IRFMN PREFAZIONE RAPPORTI ATTIVITA’ ISTITUTO MARIO NEGRI, MILANO www.marionegri.it DIPARTIMENTI Dipartimento di Oncologia ………………….………………………….……………………… Dipartimento Ambiente e Salute ……….………….………………………….……………… Dipartimento di Neuroscienze ………………….………………………….………………… Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare ………………….…………………….………… Dipartimento di Biochimica e Farmacologia Molecolare ……….…………….………… Dipartimento di Epidemiologia ……….…………….………… Dipartimento di Salute Pubblica ……………………………………………………….. 7 75 95 173 213 237 273 LABORATORI e CENTRI Laboratorio Politiche Regolatorie del Farmaco ……….…………….………….……… Centro di Ingegneria Informatica.……………………………………………………………… Centro Catullo e Daniela Borgomainerio………………………………………………. Biblioteca……….…………………………………………………………….………….………… 309 317 321 323 CENTRO ANNA MARIA ASTORI DIPARTIMENTI Dipartimento di Medicina Molecolare ……….…………………………………….………… 329 Dipartimento di Bioingegneria ……….…………………………….………………………… 359 CENTRO ALDO e CELE DACCO’ DIPARTIMENTI Dipartimento di Medicina Renale ……….…………………………………………………… 381 LABORATORI e CENTRI ……. 423 Documentazione e Ricerca sulle Malattie Rare ……….…….………… Coordinamento Rapporti Internazionali per le Malattie Rare………………………. 435 Centro Ricerche Trapianti C. Cucchi De Alessandri e G. Crespi ……………….….. 439 L’ ATTIVITA’ DIDATTICA 441 ORGANIGRAMMA 443 L’elenco completo del personale è consultabile sul sito Internet dell’Istituto www.marionegri.it RAPPORTO ATTIVITA’ 1 2014 IRFMN a cura di Isabella Bordogna finito di stampare nel marzo 2015 RAPPORTO ATTIVITA’ 2 2014 IRFMN PREFAZIONE L’anno 2014 segna il 53° anniversario della fondazione dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e rappresenta il primo anno di funzionamento come IRCCS, dovenendo così parte integrante del Servizio Sanitario Nazionale per le aree “Farmacologia e ricerca clinica nell’ambito delle malattie neurologiche, rare e ambientali”. Si tratta di aree in cui l’Istituto lavora da molti anni a livello clinico e preclinico. L’anno 2014 rappresenta purtroppo il perdurare di una situazione generalizzata di crisi economica che non riguarda solo l’Italia, ma molti altri Paesi particolarmente del Sud-Europa. La crisi economica ha certamente influito sulla ricerca scientifica italiana che – contrariamente a quanto è stato fatto da altri Paesi – è stata completamente abbandonata a se stessa dal Governo. Nonostante ciò, il rapporto delle nostre attività è ancora corposo e ricco di pubblicazioni e risultati interessanti sia alivello sperimentale che clinico. Molte delle ricerche riportate sono state pubblicate, altre sono in corso di pubblicazione. Attualmente i lavori pubblicati su riviste internazionali sono oltre 14.000 di cui 420 nel 2014. Come al solito, l’attività viene presentata su base dipartimentale e in qualche caso anche da singoli laboratori. Mentre si rimanda al testo per i dettagli dei risultati scientifici ottenuti, è pertinente fare alcune osservazioni di carattere generale. Nel 2014 abbiamo purtroppo dovuto assistere alle disfunzioni determinate dal “disprezzo” del parlamento italiano per la scienza attraverso leggi che hanno dimostrato come i pareri dei ricercatori siano stati rimpiazzati dalle pseudo-argomentazioni di ciarlatani. La discussione sulla direttiva europea sulla sperimentazione animale è un tipico esempio della emotività e dell’ignoranza scientifica. Servirà molto impegno per fare in modo che il pubblico si renda conto che senza sperimentazione animale non possono esistere progressi per curare le malattie dell’uomo e degli stessi animali.Intanto comunque vengono registrati molti ritardi nella concessione delle autorizzazioni per l’impiego degli animali. Il caso “Stamina” in cui è stato possibile somministrare prodotti con contenuto segreto in strutture pubbliche superando tutte le barriere poste a garanzia degli ammalati che si prestano a sperimentazioni cliniche è giunto al termine con una lodevole autocritica della Commissione Sanità che aveva completamente ignorato il parere degli esperti, con grave confusione dell’opinione pubblica. Anche quest’anno le aree fondamentali di ricerca sono state quelle tradizionali dell’Istituto: oncologia, neuroscienze, cardiovascolare, malattie renali, trapianti d’organo, malattie rare, biologia cellulare, biochimica molecolare, impiegando tecniche di morfologia quantitativa, genomica, proteomica e matabolomica. In tutta la ricerca del “Mario Negri” l’ipotesi è quella di sviluppare intorno a ognuna delle grandi aree citate una complessità di approcci che vada dalla ricerca di base alla farmacocinetica, alla farmacologia, agli studi clinici controllati, all’analisi epidemiologica e, quando possibile, alla epidemiologia dei servizi. Si sono conclusi alcuni trial. Significativo è uno studio nel tumore polmonare che dimostra come un vecchio farmaco (docetaxel) sia più attivo di un nuovo farmaco (erlotinib), molto più costoso. Un altro studio ha mostrato che la N-acetilcarnitina associata al riluzolo aumenta la sopravvivenza di pazienti portatori di una malattia rara, la Sclerosi Laterale Amiotrofica. Si spera di poter confermare questi dati in uno studio di maggiore numerosità. Un’altra malattia rara, la Sindrome Emolitico Uremica, può trarre un importante giovamento dall’impiego dell’Eculizumab. Sono continuate ricerche su una coorte di circa 500 centenari che completano lo studio condotto su circa 2000 anziani di oltre 80 anni di età (Studio Monzino 80+) con lo scopo di evidenziare fattori protettivi nei confronti della demenza. E’ terminato uno studio clinico che permetterà di stabilire l’efficacia e la tossicità comparativa di vari farmaci oppiacei – ossicodone, fentanil e buprenorfina – nei confronti della morfina in pazienti tumorali. RAPPORTO ATTIVITA’ 3 2014 IRFMN Continuano le ricerche sugli inquinanti ambientali nell’acqua, nel suolo e nell’alimentazione, con particolare riguardo ai PCB e alle diossine, come pure ha preso sviluppo la quantificazione della presenza nei liquidi fognari delle droghe di abuso e dei farmaci. In particolare sono stati ottenuti dati interessanti sui consumi di nuove droghe, tra cui la ketamina. Sul piano delle malattie dell’anziano lo studio REPOSI sta fornendo importanti risultati sulla prevalenza di polipatologie e sul conseguente impiego di polifarmacologia. In campo cardiovascolare ha particolare rilievo una serie di studi per valutare farmaci attivi nell’indurre neuro protezione dopo prolungato arresto cardiaco. Continua un importante studio europeo per descrivere l’epidemiologia del trauma cranico e per la valutazione dei marcatori molecolari e fenotipici legati al danno cerebrale. Sono state sviluppate nuove tecniche per lo studio dell’amiloidosi cerebrale e periferica impiegando il verme C. elegans, ottenendo interessanti analogie con il comportamento dei mammiferi.. E’ in fase avanzata con risultati promettenti l’impiego di nano particelle per permettere un maggior passaggio dei farmaci all’interno dei tumori e per superare la barriera ematoencefalica. Particolarmente interessanti sono alcune nano particelle che veicolano il paclitaxel verso il tessuto tumorale. Una nuova tecnica consente di ottenere una completa maturazione in vivo di strutture renali funzionanti, generati da sospensione di singole cellule embrionali renali, un passo avanti significativo per la realizzazione di un rene funzionante. I risultati sono particolarmente interessanti e incoraggianti per la possibilità di disporre in futuro di un rene non rigettabile. E’ in corso di realizzazione una terapia genica per prevenire il rigetto cronico di un organo solido trapiantato. Uno studio clinico controllato ha dimostrato l’effetto favorevole dell’ocreotide sulla progressione della malattia policistica renale. Un altro studio indica i predittori di risposta al rituximab da parte di pazienti affetti da nefropatia membranosa idiopatica. E’ disponibile on-line il registro degli studi clinici controllati condotti dal “Mario Negri” dove sarà possibile osservare da parte di tutti l’andamento dei vari trial. Dato l’elevato numero delle ricerche, non è possibile darne qui un’idea, seppure riassuntiva: si rimanda perciò al testo (www.marionegri.it). L’attività di ricerca necessita, come componente fondamentale, la formazione di giovani ricercatori che trovano nel lavoro di laboratorio non solo la possibilità di esprimere le loro idee, ma anche l’opportunità di ottenere un diploma attraverso la scuola di qualificazione professionale riconosciuta dalla Regione Lombardia (diplomati ad oggi 964) o il titolo di Ph.D. (diplomati ad oggi oltre 90) in collaborazione con la Open University, UK, o il dottorato di ricerca (diplomati ad oggi 15) riconosciuto dal MIUR. Infine fa parte integrante delle attività del “Mario Negri” un interesse per l’informazione a tutti i livelli, formalizzato nel Centro di Informazione per le Malattie Rare (www.marionegri.it cliccare Centro Malattie Rare), nel Centro di Informazione sui Farmaci sul sito web www.marionegri.it. E’ sempre molto attivo l’impegno del “Mario Negri” nel trasferire informazioni a medici, infermieri e associazioni di pazienti, nonché al pubblico attraverso tutti i media disponibili. Dal 2000 al 2014 sono stati pubblicati 1611 lavori di divulgazione. In particolare va sottolineato lo sviluppo del sito www.partecipasalute.it. E’ stato completato un progetto europeo per informare il pubblico sulle caratteristiche e sui vantaggi degli studi clinici controllati. E’ disponibile un film in 27 lingue che riassume le caratteristiche degli studi clinici controllati. La ricerca sta affrontando tempi sempre più difficili e proprio per questo è importante un maggior impegno da parte dei ricercatori e un maggiore aiuto da parte di tutti: governo, enti pubblici, charities e privati. Silvio Garattini RAPPORTO ATTIVITA’ 4 2014 IRFMN Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” Milano RAPPORTI ATTIVITA’ 2014 dipartimenti e laboratori RAPPORTO ATTIVITA’ 5 2014 IRFMN RAPPORTO ATTIVITA’ 6 2014 IRFMN DIPARTIMENTO DI ONCOLOGIA PERSONALE Capo Dipartimento Maurizio D’INCALCI, Dr.Med.Chir. Ufficio Studi Oncologici e Documentazione Documentalista Scientifico Stefania FILIPPESCHI, Per.Chim. Laboratorio di Farmacologia Antitumorale Capo Laboratorio Maurizio D’INCALCI, Dr.Med.Chir. Unità di Biofisica Capo Unità Paolo UBEZIO, Dr.Fis. Unità di Citometria Capo Unità Eugenio ERBA, Dr. An. Chim. Biol. Unità di Genomica Traslazionale Capo Unità Sergio MARCHINI, Dr. Sci.Biol., Ph.D. Unità di Farmacologia Clinica Antitumorale Capo Unità Massimo ZUCCHETTI, Dr.CTF Unità di Terapia Sperimentale Preclinica Capo Unità Roberta FRAPOLLI, Dr. CTF Laboratorio di Farmacologia Molecolare Capo Laboratorio Massimo BROGGINI, Ph.D. Unità di Genetica Molecolare Capo Unità Mirko MARABESE, Dr.Sci.Biol., Ph.D. Unità di Riparazione del DNA Capo Unità Giovanna DAMIA, Dr. Med. Chir. Laboratorio di Biologia e Terapia delle Metastasi Tumorali Capo Laboratorio Raffaella GIAVAZZI, Dr.Sci.Biol., Ph.D. Unità di Angiogenesi Tumorale Capo Unità Giulia TARABOLETTI, Dr.Sci.Biol. RAPPORTO ATTIVITA’ 7 2014 IRFMN (Unità con sede a Bergamo) Unità di Terapia Antitumorale Molecolare Capo Unità Maria Rosa BANI, Dr.Sci.Biol., Ph.D. Laboratorio di Informatica delle Scienze della Vita Capo Laboratorio Luca CLIVIO, Ing. Laboratorio di Cachessia Tumorale AIRC- Start-Up Capo Laboratorio Rosanna PICCIRILLO, Dr. Biotec. Med., Ph.D. Laboratorio di Metodologia per la Ricerca Biomedica Capo Laboratorio Valter TORRI, Dr.Med.Chir. Unità di Metodologia delle Revisioni Sistematiche e Produzione di Linee Guida Capo Unità Michela CINQUINI, Dr.Stat. Unità di Statistica Computazionale Capo Unità Luca PORCU Laboratorio di Ricerca Clinica Capo Laboratorio Irene FLORIANI, Dr.Sci.Biol., Dr.Stat., Ph.D. Unità di Coordinamento, Conduzione e Monitoraggio Capo Unità Davide POLI, Dr.Fis. Unità di Statistica Capo Unità Eliana RULLI, Dr.Stat. Unità di Assicurazione della Qualità Capo Unità Marlen Victoria LLERENA MESA, Dr. Farm. Unità di Disegno e Pianificazione della Ricerca Capo Unità Master Ric. Clin., Lital Hannah HOLLANDER, Dr.San.Pub. Dr.Sci.Med. Unità di Ginecologia e Oncologia Capo Unità Roldano FOSSATI, Dr.Med.Chir. Unità di Ricerca nel Dolore e Cure Palliative Capo Unità Oscar CORLI, Dr.Med.Chir. RAPPORTO ATTIVITA’ 8 2014 IRFMN CURRICULA VITAE Maurizio D'Incalci si è laureato in Medicina e Chirurgia con lode all'Università di Milano nel 1977. Si è specializzato in Farmacologia presso l'Istituto Mario Negri nel 1979, e in Oncologia all'Università di Genova nel 1981. Ha lavorato nel laboratorio di Farmacologia Molecolare del National Cancer Institute di Bethesda, Md, nel 1983 e 1984. Dal 1986 è capo del Laboratorio di Farmacologia Antitumorale dell'Istituto Mario Negri e dal 1996 del Dipartimento di Oncologia dello stesso Istituto. E' stato presidente del gruppo "Pharmacology and Molecular Mechanisms Group" dell’Organizzazione Europea di Ricerca e il Trattamento del Cancro (EORTC). Dal 1994 al 1997 è stato presidente del comitato che supervisiona lo sviluppo di nuovi farmaci dell'EORTC (NDDO) e dal 1997 al 2000 è stato presidente della Divisione di Ricerca della stessa organizzazione. Dal 2000 al 2003 è stato membro del Board dell’EORTC. Dal 1995 è membro del Consiglio Direttivo della Fondazione Nerina e Mario Mattioli Onlus. Dal 1997 al 2012 è stato Preclinical Coordinator della Southern Europe New Drug Organization (SENDO) e dal 2005 al 2012 è stato chairman del New Agents Committee (NAC) del SENDO. Dal 2003 al 2013 è membro del Comitato Etico del Centro di Riferimento Oncologico (CRO) di Aviano. Dal 2006 è presidente del Comitato Tecnico Scientifico del Mario Negri Gynecologic Oncology group (MaNGO). Dal 2007 è membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC). Dal 2009 al 2013 è membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Cancerologia (SIC). Dal 2010 è membro del Comitato Scientifico della Fondazione Buzzi Unicem Onlus per la ricerca, diagnosi e cura del mesotelioma. Dal novembre 2013 è membro del Comitato Etico della Fondazione del Piemonte per l’Oncologia – IRCCS di Candiolo. Dal 2014 è membro del Consiglio Direttivo della Controlled Release Society (CRS) Italy Chapter, in qualità di rappresentante dell’area medico-biologica. Dal settembre 2014 è membro del Comitato Etico per la Ricerca Biomedica dell’Istituto FIRC di Oncologia Molecolare (IFOM). E’ nel comitato editoriale di numerose riviste scientifiche internazionali e, dal settembre 2000 al dicembre 2010, è stato Editor for Experimental Oncology del European Journal of Cancer. E' autore di più di 490 articoli che riguardano la farmacologia antitumorale e di numerosi capitoli di libri. Principali pubblicazioniParikh A., Lee C., Joseph P., Marchini S., Baccarini A., Kolev V., Romualdi C., Fruscio R., Shah H., Wang F., Mullokandov G., Fishman D., D’Incalci M., Rahaman J., Kalir T., Redline R.W., Brown B.D., Narla G., Di Feo A. microRNA-181a has a critical role in ovarian cancer progression through the regulation of the epithelial-mesenchymal transition. Nature Communication, DOI: 10.1038/ncomms3977. Fuso Nerini I, Morosi L, Zucchetti M, Ballerini A, Giavazzi R, D'Incalci M. Intratumor heterogeneity and its impact on drug distribution and sensitivity. Clin Pharmacol Ther., 96(2): 224-238 (2014). Di Giandomenico S., Frapolli R., Bello E., Uboldi S., Licandro S.A., Brich S., Mauro V., Tamborini E., Pilotti S., Casali P., Grosso F., Sanfilippo R., Gronchi A., Mantovani R., Galmarini C., Fernandez Sousa-Faro J.M., D’Incalci M. Mode of action of trabectedin in myxoid liposarcomas. Oncogene, 2013 e-pub. Germano G., Frapolli R., Belgiovine C., Anselmo A., Pesce S., Liguori M., Erba E., Uboldi S., Zucchetti M., Pasqualini F., Nebuloni M., Van Rooijen N., Mortarini R., Beltrame L., Marchini S., Fuso Nerini I., Sanfilippo R., Casali P.G., Pilotti S., Anichini A., Mantovani A., D’Incalci M., Allavena P. Role of Macrophage targeting in the anti-tumor activity of Trabectedin. Cancer Cell, 23(2): 249-262 (2013). Marchini S., Cavalieri D., Fruscio R., Calura E., Garavaglia D., Fuso Nerini I., Mangioni C., Cattoretti G., Clivio L., Beltrame L., Katsaros D., Scarampi L., Menato G., Perego P., Chiorino G., Buda A., Romualdi C., D’Incalci M.Association between miR-200c and survival of stage I epithelial ovarian cancer patients. A retrospective study on two independent tumour tissue collections The Lancet Oncology, 12(3): 273-285 (2011). Frapolli R., Tamborini E., Virdis E., Bello E., Tarantino E., Marchini S., Grosso F., Sanfilippo R., Gronchi A., Tercero J.C., Peloso G., Casali P., Pilotti S., D’Incalci M. Novel models of myxoid liposarcoma xenografts mimicking the biological and pharmacological features of human tumors. Clinical Cancer Res., 16(20): 4958-4967 (2010). Massimo Broggini ha frequentato la facoltà di scienze biologiche dell’Università di Milano, si è specializzato in Biochimica presso l'Istituto Mario Negri, e ha ottenuto il titolo di PhD presso la Open University, UK. Ha lavorato per un breve periodo nel laboratorio di Molecular Pharmacology del RAPPORTO ATTIVITA’ 9 2014 IRFMN National Cancer Institute di Bethesda, Md, nel 1986. Dal 1991 è capo dell’unità di Farmacologia Molecolare dell'Istituto Mario Negri e dal 1999 del Laboratorio di Farmacologia Molecolare dello stesso Istituto. I suoi interessi scientifici riguardano lo studio del meccanismo di azione di nuovi farmaci antitumorali, la ricerca di proteine e geni alterati in neoplasie umane e lo studio di oncosoppressori. E' membro del gruppo "Pharmacology and Molecular Mechanisms Group" dell’Organizzazione Europea di Ricerca e il Trattamento del Cancro (EORTC) e dell’American Association for Cancer Research. E’ membro del gruppo editoriale della rivista European Journal of Cancer, Frontiers in Cancer Genetics e American Journal for Cancer Research. E' autore di più di 150 articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali. Principali pubblicazioni Polato F, Rusconi P, Zangrossi S, Morelli F, Boeri M, Musi A, Marchini S, Castiglioni V, Scanziani E, Torri V, Broggini M. DRAGO (KIAA0247), a new DNA damage-responsive, p53-inducible gene that cooperates with p53 as oncosupprossor. J Natl Cancer Inst. 2014 Apr;106(4):dju053. Garassino MC, Martelli O, Broggini M, Farina G, Veronese S, Rulli E, Bianchi F, Bettini A, Longo F, Moscetti L, Tomirotti M, Marabese M, Ganzinelli M, Lauricella C, Labianca R, Floriani I, Giaccone G, Torri V, Scanni A, Marsoni S; TAILOR trialists.. Erlotinib versus docetaxel as second-line treatment of patients with advanced non-small-cell lung cancer and wildtype EGFR tumours (TAILOR): a randomised controlled trial. Lancet Oncol. 2013 Sep;14(10):981-8. Sabatino MA, Geroni C, Ganzinelli M, Ceruti R, Broggini M. Zebularine partially reverses GST methylation in prostate cancer cells and restores sensitivity to the DNA minor groove binder brostallicin. Epigenetics. 2013 Jun;8(6):656-65. Ricci F, Broggini M, Damia G. Revisiting ovarian cancer preclinical models: implications for a better management of the disease. Cancer Treat Rev. 2013 Oct;39(6):561-8. Previdi S, Abbadessa G, Dalò F, France DS, Broggini M.Breast Cancer-Derived Bone Metastasis Can Be Effectively Reduced through Specific c-MET Inhibitor Tivantinib (ARQ 197) and shRNA c-MET Knockdown. Mol Cancer Ther. 2012 Jan;11(1):214-23. Mazzoletti M, Bortolin F, Brunelli L, Pastorelli R, Di Giandomenico S, Erba E, Ubezio P, Broggini M. Combination of PI3K/mTOR inhibitors: antitumor activity and molecular correlates. Cancer Res. 2011 Jul 1;71(13):4573-84 Luca Clivio si è laureato in Ingegneria Elettronica/Informatica presso il Politecnico di Milano nel 1996 e ottenuto un Master in Evidence Based Medicine e Metodologia della Ricerca Sanitaria della Cochrane Collaboration presso l'Università di Modena e Reggio Emilia nel 2006. E' responsabile dal 2014 del Laboratorio di Informatica delle Scienze della Vita presso il Dipartimento di Oncologia dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano. Ha realizzato dal 1996 software per la raccolta dati di 150 tra clinical trials, registri e biobanche. Ad oggi tutti i clinical trials promossi dai dipartimenti di Oncologia e Neuroscienze fin dall'anno 2000 funzionano su suo software. Ha realizzato dal 1998 software per la gestione di Consensus Conference per la determinazione dell'appropriatezza di pratiche biomediche con il metodo Delphi sviluppandolo presso la Rand Corporation di Delft in Olanda e gestito tramite questo software decine di progetti in collaborazione con la Cochrane Collaboration e la Regione Emilia Romagna. Si è occupato di implementazione di Cluster di Calcolo in collaborazione con l'Università di Aberdeen, Maastricht e l'Inria di Rennes. Tutt'ora è responsabile del cluster di calcolo per la bioinformatica presso il Mario Negri di Milano. Collabora con i Dipartimenti di Oncologia, Neuroscienze e Cardiovascolare per la gestione dei clinical trials, biobanche e infrastrutture per la bioinformatica. Principali pubblicazioni miRNA landscape in Stage I Epithelial Ovarian Cancer defines the histotype specificities. Enrica Calura, Robert Fruscio, Lara Paracchini, Eliana Bignotti, Antonella Ravaggi, Paolo Martini, Gabriele SaleS, Luca Beltrame, Luca Clivio, Lorenzo Ceppi, Mariacristina Di Marino, Ilaria Fuso Nerini, Laura Zanotti, Duccio Cavalieri, Giorgio Cattoretti, Patrizia Perego, Rodolfo Milani, Dionyssios Katsaros, Germana Tognon, Enrico Sartori, Sergio Pecorelli, Costantino Mangioni, Maurizio D’Incalci, Chiara Romualdi, Sergio Marchini. Clin Clin Cancer Res. 2013 Aug 1;19(15):4114-4123. The zinc finger gene ZIC2 has features of an oncogene and its over- expression correlates strongly with the clinical course of epithelial ovarian cancer. Sergio Marchini, Elizabeth Poynor, Richard R Barakat, Luca Clivio, Michela Cinquini, Robert Fruscio, Luca Porcu, Cecilia Bussani, Maurizio D’Incalci, Eugenio Erba, Michela Romano, Giorgio Cattoretti, Dionyssios Katsaros, Andrew Koff, Lucio Luzzatto. Clin Cancer Res. 2012 Aug 15;18(16):4313-24. Resistance to platinum-based chemotherapy is associated with epithelial to mesenchymal transition in epithelial ovarian cancer. Sergio Marchini, Robert Fruscio, Luca Clivio, Luca Beltrame, Luca Porcu, Ilaria Fuso Nerini, Duccio Cavalieri, Giovanna Chiorino, Giorgio Cattoretti, Costantino Mangioni, Rodolfo Milani, Valter Torri, Chiara Romualdi, Alberto Zambelli, Michela Romano, Mauro Signorelli, Silvana di Giandomenico, Maurizio D’Incalci. Eur J Cancer. 2012 Aug 13. Analysis of gene expression in early-stage ovarian cancer. Sergio Marchini, Pietro Mariani, Giovanna Chiorino, Eleonora RAPPORTO ATTIVITA’ 10 2014 IRFMN Marrazzo, Riccardo Bonomi, Robert Fruscio, Luca Clivio, Annalisa Garbi, Valter Torri, Tiziana Dell’Anna, Giovanni Apolone, Massimo Broggini, and Maurizio D’Incalci. Clin. Cancer Res 2008;14(23) 7850-7860. Irene Floriani si è laureata in Scienze Biologiche nel 1988 e in Biostatistica e Statistica Sperimentale nel 2003 presso l’Università di Milano. Nel 2005 ha ottenuto il titolo di PhD presso la Open University di Londra. Dopo un’esperienza di circa 10 anni nella direzione medica di alcune industrie farmaceutiche, nel 2002 è divenuta capo dell’Unità di Biometria e Data Management del Laboratorio per la Ricerca Clinica Oncologica e dal 2006 è Capo del Laboratorio di Ricerca Clinica (denominato fino al 2012 Laboratorio di Clinical Trials). Dal 1998 è membro del Comitato Etico della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta (dal 2002 al 2013 in qualità di vice-presidente). Dal 1999 al 2006 è membro del Comitato Etico dell’Istituto Scientifico Eugenio Meda. Dal 2002 al 2013 è membro del Comitato Etico dell’Azienda Ospedaliera San Paolo di Milano. Dal 2004 al 2013 è membro del Comitato Etico dell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna di Como (dal 2010 al 2013 in qualità di presidente). Dal 2010 al 2013 è stata membro del Comitato Etico dell’Azienda Ospedaliera della Valtellina e della Valchiavenna. Dal 2011 è nel comitato editoriale di World Journal of Methodology. Dal 2013 è Presidente del Comitato Etico dell’Ospedale Manzoni di Lecco. Dal 2014 è Editore Associato di Endocrine. Le principali aree di interesse comprendono gli aspetti statistici e la metodologia della ricerca clinica, con particolare riferimento agli studi clinici in oncologia ed in oftalmologia; le revisioni sistematiche della letteratura medica e gli aspetti metodologici dei test diagnostici. E' autrice di più di 100 articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali. Principali pubblicazioni: Gregorc V, Novello S, Lazzari C, Barni S, Aieta M, Mencoboni M, Grossi F, De Pas T, de Marinis F, Bearz A, Floriani I, Torri V, Bulotta A, Cattaneo A, Grigorieva J, Tsypin M, Roder J, Doglioni C, Levra MG, Petrelli F, Foti S, Viganò M, Bachi A, Roder H. Predictive value of a proteomic signature in patients with non-small-cell lung cancer treated with second-line erlotinib or chemotherapy (PROSE): a biomarker-stratified, randomised phase 3 trial. Lancet Oncol. 2014 Jun;15(7):713-21. Bajetta E, Floriani I, Di Bartolomeo M, Labianca R, Falcone A, Di Costanzo F, Comella G, Amadori D, Pinto C, Carlomagno C, Nitti D, Daniele B, Mini E, Poli D, Santoro A, Mosconi S, Casaretti R, Boni C, Pinotti G, Bidoli P, Landi L, Rosati G, Ravaioli A, Cantore M, Di Fabio F, Aitini E, Marchet A; ITACA-S (Intergroup Trial of Adjuvant Chemotherapy in Adenocarcinoma of the Stomach Trial) Study Group.Randomized trial on adjuvant treatment with FOLFIRI followed by docetaxel and cisplatin versus 5-fluorouracil and folinic acid for radically resected gastric cancer. Ann Oncol. 2014 Jul;25(7):1373-8. Rulli E, Biagioli E, Riva I, Gambirasio G, De Simone I, Floriani I, Quaranta L. Efficacy and Safety of Trabeculectomy vs Nonpenetrating Surgical Procedures: A Systematic Review and Meta-analysis. JAMA Ophthalmol. 2013 Dec 1;131(12):1573-82. D'Onofrio M, Biagioli E, Gerardi C, Canestrini S, Rulli E, Crosara S, De Robertis R, Floriani I. Diagnostic performance of contrast-enhanced ultrasound (CEUS) and contrast-enhanced endoscopic ultrasound (ECEUS) for the differentiation of pancreatic lesions: a systematic review and meta-analysis. Ultraschall Med. 2014 Dec;35(6):515-21. Miglior S, Zeyen T, Hoffmann EM, Torri V, Rulli E, Floriani I, Poli D, Aliyeva S, Cunha-Vaz J, Pfeiffer N. Predictive value of heidelberg retina tomograph parameters for the development of glaucoma in the European glaucoma prevention study. Am J Ophthalmol. 2015 Feb;159(2):265-276.e1. Raffaella Giavazzi si è laureata in Scienze Biologiche nel 1979 presso l’Università di Milano dove nel 1994 si è specializzata in Farmacologia. Ricercatore presso il Cancer Metastasis and Treatment Laboratory, NCI-FCRDC, Frederick, Maryland (1981-1983), Ph.D nel 1983, Professore Assistente presso il Department of Cell Biology dell’M.D. Anderson Hospital and Tumor Institute, Università del Texas (1983 al 1985). Dal 1986 è Capo del Laboratorio di Biologia e Terapia delle Metastasi Tumorali all’Istituo di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. Professore a contratto presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Pisa (1999-2010) e dell’Università di Brescia (2007-2010) e membro del Collegio dei Docenti del Dottorato di Ricerca in Fisiologia-Tossicologia Molecolare e Cellulare presso l’Università di Siena (2004-2010). Dal 2012 è membro del Consiglio di Amministrazione dell’Università di Trento. E’ stata Consulente scientifico per il National Cancer Institute (NCI) - Developmental Therapeutics Program di Bethesda, USA (1998-2006) e membro del Comitato Esecutivo del SENDO (South Europe New Drug Development Office,1988-2012). RAPPORTO ATTIVITA’ 11 2014 IRFMN E’stata nel Direttivo (1994-204) e Presidente (2005-2007) della Società Italiana di Cancerologia, membro del Comitato Esecutivo dell’European Association for Cancer Research (2008-2012) e nel Direttivo della International Metastasis Research Society (2000-2004). Dal 2008 è membro del Comitato Scientifico della Fondazione Pezcoller. Nel 1996 è stata Honorary Research Fellow and Visiting Professor presso la Division of Oncology, Richard Dimble Department of Cancer/ICRF, London, UK. Nel 2003 ha ricevuto il premio alla carriera dalla Lega Italiana contro i Tumori e nel 2012 la lettura “Giorgio Prodi” dalla Società Italiana di Cancerologia. E’ nel comitato editoriale di riviste scientifiche internazionali. E’ autore di più di 200 articoli scientifici su giornali “peer reviewer” e di numerosi testi in libri di biologia e terapia del cancro. E’ stata invitata come relatrice a numerosi congressi nazionali e internazionali. Principali pubblicazioni Decio A., Taraboletti G., Patton V., Alzani R., Perego P., Fruscio R., Jürgensmeier J.M., Giavazzi R., Belotti D. Vascular Endothelial Growth Factor C promotes ovarian carcinoma progression through paracrine and autocrine mechanisms. The American Journal of Pathology 184(4):1050-61, 2014. Ricci R., Bizzaro F., Cesca M., Guffanti F., Ganzinelli M., Decio A., Ghilardi C., Perego P., Fruscio R., Buda A., Milani R., Ostano P., Chiorino G., Bani M.R., Damia G., Giavazzi R. A platform of patient-derived tumor xenografts (EOC-xenografts) to recapitulate the clinicopathology and genetic alterations of ovarian cancer. Cancer Res. 74(23):6980-90, 2014. Rovida A, Castiglioni V, Decio A, Scarlato V, Scanziani E, Giavazzi R, Cesca M. Chemotherapy counteracts metastatic dissemination induced by antiangiogenic treatment in mice. Molecular Cancer Therapeutics 2013 12(10):2237-47. Moschetta M, Pretto F, Berndt A, Galler K, Richter P, Bassi A, Oliva P, Micotti E, Valbusa G, Schwager K, Kaspar M, Trachsel E, Kosmehl H, Bani MR, Neri D, Giavazzi R. Paclitaxel enhances the therapeutic efficacy of the F8-IL2 immunocytokine to EDA-fibronectin positive metastatic human melanoma xenografts. Cancer Res 2012 72 :1814-1824 Oliva P, Decio A, Castiglioni V, Bassi A, Pesenti E, Cesca M, Scanziani E, Belotti D, Giavazzi R. Cisplatin plus paclitaxel and maintenance of bevacizumab on tumor progression, dissemination, and survival of ovarian carcinoma xenograft models. British Journal of Cancer 2012 107 : 360-369 Borgia B., Rösli C., Fugmann T., Schliemann C., Cesca M., Neri D., Giavazzi R. A proteomic approach for the identification of vascular markers of liver metastasis. Cancer Research, 70(1):309-18, 2010. Rosanna Piccirillo si è laureata in Biotecnologie Mediche con lode all'Università di Milano nel 2001 con una tesi in oncologia sperimentale presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, nel laboratorio della Prof.ssa Sylvie Mènard. Nel 2006 ha conseguito il doppio titolo di Dottorato italiano ed International PhD in Cellular and Molecular Biology presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e la Open University di Londra con una tesi sperimentale sul traffico e lo smistamento intracellulare delle proteine in una malattia genetica umana (l’Albinismo Oculare di tipo 1), presso il laboratorio della Prof.ssa Schiaffino. Nel 2006 il suo originale lavoro di ricerca le è valso il prestigioso Premio Sapio Junior per la Ricerca Italiana (http://www.premiosapio.it/2011/pagine/dynamic_art.php?id=6&table_name=2012_edizioni). Durante il 2007, ha lavorato come Visiting Assistant Researcher nel Dipartimento di Genetica Umana dell’ Università della California, Los Angeles, USA (UCLA) presso il laboratorio del Prof. Esteban dell’Angelica dove ha acquisito nuove competenze in biochimica. Dal 2007 al 2012, ha svolto attività di ricerca come Postdoctoral Fellow presso il Dipartimento di Biologia Cellulare di Harvard Medical School in Boston, USA, nel laboratorio del Prof. Alfred L. Goldberg, specializzandosi nella degradazione delle proteine durante le malattie neurodegenerative e l’atrofia muscolare. Dal marzo del 2012 è capo del Laboratorio di Cachessia Tumorale AIRC Start-Up presso il Dipartimento di Oncologia dell'Istituto Mario Negri, dove è interessata a identificare nuovi bersagli terapeutici coinvolti nel letale depauperamento muscolare durante la crescita tumorale. Principali pubblicazioni F. Pretto, C. Ghilardi, M. Moschetta, A. Bassi, A. Rovida, V. Scarlato, L. Talamini, F. Fiordaliso, C. Bisighini, G. Damia, M.R. Bani, R. Piccirillo, R. Giavazzi (2014) Sunitinib prevents cachexia and prolongs survival of mice bearing renal cancer by restraining STAT3 and MuRF-1 activation in muscle. Oncotarget. 2014 Nov 15. RAPPORTO ATTIVITA’ 12 2014 IRFMN F. Demontis, R. Piccirillo, A.L. Goldberg, N. Perrimon (2013). Mechanisms of skeletal muscle aging: insights from Drosophila and mammalian models. Dis Model Mech. 2013 Nov;6(6):1339-52. R. Piccirillo, F. Demontis, A.L. Goldberg, N. Perrimon (2013). Mechanisms of muscle growth and atrophy in mammals and Drosophila. Dev Dyn. 2014 Feb;243(2):201-15. F. Demontis, R. Piccirillo, A. L. Goldberg and N. Perrimon (2013). The influence of skeletal muscle on systemic aging and lifespan. Aging Cell. 2013 Dec;12(6):943-9. R. Piccirillo and A. L. Goldberg (2012). The p97/VCP ATPase is critical in muscle atrophy and the accelerated degradation of muscle proteins. EMBO J. 31(15):3334-50. R. Piccirillo, I. Palmisano, G. Innamorati, P. Bagnato, D. Altimare, M.V. Schiaffino (2006). An unconventional dileucinebased motif and a novel cytosolic motif are required for the lysosomal and melanosomal targeting of OA1. J Cell Sci. 119: 2003-2014. Valter Torri si è laureato in Medicina nel 1985 presso l’Università di Milano e si è specializzato in Oncologia Medica nel 1989 all’università di Milano . Attività formative 1985: Laurea in Medicina e Chirurgia, con Lode, Università di Milano; 1988 Specializzazione in Ricerche Farmacologiche, Istituto ‘Mario Negri’ Milano; 1989 Specializzazione in Oncologia Medica, Università di Milano; 1989-1991 Ricercatore presso la Biometric Research Branch of Cancer Treatment Evaluation Program, NCI, Bethesda , MD (USA) Aree di interesse: Aspetti statistici della metodologia della ricerca clinica, in particolare sulle sperimentazioni cliniche controllate in oncologia; Metodologia delle revisioni sistematiche; aspetti metodologici sulla valutazione dei test diagnostici Ruolo attuale: Capo del Laboratorio di Metodologia per la Ricerca Biomedica. Cronologia professionale: 1983-1985: Ricercatore presso il reparto di Medicina Interna dell’Ospedale Policlinco, Università di Milano; 1985-1989: Assistente di ricerca presso l’unità di clinical trials del laboratorio di Epidemiologia Clinica, Istituto ‘Mario Negri’ Milano; 1989-199: Ricercatore presso la Biometric Research Branch of Cancer Treatment Evaluation Program, NCI, Bethesda, MD (USA); 1994: Capo dell’unità di biometria del laboratorio di Epidemiologia clinica in Oncologia, Istituto ‘Mario Negri, Milano; 1995: Vice Direttore del Centro ‘Cochrane’ Italiano; 2001: Capo del Laboratorio di Ricerca Clinica Oncologica 2006: Capo del Laboratorio per lo sviluppo di nuove strategie farmacologiche. Membro del Consiglio Direttivo Nazionale della Società Italiana di Oncologia Medica. 2011: Capo del Laboratorio di Metodologia per la Ricerca Biomedica Ha partecipato a vari Independent data monitoring committee di studi clinici internazionali in particolare nel carcinoma dell’ovaio e del polmone. È co-autore di oltre 200 articoli pubblicati su riviste internazionali “peer reviewer” e 5 capitoli di libri scientifici per la didattica riguardanti la metodologia della ricerca clinica su trattamenti terapeutici e test diagnostici. Principali pubblicazioni Taverna G, Tidu L, Grizzi F, Torri V, Mandressi A, Sardella P, La Torre G, Cocciolone G, Seveso M, Giusti G, Hurle R, Santoro A, Graziotti P. Olfactory System of Highly Trained Dogs Detects Prostate Cancer in Urine Samples. J Urol. 2014 Sep 28. pii: S0022-5347(14)04573-X. Gregorc V, Novello S, Lazzari C, Barni S, Aieta M, Mencoboni M, Grossi F, De Pas T, de Marinis F, Bearz A, Floriani I, Torri V, Bulotta A, Cattaneo A, Grigorieva J, Tsypin M, Roder J, Doglioni C, Levra MG, Petrelli F, Foti S, Viganò M, Bachi A, Roder H. Predictive value of a proteomic signature in patients with non-small-cell lung cancer treated with second-line erlotinib or chemotherapy (PROSE): a biomarker-stratified, randomised phase 3 trial. Lancet Oncol. 2014 Jun;15(7):713-21. Polato F, Rusconi P, Zangrossi S, Morelli F, Boeri M, Musi A, Marchini S, Castiglioni V, Scanziani E, Torri V, Broggini M. DRAGO (KIAA0247), a new DNA damage-responsive, p53-inducible gene that cooperates with p53 as oncosuppressor. [Corrected]. J Natl Cancer Inst. 2014 Apr;106(4):dju053 Cazzaniga ME, Torri V, Villa F, Giuntini N, Riva F, Zeppellini A, Cortinovis D, Bidoli P. Efficacy and Safety of the All-Oral Schedule of Metronomic Vinorelbine and Capecitabine in Locally Advanced or Metastatic Breast Cancer Patients: The Phase I-II VICTOR-1 Study. Int J Breast Cancer. 2014;2014:769790 Bramati A, Girelli S, Torri V, Farina G, Galfrascoli E, Piva S, Moretti A, Dazzani MC, Sburlati P, La Verde NM. Efficacy of biological agents in metastatic triple-negative breast cancer. Cancer Treat Rev. 2014 Jun;40(5):605-13 Maria Rosa Bani si è laureata in Scienze Biologiche nel 1988 presso l’Università degli Studi di Milano e nel 1990 ha ottenuto l’abilitazione all’esercizio della professione di Biologo. Dopo le specializzazioni in Ricerca Farmacologica nel 1991 (Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e Regione Lombardia) e in Ricerca Biomedica nel 1993 (Consorzio Mario Negri Sud e Regione Abruzzo), nel 2005 ha conseguito il titolo PhD della Open University (UK). Dal 1991 al 1995 è stata ricercatrice (Post Doctoral Fellow) presso il Sunnybrook Health Science Center, Cancer Research Division, Università di Toronto, Canada e tra il 2000 e il 2001 ricercatrice scientifica RAPPORTO ATTIVITA’ 13 2014 IRFMN (visiting scientist) presso l’Advance Technology Centre del National Cancer Institute (ATC-NCI), National Institute of Health (NIH), USA. Dal 1996 ha lavorato come ricercatore borsista nel Laboratorio di Biologia e Terapia delle Metastasi presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, dove dal 2004 è capo dell’Unità di Terapia Antitumorale e Molecolare. È Scientific Manager di STROMA e di ADAMANT, due progetti condotti nell’ambito del 6°e 7° Programma Quadro della Commissione Europea. E’ membro dell’American Association for Cancer Research (AACR), dell’European Association for Cancer Research (EACR) e della Società Italiana di Cancerologia (SIC). Il suoi interessi scientifici si sviluppano nell’area degli studi molecolari e della biologia dei tumori, dell’ efficacia di approcci terapeutici innovativi in ambito preclinico; in particolare la biologia delle cellule endoteliali per capire il ruolo dell’endotelio/vascolatura nella progressione maligna e nella risposta ai farmaci antitumorali. E’ co-autore di 38 articoli scientifici pubblicati su giornali “peer reviewed”, di 2 capitoli e di 73 riassunti, 17 dei quali selezionati per la presentazione orale a congressi internazionali. Principali pubblicazioni Ricci F., Bizzaro F., Cesca M., Guffanti F., Ganzinelli M,. Decio A., Ghilardi C,. Perego P., Fruscio R., Buda A,. Milani R., Ostano P., Chiorino G., Bani M.R., Damia G., Giavazzi R. Patient-derived ovarian tumor xenografts recapitulate human clinicopathology and genetic alterations. Cancer Res. 74:6980-90, 2014. Borsotti P., Ghilardi C., Ostano P., Silini A., Dossi R., Pinessi D., Foglieni C., Scatolini M., Lacal P.M., Ferrari R., Moscatelli D., Sangalli F., D'Atri S., Giavazzi R., Bani M.R., Chiorino G., Taraboletti G. Thrombospondin-1 is part of a Slug-independent motility and metastatic program in cutaneous melanoma, in association with VEGFR-1 and FGF-2. Pigment Cell Melanoma Res. 28:73-81, 2014. Moschetta M., Pretto F., Berndt A., Galler K., Richter P., Bassi A., Oliva P., Micotti E., Valbusa G., Schwager K., Kaspar M., Trachsel E., Kosmehl H., Bani M.R., Neri D., Giavazzi R. Paclitaxel enhances therapeutic efficacy of the F8-IL2 immunocytokine to EDA-fibronectin-positive metastatic human melanoma xenografts. Cancer Res. 72:1814-24, 2012. Silini A, Ghilardi C, Figini S, Sangalli F, Fruscio R, Dahse R, Pedley RB, Giavazzi R, Bani M. Regulator of G-protein signaling 5 (RGS5) protein: a novel marker of cancer vasculature elicited and sustained by the tumor's proangiogenic microenvironment. Cellular and Molecular Life Sciences, 69:1167-1178, 2012 Silini A., Ghilardi C., Ardinghi C., Bernasconi S., Carraro F., Naldini A., Bani M.R., Giavazzi R. Protease-activated receptor1 (PAR-1) promotes the motility of human melanomas and is associated to their metastatic phenotype. Clinical Experimental Metastasis, 27 (1) : 43-53, 2010 Ghilardi C., Chiorino G., Dossi R., Nagy Z., Giavazzi R., Bani M.R. Identification of novel vascular markers through gene expression profiling of tumor-derived endothelium. BMC Genomics, 30(9), 201, 2008. Michela Cinquini si è laureata in Biostatistica e Statistica Sperimentale presso l'Università degli Studi di Milano Bicocca (2005) e ha ottenuto il titolo di specialista in Ricerche farmacologiche presso l’Istituto ‘Mario Negri’ di Milano (2008). Ha lavorato come borsista nel Laboratorio per lo Sviluppo di nuove Strategie Farmacologiche dell’Istituto Mario Negri, Dall’ottobre del 2009 a maggio 2010 ha lavorato come Fellow presso il Centre for Statistics in Medicine Oxford, UK (Supervisor Doctor Altman DG) Da giugno 2010 lavora nel laboratorio di Metodologia per la ricerca biomedica e da maggio 2012 è capo dell’unità di Metodologia delle Revisioni Sistematiche e Produzione di Linee Guida. Dal 2006 è docente in vari corsi teorico-pratici, di perfezionamento e master in metodologia della ricerca clinica e delle revisioni sistematiche, presso l’Università di Ferrara e l’Università di Parma, con lezioni relative alla metodologia degli studi clinici e delle revisioni sistematiche; dal 2010 è docente nel “Corso di perfezionamento in revisioni sistematiche” dell’Università degli studi di Milano presso l’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri; Dal 2008 è membro del Centro Cochrane Italiano. Aree di interesse: Aspetti statistici della metodologia delle revisioni sistematiche e meta-analisi di efficacia e diagnostiche; valutazione secondo il metodo GRADE della qualità delle evidenze scientifiche in ambito oncologico. Principali pubblicazioni Haspinger ER, Agustoni F, Torri V, Gelsomino F, Platania M, Zilembo N, Gallucci R, Garassino MC, Cinquini M. Is there evidence for different effects among EGFR-TKIs? Systematic review and meta-analysis of EGFR tyrosine kinase inhibitors (TKIs) versus chemotherapy as first-line treatment for patients harboring EGFR mutations. Crit Rev Oncol Hematol. 2014 Nov 22. pii: S1040-8428(14)00189-9. doi: 10.1016/j.critrevonc.2014.11.005. [Epub ahead of print] Review. PubMed PMID: 25523487. Haspinger ER, Garassino MC, Torri V, Cinquini M, De Braud F, Gelsomino F. Do we really need another epidermal growth factor receptor tyrosine kinase inhibitori in first-line treatment for patients with non-small-cell lung cancer and EGFR RAPPORTO ATTIVITA’ 14 2014 IRFMN mutations? J Clin Oncol. 2014 Mar 10;32(8):859-63. doi: 10.1200/JCO.2013.52.8794. Epub 2014 Feb 3. PubMed PMID: 24493720. Marchini S, Poynor E, Barakat RR, Clivio L, Cinquini M, Fruscio R, Porcu L, Bussani C, D'Incalci M, Erba E, Romano M, Cattoretti G, Katsaros D, Koff A, Luzzatto L. The zinc finger gene ZIC2 has features of an oncogene and its overexpression correlates strongly with the clinical course of epithelial ovarian cancer. Clin Cancer Res. 2012 Aug 15;18(16):4313-24. Epub 2012 Jun 25. PubMed PMID: 22733541 Banzi R, Cinquini M, Liberati A, Moschetti I, Pecoraro V, Tagliabue L, Moja L.Speed of updating online evidence based point of care summaries: prospective cohort analysis. BMJ. 2011 Sep 23;343:d5856 Galfrascoli E, Piva S, Cinquini M, Rossi A, La Verde N, Bramati A, Moretti A, Manazza A, Damia G, Torri V, Muserra G, Farina G, Garassino MC; ORION Collaborative Group. Risk/benefit profile of bevacizumab in metastatic colon cancer: a systematic review and meta-analysis. Dig Liver Dis. 2011 Apr;43(4):286-94. Rossi A., Garassino MC., Cinquini M., Sburlati P., Borgonovo K., La Verde N., Farina G. and Torri V. Maintenance or consolidation therapy in Small Cell Lung Cancer (SCLC) with non chemotherapic agents: a systematic overview. Lung Cancer. 2010 Nov;70(2):119-28 Oscar Corli si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1974 presso l’Università degli Studi di Milano e si è specializzato in Anestesiologia e Rianimazione nel 1977. Dal giugno 1975 al gennaio 2008 in servizio c/o l’Ospedale V. Buzzi di Milano e quindi presso l’A.O. Istituti Clinici di Perfezionamento, in qualità di dirigente medico responsabile della U.O. Cure Palliative. Socio fondatore della S.I.C.P. ( Società Italiana di Cure Palliative), poi segretario nazionale dal 1986 al 1994, poi presidente nazionale della S.I.C.P. dal 1994 al 1997. Socio fondatore della E.A.P.C. (European Association for Palliative Care); socio fondatore della S.I.M.P.A. (Scuola Italiana di Medicina e Cure Palliative) Docente in Terapia del dolore e Medicina Palliativa presso l’Università di Milano, di Verona e Sapienza di Roma (corsi master in medicina palliativa).Coordinatore dei moduli relativi al dolore e ai sintomi nel master in Cure palliative (UNIMI); professore presso la scuola di specialità in medicina interna (UNIMI). Membro della Commissione oncologica nazionale (Ministero Salute) nel 1995-96 Membro della C.U.F. (Ministero Salute), gruppo “Terapia del dolore” (1999-2001) Membro della Commissione per le Cure Palliative (Regione Lombardia) nel 1997-98 Membro della commissione “Terapia del dolore” – Dipartimento dei Medicinali e della Farmacovigilanza (decreto ministeriale 24.03.2003) e coordinatore nazionale della stessa commissione presso l’AIFA dal gennaio 2004; confermato al coordinamento in data 6 luglio 2005 fino al 2006. Membro della Commissione “Terapia del dolore, cure palliative e dignità del fine vita” - Ministero della Salute – nel dicembre 2006 -2007 Editor dell’ Osservatorio Italiano Cure Palliative (www.oicp.org) Onorificenza da parte del comune di Milano (Ambrogino) per attività professionali; alta onorificenza da parte della Università di Verona (per attività formative); onorificenza da parte del Presidente della Repubblica italiana (per l’attività svolta come Presidente del comitato scientifico del XIV congresso nazionale della Società Italiana Cure Palliative). Principali pubblicazioni: Deandrea S, Corli O, Consonni D, Villani W, Greco MT, Apolone G. Prevalence of Breakthrough Cancer Pain: A Systematic Review and a Pooled Analysis of Published Literature. J Pain Symptom Manage 2014; 47: 57-75. Greco MT, Roberto A, Corli O, Deandrea S, Bandieri E, Cavuto S, Apolone G. Quality of cancer pain management: an update ofa systematic review of undertreatment of patients with cancer. J Clin Oncol. 2014 Dec 20;32(36):4149-4154. Corli O, Roberto A, Greco MT, Montanari M. Assessing the response to opioids in cancer patients: a methodological proposal and the results. Support Care Cancer. 2014 Dec 5. [Epub ahead of print] PMID: 25475736 Corli O, Montanari M, Greco MT, Brunelli C, Kaasa S, Caraceni A, Apolone G. How to evaluate the effect of pain treatments in cancer patients: Results from a longitudinal outcomes and endpoint Italian cohort study. Eur J Pain. 2012; 17: 858-866. Knudsen AK, Brunelli C, Klepstad P, Aass N, Apolone G, Corli O, Montanari M, Caraceni A, Kaasa S. Which domains should be included in a cancer pain classification system? Analyses of longitudinal data. Pain. 2012 Mar; 153(3): 696-703. Apolone G, Corli O, Caraceni A, Negri E, Deandrea S, Montanari M, Greco MT; Cancer Pain Outcome Research Study Group (CPOR SG) Investigators. Pattern and quality of care of cancer pain management. Results from the Cancer Pain Outcome Research Study Group. Br J Cancer. 2009 May 19; 100(10): 1566-74. Giovanna Damia si è laureata in medicina e chirurgia con lode all’Università di Milano nel 1985. Si è specializzata in Farmacologia presso l’Istituto Mario Negri e in oncologia all’Università di Milano nel 1989. Ha lavorato nel Laboratorio di Immunologia Sperimentale del National Cancer Institute, Frederick, USA. Ha lavorato come borsista nel Laboratorio di Chemioterapia Antitumorale dell’Istituto Mario Negri e dall’aprile 2003 è capo dell’Unità di Riparazione del DNA. Dal 1992 al 1995 è stata consulente della Segreteria Generale del Progetto Finalizzato CNR "Applicazioni Cliniche della Ricerca Oncologica". RAPPORTO ATTIVITA’ 15 2014 IRFMN Dal settembre 2005 è Deputy Editor for Experimental Oncology di European Journal of Cancer. Principali aree di interesse: meccanismo d’azione dei farmaci antitumorali, checkpoints del ciclo cellulare e composti naturali. Principali pubblicazioni Chilà R, Basana A, Lupi M, Guffanti F, Gaudio E, Rinaldi A, Cascione L, Restelli V, Tarantelli C, Bertoni F, Damia G, Carrassa L. Combined inhibition of Chk1 and Wee1 as a new therapeutic strategy for mantle cell lymphoma. Oncotarget. 2014 Oct 25. [Epub ahead of print] PubMed PMID: 25428911. Ricci F, Bizzaro F, Cesca M, Guffanti F, Ganzinelli M, Decio A, Ghilardi C, Perego P, Fruscio R, Buda A, Milani R, Ostano P, Chiorino G, Bani MR, Damia G, Giavazzi R. Patient-derived ovarian tumor xenografts recapitulate human clinicopathology and genetic alterations. Cancer Res. 2014 Dec 1;74(23):6980-90. doi: 10.1158/0008-5472.CAN-140274. Epub 2014 Oct 10. PubMed PMID: 25304260. Damia G, Garattini S. The pharmacological point of view of resistance to therapy in tumors. Cancer Treat Rev. 2014 Sep;40(8):909-16. doi: 10.1016/j.ctrv.2014.05.008. Epub 2014 Jun 9. Review. PubMed PMID: 24969326. Ricci F, Broggini M, Damia G. Revisiting ovarian cancer preclinical models: Implications for a better management of the disease. Cancer Treat Rev. 2013 Oct;39(6):561-8 Bello E, Taraboletti G, Colella G, Zucchetti M, Forestieri D, Licandro SA, Berndt A, Richter P, D'Incalci M, Cavalletti E, Giavazzi R, Camboni G, Damia G. The tyrosine kinase inhibitor E-3810 combined with paclitaxel inhibits the growth of advanced-stage triple-negative breast cancer xenografts. Mol Cancer Ther. 2013 Feb;12(2):131-40. Eugenio Erba è laureato in Analisi Chimico Biologiche. Dal 1971 fa parte dello staff del Laboratorio di Chemioterapia Antitumorale dell'Istituto Mario Negri e dal 1984 è capo dell'Unità di Citometria a Flusso del Dipartimento di Oncologia dell'Istituto Mario Negri di Milano. Nel 1983 ha frequentato per un breve periodo il Dipartimento di Istochimica e Citochimica dell'Università di Leiden, Olanda. Dal 1997 è docente nel Corso di Perfezionamento in Citometria a Flusso dell'Università degli studi di Milano e dal 1989 è coordinatore e docente in numerosi Corsi Teorico-Pratici organizzati da Società, Enti e Università italiane. E' socio fondatore del GIC (Società Italiana di Citometria) di cui è stato Presidente negli anni 1999/2001 e ad oggi componente del Consiglio Direttivo della stessa Società. La sua esperienza professionale specifica è lo studio del meccanismo d'azione di composti con attività antitumorale ed in particolare della valutazione delle perturbazioni del ciclo cellulare mediante tecniche multiparametriche di citometria a flusso. Componente di gruppi di lavoro per la standardizzazione delle misure citometriche con particolare riferimento alla misura del DNA ed alla valutazione dell'attività proliferativa nel GIC. Principali pubblicazioni Germano G., Frapolli R., Belgiovine C., Anselmo A., Pesce S., Liguori M., Erba E., Uboldi S., Zucchetti M., Pasqualini F., Nebuloni M., Van Rooijen N., Mortarini R., Beltrame L., Marchini S., Fuso Nerini I., Sanfilippo R., Casali P.G., Pilotti S., Anichini A., Mantovani A., D’Incalci M., Allavena P. Role of Macrophage targeting in the anti-tumor activity of Trabectedin. Cancer Cell, 23(2): 249-262 (2013). Urru S.A.M., Veglianese P., De Luigi A., Fumagalli E., Erba E., Gonella Diaza R., Carrà A., Davoli E., Borsello T., Forloni G., Pengo N., Monzani E., Cascio P., Cenci S., Sitia R., Salmona M. A new fluorogenic peptide determines proteasome activity in single cells. J.Med.Chem., 53: 7452-7460 (2010). Germano G., Frapolli R., Simone M., Tavecchio M., Erba E., Pesce S., Pasqualini F., Grosso F., Sanfilippo R., Casali P., Gronchi A., Virdis E., Tarantino E., Pilotti S., Greco A., Nebuloni M., Galmarini C.M., Tercero J.C., Mantovani A., D’Incalci M., Allavena P. Anti-tumor and anti-inflammatory effects of trabectedin on human myxoid liposarcoma cells. Cancer Res., 70(6): 2235-2244 (2010). C. Forni, M Minuzzo, E. Virdis, E. Tamburini, M. Simone, M. Tavecchio, E. Erba, F. Grosso, A. Gronchi, P.Aman, P. Casali, M. D’Incalci, S. Pilotti , R. Mantovani. Trabectedin (ET-743) promotes differentiation in myxoid liposarcoma tumors. Mol. Ca. Ther. 8(2), 449-57, 2009 E. Marrazzo, S. Marchini, M. Tavecchio, T. Alberio, S. Previdi, E. Erba, V. Rotter, M. Broggini The expression of the Np73isoform of p73 leads to tetraploidy. Eur J Ca 45, 443-53, 2009 M.Tavecchio, M. Simone, E.Erba, I. Chiolo, G. Liberi, M. Foiani, M. D’Incalci, G. Damia. Role of homologous recombination in trabectedin-induced DNA damage. Eur. J. Ca 44:609-618 (2008) Roldano Fossati si è laureato con lode in Medicina e Chirurgia, Università di Milano nel 1980, nel 1983 si è specializzato con lode in Endocrinologia, Università di Verona e nel 1992 in Statistica Sanitaria, Università di Milano. Consulente presso l’Istituto Mario Negri dal 1983 è, attualmente, responsabile dell’Unità di Oncologia e Ginecologia nel Laboratorio di Ricerca Clinica. Aree di interesse: aspetti statistici e metodologici della ricerca clinica e in particolare degli studi clinici controllati in oncologia; revisione sistematica della letteratura medica. RAPPORTO ATTIVITA’ 16 2014 IRFMN Principali pubblicazioni Panici PB, Basile S, Salerno MG, Di Donato V, Marchetti C, Perniola G, Palagiano A, Perutelli A, Maneschi F, Lissoni AA, Signorelli M, Scambia G, Tateo S, Mangili G, Katsaros D, Campagnutta E, Donadello N, Greggi S, Melpignano M, Raspagliesi F, Cormio G, Grassi R, Franchi M, Giannarelli D, Fossati R, Torri V, Crocè C, Mangioni C. Secondary analyses from a randomized clinical trial: age as the key prognostic factor in endometrial carcinoma.. Am J Obstet Gynecol. 2013 Dec 18. pii: S0002-9378(13)02236-9. doi: 10.1016/j.ajog.2013.12.025. Dell' Anna T, Signorelli M, Benedetti-Panici P, Maggioni A, Fossati R, Fruscio R, Milani R, Bocciolone L, Buda A, Mangioni C, Scambia G, Angioli R, Campagnutta E, Grassi R, Landoni F. Systematic lymphadenectomy in ovarian cancer at second-look surgery: a randomised clinical trial. Br J Cancer. 2012 Aug 21;107(5):785-92. Hogberg T, Signorelli M, de Oliveira CF, Fossati R, Lissoni AA, Sorbe B, Andersson H, Grenman S, Lundgren C, Rosenberg P, Boman K, Tholander B, Scambia G, Reed N, Cormio G, Tognon G, Clarke J, Sawicki T, Zola P, Kristensen G. Sequential adjuvant chemotherapy and radiotherapy in endometrial cancer--results from two randomised studies. Eur J Cancer. 2010 Sep;46(13):2422-31. Epub 2010 Jul 7. Signorelli M, Lissoni AA, Cormio G, Katsaros D, Pellegrino A, Selvaggi L, Ghezzi F, Scambia G, Zola P, Grassi R, Milani R, Giannice R, Caspani G, Mangioni C, Floriani I, Rulli E, Fossati R. Modified Radical Hysterectomy Versus Extrafascial Hysterectomy in the Treatment of Stage I Endometrial Cancer: Results From the ILIADE Randomized Study. Ann Surg Oncol. 2009 Oct 16 Andrea Alberto Lissoni, Nicoletta Colombo, Antonio Pellegrino, Gabriella Parma, Paolo Zola, Dionyssios Katsaros, Stefania Chiari, Alessandro Buda, Fabio Landoni, Michele Peiretti, Tiziana Dell’Anna, Robert Fruscio, Mauro Signorelli, Roberto Grassi, Irene Floriani, Roldano Fossati , Valter Torri, Eliana Rulli. A phase II, randomized trial of neoadjuvant chemotherapy comparing a three-drug combination of paclitaxel, ifosfamide and cisplatin (TIP) versus paclitaxel and cisplatin (TP) followed by radical surgery in patients with locally advanced squamous cell cervical carcinoma: the Snap-02 Italian Collaborative Study. Annals of Oncology, 20:660-665;2009 Fruscio R, Colombo N, Lissoni AA, Garbi A, Fossati R, Ieda' N, Torri V, Mangioni C.A phase II randomised clinical trial comparing cisplatin, paclitaxel and ifosfamide with cisplatin, paclitaxel and epirubicin in newly diagnosed advanced epithelial ovarian cancer: long-term survival analysis. Br J Cancer. 2008 Feb 5 Roberta Frapolli si è laureata con lode in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche all’Università di Milano nel 2000 e ha ottenuto l’abilitazione all’esercizio della professione di Farmacista nel 2002. Nel 2003 si è specializzata in Ricerche Farmacologiche presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. Ricercatrice dal 2004 al 2005 nel Laboratorio di Farmacocinetica e Metabolismo presso Prassis, Istituto di Ricerche sigma-tau. Dal 2005 è ricercatrice nel Laboratorio di Farmacologia Antitumorale all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. Dal 2013 è capo dell’Unità di Terapia Sperimentale Preclinica. I suoi interessi scientifici, principalmente nel campo dei sarcomi , includono lo studio del profilo di attività antitumorale e farmacocinetico di nuovi composti e nuove combinazioni e lo sviluppo di modelli preclinici. Dossi R, Frapolli R, Di Giandomenico S, Paracchini L, Bozzi F, Brich S, Castiglioni V, Borsotti P, Belotti D, Uboldi S, Sanfilippo R, Erba E, Giavazzi R, Marchini S, Pilotti S, D'Incalci M, Taraboletti G. Antiangiogenic activity of trabectedin in myxoid liposarcoma: involvement of host TIMP-1 and TIMP-2 and tumor thrombospondin-1. Int J Cancer. 2015 Feb 1;136(3):721-9. Di Giandomenico S, Frapolli R, Bello E, Uboldi S, Licandro S A, Marchini S, Beltrame L, Brich S, Mauro V, Tamborini E, Pilotti S, Casali P, Grosso F, Sanfilippo R, Gronchi A, Mantovani R, Gatta R, Galmarini C M, Sousa-Faro J M F, D'Incalci M. Mode of action of trabectedin in myxoid liposarcomas. Oncogene 2013 E-pub D'Incalci M, Frapolli R, Germano G, Allavena P. New activities for the anti-tumor agent trabectedin: taking two birds with one stone. Oncotarget 2013 4 : 496-497 Germano G, Frapolli R, Belgiovine C, Anselmo A, Pesce S, Liguori M, Erba E, Uboldi S, Zucchetti M, Pasqualini F, Nebuloni M, van Rooijen N, Mortarini R, Beltrame L, Marchini S, Fuso Nerini I, Sanfilippo R, Casali P G, Pilotti S, Galmarini C M, Anichini A, Mantovani A, D'Incalci M, Allavena P. Role of macrophage targeting in the antitumor activity of trabectedin. Cancer Cell 2013 23 : 249-262 Germano G, Frapolli R, Simone M, Tavecchio M, Erba E, Pesce S, Pasqualini F, Grosso F, Sanfilippo R, Casali P, Gronchi A, Virdis E, Tarantino E, Pilotti S, Greco A, Nebuloni M, Galmarini C M, Tercero J C, Mantovani A, D'Incalci M, Allavena P. Antitumor and anti-inflammatory effects of trabectedin on human mixoid liposarcoma cells. Cancer Res 2010 70 : 2235-2244 Frapolli R, Tamborini E, Virdis E, Bello E, Tarantino E, Marchini S, Grosso F, Sanfilippo R, Gronchi A, Tercero J C, Peloso G, Casali P, Pilotti S, D'Incalci M. Novel models of myxoid liposarcoma xenografts mimicking the biological and pharmacologic features of human tumors. Clin Cancer Res 2010 16 : 4958-4967 Lital Hollander ha conseguito la sua Laurea in Scienze Mediche presso la Facoltà di Medicina della Hebrew University di Gerusalemme in Israele, un Master in Ricerca Clinica presso la Facoltà Statale di Medicina di Milano, Italia e una laurea in sanità pubblica alla University of Liverpool. E’ stata coinvolta nella ricerca su HIV e sulla salute riproduttiva nelle persone con HIV, fin dal 1994, dirigendo programmi di ricerca Italiani, della comunità europea e del governo federale americano (CDC). In parallelo si è dedicata ad attività di promozione della salute, advocacy e policy mirati al miglioramento del coinvolgimento del paziente e della comunità nei temi della salute e del diritto alle cure. Collabora con il dipartimento di Oncologia dell’Istituto dal 2006 e, dal 2013 ne dirige l’unità di disegno e pianificazione della ricerca. Le sue aree d’interesse comprendono: Metodologia della ricerca clinica e sua applicazione nel disegno degli studi e degli strumenti della ricerca; Misure di esposizione e outcome rari RAPPORTO ATTIVITA’ 17 2014 IRFMN in oncologia e loro applicazione a popolazioni vulnerabili; Uso dell’evidence base nell’ambito regolatorio e delle politiche sanitarie; Management e riforma di sistemi dinamici e complessi con particolare attenzione all’ambito accademico e sanitario. Principali pubblicazioni Semprini AE, Macaluso M, Hollander L, et al. Safe conception for HIV-discordant couples: insemination with processed semen from the HIVinfected partner. Am J Obstet Gynecol 2013;208:402.e1-402.e9. Bujan L, Gilling-Smith C, Hollander L, et al. Lack of clinical and scientific evidence to justify the systematic use of ICSI in HIV-serodiscordant couples wishing to conceive where the male partner is infected. Fertil Steril. 2009 Mar;91(3):e1-2 Semprini AE, Hollander L, Vucetich A, Gilling-Smith C. Infertility treatment for HIV-positive women. Women’s Health 2008; 4(4):369-382 Sunderam S, Hollander L, Macaluso M et al. , Safe Conception for HIV Discordant Couples through Sperm-Washing: Experience and Perceptions of Patients in Milan, Italy. Reproductive Health Matters 2008;16(31):211–219 Bujan L, Hollander L, Coudert M et al. Safety and efficacy of sperm washing in HIV-1-serodiscordant couples where the male is infected: results from the European CREAThE network. AIDS 2007; 21:1909–1914 Marlen Victoria Llerena Mesa si è laureata in Scienze Farmaceutiche nel 1993 presso l’Università dell'Avana, Cuba. Nel 2003 consegue il Certificato Lead Auditor secondo ISO 9000‐2000 presso l'Istituto Ricerca della Standardizzazione, L'Avana, Cuba. Nel 2005 e nel 2006 ottiene i titoli di Master in Scienze Farmacologiche ed il titolo di Master in Clinical Trials, rispettivamente. Dal 1 Aprile 2012 è stata nominata Capo dell’Unità di Assicurazione della Qualità. Le principali aree di interesse sono controllo, vigilanza e miglioramento del sistema di assicurazione della qualità, approvazione delle procedure operative standard (SOPs) e sviluppo di un sistema di documentazione adeguato per assicurare la tracciabilità di tutte le attività in conformità alle Norme di buona pratica clinica e alle normative. Principali pubblicazioni: Llerena Mesa M, Biagioli E. Importanza della assicurazione della qualità negli studi clinici. Medical Oncology Progress & Perspectives 2012 ; Update 41 : 13‐16. Álvarez S, Rodríguez O, Llerena M. Unidad de Calidad: desarrollo e importancia para el Centro Nacional Coordinador de Ensayos Clínicos. Revista Cubana de Farmacia 2010:44(Suplemento Especial 2). Llerena M, Rodríguez O, Marrero M, Jiménez G, Pérez B. Metodología utilizada para evaluar la calidad de los informes finales de ensayos clínicos conducidos por el CENCEC (poster). Revista Electrónica MEDISAN 2005;9(4). Disponible en: http://bvs.sld.cu/revistas/san/vol9_4_05/san08405.htm. Llerena M, Pérez A, Rodríguez O, Pérez B, Álvarez S. Cómo se asegura la calidad de los Ensayos Clínicos en el CENCEC (comunicación oral). Revista Electrónica MEDISAN 2005;9(4). Disponible en: http://bvs.sld.cu/revistas/san/vol9_4_05/san04405.htm Llerena M, Rodríguez OM, Pérez B, Álvarez S. Necesidad de información sobre Gestión de Calidad: programa de entrenamiento. Revista Cubana de Farmacia 2004:38(Suplemento 1): 443‐446. Llerena M, Rodríguez OM, Pérez B, Álvarez S . Plegable, herramienta para comunicar información sobre Gestión de la Calidad. Revista Cubana de Farmacia 2004:38(Suplemento 1):439‐442. Mirko Marabese si è laureato in Scienze Biologiche nel 2001 presso l’Università degli Studi di Milano e nel 2002 ha ottenuto l’abilitazione all’esercizio della professione di Biologo. Dopo le specializzazioni in Ricerca Farmacologica nel 2004 (Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri) nel 2005 ha conseguito il titolo PhD presso la Open University (UK). Dal 2001 ha lavorato come ricercatore nel Laboratorio di Farmacologia Molecolare presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, dove dal 2011 è capo dell’Unità di Genetica Molecolare. Dal 2003 al 2004 è stato visiting fellow presso il laboratorio Apoptosis & Cancer del Medical Research Council (MRC) Toxicology Unit di Leicester (UK). Il suoi interessi scientifici si sviluppano nell’area della ricerca traslazionale collegata a studi clinici per caratterizzare da un punto di vista molecolare tumori umani e determinare il ruolo di alterazioni geniche nella risposta al trattamento con chemioterapici. Negli ultimi , grazie anche a fruttuose collaborazioni con clinici di diversi ospedali, ha focalizzato le sue ricerche sul tumore del polmone non a piccole cellule e più nel dettaglio sta mettendo a punto una strategia per bypassare la resistenza alla chemioterapia dei tumori KRAS mutati che rappresentano circa il 25% di tutti i tumori polmonari. Allo stesso tempo, il gruppo di ricerca, sta affrontando la problematica della resistenza acquisita dopo trattamento chemioterapico anche nel tumore polmonare a piccole cellule. RAPPORTO ATTIVITA’ 18 2014 IRFMN Principali pubblicazioni Caiola E, Broggini M, Marabese M. Genetic markers for prediction of treatment outcomes in ovarian cancer. Pharmacogenomics J. 2014 Oct;14(5):401-10. doi: 10.1038/tpj.2014.32. Epub 2014 Jul 8. PubMed PMID: 25001881. Brunelli L, Caiola E, Marabese M, Broggini M, Pastorelli R. Capturing the metabolomic diversity of KRAS mutants in nonsmall-cell lung cancer cells. Oncotarget. 2014 Jul 15;5(13):4722-31. PubMed PMID: 24952473; PubMed Central. Garassino MC, Martelli O, Broggini M, Farina G, Veronese S, Rulli E, Bianchi F, Bettini A, Longo F, Moscetti L, Tomirotti M, Marabese M, Ganzinelli M, Lauricella C, Labianca R, Floriani I, Giaccone G, Torri V, Scanni A, Marsoni S; TAILOR trialists.Erlotinib versus docetaxel as second-line treatment of patients with advanced non-small-cell lung cancer and wildtype EGFR tumours (TAILOR): a randomised controlled trial.Lancet Oncol. 2013 Sep;14(10):981-8. Caiola E, Rulli E, Fruscio R, Buda A, Broggini M, Marabese M. KRas-LCS6 polymorphism does not impact on outcomes in ovarian cancer. Am J Cancer Res. 2012;2(3):298-308. Garassino MC, Marabese M, Rusconi P, Rulli E, Martelli O, Farina G, Scanni A, Broggini M. 10.Different types of K-Ras mutations could affect drug sensitivity and tumour behaviour in non-small-cell lung cancer. Ann Oncol. 2011 Jan;22(1):2357. Caiola E, Porcu L, Fruscio R, Giuliani D, Milani R, Torri V, Broggini M, Marabese M. DNA-damage response gene polymorphisms and therapeutic outcomes in ovarian cancer. Pharmacogenomics J. Dec 13. 2011. Sergio Marchini si è laureato con lode in Biologia presso l’Università degli Studi di Milano nell’ anno Accademico 1993-1994 e specializzato in Farmacologia presso l’università degli Studi di Pavia, nell’anno accademico 1997-2000. Ha conseguito il titolo di Ph.D. presso la Open University di Londra nell’anno accademico 2002-2003. Nel 1998 ha lavorato presso il “Maternity Hospital” Birmingham U.K. e nel 2002 presso il Massachussets General Hospital, Boston US. E’ responsabile dal 2011 dell’Unità di Genomica Traslazionale, presso il Laboratorio di Farmacologia Antitumorale, Dipartimento di Oncologia, dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano. Vincitore del premio "MIGLIORI POSTERS SIC", XIII Riunione Nazionale di Oncologia Sperimentale e Clinica (Verona, 15-18 ottobre 1995), sessione di Chemioterapia e Terapie Sperimentali. Vincitore per l’anno 2001 del primo premio per giovani ricercatori, bandito dalla Associazione Italiana di Colture Cellulari ONLUS-AICC 2001. Docente presso la Scuola di specializzazione in Oncologia, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Milano e al Master in Farmacia e Farmacologia Oncologica presso l’Università degli Studi di Milano. Negli ultimi anni, la sua attività professionale ha assunto una connotazione prevalentemente transazionale, principalmente nel campo dei tumori ovarici e dei liposarcomi mixoidi, Utilizzando approcci di natura” –omica” per l’analisi e l’integrazione dei profili trascrizionali (microRNA, geni e LincRNA) e mutazionali (target re-sequencing) direttamente su collezioni bioptiche provenienti da diverse biobanche nazionali e non , il lavoro dell’Unità di Genomica Traslazionale sta cercando di identificare nuovi marcatori molecolari che possano avere in clinica un valore diagnostico e prognostico. Principali pubblicazioni Wiring miRNAs to pathways: a topological approach to integrate miRNA and mRNA expression profiles. Calura, Enrica; Martini, Paolo; Sales, Gabriele; Beltrame, Luca; Chiorino, Giovanna; D'Incalci, Maurizio; Marchini, Sergio; Romualdi, Chiara. NAR doi: 10.1093/nar/gku354 First published online: May 6, 2014 microRNA-181a plays a critical role in ovarian cancer progression through the regulation of epithelial-mesenchymal transition. Aditya Parikh, Christine Lee, Peronne Joseph, Sergio Marchini, Alessia Baccarini, Valentin Kolev, Chiara Romualdi, Robert Fruscio, Hardik, Shah, Feng Wang, Gavriel Mullokandov, David Fishman, Maurizio D’Incalci, Jamal Rahaman, Tamara Kalir, Raymond W. Redline, Brian D. Brown, Goutham Narla, and Analisa DiFeo. Nature Communication, DOI: 10.1038/ncomms3977. DRAGO (KIAA0247), a New DNA Damage-Responsive, p53-Inducible Gene That Cooperates With p53 as Oncosuppressor. Polato F, Rusconi P, Zangrossi S, Morelli F, Boeri M, Musi A, Marchini S, Castiglioni V, Scanziani E, Torri V, Broggini M. J Natl Cancer Inst. 2014 Mar 20. miRNA landscape in Stage I Epithelial Ovarian Cancer defines the histotype specificities. Enrica Calura, Robert Fruscio, Lara Paracchini, Eliana Bignotti, Antonella Ravaggi, Paolo Martini, Gabriele SaleS, Luca Beltrame, Luca Clivio, Lorenzo Ceppi, Mariacristina Di Marino, Ilaria Fuso Nerini, Laura Zanotti, Duccio Cavalieri, Giorgio Cattoretti, Patrizia Perego, Rodolfo Milani, Dionyssios Katsaros, Germana Tognon, Enrico Sartori, Sergio Pecorelli, Costantino Mangioni, Maurizio D’Incalci, Chiara Romualdi, Sergio Marchini. Clin Cancer Res. 2013 Aug 1;19(15):4114-4123. Role of Macrophage targeting in the anti-tumor activity of Trabectedin. Germano G, Frapolli R, Belgiovine C, Anselmo A, Pesce S, Liguori M, Erba E, Uboldi S, Zucchetti M, Pasqualini F, Nebuloni M, van Rooijen N, Mortarini R, Beltrame L, Marchini S, Fuso Nerini I, Sanfilippo R, Casali PG, Pilotti S, Galmarini CM, Anichini A, 9Mantovani A, D’Incalci M, and P. Allavena. Cancer Cell 23, 249-262 February 11, 2013 The zinc finger gene ZIC2 has features of an oncogene and its over- expression correlates strongly with the clinical course of epithelial ovarian cancer. Sergio Marchini, Elizabeth Poynor, Richard R Barakat, Luca Clivio, Michela Cinquini, Robert RAPPORTO ATTIVITA’ 19 2014 IRFMN Fruscio, Luca Porcu, Cecilia Bussani, Maurizio D’Incalci, Eugenio Erba, Michela Romano, Giorgio Cattoretti, Dionyssios Katsaros, Andrew Koff, Lucio Luzzatto. Clin Cancer Res. 2012 Aug 15;18(16):4313-24. Davide Poli si è laureato in Fisica presso l’Università degli Studi di Milano nel 2007 avendo già conseguito la specializzazione in Tecnico di Ricerca Biochimica nel 2004 presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. Dal novembre 2012 è a Capo dell’Unità di Coordinamento, Conduzione e Monitoraggio nell’ambito del Laboratorio di Ricerca Clinica. Principali aree di interesse sono la definizione e disegno di schede raccolta dati elettroniche riguardanti studi clinici, nuovi aspetti elettronici della ricerca clinica specialmente rivolti verso tecnologie basate sul Web per la raccolta elettronica dei dati, aspetti metodologici, del data management e del monitoraggio locale relativi alla ricerca clinica. Principali pubblicazioni: Randomized trial on adjuvant treatment with FOLFIRI followed by docetaxel and cisplatin versus 5-fluorouracil and folinic acid for radically resected gastric cancer. Bajetta E, Floriani I, Di Bartolomeo M, Labianca R, Falcone A, Di Costanzo F, Comella G, Amadori D, Pinto C, Carlomagno C, Nitti D, Daniele B, Mini E, Poli D, Santoro A, Mosconi S, Casaretti R, Boni C, Pinotti G, Bidoli P, Landi L, Rosati G, Ravaioli A, Cantore M, Di Fabio F, Aitini E, Marchet A; ITACA-S (Intergroup Trial of Adjuvant Chemotherapy in Adenocarcinoma of the Stomach Trial) Study Group. Ann Oncol. 2014 Jul;25(7):1373-8. Ocular Hypertension Treatment Study Group, European Glaucoma Prevention Study Group (EGPS), Poli D. The accuracy and clinical application of predictive models for primary open‐angle glaucoma in ocular hypertensive individuals. Ophthalmology, Volume 115, Number 11 pp. 2030‐2036, November 2008 Porcu L, Poli D, Torri V, Rulli E, Cropalato di Tullio M, Cinquini M, Bajetta E, Labianca R, Di Costanzo F, Nitti D, Floriani I. Impact of recent legislative bills regarding clinical research on Italian ethics committee activity. Journal of Medical Ethics 2008, Volume 34, pp. 747‐750 Gordon MO, Torri V. Miglior S, Beiser JA, Floriani I, Miller JP, Gao F, Adamsons I, Poli D, D'Agostino RB, Kass MA. A validated prediction model for the development of primary open‐angle glaucoma in individuals with ocular hypertension. Ophthalmology, Volume 114, Number 1, pp. 10‐19, January 2007 Parmar MK, Ledermann JA, Colombo N, du Bois A, Delaloye JF, Kristensen GB, Wheeler S, Swart AM, Qian W, Torri V, Floriani I, Jayson G, Lamont A, Tropé C; ICON and AGO Collaborators, Poli D. Paclitaxel plus platinum‐based chemotherapy versus conventional platinum‐based chemotherapy in women with relapsed ovarian cancer: The ICON4/AGO‐OVAR‐2.2 Trial. Lancet 2003; 361: 2099‐2106 Luca Porcu ha conseguito il diploma di “Tecnico di Ricerca Biochimica” nel 2005 presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”. Dal 2001 al 2007 ha svolto attività di gestione e coordinamento di sperimentazioni cliniche presso il Laboratorio di Epidemiologia Clinica; dal 2007 al 2009 ha svolto attività di monitoraggio locale di sperimentazioni cliniche multicentriche presso il Laboratorio di Clinical Trials; dal 2009 svolge attività di analisi di studi osservazionali, metanalisi, sviluppo di modelli predittivi in ambito oncologico e di algoritmi di statistica computazionale in ambito biomedico presso il Laboratorio di Metodologia per la Ricerca Biomedica. I suoi interessi scientifici sono rivolti alla metodologia della ricerca biomedica, in particolare ai seguenti campi: sviluppo di modelli probabilistici in ambito oncologico (es: modelli probabilistici applicabili alla sopravvivenza dopo progressione di malattia), metodologia statistica di tumori rari, di ricerca preclinica e traslazionale. Principali pubblicazioni Califano R, Karamouzis MV, Banerjee S, de Azambuja E, Guarneri V, Hutka M, Jordan K, Kamposioras K, Martinelli E, Corral J, Postel-Vinay S, Preusser M, Porcu L, Torri V Use of adjuvant chemotherapy (CT) and radiotherapy (RT) in incompletely resected (R1) early stage Non-Small Cell Lung Cancer (NSCLC): a European survey conducted by the European Society for Medical Oncology (ESMO) young oncologists committee. Lung Camcer. 2014 Jul;85(1):74-80 Rossi A, Torri V, Garassino MC, Porcu L, Galetta D. The impact of personalized medicine on survival: Comparisons of results in metastatic breast, colorectal and non-small-cell lung cancers Cancer Treat Rev. 2013 Sep 25 Marchini S, Fruscio R, Clivio L, Beltrame L, Porcu L, Nerini IF, Cavalieri D, Chiorino G, Cattoretti G, Mangioni C, Milani R, Torri V, Romualdi C, Zambelli A, Romano M, Signorelli M, Giandomenico SD, D'Incalci M. Resistance to platinumbased chemotherapy is associated with epithelial to mesenchymal transition in epithelial ovarian cancer. Eur J Cancer. 2012 Aug 13 Marchini S, Poynor E, Barakat R, Clivio L, Cinquini M, Fruscio R, Porcu L, Bussani C, D'Incalci M, Erba E, Romano M, Cattoretti G, Katsaros D, Koff A, Luzzatto L. The zinc finger gene ZIC2 has features of an oncogene and its over- expression correlates strongly with the clinical course of epithelial ovarian cancer. Clin Cancer Res. 2012 Jun 25 Caiola E, Porcu L, Fruscio R, Giuliani D, Milani R, Torri V, Broggini M, Marabese M. DNA-damage response gene polymorphisms and therapeutic outcomes in ovarian cancer. Pharmacogenomics J. 2011 Dec 13 Porcu L, Poli D, Torri V, Rulli E, Di Tullio MC, Cinquini M, Bajetta E, Labianca R, Di Costanzo F, Nitti D, Floriani I. Impact of recent legislative bills regarding clinical research on Italian ethics committee activity. J Med Ethics. 2008 Oct;34(10):747-50 RAPPORTO ATTIVITA’ 20 2014 IRFMN Eliana Rulli si è laureata in Biostatistica e Statistica Sperimentale nel 2007 e Scienze Statistiche nel 2004 presso l’Università di Milano Bicocca. Ha conseguito nel 2007 la specializzazione in “Specialisti in Ricerche Farmacologiche” presso l’istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri". Dal marzo 2011 è a capo dell’Unità di Statistica per la Ricerca Clinica nell’ambito del Laboratorio di Ricerca Clinica. Da ottobre 2013 è parte del Comitato Etico dell’associazione "La Nostra Famiglia" ‐ IRCCS "E. Medea". Le principali aree di interesse sono gli aspetti statistici e metodologici degli studi clinici, le revisioni sistematiche e la valutazione della qualità della letteratura scientifica. Principali pubblicazioni: Diagnostic performance of Contrast‐Enhanced Ultrasound (CEUS) and Contrast‐Enhanced Endoscopic Ultrasound (ECEUS) for the differentiation of pancreatic lesions: A systematic review and meta‐analysis D'Onofrio M, Biagioli E, Gerardi C, Canestrini S, Rulli E, Crosara S, De Robertis R, Floriani I Ultraschall Med 2014 ; 35 : 515‐521 Massi D, Brusa D, Merelli B, Ciano M, Audrito V, Serra S, Buonincontri R, Baroni G, Nassini R, Minocci D, Cattaneo L, Tamborini E, Carobbio A, Rulli E, Deaglio S, Mandalà M PD‐L1 marks a subset of melanomas with a shorter overall survival and distinct genetic and morphological characteristics Ann Oncol 2014 ; 25 : 2433‐2442 Rulli E, Biagioli E, Riva I, Gambirasio G, De Simone I, Floriani I, Quaranta L. Efficacy and safety of trabeculectomy vs nonpenetrating surgical procedures: A systematic review and meta‐analysis. JAMA Ophthalmol. 2013 Dec 1;131(12):1573‐82 Garassino M C, Martelli O, Broggini M, Farina G, Veronese S, Rulli E, Bianchi F, Bettini A, Longo F, Moscetti L, Tomirotti M, Marabese M, Ganzinelli M, Lauricella C, Labianca R, Floriani I, Giaccone G, Torri V, Scanni A, Marsoni S, TAILOR trialists. Erlotinib versus docetaxel as second‐line treatment of patients with advanced non‐small‐cell lung cancer and wild‐type EGFR tumours (TAILOR): a randomised controlled trial. Lancet Oncol 2013 ; 14 : 981‐988 Hoffmann EM, Miglior S, Zeyen T, Torri V, Rulli E, Aliyeva S, Floriani I, Cunha‐Vaz J, Pfeiffer N.The Heidelberg retina tomograph ancillary study to the European glaucoma prevention study: study design and baseline factors. Acta Ophthalmol. 