la riceve potrà scegliere con tutta tranquillità presso il ns punto vendita gli occhiali, o la soluzione visiva che più gradisce ed appaga i Suoi desideri pagando con la “Oxo Gift Card” che ha avuto in regalo. Quest’anno il nostro punto vendita festeggia il suo TRENTESIMO ANNO DI ATTIVITÀ. Ringraziando la nostra affezionata clientela per la preferenza accordataci negli anni, vogliamo invitarvi a visitarci prima della fine anno per cogliere l’occasione di godere di una piacevolissima sorpresa. Vi aspettiamo A presto Franco Corti Piazza Italia 3 - 20092 Cinisello Balsamo (MI) tel 02.6126670 - [email protected] www. otticacorti.com L’editoriale DI MARCO CARMINATI Ottimo! C erto che in un periodo storico come quello attuale iniziare un redazionale con un’affermazione come OTTIMO è insolito e a qualcuno potrebbe anche apparire se non altro azzardato. Ma noi vogliamo perseguire l’obiettivo dell’ottimismo perché le soluzioni vogliamo trovarle e non vogliamo aspettare che gli eventi ci travolgano. Circa 1 secolo fa la Keller scriveva “Ogni fede viene messa alla prova mediante i suoi effetti pratici nella vita. Se è vero che l’ottimismo permette al mondo di andare avanti e che il pessimismo lo rallenta, allora è pericoloso propagare una filosofia pessimista” e se questo era vero allora cosa dire dell’oggi? Con queste premesse siamo orgogliosi di sottoporre alla vostra lettura questo numero del nostro periodico, in cui gli articoli trattano argomenti belli che ci raccontano che un sorriso in corsia non è solo un gesto di cortesia, oppure come le sculture culinarie ci fanno brillare gli occhi, il make-up che dona intensità di sguardo e il sole e le bellezze della Giordania che ci apre le porte su un passato ed un presente ricco di fascino; senza ovviamente dimenticare un focus particolare su temi quali la protezione dell’apparato visivo dalle radiazioni nocive o come potere godere con facilità di una vista ottimale avvalendosi delle migliori lenti che la tecnologia mette ora a nostra disposizione. La storia di copertina è invece un inno all’ottimismo e alla capacità di un uomo di perseguire il suo sogno nonostante le fatiche e gli imprevisti che si frappongono tra il noi d’oggi e quello che saremo domani. La semplicità con cui Claudio Chiappucci parla delle fatiche e rinunce con cui ha affrontato l’essere ciclista professionista, fa apparire semplice una vita fatta di sacrifici. Tanto di cappello ad un uomo ed un atleta che ci ha prima entusiasmato con le sue imprese ciclistiche ed ora ci trasmette serenità ed ottimismo. Certo c’è anche chi potrebbe ribattere che la sorte, cioè la fortuna, è stata con lui benevola senza però ricordare che la felicità è alla portata di chiunque voglia impegnarsi. A questo proposito vi è un libretto portatomi a conoscenza da Claudio Maffei dal titolo “Fortunati si diventa”, i cui autori, Alex Rovira Celma e Ferdinando Trias de Bes distinguono tra la fortuna (occasionale) e la buona fortuna (quella che dura per sempre). Alcuni passi ci indicano che: - molti vogliono avere fortuna ma pochi sono quelli che decidono di cercarla; - perché giunga la Buona Fortuna bisogna creare circostanze nuove, se non la si ha potrebbe essere dovuta al fatto che le circostanze sono quelle di sempre; - preparare circostanze favorevoli alla Buona Fortuna non significa cercare solo il proprio vantaggio, bensì condividerla anche con gli altri; - se si rimanda sempre al domani la creazione delle circostanze favorevoli, la Buona Fortuna potrebbe non arrivare mai. Ci vuole che da subito facciamo il primo passo; - a volte, anche in presenza delle circostanze apparentemente favorevoli, la Buona Fortuna non si manifesta. Bisogna cercare nei piccoli dettagli ciò che fa la differenza; - a chi crede soltanto nel caso creare opportunità sembra assurdo. Chi si dedica a creare opportunità non si preoccupa del caso; - quando si sono create tutte le circostanze favorevoli si deve avere fiducia e la Buona fortuna arriverà; - creare Buona Fortuna significa predisporre le circostanze favorevoli per cogliere le opportunità. Ma le opportunità non dipendono dal caso: sono sempre a portata di mano; - dato che creare la Buona Fortuna significa creare circostanze favorevoli… la Buona Fortuna dipende soltanto da TE. A partire da oggi, anche TU puoi dare vita alla Buona Fortuna. Buona Fortuna e Buona Lettura ForYourEyes 1 E-S CRIZAL UV, LE LENTI CHIARE CON IL PIÙ ALTO FATTORE DI PROTEZIONE* DAI RAGGI UVA E UVB www.crizal.it E Y E-S U N PR IO N FA C T PF OR 25 CT *E-SPF è un nuovo indice sviluppato da Essilor e certificato da un Ente indipendente che definisce la protezione globale UV di una lente. E-SPF=25 per lenti chiare con Crizal Forte UV o Optifog con Crizal UV, eccetto Orma E-SPF=10. 50+ per tutte le lenti solari con Crizal Sun UV o Optifog Sun con Crizal UV, eccetto Orma E-SPF=25. Prestazioni delle sole lenti: E-SPF esclude l’esposizione diretta dell’occhio che dipenda da fattori esterni (morfologia del soggetto, forma della montatura, posizione di indosso...). Tutti i marchi citati sono di proprietà di Essilor International. Photo: © Elie Bernager/Onoky/Corbis. MC 06-2013 PROTEGGI I TUOI OCCHI COME PROTEGGI LA TUA PELLE OT E * in questo numero 2013 - Anno Quattro - Numero Due Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1 comma 1, DCB Savona Autorizzazione Tribunale di Savona n° 2 del 9 aprile 2010 ISSN 2038-8446 Direttore Responsabile Marco Carminati Direttore Editoriale Arnaldo Sala Segretaria di Redazione Patrizia Trovato [email protected] Direzione e amministrazione Optocoop Italia S.c. Via Golgi, 31 - 25064 Gussago (BS) Editore Publicomm S.r.l. - Savona Progetto Grafico Angelo Dadda - Looping S.r.l. - Savona Impaginazione Publicomm S.r.l. - Savona Redazione Publicomm S.r.l. Via Cimarosa, 55R - 17100 Savona Tel. +39.019.838411 Fax +39.019.8384141 Editoriale Dossier Le lenti su misura Salute SOMMARIO 41 4 Intervista Claudio Chiappucci 10 10 Life style Obsoloscenza programmata 14 Design Voyeurismo gastronomico 16 Contattologia Le regole per un trucco perfetto 23 Società Il nuovo teatro 26 Viaggi Giordania: tra mare e deserto 30 Sport Alla scoperta del buio 35 Arte&Cultura 38 Un sorriso in corsia Mostre e libri da non perdere 8 16 26 Stampa Tipografia Ambert Via per Chivasso, 27 10038 Verolengo - TO © Copyright Testi, fotografie e disegni contenuti in questo numero non possono essere riprodotti, neppure parzialmente, senza l’autorizzazione dei rispettivi titolari dei diritti. 30 SOCIETÀ DOSSIER Progressiva e individualizzata Massima personalizzazione della lente. Rodenstock propone Impression® 2, la lente progressiva individualizzata e Impression Ergo® 2, la progressiva individualizzata da interni. Impression® 2 by Rodenstock: la lente progressiva individualizzata. Per progressiva si intende la soluzione visiva per tutte le distanze che permette una visione dal vicino all’infinito senza interruzione di continuità e senza che si veda l’antiestetica “lunetta” delle lenti bifocali. Per individualizzata si intende una lente “su misura” costruita singolarmente per ogni individuo e per ogni montatura selezionata. Se le lenti Impression® Mono Plus 2 eliminano brillantemente i primi sintomi di affaticamento Progressiva Rodenstock base 4 ForYourEyes visivo fino alle fasi iniziali della presbiopia, quando la vista da vicino (ad esempio del giornale) torna ad essere ancora leggermente sfuocata, e ciò di norma avviene verso i 45 anni, si rende necessario considerare una diversa soluzione oftalmica. In questi casi un controllo visivo è quanto mai opportuno. “Capita anche a te? Vorresti farne a meno?” Impression® 2 è la soluzione più fisiologica per farti dimenticare di essere diventato presbite: le lenti si adattano perfettamente alla tua prescrizione sia per l’occhio destro, sia per l’occhio sinistro, garantendoti una visione sempre nitida e il pieno sfruttamento dei campi visivi binoculari. Questo avviene sia per lontano, sia per le distanze intermedie e da vicino, grazie all’esclusiva tecnologia di ottimizzazione che permette incrementi nella lettura fino a 2/10* e dei campi visivi fino al 40%.