2013 Dec;91(8):e612‐9. Caiola E, Rulli E, Fruscio R, Buda A, Broggini M, Marabese M. KRas‐LCS6 polymorphism does not impact on outcomes in ovarian cancer. Am J Cancer Res 2012 ; 2 : 298‐308 Giulia Taraboletti si è laureata con lode in Scienze Biologiche all’Università di Pavia nel 1983 e nel 1986 ha ottenuto la specializzazione in Farmacologia presso l’Istituto Mario Negri di Milano. Ricercatrice dal 1986 al 1988 presso il Laboratory of Pathology, NCI, NIH, Bethesda, Maryland; dal 1988 al 1995 è ricercatrice all’Istituto Mario Negri sede di Bergamo. Dal 1995 è Capo dell’Unità Angiogenesi Tumorale presso i Laboratori di Bergamo. I suoi interessi scientifici includono l’angiogenesi tumorale, gli inibitori endogeni dell’angiogenesi (trombospondina-1) e studi preclinici di composti antiangiogenici e antivascolari, tra cui agenti che legano la tubulina. E’ autore di più di 80 articoli scientifici (h-index 43). E’ membro della Metastasis Research Society (MRS, membro del consiglio direttivo 2006-2008), dell’American Association for Cancer Research (AACR), dell’European Association for Cancer Research (EACR) e della Società Italiana di Cancerologia (SIC, membro del consiglio direttivo 2014-2017). E’ nel comitato editoriale di European Journal of Cancer, TheScientificWorldJournal, Current Cancer Therapy Reviews e Physiological Reviews. Principali pubblicazioni Borsotti P., Ghilardi C., Ostano P., Silini A., Dossi R., Pinessi D., Foglieni C., Scatolini M., Lacal P.M., Ferrari R., Moscatelli D., Sangalli F., D’Atri S., Giavazzi R., Bani M.R., Chiorino G., Taraboletti G. Thrombospondin-1 is part of a Slug-independent motility and metastatic program in cutaneous melanoma, in association with VEGFR-1 and FGF-2. Pigment Cell Melanoma Res 28:73-81, 2015. Dossi R., Frapolli R., Di Giandomenico S., Paracchini L., Bozzi F., Brich S., Castiglioni V., Borsotti P., Belotti D., Uboldi S., Sanfilippo R., Erba E., Giavazzi R., Marchini S., Pilotti S., D’Incalci M., Taraboletti G. Antiangiogenic activity of trabectedin in myxoid liposarcoma: involvement of host TIMP-1 and TIMP-2 and tumor thrombospondin-1. Int. J. Cancer 136:721-9, 2015. Colombo G, Margosio B, Ragona L, Neves M, Bonifacio S, Annis DS, Stravalaci M, Tomaselli S, Giavazzi R, Rusnati M, Presta M, Zetta L, Mosher DF, Ribatti D, Gobbi M, Taraboletti G. Non-peptidic thrombospondin-1-mimics as fibroblast growth factor-2 inhibitors: an integrated strategy for the development of new antiangiogenic compounds. J Biol Chem, 285: 8733-8742, 2010. Bonezzi K., Taraboletti G., Borsotti P., Bellina F., Rossi R., Giavazzi R. Vascular disrupting activity of tubulin-binding 1,5diaryl-1H-imidazoles. J Med Chem 52, 7906–7910, 2009. Margosio B, Rusnati M, Bonezzi K, Cordes B-lA, Annis DS, Urbinati C, Giavazzi R, Presta M, Ribatti D, Mosher DF, and Taraboletti G. Fibroblast growth factor-2 binding to the thrombospondin-1 type III repeats, a novel antiangiogenic domain. Int J Biochem Cell Biol 40: 700-709, 2008. RAPPORTO ATTIVITA’ 21 2014 IRFMN Giavazzi R., Bani M.R.,Taraboletti G. Tumor–host interaction in the optimization of paclitaxel-based combination therapies with vascular targeting compounds. Cancer Metastasis Rev, 26:481–88, 2007. Paolo Ubezio si è laureato con lode in Fisica nel 1982 presso l'Università degli Studi di Milano e si è specializzato nel 1986 in Ricerca Farmacologica presso l'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. Principali linee di ricerca: i)Modelli matematici per l’interpretazione di dati ricavati nella ricerca farmacologica a diversi livelli di indagine, dall’interazione ligando-recettore, all’uptake cellulare, alla dose-risposta nei test in vitro, alla resistenza farmacologica, cinetica cellulare, faramcocinetica, biodistibuzione; espansione dei tumori in vivo. ii) Studio della proliferazione tumorale durante/dopo trattamenti antiblastici con modelli in silico basati sul ciclo cellulare; iii) Metodologia e analisi dei dati in citometria a flusso e time-lapse imaging; iv) Integrazione di metodi sperimentali e computazionali per l’analisi degli effetti citostatici e citotossici di farmaci antitumorali e radiazioni ionizzanti, indirizzata all'ottimizzazione dei trattamenti chemioterapici; singoli e in combinazione, v) uptake cellulare di farmaci veicolati con nanoparticelle. Dal 1991 ricopre l'incarico di Capo dell’Unità di Biofisica presso Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. Principali pubblicazioni Ubezio P., Falcetta F. and Lupi M. Challenges in the integration of flow cytometry and time-lapse live cell imaging data using a cell proliferation model in: New Challenges for Cancer Systems Biomedicine, A. d’Onofrio, P. Cerrai, A. Gandolfi (Eds.), SIMAI Springer Series, Springer-Verlag Italia 2012, pp377-398 Ubezio P; Lupi M, Branduardi D, Cappella P, Cavallini E, Colombo V, Matera G, Natoli C, Tomasoni D, D’Incalci M. Quantitative assessment of the complex dynamics of G1, S and G2M checkpoint activities. Cancer Res (2009) 69: 5234-5240 Ubezio P and Cameron D. Cell killing and resistance in pre-operative breast cancer chemotherapy. BMC Cancer (2008) 8:201 Ferrari, R., Lupi, M., Falcetta, F., Bigini, P., Paolella, K., Fiordaliso, F., Bisighini, C., Salmona, M., D’Incalci, M., Morbidelli, M., Moscatelli D. and Ubezio, P. (2014) Integrated Multiplatform Method for in vitro Quantitative Assessment of Cellular Uptake for Polymeric Nanoparticles. Nanotechnology.;25(4):045102.doi:10.1088/0957-4484/25/4/045102 Gay, H.A., Taylor Q. Q., Kiriyama, F., Dieck, G. T., Jenkins, T., Walker, P., Allison, R. R., Ubezio, P. (2013) Modeling of non-small cell lung cancer volume changes during CT based image guided radiotherapy. Computational and Mathematical Methods in Medicine 2013:637181. doi: 10.1155/2013/637181. Falcetta F., Lupi M., Colombo V., Ubezio P. (2013) Dynamic Rendering of the Heterogeneous Cell Response to Anticancer Treatments. PLoS Comput Biol. 2013 Oct;9(10):e1003293. doi:10.1371/journal.pcbi.1003293. Epub 2013 Oct 17. Massimo Zucchetti si è laureato nel 1982 in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche. Dopo la specializzazione in Ricerche Farmacologiche presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, ha lavorato dal 1988 al 1990 nel Laboratorio di Farmacologia Clinica e Farmacocinetica del Dipartimento di Oncologia presso l’Ospedale San Giovanni di Bellinzona, Svizzera. Dal 1996 è capo dell’Unità di Farmacologia Clinica Antitumorale dell’Istituto Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. E’ membro del Pharmacology and Molecular Mechanisms Group dell’EORTC (Organizzazione Europea di Ricerca e il Trattamento del Cancro) dal 1988 ad oggi. I campi di maggior interesse dove svolge l’attività di ricerca sono: a) Farmacologia Clinica, studi di Fase I e II di nuovi farmaci b) Analisi di farmaci, studi di farmacocinetica e di farmacodinamica c) Messa a punto di metodiche innovative per la misura di farmaci antitumorali (HPLC_MS/MS – MALDI Imaging mass spectrometry). d) Studi clinici in GCP e GLP e) Farmacocinetica, tossicocinetica e studi metabolici di nuovi farmaci in modelli animali f) Studi di interazione farmacocinetica tra farmaci E’ autore o coautore di oltre 110 pubblicazioni scientifiche su argomenti di farmacologia antitumorale clinica e preclinica. Principali pubblicazioni Toffalorio F, Spitalieri G, Catania C, Dal Zotto L, Noberasco C, Delmonte A, Santarpia M, Vecchio F, Brunelli V, Rampinelli C, Barberis M, Fumagalli C, Zucchetti M, Zangarini M, Diena T, Danesi R, DeBraud F, De Pas T. Phase Ib of sorafenib in combination with everolimus in patients with advanced solid tumors, selected on the basis of molecular targets. Oncologist 2014 19 : 344-345. Fuso Nerini I, Morosi L, Zucchetti M, Ballerini A, Giavazzi R, D'Incalci M. Intratumor heterogeneity and its impact on drug distribution and sensitivity. Clin Pharmacol Ther 2014 96 : 224-238. Zangarini M, Ceriani L, Sala F, Marangon E, Bagnati R, D'Incalci M, Grosso F, Zucchetti M. Quantification of trabectedin in human plasma: validation of a high-performance liquid chromatography-mass spectrometry method and its application in a clinical pharmacokinetic study. J Pharm Biomed Anal 2014 95 : 107-112. RAPPORTO ATTIVITA’ 22 2014 IRFMN Germano G, Frapolli R, Belgiovine C, Anselmo A, Pesce S, Liguori M, Erba E, Uboldi S, Zucchetti M, Pasqualini F, Nebuloni M, van Rooijen N, Mortarini R, Beltrame L, Marchini S, Fuso Nerini I, Sanfilippo R, Casali P G, Pilotti S, Galmarini C M, Anichini A, Mantovani A, D'Incalci M, Allavena . Role of macrophage targeting in the antitumor activity of trabectedin. Cancer Cell 2013 23 : 249-262. Bello E, Taraboletti G, Colella G, Zucchetti M, Forestieri D, Licandro S A, Berndt A, Richter P, D'Incalci M, Cavalletti E, Giavazzi R, Camboni G, Damia G. The tyrosine kinase inhibitor E-3810 combined with paclitaxel inhibits the growth of advanced-stage triple-negative breast cancer xenografts. Mol Cancer Ther 2013 12 : 131-140 Morosi L, Spinelli P, Zucchetti M, Pretto F, Carrà A, D'Incalci M, Giavazzi R, Davoli E. Determination of paclitaxel distribution in solid tumors by nano-particle assisted laser desorption ionization mass spectrometry imaging. PLoS One 2013, 8 : e72532. ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO Il Dipartimento di Oncologia è formato da quattro laboratori sperimentali preclinici (Laboratorio di Farmacologia Antitumorale, Laboratorio di Farmacologia Molecolare, Laboratorio di Biologia e Terapia delle Metastasi e Laboratorio di Cachessia Tumorale AIRC Start-up) e da due laboratori indirizzati a studi di tipo clinico (Laboratorio di Metodologia per la Ricerca Biomedica e Laboratorio di Ricerca Clinica). Ospita inoltre il Coordinamento di due network di ospedali che conducono ricerche cliniche nei tumori ginecologici (MaNGO: Mario Negri Gynecologic Oncology) e nel dolore associato a cancro (CPOR-SG: Cancer Pain Outcome Reseaerch Study Group) e un Centro di Ricerche e Studi sul Dolore da Cancro (CERP:Center for the Evaluation and Research on Pain). In alcuni casi i progetti di ricerca sono stati attuati unicamente da singoli laboratori o unità di ricerca, in altri casi sono attuati attraverso la collaborazione tra diversi laboratori dello stesso dipartimento, di altri dipartimenti o di gruppi esterni all’Istituto (vedi collaborazioni nazionali e internazionali). Le aree di ricerca dei laboratori preclinici riguardano la scoperta, lo studio e lo sviluppo di nuovi farmaci antitumorali e antimetastatici e nuove combinazioni tra farmaci, lo studio della biologia dei tumori indirizzati non soltanto per acquisire nuove conoscenze scientifiche, ma soprattutto come base per approcci terapeutici più selettivi e per identificare e validare modelli sperimentali adatti per scoprire e studiare farmaci o modalità terapeutiche innovative. L’esperienza maturata in questi anni nello studio della genomica dei tumori e le infrastrutture messe a disposizione dell Laboratorio di Informatica delle Scienza della Vita sono state messe a disposizione delle attività di ricerca dell’ Istituto , istituendo nel febbraio 2014 la nascita di una “genomic core facility”, sotto la responsabilità dell’Unità di Genomica Traslazionale. Lo sviluppo clinico dei nuovi farmaci, viene attuato in collaborazione con diversi centri clinici oncologici e si basa su evidenze precliniche ottenute nel Laboratorio di Farmacologia Antitumorale, nel Laboratorio di Farmacologia Molecolare e nel Laboratorio di Biologia e Terapia delle Metastasi. Il Laboratorio di Metodologia per la Ricerca Biomedica e il Laboratorio di Ricerca Clinica sono coinvolti nella valutazione degli effetti delle nuove terapie attraverso studi di efficacia sperimentali e osservazionali in collaborazione con Istituzioni sanitarie regionali e nazionali nonché con Società Scientifiche. A livello preclinico e clinico sono stati condotti studi su differenti neoplasie umane, tuttavia la maggior parte delle attività è stata riservata agli studi sui tumori ovarici e più recentemente sui sarcomi delle parti molli. PRINCIPALI RISULTATI Trabectedina a concentrazioni nanomolari altera i meccanismi di regolazione della trascrizione. Inoltre, cellule con difetti di riparazione per ricombinazione omologa (es. mutazioni BRCA1 o BRCA)sono ipersensibili al farmaco. La selettività d’azione di trabectedina nel liposarcoma mixoide avviene attraverso la modulazione della trascrizione di geni coinvolti nel differenziamento adipocitario. Il RAPPORTO ATTIVITA’ 23 2014 IRFMN meccanismo molecolare sembra essere quello di uno spiazzamento della proteina chimerica FUS-CHOP da promoter target di geni coinvolti nel differenziamento adipocitario. L’analisi integrata del profilo di espressione genica, di microRNA (miRNA) e di proteine ha contribuito a dissezionare il quadro molecolare che in una linea cellulare di mixoide liposarcoma conferisce resistenza alla trabectedina. Trabectedina modula la trascrizione di geni coinvolti in meccanismi pro-infiammatori, potenzialmente rilevanti per la crescita tumorale e inibisce la produzione di citochine e chemochine di macrofagi che infiltrano i tumori. Nel liposarcoma mixoide, trabectedina ha anche una forte azione antiangiogenica associata al differenziamento adipocitario, mediante la produzione di inibitori endogeni dell’angiogenesi da parte delle cellule tumorali ed endoteliali. Sono stati ottenuti nuovi modelli sperimentali di sarcomi potenzialmente utili per studiare nuovi farmaci. Elaborazione e uso di modelli matematici della crescita tumorale e del trattamento antitumorale per l'interpretazione dei dati sperimentali e la gestione della complessità dei fenomeni biologici coinvolti. Derivazione della relazione teorica tra i fenomeni di proliferazione, quiescenza e "cell loss", che regolano la crescita dei tumori. E’ stato messo a punto un metodo di “Imaging Mass Spectrometry” per valutare simultaneamente la concentrazione di Taxolo in diverse parti di una fettina di tessuto normale o neoplastico che può essere caratterizzato morfologicamente e a livello molecolare. Mediante analisi di espressione genica, è possibile classificare le pazienti con tumore ovarico in stadio precoce in modo preciso rispetto all’istotipo, al grado di differenziazione e al rischio di recidiva della malattia. L’analisi dei profili di espressione dei miRNA in due casistiche indipendenti di tumori epiteliali dell’ovaio, stadio I, ha dimostrato che alterazioni nei livelli di espressione di alcuni miRNA, tra cui miR-200c, sono associati con la prognosi e in particolar modo con la sopravvivenza. E’ stato dimostrato che miR-181a e’ in grado di modulare il pathway del TGFB, controllando il processo di transizione delle cellule da epiteliale a mesenchimale. I alti livelli di espressione di miR-181° correlano con un prognosi peggiore in pazienti affette da tumore epiteliale maligno dell’ovaio, sieroso ad alto grado. Pazienti con carcinoma ovarico a seconda dello stadio del tumore e della risposta farmacologica, esprimono diversi livelli di geni coinvolti nella riparazione del DNA. In collaborazione con l’Ospedale San Gerardo di Monza, Reparto di Ginecologia, abbiamo isolato una serie di culture cellulari tumorali che presentano le caratteristiche di cellule inizianti il tumore dell’ovaio (“tumor initiating cells” o “ovarian cancer stem cells”). La caratterizzazione farmacologica e fenotipica delle stesse ci sarà di grande aiuto nell’individuare possibili target farmacologici presenti in queste cellule che possono essere selettivamente colpiti. Da uno screening di una libreria di siRNA, è stato identificato un gene (wee1) in letalità sintetica con chk1. La simultanea inibizione di chk1 e wee1 riduce drasticamente la crescita tumorale in vitro di una serie di linee cellulari tumorali umane ma non di cellule normali. Questi dati sono di potenziale interesse clinico. RAPPORTO ATTIVITA’ 24 2014 IRFMN L’utilizzo di inibitori del pathway PI3K/akt/mTOR medianti molecole che agiscono in siti differenti dello stesso target produce un significativo effetto antiproliferativo delle cellule tumorali, inibendo selettivamente la traduzione di proteine coinvolte nella crescita cellulare. Mutazioni a carico del gene K-RAS hanno un impatto differente sulla risposta al trattamento farmacologico a seconda che l’aminoacido glicina (presente nella proteina normale) sia sostituito da valina, cisteina o acido aspartico. E’ stato caratterizzato un nuovo gene oncosoppressore, denominato DRAGO, che coopera con p53 nel controllare la crescita tumorale. Uno studio clinico controllato randomizzato in cui più di 500 pazienti con carcinoma del polmone sono stati profilati per la presenza di mutazioni a carico dei geni EGFR e K-RAS ha mostrato che pazienti che presentano il gene EGFR normale rispondono meglio alla chemioterapia classica rispetto agli inibtori selettivi di EGFR come erlotinib. L’utilizzo di piccole molecole in grado di inibire selettivamente il recettore c-Met riduce significativamente la crescita di metastasi ossee derivate da tumore mammario umano in animali immunodeficienti. E’ stato identificato e caratterizzato un nuovo dominio antiangiogenico della trombospondina-1 (un inibitore fisiologico dell'angiogenesi) che lega il fattore angiogenico FGF-2. Dati preliminari indicano che questo dominio gioca un ruolo nell'inibire l’angiogenesi tumorale, rallentare la crescita dei tumori e aumentarne la risposta alla chemioterapia. Piccole molecole, mimetiche di questo dominio, sono state identificate e sono studiate come possibili inibitori dell’angiogenesi. E’ stato dimostrato che l’attività della trombospondina-1 varia a seconda del tipo di tumore. Nel melanoma la trombospondina-1 fa parte di un gruppo di geni che regolano la motilità e invasività cellulare, coinvolti nel processo di metastatizzazione. Sono stati identificati geni differentemente espressi dalle cellule endoteliali isolate dai vasi sanguigni dei tumori rispetto alle cellule endoteliali dei tessuti sani. È stato dimostrato che uno di questi, il PRSS3/Trypsinogen IV, ha un ruolo fondamentale nel regolare il movimento e la riorganizzazione delle cellule endoteliali dei tumori (un evento importante per l’angiogenesi e il rimodellamento dei vasi sanguigni). E’ stata messa a punto una “banca” di modelli di carcinoma ovarico, derivati da preparati tumorali di pazienti, che rispecchia le caratteristiche morfologiche-genetiche molecolari, il comportamento maligno e le risposte farmacologiche della neoplasia di origine. Questi sono modelli preclinici per lo studio di nuove terapie selettive per il carcinoma ovarico. VEGFC (vascular endothelium growth factor C), il principale mediatore della linfoangiogenesi, promuove la progressione del carcinoma ovarico mediante meccanismi autocrini e paracrini. Inibitori selettivi dei segnali mediati da VEGF/VEGFRs inibiscono la crescita e la metastatizzazione del carcinoma ovarico. La risposta al bevacizumab - un anticorpo antiVEGFA (il principale mediatore dell’angiogenesi) - dei tumori da carcinoma ovarico da pazienti diversi è etrogenea; la risposta finale dipende dalla sensibilità alla chemioterapia e dagli schemi di combinazione. La normalizzazione dell’architettura del tessuto tumorale dopo trattamento con bevacizumab RAPPORTO ATTIVITA’ 25 2014 IRFMN (un inibitore dell’angiogenesi) facilita la retenzione e migliora la distribuzione dei chemioterapici, risultando in una migliore attività antitumorale della combinazione. Cediranib, un nuovo inibitore tirosin chinasico con attività antiangiogenica, prolunga la sopravvivenza di topi portatori di tumori derivati da pazienti con carcinoma ovarico con differente risposta al platino. L’aggiunta della chemioterapia al trattamento con inibitori dell’angiogenesi abroga l’aumento di metastasi tumorali mediata da ipoxia, sottolineando l’importanza di un corretto regime di combinazione nelle terapie con antiangiogenetici. Inibitori tirosin chinasici, quali sunitinib e sorafenib, con proprietà antiangiogeniche, prevengono la cachexia in animali con tumore renale e ne prolungano la sopravvivenza, attraverso un meccanismo che interferisce con l’attivazione di STAT-3 e MuRF-1 nel muscolo. Si sono ottenuti 3 nuovi modelli di carcinoma pancreatico, derivati da biopsie di pazienti, che rispecchiano le caratteristiche morfologiche e molecolari della neoplasia di origine e ne stiamo studiando la risposta in seguito trattamento con chemioterapici. Sono state identificate e validate 5 molecole associate allo stroma e matrice extracellulare del tumore come potenziali biomarcatori solubili per la diagnosi precoce del carcinoma duttale del pancreas (PDAC). E’ stata dimostrata una diversa espressione di queste molecole nel plasma di due diverse coorti di pazienti affetti da PDAC rispetto a individui sani o affetti da pancreatite cronica. Modelli preclinici di topi GEM che esprimono il gene Kras mutato e sviluppano spontaneamente lesioni precoci della malattia (PanIN) e modelli di PDAC derivati da pazienti e stabilizzati in topi immunodeficienti sono stati utilizzati per validare i 5 potenziali biomarcatori. Valutazione sulla quantità e qualità delle evidenze disponibili sul tema della epidemiologia del dolore, sue caratteristiche e efficacia della terapia analgesica di tipo farmacologico. Due revisioni sistematiche hanno permesso di documentare la prevalenza del fenomeni dell’undertreatment (media pesata del 43%) e la scarsa qualità delle evidenze derivate dai RCT, soprattutto per alcuni farmaci somministrati per via transdermica (buprenorfina). Un’ulteriore revisione sugli studi che hanno valutato la frequenza (prevalenza) di dolore incidente (breakthrough pain) è in corso di pubblicazione e documenta la estrema variabilità della frequenza di questo fenomeno negli studi clinici pubblicati, permette di stimarne la frequenza media e identifica i fattori che ne modulano la prevalenza. La valutazione dell’epidemiologia del dolore cronico nei pazienti con cancro, associata alla descrizione dei profili di trattamento analgesico e alla qualità della cura fornita. Un’analisi cross-sectional sui dati ricavati da studio condotto su tutto l'ambito nazionale da 110 centri in 1801 casi ha dimostrato che una quota non trascurabile di pazienti (fino al 40%) arriva alla osservazione dei centri specializzati di oncologia, palliazione e terapia del dolore in sostanziale under-treatment, soprattutto per un non ottimale utilizzo di morfina o farmaci oppiacei. L’andamento dell’analgesia ottenuta e di alcuni aspetti della qualità della vita nei pazienti con cancro e dolore. Un’osservazione fino a 3 mesi della coorte longitudinale (1461) ha permesso di raccogliere fondamentali osservazioni sulla evoluzione di molti endpoint analgesici e palliativi e di identificare la proporzione di soggetti che non rispondono in modo soddisfacente alla terapia analgesica (non-responders: 25-30%). Inoltre è stato è possibile documentare che i diversi farmaci analgesici oppioidi utilizzati sono stati in grado di garantire una sostanziale equianalgesia, a fronte però di un diverso comportamento in termini di altri out come e endpoint (variazioni di dosaggio nel tempo, utilizzo di switch, ricorso a cotrattamenti adiuvanti). Un’analisi ulteriore, in corso di pubblicazione, ha permesso di confrontare la effectiveness (efficacia nella pratica) di due diverse strategie analgesiche (farmaci orali vs farmaci transdermici), utilizzando una innovativa metodologia statistica (il Propensity Score) per RAPPORTO ATTIVITA’ 26 2014 IRFMN minimizzare i bias dovuti alla mancanza di randomizzazione. Queste prime evidenze derivate dallo studio osservazionale e dall’analisi comparativa di effectiveness, hanno permesso il lancio di uno studio prospettico e randomizzato che confronta formalmente 4 diverse strategie analgesiche. Due studi randomizzati di fase III internazionali (studio AGO-OVAR 12 e 16), che hanno visto la partecipazione del gruppo MaNGO coordinato in Istituto, hanno valutato se due diversi inibitori orali dell’angiogenesi (rispettivamente vargatef e pazopanib) aggiunti agli usuali schemi di chemioterapia nelle pazienti affette da carcinoma ovarico garantissero un qualche vantaggio clinico. I due studi, che complessivamente hanno incluso più di 2000 pazienti, hanno dimostrato che entrambe le molecole determinano un vantaggio statisticamente significativo in termini di sopravvivenza libera da malattia quando aggiunte alla chemioterapia standard di prima linea. Uno studio italiano randomizzato di fase III ha valutato l’utilità di eseguire una linfoadenectomia radicale in occasione di un intervento di II look nelle pazienti affette da carcinoma ovarico. Questo studio, che ha reclutato complessivamente 308 pazienti, ha dimostrato che nonostante la linfoadenectomia radicale sia responsabile di un maggior impegno in sala operatoria (in termine di lunghezza dell’intervento e di ricorso a trasfusioni) non determina un vantaggio in termini di intervallo libero da malattia o di sopravvivenza globale. La cachessia è una grave forma di deperimento organico, caratterizzata dal progressivo deterioramento di tutte le funzioni metaboliche, astenia e dimagrimento e può condurre a morte. Abbiamo recentemente scoperto che farmaci con proprietà anti-angiogenica quali sunitinib e sorafenib (i.e. inibitori di recettori tirosin-chinasici) utilizzati per il trattamento di diversi tumori, tra cui il carcinoma renale, erano in grado di prevenire e revertire la sindrome cachettica in modelli animali. I topi trattati con sunitinib non perdevano peso a causa del tumore e sopravvivevano più a lungo. E’ interessante che l’effetto anti-cachettico del trattamento era presente indipendentemente dall’effetto inibitorio sulla crescita del tumore e a dosi più basse. Alla ricerca del meccanismo responsabile del fenomeno anti-cachettico, abbiamo dimostrato che sunitinib e sorafenib sono in grado di prevenire nel muscolo l’attivazione di STAT3 e MuRF-1, entrambi coinvolti nell’aumentato catabolismo proteico del muscolo durante la cachessia da cancro. COLLABORAZIONI NAZIONALI Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), Roma Alleanza Contro il Tumore Ovarico (ACTO), Milano Associazione Italiana di Ematologia Pediatrica (AIEOP) Associazione Italiana per lo Studio del Glaucoma (AISG), Torino Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) Associazione Volontari Assistenza Pazienti Oncologici (AVAPO) Azienda Ospedaliera “Guido Salvini” , Ospedale “di circolo” Rho, (MI) Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia Arcispedale S. Maria Nuova Azienda Ospedaliera San Gerardo, Università Milano-Bicocca, Monza Azienda Ospedaliera Naz. SS. Antonio e Biagio, Alessandria Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo (IRCCS) CNR IGBE, Pavia Cochrane Collaboration Fondazione Attilia Pofferi, Pistoia Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor, Milano RAPPORTO ATTIVITA’ 27 2014 IRFMN Fondazione Edmund Mach, Trento Fondazione Filarete per le Bioscienze e l'Innovazione Fondazione GISCAD (Gruppo Italiano per lo Studio dei Carcinomi dell’Apparato Digerente) Fondazione Humanitas per la Ricerca - ROZZANO (MI) Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori (INT), Milano Fondazione IRCCS Istituto Neurologico, C. Besta, Milano Fondazione Istituto FIRC di Oncologia Molecolare (IFOM), Milano Fondazione Nerina e Mario Mattioli Onlus, Milano Fondazione Piemontese Ricerca sul Cancro IRCCS, Candiolo Fondazione Salvatore Maugeri, Pavia Fondo Edo Tempia, Laboratorio di Bioinformatica e Farmacogenomica, Biella Gruppo Italiano Sarcomi I.R.C.C.S. Istituto Ortopedico Galeazzi (Cell and Tissue Engineering Laboratory), Milano Istituti Ospitalieri di Cremona Istituto Clinico Humanitas, Rozzano MI Istituto Europeo di Oncologia (IEO), Milano Istituto di Chimica del Riconoscimento Molecolare, CNR, Milano Istituto di Genetica Molecolare CNR, Pavia Istituti Ortopedici Rizzoli, Bologna Istituti Ospitalieri di Cremona Istituto Nazionale Tumori Fondazione G. Pascale, Napoli Istituto Oncologico Veneto - IRCCS Istituto Regina Elena, Roma Istituto per lo Studio delle Macromolecole, CNR, Milano Laboratorio Cell factory, Policlinico di Milano LNCIB- Area Science Park & Dipartimento Scienze della Vita, Università di Trieste Nerviano Medical Sciences Oncology Ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico, Milano Ospedale San Matteo, Pavia Ospedale S. Maria, Terni Ospedale Papa Giovanni XXIII, Bergamo Politecnico di Milano Rete Oncologica Lombarda (ROL), Milano Rete Tumori Rari Spedali Civili di Brescia Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma Università degli Studi di Brescia Università degli Studi di Catania Università degli Studi di Milano Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Università degli Studi di Monza Università degli Studi di Napoli Università degli Studi di Pavia Università degli Studi di Padova Università degli Studi di Pisa Università degli Studi di Torino Università degli Studi di Verona Università degli Studi “La Sapienza” di Roma RAPPORTO ATTIVITA’ 28 2014 IRFMN COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI AstraZeneca Ltd, UK Barts and The London School of Medicine & Dentistry , Londra, Gran Bretagna Breakthrough Breast Cancer Center, Instutite of Cancer Reasearch, Londra, Gran Bretagna Cancer Biomarkers and Prevention Group, University of Leicester, Gran Bretagna Cancer Research UK, Londra, Gran Bretagna Case Comprehensive Cancer Center, Case Western Reserve University, Cleveland ECRIN (European Clinical Research Infrastructure Network ) ETH Zurich, Institute of Chemical and Bioengineering European Association for Palliative Care – research network (EAPC rn) European Network of Gynaecological Oncology Trials groups (ENGOT) Eusoma – (European Society of European Palliative Care Research Network (PRC), Trondheim, Norvegia European Society of Medical Oncology (ESMO), Svizzera Executive Board of GCIG (Gynecologic Cancer Intergroup) Fundació Institut de Recerca del Hospital de la Santa Creu y Sant Pau (IR-HSCSP)- Institute of Biomedical Research (IIB Sant Pau) Goteborg University, Lundberg Laboratory for Cancer Research, Goteborg, Svezia Gynecologic Cancer Intergroup (GCIG) INSERM (Institut national de la santé et de la recherche médicale) , Francia Institute of Pathology, Friedrich Schiller University, Jena, Germania Institut Villejuif, Parigi, Francia Istituto Oncologico della Svizzera Italiana Johns Hopkins University, USA Klinik und Poliklinik für Kinder- und Jugendmedizin, Muenster, Germania Ludwig Institute for Cancer Research, Londra, Gran Bretagna National Cancer Center, Singapore Swiss Federal Institute of Technology, Zurigo, Svizzera National Cancer Institute (NCI), Bethesda and Frederick, MD, USA Ospedale San Giovanni, Bellinzona, Svizzera Rosalind Franklin University, Chicago, IL SAKK (Schweizerische Arbeitsgemeinschaft für Klinische Krebsforschung) University of Athens (UAE), Department of Mathematics, Atene, Grecia University College, London Medical School, Londra, Gran Bretagna University of Newcastle, Gran Bretagna University of Ulm, Germania PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI American Journal of Cancer Research (Maurizio D’Incalci, Massimo Broggini, Giovanna Damia) British Journal of Cancer (Maurizio D’Incalci) Chemotherapy (Maurizio D’Incalci) Clinical Experimental Metastasis (Raffaella Giavazzi) Current Opinion in Oncologic, Endocrine and Metabolic Drugs (Maurizio D’Incalci) Current Cancer Therapy Reviews (Raffaella Giavazzi, Giulia Taraboletti, Maurizio D’Incalci) Endocrine (Irene Floriani) European Journal of Cancer (Massimo Broggini e Giulia Taraboletti) Frontiers in Cancer Genetics (Massimo Broggini) Frontiers in Molecular Medicine (Massimo Broggini) RAPPORTO ATTIVITA’ 29 2014 IRFMN Frontiers in Pharmacotherapy of Neoplastic Diseases (Maurizio D’Incalci) Journal of B.U.ON. (Maurizio D’Incalci) Journal of Chemotherapy (Raffaella Giavazzi) Journal of Investigational New Drugs (Maurizio D’Incalci) Molecular Cancer Therapeutics (Maurizio D’Incalci) Oncology Research (Maurizio D’Incalci) Open Cancer Journal (Maurizio D’Incalci) Physiological Reviews (Giulia Taraboletti) The International Journal of Biological Markers (Raffaella Giavazzi, Valter Torri) The Journal of Cancer Microenvironment (Raffaella Giavazzi) TheScientificWorldJournal, (Maurizio D’Incalci, Giulia Taraboletti) www.fondazionemattioli.it (Maurizio D’Incalci) World Journal of Methodology (Irene Floriani) ATTIVITA' DI REVISIONE Acta Ophthalmologica, American Journal of Pathology, Annals of Oncology, British Journal of Cancer, Cancer Biology and Therapy, Cancer Research, Clinical & Experimental Metastasis, Clinical Cancer Research, Critical Reviews in Oncology, Current Cancer Therapy Reviews, Current Topics in Medicinal Chemistry, Endocrine, European Journal of Cancer, Experimental Cell Research, Faseb Journal, International Journal of Cancer, Journal of Clinical Oncology, The Lancet, The Lancet Oncology, Matrix Biology, Molecular Cancer Therapeutics, Nature, Ophtalmology, Trials, World Journal of Methodology. PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI AACR-Women in Cancer Research Charlotte Friend Memorial Lectureship Award Committee, USA Comitato Etico dell’associazione "La Nostra Famiglia" - IRCCS "E. Medea", Bosisio Parini (LC) Comitato Etico Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori (INT), Milano Comitato Etico Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta, Milano Comitato Etico Fondazione del Piemonte per l’Oncologia - IRCCS, Candiolo Comitato Etico Istituto Clinico Humanitas, Rozzano, MI Comitato Etico Ospedale Manzoni, Lecco Comitato Scientifico, Associazione Italiana Ematologia e Oncologia Pediatrica, Monza, MI Comitato Scientifico, Fondazione Buzzi Unicem Onlus Comitato Scientifico, Fondazione Pezcoller, Trento Comitato Scientifico, Kure It-AACR for Kidney Cancer Research , USA Comitato Strategico e di Studio per la Leucemia Linfoblastica Acuta (CSS - LLA) Comitato Tecnico-Scientifico, Alleanza Contro il Tumore Ovarico (ACTO), Milano Comitato Tecnico-Scientifico, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, Milano Comitato Tecnico-Scientifico, Fondazione Regionale Ricerca Biomedica, Milano Comitato Tecnico-Scientifico, Fondazione Andrea e Libi Lorini, Milano Comitato Tecnico-Scientifico, Mario Negri Gynecologic Oncology Group (MaNGO) Consiglio Direttivo, Società Italiana di Cancerologia (SIC) Consiglio Direttivo, Società Italiana di Citometria (GIC) Consiglio Direttivo Fondazione Nerina e Mario Mattioli Onlus Fondazione Attilia Pofferi, Pistoia RAPPORTO ATTIVITA’ 30 2014 IRFMN Developmental Therapeutics Program, National Cancer Institute (NCI) Pezcoller Foundation-EACR Award, Trento ORGANIZZAZIONE DI EVENTI Meeting con gli sperimentatori: “Studio clinico multicentrico, osservazionale sulla qualita’di vita del paziente glaucomatoso in Italia”. XXIX Riunione AISG, Napoli, 29 marzo 2014 Convegno: “Terapia personalizzata nei pazienti con tumore avanzato del polmone non a piccole cellule premesse biologiche, contesto internazionale e contributo degli studi italiani”. IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Milano, 19 maggio 2014 Riunione: “Implicazioni cliniche delle novità nel carcinoma ovarico” e 11° assemblea gruppo MaNGO. Sestri Levante, 23-24 maggio 2014 PRESENTAZIONI A CONGRESSI ED EVENTI Conferenza: VI International Conference on Angiogenesis in Memory of Judah Folkman, Roma, 24-25 gennaio 2014 “Translational Research -Round Table: Predictive factors" Congresso: La nutrizione artificiale nelle cure palliative, Selinute, 8 febbraio 2014 “La terapia del dolore in corso di NPT” Convegno: Quale progetto per la ricerca e la cura dei Tumori Rari in Puglia. Bari, 20 marzo 2014 “La ricerca scientifica: le motivazioni partono dal cuore” Conferenza: Studiare per contrastare il cancro - Colloqui per la Scienza, Milano. Milano, 27 marzo 2014 “Possibili strategie per migliorare le terapie antitumorali” Riunione: AACR Annual Meeting, San Diego (USA), 05-09 aprile, 2014 "Cediranib affects tumors progression and survival of mice bearing patient derived ovarian carcinoma xenografts (EOC-PDX)" “OTX015, a novel pan BET-BRD inhibitor is active in non-small-cell-lung cancer cell (NSCLC) lines bearing the fusion protein EML4-ALK” Seminario ISAL: Il dolore in oncologia, Rimini, 11 aprile 2014 “La realtà italiana nella cura del dolore da cancro” Riunione: 2° Giornata Mondiale sul Tumore Ovarico – Acto Onlus. Milano, 8 maggio 2014 “Caratterizzazione molecolare dei tumori ovarici” Corso: Rete tumori rari in Sicilia: 1° Corso educazionale regionale sui sarcomi dei tessuti molli. Ragusa Ibla, 9-10 maggio 2014. “Lettura Magistrale: Aspetti critici della terapia diretta a target molecolari specifici” XI Convegno Regionale SICP Lombardia, Milano, 16 maggio 2014 RAPPORTO ATTIVITA’ 31 2014 IRFMN “Focus sugli oppioidi” Congresso: Carcinoma ovarico, approccio multidisciplinare, Rho, 16 maggio 2014 "Angiogenesis Inhibitors in Ovarian Cancer: Preclinical Investigation" Conferenza: AACR Special Conference: Pancreatic Cancer: Innovation in Research and Treatment, New Orleans (USA), 18-21 maggio 2014 "Circulating stroma-related molecules as potential biomarkers for pancreatic ductal adenocarcinoma". Riunione: “Implicazioni cliniche delle novità nel carcinoma ovarico”. Sestri Levante, 23 maggio 2014“Implicazioni cliniche delle firme molecolari” Riunione: ASCO Annual Meeting, Chicago (USA), 30 maggio-3 giugno 2014. “Trabectedin and indole-3-carbinol combination in heavily pre-treated metastatic breast cancer. results of a pilot clinical study” VII Corso di aggiornamento Oncologia Toracica, Criticità ed Evidenze Scientifiche nelle neoplasie pleuro-polmonari, Napoli, 5 giugno 2014 “La gestione del dolore” Congresso: 23rd Biennial Congress of the European Association for Cancer Research EACR23: From Basic Research to Personalised Cancer Treatment, Monaco (Germania), 5-8 luglio 2014 "Heterogeneous response to bevacizumab Combined with chemotherapy in PATIENTDERIVED ovarian cancer xenografts" "Identification of potential biomarkers in pancreatic ductal adenocarcinoma associated to tumorstroma interaction" "Inhibition of angiogenesis promotes a homogeneous intra-tumor distribution of chemotherapy associated with better antitumor response" Conferenza: ESGO State of the Art Conference 2014. Follow-up in gynaecological malignancies, Torino, 11-13 settembre 2014 “Mutation profiling of longitudinal epithelial ovarian cancer biopsies using next-generation sequencing” Meeting: 56° Meeting della Società Italiana di Cancerologia, Ferrara, 11-13 settembre, 2014 "Thrombospondin-1 TS3R domain potentiates response to chemotherapy of human ovarian carcinoma by increasing drug delivery into tumors" "Establishment of a platform of patient-derived tumor xenografts (EOC-PDX) to study the biology and therapy of epithelial ovarian cancer" Congresso: La spiritualità dinanzi al morire: dal corpo malato alla salvezza, Padova, 26 settembre 2014 “Il dolore in oncologia: indirizzi terapeutici e variabilità delle risposte” Congresso: ESMO Madrid, 26-30 settembre 2014. “Trabectedin and pegylated liposomal doxorubicin (PLD) versus carboplatin and PLD in partially platinum-sensitive ovarian cancer patients: INOVATYON study” Congresso: 2nd Cancer Cachexia Conference, Montreal (Canada), 26-28 settembre 2014. “The p97/VCP ATPase is critical in muscle atrophy and for the accelerated degradation of most muscle proteins” Congresso: XI Interuniversity Institute of Myology (IIM) Meeting, Siena, 2-5 ottobre 2014. RAPPORTO ATTIVITA’ 32 2014 IRFMN “ Does CXCR4 pahtway play any role in muscle loss induced by cancer?” Simposio: 26th EORTC-NCI-ACR symposium on "Molecular targets and Cancer therapeutics", Barcellona (Spagna), 18-21 novembre 2014. “A dose dense schedule improves antitumor activity of trabectedin in myxoid liposarcoma with type III FUS-CHOP chimera” “Trabectedin and lurbinectedin are effective against leukemic cells derived from patients affected by chronic and juvenile myelomonocytic leukemia” Conferenza: Settimana di (in)formazione, a cura dei ricercatori dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. Noto (CT), 6-10 ottobre 2014 “Perché è difficile curare i tumori?” Congresso: Dolore e sofferenza: tra medicina, cultura ed etica delle cure, Firenze, 17 ottobre 2014 “Gli analgesici oppioidi e le loro interazioni con altri farmaci” Corso: Analisi della sopravvivenza ed applicazioni in oncologia: un percorso dalle basi agli ultimi aggiornamenti, BIAS – Biometristi dell’Industria Associati, Genova, 30-31 ottobre 2014 “The Cox regression model for survival data” Corso: Highlights in Ginecologia Oncologica. Standard, innovazione e ricerca nei tumori maligni dell’ovaio. Camogli (GE), 27-29 novembre 2014. “La genomica dei tumori epiteliali dell’ovaio” “Firma Molecolare della Resistenza” CONTRIBUTI E CONTRATTI Actavis Italiy SpA Agenzia Italiana del Farmaco Agenzia Italiana del Farmaco AIRC Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro ArQule USA Astra Zeneca Ltd AVAPO (Associazione Volontari Assistenza Pazienti Oncologici) Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico- Milano Celgene Italy, SrL CLOVIS Oncology Comitato Emme Rouge in ricordo di Mara Nahum Onlus FIRC Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro Fondazione Buzzi Unicem Fondazione Cassa di Risparmio delle Province Lombarde (Cariplo) Fondazione "Eugenio Morandi" Onlus per lo studio e la cura dei tumori del pancreas Fondazione Monza e Brianza per il Bambino e la sua Mamma Fondazione Nerina e Mario Mattioli Onlus Fundació Institut de Recerca del Hospital de la Santa Creu y Sant Pau (IR-HSCSP)- Institute of Biomedical Research (IIB Sant Pau) GISCAD (Gruppo Italiano Studi di Carcinomi Apparato Digerente) Grunenthal Italia, Milano Gruppo Italiano Sarcomi RAPPORTO ATTIVITA’ 33 2014 IRFMN Indena SpA Innomedica, Berna Istituto Nazionale dei Tumori, Milano Istituto Regina Elena Italian Sarcoma Group Marie Curie International Reintegration Grant Medac Ministero della Salute Mundipharma EDO GmbH Novartis Novartis Farma SpA Oncoethix O.T.D. – Oncology Therapeutic Development s.a.r.l. Pfizer Global Research and Development Pharma Mar, SA Roche SpA SAKK (Schweizerische Arbeitsgemeinschaft für Klinische Krebsforschung) Servier SIA SpA Sigma-Tau SpA Unione Europea University of Ulm Università di Torino Università Federico II – Napoli (Dipartimento di Endocrinologia ed Oncologia molecolare e clinica) SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE (2014) Borsotti P, Ghilardi C, Ostano P, Silini A, Dossi R, Pinessi D, Foglieni C, Scatolini M, Lacal P M, Ferrari Raffaele, Moscatelli D, Sangalli F, D'Atri S, Giavazzi R, Bani M R, Chiorino G, Taraboletti G Thrombospondin-1 is part of a slug-independent motility and metastatic program in cutaneous melanoma, in association with VEGFR-1 and FGF-2 Pigment Cell Melanoma Res 2014 28 : 73-81 Polato F, Rusconi P, Zangrossi S, Morelli F, Boeri M, Musi A, Marchini S, Castiglioni V, Scanziani E, Torri V, Broggini M Drago (KIAA0247), a new DNA damage-responsive, p53-inducible gene that cooperates with p53 as oncosupprossor J Natl Cancer Inst 2014 106 : dju053 Ferrari Raffaele, Lupi M, Falcetta F, Bigini P, Paolella K, Fiordaliso F, Bisighini C, Salmona M, D'Incalci M, Morbidelli M, Moscatelli D, Ubezio P Integrated multiplatform method for in vitro quantitative assessment of cellular uptake for fluorescent polymer nanoparticles Nanotechnology 2014 25 : 045102 Decio A, Taraboletti G, Patton V, Alzani R, Perego P, Fruscio R, Jurgensmeier J M, Giavazzi R, Belotti D Vascular endothelial growth factor C promotes ovarian carcinoma progression through paracrine and autocrine mechanisms RAPPORTO ATTIVITA’ 34 2014 IRFMN Am J Pathol 2014 184 : 1050-1061 Zangarini M, Ceriani L, Bello E, Damia G, Cereda R, Camboni M G, Zucchetti M HPLC-MS/MS method for quantitative determination of the novel dual inhibitor of FGF and VEGF receptors E-3810 in tumor tissues from xenograft mice and human biopsies J Mass Spectrom 2014 49 : 19-26 Toffalorio F, Spitalieri G, Catania C, Dal Zotto L, Noberasco C, Delmonte A, Santarpia M, Vecchio F, Brunelli V, Rampinelli C, Barberis M, Fumagalli C, Zucchetti M, Zangarini M, Diena T, Danesi R, DeBraud F, De Pas T Phase Ib of sorafenib in combination with everolimus in patients with advanced solid tumors, selected on the basis of molecular targets Oncologist 2014 19 : 344-345 Di Giandomenico S, Frapolli R, Bello E, Uboldi S, Licandro S A, Marchini S, Beltrame L, Brich S, Mauro V, Tamborini E, Pilotti S, Casali P, Grosso F, Sanfilippo R, Gronchi A, Mantovani R, Gatta R, Galmarini C M, Sousa-Faro J M F, D'Incalci M Mode of action of trabectedin in myxoid liposarcomas Oncogene 2014 33 : 5201-5210 Pretto F, Ghilardi C, Moschetta M, Bassi A, Rovida A, Scarlato V, Talamini L, Fiordaliso F, De Luisi A, Bisighini C, Damia G, Bani M R, Piccirillo R, Giavazzi R Sunitinib prevents cachexia and prolongs survival of mice bearing renal cancer by restraining STAT3 and MuRF-1 activation in muscle Oncotarget 2014 E-pub Bertuzzi F, Benatti E, Esempio G, Rulli E, Miglior S Evaluation of retinal nerve fiber layer thickness measurements for glaucoma detection: GDx ECC versus spectral-domain OCT(RTVue) J Glaucoma 2014 23 : 232-239 Rossi A, Torri V, Garassino M C, Porcu L, Galetta D The impact of personalized medicine on survival: Comparisons of results in metastatic breast, colorectal and non-small-cell lung cancers Cancer Treat Rev 2014 40 : 485-494 Casazza F, Becattini C, Guglielmelli E, Floriani I, Morrone V, Caponi C , Pizzorno L, Masotti L, Bongarzoni A, Pignataro L Prognostic significance of free-floating right heart thromboemboli in acute pulmonary embolism. Results from the Italian Pulmonary Embolism Registry Thromb Haemost 2014 111 : 53-57 Lanvers-Kaminsky C, Schulze Westhoff P, D'Incalci M, Zucchetti M, Boos J Immediate cooling does not prevent the ex vivo hydrolysis of L-asparagine by asparaginase Ther Drug Monit 2014 36 : 549-552 Parikh A, Lee C, Peronne J, Marchini S, Baccarini A, Kolev V, Romualdi C, Fruscio R, Shah H, Wang F, Mullokandov G, Fishman D, D'Incalci M, Rahaman J, Kalir T, Redline R W, Brown B D, Narla G, DiFeo A microRNA-181a has a critical role in ovarian cancer progression through the regulation of epithelial-mesenchymal transition Nat Commun 2014 5 : 2977 RAPPORTO ATTIVITA’ 35 2014 IRFMN Brunelli L, Caiola E, Marabese M, Broggini M, Pastorelli R Capturing the metabolomic diversity of KRAS mutants in non-small-cell-lung cancer cells Oncotarget 2014 5 : 4722-4731 Giavazzi R, Decio A Syngeneic murine metastasis models: B16 melanoma In :Methods Mol Biol 2014 2014 ; 1070 : 131-140 Rastelli G, Anighoro A, Chripkova M, Carrassa L, Broggini M Structure-based discovery of the first allosteric inhibitors of cyclin-dependent kinase 2 Cell Cycle 2014 13 : 2296-2305 Bajetta E, Floriani I, Di Bartolomeo M, Labianca R, Falcone A, Di Costanzo F, Comella G, Amadori D, Pinto C, Carlomagno C, Nitti D, Daniele B, Mini E, Poli D, Santoro A, Mosconi S, Casaretti R, Boni C, Pinotti G, Bidoli P, Landi L, Rosati G, Ravaioli A, Cantore M, Di Fabio F, Marchet A, Rulli E, Cropalato di Tullio M, Galli F, Biagioli E, De Simone I, Mangano S, ITACA-S Study Group Randomized trial on adjuvant treatment with FOLFIRI followed by docetaxel and cisplatin versus 5-fluorouracil and folinic acid for radically resected gastric cancer Ann Oncol 2014 25 : 1373-1378 Deandrea S, Corli O, Consonni D, Villani W, Greco M T, Apolone G Prevalence of breakthrough cancer pain: a systematic review and a pooled analysis of published literature J Pain Symptom Manage 2014 47 : 57-76 Zangarini M, Ceriani L, Sala F, Marangon E, Bagnati R, D'Incalci M, Grosso F, Zucchetti M Quantification of trabectedin in human plasma: validation of a high-performance liquid chromatography-mass spectrometry method and its application in a clinical pharmacokinetic study J Pharm Biomed Anal 2014 95 : 107-112 Garassino M C, Torri V Afatinib for lung cancer: let there be light? Lancet Oncol 2014 15 : 133-134 Cazzaniga M E, Torri V, Giuntini N, Riva F, Zeppellini A, Cortinovis D, Bidoli P Efficacy and safety of the all-oral schedule of metronomic vinorelbine and capecitabine in locally advanced or metastatic breast cancer patients: the phase I-II VICTOR-1 study Int J Breast Cancer 2014 2014 : 769790 Benedetti Panici P, Basile S, Salerno M G, Di Donato V, Marchetti C, Perniola G, Palagiano A, Perutelli A, Maneschi F, Lissoni A A, Signorelli M, Scambia G, Tateo S, Mangili G, Katsaros D, Campagnutta E, Donadello N, Greggi S, Melpignano M, Raspagliesi F, Cormio G, Grassi R, Franchi M, Giannarelli D, Fossati R, Torri V, Crocè C, Mangioni C Secondary analyses from a randomized clinical trial: age as the key prognostic factor in endometrial carcinoma Am J Obstet Gynecol 2014 210 : 363.e1-363.e10 Di Cosimo S, Serpico D, Porcu L, Molino L, Fanetti G, Torri V, de Braud F RAPPORTO ATTIVITA’ 36 2014 IRFMN Clinical outcome of HER2-positive breast cancer patients after failure on adjuvant trastuzumab: the potential of the time to relapse Clin Oncol (R Coll Radiol) 2014 26 : 174-177 Galmarini C M, D'Incalci M, Allavena P Trabectedin and plitidepsin: drugs from the sea that strike the tumor microenvironment Mar Drugs 2014 12 : 719-733 Chilà R, Basana A, Lupi M, Guffanti F, Gaudio E, Rinaldi A, Cascione L, Restelli V, Tarantelli C, Bertoni F, Damia G, Carrassa L Combined inhibition of Chk1 and Wee1 as a new therapeutic strategy for mantle cell lymphoma Oncotarget 2014 E-pub Haspinger E R, Garassino M C, Torri V, Cinquini M, de Braud F, Gelsomino F Do we really need another epidermal growth factor receptor tyrosine kinase inhibitor in firstlLine treatment for patients with non–small-cell lung cancer and EGFR mutations? J Clin Oncol 2014 32 : 859-863 Bramati A, Girelli S, Torri V, Farina G, Galfrascoli E, Piva S, Moretti A, Dazzani M C, Sburlati P, La Verde N Efficacy of biological agents in metastatic triple-negative breast cancer Cancer Treat Rev 2014 40 : 605-613 Della Vittoria Scarpati G, Calura E, Di Marino M, Romualdi C, Beltrame L, Malapelle U, Troncone G, De Stefano A, Pepe S, De Placido S, D'Incalci M, Marchini S, Carlomagno C Analysis of differential miRNA expression in primary tumor and stroma of colorectal cancer patients Biomed Res Int 2014 2014 : 840921 Lupi M, Colombo C, Frapolli R, Ferrari Raffaele, Sitia L, Dragoni L, Bello E, Licandro S A, Falcetta F, Ubezio P, Bigini P, Salmona M, D'Incalci M, Morbidelli M, Moscatelli D Biodistribution of PEGylated PCL-based nanoparticles in C57BL/6 mice bearing B16/F10 melanoma Nanotechnology 2014 25 : 335706 Chripkova M, Drutovic D, Mikes J, Budovska M, Vaskova J, Broggini M, Mirossay L, Mojzis J Brassinin and its derivatives as potential anticancer agents Toxicol in Vitro 2014 28 : 909-915 Ricci F, Bizzaro F, Cesca M, Guffanti F, Ganzinelli M, Decio A, Ghilardi C, Perego P, Fruscio R, Buda A, Milani R, Ostano P, Chiorino G, Bani M R, Damia G, Giavazzi R Patient-derived ovarian tumor xenografts recapitulate human clinicopathology and genetic alterations Cancer Res 2014 74 : 6980-6990 Colmegna B, Uboldi S, Erba E, D'Incalci M Resistance to minor groove binders Drug Discov Today Technol 2014 11 : 73-79 Sitia L, Paolella K, Romano M, Violatto M B, Ferrari Raffaele, Fumagalli S, Colombo L, Bello E, De Simoni M G, D'Incalci M, Morbidelli M, Erba E, Salmona M, Moscatelli D, Bigini P An integrated approach for the systematic evaluation of polymeric nanoparticles in healthy and diseased organisms RAPPORTO ATTIVITA’ 37 2014 IRFMN J Nanopart Res 2014 16 : 2481 Fuso Nerini I, Morosi L, Zucchetti M, Ballerini A, Giavazzi R, D'Incalci M Intratumor heterogeneity and its impact on drug distribution and sensitivity Clin Pharmacol Ther 2014 96 : 224-238 Quaranta L, Riva I, Floriani I Ginkgo biloba extract improves visual field damage in some patients affected by normal-tension glaucoma Invest Ophthalmol Vis Sci 2014 55 : 2417 Quaranta L, Biagioli E, Riva I, Tosoni C, Brusini P, Centofanti M, Katsanos A, Floriani I, Konstas A G P Effect of trabeculectomy and canaloplasty on intra-ocular pressure modifications after postural changes in open-angle glaucoma Acta Ophthalmol 2014 92 : e498-e499 Califano R, Karamouzis M V, Banerjee S, de Azambuja E, Guarneri V, Hutka M, Jordan K, Kamposioras K, Martinelli E, Corral J, Postel-Vinay S, Preusser M, Porcu L, Torri V Use of adjuvant chemotherapy (CT) and radiotherapy (RT) in incompletely resected (R1) early stage Non-Small Cell Lung Cancer (NSCLC): A European survey conducted by the European Society for Medical Oncology (ESMO) Young Oncologists Committee Lung Cancer 2014 85 : 74-80 Mazziotti G, Biagioli E, Maffezzoni F, Spinello M, Serra V, Maroldi R, Floriani I, Giustina A Bone turnover, bone mineral density and fracture risk in acromegaly: a meta-analysis J Clin Endocrinol Metab 2014 E-pub Piva S, Ganzinelli M, Garassino M C, Caiola E, Farina G, Broggini M, Marabese M Across the universe of K-Ras mutations in non-small-cell-lung cancer Curr Pharm Des 2014 20 : 3933-3943 Gregorc V, Novello S, Lazzari C, Barni S, Aieta M, Mencoboni M, Grossi F, De Pas T, De Marinis F, Bearz A, Floriani I, Torri V, Bulotta A, Cattaneo A, Grigorieva J, Tsypin M, Roder J, Doglioni C, Levra M G, Petrelli F, Foti S, Vigano M G, Bachi A, Roder H Predictive value of a proteomic signature in patients with non-small-cell lung cancer treated with second-line erlotinib or chemotherapy (PROSE): a biomarker-stratified, randomised phase 3 trial Lancet Oncol 2014 15 : 713-721 Corli O, Roberto A, Greco M T, Montanari M Assessing the response to opioids in cancer patients: a methodological proposal and the results Support Care Cancer 2014 E-pub Caiola E, Broggini M, Marabese M Genetic markers for prediction of treatment outcomes in ovarian cancer Pharmacogenomics J 2014 E-pub Ferrari Raffaele, Lupi M, Colombo C, Morbidelli M, D'Incalci M, Moscatelli D Investigation of size, surface charge, PEGylation degree and concentration on the cellular uptake of polymer nanoparticles Colloids Surf B Biointerfaces 2014 123 : 639-647 RAPPORTO ATTIVITA’ 38 2014 IRFMN D'Incalci M, Badri N, Galmarini C M, Allavena P Trabectedin, a drug acting on both cancer cells and the tumour microenvironment Br J Cancer 2014 111 : 646–650 Borrelli S, Christodoulou M S, Ficarra I, Silvani A, Cappelletti G, Cartelli D, Damia G, Ricci F, Zucchetti M, Dosio F, Passarella D New class of squalene-based releasable nanoassemblies of paclitaxel, podophyllotoxin, camptothecin and epothilone A Eur J Med Chem 2014 85 : 179-190 Damia G, Garattini S The pharmacological point of view of resistance to therapy in tumors Cancer Treat Rev 2014 40 : 909–916 Arrigoni C, De Luca P, Gilardi M, Previdi S, Broggini M, Moretti M 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Braud F, Garassino M C Available evidence and new biological perspectives on medical treatment for advanced thymic tumors Ann Oncol 2014 E-pub Greco M T, Roberto A, Corli O, Deandrea S, Bandieri E, Cavuto S, Apolone G Quality of cancer pain management: an update of a systematic review of undertreatment of patients with cancer J Clin Oncol 2014 32 : 4149-4154 SELEZIONE PUBBLICAZIONI DIVULGATIVE (2014) Non ho nulla da perdere a provarlo: le cure miracolose Mosconi P., Gerardi C. Partecipasalute 2014 Un atto di tutela per i pazienti Floriani I., Torri V., Mosconi P. Ricerca & Pratica 2014 ; n.175 : 22-23 Gli analgesici oppiodi Corli O., Garattini S. Pacini Editore, Pisa, 2014 I disegni sperimentali adattativi: come rendere intelligente una sperimentazione Porcu L. Partecipasalute, 2014 Le biobanche: una risorsa? Marchini S, Roberto A Fondazione Mattioli 2014 La transizione epitelio mesenchimale: passaggio cruciale nel processo metastatico Marchini S In: Nuovi bersagli di terapia cellulare. 13° Corso di formazione avanzata, 12-16 maggio 2014, Collegio Ghislieri, Pavia Edimes, Pavia, 2014; 26-29 RAPPORTO ATTIVITA’ 40 2014 IRFMN ATTIVITA' DI RICERCA Laboratorio di Farmacologia Antitumorale Meccanismo d’azione delle Ecteinascidine Un progetto che sta andando avanti da diversi anni riguarda la caratterizzazione dei prodotti naturali di origine marina che posseggono attività antitumorale. In particolare sono continuati studi sugli effetti della trabectedina in cellule difettive in alcuni meccanismi di riparo del DNA. In particolare: linee deficienti nella Ricombinazione Omologa (HR) sono molto sensibili al farmaco, linee deficienti per Non Homologous End-Joining (NHEJ) sono solo poco più sensibili, mentre, sorprendentemente, linee deficienti per Nucleotide Excision Repair (NER) sono meno sensibili a trabectedina. Mediante citometria a flusso associata ad un programma di computer simulation sviluppato nel nostro laboratorio abbiamo dimostrato come cellule NER deficienti subiscano, dopo il trattamento con trabectedina, perturbazioni del ciclo cellulare diverse rispetto a cellule NER proficienti, durante le quali vengono presumibilmente attivati diversi e più efficienti meccanismi di riparazione. Altro approccio è lo studio dei meccanismi di riparo del danno al DNA da un punto di vista funzionale, valutando la capacità delle cellule di riconoscere e riparare le rotture della doppia elica con un test di recente introduzione e molto sensibile quale la valutazione della fosforilazione dell’istone H2AX. E’ in corso uno studio in vitro dove, mediante tecniche di citometria a flusso e di immunofluorescenza, viene valutato, in diverse linee cellulari tumorali, il livello di fosforilazione dell’istone H2AX in relazione alla distribuzione delle cellule nelle fasi del ciclo cellulare e all’effetto citotossico indotti dopo trattamento con trabectedina. Recentemente sono iniziati studi sul meccanismo d’azione di derivati della trabectedina che hanno mostrato un’importante attività antitumorale su diverse linee cellulari con differenti meccanismo di riparo, come linee deficienti nella Ricombinazione Omologa (HR) linee deficienti per Non Homologous End-Joining (NHEJ), linee deficienti per Nucleotide Excision Repair (NER), linee deficienti per XPG., linee deficienti per XPA. Un nuovo progetto si rivolge allo studio della selettiva azione di trabectedina nei confronti dei liposarcomi mixoidi, una patologia che rappresenta circa il 10% di tutti i sarcomi dei tessuti molli, nel tentativo di chiarire se il significativo effetto antitumorale sia dovuto ad una selettiva azione del composto su alterazioni patogenetiche che caratterizzano questa patologia. In particolare si sta cercando di chiarire se e come trabectedina interferisca con le alterazioni trascrizionali di specifici geni dovute alla traslocazione FUS-CHOP, traslocazione che caratterizza i liposarcomi mixoidi, sia con quelle causate dall’interazione ospite e tumore modulando processi infiammatori e angiogenetici. Mediante approcci omici è stato caratterizzato e integrato il profilo di espressione di geni, miRNA e proteine per identificare in modelli cellulari in vitro di liposarcoma mixoide, i pathway molecolari responsabili della resistenza a trabectedina. E’ stato ottenuto un pannello di xenografts di liposarcoma mixoide in grado di riprodurre le caratteristiche istologiche e molecolari più frequentemente osservate in clinica. Questi modelli ci hanno permesso di dimostrare in vivo il meccanismo responsabile della selettività d’azione della trabectedina in questo particolare istotipo tumorale. Il farmaco infatti provoca il distacco della proteina chimerica FUS/CHOP dai promotori dei sue geni target, causandone una inattivazione funzionale che conduce alla riattivazione della differenziazione adipocitaria. Sono in corso studi di combinazione di trabectedina con agonisti di PPARallo scopo di favorire il differenziamento anche nei modelli di liposarcoma mixoide meno sensibili alla trabectedina. RAPPORTO ATTIVITA’ 41 2014 IRFMN Modelli sperimentali di mesotelioma umano Un nuovo progetto si rivolge allo studio del mesotelioma pleurico, una neoplasia estremamente aggressiva e dalla prognosi infausta. Utilizzando cellule provenienti dall’essudato pleurico di pazienti sono stati ottenuti xenografts in grado di crescere in modo riproducibile nel topo nudo. Questi modelli sono stati caratterizzati per la sensibilità ai principali farmaci di impiego clinico dimostrandosi, come atteso, estremamente resistenti. Sono in corso studi di combinazione per identificare nuove strategie terapeutiche in grado di migliorare l’efficacia dei chemioterapici attraverso una modificazione del microambiente tumorale. L’assenza della proteina Merlin, frequente nei mesoteliomi, sembra predire la sensibilità agli inibitori della focal adesion kinase. L’espressione di tale proteina nei nostri modelli è in corso di valutazione. Al fine di valutare il ruolo dell’infiammazione nella resistenza alla chemioterapia del mesotelioma si stanno caratterizzando farmacologicamente modelli murini di questa patologia in topi immunocompetenti. Caratterizzazione molecolare del tumore epiteliale dell’ovaio Uno dei principali obiettivi dell’Unità di Genomica Traslazionale è studiare direttamente su biopsie di pazienti le caratteristiche molecolari del tumore epiteliale dell’ovaio. Questo e’ reso possibile grazie all’utilizzo di tecnologie “ omiche” che permettono sia di analizzare e integrare il profilo trascrizionale (miRNoma e trascrittoma) dei tumori, sia di analizzare, mediante tecniche di sequenziamento massivo (Next Generation Sequencing) il repertorio delle mutazioni presenti nelle diverse cellule che costituiscono il tumore. I miRNA sono delle corte molecole di RNA, non codificante, con funzione regolatoria sia a livello trascrizionale che traslazionale e rappresentano oggi importante paradigma per comprendere l’eziopatogenesi e la prognosi di molte patologie. Utilizzando ampie collezioni di pazienti provenienti da diversi presidi ospedalieri (San GerardoMonza, Spedali Civili-Brescia, San Anna-Torino e Mount Sinai Institute-New York) si è cercato di integrare i profili di miRNA (noto come miRNoma) con i classici parametri clinico patologici per determinare nuovi fattori prognostici in una patologia complessa come il tumore epiteliale dell’ovaio. In particolare, utilizzando la tecnica dei microarray, è stata analizzato il miRNoma (circa 1200 miRNA) di 144 pazienti con tumore dell’ovaio sadio I, con un follow up di circa 18 anni. Per 29 di queste pazienti la prognosi era infausta in quanto la malattia recidivava entro i cinque anni dalla diagnosi. Questo studio retrospettivo ha evidenziato come pazienti con prognosi peggiore avevano significative alterazioni nel profilo di alcuni miRNA rispetto a pazienti con prognosi migliore. In particolare, bassi livelli di miR-200c erano un fattore prognostico negativo di sopravvivenza e indipendente da altri parametri clinici quali il grado o l’istotipo. Una seconda peculiarità dei miRNA e’ quella di essere tessuto specifici. Su una casistica multicentrica di oltre 250 biopsie e’ stato possibile stratificare i diversi istotipi (mucinoso clear cells ) in base al profilo di miRNA. Queste osservazioni potrebbero essere utilizzate per ristratificare i protocolli terapeutici nel tumore epiteliale dell’ovaio in base alle caratteristiche molecolari dei diversi istotipi. Combinazione tra farmaci naturali di origine marina e altri farmaci antitumorali Si sono ottenute evidenze di effetto sinergico o additivo di trabectedina somministrato in combinazione con diversi altri farmaci antitumorali quali cisplatino, doxorubicina, camptotechine, inibitori della Telomerasi, bleomicina e varinostat. RAPPORTO ATTIVITA’ 42 2014 IRFMN Elaborazione di dati del ciclo cellulare e di combinazione di farmaci L’unità di Biofisica è impegnata in studi teorici e metodologici mirati alla valutazione critica delle attuali tecniche di analisi degli effetti farmacologici su popolazioni cellulari eterogenee. Sono stati costruiti diversi algoritmi di calcolo atti a simulare la proliferazione cellulare a differenti livelli di indagine (dalle interazioni molecolari alla crescita dei tumori solidi in vivo) insieme ai processi di misura. Sono in corso collaborazioni con altri gruppi di ricerca, in cui l’unità si occupa del disegno sperimentale e dell’analisi dei dati in studi in vitro e in vivo di combinazione di farmaci. In questo settore, sono stati sviluppati diversi programmi di calcolo che consentono un’analisi comparativa dei risultati con i più comuni modelli di interazione farmacologica. Analisi della complessità della risposta di popolazioni cellulari al trattamento con farmaci antitumorali Il progetto si propone di stabilire una connessione tra i meccanismi intracellulari di risposta al trattamento farmacologico e le risultanti alterazioni del ciclo cellulare. A partire dagli effetti dei farmaci sulle singole cellule, si perviene a ricostruire la risposta di una popolazione di cellule, così come misurata dalla citometria a flusso o dai test di inibizione della proliferazione e di sopravvivenza. I dati, nella loro complessità, vengono decodificati grazie all’utilizzo di un modello matematico che permette di ricostruire la risposta delle cellule al trattamento antitumorale. In particolare, partendo dalla crescita imperturbata, si arriva a descrivere la risposta al trattamento in funzione di parametri associati ai fenomeni biologici dell’arresto, della riparazione del danno o della mortalità in ogni fase del ciclo (G1, S and G2M). Tale approccio consente di ottenere un’interpretazione dei risultati sperimentali che supera i limiti degli attuali approcci al problema, inadatti a risolvere la sovrapposizione tra effetti citostatici e citotossici e a stabilire una connessione con i sottostanti eventi collegati alle diverse fasi del ciclo. Recentemente, l’interesse dell’unità di Biofisica si è rivolto all’applicazione del metodo alla descrizione dettagliata della dipendenza dal tempo e dalla dose delle perturbazioni indotte sul ciclo cellulare di una linea di carcinoma del pancreas da trattamenti con erlotinib o gemcitabina. Le conoscenze ottenute da questi esperimenti, in cui le cellule vengono trattate con i due farmaci singolarmente, costituiscono la base per comprendere l’origine di eventuali fenomeni di sinergismo o di antagonismo che si osservano in diversi schemi di trattamento con i due farmaci in associazione. Ricostruzione in silico della risposta ai trattamenti antitumorali mediante utilizzo integrato di tecniche di Time-Lapse Imaging e Citometria a Flusso Scopo del progetto è l’uso combinato di tecniche citofluorimetriche a flusso (analisi di popolazioni cellulari) e di time-lapse imaging (analisi di “lineages” di discendenza di single cellule) per generare dati utili a predire la risposta ai farmaci antitumorali in termini delle principali componenti delle azioni citostatiche e citotossiche legate a specifiche perturbazioni del ciclo cellulare e ai meccanismi che inducono la morte cellulare. L’integrazione dei dati sperimentali e la loro interpretazione è resa possibilie dall’utilizzo di un programma di calcolo sviluppato dall’Unità di Biofisica, che è in grado di ricostruire in silico il processo di proliferazione attraverso il ciclo cellulare e nelle generazioni di cellule che si susseguono dall’inizio del trattamento. La ricostruzione del fenomeno consente di collegare i dati “macroscopici” (ricavati dal time-lapse e dalla citometria a flusso) alle attività dei pathways molecolari associati alle diverse funzioni che contribuiscono alla risposta farmacologica e che non sono altrimenti misurabili. Scopo finale è raggiungere in livello quantitativo di comprensione della dinamica di risposta al trattamento antitumorale e valutare il ruolo e l’importanza relativa delle molteplici funzioni cellulari che determinano l’efficacia di una terapia. I metodi e i nuovi strumenti di simulazione sviluppati in questo progetto sono messi a disposizione della comunità scientifica. RAPPORTO ATTIVITA’ 43 2014 IRFMN Impiego delle nanontecnologie nell’individuazione di nuove strategie terapeutiche per il trattamento antitumorale Negli ultimi anni l’impiego delle nanotecnologie nel campo biomedico è diventato sempre più vasto. Il laboratorio di Farmacologia Antitumorale sta dirigendo un progetto multicentrico e multidisciplinare quello con l’obiettivo di utilizzare nanoparticelle polimeriche, biodegradabili e biocompatibili o complessi di nanoparticelle (eteronanocluster) per individuare nuove strategie terapeutiche per il trattamento antitumorale del carcinoma mammario triplo negativo. L’unita di Biofisica ha avviato alcuni studi preliminari in vitro che hanno permesso di approfondire le dinamiche di interazione tra cellule e nanoparticelle. In particolare, l’utilizzo di nanoparticelle polimeriche, non biodegradabili e marcate con rodamina B, il cui segnale di fluorescenza può essere rilevato sia dal fluorimetro che dal citometro a flusso, si sono rivelate utili per mettere a punto una tecnica di quantificazione del numero medio di nanoparticelle internalizzate nelle cellule e di studiare la dipendenza di questo valore al variare delle condizioni di trattamento o delle caratteristiche fisiche delle nanoparticelle stesse (concentrazione di marcatura, dimensioni e carica superficiale). La conoscenza dei fenomeni di internalizzazione è il primo irrinunciabile passo per arrivare a disegnare nanoparticelle in grado di rilasciare quantità note di farmaco o di qualsiasi altra molecola in maniera controllata all’interno delle cellule tumorali. Le nanoparticelle selezionate dagli esperimenti in vitro per le migliori caratteristiche di penetrazione nelle cellule e ridotta tossicità vengono successivamente studiatein modelli tumorali in vivo. Per questi studi l’unità di Farmacologia Clinica Antitumorale mette a disposizione la sua conoscenza delle tecniche di chimica analitica per monitorare la distribuzione nel tumore e negli altri organi dell’agente antitumorale veicolato dalle nanoparticelle. Risultati preliminari indicano la possibilità di veicolare il farmaco paclitaxel nei tumori trasportandolo con le nanoparticelle, ottenendo una migliore penetrazione e una maggiore persistenza dell’agente antitumorale all’interno del tumore rispetto allo stesso farmaco somministrato con formulazione convenzionale. Farmacocinetica clinica del nuovo inibitore dell’angiogenesi Lucitanib Lo studio clinico di fase I/IIa, in pazienti con tumore solido portanti amplificazione FGFR 1, 2 iniziato a fine 2011, è terminato nei primi mesi del 2014. Dopo le precedenti messe a punto dei metodi di misura del farmaco in plasma e plasma ultra filtrato sono stati messi a punto anche metodi in sangue, urine e tessuto tumorale umano sempre mediante HPLC- MS/MS. In questo anno abbiamo ultimato la definizione del profilo farmacocinetico nei pazienti che hanno partecipato allo studio di Fase I “dose escalation” (DE) e fasi di espansione (E), più un’ulteriore fase di sperimentazione fase con schema di somministrazione intermittente. Lo studio che complessivamente comprendeva 112 pazienti (76 tra DE ed E, più 36 dell’ultima espansione) ha rilevato un buon numero di risposte parziali ed ha evidenziato come Lucitanib, somministrato oralmente per 21 o 28 giorni consecutivi, sia stato ben tollerato garantendo un’elevata esposizione plasmatica. Il farmaco raggiunge concentrazioni di farmaco costanti e potenzialmente farmacologicamente attive già dopo una settimana di terapia. In una biopsia tumorale al ventunesimo giorno di terapia sono stati misuarati 4.9 µg/g ( 11µM) di Lucitanib. Sempre in ambito clinico è proseguito anche nel 2014 un grosso studio multicentrico, in collaborazione con (AIEOP) l’associazione italiana di ematologia pediatrica e la corrispondente associazione tedesca (BFM), per il monitoraggio e l’adattamento della terapia farmacologica sulla base dell’attivita asparaginasica di Oncaspar (nuova forma peghilata di Asparaginase da E. Coli) utilizzata in bambini affetti da Leucemia Linfoblastica Acuta e inseriti nel protocollo di poli-chemioterapia AIEOP-BFM-LLA 2009. Lo studio evidenzia come questa nuova formulazione di Asparginase sia meglio tollerata nei bambini e consenta durate di terapia maggiori rispetto a quelle della forma nativa. RAPPORTO ATTIVITA’ 44 2014 IRFMN Progetto qualità Nel corso dell’anno 2014 il sistema di qualità del Laboratorio di Farmacologia Antitumorale è in conformità con le Buone Pratiche di Laboratorio (BPL). Ad oggi assieme alla fase di gestione ordinaria e alla prima revisone ultimata del sistema delle procedure operative è in corso la fusione delle attività dell’Unita di Farmacologia Clinica Antitumorale con quelle dell’Unita Terapia Sperimentale Preclinica in un unico Centro di Saggio che prenderà il nome di “Centro di Bioanalisi e Farmacocinetica”.. Proprietà farmacocinetiche di nuovi farmaci e/o combinazioni di farmaci E’ un progetto di studio imperniato sullo studio delle proprietà farmacocinetiche e tossicocinetica di nuovi farmaci antitumorali orientati (es. diversi inibitori delle kinasi e composti derivati marini) e farmaci convenzionali (tassani e camptotechine) connesso con la valutazione delle attività antitumorali. Gli studi sono stati condotti in tumori del topo e del ratto e in tumori umani trapiantati in topi immuno-deficienti. Uno degli scopi è anche quello di studiare la distribuzione di farmaci noti (ad sempio paclitaxel e doxorubuicina) e/o nuovi analoghi in tumori particolarmente refrattari alla chemioterapia per la loro particolare composizione della matrice extracellulare e aberrante angiogenesi. Per studiare meglio la distribuzione dei farmaci abbiamo si messo a punto una metodica in Imaging Mass Spectrometry per studiare la distribuzione fine, bidimensionale, del paclitaxel nel tessuto tumorale. Laboratorio di Farmacologia Molecolare Proteine dei checkpoints e ciclo cellulare La proteina chinasi Chk1 e la letalità sintetica con Wee1 nei linfomi non Hodgkin Negli ultimi anni abbiamo individuato e caratterizzato la letalità sintetica tra Chk1 e Wee1. Entrambe le proteine chinasi hanno un ruolo chiave nel controllo delle transizioni nelle diverse fasi del ciclo cellulare, regolando l’entrata e la progressione nella fase di replicazione del DNA e controllando l’entrata delle cellule nella fase mitotica. Tale studio è stato condotto dapprima in sistemi sperimentali provenienti da tumori epiteliali, mentre in seguito lo studio dell’attività degli inibitori di Chk1 e di Wee1 è stato condotto nei linfomi non Hodgkin, in particolare nei linfomi mantellari (MCL) e nei linfomi diffusi a grandi cellule B (DLBCL). E’ stato condotto uno screening su circa 40 linee cellulari di linfomi di tipo B (comprendente i suddetti sottogruppi) trattati con l’inibitore di Chk1 e l’inibitore di Wee1. Il trattamento è avvenuto mediante l’utilizzo del sistema automatizzato Janus (perkinElmer), disponibile nel dipartimento di Oncologia. L’analisi dei risultati ci ha permesso di constatare che le linee cellulari di linfoma mantellare sono estremamente più sensibili all’inibitore di Chk1, e seppur in modo meno rilevante, anche all’inibitore di Wee1, rispetto alle linee cellulari di DLBCL. Linfomi mantellari. Uno studio più approfondito dell’effetto dell’inibizione di Chk1 e di Wee1 in combinazione è stato dunque effettuato in linee cellulari di linfoma mantellare dove abbiamo potuto osservare un forte effetto sinergico della combinazione sia in vitro che in vivo a concentrazioni dei due inibitori molto più basse rispetto a quelle usate per altri sistemi sperimentali derivanti da tumori epiteliali utilizzati in passato. Nell’ultimo anno, per meglio delucidare la caratteristica molecolare che rende i linfomi mantellari particolarmente suscettibili all’inibitore di Chk1, una linea cellulare di linfoma mantellare, le Jeko-1, resistente all’inibitore di Chk1 PF-00477736, è stata ottenuta e caratterizzata. La linea cellulare resistente ha una velocità di crescita più rapida e in particolare le due linee cellulari mostrano anche una distribuzione diversa nelle varie fasi del ciclo cellulare; in particolare le Jeko-1 resistenti hanno una fase S più rapida. Inoltre, markers della fase S come Cdt1 e la ciclina A sono meno espressi nelle Jeko-1 resistenti rispetto alle Jeko-1 parentali. Successivamente sono stati valutati i livelli di espressione proteica e genica della ciclina D, proteina importante per la transizione G1/S ed RAPPORTO ATTIVITA’ 45 2014 IRFMN espressa costitutivamente nel linfoma mantellare a causa della traslocazione t(11;14). I livelli di espressione della ciclina D sono diminuiti nelle Jeko-1 resistenti; per valutare se il livello di espressione della ciclina D correlasse con l’attività del PF-00477736, la ciclina D è stata ri overespressa nella linea resistente mediante l’utilizzo di un sistema lenti virale. È stato così possibile aumentare i livelli di espressione della ciclina D nella linea Jeko-1 resistente. Queste cellule sono state trattate col PF-00477736 e sono risultate più sensibili rispetto alla linea Jeko-1 resistente; tuttavia non sono tornate sensibili al PF-00477736 come la linea Jeko-1 parentale. Questo dato suggerisce che il livello di espressione della ciclina D sia in parte inversamente correlato con la resistenza al PF-00477736. Uno studio di profilo di espressione genica è in corso di analisi e fornirà nuove informazioni riguardo ad altri meccanismi molecolari coinvolti. Linfomi diffusi a grandi cellule B. Tra il pannello delle linee cellulari di DLBCL, le linee cellulari appartenenti al sottogruppo di DLBCL GCB (centro germinale B) sono significativamente più sensibili all’inibitore di Chk1 rispetto al sottogruppo DLBCL ABC (activated B cell like). Si prevede di valutare quali meccanismi molecolari nelle GCB DLBCL siano relazionati a tale maggiore sensibilità, a partire dal fenomeno della iper-mutazione somatica che avviene solo nelle GCB e non nelle ABC DLBCL. E’ noto inoltre dalla letteratura che più del 20% di casi di pazienti di DLBCL, presentano un’amplificazione del cromosoma 11, proprio a livello di dove mappa Chk1 (11q24.2). Grazie a dei collaboratori di Bellinzona, abbiamo potuto verificare che in questi casi di DLBCL il gene Chk1 è amplificato. Prevediamo di valutare su linee cellulari di DLBCL disponibili in laboratorio e che presentano l’amplificazione del cromosoma 11 e l’overespressione di Chk1, qual e’ il ruolo giocato da Chk1 nella crescita e sopravvivenza cellulare e se altri geni coespressi insieme a Chk1 e che mappano nella regione del cromosoma 11 amplificata, possano interagire funzionalmente con Chk1. Caratterizzazione di nuovi potenziali geni oncosoppressori Il gene DRAGO, identificato e clonato nel nostro laboratorio, è uno dei più interessanti progetti del gruppo. La caratterizzazione della risposta alle radiazioni ionizzanti in topi KO per DRAGO è uguale a quella dei topi normali. Topi KO per il gene drago sono stati incrociati con topi KO per p53 per valutare il potenziale oncosoppressivo del gene DRAGO e la sua capacità di accelerare lo sviluppo di tumori, caratteristico dei topi KO per p53. Gli incroci effettuati hanno tutti evidenziato assenza di letalità embrionale. I genotipi risultanti dagli incroci sono risultati in linea con le attese per una distribuzione mendeliana, quindi nessun particolare genotipo (p53;DRAGO) risulta favorito o sfavorito. In un background p53KO, l’assenza di DRAGO accellera lo sviluppo di tumori indicando una cooperazione tra i due geni nel prevenire l’insorgenza di tumore. Non vi sono particolari differenze di distribuzione di istotipi tumorali tra i vari animali. Si sta caratterizzando il ruolo del gene come potenziale regolatore della risposta immunitaria p53 dipendente. Caratterizzazione molecolare del carcinoma ovarico Sono stati caratterizzati in maniera retrospettiva, i polimorfismi in alcuni geni del riparo come XPG e ERCC1 e del gene che controlla p53, mdm2, come possibili indicatori di risposta al trattamento e di sopravvivenza delle pazienti. Sono stati genotipizzati 420 pazienti e abbiamo trovato delle frequenze di presenza dei polimorfismi attese per questo tipo di popolazione. I dati saranno ora valutati confrontandoli con la sopravvivenza e risposta al trattamento. Per quanto riguarda l’oncogene K-RAS, abbiamo studiato un polimorfismo presente nella regione che codifica per il gene, denominato KRAS-LCS6, e che è presente nella zona che lega il microRNA let7. Il polimorfismo determina la sostituzione dell’allele più abbondante T con l’allele G che ha come conseguenza un aumento dei livelli di K-RAS. Il polimorfismo è stato valutato in 97 campioni di carcinoma ovarico early (stadi I and II) e 232 avanzati (stages III and IV) . I nostri dati indicano che il polimorfismo non è rilevante per il carcinoma ovarico non essendo associato ad alunca caratteristica fisiopatologica o di risposta al trattamento. RAPPORTO ATTIVITA’ 46 2014 IRFMN Inibizioni del segnale mediato da PI3K/Akt L’asse PI3K/Akt è uno dei pathway molecolari più alterati nei tumori umani e rappresenta quindi un target per lo studio di molecole a bersaglio specifico. Il laboratorio è da tempo impegnato nella caratterizzazione del profilo farmacologico di nuove molecole in grado di inibire il pathway. E’ stato caratterizzato il meccanismo molecolare alla base dell’interazione tra due molecole in grado di inibire mTOR, che è la chinasi a valle di PI3K/akt, in due distinte porzioni della proteina. I dati in vitro e in vivo mostrano che l’utilizzo di molecole con meccanismo di azione diverso ma funzionanti sullo stesso bersaglio molecolare, può essere un’interessante strategia per spegnere il più possibile una via di trasduzione del segnale. L’uso delle due molecole infatti risulta inibire la crescita tumorale maggiormente rispetto alle singole molecole, anche quando queste vengono utilizzate a dosi doppie. Abbiamo dimostrato che il meccansimo di azione riguarda prioncipalmente una delle vie di mTOR che porta alla inibizione della sintesi proteica solo di alcuni trascritti. Lo studio ha combinato analisi di tipo genomico e molecolare con studi di proteomicae metabolomica. Meccanismi d’azione di nuovi farmaci antitumorali In collaborazione con il laboratorio di Biologia e Terapia delle Metastasi Tumorali e con il laboratorio di Farmacologia Antitumorale, si sta ulteriormente caratterizzando il meccanismo d’azione e di attività antitumorale di un nuovo farmaco anti-angiogenetico Lucitanib. Questo farmaco è una piccola molecola in grado di inibire recettori importanti nel processo di angiogenesi tumorali (VEGFR, FGFR). Gli studi da noi fatti ci hanno permesso di stabilire che il farmaco è un potente antiangiogenetico, con un’attività antitumorale in diversi modelli sperimentali umani trapiantati in topi immonodeficienti. Sono ora in corso una serie di esperimenti di attività antitumorale e farmacocinetica su modelli sperimentali di tumori umani trapiantati in topi immunodeficenti caratterizzarti da una de-regolazione del pathway di trasduzione del segnale FGFR1 e FGFR2 per cercare di capire quanto importante sia l’azione anti FGFR nel meccanismo di attività antitumorale del Lucitanib. Studio dei processi di metastatizzazione ossea Utilizzando un modello di carcinoma mammario che metastatizza all’osso, abbiamo caratterizzato alcuni pathways molecolari coinvolti nel processo di colonizzazione e crescita metastatica. In particolare abbiamo valutato il ruolo del recettore c-met e della sua attivazione in vitro e in vivo. Il modello in vivo utilizzato prevede l’inoculo nel ventricolo sinistro di cellule tumorali che danno origine a metastasi ossee evidenziali mediante analisi di immagine già dopo circa 10 giorni. Mediante analisi TAC, le lesioni ossee sono evidenziabili dopo circa 3-4 settimane e si presentano come evidenti lisi ossee. In questo modello abbiamo valutato la risposta ad un inibitore di c-met Tivantinib da solo e in combinazione con un bifosfonato Zometa, largamente usato nella pratica clinica. Lo scopo del lavoro era valutare se farmaci che agiscono su diversi bersagli (cellule tumorali il tivantinib e cellule dell’ospite zometa) potevamo avere una risposta maggiore. I dati ottenuti indicano che la combinazione è ben tollerata ed è in grado di aumentare la risposta e la sopravvivenza degli animali rispetto ai singoli farmaci sia quando il trattamento viene effettuato nelle fasi precoci ma anche quando il trattamento viene iniziato in presenza di metastasi ossee ben misurabili. Sono ora disponibili modelli murini di carcinoma della mammella con diverso grado di metastatizzazione ossea. In questi modelli, il tumore cresce nella mammella del topo e sviluppa metastasi ossee misurabili con tecniche di imaging. Permette quindi di valutare anche gli effetti dei trattamenti su tumore primario e metastasi. RAPPORTO ATTIVITA’ 47 2014 IRFMN Caratterizzazione di modelli xenografts di carcinoma dell’ovaio In collaborazione con il laboratorio di Angiogenesi e metastasti della Dott Giavazzi sono stati caratterizzati più di 40 nuovi modelli di xenogarfts del carcinoma dell’ovaio trapiantati in topi nudi. Mediante analisi istologiche e molecolari siamo riusciti a dimostrare che gli xenograft del carcinoma dell’ovaio mantengono le caratteristiche istologiche e molecolari dei tumori da cui hanno preso origine. Inoltre la caratterizzazione farmacologica in vivo ci ha permesso di definire lo spettro di attività dei farmaci comunemente usati per il trattamento di questo tipo di tumore, In particolare è stata studiata l’attività antitumorale di cisplatino, taxolo e trabectedina in vivo. Lo spettro di sensibilità a questi tre farmaci e risultato molto vario, alcuni tumori essendo molto resistenti, altri tumori sensibili e altri ancora estremamente sensibili. Queste caratteristiche rendono questi modelli uno strumento molto utile per meglio definire le caratteristiche biologiche del tumore dell’ovaio e testare nuove combinazione terapeutiche. Cellule staminali dell’ovaio Negli anni recenti abbiamo isolato e caratterizzato cellule staminali de carcinoma dell’ovaio da tessuto fresco di casi ottenuti dalla ginecologia dell’Ospedale San Gerardo di Monza. Sono state ottenute due linee cellulari arricchite in cellule staminali e che sono state utilizzate per testare una libreria di composti chimici, piu di 500 composti, per cercare composti potenzialmente attivi su cellule staminali. Questa libreria di composti chimici è stata testata anche su cellule più differenziate originate dalle celleule staminali precedentemente isaolte per cercare di individuare composti preferibilmente più attivi sulle cellule staminali dell’ovaio. Abbiamo trovato composti con attività citotossica specifica sulle cellule staminali, il cui meccanismo d’azione stiamo attualmente esporando. Studio dei meccanismi alla base della resistenza al cisplatino: ruolo della transizione epitelio mesenchimale-EMT- e dei geni coivolti nella staminalità Nel corso di questo ultimo anno abbiamo caratterizzato la risposta tumorale al trattamento con cisplatino in diversi xenografts cercando di mimare il più possibile la condizione clinica. Per questa ragione abbiamo trattato animali immonodeficienti trapiantati con i diversi xenografst con un ciclo di cisplatino (dato una volta alla settimana per tre settimane); abbiamo poi aspettato che il tumore ricomparisse/ricrescesse e gli animali sono poi stati ritrattati con un secondo ciclo di cispatino, somministrato ancora una volta alla settimana per tre settimane. Mentre le risposta al primo ciclo di trattamento con cisplatino era variabile, con tumori molto responsivi, responsivi o resistenti al trattamento, quasi tutti i tumori rispondevano molto meno al secondo ciclo di trattamento con cisplatino, mimando le condizioni ciniche. Questo rappresenta un setting sperimentale adeguato in cui andare a studiare possibili biomarcatori predittivi di risposta al platino e biomarcatori di resistenza alllo stesso. Studi iniziali si sono concentrati sull’espressione dei geni coinvolti nella transizione epitelio mesenchimale e sull’espressione di geni coinvolti nei processi di self-rewal/staminalità con l’idea di non solo individuare geni potenzialmente predittivi di risposta, ma anche nuovi geni potenzialmente associati alla mancata risposta che potrebbero essere farmacologicamente targettabili. Determinazione dell’impatto delle mutazioni di EFGR nell’attività degli inibitori della tirosina chinasi in pazienti con NSCLC Lo studio di caratterizzazione della risposta di pazienti con NSCLC a terapia comprendente o meno inibitori di EGFR è terminato. I dati al momento raccolti e pubblicati indicano che pazienti che non presentano mutazioni nel gene EGFR rispondono al trattamento con inibitore di EGFR erltoinib meno rispetto a quanto faccia la chemioterapia con docetaxel. I dati di inferiorità di erlotinib rispetto a chemioterapia sono evidenti sia in termini di risposta al trattamento che in termini di tempo alla progressione sia in termini di sopravvivenza. Lo studio, RAPPORTO ATTIVITA’ 48 2014 IRFMN effettuato con la collaborazione di più di 50 centri in tutta Italia potrebbe avere delle ricadute nella pratica clinica dove l’inibitore di EGFR era registrato per il trattamento di seconda linea del tumore NSCLC indipendentemente dalla presenza di alterazioni a carico del recettore EGFR. Terminato lo studio principale, tutti i dati e i campioni tissutali raccolti saranno adesso utilizzati per rispondere ad una serie di domande cliniche ancora aperte. Miglioramento della terapia per alcuni sottotipi di tumore del polmone Alcuni sottotipi di tumore del polmone ad oggi non hanno una terapia molto efficace pur avendo delle peculiarità che potrebbero essere investigare e sfruttate dal clinico. Un esempio sono i tumori polmonari non a piccole cellule mutati nel gene KRAS. Il gene K-RAS, risulta mutato in una percentuale significativamente alta di pazienti (circa il 25%) e lo spettro di mutazioni riscontrate in pazienti con NSCLC è diverso da quello riportato in altri tumori umani come ad esempio il carcinoma del colon. Questa differenza potrebbe essere indicativa di un diverso effetto sulla crescita cellulare e/o risposta al trattamento delle diverse mutazioni e questa specifica ipotesi viene valutata in modelli cellulari esprimenti le diverse mutazioni dell’oncogene K-RAS che sono stati generati in laboratorio. Gli esperimenti effettuati in laboratorio hanno mostrato che queste diverse mutazioni hanno un diverso ruolo nella resistenza al trattamento. Infatti, cloni esprimenti i diversi mutanti rispondono in maniera diversa al trattamento con i farmaci comunemente utilizzati per trattare le neoplasie del polmone. I nostri dati indicano che per la stratificazione dei pazienti è necessario considerare, non solo la presenza di mutazione in K.RAS ma anche il tipo di mutazione dato che qesta potrebbe modificare la terapeutica risposta al trattamento. In questo contesto sono in fase di sviluppo nuovi modelli cellulari in cui la mutazione del gene K-RAS è stata inserita mediante utilizzo di una nuova tecnologia (CRISPR) che permette la sostituzione diretta nel locus genetico di KRAS mantenendo quindi un livello di espressione normale della proteina. In questi nuovi sistemi cellulari, viene testata la capacità delle cellule di rispondere alla chemioterapia in modo da capirne i meccanismi molecolari e migliorarne l’efficacia. Un altro sottotipo di tumore polmonare, definito a piccole cellule, incorre velocemente in una resistenza alla chemioterapia rendendo inutili i trattamenti chemioterapici. Anche per questo tipo di tumore stiamo investigando quali meccanismi sono responsabili dei fenomeni di resistenza in modo da bypassare tali fenomeni con nuovi approcci terapeutici. Laboratorio di Biologia e Terapia delle Metastasi Tumorali Regolazione fisiologica dell’angiogenesi L’angiogenesi, la formazione di vasi sanguigni da vasi preesistenti, svolge un ruolo critico nella progressione tumorale. Questo processo è regolato da un delicato bilancio tra fattori pro- ed anti-angiogenici. Da tempo studiamo i fattori endogeni che regolano l'angiogenesi come base per lo sviluppo di nuovi inibitori. In particolare ci occupiamo della trombospondina-1 (TSP-1), un inibitore endogeno dell'angiogenesi. Tra le molteplici funzioni di questa molecola c’è la capacità di legarsi direttamente ai fattori angiogenici - in particolare FGF-2 (Fibroblast Growth Factor-2) - riducendone la biodisponibilità e l'attività. Analizzando il rapporto strutturafunzione dei diversi siti attivi della TSP-1, abbiamo identificato il sito della TSP-1 responsabile del legame all’FGF-2. Stiamo utilizzando questa sequenza attiva della TSP-1 come modello per disegnare nuove molecole con proprietà antiangiogeniche e antineoplastiche. Inoltre stiamo studiando la possibilità di aumentare l’espressione di TSP-1, mediante trattamenti farmacologici o terapie geniche, come strategia per inibire l’angiogenesi e la progressione tumorale. Inibitori dell’angiogenesi, microambiente tumorale e risposta alla combinazione con chemioterapia convenzionale Abbiamo osservato che la produzione di VEGF da parte delle cellule tumorali e il suo rilascio RAPPORTO ATTIVITA’ 49 2014 IRFMN nel microambiente tumorale si accompagnano a un’alterata risposta alla chemioterapia. Inoltre è noto che il trattamento con inibitori dell’angiogenesi modifica la morfologia e il funzionamento del microambiente tumorale (stroma, vascolarizzazione), influenzando l’attività antitumorale della combinazione con chemioterapici. Da una parte, stiamo studiando quali sono le modifiche molecolari dello stroma di un tumore che produce alti livelli di VEGF che influenzano la risposta alla chemioterapia. Dall’altra, stiamo studiando come il trattamento con inibitori dell’angiogenesi che “normalizzano” il microambiente tumorale modifichino la distribuzione del farmaco chemioterapico, e di conseguenza la risposta alla terapia con inibitori dell’angiogenesi in combinazione con la chemioterapia convenzionale. L’endotelio associato alla vascolatura dei tumori è diverso da quello che riveste i vasi sanguigni normali I vasi sanguigni rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo del tumore, la progressione maligna e la metastatizzazione. Capire le differenze qualitative e funzionali esistenti tra le cellule endoteliali (EC) che rivestono la vascolatura dei tumori (tum-EC) e le EC dei vasi sanguigni normali (N-EC) è importante per poter sviluppare nuovi interventi farmacologici bersaglio specifico. In questo laboratorio sono state identificate molecole espresse preferenzialmente dall’endotelio associato ai tumori. Tra queste, abbiamo recentemente dimostrato il ruolo di PRSS3/TrypsinogenIV nel regolare la migrazione (capacità di muoversi) delle Tum- EC, promossa dal microambiente pro-angiogenico/tumorale (un evento importante nella formazione dei vasi sanguigni a supporto del tumore). Modelli preclinici di tumore ovarico derivati da pazienti per studi farmacologici La classificazione del carcinoma ovarico epiteliale (EOC) è stata recentemente rivisitata sulla base di caratteristiche morfologiche e genetiche molecolari distinte. Un progetto che coinvolge il laboratorio da diversi anni è la caratterizzazione e continua messa a punto di modelli tumorali derivati da pazienti con EOC e trapiantati nel topo nudo (Xeno-HOC). La messa a punto di una casistica di Xeno-HOC, - affiancata da una banca di campioni biologici da questi ottenuta - di cui sono note le caratteristiche istopatologia e molecolari, in associazione alle modalità di progressione della malattia e alla risposta farmacologia, fornisce modelli ad hoc per studiare nuovi interventi farmacologici. Come esempio, questi modelli sono utilizzati per indagare l’attività antiangiogenica e antitumorale di nuovi farmaci. Abbiamo dimostrato che il bevacizumab, l’anticorpo anti-VEGF, è attivo sugli Xeno-HOC in combinazione con la chemioterapia e che la risposta degli Xeno-HOC è etereogenea. Ora si sta studiando come la sensibilità/resistenza alla chemioterapia e gli schemi di trattamento possano influenzare la risposta alle terapie di combinazione con inibitori dell'angiogenesi. Parallelamente sono in corso studi per capire i meccanismi alla base della resistenza e adattamento alla terapia antiangiogenica e per identificare indicatori molecolari in grado di stratificare i tumori responsivi/non responsivi. Biomarcatori per la diagnosi precoce del carcinoma duttale pancreatico L'adenocarcinoma pancreatico (PDAC) è tra i tumori con peggior prognosi a causa di una sintomatologia iniziale aspecifica che viene evidenziato in fase avanzata. Identificare i biomarcatori che predicano il rischio di sviluppare tumore o permettano di diagnosticarlo nelle prime fasi della malattia è quindi di fondamentale importanza. Di particolare rilevanza per la diagnosi e la terapia del PDAC è una peculiare reazione stromale desmoplastica caratterizzata da sintesi e rimodellamento della matrice extracellulare. Sono in corso studi volti a: a) investigare il rimodellamento della matrice extracellulare (sintesi, organizzazione, degradazione) durante la progressione del PDAC; b) identificare molecole solubili associate alla matrice extracellulare nel plasma di pazienti e in modelli preclinici di PDAC; c) validare tali molecole come potenziali marcatori diagnostici, prognostici e di risposta alla terapia. RAPPORTO ATTIVITA’ 50 2014 IRFMN In tale contesto stiamo mettendo a punto modelli di tumori derivati da PDAC (tumorgraft) che rispecchino il più fedelmente possibile (morfologia, espressione genica e mutazionale, risposta alla terapia) la neoplasia del paziente da cui hanno origine. Inibitori della cachessia tumorale In collaborazione con il Laboratorio di Cachessia Tumorale stiamo studiando i meccanismi alla base dell’effetto “off-target” di alcuni inibitori tirosin chinasici capaci di prevenire la cachessia dell’animale portatore di tumore e il danno muscolare ad essa associato. In particolare, stiamo studiando il ruolo della via di STAT3 e inibitori in questo fenomeno. Laboratorio di Informatica delle Scienze della Vita Progetti - sviluppo di software e gestione informatica di Studi Clinici, Registri e Biobanche. - sviluppo di tecnologie software (cluster di calcolo, pipeline per l'analisi dei dati) per la bioinformatica. Un nuovo approccio Numerose malattie come il cancro o le malattie neuro-degenerative non smettono di rivelare la loro complessità. Per capire i meccanismi che le governano i ricercatori fanno sempre più spesso ricorso ad approcci quantitativi che implicano conoscenze avanzate di fisica e matematica. Inoltre i progressi tecnici - in particolare in materia di miniaturizzazione, di potenza di calcolo dei computer o di automazione - aprono nuove prospettive sia a livello degli strumenti di ricerca che delle possibilità terapeutiche. L'importanza crescente delle tecnologie Comprendere la comunicazione tra i miliardi di neuroni del sistema nervoso o le forze meccaniche implicate nella migrazione delle cellule cancerogene attraverso un tessuto richiede allo stesso tempo una conoscenza dei fenomeni biologici e una comprensione approfondita della fisica e della matematica per poter analizzare e modellizzare questi processi. Anche l'informatica occupa un posto fondamentale: non solo per trattare le migliaia di dati raccolti nel corso di un esperimento e da cui dedurre risultati significativi, ma anche per modificare gli algoritmi complessi che consentono di riprodurre un'immagine a partire dai dati di un microscopio o interpretare un'immagine di un microarray o di un sequenziamento di nuova generazione. Saper modellizzare dei fenomeni è essenziale per fare delle previsioni e definire così il piano degli esperimenti da svolgere. Una formazione moderna all'incrocio tra biologia, ingegneria e medicina. Il volto della biologia moderna è cambiato. Il progresso delle conoscenze dipende ormai dalla padronanza degli strumenti tecnici e viceversa le esigenze della ricerca favoriscono lo sviluppo di nuove tecnologie. La ricerca in genomica funzionale e informatica delle scienze della vita si iscrive in questa evoluzione. Le competenze da sviluppare in questo ambito sono duplici e inscindibili: una approfondita formazione in biologia associata a solide conoscenze di ingegneria, senza dimenticare il senso critico e la dimensione etica. Le tecnologie La ricerca nell'area definita “-Omics” si avvale sempre di più della parte dell'informatica chiamata Ingegneria della Conoscenza, e l'integrazione tra dati genomici, clinici e biologici è il punto cardine dell'evoluzione dell'esplorazione di nuove conoscenze in quest'area. Obiettivo del RAPPORTO ATTIVITA’ 51 2014 IRFMN laboratorio LSI è lo sviluppo di software e tecnologie per l'integrazione dei dati provenienti da più aree della ricerca. HeavyBase Nel campo delle infrastrutture per l'interscambio dei dati per le sperimentazioni cliniche, gli ultimi dieci anni hanno visto lo sviluppo di molti sistemi software web-based fatti in casa o commerciale, ma tutti con un approccio di centralizzazione della base dati. Lo stesso Luca Clivio ha realizzato nel 2000 GCPBase, basato su questo modello e con il quale sono stati gestiti tutti gli studi clinici che hanno visto i dipartimenti di Oncologia e Neuroscienze come promotori, dal 2000 al 2008. Questo tipo di tecnologia ha però con il tempo evidenziato le sue limitazioni, come la necessità di una connessione a Internet sempre attiva e sufficientemente veloce durante l'utilizzo del software (impossibile lavorare fuori rete), la necessità di un browser (Internet Explorer, Mozilla Firefox o quant'altro) correttamente configurato (tipicamente i sistemi di blocco pop-up pubblicitari così come altri sistemi di protezione da virus diventano poi un problema quando si usano cartelle cliniche elettroniche, così che diventa spesso necessaria un'attività di configurazione di un certo tipo dei browser con i conseguenti “problemi” per gli sperimentatori con i responsabili informatici dei rispettivi centri). Inoltre le applicazioni basate sul web rendono difficile il rispetto della direttiva delle GCP (Good Clinical Practices) secondo cui la copia originale dei dati dovrebbe stare presso il centro di ogni sperimentatore, così come non permettono tipicamente ai centri stessi la possibilità di analizzarsi i propri dati se non registrano le informazioni contemporaneamente in un proprio database locale, provocando così problemi di ordine pratico in campo di sicurezza informatica dei dati (protezione contro danni accidentali, protezione contro furti di dati). Da ultimo, non è così facile per una applicazione che funziona come un sito web offrire come servizio elaborazioni lunghe sui dati a causa della natura esclusivamente interattiva di questa tecnologia. HeavyBase è un database integrato per la gestione di dati clinici dotato di tutte le caratteristiche che lo rendono validabile secondo le normative FDA cfr 21 part 11. Questo sistema è in grado di gestire contemporaneamente più studi clinici tenendo traccia di tutte le modifiche che vengono apportate ai dati, e permettendo di lavorare sia online analogamente ad un sistema basato sul web, che off-line (cioè senza connettività ad internet) grazie alla capacità di immagazzinare in un database locale la copia originale di tutti i dati, che possono essere poi trasmessi al centro coordinatore dello studio nel momento in cui il computer su cui si e' operato viene connesso alla rete. Il sistema non richiede alcuna installazione e non sono necessari diritti di accesso da amministratore del computer per cominciare ad usarlo: può semplicemente essere scaricato da un sito web (si tratta di un unico file eseguibile), salvato ad esempio sul desktop e usato direttamente. E' in grado di funzionare su tutte le versioni di Windows a partire da Windows XP a Windows 8.1, come su Mac OS-X (versioni di riferimento: da Leopard a Mountain Lion), come su Linux (piattaforma di riferimento: Ubuntu). Grazie alla sua portabilità può essere ad esempio copiato su un normale pendrive (il suo spazio occupato non supera generalmente 0.2Gb) ed usato direttamente da li. E' possibile quindi ad esempio ipotizzare di usarlo parzialmente in ospedale sulle macchine della struttura e parzialmente a casa o in un altro studio per il completamento dei dati, semplicemente portandosi dietro il pendrive. La sicurezza dei dati è garantita da una ridondanza degli stessi, che dal momento in cui il database è attivato su un computer posto in rete fa si che una copia delle informazioni dei propri pazienti (in forma protetta) venga replicata automaticamente in tutte le altre installazioni attive, e grazie ad una forte crittografia di tutti i dati, che li rende illeggibili all'utente non autorizzato. Database realizzati e gestiti con HeavyBase Dipartimento di Oncologia – Laboratorio di Ricerca Clinica RAPPORTO ATTIVITA’ 52 2014 IRFMN ◦ ALC - Randomized, double-blind, placebo-controlled, phase iii, superiority trial to assess the efficacy and safety of acetyl-l-carnitine in combination with a cisplatin containing chemotherapy as first line treatment of advanced or metastatic non small cell lung cancer ◦ ATREUS - Phase II study on the activity of trabectedin in pretreated epithelioid or biphasic/sarcomatoid malignant pleural mesothelioma (MPM) ◦ B490 - Cetuximab and Cisplatin with or without Paclitaxel in recurrent/metastatic head and neck cancer ◦ ECTvsICT - Extra-capsular tonsillectomy (ECT) vs intra-capsular tonsillectomy (ICT) in children with symptomatic tonsillar hypertropy. An italian, randomized, comparative, multicenter clinical study ◦ GLAUCOMA - Studio clinico multicentrico, osservazionale sulla qualita’ di vita del paziente glaucomatoso in Italia ◦ GREAT (Good REsponse with Appropriate Treatment) - Fattori associati alla risposta analgesica nel tempo della terapia combinataossicidone-naloxone nel trattamento del dolore in pazienti oncologici ◦ INOVATYON - Phase III international, randomized study of trabectedin plus pegylated liposomal doxorubicin (pld) versus carboplatin plus pld in patients with ovarian cancer progressing within 6-12 months of last platinum ◦ ORCHIDEE - Multicenter, randomized, non-comparative, open-label phase II trial on the efficacy and safety of the combination of bevacizumab and trabectedin with or without carboplatin in adult women with platinum partially sensitive recurring ovarian cancer ◦ ORTATAXEL - Multicenter, randomized, non-comparative, open-label phase II trial on the efficacy of Ortataxel and Fotemustine in recurrent glioblastoma ◦ PACT-18 (PAncreatic Cancer Trials) - Salvage therapy with trabectedin in metastatic pancreatic adenocarcinoma: A single-arm phase II trial ◦ PAINTER - Multicenter, interventional, single-arm, phase IV study evaluating tolerability of Eribulin and its relationship with a set of polymorphisms in an unselected population of female patients with metastatic breast cancer ◦ RER - Studio osservazionale, prospettico, longitudinale per valutare le caratteristiche cliniche ed i trattamenti a base di oppioidi in pazienti affetti da breakthrough cancer pain (btcp) ◦ TERAPIE ORALI - Farmaci antitumorali orali: interventi infermieristici per migliorare la gestione delle terapie e la sicurezza del paziente ◦ BEVATRABE - Multicenter, randomized, non-comparative, open-label phase II trial on the efficacy and safety of the combination of bevacizumab and trabectedin with or without carboplatin in adult women with platinum partially sensitive recurring ovarian cancer ◦ TRAVELL - A Phase II study on trabectedin in advanced retroperitoneal leiomyosarcoma and well differentiated/dedifferentiated liposarcoma ◦ TRIPLE NEGATIVE - A multicenter, single-arm, phase II study to evaluate the activity of pre-operative zoledronate in triple negative breast cancer patients, according to p53 level Dipartimento di Oncologia - Laboratorio di Farmacologia Antitumorale ◦ PANDORA - Biobanca di Tumori Ovarici in collaborazione con l'Ospedale San Gerardo di Monza RAPPORTO ATTIVITA’ 53 2014 IRFMN ◦ PANDORA_LECCO - Biobanca di Tumori Ovarici in collaborazione con l'Ospedale di Lecco ◦ PANDORA_BRESCIA - Biobanca di Tumori Ovarici in collaborazione con l'Ospedale di Brescia ◦ C3 – Biobanca di Linee Cellulari ◦ MC3 – Biobanca di Linee Cellulari ◦ MITO-MANGO – Biobanca di Tumori Ovarici ◦ XENO-HOC – Biobanca di Linee Cellulari Dipartimento di Neuroscienze ◦ ANACONDA - Neurodegeneration and Dementia – Network multicentrico dedicato alla registrazione di pazienti con Alzhaimer ◦ El-Escorial - Validation Study ◦ MBL-Stroke - Mannose binding lectin, un nuovo target per la cura dell'ictus ◦ FFI - Fatal Familial Insomnia - Preventive treatment with doxycycline of at risk individuals ◦ LONG-TERM PROGNOSIS OF EPILEPSY - A multi-center retrospective survey of prognostic patterns in newly diagnosed patients ◦ RF2009_1502045 - Valutazione dei bisogni assistenzali geriatrici e dei percorsi clinici nei pazienti anziani con neoplasia urogenitale (prostata, vescica, rene, pene) dopo la terapia iniziale Laboratorio di Cachessia Tumorale AIRC Start-Up Meccanismi molecolari dell’atrofia muscolare associata a tumore L’atrofia muscolare consiste nel graduale depauperamento del tessuto muscolare e si accompagna a varie condizioni fisiologiche (per esempio, il digiuno) e patologiche (per esempio, il diabete, il cancro). Un aumentato catabolismo proteico e un diminuito anabolismo a livello del tessuto muscolare conducono all’atrofia muscolare. Per cachessia si intende un depauperamento del tessuto muscolare, adiposo e osseo che spesso si accompagna a malattie croniche, tra cui il cancro o lo scompenso cardiaco, e che conduce a morte i pazienti. Il nostro laboratorio è interessato a identificare nuovi pathway a livello muscolare che possano essere modulati farmacologicamente per bloccare la cachessia muscolare associata ai tumori e così allungare e migliorare la vita dei pazienti. Nel 2013 e 2014, abbiamo settato le condizioni per studiare la cachessia in due modelli murini portatori di colon adenocarcinoma (C26) e Lewis Lung Carcinoma (LLC), e dissezionati da essi muscoli cachettici su cui sono state condotte gene expression analysis a confronto con muscoli sani. I pathways identificati sono motivo di approfondimento della presente attività di ricerca. Siamo impegnati anche nella caratterizzazione di tali modelli di cachessia a livello di più organi con strumentazione sofisticata, quali l'in vivo imaging basato sulla bioluminescenza, la micro-CT e l'ecografia. In più, farmaci capaci di bersagliare precisi pathways molecolari sono ora oggetto di indagine per la capacità di bloccare la cachessia in vivo e in vitro. A questo proposito, nel 2014 in collaborazione con il Laboratorio diretto dalla Dr.ssa Giavazzi abbiamo scoperto che farmaci con proprietà anti-angiogenica quali sunitinib e sorafenib (i.e. inibitori di recettori tirosinchinasici) utilizzati per il trattamento di diversi tumori, tra cui il carcinoma renale, erano in grado di prevenire e revertire la cachessia in modelli animali. I topi trattati con sunitinib non perdevano peso a causa del tumore e sopravvivevano più a lungo. E’ interessante che l’effetto anti-cachettico del trattamento era presente indipendentemente dall’effetto inibitorio sulla crescita del tumore e a dosi più basse. RAPPORTO ATTIVITA’ 54 2014 IRFMN Alla ricerca del meccanismo responsabile del fenomeno anti-cachettico, abbiamo dimostrato che sunitinib e sorafenib sono in grado di prevenire nel muscolo l’attivazione di STAT3 e MuRF-1, entrambi coinvolti nell’aumentato catabolismo proteico del muscolo durante la cachessia da cancro. Infine, stiamo cercando di comprendere a livello molecolare in che modo l'esercizio fisico muscolare protegga dai tumori. Laboratorio di Metodologia per la Ricerca Biomedica Il Laboratorio di Metodologia per la Ricerca Biomedica nasce dall’esigenza sempre più urgente di fornire un riferimento metodologico alla ricerca clinica e traslazionale, particolarmente in ambito oncologico. L'affacciarsi di farmaci con meccanismi d'azione differenti dai chemioterapici tradizionali nello scenario delle terapie oncologiche pone nuovi problemi metodologici per quanto riguarda la scelta del disegno più appropriato ed efficiente per la valutazione della loro attività clinica. Emerge quindi la necessità di un esame critico dei modelli esistenti e la considerazione di tutti gli aspetti relativi alla conduzione di studi clinici, dai criteri per la selezione della dose, ai metodi per la determinazione e conferma di attività farmacologia, alla validazione di nuove tecnologie e metodi di laboratorio. Da qui l'esigenza di una profonda integrazione della ricerca ‘di screening clinico' con la ricerca preclinica, per costruire il razionale farmacologico per l'individuazione delle molecole più interessanti, la scelta del dosaggio, le ipotesi di associazioni con altri farmaci e gli indicatori più adatti alla valutazione dell'attività clinica. Accanto a ciò, va di pari passo lo sviluppo di conoscenze e di applicazione di nuovi disegni per gli studi di attività, dall'utilizzo della randomizzazione, alle possibilità di introduzione di gruppi di pazienti trattati con placebo, ai disegni di discontinuazione e di tipo adattativo. Un altro fondamentale momento di ricerca del laboratorio si basa sul riconoscimento che la caratterizzazione genomica dei singoli tumori può ora giocare un ruolo potenzialmente molto rilevante nello sviluppo dei farmaci e nell'individualizzazione dei trattamenti. C’è inoltre molta incertezza intorno al ruolo dei biomarcatori nello sviluppo dei farmaci e l'implementazione delle tecnologie genomiche negli studi clinici ed è necessario riuscire a migliorare la metodologia e ad anticipare la valutazione dei biomarcatori già nelle fasi precoci di ricerca così da permettere che la ricerca translazionale passi da una semplice ricerca di correlazioni alla produzione di conoscenze sul ruolo predittivo dell'attività clinica dei trattamenti in studio. Infine tematiche di estrema importanza riguardano la sintesi critica e la disseminazione dei risultati, obiettivi che richiedono aggiornamento e sviluppo di una metodologia appropriata. Il laboratorio svolge attività di formazione e supporta gli aspetti metodologici di vari progetti gestiti all’interno del dipartimento di oncologia. In particolare, cura vari corsi teorico-pratici, di perfezionamento e master in metodologia della ricerca clinica e delle revisioni sistematiche e nella produzione di linee guida in oncologia. Il laboratorio, attraverso l’Unità di Metodologia delle Revisioni Sistematiche e Produzione di Linee Guida, dal 2012 supporta l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) dal punto di vista metodologico nella produzione e stesura di linee guida. Le linee guida AIOM sono andate a coprire nel tempo tematiche non solo d’organo ma anche trasversali (neoplasie dell’anziano), o inerenti terapie di supporto, sempre più impiegate nella gestione del paziente neoplastico. Con l’aggiornamento delle linee guida AIOM si è cercato di risolvere un limite evidente delle stesse, consistenti nella mancanza di u niformità stilistica ma soprattutto nell’utilizzo di metodi di analisi della letteratura non omogenei tra le varie linee guida. L’obiettivo è stato ed è quello di ricondurre ad un solo grading i livelli di evidenza derivanti dalla valutazione della qualità della letteratura che sottende le raccomandazioni cliniche. Per questo è stata adottata una metodologia condivisa, quale quella proposta dallo Scottish Intercollegiate Guidelines Network (SIGN), e una metodologia moderna, sufficientemente dettagliata e analitica, come il GRADE. RAPPORTO ATTIVITA’ 55 2014 IRFMN L’unità è inoltre impegnata nell’update 2014 della “Guida all’uso clinico dei biomarcatori in Oncologia 2010” in collaborazione con il Professor Massimo Gion e il Centro Regionale Indicatori Biochimici di Tumore di Venezia (CRIBT) Altre attività dell’unità sono diversi progetti di revisione sistematica e meta-analisi della letteratura scientifica, in particolar modo sul tumore del polmone non a piccole cellule e sui farmaci biosimilari. Il laboratorio, attraverso l’Unità di Statistica Computazionale, ha migliorato le sue conoscenze di calcolo statistico; questo perché nell’era della medicina personalizzata sarà richiesta una maggiore efficienza alla metodologia applicata, dagli studi osservazionali alle meta-analisi; tecniche adattative e bayesiane sono state identificate come strumenti necessari alla futura ricerca clinica; la simulazione di dati è stata applicata per la stima di parametri statistici (e.g.: hazard ratio) e per lo studio dell’endpoint Survival-Post-Progression. Inoltre, ha individuato specifiche tecniche statistiche quali utili strumenti in ricerca preclinica per migliorare il valore predittivo dei risultati preclinici rispetto agli effetti riconosciuti sul paziente e si assume il compito di ottimizzare da un punto di vista metodologico l’approccio di sviluppo di nuove molecole. Laboratorio di Ricerca Clinica Il Laboratorio di Ricerca Clinica promuove e coordina studi clinici, soprattutto in oncologia, in collaborazione con gruppi di ricerca nazionali ed internazionali, unendo missione ed identità di un ente di ricerca no-profit ad alti standard qualitativi. Ha in organico medici, informatici, coordinatori di ricerca, statistici, responsabili della farmacovigilanza e assicurazione di qualità, monitor certificati. Negli ultimi anni ci siamo occupati di sperimentazioni nelle più frequenti sedi tumorali quali mammella, colon-retto e polmone, testa e collo, ovaio, endometrio, rene ma anche nel sarcoma, mesotelioma e glioblastoma. A fianco dell’area oncologica, abbiamo sviluppato in parallelo una grossa esperienza in campo oftalmologico, focalizzandoci sulla terapia del glaucoma. Il Laboratorio ospita due gruppi: MaNGO (Mario Negri Gynecologic Oncology group) e CERP (Center for the Evaluation and Research on Pain) per la ricerca l’uno nei tumori ginecologici e l’altro nel dolore associato a cancro. Insieme a numerosi gruppi collaborativi italiani e stranieri, e agli sperimentatori che fanno capo a MaNGO e CERP, il laboratorio è attivamente impegnato a sostegno della ricerca clinica indipendente. Nostro obiettivo è anche la formazione di giovani ricercatori, preparandoli ad occuparsi della pianificazione, conduzione ed analisi di studi clinici. Ci occupiamo, inoltre, della valutazione sulla quantità e qualità delle evidenze mediche disponibili e conduciamo revisioni sistematiche in collaborazione con clinici. Patologie Oncologiche Carcinoma della mammella Il carcinoma della mammella colpisce una donna su otto nell'arco della vita. Nel sesso femminile è il tumore più frequente rappresentando il 29% di tutti i tumori ed è la prima causa di mortalità per cancro, con un tasso di mortalità pari al 16% di tutti i decessi per causa oncologica. Ogni anno in Italia vengono diagnosticati 48.000 nuovi casi. RAPPORTO ATTIVITA’ 56 2014 IRFMN I fattori di rischio per lo sviluppo del cancro al seno sono l'età (più del 75% dei casi colpisce donne sopra i 50 anni), la familiarità (circa il 5-7% delle donne con tumore al seno ha più di un familiare stretto con questa patologia), l’elevata quantità di estrogeno, l'obesità e il fumo. Le mutazioni del geni BRCA1 e il BRCA2 sono responsabili del 50% circa delle forme ereditarie di cancro del seno. L'intervento chirurgico è il trattamento di scelta; attualmente si adottano procedure conservative in tutti i casi ove sia possibile. Gli studi hanno infatti dimostrato che non vi è aumento di mortalità in caso di trattamenti conservativi, se associati a radioterapia e terapia adiuvante. Le terapie farmacologiche includono l'ormono-terapia nei pazienti positivi ai recettori per gli estrogeni (70% dei casi), la chemioterapia, il trattamento con l'anticorpo monoclonale anti Her2 (trastuzumab) nei pazienti con tumore positivo per Her2. Il carcinoma al seno in cui sono assenti i recettori dell'estrogeno, del progesterone e Her2, detto triplo negativo, è una forma di tumore aggressiva, non responsiva alle terapie convenzionali. Nel 2014 nel laboratorio sono stati attivati due studi clinici in pazienti con carcinoma del seno, lo studio PAINTER e lo studio Triple Negative. STUDIO PAINTER (Multicenter, interventional, single-arm, phase IV study evaluating tolerability of Eribulin and its relationship with a set of polymorphisms in an unselected population of female patients with metastatic breast cancer) Terapie che offrono un beneficio di sopravvivenza sono molto richieste per il trattamento delle donne colpite da cancro metastatico della mammella e già pesantemente trattate. Eribulina mesilato è un nuovo inibitore dinamico dei microtubuli, analogo sintetico del macrolide naturale marino Halicondrina B presente in numerose spugne dei generi Halicondria ed Axinella. Eribulina lega i filamenti di tubulina a livello di un sito diverso da quello di tutti gli altri farmaci che interferiscono con la tubulina, bloccando la crescita e la polimerizzazione dei microtubuli e favorendo la formazione di aggregati tubulinici non funzionali all’interno delle cellule tumorali. La molecola si è dimostrata capace di migliorare la sopravvivenza globale delle pazienti già pretrattate per cancro metastatico della mammella, rispetto al trattamento di scelta del medico curante e sulla base di questi risultati Eribulina ha ricevuto il parere positivo alla commercializzazione per il trattamento di terza linea del carcinoma mammario localmente avanzato o metastatico. Il progetto, in collaborazione con l’Oncologia dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano, si configura come uno studio multicentrico, a singolo braccio, di fase IV per la valutazione della tollerabilità dell’eribulina e della sua associazione con alcuni polimorfismi in una popolazione non selezionata di donne con tumore mammario metastatico. Promotore dello studio è e Sperimentatore Principale è la Dottoressa Gabriella Farina della stessa Istituzione. Lo studio andrà a valutare l’incidenza, la severità e la durata di tutti gli eventi avversi comparsi durante il trattamento con eribulina, con particolare attenzione agli eventi più comuni riportati in studi clinici RAPPORTO ATTIVITA’ 57 2014 IRFMN precedenti (astenia/fatigue, neutropenia, alopecia, nausea, neuropatia periferica e costipazione). In particolare sarà effettuata, tramite un’analisi farmacogenetica, una valutazione dell’associazione tra una serie di polimorfismi selezionati e la neuropatia periferica di qualsiasi grado, nelle pazienti che svilupperanno neurotossicità. Anche la qualità di vita durante il trattamento, l’intensità della dose, la durata del trattamento e la sopravvivenza globale saranno oggetto di valutazione. Lo studio prevede l’arruolamento di 200 pazienti con tumore mammario metastatico in trattamento con Eribulina secondo le indicazioni autorizzate, arruolate in circa 20 centri. A fine 2014 lo studio era in fase di attivazione dei centri sperimentali e 20 pazienti erano già state registrate. STUDIO TRIPLE NEGATIVE(A multicenter, single-arm, phase II study to evaluate the activity of pre-operative zolendronate in triple negative breast cancer patients, according to p53 level) E’uno studio italiano, multicentrico, a braccio singolo, di fase II, per il quale è previsto un reclutamento di circa 40 pazienti. Lo scopo di questo studio è la valutazionel’attività antitumorale dello zoledronato somministrato prima dell'intervento chirurgico in pazienti con caratteristiche prognostiche favorevoli e sfavorevoli, definite in base alla espressione di p53 mutata. Il carcinoma del seno triplo negativo è una forma di tumore particolarmente aggressiva, non responsiva alle terapie standard, per la quale è necessario identificare potenziali bersagli e nuovi target molecolari verso cui la terapia possa indirizzarsi. La ricerca di nuovi trattamenti è possibile anche tramite indagini molecolari sui campioni di tessuto tumorale che permettano di trovare le caratteristiche utili per selezionare i pazienti responsivi. Lo zoledronato è un bifosfonato correntemente utilizzato per prevenire le complicazioni ossee nei pazienti affetti da tumore e alcuni studi clinici suggeriscono che esso potrebbe avere un’attività antitumorale per il carcinoma del seno, attraverso l’inibizione del pathway del mevalonato, implicato nella progressione del tumore. Tumori del polmone Con oltre 1.6 milioni di nuovi casi diagnosticati ogni anno, il tumore al polmone è la prima causa di morte per cancro nel mondo. In Italia si stima un’incidenza annuale di tumore polmonare di circa 38.000 casi nelle persone fino agli 84 anni di età, di cui 27.000 fra gli uomini e 11.000 fra le donne. Con unamortalità annuale di 34.000persone all'anno rappresenta la prima causa di morte oncologica negli uomini e la terza nelle donne, dopo il tumore del colon-retto e il carcinoma al seno (prima causa di decesso per tumore). Infatti, la diagnosi di tumore al polmone è generalmente formulata quando la malattia è in fase avanzata e si associa a tassi molto bassi di sopravvivenza. Ai fini terapeutici e prognostici, i carcinomi polmonari vengono divisi in due grandi gruppi: - Il carcinoma polmonare a piccole cellule di origine neuroendocrina; - I carcinomi polmonari non a piccole cellule, che rappresentano l’85% dei casi di carcinoma polmonare, a loro volta ulteriormente suddivisi in tre sottotipi istologici di diverso significato prognostico: RAPPORTO ATTIVITA’ 58 2014 IRFMN 1. carcinoma a cellule squamose, origina dalle cellule che rivestono le vie respiratorie ed è spesso causato dal fumo 2. adenocarcinoma: è attualmente il tipo più diffuso. Si sviluppa dalle cellule che secernono il muco presenti nella mucosa che riveste le vie respiratorie; 3. carcinoma a grandi cellule detto anche carcinoma indifferenziato a grandi cellule. Il fumo è responsabile dell’insorgenza di circa l’85% di tutti i tumori maligni del polmone. Altre cause implicate nella sua genesi sono il fumo passivo, l’amianto, l’inquinamento dell’aria dovuto alle polveri sottili e le radiazioni radioattive. E’ stato ipotizzato anche il ruolo di alcuni geni (come quello codificante per il fattore di crescita epidermico) che sono diventati bersagli per nuovi farmaci. Nonostante lo sviluppo dei farmaci a target specifico e la possibilità di sostituire la chemioterapia tradizionale, ovvero un approccio terapeutico che prevede uno stesso trattamento per tutti i pazienti, con un strategia che tenga conto della caratterizzazione molecolare del tumore allo scopo di scegliere la terapia più appropriata per ciascun paziente, il tumore del polmone rappresenta una patologia per la quale le terapie disponibili sono poco efficaci. Nel 2014 si è concluso lo studio Acetilcarnitina, studio clinico condotto in pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule in stadio avanzato. STUDIO ACETILCARNITINA(Acetil-L-carnitina in combinazione a chemioterapia a base di cisplatino come trattamento di prima linea in pazienti affetti da tumore del polmone non a piccole cellule in stadio avanzato o metastatico). Nell’Aprile 2014 si è concluso questo studio multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, di fase III che valutava l’effetto della combinazione dell’acetilcarnitina a chemioterapia a base di cisplatino come trattamento di prima linea in pazienti affetti da tumore del polmone non a piccole cellule in stadio avanzato o metastatico. L’acetilcarnitina permette il trasporto degli acidi grassi a lunga catena dal citosol cellulare ai mitocondri e la produzione di energia in forma di ATP, attraverso il ciclo di Krebs e la fosforilazione ossidativa, ed è inoltre coinvolta nella acetilazione di proteine quali la tubulina, nella sintesi dell’acetilcolina e dei fosfolipidi di membrana. Alcuni studi recenti dimostrano come le alterazioni del metabolismo energetico siano una caratteristica della cellula tumorale e la sua modulazione costituisca un nuovo approccio terapeutico per il potenziamento dell'efficacia dei trattamenti farmacologici. Dati preclinici suggeriscono che l’acetilcarnitina potrebbe avere un ruolo neuroprotettivo riducendo la tossicità dei composti a base di platino e potrebbe incrementare la loro attività. L’obiettivo di questo studio era valutare se l’acetilcarnitina sia in grado di migliorare la sopravvivenza libera da tossicità e, in particolare, possa ridurre la neurotossicità associata al platino. Infatti, se la tossicità dei trattamenti può essere giustificata in pazienti che ricevono un trattamento chemioterapico con intento curativo, essa risulta meno giustificabile in pazienti con tumore metastatico, in cui l’obiettivo è di tipo palliativo e di ottimizzazione della qualità di vita. Purtroppo nel novembre 2012 l’arruolamento dello studio è stato chiuso precocemente, dopo 107 randomizzazioni, a causa della difficoltà di reclutamento incontrate da parte dei centri sperimentali. Nello aprile 2014 è terminato il periodo di osservazione dei RAPPORTO ATTIVITA’ 59 2014 IRFMN pazienti e lo studio è stato formalmente chiuso. Si è proceduto alla validazione finale dei dati raccolti e all’analisi statistica dei dati. La stesura del report dei risultati dello studio si concluderà nel mese di gennaio 2015. Mesotelioma pleurico Maligno Il mesotelioma pleurico maligno è una forma tumorale relativamente rara e molto aggressiva che origina dal mesotelio. Tra tutte le forme di mesotelioma maligno quello pleurico è il più frequente, rappresentando da solo circa l’80% di tutti i mesoteliomi. L’incidenza di questa neoplasia appare in crescita in tutto il mondo con circa 2.2 casi per milione di abitanti. Il fattore di rischio principale per lo sviluppo del mesotelioma è l’esposizione all’amianto. L’amianto di per sé non è un agente mutageno, ma è in grado di favorire l'auto-fosforilazione del fattore di crescita epidermico attivando la via proliferativa delle RAS-MAP chinasi. Le forme cristalline contenenti anche ferro sono in grado di catalizzare la sintesi di specie reattive dell'ossigeno che sono cancerogene. Purtroppo molto spesso si giunge alla diagnosi quando la malattia è già in fase avanzata, sia perché i sintomi clinici vengono sottovalutati o misconosciuti, sia perché è difficile correlarli con un’esposizione avvenuta molti anni prima. ATREUS – (studio di fase II sull’attività della trabectedina in pazienti con mesotelioma pleurico maligno (MPM) di tipo epitelioide pretrattato o con tipo sarcomatoide/misto) Attualmente non è disponibile alcuna terapia di seconda linea per il mesotelioma pleurico maligno in ricaduta dopo terapia di prima linea, ad eccezione dei pazienti che hanno mostrato risposta al regime di prima linea a base di platino derivati e pemetrexed per un periodo di almeno sei mesi; nel qual caso esiste infatti la possibilità che un secondo trattamento con la stessa terapia risulti efficace. Viceversa, i mesoteliomi con quadro istologico di tipo sarcomatoide o bifasico sono normalmente resistenti al trattamento sovra menzionato, e una terapia di prima linea che risulti efficace in questi istotipi rappresenta tuttora un bisogno insoddisfatto. Trabectedina è un farmaco che si lega all’ansa minore del DNA, con conseguente alchilazione del N2 della guanina. Inoltre, interferisce con la regolazione della trascrizione in modo gene- e promotore-dipendente. In considerazione delle evidenze cliniche e precliniche che indicano la sua possibile efficacia contro tumori poco sensibili alla chemioterapia tradizionale, è stato considerato opportuno valutare la sua attività nel mesotelioma pleurico maligno. Il meccanismo d’azione della trabectedina presenta diverse peculiarità, tra cui un impatto sui processi flogistici che giocano un ruolo importante nella patogenesi di tumori come il mesotelioma pleurico maligno. Queste caratteristiche saranno oggetto di valutazione in una serie di indagini traslazionali. ATREUS è uno studio multicentrico, a braccio singolo, di fase II in pazienti con mesotelioma pleurico maligno inoperabile di tipo epitelioide pretratti con pemetrexed e platino derivati, o con istotipo sarcomatoide o bifasico naïve oppure pretrattati. Si prevede l’arruolamento di 79 pazienti di cui, 62 di tipo epitelioide e 17 tipo sarcomatoide o misto. Il promotore dello studio è l’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, mentre il Dottor Paolo Bidoli ricopre il ruolo di Investigatore Principale. RAPPORTO ATTIVITA’ 60 2014 IRFMN Obiettivo primario è la valutazione dell’attività di trabectedina in pazienti con mesotelioma pleurico maligno di tipo epitelioide in ricaduta dopo trattamento con pemetrexed e derivati del platino. Gli obiettivi secondari comprendono le valutazioni dell’attività di trabectedina in pazienti con mesotelioma pleurico maligno di tipo sarcomatoso o bifasico e della sua tollerabilità e sicurezza d’impiego. Saranno inoltre studiati gli effetti di trabectedina su alcuni marcatori biologici del mesotelioma pleurico maligno. Lo studio ha cominciato l’arruolamento a Luglio 2013 e, nonostante la rarità del tumore, ha già arruolato 64 pazienti nei quattro centri attivi. In parallelo all’inizio dello studio, è stato presentato un emendamento al protocollo, approvato nel Maggio 2014, che ha ampliato la parte di ricerca traslazionale che ora prevede la valutazione degli effetti di trabectedina sui miRNA circolanti, le proteine del gruppo HMGB1 e i monociti precursori di macrofagi tissutali. L’emendamento ha previsto anche un aumento del numero di centri coinvolti nello studio. Per misurare gli effetti antiflogistici di trabectedina è stata inserita anche una scheda di valutazione del dolore e dell’uso dei farmaci analgesici. Carcinoma del colon Il tumore del colon-retto è dovuto alla proliferazione incontrollata delle cellule della mucosa che riveste questo organo. C'è anche chi distingue tra tumore del colon vero e proprio e tumore del retto, ovvero dell'ultimo tratto dell'intestino, in quanto essi possono manifestarsi con modalità e frequenze diverse. I sintomi più comuni sono sanguinamento rettale, anemia accompagnati a volte dalla perdita di peso e modifica della regolarità intestinale. Nei Paesi occidentali il cancro del colon-retto rappresenta il terzo tumore maligno per incidenza e mortalità dopo quello della mammella nella donna e quello del polmone nell'uomo. La malattia, abbastanza rara prima dei 40 anni, è sempre più frequente a partire dai 60 anni, raggiunge il picco massimo verso gli 80 anni e colpisce in egual misura uomini e donne. Per tale motivo è consigliata la prevenzione a partire dai 50 fino ai 75 anni di età. Negli ultimi anni si è assistito a un aumento del numero di tumori, ma anche a una diminuzione della mortalità, attribuibile soprattutto a un'informazione più adeguata, alla diagnosi precoce e a miglioramenti nel campo della terapia. Il Laboratorio per questa patologia ha in essere due studi clinici: TOSCA (Studio randomizzato per valutare la durata del trattamento con il regime FOLFOX-4 o XELOX (3 verso 6 mesi) / bevacizumab come terapia adiuvante per pazienti con tumore del colon in stadio II ad alto rischio/III) Nel giugno 2007 è iniziato il reclutamento di uno studio clinico multicentrico, randomizzato, in aperto, di fase III, di non inferiorità il cui scopo è identificare la migliore strategia terapeutica adiuvante la chirurgia in pazienti con tumore al colon di stadio II/III radicalmente operati. Questo studio è supportato dall’Agenzia Italiana del Farmaco all’interno del Bando per la Ricerca Indipendente Anno 2005 ed il promotore è la Fondazione Giscad per la cura dei Tumori. RAPPORTO ATTIVITA’ 61 2014 IRFMN In accordo al disegno fattoriale, gli obiettivi primari sono valutare se il regime FOLFOX-4 condotto per 3 mesi è in grado di ottenere una sopravvivenza libera da ricaduta non inferiore a quella ottenibile con FOLFOX-4 per 6 mesi e valutare se il Bevacizumab associato al regime FOLFOX-4 indipendentemente dalla durata del trattamento sia superiore alla sola chemioterapia con FOLFOX-4. A partire dal 2010 è stata data la possibilità di utilizzare il regime XELOX come alternativa al trattamento FOLFOX-4, solo per pazienti che non partecipano allo studio col Bevacizumab. La parte di studio relativa al bevacizumab è stata prematuramente chiusa nel dicembre 2010 in seguito ai risultati negativi degli studi NSABPC-08 e AVANT. Lo studio di durata ha terminato l’arruolamento nell’aprile del 2013 con un totale di 3759 pazienti, la fase di follow-up prevista per il raggiungimento dei 944 eventi richiesti terminerà nel 2016 534 pazienti partecipanti allo studio TOSCA hanno preso parte, previo apposito ulteriore consenso informato, ad uno studio ancillare di farmacogenetica finalizzato a studiare 17 polimorfismi su 11 geni coinvolti nei meccanismi di azione e detossificazione dei farmaci in studio (Oxaliplatino e 5fluorouracile) per identificare quei pazienti che non danno risposte ottimali in termini di disease free servival e quei pazienti maggiormente predisposti a soffrire di effetti collaterali. I risultati di tale studio, per la parte relativa al quesito sulle tossicità, sono stati pubblicati su Scientific Reports: Sci Rep. 2014 Nov 5;4:6828. COMETS (Studio di fase III randomizzato controllato a gruppi paralleli che confronta due differenti sequenze di terapia (Irinotecan/Cetuximab seguito da FOLFOX-4 vs FOLFOX-4 seguito da Irinotecan/Cetuximab) in pazienti portatori di tumore del colonretto metastatico trattati in prima linea di terapia con FOLFIRI/Bevacizumab) In settembre 2009 è iniziato il reclutamento dello studio COMETS, uno studio clinico multicentrico, randomizzato, di fase III che vuole comparare l’efficacia ed il profilo di tossicità di due differenti sequenze chemioterapiche al fine di ottimizzare il trattamento di pazienti con tumore al colon metastatico, progrediti dopo una prima linea con FOLFIRI e Bevacizumab. Lo studio è supportato dall’Agenzia Italiana del Farmaco all’interno del Bando per la Ricerca Indipendente Anno 2006 ed il promotore è la Fondazione Giscad per la Cura dei Tumori. L’obiettivo primario dello studio è comparare l’efficacia della sequenza chemioterapicha FOLFOX-4 seguito da Irinotecan + Cetuximab verso la sequenza chemioterapica Irinotecan + Cetuximab seguito da FOLFOX-4 in termini di tempo libero dalla progressione. Lo studio si chiuderà al raggiungimento di circa 101 eventi e a tal fine sarà necessario randomizzare circa 110 pazienti, numero pressoché raggiunto. Carcinoma della testa e del collo I tumori maligni della testa e del collo rappresentano circa il 5% di tutti i tumori maligni in Italia; ogni anno si diagnosticano circa 12.000 nuovi casi, mentre sono più di 500.000 in tutto il mondo. Si tratta di un tumore potenzialmente curabile se diagnosticato in una fase precoce. Purtroppo, il 60% dei pazienti presenta malattia avanzata non operabile e una parte considerevole dei pazienti recidiva. Il trattamento chemio-radioterapico è il trattamento standard per i pazienti affetti da carcinoma a cellule squamose localmente avanzato, RAPPORTO ATTIVITA’ 62 2014 IRFMN mentre per i pazienti resecabili il trattamento standard è la chirurgia e la radioterapia post-operatoria, con o senza chemioterapia adiuvante. Nel laboratorio sono attivi quattro studi su questo tumore. H&N07 (Chemioterapia neoadiuvante a base di docetaxel, cisplatino e 5-fluorouracile (TPF) seguita da radioterapia e chemioterapia concomitante o cetuximab a confronto con radioterapia e chemioterapia concomitante o cetuximab in pazienti con carcinoma a cellule squamose della testa-collo localmente avanzato. Studio randomizzato, di fase III con disegno fattoriale) Studio multicentrico, randomizzato, di fase III, in aperto con disegno fattoriale, che rappresenta la prosecuzione di un precedente studio di fase II e ha come promotore A.V.A.P.O. - Ricerche Venezia e come Investigatore Principale la Dottoressa Maria Grazia Ghi, dell’Ospedale “SS.Giovanni e Paolo” di Venezia. Partecipano alla sperimentazioni pazienti affetti da carcinoma a cellule squamose localmente avanzato della testa-collo. La durata totale dello studio è di circa 6 anni (4 anni di arruolamento + 2 anni di follow-up). Lo studio consiste di due sottostudi indipendenti tra loro e ha lo scopo di valutare l’efficacia in termini di sopravvivenza globale di un trattamento di chemioterapia neoadiuvante a regime TPF (docetaxel, cisplatino, 5-fluorouracile), seguita da un trattamento concomitante alla radioterapia a base di chemioterapia o cetuximab. Si propone inoltre di valutare la tollerabilità del trattamento concomitante di radioterapia e cetuximab rispetto al trattamento concomitante alla radioterapia di tipo chemioterapico, preceduti o meno da chemioterapia neoadiuvante. L’arruolamento dello studio, iniziato nel marzo 2008, si è concluso in data 2 aprile 2012 con un totale di 421 pazienti, randomizzati da circa 60 centri italiani. Lo studio ha raggiunto il numero di eventi previsti dal calcolo campionario ed è in fase di analisi finale, e sarà quindi a breve pubblicato. Studio di fase II con schema TPF preoperatorio in carcinomi del cavo orale localmente avanzati, con l’obiettivo di incrementare la percentuale di risposte complete patologiche Studio multicentrico, a braccio singolo, di fase II, promosso dall’IRCCS – Fondazione “Istituto Nazionale Tumori” di Milano e la Dottoressa Licitra del medesimo ente, come Investigatore Principale. Sono candidabili pazienti affetti da carcinoma spino-cellulare del cavo orale localmente avanzato, suscettibile di intervento chirurgico, in condizioni cliniche tali da poter effettuare una chemioterapia preoperatoria e che presentino caratteristiche di malattia che possano essere predittive di risposta alla terapia (proteina p53 funzionale e/o una bassa espressione di beta tubulina). I pazienti sono trattati con 3 cicli di chemioterapia con regime TPF (docetaxel, cisplatino, 5-fluorouracile) ed eseguiranno poi un intervento chirurgico di rimozione della malattia. Sulla base di determinate caratteristiche istologiche, il paziente potrà essere sottoposto o meno a radioterapia dopo l'intervento. Lo studio mira a valutare la percentuale di risposte patologiche complete all’intervento chirurgico dopo il trattamento chemioterapico, valutando se il profilo molecolare della malattia possa aiutare nella scelta del trattamento migliore, integrando o meno una chemioterapia citoriduttiva alla terapia standard chirurgica. Lo studio, iniziato nell’Aprile 2013, prevede il reclutamento di 67 pazienti. Attualmente 16 centri italiani hanno aderito allo studio e sono stati reclutati 11 pazienti. RAPPORTO ATTIVITA’ 63 2014 IRFMN B490 (Cetuximab e Cisplatino con o senza Paclitaxel nel tumore testa e collo ricorrente o metastatico) E’ uno studio clinico multicentrico, randomizzato, di fase II-B, di non inferiorità, promosso dall’ Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, il cui scopo è valutare se il trattamento con cetuximab e cisplatino sia meno tossico e non inferiore in termini di efficacia al trattamento standard con cetuximab, cisplatino e 5-Fluorouracile in pazienti con tumore testa- collo ricorrente o metastatico. Nel giugno del 2012 è iniziato il reclutamento che prevede il raggiungimento di circa 200 pazienti per ottenere i 164 eventi richiesti. Ad oggi sono stati arruolati 108 pazienti. Tale studio comprende due sottostudi di ricerca traslazionale, uno sui campioni tissutali tumorali per l’analisi di marker prognostici e predittivi di risposta e l’altro su campioni ematici/plasmatici per l’analisi di miRNA circolante. Mucosite dolorosa al cavo orale durante trattamenti oncologici in pazienti con tumore testa-collo: studio randomizzato in doppio cieco di confronto tra sciacqui di morfina verso placebo nel ridurre l’uso sistematico di fentanyl o morfina E’ uno studio multicentrico, randomizzato in doppio cieco, a bracci paralleli di fase III per valutare l’attività analgesica nella mucosite di una soluzione di morfina somministrata attraverso sciacqui al cavo orale. La popolazione in studio è rappresentata da pazienti con tumore del testa-collo sottoposti a chemioradioterapia sia come unico trattamento sia come trattamento dopo chirurgia e che abbiano sviluppato mucosite dolorosa dovuta alla chemioterapia. I pazienti randomizzati riceveranno sciacqui con una soluzione di morfina o placebo; inoltre i pazienti riceveranno dosi supplementari di morfina per via orale, definite dosi “rescue”, ad ogni esacerbazione del dolore al cavo orale, a cui, se necessario, potranno essere aggiunte dosi di farmaci antinfiammatori non steroidei. Ai pazienti che dovessero aver bisogno di dosi rescue con regolarità verranno somministrati morfina orale a lento rilascio, morfina per via parenterale o fentanyl per via transdermica. E’ previsto l’arruolamento di 140 pazienti in circa 15 centri sperimentali. L’obiettivo primario è quello di valutare l’efficacia analgesica dello sciacquo con morfina versus placebo utilizzando come indicatore primario la differenza di oppioidi sistemici richiesti per via orale o parenterale (morfina) o per via transdermica (fentanyl), espressi come dose di morfina orale equivalente. Gli obiettivi secondari sono: valutare nei due bracci l’intensità media di dolore durante l’intero periodo dello studio gli effetti avversi correlati agli oppiodi il numero totale di farmaci antinfiammatori non steroidei richiesti in caso di inefficacia della dose rescue di oppiodi la qualità della vita, valutata tramite questionari validati la necessità di supporto nutrizionale, espresso come numero di giorni con sondino naso gastrico la percentuale di perdita di peso dalla randomizzazione il numero di giorni di ospedalizzazione dovuto a mucosite. E’ previsto un sottostudio ancillare per valutare la farmacocinetica della morfina somministrata topicamente. A tale scopo saranno prelevati campioni di sangue venoso con l’intento di misurare le concentrazioni plasmatiche di morfina assorbita attraverso la mucosa orale. Lo studio è in fase di attivazione. Sarcomi retroperitoneali RAPPORTO ATTIVITA’ 64 2014 IRFMN I sarcomi dei tessuti molli retroperitoneali sono patologie oncologiche rare e rappresentano il 10-15% dei casi di sarcomi dei tessuti molli che a loro volta rappresentano l’1-3% di tutti i casi di tumori. I sarcomi retroperitoneali mostrano diversi istotipi, ma le forme predominanti di questo distretto sono il leiomiosarcoma e il liposarcoma. La chirurgia è il trattamento di elezione nelle forme localizzate, con, tuttavia, una percentuale di ricomparsa della malattia molto elevata, dal momento che non sempre è possibile asportare l’intera massa tumorale. Pazienti con malattia metastatizzata o non operabile generalmente ricevono la chemioterapia. Questa può essere indicata anche per i pazienti che hanno un tempo di recidiva molto breve, anche se non vi sono forti evidenze a supporto di questa pratica. La chemioterapia di prima linea consiste nella somministrazione di doxorubicina e/o ifosfamide con una percentuale di risposta tra il 20 e il 50% dei pazienti, anche se non vi è giudizio unanime sull’attività dell’ifosfamide nel leiomiosarcoma. La trabectedina è particolarmente attiva nel leiomiosarcoma e liposarcoma ed è stato approvato dall’Agenzia Europea per i medicinali come chemioterapia di seconda linea nel trattamento dei sarcomi dei tessuti molli. Questo farmaco si lega all’ansa minore del DNA, con conseguente alchilazione del N2 della guanina; inoltre, interferisce con la regolazione della trascrizione in modo gene- e promotore-dipendente. TRAVELL (studio di fase II su trabectedina nei leiomiosarcomi e nei liposarcomi ben differenziati/de differenziati del retro peritoneo in fase avanzata) TRAVELL è uno studio multicentrico, a braccio singolo di fase II in pazienti affetti da leiomiosarcoma e da liposarcoma ben differenziato/dedifferenziato del retroperitoneo. E’ previsto l’arruolamento di 95 pazienti in circa 20 centri sperimentali. L’obiettivo primario dello studio è valutare l’attività della trabectedina come seconda/ulteriore linea nei sarcomi retroperitoneali. Un altro obiettivo di questo studio è quello di valutare il beneficio fornito dalla trabectedina nei sarcomi retroperitoneali, in modo da supportare il processo decisionale multidisciplinare nella gestione dei sarcomi in questa sede. L’indicatore primario è la proporzione delle risposte definite attraverso il rapporto tra il tempo libero da malattia dopo il trattamento con trabectedina e il tempo alla progressione dopo la prima/precedente linea di trattamento in ogni singolo paziente. Gli indicatori secondari sono: Risposta oggettiva. Risposta patologica del tumore, in pazienti che sono sottoposti a chirurgia dopo il trattamento Sopravvivenza libera da progressione Profilo di sicurezza Efficacia della trabectedina nel ridurre il dolore associato a tumore Saranno effettuati studi a latere con lo scopo di definire le caratteristiche biologiche tumorali associate a differenti tipologie di risposta a trabectedina in 15-20 pazienti che si sottoporranno ad intervento chirurgico dopo trattamento con trabectedina. Infine ai pazienti inclusi nello studio sarà somministrato un questionario per valutare il dolore correlato al tumore e l’uso di farmaci antalgici. Attualmente è in corso l’arruolamento dei pazienti. Carcinoma renale Ogni anno in Europa vengono diagnosticati 100.000 nuovi casi di carcinoma renale, causando la morte di più di 25.000 persone. RAPPORTO ATTIVITA’ 65 2014 IRFMN In Italia il carcinoma renale colpisce 12.000 pazienti ogni anno. L’età media di insorgenza è 62 anni e più dell’80% dei pazienti ha più di 50 anni al momento della prima diagnosi, con un rapporto uomo-donna di 2:1. L’incidenza del tumore del rene mostra un incremento nei paesi industrializzati, probabilmente dovuto al miglioramento delle tecniche diagnostiche ma anche all’aumento dell’età media della popolazione, all’incremento del numero di individui con fattori di rischio quali ipertensione arteriosa, obesità e/o fumo. Circa il 30% dei pazienti presenta già una malattia metastatica al momento della diagnosi. La sopravvivenza a 5 anni dei pazienti con malattia metastatica è inferiore al 10%. Il carcinoma renale metastatico è usualmente resistente al trattamento con agenti chemioterapici. Interferone alfa-2a e Interleuchina-2 sono state le terapie standard per questa categoria di pazienti ed i risultati sono stati piuttosto modesti, con percentuali di risposta inferiori al 20% e significativa tossicità. Al momento la terapia di riferimento di prima linea per pazienti con prognosi buona o intermedia è rappresentata dagli inibitori dell'attività tirosin-chinasica dei recettori del fattore di crescita dell'endotelio vascolare (sunitinib, sorafenib, pazopanib) e dall’anticorpo monoclonale bevacizumab in associazione all’interferone. Dopo una prima linea con una terapia mirata verso VEGF, due farmaci hanno dimostrato di aumentare sostanzialmente la sopravvivenza libera da progressione e possono essere raccomandati: Everolimus e Axitinib. Il laboratorio è coinvolto in uno studio sul carcinoma renale. ORCHIDEE (Fattori correlati all’outcome in pazienti con carcinoma renale metastatico trattati con Everolimus dopo fallimento di una prima linea di trattamento con inibitore VEGF) Si tratta di uno studio multicentrico, a braccio singolo di fase IV, che coinvolgerà circa 20 Centri in Italia. Promotore dello studio è l’IRCCS – Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano e investigatore principale il Prof Giacomo Cartenì dell’AORN “Antonio Cardarelli”, di Napoli. L'obiettivo primario della sperimentazione è identificare fattori predittivi di esito favorevole in pazienti trattati con Everolimus in seconda linea per carcinoma renale, dopo fallimento di una prima linea con un inibitore del fattore di crescita dell'endotelio vascolare. Everolimus è un inibitore del bersaglio della rapamicina nei mammiferi (mTOR), una protein-chinasi che regola la proliferazione, la motilità e la sopravvivenza delle cellule. Everolimus è stato oggetto di molti studi clinici in pazienti con diversi tipi di tumori ematologici e non ematologici. Tra le sue indicazioni terapeutiche vi è il trattamento del tumore del rene in stadio avanzato. E' previsto l'arruolamento di 200 pazienti, al fine di garantire il raggiungimento di 150 eventi entro il termine previsto della sperimentazione. Lo studio è attualmente in fase di attivazione e si prevede l’inizio dell’arruolamento nei primi mesi del 2015. Glioblastoma Il glioblastoma è il tumore più comune e più maligno tra le neoplasie della glia. Colpisce soprattutto, ma non solo, gli adulti (età mediana alla diagnosi di 64 anni), e si presenta solitamente negli emisferi cerebrali. Come tutti i tumori cerebrali, salvo rarissimi casi, non si espande oltre le strutture del sistema nervoso centrale. Presentando una soppravvivenza del 29% a 1 anno dalla diagnosi e del 3% a 5 anni, viene considerato un tumore a cattiva prognosi). L’attuale trattamento del glioblastoma include chirurgia, radioterapia e chemioterapia. Vista la difficoltà di alcune molecole di attraversare la barriera emato-encefalica o comunque di mantenere concentrazioni efficaci nella sede tumorale, lo sviluppo di approcci terapeutici più efficaci per tale patologia è fondamentale. Il laboratorio è coinvolto in due studi sul glioblastoma: RAPPORTO ATTIVITA’ 66 2014 IRFMN Studio clinico multicentrico, italiano, a braccio singolo, di fase II per valutare l’efficacia di Ortataxel nel trattamento della recidiva di glioblastoma Nel Novembre 2013 è iniziato il reclutamento di uno studio italiano, multicentrico a braccio singolo, di fase II che valuta l’efficacia di Ortataxel nel trattamento della recidiva di glioblastoma. Il promotore dello studio è l’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano e investigatore principale il Dottor Antonio Silvani della Fondazione IRCCS “Carlo Besta” di Milano. Il farmaco sperimentale è Ortataxel, un taxano di terza generazione che attraversa la barriera ematoencefalica e non è substrato della “glicoproteina p”, responsabile dei meccanismi di resistenza agli altri taxani. L’obiettivo primario dello studio è di valutare l’efficacia di Ortataxel in termini di sopravvivenza libera da progressione dopo sei mesi dalla registrazione. Ad oggi sono stati arruolati 20 pazienti. Sono previste due analisi: la prima dopo la registrazione di 33 pazienti e se l’attività risulterà adeguata lo studio proseguirà fino a quando si sarà raggiunto il numero di 67 pazienti valutabili. DENDR-STEM – (Studio di fase I sull’immunoterapia con cellule dendritiche caricate con cellule simil-staminali di glioblastoma in pazienti con recidiva di glioblastoma) L’immunoterapia ha mostrato risultati promettenti in una serie di tumori quali il carcinoma prostatico e il melanoma. Il glioblastoma, il più letale dei tumori cerebrali, con una sopravvivenza mediana di 15 mesi dalla diagnosi, è un esempio di come talvolta i tumori abbiano la capacità di eludere il sistema immunitario con un meccanismo di “fuga immunitaria”, limitando notevolmente l'efficacia dell'immunoterapia. Alcuni studi hanno dimostrato che nel glioblastoma vi è una sottopopolazione cellulare, composta da cellule simil-staminali di glioblastoma che esprimono caratteristiche tipiche delle staminali e che contribuiscono alla persistenza del tumore e alla sua resistenza a condizioni sfavorevoli, quali l’ipossia. Pertanto, queste cellule sono un target ottimale per incrementare l’efficacia dell’immunoterapia in questo tumore. Lo studio DENDR-STEM è uno studio monocentrico di fase I che ha come obiettivo la valutazione nell’uomo dell’attività biologica, della sicurezza, della tollerabilità e della fattibilità di un’immunoterapia con cellule dendritiche rivolte contro le cellule simil-staminali di glioblastoma. I dati verranno raccolti su evidenze di risposta immunologica e su indicatori primari di miglioramento della sopravvivenza. Lo studio, in fase di attivazione, prevede di arruolare circa 20 pazienti con ricorrenza di glioblastoma multiforme. Promotore dello studio è la Fondazione IRCCS – Istituto Neurologico Carlo Besta e l’investigatore principale il Dottor Gaetano Finocchiaro, della stessa istituzione. Un primo consenso al trattamento in laboratorio del pezzo tumorale sarà richiesto ai pazienti prima dell’intervento chirurgico, che sarà eseguito a scopo diagnostico-ablativo. Successivamente, i pazienti a cui verrà confermata una diagnosi istologica di ricorrenza di glioblastoma e per i quali si otterrà una positiva crescita cellulare, saranno arruolati nello studio e si procederà alla leucaferesi e al trattamento con sette dosi di cellule dendritiche caricate. L’eventuale attività dell’immunoterapia sarà valutata attraverso le variazioni dei parametri immunitari dalla visita basale fino alla seconda somministrazione del vaccino. L’indicatore di sicurezza comprende la valutazione di reazioni autoimmuni. Lo studio della fattibilità mira a determinare le percentuali di crescita delle GSC in nanosfere. RAPPORTO ATTIVITA’ 67 2014 IRFMN Attività nell’area onco-ginecologica MaNGO è l’acronimo per Mario Negri Gynecologic Oncology group. Dall’inizio degli anni ’90 l’Istituto Mario Negri ha collaborato attivamente nella realizzazione di studi clinici nazionali e internazionali in ambito onco-ginecologico. Il gruppo MaNGO si costituisce formalmente nel maggio del 2006 con lo scopo di mantenere questa tradizione scientifica ma di migliorare la visibilità del contributo italiano. MaNGO nasce anche dall’esigenza di poter interagire attivamente con il Gynecologic Cancer Intergroup (GCIG) e l’European Network of Gynaecological Oncology Trials groups (ENGOT) due network internazionali che cercano di ottimizzare la collaborazione tra gruppi nazionali. La partecipazione a questi forum internazionali permette di accedere alle più qualificate proposte di ricerca clinica e a sottogruppi di lavoro con specifiche aree di interesse. Nel corso del 2014 l’Unità di Ginecologia-Oncologia, nel contesto delle attività del MaNGO, ha coordinato la partecipazione di una rete selezionata di ospedali italiani a numerosi studi clinici randomizzati nazionali ed internazionali, di seguito descritti. PORTEC-3 è uno studio di fase III, che confronta la chemio-radioterapia concomitante seguita da chemioterapia adiuvante con la sola radioterapia nella pazienti con carcinoma dell’endometrio ad alto rischio o