* Impression® 2 favorisce un rapido e spontaneo adattamento per una visione nitida a tutto campo e senza più alcuna rinuncia. *rispetto ad una lente progressiva Rodenstock standard non individualizzata. Progressiva Rodenstock Impression® 2 DOSSIER ‘‘ a soluzione visiv ze tan per tutte le dis che permette al vicino una visione d nza all’infinito se interruzione di continuità ‘‘ Impression Ergo® 2 by Rodenstock: la progressiva individualizzata da interni. Per progressiva individualizzata da interni, o indoor, si intende una lente che permette una visione continuativa dal vicino alle distanze intermedie costruita individualmente per ogni portatore. Quando, oltre a una visione continuativa a tutte le distanze offerta dalle lenti Impression® 2, le attività lavorative richiedono: • un impegno visivo prolungato da vicino o alla media-distanza, • campi visivi più ampi rispetto a quelli offerti dalle lenti progressive a impiego convenzionale, • l’esigenza di poter focalizzare alle distanze intermedie con sguardo dritto in avanti, è opportuno considerare un secondo paio di occhiali, previa verifica dell’efficacia della prescrizione in uso. “Capita anche a te? Vorresti farne a meno?” Impression Ergo® 2 è l’equipaggiamento ideale per un occhiale da interni: finalmente basta dover alzare la testa per mettere a fuoco alla distanza del monitor del PC e a doverla ruotare continuamente per accompagnare la lettura dei testi! Oltre alle caratteristiche già presenti nelle lenti Impression® 2, le lenti Impression Ergo® 2 si adattano alle tue esigenze visive attraverso tre diverse tipologie di lenti: • Book: nel caso in cui prevale l’esigenza della visione da vicino e intermedio (fino a un metro). • PC: nel caso in cui sia più marcata l’esigenza di visione dal vicino a oltre la scrivania -con un campo visivo ottimizzato per la distanza del monitor-. • Room: per chi necessita di avere campi visivi confortevoli sia in ampiezza, sia in profondità dal piano di lettura alla profondità della stanza. ForYourEyes 5 DOSSIER Photo: per gentile concessione di Essilor Italia S.p.A. Il valore aggiunto di Essilor Protezione dai raggi UV e dalla luce blu I l tema della protezione è centrale per Essilor. Anni di informazione al pubblico hanno educato i consumatori all’importanza di proteggere la propria pelle dagli effetti nocivi dei raggi solari UVA-UVB. Chi pensa agli occhi? Essilor lancia nel 2012 le lenti Crizal UV con un concetto forte ed innovativo: “proteggi i tuoi occhi come proteggi la tua pelle” creando parallelamente l’indice E-SPF - Eye Sun Protection Factorper facilitare al pubblico la comprensione della protezione solare per gli occhi. Ispirandosi all’SPF, il famoso indice di protezione delle creme solari per la pelle, l’E-SPF indica il grado di protezione offerto dalla 6 ForYourEyes lente per gli occhi. Oggi Essilor offre le lenti chiare con il più alto fattore di protezione UVA-UVB disponibile sul mercato (E-SPF fino a 50+), ma soprattutto offre una protezione “doppia”. Molto spesso, anche acquistando delle lenti che dichiarano il “100% di protezione UV” ci si trova di fronte ad un prodotto che filtra i raggi UV solo frontalmente, ma non blocca in alcun modo i raggi che si riflettono nell’occhio dalla superficie interna della lente: Crizal UV offre invece una protezione “doppia” potenziata sia all’esterno che all’interno della lente garantendo al contempo un’ineguagliabile chiarezza di visione. La prossima frontiera della prevenzione è la protezione dalla luce blu. Parliamo dello spettro della luce visibile al quale siamo esposti ogni giorno, sia quando entriamo in contatto con la luce solare che con le fonti di illuminazione artificiale a LED o gli schermi dei computer, degli smartphone e tablet. È importante sapere che la luce blu ha un effetto benefico importantissimo sul nostro organismo perché regola il ritmo sonno-veglia e la naturale produzione di melatonina, ma una parte di questa luce ha degli effetti molto nocivi sulla salute degli occhi, rappresentando uno dei principali fattori di rischio della Degenerazione Maculare Senile. Di fronte ad una patologia non operabile proteggere per DOSSIER luce blu-turchese fondamentale e benefica per l’organismo, mantenendo la massima trasparenza della lente per una visione perfettamente nitida. Essilor conferma così il suo impegno per la salute visiva mondiale: la battaglia contro le condizioni irreversibili dell’occhio causate dall’esposizione ai raggi UVA-UVB e alla luce blu-viola interessa tutta la popolazione, ma soprattutto 1,3 miliardi di bambini e 1,9 miliardi di ultra-quarantacinquenni che attualmente risultano le categorie più vulnerabili a questo tipo di patologie. Innovare nel campo della prevenzione è quindi la via Essilor per una migliore salute visiva. Per tutti. In tutto il mondo. ‘‘ ‘‘ prevenire diventa fondamentale. Una collaborazione preziosa tra i ricercatori Essilor e l’Istituto della Visione di Parigi ha svelato una scoperta straordinaria. Quattro anni di ricerca e il primo test in vitro condotto nel campo dell’ottica oftalmica sulle cellule della retina hanno permesso di isolare proprio la porzione di luce blu-viola più dannosa per le cellule retiniche. La lente Crizal® Prevencia™ Essilor, è così in grado di offrire all’occhio una protezione selettiva dalla luce blu. Il vantaggio è enorme: Crizal® Prevencia™ filtra la luce blu-viola dannosa per l’occhio e, vera innovazione, permette il passaggio della Salute visiva. Per tutti. do. In tutto il mon ForYourEyes 7 SALUTE Un sorriso in corsia Migliorare l’accoglienza dei bambini all’interno degli ospedali per alleviare cure e degenze con allegria e spensieratezza. La mission delle realtà presenti nei due ospedali pediatrici per eccellenza in Italia: Meyer di Firenze e Gaslini di Genova. In collaborazione con Fondazione Meyer e La Band degli Orsi M olto spesso l’arrivo in ospedale di un bambino è vissuto sia dai genitori sia dai piccoli ospiti come il primo di tanti momenti di ansia, di sofferenza e di noia per l’attesa delle visite e per la degenza a letto. Eppure è un momento importante che rappresenta l’inizio della cura, una circostanza ‘temporanea’ nella quale diverse figure, concorrono affinché ogni bimbo possa ritrovare il più rapidamente possibile il proprio benessere. E se medici e infermieri sono attivi in prima linea nell’affrontare in maniera vincente le problematiche legate alla salute, vi sono altre 8 ForYourEyes Foto; La Band degli Orsi figure che operano in maniera altrettanto importante. Associazioni e volontari sono sempre più presenti negli ospedali per spezzare la noia dei lunghi pomeriggi ospedalieri, oppure per accompagnare le ore della sera o allietando le domeniche con feste di vario genere (canti, giochi, magie, ecc. ). Abbiamo incontrato quelle realtà che portano avanti questo tipo di progetti, affinché la cura sia approcciata non solo dal punto di vista fisico (compito dell’ospedale) ma anche da quello meno tangibile dell’attenzione al gioco, al divertimento, alla cultura, in poche parole, la cura del tempo. I due ospedali per bambini che rappresentano le eccellenze pediatriche in Italia: l’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze e l’Ospedale Pediatrico Gaslini di Genova hanno al loro interno un nutrito gruppo di persone che si occupa quotidianamente di migliorare l’accoglienza dei piccoli ospiti e dei loro familiari. Abbiamo scoperto come sia possibile vivere con serenità la realtà ospedaliera e affrontando al meglio le piccole e grandi difficoltà che questa situazione comporta. Foto; Fondazione Meyer SALUTE Accoglienza a 360° L’Ospedale Pediatrico Meyer sin dalla sua costituzione ha sempre avuto un’attenzione particolare al bambino e alla famiglia. È stato il primo in Italia a introdurre (non solo nelle sale di attesa) nei reparti, professionisti davvero speciali, capaci di distrarre e alleviare la paura e lo stress del ricovero. Parliamo dei clown in corsia, dei musicisti professionisti, dei cani della pettherapy, della lettura con lo scaffale volante, del teatro itinerante, dei laboratori creativi realizzati dagli educatori di una grande ludoteca e ultimamente anche dell’orto-terapia. Il Meyer declina l’accoglienza a 360 gradi: per questo è il primo ospedale ad aver offerto al bambino e alla sua famiglia tutto il percorso scolastico in ospedale, dalle elementari alle superiori (tutti gli ordini) e offre un ventaglio di strutture di accoglienza che assicura il sostegno anche ai progetti di accoglienza e distrazione durante il ricovero dei bambini. Tanti progetti resi possibili grazie al supporto della Fondazione Meyer Onlus. “Esserci, sempre” All’ospedale pediatrico Giannina Gaslini di Genova è attiva da anni La Band Degli Orsi (ex Gaslini Band Band). Un’associazione di volontariato ONLUS che ha come missione il miglioramento dell’accoglienza dei piccoli ospiti. Le attività danno forma concreta al motto/concetto: “Esserci, sempre”. Non agire in una sola direzione, ma agire in più settori dell’accoglienza mantenendone intatto il medesimo spirito e stile. Il primo concetto forte del progetto “Esserci, sempre” è la continuità. Ogni progetto della band non ha mai fine, e la chiave di lettura di ogni attività è la continuità nel tempo. I volontari entrano in punta di piedi nelle stanze dei bambini cercando di regalare momenti di svago, momenti in cui bambino e parenti possano ritornare a giocare insieme, a stare insieme ridando valore al tempo condiviso. Lo scopo dei volontari non è solo quello di proporre delle attività in cui i bambini e le famiglie siano spettatori passivi, ma siano coinvolti in maniera attiva e propositiva. Le attività portate avanti parallelamente nei due ospedali pediatrici perseguono il comune obiettivo di utilizzare la musica, gli animali, il gioco... individuando ogni mezzo che possa rivelarsi di distrazione ma soprattutto di stimolo