avanzato. PORTEC-3 è uno studio accademico promosso da clinici olandesi con gruppi collaborativi dei seguenti paesi: Paesi Bassi, Regno Unito, Italia, Australia/Nuova Zelanda, Canada e Francia. L’Unità ha ricevuto fondi dall’AIFA per il coordinamento nazionale. L’arruolamento si è concluso a dicembre 2013, essendo stata raggiunta la numerosità del campione prevista dal protocollo. I 14 centri italiani partecipanti hanno reclutato 103 pazienti su un totale internazionale di 686. Nel corso del 2014 sono state effettuate visite di monitoraggio a tutti i centri italiani. L’attività di raccolta dati proseguirà per tutto il 2015 e oltre. Si spera di poter presentare i primi dati relativi alla tossicità e alla qualità della vita a breve termine all’ASCO 2015. L’analisi finale è prevista nel 2016/2017, a seconda della numerosità degli eventi. TAUL (Trabectedi Activity in Uterine Leiomyosarcoma) è uno studio di fase II, randomizzato ma non comparativo, condotto nelle pazienti affette da leiomiosarcoma uterino recidivante, che valuterà l’efficacia clinica della trabectedina (farmaco antitumorale di origine marina). TAUL è uno studio accademico in ambito nazionale al quale hanno aderito il gruppo MITO, l’Italian Sarcoma Group e la Rete Tumori Rari. Ha preso avvio nel 2010 e a fine 2014 25 centri hanno reclutato 139 casi (101 nel braccio con trabectedina), su un totale previsto di circa160 casi (109 nel braccio con Trabectedina). L’arruolamento dovrebbe concludersi entro la fine del 2015. Nel corso del 2014, inoltre, è proseguito il progetto transazionale che ha visto la raccolta e studio di primi 60 campioni biologici. A breve sarà portata a termine questa prima esplorazione sui determinanti biologici della risposta al farmaco. INOVATYON è uno studio internazionale, randomizzato di fase III in aperto, a bracci paralleli che ha l'obiettivo di dimostrare la superiorità nel prolungamento della sopravvivenza di un trattamento non a base di platino (doxorubicina peghilata liposomiale e trabectedina) rispetto ad un trattamento contente platino (doxorubicina peghilata liposomiale e carboplatino) in pazienti con recidiva di carcinoma ovarico tra 6 e 12 mesi dal termine di una precedente chemioterapia a base di platino (recidiva parzialmente platino sensibile). Il razionale dello studio risiede quindi nel prolungare, in questa tipologia di pazienti, l'intervallo libero da trattamenti contenenti platino, così da aumentare la sensibilità delle cellule tumorali al platino. Entrambi i regimi terapeutici a confronto sono attualmente utilizzati in pratica clinica per trattare la recidiva di tumore ovarico parzialmente platino sensibile ma prima dello studio INOVATYON, non era stato effettuato un confronto formale tra i due trattamenti. La mancata disponibilità sul mercato internazionale della doxorubicina peghilata liposomiale ha bloccato l'attivazione dello studio per RAPPORTO ATTIVITA’ 68 2014 IRFMN quasi due anni (da Dicembre 2011, dopo l'arruolamento della prima paziente, fino alla seconda metà del 2013). L’arruolamento è ripreso a gennaio 2014, ed è attualmente attivo in Italia, Germania, Spagna, Olanda, Finlandia, Svizzera, Belgio; nella prima metà del 2015 saranno aperti ulteriori centri in Austria, Danimarca e Norvegia e successivamente nel Regno Unito. In totale sono state randomizzate 79 pazienti. Lo studio MITO-16 / MaNGO-Ov2 è frutto di una collaborazione con il gruppo di oncoginecologia MITO. Prevede un protocollo di fase IV che valuta gli aspetti transazionali del bevacizumab, somministrato a pazienti affette da carcinoma ovarico in combinazione con la chemioterapia standard a base di carboplatino e taxolo. Il laboratorio sta provvedendo alla raccolta centralizzata di plasma e sangue intero. Su tali campioni biologici saranno avviati diversi studi transazionali da parte di una rete di centri di ricerca italiani, finalizzati a individuare possibili fattori prognostici o predittivi. Nel corso del primo trimestre 2014 si è conclusa la fase di reclutamento dei pazienti raggiungendo il campione previsto di 400 casi. Nel corso del 2014 si è anche conclusa la fase di attivazione, congiuntamente con il gruppo di onco-ginecologia MITO, del protocollo di fase III randomizzato (studio MITO-16b / MaNGOOv2b) che valuterà, in termini di sopravvivenza libera da malattia e globale l’utilità di proseguire la terapia con bevacizumab in pazienti affette da carcinoma ovarico e che sono recidivate dopo una prima linea già contenente bevacizumab. Il gruppo MaNGO ha incluso tre pazienti. Dal 2013 è in corso uno studio di fase II randomizzato ma non comparativo, volto a valutare l’efficacia e il profilo di tossicità di due schemi chemioterapici (Trabectedina e bevacizumab +/carboplatino) nelle pazienti affette da carcinoma ovarico in recidiva dopo 6- 12 mesi dalla fine della prima chemioterapia a base di platino. Tale studio prevede la randomizzazione di circa 80 pazienti in almeno 5 centri della rete MaNGO. Ad oggi tutti i centri partecipanti sono attivi e da Luglio a Dicembre 2014 sono state arruolate Centro di Coordinamento, 20 pazienti. Tre nuovi centri verranno coinvolti durante il 2015. Il Comitato Tecnico Scientifico di MaNGO si è riunito a cadenza quadrimestrale circa mentre è stata convocata, nel maggio 2014, la 11° assemblea generale dei clinici aderenti a MaNGO. Attività nell’area dolore L’attività dell’Unità di Ricerca nel Dolore e Cure Palliative è finalizzata a proseguire la ricerca e incrementare le conoscenze nell’area del dolore e dei suoi trattamenti e nel campo delle cure palliative, nell’ambito del programma più generale delle attività promosso dall’Istituto. Inoltre l’unità conduce diversi studi clinici sul dolore da cancro e revisioni sistematiche della letteratura. Nel 2011 è stato avviato lo studio clinico CERP, “Studio clinico randomizzato e controllato, in aperto, per comparare l’efficacia analgesica di percorsi terapeutici effettuati con ossicodone, fentanyl e buprenorfina verso morfina, in pazienti con dolore associato a cancro di intensità moderata-severa, a partire dal momento in cui iniziano il trattamento con 3° scalino della scala analgesica del WHO” e il sottoprogetto “Valutazione, in parallelo, dell’assetto genico dei pazienti e delle possibili correlazioni con gli effetti clinici osservati”. A settembre 2014 si è chiusa la fase di reclutamento dei pazienti e attualmente i dati pervenuti sono in fase di analisi statistica. Nei primi mesi del 2015 è prevista la stesura dell’articolo inerente i dati basilari dello studio, in coerenza con gli obiettivi del protocollo. A seguire, tra 2015 e 2016, verranno eseguite analisi di sottopopolazioni e verranno preparati nuovi paper. Nel corso del 2013 è stato avviato lo studio RER, “Studio osservazionale prospettico longitudinale per valutare caratteristiche cliniche e trattamenti a base di oppioidi in pazienti affetti da breakthrough cancer pain (BTcP)”. Lo studio è multicentrico e comprende 10 centri RAPPORTO ATTIVITA’ 69 2014 IRFMN della Regione Emilia Romagna. L’obiettivo principale di questo studio è quello di valutare le caratteristiche cliniche del BTcP (numerosità e durata degli episodi, tempo per raggiungere il picco di dolore, intensità massima, meccanismi trigger) ed i relativi pattern di cura, in un campione di pazienti oncologici affetti da dolore di base di intensità moderata-severa, già in terapia o in fase d’inizio di trattamento con oppioidi del 3° scalino, e affetti da episodi di BTcP, trattati con terapia rescue con oppioidi, seguiti longitudinalmente per un periodo di 28 giorni. Alla fine del 2014 erano stati reclutati 70 pazienti con un ritmo inferiore al previsto. Per rivalutare il processo di arruolamento e le eventuali difficoltà dei centri è stato effettuato un nuovo investigator meeting agli inizi del 2015. Nel corso del 2013 si sono svolte anche le fasi preparatorie (stesura del protocollo e scheda raccolta dati) dello studio GREAT (Good REsponse with Appropriate Treatment): “Fattori che influenzano la risposta analgesica nel tempo dell’associazione ossicodone-naloxone nel trattamento del dolore in pazienti oncologici”. A dicembre si è organizzata la prima riunione di Advisory Board per la discussione del protocollo. A fine 2014 tre centri erano già stati attivati e avevano inserito una ventina di casi. Agli inizi del 2015 sono in atto le attivazioni degli altri centri. Lo studio potrebbe concludersi tra la fine del 2015 e i primi mesi del 2016. Inoltre l’Unità si occupa della valutazione sulla quantità e qualità delle evidenze disponibili sul tema della epidemiologia del dolore, sue caratteristiche e efficacia della terapia analgesica di tipo farmacologico. È stata pubblicata una revisione sistematica sugli studi che hanno valutato la frequenza di dolore incidente documentandone l’estrema variabilità della frequenza di questo fenomeno negli studi clinici pubblicati. Una altra revisione di letteratura ha permesso di valutare sia dal punto di vista della farmacocinetica e farmacodinamica che clinica tutte le formulazioni di fentanyl transmucosali esistenti sul mercato per tale tipo di dolore legato a malattia tumorale. Nel dicembre 2014 è stata pubblicata su JCO una revisione sistematica e pooled analysis in tema di sottotrattamento nel dolore da cancro. Proseguono, inoltre, le iniziative di tipo formativo organizzate dalla Unità di ricerca sul dolore in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano. All’interno dell’Istituto si tengono ormai da sei anni le lezioni relative ai moduli clinici del “Master in Cure Palliative”. Da due anni vengono inoltre tenute lezioni sul tema del dolore agli specializzandi dell’ultimo anno della scuola di specialità di medicina interna e di geriatria dell’Università degli studi di Milano. Sono in atto collaborazioni esterne con il network europeo di ricerca nel campo delle cure palliative (EAPC Research Network), con AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e con SIMI (Società Italiana di Medicina Interna), finalizzate alla produzione di lavori scientifici correlati alle relative specialità mediche. Altro Farmaci antitumorali orali: interventi infermieristici per migliorare la gestione delle terapie e la sicurezza del paziente Dati recentemente pubblicati suggeriscono l’utilità di un monitoraggio attivo per migliorare l’efficienza e la sicurezza dell’impiego di terapie antitumorali orali, confermati dai risultati di un’esperienza pilota monocentrica italiana effettuata presso l’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar; questi risultati suggeriscono la potenzialità del monitoraggio attivo sui pazienti da parte del personale infermieristico di reparto nel ridurre gli accessi impropri e nel controllare la tossicità attraverso: 1) l’utilizzo di un’informazione accurata ai pazienti, 2) la somministrazione di un promemoria cartaceo specifico per il tipo di farmaco, su cui il paziente viene invitato a riportare ogni giorno il dosaggio assunto e l’eventuale sintomatologia riscontrata, 3) un monitoraggio telefonico ripetuto due volte nel primo mese e una volta nel secondo mese di terapia. L’esperienza del Negrar ha determinato la riduzione della proporzione di pazienti con tossicità di grado 3 dal 12% al 6% e il numero di accessi impropri dal 17% al 7% rispetto ai dati storici rilevati nell’anno precedente nello stesso ospedale. RAPPORTO ATTIVITA’ 70 2014 IRFMN E’ quindi in corso uno studio osservazionale, multicentrico nei quali i pazienti saranno randomizzati ad un intervento “attivo” oppure ad un gruppo di “controllo”. L’intervento “attivo” comprende: un colloquio infermieristico all’inizio della terapia, la rilevazione della tossicità da parte del personale infermieristico secondo scala CTCAE, la somministrazione di un diario giornaliero da compilare da parte del paziente e visite telefoniche per verificare la presenza di sintomatologia. I pazienti arruolati nel gruppo di “controllo” saranno seguiti secondo le normali modalità organizzative ed informative del centro. La durata dell’intervento riguarda i primi 2 cicli di terapia indipendentemente dalla durata del singolo ciclo (3, 4, o 6 settimane). E’ previsto l’arruolamento di 430 pazienti in 28 centri oncologici dislocati su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo primario è valutare la proporzione di pazienti con accessi ‘impropri’, mentre quelli secondari sono valutare la proporzione di pazienti con tossicità grave, la concordanza tra tossicità riscontrata alla visita con quella desunta dalle telefonate e l’aderenza al protocollo d’intervento infermieristico. Lo studio è in corso e a gennaio 2015 sono stati arruolati 392 pazienti. Studi con dispositivi medici (catetere urinario) ESCALE - Studio multicentrico, randomizzato, controllato al fine di valutare l’efficacia ed il relativo rapporto costo-beneficio di cateteri urinari rivestiti in argento rispetto ai cateteri convenzionali in pazienti con lesioni spinali. Lo studio è stato promosso dal “Biomedical Research Institute Sant Pau (IIB Sant Pau)” di Barcellona che ha delegato al Laboratorio la parte relativa alla conduzione, coordinamento e monitoraggio della sperimentazione in Italia. È uno studio multinazionale, multicentrico al quale partecipano 10 centri spagnoli e che prevede di coinvolgere, nella sua fase di estensione europea, oltre l’Italia anche l’Olanda, la Turchia ed il Portogallo. Il numero previsto di pazienti da arruolare è di 742. L’obiettivo dello studio è quello di confrontare l’incidenza di infezioni del tratto urinario legato all’uso di cateteri rivestiti in lega d’argento rispetto all’uso di cateteri convenzionali in quei pazienti che presentino lesioni del midollo spinale e che quindi necessitino di un cateterismo urinario permanente per il drenaggio della vescica. La popolazione in studio è rappresentata da adulti che presentino lesione traumatica o medica del midollo spinale. In Italia è stato previsto il coinvolgimenti di sei centri sperimentali. In Spagna lo studio ha arruolato il primo paziente nel Novembre 2012 ed il primo centro italiano è stato attivato nel Luglio 2014. Patologie non oncologiche Glaucoma Il glaucoma è una malattia oculare dovuta generalmente a un aumento della pressione all'interno dell'occhio. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità colpisce circa 55 milioni di persone nel mondo ed è una delle principali cause di disabilità visiva dopo la cataratta; in Italia si stima che circa un milione di persone ne siano affette, ma si calcola che la metà dei malati non ne siano a conoscenza (i non diagnosticati sarebbero indicativamente mezzo milione). La cecità e l'ipovisione provocate dal glaucoma si possono prevenire purché la malattia sia diagnosticata e curata tempestivamente. L’obiettivo dei trattamenti a oggi disponibili per la cura del glaucoma è quello di ridurre la pressione intraoculare, sino ad un livello considerato sicuro per l’occhio, per preservare la RAPPORTO ATTIVITA’ 71 2014 IRFMN qualità visiva e di conseguenza anche la qualità della vita. Le scelte terapeutiche a oggi disponibili sono rappresentate dai farmaci per uso topico, seguiti da procedure più invasive di tipo chirurgico come la trabeculoplastica laser e la chirurgia incisionale. Tali terapie giocano però, a causa dei loro effetti collaterali, un peso importante anche sulla qualità di vita dei pazienti, in considerazione anche del fatto che è a volte richiesto loro di iniziare le cure prima ancora dello sviluppo di apprezzabili disturbi visivi. Su tale patologia nel laboratorio sono attivi due studi: Studio multicentrico, osservazionale, trasversale sulla qualità della vita dei pazienti affetti da glaucoma in Italia. Studio italiano, multicentrico, osservazionale, trasversale sulla qualità della vita dei pazienti affetti da glaucoma. Il progetto prevede un sottostudio su una coorte longitudinale di pazienti in prima diagnosi seguita prospetticamente per un anno con una visita a 6 ed una a 12 mesi. Lo studio è promosso dall’Associazione Italiana Studio del Glaucoma (AISG) e ha come Investigatore principale il Professor Luciano Quaranta responsabile del Centro per lo Studio del Glaucoma dell’A,O, Spedali Civili di Brescia. La popolazione consiste in pazienti con età > 18 anni e con diagnosi strumentale di glaucoma primario ad angolo aperto. La valutazione della qualità della vita è stata fatta tramite dei questionari validati in italiano, il National Eye Institute Visual Function Questionnaire -NEIVFQ-25 e il Glaucoma Symptom Scale – GSS, che dovevano essere compilati dai pazienti. L’arruolamento ha coinvolto complessivamente 3226 pazienti in 21 centri italiani di cui 224 in prima diagnosi che sono stati seguitiper un anno. Gli abstract con i primi risultati sono stati presentati a congressi internazionali di oculistica (ARVO, European Glaucoma Society Congress) e il primo articolo con i risultati dello studio è stato sottomesso per la pubblicazione a una rivista scientifica del settore. Nel corso del 2014 è inoltre proseguita la raccolta e dei dati per la parte relativa ai pazienti in prima diagnosi seguiti prospetticamente e nel corso del 2015 è in previsione l’analisi dei dati e la stesura dei primi articoli. Studio sperimentale, a braccio singolo, di fase II, condotto su popolazione pediatrica affetta da glaucoma congenito, trattata con analoghi delle prostaglandine e/o con inibitori dell’anidrasi carbonica Studio multicentrico, sperimentale, a braccio singolo, di fase II, condotto su popolazione pediatrica affetta da glaucoma congenito, trattata con analoghi delle prostaglandine e/o con inibitori dell’anidrasi carbonica. La popolazione consiste in bambini da 0 a 12 anni con diagnosi di glaucoma congenito ad angolo aperto refrattario al trattamento chirurgico. Lo studio vuole valutare l’efficacia (in termini di effetto ipotensivo) e sicurezza degli analoghi delle prostaglandine e degli inibitori dell’anidrasi carbonica (latanoprost e dorzolamide) somministrati per via topica. Lo studio, che ha ricevuto un supporto economico all’interno dei Bandi per la ricerca indipendente dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), è promosso dall’A.O. Spedali Civili di Brescia e ha come Investigatore principale il Professor Luciano Quaranta responsabile del Centro per lo Studio del Glaucoma dell’A,O, Spedali Civili di Brescia. Il primo paziente è stato arruolato a luglio del 2009 e a gennaio 2014 si è conclusa la fase di reclutamento per un totale di 37 pazienti registrati. Nel 2014 è proseguita la raccolta dei dati e il monitoraggio dei follow-up dei pazienti e nel corso del 2015 si prevede la stesura del primo articolo sulle caratteristiche basali dei pazienti. RAPPORTO ATTIVITA’ 72 2014 IRFMN Altre Attività Assicurazione della Qualità Il nostro sistema di Assicurazione della Qualità ha lo scopo di garantire che gli studi clinici che si sviluppano all’interno del Laboratorio vengano eseguiti secondo gli standard normativi vigenti e le Norme di Buona Pratica Clinica. Per raggiungere questo obiettivo vengono svolte in continuo attività di stesura di procedure operative standard (SOP) e loro aggiornamento, controllo della gestione dei documenti relativi agli studi clinici ei supporto durante i processi di convalida. Nel corso del 2014 è proseguita l’attività di mantenimento della convalida del nostro sistema di raccolta dati elettronico (HeavyBase) e inoltre è iniziato lo sviluppo di procedure, tali da allineare la gestione e la verifica del dato clinico (Data Management) agli standard internazionali. Quest’ultima attività è stata messa in atto per soddisfare gli standard qualitativi richiesti da ECRIN (European Clinical Research Infrastructures Network) per poter essere certificati come Data Management Centre partner, e poter in questo modo, collaborare negli studi clinici coordinati da questo network europeo. Corso per Clinical Monitor Il Laboratorio, durante l’anno 2014, ha istituito e attivato il primo Corso per Clinical Monitor con l’obiettivo di formare Clinical Monitor certificati e pienamente autonomi nello svolgimento delle attività di monitoraggio come previsto dall’allegato 1 del Decreto Ministeriale 15 luglio 1997. Nel 2014 gli allievi del corso hanno partecipato alle attività all’interno del Laboratorio, alternando a visite di monitoraggio svolte in autonomia, visite di monitoraggio svolte in affiancamento a Clinical Monitor certificati. Il Corso ha una durata complessiva di 18 mesi e terminerà a Luglio 2015 con una prova d’esame finale ed il conseguimento della certificazione in base al Decreto Ministeriale del 15 novembre 2011. Monitoraggio Il Laboratorio svolge attività di monitoraggio locale grazie ai suoi monitor certificati. Tale attività coinvolge sia studi di cui l’Istituto è promotore, sia studi promossi da enti no-profit, istituzioni pubbliche o industrie farmaceutiche. A questo proposito il Laboratorio collabora con il Gruppo Italiano Mammella (GIM) per lo studio di fase III randomizzato “First Adjuvant Trial on All aromatase inhibitors in early breast cancer” (FATA). Tale studio ha l’obiettivo di confrontare gli inibitori dell’aromatasi anastozolo, letrozolo, ed exemestane usati con modalità up-front (per 5 anni) o in sequenza (per 3 anni dopo 2 anni di tamoxifene) come trattamento ormonale adiuvante in donne in postmenopausa affette da carcinoma della mammella ormonoresponsivo. Nel dicembre 2014 si è conclusa un’altra collaborazione con il gruppo “Swiss Group for Clinical Cancer Research” (SAKK) per le attività di monitoraggio per uno studio internazionale di fase II randomizzato con Rituximab più Lenalidomide o Rituximab in monoterapia in pazienti affetti da linfoma follicolare. Con lo stesso gruppo, durante il 2014, sono state definite le attività di monitoraggio per un altro studio internazionale a braccio singolo di fase I/II che si propone di valutare il trattamento con Nelfinavir e Lenalidomide/Dexametasone in pazienti affetti da mieloma multiplo dopo il fallimento della terapia a base di Lenalidomide. Il Laboratorio ha inoltre terminato la collaborazione per le attività di monitoraggio di un altro progetto internazionale il cui centro italiano coordinatore è l’“IRCCS Ca’ Granda Policlinico di Milano”. Il progetto, promosso dal Reparto di Neonatologia del Rigshospitalet di Copenhagen, aveva l’obiettivo di valutare la fattibilità di una strumentazione utilizzata nel monitoraggio dei livelli di ossigenazione dei tessuti cerebrali nei nati prematuri. RAPPORTO ATTIVITA’ 73 2014 IRFMN Statistica Il laboratorio, grazie alla presenza di un’unità dedicata, svolge attività di consulenza metodologica e statistica, collaborando con clinici e ricercatori nello sviluppo di progetti di ricerca. Tali collaborazioni hanno portato a numerose pubblicazioni, le principali in campo oculistico sullo studio di tecniche per la diagnosi di glaucoma e in campo diagnostico sull’accuratezza di varie tecniche diagnostiche per la stadiazione tumorale. Meta-analisi e Revisioni Sistematiche Il Laboratorio svolge regolarmente attività di revisioni sistematiche e meta-analisi principalmente in campo oncologico, diagnostico e oftalmologico. Le revisioni completate o in corso nell’anno 2014 hanno avuto come oggetto: l’effetto del trattamento con oppioidi sugli aspetti neurospicologici in pazienti con dolore non cancro correlato l’efficacia e la sicurezza del trattamento con Ranibizumab verso il trattamento con Bevacizumab in pazienti affetti da degenerazione maculare senile la performance dell’ecografica con contrasto nell’ambito della diagnosi delle lesioni pancreatiche gli effetti della radioterapia a singola seduta o ipofrazionata (non convenzionale) nel controllo locale delle diverse tipologie di meningiomi gli effetti dell’acromegalia sul metabolismo osseo RAPPORTO ATTIVITA’ 74 2014 IRFMN DIPARTIMENTO AMBIENTE E SALUTE PERSONALE Capo Dipartimento Roberto FANELLI, Dr.Sci.Biol. Laboratorio di Biochimica Analitica Capo Laboratorio Chiara CHIABRANDO, Dr.Sci.Biol. Laboratorio di Chimica e Tossicologia dell’Ambiente Capo Laboratorio Emilio BENFENATI, Dr.Chim. Unità di Igiene Industriale e Ambientale Capo Unità Marco LODI, Per.Chim. Laboratorio di Spettrometria di Massa Capo Laboratorio Enrico DAVOLI, Dr.Sci.Prod.Anim. Unità di Bioindicatori Proteici e Genetici Capo Unità Roberta PASTORELLI, Dr.Sci.Biol. Laboratorio di Tossicologia della Nutrizione Capo Laboratorio Ettore ZUCCATO, Dr.Med.Chir. Unità di Biomarkers Ambientali Capo Unità Sara CASTIGLIONI, Dr.Sci.Biol. Unità del Dipartimento Unità di Strumentazione Analitica Capo Unità Renzo BAGNATI, Dr.Chim. Unità di Valutazione di Rischio degli Inquinanti Ambientali Capo Unità Elena FATTORE, Dr.Sci.Biol. RAPPORTO ATTIVITA’ 75 2014 IRFMN CURRICULA VITAE Roberto Fanelli, Capo del Dipartimento Ambiente e Salute dal 1997, Capo Laboratorio 1978-97, Ricercatore 1975-78, Borsista 1965-74 presso l’Istituto Mario Negri. Laurea in Scienze Biologiche (Università Statale di Milano, 1973), Assistant Professor in Biochemistry presso il Baylor College of Medicine (Houston, Texas, 1974-75). Membro della Commissione Consultiva Prodotti Fitosanitari (Ministero Salute), Membro del Panel Scientifico sui Contaminanti della Catena Alimentare (European Food Safety Authority, 2003-2006), iscritto al Registro Nazionale dei Tossicologi Italiani Certificati. Membro Comitato Scientifico Ente Risi. Aree di interesse: sorgenti, diffusione, tossicologia, esposizione umana e valutazione del rischio di contaminanti ambientali persistenti. Rischio ambientale dei prodotti fitosanitari. Sviluppo di metodologie analitiche per l'identificazione di marcatori di esposizione/effetto di sostanze tossiche. Studio del meccanismo dell'azione tossica mediante tecniche di proteomica. Principali pubblicazioni: 1. Brunelli L, Ristagno G, Bagnati R, Fumagalli F, Latini R, Fanelli R, Pastorelli R. A combination of untargeted and targeted metabolomics approaches unveils changes in the kynurenine pathway following cardiopulmonary resuscitation. Metabolomics E-pub: (2013) 2. Colombo A, Benfenati E, Bugatti S G, Lodi M, Mariani Alessandro, Musmeci L, Rotella G, Senese V, Ziemacki G, Fanelli R. PCDD/Fs and PCBs in ambient air in a highly industrialized city in Northern Italy. Chemosphere 90: 2352-2357 (2013). 3. Toropov A A, Toropova A P, Benfenati E, Gini G, Fanelli R. The definition of the molecular structure for potential antimalaria agents by the Monte Carlo method. Struct Chem 24: 1369-1381 (2013) 4. Zuccato E, Chiabrando C, Castiglioni S, Bagnati R, Fanelli R. Estimating community drug abuse by wastewater analysis. Environ Health Perspect 2008 ; 116 : 1027-1032 5. Hodgson S, Thomas Laura, Fattore E, Lind P M, Alfven T, Hellstrom L, Hakansson H, Carubelli G, Fanelli R, Jarup L. Bone mineral density changes in relation to environmental PCB exposure. Environ Health Perspect 2008 ; 116 : 1162-1166 6. Pastorelli R, Carpi D, Campagna R, Airoldi L, Pohjanvirta R, Viluksela M, Hakansson H, Boutros P C, Moffat I D, Okey A B, Fanelli R. Differential expression profiling of the hepatic proteome in a rat model of dioxin resistance: correlation with genomic and transcriptomic analyses. Mol Cell Proteomics 2006; 5: 882-894 Emilio Benfenati, Capo del Laboratorio di Chimica e Tossicologia dell’Ambiente dal 1997, Capo Unità 1987-97, Ricercatore 1986-87, Borsista 1981-86 presso l’Istituto Mario Negri. Ricercatore presso l’Istituto Biochimico Italiano 1979-81. Laurea in Chimica (Università Statale di Milano, 1979). Ricercatore presso l'Università di Stanford, California (1983-1984). Membro della Commissione Consultiva Prodotti Fitosanitari (Ministero Salute 1997-99), iscritto all’Ordine Nazionale dei Chimici. Membro dell'External Scientific Advisory Panel, del CEFIC (dal 2011). Coordinatore del Gruppo Italiano sullo studio dei modelli QSAR, del Ministero della Salute (dal 2012). Aree d’interesse: Metodi computerizzati per la chimica e la tossicologia: descrittori molecolari; QSAR; predizione della tossicità; applicazioni regolamento REACH e cosmetici; studi di metabolismo; caratterizzazione e valutazione di rifiuti, effluenti industriali, emissioni da discariche e inceneritori; integrazione di analisi chimica e dati tossicologici; analisi chimica di composti organici in spettrometria di massa. Principali pubblicazioni: 1. 2. 3. 4. 5. Golbamaki N, Rasulev B, Cassano A, Marchese Robinson RL, Benfenati E, Leszczynski J, Cronin MT. Genotoxicity of metal oxide nanomaterials: review of recent data and discussion of possible mechanisms. Nanoscale. 2015 Jan 12. [Epub ahead of print] Gissi A, Lombardo A, Roncaglioni A, Gadaleta D, Mangiatordi GF, Nicolotti O, Benfenati E. Evaluation and comparison of benchmark QSAR models to predict a relevant REACH endpoint: The bioconcentration factor (BCF). Environmental Research, 2015, 137: 398–409 Severino B, Fiorino F, Corvino A, Caliendo G, Santagada V, Assis D M, Oliveira J R, Juliano L, Manganelli S, Benfenati E, Frecentese F, Perissutti E, Juliano M A. Synthesis, biological evaluation and docking studies of PAR2-AP derived pseudopeptides as inhibitors of kallikrein 5 and 6. Biol Chem 2015 ; 396 : 45-52 Toropova A P, Toropov A A, Benfenati E, Korenstein R, Leszczynska D, Leszczynksy J. Optimal nano-descriptors as translators of eclectic data into prediction of the cell membrane damage by means of nano metal-oxides. Environ Sci Pollut Res Int 2015 ; 22 : 745-757 Toropova A P, Toropov A A, Benfenati E, A quasi-QSPR modelling for the photocatalytic decolourization rate constants and cellular viability (CV%) of nanoparticles by CORAL. SAR and QSAR in Environmental Research, 2015; 26: 29-40 Gonella Diaza R, Manganelli S, Esposito A, Roncaglioni A, Manganaro A, Benfenati E. Comparison of in silico tools for evaluating rat oral acute toxicity. SAR QSAR Environ Res 2015 ; 26 : 1-27 RAPPORTO ATTIVITA’ 76 2014 IRFMN Chiara Chiabrando, Capo del Laboratorio di Biochimica Analitica dal 1997, Capo Unità 1987-97, Ricercatore 1978-87, Borsista 1975-78 presso l’Istituto Mario Negri. Laurea in Scienze Biologiche (Università Statale di Milano, 1974), Postdoctoral fellow presso il Baylor College of Medicine (Houston, Texas, 1974-75). Diploma post-laurea di Specialista Ricerca Farmacologia (Istituto Mario Negri, 1977). Aree d’interesse: Sviluppo di metodi bioanalitici basati sulla spettrometria di massa e loro applicazione in biochimica, metabolismo, chimica clinica e farmacologia. Identificazione di proteine e peptidi funzionalmente rilevanti in biomedicina. Caratterizzazione strutturale di proteine mediante spettrometria di massa. Proteomica in oncologia. Caratterizzazione comparativa di secretomi di linee cellulari tumorali mediante metodi di proteomica e “systems biology”. Principali pubblicazioni: 1. In-depth glycoproteomic characterization of γ-conglutin by high-resolution accurate mass spectrometry.Schiarea S, Arnoldi L, Fanelli R, De Combarieu E, Chiabrando C. PLoS One. 2013 Sep 12;8(9):e73906. doi: 10.1371 2. De Paola M, Mariani A, Bigini P, Peviani M, Ferrara G, Molteni M, Gemma S, Veglianese P, Castellaneta V, Boldrin V, Rossetti C, Chiabrando C, Forloni G, Mennini T, Fanelli R. Neuroprotective effects of toll-like receptor 4 antagonism in spinal cord cultures and in a mouse model of motor neuron degeneration.Mol Med 2012 18:971-981. 3. Schiarea S, Solinas G, Allavena P, Scigliuolo GM, Bagnati R, Fanelli R, Chiabrando C. Secretome analysis of multiple pancreatic cancer cell lines reveals perturbations of key functional networks.J Proteome Res. 2010;9:4376-92. 4. Solinas G, Schiarea S, Liguori M, Fabbri M, Pesce S, Zammataro L, Pasqualini F, Nebuloni M, Chiabrando C, Mantovani A, Allavena P. Tumor-conditioned macrophages secrete migration-stimulating factor: a new marker for M2-polarization, influencing tumor cell motility.J Immunol. 2010;185:642-52. 5. Macconi D, Chiabrando C, Schiarea S, Aiello S, Cassis L, Gagliardini E, Noris M, Buelli S, Zoja C, Corna D, Mele C, Fanelli R, Remuzzi G, Benigni A. Proteasomal processing of albumin by renal dendritic cells generates antigenic peptides. J Am Soc Nephrol 2009 ; 20 : 123-130. 6. Zuccato E, Chiabrando C, Castiglioni S, Bagnati R, Fanelli R. Estimating community drug abuse by wastewater analysis. Environ Health Perspect 2008; 116: 1027-1032. 7. Enrico Davoli, Capo del Laboratorio di Spettrometria di Massa dal 1997, Capo Unità 1994-97, Ricercatore 1989-94, Borsista 1985-87 presso l’Istituto Mario Negri. Fellow presso USDA, Beltsville, MD 1977-78. Laurea in Scienze della Produzione Animale (Università Statale di Milano, 1983), Diploma post-laurea di Specialista Ricerca Farmacologia, Istituto Mario Negri (1988), Postdoctoral fellow presso l’Università del Nebraska (Lincoln, Nebraska, 1987-88) e presso la Università del Colorado (Denver, Colorado, 1988). Membro dell'Associazione Americana di Spettrometria di Massa (ASMS), della Commissione Ambiente e Sicurezza di IGQ e della Commissione ETS (Emission Trading System) per i gas a effetto serra. Membro del Comitato Scientifico del Centra Ricerca Nazionale sulle Biomasse. Coordinatore dell'Environmental Applications Interest Group dell'ASMS. Aree di interesse: aspetti analitici e tecnologici della ricerca in campo ambientale, biochimico e tossicologico. Studi ambientali sulla qualità dell'aria per aspetti legati all'inquinamento e per problemi di molestie olfattive. Sviluppo di tecnologie per imaging con spettrometria di massa per la caratterizzazione spaziale di farmaci o metaboliti in tessuti. Principali pubblicazioni: 1. Palmiotto M, Fattore E, Paiano V, Celeste G, Colombo A, Davoli E. Influence of a municipal solid waste landfill in the surrounding environment: Toxicological risk and odor nuisance effects Environ Int 2014 ; 68 : 16-24 2. Davoli E, Sclip A, Cecchi M, Cimini S, Carrà A, Salmona M, Borsello T. Determination of tissue levels of a neuroprotectant drug: The cell permeable JNK inhibitor peptide. J Pharmacol Toxicol Methods 2014 ; 70 : 55-61 3. Morosi L, Spinelli P, Zucchetti M, Pretto F, Carrà A, D'Incalci M, Giavazzi R, Davoli E. Determination of paclitaxel distribution in solid tumors by nano-particle assisted laser desorption ionization mass spectrometry imaging. PLoS One 2013 ; 8 : e 72532 4. Morosi L, Zucchetti M, D'Incalci M, Davoli. E. Imaging mass spectrometry: challenges in visualization of drug distribution in solid tumors. Curr Opin Pharmacol 2013 ; E-pub : http://dx.doi.org/10.1016/ j.coph.2013.06.003 5. Capelli L, Sironi S, Del Rosso R, Bianchi G, Davoli E. Olfactory and toxic impact of industrial odour emissions.Water Sci Technol 2012 ; 66 : 1399-1406 6. Davoli E, Fattore E, Paiano V, Colombo A, Palmiotto M, Fanelli R, Rossi A N, Il Grande M. Waste management health risk assessment: A case study of a solid waste landfill in South Italy. Waste Manag 2009. Ettore Zuccato, Capo del Laboratorio di Tossicologia della Nutrizione dal 2005, Capo Unità 1997-2005, Ricercatore 1986-97, Tecnico 1980-86, Borsista 1975-80 presso l’Istituto Mario Negri. RAPPORTO ATTIVITA’ 77 2014 IRFMN Laurea in Medicina e Chirurgia (Università Statale di Milano, 1986), Diploma di Specializzazione in Scienza dell’Alimentazione (Università Statale di Milano, 1999). Postdoctoral fellow presso il King’s College School of Medicine (London, UK, 1988-89). Membro dell'Associazione Specialisti in Scienza dell’Alimentazione, esperto EMEA, membro supplente della Commissione Consultiva per i Prodotti Fitosanitari. Aree di interesse: contaminanti chimici negli alimenti e rischi per la salute umana. OGM, allergie alimentari, tossinfezioni e nuove tematiche alimentari. Organizzazione di sistemi on line di comunicazione del rischio per i consumatori. Attività regolatorie dei prodotti fitosanitari nell’UE. Inquinamento ambientale da farmaci e rischi per la salute umana e per l’ambiente. Analisi delle droghe d’abuso nell’ambiente e stima dei consumi nella popolazione. Principali pubblicazioni: 1. Zuccato E, Castiglioni S, Tettamanti M, Olandese R, Bagnati R, Melis M, Fanelli R. Changes in illicit drug consumption patterns in 2009 detected by wastewater analysis. Drug and Alcohol Dependence 2011, 118: 464-469 2. Ulaszewska M M, Zuccato E, Capri E, Iovine R, Colombo A, Rotella G, Generoso C, Grassi P, Melis M, Fanelli R. The effect of waste combustion on the occurrence of polychlorinated dibenzo-p-dioxins (PCDDs), polychlorinated dibenzofurans (PCDFs) and polychlorinated biphenyls (PCBs) in breast milk in Italy. Chemosphere 2011 ; 82 : 1-8 3. Ulaszewska M M, Zuccato E, Davoli E. PCDD/Fs and dioxin-like PCBs in human milk and estimation of infants’ daily intake: A review. Chemosphere 2011 ; 83 : 774-782 4. Zuccato E, Castiglioni S, Bagnati R, Melis M, Fanelli R.Source, occurrence and fate of antibiotics in the Italian aquatic environment. J Hazard Mater 2010 ; 179 : 1042-1048 5. Zuccato E, Chiabrando C, Castiglioni S, Bagnati R, Fanelli R. Estimating community drug abuse by wastewater analysis. Environ Health Perspect 2008, 116: 1027-1032. 6. Castiglioni S, Zuccato E, Chiabrando C, Fanelli R, Bagnati R. Mass spectrometry analysis of illicit drugs in wastewater and surface water. Mass Spectrom Rev, 2008, 27: 378-394. Sara Castiglioni, Capo dell’ Unità di Biomarkers Ambientali dal 2012, Ricercatore 2008-2012, Borsista post-doc 2006-2008, Borsista e Frequentatrice 2001-2006 presso l’Istituto Mario Negri. Laurea in Scienze Biologiche (Università dell’Insubria di Varese, 2000). Scuola specialista Ricerca Farmacologica (Istituto Mario Negri 2001-2002). Dottorato di Ricerca (Università dell’Insubria di Varese, Istituto Mario Negri, 2002-2006). Borsa di Studio presso l’Università del New South Wales, Sydney, Australia (2004). Aree di interesse: Epidemiologia delle acque reflue – analisi delle acque reflue urbane mediante sofisticate tecniche analitiche per ottenere informazioni di vario genere relative alla popolazione che ha prodotto i suddetti reflui.. Le applicazioni attuali consistono nello stimare il consumo di sostanze stupefacenti, alcohol e nicotina e l’esposizione a pesticidi. Valutazione di effetti biologici di contaminanti emergenti - studio di presenza e comportamento ambientale di varie classi di contaminanti emergenti e valutazione degli effetti. Principali pubblicazioni 1. Castiglioni S, Senta I, Borsotti A, Davoli E, Zuccato E. (2015) A novel approach for monitoring tobacco use in local communities by wastewater analysis. Tob Control 24: 38-42 2. Ort C, van Nuijs AL, Berset JD, Bijlsma L, Castiglioni S, Covaci A, de Voogt P, Emke E, Fatta-Kassinos D, Griffiths P, Hernández F, González-Mariño I, Grabic R, Kasprzyk-Hordern B, Mastroianni N, Meierjohann A, Nefau T, Ostman M, Pico Y, Racamonde I, Reid M, Slobodnik J, Terzic S, Thomaidis N, Thomas KV. (2014) Spatial differences and temporal changes in illicit drug use in Europe quantified by wastewater analysis. Addiction. 109(8):1338-52. 3. Castiglioni S, Bijlsma L, Covaci A, Emke E, Hernández F, Reid M, Ort C, Thomas K, van Nuijs AL, de Voogt P, Zuccato E. (2013) Evaluation of uncertainties associated with the determination of community drug use through the measurement of sewage drug biomarkers. Environ Sci Technol. 47: 1452-1460. 4. Castiglioni, S; Bagnati, R.; Melis, M.; Panawennage, D.; Chiarelli, P.; Fanelli, R.; Zuccato E. (2011) Identification of cocaine and its metabolites in urban wastewater and comparison with the human excretion profile in urine. Water Res. 45, 5141-5150. 5. Castiglioni, S.; Zuccato, E.; Chiabrando, C.; Fanelli, R.; Bagnati, R. (2008) Mass spectrometry analysis of illicit drugs in wastewater and surface water. Mass Spectrometry Reviews. 27, 378– 394. 6. Castiglioni, S.; Zuccato, E.; Crisci, E.; Chiabrando, C.; Fanelli, R.; Bagnati, R. (2006) Identification and Measurement of Illicit Drugs and Their Metabolites in Urban Wastewater by Liquid Chromatography-Tandem Mass Spectrometry. Anal. Chem. 78, 8421-8429. Renzo Bagnati, Capo dell’Unità di Strumentazione Analitica dal 2005, Ricercatore 1992-2005, Borsista 1986-92 presso l’Istituto Mario Negri. Laurea in Chimica (Università di Torino, 1985), Diploma post-laurea di Specialista in Ricerca Farmacologia, Istituto Mario Negri (1989). RAPPORTO ATTIVITA’ 78 2014 IRFMN Aree di interesse: spettrometria di massa applicata all'analisi di sostanze biologiche e di interesse ambientale (proteine, peptidi, steroidi, ormoni, farmaci, droghe, pesticidi, tensioattivi, plastificanti, antiossidanti, micotossine). Principali pubblicazioni: 1. Diomede L, Di Fede G, Romeo M, Bagnati R, Ghidoni R, Fiordaliso F, Salio M, Rossi A, Catania M, Paterlini A, Benussi L, Bastone A, Stravalaci M, Gobbi M, Tagliavini F, Salmona M. Expression of A2V-mutated Aβ in C. elegans results in oligomers formation and toxicity. Neurobiol Dis 2014 ; 62 : 521-532. 2. Maggioni S, Bagnati R, Pandelova M, Schramm K W, Benfenati E. Genistein and dicarboximide fungicides in infant formulae from the EU market. Food Chem 2013 ; 136 : 116-119 3. Brunelli L, Ristagno G, Bagnati R, Fumagalli F, Latini R, Fanelli R, Pastorelli R. A combination of untargeted and targeted metabolomics approaches unveils changes in the kynurenine pathway following cardiopulmonary resuscitation. Metabolomics 2013; 9: 839-852. 4. Bonati M, Severino F, Bagnati R, Carrà A, Fanelli R. Millet-porridge with Artemisia annua as first aid for African children with malaria? Journal Alternative Complementary Medicine 2011 ; 17 : 371-373. 5. Schiarea S, Solinas G, Allavena P, Scigliuolo G, Bagnati R, Fanelli R, Chiabrando C. Secretome analysis of multiple pancreatic cancer cell lines reveals perturbations of key functional networks. J Proteome Res 2010; 9: 4376-4392. 6. Castiglioni S, Zuccato E, Crisci E, Chiabrando C, Fanelli R, Bagnati R. Identification and measurement of illicit drugs and their metabolites in urban wastewater by liquid chromatography-tandem mass spectrometry. Anal Chem 2006; 78: 8421-8429. Elena Fattore, Capo dell’Unità di Valutazione di Rischio degli Inquinanti Ambientali dal 2005, Ricercatore 2001-04, Borsista 1991-1997 presso l’Istituto Mario Negri. Laurea in Scienze Biologiche (Università Statale di Milano, 1991), Diploma post-laurea di Specialista Ricerca Farmacologica (Istituto Mario Negri, Milano, 1994), Postdoctoral fellow presso il National Institute of Environmental Medicine, Karolinska Institutet (Stoccolma, Svezia, 1998-2000). Membro del Gruppo di Lavoro dell’EFSA (European Foof Safety Authority) per la revisione esterna del lavoro scientifico dell’ Agenzia. Aree di interesse: valutazione della contaminazione ambientale, dell’esposizione e del rischio tossicologico per l’uomo e l’ambiente dovuto alla presenza di inquinanti organici persistenti con particolare interesse a diossine e composti diossino-simili. Principali ubblicazioni: 1. Miniero R, Abate Vittorio, Brambilla Gianfranco, Davoli E, De Felip E, De Filippis S P, Dellatte E, De Luca S, Fanelli R, Fattore E, Ferri F, Fochi I, Fulgenzi A R, Iacovella N, Iamiceli A L, Lucchetti D, Melotti P, Moret I, Piazza R, Roncarati A, Ubaldi A, Zambon S, Di Domenico A. Persistent toxic substances in Mediterranean aquatic species. Sci Total Environ 2014, 494-495: 18-27. 2. Paiano V, Bianchi G, Davoli E, Negri E, Fanelli R, Fattore E. Risk assessment for the Italian population of acetaldehyde in alcoholic and non-alcoholic beverages. Food Chem 2014, 154: 26-31 3. Palmiotto M, Fattore E, Paiano V, Celeste G, Colombo A, Davoli E. Influence of a municipal solid waste landfill in the surrounding environment: Toxicological risk and odor nuisance effects. Environ Int 2014, 68: 16-24. 4. Fattore E, Bosetti C, Brighenti F, Agostoni C, Fattore G. Palm oil and blood lipid-related markers of cardiovascular disease: a systematic review and meta-analysis of dietary intervention trials. Am J Clin Nutr 2014, 99: 1331-1350. 5. Fattore E, Fanelli R. Palm oil and palmitic acid: a review on cardiovascular effects and carcinogenicity. Int J Food Sci Nutr 2013, 64: 648-659. 6. Paiano V, Generoso C, Mandich A, Traversi I, Palmiotto M, Bagnati R, Colombo A, Davoli E, Fanelli R, Fattore E. Persistent organic pollutants in sea bass (Dicentrarchus labrax L.) in two fish farms in the Mediterranean Sea. Chemosphere 2013; 93: 338-343. Marco Lodi, Capo dell’Unità d’Igiene Industriale ed Ambientale dal 2002, Consulente 1997-2002 presso l’Istituto Mario Negri. Diploma di Perito Chimico Industriale (ITIS “Ettore Molinari”, Milano, 1974). Iscritto all’AIDII (Associazione Italiana degli Igienisti Industriali e per l’igiene industriale e per l’ambiente) riconosciuta dall’ACGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygienist). Membro di diverse commissioni tecnico-scientifiche per la messa a punto di metodologie analitiche (tra cui UNI ed UNICHIM). Aree di interesse: sorgenti emissive, diffusione ambientale, tossicologia, esposizione umana e valutazione del rischio di contaminanti ambientali persistenti. Rischio ambientale dei prodotti chimici inquinanti. Sviluppo di metodologie di campionamento d’inquinanti tossici per l’ambiente e per l’uomo. Principali pubblicazioni: 1. Colombo A, Benfenati E, Bugatti SG, Lodi M, Mariani A, Musmeci L, Rotella G, Senese V, Ziemacki G, Fanelli R. PCDD/Fs and PCBs in ambient air in a highly industrialized city in Northern Italy. Chemosphere 2013; 90: 2352-2357 RAPPORTO ATTIVITA’ 79 2014 IRFMN 2. 3. 4. 5. 6. Boriani E, Benfenati E, Baderna D, Thomsen M. Application of ERICA index to evaluation of soil ecosystem health according to sustainability threshold for chemical impact. Sci Total Environ 2013 443 : 134-142 Colombo A, Benfenati E, Bugatti S G, Celeste G, Lodi M, Rotella G, Senese V, Fanelli R, Concentrations of PCDD/PCDF in soil close to a secondary aluminum smelte, Chemosphere 2011 85 : 1719-1724 Baderna D, Maggioni S, Boriani E, Gemma S, Molteni M, Lombardo A, Colombo A, Bordonali S, Rotella G, Lodi M, Benfenati E, A combined approach to investigate the toxicity of an industrial landfill’s leachate: chemical analyses, risk assessment and in vitro assays, Environmental Research 2011 111 : 603-613 Ulaszewska M M, Zuccato E, Capri E, Iovine R, Colombo A, Rotella G, Generoso C, Grassi P, Melis M, Fanelli R. The effect of waste combustion on the occurrence of polychlorinated dibenzo-p-dioxins (PCDDs), polychlorinated dibenzofurans (PCDFs) and polychlorinated biphenyls (PCBs) in breast milk in Italy. Chemosphere 2011 82 : 1-8 Boriani E, Mariani Alessandro, Baderna D, Moretti C, Lodi M, Benfenati E. ERICA: A multiparametric toxicological risk index for the assessment of environmental healthiness. Environ Int 2010 36 : 665-674 Roberta Pastorelli, Capo dell’Unità di Bioindicatori Proteici e Genetici dal 2004, Ricercatore 19922003, Borsista 1983-92 presso l’Istituto Mario Negri. Laurea in Scienze Biologiche (Università Statale di Milano, 1982). Diploma post-laurea di Specialista Ricerca Farmacologia (Istituto Mario Negri, 1986). Postdoctoral fellow presso il Massachusetts Institute of Technology, Cambridge, MA (1987-89 e 1991). Aree di interesse: Proteomica-Metabolomica- System Biology. Studi riguardanti i profili d’espressione globale di proteine/metaboliti e le loro alterazioni in vari comparti biologici come mezzo per comprendere le riposte patologiche/tossiche di diversi sistemi biologici. Principali pubblicazioni 1. Brunelli L, Caiola E, Marabese M, Broggini M, Pastorelli R. Capturing the metabolomic diversity of KRAS mutants in nonsmall-cell lung cancer cells. Oncotarget. 2014 5(13):4722-31. 2. Cecchi M, Messina P, Airoldi L, Pupillo E, Bandettini di Poggio M, Calvo A, Filosto M, Lunetta C, Mandrioli J, Pisa F, Pastorelli R, Beghi E; EURALS Consortium. Plasma amino acids patterns and age of onset of amyotrophic lateral sclerosis. Amyotroph Lateral Scler Frontotemporal Degener. 2014 Sep;15(5-6):371-5 3. Tremolizzo L, Messina P, Conti E, Sala G, Cecchi M, Airoldi L, Pastorelli R, Pupillo E, Bandettini Di Poggio M, Filosto M, Lunetta C, Agliardi C, Guerini F, Mandrioli J, Calvo A, Beghi E, Ferrarese C; EURALS Consortium. Whole-blood global DNA methylation is increased in amyotrophic lateral sclerosis independently of age of onset. Amyotroph Lateral Scler Frontotemporal Degener. 2014 Mar;15(1-2):98-105. 4. Brunelli L, Ristagno G, Bagnati R, Fumagalli F, Latini R, Fanelli R and Pastorelli R. A combination of untargeted and targeted metabolomics approaches unveils changes in the kynurenine pathway following cardiopulmonary resuscitation. Metabolomics 2013, 9:839–852. 5. Brunelli L, Llansola M, Felipo V, Campagna R, Airoldi, Fanelli R and Pastorelli R. Food-relevant non-dioxin like polychlorinated biphenyls alter the proteome of cerebellar neurons in culture by different key functional networks. Journal of Proteomics 2012, 75:2417-30. 6. Campagna R, Brunelli L, Airoldi L, Fanelli R, Hakansson H, Heimeier RA, De Boever P, Boix J, Llansola M, Felipo V, Pastorelli R. Cerebellum proteomics addressing the cognitive deficit of rats perinatally exposed to the food-relevant polychlorinated biphenyl 138. Toxicol Sci. 2011 Sep;123(1):170-9. ATTIVITA’ DEL DIPARTIMENTO L’attività del Dipartimento Ambiente e Salute è dedicata allo studio dei fattori ambientali rilevanti per la salute umana. Le principali linee di ricerca riguardano la rilevazione di fattori tossici nell’ambiente, la valutazione dell’esposizione umana e dei rischi per la salute, infine lo studio dei meccanismi di tossicità degli inquinanti. La valutazione della presenza di inquinanti nell’ambiente riguarda sia sostanze ben conosciute, come diossine e PCB, che nuove classi di contaminanti “non convenzionali” (interferenti endocrini, composti “naturali” potenzialmente tossici, e farmaci diffusi nell'ambiente a seguito dell’utilizzo umano o veterinario). Da questi studi è nato di recente un originale campo d’indagine, che permette di studiare i consumi di droghe d’abuso, attraverso la loro identificazione e misura nelle acque di scarico urbane e nei fiumi. Per la rilevazione di queste sostanze vengono sviluppate e utilizzate tecniche analitiche sofisticate basate sulla spettrometria di massa. Il Dipartimento è attivo nella valutazione dell’esposizione umana ai composti tossici presenti nell'ambiente e negli alimenti. La dieta, infatti, è la principale fonte di inquinanti di interesse prioritario (PCB, diossine e altri interferenti endocrini). La valutazione del rischio associato a reali situazioni di contaminazione ambientale, ha assunto RAPPORTO ATTIVITA’ 80 2014 IRFMN di recente grande importanza. Per rispondere alla crescente richiesta d’informazione, il Dipartimento svolge un'attività di Analisi di Rischio tossicologico ed ecotossicologico, basata su studi in campo e modelli previsionali di tossicità. Le attività sui modelli previsionali sono effettuate in collaborazione con l’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti (US EPA), nonché con autorità statali di alcuni paesi europei, come Italia e Gran Bretagna. Ne è derivata l’introduzione di una piattaforma, VEGA (Virtual models for property Evaluation of chemicals within a Global Architecture), liberamente accessibile su internet per la predizione di proprietà tossicologiche e ambientali. Vengono inoltre valutati gli effetti tossici di contaminanti ambientali sui principali meccanismi di sviluppo del sistema nervoso centrale, attraverso l’utilizzo di modelli animali (in vivo e in vitro). Studi di epidemiologia molecolare vengono utilizzati per identificare fattori genetici e/o ambientali capaci di influenzare il rischio per la salute. Si cercano inoltre nuovi “indicatori biologici” utili all’identificazione di soggetti a rischio, per poi individuare appropriate strategie di prevenzione. Nel Dipartimento è stata sviluppata una piattaforma tecnologica avanzata di proteomica, per identificare proteine differenzialmente espresse in vari comparti biologici, in diverse condizioni sperimentali e cliniche. Questo approccio in ambito biomedico e tossicologico è particolarmente interessante, perché può portare alla scoperta di nuovi bioindicatori di diagnosi, prognosi, rischio di malattia e/o di effetto tossico. Per integrare gli studi di proteomica, una nuova disciplina, la metabolomica, è entrata a far parte degli interessi del Dipartimento. I metaboliti - piccole molecole come amino acidi, zuccheri, grassi, ormoni, etc.- rappresentano i prodotti finali della espressione genica e dell’attività di proteine enzimatiche e definiscono il fenotipo biochimico di un sistema biologico. L’analisi dei metaboliti può quindi essere vista come un nuovo strumento diagnostico ed un mezzo per conoscere i meccanismi di sviluppo delle malattie. La spettrometria di massa è la principale tecnica analitica usata nel Dipartimento, che dispone di un parco strumentale completo e all’avanguardia. La strumentazione include infatti numerosi spettrometri di massa per gas cromatografia (a bassa ed alta risoluzione, con ionizzazione EI e CI), per cromatografia liquida (micro e nano LC), e per analisi dirette con ionizzazione laser (MALDI). Gli strumenti utilizzano le tecnologie più nuove sia per la cromatografia liquida (nano LC su chip) che per la spettrometria di massa (strumentazione tandem con tripli quadrupoli, TOF-TOF, fino alla strumentazione ibrida con trappola ionica lineare ed orbitrap). Sono inoltre disponibili tecniche di ionizzazione elettrospray diretta (DESI) per la caratterizzazione di superfici di campioni. PRINCIPALI RISULTATI Attraverso indagini di metabolomica si è evidenziato che esistono differenze metaboliche in cellule umane rispetto a cellule con mutazioni in K-RAS tipiche del tumore polmonare a piccole cellule. Eventuali differenze metaboliche potrebbero essere sfruttare per costituire nuove terapie antitumorali più efficaci. E’ stato evidenziato che il profilo qualitativo e quantitativo degli aminoacidi nel plasma è diverso a secondo dell’età di esordio della Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA). Queste differenze potrebbero rispecchiare un diverso metabolismo e trasporto degli aminoacidi tra la periferia ed il cervello e viceversa e rappresentare un profilo di rischio tra i pazienti SLA. Tecnologie di imaging con la spettrometria di massa, basate su particelle nanostrutturate, hanno permeso la descrizione spaziale di farmaci antitutumorali all’interno di tumori. Modelli read across e simulazioni al computer per la predizione del valore di NOALE per prodotti cosmetici. RAPPORTO ATTIVITA’ 81 2014 IRFMN Nuovi modelli computazionali, disponibili on-line, per la predizione della tossicità ed ecotossicità delle sostanze chimiche, in accordo con il regolamento europeo REACH. Questi strumenti sono stati utilizzati per prevedere le proprietà di 4 milioni di sostanze chimiche. Un nuovo strumento per determinare, con alto grado di accuratezza, se un composto chimico è bioaccumulativo, evitando l’uso del modello ittico sperimentale. I modelli VEGA per mutagenicità sono risultati i più predittivi, da un confronto con 8 diversi metodi, con accuratezze analoghe a quelle dei metodi sperimentali. Ci sono circa 1600 utenti di VEGA nel mondo. Un nuovo indice che integra la caratterizzazione di rischio per endpoint umani e eco tossicologici. Workflow proteomico/bioinformatico per lo studio comparato di secretomi in linee cellulari tumorali. Profilo proteomico globale dei secretomi di linee cellulari di carcinoma pancreatico e identificazione dei network funzionali perturbati. Identificazione di residui di droghe d'abuso e loro metaboliti nelle acque di scarico urbane e di superficie, e utilizzo dei livelli per lo studio dei consumi di droghe nella popolazione. Dimostrazione che tra il 2008 e il 2009, a Milano, si è ridotto significativamente il consumo di cocaina ed eroina ed è aumentato quello di metamfetamina. Una collaborazione europea è attualmente in corso per stimare i consumi di droghe d’abuso a livello internazionale mediante analisi dei reflui urbani. I profili di consumo sono in accordo con i dati epidemiologici con un elevato consumo di cocaina in Spagna, Italia, Francia, Inghilterra ed un elevato consumo di amfetamine nella penisola scandinava e nell’europa orientale (Repubblica Ceca). L’approccio utilizzato per le droghe d’abuso è stato applicato con successo anche per valutare i consumi di alcohol e nicotina e si sta mettendo a punto un metodo per valutare l’esposizione della popolazione a pesticidi mediante analisi di metaboliti urinari nei reflui urbani. Dimostrazione dei rischi associati all’inquinamento ambientale da farmaci. Identificazione di specifiche leggi fisiche che regolano l’inquinamento ambientale da farmaci (carico ambientale, bilancio di massa). Sviluppo di nuovi metodi in spettrometria di massa per la misura selettiva di farmaci e droghe d’abuso in campioni ambientali. Sviluppo di metodologie innovative per la caratterizzazione degli odori ambientali e per l'inquinamento olfattivo e la sua tossicità. Sono stati caratterizzati gli effetti tossici di due importanti inquinanti ambientali, i polibromodifenil eteri (PBDE) e il metilmercurio (MeHg), in un modello murino di esposizione prenatale agli inquinanti. E’ stato determinato che queste due classi di contaminanti sono in grado di indurre alterazione a livello di strutture fondamentali per lo sviluppo neuronale già a concentrazioni realistiche di esposizione umana. COLLABORAZIONI NAZIONALI AMA Roma ARPA Emilia Romagna ARPA Veneto ASL Bergamo ASL Brescia ASL Cagliari ASL Como ASL Cremona ASL Lecco RAPPORTO ATTIVITA’ 82 2014 IRFMN ASL Lodi ASL Milano ASL Milano 1 ASL Milano 2 ASL Monza Brianza ASL Napoli ASL Vallecamonica-Sebino ASL Varese Centro Reach Srl CLIR Spa Lomellina CNR – IRSA Comune di Peschiera del Garda (BS) Comune di Rosignano Marittimo (LI) Comune di Sant’Urbano (PD) CSRA-Asti Dipartimento delle Politiche Antidroga, Presidenza del Consiglio dei Ministri Federchimica Fondazione 'S. Maugeri' INRAN-Istituto Nazionale di Ricerca sugli Alimenti e la Nutrizione ISPO, Firenze Istituto Clinico Humanitas, Milano Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori, Milano Istituto Superiore di Sanità I.Z.S.L.T - Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e Toscana Metropolitana Milanese Mineracqua Ministero dell'Ambiente Ministero della Salute Ministero dello Sviluppo Economico Politecnico di Milano Politecnico di Torino Provincia di Vercelli Provincia Pordenone Rotary Club Sirmione (BS) Stazione Sperimentale dei Combustibili, Milano Università Bocconi Università degli Studi del Piemonte Orientale Università degli Studi di Cagliari Università degli Studi di Genova Università degli Studi di Milano Università degli Studi di Napoli "Federico II" Università degli Studi di Palermo Università degli Studi di Parma Università degli Studi di Pavia Università degli Studi di Perugia Università degli Studi di Roma "La Sapienza" Università degli Studi di Siena Università degli Studi di Torino Università dell’Insubria, Varese Università degli Studi di Verona RAPPORTO ATTIVITA’ 83 2014 IRFMN COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI Proteomics Platform at ParcCientífic de Barcelona, University of Barcelona, Barcellona, Spagna Custom Software & Electronics (CSE), Barcellona, Spagna BASF Agricultural Centre, Limburgerhof, Germania CEFIC, European Chemical Industry Council, Bruxelles, Belgio Centre for Environmental Policy, Imperial College, Londra, Gran Bretagna Danish Institute of Agricultural Sciences, Research Centre Foulum, Tjele, Danimarca Department of Analytical and Pharmaceutical Chemistry, The Royal Danish School of Pharmacy, Danimarca Department of Computer Science and Engineering, University of Galati, Romania Department of Electrical and Computer Engineering, University of Patras, Grecia Department of Environmental Science, Faculty of Science and Technology, Aarhus University, Aarhus, Finlandia Department of Epidemiology & Public Health, Imperial College, Londra, Gran Bretagna Department of Inland Fisheries, Institute of Freshwater Ecology and Inland Fisheries, Berlino, Germania Department of Molecular Biology, University of Bergen, Bergen, Norvegia Department of Organic Chemistry, Universidad de Cadiz, Cadice, Spagna Environmental Chemistry, IIQAB-CSIC, Barcellona, Spagna Environmental Hygiene and Chemistry Department, Institute of Environmental Medicine and Hospital Epidemiology, University of Freiburg, Germania Environmental Protection Agency, US EPA - National Risk Management Research Laboratory (NRMRL), Cincinnati OH, USA European Chemicals Agency, ECHA, Helsinki, Finlandia European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA), Lisbona, Portogallo Faculté de Médicine et de Pharmacie, Université de Mons-Hainaut, Mons, Belgio Faculty of Veterinary Medicine, Utrecht University, Utrecht, Olanda Food and Environment Research Agency, York, Gran Bretagna Forschungzentrum Jülich Gmbh, Jülich, Germania Helmholtz-Zentrum für Umweltforschung UFZ, Lipsia, Germania In Vitro Testing Industrial Platform, Tres Cantos (Madrid), Spagna Institute of Environmental Assessment and Water Research (IDAEA-CSIC) Barcellona, Spagna Institute of Environmental Medicine, Karolinska Institute, Stoccolma, Svezia Institute of Pharmaceutical Chemistry, University of Pécs, Pecs, Ungheria Institute of Phytomedicine, Biological Control, Horticulture and Nematology, Vienna, Austria Institute of Soil Science and Plant Cultivation, Pulawy, Polonia Interdisciplinary Nanotoxicity Center, Department of Civil and Environmental Engineering, Jackson State University, Jackson, Mississippi, USA Interuniversitaeres Forchunginstitut fuer Agrarbiotechnologie, Tulln, Austria Istituto di Chimica di São Carlos, Università di São Paulo, Brasile KnowledgeMiner Software, Berlino, Germania KWR Water cycle Research Institute (KWR) Utrecht, Olanda Laboratory of Chemometrics & Bioinformatics, University of Orléans, Orléans, Francia Laboratory of Neurobiology, Centro de Investigation Principe Felipe, Valencia, Spagna Lithuanian Institute of Agricultrure, Vilnius, Lituania Liverpool John Moores University, Liverpool, Gran Bretagna National Institute of Chemistry, Kemijski Institut Ljubljana, Lubiana, Slovenia Natural Resources Research Institute, University of Minnesota, Duluth, USA National Institute for Public Health and the Environment (RIVM), Bilthoven, Olanda RAPPORTO ATTIVITA’ 84 2014 IRFMN Norwegian Institute for Water Research (NIVA), Oslo, Norvegia Pesticide Safety Directorate, York, Gran Bretagna Plant Protection Institute, Hungarian Academy of Sciences, Budapest, Ungheria PublicSpace Ltd, Lancaster, Gran Bretagna Research Institute for Pesticides and Water, University Jaume I Castellón, Spagna Rudjer Boskovic Institute, Zagabria, Croazia School of Biomedical Sciences, University of Ulster, Coleraine, Gran Bretagna SETAC Europe, Bruxelles, Belgio Symlog, Parigi, Francia Syngenta Crop Protection AG, Basilea, Svizzera Technische Universitaet Dresden, Dresda, Germania TNO, Delft, Olanda Toxicological Centre, Department of Pharmaceutical Sciences, University of Antwerp, Anversa, Belgio Unit of Environmental Risk and Health, Flemish Institute for Technological Research, Boeretang, Belgio Universitat Politècnica de Catalunya, Barcellona, Spagna Universitat Rovira i Virgili, Tarragona, Spagna University of Bath, Bath, Gran Bretagna University of Paris ‐ Sud 11, Parigi, Francia University of Santiago de Compostela, Santiago de Compostela, Spagna University of Tartu, Tartu, Estonia PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI Journal of Environmental Science and Health, Part B (Emilio Benfenati), Journal of Environmental Science and Health, Part C (Emilio Benfenati), Chemistry Central Journal (Emilio Benfenati), Frontiers (Emilio Benfenati), The Open Toxinology Journal (Emilio Benfenati), Journal of Waste Management (Enrico Davoli), International Journal of Analytical Mass Spectrometry and Chromatography, (Enrico Davoli). ATTIVITA’ DI REVISIONE Addiction, Analytical and Bioanalytical Chemistry, Analytical Chemistry, Chemical Biology & Drug Design, Chemical Research Toxicology, Chemometrics and Intelligent Laboratory Systems, CHEMOLAB, Chemosphere, Clinical Biochemistry, Drug and Alcohol Dependence, Environment International, Environmental Pollution, Environmental Modeling & Software, Environmental Research,Environmental Science & Technology, Food and Chemical Toxicology,International Journal of Environmental Analytical Chemistry, International Journal of Molecular Science, Journal of Cellular Biochemistry, Journal of Chemical Information and Modeling, Journal of Chromatography A, Journal of Food Composition and Analysis, Journal Computer-Aided Molecular Design, Journal of Hazardous Materials, Journal of Proteome Research, Journal of Zhejiang University Science (B),Molecular Diversity, Molecular Nutrition and Food Research, Neurochemistry International, PLOS ONE,Royal Society's Philosophical Transactions, STOTEN, The Science of the Total Environment, Toxicology Letters, Toxicological Sciences, Waste Management, Water Research. PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI CCPF - Commissione Consultiva Prodotti Fitosanitari (Ministero della Salute, Ministero RAPPORTO ATTIVITA’ 85 2014 IRFMN dell'Ambiente) CEFIC - External Scientific Advisory Panel ECCO - European Commission Coordination EFSA - European Food Safety Authority IGQ - Commissione Ambiente e Commissione Sicurezza ORGANIZZAZIONE DI EVENTI Workshop “Progetto AQUA DRUGS, stima del consumo di sostanze stupefacenti nella popolazione mediante analisi delle acque reflue: risultati e aggiornamenti”, Milano 4 Aprile 2014. Convegno “Qualità delle acque e contaminanti emergenti. I risultati di un progetto Cariplo a Milano e il confronto con i dati in Europa e USA”. Milano 6 giugno 2014. ITN SEWPROF Project Supervisory Board and Mid-Term Review, 15-16 Settembre 2014, Mario Negri, Milano. ITN SEWPROF Project and COST Action ES1307 Training Course “Assessing human health and lifestyle by sewage epidemiology’ 17-18 Settembre 2014, Mario Negri; Milano. 16th International Workshop on Quantitative Structure-Activity Relationships in Environmental and Health Sciences (QSAR2014), giugno 16-20, 2014, Milano, Italy inREACH National Seminar I, Milano, 5 dicembre 2014 Workshop: The role of in silico tools in supporting the application of the substitution principle, Milano, 10-11 dicembre 2014 First Imass Network. Roma 26-27 maggio 2014. PRESENTAZIONI A CONGRESSI ED EVENTI 16th International Workshop on Quantitative Structure-Activity Relationships in Environmental and Health Sciences (QSAR2014), June 16-20, 2014, Milano, Italy. inREACH National Seminar I, Milano, 5 dicembre 2014 Workshop: The role of in silico tools in supporting the application of the substitution principle, Milano, 10-11 dicembre 2014 12 th Euro Fed Lipid Congress, 14-17 Settembre 2014, Montpellier France. Workshop: Ambiente e Salute: interferenti endocrini e biorisanamento. 14 Novembre 2014, Piazzale Aldo Moro 7, Roma. ITN SEWPROF Project Supervisory Board 9 Aprile 2014, Nieuwegein, The Netherlands, ITN SEWPROF Project Training Course “Analytical techniques for biomarker analysis’’ 10-11 Aprile 2014, Nieuwegein, The Netherlands First Management Committee Meeting COST Action ES1307 “Sewage biomarker analysis for community health assessment”, 14 Aprile 2014, Brussel, Belgio. RAPPORTO ATTIVITA’ 86 2014 IRFMN SETAC Europe, 24th Annual Meeting, 11-15 Maggio 2014, Basilea, Svizzera. Presentazione orale. Primo Congresso Internazionale “New Drugs 2014 – aggiornamento tecnico scientifico sulle nuove sostanze psicoattive”. Roma 14-15 maggio 2014. Convegno “il ruolo delle segnalazioni spontanee nella definizione del profilo di sicurezza dei farmaci. Roma 26 novembre 2014. Seminario”diffusione, prevenzione ed indagini diagnostiche delle sostanze d’abuso. Milano 11 novembre 2014 EU workshop on the development of a strategic approach to pollution of water by pharmaceutical substances – 11 September 2014 COST Action ES1307, WG meeting e second Management Committee, 27-29 Ottobre, Malta. - IMSC Conference, Geneve, Switzerland workshop: Towards Open Access Mass Spectral Libraries. - ASMS 2014, Baltimora, US. - Italian Mass Spectrometry Society, Metabolomic Approaches, Advanced Analytical Tools. November 10-11, 2014. Padova, Italy. - Meeting European Project FP7 ShockOmics, October 2014, Barcelona, Spain - American Association for Cancer Research. April 5-9, 2014. San Diego, CA, USA. CONTRIBUTI E CONTRATTI A2A Brescia ACEGAS S.p.A, Trieste AMA, Roma ASL Mantova BASF Italia S.r.l. Bergamo Pulita S.r.l. Bracco Imaging Spa Cambrex, Paullo (MI) Catanzaro Costruzioni S.r.l. Chemservice S.r.l. CLIR S.p.A. COGEIDE S.p.A. Commissione Europea Comune di Gorla Maggiore (VA) Comune di Lomello (PV) CSRA Dipartimento delle Politiche Antidroga, Presidenza del Consiglio dei Ministri ECODECO S.r.l. RAPPORTO ATTIVITA’ 87 2014 IRFMN Elior SpA EnergyGreen S.r.l. European Commission ( ANTARES, ORCHESTRA, OSIRIS, RISKCYCLE, ToxBank, ShockOmics) Federchimica, Milano Fondazione CARIPLO, Milano Fondazione “AQUALAB” Fondazione Italo Monzino, Milano HERA S.p.A. (Holding Energia Risorse Ambiente) INDENA S.p.A. Istituto Superiore di Sanità, Roma I.Z.S.L.T - Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e Toscana Ministero dell'Ambiente, Italia Ministero della Salute, Italia Nufarm S.A.S., Francia Oxon Italia S.p.A., Pero (MI) Politecnico di Milano Regione Lombardia SO.GE.NU.S. S.p.A TM.E. S.p.A. Soremartec Italia s.r.l. Umweltbundesamt, Dessau, Germania Università Bocconi Università degli Studi di Milano Università di Zurigo Veolia Servizi Ambientali S.p.A. SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE (2014) Fattore E, Bosetti C, Brighenti F, Agostoni C, Fattore G. Palm oil and blood lipid-related markers of cardiovascular disease: a systematic review and meta-analysis of dietary intervention trials. Am J Clin Nutr 2014, 99: 13311350. Paiano V, Bianchi G, Davoli E, Negri E, Fanelli R, Fattore E. Risk assessment for the Italian population of acetaldehyde in alcoholic and non-alcoholic beverages. Food Chem 2014, 154: 26-31. Riva F, Zuccato E, Castiglioni S. Prioritization and analysis of pharmaceuticals for human usecontaminating the aquatic ecosystem in Italy. J Pharm Biomed Anal 2014 ; E-pub : Castiglioni S, Borsotti A, Riva F, Zuccato E. Illicit drug consumption estimated by wastewater analysis in different districts of Milan: A case study. Drug Alcohol Rev 2014 ; E-pub : Prichard J, Hall W, de Voogt P, Zuccato E. Sewage epidemiology and illicit drug research: The development of ethical research guidelines. Sci Total Environ 2014 ; 472 : 550-555 Binelli A, Magni S, Soave C, Marazzi F, Zuccato E, Castiglioni S, Parolini M, Mezzanotte V. The biofiltration process by the bivalve D. polymorpha for the removal of some pharmaceuticals and drugs of abuse from civil wastewaters. Ecol Eng 2014 ; 71 : 710-721 Maddaloni M, Castiglioni S, Zuccato E, Gay F, Capaldo A, Laforgia V, Valiante S, De Falco M, Guida M. Presence of illicit drugs in the Sarno River (Campania region, Italy). Pharmacol Pharm 2014 ; 5 : 755-761 Ort C, van Nuijs AL, Berset JD, Bijlsma L, Castiglioni S, Covaci A, de Voogt P, Emke E, Fatta-Kassinos D, Griffiths P, Hernández F, González-Mariño I, Grabic R, Kasprzyk-Hordern B, Mastroianni N, Meierjohann A, Nefau T, RAPPORTO ATTIVITA’ 88 2014 IRFMN Ostman M, Pico Y, Racamonde I, Reid M, Slobodnik J, Terzic S, Thomaidis N, Thomas KV. (2014) Spatial differences and temporal changes in illicit drug use in Europe quantified by wastewater analysis. Addiction. 109(8):1338-52. Castiglioni S, Senta I, Borsotti A, Davoli E, Zuccato E. (2015) A novel approach for monitoring tobacco use in local communities by wastewater analysis. Tob Control 24: 38-42 Castiglioni S, Valsecchi S, Polesello S, Rusconi M, Melis M, Palmiotto M, Manenti A, Davoli E, Zuccato E. (2015) Sources and fate of perfluorinated compounds in the aqueous environment and in drinking water of a highly urbanized and industrialized area in Italy, J. Hazard. Mater. 282: 51-60. Zucchi S, Mirbahai L, Castiglioni S, Fent K. (2014) Transcriptional and physiological responses induced by binary mixtures of drospirenone and progesterone in zebrafish (Danio rerio). Environ Sci Technol. 48(6):3523-31. Castiglioni S, Thomas KV, Kasprzyk-Hordern B, Vandam L, Griffith P. (2014) Testing wastewater to detect illicit drugs: state of the art, potential and research needs. Sci Total Environ.487:613-620. Gini G, Franchi AM, Manganaro A, Golbamaki A, Benfenati. ToxRead: A tool to assist in read across and its use to assess mutagenicity of chemicals. SAR and QSAR in Environmental Research, 2014, 25: 999-1011 Baderna D, Colombo A, Romeo M, Cambria F, Teoldi F, Lodi M, Diomede L, Benfenati E. Soil quality in the Lomellina area using in vitro models and ecotoxicological assays. Environmental Research 2014, 133:220–231 Floris M, Manganaro A, Nicolotti O, Medda R, Mangiatordi GF, Benfenati E. A generalizable definition of chemical similarity for read-across. Journal of Cheminformatics 2014, 6:39 Sforzini S, Moore M, Boeri M, Benfenati E, Colombo A, Viarengo A. Immunofluorescence detection and localization of B[a]P and TCDD in earthworm tissues. Chemosphere 2014; 107 : 282-289 Toropova A P, Toropov A A, Benfenati E, Puzyn T, Leszczynska D, Leszczynksy J. Optimal descriptor as a translator of eclectic information into the prediction of membrane damage: The case of a group of ZnO and TiO2 nanoparticles. Ecotoxicol Environ Saf 2014 ; 108 : 203-209 Gadaleta D, Pizzo F, Lombardo A, Carotti A, Escher S, Nicolotti O, Benfenati E. A k-NN algorithm for predicting the oral sub-chronic toxicity in the rat. ALTEX 2014 ; 31 : 423-432 Cassano A, Raitano G, Mombelli E, Fernández A, Cester J, Roncaglioni A, Benfenati E. Evaluation of QSAR Models for thePrediction of Ames Genotoxicity: A Retrospective Exercise on the Chemical Substances Registered Under the EU REACH Regulation. Journal of Environmental Science and Health, Part C: Environmental Carcinogenesis and Ecotoxicology Reviews, 2014, 32: 273-298 Gissi A, Toropov A A, Toropova A P, Nicolotti O, Carotti A, Benfenati E. Building up QSAR model for toxicity of psychotropic drugs by the Monte Carlo method. Struct Chem 2014 ; 25 : 1067-1073 Toropova A P, Toropov A A, Benfenati E, Korenstein R. QSAR model for cytotoxicity of SiO2 nanoparticles on human lung fibroblasts. J Nanopart Res 2014 ; 16 : 2282 Gissi A, Gadaleta D, Floris M, Olla S, Carotti A, Novellino E, Benfenati E, Nicolotti O. An Alternative QSAR-Based Approach for Predicting the Bioconcentration Factor for Regulatory Purposes. ALTEX, 2014, 31: 23–36 Lombardo A, Pizzo F, Benfenati E, Manganaro A, Ferrari T, Gini G. A new in silico classification model for ready biodegradability, based on molecular fragments. Chemosphere, 108, 2014, 10-16 Lombardo A, Roncaglioni A, Benfentati E, Nendza M, Segner H, Fernández A, Kühne R, Franco A, Pauné E, Schüürmann G. Integrated testing strategy (ITS) for bioaccumulation assessment under REACH. Environ Int. 2014 ; 69C:40-50. Mariani A, Fanelli R, Re Depaolini A, De Paola M. Decabrominated diphenyl ether and methylmercury impair fetal nervous system development in mice at documented human exposure levels. Dev Neurobiol. 2015 Jan;75(1):23-38. doi: 10.1002/dneu.22208. Epub 2014 Jul 12. Papa S, Ferrari R, De Paola M, Rossi F, Mariani A, Caron I, Sammali E, Peviani M, Dell’Oro V, Colombo C, Morbidelli M, Forloni G, Perale G, Moscatelli D, Veglianese P. Polymeric Nanoparticle System to Target activated RAPPORTO ATTIVITA’ 89 2014 IRFMN microglia/macrophages in Spinal Cord Injury. Journal of Controlled Release 174 (2014) 15–26. http://dx.doi.org/10.1016/j.jconrel.2013.11.001 Agnoletto C, Brunelli L, Melloni E, Pastorelli R, Casciano F, Rimondi E, Rigolin GM, Cuneo A, Secchiero P, Zauli G. The antileukemic activity of sodium dichloroacetate in p53mutated/null cells is mediated by a p53-independent ILF3/p21 pathway. Oncotarget. 2014 Dec 10. [Epub ahead of print] Brunelli L, Caiola E, Marabese M, Broggini M, Pastorelli R. Capturing the metabolomic diversity of KRAS mutants in non-smallcell lung cancer cells. Oncotarget. 2014 5(13):4722-31. Cecchi M, Messina P, Airoldi L, Pupillo E, Bandettini di Poggio M, Calvo A, Filosto M, Lunetta C, Mandrioli J, Pisa F, Pastorelli R, Beghi E; EURALS Consortium. Plasma amino acids patterns and age of onset of amyotrophic lateral sclerosis. Amyotroph Lateral Scler Frontotemporal Degener. 2014 Sep;15(5-6):371-5 Tremolizzo L, Messina P, Conti E, Sala G, Cecchi M, Airoldi L, Pastorelli R, Pupillo E, Bandettini Di Poggio M, Filosto M, Lunetta C, Agliardi C, Guerini F, Mandrioli J, Calvo A, Beghi E, Ferrarese C; EURALS Consortium. Whole-blood global DNA methylation is increased in amyotrophic lateral sclerosis independently of age of onset. Amyotroph Lateral Scler Frontotemporal Degener. 