affinché la dimensione ospedaliera non sia vissuta unicamente come attesa ma possa contenere anche momenti di divertimento, confronto, creatività e soprattutto spensieratezza! Per info sulle attività negli ospedali pediatrici Meyer e Gaslini: www.meyer.it www.fondazionemeyer,it www.gaslini.org www.labanddegliorsi.it ForYourEyes 9 INTERVISTA di Sara Pizzorno ForYourEyes ha incontrato Claudio Chiappuci. “El Diablo” della storia del ciclismo mondiale Foto: Enrico Basili Abbiamo raggiunto Claudio Chiappucci in una pausa al mare con la fidanzata. El Diablo ci ha accolto in spiaggia per quattro chiacchiere sotto l’ombrellone. A 13 anni dal suo ritiro ufficiale l'infaticabile campione del ciclismo mondiale è oggi un cinquantenne felice, di grande simpatia e in perfetta forma. Ci ha svelato il suo profondo legame con la montagna, l'immutata passione per il ciclismo e l'evoluzione del suo rapporto con esso alla continua ricerca di nuovi stimoli e in costante tensione evolutiva. In continua tensione evolutiva 10 ForYourEyes ‘‘ ‘‘ Dove nasce la tua passione per il ciclismo? Da mio padre: è stato la sua passione prima ancora di divenire la mia. Mio padre è sempre stato un tifoso appassionato che ha combattuto la guerra insieme a Coppi. Come sei approdato al mondo del ciclismo? La bicicletta è sempre stata parte del mio quotidiano, andavo a scuola in bici. Come spesso accade a molti bambini, giocavo a calcio ma a 13 anni ho compiuto una svolta che in breve si è rivelata decisiva. Sono sempre stato un istintivo e, non ‘riconoscendomi’ più nell’ambito di una squadra, ho seguito la mia indole individualista alla ricerca di uno sport nel quale potessi esprimere concretamente le mie qualità mettendomi in gioco in maniera diretta e più profonda. Quale sfida ricordi con particolare emozione? Il Tour de France! È come arrivare all’Università al termine di tutto il ciclo di studi. Per il ciclismo è l’obiettivo massimo, il non plus ultra. Nel mio caso ha rappresentato un impulso importante, ho trovato conferma delle mie capacità, concretizzato ogni sforzo. Arrivare a quel livello è stata la dimostrazione di quanto il ciclismo fosse davvero la mia strada. Pur essendo da sempre più istintivo che professionista è la determinazione ad avermi portato a traguardi importanti. La determinazione è la forza di ogni attaccante e scalatore. Hai affrontato qualche incidente di percorso? Sì, destino ha voluto che la maggior parte delle difficoltà siano insorte a inizio carriera. Ho avuto un esordio davvero in salita. Ho subìto un unico grave incidente che fisicamente ha causato una battuta d’arresto alla mia carriera, ma l’episodio più grave che ha realmente segnato la mia vita è stata la morte di mio padre. Ero al mio primo anno come professionista ed è stato un colpo molto duro. Il ciclismo è stata la nostra passione comune ed è in esso che ho trovato la forza per superare una salita così difficile. Sei sempre stato uno scalatore, quali sono gli elementi determinanti per affrontare una salita? Le doti fisiche sicuramente ma sono convinto che l’approccio mentale rappresenti la differenza. Ho sempre avuto un legame intimo con la montagna, sia per quello che rappresenta, sia per le sue infinite possibilità di ascesa e ho mentalizzato molto questo concetto durante la mia vita. Fatica, costanza, il raggiungimento della vetta... sono tutti elementi che si ritrovano nel ciclismo. Ho tratto dalla montagna continua ispirazione e forza per realizzare ogni obiettivo o traguardo con successo. Che rapporto hai oggi con la montagna? Non ho mai smesso di vivere la montagna, a tutti i livelli e in ogni stagione. Siamo appena tornati (lui e la fidanzata, ndr) da un trekking immersi nella natura perché è questo che ricerco: il continuo i ha dato “Me stesso m lio dare tanto e io vog sso” tanto a me ste ForYourEyes 11 INTERVISTA Claudio Chiappucci Classe 1963. Professionista dal 1985 al 1998 con un Palmares fittissimo. Tra le sue vittorie più significative: una Milano-Sanremo, tre tappe al Tour de France e un Giro d’Italia. contatto con la natura, i suoi spazi e i suoi silenzi. In inverno con la neve mi dedico allo scialpinismo o affronto il ghiaccio con piccozza e ramponi. In estate arrampico, scalo, mi piace scoprire nuovi percorsi e sono attirato da nuovi traguardi, per questo la montagna mi incanta e la raggiungo ogni volta che mi è possibile. E oggi ho molto più tempo di ieri! Quali sport pratichi attualmente? Ciò che non ho mai potuto praticare prima perché potenzialmente troppo rischioso. Non potevo permettermi di farmi male. Oggi pratico moltissimi sport: dallo sci al tennis, dal golf all’equitazione... Mi piacciono le attività outdoor e non mi spaventa la resistenza: sono un ‘faticatore’ nato! Hai altri interessi che coltivi nel tempo libero? Ho una buona manualità e provo soddisfazione nel creare o sistemare gli oggetti da solo. Mi piacciono le attività manuali e il bricolage. Lo sport è stato parte integrante della tua vita, ha coinciso con la tua carriera. È ancora così? La mia passione per il mondo dello sport è immutata se non addirittura cresciuta. Sono maturato e anche il mio rapporto con lo sport si è evoluto. Se il ciclismo ha rappresentato il mio lavoro, la mia vita per un lungo periodo, adesso lo è molto meno 12 ForYourEyes o comunque in forma diversa. Non ho mai smesso di pedalare, partecipo ancora alle gare in categorie inferiori e presenzio a molte manifestazioni sportive. Il mio ruolo è mutato, sono un promotore dello sport attraverso stage e percorsi formativi e cerco di divulgare il concetto di sport e trasmettere la passione. Sei sempre in ottima forma come è cambiato il tuo allenamento? Per ottenere il massimo ho dato il massimo. Mi allenavo 11 mesi l’anno, costantemente in sella alla ricerca della completa sintonia con la bicicletta. Il mese di ‘riposo’ era comunque consacrato a un’altra attività sportiva, come la corsa e il tempo libero era pochissimo. Dal punto di vista dell’alimentazione ho tenuto un regime sportivo rigoroso poiché ogni trascuratezza si sarebbe ritorta contro. Oggi è diverso. Se prima nella mia vita c’era solo il ciclismo adesso un nuovo mondo mi si sia spalancato innanzi. Continuo a praticare sport con piacere -fa parte di me- e muovendomi brucio. Per questo non mi nego nulla, mi piace mangiare e mangio, senza eccessi, ma non fumo perché ho grande rispetto per me stesso. “Me stesso mi ha dato tanto e io voglio dare tanto a me stesso”. Qual è il tuo concetto di sport? Per me lo sport coincide con il concetto di salute. Non riesco a pensare a un buon stato di salute senza attività fisica né movimento. La scelta di smettere, perché? Ogni cosa ha un inizio e una fine. Ho smesso 13 anni fa perché necessitavo di nuovi stimoli. Dopo aver vinto tutto, raccolto grandi soddisfazioni e vittorie avevo bisogno di una pausa e soprattutto di nuovi impulsi. Nel ciclismo non puoi fermarti mai così, anche se fisicamente avrei potuto dare ancora molto, ho preferito chiudere questa fase della mia vita ricercando in modo diverso nuove motivazioni. È stata una decisione difficile? La definirei una scelta ‘naturale’ che, come ogni cambiamento, ha avuto anche momenti difficili. Il distacco è sempre un po’ faticoso ma in realtà non si è interrotto nulla. Il mio rapporto con il ciclismo si è evoluto e infatti ho continuato a pedalare per non allontanarmene troppo. Una scelta vincente che ha reso meno faticoso il cambiamento a differenza di altri miei colleghi hanno deposto la bici e sono entrati in crisi. Ciclismo ieri e oggi: quale evoluzione ha contrassegnato il settore? È tutto diverso. Le tecnologie hanno determinato grandi cambiamenti e oggi anche nel ciclismo tutto è tecnologico e programmato e manca di istintività. È tutto impostato a priori, non esiste più il leader carismatico, regna la mediocrità ed è il materiale a dettare la differenza. La tecnologia ha uniformato il settore con il risultato di aver livellato la competizione nella quale la figura del gregario vero è scomparsa. Vuoi parlarci del doping, spina nel fianco del mondo del ciclismo? È un discorso infinito. Il problema del doping esiste, è sempre esistito e sempre esisterà. Penso però che vi sia nel confronti del ciclismo una sorta di accanimento e il primo passo per affrontare il problema è la ricerca di un equilibrio. Occorre un sistema uguale per tutte le discipline sportive che non ne penalizzi solo alcune. Non nego l’esistenza del doping ma ritengo che rispetto ad altri ambiti sportivi il ciclismo sia più seguito e subisca controlli costanti e non reputo questa differenza equilibrata. Oggi sei un uomo felice? Molto. Ieri ero felice diversamente: grandi fatiche mi hanno portato a grandi risultati. Oggi sono felice di essere ancora ‘sulla cresta’ e posso raccogliere i frutti del mio percorso. Quello che rimane vivo in me è il forte istinto di competizione, con me stesso prima ancora che con il prossimo. Il mio carattere non è cambiato, sono sempre attivo, vigile, alla ricerca di nuovi stimoli e pronto ad accogliere nuove proposte. In continua tensione evolutiva. Progetti per il futuro? …Magari un figlio? Sorride incrociando lo sguardo della fidanzata. INTERVISTA “El Diablo” Il diavolo. Un soprannome dalle origini ‘antiche’ che risale alle sue primissime gare in Sud America quando al suo passaggio i tifosi in visibilio esclamavano “Diavolo come corre”. E da allora è “El Diablo” per tutti noi. www.claudiochiappucci.it ForYourEyes 13 LIFE STYLE OBSOLESCENZA PROGRAMMATA di Sara Pizzorno Usura precoce e pianificata dei prodotti “N on esistono più le mezze stagioni...” e non esistono nemmeno più i prodotti di una volta. Vera o falsa che sia l’affermazione, certo è che tutti possono ‘toccare con mano’ la qualità sempre meno elevata di molti prodotti di uso quotidiano. Siano essi abiti o elettrodomestici è facile verificare la durata degli stessi soprattutto se paragonati a ciò che è rimasto in ‘eredità’ da nonni e genitori. Il dibattito è aperto e sono diverse le posizioni che vedono 14 ForYourEyes ovviamente contrapposti produttori e consumatori. È in questo contesto che si inserisce il recente studio condotto in Germania da Stefan Schridde e Christian Kreiss. I due ricercatori hanno esaminato oltre 20 prodotti definiti “di massa” rilevando come nella realtà dei fatti alcuni componenti degli articoli analizzati siano studiati a tavolino per rendere l’oggetto inutilizzabile sul lungo periodo. Molte ‘rotture’ -secondo il reportsarebbero causate per volontà degli stessi produttori con il fine ultimo di accelerarne l’usura. Le conclusioni proposte da Schridde e Kreiss imputano alle aziende la responsabilità di utilizzare materiali scadenti o creare punti deboli destinati ad abbreviare la vita del prodotto. Naturalmente a monte di una simile manovra vi è una precisa strategia economica che costringe i consumatori ad accelerare l’acquisto di nuovi prodotti. Spesso riparazioni e sostituzioni sono rese impossibili sia dalla difficoltà di poter intervenire (come nel caso di batterie sigillate) sia per il costo della riparazione che spesso supera il prezzo del prodotto stesso. Una scelta molto distante dall’impronta green che molti movimenti promuovono in risposta alle necessità sempre più vive di un pianeta nel quale il problema di risorse e rifiuti è drammaticamente attuale. Eppure il fenomeno noto come “obsolescenza programmata” ha radici piuttosto antiche: nel documentario “La cospirazione della lampadina” di Cosima Dannoritzer sono illustrate molto bene le sue origini. Le motivazioni che hanno spinto industriali e vertici economici a programmare la vita e la scadenza dei beni di consumo nascono da dinamiche economiche. Con l’avvento della rivoluzione industriale e della produzione di massa si delineano infatti nuove tendenze di consumo che modificano l’acquisto per necessità con il piacere di possedere nuovi prodotti. Per garantire e aumentare le vendite, negli anni ‘20 ha così inizio la pianificazione programmata della vita degli oggetti. Lo storico tedesco Helmut Hoge è risalito a documenti che attestano l’esistenza di un accordo segreto svoltosi a Ginevra alla fine del 1924 tra diverse società: il cartello Phoebus per il controllo e la produzione delle lampadine. Un passo determinante nella storia dell’economia e dell’obsolescenza pianificata poiché è la prima intesa mondiale tra aziende che hanno deciso di accorciare deliberatamente la durata di vita di un prodotto. La lampadina è così divenuta la ‘prima vittima’ dell’obsolescenza programmata in virtù del principio: “Comprare-buttare-comprare”. Un cambiamento radicale nella società dei consumi che è nato in seno al boom economico del dopoguerra inducendo il consumatore a impostare un nuovo approccio all’acquisto assecondando la logica del profitto. Se in Europa regnava l’ideale del prodotto di qualità e di lunga durata, si contrappone in America la tendenza a indurre il consumatore alla ricerca continua del prodotto più nuovo, più bello e più moderno. La produzione persegue nuovi codici e nascono contestualmente le prime forme di design e marketing tese alla seduzione del consumatore. Un percorso che oggi è aggravato dall’emergenza ambientale. L’inutile spreco di risorse naturali e l’aumento esponenziale di rifiuti nelle discariche, provocati da un simile stile di vita, possono trovare risposta solo nel consumatore e nella consapevolezza delle proprie scelte. LIFE STYLE QUALCOSA SI MUOVE... È stata presentata in Francia questa primavera la prima proposta di legge al Senato contro l’obsolescenza programmata. La richiesta da parte dei Verdi prevede che sia identificata come un reato punibile severamente e intende inoltre estendere la garanzia dei prodotti a difesa dei consumatori. In attesa di una normativa in merito è possibile consultare un sito sul quale sono registrati quei prodotti che garantiscono il funzionamento per almeno 5 anni: www.garantie5ans.com “LA STORIA DELLE COSE” Il breve documentario di Annie Leonard “La storia delle cose” narra il ciclo di vita dei beni materiali e ne denuncia l’eccessivo consumismo. www.storyofstuff.com LA LAMAPADINA DI LIVERMORE LA LAMPADINA DELLA CASERMA DEI POMPIERI DI LIVERMORE È ACCESA DAL 1901 In America è famosissima, le hanno dedicato articoli, servizi, siti internet e addirittura è stato festeggiato il centenario della sua accensione. La lampadina della caserma dei pompieri di Livermore in California è infatti attiva dal 1901. Questo a dimostrazione di come, nella realtà dei fatti, l’efficienza e la durata delle prime lampadine prodotte fosse decisamente superiore a quella attuale e che l’intervento programmato da parte delle aziende fu la causa di tale cambiamento. La prima lampadina progettata da Edison nel 1881 aveva la durata di 1500 ore ma il cartello Phoebus ha però stabilito una durata massima di 1000 ore. Questo traguardo è stato rapidamente raggiunto attraverso un rigido controllo sulla produzione nelle fabbriche e multe ai produttori che non si fossero attenuti a quanto deciso. Sebbene il ‘cartello Phoebus’ non sia mai ufficialmente esistito e abbia cambiato nome nel corso degli anni, Helmut Hoge è stato in grado di fornire prova della sua esistenza attraverso documenti dell’epoca. Forse è proprio questo complesso passato nella storia della produzione delle lampadine a rendere così eccezionale (e naturalmente unica!) la lamapadina di Livermore. Monitorata 24/24h la lampadina ultracentenaria (112 anni) ha già ‘seppellito’ 2 telecamere. Per info e aggiornamenti: www.centennialbulb.org ForYourEyes 15 DESIGN di Paola Ferrario Photo: © VisualFood-design.com VOYEURISMO GASTRONOMICO L a Cake Design mania è arrivata in Italia attraverso un pasticcere americano di origini italiane: Buddy Valastro, protagonista del programma televisivo su Real Time ‘The Cake Boss’. Nella sua pasticceria di Hoboken nel New Yersey nascono torte spettacolari con 16 ForYourEyes Torte che si trasformano in sculture, verdure che prendono la forma di piccoli animali, frutti che sbocciano in bouquet commestibili. In Italia è scoppiata la mania del Cake Design e del Visual Food®. Complici, come di consueto, internet e i programmi televisivi. forme originali: tori meccanici funzionanti, riproduzioni fedeli dell’Empire State Building, macchine di dimensioni reali, dinosauri giganteschi... In realtà, il Cake design è un’arte antichissima e la storia narra che la prima torta decorata fu realizzata in occasione delle nozze della regina Vittoria. Il fenomeno nacque in Inghilterra e si espanse anche in Francia. Il comune denominatore era il fondente di zucchero (anche conosciuto come pasta di zucchero) che fin dall’inizio venne utilizzato per dare un aspetto candido ai dolci offerti nei banchetti nuziali della nobiltà e per permettere una maggiore DESIGN Photo: Gianfranco Marotta - letortedirenato.it conservabilità della torta. Risale infatti all’epoca Vittoriana la tradizione di conservare il piano più alto del dolce nuziale fino al primo anniversario per essere consumato dalla coppia. In Italia il maggior esponente del Cake Design è Renato Ardovino, anch’egli uno dei volti noti di Real Time. Nel suo programma ‘Torte in Corso’ ci svela i segreti di quest’arte mostrandoci la realizzazione di alcuni capolavori architettonici. Ma ‘cake designer’ non si nasce, come ci ha dichiarato: “Bisogna partire innanzitutto da una scuola professionale o un’accademia che insegni i fondamenti della pasticceria per poi specializzarsi nelle scuole italiane e straniere che insegnano le principali tecniche del cake design. Importantissima è la predisposizione alla manualità nonché l’estro artistico. Questi due aspetti fanno la differenza.” Questa arte è molto diffusa all’estero dove hanno saputo coniugare gusto estetico con la qualità mentre in Italia, a detta di Ardovino, “diversamente da quanto sembra, si tende soprattutto ad enfatizzare solo l’aspetto decorativo tralasciando la vera finalità della torta che deve essere innanzitutto buona.” Se il Cake Design è un neofita nella nostra