2014 Mar;15(1-2):98-105. ATTIVITA’ DI RICERCA Laboratorio di Biochimica Analitica Identificazione e caratterizzazione di proteine mediante spettrometria di massa Nel laboratorio vengono messe a punto e utilizzate metodologie basate sulla spettrometria di massa (LC-ESI-MS/MS e MALDI-TOF-MS) per l’identificazione e la caratterizzazione strutturale di proteine e peptidi in campioni biologici. Questa attività è mirata principalmente a 1) caratterizzare e comparare –con approccio proteomico globale– secretomi di linee cellulari; 2) ottenere profili proteici in fluidi biologici per l’individuazione di nuovi biomarker di interesse fisiopatologico o tossicologico; 3) identificare e caratterizzare prodotti endogeni di degradazione proteica; 4) identificare proteine prodotte da cellule in vitro in risposta a determinati stimoli; 5) identificare e caratterizzare singole proteine di particolare interesse biomedico isolate da campioni biologici con metodi di immunoaffinità. Proteomica in oncologia Questa attività è mirata principalmente ad individuare –tra le proteine che si rivelano anormalmente secrete da linee di cellule tumorali umane– nuove molecole di interesse oncologico, ed in particolare potenziali target terapeutici o biomarkers diagnostici/prognostici. Le complesse differenze osservate nell’espressione proteica globale vengono poi interpretate utilizzando metodi di “systems biology”, che sono in grado mettere in evidenza i network funzionali significativamente alterati nei sistemi biologici analizzati. Tra i progetti in corso vi è lo studio del secretoma di linee cellulari tumorali , per caratterizzarne i profili di espressione proteica, ed identificare quali siano le principali alterazioni nella secrezione di proteine rispetto alle corrispondenti cellule normali. Sono in particolare in corso indagini sulle modificazioni del secretoma di cellule epiteliali del dotto pancreaticorese tumorigeniche dall’inserzione dell’oncogene K-Ras. Glicoproteomica Caratterizzazione glicoproteomica (sequenza aminoacidica, siti di glicosilazione e tipo di saccaridi legati) di proteine vegetali purificate di interesse farmaceutico/nutraceutico tramite gel elettroforesi, degradazione enzimatica e spettrometria di massa. RAPPORTO ATTIVITA’ 90 2014 IRFMN Analisi degli effetti tossici di contaminanti ambientali sul Sistema Nervoso Centrale in via di sviluppo Negli ultimi anni abbiamo caratterizzato gli effetti neurotossici di contaminanti ambientali (PBDE e metilmercurio) in colture neuronali primarie e modelli animali che mimano l’esposizione prenatale a tali sostanze. Stiamo attualmente studiando le alterazioni indotte da una classe di insetticidi neuro-attivi chimicamente simili alla nicotina (i Neonicotinoidi) su questi stessi modelli sperimentali. I principali markers di tossicità dello sviluppo neuronale vengono analizzati in vitro con metodi biochimici, immunocitochimici, di microscopia confocale e analisi di immagine tridimensionale. Gli effetti in vivo vengono studiati con analisi di immunoblotting ed istologiche. Laboratorio di Chimica e Tossicologia dell’Ambiente Sviluppo e utilizzo di metodologie analitiche per indagini di contaminazione di acque, suolo, biota, campioni umani di popolazione esposta Le ricerche sono rivolte allo sviluppo e applicazione di metodi analitici per lo studio di inquinanti ambientali in ecosistemi acquatici, suoli, discariche, siti contaminati. Le analisi di inquinanti organici vengono svolte in spettrometria di massa, utilizzando la tecnica GC-MS, LC-MS, LC-MS/MS. Si effettuano sia ricerche identificative, che analisi quantitative. Gli analiti includono: diossine, PCB, PAH, analoghi polibromobifenileteri, pesticidi, composti ad attività endocrina, inquinanti industriali, etc. Studio delle proprietà ambientali, tossiche ed ecotossiche degli inquinanti Le ricerche sono rivolte allo studio delle proprietà degli inquinanti, coinvolgendo un’ampia varietà di proprietà tossicologiche ed ambientali al fine di ottenere sostanze chimiche più sicure ed affidabili. L’uso di modelli computazionali permette di processare milioni di composti chimici. Tutto ciò implica la ricerca di informazioni da letteratura, confrontando e valutando le diverse fonti, e, soprattutto, sviluppando modelli predittivi per sopperire alla mancanza di dati sperimentali. I modelli che sono sviluppati, quindi, partono dalla sola formula chimica. La ricerca calcola e valuta i diversi tipi di descrittori e frammenti chimici relativi ai composti, ottenuti con diversi software specifici. Quindi si sviluppano modelli utilizzando algoritmi quali reti neurali, fuzzy logic, algoritmi genetici, classificatori, analisi multivariata, etc. I vari metodi sono comparati e integrati in una struttura organica. Sono stati sviluppati modelli standardizzati e validati per pesticidi, sostanze cosmetiche e chimiche industriali. Sono stati sviluppati inoltre strumenti innovativi per la valutazione del dominio di applicabilità dei modelli, per ottenere predizioni utili a scopi regolatori, come ad esempio per il REACH, i biocidi, i pesticidi e altri regolamenti. Sono state rese disponibili piattaforme internet per modelli in silico e read across: www.vegaqsar.eu; www.toxgate.eu. Analisi del rischio associato agli inquinanti Le ricerche sono rivolte allo studio dell'analisi del rischio per la popolazione e l'ambiente, associato all'esposizione a contaminanti ambientali. A tal fine si eseguono studi di modellazione del trasporto e diffusione degli inquinanti, per giungere a una concentrazione prevista nel contesto spazio-temporale. Tale attività si combina con quelle sopra esposte –relative alle analisi chimiche di inquinanti e caratterizzazione della tossicità ed ecotossicità - per giungere a un costrutto organico e articolato. RAPPORTO ATTIVITA’ 91 2014 IRFMN Unità di igiene Industriale e Ambientale Le ricerche sono rivolte allo studio delle emissioni di inquinanti in atmosfera. Lo studio riguarda sia il campionamento in aree circostanti la fonte di emissione, sia le analisi chimiche, sia la modellazione del trasporto in considerazione delle condizioni meteorologiche e dell'orografia, sia l'analisi del rischio sulla popolazione e l'ambiente. Le analisi qualitative e quantitative di inquinanti organici vengono svolte in gas cromatografia-spettrometria di massa, in modalità alta risoluzione (diossine) o ionizzazione chimica negativa (PCB). Laboratorio di Spettrometria di Massa Inquinamento da particolato Le evidenze epidemiologiche mostrano come un numero sempre crescente di patologie, sia acute che croniche, siano associate all'inquinamento da particolato urbano. Questo riguarda non solo malattie legate al sistema respiratorio, ma anche al sistema cardiovascolare. Vengono sviluppate metodologie per il campionamento e l'analisi di particolato, al fine di caratterizzare sia le sostanze adsorbite e veicolate, sia l'esposizione cui si è soggetti in differenti situazioni ambientali. Sviluppo di metodologie e strumentazione in campo ambientale Vengono sviluppate metodologie analitiche e strumentazioni dedicate a specifiche problematiche ambientali. Generalmente la strumentazione sviluppata, sempre basata sulla spettrometria di massa, mira ad avere sensibilità elevate per la misura di inquinanti in tracce ed ultratracce, o ad essere trasportabile per effettuare analisi in campo, o ad essere automatizzata per effettuare monitoraggi. Caratterizzazione dell’inquinamento olfattivo e della sua tossicità Le problematiche legate all'inquinamento olfattivo, problema sempre più sentito dalla popolazione generale, sono legate alla complessità sia della percezione degli odori, che alla formazione degli odori ambientali. Questi sono spesso il risultato dell’interazione di diverse sostanze odorigene che, tutte insieme, e a bassissime concentrazioni, partecipano alla formazione dell'odore. La base per lo studio dell'inquinamento olfattivo è la conoscenza delle diverse sostanze presenti in ambienti "inquinati". Sono quindi necessarie sia metodologie analitiche che permettano di identificare e misurare gli "odoranti" presenti, che metodologie chemiometriche necessarie per ricostruire informazioni utili per l'identificazione della causa principale della molestia olfattiva. Imaging con spettrometria di massa Sono sviluppate tecnologie per l’imaging con la spettrometria di massa. Obiettivo è la descrizione spaziale, in tessuti, di farmaci o di metaboliti, per descrivere per esempio la penetrazione di farmaci antitumorali nei tumori, anche in seguito a trattamenti che specificatamente dovrebbero alterarne la penetrazione, o di metaboliti sia degli stessi farmaci che di attività metaboliche diverse. Unità di Bioindicatori Proteici e Genetici Analisi proteomica I metodi prevalentemente usati per l’analisi del proteoma prevedono la separazione delle proteine mediante elettroforesi mono- e bidimensionale, l’isolamento delle specie proteiche d’interesse, la loro digestione con enzimi proteolitici e la loro identificazione mediante RAPPORTO ATTIVITA’ 92 2014 IRFMN spettrometria di massa (MALDI-TOF MS, MALDI-TOF-TOF MS, LC-ESI-MS/MS) accoppiata all’uso di banche dati. In alternativa alla elettroforesi, le miscele di peptidi ottenuti dopo digestione con proteasi specifiche vengono separate mediante cromatografia liquida bidimensionale. Le analisi di proteomica quantitativa vengono condotte mediante diverse strategie: label-free mass spectrometry (es. Spectral Counts) e Stable Isotope Labeling AminoAcids in Culture (SILAC) per analisi semi-quantitative, e Selected Reaction MonitoringMass spectrometry (SRM-MS) per l'analisi quantitativa assoluta. In particolare nel 2014, si è continuato lo studio dell’interattoma (network di interazioni proteina-proteina) del recettore per i retinoidi RARalpha per una terapia stratificata nel tumore al seno. Analisi Metabolomica L’approccio metabolomico comporta la misura quantitativa dei profili metabolici di un organismo allo scopo di caratterizzare la risposta all’esposizione a stimuli patofisiologici esogeni o endogeni o a modificazioni genetiche. I metaboliti rappresentano i prodotti finali della espressione genica e dell’attività enzimatica e includono piccole molecole come amino acidi, zuccheri, grassi, ormoni, etc., che definiscono il fenotipo biochimico di un sistema biologico. Lo studio del profilo metabolomico si avvale di due diversi approcci: (i) metabolomica untargeted, ossia l'analisi globale di tutti i metaboliti misurabili in un campione biologico senza la conoscenza a priori della loro struttura chimica; (ii) metabolomica targeted, ossia l'analisi quantitativa di classi di metaboliti a struttura nota. Sono in corso indagini riguardanti la caratterizzazione di profili metabolici per la scoperta di nuovi bioindicatori di malattia sia in modelli sperimentali che in studi clinici in relazione a (i) insufficienza cardiaca acuta indotta da shock [progetto europeo ShockOmics] (ii) progressione delle malattie neurodegenerative. Inoltre si sta investigando il metabolismo delle cellule tumorali ed il suo rapporto con l'espressione di diversi oncogeni. In particolare si stanno studiando le anormalità dei percorsi metabolici nei tumore polmonare a piccole cellule in presenza dell’oncogene K-ras attivato e come tali alterazioni possano guidare la risposta ai farmaci anti-tumorali. Laboratorio di Tossicologia della Nutrizione Studi in nutrizione: contaminanti chimici negli alimenti. Nutrizione e salute Sono in corso studi per valutare l’esposizione alimentare del consumatore Italiano a PCB e diossine. In particolare, sono state condotte indagini per determinare i livelli di questi inquinanti nel latte materno di donne residenti in zone ad elevato inquinamento. Altri studi hanno misurato la contaminazione di PCB e diossine nel pesce pescato in Italia e in alimenti vari provenienti da aree geografiche italiane a rischio particolare. Altri studi sono diretti a valutare la relazione tra contenuto di sodio nella dieta e salute. In particolare la ricerca in corso intende identificare ed applicare in gruppi di soggetti volontari metodologie pratiche per ridurre il contenuto di sodio nella dieta giornaliera. Farmaci e droghe d’abuso nell’ambiente. I farmaci rappresentano uno dei più recenti inquinanti ambientali identificati. Sono attualmente in corso campagne di misurazione di farmaci e di metaboliti nelle acque di alcuni fiumi, di depuratori di acque di scarico urbane e in acque potabili sul territorio nazionale, allo scopo di definire il problema e studiare i rischi correlati. Altri studi in corso indagano la relazione tra presenza di antibiotici nell'ambiente e sviluppo di antibiotico-resistenza nei batteri ambientali. Attività regolatorie E' in corso la valutazione di monografie di prodotti fitosanitari per incarico del Ministero della Sanità, ai fini della registrazione nell’Unione Europea. RAPPORTO ATTIVITA’ 93 2014 IRFMN Unità di Biomarkers Ambientali Epidemiologia delle acque reflue. Uno studio sulle droghe d'abuso condotto misurando cocaina e suoi metaboliti umani nelle acque di alcuni depuratori e fiumi italiani, ha consentito di stimare i consumi nella popolazione afferente, dimostrando che l'utilizzo di questa droga è probabilmente molto superiore a quello stimato mediante metodi ufficiali. L’approccio è stato successivamente esteso ad includere altre droghe di uso comune come cannabis, oppiacei (eroina e morfina) e amfetamine (amfetamina, metamfetamina e ecstasy). Questo nuovo metodo fornisce risultati oggettivi, complementari a quelli dei metodi epidemiologici tradizionali, e gli studi attuali sono tesi a valutare se il suo utilizzo può consentire uno studio più completo del fenomeno droga, prestandosi al monitoraggio in continuo dei consumi e permettendo di individuare in tempo reale nuove tendenze di utilizzo delle sostanze stupefacenti nella popolazione. In particolare, sono in corso studi a livello nazionale, in collaborazione con il Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, studi a livello regionale, in collaborazione con Regione Lombardia e studi locali, in collaborazione con alcune ASL e con Metropolitana Milanese. L’approccio utilizzato per le droghe d’abuso è stato applicato con successo anche per valutare i consumi di alcohol e nicotina e si sta mettendo a punto un metodo per valutare l’esposizione della popolazione a pesticidi mediante analisi di metaboliti urinari nei reflui urbani. Altri studi attualmente in corso, condotti in collaborazione con numerosi gruppi di ricerca Europei e con l’European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA), intendono studiare il consumo di sostanze stupefacenti in Europa, misurando in contemporanea i consumi in 40 città di 19 nazioni e confrontando i risultati con quelli ottenuti mediante metodi epidemiologici tradizionali. Unità di Valutazione di Rischio degli Inquinanti Ambientali Valutazioni di Rischio Tossicologico L’attività dell’unità è incentrata sulla valutazione dell’esposizione e dei rischi per la salute determinati da specifiche situazioni di contaminazione ambientali, quali inquinamento dell’aria, del terreno e delle acque superficiali o sotterranee. L’unità si occupa anche di rischi legati all’alimentazione. Nel 2014 sono stati condotti studi sul rischio tossicologico legato alla contaminazione da Freon 11 nelle acque potabili e di falda nel territorio di Milano e sono stati quantificati i livelli di acetaldeide in campioni di bevande alcoliche e non, al fine di valutare l’impatto sulla salute per i consumatori. Inoltre l’unità si è occupata dell’effetto dell’olio di palma sui marcatori di rischio di malattie cardiovascolari e attualmente è in corso uno studio sul consumo di zuccheri semplici e il rischio di obesità, diabete e malattie cardiovascolari. Unità di Strumentazione Analitica Sviluppo e applicazione di metodi analitici per la misura di sostanze di interesse e biologico e ambientale Le attività di ricerca dell’unità includono l’analisi di liquidi biologici e campioni ambientali usando l’estrazione in fase solida (SPE) e la cromatografia liquida accoppiata alla spettrometria di massa (LC-ESI-MS/MS). Gli strumenti utilizzati comprendono: spettrometri di massa con analizzatori a tempo di volo (TOF), a triplo quadrupolo, a trappola ionica e Orbitrap ad alta risoluzione, con sorgenti convenzionali e nanoSpray. Le sostanze di interesse includono: proteine, peptidi, steroidi, ormoni, farmaci, droghe, altri contaminanti ambientali (pesticidi, composti perfluorurati, tensioattivi, plastificanti, antiossidanti, micotossine) e piccoli polimeri (PM < 5000 Da). RAPPORTO ATTIVITA’ 94 2014 IRFMN DIPARTIMENTO DI NEUROSCIENZE PERSONALE Capo Dipartimento Gianluigi FORLONI, Dr.Sci.Biol. Laboratorio di Biologia delle Malattie Neurodegenerative Capo Laboratorio Gianluigi FORLONI, Dr.Sci.Biol. Unità di Genetica delle Malattie Neurodegenerative: Diego ALBANI, Dr. SCi.Biol, Capo Unità Unità di Trauma spinale acuto e Rigenerazione Capo Unità Pietro VEGLIANESE, Dr. Sci Biol Laboratorio di Epidemiologia e Psichiatria Sociale Capo Laboratorio Barbara D’AVANZO, Dr.Filo. Laboratorio di Infiammazione e Malattie del Sistema Nervoso Capo Laboratorio Maria Grazia DE SIMONI, Dr.Sci.Biol. Unità Terapia Cellulare e Danno Cerebrale Acuto Capo Unità Elisa Roncati Zanier, Dr. Med..Chir Laboratorio di Malattie Neurologiche Capo Laboratorio Ettore BEGHI, Dr.Med.Chir. Laboratorio di Morte Neuronale e Neuroprotezione Capo Laboratorio Tiziana BORSELLO, Dr.Sci.Biol Laboratorio di Neurobiologia Molecolare Capo Laboratorio Caterina BENDOTTI, Dr.Farm. Laboratorio di Neurobiologia dei Prioni Capo Laboratorio Roberto CHIESA, Dr.Biol Laboratorio di Neurochimica e Comportamento Capo Laboratorio Roberto W. INVERNIZZI, Dr. Sci Biol Unità di Farmacologia del Comportamento Cognitivo: Capo Unità Mirjana CARLI, PhD RAPPORTO ATTIVITA’ 95 2014 IRFMN Laboratorio di Neurologia Sperimentale Capo Laboratorio Annamaria VEZZANI, Dr.Sci.Biol. Unità Fisiopatologia della comunicazione glio-neuronale Capo Unità Teresa RAVIZZA, Dr.Sci.Biol Laboratorio di Neuropsichiatria Geriatrica Capo Laboratorio Ugo LUCCA, MSc Unità di Epidemiologia Geriatrica Capo Unità Mauro TETTAMANTI, Dr.Sci.Biol. Unità di Farmacologia Geriatrica Capo Unità Emma RIVA, Dr.Med.Chir. Laboratorio di Psicofarmacologia Sperimentale Capo Laboratorio Luigi CERVO, PhD Laboratorio di Valutazione della Qualità dei Servizi per l’Anziano Capo Laboratorio Alessandro NOBILI, Dr.Med.Chir. RAPPORTO ATTIVITA’ 96 2014 IRFMN CURRICULA VITAE Gianluigi Forloni si è laureato in Scienze Biologiche all'Università di Milano. nel 1985. Dal 1986 al 1988 è stato ricercatore presso il Dipartimento di Neuroscienze dell'Università Johns Hopkins di Baltimora (USA). All’Istituto Mario Negri dal 1992 al 1995 è stato capo dell’Unità di Neurobiologia dell’Alzheimer, dal 1996 è responsabile del Laboratorio di Biologia delle Malattie Neurodegenerative e dal 2002 è anche Capo del Dipartimento di Neuroscienze. Gli interessi di ricerca riguardano le basi genetiche e biologiche delle malattie neurodegenerative associate all’invecchiamento, e in particolare alla malattia di Alzheimer, alle encefalopatie spongiformi e al morbo di Parkinson. E’ stato membro di diverse commissioni europee per la valutazioni di progetti nell’ambito delle malattie neurodegenerative e ha fatto parte del gruppo di coordinamento del Consorzio IMI-Pharmacog della Comunità Europea (27 partner) 2010-2014. E’ Presidente dell'Associazione Italiana per la Ricerca sull'Invecchiamento Cerebrale (AIRIC), membro del Comitato Scientifico di SINDEM, la sezione Demenze della Società Italiana di Neurologia e dell’European Accademy of Science. E' autore di oltre 250 pubblicazioni su riviste internazionali, e di circa 30 tra review e capitoli di libri. Principali pubblicazioni Forloni G., Angeretti N., Chiesa R., Monzani E., Salmona M., Bugiani O.,Tagliavini F. Neurotoxicity of a prion protein fragment. Nature 362: 543-546 (1993) Forloni, G., Tagliavini, F.,Bugiani, O. and Salmona, M. Amyloid in Alzheimer’s disease and prion-related encephalopathies: Studies with synthetic peptides. Progr. Neurobiol. 49: 287- 315 (1996) Forloni G. Iussich, S. Awan T. Colombo L. Angeretti, N. Girola, L. Bertani, I. Poli, G. Caramelli, M. Bruzzone, MG.Farina, L. Limido, L. Rossi, G. Giaccone G. Ironside, JW. Bugiani, O.Salmona M. and Tagliavini, F. Tetracyclines affect prion infectivity Proc. Natl. Acad. Sci . New York 99: 10849-10854 (2002) Fioriti, L. Angeretti, N.. Colombo, L., De Luigi A., Manzoni, C., Colombo A., Morbin, M., Tagliavini, F., Salmona, M. Chiesa, R. Forloni, G. Neurotoxic and gliotrophic activity of a synthetic peptide homologous to Gerstmann-SträusslerScheinker disease amyloid protein. J. Neurosci. 27: 576-83 (2007) Dossena S, Imeri L, Mangieri M, Garofoli A, Ferrari L, Senatore A, Restelli E, Balducci C, Fiordaliso F, Salio M, Bianchi S, Fioriti L, Morbin M, Pincherle A, Marcon G, Villani F, Carli M, Tagliavini F, Forloni G, Chiesa R. Mutant prion protein expression causes motor and memory deficits and abnormal sleep patterns in a transgenic mouse model. Neuron. 60: 598-609 (2008) Balducci, C., Beeg, M., Stravalaci, M., Bastone, A.,, Sclip, A., Biasini, E., Tapelll., Colombo, L. Canzoni, C., Borsello, T., Chiesa, R., Gobbi, M., Salmona M. Forloni, G., A oligomers impair memory independently of cellular prion potei Proc. Natl. Acad. Sci USA, 107: 2295-2300 (2010) Puoti, G., Bizzi, A., Forloni G., Safar JG.,Tagliavini, F., Gambetti, P. Sporadic human prion diseases: molecular insights and diagnosis. Lancet Neurology 11: 618-28 (2012) Polito, l, Kehoe P, Davin, A., Ghidoni, R., Benussi, L., Quadri, PL, Lucca, U., Tettamanti, M., Mariani, C., Forloni, G., Albani, D. The SIRT2 polymorphism rs10410544 as susceptibility factor for Alzheimer’s disease. Alzheimer & Dementia 9: 392-399 (2013) Balducci C., Minniti, S., Lavitola, P., Zotti, M., Sancini, G, Cagnotto, A, Salmona M, Haaparanta-Solin M, Forloni G, Masserini M, Re F. Efficacy of a nanomedicine-based therapeutics in Alzheimer's mouse model J Neurosci 34:1402214031 (2014) Haïk, S, Marcon, Coudert M, Tettamanti M, Welaratne A, Giaccone G, Azimi S, Pietrini V, Fabreguettes, J-R, Imperiale, D, Cesaro, P, Buffa, C, Aucan, C, Lucca, U, Mallet, A, Suardi, S, Tranchant, C, Zerr, I, Houillier, C, Redaelli, V, Vespignani, H, Campanella A, Sellal, F; Gobbi, M, Seilhean, D, Canovii, M, Sedel, F, Di Fede, G, Laplanche, JL, Pocchiari, M, Salmona, M, Forloni, G, Brandel, J-P Tagliavini, F. Doxycycline in Creutzfeldt-Jakob disease: a phase 2, randomized, double-blind, placebo-controlled trial Lancet Neurol. 13:150-8 (2014) Balducci, C. Forloni, G. In vivo application of beta amyloid oligomers: a simple tool to evaluate mechanisms of action and new therapeutic approaches. Current Pharmaceutical Design 20: 2491-2505 (2014) Ettore Beghi si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1972 e si è specializzato in Neurologia nel 1976 presso l’Università degli Studi di Milano. Ha svolto un periodo formativo nel Dipartimento di Epidemiologia e Statistica della Mayo Clinic di Rochester, MN (USA). E’ capo del Laboratorio di Malattie Neurologiche dell’Istituto Mario Negri, Direttore dell’Unità di Neurofisiopatologia/Centro per l’Epilessia e Professore a Contratto di Neuroepidemiologia dell’Università di Milano-Bicocca a Monza. E’ membro del comitato editoriale delle riviste Epilepsia, Neuroepidemiology, Inpharma, Drugs in R & D, Clinical Drug Investigation, Neurological Sciences, Clinical Neurology and Neurosurgery, ed è revisore di numerose riviste nazionali e internazionali. Le sue principali aree di interesse e di ricerca riguardano studi di epidemiologia descrittiva, analitica e sperimentale nel settore dell’epilessia, delle neuropatie periferiche, delle cefalee e della sclerosi laterale amiotrofica. RAPPORTO ATTIVITA’ 97 2014 IRFMN Principali pubblicazioni: Nobile-Orazio E, Cocito D, Jann S, Uncini A, Beghi E, Messina P, Antonini G, Fazio R, Gallia F, Schenone A, Francia A, Pareyson D, Santoro L, Tamburin S, Macchia R, Cavaletti G, Giannini F, Sabatelli M; IMC Trial Group.Intravenous immunoglobulin versus intravenous methylprednisolone for chronic inflammatory demyelinating polyradiculoneuropathy: a randomised controlled trial. Lancet Neurol. 2012; 11:493-502 Beghi E, D'alessandro E. Beghi, E. Pupillo, P. Messina, G. Giussani, A. Chio, S. Zoccolella, C. Moglia, M. Corbo, G. Logroscino, For The Eurals Group. Coffee And Amyotrophic Lateral Sclerosis: A Possible Preventive Role. Am J. Epidemiol 2011; 174 : 1002-1008. Leone Ma, Vallalta R, Solari A, Beghi E, For The First Group. Treatment Of First TonicClonic Seizure Does Not Affect Mortality: Long-Term Follow-Up Of A Randomised Clinical Trial. J Neurol Neurosurg R, Beretta S, Consoli D, Crespi V, Delaj L, Gandolfo C, Greco G, La Neve A, Manfredi M, Mattana F, Musolino R, Provinciali L, Santangelo M, Specchio Lm, Zaccara G; On Behalf Of The Epistroke Group. Incidence And Predictors Of Acute Symptomatic Seizures After Stroke. Neurology 2011; 77:1785-1793. Psychiatry 2011; 82:924-927. G. Logroscino, B.J. Traynor, O. Hardiman, A. Chiò, D. Mitchell, R.J. Swingler, A. Millul, E. Benn, E. Beghi. Incidence Of Amyotrophic Lateral Sclerosis In Europe. J Neurol Neurosurg Psychiatry 2010; 81: 385-390. Leone Ma, Solari A, Beghi E, For The First Group. Treatment Of The First Tonic-Clonic Seizure Does Not Affect LongTerm Remission Of Epilepsy. Neurology 2006; 67: 2227-2229 Beghi E, Pupillo E, Bonito V, Buzzi P, Caponnetto C, Chiò A, Corbo M, Giannini F, Inghilleri M, Bella Vl, Logroscino G, Lorusso L, Lunetta C, Mazzini L, Messina P, Mora G, Perini M, Quadrelli Ml, Silani V, Simone Il, Tremolizzo L; Italian Als Study Group. Randomized Double-Blind Placebo-Controlled Trial Of Acetyl-L-Carnitine For ALS. Amyotroph Lateral Scler Frontotemporal Degener. 2013:14:397-405. Pupillo E, Messina P, Logroscino G, Beghi E; the SLALOM Group. Long-term survival of amyotrophic lateral sclerosis. A population-based study. Ann Neurol 2014; 75: 287-297. Pupillo E, Messina P, Giussani G, Logroscino G, Zoccolella S, Chiò A, Calvo A, Corbo M, Lunetta C, Marin B, Mitchell D, Hardiman O, Rooney J, Stevic Z, Bandettini di Poggio M, Filosto M, Cotelli MS, Perini M, Riva N, Tremolizzo L, Vitelli E, Damiani D, BEGHI E; the EURALS Consortium. Physical Activity and ALS. A European Population-based, Case-control Study. Ann Neurol 2014; 75: 708-716. Giussani G, Franchi C, Messina P, Nobili A, BEGHI E; the EPIRES Group.Prevalence and incidence of epilepsy in a well-defined population of Northern Italy. Epilepsia 2014; 55(10): 1526-1533. Caterina Bendotti, laureata in Farmacia all’Università di Milano nel 1984. Ricercatrice nel laboratorio di Neurofarmacologia dell'istituto Mario Negri (IRFMN) fino al 1986; 1986-1988 ricercatrice presso il Dipartimento di Fisiologia della Johns Hopkins University di Baltimora, USA. 1988-1992 ricercatrice nel laboratorio di Neurofarmacologia dell'IRFMN e nel 1992 è diventata responsabile dell’Unità di Neurobiologia Molecolare. Dal 1998 è capo laboratorio e l’area di ricerca principale è lo studio dei meccanismi patogenetici della Sclerosi Laterale Amiotrofica(SLA). Membro di vari comitati scientifici: editoriali (2002-2012,Journal of Neurochemistry; dal 2009 CNS & Neurological Disorders - Drug Targets), per congressi internazionali (International Symposia on ALS held in Milano in 2003 and 2013, ENCALS meeting in Leuven in 2014), commissioni ministeriali per lo studio delle problematiche concernenti la diagnosi, la cura e l’assistenza dei pazienti affetti da SLA (2003-2007), membro del consiglio direttivo della Società Italiana di Neuroscienze(2005-2009). Membro del Research Advisory Panel di MNDA inglese (2006-2010), dal 2008 della Thierry Latran Foundation per la SLA francese e dal 2014 dell'Associazione Italiana per l SLA (AISLA). Co-organizzatrice del primo meeting internazionale su ”Mutant SOD1 and familial ALS: from the molecule to man” a Milano (2007), del workshop su MND all'IBRO symposium a Firenze (2011), del simposio satellite su MND della FENS a Milano (2014). Dal 2011 è responsabile dell'Animal Facility di AriSLA. E’ revisore scientifico di 15 riviste scientifiche internazionali e revisore di grants di 7 agenzie di finanziamento internazionali. Autrice e coautrice di oltre 143 pubblicazioni peer-reviewed (H index= 37) e relatrice di numerose comunicazioni a congressi nazionali e internazionali. Principali pubblicazioni degli ultimi 5 anni Riva N, Chaabane L, Peviani M, Ungaro D, Domi T, Dina G, Bianchi F, Spano G, Cerri F, Podini P, Corbo M, Carro UD, Comi G, Bendotti C, Quattrini A. Defining peripheral nervous system dysfunction in the SOD-1G93A transgenic rat model of amyotrophic lateral sclerosis. J Neuropathol Exp Neurol. 2014, 73(7):658-70. Acquadro E, Caron I, Tortarolo M, Bucci EM, Bendotti C, Corpillo D. Human SOD1-G93A specific distribution evidenced in murine brain of a transgenic model for amyotrophic lateral sclerosis by MALDI imaging mass spectrometry. J Proteome Res. 2014 4;13(4):1800-9 Peviani M, Tortarolo M, Battaglia E, Piva R, Bendotti C Specific induction of Akt3 in spinal cord motor neurons is neuroprotective in a mouse model of familial amyotrophic lateral sclerosis Mol Neurobiol 2014 49 : 136-148 RAPPORTO ATTIVITA’ 98 2014 IRFMN Nardo G, Iennaco R, Fusi N, Heath PR, Marino M, Trolese MC, Ferraiuolo L, Lawrence N, Shaw PJ, Bendotti C. Transcriptomic indices of fast and slow disease progression in two mouse models of amyotrophic lateral sclerosis. Brain. 2013; 136:3305-32 Bendotti C, Marino M, Cheroni C, Fontana E, Crippa V, Poletti A, De Biasi S.. Dysfunction of constitutive and inducible ubiquitin-proteasome system in amyotrophic lateral sclerosis: Implication for protein aggregation and immune response. Prog Neurobiol. 2012 97:101-26. Nardo G, Pozzi S, Pignataro M, Lauranzano E, Spano G, Garbelli S, Mantovani S, Marinou K, Papetti L, Monteforte M, Torri V, Paris L, Bazzoni G, Lunetta C, Corbo M, Mora G, Bendotti C, Bonetto V. Amyotrophic lateral sclerosis multiprotein biomarkers in peripheral blood mononuclear cells. PLoS One. 2011;6(10):e25545. Crippa V, Sau D, Rusmini P, Boncoraglio A, Onesto E, Bolzoni E, Galbiati M, Fontana E, Marino M, Carra S, Bendotti C, De Biasi S, Poletti A. The small heat shock protein B8 (HspB8) promotes autophagic removal of misfolded proteins involved in amyotrophic lateral sclerosis (ALS). Hum Mol Genet. 19:3440-56, 2010 Ludolph AC, Bendotti C, Blaugrund E, Chio A, Greensmith L, Loeffler JP, Mead R, Niessen HG, Petri S, Pradat PF, Robberecht W, Ruegg M, Schwalenstöcker B, Stiller D, van den Berg L, Vieira F, von Horsten S. Guidelines for preclinical animal research in ALS/MND: A consensus meeting. Amyotroph Lateral Scler.11(1-2):38-45, 2010 Tiziana Borsello ha conseguito la laurea in Scienze Biologiche nel 1990 a Torino e il PhD in Neuroscienze presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Torino nel 1994. Ha poi passato un periodo di un anno in Olanda all’Istituto “The Netherlands Research Institute of Amsterdam” con un European Science Foundation scholarship. Dal 1997 al 1999 è stata una ricercatrice del progetto MURST presso l’Istituto di Neurobiologia del CNR di Roma. Dal 1999 al 2003 è stata Premier Assistant al DBCM, Università di Losanna, Svizzera, e nel 2004 è diventata capo laboratorio presso lo stesso Istituto. Dal 2004 lavora presso il laboratorio di Biologia delle Malattie Neurodegenerative all’Istituto Mario Negri dove è diventata capo unità nel 2007. Nel 2005 ha vinto il premio Pfizer (Prize of the Pfizer Foundation, Neuroscience and Diseases Nervous System). Ad oggi è capo del laboratorio di Morte Neuronale e Neuroprotezione presso lo stesso istituto. I suoi interessi di ricerca sono focalizzati sulla comprensione dei meccanismi di morte neuronale col fine ultimo di sviluppare nuove strategie neuroprotettive. In particolare lo studio ha la finalità di studiare le molecole chiave che regolano i pathways di morte neuronale attivati in condizioni patologiche nel sistema nervoso centrale (stress eccitotossici, danno ischemico, Traumatic Brain Injury e malattie neurodegenerative croniche come l’Alzheimer) per poter interferire specificatamente con questi in modo da ottenere neuroprotezione. Principali pubblicazioni Tozzi A., Sclip A, Tantucci A., De Lure A., Griglieri V., Costa C., Di Filippo M., Borsello T, Calabresi P. (2014) RegionAnd Age-Dependent Reductions Of Hippocampal Long-Term Potentiation And Nmda To Ampa Ratio In A Genetic Model Of Alzheimer's Disease Neurobiol Aging. Davoli E., Sclip A, Cecchi M., Cimini S., Carrà A., Salmona M, Borsello T 2014 Determination Of Tissue Levels Of A Neuroprotectant Drug: The Cell Permeable Jnk Inhibitor Peptide. J Pharmacol Toxicol Methods. 70: 55-61. Sclip A, Tozzi A., Cardinetti D., Colombo I., Calabresi P., Salmona M, Welker E., Borsello T (2014) C-Jun N-Terminal Kinase Has A Key Role In Alzheimer Disease Synaptic Dysfunction In Vivo. Cell Death & Disease Sclip A, Arnaboldi A, Colombo I, Veglianese P, Colombo L, Messa M, Mancini S, Cimini S, Morelli F, Antoniou X, Welker E, Salmona M, Borsello T. Soluble Aβ oligomer-induced synaptopathy: c-Jun N-terminal kinase's role. J Mol Cell Biol. 2013;5 277-9. Esposito S, Pristerà A, Maresca G, Cavallaro S, Felsani A, Florenzano F, Manni L, Ciotti MT, Pollegioni L, Borsello T, Canu N. Contribution of serine racemase/d-serine pathway to neuronal apoptosis. Aging Cell. 2012;11(4):588-98. Repici M, Chen X, Morel MP, Doulazmi M, Sclip A, Cannaya V, Veglianese P, Kraftsik R, Mariani J, Borsello T, Dusart I. Specific inhibition of the JNK pathway promotes locomotor recovery and neuroprotection after mouse spinal cord injury. Neurobiol Dis. 2012;46:710-21. Feligioni M, Brambilla E, Camassa A, Sclip A, Arnaboldi A, Morelli F, Antoniou X, Borsello T. Crosstalk between JNK and SUMO signalling pathways:deSUMOylation is protective agaist HO-induced cell injury. PLoS One. 2011;6(12):e28185. Epub 2011 Dec 2. Sclip A, Antoniou X, Colombo A, Camici GG, Pozzi L, Cardinetti D, Feligioni M, Veglianese P, Bahlmann FH, Cervo L, Balducci C, Costa C, Tozzi A, Calabresi P, Forloni G, Borsello T. c-jun N-terminal kinase regulates soluble Abeta oligomers and cognitive impairment in AD mouse model . J Biol Chem. 2011 286:43871-80 Luigi Cervo, Ph.D. (Open University, Milton Keynes, U.K.) dal 2006 è responsabile del Laboratorio di Psicofarmacologia Sperimentale. Tra il 1978 ed il 2001 è stato prima ricercatore poi Capo dell’Unità di Farmacologia Comportamentale presso il Laboratorio di Neurofarmacologia dell’Istituto “M. Negri” dove ha conseguito il Diploma in Ricerca Biochimica nel 1981. Tra il 1981 ed 1983 ha trascorso un periodo formativo presso il Dipartimento di Psichiatria dell'Università di Chicago (Prof. Charles Robert Schuster). Le sue aree di interesse scientifico riguardano le neuroscienze comportamentali e la psicofarmacologia. Le sue ricerche sono principalmente focalizzate su modelli sperimentali animali e la loro applicazione RAPPORTO ATTIVITA’ 99 2014 IRFMN traslazionale a patologie umane complesse come l'abuso di droga, l'ansia e la depressione. Autore e coautore di molte pubblicazioni scientifiche peer-reviewed, relatore di numerose comunicazioni a congressi internazionali, è revisore scientifico di diverse riviste scientifiche internazionali. Membro della European Society for Neuroscience, European Behavioural Pharmacological Society, Società Italiana di Neuroscienze e della Società Italiana di Farmacologia. Principali pubblicazioni Grignaschi G, Burbassi S, Zennaro E, Bendotti C, Cervo L. A single high dose of cocaine induces behavioural sensitization and modifies mRNA encoding GluR1 and GAP-43 in rats. Eur J Neurosci 2004; 20: 2833-2837. Cervo L, Canetta A, Calcagno E, Burbassi S, Sacchetti G, Caccia S, Fracasso C, Albani D, Forloni G, Invernizzi R. Deficits of serotonin synthesis cause resistance to antidepressants, J Neurosci 2005; 25: 8165-8172. Cervo L, Cocco A, Petrella C, Heidbreder CA. Selective antagonism at dopamine D3 receptors attenuates cocaine seeking behaviour in the rat. Int J Neuropsychopharmacol. 2007; 10: 167-181. Burbassi S, Cervo L. Stimulation of serotonin(2C) receptors influences cocaine-seeking behavior in response to drugassociated stimuli in rats. Psychopharmacology (Berl). 2008; 196: 15-27. Burattini C, Burbassi S, Aicardi G, Cervo L. Effects of naltrexone on cocaine- and sucrose-seeking behaviour in response to associated stimuli in rats. Int J Neuropsychopharmacol. 2008; 11,: 103-109. Fumagalli F, Franchi C, Caffino L, Racagni G, Riva MA, Cervo L. Single session of cocaine intravenous self-administration shapes goal-oriented behaviours and up-regulates Arc mRNA levels in rat medial prefrontal cortex. Int J Neuropsychopharmacol. 2009; 12: 423-429. Watson J, Guzzetti S, Franchi C, Di Clemente A, Burbassi S, Emri Z, Leresche N, Parri HR, Crunelli V, Cervo L. Gammahydroxybutyrate does not maintain self-administration but induces conditioned place preference when injected in the ventral tegmental area. Int J Neuropsychopharmacol. 2010; 13:143-153. Di Clemente A, Franchi C, Orrù A, Arnt J, Cervo L. Bifeprunox: a partial agonist at dopamine D2 and serotonin 1A receptors, influences nicotine-seeking behaviour in response to drug-associated stimuli in rats. Addict Biol. 2012; 17: 274-286. Orrù A, Fujani D, Cassina C, Conti M, Di Clemente A, Cervo L. Operant, oral alcoholic beer self-administration by C57BL/6J mice: effect of BHF177, a positive allosteric modulator of GABA(B) receptors. Psychopharmacology (Berl). 2012; 222: 685-700. Fumagalli F, Moro F, Caffino L, Orrù A, Cassina C, Giannotti G, Di Clemente A, Racagni G, Riva MA, Cervo L. Regionspecific effects on BDNF expression after contingent or non-contingent cocaine i.v. self-administration in rats. Int J Neuropsychopharmacol. 2013; 16: 913-918. Cervo L, Di Clemente A, Orrù A, Moro F, Cassina C, Pich EM, Corsi M, Gozzi A, Bifone A. Inhibition of glycine transporter-1 reduces cue-induced nicotine-seeking, but does not promote extinction of conditioned nicotine cue responding in the rat. Addict Biol. 2013; 18: 800-811. Caffino L, Cassina C, Giannotti G, Orrù A, Moro F, Di Clemente A, Racagni G, Fumagalli F, Cervo L. Short-term abstinence from cocaine self-administration, but not passive cocaine infusion, elevates αCaMKII autophosphorylation in the rat nucleus accumbens and medial prefrontal cortex. Int J Neuropsychopharmacol. 2014; 17: 323-329. Roberto Chiesa si è laureato in Scienze Biologiche con indirizzo genetico all’Università di Pavia nel 1991. Ha conseguito il Diploma di Specialista in Ricerca Farmacologica all’istituto Mario Negri nel 1994. Dal 1996 al 2000 ha lavorato presso il Dipartimento di Biologia Cellulare e Fisiologia della Washington University di St. Louis, Missouri, USA. Nel 2001 è tornato in Italia con una posizione di Telethon Scientist (Istituto Telethon Dulbecco, Fondazione Telethon) presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’Istituto Mario Negri, dove dirige il laboratorio di Neurobiologia dei Prioni. Studia i meccanismi molecolari alla base della disfunzione neuronale e dell’eterogeneità fenotipica delle malattie da prioni ereditarie. E’ stato insignito dei premi James L. O’Leary (1998) e Bruno Ceccarelli (2000) per la ricerca nel campo delle neuroscienze. Fa parte dei comitati editoriali delle riviste PloS ONE e Biochemical Journal. Principali pubblicazioni Fioriti L, Dossena S, Stewart LR, Stewart RS, Harris DA, Forloni G, Chiesa R. Cytosolic prion protein (PrP) is not toxic in N2a cells and primary neurons expressing pathogenic PrP mutations. J Biol Chem. 280:11320-8 (2005) Biasini E, Massignan T, Fioriti L, Rossi V, Dossena S, Salmona M, Forloni G, Bonetto V, Chiesa R Analysis of the cerebellar proteome in a transgenic mouse model of inherited prion disease reveals preclinical alteration of calcineurin activity. Proteomics. 6:2823-34 (2006) Dossena S, Imeri L, Mangieri M, Garofoli A, Ferrari L, Senatore A, Restelli E, Balducci C, Fiordaliso F, Salio M, Bianchi S, Fioriti L, Morbin M, Pincherle A, Marcon G, Villani F, Carli M, Tagliavini F, Forloni G, Chiesa R. Mutant prion protein expression causes motor and memory deficits and abnormal sleep patterns in a transgenic mouse model. Neuron. 2008, 60:598-609 (2008). Biasini E., Tapella L., Mantovani S., Stravalaci M., Gobbi M., Harris D.A. and Chiesa R. (2009) Immunopurification of pathological prion protein aggregates. PloS ONE, 4(11): e7816 Massignan T. Stewart R.S., Biasini E. Solomon I.H., Bonetto V., Chiesa R. and Harris D.A. (2010) A novel, drug-based, cellular assay for the activity of neurotoxic mutants of the prion protein. J. Biol. Chem. 285: 7752- RAPPORTO ATTIVITA’ 100 2014 IRFMN 7765 Balducci C., Beeg M., Stravalaci M., Bastone A., Sclip A., Biasini E., Tapella L., Colombo L., Manzoni C., Borsello T., Chiesa R., Gobbi M., Salmona M., Forloni G. (2010) Ab oligomers impair memory independently of cellular prion protein. Proc. Natl. Acad. Sci. 107: 2295-2300 Massignan T., Biasini E., Lauranzano E., Veglianese P., Pignataro M., Fioriti L., Harris D.A., Salmona M., Chiesa R., and Bonetto V. (2010) Mutant prion protein expression is associated with an alteration of the Rab GDP dissociation inhibitor alpha (GDI)/Rab11 pathway. Mol Cell Proteomics 9: 611-22 Biasini E., Tapella L., Restelli E., Pozzoli M., Massignan T., and Chiesa R. (2010) The hydrophobic core region governs mutant prion protein aggregation and intracellular retention. Biochem Journal 430: 477-86 Restelli E., Fioriti L., Mantovani S., Airaghi S., Forloni G., and Chiesa R. (2010) Cell type-spcific neuroprotective activity of untranslocated prion protein. PloS ONE, 5(10): e13725 Quaglio E., Restelli E., Garofoli A., Dossena S., De Luigi A., Tagliavacca L., Imperiale D., Migheli A., Salmona M., Sitia R., Forloni G., and Chiesa R. (2011) Expression of mutant or cytosolic PrP in transgenic mice and cells is not associated with endoplasmic reticulum stress or proteasome dysfunction. PloS ONE, 6(4): e19339 Senatore A., Colleoni S., Verderio C., Restelli E., Morini R., Condliffe S.B., Bertani I., Mantovani S., Canovi M, Micotti E., Forloni G, Dolphin A.C., Matteoli M., Gobbi M., and Chiesa R. (2012) Mutant PrP suppresses glutamatergic neurotransmission in cerebellar granule neurons by impairing membrane delivery of VGCC 2-1 subunit. Neuron, 74: 300-313 Tapella L., Stravalaci M., Bastone A., Biasini E., Gobbi M. and Chiesa R. (2013) Epitope scanning indicates structural differences in brain-derived monomeric and aggregated mutant prion proteins related to genetic prion diseases. Biochem J. 454: 417-425 Barbara D’Avanzo si è laureata in filosofia nel 1989 presso l’Università degli Studi di Milano. Ha seguito il corso della Regione Lombardia “Tecniche di ricerca in campo biomedico” presso il Laboratorio di Epidemiologia Generale dell’Istituto nel 1988. Dal 1991 al 1996 ha lavorato come ricercatrice nel Laboratorio di Epidemiologia Generale. Dal 1996 lavora nel Laboratorio di Epidemiologia e Psichiatria Sociale, che coordina dal 2011. Le aree di interesse principali sono rappresentate dall’applicazione dei metodi di ricerca epidemiologica e valutativa alla salute mentale ai servizi di salute mentale. Ha lavorato all’analisi e quantificazione delle modalità di attuazione e degli effetti della riforma psichiatrica in Italia, alla valutazione della qualità dei servizi e della loro trasformazione, con particolare attenzione all’utilizzo dei servizi residenziali per pazienti gravi, dell’efficacia degli interventi psicosociali, alla valutazione del profilo rischio-beneficio degli antipsicotici. In ambito di prevenzione del suicidio, si occupa dell’implementazione di un sistema di monitoraggio dei tentativi di suicidio e degli episodi di autolesionismo e allo studio dei programmi di prevenzione del suicidio. E’ attiva sul tema della partecipazione degli utenti e della produzione di conoscenze utili al miglioramento della gestione dei servizi di salute mentale da parte degli utenti e alla valorizzazione del loro punto di vista. Svolge attività di formazione nei servizi di salute mentale e di divulgazione sul territorio. E’ membro del direttivo nazionale della World Association for Psychosocial Rehabilitation Italia. Negli anni più recenti ha svolto attività di referee per Epidemiologia e Psichiatria Sociale e per BMC Public Health. Principali pubblicazioni Barbato A, D'Avanzo B, D'Anza V, Montorfano E, Savio M, Corbascio G C. Involvement of users and relatives in mental health service evaluation. J Nerv Ment Dis 2014 202 : 479-486. Barbato A, Bajoni A, Rapisarda F, D'Anza V, De Luca L F, Inglese C, Japichino S, Mauriello F, D'Avanzo B. Quality assessment of mental health care by people with severe mental disorders: a participatory research project. Community Ment Health J 2014 50 : 402-408 Barbato A, Bossini L, Calugi S, D'Avanzo B, Fagiolini A, Koukouna D, Parabiaghi A, Rapisarda F, Rucci P, Vallarino M.Validation of the Italian version of the Functioning Assessment Short Test (FAST) for bipolar disorder. Epidemiol Psychiatr Sci. 2013; 22:187-94 D'Avanzo B, Barbato A, Erzegovesi S, Lampertico L, Rapisarda F, Valsecchi L Formal and informal help-seeking for mental health problems. A survey of preferences of italian students. Clin Pract Epidemiol Ment Health. 2012;8:47-51 Parabiaghi A, D'Avanzo B, Tettamanti M, Barbato A, GISAS Study Group. The GiSAS study. Rationale and design of a pragmatic randomized controlled trial on aripiprazole, olanzapine and haloperidol in the long-term treatment of schizophrenia. Contemp Clin Trials 2011; 32:675-684. Barbato A, Parabiaghi A, Panicali F, Battino N, D'Avanzo B, De Girolamo G, Rucci P, Santone G, PROGRES-Acute Group. Do patients improve after short psychiatric admission? A cohort study in Italy Nord J Psychiatry 2010; E-pub Campi R, Barbato A, D'Avanzo B, Guaiana G, Bonati M Suicide in Italian children and adolescents J Affect Disord 2009; 113:291-295. Barbato A, D'Avanzo B. Efficacy of couple therapy as a treatment for depression: a meta-analysis. Psychiatr Q 2008; 79:121-132. RAPPORTO ATTIVITA’ 101 2014 IRFMN D'Avanzo B, Aliprandini E, Beghi M, Cornaggia C M, Erlicher A, Frova M, Mascarini A, Miragoli P, Righi A. Strutture residenziali e semiresidenziali nei servizi di salute mentale. Dove sta la differenza? Epidemiologia e Psichiatria Sociale 2008; 17:57-64. Barbato A, D'Avanzo B. Marital therapy for depression. Cochrane Database Systematic Reviews 2006; Issue 2. Parabiaghi A, Barbato A, D'Avanzo B, Erlicher A, Lora A. Assessing reliable and clinically significant change on Health of the Nation Outcome Scales: method for displaying longitudinal data. Aust N Z J Psychiatry 2005; 39:719-725. Barbato A, D'Avanzo B. Involuntary placement in Italy. Br J Psychiatry 2005; 186:542-543. Guaiana G, Andretta M, Corbari L, Mirandola M, Sorio A, D'Avanzo B, Barbui C. Antidepressant drug consumption and public health indicators in Italy, 1955-2000. J Clinical Psychiatry 2005; 66:750-755. D'Avanzo B, Battino R N, Gallus S, Barbato A. Factors predicting discharge of patients from community residential facilities: A longitudinal study from Italy. Aust N Z J Psychiatry 2004; 38:619-628. D'Avanzo B, Barbato A, Barbui C, Battino N, Civenti G, Frattura L. Discharges of patients from public psychiatric hospitals in Italy between 1994 and 2000. Int J Social Psychiatry 2003; 49 27-3. Maria Grazia De Simoni. 1978: laurea in Scienze Biologiche, Università degli Studi di Milano, 110/110 cum laude. 1981: specializzazione in Ricerche Farmacologiche presso l’Istituto Mario Negri di Milano. 1981-1982: post-dottorato presso l’Università di Lione, Francia. Attualmente, Capo del Laboratorio di Infiammazione e Malattie del Sistema Nervoso, presso all’Istituto Mario Negri. Principali aree di ricerca: modelli sperimentali di patologie del sistema nervoso con speciale riferimento ad ischemia cerebrale e trauma cranico; ruolo dell’immunità innata nelle patologie del sistema nervoso; la riposta infiammatoria nel tessuto cerebrale: aspetti trofici e tossici; le cellule staminali come terapia del danno cerebrale acuto; marcatori periferici di patologie del CNS. Ha tenuto più di 100 seminari in Europa, Stati Uniti e Australia. Autrice di più 140 lavori scientifici su riviste scientifiche internazionali. H index ufficiale: 40. Membro dei seguenti comitati editoriali: Stroke, American Heart Association, Senior Editor, 2007-2010; Intensive Care Medicine experimental, Senior Editor; ISRN Vascular Medicine; Frontiers in Immunology: Frontiers in Molecular Innate Immunity. Principali pubblicazioni recenti Orsini F, De Blasio D, Zangari R, Zanier ER and De Simoni MG. Versatility of the complement system in neuroinflammation, neurodegeneration and brain homeostasis. Front Cell Neurosci 2014; 8:380. Fumagalli S, Ortolano F and De Simoni MG. A close look at brain dynamics: cells and vessels seen by in vivo two-photon microscopy. Prog. Neurobiol. 2014; 21: 36-54. Zanier ER, Pischiutta F, Riganti L, Marchesi F, Turola E, Fumagalli S, Perego C, Parotto E, Vinci P, Veglianese P, D’Amico G, Verderio C and De Simoni MG. Bone marrow mesenchimal stromal cells drive protective M2 polarization after brain trauma. Neurotherapeutics 2014; 11: 679-695. Longhi L, Orsini F, De Blasio D, Fumagalli S, Ortolano F, Locatelli M, Stocchetti N, De Simoni M G. Mannose binding lectin expressed after clinical and experimental traumatic brain injury and its deletion is protective. Critical Care Medicine, 2014; 24: 1910-1918. Pischiutta F, D’Amico G, Dander E, Biondi A, Biagi E, Citerio G, De Simoni MG, Zanier ER. Immunosuppression does not affect human bone marrow mesenchymal stromal cell efficacy after transplantation in traumatized mice brain. Neuropharmacology 2014, 79: 119-126. Zanier ER, Zangari R, Munthe-Fog L, Hein E, Zoerle T, Conte V, Orsini F, Tettamanti M, Stocchetti N, Garred P, De Simoni MG. Ficolin-3 mediated lectin complement pathway activation in subarachnoid hemorrhage patients. Neurology 2014; 82,1-9. Zanier ER, Pischiutta F, Villa P, Paladini A, Montinaro M, Micotti E, Orrù A, Cervo L, De Simoni MG. Six month ischemic mice show sensorimotor and cognitive deficits associated with brain atrophy and axonal disorganization. CNS Neuroscience & Therapeutics 2013, 19: 695-704. Longhi L, Perego C, Ortolano F, Aresi S, Fumagalli S, Zanier E R, Stocchetti N, De Simoni MG. Tumor necrosis factor in traumatic brain injury: effects of genetic deletion of p55 or p75 receptor. J Cereb Blood Flow Metab 2013, 33: 1182-1189. Fumagalli S, Perego C, Ortolano F, De Simoni MG. CX3CR1 deficiency induces an early protective M2 microglia/macrophage polarization in ischemic mice. Glia 2013; 61: 827-842. Orsini F, Villa P, Parrella S, Zangari R, Zanier E, Gesuete R, Stravalaci M, Ottria R, Reina JJ, Paladini A, Micotti E, Ribeiro-Viana R, Rojo J, Pavlov VI, Stahl GL, Bernardi A, Gobbi M, and De Simoni MG. Targeting mannose binding lectin confers long lasting protection with a surprisingly wide therapeutic window in cerebral ischemia. Circulation 2012; 126: 1484-1494. Helmy A, De Simoni MG, Guilfoyle MR, Carpenter KL, Hutchinson PJ. Cytokines and innate inflammation in the pathogenesis of human traumatic brain injury. Prog Neurobiol 2011; 95: 352-372. Gesuete R, Storini C, Fantin A, Stravalaci M, Zanier ER, Orsini F, Vietsch H, Mannesse MLM, Ziere B, Gobbi M, De Simoni MG. Recombinant C1-inhibitor in Brain Ischemic Injury. Annals of Neurology 2009; 66: 332-342 RAPPORTO ATTIVITA’ 102 2014 IRFMN Roberto W. Invernizzi si è laureato a pieni voti in Scienze Biologiche con indirizzo farmacologico presso l’Università Statale di Milano nel 1986. Successivamente ha svolto brevi periodi di studio presso il Dipartimento di Farmacologia del Karolinska Institutet di Stoccolma (1988) e della Nihon University di Tokio (1995) dove ha consolidato le conoscenze sulla tecnica di microdialisi intracerebrale nel ratto. Nel 1996 è stato nominato responsabile dell’Unità di Microdialisi Intracerebrale e dal 2006 del Laboratorio di Neurochimica e Comportamento. Interessi scientifici: Studio delle basi biologiche dell’azione degli psicofarmaci e del ruolo dei circuiti e dei neurotrasmettitori cerebrali nei sintomi cognitivi dei disturbi neuropsichiatrici. Recentemente, l’interesse del laboratorio si è focalizzato sullo sviluppo di modelli sperimentali di sindrome di Rett (RTT) con l’intento di studiare i meccanismi patogenetici coinvolti e identificare possibili bersagli terapeutici. È membro della Società Italiana di Neuroscienze, della Società Italiana di Farmacologia, dell’AIRETT Research Team, del Comitato Editoriale del J. Neurochemistry e revisore per varie riviste internazionali nel campo della farmacologia e neurochimica. Autore e co-autore di oltre 80 articoli in riviste scientifiche con peer-review e alcuni capitoli di libri. Principali pubblicazioni Batelli S, Invernizzi RW, Negro A, Calcagno E, Rodilossi S, Forloni G, Albani D. The Parkinson's Disease-Related Protein DJ-1 Protects Dopaminergic Neurons in vivo and Cultured Cells from Alpha-Synuclein and 6-Hydroxydopamine Toxicity. Neurodegener Dis. 2014 Dec 11. [Epub ahead of print] Carli M and Invernizzi RW. Serotoninergic and dopaminergic modulation of cortico-striatal circuit in executive and attention deficits induced by NMDA receptor hypofunction in the 5-choice serial reaction time task. Frontiers in Neural Circuits 8: 58. doi: 10.3389/fncir.2014.00058 Agnoli L, Mainolfi P, Invernizzi RW and Carli M. Dopamine D1-Like and D2-Like Receptors in the Dorsal Striatum Control Different Aspects of Attentional Performance in the Five-Choice Serial Reaction TimeTask Under a Condition of Increased Activity of Corticostriatal Inputs. Neuropsychopharmacology 2013, 38:701-714 Caccia S, Invernizzi RW, Nobili A, Pasina L A new generation of antipsychotics: pharmacology and clinical utility of cariprazine in schizophrenia. Ther Clin Risk Manag 2013 9: 319-328 Revel FG, Meyer CA, Bradaia A, Jeanneau K, Calcagno E, Andre´ CB, Haenggi M, Miss M-T, Galley G, Norcross RD, Invernizzi RW, Wettstein JG, Moreau J-L and Hoener MC. Brain-Specific Overexpression of Trace Amine-Associated Receptor 1 Alters Monoaminergic Neurotransmission and Decreases Sensitivity to Amphetamine. Neuropsychopharmacology 2012, 37: 2580-92 Cristini S, Alessandri G, Acerbi F, Ciusani E, Colombo A, Fascio U, Nicosia R, Invernizzi RW, Gelati M, Parati EA, Invernici G. 3-D Self-organizing Neural Architectures: a Neural Stem Cells reservoir and a system for neurodevelopmental studies. Tissue Engineering, Part C 2011, 17:1109-1120. Carli M, Calcagno E, Mainolfi P, Mainini E, Invernizzi RWEffects of aripiprazole, olanzapine, and haloperidol in a model of cognitive deficit of schizophrenia in rats: relationship with glutamate release in the medial prefrontal cortex. Psychopharmacology (Berl) 2011, 214 : 639-652 Pozzi L, Baviera M, Sacchetti G, Calcagno E, Balducci C, Invernizzi RW, Carli M Attention deficit induced by blockade of Nmethyl D-Aspartate receptors in the prefrontal cortex is associated with enhanced glutamate release and cAMP response element binding protein phosphorylation: role of metabotropic glutamate receptors 2/3. Neuroscience 2011, 176 : 336-348 D'Alessandro G, Calcagno E, Tartari S, Rizzardini M, Invernizzi RW, Cantoni L Glutamate and glutathione interplay in a motor neuronal model of amyotrophic lateral sclerosis reveals altered energy metabolism. Neurobiol Dis 2011, 43 : 346-355 Carli M, Calcagno E, Mainini E, Arnt J, Invernizzi RW Sertindole restores attentional performance and suppresses glutamate release induced by the NMDA receptor antagonist CPP. Psychopharmacology (Berl) 2011, 214 : 625-637 Ugo Lucca ha conseguito il Master of Science presso l'Università di Aberdeen (UK) nel 1999. Presso l'Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” è stato ricercatore (1986-1994), poi responsabile dell'"Unità di valutazione Clinica dei Farmaci Antidemenza" (1995-1996) e, dal 1996, è responsabile del "Laboratorio di Neuropsichiatria Geriatrica". Le sue maggiori aree di interesse riguardano l’epidemiologia e gli aspetti clinici della demenza, la storia naturale delle demenze, le malattie neuropsichiatriche dell’anziano, l’elaborazione di strumenti metodologici per lo screening diagnostico e la valutazione dello sviluppo clinico della demenza, la valutazione clinica dei trattamenti anti-demenza e di farmaci attivi a livello del sistema nervoso centrale (fase I, II, III e IV e studi osservazionali). Principali pubblicazioni Spagnoli A, Lucca U, Menasce G, Bandera L, Cizza G, Forloni G, Tettamanti M, et al. Long-term acetyl-L-carnitine treatment in Alzheimer's disease. Neurology 1991; 41:1726-1732 Lucca U, Comelli M, Tettamanti M, Tiraboschi P, Spagnoli A. Rate of progression and prognostic factors in Alzheimer’s disease: a prospective study. J Am Geriats Society 1993; 41: 45-49. Lucca U, Tettamanti M, Forloni G, Spagnoli A. Nonsteroidal antiinflammatory drug use in Alzheimer’s disease. Biological Psychiatry 1994; 36: 854-856. RAPPORTO ATTIVITA’ 103 2014 IRFMN • • Imbimbo BP, Martelli P, Troetel WM, Lucchelli F, Lucca U, Thal LJ, and the Eptastigmine Study Group. Efficacy and safety of eptastigmine for the treatment of patients with Alzheimer’s disease. Neurology 1999; 52: 700-708. Quadri P, Fragiacomo C, Pezzati R, Zanda E, Forloni G, Tettamanti M, Lucca U. Homocysteine, folate, and vitamin B12 in mild cognitive impairment, Alzheimer’s disease and Vascular Dementia. Am J Clinical Nutr 2004; 80: 114-122. Lucca U, Tettamanti M, Quadri P. Homocysteine lowering and cognitive performance. New England Journal of Medicine 2006; 355: 1390. Lucca U, Tettamanti M, Mosconi P, Apolone G, Gandini F, Nobili A, Tallone MV, Detoma P, Giacomin A, Clerico M, Tempia P, Guala A, Fasolo G, Riva E. Association of Mild Anemia with Cognitive, Functional, Mood and Quality of Life Outcomes in the Elderly: The “Health and Anemia” Study. Plos ONE 2008;3(4):e1920 Riva E, Tettamanti M, Mosconi P, Apolone G, Gandini F, Nobili A, Tallone MV, Detoma P, Giacomin A, Clerico M, Tempia P, Guala A, Fasolo G, Lucca U. Association of mild anemia with hospitalization and mortality in the Elderly: The Health and Anaemia Population-based Study. Haematologica 2009;94:22-28 Nobili A, Pasina L, Tettamanti M, Lucca U, Riva E, Marzoni I, Monesi L, Cucchiani R, Bortolotti A, Fortino I, Merlino L, Locatelli W. Giuliani G. Potentially severe drug interactions in elderly outpatients: results of an observational study of an administrative prescription database. J Clin Pharm Ther 2009;34:1-10 Tettamanti M, Lucca U, Gandini F, Recchia A, Mosconi P, Apolone G, Nobili A, Tallone MV, Detoma P, Giacomin A, Clerico M, Tempia P, Savoia L, Fasolo G, Ponchio L, Della Porta MG, Riva E. Prevalence, incidence and types of mild anemia in the elderly: the “Health and Anemia”population-based study. Haematologica 2010; 95: 1849-1856. •Albani D, Tettamanti M, Batelli S, Polito L, Dusi S, Ateri E, Forloni G, Lucca U (2011) Interleukin-1a, Interleukin-1b and Tumor Necrosis Factor-a genetic variants and risk of dementia in the very old: evidence from the “Monzino 80-plus” prospective study. Age (Dordr). 2012; 34:519-26 Franchi C, Lucca U, Tettamanti M, Riva E, Fortino I, Bortolotti A, Merlino L, Pasina L, Nobili A. Cholinesterase inhibitor use in Alzheimer's disease: the EPIFARM-Elderly Project. Pharmacoepidemiol Drug Saf 2011; 20: 497-505. Lucca U, Garrì M, Recchia A, Logroscino G, Tiraboschi P, Franceschi M, Bertinotti C, Biotti A, Gargantini E, Maragna M, Nobili A, Pasina L, Franchi C, Riva E, Tettamanti M. A Population-based study of dementia in the oldest old: the Monzino 80-plus study. BMC Neurology 2011; 11: 54. Merlo A, Zemp D, Zanda E, Rocchi S, Meroni F, Tettamanti M, Recchia A Lucca U, Quadri P. Postural stability and history of falls in cognitively able older adults: the Canton Ticino study. Gait Posture. 2012; 36:662-6 Pasina L, Djade CD, Lucca U, Nobili A, Tettamanti M, Franchi C, Salerno F, Corrao S, Marengoni A, Iorio A, Marcucci M, Violi F, Mannucci PM. Association of anticholinergic burden with cognitive and functional status in a cohort of hospitalized elderly: comparison of the anticholinergic cognitive burden scale and anticholinergic risk scale: results from the REPOSI study. Drugs Aging. 2013; 30:103-12. Alessandro Nobili si è laureato con lode in Medicina e Chirurgia nel 1990 presso l’Università Statale di Milano. Attività formative: Corso di specializzazione nella Ricerca Biotecnologica Regione Lombardia, Milano 1988; Scuola Internazionale di Farmacologia; 31° Corso su: Drug Epidemiology and Postmarketing Surveillance, Erice, settembre 1990; Corso: Metodi di Studio nella Ricerca Epidemiologica, Milano, ottobre 1990. Corso: Long Term Clinical Trials, Cogne gennaio1991. Aree di interesse: Metodologia della sperimentazione clinica controllata, farmacoepidemiologia e post-marketing surveillance con particolare riferimento all’area geriatrica e alle problematiche correlate alla politerapia, alle interazioni tra farmaci e alla gestione dei pazienti con patologie croniche multiple. Metodologia della valutazione e verifica della qualità degli interventi sanitario-assistenziali e dei servizi per gli anziani. Strategie di valutazione dell'impatto della demenza sulla famiglia e sugli operatori delle istituzioni geriatriche. Epidemiologia, programmazione e valutazione dei servizi sul territorio per gli anziani. Metodologia dell'informazione sul farmaco. Dal 1996 Responsabile “Servizio Informazione sui Farmaci per l’anziano”, Esperto Nazionale, accreditato dall’AIFA, per l’EMEA, Editor per la Micromedex® Thompson Health Care, Colorado, USA. Consulente Scientifico "Federazione Alzheimer Italia". Dal 2007 Capo del Laboratorio di Valutazione della Qualità delle Cure e dei Servizi per l’Anziano. Dal 2013 membro del Comitato Etico Milano Area B: Principali pubblicazioni Marengoni A, Nobili A, Pirali C, Tettamanti M, Pasina L, Salerno F, Corrao S, Iorio A, Marcucci M, Franchi C, Mannucci PM; REPOSI Investigators. Comparison of disease clusters in two elderly populations hospitalized in 2008 and 2010. Gerontology. 2013; 59(4):307-15. doi: 10.1159/000346353. Epub 2013 Jan 25. PubMed PMID: 23364029. Mannucci PM, Nobili A; REPOSI Investigators. Multimorbidity and polypharmacy in the elderly: lessons from REPOSI. Intern Emerg Med. 2014 Oct;9(7):723-34. doi: 10.1007/s11739-014-1124-1. Epub 2014 Aug 28. PubMed PMID: 25164413. Bazzoni G, Marengoni A, Tettamanti M, Franchi C, Pasina L, Djade CD, Fortino, I, Bortolotti A, Merlino L, Nobili A. The Drug Prescription Network: a system-level view of drug co-prescription in community-dwelling elderly people. Rejuvenation Res. 2014 Dec 22. [Epub ahead of print] PubMed PMID: 25531938. Marcucci M, Nobili A, Tettamanti M, Iorio A, Pasina L, Djade CD, Franchi C, Marengoni A, Salerno F, Corrao S, Violi F, Mannucci PM; REPOSI Investigators. Joint use of cardio-embolic and bleeding risk scores in elderly patients with atrial fibrillation. Eur J Intern Med. 2013 Dec;24(8):800-6. doi: 10.1016/j.ejim.2013.08.697. Epub 2013 Sep 12. PubMed PMID: 24035703. RAPPORTO ATTIVITA’ 104 2014 IRFMN Pasina L, Djade CD, Nobili A, Tettamanti M, Franchi C, Salerno F, Corrao S, Marengoni A, Iorio A, Marcucci M, Mannucci P. Drug-drug interactions in a color of hospitalized elderly patients. Pharmacoepidemiol Drug Saf. 2013 Oct;22(10):1054-60. doi: 10.1002/pds.3510. Epub 2013 Aug 30. PubMed PMID: 24038765. Obreli-Neto PR, Nobili A, de Oliveira Baldoni A, Guidoni CM, de Lyra Júnior DP, Pilger D, Duzanski J, Tettamanti M, Cruciol-Souza JM, Gaeti WP, Cuman RK. Adverse drug reactions caused by drug-drug interactions in elderly outpatients: aprospective cohort study. Eur J Clin Pharmacol. 2012 Dec;68(12):1667-76. Nobili A, Marengoni A, Tettamanti M, Salerno F, Pasina L, Franchi C, Iorio A, Marcucci M, Corrao S, Licata G, Mannucci P M. Association between clusters of diseases and polypharmacy in hospitalized elderly patients: Results from the REPOSI study. Eur J Intern Med 2011;22:597-602. Nobili A, Franchi C, Pasina L, Tettamanti M, Baviera M, Monesi L, Roncaglioni C, Riva E, Lucca U, Bortolotti A, Fortino I, Merlino L. Drug utilization and polypharmacy in an Italian elderly population: the EPIFARM-elderly project. Pharmacoepidemiol Drug Saf. 2011 May;20(5):488-96. doi: 10.1002/pds.2108. Epub 2011 Jan 24. PubMed PMID: 21264988. Nobili A, Licata G, Salerno F, Pasina L, Tettamanti M, Franchi C, De Vittorio L, Marengoni A, Corrao S, Iorio A, Marcucci M, Mannucci PM; SIMI Investigators. Polypharmacy, length of hospital stay, and in-hospital mortality among elderly patients in internal medicine wards. The REPOSI study. Eur J Clin Pharmacol. 2011 67:507-19. Nobili A, Piana I, Balossi L, Pasina L, Matucci M, Tarantola M, Trevisan S, Riva E, Lucca U, Tettamanti M. Alzheimer special care units compared with traditional nursing home for dementia care: are there differences at admission and in clinical outcomes? Alzheimer Dis Assoc Disord. 2008 Oct-Dec;22(4):352-61. Annamaria Vezzani si è laureata in Scienze Biologiche nel 1978 all’Università di Milano e specializzata in Neurofarmacologia all’Istituto Mario Negri nel 1982, ha quindi trascorso un periodo di post-dottorato all’Università del Maryland a Baltimora nel 1983-1984 studiando i meccanismi di epilettogenesi in modelli sperimentali di epilessia. Ha trascorso ulteriori periodi di post-dottorato all’Università di Stoccolma e all’Istituto Karolinska tra il 1985 e il 1999. Si occupa dello studio dei meccanismi biochimico-molecolari coinvolti nella eziopatogenesi delle convulsioni e del danno neuronale ad esse associato utilizzando modelli sperimentali di epilessia. La ricerca corrente è focalizzata sul ruolo dei neuropeptidi e delle molecole infiammatorie nella modulazione dell’eccitabilità neuronale e della neurodegenerazione. Focus della ricerca è inoltre lo studio dei meccanismi di farmacoresistenza. Dal 1997 è a capo del Laboratorio di Neurologia Sperimentale nel Dipartimento di Neuroscienze dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri a Milano. E’ membro del Board Editoriale di diverse riviste scientifiche e Editore Associato per le scienze di base di Epilepsia, la rivista ufficiale della Lega Internazionale contro l’Epilessia (ILAE). E’ stata a capo della Commissione di Neurobiologia della ILAE che si occupa dello sviluppo della ricerca traslazionale nell’epilessia. Ha ricevuto nel 2009 il prestigioso riconoscimento Epilepsy Research Recognition Award per la ricerca traslazionale dalla American Epilepsy Society. Principali pubblicazioni Vezzani A, Conti M, De Luigi A, Ravizza T, Moneta D, Marchesi F, De Simoni MG. Interleukin-1beta immunoreactivity and microglia are enhanced in the rat hippocampus by focal kainate application: functional evidence for enhancement of electrographic seizures.(1999) J Neurosci.19:5054-65. Vezzani A., Moneta D., Conti M., Richichi C., Ravizza T., De Luigi A., De Simoni M.G., Sperk, Andell-Jonsson S., Lundkvist J., Iverfeldt K. and Bartfai T. Powerful anticonvulsant action of IL-1 receptor antagonist upon intracerebral injection and astrocytic overexpression in mice (2000) Proc Natl Acad Sci USA, 97: 11534 Rizzi M, Caccia S, Guiso G, Richichi C, Gorter JA, Aronica E, Aliprandi M, Bagnati R, Fanelli R, D'Incalci M, Samanin R, Vezzani A. Limbic seizures induce P-glycoprotein in rodent brain: functional implications for pharmacoresistance (2002) J Neurosci, 22: 5833 Balosso S, Ravizza T, Perego C, Peschon J, Campbell I, De Simoni MG, Vezzani A. TNF-alpha inhibits kainic acidinduced seizures in mice via p75 receptors (2005) Ann Neurol, 57: 804-12 Ravizza T, Gagliardi B, Noè F, Boer K, Aronica E and Vezzani A. Innate and adaptive immunity during epiletogenesis and spontaneous seizures: evidence from experimental models and human temporal lobe epilepsy (2008) Neurobiol Dis, 29: 142 Noè F, Pool AH, Nissinen J, Gobbi M, Bland R, Rizzi M, Balducci C, Ferraguti F, Sperk G, During MJ, Pitkänen A, Vezzani A. Neuropeptide Y gene therapy decreases chronic spontaneous seizures in a rat model of temporal lobe epilepsy (2008) Brain, 131:1506 Balosso S, Maroso M, Sanchez-Alavez M, Ravizza T, Frasca A, Bartfai T, Vezzani A. A novel non-transcriptional pathway mediates the proconvulsive effects of interleukin-1beta. (2008) Brain, 131:3256 Maroso M, Balosso S, Ravizza T, Liu J, Aronica E, Iyer A, Rossetti C, Molteni M, Casalgrandi M, Manfredi AA, Bianchi ME and Vezzani A. Toll-Like Receptor 4 (TLR4) and High Mobility Group Box 1 (HMGB1)are involved in ictogenesis and can be targeted to reduce seizures (2010) Nature Medicine, 16:413-9. Vezzani A, French J, Bartfai T, Baram TZ. The role of inflammation in epilepsy. (2011) Nat Rev Neurol, 7: 31-40. Nabbout R, Vezzani A, Dulac O, Chiron C. Acute encephalopathy with inflammation-mediated status epilepticus. (2011) Lancet Neurol. 10:99-108 RAPPORTO ATTIVITA’ 105 2014 IRFMN Vezzani A. Before epilepsy unfolds: finding the epileptogenesis switch. Nat Med. 2012; 18:1626-7 Vezzani A Fetal brain inflammation may prime hyperexcitability and behavioral dysfunction later in life. Ann Neurol. 2013; 74:1-3 Balosso S, Ravizza T, Aronica E, Vezzani A. The dual role of TNF-α and its receptors in seizures. Exp Neurol. 2013; ;247:267-71 Balosso S, Liu J, Bianchi ME, Vezzani A. (2014) Disulfide-containing HMGB1 promotes NMDA receptor function and excitotoxicity by activating TLR4-dependent signaling in hippocampal neurons. Antioxid Redox Signal, 21: 1726-40 PMCID24094148 Diego Albani si è laureato in Scienze Biologiche a pieni voti nel 1996 e svolge la propria attività di ricerca presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” dal 2002, dopo un periodo di postdottorato di 3 anni effettuato presso il laboratorio del Prof. Renato Dulbecco al CNR-ITBA di Milano. E’ diventato capo dell’Unità di Genetica delle Malattie Neurodegenerative dal 2011. I suoi attuali interessi riguardano le basi biologiche delle patologie neurodegenerative, compresa la Malattia di Alzheimer (AD) e il Morbo di Parkinson (PD), con una particolare attenzione ad aspetti genetici, legati allo stress ossidativo e all’uso di proteine ricombinanti quali possibili nuovi farmaci. Il Dr Albani è attivamente coinvolto in progetti di ricerca che riguardano argomenti di farmacogenomica dell’AD, le basi genetiche dell’invecchiamento e l’attivazione di enzimi neuronali della famiglia delle sirtuine tramite fitoprodotti come possibile nuova strategia contro l’AD e il PD. E’ attualmente membro dell’Editorial Board di tre riviste internazionali. Principali pubblicazioni Zucchi I, Bini L, Valaperta R, Ginestra A, Albani D, Susani L, Sanchez JC, Liberatori S, Magi B, Raggiaschi R, Hochstrasser DF, Pallini V, Vezzoni P, Dulbecco R (2001) “Proteomic dissection of dome formation in a mammary cell line: role of tropomyosin–5b and maspin Proc Natl Acad Sci USA, 98, 5608-5613 Albani D, Zucchi I, Bini L, Valaperta R, Liberatori S, Montagna C, Susani L, Barbieri O, Pallini V, Vezzoni P, Dulbecco R (2002) “Dome formation in cell cultures as expression of an early stage of lactogenic differentiation of the mammary gland “ Proc Natl Acad Sci USA, 99, 8660-5 Albani D, Peverelli E, Rametta R, Batelli S, Veschini L, Negro A, Forloni G (2004): “Protective effect of TAT-delivered a-synuclein: relevance of the C-terminal domain and involvement of HSP70” FASEB J, 18, 1713-1715 Albani D, Roiter I, Artuso V, Batelli S, Prato F, Pesaresi M, Galimberti D, Scarpini E, Bruni A, Franceschi M, Piras MR, Confaloni A, Forloni G (2007) “Presenilin-1 mutation E318G and familial Alzheimer's disease in the italian population”. Neurobiol Aging, 28,1682-8. Albani D., Polito L., Batelli S., De Mauro S., Fracasso C., Martelli G., Colombo L., Manzoni C., Salmona M., Caccia S., Negro A., Forloni G (2009) The SIRT1 activator resveratrol protects SK-N-BE cells from oxidative stress and against toxicity caused by α-synuclein or amyloid-β (1-42) peptide. J Neurochem, 110, 1445-56 Albani D, Polito L, Forloni G. Sirtuins as Novel Targets for Alzheimer's Disease and Other Neurodegenerative Disorders: Experimental and Genetic Evidence (2010) J Alzheimer’s Disease, 19, 11-26 Batelli S, Peverelli E, Rodilossi S, Forloni G, Albani D (2011). Macroautophagy and the proteasome are differently involved in the degradation of alpha-synuclein wild type and mutated A30P in an in vitro inducible model (PC12/TetOn). Neuroscience, 195, 128-37 Albani D, Tettamanti M, Batelli S, Polito L, Dusi S, Ateri E, Forloni G, Lucca U (2011) Interleukin-1a, Interleukin-1b and Tumor Necrosis Factor-a genetic variants and risk of dementia in the very old: evidence from the “Monzino 80-plus” prospective study. Age (Dordr). 2012; 34:519-26 Martinelli-Boneschi F, Giacalone G, Magnani G, Biella G, Coppi E, Santangelo R, Brambilla P, Esposito F, Lupoli S, Clerici F, Benussi L, Ghidoni R, Galimberti D, Squitti R, Confaloni A, Bruno G, Pichler S, Mayhaus M, Riemenschneider M, Mariani C, Comi G, Scarpini E, Binetti G, Forloni G, Franceschi M, Albani D. Pharmacogenomics in Alzheimer's disease: a genome-wide association study of response to cholinesterase inhibitors. Neurobiol Aging. 2013; 34:1711.e7-13 Polito L, Kehoe PG, Davin A, Benussi L, Ghidoni R, Binetti G, Quadri P, Lucca U, Tettamanti M, Clerici F, Bagnoli S, Galimberti D, Nacmias B, Sorbi S, Guaita A, Scarpini E, Mariani C, Forloni G, Albani D. The SIRT2 polymorphism rs10410544 and risk of Alzheimer's disease in two Caucasian case-control cohorts. Alzheimers Dement. 2013; 9:392-9 Mirjana Carli ha iniziato la sua carriera scientifica nel 1977 nel laboratorio di Neurofarmacologia dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano. Ha passato il periodo dal 1981 al 1986 nel laboratorio di Neuroscienze Cognitive del Dipartimento di Psicologia Sperimentale dell’Università di Cambridge (UK) diretto dal Prof. Trevor W Robbins. Qui si è occupata dello studio del ruolo delle monoamine cerebrali nei processi cognitivi, mettendo a punto diversi test comportamentali nel ratto. Dal 1986 è nell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, prima nel laboratorio di Neurofarmacologia e dal 2006 nel laboratorio di Neurochimica e Comportamento come responsabile dell’Unità di Farmacologia del Comportamento Cognitivo. La sua attività scientifica è orientata allo studio dei meccanismi neuronali che controllano i processi cognitivi quali memoria, attenzione e le funzioni esecutive, contribuendo a delineare il ruolo di alcuni recettori della serotonina in questi processi. L’interesse recente della sua unità si è anche focalizzato sui meccanismi genetici coinvolti nel RAPPORTO ATTIVITA’ 106 2014 IRFMN comportamento e nei processi cognitivi ed in particolare nella sindrome di Rett. Nel 2005 ha conseguito il PhD presso la Open University (UK). E’ membro della European Behavioural Pharmacology Society (EPBS) e della Society for Neuroscience (SfN) e revisore per numerose riviste internazionali nel campo della neuropsicofarmacologia e neuroscienze comportamentali. Principali pubblicazioni Carli M and Invernizzi RW. Serotoninergic and dopaminergic modulation of cortico-striatal circuit in executive and attention deficits induced by NMDA receptor hypofunction in the 5-choice serial reaction time task. Frontiers in Neural Circuits 8: 58. doi: 10.3389/fncir.2014.00058 Agnoli L, Mainolfi P, Invernizzi RW, Carli M.Dopamine D1-like and D2-like receptors in the dorsal striatum control different aspects of attentional performance in the five-choice serial reaction time task under a condition of increased activity of corticostriatal inputs. Neuropsychopharmacology. 2013;38:701-14. Carli M, Calcagno E, Mainolfi P, Mainini E, Invernizzi RW. Effects of aripiprazole, olanzapine, and haloperidol in a model of cognitive deficit of schizophrenia in rats: relationship with glutamate release in the medial prefrontal cortex. Psychopharmacology (Berl). 2011;214(3):639-52. Carli M, Calcagno E, Mainini E, Arnt J, Invernizzi RW. Sertindole restores attentional performance and suppresses glutamate release induced by the NMDA receptor antagonist CPP. Psychopharmacology (Berl). 2011;214:625-37 Pozzi L, Sacchetti G, Agnoli L, Mainolfi P, Invernizzi RW, Carli M. Distinct Changes in CREB Phosphorylation in Frontal Cortex and Striatum During Contingent and Non-Contingent Performance of a Visual Attention Task. Front Behav Neurosci. 2011;5:65. Pozzi L, Baviera M, Sacchetti G, Calcagno E, Balducci C, Invernizzi RW, Carli M. Attention deficit induced by blockade of N-methyl D-aspartate receptors in the prefrontal cortex is associated with enhanced glutamate release and cAMP response element binding protein phosphorylation: role of metabotropic glutamate receptors2/3. Neuroscience. 2011;176:336-48 Pozzi L, Greco B, Sacchetti G, Leoni G, Invernizzi RW, Carli M. Blockade of serotonin 2A receptors prevents PCPinduced attentional performance deficit and CREB phosphorylation in the dorsal striatum of DBA/2 mice. Psychopharmacology (Berl). 2010; 208:387-99. Noe F, Vaghi V, Balducci C, Fitzsimons H, Bland R, Zardoni D, Sperk G, Carli M, During MJ, Vezzani A. Anticonvulsant effects and behavioural outcomes of rAAV serotype 1 vector-mediated neuropeptide Y overexpression in rat hippocampus. Gene Ther. 2010 17::643-52. Calcagno E, Carli M, Baviera M, Invernizzi RW. Endogenous serotonin and serotonin2C receptors are involved in the ability of M100907 to suppress cortical glutamate release induced by NMDA receptor blockade. J Neurochem. 2009; 108:521-32. Noè F, Frasca A, Balducci C, Carli M, Sperk G, Ferraguti F, Pitkonen A, Bland R, Fitzsimons H, During M, Vezzani A. Neuropeptide Y overexpression using recombinant adeno-associated viral vectors. Neurotherapeutics. 2009; 6:300-6. Baviera M, Invernizzi RW, Carli M. Haloperidol and clozapine have dissociable effects in a model of attentional performance deficits induced by blockade of NMDA receptors in the mPFC. Psychopharmacology (Berl). 2008 196:269-80. Sorensen AT, Kanter-Schlifke I, Carli M, Balducci C, Noe F, During MJ, Mezzani A, Kokaia M. NPY gene transfer in the hippocampus attenuates synaptic plasticity and learning. Hippocampus. 2008;18:564-74. Dossena S, Imeri L, Mangieri M, Garofoli A, Ferrari L, Senatore A, Restelli E, Balducci C, Fiordaliso F, Salio M, Bianchi S, Fioriti L, Morbin M, Pincherle A, Marcon G, Villani F, Carli M, Tagliavini F, Forloni G, Chiesa R. Mutant prion protein expression causes motor and memory deficits and abnormal sleep patterns in a transgenic mouse model. Neuron. 2008; 60:598-609. Teresa Ravizza si è laureata in Scienze Biologiche con indirizzo fisiopatologico all’Università di Milano nel 1996. Ha poi conseguito il Diploma di Specialista in Ricerca Farmacologica all’Istituto Mario Negri di Milano nel 2000. Ha quindi trascorso un periodo di post-dottorato all’”Albert Einstein College of Medicine” di New York nel 2000-2001 dove ha studiato i meccanismi di epilettogenesi in modelli sperimentali di epilessia pediatrica. Ha trascorso ulteriori periodi di post-dottorato all’”Academic Medical Center” di Amsterdam e nel Dipartimento di Anatomia e Neurobiologia della “University of Irvine” (UCI), California, USA, tra il 2005 e il 2009. Dal 2010 è a capo dell’Unità di Patofisiologia della Comunicazione Glio-Neuronale. Nel 2014, la Commissione Europea della Lega Internazionale contro l’Epilessia le ha conferito l’ambito riconoscimento “Premio Giovane Ricercatore”. Si occupa di (1) studiare le alterazioni molecolari delle cellule gliali che contribuiscono alle disfunzioni neuronali, e (2) identificare e validare biomarcatori del processo epilettico. Particolare attenzione viene data alle molecole pro- e anti-infiammatorie, e al ruolo che tali molecole hanno nel contribuire alle alterazioni morfologiche, biochimiche e funzionali del tessuto cerebrale (danno neuronale, eccitabilità neuronale, modificazioni della permeabilità della barriera emato-encefalica) in patologiche quali epilessia, trauma, eccitotossicità ed infiammazione. Principali pubblicazioni RAPPORTO ATTIVITA’ 107 2014 IRFMN Ravizza T, Boer K, Redeker S, Spliet WGM, van Rijen PC, Troost D, Vezzani A, Aronica E. (2006) The IL-1 system in epilepsy-associated malformations of cortical development. Neurobiol Dis, 24, 128 Ravizza T, Lucas SM, Balosso S, Bernardino L, Ku G, Noè F, Malva J, Randle JC, Allan S, Vezzani A. (2006) Inactivation of caspase-1 in rodent brain: a novel anticonvulsive strategy. Epilepsia, 47, 1160 Ravizza T, Gagliardi B, Noé F, Boer K, Aronica E, Vezzani A. (2008) Innate and adaptive immunità during epiletogenesis and spontaneous seizures: evidence from experimental models and human temporal lobe epilepsy. Neurobiol Dis, 29, 142 Marcon J, Gagliardi B, Noé F, Morin M, Lerner-Natoli M, Vezzani A, Ravizza T. Age-dependent vascular changes induced by status epilepticus in rat forebrain: implication for epileptogenesis (2009) Neurobiol Dis, 34, 121 Balosso S, Ravizza T, Pierucci M, Calcagno E, Invernizzi R, Di Giovanni G, Esposito E, Vezzani A. Molecular and functional interactions between TNF-alpha receptors and the glutamatergic system in the mouse hippocampus: implications for seizure susceptibility (2009) Neuroscience, 161, 293 Maroso M, Balosso S, Ravizza T, Liu J, Aronica E, Iyer AM, Rossetti C, Molteni M, Casalgrandi M, Manfredi AA, Bianchi ME, Vezzani A. Toll-like receptor 4 (TLR4) and High Mobility Group Box 1 (HMGB1) are involved in ictogenesis and can be targeted to reduce seizures (2010) Nature Medicine, 16, 413 Dubé C, Ravizza T, Hamamura T, Zha Q, Keebaugh A, Fok K, Andres A, Nalcioglu O, Obenaus A, Vezzani, Baram TZ. Epileptogenesis provoked by prolonged experimental febrile seizures: mechanisms and biomarkers (2010) J Neurosci, 30, 7484 Ravizza T, Balosso S, Vezzani A Inflammation and prevention of epileptogenesis. Neurosci Lett. 2011; 497:223-30 Akin D, Ravizza T, Maroso M, Carcak N, Eryigit T, Vanzulli I, Aker RG, Vezzani A, Onat FY. IL-1β is induced in reactive astrocytes in the somatosensory cortex of rats with genetic absence epilepsy at the onset of spike-and-wave discharges, and contributes to their occurrence. Neurobiol Dis. 2011; 44:259-69 Filibian M, Frasca A, Maggioni D, Micotti E, Vezzani A, Ravizza T. In vivo imaging of glia activation using 1Hmagnetic resonance spectroscopy to detect putative biomarkers of tissue epileptogenicity. Epilepsia. 