terra, il Vision Food®, ossia l’arte di trasformare il cibo in opere di design, vanta invece origini assolutamente nostrane e più recenti. La creatrice del marchio è Rita Loccisano, anch’essa approdata sul piccolo schermo con un programma sul canale 137 di Sky, ‘Easy Baby’. Tutto nasce dalla passione di Rita per l’intaglio artistico di frutta e verdura. Per vent’anni ha creato composizioni che partendo dal cibo, attraverso superbi intagli, lo trasformavano in preziosi decori, prelibati ornamenti, assolute delizie per gli occhi. Le sue creazioni, come del resto ForYourEyes 17 Photo: © VisualFood-design.com DESIGN quelle di tutti i food designer, avevano però un limite: spesso duravano pochissimo perché tendevano a seccarsi perdendo la loro suprema estetica con un inutile spreco di cibo. Spinta dal desiderio di creare piatti che potessero essere commestibili in toto e semplici da realizzare, nel marzo 2011 crea un blog e inizia a pubblicare i primi tutorial su youtube e sul blog stesso. In più, decide per prima, di dare un nome a questa arte: Visual Food®. Le regole da seguire sono semplici: tutto dev’essere commestibile e niente deve essere sprecato; non ci deve essere alcun pericolo per la bocca quindi, tutte le creazioni, non devono contenere elementi pericolosi Renato Ardovino: il maggior esponente in Italia del Cake Design. Rita Loccisano: la creatrice del marchio Visual Food®. 18 ForYourEyes come gli stecchini; tutto può essere trasformato in VisualFood®: non solo le classiche frutta e verdura, ma anche pane, salumi, formaggi... In più è un’arte democratica, come ci spiega lei stessa: “È alla portata di tutti: una volta apprese le tecniche è facilmente riproducibile da chiunque e non richiede abilità particolari o conoscenze propedeutiche. Inoltre è economica perché non richiede ingredienti pregiati e attrezzature costose. Tra l’altro, per diventare esperti Visual Foodies non servono talenti particolari, basta avere passione, amore per l’arte del ricevere e un poco di pazienza iniziale, nella fase di apprendimento delle tecniche. Poi verrà tutto spontaneo”. Per tutti gli amanti del genere a fine settembre Rita debutterà in libreria con il suo primo manuale ‘Visual Food®”, edito da Ed. Infinito in cui una serie di tutorial fotografici ci insegneranno le nozioni base di quest’arte. Ma attenzione! Una nuova tendenza sta spopolando in tutto il mondo: lo Street Food, letteralmente il ‘cibo di strada’ venduto in cibo chioschi alimentari “on the road” in cui l’aspetto scenografico lascia spazio alla genuinità. IN 20 ANNI OLTRE 10.000.000 DI PERSONE HANNO TROVATO DA OXO LE MIGLIORI SOLUZIONI NI PER LA PRESBIOPIA. Seguendo alcuni semplici consigli anche portatrici di lenti a contatto (LAC) possono realizzare un make-up da sogno. CONTATTOLOGIA di Paola Ferrario Le REGOLE per un TRUCCO PERFETTO I n Italia ci sono ben 4.182.000 portatori di lenti a contatto. Le LAC, oltre a svolgere la funzione correttiva per cui sono state concepite, rappresentano la soluzione estetica ideale per coloro che non vogliono rinunciare al make-up. L’occhio però è un organo molto sensibile ed esistono alcune regole base da seguire per scongiurare le infezioni che potrebbero presentarsi in caso di scarse condizioni igieniche o qualora vi sia una manutenzione non corretta delle lenti a contatto. Prima di iniziare “l’operazione trucco” e, prima di indossare le lenti a contatto, è necessario lavare accuratamente le mani con un sapone con PH fisiologico e comunque privo di oli o profumi, risciacquarle e asciugarle con un asciugamano possibilmente di lino o in un tessuto che non rilasci fibre. A questo punto, si può procedere con l’applicazione delle LAC utilizzando in alcuni casi alcune gocce umettanti per favorire l’idratazione dell’occhio. La scelta dei prodotti per il make-up è molto importante e sul mercato esiste un’ampia gamma di cosmetici ipoallergenici studiati appositamente per i portatori di lenti a contatto. In generale, come per il sapone, è meglio optare per i prodotti senza oli o profumi ed evitare cosmetici in polvere che potrebbero rilasciare fastidiosi granelli che, a contatto con l’occhio, potrebbero causare irritazioni. Sono sconsigliate le ciglia finte perché la colla utilizzata per la loro applicazione genera forti irritazioni ed i mascara con effetto allungante perché potrebbero danneggiare le lenti. La norma base sulla perfetta igiene dell’occhio implica anche la frequente sostituzione dei prodotti stessi. Gli esperti consigliano di cambiare il mascara tutti i mesi, l’eyeliner ogni tre e gli ombretti ogni sei. Una valida alternativa che garantirebbe l’assenza di batteri sono i mascara usa e getta. In generale, è meglio non applicare trucchi aperti da tempo o danneggiati e conservarli in luoghi freschi e asciutti. È inoltre sconsigliato utilizzare i cosmetici altrui o imprestare i propri, come avviene spesso tra amiche. ForYourEyes 23 CONTATTOLOGIA Se sono state seguite tutte le regole fino ad ora elencate, è arrivato il momento di procedere all’operazione trucco. L’ombretto deve essere posto molto dolcemente, senza pressioni sulla palpebra, l’eyeliner non deve essere applicato all’interno dell’occhio e l’applicazione del mascara non può partire dalla base dell’occhio ma da metà delle ciglia. Anche la rimozione del trucco è soggetta a norme igieniche ferree: bisogna per prima cosa togliere le lenti e solo dopo utilizzare struccanti, meglio se ipoallergenici. Un’ottima soluzione sono le salviettine monouso studiate per le palpebre; ottime sono quelle a base di prodotti naturali come l’Ualianans e l’Echinacea che garantiscono un’azione decongestionante e lenitiva. A queste particolari regole vanno aggiunte le comuni norme igieniche che vengono consigliate a tutti i portatori di lenti a contatto: porre sempre le lenti nei liquidi ad hoc avendo cura che siano totalmente immerse, sostituire il liquido frequentemente e cambiare periodicamente il contenitore (mediamente ogni tre mesi). Seguendo questi semplici consigli, tutte le portatrici di lenti a contatto potranno sfoggiare make-up perfetti senza avere brutte sorprese di occhi rossi o irritati. ‘‘ tica soluzione este Le LAC sono la ro che non ideale per colo e-up nciare al mak u n ri o n o li g o v ‘‘ 24 ForYourEyes *Dato italiano della ricerca effettuata da Millward Brown su 1.204 portatori di occhiali in Europa. Novembre 2012. 91% ...e TU, quanto tempo passi davanti ai dispositivi digitali? Da mattina presto fino a sera tardi, utilizziamo i dispositivi digitali, sia per lavoro che per svago. Tutti questi dispositivi emettono la cosiddetta luce blu. La sovresposizione può causare fastidi agli occhi e affaticamento visivo. Le lenti Hoya BlueControl proteggono dai dannosi effetti della luce blu e permettono agli occhi di lavorare in condizioni migliori, per tutto il giorno. Offrono una visione più confortevole e maggior contrasto. Lenti Hoya BlueControl. Maggior comfort nel mondo digitale. www.hoya.it lamenta fastidi agli occhi quando utilizza dispositivi digitali* SOCIETÀ Il teatro rispecchia l’evoluzione della società, la interpreta e se ne appropria. Perché, come nella vita, anche sul palcoscenico tutto scorre. di Paola Ferrario Il nuovo teatro I l teatro è una macchina bellissima, sempre in mutazione, con origini antichissime. È lo specchio dei cambiamenti della società e da sempre c’è la tendenza a stabilire una sorta di osmosi tra la messa in scena e il progresso. In Italia l’attuale situazione di questa magnifica forma d’arte, di fronte ai costanti tagli alla cultura, non è delle più rosee e l’abitudine di fruizione degli spettacoli è piuttosto bassa. C’è inoltre un altro dato che non aiuta: i più grandi teatri sono dislocati nelle grandi città, dove, ovviamente, la tradizione teatrale risulta quindi più viva ma esclude gran parte degli spettatori. 