2012;53:1907-16. Librizzi L, Noé F, Vezzani A, de Curtis M, Ravizza T. Seizure-induced brain-borne inflammation sustains seizure recurrence and blood-brain barrier damage. Ann Neurol. 2012; 72:82-90. Noé FM, Polascheck N, Frigerio F, Bankstahl M, Ravizza T, Marchini S, Beltrame L, Banderó CR, Löscher W, Vezzani A. Pharmacological blockade of IL-1β/IL-1 receptor type 1 axis during epileptogenesis provides neuroprotection in two rat models of temporal lobe epilepsy. Neurobiol Dis. 2013 59:183-93. Iori V, Maroso M, Rizzi M, Iyer AM, Vertemara R, Carli M, Agresti A, Antonelli A, Bianchi ME, Aronica E, Ravizza T, Vezzani A. Receptor for Advanced Glycation Endproducts is upregulated in temporal lobe epilepsy and contributes to experimental seizures. Neurobiol Dis. 2013;58:102-14. Ravizza T, Kostoula C, Vezzani A. Immunity activation in brain cells in epilepsy: mechanistic insights and pathological consequences. Neuropediatrics. 2013; 44:330-5 Emma Riva si è laureata in Medicina e Chirurgia nel 1984 presso l’Università di Milano e ha ottenuto il dottorato di ricerca in Fisiopatologia Cardiovascolare (PhD) nel 1990 presso l’Università di Londra (UK). Attività formative: Dipartimento di Farmacologia, Facoltà di Medicina, Università di Ottawa, Canada; Internato in Medicina Interna Ospedale Luigi Sacco Milano; International Cardiac Fellow St Thomas' Hospital, London, UK. Aree di interesse: Disturbi cognitivi negli anziani, Diabete nell’anziano, Cure palliative nel malato oncologico terminale. Ruoli attuali e passati in Istituto: Capo dell’Unità di Farmacologia Geriatrica Istituto "Mario Negri", Milano; Responsabile Scientifico Hospice “via di Natale Franco Gallini”, Aviano (PN); Consulente presso l’Istituto Geriatrico “Pio Albergo Trivulzio”, Milano: Membro del progetto Europeo PREDICT (Policy Review and Evaluation of Dementia and Institutional Care Trends): a Transnational Comparison. Principali pubblicazioni Lucca U, Tettamanti M, Logroscino G, Tiraboschi P, Landi C, Sacco L, Garrì M, Ammesso S, Bertinotti C, Biotti A, Gargantini E, Piedicorcia A, Nobili A, Pasina L, Franchi C, Djade CD, Riva E, Recchia A. Prevalence of dementia in the oldest old: The Monzino 80-plus population based study. Alzheimer's & Dementia 2014 De LaHiguera L, Riva E, Djade CD, Mandelli S, Franchi C, Marengoni A, Salerno F, Corrao S, Pasina L, Tettamanti M, Marcucci M, Mannucci PM, Nobili A. Prognostic value of estimated glomerular filtration rate in hospitalized elderly patients. Intern Emerg Med 2014;9(7):735-47 Baviera M, Santalucia P, Cortesi L, Marzona I, Tettamanti M, Avanzini F, Nobili A, Riva E, Caso V, Fortino I, Bortolotti A, Merlino L, Roncaglioni MC. Sex differences in cardiovascular outcomes, pharmacological treatments and indicators of care in patients with newly diagnosed diabetes: analyses on administrative database. Eur J Intern Med 2014;25:270-275 L Monesi, M Tettamanti, L Cortesi, M Baviera, I Marzona, F Avanzini, G Monesi, A Nobili, E Riva, I Fortino, A Bortolotti, G Fontana, L Merlino, R Trevisan, MC Roncaglioni. Elevated risk of death and major cardiovascular events in subjects with newly diagnosed diabetes: study on administrative database. Nutrition, Metabolism & Cardiovascular Diseases 2014;24:263-270 Riva E, Coppa A, Tettamanti M, Lucca U, Garattini S, Gallini C, Marson R, Garattini S. Dieci anni di “esperienze” dell’hospice “via di Natale”. Rivista Italiana di Cure Palliative 2012;14(1):19-25 Franchi C, Tettamanti M, Marengoni A, Bonometti F, Pasina L, Cortesi L, Fortino I, Bortolotti A, Merlino L, Lucca U, Riva E, Nobili A. Changes in trend of antipsychotics prescription in patients treated with cholinesterase inhibitors after warnings from Italian Medicines Agency. Results from the EPIFARM-Elderly Project. Eur Neuropsychopharmacol. 2012; 22: 569-77 RAPPORTO ATTIVITA’ 108 2014 IRFMN Monesi L, Baviera M, Marzona I, Avanzini F, Monesi G, Nobili A, Tettamanti M, Cortesi L, Riva E, Fortino I, Bortolotti A, Fontana G, Merlino L, Roncaglioni MC. Prevalence, incidence and mortality of diagnosed diabetes: evidence from an Italian population-based study: Diabet Med. 2012; 29:385-92 Franchi C, Lucca U, Tettamanti M, Riva E, Fortino I, Bortolotti A, Merlino L, Pasina L, Nobili A. Cholinesterasi inhibitor use in, in Alzheimer’s disease: the PEIFARM-Elderly Project. Pharmacoepidemiology and Drug Safety, 2011; 20:497-505 Nobil i A, Franchi C, Pasina L, Tettamanti M, Baviera M, Monesi L, Roncaglioni C, Riva E, Lucca U, Bortolotti A, Fortino, I Merlino L. Drug utilization and polypharmacy in an Italian elderly population: the EPIFARM-Elderly Project. Pharmacoepidemiology and Drug Safety, 2011; 20:488-96 Lucca U, Garrì MT, Recchia A, Logroscino G, Tiraboschi P, Franceschi M, Bertinotti C, Biotti A, Gargantini E, Maragna M, Nobili A, Pasina L, Franchi C, Riva E, Tettamanti M. A population-based study of dementia in the oldest old: The Monzino 80-plus. Study design, methodological challenges, and population characteristics. BMC Neurol. 2011; 25:11-4 Baviera M, Monesi L, Garzona I, Avanzino F, Monesi G, Nobili A, Tettamanti M, Riva E, Cortesi L, Bortolotti A, Fortino I, Merlino L, Fontana G, Roncaglioni MC. Trends in drug prescriptions to diabetic patients from 2000 to 2008 in Italy's Lombardy Region: a large population-based study. Diabetes Res Clin Pract. 2011; 93:123-30 Avanzini F, Marelli G, Donzelli W, Busi G,Carbone S, Bellato L, Colombo EL, Foschi R, Riva E, Roncaglioni MC, De Martini. Conversion from intravenous to subcutaneous insulin therapy: effectiveness and safety of a standardized protocol and predictors of transition outcome. Diabetes Care. 2011, 34:1445-50 Tettamanti M, Lucca U, Gandini F, Recchia A, Mosconi P, Apolone G, Nobili A, Tallone MV, Detoma P, Giacomin A, Clerico M, Tempia P, Savoia L, Fasolo G, Ponchio L, Della Porta MG, Riva E. Prevalence, incidence and types of mild anemia in the elderly: the "Health and Anemia" population-based study. Haematologica. 2010;95:1849-1956 Riva E, Tettamanti M, Mosconi P, Apolone G, Gandini F, Nobili A, Tallone MV, Detoma P, Giacomin A, Clerico M, Tempia P, Guala A, Fasolo G, Lucca U. Association of mild anemia with hospitalization and mortality in the Elderly: The Health and Anaemia Population-based Study. Haematologica 2009;94:22-28 Lucca U, Tettamanti M, Mosconi P, Apolone G, Gandini F, Nobili A, Tallone MV, Detoma P, Giacomin A, Clerico M, Tempia P, Guala A, Fasolo G, Riva E. Association of Mild Anemia with Cognitive, Functional, Mood and Quality of Life Outcomes in the Elderly: The “Health and Anemia” Study. PlosONE 2008;3(4):e1920 Mauro Tettamanti si è laureato in Biologia nel 1986 presso l’Università degli Studi di Milano e si è specializzato nel 1993 in Epidemiologia e Statistica Medica presso l’Università degli Studi di Pavia. Dal 1989 borsista presso l’Istituto Mario Negri; dal 1999 Ricercatore e dal 2001 Capo dell’Unità di Epidemiologia Geriatrica. Aree di interesse: Ideazione, stesura del protocollo, messa in atto e analisi di studi epidemiologici e di clinical trial in campo geriatrico, in particolare nel campo delle demenze; studi di fase I, II, III e osservazionali a lungo termine di farmaci per la demenza e la sindrome ansioso depressiva; disegno e conduzione di studi di impatto di interventi non farmacologici nella prevenzione del declino cognitivo e della demenza; epidemiologia, fattori di rischio e correlati della demenza; morbilità, disabilità e stato cognitivo degli anziani e dei grandi anziani; fattori di rischio e protettivi dello stato di salute dei centenari; caratteristiche del trattamento di pazienti terminali; politerapia nei pazienti anziani; analisi delle variabili cliniche presenti nei database amministrativi Principali pubblicazioni Quadri P, Fragiacomo C, Pezzati R, Zanda E, Forloni G, Tettamanti M, Lucca U. Homocysteine, folate, and vitamin B12 in mild cognitive impairment, Alzheimer disease, and vascular dementia. Am J Clin Nutr 2004; 80: 114-122 Lucca U, Nobili A, Riva E, Tettamanti M. Cholinesterase inhibitor use and age in the general population. Arch Neurol 2006; 63:154-155 Lucca U, Tettamanti M, Quadri P. Homocysteine lowering and cognitive performance. N Engl J Med 2006; 355:1390 Tettamanti M, Garri' M T, Nobili A, Riva E, Lucca U. Low folate and the risk of cognitive and functional deficits in the very old: The Monzino 80-plus study. J Am Coll Nutr 2006; 25: 502-508 Tettamanti M, Lucca U, Gandini F, Recchia A, Mosconi P, Apolone G, et al. Prevalence, incidence and types of mild anemia in the elderly: the "Health and Anemia" population-based study. Haematologica 2010; 95:1849-56 Nobili A, Franchi C, Pasina L, Tettamanti M, Baviera M, Monesi L, et al. Drug utilization and polypharmacy in an Italian elderly population: the EPIFARM-elderly project. Pharmacoepidemiol Drug Saf 2011; 20:488-496. Parabiaghi A, Franchi C, Tettamanti M, Barbato A, D'Avanzo B, Fortino I, Bortolotti A, Merlino L, Nobili A. The declining use of reboxetine in years 2000 to 2006: a pharmacoepidemiological comparative study.J Clin Psychopharmacol. 2012; 32:303-5 Haik S, Marcon G, Mallet A, Tettamanti M, Welaratne A, Giaccone G, et al. Doxycycline in Creutzfeldt-Jakob disease: a phase 2, randomised, double-blind, placebo-controlled trial. Lancet Neurol 2014; 13:150-158 Lucca U, Tettamanti M, Logroscino G, Tiraboschi P, Landi C, Sacco L, Garri' M T, Ammesso S, Bertinotti C, Biotti A, Gargantini E, Piedicorcia A, Nobili A, Pasina L, Franchi C, Djade C D, Riva E, Recchia A. Prevalence of dementia in the oldest old: The Monzino 80-plus population based study. Alzheimers Dement. 2014 Aug 20, e-pub Pietro Veglianese ha ottenuto la Laurea in Chimica e Tecnologie farmaceutiche nel 2000 presso l’Università degli Studi di Milano. Nel 2005 ha conseguito la specializzazione in ricerca farmacologica presso il Dipartimento di Neuroscienze (Unità di Neurobiologia Molecolare) dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. Nel 2007 ha conseguito il PhD presso la Open University (UK). RAPPORTO ATTIVITA’ 109 2014 IRFMN Da Gennaio 2014 è diventato capo dell’unità Trauma Spinale Acuto e Rigenerazione presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. I suoi interessi di ricerca al momento riguardano lo sviluppo e caratterizzazione di biomateriali per il rilascio farmacologico nel sito di lesione del midollo spinale. Negli 2013 i suoi lavori hanno dimostrato che l’uso di biomateriali, nello specifico idrogeli e nanoparticelle, sono potenzialmente in grado di rilasciare ed incrementare l’efficacia di differenti farmaci, anche in modo combinato, ponendo le basi per una nuova strategia terapeutica. Inoltre, alcuni smart delivery tools (nanoparticelle) da noi in studio sono in grado di indirizzare in modo selettivo farmaci in specifiche cellule del sistema nervoso centrale (microglia), aprendo un nuovo concetto di terapia nel trattamento dell’infiammazione (cell-targeted therapy). Con un approccio di trattamento multifattoriale direttamente nel sito di lesione l’unita sta anche portando avanti un progetto che prevede lo sviluppo di una terapia multipla costituita da farmaco/cellule staminali mediante somministrazione attraverso idrogeli. Questi progetti sono portati avanti in modo multidisciplinare mediante collaborazioni molto strette con il Politecnico di Milano (biomateriali), la Cell Factory del Policlinico di Milano (cellule staminali) e la SUPSI di Lugano (biomateriali). Inoltre, Pietro Veglianese è stato referee di diverse riviste scientifiche (Brain, Journal of Controlled Release, Cell Biology and Toxicology and British Journal of Pharmaceutical Research) Principali pubblicazioni Papa, S., R. Ferrari, M. De Paola, F. Rossi, A. Mariani, I. Caron, E. Sammali, M. Peviani, V. Dell'oro, C. Colombo, M. Morbidelli, G. Forloni, G. Perale, D. Moscatelli and P. Veglianese (2013). "Polymeric nanoparticle system to target activated microglia/macrophages in spinal cord injury." J Control Release 174C: 15-26. Papa, S., F. Rossi, R. Ferrari, A. Mariani, M. De Paola, I. Caron, F. Fiordaliso, C. Bisighini, E. Sammali, C. Colombo, M. Gobbi, M. Canovi, J. Lucchetti, M. Peviani, M. Morbidelli, G. Forloni, G. Perale, D. Moscatelli and P. Veglianese (2013). "Selective nanovector mediated treatment of activated proinflammatory microglia/macrophages in spinal cord injury." ACS Nano 7(11): 9881-9895. Rossi, F., G. Perale, S. Papa, G. Forloni and P. Veglianese (2013). "Current options for drug delivery to the spinal cord." Expert Opin Drug Deliv 10(3): 385-396. Perale, G., F. Rossi, M. Santoro, M. Peviani, S. Papa, D. Llupi, P. Torriani, E. Micotti, S. Previdi, L. Cervo, E. Sundstrom, A. R. Boccaccini, M. Masi, G. Forloni and P. Veglianese (2012). "Multiple drug delivery hydrogel system for spinal cord injury repair strategies." J Control Release 159(2): 271-280. Perale, G., F. Rossi, E. Sundstrom, S. Bacchiega, M. Masi, G. Forloni and P. Veglianese (2011). "Hydrogels in spinal cord injury repair strategies." ACS Chem Neurosci 2(7): 336-345. Elisa R. Zanier si è laureata in Medicina e Chirurgia a pieni voti nel 1998. Nel 2001 ha conseguito la specialità in Anestesia e Rianimazione. Ha trascorso un periodo di post-dottorato di 2 anni presso il Neurotrauma Laboratory-Neurosurgery Division diretto dal Prof. David D.A. Hovda, alla UCLA (Los Angeles, California, USA). Dal 2003 al 2008 e’ stata Dirigente medico di primo livello presso la terapia intensiva Neuroscienze, servizio Anestesia e Rianimazione, Ospedale Maggiore Policlinico IRCCS, Milano. Dal 2007 e’ docente a contratto presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano, Scuola di Specialità in Anestesia e Rianimazione. Dal 2008 e’ ricercatrice presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, laboratorio di Infiammazione e Malattie del Sistema Nervoso. E’ diventata capo dell’Unità di terapia cellulare e danno cerebrale acuto nel 2012. I suoi attuali interessi riguardano le basi biologiche del danno cerebrale acuto traumatico ed ischemico il potenziale rigenerativo del cervello leso e l’impiego di cellule staminali come possibile futura strategia terapeutica. Elisa Zanier è attivamente coinvolta in progetti di ricerca sperimentale e clinica che riguardano il ruolo dell’infiammazione nella modulazione del danno cerebrale acuto. E’ autrice di 45 lavori su riviste indicizzate, H index: 19 Principali pubblicazioni Zanier ER, Pischiutta F, Riganti L, Marchesi F, Turola E, Fumagalli S, Perego C, Parotto E, Vinci P, Veglianese P, D'Amico G, Verderio C, De Simoni MG. Neurotherapeutics. 2014;11:679-95. Zanier ER, Zangari R, Munthe-Fog L, Hein E, Zoerle T, Conte V, Orsini F, Tettamanti M, Stocchetti N, Garred P, De Simoni MG. Neurology. 2014 Jan 14;82:126-34. Pischiutta F, D'Amico G, Dander E, Biondi A, Biagi E, Citerio G, De Simoni MG, Zanier ER. Immunosuppression does not affect human bone marrow mesenchymal stromal cell efficacy after transplantation in traumatized mice brain. Neuropharmacology. 2014 Apr;79:119-26 Orsini F, Villa P, Parrella S, Zangari R, Zanier ER, Gesuete R, Stravalaci M, Fumagalli S, Ottria R, Reina JJ, Paladini A, Micotti E, Ribeiro-Viana R, Rojo J, Pavlov VI, Stahl GL, Bernardi A, Gobbi M, De Simoni MG. Mannose binding lectin, a novel target for stroke. Circulation. 2012 ;126:1484-94 RAPPORTO ATTIVITA’ 110 2014 IRFMN Zanier ER, Montinaro M, Viganò M, Villa P, Fumagalli S, Pischiutta F, Longhi L, Leoni ML, Rebulla P, Stocchetti N, Lazzari L, De Simoni MG. Human umbilical cord blood mesenchymal stem cells protect mice brain after trauma. Crit Care Med. 2011; 39:2501-2510. Zanier ER, Brandi G, Peri G, Longhi L, ZoerleT, Tettamanti M, Garlanda C, Sigurtà A, Valaperta S, Mantovani A, De Simoni MG, Stocchetti N. Cerebrospinal fluid pentraxin 3 early after subarachnoid hemorrhage is associated with vasospasm. Intensive Care Med. 2011; 37:302-9. Stocchetti N, Colombo A, Ortolano F, Videtta W, Marchesi R, Longhi L, Zanier ER. Time course of intracranial hypertension after traumatic brain injury. J Neurotrauma. 24: 1339-46, 2007. Zanier ER, Ortolano F, Ghisoni L, Losappio S, Colombo A, Stocchetti N. Intracranial pressure monitoring in intensive care: clinical advantages of a computerized system over manual recording. Crit Care 11: R7, 2007. Stocchetti N, Protti A, Lattuada M, Magnoni S, Longhi L, Ghisoni L, Egidi M, Zanier ER: Impact of pyrexia on neurochemistry and cerebral oxygenation after acute brain injury. J Neurol Neurosurg Psychiatry 76 : 1135-1139, 2005. Longhi L, Zanier ER, Royo N, Stocchetti N, McIntosh TK. Stem cell transplantation as a therapeutic strategy for traumatic brain injury. Transplant Immunology 15, 143–148, 2005. Zanier ER, Lee S, Vespa P, Giza C, Hovda D: Increased hippocampal CA3 vulnerability to low-level kainic acid following lateral fluid percussion injury. J Neurotrauma 20: 409-420, 2003. Ip EY, Zanier ER, Moore AH, Lee SM, Hovda DA: Metabolic, Neurochemical, and Histologic Responses to Vibrissa Motor Cortex Stimulation After Traumatic Brain Injury. J Cereb Blood Flow Metab. 23: 900-910, 2003. Rossi S, Zanier ER, Mauri I, Colombo A, Stocchetti N: Brain temperature, body core temperature, and intracranial pressure in acute cerebral damage. J Neurol Neurosurg Psychiatry 71: 448-454, 2001. ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO Il Dipartimento di Neuroscienze è strutturato in dodici Laboratori, le attività di ricerca riguardano lo studio delle malattie neurologiche e psichiatriche affrontato dal punto di vista delle basi biologiche, di alcuni aspetti clinici e della valutazione dei servizi sanitari. Accanto a queste attività, nel Dipartimento sono presenti competenze più generali, non riconducibili esclusivamente all'ambito neurologico, che riguardano l'informazione sull'uso dei farmaci e l'elaborazione di trial clinici e di studi epidemiologici. Tradizionalmente una parte del Dipartimento si è dedicata alla creazione di modelli sperimentali per lo studio dei meccanismi patogenetici e dei possibili interventi terapeutici che riguardino le malattie neurodegenerative, come Alzheimer e malattie da prioni, neurologiche come l'epilessia o psichiatriche come la depressione. Più recentemente si sono sviluppati e consolidati progetti di ricerca per lo studio della sclerosi laterale amiotrofica (SLA), l'ictus cerebrale e le sostanze d'abuso. Per quanto riguarda gli aspetti clinici diverse di queste patologie sono oggetto di studi epidemiologici come epilessia, SLA e Alzheimer e di clinical trial per la valutazione dell'efficacia di trattamenti farmacologici. Le attività del Dipartimento mirano a un'integrazione delle diverse competenze per lo sviluppo di progetti multidisciplinari. L'obiettivo è di dare risposte integrate sul piano della conoscenza, della terapia e della pratica clinica alle complesse tematiche, in gran parte irrisolte, proposte dalle malattie del sistema nervoso. PRINCIPALI RISULTATI Il trattamento con liposomi funzionalizzati con un peptide ApoE che facilita il passaggio della barriera ematoencefalica e acido fosfatidico che ha attività anti-amiloidogenica in modelli murini di Alzheimer riduce il carico di amiloide cerebrale e la quantità di oligomeri con effetti positivi sul comportamento cognitivo. Il bexaratene, un agonista dei recettori X dell’acido retinico, proposto con molta enfasi come farmaco anti- demenza non si è dimostrato efficace nei nostri modelli sperimentali di Alzheimer confermando le più recenti evidenze. Il danno cognitivo indotto dall'applicazione intracerebroventricolare di piccoli aggregati (oligomeri) di peptidi amiloide 1-40 e 1-42 è in parte dipendente dalla reazione infiammatoria che coinvolge cellule non neuronali. RAPPORTO ATTIVITA’ 111 2014 IRFMN Il danno cognitivo indotto da oligomeri di -sinucleina, componente essenziale degli aggregati intracellulari detti corpi di Levy, presenti nel Morbo di Parkinson e in altre malattie neurodegenerative, iniettati nel ventricolo cerebrale ha caratteristiche diverse da quello indotto dagli oligomeri di amiloide L’analisi comparata di risonanza magnetica per immagine (RMI) in diversi modelli sperimentali di Alzheimer ha messo in evidenza come progressivamente con l'invecchiamento si osserva una riduzione del volume striatale e dello spessore della corteccia entorinale, fenomeni riminiscenti di ciò che accade nelle forme familiari di malattia di Alzheimer . L’azione della doxiciclina, una tetraciclina che passa la barriera ematoencefalica con attività anti-amiloidogenica, oltre a ridurre la formazione di aggregati di amiloide neutralizza in acuto l’effetto di disfunzione neuronale indotta dagli oligomeri. In modelli animali in vivo è stato dimostrato che il peptide D-JNK-TAT, capace di inibire l’attività di fosforilazione mediata dall’enzima JNK, esercita un controllo della produzione di amiloide indicando possibili prospettive terapeutiche nella cura dell’Alzheimer. In modelli in vitro in vivo è stato dimostrato JNK viene attivato nel compartimento postsinaptico in risposta a oligomeri di A, e induce sinaptopatia agendo su due diversi target: l'inibizione specifica di JNK previene la degenerazione del terminale post-sinaptico nella sinaptsi eccitatoria. Un peptide con sequenza transmembranica TAT (TAT 1-6 A2V) disegnato sulla base delle indicazioni ottenute studiando una mutazione che in omozigosi è associata alla malattia di Alzheimer si è dimostrato efficace nel ridurre gli effetti tossici associati alla azione della amiloide in modelli in vitro ed in vivo. E’ stata dimostrata un’interazione JNK- sintaxina 2, una proteina importante per il docking delle vescicole sinaptiche, questa interazione è sensibile all’azione di D-JNK-1 aprendo nuove prospettive di intervento nella modulazione dell’attività sinaptica e il rilascio di glutammato Sono stati disegnati e studiati peptidi in grado di modulare selettivamente la chinasi MKK7, responsabile dell’attivazione di JNK in seguito a stimoli di stress cellulare come l’eccitotossicità, con possibili prospettive terapeutiche Il ganglioside GM1 interagisce con la proteina prionica favorendone il misfolding. Questo suggerisce che il GM1 possa giocare un ruolo nei meccanismi patogenetici delle malattie da prioni L’espressione della proteina prionica (PrP) inibisce la funzione dei canali del calcio voltaggio dipendenti (VGGC), alterando l’efficienza della sintesi dell’ancora glicosil-fosfatidil-inositolica (GPI) della subunità 2 del canale. Questo studio rivela un nuovo meccanismo di controllo dell’espressione delle proteine associate alla membrana attraverso un’ancora GPI. L’efficacia del trattamento con doxiciclina in pazienti affetti da Creutzfeldt-Jacob è stato investigato in un trial randomizzato contro placebo. Il farmaco è risultato inefficace nel produrre effetti positivi sulla mortalità, in contrasto con uno studio osservazionale svolto precedentemente In uno studio prospettico di popolazione nel grande anziano In uno studio prospettico di popolazione nel grande anziano (Monzino 80-plus Study), su un periodo di osservazione di 10 RAPPORTO ATTIVITA’ 112 2014 IRFMN anni il tasso di mortalità era significativamente più elevato tra i grandi anziani con demenza che tra i loro coetanei senza. Il rischio di mortalità era significativamente più elevato anche in ciascuna classe di età quinquennale, da quella 80-84 a quella 100+. Anche nei grandi anziani dunque e alle età più avanzate la demenza riduce la sopravvivenza. Nello stesso studio longitudinale di popolazione (Monzino 80-plus), il rischio di demenza nelle donne di 80 o più anni di età non è risultato associato all’età alla menopausa. Questa mancata associazione è in accordo con i risultati di studi precedenti in popolazioni di donne più giovani. Nella larga popolazione di centenari inclusi nello studio Monzino 80-plus non è stato possibile evidenziare nessuna associazione significativa tra educazione e demenza. Il numero dei centenari però con almeno un diploma di scuola media superiore era assai basso. L’aggiunta di una coorte di centenari con una scolarità più elevata come quelli inclusi nello Studio Centenari a Trieste (CaT) potrà dunque fornire sufficiente potenza e variabilità per testare l’associazione tra scolarità e demenza. In una popolazione di pazienti ambulatoriali con mild cognitive impairment giunti consecutivamente all’osservazione alla Clinica della Memoria degli Ospedali Regionali di Mendrisio e Lugano in Svizzera (Canton Ticino Study), Una peggior performance a un test di equilibrio (il Tinetti Balance and Gait assessement tool, una test che valuta la capacità del soggetto di svolgere specifiche prove motorie) è risultato associato a un aumentato rischio di incidenza di demenza. Nei grandi anziani partecipanti allo studio di popolazione Salute e Anemia, una riduzione della funzionalità renale lieve-moderata non è in genere associata a una diminuzione significativa della performance cognitiva. Un possibile effetto del danno renale è stato osservato sull’attenzione selettiva, anche se l’associazione andrebbe studiata in un numero maggiore di grandi anziani con funzionalità renale moderatamente o gravemente compromessa. Nei Nuclei Alzheimer il 60% dei pazienti con demenza è in trattamento con antispicotici (49% tradizionali e 51% atipici). Il 45% assume un solo antipsicotico, il 14% ne assume due contemporaneamente e l’1% tre. Ne corso del 2003 nella ASL di Lecco, il 15.5% degli anziani (età ≥ 65 anni) era esposto ad associazioni di farmaci potenzialmente a rischio di interazioni farmacologiche (60.8% erano donne). L’età, l’ASL di residenza, il numero dei farmaci assunti e la co-prescrizione di farmaci potenzialmente interagenti con warfarina sono associate al rischio di ospedalizzazione per sanguinamento. In Regione Lombardia, nel corso del 2005, il 76% delle donne e il 75 % degli era esposto ad una terapia cronica (4 o più confezioni di uno stesso farmaco), il 46% degli anziani, senza differenze tra uomini e donne, era esposto a politerapia (5 o più farmaci) e il 18% delle donne e il 22% degli uomini a politerapia cronica (5 o più farmaci cronici). Durante il 2005 il 34% della popolazione residente in Regione Lombardia ha ricevuto almeno una prescrizione di antibiotico. Le fasce di età con più alta prevalenza prescrittiva sono quelle da 0 a17 anni e quelle da 80 o più anni, con 41.6% e 41.9%, rispettivamente. I pazienti con età inferiore ai 18 anni (OR: 1.73; 95% CI: 1.73-1.74), gli anziani con più di 65 anni (OR: 1.64; 95% CI: 1.63-1.65) hanno un rischio significativamente più alto di essere esposti agli antibiotici. RAPPORTO ATTIVITA’ 113 2014 IRFMN In tre ASL di Regione Lombardia, l’utilizzo di paroxetina e fluoxetina aumenta esponenzialmente dal 2000 al 2006 (da 0.42% a 1.12% e da 0.18% a 0.35%, rispettivamente) mentre la prevalenza d’uso della reboxetina mostra un trend opposto: da 0.20% nel 2000 a 0.04% nel 2006. Il 52% degli anziani ricoverati in un campione di 38 reparti di medicina interna distribuiti sul territorio nazionale, assumeva 5 o più farmaci (politerapia) e rimaneva in reparto per una media di 11 giorni. Alla dimissione si è osserva sia una crescita del numero di pazienti con polipatologie (+16%) che di pazienti in politerapia (+13%). La presenza di alcuni cluster di malattia (cluster cardiopolmonare: scompenso cardiaco, fibrillazione atriale e BPCO; cluster cerebrovascolare cognitivo: CVD e demenza; cluster metabolico: dislipidemia, ipertensione e malattie della tiroide) negli anziani ricoverati in reparti di medicina interna è positivamente associata con l’assunzione di politerapie all’ingresso e a un più alto rischio di mortalità intraospedaliera. Nei reparti di medicina interna della rete REPOSI, meno del 50% dei pazienti con FA stanno seguendo correttamente le linee guida della profilassi antitrombotica e il ricovero non ha un effetto nel migliorarne l’aderenza. La presenza di demenza è associata con un aumento di due volte del rischio di mortalità intraospedaliera. La politerapia è fortemente associata alla presenza di particolari gruppi (cluster) di patologia tra loro associati come: diabete mellito più CHD più CVD, diabete più CHD e SC più fibrillazione atriale. La prescrizione di antipsicotici tipici è risultata associata ad un aumentato rischio di CVEs, mentre, dopo stratificazione, le persone che assumevano AChEI non mostravano alcuna associazione con CVEs. Il 19% dei pazienti sono stati riospedalizzati almeno una volta entro i 3 mesi dalla dimissione. Solo gli eventi avversi durante l'ospedalizzazione, il ricovero precedente e patologie vascolari e epatiche sono risultati significativamente associati al rischio di riospedalizzazione. Abbiamo evidenziato un’associazione significativa con la mortalità a 3 mesi tra i pazienti esposti ad almeno 2 interazioni potenzialmente gravi (OR = 2.62, 95% CI, 1,00-6,68, p = 0,05). L’ospedalizzazione è risultata associata ad un aumento delle DDIs potenzialmente gravi. Un attento monitoraggio delle DDIs potenzialmente gravi ed in particolare di quelle create al momento della dimissione è importante per ridurre al minimo il rischio di eventi avversi farmaco-correlati. In Regione Lombardia abbiamo evidenziato differenze geografiche nella prevalenza di anziani in politerapia cronica, solo in parte spiegato da condizioni cliniche del paziente. Questo sottolinea la necessità di interventi mirati sulla pratica prescrittiva per ridurre la prevalenza di politerapia in specifiche aree. Negli anziani ricoverati in ospedale una eGFR gravemente ridotta al momento del ricovero è associato con un aumento della mortalità intraospedaliera (OR 3,00 , 95 % CI 1,20-7,39 , p = 0,0230 ) , ma non con la riospedalizzazione (OR 0,97 , 95% CI 0.54 -1.76 , p = 0,9156 ) o la mortalità a 3 mesi dalla dimissione (OR 1,93 , 95 % CI 0,92-4,04 , p = 0,1582 ) . Al contrario, un aumento del rischio (OR 2,60 , 95 % CI 1,13-5,98 , p = 0,0813 ) di mortalità a tre mesi dalla dimissione è stato associato ad un ridotto eGFR misurato al momento della dimissione. I pazienti Reposi rappresentano una popolazione ad elevato rischio cardio-embolico e sanguinamento: la maggior parte è risultata avere un alto rischio di sanguinamento e un rischio cardio-embolico da moderato ad elevato (70,5% combinando CHADS2 e HEMORR2HAGES, 98,3% combinando CHA2DS2-VASc e HAS- BLED ), mentre il 50-60% dei pazienti sono stati RAPPORTO ATTIVITA’ 114 2014 IRFMN classificati in una categoria di rischio cardio-embolico superiore alla categoria di rischio di sanguinamento. All'analisi univariata e multivariata, un punteggio di sanguinamento elevato è stata associata negativamente con la prescrizione di warfarin e positivamente associato alla prescrizione di aspirina. I farmaci con proprietà anticolinergiche individuati dalla scala ACB e ARS sono associati con prestazioni cognitive e funzionali negative in pazienti anziani. La scala ACB potrebbe consentire una rapida identificazione di farmaci potenzialmente associati a deficit cognitivo in un modello dose-risposta, mentre l'ARS è più utile per valutare le attività della vita quotidiana. L'uso di InterCheck® è stato associato a una significativa riduzione dei PIM e di insorgenza di nuove interazioni farmacologiche potenzialmente gravi. L'uso di CPSSs che combinano diverse misure di qualità della prescrizione dovrebbe essere considerata come una strategia importante per ottimizzare la prescrizione di farmaci nei pazienti anziani. Il crescente numero di farmaci prescritti alla dimissione ospedaliera è correlato alla nonaderenza terapeutica e un'elevata percentuale di pazienti che non ha capito lo scopo della loro terapia. La semplificazione dei regimi terapeutici e del numero di pillole da assumere dovrebbero essere target per il miglioramento dell’aderenza alle terapie farmacologiche. La prevalenza della prescrizione inappropriata di allopurinolo è rimasta quasi la stessa al momento del ricovero e dimissione. L'uso inappropriato di questi farmaci è principalmente legata alla iperuricemia asintomatica. L'attenta valutazione delle condizioni cliniche e una più rigorosa aderenza alle linee guida evidence-based sono essenziali per un uso più razionale di questo farmaco. Nel 2012 è stato iniziato uno studio preventivo nell’insonnia fatale familiare in soggetti a rischio genetico. I soggetti reclutati sono stati sottoposti ad una valutazione basale medica, neurologica, di laboratorio, di imaging e neuropsicologica. Nel frattempo si è provveduto a creare un database per l’inserimento dei dati che verranno raccolti nel corso degli anni. La frequenza delle prescrizioni delle terapie antalgiche dal 2001 al 2011 ha mostrato trend temporali significativi soprattutto per quanto riguarda gli oppiacei. La prescrizione di morfina, che solitamente veniva somministrata nel 2001-2002 a circa l’80% dei malati, nel periodo tra il 2003 e 2005 era diminuita del 50% a favore della prescrizione di un altro farmaco oppiaceo di nuova introduzione, il fentanile. Negli anni successivi questo trend si è invertito a partire dal 2006 e la prescrizione di morfina è risalita mantenendosi stabile intorno al 70% mentre quella del fentanile è scesa al 15%. Nel corso del 2003 nella ASL di Lecco, il 15.5% degli anziani (età ≥ 65 anni) era esposto ad associazioni di farmaci potenzialmente a rischio di interazioni farmacologiche (60.8% erano donne). L’età, l’ASL di residenza, il numero dei farmaci assunti e la co-prescrizione di farmaci potenzialmente interagenti con warfarina sono associate al rischio di ospedalizzazione per sanguinamento. In Regione Lombardia, nel corso del 2005, il 76% delle donne e il 75 % degli era esposto ad una terapia cronica (4 o più confezioni di uno stesso farmaco), il 46% degli anziani, senza differenze tra uomini e donne, era esposto a politerapia (5 o più farmaci) e il 18% delle donne e il 22% degli uomini a politerapia cronica (5 o più farmaci cronici). Durante il 2005 il 34% della popolazione residente in Regione Lombardia ha ricevuto almeno una prescrizione di antibiotico. Le fasce di età con più alta prevalenza prescrittiva sono quelle da 0 a17 anni e quelle da 80 o più anni, con 41.6% e 41.9%, rispettivamente. I pazienti con età inferiore ai 18 anni (OR: 1.73; 95% CI: 1.73-1.74), gli anziani con più di 65 anni (OR: 1.64; RAPPORTO ATTIVITA’ 115 2014 IRFMN 95% CI: 1.63-1.65) hanno un rischio significativamente più alto di essere esposti agli antibiotici. In tre ASL di Regione Lombardia, l’utilizzo di paroxetina e fluoxetina aumenta esponenzialmente dal 2000 al 2006 (da 0.42% a 1.12% e da 0.18% a 0.35%, rispettivamente) mentre la prevalenza d’uso della reboxetina mostra un trend opposto: da 0.20% nel 2000 a 0.04% nel 2006. Il 52% degli anziani ricoverati in un campione di 38 reparti di medicina interna distribuiti sul territorio nazionale, assumeva 5 o più farmaci (politerapia) e rimaneva in reparto per una media di 11 giorni. Alla dimissione si è osserva sia una crescita del numero di pazienti con polipatologie (+16%) che di pazienti in politerapia (+13%). La presenza di alcuni cluster di malattia (cluster cardiopolmonare: scompenso cardiaco, fibrillazione atriale e BPCO; cluster cerebrovascolare cognitivo: CVD e demenza; cluster metabolico: dislipidemia, ipertensione e malattie della tiroide) negli anziani ricoverati in reparti di medicina interna è positivamente associata con l’assunzione di politerapie all’ingresso e a un più alto rischio di mortalità intraospedaliera. Nei reparti di medicina interna della rete REPOSI, meno del 50% dei pazienti con FA stanno seguendo correttamente le linee guida della profilassi antitrombotica e il ricovero non ha un effetto nel migliorarne l’aderenza. La presenza di demenza è associata con un aumento di due volte del rischio di mortalità intraospedaliera. La politerapia è fortemente associata alla presenza di particolari gruppi (cluster) di patologia tra loro associati come: diabete mellito più CHD più CVD, diabete più CHD e SC più fibrillazione atriale. E’ stato osservato un tasso di ripetizione del gesto del 13% nelle donne e dell’11% nei maschi. Nel periodo luglio 2009-settembre 2013, 16 persone tra quelle registrate per tentato suicidio o gesto autolesivo sono morte per un suicidio e 26 per tutte le cause, corrispondendo, in questa popolazione ad alto rischio, ad un rapporto di mortalità oltre 150 per suicidio, e di 2 per la mortalità per tutte le cause. Nel 2009 un totale di 8899 persone hanno avuto almeno un contatto con i servzi di salute mentale, con una prevalenza annuale trattata di 1,1‰, nell’80% dei casi trattati in setting di comunità. I soggetti che avevano ricevuto un intervento psicosociale andavano dallo 0,7% al 6,1%. Il numero più elevato di soggetti, in termini relativi, arrivava ai SerT del territorio lombardo nella fascia di età 35-44 anni, soprattutto per abuso di cocaina, seguita dall’eroina e poi dall’alcool. La prevalenza trattata di alcol, MDMA e anfetamine è più elevata nelle aree più densamente abitate, in accordo col dato derivante dalle acque reflue, e di alcool e MDMA nelle aree con livello socioeconomico più elevato. Queste sostanze sono quindi risultate essere più frequentemente motivo di presa in carico dei pazienti nei SerT delle aree urbane e più ricche. Esiste una correlazione diretta tra SLA e traumi meccanici, documentata dalle seguenti osservazioni: il rischio di SLA è maggiore quanto più elevato è il numero di eventi traumatici e quanto più gravi sono stati i traumi. Esiste una correlazione inversa tra SLA ed assunzione di caffè. La SLA ad esordio precoce differisce dalla SLA ad esordio tardivo per la maggiore esposizione a piombo, solventi, campi elettromagnetici, ed attività fisica di tipo lavorativo. Esiste una correlazione inversa tra esercizio fisico ed SLA. Per contro, tra i soggetti affetti, la malattia insorge ad un’età più precoce in coloro che hanno effettuato attività fisica. La prevalenza dei segni extrapiramidali nei pazienti con SLA è più elevata di quella attesa nella popolazione generale. La SLA ad esordio precoce differisce dalla SLA ad esordio tardivo per la RAPPORTO ATTIVITA’ 116 2014 IRFMN maggiore esposizione a piombo, solventi, campi elettromagnetici, ed attività fisica di tipo lavorativo. Esiste una correlazione inversa tra esercizio fisico ed SLA. Per contro, tra i soggetti affetti, la malattia insorge ad un’età più precoce in coloro che hanno effettuato attività fisica. La sopravvivenza a lungo termine della SLA dipende dal fenotipo alla diagnosi. La quota di pazienti vivi a 10 anni ammonta al 12%. Predittori di sopravvivenza a lungo termine sono l’età più giovane, una SLA sospetta o possibile alla diagnosi, un esordio spinale dei sintomi e una durata di malattia superiore a 12 mesi alla diagnosi. La sopravvivenza della SLA contratta sopra i 75 anni è, nei maschi, sovrapponibile a quella della popolazione generale. La l-acetilcarnitina associata a riluzolo è più efficace del solo riluzolo per il trattamento della SLA. La somministrazione del farmaco si accompagna ad un rallentamento della compromissione funzionale e ad una riduzione della mortalità a breve termine. Il sodio valproato riduce significativamente il numero di giorni con cefalea rispetto al placebo e dimostra un profilo di tollerabilità paragonabile al placebo. Il programma riabilitativo integrato non riduce il numero di cadute nella malattia di Parkinson quando confrontato con la usual care. Un programma educativo a distanza non risulta più efficace della usual care nel ridurre il numero di trattamenti inappropriati operato dai medici nelle case di riposo. Il trattamento a 6 mesi della CIDP con le immunoglobuline è interrotto (per inefficacia, eventi avversi e/o intolleranza) in misura significativamente inferiore a quello con metilprednisolone. La popolazione generale e, specificamente, la categoria degli insegnanti della scuola primaria dimostrano di avere una discreta conoscenza di base dell’epilessia ma di avere ancora atteggiamenti negativi nei confronti della malattia ed un inadeguato approccio alle sue manifestazioni L’epilessia ha un impatto negativo sulle famiglie dei bambini ed adolescenti affetti anche se questi ultimi hanno una tendenza a sottostimare le interferenze della malattia con le attività della vita quotidiana. Se opportunamente corretti, i dati amministrativi sono uno strumento efficiente e non costoso per il monitoraggio dell’epilessia. In una popolazione con epilessia attiva, 1/6 dei pazienti prevalenti è farmacoresistente, mentre 1/10 dei pazienti di nuova diagnosi svilupperà la farmacoresistenza. Una valutazione critica della letteratura ha permesso di formulare una linea-guida aggiornata per la sospensione della terapia nell’epilessia in remissione. E’ stato osservato che il decorso più veloce della SLA nei topi con mutazione SOD1 dipende non da una maggiore perdita dei motoneuroni durante la progressione della malattia ma da una maggiore disfunzione che porta ad una denervazione più precoce e intensa rispetto ai topi con andamento più lento della malattia. Questo è stato messo in evidenza anche dallo studio sul ruolo del ruolo di TNFR2. Questi risultati sottolineano che la SLA è una malattia neurodegenerativa multisistemica e che quindi per ottenere un risultato terapeutico efficace è importante considerare non più solo la protezione dei motoneuroni ma anche interventi mirati ad altri distretti coinvolti nella malattia come i nervi, i muscoli e il sistema immunitario. RAPPORTO ATTIVITA’ 117 2014 IRFMN Abbiamo messo in luce, per la prima volta, una risposta tipica dell' immunità adattativa come l'attivazione del complesso MHCI nei motoneuroni sotto stress come accade nella SLA. Questo fa intravedere nuove prospettive utili alla comprensione dei meccanismi di interazione tra i motoneuroni e il sistema immunitario e quindi per evidenziare nuovi bersagli terapeutici. Abbiamo dimostrato il ruolo chiave di alcune citochine pro-infiammatorie e di HMGB1 nella insorgenza e ricorrenza delle crisi epilettiche descrivendo un nuovo meccanismo coinvolto nella patogenesi della epilessia. Questa scoperta ha evidenziato nuovi targets per interventi terapeutici potenzialmente trasferibili al contesto clinico. Nell'ambito della ricerca sui meccanismi di farmacoresistenza, abbiamo dimostrato: 1. Che alcune proteine di trasporto dei farmaci anticonvulsivanti sono funzionalmente attivitate nel tessuto epilettico ed hanno un ruolo significativo nel ridurre le concentrazioni cerebrali dei farmaci antiepilettici nei modelli sperimentali. Un intervento farmacologico sull'attivita' di queste proteine potrebbe rappresentare una strategia per revertire la resistenza ai farmaci antiepilettici. 2. Specifici farmaci anti-infiammatori hanno significative proprietà anti-convulsive e potenzilemnet anti-epilettogene (di arresto della progressione della malattia). Un farmaco che inibisce la biosintesi della IL-1beta ha completato uno studio clinico di fase 2b in pazienti con crisi parziali e secondariamente generalizzate farmacoresistenti con risultati promettenti. ‐ Il C1-INH ricombinante, inibitore pleiotropico del complemento, ha un potente effetto neuroprotettivo ed un’ampia finestra terapeutica. ‐ L’inibizione di mannose-binding lectin (MBL), una proteina della via delle lectine del complemento protegge dal danno ischemico con un’ampia finestra terapeutica. ‐ In pazienti con emorragia subaracnoidea (ESA) ficolina-3, uno degli attivatori della via lectinica del complemento, è associata a parametri clinici e strutturali di di gravità della patologia Le cellule staminali ottenute dal cordone ombelicale riducono il danno funzionale e istopatologico in un modello di trauma cranico. La microglia attivata può assumere un fenotipo protettivo nel cervello leso Le cellule staminali mesenchimali sono in grado di indirizzare la polarizzazione della microglia in modelli di danno cerebrale sia in vivo che in vitro L’effetto protettivo a lungo termine delle cellule staminali mesenchimali da midollo osseo nel cervello traumatizzato non è influenzato da un trattamento immunosoppressivo La delezione del gene triptofano idrossilasi 2, che codifica per l’enzima responsabile della sintesi di serotonina cerebrale, potenzia la stimolazione dell’attività motoria indotta dall’anfetamina nel topo indipendentemente dall’effetto dell’anfetamina sul rilascio di dopamina striatale RAPPORTO ATTIVITA’ 118 2014 IRFMN La stimolazione dei recettori TAAR1 (trace amine-associated receptor1) e dei recettori 5-HT7 della serotonina contrastano i deficit di attenzione in un modello di deficit cognitivo della schizofrenia nel ratto Il troncamento del gene mecp2 causa deficit motori progressivi e altera il metabolismo dell’acido glutammico cerebrale in un modello murino di Sindrome di Rett La ventilazione forzata con argon attenua il metabolismo anaerobico cerebrale in un modello di arresto cardiaco e rianimazione nel ratto Una singola volontaria esposizione alla cocaina è in grado di influenzare profondamente la struttura della corteccia mediale prefrontale del ratto da laboratorio. I livelli di BDNF nel nucleo accumbens e nella corteccia mediale prefrontale del ratto da laboratorio sono finemente modulati dall’uso di cocaina e dalla sua mancanza nelle fasi iniziali dell’astinenza. L’astinenza dall’assunzione volontaria di cocaina aumenta l’autofosforilazione di αCaMKII nel Nucleo Accumbens e nella Corteccia Mediale Prefrontale (mPFC). Il persistente aumento della αCaMKII osservato nella mPFC potrebbe contribuire all’incubazione del craving per la cocaina. Stimoli ambientali associati all’assunzione di sostanze psicotrope d’abuso quali cocaina, nicotina o alcol sono in grado di indurre ricaduta sperimentale quando ripresentati a ratti o topi da laboratorio anche dopo un lungo periodo di astinenza Il bifeprunox, un parziale agonista ai recettori DA D2 e 5-HT1A, riduce nel ratto da laboratorio la ricerca di nicotina indotta dalla presentazione di stimoli ambientali associati all'assunzione della sostanza d’abuso Gli inibitori GlyT1 potrebbero offrire una opportunità terapeutica per controllare in acuto il craving per la nicotina. Tuttavia, la mancanza di effetti persistenti dopo trattamento sub-cronico fa ipotizzare che l’esposizione ai GlyT1 non sia sufficiente a promuovere l’estinzione delle risposte evocate dagli stimoli condizionati alla nicotina. COLLABORAZIONI NAZIONALI Agenzia di Sanità Pubblica del Lazio, Roma Area di Neuroscienze, SISSA, Trieste Associazione Familiari Insonnia Familiare Fatale malattie da prioni, Treviso Associazione Italiana GIST A.I.G. Associazione Mondiale di Riabilitazione Psicosociale, Sezione Italiana, Milano Associazione per la Ricerca Neurogenetica, Lamezia Terme (CS) e ASL 6, Regione Calabria Agenzia di Sanità Pubblica del Lazio, Roma Assessorato alla Salute, Comune di Milano Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di Bergamo Azienda Sanitaria Locale di Bergamo Azienda per i Servizi Sanitari n.1 Triestina Azienda ULS TO2, Torino Bracco Imaging, Milano Campus Cascina Rosa, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori, Milano Cell Factory, Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Milano RAPPORTO ATTIVITA’ 119 2014 IRFMN CEND, Centro Eccellenza per le Malattie Neurodegenerative, Università di Milano Centro di Ricerca “E. Menni” Poliambulanza, Brescia, Italy Centro di Terapie per l’Adolescenza, Milano Centro Fatebenefratelli San Giovanni di Dio, Cernusco sul Naviglio Centro Medicina dell’Invecchiamento del Policlinico A. Gemelli, Università Cattolica a Roma Centro di Neurofarmacologia, Dipartimento di Scienze Farmacologiche, Università di Milano Centro Parkinson-Istituti Clinici di Perfezionamento Centro Studi in Psichiatra, ASL 2, Torino Centro Studi sulla Sofferenza Urbana, SOUQ, Milano Centro di Terapie per l’Adolescenza, Milano Clinica IRCSS S. Maria Nascente, Milano Clinica Neurologica III Università di Milano, Azienda Ospedaliera S. Paolo, Milano Clinica Neurologica, Università di Perugia, Ospedale S. Maria della Misericordia, Perugia Clinica Psichiatrica, Università Milano Bicocca Clinica Psichiatrica, Università di Parma Clinica Psichiatrica, Università di Pavia Dipartimento di Salute Mentale, Azienda Provinciale Clinica Psichiatrica, Università di L’Aquila Clinica Psichiatrica Università degli Studi di Genova Consorzio Ricerche Luigi Amaducci, CRIC, Arcugnano (Vc) Consorzio MIA, Milano Department of Management, Economics and Industrial Engineering, Politecnico di Milano Department of Multi Criteria Decision Analysis (MCDA) for Decision Making, Politecnico di Milano Department of Quantitative Methods for Business Economic Sciences, Facoltà di Statistica, Università Bicocca, Milano Dept of Biomedical Sciences & Biotechnologies, University of Brescia DIBIT, San Raffaele Scientific Insitute, Milano Dipartimento di Anestesia e Rianimazione, Universià dif Milano, Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Milano Dipartimento di Biologia Funzionale e Strutturale Università dell’Insubria Dipartimento di Biologia, Biologia Struttutale Universita Tor Vergata di Roma Dipartimento di Chimica Biologica, Università di Padova Dipartimento di Chimica, Università degli Studi di Firenze Dipartimento di Chimica, Università degli Studi di Milano Dipartimento di Chirurgia "P. Valdoni" - Lab., Ricerca Center for Research in Neurobiology "Daniel Bovet" (CRiN), "Sapienza" Università di Roma Dipartimento Dipendenze ASL di Como Dipartimento Endocrinologia, Università di Milano Dipartimento Farmaco Chimico Tecnologico, Università di Siena Dipartimento di Farmacologia Medica, Università di Milano Dipartimento di Fisiologia Umana, Facoltà di Medicina, Università di Milano Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione, Università di Trento Dipartimento di Informatica (Laboratorio di Sistemi Intelligenti Applicati-AIS-Lab), Università degli Studi di Milano Dipartimento di Immunologia, Fondazione Humanitas per la Ricerca di Milano Dipartimento di Medicina e Sanità Pubblica, Sezione di Psichiatria e Psicologia Clinica, Università di Verona Dipartimento di Morfofisiologia, Scuola di Medicina veterinaria, Univedi Torino, Grugliasco (TO). Dipartimento di Neurologia, Seconda Università di Napoli Dipartimento Neurologia, IRCCS Fondazione Maugeri, Pavia Dipartimento Neurologia, Ospedale Molinette, Torino RAPPORTO ATTIVITA’ 120 2014 IRFMN Dipartimento di Neurologia Università di Milano, Ospedale Luigi Sacco. Dipartimento di Neuroscienze, Università di Parma, Parma Dipartimento di Neuroscienze e Organi di Senso, Università di Bari, Bari. Dipartimento di Neuroscienze, Oftalmologia e Genetica, Unità di Neuroimmunologia,Università di Genova Dipartimento di Pediatria, Terapia Cellulare, Università Milano- Bicocca, Monza Dipartimento di Salute Mentale, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento, Trento Dipartimento di Salute Mentale di Niguarda, Milano Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche Università di Milano, Milano Dip. di Scienze Biomolecolari e Biotecnologie, Università di Milano Dipartimento Scienze Cliniche e Sperimentali, Università degli Studi di Brescia Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità, Università degli Studi di Milano Dipartimento di Scienze della Salute, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Milano Dipartimento di Scienze della Salute, Università Milano- Bicocca, Monza Dipartimento di Scienze Fisiologiche Università di Pavia, Pavia Dipartimento di Scienze mediche e biologiche - Università di Udine Dipartimento Scienze Neurologiche, Università di Genova, Genova Dipartimento Scienze Neurologiche, Ospedale Maggiore Policlinico di Milano Direzione Generale Famiglia e Solidarietà Sociale, Regione Lombardia, Milano Direzione Generale Sanità, Regione Lombardia, Milano Direzione Regionale Sanità e Servizi Sociali, Regione Umbria Divisione di Ematologia, Università di Pavia Fondazione IRCCS Policlinico S. Matteo, Pavia Divisione Neurologica, Università di Bologna EPAPSY, Scientific Association for Regional Development and Mental Health, Atene, Grecia Evidentia Medica, Grottaferrata, Roma Facoltà di Statistica, Università Bicocca, Milano Federazione Alzheimer Italia, Milano Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti, FADOI Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale Franco Calori Cell Factory, Centro Trasfusionale e di Immunologia dei Trapianti, IRCCS Ospedale Maggiore, Milano Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani”, Milano Fondazione Clelio Angelino Fondazione Cecchini Pace, Milano Fondo Edo Tempia Hospice “Franco Gallini”, Aviano (PN) IRCSS "Casa Sollievo della Sofferenza", San Giovanni Rotondo IRCCS Istituto Auxologico Italiano, Milano Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico IRCCS (I.N.R.C.A.), Ancona IRCSS Fatebenefratelli di Brescia IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Milano IRCSS "San Raffaele", Milano IRCCS “Santa Maria Nascente”, Milano I.S.B. - Ion Source & Biotechnologies Istituto Europeo di Oncologia, IRCCS, Milano Istituto di Farmacologia e Farmacognosia, Università di Urbino Istituto di Farmacologia, Università di Milano Istituto di Fisiologia Umana II Università degli Studi di Milano, Milano Istituto “G. Ronzoni”, Milano Istituto Italiano di Tecnologia, Genova RAPPORTO ATTIVITA’ 121 2014 IRFMN Istituto Nazionale Neurologico “Carlo Besta”, Milano Istituto Scientifico Humanitas Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione, CNR, Roma Istituto "Stella Maris", IRCCS, Calambrone (PI) Istituto Superiore di Sanità, Roma Istituto Zooprofilattico Piemonte Liguria Val D'Aosta,Torino Laboratorio di Epidemiologia e Neuroimaging e U.O. Alzheimer, IRCCS Fatebenefratelli, Brescia. Laboratorio di Immunopatologia Renale, Ospedale San Carlo, Milano Laboratorio di Neuroscienze, Centro Dino Ferrari, Università di Milano Laboratory for Cell Therapy “Stefano Verri”, Paediatric Department, University of MilanoBicocca, San Gerardo Hospital, Monza, Italy Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori Neuroscience and Brain Technologies, Istituto Italiano di Tecnologia, Genova Nico, Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi, Torino Oncologia Medica, IRCCS Fondazione Salvatore Maugeri, Pavia Ospedale del Bambin Gesu’, Roma Ospedale Regionale Ca Fondello, Treviso Ospedale "Molinette", Torino Polo Oncologico, Servizio Epidemiologia ASL 12, Biella Polo Tecnologico, IRCCS S. Maria Nascente, Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus, Milano Provincia Lombardo-Veneta Ordine Ospedaliero San Giovanni di Dio, Fatebenefratelli di Cernusco sul Naviglio Progetto Itaca, associazione Volontari per la Salute Mentale – ONLUS, Milano Scuola Normale Superiore, Laboratorio NEST: National Enterprise for nanoScience and nanoTechnology, Pisa Scuola di Specializzazione in Psicoterapia IRIS-Insegnamento e Ricerca Individuo e Sistemi, Milano Scuola di Specializzazione in Terapia Cognitiva “Studi Cognitivi”, Milano Scuola di Terapia Cognitiva “Studi Cognitivi”, Milano Società Italiana Medicina Interna, Roma Società Italiana di Geriatria e Gerontologia, SIGG Società Italiana Geriatri Ospedalieri, SIGOs Società INFORMA Terzo Dipartimento di Medicina Interna, Medicine Operative, Unità Oderzo − ASL 9 Treviso Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale (UNASAM), Milano Unità di Geriatria, Ospedale Maggiore IRCCS, Università di Milano Unità Operativa di Neurologia, Casa di Cura S. Maria (Multimedica), Castellanza (VA). Unità Operativa di Neurologia Riabilitativa , Centro S. Maria Nascente, Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus, Milano. Unità di Patologia Umana e Istologia, Dip. Sciense mediche di Base, Università di Bari Unità di Patologia e Medicina Orale, Dipartimento di Scienze Chirurgiche Ricostruttive e Diagnostiche, Università degli Studi di Milano Unità di Statistica Medica, Biometria and Bioinformatica "Giulio A. Maccacaro", Unità Operativa di Psichiatria, Azienda Ospedaliera Luigi Sacco di Milano, Milano Unità Operativa di Psichiatria, Azienda Ospedaliera San Gerardo di Monza, Monza, Unità Operativa di Psichiatria di Garbagnate, Azienda Ospedaliere Salvini di Garbagnate, Garbagnate Milanese Unità Operativa di Psichiatria, Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena di Milano, Milano Unità di Post-Genomica, Consorzio Mario Negri Sud, Santa Maria Imbaro, Chieti Università degli Studi di Milano RAPPORTO ATTIVITA’ 122 2014 IRFMN Università degli Studi di Foggia Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma Università dell’Insubria, Varese Università del Piemonte Orientale, Novara Università di Milano, IRCCS Ospedale Maggiore, Milano Università Milano-Bicocca, Monza Università di Trieste Università La Sapienza, Roma U.O. Neurologia, Clinica S. Maria, IRCCS, Castellanza (VA). UNASAM, Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale Unità Operativa di Psichiatria, Azienda Ospedaliera Luigi Sacco di Milano, Milano Web Medica, Grottaferrata, Roma COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI Albert Eistein College of Medicine, Bronx, NY, USA Atomic Energy Commission, Service de Neurovirologie, Fontenay-aux-Roses, France Beaumont Hospital, Dublin, Ireland Brain Repair Centre, University of Cambridge, Cambridge, UK Cambridge Centre for Brain Repair, University of Cambridge, UK Calouste Gulbenkian Foundation, Lisbona, Portugal Centre for Neuroscience Research and Division of Biomolecular Sciences, GKT School, King’s College, London, UK Centre National de la Recherche Scientifique, Paris. France Clinica Neurologica dell’Università di Tirana, Albania Chorley & South Ribble General Hospital, Chorley, Cochrane Schizophrenia Group, Università di Nottingham, Nottingham, UK Cochrane Collaboration Depression Anxiety Neurotics Disorders, UK Columbia Univ, Haverstraw, NY, USA Department of Anatomy and Physiology, Laval University, Quebec, Canada Department of Biochemistry, Boston University, Boston USA Department of Cell Biology, Washington University, St Louis, USA Department of Chemistry,The Australian National University, Canberra City, Australia Department of Experimental Psychology, University of Cambridge, UK Department of Internal Medicine, Hospitales Universitarios Virgen del Rocío, Sevilla, Spain Department of Metabolic Diseases, Ospedali Regionali Lugano and Mendrisio, Switzerland Department of Neuroscience, Karolinska Institute of stocholm , Sweden Departiment of Neuroscience, Physiology & Pharmacology University College London, UK Department (Neuro) Pathology, Academisch Medisch Centrum ,Amsterdam, The Netherlands Department of Pediatrics, Obstetrics and Gynecology, University of Valencia, Spain Department f Pathology and Infectious Diseases Royal Veterinary College, Herts, UK Department of Pharmacology and Therapeutics, State University of Maringá, Maringá, PR, Brasil Department of Pediatrics, Neurology Division, David Geffen School of Medicine, UCLA, LA, CA, USA Department of Psychiatry, Geneva University Hospitals, Ginevra, Switzerland Department of Psychiatry, Medical Center University of Mississippi, Jackson, USA Department of Psychiatry and Psychotherapy, Technische Universität Dresden, Germany Directorate General for the Health and Consumer Protection, European Commission, Luxembourg RAPPORTO ATTIVITA’ 123 2014 IRFMN Division of Anaesthesia, University of Cambridge, Addenbrooke’s Hospital, Cambridge, UK Division of Medical Genetics, CHUV Lausanne, Switzerland Divisione di Geriatria, Ospedali Regionali di Lugano e Mendrisio, Switzerland EPAPSY, Scientific Association for Regional Development and Mental Health, Athens, Greece Epidemiological and Social Psychiatric Research Institute, Erasmus MC, Parnassia Psychiatric Institute European Union of Family Associations of People with Mental Illness (EUFAMI) European Society of Internal Medicine Fundació Privada Clinic per a la Recerca Biomèdica, Hospital Clinic i Provincial, Barcelona, Spagna GH Pitié Salpêtrière, Paris, France Harvard Institute of Medicine, Boston, MA, USA Hoffmann-La Roche AG, Switzerland HSPH Harvard University, Boston, USA IBCM, University of Lausanne, Lausanne, Switzerland Imperial college London, UK INSERM U 751, Marseille, France Institut de Génétique Humaine du CNRS, Montpellier, France Institut d’Investigació Biomèdica de Girona, Girona, Catalunya Institut National de la Santé et de la Recherche Médicale, Paris, France Institute for Stroke and Dementia Research (ISD) University Hospital Monaco, Germany International Early Psychosis Association Harvard Institute of Medicine, Boston, MA, USA Jefferson Med Coll, Philadelphia, USA Karolinska Institutet, Stockholm, Svezia King’s College Hospital, London, UK Lancaster University, Lancaster, UK. Lexicon Pharmaceuticals Texas, USA Max-Delbrück-Center for Molecular Medicine, Berlin, Germany MPRC, Univ Baltimore, Baltimore, MD, USA Molecular and Integrative Neurosciences Department (MIND), The Scripps Research Institute, La Jolla, CA, USA National Insitute on Aging, NIH, Baltimore, USA Neurobiologie des processus adaptative, Paris-6 Universite France Neuroprion, Network of Excellence, WP VI, EC Neurological Department of the University of Tirana, Albania Neurology, GlaxoSmithKline, New Frontiers Science Park North, Harlow UK Ninewells Hospital and Medical School, Dundee, Scozia, UK Northern Illinois University, DeKalb, IL, USA Novartis Pharma, Basel, Switzerland NYU, NY, USA Omeros Corporation, Seattle, USA Observatoire National Santé mentale et Précarité, Région Rhône-Alpes, Lione, France Ohio State Univ, Columbus, Ohio, USA Robarts Research Institute, London, Ontario, Canada Royal Manchester Children's Hospital, Manchester, UK Royal Preston Hospital, Preston, UK Sección de Innovación Tecnológica, Hospital Universitario Virgen Macarena y Hospital Universitario Virgen del Rocío, Sevilla, Spain Sergievsky Center, Columbia University, New York, NY, USA RAPPORTO ATTIVITA’ 124 2014 IRFMN Servicio Andaluz de Salud, Sevilla, Spain Service de Neurologie Pédiatrique et des Maladies Métaboliques - INSERM U676, Hôpital Robert Debré - AP-HP – Paris, France Servizio di Geriatria, Ospedale della Beata Vergine, Mendrisio, Switzerland Sheffield Care and Research Centre for Motor Neuron Disorders, University of Sheffield, UK Strathclyde University, Glasgow, UK The London School of Medicine and Dentistry, Whitechapel, London, UK The Scripps Research Institute, Jupiter, Florida, USA Technology Park of Bizkaia, Bizkaia, Spain Toxicology Unit MRC, Leicester, UK Trinity College Dublin e Memory Clinic del St. James’s Hospital di Dublino, Ireland Universidade Nova de Lisboa, International Master in Mental Health Policy and Services, Lisbona, Portugal Université de la Méditerranée -Hôpital de la Timone Marseille, France University of Alberta, Canada University of Bristol, Frenchay Hospital, Frenchay, Bristol, UK University of Bristol, School of Medical Sciences, UK University of Budapest, Hungary Univ of California at Irvine, Irvine, CA, USA University of Cardiff, UK University of Chicago, Chicago, IL, USA Univ of Colorado, Denver, USA University of Copenhagen, Denmark University Hospital, London, ON, Canada Univ of Innsbruck, Innsbruck, Austria University of Lausanne, Lausanne Switzerland Univ of Maryland, Baltimore, USA University of Maastricht, The Netherlands University of Rijeka Medical School, Rijeka, Croazia University of Szeged, Hungary University of Utrecht, the Netherlands Université Victor Segalen, Bordeaux, France Unit of Molecular Genetics, CHUV Lausanne, Switzerland Virtanen Institute for Molecular Sciences, University of Kuopio, Finland Vrije Universiteit Medical Center, Amsterdam, Olanda Walton Hospital, Liverpool, UK WAPR (World Association for Psychosocial Rehabilitation) Washington University, St Louis, MI, USA Weill Cornell Medical College, New York, USA World Mental Health, Department of Mental Health and Substance Abuse, Geneva, Switzerland World Association for Psychosocial Rehabilitation World Health Organization, Disability and Rehabilitation Team PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI Amyotrophic Lateral Sclerosis (Beghi) Annals Pharmacotherapy (Nobili) Biochemical Journal (Chiesa) Brain Aging (Forloni) RAPPORTO ATTIVITA’ 125 2014 IRFMN Clinical Drug Investigation (Beghi) Clinical Neurology and Neurosurgery (Beghi) CNS & Neurological Disorders - Drug Targets (Bendotti) Cochrane Collaboration, Epilepsy (Beghi) Conference Papers in Pharmacology (Nobili) Dialogo sui Farmaci (Nobili) Drugs in the R&D (Beghi) Early Intervention in Psychiatry (Barbato) Educazione Sanitaria e Promozione della Salute (Barbato) Epidemiologia e Prevenzione (Lucca) Epigenetic of Neurodegenerative diseases (Forloni) Epilepsia (Beghi) Epilepsy Research (Vezzani) Epilepsy & Treatment (Vezzani) European Child and Adolescent Psychiatry (Barbato) European Journal of Internal Medicine (Nobili) Frontiers in Immunology: Frontiers in Molecular Innate Immunity (De Simoni) Inpharma (Beghi) Intensive Care Medicine experimental (De Simoni senior Zanier associate editor) International Journal of Cell Biology (Chiesa, Guest Editor) International Journal of Mental Health (Barbato) International Journal of Molecular Epidemiology and Genetics (Forloni, senior, Albani associate) ISRN Vascular Medicine (De Simoni) Journal of Alzhiemer’s disease (Albani, Forloni, Borsello) Journal of Neuroscience Online (Forloni) MAP Kinase (Borsello) Neuroepidemiology (Beghi) Neurological Sciences (Beghi) Neuroscience (Vezzani) Open Aging Journal (Forloni) Open Geriatric Medicine Journal (Forloni) PlosOne (Forloni, Chiesa, Accademic editors) Psychiatric Rehabilitation Journal (Barbato) Quality of Life Research (Barbato) Ricerca & Pratica (Nobili) Sistema Salute (Barbato) The Open Drug Metabolism Journal (Nobili) The Open Pathology Journal (De Simoni) The Scientific World Journal (Nobili) WebmedCentral Pharmacology (Nobili) World Journal of Pharmacology (Nobili) World Journal of Psychiatry(Barbato) ATTIVITA' DI REVISIONE Acta Neurologica Scandinavica Acta Psychiatrica Scandinava Addiction Biology Age Age and Ageing RAPPORTO ATTIVITA’ 126 2014 IRFMN Alzheimer's & Dementia Alzheimer Disease and Associated Disorders American Journal of Clinical Nutrition American Journal of Hematology American Journal of Human Genetics American Journal of Pathology American Journal of Physiology Amyotrophic Lateral Sclerosis Annals of Neurology Annals of Pharmacotherapy Archives of Internal Medicine Arthritis Research & Therapy Behavioural Brain Research Behavioural Neuroscience Behavioural Pharmacology Biochimica et Biophysica Acta Biochemical Journal Biochemistry BioMed Central Neurology Biological Psychiatry BMC Geriatrics BMC Psychiatry BMC Public Health Brain Brain Research Brain Research Bulletin Brain Research Review Canadian Journal of Neurological Sciences Clinical Drug Investigation Clinical Neurology and Neurosurgery Clin Pharm Therapy CNS Drugs Chronobioly International Dementia and Geriatric Cognitive Disorders Drugs Epidemiologia e Psichiatria Sociale Epidemiology and Psychiatric Sciences Epidemiology and Infection Epilepsia Epilepsy & Behavior Epilepsy Research European Journal of Clinical Pharmacology European Journal of Immunology European Journal of Internal Medicine European Journal of Neuroscience European Journal of Pharmacology European Journal of Public Health Experimental Neurology European Neuropsychopharmacology Expert Opinion on Pharmacotherapy Expert Review in Neurotherapeutics RAPPORTO ATTIVITA’ 127 2014 IRFMN FASEB Journal FEBS letters Fundamental Clinical Psychopharmacology Future Drugs Giornale di Neuropsichiatria dell’Età Evolutiva Glia Health and Quality of Life Outcomes Human Molecular Genetics Intensive Care Medicine International Journal of Mental Health Systems International Journal of Neuropsychopharmacology Journal of Alzhiemer’s disease JAMA Journal of the American Board of Family Practice Journal of Biological Chemistry Journal of Cell. Biology Journal of Cell Physiology Journal of Cerebral Blood Flow and Metabolism Journal of Chemical Neuroanatomy Journal of Clinical Pharmacy and Therapeutics Journal of Clinical Psychiatry Journal of Functional Food Journal of Geriatric Psychiatry and Neurology Journal of Gerontology Journal of Headache and Pain Journal of Histochemistry and Cytochemistry Journal of Immunology Journal of Internal Medicine Journal of Neurochemistry Journal of Neuroimmunology Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry Journal of Neuroscience Journal of Pediatric Neurology Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics Journal of Pharmacy and Pharmacology Journal of Psychopharmacology Journal of Psychosomatic Research Journal of Structural Biology Journal of Virology Life Sciences Lancet Lancet Neurology Molecular Brain Research Molecular and Cellular Neuroscience Molecular Therapy Nature Clinical Practice Neurology Nature Neuroscience Nature Reviews Neurology Neurobiology of Learning and Memory Neurobiology of Aging Neurobiology of Disease RAPPORTO ATTIVITA’ 128 2014 IRFMN Neuroepidemiology Neurology Neurological Sciences Neuromuscular Disorders Neuropharmacology Neuropsychopharmacology Neuroscience Neuroscience Letters Neurotherapeutics Neurotoxicity Research N.S. Archives Pharmacology Parkinsonism & Related Disorders Pharmacological Reports Pharmacological Research Pharmacoepidemiology and Drug Safety Pharmacology Biochemistry & Behavior PloS Biology PloS One PloS Pathogens Proc Natl Acad Sci, USA Progress in Neuro-Psychopharmacology & Biological Research Psychopharmacology Seizure Schizophrenia Research Social Psychiatry and Psychiatric Epidemiology Stroke Synapse Trends Molecular Medicine The International Journal of Neuropsychopharmacology Vaccine PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI Agenzia Europea di Valutazione dei Medicinali (EMEA) Agenzia Italiana per il Farmaco (AIFA) Associazione Italiana di Neuroepidemiologia (Presidente uscente) Associazione Italiana per la Ricerca sull’Invecchiamento Cerebrale (AIRIC, Presidenza) Benchmark’s stewards of the American Epilepsy Society (AES) Board of "Master in Advanced Technologies for the Study of Neurodegenerative Diseases", Milan University Board Assessorato alle Politiche Sociali e Cultura della Salute, Comune di Milano Comitato di coordinamento internazionale del progetto europeo”Quelles professionnalités en santé mentale. Perspectives croisées, usagers, élus professionnels”. Commissione di Epidemiologia dell’ILAE (Co-Chair) Commission on European Affairs (CEA, ILAE) Commissione sulla Health Care Policy della Lega Internazionale contro l’Epilessia (ILAE) Comitato Ordinatore del Master in "Tecnologie Avanzate Applicate alle Patologie Neurodegenerative", Università di Milano Comitato Scientifico AISLA Comitato Scientifico SINDEM RAPPORTO ATTIVITA’ 129 2014 IRFMN Comitato Scientifico “STAMINA”, Ministero della Salute Committee for Proprietary Medicinal Products (CPMP) presso L’EMEA Committee for ENCALS Young Investigator Award Consiglio di amministrazione, Fondazione Cecchini Pace, Milano Consiglio Direttivo AIRIC Coordination Group IMI-PharmaCog project Direttivo della Lega Italiana contro l’Epilessia (LICE) Editorial Committee, Guidelines of community based rehabilitation, World Health Organization. Esperto Nazionale, accreditato dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), per l’EMEA (Esperto per il Etical Committe of the "Area B of Milan": Fondazione IRCCS "Cà Granda" Ospedale Maggiore Policlinico, A.O. Fatebenefratelli ed Oftalmico, A.O. Istituto Ortopedico “G. Pini”, ASL Milano. Medical Research Council (MRC), UK Gruppo di Approfondimento Tecnico per lo sviluppo dell’area ‘Promozione della salute mentale’, Regione Lombardia Gruppo di lavoro sull'epilessia dell'Organizzazione Mondiale della Sanità Gruppo di Studio sull’Epilessia della Società Italiana di Neurologia (SIN) Gruppo di Studio sulla Qualità della Vita della Società Italiana di Neurologia (SIN) Gruppo di Studio sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica della Società Italiana di Neurologia (SIN) Medical Research Council Strategic Grant Application, UK Mental Health Working Party, gruppo di lavoro nominato dal Direttorato Generale per la Protezione del Consumatore della Commissione Europea (DG-SANCO), Bruxelles. Gruppo di coordinamento Neuroprion NoE, EU International Committee su “Epilepsy and the Law” International Organizing Committee e coordinator della segreteria al Global Forum for Community Mental International Affair Commission (ILAE) Health, istituito dal Department of Mental Health della World Health Organization. International Subcommittee della American Academy of Neurology International Steering Committee dell’European Network on mental health promotion and mental disorder prevention (EMHPA). International Subcommittee dell’American Academy of Neurology National Institutes of Health of the USA and World Health Organization supported project on The Future of Psychiatric Diagnosis: Refining the Research Agenda. Neurobiology Commission of the International League Against Epilepsy Neuroepidemiology Section of the American Academy of Neurology (Chair uscente) Research Advisory Panel, MND Association, UK Task Force sull’epidemiologia dell’epilessia della ILAE Scientific Advisory Board of Sheffield Institute Foundation for MND Scientific Advisory Board del Thierry Latran Foundation, Francia Scientific Advisory Board of ENCALS (European Network for the Cure of ALS Traslational Research Committee of AES Working Group on Epilepsy della World Health Organization (WHO) ORGANIZZAZIONE DI EVENTI 12a Giornata di studio sulla malattia di Alzheimer: La fragilità nel malato di demenza RAPPORTO ATTIVITA’ 130 2014 IRFMN Invecchiamento cerebrale 22 marzo 2014, Ateneo Veneto, Venezia (Lucca) Satellite Event of the 9th FENS FORUM of Neuroscience held 3-4 July 2014 in Milano-Italy on MND, Molecular and cellular basis of selective vulnerability.(Bendotti) 50° Congresso AINPeNC - 40° AIRIC Verbania 5-7 giugno 2014 (Forloni) CONTRIBUTI E CONTRATTI Abbott GmbH & Co. KG ADDF,USA AFM, France Agenzia di Sanità Pubblica del Lazio AIFA AiRett ALS Society for Canada AriSLA Alzheimer's Association Amgen, Milano AriSLA ASL 2 Piemonte. ASL TO1 Torino Assessorato alla Salute, Comune di Milano Association pour la recherché sur la SLA, France Auris medical Azienda USL 3 Pistoia e Valdinievole Bristol-Myers Squibb Boehringer Ingelheim Centro Studi in Psichiatria ASL TO2, Torino CPADs EU grant CURE Czech Science Foundation EISAI Epilepsy European Research Area Board – ERAB Dana Foundation Dipartimento di Salute Mentale, Azienda Ospedaliera Niguarda Ca’ Granda, Milano Dipartimento di Salute Mentale di Pistoia e Valdinievole Evidentia Medica, Grottaferrata (Roma) Fondazione Cariplo, Milano Fondazione Mariani, Milano Fondazione Italo Monzino, Milano Fondazione Sestini, Italia Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca German-Israeli Foundation for Scientific Research and Development Glaxo-SmithKline, Italy Grünenthal, Germany Hospice "via di Natale Franco Gallini", Aviano (PN) Human Frontiers Scientific Programme RAPPORTO ATTIVITA’ 131 2014 IRFMN IMPHA II, DG-SANCO, Public Health and Consumers' Protection (Directorate General Istituto Comprensivo Statale "G.D. Romagnosi", Carate Brianza (MI) Istituto Regionale Lombardo di Formazione per l’Amministrazione Pubblica – IREF I.R.I.S Istituto San Paolo; Torino Istituto Superiore di Sanità Janssen-Cilag H. Lundbeck A/S, Danimark Hoffmann-La Roche AG, Svizzera Metis, Società Scientifica FIMMG Ministero della Ricerca Scientifica Ministero della Salute NIH-NINDS MND Association, UK Newron Ospedale “Casa Sollievo” di San Giovanni Rotondo Pharming Provincia Autonoma di Trento Progetto Itaca, Milano Regione Lombardia, Assessorato alla Famiglia e Solidarietà Sociale e Assessorato alla Sanità, Milano Rimoldi e Bergamini Rotary Clubs Gruppo 1, Milano Rotary Clubs Milano Naviglio Grande San Carlo, Milano Scala, Inner Wheel Milano San Carlo Rotta-Pharm, Italy Sanofi-Aventis San Paolo Foundation SELECTA MEDICA, Pavia Servier Laboratories, Parigi Sienabiotech Sinthopharm Thierry Latran Foundation, France Telethon Unione Nazionale Associazioni per la Salute Mentale – UNASAM US-Israel Binational Science Foundation Vertex WebMedica, Grottaferrata (Roma). World Health Organisation SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE (2014) Acquadro E, Caron I, Tortarolo M, Bucci EM, Bendotti C, Corpillo D. Human SOD1-G93A specific distribution evidenced in murine brain of a transgenic model for amyotrophic lateral sclerosis by MALDI imaging mass spectrometry. J Proteome Res. 2014; 13:1800-9. Alvarez-Laviada A., Kadurin I., Senatore A., Chiesa R., and Dolphin A.C. (2014) The inhibition of functional expression of calcium channels by prion protein demonstrates competition with 2 for GPI-anchoring pathways. Biochem. J. 458: 365-374 RAPPORTO ATTIVITA’ 132 2014 IRFMN Arzimanoglou A, Lagae L, Cross JH, Beghi E, Mifsud J, Bennett C, Schmidt D, Wait S, Harvey G. The administration of rescue medication to children with prolonged acute convulsive seizures in a non-hospital setting: an exploratory survey of healthcare professionals' perspectives. Eur J Pediatr 2014; 173: 773-779. Balottin U, Ferri M, Racca M, Rossi M, Rossi G, Beghi E, Chiappedi M, Termine C. Psychotherapy versus usual care in pediatric migraine and tension-type headache: a singleblind controlled pilot study. Ital J Pediatr. 2014 Jan 20;40:6. doi: 10.1186/1824-7288-40-6. Balducci C, Mancini S, Minniti S, La Vitola P, Zotti M, Sancini G, Mauri M, Cagnotto A, Colombo L, Fiordaliso F, Grigoli E, Salmona M, Snellman A, Haaparanta-Solin M, Forloni G, Masserini M, Re F Multifunctional liposomes reduce brain β-amyloid burden and ameliorate memory impairment in Alzheimer's disease mouse models. J Neurosci. 2014; 34:14022-31 Balosso S, Liu J, Bianchi ME, Vezzani A. Disulfide-containing high mobility group box-1 promotes N-methyl-D-aspartate receptor function and excitotoxicity by activating Toll-like receptor 4-dependent signaling in hippocampal neurons. Antioxid Redox Signal. 