26 ForYourEyes Ciononostante, la sua macchina non ha mai smesso di muoversi e ha continuato a produrre forme sempre diverse, sempre innovative, che l’hanno portato, fin dalla fine degli anni Sessanta, ad uscire dai tradizionali palcoscenici. Questa pratica, nata come antitesi con la tradizione borghese, ha fatto sì che gli spettacoli si mischiassero tra la gente, dando alla strada una nuova funzione, quella di palcoscenico appunto. L’idea base era di superare il confine tra quest’ultimo e la platea. Il filone delineatosi ha aperto le porte a nuove possibilità espressive in cui l’antica tradizione orale si è ritagliata uno spazio tutto suo. La continua ricerca sperimentale ha anche creato una particolare unione tra la scena e le arti visive implicando la diminuzione dell’importanza della piantazione tradizionale e un’apertura con le risorse offerte dalla tecnologia avanzata. In alcune rappresentazioni l’impianto narrativo ha perso la sua forza intrinseca e ha ceduto il passo alle immagini supportate dai suoni e dalle luci. La parola ha assunto un ruolo secondario e le immagini videoelettroniche l’hanno sostituita e stabilito un ponte comunicativo con lo spettatore o si sono trasformate in quadri con cui gli attori dialogano. L’evoluzione del teatro ha anche generato particolari forme espressive legate ai problemi che infliggono il tessuto sociale affidando alla rappresentazione una valenza scenica che va al di là del semplice spettacolo. La prima vera nuova forma di teatro è nata negli anni Sessanta con il ‘Teatro dell’Oppresso’ (TdO) ideato da Augusto Boal, direttore del teatro Arena di San Paolo. Attraverso una serie di tecniche teatrali che mirano alla spettacolarità (quali ad esempio il teatro invisibile, il teatro forum…) e si discostano dal teatro tradizionale, viene attuato un lavoro di coscientizzazione per far emergere i problemi sociali e collettivi. Il TdO porta cioè alla luce conflitti interpersonali e sociali. Per esempio, nel teatro invisibile viene stimolata la discussione tra gli “ignari” spettatori e gli attori; nel teatro forum c’è invece un’interazione concreta: chi ha un’idea sostituisce l’attore e sale sul palcoscenico per mostrarla. In uno scenario teatrale si recita quindi la soluzione affinché ci sia una trasposizione anche nella quotidianità. Anche il ‘Teatro Sociale’, inteso come attività teatrale rivolta a gruppi di persone in situazioni di disagio che vivono ad esempio nelle periferie delle metropoli, soffrono di disabilità o disturbi psichici o sono detenute in carcere, è strettamente legato ai problemi che affliggono il nostro tessuto sociale. L’assioma di partenza è il fatto che non sia un’attività rivolta esclusivamente ai professionisti ma venga realizzata nell’ambito di progetti psicosociali, di integrazione socioculturale e di animazione del territorio. “Il Teatro Sociale”, come ci ha dichiarato la D.ssa Alessandra Rossi Ghiglione, drammaturga e regista di Teatro Sociale e Direttore Progettuale del Master di Teatro Sociale e di Comunità dell’Università di Torino “spalanca le porte della creatività e della sperimentazione di nuovi linguaggi per raccontare e raccontarsi, per dare voce al proprio vissuto e ai propri bisogni. A differenza di quello tradizionale, persegue uno scopo ben preciso: la realizzazione di un evento teatrale di comunità, una sorta di catarsi comunitaria. Gli obiettivi sono infatti essenzialmente due: creare una progetto d’arte e di cultura e far star bene le persone coinvolte, cioè realizzare l’empowerment delle relazioni”. Un’altra forma di interazione teatrale è la Teatroterapia, arte che unisce le teorie psicologiche con il tradizionale approccio scenico. Le persone mettono in scena il proprio vissuto con lo scopo di instaurare un rapporto armonico tra corpo, voce, in relazione con la SOCIETÀ ForYourEyes 27 SOCIETÀ L’evoluzione del teatro è specchio dell’evoluzione di una società. Sia nelle forme espressive sia nella sperimentazione. comunità, se stessi e la propria creatività interpretativa. Tre le nuove forme teatrali ci sono anche il Teatro-danza - in cui assistiamo a una fusione tra il teatro stesso e la danza - il teatro-musica, che in Italia ha visto il suo massimo esponente in Giorgio Gaber il quale ha creato un vero e proprio fil rouge tra musica e narrazione e il Teatro Ludico - 28 ForYourEyes genere in cui l’azione scenica introduce gli elementi attraverso un gioco che implica la partecipazione del pubblico. La macchina del teatro pare quindi avere ancora molto da dire e non abbia voglia di arrestarsi perché, come disse Carlo Azeglio Ciampi “Il teatro è vita, ed è soprattutto cultura. Dobbiamo tutelare questo nostro patrimonio”. ® IMPRESSION 2 ® E IMPRESSION ERGO 2 BY RODENSTOCK. Le lenti progressive individualizzate. seguici su www.rodenstock.com Testo e foto di Sara Pizzorno viaggi Tra mare e deserto Giordania: crocevia tra oriente e occidente. Il deserto di Wadi Rum Il Siq (canyon) di accesso all’antica città di Petra GIORDANIA Regno Hascemita di Giordania Capitale Amman Popolazione 5,9 milioni di abitanti 95% dei quali arabi Lingue Arabo,ma l’inglese è molto diffuso Religione 92% musulmani sunniti 6% cristiani 30 ForYourEyes + A poche ore di volo dall’Italia esiste un Paese dal sapore antico, ricco di storia e polvere, di architetture selvagge e popoli affascinanti. La Giordania si inserisce nel cuore della civiltà araba in un’equilibrata armonia con la cultura occidentale: un aspetto importante che garantisce la sicurezza dei viaggiatori senza rinunciare all’atmosfera suggestiva che caratterizza le sue realtà. La Giordania è terra di bellezze rare, una su tutte: l’antica città di Petra rimasta impressa nella memoria collettiva attraverso la scena finale del film “Indiana Jones e l’ultima crociata” nella quale il protagonista percorre a cavallo il lungo Siq (canyon) che conduce al cuore dell’antica città di Petra: il famoso monumento El Khasneh. Incredibile città scavata nella roccia rosa, da sola merita un viaggio in Giordania che, unitamente ad altrettanti luoghi meno conosciuti, rende il Paese meta ideale per un’avventura nel vivo del Medioriente. Petra è raggiungibile da Amman con un paio d’ore di pullman o auto, (si trovano facilmente in affitto) tramite la lunga e tortuosa Strada dei Re che scendendo verso sud offre paesaggi viaggi Amman l’anfiteatro Petra, El Khasneh + mozzafiato e scorci suggestivi a ogni curva in un panorama roccioso che si fonde con l’orizzonte. Sul percorso si incontra Madaba un caotico paese nel quale non è semplicissimo districarsi per raggiungere la Chiesa di San Giorgio e ammirarne icone e mosaici, tra i quali spicca un’enorme mappa della Palestina ritratta sul pavimento a mosaico e in gran parte danneggiata. Molto più piacevole è addentrarsi nelle vie del villaggio, tra botteghe e bancarelle, dove assaggiare pane e frutta ma soprattutto per incontrare e scoprire una cultura attraverso la semplicità delle attività quotidiane. Il vero tesoro della Giordania è la sua gente. È diffusa l’idea che sia un popolo cordiale e gentile eppure le parole non bastano a descrivere una realtà che si distingue da tutto il mondo arabo per la discrezione e il rispetto con i quali le persone si rivolgono a turisti e stranieri: con sincera cordialità, priva di ogni forma di sudditanza né tanto mento insistenza. Proseguendo lungo la Strada dei Re si arriva ForYourEyes 31 viaggi a Kerak celebre per il suo forte di epoca crociata, maestoso e imponente, nel quale si può passeggiare sulla ‘ronda’ o di cui si possono esplorare i freschi sotterranei. Tra le tappe obbligate della terra giordana sicuramente un posto d’onore è riservato alle rive del Mar Morto. Oltre a un tuffo nelle calde e salatissime acque del mare, il contesto offre un panorama surreale, a tratti palustre e pieno di riflessi. Il bacino d’acqua che separa Giordania da CisGiordania e Israele è un ambiente silenzioso e variopinto che trasmette sensazioni di pace e profondo contatto con la natura quasi in contrapposizione con la dura realtà di una terra che fu teatro di profondi scontri. Proseguendo ulteriormente verso sud si giunge ad Aqaba, metropoli che si affaccia sul Mar Rosso dove si può godere dei comfort e delle attrattive marine per approfittare di un momento di relax a due passi dall’Arabia Saudita. Un tuffo nelle acque del Mar Rosso assicura agli appassionati di snorkeling fondali spettacolari e una coloratissima barriera corallina. Navette collegano la città con gli stabilimenti e i diversi diving center nei quali dotarsi dell’attrezzatura necessaria. La Giordania è un paese decisamente variegato e pieno di differenti realtà che si prestano Tramonto sul Mar Morto 32 ForYourEyes a diversi tipi di visita. È un luogo che racconta la propria storia attraverso i numerosi siti archeologici, che permette di ritrovare un profondo contatto con la natura più incontaminata attraverso la scoperta dei suoi mari, ma soprattutto dei suoi deserti. E Wadi Rum è la dimensione più completa nella quale sperimentare i silenzi e gli spazi che solo il deserto può garantire. Le possibilità per addentrarsi nel Wadi Rum sono diverse: il volo in mongolfiera che offre punti di vista inesplorati, il fuoristrada che solca le piste alla scoperta di incisioni e concrezioni o il cammello che, con la sua andatura ondeggiante, è il mezzo prescelto dai beduini che qui abitano. È infatti possibile pernottare presso un accampamento beduino per vivere l’indimenticabile esperienza di una notte nel deserto e assaggiare la vera cucina giordana. Pur essendo molto semplice è assai gustosa, sana e ricca di verdure e legumi sapientemente elaborati con spezie e aromi. Solitamente una lieve malinconia avvolge ogni viaggiatore che lascia Wadi Rum pensando già a un ritorno e salutando con “Ma’a salama” la Giordania e la sua gente. Perché “arrivederci” sia. Il deserto di Wadi Rum viaggi + ENTE DEL TURISMO DELLA GIORDANIA www.it.visitjordan.com ForYourEyes 33 Pozzo iniziale Abisso 13, Dossena (BG) SPORT Alla scoperta del BUIO A cura di Tatiana Boffa Foto courtesy: S-Team “L e grotte sono il vuoto conosciuto delle montagne. Vie di drenaggio delle acque nella roccia o nei ghiacci. Tubi