2014 Oct 20;21(12):1726-40 Barbato A, D'Avanzo B, D'Anza V, Montorfano E, Savio M, Corbascio G C. Involvement of users and relatives in mental health service evaluation. J Nerv Ment Dis 2014 202 : 479486 Barbato A, Bajoni A, Rapisarda F, D'Anza V, De Luca L F, Inglese C, Japichino S, Mauriello F, D'Avanzo B. Quality assessment of mental health care by people with severe mental disorders: a participatory research project Community Ment Health J 2014 50 : 402408 Batelli S, Invernizzi RW, Negro A, Calcagno E, Rodilossi S, Forloni G, Albani D. The Parkinson's Disease-Related Protein DJ-1 Protects Dopaminergic Neurons in vivo and Cultured Cells from Alpha-Synuclein and 6-Hydroxydopamine Toxicity. Neurodegener Dis. 2014 Dec 11. [Epub ahead of print] Baviera M, Cortesi L, Tettamanti M, Avanzini F, Marelli G, Marzona I, Nobili A, Riva E, Fortino I, Bortolotti A, Merlino L, Roncaglioni M C. Changes in prescribing patterns and clinical outcomes in elderly diabetic patients in 2000 and 2010: analysis of a large Italian population-based study. Eur J Clin Pharmacol 2014 ; 70 : 965-974. Baviera M, Santalucia P, Cortesi L, Marzona I, Tettamanti M, Avanzini F, Nobili A, Riva E, Caso V, Fortino I, Bortolotti A, Merlino L, Roncaglioni M C. 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Nei fibroblasti provenienti dai pazienti e coltivati in vitro vengono analizzati fattori potenzialmente coinvolti nella patogenesi della malattia. E’ in atto lo screening dei campioni FAD per i geni che codificano per presenilina 1 e 2 (PS-1 e PS-2) e APP, i tre geni identificati fino ad ora con mutazioni missenso associate ad AD. Due progetti inquesto ambito hanno il supporto della Fondazione Monzino Malattia di Alzheimer: studi preclinici L'accumulo di beta proteina (A) nel parenchima cerebrale e sulle pareti vascolari è il fenomeno patologico più precoce in AD, ad esso numerosi studi hanno attribuito un ruolo causale nello sviluppo della malattia. L'eliminazione di A è diventata quindi un obiettivo terapeutico fortemente perseguito attraverso molteplici approcci: gli interventi a livello degli enzimi di sintesi e di degradazione del peptide, quelli in grado di regolare l'espressione del precursore o il suo metabolismo ecc. Nel laboratorio da diversi anni si persegue l'idea di poter aggredire i depositi di A attraverso un intervento diretto di tipo anti-amiloidogenico sugli aggregati, capace di impedirne la formazione o di eliminarli una volta formati. Diverse sostanze sono state caratterizzate da questo punto di vista e sono ormai alle soglie di un’indagine clinica che ne valuti definitivamente l’efficacia curativa nell’uomo. Malattia di Alzheimer: studi traslazionali Nell’ambito del progetto europeo IMI-Pharmacog sono stati messi a punto dei protocolli di studio per la valutazione in risonanza magnetica per immagine (MRI) di diversi modelli transgenici di malattia di Alzheimer (AD). L’idea di base di PharmaCog è di ottimizzare gli studi traslazionali per facilitare lo sviluppo di approcci terapeutici prendendo in considerazione nei modelli sperimentali e nell’uomo gli stessi parametri, comportamentali, biochimici e di indagine strumentale. In questo contesto sono stati analizzati in maniera longitudinale topi trasgenici con la proteina precursore dell’amiloide (APP) umana con mutazione associata all’AD, topi con doppio trasgene APP e PS1 mutati e con triplo transgene APP, PS2 e Tau. E’ stata fatta un’indagine MRI di tipo strutturale e funzionale (fMRI) e di spettroscopia (MRS) a 4, 8, 12, 18 e 24 mesi di vita negli stessi animali, I parametri strumentali (ROI, T2, DTI) sono stati concordati con i partner che sviluppano analoghe analisi MRI nell’uomo. L’analisi nei topi monogenici è stata interrotta perchè il fenotipo non era più costante, nei doppi e tripli transgenici si è svolta invce come previsto. Il risultato più significativo è stata la riduzione progressiva con l’invecchiamento del volume striatale e dello spessore della corteccia enterinale. Anche l’ippocampo mostrava una riduzione del volume in entrambi i modelli rispetto ai controlli, tuttavia nei TASTPM la riduzione era congenita, compariva cioè fin dai primi mesi di vita, mentre nei tripli transgenici era progressiva. La riduzione del volume striatale e della corteccia enterinale è riminiscente di quanto accade nelle forme familiari di AD nell’uomo quindi potenzialmente traslazionali. Tuttavia nel corso del 2014 sono stati fatti dei trattamenti con farmaci anti-amiloide dal 9 al 12° mese di vita senza però alcune effetto sui parametri volumetrici. Nanoparticelle in modelli sperimentali di malattia d’Alzheimer RAPPORTO ATTIVITA’ 140 2014 IRFMN Uno dei problemi che rendono complesso l’approccio terapeutico nelle malattie del sistema nervoso centrale è il passaggio della barriera ematoencefalica da parte delle molecole potenzialmente attive. Negli ultimi anni molta enfasi è stata data alla possibilità che le nanoparticelle potessero costituire uno strumento utile a veicolare farmaci e sostanze attive all’interno del sisetma nervoso centrale. Grazie ad un consorzio europeo (NAD) coordinato dal Dipartimento di biochimica dell’Università Bicocca è stato possibile investigare questa possibilità utilizzando varii tipi di nanoparticelle i modelli sperimentali di malattia d’Alzheimer. In particolare in collaborazione con il Dipartimento di Biochimica del nostro Istituto sono stati messi a punto dei liposomi opportunamente funzionalizzati per il passaggio della barriera ematoencefalica con un frammento peptidico della proteina ApoE e con acido fosfatidico che in vitro aveva dimostrato attività anti-amiloidogenica. Topi transgenici singoli (APP) e doppi (APP/PS1) sono stati trattati con i liposomi opportunamente funzionalizzati, il protocollo prevedeva l’iniezione intravenosa a giorni alterni per tre settimane. Il trattamento si è diimostrato in grado di ridurre significativamente sia le dimensioni delle placche di amiloide cerebrali che il contenuto di oligomeri a questi effetti era associato un recupero della capacità cognitiva verifcata con test comportamentali. Il ruolo degli oligomeri nella patogenesi dell’Alzheimer Dati recenti hanno evidenziato il ruolo fondamentale svolto dagli oligomeri, ovvero piccoli aggregati solubili di A nella patogenesi dell’AD ed in particolare nel danno cognitivo associato alla patologia. In collaborazione con il Dipartimento di Biochimica abbiamo sviluppato alcuni modelli in vivo in cui analizzare la disfunzione neuronale indotta da peptidi sintetici A1-42 strutturati in forma monomerica oligomerica o fibrillare. La microiniezione intracerebroventricolare di queste diverse forme ha confermato che la disfunzione neuronale è indotta dalle forme oligomeriche mentre invece A monomerica o in forma fibrillare non ha effetto. Utilizzando questo modello relativamente semplice abbimo potuto dimostrare il coinvolgimento dell’infiammazione Sirtuine e neurodegenerazione Le sirtuine sono una famiglia di proteine altamente conservate con attività de-acetilasica. Nell’uomo le sirtuine sono codificate da 7 diversi geni e le proteine sono localizzate nel citosol, nel nucleo e nel mitocondrio della cellula. SIRT-1, la più conosciuta, è coinvolta nella fisiologia dell’invecchiamento e nel metabolismo energetico, la sua attivazione ha effetti benefici in modelli di Alzheimer (AD) e Parkinson. Nel nostro gruppo le sirtuine sono studiate da diversi punti di vista, genetico, cellulare e comportamentale. Gli studi genetici sono volti all’individuazione di alterazioni genetiche (polimorfismi) potenzialmente associabili alla AD in popolazioni italiane. A questo proposito è stato fatto uno screening di tutte e sette le sequenze con DHPLC evidenziando diversi polimorfismi che attualmente sono studiati in una popolazione più ampia (560 soggetti AD). Gli studi cellulari sono imperniati sul ruolo di SIRT1 e SIRT 2 nei meccanismi di morte cellulare e di stress ossidativi in modelli cellulari di AD. Poiché le sirtuine sono state coinvolte nel metabolismo energetico e l’esercizio fisico e quello mentale risultano ridurre il rischio di AD, noi stiamo valutando in modelli animali di AD se le sirtuine sono in grado di mediare gli effetti benefici che l’attività fisica e la stimolazione ambientale produce in questi animali Genetica dell’invecchiamento In collaborazione con il Laboratorio di Neuropsichiatria Geriatrica per lo studio Monzino 80+ con il dr. Maurizo Gallucci dell’associazione ARGel di Treviso per lo studio Trelong, e con la RAPPORTO ATTIVITA’ 141 2014 IRFMN Fondazione Golgi-Cenci per lo studio Invece.Ab abbiamo raccolto un numero importante di campioni ematici di soggetti anziani ultrasettantenni. In questi campioni si sta effettuando un’analisi genetica molto accurata per identificare possibili alterazioni geniche associabili alla longevità e/o a patologie legate all’invecchiamento con particolare riferimento alle demenze. L’obiettivo è di incrociare il genotipo/fenotipo con aspetti ambientali, lo stile di vita, la dieta, le condizioni socio economiche e le patologie più diffuse nell’età avanzata, alla ricerca di fattori di rischio e protettivi. Ad oggi i soggetti sono stati genotipizzati per ApoE, il cui allele E4 è un fattore di rischio per le demenze ma anche per altre patologie e per sirt-1, un gene che codifica per un componente della famiglia delle sirtuine associato alla longevità in diversi modelli sperimentali. Sono emerse indicazioni interessanti ma è necessario incrociare i dati ottenuti con i diversi parametri a disposizione per elaborare delle ipotesi utili per futuri approfondimenti. Malattie da prioni: studi in vivo Da qualche anno il laboratorio è dotato delle strutture necessarie per lo scrapie sperimentale, gli animali da esperimento, topi e criceti, sono inoculati con omogenato di tessuto cerebrale infetto. I criceti, dopo l’inoculo cerebrale, sviluppano la malattia entro 60-70 giorni e muoiono entro 90100 giorni. L’analisi istopatologica dell’encefalo di questi animali mette in evidenza i depositi di PrPsc, il danno neuronale, la gliosi e la caratteristica spongiosi a livello corticale e talamico. L’attività anti-amiloidogenica delle tetracicline è stata testata anche in questo contesto sperimentale. Dopo gli esperimenti ex.vivo in cui l’inoculo veniva trattato con tetracicline prima di essere inoculato, in collaborazione con il Laboratorio di Biochimica e Chimica delle Proteine sono stati trattati criceti inoculati con doxiciclina intramuscolo ottenendo degli effetti sulla sopravvivenza degli animali. Nello stesso modello sperimentale altre molecole sono attualmente allo studio per verificarne la capacità curativa. Morbo di Parkinson: studi genetici Il Morbo di Parkinson è la seconda più diffusa malattia neurodegenerativa, anche in questo caso la patogenesi è ancora ignota, tuttavia le terapie a disposizione, pur rimanendo in un contesto sintomatologico, sono diversamente articolate e con un buon livello di efficacia. La valutazione dell'influenza genetica è sempre stata tenuta ai margini degli studi sull'eziologia di PD che hanno tradizionalmente privilegiato la componente ambientale per la presenza di tossine la cui esposizione era in grado di indurre un quadro clinico simile a PD. Gli studi di genetica molecolare, svolti negli ultimi anni, hanno invece aperto una nuova prospettiva identificando mutazioni su numerosi geni a partire dalla α-sinucleina che sono associati alle forme familiari di PD Sempre in collaborazione con diversi centri neurologici, è stata attivata la raccolta di campioni di sangue provenienti da soggetti PD di origine sporadica o famigliare. Il nostro screening genetico coinvolge alfa-sinucleina, parkina, DJ-1 e altri fattori potenzialmente coinvolti in PD. Recentemente sono state tentate alcune associazioni fra alterazioni del gene che codifica per il trasportatore della serotonina e la presenza di depressione nei soggetti PD. In realtà è risultato significativa l’associazione non con la comparsa di fenomeni depressivi ma con lo sviluppo della stessa malattia che evidentemente ha una componente serotoninergica più rilevante di quanto appaia dagli studi neuropatologici. Morbo di Parkinson: studi in vitro e in vivo L’identificazione di mutazioni specifiche associate al morbo di Parkinson (PD) hanno fornito informazioni fondamentali per la comprensione della malattia e hanno permesso lo sviluppo di modelli cellulari per lo studio della sua patogenesi. In passato, nel laboratorio, è stato dimostrato il potenziale effetto tossico di -sinucleina utilizzando un peptide sintetico omologo al RAPPORTO ATTIVITA’ 142 2014 IRFMN frammento fibrillogenico 61-95 di -sinucleina (NAC). Successivamente, grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Biochimica dell’Università di Padova (dr. Negro) sono stati realizzati dei vettori contenenti cDNA codificanti le sequenze mutate e native di sinucleina. La transfezione di queste sequenze in cellule PC12 si è dimostrata, in particolari condizioni, dannosa per le cellule ospiti. In collaborazione con l’Università dell’Insubria si è ottenuto la sintesi di sinucleina in forma nativa e mutata, acconto agli studi in vitro esponendo cellule neuronali a concentrazioni micromolari della proteina, si è sviluppato un modello in vivo che replica quanto realizzato con oligomeri di amiloide. I piccoli aggregati di -sinucleina svengono iniettati nel ventricolo cerebrale e successivamente sono analizzati gli effetti sul comportamento cognitivo, con vari tipi di interazione farmacologica sono studiate le similitudini e le differenze dall’applicazioni di oligomeri di amiloide. Lesione spinale e rigenerazione L’unita di Trauma spinale acuto e rigenerazione ha come missione contrastare o sconfiggere terapeuticamente gli eventi degenerative successivi al trauma spinale acuto mediante un approccio che prevede l’utilizzo di sistemi nanoingegnerizzati per il rilascio controllato di farmaci e cellule. Recentemente grazie ad una collaborazione con il Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “Giulio Natta” del Politecnico di Milano sono state testate naparticelle polimeriche poli-ε-caprolactone and polyetilene glicol con lo scopo di veicolare farmaci in grado interferire con i processi di danno secondari al trauma al trauma spinale. Le nanoparticelle utilizzate hanno delle caratteristiche di particolare interesse perché sembrano interagire sellettivamente con le cellule microgliali e macrofagiche. Nel laboratorio sono state verifcate le condizioni ottimali in culture in vitro per salvaguardare gli aspetti tossicologici e successivamente le nanoparticelle sono state caricate con minociclina, una tetraciclina con particolari carattersitiche di modulazione dell’attività infiammatoria. Dopo le verifiche in vitro sulle quantità veicolabili, si è iniziato ad impiantare le nanoparticelle in vivo in un modello murino di trauma spinale. E’ stata confermata la selettività d’azione per le cellule microgliali e stanno emergendo ora i primi di un miglioramento del recupero funzionale negli animali trattati rispetto alla condizione di controllo. Laboratorio di Malattie Neurologiche Studi epidemiologici sulla sclerosi laterale amiotrofica (SLA) Vi sono inclusi studi su incidenza, fattori di rischio e mortalità della SLA. Le informazioni sono derivate da un registro lombardo di malattia istituito nel 1998 e comprendente tutti i pazienti con nuova diagnosi di SLA identificati sull’intero territorio regionale. Utilizzando simili protocolli di indagine, informazioni analoghe sono raccolte in tre altri registri regionali (piemontese, ligure e pugliese) ai quali il registro lombardo è associato. I dati provenienti dal registro lombardo e da pazienti esaminati nel contesto di collaborazioni con il Gruppo Italiano della SLA sono stati anche utilizzati per una verifica della validità e della riproducibilità dei criteri diagnostici della SLA e di alcune scale funzionali. Sulla base dei dati acquisiti, l’incidenza annua della SLA è risultata sovrapponibile a quanto documentato in altri paesi occidentali in cui sono stati attivati registri di malattia, attestandosi intorno ai valori più elevati della letteratura (2 casi per 100.000). Invece, del tutto nuovi sono risultati i dati prodotti sulla sopravvivenza a lungo termine della SLA. L’osservazione a lungo termine di una coorte di 483 pazienti afferenti al registro lombardo, la sopravvivenza a 1, 5 e 10 anni è risultata del 76, 23 e 12% rispettivamente. Inoltre, nei soggetti maschi sopra i 75 anni, la sopravvivenza è risultata pari a quella della popolazione generale. La validazione dei criteri diagnostici per la SLA RAPPORTO ATTIVITA’ 143 2014 IRFMN attualmente in uso (classificazione di El Escorial) ha permesso di affermare che tali criteri sono validi e riproducibili solo dopo opportuno addestramento degli esaminatori. Il Laboratorio di Malattie Neurologiche ha istituito nell’ottobre 2004 un gruppo collaborativo europeo sui registri della SLA (EURALS) al quale partecipano i titolari di registri regionali e nazionali della malattia ed altri ricercatori impegnati nello studio della SLA, per la creazione di un database comune, completato nel corso dell’anno 2005. Con la collaborazione di gruppi Inglesi ed Irlandesi (titolari di registri di popolazione), nel corso del 2009 sono stati pubblicati i risultati di una analisi dell’incidenza della SLA nel biennio 1998-99 utilizzando i dati di pazienti inseriti nei registri di popolazione. Con il coordinamento del Laboratorio di Malattie Neurologiche sono stati conclusi: 1. Uno studio caso-controllo su eventi traumatici e rischio di SLA (condotto con la collaborazione dei registri italiani); 2. Uno studio sulla prevalenza del deterioramento cognitivo e di segni extrapiramidali nelle SLA di nuova diagnosi (registri italiani); 3. Uno studio sulla correlazione tra SLA e consumo di caffè; 4. Uno studio comparativo del genotipo e fenotipo della SLA ad esordio precoce e ad esordio tardivo. 5. Uno studio caso-controllo su attività sportive ed esercizio fisico, traumi e rischio di SLA (condotto con i partner del gruppo EURALS); 6. Uno studio sulla sopravvivenza a lungo termine della SLA. Sono ancora in corso le seguenti indagini: 1. Studio della coorte 1998-2002 del registro lombardo con conseguente verifica della correttezza diagnostica nel follow-up; 2. Studio del deterioramento cognitivo e dei segni extrapiramidali in pazienti con SLA e in una popolazione di controllo; 3. Studio osservazionale europeo volto ad identificare fattori di rischio ambientali e genetici in diverse popolazioni europee; 4. Indagine dei regimi alimentari nei pazienti con SLA e in controlli sani per verificare gli effetti dell’alimentazione sul rischio di malattia; 5. Una revisione sistematica della letteratura (con meta-analisi) per lo studio della correlazione tra etnia e fenotipo, incidenza e prognosi della SLA. Trial terapeutici nelle malattie neurologiche Nel corso nel 2010 sono stati continuati sei trial terapeutici finanziati dall’Agenzia Italiana per il Farmaco (AIFA) ed un trial terapeutico finanziato dal Ministero della Salute. Si tratta rispettivamente di: 1. Un trial randomizzato a bracci paralleli in doppio cieco contro placebo per la verifica dell’efficacia e della tollerabilità della L-acetilcarnitina nella SLA; 2. Un trial randomizzato di confronto in aperto per la verifica dell’efficacia comparata dell’Eritropoietina e del Metilprednisolone nel trattamento acuto della mielopatia traumatica; 3. Un trial randomizzato a bracci paralleli in doppio cieco contro placebo per la verifica dell’efficacia e della tollerabilità del valproato nella cefalea da abuso di farmaci; 4. Un trial randomizzato sulla efficacia di un programma riabilitativo integrato per la prevenzione delle cadute nella malattia di Parkinson. 5. Un trial randomizzato in aperto sull’efficacia di un monitoraggio attivo degli eventi avversi dei farmaci antiepilettici e delle interazioni farmacologiche in pazienti trattati con altri farmaci. 6. Un trial randomizzato in aperto sull’efficacia di un programma di educazione a distanza destinato a medici che operano in case di riposo e volto a verificare, rispetto alla “usual care”, una riduzione del numero di trattamenti inappropriati. 7) Un trial randomizzato a bracci paralleli in doppio cieco per la verifica dell’efficacia e tollerabilità delle immunoglobuline endovena vs. metilprednisolone endovena nel trattamento della CIDP. La prima sperimentazione mira a reperire un trattamento potenzialmente efficace in una patologia che per il momento dispone di un solo farmaco (il Riluzolo) in grado di modificarne, seppure lievemente, la mortalità. L’L-acetilcarnitina ha dimostrato di migliorare la sopravvivenza in modelli animali di malattia del motoneurone. La seconda sperimentazione intende verificare l’efficacia dell’eritropoietina, un farmaco in grado di attenuare gli effetti dello shock spinale di origine traumatica ed accelerare il recupero neurologico nell’animale da esperimento. Il farmaco di confronto (metil-prednisolone ad alte dosi) è stato selezionato perché correntemente usato nella pratica clinica. La terza sperimentazione ha lo scopo di verificare se una profilassi con valproato (un farmaco correntemente utilizzato per la profilassi dell’emicrania) è in grado di abbattere la sintomatologia propria della cefalea da abuso di farmaci, una forma comune di RAPPORTO ATTIVITA’ 144 2014 IRFMN cefalea cronica idiopatica talora gravemente invalidante. La quarta sperimentazione vuole verificare se un programma integrato di riabilitazione rispetto alle terapie fisiche tradizionali in pazienti con malattia di Parkinson a rischio di cadute comporta una riduzione della frequenza delle cadute. La quinta sperimentazione intende verificare il valore aggiunto di un monitoraggio attivo mediante contatti prolungati col paziente di eventi avversi ed interazioni farmacologiche rispetto alla gestione abituale di questi fenomeni nel contesto della “usual care”. La sesta sperimentazione intende dimostrare il valore aggiunto dell’educazione a distanza per il miglioramento della pratica clinica. La settima sperimentazione mira a comparare l’efficacia e tollerabilità delle immunoglobuline endovena vs. i corticosteroidi in pazienti con polineuropatia cronica recidivante seguito per in un periodo di 6 mesi. Nella prima sperimentazione il laboratorio di malattie neurologiche è coordinatore dello studio; nelle altre il laboratorio è una delle unità operative con compiti di partecipazione alla stesura del protocollo, di allestimento del modulo di raccolta dati, di stesura e realizzazione del piano di analisi statistica, e di partecipazione alla stesura del rapporto scientifico finale. Conoscenze e attitudini della popolazione nei confronti dell’epilessia Tre studi sono stati condotti sul territorio nazionale per la valutazione delle conoscenze e delle attitudini della popolazione nei confronti dell’epilessia. Il primo studio è stato svolto intervistando telefonicamente un campione di 819 donne e 737 uomini in età adulta per verificare alcune conoscenze elementari su frequenza, cause e caratteristiche della malattia e il loro atteggiamento nei confronti dei soggetti affetti. Le risposte ottenute sono state confrontate con quelle di una analoga indagine eseguita 25 anni prima. L’indagine ha rivelato una conoscenza soddisfacente della malattia, fatti salvi alcuni aspetti, ed un miglioramento complessivo delle nozioni acquisite e degli atteggiamenti nei confronti delle persone affette rispetto al passato. Ciononostante, circa la metà degli intervistati riteneva ancora che l’epilessia fosse una malattia psichiatrica ed una percentuale consistente riteneva che la malattia dovesse imporre importanti limitazioni nella vita quotidiana. Le risposte variavano in base ad età, sesso e grado di istruzione. Una analoga intervista è stata rivolta ad un campione di 600 insegnanti delle scuole elementari e medie. Come nell’indagine precedente, gli intervistati hanno dimostrato di possedere una discreta conoscenza di base dell’epilessia ma molti di loro hanno difficoltà a gestire correttamente una crisi epilettica. Le risposte fornite sono variate sulla base dell’età, dell’esperienza professionale e della sede dei soggetti intervistati. Una terza indagine è stata effettuata intervistando un campione di 582 insegnanti della scuola elementare. Gli intervistati hanno dimostrato in generale una buona conoscenza della malattia. La correttezza delle risposte è risultata correlata all’età, alla residenza e agli anni di attività. Le attitudini nei confronti della malattia sono risultate positive fatta eccezione per la guida e la pratica degli sport. Tuttavia, la malattia è stata giudicata dai più fonte di disabilità e di disagio sociale. La gestione del bambino con crisi è risultata in larga misura insoddisfacente. Una campagna informativa sull’epilessia condotta a beneficio di un sottogruppo di insegnanti (317) seguita da una nuova intervista ha permesso di migliorare le conoscenze ma non le attitudini negative nei confronti dell’epilessia. Barriere nei confronti della chrurgia dell’ epilessia La chirurgia dell’epilessia è una valida opzione terapeutica nei pazienti che non rispondono ai trattamenti farmacologici disponibili. Le conoscenze riguardanti la chirurgia dell’epilessia e la disponibilità a candidare pazienti all’intervento sono state testate in una indagine conoscitiva effettuata somministrando un questionario a neurologi ed epilettologi italiani e successivamente ai pazienti (adulti ed adolescenti) e ai loro familiari. Il campione della prima indagine riguardante i soli medici era rappresentato da 183 neurologi e neuropsichiatri infantili. Le risposte ottenute sono state confrontate a quelle fornire da un gruppo di esperti. Lo studio ha mostrato una marcata eterogeneità nelle risposte fornite, due terzi delle quali sono risultate sfavorevoli all’intervento. Al contrario, gli esperti hanno in larga parte concordato sull’opzione RAPPORTO ATTIVITA’ 145 2014 IRFMN chirurgica. Le sole variabili risultate correlate ad una opinione sfavorevole erano il basso numero di candidati chirurgici nelle rispettive casistiche e la sede di acquisizione della specialità. La seconda indagine è stata svolta intervistando 228 pazienti maggiorenni afferenti ad ambulatori neurologici lombardi. Le risposte ottenute hanno evidenziato come i pazienti, anche coloro che, per caratteristiche cliniche, sarebbero candidabili alla chirurgia, siano poco informati in merito e pertanto poco propensi ad accettare il trattamento. L’opinione cambia qualora si forniscano loro informazioni dettagliate sui rischi e i benefici della chirurgia. Prevalenza e incidenza dell’epilessia in Nord Italia E’ in corso uno studio volto a calcolare la prevalenza e l’incidenza dell’epilessia in un’area ben definita della Lombardia usando i dati amministrativi della Regione relativi al periodo 20002008. I casi sono stati individuati utilizzando i codici ICD-9 per l’epilessia e le crisi epilettiche., il codice di esenzione per l’epilessia, la prescrizione di almeno un elettroencefalogramma (EEG) e di farmaci antiepilettici in monoterapia o in varie combinazioni. La validità di questi criteri diagnostici è stata verificata esaminando indipendentemente un campione di soggetti residenti attraverso i rispettivi medici di famiglia. Il miglior algoritmo per l’individuazione dei casi di epilessia è consistito nella combinazione EEG/farmaci antiepilettici selezionati (sensibilità 85,9%; specificità 99,8%; valore predittivo positivo 64,2%; valore predittivo negativo 99,9%). Sulla base dei suddetti parametri sono state prodotte dai dati amministrativi stime aggiustate di prevalenza e di incidenza, rispettivamente di 4,42 per 1.000 e di 47,05 per 100.000/anno. Questi dati sono sovrapponibili a quelli di indagini epidemiologiche accurate effettuate in paesi industrializzati. Successivamente, con la collaborazione dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta, di neurologi e neuropsichiatri infantili dell’area di studio, abbiamo calcolato la prevalenza e l’incidenza dell’epilessia attiva (pazienti con almeno una crisi nei 5 anni precedenti e ancora in trattamento) e dell’epilessia farmacoresistente (fallimento di almeno due farmaci antiepilettici assunti in maniera appropriata, in monoterapia o in combinazione, per documentata inefficacia). La prevalenza e l’incidenza dell’epilessia attiva erano rispettivamente 4,67 per 1,000 e 28,46 per 100.000/anno. Le epilessie farmacoresistenti rappresentavano il 15,6% delle epilessie attive ed il 10% delle epilessie di nuova diagnosi. Il tasso di prevalenza dell’epilessia farmacoresistente era 0,7 per 1.000 mentre il tasso di incidenza corrispondeva a 3,0 per 100.000/anno. Linee-guida per la terapia dell’epilessia La Lega Italiana contro l’Epilessia ha prodotto una linea-guida “evidence-based” per aiutare gli specialisti a decidere se, quando e in chi sospendere la terapia dopo prolungata remissione delle crisi. 6 neurologi e 2 neuropsichiatri infantili hanno contribuito alla revisione della letteratura, vagliando i risultati degli studi sulla base della qualità dei disegni, ed hanno emesso le seguenti raccomandazioni: (1) I farmaci possono essere sospesi dopo un periodo minimo di 2 anni di assenza di crisi; (2) Nei bambini può avvenire anche dopo periodi inferiori; (3) La presenza di anormalità nell’EEG all’atto della sospensione, una documenta eziologia delle crisi, la presenza di crisi parziali, un’età più avanzata all’esordio aumentano il rischio di ricorrenza alla sospensione; tuttavia, questi pazienti non dovrebbero essere scoraggiati a sospendere il trattamento a meno che due o più di questi fattori siano presenti; (4) Sesso, familiarità per epilessia, storia di crisi febbrili, durata e gravità di malattia non dovrebbero influenzare la decisione di sospendere il trattamento; (5) Il processo decisionale deve tenere conto della classificazione sindromica; (6) La sospensione dovrebbe essere lenta (almeno 6 mesi) e comunque individualizzata; (7) Il paziente dovrebbe essere seguito per non meno di 2 anni dopo la sospensione. Come regola generale, la decisione di interrompere il trattamento va discussa e condivisa col paziente considerando gli effetti personali e sociali della ricaduta e gli effetti indesiderati di un trattamento cronico. RAPPORTO ATTIVITA’ 146 2014 IRFMN Laboratorio di Morte Neuronale e Neuroprotezione AD e mutazioni del gene APP Il gene dell’APP è stato il primo ad essere stato trovato mutato in una forma ereditaria di AD. Nel 2009, il gruppo del Prof. Tagliavini ha identificato, in una famiglia italiana, una nuova mutazione del gene APP, che causa la malattia solo se espressa in omozigosi. La mutazione consiste nella sostituzione di un’alanina con una valina in posizione 673 dell’APP (A673V), corrispondente alla posizione 2 del peptide A. Studi in vitro hanno mostrato che la mutazione A673V (A2V) promuove il processamento dell’APP verso la via amiloidogenica aumentando produzione di A. Inoltre, l’analisi biochimica di peptidi sintetici di -amiloide 1-40 con la mutazione A2V hanno evidenziato una cinetica di aggregazione più veloce rispetto a quelli WT. Al contrario, la co-incubazione equimolare delle due specie, che mima la condizione di eterozigosi, porta ad un blocco dell’oligomerizzazione. Queste osservazioni hanno importanti implicazioni per lo sviluppo di un nuovo potenziale trattamento, per le forme sporadiche e familiari di AD, basato su peptidi di A modificati. A tale scopo sono stato sintetizzati dei corti peptidi cellula-permeabili, costituiti dai primi sei amminoacidi dell’Aβ mutata, in grado di mimare in vitro l’effetto anti-aggregante dell’A con la mutazione A2V sull’A WT. I residui amminoacidici sono stati coniugati con la sequenza TAT del virus HIV in modo da permetterne il passaggio attraverso le membrane cellulari. Abbiamo testato il peptide D-TAT 1-6 A2V sia in vitro che in vivo. Il peptide non ha mostrato alcuna tossicità negli esperimenti in vitro, inoltre se somministrato in combinazione con l’A WT è protettivo previene le alterazioni a livello della PSD e la riduzione del numero di spine dendritiche, di fatto bloccando la sinaptotossicità indotta dall’A WT. Abbiamo osservato un effetto neuroprotettivo anche in uno studio preliminare in vivo su un modello murino di AD. I risultati finora ottenuti mostrano come il peptide D-TAT 16 A2V rappresenti un innovativo approccio terapeutico per bloccare la progresione della patologia già in una fase precoce. Studio del ruolo di JNK nella sindrome di Rett La sindrome di Rett è una malattia neurologica infantile che colpisce circa 1 su 10000 bambine. Nella maggior parte dei casi la patologia è causata da mutazioni eterozigoti su MECP2, gene legato al cromosoma X e che codifica per la proteina methyl-CpG binding protein 2 che svolge un ruolo nella regolazione trascrizionale. La proteina Mecp2 sembra sia in grado di regolare la maturazione attività-dipendente delle sinapsi e il loro mantenimento. Studi recenti in un modello murino di Rett hanno definito MeCP2 come un mediatore cruciale per lo scaling up sinaptico, rafforzando la probabilità che alcuni difetti neurologici, osservati in questa patologia, siano dovuti alla distruzione dell’omeostasi della plasticità sinaptica. La sindrome di RTT può essere definita come una sinaptopatia. In seguito all’analisi della morfologia dei dendriti è stata osservata una riduzione regione-specifica nel numero e nella lunghezza sia dei dendriti sia delle spine dendritiche. La nostra attività di ricerca è volta a caratterizzare da un punto di vista molecolare gli eventi precoci della degenerazione delle spine dendritiche, attraverso lo studio delle alterazioni biochimiche nella composizione della densità postsinaptica (PSD) al fine di approfondire i meccanismi molecolari alla base della sinaptopatia nella sindrome di Rett, utilizzando modelli murini di questa patologia: 1) Mecp2+/-, che dovrebbe essere rappresentativo del mosaicismo osservato nelle bimbe affette; 2) Mecp2 Knockout, in cui la totale assenza della proteina permette di studiarne il coinvolgimento nella sinaptopatia. Inoltre, nel nostro studio ci focalizzeremo sul ruolo della chinasi JNK, proteina chiave nella disfunzione delle sinapsi eccitatorie, in quanto, da studi di biologia computazionale, abbiamo osservato che essa risulta interagire con una certa rilevanza con MECP2. Infine, sarà importante testare il peptide cellula- RAPPORTO ATTIVITA’ 147 2014 IRFMN permeabile D-JNKI1, con un trattamento in acuto e in cronico, al fine di valutarne l’effetto in vivo e nello stesso tempo comprendere, in maniera più approfondita, gli eventi patologici che conducono alla sinaptopatologia. Ruolo di JNK nella mobilizzazione delle vescicole presinaptiche e nel rilascio di glutammato dal terminale assonico Sebbene un cospicuo numero di lavori suggerisca il coinvolgimento della chinasi JNK in fenomeni neurodegenerativi, come ad esempio la perdita di spine dendritiche associata alle prime fasi di AD, la sua funzione a livello presinaptico è tuttora sconosciuta. A questo scopo è stata innanzitutto confermata la presenza di JNK nel terminale assonico e studiata la sua capacità di modulare il rilascio di neurotrasmettitore. Infatti, è noto in letteratura che numerose altre chinasi sono in grado di fosforilare le proteine del macchinario presinaptico e provocare un incremento della fusione delle vescicole nella zona attiva. È stato dimostrato che la stimolazione degli autorecettori glutammatergici NMDA provoca un significativo aumento nell’attivazione di JNK presinaptica, e che il rilascio di glutammato a seguito della stimolazione viene significativamente ridotto somministrando un inibitore specifico di JNK (D-JNKI1). Attraverso uno screening delle sequenze amminoacidiche abbiamo scoperto che le proteine SNARE, elementi costitutivi del complesso di docking e fusione delle vescicole sinaptiche con la membrana plasmatica, contengono possibili siti d’interazione con JNK (domini JBD). Tra queste proteine, abbiamo dimostrato che syntaxin-1 e 2, una t-SNARE espressa nel lato interno della membrana citoplasmatica, interagisce in maniera preferenziale con JNK nel processo di rilascio del neurotrasmettitore. Si procederà quindi con la valutazione della capacità di JNK di fosforilare syntaxin-1-2; l’individuazione del dominio di fosforilazione aprirà quindi la strada per il design di nuove molecole in grado di spiazzare l’interazione e modulare il rilascio di glutammato. L’eccessivo rilascio di glutammato è associato a molti processi neurodegenerativi come l’ischemia, l’epilessia, la malattia di Alzheimer e i disordini psichiatrici; pertanto lo sviluppo di composti in grado di bloccare questo fenomeno è un campo di ricerca carico di interessanti potenzialità terapeutiche. Effetto neuroprotettivo di nuovi peptidi cellula permeabili inibitori di MKK7 in modelli di ischemia cerebrale L’attivazione della MAP chinasi JNK è coinvolta nei fenomeni eccitotossici e infiammatori legati alle prime fasi di ischemia cerebrale. In precedenti lavori del laboratorio è stato dimostrato che delle due chinasi a monte di JNK, MKK7 e MKK4, soltanto MKK7 risulta attivata a seguito di ischemia. È stato quindi ipotizzato che MKK7 fosse responsabile dell’attivazione di JNK in condizioni patologiche mentre MKK4 avesse una funzione di mantenimento fisiologico. Si è scelto perciò di individuare come bersaglio per lo sviluppo di un nuovo composto terapeutico proprio l’interazione JNK-MKK7, in modo da non interferire con l’attivazione fisiologica di JNK e ridurre il rischio di effetti avversi. Studi di modellistica molecolare hanno permesso di sintetizzare un inibitore selettivo di MKK7 sfruttando la tecnologia dei Cell-Permeable Peptides, nella quale una sequenza peptidica d’interesse viene legata al peptide TAT, che ne permette l’ingresso all’interno della cellula. L’inibitore è stato disegnato sul dominio di legame di Gadd45β, una proteina modulata da NFkB, in grado di bloccare selettivamente l’attività catalitica di MKK7, senza legarsi a MKK4. Sono stati sintetizzati due peptidi: GADD45β(69-86), che contiene solo la regione di legame a MKK7, e GADD45β(60-86), che contiene sia la regione di legame a MKK7 che la regione essenziale per la sua inattivazione. È stato dimostrato in vitro che i due peptidi non hanno effetti tossici sui neuroni, e che la somministrazione ha un significativo effetto neuroprotettivo in due modelli in vitro di ischemia (trattamento con NMDA e Oxygen-Glucose Deprivation). L’effetto neuroprotettivo è specifico unicamente su MKK7, mentre non si è riscontrato nessun RAPPORTO ATTIVITA’ 148 2014 IRFMN decremento dell’attivazione di MKK4. I promettenti risultati in vitro sono stati poi riprodotti in due modelli d’ischemia cerebrale in vivo ed è stato dimostrato che la somministrazione dei peptidi a diverse tempistiche pre e post-lesione provoca una riduzione significativa del volume ischemico. Analizzando il signalling in vivo è stato osservato che anche in questo casi i peptidi provocano una riduzione dell’attivazione di MKK7 senza interferire con MKK4 e in particolare è stato osservato che, a 3h come a 6h dall’ischemia, l’effetto inibitorio si traduce in una riduzione dell’attivazione di JNK, responsabile dell’azione neuroprotettiva dei peptidi. La malattia di Alzheimer e la neurodegenerazione oculare Dati recenti evidenziano come la malattia di Alzheimer, già nei suoi stadi molto precoci, determini neurodegenerazione oculare: la tomografia ottica computerizzata (OCT), esame strumentale non invasivo, mostra nei pazienti malati un assottigliamento dello strato delle fibre nervose retiniche (RNFL), formatosi direttamente dal nervo ottico e quindi particolarmente sensibile a stati patologici e neurodegenerazione. Tale evidenza è stata osservata anche nel modello murino utilizzato nel nostro laboratorio per la patologia di Alzheimer (topi CRND8): dati preliminari mostrano la presenza in omogenato totale di occhio di proteine tossiche quali APP, P-APP e P-TAU e un processamento dell’APP verso la via amiloidogenica con accumulo di A1-42. L’accumulo di tali proteine tossiche è tipico dell’AD a livello cerebrale. Nell’uomo l’OCT è un potente strumento diagnostico rapido e non invasivo: può permettere una diagnosi precoce della malattia di Alzheimer, in quanto l’assottigliamento dell’RNFL è già presente nei primi stadi della patologia. Il nostro interesse è l’indagare, tramite tecniche biochimiche e morfologiche, quale zona oculare sia interessata dalla presenza delle proteine tossiche determinanti la patologia, oltreché testare peptidi cellula-permeabili sul modello murino di patologia AD, al fine di scoprire i meccanismi molecolari alla base della neurodegenerazione oculare e di inibire i processi patologici nell’occhio. Meccanismi molecolari nelle sinaptopatie La disfunzione delle sinapsi eccitatorie è il primo evento di tossicità che caratterizza diverse patologie neurodegenerative, tra cui la malattia di Alzheimer. Nei pazienti Alzheimer si osserva una diminuzione del numero di spine dendritiche che correla con i deficit cognitivi. Forme solubili e oligomeriche di Aβ sono responsabili della sinaptopatia e interferiscono con la trasmissione glutammatergica, riducendo i livelli dei recettori del glutammato nel compartimento postsinaptico e favorendo il collasso delle spine dendritiche. Abbiamo generato un nuovo modello in vitro per studiare la degenerazione sinaptica ed identificare potenziali molecole con una azione protettiva. Proteggere le sinapsi dalla degenerazione rappresenta una nuova strategia per lo sviluppo di terapie efficienti per il trattamento della malattia di Alzheimer, ad oggi incurabile. In questo modello abbiamo studiato le vie di trasduzione del segnale attivate dallo stimolo tossico e dimostrato che l’esposizione agli oligomeri di beta amiloide attiva fortemente la chinasi JNK a livello sinaptico. Per confermare l’ipotesi del coinvolgimento dell’enzima JNK nella perdita dei contatti sinaptici indotta dal trattamento con gli oligomeri, i neuroni sono stati pretrattati con D-JNKI1, inibitore potente e selettivo di JNK. D-JNKI1 ha protetto i neuroni dagli eventi di disfunzione sinaptica, prevenendo la perdita di spine dendritiche e la riduzione di recettori dalla densità postsinaptica. Pertanto D-JNKI1 risulta una molecola promettente per il trattamento della malattia di Alzheimer. Abbiamo quindi esplorato i meccanismi con cui JNK esplica la sua funzione di tossicità a livello sinaptico e dimostrato che agisce su due target postsinaptici: caspasi-3 e PSD-95. JNK promuove l’attivazione di caspasi-3 nel compartimento postsinaptico, la quale regola l’internalizzazione dei recettori AMPA dalla membrana postsinaptica. Inoltre JNK interagisce con PSD-95 a livello postsinaptico e fosforila tale proteina a livello della Ser320 o Thr321. La fosforilazione di PSD95 in questi residui provoca la rimozione della proteina dal compartimento sinaptico. Essendo PSD-95 una proteina impalcatura che mantiene l’organizzazione della spina dendritica reclutando i recettori del glutammato, la sua rimozione dalla PSD provoca l’internalizzazione RAPPORTO ATTIVITA’ 149 2014 IRFMN dei recettori e la perdita delle spine dendritiche. Per confermare questa ipotesi abbiamo sintetizzato un inibitore cellula-permeabile, disegnato sulla porzione di PSD-95 coinvolta nell’interazione con JNK (309-REPRRIVI-316 nel dominio PDZ) e dimostrato che questo peptide, inibendo il legame JNK e PSD-95, è in grado di stabilizzare la proteina PSD-95 sulla membrana postsinaptica sia in condizioni di controllo sia in condizioni patologiche, prevenendo la degenerazione delle spine indotta dagli oligomeri di Ab. I risultati ottenuti pongono le basi per lo sviluppo di nuove molecole in grado di prevenire la disfunzione sinaptica. Laboratorio di Neurobiologia Molecolare Studio dei meccanismi che regolano la patogenesi e il decorso della Sclerosi Laterale Amiotrofica Analisi comparativa di due modelli murini di SLA familiare con differenze fenotipiche di malattia per l'identificazione di marcatori prognostici e di bersagli terapeutici. Continua lo studio comparativo tra i due ceppi di topi portatori dello stesso numero di copie del transgene per la SOD1 umana con mutazione G93A, che mostrano un diverso esordio ma soprattutto una diversa durata di malattia. Recentmente abbiamo dimostrato un malfunzionamento dei meccanismi di degradazione proteica quale fattore importante alla base del rapido peggioramento della malattia (Marino et al. Neurobiology of Aging, 36, 492e504). Di notevole interesse è il fatto che a fronte di una perdita dei motoneuroni simile tra i due modelli di SLA, quelli con la patologia più severa mostrano un livello di denervazione del muscolo molto maggiore indicando un ruolo importante del sistema nervoso periferico nella progressioen di questa malattia. Inoltre l'analisi di risonanza magnetica dei due modelli di SLA ed in particolare l'analisi DTI, ha messo in evidenza che una disfunzione assonale nel midollo spinale all'esordio dei sintomi può essere predittiva di una forma più severa di malattia (manoscritto sottomesso e in revisione alla rivista PloSone). A seguito di queste osservazioni stiamo ora cercando di capire quali siano i meccanismi molecolari responsabili della differente disfunzione assonale tra i due modelli murini di SLA al fine di rallentare il decorso della patologia. In collaborazione con il Dr. Malaspina del Queen Mary, University of London stiamo esaminando vari tessuti isolati dai due modelli di SLA con un sistema di analisi proteomica molto sensibile e innovativa al fine di identificare dei segnali molecolari nel sangue che possano essere indicatori della prognosi di malattia oltre che potenziali targets terapeutici. (Progetto finanziato da MNDA U.K. e EUROMOTOR FP7 program) Ruolo della neuroinfiammazione e neuroimmunità nella patogenesi e nel decorso della SLA Dai nostri studi e da quelli di altri gruppi stanno emergendo numerose evidenze che pongono il coinvolgimento del sistema immunitario nella SLA non più come evento secondario alla progressiva degenerazione motoneuronale ma come fenomeno causale nella patogenesi e soprattutto come meccanismo regolatorio del decorso più o meno rapido della malattia. Il nostro interesse a questo riguardo è mirato allo studio dei seguenti meccanismi: Studi in vitro e in vivo su ruolo del pathway TNFalpha nella patogenesi della SLA I risultati di questo studio attualmente in revisione nella rivista J. Neurochemistry dimostrano che i recettori TNFR2 ma non i TNFR1 mediano la risposta tossica del TNFalpha sui motoneuroni. Tuttavia, l'effetto neuroprotettivo prodotto dalla mancanza o dall'inibizione dei reccettori TNFR2 non risulta in un miglioramento del decorso della malattia. Questo è probabilmente dovuto al fatto che nei topi SOD1G93A privi, del recettore TNFR2, permane una disfunzione assonale importante come dimostrato da un accumulo di TDP43 fosforilata e una RAPPORTO ATTIVITA’ 150 2014 IRFMN riduzione di tubulina acetilata nei nervi sciatici. Inoltre, la mancanza di TNFR2 potrebbe inibire l'attivazione dei linfociti T regolatori che svolgono un azione protettiva a livello sia neuronale che muscolare. Quindi, se l'inibizione di TNFR2 da una parte può svolgere un' azione protettiva sul motoneurone, dall'altra impedisce a cellule protettive del sistema immunitario di agire. Questo studio quindi sottolinea l' importanza di considerare non più solo la protezione dei motoneuroni ma anche interventi mirati ad altri distretti coinvolti nella malattia come i nervi, i muscoli e il sistema immunitario per un efficace azione terapeutica. I nostri studi si stanno indirizzando in questo senso grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Immunologia della della Fondazione Humanitas per la Ricerca di Milano Ruolo patogenico e possibile utilizzo clinico dell'asse CCL2/CCR2 nella regolazione delle risposte immunitarie nella SLA. Questo progetto di ricerca traslazionale si propone di capire il ruolo della chemochina CCL2, nella patogenesi e nella progressione dela malattia in modelli animali e nei pazienti con Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA). Il progetto si basa sull'ipotesi che un aumento precoce dell' espressione di CCL2/MCP-1 osservato nel midollo spinale dei topi e presumibilmente dei pazienti SLA, possa attrarre monociti e linfociti dal sangue in grado di esercitare un potenziale effetto protettivo sui motoneuroni danneggiati. I risultati ottenuti sinora dimostrano che l'aumento molto precoce e progressivo dell'espressione di CCL2 nel midollo spinale dei topi SOD1G93A si accompagna all'attivazione della microglia ma non al reclutamento di monociti o linfociti allo stado inziale della malattia. Non è chiaro ancora se questo meccanismo sia responsabile della marcata infiltrazione dei linfociti T CD8 e in parte CD4 che si osserva in fase sintomatica. Stiamo ora sfruttando l'asse CCL2/CCR2 per poter favorire il reclutamento delle cellule protettive Treg nel midollo spinale dei topi SOD1G93A e valutare l' impatto sulla progressione della malattia, fornendo le basi scientifiche per un potenziale intervento terapeutico. Questo progetto supportato dall'agenzia per la ricerca sulla SLA (ARISLA) si basa sulla collaborazione tra il nostro gruppo, il dipartimento di Immunologia della Fondazione Humanitas per la Ricerca di Milano e la Fondazione Salvatore Maugeri IRCCS, Istituto Scientifico di Milano. Ruolo del complesso di Maggiore Istocompatibilità di tipo 1 (MHC-I) nella SLA Dai nostri studi recenti è emerso per la prima volta che nei motoneuroni dei topi SOD1G93A viene indotto, fin dall'esordio dei sintomi, un aumento significativo dell'espressione del complesso di Maggiore Istocomaptibilità di tipo 1 (MHC-I) e della beta 2 microglobulina(b2m), un meccanismo tipico dell'immunità adattativa che favorisce la presentazione di antigeni sulla membrana per il riconoscimento da parte dei linfociti T citotossici, CD8. In particolare abbiamo osservato che la molecola MHCI e la b2m aumentano considerevolmente nei nervi e nelle placche neuromuscolari dei topi con un più lento decorso della malattia facendo ipotizzare una possibile azione protettiva di questo sistema. Al fine di capire il ruolo che questo complesso svolge nei meccanismi patogenetici cosi come sulla progressione della malattia abbiamo incrociato i topi SOD1G93A con topi privi di b2m e quindi della risposta immunitaria adattativa. Gli esperimenti sono tutt'ora in corso. Questo progetto supportato dalla Fondazione Thierry Latran per la ricerca sulla SLA, francese, è fatto in collaborazione con il Dipartimento di Neuroscienze del Karolinska Institute di Stoccolma. Studi mirati all’identificazione di biomarkers per la diagnosi e la progressione della malattia In collaborazione con il laboratorio di Proteomica Traslazionale del dipartimento di Biochimica stiamo continuando lo studio di identificazione di biomarcatori della SLA. In particolare, stiamo RAPPORTO ATTIVITA’ 151 2014 IRFMN cercando di validare in campioni di liquor di pazienti SLA in confronto a quelli affetti da altre patologie, la specificità delle alterazioni precedentemente osservate nelle cellule periferiche del sangue. I campioni di liquor provengono dal dipartimento di Neurologia della seconda Università di Napoli. Laboratorio di Neurochimica e Comportamento Ruolo della serotonina cerebrale nell’azione degli psicostimolanti: studi nel topo ko per il gene triptofano idrossilasi-2 La serotonina (5-HT) influenza molte funzioni cerebrali e contribuisce al meccanismo d’azione di diverse sostanze psicoattive, tra cui gli psicostimolanti i cui effetti motori e rinforzanti dipendono prevalentemente dall’attività dei sistemi dopaminergici meso-limbico e mesostriatale. È noto che i neuroni serotoninergici cerebrali influenzano gli effetti degli psicostimolanti, ma il contributo esatto della 5-HT resta da chiarire. Una decina di anni fa è stato individuato il gene triptopfano idrossilasi2 (Tph2) che codifica per il principale enzima responsabile della trasformazione del triptofano in 5-idrossitriptofano (5-HTP), una tappa essenziale nella biosintesi della serotonina cerebrale. La generazione di topi ko per questo gene, quindi privi di 5-HT cerebrale, ha consentito di riesaminare il ruolo della 5-HT nell’effetto psicostimolante dell’anfetamina. L’attività dell’anfetamina sulla motilità è fortemente aumentata nei topi Tph2 ko e la somministrazione di 5-HTP esogeno ripristina una normale risposta motoria all’anfetamina. La mancanza di serotonina non modifica il normale sviluppo dei neuroni serotoninergici o la disponibilità sinaptica di dopamina in risposta all’anfetamina. I risultati indicano un ruolo significativo della 5-HT cerebrale nella suscettibilità individuale agli effetti dell’anfetamina Modelli sperimentali di sindrome di Rett: ruolo del glutammato e del metabolismo cerebrale del colesterolo La sindrome di Rett (RTT) è una grave patologia classificata nello spettro autistico che colpisce prevalentemente le bambine durante lo sviluppo neonatale. La RTT è causata da mutazioni del gene methyl-CpG-binding protein2 (Mecp2) un regolatore della trascrizione genica localizzato sul cromosoma X. Attualmente non esistono terapie in grado di modificare il decorso della malattia e non si conoscono i meccanismi attraverso cui le mutazioni di Mecp2 determinano i sintomi della patologia. Negli ultimi due anni abbiamo acquisito presso i nostri stabulari i topi portatori della troncazione del gene Mecp2 e abbiamo avviato l’allevamento di una colonia di topi Mecp2 ko allo scopo di identificare alterazioni biologiche comuni ai due modelli sperimentali che possano essere testate come potenziali bersagli terapeutici. I topi Mecp2-308 e Mecp2 ko mostrano deficit motori che si aggravano nel tempo. Abbiamo riscontrato che i deficit motori sono associati ad alterazioni del contenuto cerebrale di glutammato, glutammina, taurina e GABA nel modello portatore della troncazione genica (Mecp2-308-/-) e sono in corso studi per verificare se tali alterazioni siano presenti anche nel topo Mecp2 ko. Inoltre, sono in corso studi sperimentali in collaborazione con l’Università di Siena per valutare il ruolo del metabolismo del colesterolo nella patogenesi della RTT e il potenziale terapeutico delle statine. Sviluppo di terapie farmacologiche dei deficit cognitivi della schizofrenia: studi sperimentali sul ruolo delle amine in traccia (TAAR1) e dei recettori serotoninergici di tipo 5-HT7 nel ratto I deficit cognitivi riscontrabili in diverse patologie psichiatriche e neurologiche possono essere altamente invalidanti come ad esempio nella schizofrenia. Lo sviluppo di terapie RAPPORTO ATTIVITA’ 152 2014 IRFMN farmacologiche che contrastino i deficit cognitivi della schizofrenia è pertanto di primaria importanza. È stato messo a punto n modello sperimentale di deficit cognitivo della schizofrenia basato sul deficit di attenzione indotto da antagonisti del recettore glutammatergico di tipo N-metil-Daspartico (NMDA) nel compito di identificazione degli stimoli visivi nei roditori noto come 5choice serial reaction time task. Il modello ha consentito di mettere in luce il ruolo della trasmissione glutammatergica nella corteccia frontale e nei circuiti cortico-striatali nell’attenzione e di identificare alcune molecole attive sulla neurotrasmissione in grado di contrastare i deficit. Nell’ultimo anno, abbiamo valutato l’effetto di agonisti selettivi dei recettori serotoninergici 5-HT7 e del recettore associato alle amine in traccia TAAR1 in quanto dati precedenti indicavano che questi recettori interagiscono con i meccanismi glutammatergici cerebrali. I risultati ottenuti mostrano che la stimolazione del recettore TAAR1 con un agonista selettivo, riduce il deficit di attenzione indotto dalla somministrazione di un antagonista del recettore NMDA. Sebbene al momento gli studi sui recettori 5-HT7 siano ancora in corso, i risultati indicano che la loro stimolazione è in grado di contrastare il deficit di attenzione. Ruolo di glutammato, glutammina, taurina e GABA e del metabolismo anaerobico cerebrale negli effetti neuroprotettivi dell’argon in un modello di arresto cardiaco e rianimazione nel ratto (in collaborazione col Dip. Cardiovascolare di I.R.F. “M. Negri”) Ogni anno in Europa centinaia di migliaia di persone sono vittime di arresto cardiaco. Tra coloro che sono rianimati con successo, la qualità della vita dipende dal recupero del deficit neurologico, conseguente al danno ischemico. Pertanto, sono necessari nuovi approcci terapeutici in grado di preservare il cervello e di limitare il danno da ischemia. Effetti neuroprotettivi sono dimostrati per xenon e elio che purtroppo hanno anche effetti negativi sull’emodinamica oltre ad essere piuttosto rari e costosi, mentre argon non sembra avere effetti sull’emodinamica ed è maggiormente disponibile ed economico. In collaborazione con i colleghi del Dipartimento Cardiovascolare del nostro istituto, abbiamo studiato gli effetti dell’argon in un modello sperimentale di arresto cardiaco e rianimazione nel ratto su alcuni amminoacidi e sul metabolismo energetico (rapporto lattato/piruvato) nell’ippocampo dorsale di ratto, un’area cerebrale particolarmente sensibile agli insulti ischemici. Marcatissimi aumenti dei livelli extracellulari di taurina e GABA ippocampali si registravano durante la fase di arresto e rianimazione e i livelli di glutammato e di glutammina subivano una modesta riduzione. Tali alterazioni non erano modificate dalla ventilazione forzata con argon (70% in aria) che invece risulta attiva nel ridurre il rapporto lattato/piruvato, indice di metabolismo anaerobico che, come atteso, era fortemente aumentato in seguito all’arresto cardiaco. Tali risultati, sebbene preliminari suggeriscono che argon possa avere un effetto neuroprotettivo limitando le alterazioni del metabolismo anaerobico. Laboratorio di Neurologia Sperimentale Ruolo della neuroinfiammazione nella epilessia Negli ultimi 15 anni il nostro laboratorio ha condotto studi pionieristici sul ruolo patogenico della neuroinfiammazione nell'epilessia, ed e' percio' considerato un gruppo di riferimento per lo studio del ruolo delle citochine pro-infiammatorie nella generazione delle crisi epilettiche e nella neuropatologia ad esse associata (Vezzani et al, Nature Neurol Rev, 2011). Utilizzando modelli sperimentali di epilessia indotta nel topo e nel ratto, abbiamo dimostrato che eventi patologici che promuovono lo sviluppo dell'epilessia inducono processi (neuro)infiammatori nel cervello. Tali processi comprendono la sintesi e il rilascio di interleuchina (IL)-1beta, e altre proteine con proprietà pro-infiammatorie come High Mobility Group Box 1 (HMGB1), dalle cellule della glia e dai neuroni. Abbiamo scoperto che queste molecole contribuiscono alla RAPPORTO ATTIVITA’ 153 2014 IRFMN generazione delle crisi epilettiche riducendo la soglia convulsiva nelle aree epilettogene, quindi aumentando la probabilita' di insorgenza e ricorrenza delle crisi (Vezzani et al, J Neurosci, 1999; Maroso et al, Nature Med, 2010; Maroso et al, Neurotherapeutics, 2011). Stiamo attualmente studiando le proprieta' anti-convulsive di alcuni farmaci anti-infiammatori in modelli sperimentali di epilessia allo scopo di individuare nuove terapie che possano avere efficacia clinica, in particolare nelle forme farmacoresistenti. Inoltre stiamo studiando se specifici farmaci anti-infiammatori possono interferire con lo sviluppo o con la progressione della malattia quando somministrati dopo un evento patologico epilettogeno, o dopo la diagnosi di epilessia. Infine, i nostri studi avvalendosi di approcci genetici e farmacologici, si concentrano sulla identificazione dei segnali intracellulari attivati da IL-1beta e HMGB1 che possano essere responsabili degli effetti patologici di queste molecole, con particolare attenzione alle loro proprieta' pro-convulsive, di esacerbazione del danno neuronale, e del loro ruolo nelle co-morbidita' della epilessia. Ruolo dei recettori Toll-like nell’epilessia e nei deficit neurologici La famiglia dei recettori Toll-like (TLR) ha un ruolo chiave nell’attivazione dei processi di immunita' innata ed infiammatori in risposta sia ad un agente infettivo che ad un danno tissutale. In quest' ultimo caso, si definisce il fenomeno "infiammazione sterile", cioe' provocata da molecole endogene chiamate "segnali di pericolo" che attivano i TLR in assenza di agenti infettivi. Abbiamo recentemente dimostrato che i recettori TLR4 quando stimolati da HMGB1 contribuiscono alla genesi e ricorrenza delle crisi epilettiche (Maroso et al, Nature Med, 2010). I nostri studi sono rivolti attualmente al ruolo nell'epilessia dell'attivazione dei TLR3 che mediano gli effetti infiammatori delle infezioni virali (un fattore di rischio per lo sviluppo di epilessia particolarmente in eta' pediatrica), e che sono anche attivati da ligandi endogeni non ancora bene indentificati. Per esempio, il materiale genetico che si libera dalle cellule danneggiate puo' attivare i TLR3. Stiamo effettuando studi sia in vivo che in vitro per identificare i meccanismi cellulari che mediano gli effetti dell'attivazione dei TLR3 nei neuroni e negli astrociti, e l'impatto che questa attivazione cellula-specifica ha sulla soglia convulsiva e i processi cognitivi. Caratterizzazione e validazione di biomarcatori nell'epilessia Lo sviluppo di nuove terapie anti-epilettogeniche richiede la identificazione di biomarcatori non invasivi del processo di epilettogenesi che possano identificare la popolazione dei pazienti esposti ad un elevato rischio di sviluppare la malattia dopo un evento patologico, o di determinare la progressione della stessa malattia al momento della diagnosi. Clinicamente rilevante e' anche la identificazione di biomarcatori che possano predire la risposta terapeutica ad un nuovo farmaco. I nostri studi si incentrano sulla identificazione e validazione in modelli sperimentali di epilessia di biomarcalori molecolari che siano misurabili nel sangue, o con tecniche di imaging come la risonanza magnetica nucleare e spettroscopica. Questo progetto si sviluppa in particolare nell'ambito della Unita' di Fisiopatologia della comunicazione glioneuronale. Controllo epigenetico della neuroinfiammazione in epilessia: il ruolo dei microRNA I microRNA (miRNA) sono sequenze di RNA non codificante a singolo filamento di 20-22 nucleotidi, coinvolti nella regolazione post-trascrizionale delle proteine, tra cui i mediatori dell’infiammazione. La funzione principale dei miRNA è quella ridurre i livelli dei mRNA bersaglio, promuovendone la degradazione oppure il sequestro in specifici compartimenti subcellulari. Essi quindi rappresentano un punto nodale di controllo dei livelli di varie proteine cellulari. I nostri studi si incentrano su specifici miRNA deputati al controllo del processo neuroinfiammatorio in epilessia. Particolare interesse e' rivolto ai miRNA anti-infiammatori che RAPPORTO ATTIVITA’ 154 2014 IRFMN sono identificati nel focus epilettico umano, disponibile alla resezione chirurgica, e nei modelli sperimentali. Il nostro scopo e' implementare i loro livelli nel cervello con approcci farmacologici al fine di controllare efficacemente il processo neuroinfiammatorio patologico, e quindi ottenere un effetto terapeutico antiepilettico. Ruolo delle molecole risolutive del processo infiammatorio nella patologia epilettica L’attivazione dei processi immunitari ed infiammatori nel cervello in risposta ad un evento patologico intrinseco (trauma, danno ischemico, attivita’ convulsiva, etc) o ad un agente patogeno durante una infezione, ha lo scopo primario di attivare meccanismi omeostatici in specifiche popolazioni cellulari per promuovere la riparazione del tessuto. Questo processo coinvolge il rilascio di mediatori solubili dell’infiammazione da cellule immunocompetenti, quali le cellule gliali o i leucociti. Questi mediatori agiscono da molecole proinfiammatorie riconoscendo recettori specifici sulle cellule bersaglio (glia, neuroni, endotelio della barriera ematoencefalica). La rapida risoluzione del processo infiammatorio e’ un aspetto cruciale per evitare danni tissutali provocati dal processo infiammatorio, ed e’ regolata da molecole endogene, come ad esempio i mediatori lipidici Lipoxine, Resolvine, la Chemerina e mediatori proteici come l’ Annexina-1. Queste molecole, interagendo con specifici recettori transmembrana espressi dalle cellule bersaglio attivano segnali intracellulari che determinano la rapida risoluzione del processo infiammatorio. Se tale processo risolutivo non e’ efficiente, l’infiammazione nel tessuto diventa cronica provocando disfunzione e danno cellulare. La nostra ipotesi è che la risposta infiammatoria cerebrale indotta da un danno epilettogeno (condizione che promuove lo sviluppo di epilessia) non sia controllata in maniera adeguata dalle molecole endogene atte a risolvere il fenomeno infiammatorio. Questo deficit omeostatico promuoverebbe l’instaurarsi di uno stato infiammatorio aberrante, importante fattore implicato nella patogenesi delle crisi epilettiche. Utilizzando modelli sperimentali di epilessia, analizzeremo il ruolo svolto da specifiche molecole anti-infiammatorie endogene nel controllo della risposta infiammatoria associata alla generazione delle crisi epilettiche. Ca2+ imaging in colture neuronali e gliali Questo progetto di ricerca si occupa di studiare l’attivita’ neuromodulatria e di attivazione astrocitaria di molecole pro-infiammatorie misurando come evento molecolare l’influsso di Ca2+ nei neuroni. A tale scopo, vengono effettuati esperimenti di time-lapse Ca2+ imaging utilizzando il microscopio confocale in colture cellulari di topi wild-type o di topi geneticamente modificati in specifici pathways inflammatory. Laboratorio di Neuropsichiatria Geriatrica Studio di popolazione sulla prevalenza delle demenze nei grandi anziani In parallelo al progressivo aumento degli individui di 80 e più anni all’interno della popolazione anziana (65+), il numero dei malati di demenza nella fascia di età 80+ rappresenta una frazione in continua crescita sul totale degli affetti. L’esclusione dagli studi, come quasi sempre avviene, dei soggetti nelle classi di età più avanzate tende inevitabilmente a sottostimare il numero complessivo di affetti da demenza presenti nella popolazione. Per ovviare a questa lacuna è stato dunque avviato uno studio di popolazione (door-to-door) sulla prevalenza, l’incidenza, i fattori di rischio e la storia naturale delle demenze e dei deficit cognitivi associati all’invecchiamento in una popolazione di anziani con età maggiore di 80 anni residente in otto comuni in provincia di Varese. L’indagine è stata successivamente estesa a tutti i centenari RAPPORTO ATTIVITA’ 155 2014 IRFMN residenti nella provincia di Varese. Lo studio beneficia di un grant della Fondazione Monzino. Salute e Anemia nella popolazione anziana In collaborazione con la ASL di Biella e con la divisione di Ematologia, Università di Pavia e Fondazione IRCCS Policlinico S. Matteo, Pavia, abbiamo condotto uno studio di popolazione sull’anemia negli anziani di 65 o più anni di età residenti a Biella (circa 9000 persone) per stimare la prevalenza e l’ncidenza dell’anemia (lieve, moderata e grave) e studiare se bassi livelli di emoglobina associati ad alterazioni di alcuni parametri ematici (volume corpuscolare medio, conta leucocitaria e/o piastrinica) fossero in grado di predirre o fossero associati a una sindrome mielodisplastica. La prevalenza di insufficienza renale cronica aumenta considerevolmente all’aumentare dell’età ma le evidenze sul suo significato clinico nei grandi anziani sono assai scarse. Abbiamo studiato l’associazione che intercorre tra la mortalità per tutte le cause e una ridotta velocità di filtrazione glomerulare usando cinque diverse formule [Cockcroft-Gault (C-G), Modification of Diet in Renal Disease (MDRD), MAYO Clinic quadratic equation, Chronic Kidney Disease Epidemiology Collaboration (CKD-EPI), Berlin Initiative Study-1 (BIS-1)] in 700 soggetti di età uguale o maggiore a 85 anni che avevano partecipato nel 2008 allo studio “Salute e Anemia”. Successivamente abbiamo studiato in questa popolazione di grandi anziani l’associazione trasversale tra una ridotta funzionalità renale (utilizzando la velocità di filtrazione glomerualre stimata con la formula MDRD) e la performance cognitiva valutata con diversi tests neuropsicologici. Studio longitudinale in pazienti affetti da MCI In collaborazione con il Servizio di Geriatria degli Ospedali Regionali di Mendrisio e Lugano (Svizzera), prosegue il follow-up dei pazienti giunti consecutivamente all'osservazione in questi ultimi anni presso la Memory Clinic degli Ospedali al fine di stimare il tasso di conversione a demenza di tutti i soggetti con diagnosi di Mild Cognitive Impairment o Questionable Dementia (CDR 0.5) alla visita basale e di valutare i fattori di rischio associati alla conversione (Canton Ticino Study). Il Progetto Centenari a Trieste (CaT): Studio delle caratteristiche cognitive, biologiche e sociali della popolazione dei centenari di Trieste e costruzione di un data-base I centenari che accettano di partecipare allo studio vengono intervistati sugli stili di vita passati e attuali e valutati per la presenza di disabilità, sintomi depressivi e, in particolare, sintomi di deterioramento cognitivo. La storia medica e i farmaci saranno forniti dai medici di medicina generale e dall’interrogazione di banche dati amministrativi della ASL locale. Sarà inoltre studiato il sonno, l’attività fisica e la variabilità della frequenza cardiaca. Infine, agli individui consenzienti saranno prelevati pochi millilitri di sangue venoso per eseguire determinazioni genetiche e proteomiche. A European Multicentre Double-Blind Placebo Controlled trial of Nilvadipine in Mild to Moderate Alzheimer’s disease (NILVAD Project European Union FP7 Program) In collaborazione con il Trinity College e il St. James’s Hospital di Dublino (Irlanda) e insieme ad altri 10 centri di 8 paesi europei che prendono parte al NILVAD Project. Il NILVAD è uno studio clinico di fase III, in doppio cieco, parallelo, randomizzato, con controllo placebo. Obiettivi dello studio sono quelli di studiare l’efficacia e la sicurezza della nilvadipina (8 mg una volta al giorno) come trattamento “disease-modifying” nella RAPPORTO ATTIVITA’ 156 2014 IRFMN malattia di Alzheimer di grado da lieve a moderato La misura d’outcome principale sarà il cambiamento delle funzioni cognitive (valutate con la scala ADAS-Cog-12) intervenuto dopo 78 settimane (1,5 anni) di trattamento. Saranno reclutati un totale di 500 soggetti di età superiore ai 50 anni affetti da AD (diagnosi secondo i criteri NINCDS-ADRDA) di grado da lieve a moderato: 250 nel gruppo trattato con nilvadipina e 250 nel gruppo trattato con placebo. La durata totale dello studio sarà di 82 settimane e i pazienti riceveranno il trattamento in studio per 78 settimane. Analisi di dati sanitari estratti da database amministrativi In seguito alla creazione dei database amministrativi, volti a tenere traccia delle spese in campo medico rimborsate dal Servizio Sanitario Nazionale, si è aperta l’opportunità di effettuare ricerche sulla condizione di salute degli assistiti. Collaboriamo attivamente ad analizzare dati relativi ai soggetti anziani e ai pazienti con demenza contribuendo agli obiettivi di programmazione sanitaria. Insonnia Fatale Familiare (FFI): trattamento preventivo con doxiciclina di soggetti a rischio Dipartimento di Neuroscienze, in collaborazione con terzo Dipartimento di Medicina Interna, Medicine Operative, Unità Oderzo − ASL 9 Treviso e con Fondazione IRCCS Istituto Neurologico "Carlo Besta". L’obiettivo di questo studio è di valutare se la somministrazione in cronico di doxiciclina ad una dose di 100 mg/die previene (o ritarda) l’insorgenza dell’insonnia familiare fatale in soggetti appartenenti ad una famiglia che presenta una specifica della proteina prionica. La sopravvivenza dei soggetti trattati sarà valutata dopo 11 anni (10 anni di osservazione + 1 corrispondente al tempo di esposizione minima al farmaco). Valutazione di profili di rischio in soggetti ambulatoriali e ospedalizzati In collaborazione con il Servizio di Geriatria Ospedali Regionali di Mendrisio e Lugano (Svizzera) i soggetti ospedalizzati o ambulatoriali vengono valutati sotto il profilo neuropsicologico, funzionale e del movimento al fine di valutare l'impatto di questi fattori sulla salute e la progressione della malattia (Canton Ticino Study). Qualità dell’assistenza ai soggetti oncologici terminali Nel 2000 era stato avviato, in collaborazione con l’hospice “via di Natale Franco Gallini” di Aviano (PN), un progetto di ricerca che ha come obiettivo quello di studiare alcune variabili cliniche e sociodemografiche associate a una maggiore consapevolezza della propria malattia e della sua gravità da parte del malato oncologico in stadio avanzato al momento dell’ingresso in hospice, dal 2001 al 2011. Successivamente abbiamo studiato la frequenza delle prescrizioni dei farmaci antidolorifici ai pazienti terminali oncologici, in particolare gli analgesici e gli oppiacei, e indagato i trend prescrittivi negli anni 2001-2011. Laboratorio di Infiammazione e Malattie del Sistema Nervoso Ruolo del sistema del complemento nell’ictus e nel trauma cranico I nostri studi hanno mostrato che il sistema del complemento rappresenta un nuovo e potente bersaglio di strategie terapeutiche efficaci dopo un danno cerebrale acuto. Infatti abbiamo dimostrato che mannose-binding lectin (MBL), una delle molecole che attiva il complemento attraverso la via lectinica, è una proteina profondamente coinvolta nell’esacerbazione del danno dopo ischemia o trauma cranico. Nei modelli sperimentali di ischemia, abbiamo dimostrato che l’inibizione farmacologica di questa proteina provoca una riduzione dei deficit neurologici e del RAPPORTO ATTIVITA’ 157 2014 IRFMN danno anatomico con una finestra terapeutica d’intervento sorprendentemente ampia (fino a 1824h). Gli studi in corso dimostrano che MBL si deposita sulle cellule endoteliali dei microvasi ischemici dove esercita il suo effetto tossico. Lo scopo è quello di chiarire i meccanismi patogenetici innescati da MBL sull’endotelio con particolare attenzione alla relazione tra la via lectinica e il potenziale potere pro-coagulante dell’endotelio ischemico. La deposizione di MBL è stata dimostrata anche dopo trauma cranico, sia in tessuti cerebrali murini che umani. Gli studi sono ora volti a valutare se l’inibizione farmacologica di MBL possa rappresentare una nuova strategia terapeutica anche nel trauma cranico. Abbiamo recentemente dimostrato che l’attivazione della via lectinica riflette la gravità del danno cerebrale in pazienti colpiti da emorragia subaracnoidea, un sottotipo di ictus causato dalla rottura di un aneurisma. Più in generale gli studi in corso hanno lo scopo di valutare l’attivazione della via lectinica in pazienti colpiti da diversi tipi di ictus in relazione alla gravità, alla progressione del danno e al verificarsi di complicanze secondarie e di identificare le variazioni genetiche che contribuiscono alle differenze interindividuali. Relazione tra morfologia-fenotipo-funzione nella microglia dopo danno cerebrale Tra le popolazione cellulari residenti nel cervello, la microglia gioca un ruolo determinante nella risposta infiammatoria successiva al danno cerebrale acuto. La microglia si comporta come un marcatore della comparsa e della progressione della patologia contribuendo al danno neurologico finale indotto dalla lesione acuta. Queste cellule si attivano velocemente in risposta al danno modificando drasticamente la loro morfologia ed il loro fenotipo. Questa risposta è associata al richiamo dei macrofagi dal circolo ematico che si infiltrano nel tessuto cerebrale danneggiato. La microglia attivata ed i macrofagi infiltrati (M/M) alterano la funzionalità delle cellule neuronali attraverso la produzione ed il rilascio di sostanze neurotossiche come le citochine infiammatorie, le proteasi, le specie reattive dell’ossigeno e dell’azoto ed attraverso l’interazione con altri sistemi infiammatori come il sistema del complemento. Dall’altra parte, queste cellule possiedono anche delle proprietà protettive che contribuiscono alla neurogenesi ed al riparo del danno, un effetto che noi abbiamo documentato precedentemente. Questi differenti stati di attivazione sono caratterizzati dalla espressione di markers fenotipici specifici, la cui espressione dipende dalla evoluzione temporale della lesione cerebrale. L’obiettivo degli studi in corso è quello di ottenere informazioni sugli aspetti ancora inesplorati dei cambiamenti fenotipici della microglia indotti dal danno cerebrale acuto. In particolare stiamo studiando la comparsa di marcatori specifici dei fenotipi di M/M, la loro localizzazione e l’eventuale coespressione nelle stesse sottopopolazioni cellulari o con alcuni fattori del sistema del complemento, in relazione all’evoluzione temporale della lesione. Una conoscenza più approfondita delle caratteristiche di M/M consentirebbe di manipolare la risposta infiammatorio per favorire la protezione ed il riparo del danno. Imaging in vivo e in tempo reale del cervello di topo mediante microscopia a due fotoni Gli eventi biologici avvengono in uno spazio fisico, secondo una precisa scala temporale e coinvolgono oggetti solidi, quali vasi sanguigni e cellule, che formano complesse reti di interazione. Informazioni associate alla motilità, alle dinamiche nel tempo e all’integrità tissutale (la presenza simultanea di tutti i tipi cellulari coinvolti in un evento biologico) non sono ottenibili con le metodiche istologiche, molecolari e biochimiche convenzionali. La microscopia in vivo a due fotoni, con cui si ottengono immagini tridimensionali ad alta risoluzione nel tempo, ha permesso di superare questi limiti, offrendo una nuova visuale sui meccanismi fisiopatologici, in particolare nel contesto della neurobiologia. Nel laboratorio abbiamo sviluppato protocolli di microscopia a due fotoni per visualizzare e quantificare le RAPPORTO ATTIVITA’ 158 2014 IRFMN dinamiche cerebrali prima e dopo ischemia. Con questa tecnica possiamo misurare le variazioni vascolari indotte dall’ischemia, tra cui la riduzione di flusso sanguigno, il danno endoteliale e i cambiamenti nell’architettura vascolare. Questi parametri sono utili per studiare gli effetti di manipolazioni protettive. Possiamo anche visualizzare le cellule immunitarie che si attivano nel territorio ischemico e misurarne il comportamento dinamico. E’ disponibile in laboratorio un modello murino con microglia fluorescente per consentirne la visualizzazione. I parametri che misuriamo sono la motilità, la velocità di estensione/ritrazione delle ramificazioni e i cambiamenti morfologici. Questi parametri sono associati alle funzioni microgliali, la cui conoscenza è importante per definire nuove strategie di manipolazione dell’immunità cerebrale con prospettive terapeutiche. Studio dei meccanismi implicati nella protezione osservata dopo trapianto di cellule staminali Abbiamo dimostrato