lavici o accadimenti tettonici, generati da crolli. Il buio è una soglia, oltre è un altro mondo. Vi sono anche cavità artificiali, create dall’uomo nel passato remoto o prossimo. Gli speleologi esplorano e riportano i dati di questo mondo vicino, simile, ma non uguale. Lo rendono conosciuto, conoscibile. Accompagnano visitatori, formano futuri esploratori. Creano il fantastico mappamondo sotterraneo”. Con queste parole viene descritto dalla Società Speleologica Italiana (SSI) l’affascinante e misterioso mondo sotterraneo. Immergersi nel buio delle profondità della terra è un’esperienza avventurosa che tocca ‘corde’ intime in ciascuno e, anche psicologicamente, non è così scontato affrontare con serenità Speleologia: tra sport ed esplorazione nel buio delle grotte e successo un’attività di questo tipo. Seppur il regno delle grotte sia privilegio di pochi, occorre sfatare il mito che relega l’attività speleologica a una ristretta élite di professionisti poiché le possibilità di sperimentare una visita nei meandri di una grotta in completa sicurezza possono essere più frequenti di quanto si possa credere. L’Italia è una terra dal ricco patrimonio sotterraneo che, una volta scoperto e attrezzato, è stato reso accessibile al grande pubblico. Oggi infatti, tra città d’arte e siti archeologici, vi sono molte grotte famose che hanno dettato nuovi flussi di turismo e sono divenute mete inflazionate. Ma come tutte le discipline anche in campo speleologico le possibilità di esplorazione sono pressoché infinite e declinabili a ogni livello. Per approfondire la propria conoscenza e immergersi nel ‘buio esplorativo’ di una grotta vi sono diversi corsi che permettono di avvicinarsi alla speleologia e sperimentare sé stessi in un contesto naturale ma inconsueto, silenzioso e unico, nel ventre della terra. “Armarsi e partire” Per chi è affascinato dalle profondità della terra, alla ricerca di un ambiente sotterraneo di rara bellezza e in gran parte ancora sconosciuto e segreto, ci si può rivolgere alla Scuola Nazionale di Speleologia della SSI che organizza corsi di speleologia sia attraverso l’attività didattica sulle tecniche speleologiche, sia promuovendo incontri culturali su materie scientifiche applicate alla speleologia: carsismo, vulcanismo e meteorologia. Anche il Club Alpino Italiano (CAI) vanta una lunga tradizione nella formazione e nell’aggiornamento in ambito ‘alpino’ e ha una sezione specifica dedicata alla speleologia che risponde alle aspettative e soddisfa gli interessi degli appassionati di questo mondo affascinante. ForYourEyes 35 L'attrezzatura SPORT PER ADDENTRARSI IN SICUREZZA NELLE GROTTE È NECESSARIO DOTARSI DI UN PRECISO EQUIPAGGIAMENTO TECNICO • • • • Poiché in grotta l’oscurità è assoluta, l’impianto di illuminazione (che andrà posizionato sul casco) è imprescindibile ed è fondamentale che la fonte di luce abbia lunga autonomia, sia affidabile e crei luce diffusa. La soluzione che ha accompagnato gli speleologi per oltre 30 anni è stata la lampada ad acetilene (gas che si ottiene bagnando il carburo di calcio) ma negli ultimi 5 anni è stata soppiantata dall’illuminazione a LED, molto più ecologica. Non fa fumo, non sporca le pareti di fuliggine e non genera residui. I LED hanno varia potenza e durata ma un pacco di batterie garantisce tra le 6-10 ore. Il casco è lo strumento indispensabile per proteggere il capo da eventuali colpi o caduta di pietre. Occorre sia omologato e, seppur vi sono caschi specifichi per speleologi, un buon casco da alpinismo può rivelarsi una soluzione funzionale e più economica. L'imbrago serve ad assicurare lo speleologo. Viene indossato ed è all'imbracatura che vengono fissati tutti gli strumenti per compiere manovre di salita/discesa, vengono assicurate le corde e gli attrezzi necessari per eseguire ogni attività nella massima sicurezza. La tuta speleo, impermeabile ma traspirante, è la soluzione migliore per evitare l’abrasione delle rocce, comoda anche per effettuare movimenti complessi, utile per scivolare in stretti passaggi tra le pareti della grotta. Sottotuta, per difendere dal freddo anche per decine di ore. • A questa essenziale dotazione va aggiunta una serie di strumenti tecnici indispensabili per eseguire manovre e muoversi in grotta: moschettoni, corde, croll e/o maniglia, spit (chiodi a espansione), discensore, ecc... dispositivi che possono essere usati solo da persone qualificate e competenti. Abbigliamento e attrezzatura degli speleologi Se la speleologia è un mondo in continua esplorazione e dagli infiniti orizzonti, altrettanto vasti sono i campi di attività nei quali ci si può muovere alla scoperta della realtà sotterranea: glaciospeleologia (grotte glaciali), biospeleologia (flora e fauna delle grotte), esospeleologia (grotte su altri pianeti), speleologia subacquea (cavità sommerse) mentre decisamente più turistica e accessibile è la speleologia urbana. 36 ForYourEyes Grotta Skilan Basovizza (TS) SPORT Abisso Plutone Basovizza (TS) Per approfondimenti Società Speleologica Italiana www.ssi.speleo.it Per info nazionali e internazionali www.scintilena.com Scuola Nazionale Speleologia del CAI www.sns-cai.it Unione Internazionale di speleologia http://test3.brlog.net sità Curio l gruppo iano i i e ricerca l a t i È ion loraz ortante o: p s e i p d d più im nte al mon ta pete a Ven e com ciazione L grafiche Asso azioni geo .it ta r Esplo ww.laven w Acquedotto romano sotto la città di Asolo (TV) Sotto la città... La speleologia urbana rivolge il suo interesse agli ambienti sotterranei realizzati dall’uomo (cavità artificiali) e ne consente di ripercorrere la storia e l’evoluzione. Molto in voga negli ultimi anni sono le esplorazioni nel sottosuolo cittadino e sono sempre più numerose le città italiane che tra le proprie proposte turistiche annoverano visite nel vuoto del mondo sotterraneo che si nasconde sotto marciapiedi e palazzi cittadini. Ecco come, con pochi metri di discesa, si può intraprendere un viaggio all’insegna dell’archeologia culturale tra: acquedotti, gallerie, pozzi e cisterne, cripte e necropoli, cunicoli e trincee, che risalgono a epoche e funzioni assolutamente diverse tra loro. Si ringraziano per la gentile collaborazione Sandro Sedran e Fabio Siccardi arte cultura LIBRI A cura della Redazione A settembre riprendono ritmi autunnali, si ricercano nuove proposte indoor tra le quali primeggia la cultura. E, per completare svago e arricchimento, non può mancare un buon libro. La cultura ‘fiorisce’ in autunno D programmazione sarà infatti contraddistinta da un ricco calendario di mostre d’arte irrinunciabili che vi segnaliamo di seguito. L’arte passa per Milano... Sarà Milano la location d’eccezione a ospitare il top delle mostre nella sua prestigiosa sede di Palazzo Reale. Nei prossimi mesi la sua POLLOCK E GLI IRASCIBILI La scuola di New York Ad aprire la rassegna di Palazzo Reale sarà la grande mostra sull’arte americana: Jackson Pollock ma non solo: anche Rotko, de Kooning, Kline e molte altre superstar dell’arte americana sono in arrivo a Milano. Oltre 60 capolavori provenienti dal Whitney Museum di New York, che lascerà eccezionalmente viaggiare l’opera Number 27 di Pollock per esporla a Palazzo Reale. Dal 24 settembre al 16 febbraio 2014. eposti costumi e ombrelloni, l’autunno si appresta ad affermarsi una stagione particolarmente ricca di stimoli e proposte culturali che gratificano - in maniera anche dilettevole- utenti di ogni tipologia. Ecco che la stagione autunnale vede ‘fiorire’ le richieste di un pubblico attento ed esigente che trova risposta nell’ampia rosa di offerte provenienti dall’ambiente museale che si annuncia ricco di eventi assolutamente imperdibili. Le storie dietro le fotografie Steve McCurry Dopo la grande mostra di Steve McCurry ospitata a Genova: “Viaggio intorno all’uomo” il libro offre uno sguardo inedito sul “dietro le quinte” del lavoro del celebre fotoreporter americano. Quattordici fotoreportage, realizzati in tutto il mondo, presentano le storie di cui McCurry è stato testimone, altre che è andato faticosamente a cercare, altre ancora apparse davanti ai suoi occhi quasi inaspettatamente. Il centro di ogni scatto è l’uomo, ogni storia è illustrata con appunti, immagini, ricordi – messi insieme da McCurry durante i suoi lunghi viaggi – e circa 120 tavole fotografiche con i suoi lavori più significativi in una vasta gamma di temi e soggetti. 38 ForYourEyes IL VOLTO DEL ‘900 DA MATISSE A BACON Capolavori dal Centre Pompidou Prosegue la programmazione milanese con una mostra tematica che racconta l’arte dei grandi attraverso l’elaborazione della figura umana. Con circa 80 opere la mostra racconta il mutamento negli stili e nei caratteri nella raffigurazione umana e della ritrattistica che hanno segnato non solo la storia dell’arte del XX secolo, ma quella dell’Uomo. In mostra tra gli altri capolavori di Matisse, Bacon, Delaunay, Max Ernst, Mirò, Fernand Leger, Giorgio De Chirico, Picasso e Alberto Giacometti. Dal 25 settembre al 19 gennaio 2014. Immagine e persuasione Capolavori del Seicento dalle chiese di Ferrara colpite dal terremoto Ferrara Palazzo Trotti Costabili, Seminario vecchio 14 settembre 2013 - 6 gennaio 2014 Edvard Munch Genova Palazzo Ducale A partire da novembre 2013 27 aprile 2014 RODIN. IL MARMO, LA VITA È la scultura a ‘fare da padrona’ nella grande mostra che chiude la stagione autunnale di Palazzo Reale. Oltre 60 opere di Auguste Rodin, che con Michelangelo resta uno dei più grandi rivoluzionari della tradizione plastica. Rodin aveva un rapporto speciale con il marmo e i suoi contemporanei vedevano in lui un “dominatore” di fronte al quale la materia tremava. Le sue sculture danno vita e forma all’anima moderna, utilizzando il marmo: materiale classico per eccellenza, destinata a priori all’immobilità. Dal 17 ottobre al 26 gennaio 2014. Nel 150esimo anniversario della sua nascita, Edvard Munch è celebrato in tutto il mondo. L’Italia rende omaggio al sublime artista norvegese con un’imperdibile retrospettiva che si terrà a Palazzo Ducale di Genova dal prossimo 4 ottobre. Curato da Marc Restellini, direttore della Pinacotheque de Paris, il percorso espositivo racconterà tutta l’evoluzione artistica di Munch con oltre 120 opere. L’esposizione di Palazzo Ducale è allo stesso tempo rappresentativa del percorso artistico ed esistenziale di Munch, ma anche testimonianza del passaggio da un naturalismo di stampo impressionistico a una pittura nuova e audace che contribuisce in maniera determinante a sconvolgere tutta l’arte del XX secolo. “La natura è l’opposto dell’arte. Un’opera d’arte proviene direttamente dall’interiorità dell’uomo. (...) La Natura è il mezzo, non il fine. Se è necessario raggiungere qualcosa cambiando la natura, bisogna farlo. (...) L’arte è il sangue del cuore umano”. Edvard Munch www.mostramunch.it Al fine di riportare l’attenzione dell’opinione pubblica e degli ambienti culturali sui segni che il terremoto che ha colpito l’Emilia il 20 e 29 maggio del 2012 ha lasciato anche nel territorio ferrarese, nasce una mostra che racconta di questo patrimonio ferito. Tra i più gravi danni, eppure non ancora perfettamente percepiti dall’opinione pubblica, ci sono quelli arrecati alle chiese estensi e alle opere d’arte in esse contenute. A distanza di un anno dall’evento sismico, infatti, la maggior parte degli edifici di culto di Ferrara è ancora in attesa di interventi che ne consentano la piena riapertura ed il ritorno alla normale funzione liturgica e storica. “Immagine e persuasione. Capolavori del Seicento dalle chiese di Ferrara colpite dal terremoto” propone una ristretta selezione di capolavori provenienti da alcune delle chiese tuttora inagibili la cui visione è attualmente sottratta al godimento degli amanti d’arte e alla devozione dei fedeli. La mostra si configura quindi come un’occasione irripetibile per entrare in contatto con i grandi capolavori del Seicento estense e per riscoprire la varietà e la ricchezza di una stagione, quella barocca locale, oggi pressoché dimenticata. Ingresso gratuito. Cleopatra Roma e l’incantesimo dell’Egitto Roma, Chiostro del Bramante 12 ottobre 2013 - 2 febbraio 2014 Un’importante esposizione incentrata sulla figura di Cleopatra VII, ultima regina d’Egitto (69 a.C. - 30 a.C.) e curata da Giovanni Gentili narra l’Egitto dei Tolomei, la vita appassionante di Cleopatra, la centralità della sua figura nelle vicende politiche dell’epoca e il rapporto tra Roma e l’Egitto. L’esposizione di oltre 200 opere provenienti dai principali musei nazionali e internazionali narra aspetti della millenaria cultura egizia, indissolubilmente legata all’ambiente fluviale del Nilo. Vicende storiche ricche di implicazioni d’ordine economico, religioso e culturale che intercorsero tra Roma e l’Egitto tolemaico sono raccontate in una caleidoscopica e accattivante scenografia i luoghi, i personaggi, i tempi. www.chiostrodelbramante.it Verso Monet Storia del paesaggio dal ‘600 al ‘900 Verona Palazzo della Gran guardia 26 ottobre 2013 - 9 febbraio 2014 Una mostra dedicata alla storia del paesaggio in Europa e in America dal Seicento al Novecento racconta lo studio della natura a partire dal XVII secolo, per giungere alle ninfee dipinte da Claude Monet. Oltre novanta dipinti provenienti da alcuni tra i maggiori musei del mondo e da alcune preziose collezioni private, la mostra è divisa in cinque sezioni, che descrivono i momenti fondamentali legati alla narrazione della natura in una sorta di emancipazione dell’immagine quando il paesaggio non è più visto come semplice fondale scenografico, ma diviene divinità assoluta e dominante fino a giungere all’Ottocento, che a buon diritto è stato denominato “il secolo della natura”. www.lineadombra.it ForYourEyes 39 letti SOCIETÀ LIBRI per voi E L’ECO RISPOSE Khaled Hosseini AFRICA EXPRESS Il viaggio dell’uomo Giorgio Cosulich de Pecine Africa Express è il racconto fotografico di un lungo viaggio durato sei anni, con lo scopo di narrare le storie di quell’umanità migrante che quotidianamente si mette in cammino. Il racconto di un’Africa senza gesti clamorosi, che si vuole liberare dalla schiavitù del luogo comune della sofferenza e della miseria per esprimersi attraverso emozioni e necessità comuni a tutti gli esseri umani e mostrare così il volto dell’uomo comune. Non solo il racconto di africani, ma soprattutto di esseri umani. Terzo libro, terzo successo. Uscito a inizio estate l’ultimo romanzo dello scrittore americano di origine afgana Khaled Hosseini narra una storia intensa di legami familiari. Il tema della famiglia viene affrontato nel l e p a s sio ni e nei d o l o r i d ei protagonisti. Un tema che perdura e attraversa tragedie e Paesi, ricchezze e povertà per raccontare il mondo di ricordi e futuro che circonda l’Afghanistan. Legami interrotti ma che perdurano emergono dalle righe di Hosseini che esplora con grande profondità fer ite, tr adimenti e sacr ifici che contraddistinguono più generazioni familiari. GLI OCCHIALI Scienza, arte, illusioni Arnaud Maillet AMORE Isabelle Allende Pare poesia la scrittura di Isabelle Allende anche nell’ultima raccolta delle sue più belle pagine dedicate all’amore ed edita nel 2013. “La mia vita sessuale è iniziata presto, più o meno a cinque anni, all’asilo delle suore Orsoline a Santiago del Cile”. Così inizia l’introduzione di Isabel per dedicarsi alla narrazione negli anni, passando per il primo amore, la passione, la gelosia, gli amori contrastati, eros e umorismo, la magia dell’amore e l’amore duraturo, nei brani selezionati che ripercorrono la sua autobiografia in materia di amore e intimità. 40 ForYourEyes Occhiali a perno, a ponte, con stanghette, monocoli, lenti d’ingrandimento, binocoli, telescopi, ma anche occhiali “degli avari” o “dei gelosi”, di cui nel testo troviamo molte curiose illustrazioni, sono i protagonisti di un racconto ricco di colpi di scena e fantasmi, di erotismo, di ironia e malinconia. Attraverso la storia degli occhiali e la loro rappresentazione artistica e letteraria, che coniugano scienza e illusioni, l’autore intesse una riflessione sull’esperienza visiva che, con un ribaltamento di prospettiva ci aiuta a vedere “i giochi che si celano dietro gli occhiali” e ci rivela qualcosa del nostro complessivo rapporto con il mondo. Ingredienti per una vita di formidabili passioni Luis Sepúlveda L’ultimo libro del grande scrittore cileno è stato presentato all’edizione 2013 del Salone del Libro di Torino nella quale il paese ospite è stato proprio il Cile. Con il consueto limpido stile narrativo Sepúlveda compone il libro attraverso una sequenza di racconti che rappresentano quelli che sono gli “ingredienti per una vita di formidabili passioni”. Ogni capitolo esiste da sé ma contestualmente rappresenta un tassello indispensabile per comporre il ritratto esistenziale dell’autore e della sua vita. In costante tensione politica, improntata all’impegno sociale e volta a un’intensa profondità del vivere quotidiano. CON GLI OCCHI CHIUSI Federigo Tozzi Una rara e intensa narrazione del 1919, racconta le inquietudini, i tormenti e le delusioni del giovane Pietro. Un romanzo dalla trama semplice, ma di notevole respiro narrativo. Permette, fra l’altro, di scandagliare una materia così umorale e volatile quale è l’animo ipersensibile di un ragazzo, facendo risuonare nel lettore l’eco di sensazioni autentiche, vissute e, per questo, senza tempo. Il giovane Pietro guarda ma non vede: i suoi occhi sono il sipario che volontariamente solleva o serra dinanzi alla realtà incomprensibile, ingestibile; sono l’unica difesa da una vita che disobbedisce alle illusioni, quando non si ha il coraggio e la forza di abitare, giorno per giorno, l’esistenza. Piazza Italia 3 - 20092 Cinisello Balsamo (MI) tel 02.6126670 - [email protected] - www. otticacorti.com Piazza Italia 3 - 20092 Cinisello Balsamo (MI) tel 02.6126670 - [email protected] www. otticacorti.com Trasformare la vita grazie al dono della vista www.oxoitalia.com