che le cellule stromali mesenchimali (MSC) proteggono il cervello traumatizzato attraverso la secrezione di molecole/fattori solubili (secretoma) che interagiscono con le cellule cerebrali stimolando eventi riparativi e rigenerativi. Questi dati indicano come l’identificazione dei fattori presenti nel secretoma prodotto dalle MSC e responsabili della protezione osservata possa aprire importanti possibilità terapeutiche basate sulla definizione di un cocktail sintetico contenente gli effettori protettivi ma privo della componente cellulare. La definizione delle modalità di comunicazione tra MSC infuse e cellule del microambiente cerebrale e l’identificazione degli effettori protettivi sono oggetto della nostra ricerca. Definizione degli aspetti preclinici necessari per la formulazione di un protocollo di successo trasferibile alla clinica Abbiamo dimostrato l’efficacia delle MSC a fronte di una discordanza immunologica (cellule umane infuse nel topo traumatizzato). Tali dati indicano la possibilità di utilizzo di cellule allogeniche, cioè prelevate da un donatore diverso dal paziente, permettendo così un trattamento in tempi brevi dall’insulto cerebrale. Le MSC possiedono caratteristiche comuni che le rendono classificabili come stromali, ma differiscono per proprietà intrinseche dovute alla nicchia di staminalità da cui vengono prelevate, proprietà che potrebbero renderle più o meno adatte per i diversi utilizzi clinici. Obiettivo della nostra ricerca è indagare le proprietà di MSC isolate da diverse sorgenti (quali midollo osseo, cordone ombelicale, membrana amniotica, villi coriali, tessuto adiposo). Sia l’ictus che il trauma cranico riconoscono un picco di incidenza nella popolazione anziana. Verificare l’efficacia dei nostri approcci terapeutici negli animali anziani con danno cerebrale acuto e’ obiettivo della nostra ricerca. Laboratorio di Neurobiologia dei Prioni Ruolo delle alterazioni del traffico intracellulare nella disfunzione sinaptica nelle malattie da prioni di origine genetica E’ stato proposto che lo stress nel reticolo endoplasmatico (ER) sia una delle cause della disfunzione sinaptica nelle malattie da prioni di tipo infettivo. In particolare è stato visto che l’infezione da prioni attiva la via PERK/eIF2 che a sua volta riduce la sintesi di proteine importanti per la neurotrasmissione. Abbiamo valutato se questo meccanismo fosse implicato anche nelle malattie da prioni di origine genetica. Le nostre analisi condotte in modelli transgenici murini di queste malattie non supportano un ruolo di questo meccanismo; indicano invece che la causa primaria della disfunzione sinaptica nelle malattie da prioni genetiche è l’accumulo della proteina prionica (PrP) mutata all’interno della via secretoria neuronale, cioè RAPPORTO ATTIVITA’ 159 2014 IRFMN in quel compartimento dove transitano le proteine destinate a essere secrete all’esterno della cellula o posizionate sulla membrana cellulare. La PrP mutata accumulandosi nei neuroni altera il trasporto e il corretto posizionamento sulla membrana sinaptica di proteine importanti per la neurotrasmissione, quali canali ionici e recettori, portendo così a deficit della neurotrasmissione. Relazione tra la proteina prionica e funzione dei canali del calcio voltaggio dipendenti In un precedente lavoro (Senatore et al., Neuron 2012) avevamo scoperto che la disfunzione sinaptica in un modello di malattia da prioni di origine genetica era dovuta a un’interazione aberrante tra la PrP mutata e i canali del calcio voltaggio-dipendenti (VGCC). La scoperta di un’interazione fisica tra PrP e VGCC ci ha portato ad ipotizzare che la PrP avesse un ruolo fisiologico nel regolare la sintesi, il traffico cellulare e/o la funzione di questi canali. Abbiamo scoperto che la co-espressione di PrP e VGCC in sitemi cellulari inibisce l’attività dei canali del calcio poiché altera l’efficienza della sintesi dell’ancora glicosil-fosfatidil-inositolica (GPI) che lega la subunità 2 del canale alla membrana cellulare. Questo studio ha messo in luce un nuovo meccanismo di controllo dell’espressione delle proteine di membrana che possiedono un’ancora GPI. Relazione tra gangliosidi e misfolding delle proteina prionica Abbiamo scoperto che un glicolipide della membrana cellulare, il ganglioside GM1, interagisce con la PrP favorendone la conversione nella forma patologica. Questo suggerisce che il GM1 possa giocare un ruolo patogenetico nelle malattie da prioni. Laboratorio di Psicofarmacologia Sperimentale Basi neuronali del consumo di sostanze psicoattive d’abuso Nel tentativo di isolare gli effetti biochimici molecolari coinvolti nell’assunzione volontaria di sostanze psicotrope d’abuso e nei conseguenti fenomeni di dipendenza, astinenza, craving e relapse, si sta studiando la capacità della cocaina di indurre cambiamenti acuti e/o di lunga durata nell’espressione di geni di risposta rapida quali l’Activity-Regulated Cytoskeletalassociated protein (Arc) o di fattori di crescita quali il Brain Derived Neurotrophic Factor (BDNF) in ratti che si autosomministrano la sostanza d’abuso rispetto a ratti che la ricevono passivamente (yoked control-operant paradigm). I risultati ottenuti dimostrano che una singola esposizione alla cocaina aumenta selettivamente l’espressione dell’mRNA che codifica per Arc, una proteina che ha un importante ruolo nella memoria a lungo termine nella corteccia mediale prefrontale (mPFC) dei ratti che se la autosomministravano, ma non in quelli che la ricevevano passivamente. Questo studio ha per la prima volta dimostrato che la mPFC viene profondamente influenzata nella sua struttura da una singola, volontaria esposizione alla cocaina. Stiamo ora valutando gli effetti prodotti dall’autosomministrazione e dalla esposizione passiva cronica alla cocaina e ad altre sostanze d’abuso quali l’alcool e la nicotina durante le fasi di astinenza a breve e lungo termine e nella fase di ricaduta. L'effetto della cocaina sull’espressione del BDNF nel nucleo accumbens (NAc) e nella mPFC del ratto da laboratorio dopo autosomministrazione o esposizione passiva alla cocaina è invece un fenomeno dinamico, che dipende dall’area cerebrale, dalla presenza dello psicostimolante e dal tempo di astinenza considerato. Nel NAc i livelli di BDNF aumentano immediatamente dopo l’ultima sessione di auto-somministrazione, maggiormente nei ratti passivi che in quelli attivi, ma non a tempi di astinenza più lunghi. Nella mPFC l’espressione del BDNF è aumentata 24 ore dopo l’ultima sessione di auto-somministrazione indipendentemente da come la cocaina RAPPORTO ATTIVITA’ 160 2014 IRFMN sia stata assunta (volontariamente o passivamente). Non si sono osservati cambiamenti nelle due aree cerebrali 7 giorni dopo l’ultima esposizione allo psicostimolante. Un aumento della αCaMKII nel nucleo accumbens shell è stato proposto come una componente fondamentale nella motivazione ad assumere cocaina e nella ricaduta nei suoi consumi dovuta al “priming”. Considerato che anche l’astinenza è un fattore che aumenta il desiderio di assumere cocaina, abbiamo ipotizzato che la αCaMKII fosse aumentata durante questo periodo. I nostri risultati dimostrano che l’astinenza dalla cocaina assunta volontariamente, ma non passivamente, aumenta durante i primi periodi dell’astinenza l’autofosforilazione di αCaMKII, ma non la sua espressione, in modo dinamico, tempo e regione cerebrale dipendente, nel nucleus accumbens e nella corteccia mediale prefrontale (mPFC), ma non nello striato. Il persistente aumento della αCaMKII osservato nella mPFC potrebbe rappresentare un contributo fino ad ora sottovalutato nel fenomeno dell’incubazione della ricerca della sostanza d’abuso. “Drug craving” e “relapse” nell’assunzione di sostanze psicoattive d’abuso Il drug craving, definito come il desiderio irresistibile di riprovare gli effetti di sostanze psicoattive precedentemente sperimentate, rimane un problema chiave nella ricerca di agenti terapeutici in grado di prevenire la ricaduta (relapse) nel consumo di sostanze d’abuso. Nel tentativo di individuare i meccanismi neurochimici che possono portare al relapse dopo un periodo di astinenza, si sono messi a punto sia nel ratto che nel topo da laboratorio alcuni modelli sperimentali di assunzione e di relapse indotto dalla presentazione di stimoli ambientali associati all’autosomministrazione di cocaina, nicotina e alcol. Ricerca di agenti farmacologici in grado di modulare il “craving” e la ricaduta nel consumo di sostanze psicotrope d’abuso Gli stimoli ambientali associati all’assunzione di sostanze psicotrope d’abuso possono assumere la capacità di indurre “craving” che spesso prelude alla ricaduta nel consumo di sostanze psicotrope d’abuso anche in pazienti formalmente disintossicati. Studiando la nicotina in un modello sperimentale di assunzione e di “relapse” (ricaduta) indotta dalla presentazione di stimoli ambientali associati alla sua autosomministrazione, si è dimostrato che il bifeprunox, una molecola che agisce come parziale agonista ai recettori del tipo 2 della dopamina (DA) e ai recettori del tipo 1A della serotonina (5-HT), preferenzialmente riduce i comportamenti di ricerca della nicotina in ratti da laboratorio dopo un lungo periodo di astinenza. La esposizione ripetuta agli stimoli condizionati alla sostanza d’abuso, è stata proposta come terapia per ridurre il craving e la successiva ricaduta. In una serie di studi abbiamo valutato se la stimolazione farmacologica dei recettori N-metil-D-aspartato (NMDAR), che potrebbero aumentare la plasticità neuronale e quindi velocizzare l’estinzione della risposta comportamentale evocata, possa migliorare il risultato della cue-exposure therapy per smettere di fumare. In acuto, la stimolazione NMDAR ottenuta somministrando l’SSR504734, un inibitore selettivo di tipo glicina I trasportatore (GlyT1), ha ridotto la ricerca di nicotina in una procedura di extinction-reinstatement in grado di indurre robusti e duraturi comportamenti di ricerca della nicotina nei ratti da laboratorio. Anche il trattamento sub-cronico ha ridotto la ricerca di nicotina, tuttavia, questo effetto è transitorio. Il pieno recupero del comportamento di ricerca della nicotina osservato dopo 1 mese fa ipotizzare che il trattamento sub-acuto con SSR504734 non ha indotto meccanismi di plasticità a lungo termine, probabilmente coinvolti nel nicotine-seeking. RAPPORTO ATTIVITA’ 161 2014 IRFMN Laboratorio di Valutazione della Qualità delle Cure e dei Servizi per l'Anziano Farmacoepidemiologia L’informatizzazione dei processi diagnostico-prescrittivi e l’utilizzo sempre maggiore di strumenti informatizzati sia a livello ospedaliero che territoriale forniscono nuove potenzialitàopportunità per la valutazione e il monitoraggio dell’appropriatezza prescrittiva e per la razionalizzazione della prescrizione farmacologica. La collaborazione Regione Lombardia (Direzione Sanità), e con alcune Azienda Sanitarie Locali (ASL) e Aziende Ospedaliere, ha permesso l’avvio di diversi progetti collaborativi con l’obiettivo di sperimentare, in aree clinicoterapeutiche particolarmente critiche e in pazienti esposti ad un elevato consumo di farmaci, procedure di valutazione delle criticità per promuovere azioni e percorsi condivisi tra operatori per implementare l’appropriatezza prescrittiva e la continuità di cure tra ospedale e territorio. In questo contesto la possibilità di utilizzare i database amministrativi e di linkare attraverso la metodologia del record-linkage i dati provenienti da diversi archivi informatizzati ha permesso di avviare una convenzione con Regione Lombardia e di realizzare una seri di studi i cui risultati principali sono riportati di seguito: a. STUDI DI DRUG UTILIZATION ‐ Differenze intraregionali nella prescrizione di antibiotici nei pazienti lombardi non ospedalizzati: Durante il 2005 un totale di 3.120.851 di persone (il 34% della popolazione) ha ricevuto almeno una prescrizione di antibiotico. Le fasce di età con più alta prevalenza prescrittiva sono quelle dei più piccoli (0-17 anni) e dei più anziani (80 o più anni) con 41.6% e 41.9%, rispettivamente. Numerose differenze sono state ritrovate tra le diverse ASL nella prevalenza (da 28.7% di Milano a 39.4% di Brescia) e nelle DIDs (defined daily doses per 1,000 abitanti) (da 12.2 DID a Sondrio a 19.8 DID a Brescia). L’età e la zona di residenza erano le principali determinanti dell’esposizione ai farmaci. In particolare, i pazienti con età inferiore ai 18 anni (OR: 1.73; 95% CI: 1.73-1.74), gli anziani con più di 65 anni (OR: 1.64; 95% CI: 1.63-1.65) e i residenti a Brescia (OR: 1.66; 95% CI: 1.65-1.66) hanno un rischio significativamente più alto di essere esposti agli antibiotici. ‐ Uso degli antipsicotici nei Nuclei Alzheimer: Dei 349 pazienti reclutati, il 60% erano in trattamento con un antipsicotico (49% con un antipsicotico tradizionale e 51% con un antipsicotico atipico o di nuova generazione). Il 45% dei pazienti prendeva un solo antipsicotico, il 14% due e l’1% tre antipsicotici contemporaneamente. Il risperidone era il farmaco più prescritto, seguito da promazina, olanzapina e aloperidolo. Nel 40% dei casi il paziente assumeva un altro psicofarmaco (antidepressivo o benzodiazepina). L’uso di antipsicotici era correlato al sesso (maggiore nelle donne), all’età (maggiore nei soggetti più anziani) e alla presenza di disturbi del comportamento. Non è emersa nessuna influenza dell’uso di questi farmaci su mortalità, rischio di ospedalizzazione, cadute e uso di contenzione fisica. ‐ Confronto tra l’uso si farmaci e servizi sanitari tra una popolazione anziana di migranti e un gruppo di controllo di anziani residenti italiani appaiati per sesso ed età. I 25.508 immigrati selezionati sono stati meno esposti alla prescrizione di almeno un farmaco (OR 0.72, 95% CI 0,67-0,76) e ad un minor uso di servizi di assistenza sanitaria (OR 0,79, 95% CI 0,75-0,84) rispetto agli anziani nativi, mentre non è stata trovata nessuna differenza statisticamente significativa per i tassi di ricovero ospedaliero (OR 0,99, 95% CI 0,99-1,04). RAPPORTO ATTIVITA’ 162 2014 IRFMN b. VALUTAZIONE DELL’APPROPRIATEZZA PRESCRITTIVA MEDIANTE ANALISI DI DATABASE AMMINISTRATIVI ‐ Studio sull’utilizzo e l’appropriatezza prescrittiva di farmaci antidepressivi nella popolazione anziana: Nel periodo 2000 al 2007 in 3 ASL di Regione Lombardia (Milano, Brescia e Lecco) la prescrizione di antidepressivi è raddoppiata. Se nel 2000 riguardava il 5,5% della popolazione anziana, sette anni più tardi è passata all’11,4%. Tale aumento ha interessato soprattutto i farmaci SSRI, saliti dal 2,5% all’8,6%. A ciò non si è associata una proporzionale diminuzione della prescrizione degli antidepressivi triciclici. Gli SSRI citalopram, paroxetina e sertralina sono risultati gli antidepressivi assunti con maggior frequenza. ‐ Prescrizione di antipsicotici ed eventi cerebrovascolari in persone anziane: in uno studio retrospettivo caso-controllo, che ha coinvolto gli anni dal 2003 al 2005, sono stati identificati 3855 casi di eventi cerebrovascolari (CVE) appaiati a 15.420 controlli. L’utilizzo di almeno 19 scatole di antipsicotici tipici è risultato associato in maniera statisticamente significativa con CVE (OR = 2,4; 95% CI = 1,08-5,5). E’ stata trovata un’interazione tra antipsicotico (di qualsiasi classe) coprescritto con AChEI e CVE (OR = 0,46; IC 95% = 0,23-0,92). ‐ Valutazione dell’andamento di coprescrizioni di spironolattone e ACE-inibitori enzimatici e/o bloccanti del recettore dell'angiotensina dal 2001 al 2008: la cosomministrazione di spironolattone con ARBs è aumentata dal 2001 al 2008 (p<0,001). Nei 6 mesi prima di iniziare la co-prescrizione coi seguenti farmaci al 96-100% dei pazienti sono stati misurati i valori di creatinina sierica (media 99,3%), sodio (97,3%) e di potassio (98,6%). Entro 3 mesi dall'inizio della co-prescrizione il 96-99% dei pazienti analizzano i livelli di sodio sierico (media 97,3%) e di potassio (98,6%), ma in media solo il 48% di essi controlla i valori di creatina sierica (range 43-53%). ‐ Prescrizione dei farmaci negli anziani in cure palliative residenti in regione Lombardia: prendendo in esame i dati relativi al 2010, abbiamo selezionato 70.145 anziani morti nell’anno. Di questi abbiamo trovato che l’86% riceveva almeno un farmaco prima di morire, il 75% era esposto ad una politerapia e il 54% ad una politerapia cronica. Paragonando questi soggetti con individui ancora vivi nel 2010, la prevalenza della politerapia e della politerapia cronica sono aumentate dal 53% al 75% e dal 28 al 54%, rispettivamente. c. PROGETTO EPIFARM-ANZIANI Il Progetto EPIFARM-Anziani è uno studio in collaborazione con la Direzione Generale Sanità della Regione Lombardia che ha come obiettivo promuovere l’appropriatezza prescrittiva nel paziente anziano a partire dall’analisi dei database amministrativi disponibili a livello Regionale. I principali studi condotti all’interno del progetto sono riassunti di seguito: ‐ Utilizzo dei farmaci nei soggetti anziani residenti in Regione Lombardia: è stata analizzata la prevalenza d’uso dei farmaci nella popolazione residente di 1.555.142 anziani (eta ≥ 65 anni) nel corso del 2005. L’89% delle donne e l’87% degli uomini di 65 o più anni, hanno avuto la prescrizione di almeno un farmaco e ogni anziano trattato ha ricevuto la prescrizione di una media di 5 farmaci. Il 76% delle donne e il 75 % degli uomini sono esposti ad una terapia cronica (4 o più confezioni di uno stesso farmaco), il 46% degli anziani senza differenze tra uomini e donne era esposto a politerapia (5 o più farmaci) e il 18% delle donne e il 22% degli uomini a politerapia cronica (5 o più farmaci cronici). RAPPORTO ATTIVITA’ 163 2014 IRFMN L’analisi multivariata ha messo in evidenza che l’età e l’ASL di appartenenza sono i principali predittori della politerapia cronica. ‐ Variazioni nel profilo prescrittivo di anziani residenti in regione Lombardia negli anni dal 2000 al 2010: nel corso del periodo analizzato, la prescrizione di almeno un farmaco e di almeno un farmaco cronico sono aumentate rispettivamente del 2% (2000-2010: 88.090.3%, p<0.0001) e dell’8% (2000-2010: 73.8-82.0%, p<0.0001), mentre il numero di confezioni per persona per anno è passato da un valore medio di 34,6 (DS 32.4) a 48,5 (DS 42,2). Gli anziani esposti a politerapia (5 o più principi attivi differenti) sono cresciuti del 10% (2000-2010: 42.8-52.7%, p<0.0001), e quelli esposti ad una politerapia cronica (5 o più farmaci cronici diversi) sono raddoppiati (2000-2010: 14.9-28.5%, p<0.0001). Gli uomini sono stati sempre meno trattati delle donne, ad eccezione di quelli esposti a politerapia cronica. Gli anziani ultraottantenni sono la fascia di popolazione che ha subito gli incrementi maggiori. Inibitori di pompa protonica (31.1%), inibitori dell’aggregazione piastrinica (30.1%) e statine (23.8%) sono risultati i farmaci che hanno avuto gli aumenti più significativi. ‐ Studio sull’utilizzo di inibitori delle colinesterasi (ChEI) nei malati di Alzheimer: dal 2002 al 2007: la prescrizione di questi farmaci è aumentata da 0,5% nel 2002 a 0,7% nel 2004 per rimanere costante fino al 2007. La quota di pazienti affetti da Alzheimer lievemoderato di età più bassa (65-69 anni) è la più trattata, mentre la percentuale di trattati è diminuita con l’età. Al contrario la prevalenza dell’Alzheimer lieve-moderato è aumemtata all’aumentare dell’età. ‐ Co-prescrizione di farmaci antipsicotici in pazienti trattati con inibitori delle colinesterasi (ChEIs) in relazione ai due principali warnings emanati dall’Agenzia italiana dei farmaci (AIFA), finalizzati ad una riduzione del loro utilizzo. La co-prescrizione di antipsicotici atipici in pazienti che assumevano ChEIs è diminuita da 21% nel 2002 a 14.6% nel 2008 (OR 0.92; 95%CI:0.90, 0.94; p<0.001), mentre la prevalenza di prescrizione degli antipsicotici tipici è salita leggermente (OR 1.08; 95%CI:1.03, 1.13; p=0.001). In confronto ai due warnings,la prevalenza dei pazienti che ricevevano una co-prescrizione di antipsicotici era significativamente più bassa nel 2005 rispetto al 2004 (23.1% vs. 28.0%; OR 0.79; 95%CI:0.73-0.86; p<0.001) e nel 2007 rispetto al 2006 (19.4% vs. 23.0%; OR 0.79; 95%CI:0.73-0.86; p<0.001). Dopo la pubblicazione del primo warning la prevalenza prescrittiva di risperidone e olanzapina è calata significativamente, mentre è aumentata quella della quetiapina. La prescrizione di aloperidolo è aumentata, specialmente dopo il secondo warning. ‐ Differenze geografiche nella prevalenza della politerapia cronica nelle persone anziane, cambiamenti dal 2000 al 2010: la presenza di cluster di alta e bassa prevalenza di politerapia cronica non sono risultati influenzati dall’età. La prevalenza di politerapia cronica si è vista solo debolmente correlata con il ricovero in ospedale (2000: ρ = 0,08, p = 0,0032; 2005: ρ = 0,11, p <0,0001; 2010: ρ = 0.18, p <0.0001), ma non con la mortalità. Non sono emerse differenze geografiche nella prevalenza di anziani in politerapia cronica, solo in parte spiegato da condizioni cliniche del paziente. ‐ Confronto tra gli anno 2001-2099 degli outcome mortalità, ospedalizzazione e istituzionalizzazione. Da un confronto tra i dati del 2001 e 2009 di pazienti anziani in politerapia è emerso che: il tasso di pazienti incidenti in politerapia cronica passa dall’1,46% nel 2001 al 2,86% nel 2009. All’analisi univariata analisi, la politerapia cronica si associa ad un più alto rischio di ospedalizzazione (HR 3.21, 95% CI 3,14-3,29), istituzionalizzazione (OR 1.88, 95% CI 1,76-2,01) e mortalità (HR 2,27, 95% CI 2,24-2,30). La politerapia cronica rimane un predittore indipendente di eventi avversi anche dopo aggiustamento per l'anno indice, il sesso, la classe di età e il numero di farmaci. RAPPORTO ATTIVITA’ 164 2014 IRFMN d. INTERAZIONI TRA FARMACI NEGLI ANZIANI Un altro ambito oggetto di studio è quello relativo alla prevalenza e al rischio di interazioni tra farmaci negli anziani. ‐ Studio sulla prevalenza di interazioni tra farmaci (DDI) nei pazienti anziani ambulatoriali: Il 16% di pazienti erano esposti ad associazioni di farmaci potenzialmente a rischio di interazioni (60.8% donne). Sono emerse un totale di 13.520 potenziali interazioni relative principalmente a farmaci cardiovascolari (56.8% del totale). La prevalenza di potenziali interazioni è risultata associata all’età e al numero di farmaci. ‐ Studio delle reazioni avverse causate da interazioni tra farmaci (DDI) nei pazienti anziani ambulatoriali: L'incidenza di ADR secondarie a DDI è stata del 6%. Warfarin è risultato il farmaco più comunemente coinvolto (37% dei casi), seguito da acido acetilsalicilico (17%), digossina (17%), e da spironolattone (17%). Le ADR le più comuni sono risultate: i sanguinamenti gastrointestinali ( 37% dei casi) seguiti da iperkaliemia (17%) e miopatia (13%). L’analisi di regressione logistica multipla ha mostrato che età ≥ 80 anni, un indice di comorbilità Charlson ≥ 4, il consumo di cinque o più farmaci, e l'uso di warfarin erano i fattori più comunemente associati con la comparsa di ADR. Circa il 37% delle ADR secondarie ha reso necessario il ricovero in ospedale. e. STUDI SULL'EPILESSIA Prevalenza ed incidenza dell’epilessia nella provincia di Lecco ‐ Lo scopo dello studio è stato quello di calcolare prevalenza ed incidenza dell’epilessia nella provincia di Lecco. La prevalenza totale è risultata di 8,28 per 1,000 (donne 7,83 e uomini 8,75), con un leggero incremento con l’aumento dell’età. L’incidenza totale annuale era di 52,82 per 100,000 (donne 50.53; uomini 55.20). Anche in questo caso il picco d’incidenza si è osservato nel gruppo dei più anziani. La prevalenza standardizzata è risultata di 6.20 per 1000 e l’incidenza standardizzata era di 48.35 per 100,000. Studio di validazione del database amministrativo della regione Lombardia per la diagnosi di epilessia ‐ Lo studio aveva l’intento di correlare i dati sull’epilessia raccolti ad uso amministrativo dalla regione Lombardia a un gruppo indipendente di pazienti epilettici residenti nella provincia di Lecco dal 2000 al 2008. Tra i 15728 pazienti in carico agli 11 medici generici operanti in provincia di Lecco, 71 presentavano diagnosi di epilessia. Il miglior algoritmo sviluppato ha incluso le variabili “elettroencefalogramma” e “farmaci antiepilettici” ed ha incluso 61 su 71 pazienti con epilessia, con una sensibilità dell’85.9% (CI 76.0%-92.2%), e 15623 su 15657 pazienti senza epilessia, con una specificità del 99.8% (CI 99.7%-99.8%). f. NETWORK ANALYSIS All’interno del Progetto EPIFARM anziani in collaborazione con il Laboratorio per lo Studio dei Sistemi Biologici è stato avviato un progetto per l’utilizzo e applicazione delle metodiche della network analysis nell’analisi dei database amministrativi per lo studio della complessità e della politerapia negli anziani. ‐ E’ stata quindi condotta una analisi sui dati relativi alla coorte di anziani residenti in Regione Lombardia negli anni 2000 e 2010. Il modello di analisi ha permesso di dimostrare l’utilità dell’impiego delle tecniche di network analisi per valutare e rappresentare la RAPPORTO ATTIVITA’ 165 2014 IRFMN complessità prescrittiva e le co-prescrizioni di farmaci in soggetti anziani in politerapie e di rappresentarne le correlazioni. Studi per il miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva Non aderenza terapeutica tra i pazienti anziani in politerapia dimessi dall’ospedale ‐ Una scarsa aderenza alle terapie farmacologiche può avere un impatto importante sul piano clinico, contribuendo alla peggioramento della salute, all'aumento dei costi sanitari e anche della mortalità. Poco si sa circa l'aderenza ai farmaci tra gli anziani con multimorbilità dimessi dall’ospedale, che vivono a casa. Tra i 100 pazienti reclutati la non aderenza è stata rilevata in 49 pazienti (55,1%) al primo follow-up e in 55 (69,6 %) a tre mesi dalla dimissione. Sospensione volontaria di un farmaco e cambiamento del dosaggio senza consultazione medica sono stati i principali motivi della mancata adesione in entrambi i follow-up. Il numero di farmaci prescritti alla dimissione è risultato correlato alla nonaderenza in entrambe le interviste di follow-up. Nessuna associazione è stata trovata tra età e non- aderenza. Progetto ELICADHE-AIFA Effetto di un intervento integrato di e-learning, basato sulla valutazione geriatrica multidimensionale, nel migliorare la qualità della prescrizione farmacologica in pazienti anziani ospedalizzati. ‐ Con il progressivo invecchiamento della popolazione, i sistemi sanitari si trovano a dover fronteggiare il continuo incremento di pazienti anziani affetti da patologie croniche multiple e in politerapia. E’ stato avviato uno studio multicentrico, a cluster, controllato e randomizzato a singolo cieco, dove i due gruppi paralleli (intervento vs controllo) sono costituiti da un campione di reparti ospedalieri di medicina interna e geriatria collocati sul territorio nazionale. L’obiettivo è valutare se un programma di formazione a distanza, mediante e-learning, finalizzato all'apprendimento e all’implementazione della Valutazione Geriatrica Multidimensionale, in aggiunta a elementi di farmacologia geriatrica e appropriatezza prescrittiva (FGeAP) (gruppo intervento), sia superiore al semplice insegnamento di nozioni generali di farmacologia dell’anziano (FG) (gruppo controllo), nel ridurre la prescrizione di farmaci potenzialmente inappropriati (FPI) o di potenziali interazioni tra farmaci (PIF), durante l’ospedalizzazione e alla dimissione dei pazienti anziani. I risultati dello studio pilota indicano che il 26% dei pazienti nel gruppo intervento e il 18 % del gruppo controllo sono in trattamento al momento del ricovero con almeno un farmaco inappropriato secondo i criteri di Beers. Queste percentuali scendono rispettivamente al 21% e al 16% alla dimissione. Il 56% dei pazienti del gruppo intervento e il 77% del gruppo controllo stanno assumendo al momento del ricovero farmaci a potenziale rischio di rischio di interazioni (il 12% e il 15% dei pazienti rispettivamente, a rischio di interazioni la cui rilevanza clinica è considerata come maggiore). Per quanto concerne l’uso di farmaci inappropriati o duplicati emerge una riduzione in entrambi i gruppi, mentre per le interazioni tra farmaci, si registra un calo per quelle classificate con rilevanza clinica maggiore. Razionalizzazione delle prescrizioni da farmaci nella ASL di Bergamo ‐ La valutazione attraverso macro-indicatori dei profili prescrittivi prima e dopo un intervento strutturato di razionalizzazione riferita a 4 aree terapeutiche critiche (antibioticoterapia, antipertensivi, anti-infiammatori non steroidei-FANS e inibitori della pompa protonica-IPP) ha messo in evidenza che - anche in una realtà locale già “ben posizionata” in termini di consumi e di spesa rispetto alle altre ASL lombarde - l’attivazione e l’implementazione di RAPPORTO ATTIVITA’ 166 2014 IRFMN iniziative mirate a promuovere l’appropriatezza prescrittiva attraverso l’integrazione tra Ospedale e Territorio e con un valido supporto scientifico, possono contribuire a ridurre la spesa, a contenere i consumi ed a promuovere l’uso del farmaco equivalente. Progetto FARMAGOOD-BIOSIMILARI ‐ Il progetto FARMAGOOD-BIOSIMILARI è un progetto collaborativo in cui l’IRCCSIstituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri (IRFMN) e la Direzione Generale Sanità di Regione Lombardia. Coerentemente con gli obiettivi Regionali in termini di appropriatezza prescrittiva e razionalizzazione delle risorse si propone di costruire in un percorso concordato e condiviso con i diversi operatori del Servizio Sanitario Regionale un complesso di attività/interventi atti a: ‐ promuovere l’appropriatezza dei percorsi di cura e la razionalizzazione delle prescrizioni dei medicinali biologici “originatori” e “biosimilari”; ‐ monitorare il profilo di beneficio-rischio dell’uso di questi farmaci nella pratica clinica (real life utilization); ‐ ottenere risparmi e liberare risorse nella spesa farmaceutica e sanitaria Sviluppo, implementazione e valutazione dell’impatto di un Servizio Multidisciplinare per la Valutazione dell’Appropriatezza Prescrittiva (SM-VAP) in pazienti anziani con multimorbilità e in politerapia. ‐ Il progetto si svolge in collaborazione tra la Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano (dove verrà creato il Servizio SM-VAP) e sarà articolato in due fasi: 1. Costituzione di un gruppo multidisciplinare di internisti, geriatri, farmacisti ospedalieri, infermieri professionali e medici di medicina generale (MMG), che costituiranno il personale operativo del servizio. Pianificazione e standardizzazione delle procedure del processo di valutazione coerentemente con le metodologie della Medicina Basata sulle Evidenze. 2. Studio di fattibilità e valutazione dell’impatto del servizio. Lo studio pilota coinvolgerà un campione di 5 reparti ospedalieri (medicina interna e geriatria) e 500 pazienti di età > 65 anni, con multimorbilità (almeno due patologie croniche) e in politerapia (in trattamento con 5 o più farmaci). Il servizio di valutazione procederà quindi alla revisione dei profili terapeutici e invierà al medico un report con i suggerimenti di come intervenire per migliorare l’appropriatezza prescrittiva e su come gestire nel paziente in oggetto i problemi farmaco-correlati emersi nel corso della valutazione. Se condivise dal medico e accettate dal paziente, le variazioni-aggiustamenti terapeutici saranno implementati in un nuovo pattern prescrittivo. A 1 e 3 mesi sarà effettuato un follow-up alla scopo di verificare il grado di persistenza del nuovo regime terapeutico. Studi sulla politerapia e sulla multimorbilita’ Progetto REPOSI (REgistro delle POliterapie SImi) Il progetto REPOSI è uno studio collaborativo con la Società Italiana di Medicina Interna (SIMI) e la Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano realizzato con l’obiettivo di attivare una rete-osservatorio dei reparti di medicina interna per lo studio dei pazienti con età di 65 anni o più con polipatologie e politerapie. Il Registro è stato avviato nel 2008 e da allora aderito al progetto oltre 80 reparti di medicina interna e geriatria distribuiti su tutto il territorio nazionale, che hanno portato al reclutamento di oltre 5.000 pazienti. A partire dal 2014 sono entrati a far parte del Registro anche una decina di reparti di medicina interna RAPPORTO ATTIVITA’ 167 2014 IRFMN Spagnoli. Utilizzando questa coorte sono state condotte diverse analisi che hanno portato ai seguenti risultati: 1. al ricovero i pazienti reclutati avevano un numero medio di 5 diagnosi ed assumevano in media 5 farmaci ciascuno. Il 52% degli anziani assumeva 5 o più farmaci (politerapia) e rimaneva in reparto per una media di 11 giorni. 2. Il confronto dimissione-ricovero ha evidenziato che alla dimissione si osserva sia una crescita del numero di pazienti con polipatologie (+16%) che di pazienti in politerapia (+13%). 3. Non sono emerse differenze statisticamente significative in termini di mortalità tra i pazienti in politerapia e gli altri. 4. All’analisi multivariata la mortalità intraospedaliera e la durata della degenza sono risultate correlate positivamente all’età, alla comparsa di eventi clinici intercorrenti durante il ricovero, e alla comorbilita (indice di Charlson). Altri risultati ‐ i seguenti cluster di malattia: cluster cardiopolmonare (scompenso cardiaco, fibrillazione atriale e BPCO), cluster cerebrovascolare cognitivo (CVD e demenza), cluster metabolico (dislipidemia, ipertensione e malattie della tiroide) sono risultati associati positivamente all’assunzione di politerapie e ad un più alto rischio di mortalità intraospedaliera. ‐ circa il 62,5% dei pazienti al ricovero e 64,1% alla dimissione sono trattati con farmaci antiulcera e reflusso gastroesofageo (GERD) senza una reale indicazione d’uso. Tra i pazienti trattati in maniera inappropriata il numero totale di altri farmaci prescritti è risultato significativamente associato alla prescrizione di farmaci antiulcera peptica o GERD, sia all’analisi univariata, che dopo aver corretto i risultati per età, sesso e numero di diagnosi. ‐ nei soggetti con più di 64 anni ricoverati in reparti di medicina interna o geriatria vi sarebbe una relazione significativa tra la presenza di infezione batterica e assunzione di farmaci inibitori della pompa protonica. Questa associazione è maggiore nei soggetti che assumono il farmaco da oltre 14 giorni e anche dopo aver corretto i risultati per età, sesso e comorbidità. ‐ il 27% dei pazienti con fibrillazione atriale (FA) non sono in profilassi antitrombotica, percentuale che sale al 33% alla dimissione. Inoltre, il 68% dei pazienti con FA ha un punteggio al CHADS2 >2 all’ingresso in ospedale, mentre alla dimissione questa percentuale sale al 76%. Il 44% dei pazienti con FA al ricovero e il 41% alla dimissione non stanno effettuando una profilassi appropriata in base all’indice di CHADS2. ‐ la presenza di demenza è associata con un aumento di due volte del rischio di mortalità (odds ratio = 2,1 IC95%: 1,0-4,5). ‐ Considerando diversi cluster di patologie croniche il più alto numero medio di farmaci è presente nei pazienti affetti da scompenso cardiaco (SC) e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), SC più insufficienza renale cronica (IRC), BPCO più malattie coronariche (CHD), diabete mellito più CRF e diabete mellito più CHD più malattie cerebrovascolari (CVD). La più forte associazione tra i cluster di malattie e la politerapia è stata trovata per il diabete mellito più CHD più CVD, il diabete più CHD, e HF più fibrillazione atriale (FA). ‐ il numero di pazienti trattati con farmaci antidepressivi al momento del ricovero ospedaliero era di 115 (9,9%) e alla dimissione 119 (10,3%). In un'analisi multivariata, un numero RAPPORTO ATTIVITA’ 168 2014 IRFMN elevato di farmaci (OR = 1,2, IC 95% = 1,1-1,3), l’uso di farmaci ansiolitici (OR = 2,1, IC 95% = 1,2-3,6 e OR = 3.8, 95% CI = 2,1 -6,8), e la diagnosi di demenza (OR = 6.1, 95% CI = 3,1-11,8 e OR = 5,8, IC 95% = 3,3-10,3, rispettivamente, al momento del ricovero e dimissione) erano indipendentemente associati con la prescrizione degli antidepressivi. Una diagnosi specifica che supporta l'uso di antidepressivi era presente solo in 66 (57,4%) pazienti al momento del ricovero e 76 (66,1%) al momento della dimissione. ‐ il 19% dei pazienti sono riospedalizzati almeno una volta entro i 3 mesi dalla dimissione. Solo gli eventi avversi durante l'ospedalizzazione, il ricovero precedente e patologie vascolari e epatiche sono risultati significativamente associati al rischio di riospedalizzazione. ‐ i pazienti con maggior carico anticolinergico all’Anticholinergic Cognitive Burden (ACB) scale avevano un peggior deficit cognitivo e un minor grado di autonomia nelle attività strumentali. L’associazione è risultata significativa anche dopo correzione per età, sesso, scolarità, ictus e TIA (9,2, IC 95%, 8,6-9,9 vs 8,5, 95% CI, 7,8-9,2, p = 0,05). Si è osservata una relazione dose-risposta tra il punteggio totale misurato alla scale ACB e il deficit cognitivo. ‐ è stata evidenziata un’ associazione significativa con la mortalità a 3 mesi tra i pazienti esposti ad almeno 2 interazioni potenzialmente gravi (OR = 2.62, 95% CI, 1,00-6,68, p = 0,05). L’ospedalizzazione è associata ad un aumento delle interazioni potenzialmente gravi. ‐ la prevalenza di pazienti trattati con almeno un PIM secondo i criteri di Beers era del 20,1% e 23,5% usando i criteri 2003 e 2012 rispettivamente. Non è stata osservata una correlazione significativa tra PIM e rischio di eventi avversi, re-ospedalizzazione e mortalità a 3 mesi sia all’analisi univariata che multivariata, dopo correzione per età, sesso e indice di comorbilità (CIRS). Al contrario è stato osservato un aumentato rischio di riospedalizzazione per l’uso di farmaci anticolinergici sia all’analisi univariata (OR = 1.73, 95% CI, 1,16-2,56, p = 0,006) che multivariata (OR = 1.67 95% CI, 1,12-2,53, p = 0,01). ‐ il 10% era affetto da gotta o iperuricemia. Questi pazienti presentavano un elevato numero di comorbidità (7 vs 5.6; P<0.0001); e consumavano più farmaci (6.8 vs 5.0; P<0.0001). Le diagnosi più frequentemente associate alla gotta erano: l’ipertensione (85% vs 76%, P=0.011); l’insufficienza renale cronica (45% vs 14%, P<0.0001), il diabete (37% vs 26%, P=0.005), l’infarto del miocardio (37% vs 14%, P< 0.0001), e le coronaropatie (30% vs 21%, P=0.025). All’analisi multivariata solo l’insufficienza renale cronica e l’infarto del miocardio erano associate alla gotta. ‐ solo 16 (5,3%) dei pazienti trattati con allopurinolo al momento del ricovero e 22 (7,5%) al momento della dimissione erano trattati in maniera appropriata. Tra i fattori analizzati, iperuricemia asintomatica, politerapia, insufficienza renale cronica, diabete, cardiopatia ischemica, BPCO e fibrillazione atriale sono risultati associati in maniera statisticamente significativa con un maggiore uso di allopurinolo. ‐ solo il 38,8% dei pazienti con diagnosi di polmonite ha ricevuto una terapia antibiotica coerente con le linee guida. Tuttavia, non è emersa nessuna associazione tra l'aderenza alle linee guida e gli esiti. ‐ le principali differenze di genere dei pazienti inclusi nel registro sono relative a: politerapia (> 5 farmaci), più frequente negli uomini, sia al momento del ricovero che alla dimissione. Utilizzo di farmaci neuropsichiatrici, significativamente più prescritti nelle donne (p <0,0001); prescrizione di farmaci antipiastrinici (41,7% vs 36,7%; p = 0,0029), ACEinibitori (28,7% vs 24,7%; p = 0,0072) e statine (22,9% vs 18,3%; p = 0.0008) all’ingresso in ospedale. Alla dimissione, maggio utilizzo di antipiastrinici (43,7% vs 37,3%; p = 0,0003) e statine (25,2% vs 19,6%; p <0,0001) negli uomini, mentre le donne hanno RAPPORTO ATTIVITA’ 169 2014 IRFMN ricevuto più beta-bloccanti (21,8% vs 18,9%; p = 0,0340). Gli inibitori della pompa protonica sono stati i farmaci più prescritti a prescindere dal genere. ‐ le donne avevano un’età media maggiore rispetto agli uomini, erano più spesso sole o ricoverate in case di cura. Tumori, diabete, malattia coronarica, malattia renale cronica e malattia polmonare ostruttiva cronica erano più frequenti negli uomini, mentre ipertensione, osteoartrite, anemia e depressione erano più frequenti nelle donne. Gravità e Indici di comorbidità e severità secondo la Cumulative Illness Rating Scale erano più alti negli uomini, mentre deficit cognitivo valutato mediante la Short Blessed Scale, disturbi dell'umore mediante la Geriatric Depression Scale e disabilità mediantel’Indice di Barthel erano peggiori nelle donne. La mortalità intra-ospedaliera e a tre mesi è risultata più alta negli uomini. Valutazione della qualita’ dei servizi Valutazione della qualità dei servizi per il malato di demenza ‐ Un campione di Nuclei Alzheimer (NA) della Regione Lombardia è stato confrontato con un campione di Residenze Sanitario Assistenziali (RSA) per valutare la qualità e l’impatto delle caratteristiche strutturali, organizzative ed assistenziali sullo stato cognitivo, funzionale e comportamentale di un campione di 450 pazienti affetti da demenza seguiti per 18 mesi. I pazienti degenti nei NA sono risultati meno compromessi sul piano cognitivo e funzionale, con una maggior frequenza di disturbi del comportamento di quelli delle case di riposo senza NA. Al follow-up a 18 mesi i pazienti degenti nei NA avevano un minor rischio di essere ospedalizzati, di essere sottoposti a contenzione fisica e di andare incontro ad una sospensione della terapia con antipsicotici. Non è emersa nessuna differenza per quanto concerne la mortalità e le cadute. Censimento e valutazione delle Unità di Valutazione Alzheimer in Regione Lombardia ‐ In collaborazione con la Federazione Alzheimer è stato avviato uno studio con l’obiettivo di valutare la qualità delle Unità di Valutazione Alzheimer (UVA) in Lombardia, dopo un censimento di queste strutture concluso nel 2008. Il campione ha coinvolto 18 UVA delle 81 presenti su tutto il territorio lombardo. Le varie strutture sono state confrontate sulla base di un sistema di indicatori che hanno indagato sia gli aspetti strutturali delle UVA (ad es. accessibilità e connessione territoriale), sia gli aspetti organizzativi (come i tempi di prenotazione di una visita e la composizione dell’equipe medica), sia sulle ricadute di questi aspetti sulla fase del “dopo diagnosi”. L’analisi quantitativa ha mostrato un punteggio medio pari a 50% per gli indicatori di struttura, 46% per quelli di processo e 56% per quelli di esito, denotando maggiori difficoltà da parte delle UVA negli aspetti organizzativi. Si sono inoltre evidenziate differenze tra i singoli centri che, portate all’attenzione delle singole realtà, consentiranno di avviare, ove opportuno, azioni rivolte ad aumentare gli standard qualitativi, in modo da garantire ai malati e alle loro famiglie servizi più efficienti ed efficaci. Percezione dei caregivers dei benefici terapeutici degli inibitori della colinesterasi (ChEIs) ‐ Lo scopo dello studio è stato quello di raccogliere in un ampio campione di caregiver le loro opinioni, percezioni e aspettative sui benefici terapeutici dei ChEIs e l'impatto che ha avuto la loro presa in cura del paziente. 369 questionari sono risultati validati ed inclusi nell’analisi: di questi, 329 hanno dato informazioni anche sui caregivers. Il risultato più importante è stato quello di dare voce alle persone che si occupano dei malati di demenza per conoscerne le aspettative e il giudizio circa i trattamenti ad oggi disponibili. Sistema di supporto computerizzato alla prescrizione (InterCheck ®) RAPPORTO ATTIVITA’ 170 2014 IRFMN (https://clinicalweb.marionegri.it/intercheckweb/) ‐ I sistemi di supporto computerizzato alla prescrizione (Computerizzati Support Systems prescrizione o CPSSs) sono software sviluppati per evidenziare prescrizioni inappropriate e ridurre al minimo il rischio di reazioni avverse da farmaci (ADR). Abbiamo sviluppato un sistema di supporto computerizzato alla prescrizione chiamatao InterCheck® al fine di ottimizzare la prescrizione farmacologica nei pazienti anziani con complessa comorbidità. Informazione sui farmaci Servizio di informazione sui farmaci nell’anziano ‐ Ogni giorno è disponibile gratuitamente, per gli anziani e per i medici, un servizio telefonico o via e-mail di informazione sui farmaci. Questo servizio risponde ogni anno a oltre 600 quesiti. Laboratorio di Epidemiologia e Psichiatria Sociale Monitoraggio dei tentati suicidi La registrazione su base routinaria dei tentati suicidi e dei gesti autlesivi in Pronto Soccorso è attiva dal 2009 presso tutti i Pronto Soccorso della Provincia Autonoma di Trento. Sono stati registrati oltre 868 episodi a carico di 717 individui. Oltre alle caratteristiche della popolazione è stata studiata la relazione con la mortalità per tutte le cause e per suicidio in rapporto alla popolazione generale. Manualizzazione della terapia familiare condotta secondo un modello sistemico integrato con la teoria dell’attaccamento per le famiglie con figli adottivi problematici La valutazione dell’efficacia delle psicoterapie richiede la standardizzazione della loro conduzione basata su un manuale. Si è proceduto alla operazionalizzazione delle fasi della terapia ed è stata avviata la prova di applicazione del manuale nella pratica con un gruppo di specializzandi all’ultimo anno di formazione. Database delle prestazioni psichiatriche della Regione Lombardia Lo studio delle prestazioni erogate dai servizi di salute mentale lombardi è stato condotto sui dati del sistema informativo regionale, sia in generale che su una patologia specifica. Survey e studio ecologico sull’abuso di sostanze in Lombardia Nel quadro del progetto “Istituzione di una rete di rilevamento regionale per la stima dei consumi di sostanze d’abuso in Lombardia mediante l’analisi delle acque reflue. Un metodo innovativo basato sulle evidenze”, in 11 aree lombarde di rilevamento delle acque reflue, sono stati analizzati i dati di attività dei servizi tossicodipendenze e i dati ecologici delle aree nel periodo considerato in relazione ai dati derivati dalle analisi dei campionamenti delle acque reflue effettuati nel 2011e 2012. Studio di affidabilità e validazione della Health of the Nation Outcome Scale Children and Adolescents – HoNOSCA RAPPORTO ATTIVITA’ 171 2014 IRFMN Allo scopo di introdurre la HoNOSCA nella pratica clinica delle Unità Operative di Neuropsichiatria Infantile, dopo la fase di riproducibilità, dello strumento è stata conclusa quella di validazione, che ha coinvolto dieci centri di neurospichiatria infantile che hanno descritto 130 casi con HoNOSCA, CGI e Questionario sulle capacità e sulle difficoltà (SDQIta) a cura del genitore, anche a quattro mesi dalla prima descrzione allo scopo di stimare la responsiveness dello strumento. Interventi integrati per favorire il riconoscimento e il trattamento precoce dei disturbi psichici gravi in età giovanile (15-24 anni) in gruppi di popolazione a rischio Lo studio, finanziato dal Centro per il Controllo delle Malattie, si inscrive nell’area della prevenzione delle psicosi e mette a fuoco due frontiere della ricerca sulla prevenzione e il trattamento delle psicosi in età giovanile: i dati riguardanti gli stati mentali a rischio che precedono il vero e proprio esordio psicotico, e il cui mancato riconoscimento fa sì che il periodo di psicosi non trattata (duration of untreated psychosis, DUP) rimanga troppo lungo, indicano la necessità e la possibilità della loro identificazione precoce e di un’adeguata presa in carico. Il tasso di transizione da stato mentale a rischio a esordio psicotico è stimato tra il 10 e il 40% e dati recenti indicano circa un dimezzamento di questo tasso nei soggetti trattati. Inoltre, l’epidemiologia dei disturbi psicotici mette in evidenza la più elevata incidenza osservata nei soggetti immigrati e nei figli di persone con disturbi mentali. I servizi di salute mentale si dotano di équipe multidiciplinari in cui si integrano le competenze per gli adolescenti e quelle per gli adulti in équipe giovani capaci di identificare gli stati mentali a rischio e di modulare il loro intervento, potenziando soprattutto le competenze sia in ambito farmacologico che non farmacologico. La strutturazione e la messa a punto di queste competenze è l’obiettivo della partecipazione del Laboratorio a questo progetto. DIPARTIMENTO DI RICERCA CARDIOVASCOLARE PERSONALE Capo Dipartimento Roberto LATINI, Dr.Med.Chir. Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare Capo Laboratorio Roberto LATINI, Dr.Med.Chir. RAPPORTO ATTIVITA’ 172 2014 IRFMN Unità di Bio-imaging Capo Unità Fabio FIORDALISO, Dr.Sci.Biol. Unità di Coltura di Tessuti Capo Unità Giovanna BALCONI, BSc. Unità di Endocrinologia Cardiovascolare Capo Unità Serge MASSON, Ph.D. Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci Capo Laboratorio Maria Grazia FRANZOSI, Dr.Sci.Biol. Unità di Bioinformatica Capo Unità Enrico NICOLIS Laboratorio di Ricerca in Medicina Generale Capo Laboratorio M. Carla RONCAGLIONI, Dr.Sci.Biol. Laboratorio di Statistica Medica Capo Laboratorio Simona BARLERA, Dr.Sci.Pol., MSc. Laboratorio di Farmacologia Clinica Capo Laboratorio Gianni TOGNONI, Dr.Med.Chir. Unità di Ricerca Infermieristica Capo Unità Paola DI GIULIO, Infermiera, MSc. RAPPORTO ATTIVITA’ 173 2014 IRFMN CURRICULA VITAE Roberto Latini si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1978 presso l’Università di Milano. Attività formative 1970-1978 Laurea in Medicina e Chirurgia, Università di Milano 1981-1983 Merck Sharp & Dohme International Fellow in Clinical Pharmacology. Cardiology Fellow a Stanford University Medical Center, California, USA Aree di interesse Meccanismi di danno cardiaco conseguenti all’infarto miocardio acuto, in particolare quelli legati all’attivazione neurormonale. Utilizzo di cellule staminali per riparare il danno strutturale e funzionale derivante da infarto miocardio nel piccolo roditore. Studi bioumorali nell’ambito di grandi trial nell’insufficienza cardiaca e nella fibrillazione atriale. Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne dal Mar 2013 Direttore del Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano dal 1991 Membro degli Steering Committee di studi clinici multicentrici in ambito cardiovascolare: ALOFT, ValHeFT, GISSI-HF, GISSI-AF, CandHeart, CYCLE, ICOSONE dal 1990 Capo del Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano 1999-2009 Visiting Professor, Department of Medicine, New York Medical College, Valhalla, NY, USA 1981-1983 Cardiology Fellow (Robert E. Kates Laboratory), Stanford University Medical Center, CA, USA 1973-1990 Ricercatore presso il Laboratorio di Farmacologia Clinica, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano Principali pubblicazioni Damman K, Masson S, Hillege HL, Maggioni AP, Voors AA, Opasich C, van Veldhuisen DJ, Montagna L, Cosmi F, Tognoni G, Tavazzi L, Latini R. Clinical outcome of renal tubular damage in chronic heart failure. Eur Heart J 2011; 32: 2705–2712 Latini R, Gullestad L, Masson S, Nymo SH , Ueland T, Cuccovillo I, Vårdal M , Bottazzi B, Mantovani A, Lucci D, Masuda N, Sudo Y, Wikstrand J, Tognoni G, Aukrust P, Tavazzi L, on behalf of the Investigators of the Controlled Rosuvastatin Multinational Trial in Heart Failure (CORONA) and GISSI-Heart Failure (GISSI-HF) trial. Pentraxin-3 in chronic heart failure: the CORONA and GISSI-HF trials. Eur J Heart Fail 2012; 14. 992-999 Masson S, Anand I S, Favero C, Barlera S, Vago T, Bertocchi F, Maggioni AP, Tavazzi L, Tognoni G, Cohn JN, Latini R, Val-HeFT Investigators, GISSI-HF Investigators. Serial measurement of cardiac troponin T using a highly sensitive assay in patients with chronic heart failure. Data from two large randomized clinical trials. Circulation 2012; 125: 280288 Damman K, Masson S, Hillege HL, Voors AA, van Veldhuisen DJ, Rossignol P, Proietti G, Barbuzzi S, Nicolosi GL, Tavazzi L, Maggioni AP, Latini R. Tubular damage and worsening renal function in chronic heart failure. J Am Coll Cardiol HF 2013; 1: 417-424 Caironi P, Tognoni G, Masson S, Fumagalli R, Pesenti A, Romero M, Fanizza C, Caspani L, Faenza S, Grasselli G, Iapichino G, Antonelli M, Parrini V, Fiore G, Latini R, Gattinoni L, ALBIOS Study Investigators. Albumin replacement in patients with severe sepsis or septic shock. New Engl J Med 2014; 370: 1412-1421 Ristagno G, Latini R, Vaahersalo J, Masson S, Kurola J, Varpula T, Lucchetti J, Fracasso C, Guiso G, Montanelli A, Barlera S, Gobbi M, Tiainen M, Pettilä V, Skrifvars MB, FINNRESUSCI Investigators. Early activation of the kynurenine pathway predicts early death and long-term outcome in patients resuscitated from out-of-hospital cardiac arrest. J Am Heart Assoc 2014; 3: e001094 Simona Barlera si è laureata in Scienze Politiche, indirizzo Statistico nel 1992 presso l’Università degli Studi di Milano e ha conseguito un Master of Science in Statistica Medica nel 1998. Attività formative 1992 Laurea in Scienze Politiche, indirizzo Statistico conseguita presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Milano 1995 Specializzazione in Ricerca Farmacologica, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano 1997-1998 Master post-lauream in Statistica Medica conseguito presso la London School of Hygiene and Tropical Medicine, University of London, Londra (UK) 1998-1999 Visiting Scientist nel Dipartimento di Statistical Genetics, Wellcome Trust Centre for RAPPORTO ATTIVITA’ 174 2014 IRFMN Human Genetics, University of Oxford (UK) Aree di interesse Metodologia delle sperimentazioni cliniche in campo cardiovascolare: preparazione del protocollo di ricerca, pianificazione ed esecuzione di analisi statistiche e trasferimento dei risultati su riviste scientifiche. Studi in epidemiologia genetica: applicazione di metodi statistici attraverso studi di linkage per l’identificazione di geni di suscettibilità alla malattia coronarica; studi caso-controllo per l’identificazione di geni candidati coinvolti nella patologia cardiovascolare. Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne dal 2014 Membro del Comitato Ordinatore del Corso di Master in Ricerca Clinica della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano dal 2014 Membro del Comitato Scientifico della Conferenza di Consensus nella Chiusura dell’Addome Complesso (ACOI) 2013 2012 Membro del Comitato Scientifico della Conferenza di Consensus nella Colecisti (ACOI) Membro del Comitato Scientifico della Conferenza di Consensus nella Chirurgia del Carcinoma del Retto (ACOI) dal 2006 Capo del Laboratorio di Statistica Medica, presso il Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano 1999- 2006 Capo dell’Unità di Statistica Medica del Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano Ott 98-Apr 99 Visiting Scientist nel Dipartimento di Statistical Genetics, Wellcome Trust Centre for Human Genetics, University of Oxford (UK) 1992-1997 Ricercatore presso l’Unità di Informatica e Statistica Applicata, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano Principali pubblicazioni Clarke R, Peden JF, Hopewell JC, Kyriakou T, Goel A, Heath SC, Parish S, Barlera S, Franzosi MG, Rust S, Bennett D, Silveira A, Malarstig A , Green FR, Lathrop M, Gigante B, Leander K, de Faire U, Seedorf U, Hamsten A, Collins R, Watkins H, Farrall M, for the PROCARDIS Consortium. Genetic variants associated with Lp(a) Lipoprotein Level and Coronary Disease. N Engl J Med 2009; 361: 2518-2528 GISSI-AF Investigators (Writing Committee: Disertori M, Latini R, Barlera S, Franzosi MG, Staszewsky L, Maggioni AP, Lucci D, Di Pasquale G, Tognoni G). Valsartan for prevention of recurrent atrial fibrillation. N Engl J Med 2009; 360: 1606-1617 Coronary Artery Disease (C4D) Genetics Consortium. A genome-wide association study in Europeans and South Asians identifies five new loci for coronary artery disease. Nat Genet 2011; 43: 339-344 Holliday EG, Maguire JM, Evans TJ, Koblar SA, Jannes J, Sturm JW, Hankey GJ, Baker R, Golledge J, Parsons MW, Malik R, McEvoy M, Biros E, Lewis MD, Lincz LF, Peel R, Oldmeadow C, Smith W, Moscato P, Barlera S, Bevan S, Bis JC, Boerwinkle E, Boncoraglio GB, Brott TG, Brown RD Jr, Cheng YC, Cole JW, Cotlarciuc I, Devan WJ, Fornage M, Furie KL, Grétarsdóttir S, Gschwendtner A, Ikram MA, Longstreth WT Jr, Meschia JF, Mitchell BD, Mosley TH, Nalls MA, Parati EA, Psaty BM, Sharma P, Stefansson K, Thorleifsson G, Thorsteinsdottir U, Traylor M, Verhaaren BF, Wiggins KL, Worrall BB; The Australian Stroke Genetics Collaborative; The International Stroke Genetics Consortium; The Wellcome Trust Case Control Consortium 2, Sudlow C, Rothwell PM, Farrall M, Dichgans M, Rosand J, Markus HS, Scott RJ, Levi C, Attia J. Common variants at 6p21.1 are associated with large artery atherosclerotic stroke. Nat Genet 2012; 44: 1147-1151 Barlera S, Tavazzi L, Franzosi MG, Marchioli R, Raimondi E, Masson S, Urso R, Lucci D, Nicolosi GL, Maggioni AP, Tognoni G, on behalf of the GISSI-HF Investigators. Predictors of mortality in 6975 patients with chronic heart failure in the Gruppo Italiano per lo Studio della Streptochinasi nell'Infarto Miocardico-Heart Failure Trial. Proposal for a Nomogram. Circ Heart Fail 2013; 6: 31-39 Ristagno G, Latini R, Vaahersalo J, Masson S, Kurola J, Varpula T, Lucchetti J, Fracasso C, Guiso G, Montanelli A, Barlera S, Gobbi M, Tiainen M, Pettilä V, Skrifvars MB, FINNRESUSCI Investigators. Early activation of the kynurenine pathway predicts early death and long-term outcome in patients resuscitated from out-of-hospital cardiac arrest. J Am Heart Assoc 2014; 3: e001094 Maria Grazia Franzosi si è laureata Scienze Biologiche nel 1972 presso l’Università degli Studi di Milano. Attività formative 1972 Laurea in Scienze Biologiche, Università di Milano 1978 Specializzazione in Ricerca Farmacologica, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano Aree di interesse RAPPORTO ATTIVITA’ 175 2014 IRFMN Metodologia della sperimentazione clinica dei farmaci, coordinamento di sperimentazioni cliniche multicentriche. Epidemiologia dei fattori di rischio genetici ed ambientali delle coronaropatie. Farmacogenetica. Epidemiologia del farmaco. Epidemiologia genetica cardiovascolare. Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne dal 2002 al Feb 2013 Direttore del Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri", Milano dal 2005 Membro del Comitato Ordinatore del Corso di Master in Ricerca Clinica della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano dal 2004 Membro del Comitato Direttivo, Studio GISSI-AF, Milano dal 2001 Membro del Comitato Direttivo, Studio GISSI-HF, Milano dal 1998 Membro dello Steering Committee of the PROCARDIS Research Programme - A genome-wide strategy to identify susceptibility loci in precocious coronary artery disease - University of Oxford, UK dal 1997 Membro del “Antithrombotic Trialists’ Collaboration”, Oxford, UK dal 1996 Membro dello Steering Committee e National Coordinator per l’Italia della Organization to Assess Strategies for Ischemic Syndromes (OASIS-2, OASIS-4 CURE, Michelangelo OASIS-5 e OASIS 6, CURRENT OASIS-7, FUTURA OASIS-8), dello studio INTER-HEART e degli studi ACTIVE, RE-LY, AVERROES, RE-LY Registry, RIVAL, MANAGE, Population Health Research Institue, McMaster University, Hamilton, Canada 1994-1996 Direttore European Coordinating Centre e Membro dello Steering Committee, Collaborative Organization for RheothRx Evaluation (CORE), McMaster University, Hamilton, Canada dal 1993 Membro del Comitato Direttivo, Studio GISSI-Prevenzione, Milano dal 1992 Membro del “Fibrinolytic Therapy Trialists’s Collaboration”, Oxford, UK e del “Collaborative Group on Angiotensin Converting Enzyme Inhibitors Trials”, National Institutes of Health, Bethesda, Washington, USA dal 1989 Capo del Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri" di Milano 1985-1988 Capo dell'Unità di Valutazione dei Farmaci del Laboratorio di Farmacologia Clinica dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri" di Milano dal 1984 Membro della Segreteria Scientifica ed Organizzativa, Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravvivenza nell'Infarto Miocardico (Studi GISSI-1, GISSI-2, GISSI-3) Milano 1975-1984 Ricercatore presso il Laboratorio di Farmacologia Clinica dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri", e presso il Centro Regionale di Informazione e Documentazione sul Farmaco (CRIF) della Regione Lombardia Principali pubblicazioni Franzosi MG. Should we continue to use BMI as a cardiovascular risk factor? Lancet 2006; 368: 624-625 Clarke R, Peden JF, Hopewell JC, Kyriakou T, Goel A, Heath SC, Parish S, Barlera S, Franzosi MG, Rust S, Bennett D, Silveira A, Malarstig A , Green FR, Lathrop M, Gigante B, Leander K, de Faire U, Seedorf U, Hamsten A, Collins R, Watkins H, Farrall M, for the PROCARDIS Consortium. Genetic variants associated with Lp(a) lipoprotein level and coronary disease. N Engl J Med 2009; 361: 2518-2528 Wallentin L, Yusuf S, Ezekowitz MD, Alings M, Flather M, Franzosi MG, Pais P, Dans A, Eikelboom J, Oldgren J, Pogue J, Reilly PA, Yang S, Connolly SJ, on behalf of the RE-LY investigators. Efficacy and safety of dabigatran compared with warfarin at different levels of international normalised ratio control for stroke prevention in atrial fibrillation: an analysis of the RE-LY trial. Lancet 2010; 376: 975-983 Coronary Artery Disease (C4D) Genetics Consortium. A genome-wide association study in Europeans and South Asians identifies five new loci for coronary artery disease. Nat Genet 2011; 43: 339-344 Barbati E, Specchia C, Villella M, Rossi ML, Barlera S, Bottazzi B, Crociati L, d'Arienzo C, Fanelli R, Garlanda C, Gori F, Mango R, Mantovani A, Merla G, Nicolis EB, Pietri S, Presbitero P, Sudo Y, Villella A, Franzosi MG. Influence of pentraxin 3 (PTX3) genetic variants on myocardial Infarction risk and PTX3 plasma levels. PLoS One 2012; 7: e53030 Hohnloser SH, Shestakovska O, Eikelboom J, Franzosi MG, Tan RS, Zhu J, Yusuf S, Connolly SJ.The effects of apixaban on hospitalizations in patients with different types of atrial fibrillation: insights from the AVERROES trial. Eur Heart J 2013; 34: 2752–2759 Maria Carla Roncaglioni si è laureata in Scienze Biologiche nel 1987 presso l’Università degli Studi di Milano. Attività formative RAPPORTO ATTIVITA’ 176 2014 IRFMN 1987 1982-1983 Laurea in Scienze Biologiche, Università di Milano Research Fellow presso il Dipartimento di Biochimica della Facoltà di Medicina, Rijksuniversiteit of Limburg, Maastricht, Olanda (Prof. C. Hemker) 1998-1999 Visiting Scientist presso la Cardiovascular Research Unit, dell’Hammersmith Hospital, London, UK (Prof. A. Maseri) Aree di interesse Coordinamento di trial clinici multicentrici e studi osservazionali in diverse aree (neurologica, angiologica, cardiologica). Coordinamento di una rete di oltre 1000 Medici di Medicina Generale attivamente coinvolti in progetti di ricerca epidemiologica e/o sperimentale nell’ambito della prevenzione delle malattie cardiovascolari. Ruoli attuali e passati in istituto dal 2001 Capo del Laboratorio di Ricerca in Medicina Generale, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano dal 1989 Ricercatore Senior presso il Laboratorio di Farmacologia Clinica, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano dal 1974 Ricercatore presso il Laboratorio per lo Studio dell’Emostatsi e della Trombosi, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano Principali pubblicazioni Tognoni G, Avanzini F, Pangrazzi J, Roncaglioni M C, Bertele V, de Gaetano G, Caimi V, Tombesi M, Colombo Fabio, Barlera S, PPP - Primary Prevention Project. Low-dose aspirin and vitamin E in people at cardiovascular risk: A randomized trial in general practice. Lancet 2001; 357: 89-95 Berger JS, Roncaglioni MC, Avanzini F, Pangrazzi J, Tognoni G, Brown DL. Aspirin for the primary prevention of cardiovascular events in women and men: A sex-specific meta-analysis of randomized controlled trials. JAMA 2006; 295: 306-313 Montalvo G, Avanzini F, Anselmi M, Prandi R, Ibarra S, Marquez M, Armani D, Moreira J M, Caicedo C, Roncaglioni MC, Colombo Fabio, Camisasca P, Milani V, Quimi' S, Gonzabay F, Tognoni G. Diagnostic evaluation of people with hypertension in low income country: cohort study of "essential" method of risk stratification. BMJ 2008; 337: a1387 Rothwell PM, Price JF, Fowkes FGR , Zanchetti A, Roncaglioni MC, Tognoni G, Lee R, Belch JFF, Wilson M, Mehta Z, Meade TW. Short-term effects of daily aspirin on cancer incidence, mortality, and non-vascular death: analysis of the time course of risks and benefits in 51 randomised controlled trials. Lancet 2012; 379: 1602-1612 Risk and Prevention Study Collaborative Group, Roncaglioni MC, Tombesi M, Avanzini F, Barlera S, Caimi V. Longoni P, Marzona I, Milani V, Silletta MG, Tognoni G, Marchioli R. n-3 fatty acids in patients with multiple cardiovascular risk factors. N Engl J Med 2013; 368: 1800-1808 Castellano JM, Sanz G, Penalvo JL, Bansilal S, Fernández-Ortiz A, Alvarez L, Guzmán L , Linares JC, Garcia F, D'Aniello F, Arnáiz JA , Varea S, Martínez F, Lorenzatti A, Imaz I, Sánchez-Gómez LM, Roncaglioni MC, Baviera M, Smith SC, Taubert K , Pocock S, Brotons C, Farkouh ME, Fuster V. A polypill strategy to improve adherence. Results from the FOCUS Project. J Am Coll Cardiol 2014; 64: 2071-2082 Gianni Tognoni si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1970 presso l’Università di Milano. Attività formative 1970 Laurea in Medicina e Chirurgia, presso l’Università di Milano Aree di interesse Farmacoepidemiologia e valutazione dell'efficacia clinica di farmaci e strategie terapeutiche (RCT di popolazione ed in medicina generale). Epidemiologia clinica e comunitaria. Rapporto tra appropriatezza tecnologica ed uso di risorse nei diversi sistemi socio-sanitari. Comunicazione di dati scientifici a livello di opinione pubblica. Trasferimento di tecnologie appropriate e valutazione dell'impatto dei programmi di aggiustamento strutturale sugli indicatori socio-sanitari nei Paesi in Via di Sviluppo (PVS). Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne 2004-2010 Membro della Commissione Sperimentazione Umana della Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) 2001-2003 Membro della Commissione Unica del Farmaco (CUF) del Ministero della Sanità dal 2002 Direttore, del Consorzio Mario Negri Sud, S. Maria Imbaro, Chieti 1996-2002 Coordinatore del Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri", Milano dal 1990 Co-Direttore della Scuola Superiore di Ricerca in Medicina Generale (CSeRMEG) dal 1976 Co-fondatore e membro del Comitato Direttivo della International Society of Drug Bullettins (ISDB). Coordinatore della Commissione per la Sperimentazione Umana della Regione Lombardia RAPPORTO ATTIVITA’ 177 2014 IRFMN dal 1983 dal 1977 1976-1999 1975-1984 1969-1974 Membro del Consiglio Editoriale della Rivista dell'Infermiere/Assistenza Infermieristica e Ricerca Consulente W.H.O. per la selezione dei farmaci essenziali, con missioni in diversi Paesi d'America Latina e Africa Capo del Laboratorio di Farmacologia Clinica dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri”, Milano Responsabile del Centro Regionale di Informazione e Documentazione sul Farmaco (CRIF) Regione Lombardia, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri", Milano Ricercatore presso il Laboratorio di Farmacologia Clinica Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri", Milano Principali pubblicazioni Sattar N, Preiss D, Murray HM, Welsh P, Buckley BM, de Craen AJ, Seshasai SRK, McMurray JJ, Freeman DJ, Jukema JW, Macfarlane PW, Packard CJ, Stott DJ, Westendorp RG, Shepherd J, Davis BR, Pressel SL, Marchioli R, Marfisi RM, Maggioni AP, Tavazzi L, Tognoni G, Kjekshus J, Pedersen TR, Cook TJ, Gotto AM, Clearfield MB, Downs JR, Nakamura H, Ohashi Y, Mizuno K, Ray KK, Ford I. Statins and risk of incident diabetes: a collaborative meta-analysis of randomised statin trials. Lancet 2010; 375: 735-742 Sud S, Friedrich JO, Taccone P, Polli F, Adhikari NKJ, Latini R, Pesenti A, Guérin C, Mancebo J, Curley MAQ, Fernandez R, Chan M-C, Beuret P, Voggenreiter G, Sud M, Tognoni G, Gattinoni L. Prone ventilation reduces mortality in patients with acute respiratory failure and severe hypoxemia: systematic review and meta-analysis. Intensive Care Med 2010; 36: 585-599 The NAVIGATOR Study Group. Effect of nateglinide on the incidence of diabetes and cardiovascular events. N Engl J Med 2010; 362: 1463-1476 Mozaffarian D, Marchioli R, Macchia A, Silletta MG, Ferrazzi P, Gardner TJ, Latini R, Libby P, Lombardi F, O'Gara PT, Page RL, Tavazzi L, Tognoni G, for the OPERA Investigators. Fish oil and postoperative atrial fibrillation: the Omega-3 Fatty Acids for Prevention of Post-operative Atrial Fibrillation (OPERA) randomized trial. JAMA 2012; 308: 2001-2011 Risk and Prevention Study Collaborative Group, Roncaglioni MC, Tombesi M, Avanzini F, Barlera S, Caimi V. Longoni P, Marzona I, Milani V, Silletta MG, Tognoni G, Marchioli R. n-3 fatty acids in patients with multiple cardiovascular risk factors. N Engl J Med 2013; 368: 1800-1808 Leong DP, Smyth A, Teo KK, McKee M, Rangarajan S, Pais P, Liu L, Anand SS, Yusuf S, INTERHEART Investigators. Patterns of alcohol consumption and myocardial infarction risk. Observations from 52 countries in the INTERHEART case–control study. Circulation 2014; 130: 390-398 Giovanna Balconi ha conseguito il diploma universitario di Tecnico di Istituti Medico-Biologici nel 1968 presso l’Università degli Studi Milano e si è specializzata presso il laboratorio di Anatomia e Istologia Patologica della stessa Università. Aree di interesse Isolamento, coltura e caratterizzazione di precursori endoteliali circolanti nel sangue periferico di pazienti affetti da insufficienza cardiaca. Coltura di cellule staminali per riparare il danno strutturale e funzionale derivante da infarto miocardico nell’animale da esperimento. Gestione di banche biologiche in studi clinici. Ruoli attuali e passati in istituto dal luglio 2005 Responsabile dell’Unità di Coltura di Tessuto del Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare Ott 95-Giu 2005 Responsabile dell’Unità di Coltura di Tessuto del Laboratorio di Biologia Vascolare Dic 83-Ott 95 Responsabile dell’Unità di Coltura di Tessuto del Laboratorio di Chemioterapia Antitumorale Ott 68-Nov 83 Ricercatrice presso il Laboratorio di Chemioterapia Antitumorale Principali pubblicazioni Cusella De Angelis MG, Balconi G, Bernasconi S, Zanetta L, Boratto R, Galli D, Dejana E, Cossu G. Skeletal myogenic progenitors in the endothelium of lung and yolk sac. Exp Cell Res 2003; 290: 207-216 Galli D, Innocenzi A, Staszewsky L, Zanetta L, Sampaolesi M, Bai A, Martinoli E, Carlo E, Balconi G, Fiordaliso F, Chimenti S, Cusella G, Dejana E, Cossu G, Latini R. Mesoangioblasts, vessel-associated multipotent stem cells, repair the infarcted heart by multiple cellular mechanisms. A comparison with bone marrow progenitors, fibroblasts, and endothelial cells. Arterioscler Thromb Vasc Biol 2005; 25: 692-697 Sarto P, Balducci E, Balconi G, Fiordaliso F, Merlo L, Tuzzato G, Pappagallo GL, Frigato N, Zanocco A, Forestieri C, Azzarello G, Mazzucco A, Valenti M T, Alborino F, Noventa D, Vinante O, Pascotto P, Sartore S, Dejana E, Latini R. Effects of exercise training on endothelial progenitor cells in patients with chronic heart failure. J Card Fail 2007; 13: 701-708 RAPPORTO ATTIVITA’ 178 2014 IRFMN Galvez BG, Sampaolesi M, Barbuti A, Crespi A, Covarello D, Brunelli S, Dellavalle A, Crippa S, Balconi G, Cuccovillo I, Molla F, Staszewsky L, Latini R, DiFrancesco D, Cossu G. Cardiac mesoangioblasts are committed, self-renewable progenitors, associated with small vessels of juvenile mouse ventricle. Cell Death Differ 2008; 15: 1417-1428 Balconi G, Lehmann R, Fiordaliso F, Assmus B, Dimmeler S, Sarto P, Carbonieri E, Gualco A, Campana C, Angelici L, Masson S, Mohammed SAA, Dejana E, Gorini M, Zeiher AM, Latini R, GISSI-HF Investigators. Levels of circulating pro-angiogenic cells predict cardiovascular outcomes in patients with chronic heart failure. J Cardiac Fail 2009; 15: 747755 Raimondi MT, Balconi G, Boschetti F, Di Metri A, Mohammed SAA, Quaglini V, Araneo L, Galvéz BG, Lupi M, Latini R, Remuzzi A. An opto-structural method to estimate the stress-strain field induced by cell contraction on substrates of controlled stiffness in vitro. J Appl Biomater Funct Mater 2013; 11: 143-150 Paola Di Giulio si è diplomata in Infermieristica nel 1976 presso la Scuola Infermieri dell’Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Milano, ha conseguito un Master in Cancer Nursing presso l’Università di Guildford (UK). Aree di interesse Coordinamento di studi multicentrici ed osservazionali in area cardiologica e cure palliative. Coordinamento di reti infermieristiche. Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne dal 2007 Docente e Responsabile (dal 2008) dell’area Cure dell’Unità di Ricerca della SUPSI (Scuola Universitaria delle Professioni Sanitarie della Svizzera Italiana) dal 2001 Professore associato presso l’Università degli Studi di Torino. Coordinatore del Comitato di redazione di: “Assistenza infermieristica e Ricerca” dal 1997 Responsabile dell’Unità di Ricerca Infermieristica, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano dal 1995 Ricercatore senior presso il Dipartimento Cardiovascolare, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano dal 1989 Consulente presso il Laboratorio di Farmacologia Clinica, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano Principali pubblicazioni Amodeo R, De Ponti A, Sorbara L, Avanzini F, Di Giulio P, De Martini M. Come aumentare le conoscenze dei pazienti con cardiopatia ischemica sulla loro malattia? Utilità di un incontro educazionale tenuto da infermieri. G Ital Cardiol 2009; 10: 249-255 Di Giulio P, Pera C, Scarano M, Ferri B, Lepore V, Miani D, Tognoni G. Rapporto finale dello studio QDF (Qualità di vita, Depressione e Funzioni cognitive) nei pazienti con scompenso cardiaco. Assistenza Infermieristica e Ricerca 2009; 28: 5-38 Baldi I, Gouchon SM, Di Giulio P, Buja A, Gregori D. Group sequential and adaptive designs: a novel, promising tool for nursing research. J Adv Nurs 2011; 67: 1824-1833. Avanzini F, Di Giulio P, Amodeo R, Baldo S, Bergna ML, Busi G, Carlino L, Colombo F, Cotza R, De Ponti A, Di Rocco E, Marigliani C, Negri E, Roncaglioni MC, Saltarel I, Sorbara L, Tavani A, De Martini M. Efficacia di un intervento educativo infermieristico in pazienti ricoverati per una sindrome coronarica acuta. Assistenza Infermieristica e Ricerca 2011; 30: 16-23 Toscani F, Di Giulio P, Villani D, Giunco F, Brunelli C, Gentile S, Finetti S, Charrier L, Monti M, van der Steen J, on behalf of the End of Life Observatory - Prospective Study on DEmentia Patients Care (EoLO-PSODEC) Research Group. Treatments and prescriptions in advanced dementia patients residing in long-term care institutions and at home. J Pall Med 2013; 16: 31-37. Network of Nurses of GISSI-HF, Di Giulio P. Should patients perception of health status be integrated in the prognostic assessment of heart failure patients? A prospective study. Qual Life Res 2014; 23: 49-56 Fabio Fiordaliso si è laureato in Scienza Biologiche nel 1995 presso l’Università di Milano Attività formative 1998 Specializzazione in Ricerca Farmacologica, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, sede di Milano 1995 Laurea in Scienze Biologiche, Istituto di Patologia Generale, Università degli Studi di Milano Aree di interesse Studio dell’organizzazione morfologica e strutturale di cellule e tessuti utilizzando tecniche di microscopia ottica, confocale ed elettronica, con particolare attenzione ai meccanismi di internalizzazione e localizzazione intracellulare di nanoparticelle per uso terapeutico.. Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne dal 2007 Capo dell’Unità di Bio-imaging presso il Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano dal 2006 Membro dell’Heart Failure Association (HFA) della European Society of Cardiology RAPPORTO ATTIVITA’ 179 2014 IRFMN dal 2005 dal 2005 dal 2001 1997-2001 1994-1997 1992-1994 Membro del Working group on myocardial function (WG 4) della European Society of Cardiology Membro del Consiglio d’Amministrazione del Consorzio of Microscopy and Image Analysis (MIA) Ricercatore Senior presso il Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano Post-Doctoral Research Fellow presso il Cardiovascular Research Institute (Department of Medicine), New York Medical College, Valhalla, New York Ricercatore presso Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano Tesista presso Istituto di Patologia Generale dell’Università di Milano Principali pubblicazioni Fiordaliso F, De Angelis N, Cuccovillo I, Bai A, Salio M, Serra DM, Bianchi R, Razzetti R, Latini R, Masson S. Effect of β-adrenergic and renin-angiotensin system blockade on myocyte apoptosis and oxidative stress in diabetic hypertensive rats. Life Sci 2007; 81: 951-959 Basso M, Pozzi S, Tortarolo M, Fiordaliso F, Bisighini C, Pasetto L, Spaltro G, Lidonnici D, Gensano F, Battaglia E, Bendotti C, Bonetto V. Mutant copper-zinc superoxide dismutase (SOD1) induces protein secretion pathway alterations and exosome release in astrocytes: implications for disease spreading and motor neuron pathology in amyotrophic lateral sclerosis. J Biol Chem 2013; 288: 15699-15711 Papa S, Rossi F, Ferrari R, Mariani A, De Paola M, Caron I, Fiordaliso F, Bisighini C, Sammali E, Colombo C, Gobbi M, Canovi M, Lucchetti J, Peviani M, Morbidelli M, Forloni G, Perale G, Moscatelli D, Veglianese P. Selective nanovector mediated treatment of activated proinflammatory microglia/macrophage in spinal cord injury. ACS Nano 2013; 7: 9881-9895 Balducci C, Mancini S, Minniti S, La Vitola P, Zotti M, Sancini G, Mauri M, Cagnotto A, Colombo L, Fiordaliso F, Grigoli E, Salmona M, Snellman A, Haaparanta-Solin M, Forloni G, Masserini M, Re F. Multi-functional liposomes reduce brain β-amyloid burden and ameliorate memory impairment in Alzheimer's disease mouse models. J Neurosci 2014; 34: 14022-14031 Bigini P, Previdi S, Casarin E, Silvestri D, Violatto MB, Facchin S, Sitia L, Rosato A, Zuccolotto G, Realdon N, Fiordaliso F, Salmona M, Morpurgo M. In vivo fate of avidin-nucleic acid nanoassemblies as multifunctional diagnostic tools. ACS Nano 2014; 8: 175-187 Ferrari R, Lupi M, Falcetta F, Bigini P, Paolella K, Fiordaliso F, Bisighini C, Salmona M, D'Incalci M, Morbidelli M, Moscatelli D, Ubezio P. Integrated multiplatform method for in vitro quantitative assessment of cellular uptake for fluorescent polymer nanoparticles. Nanotechnology 2014; 25: 045102 Serge Masson si è laureato in Biochimica e Biofisica nel 1986 presso l’Università di Marsiglia (Francia) e si è specializzato nel 1990 in Biochimica e Biologia Cellulare (Docteur en Sciences, PhD) presso l’Università di Marsiglia (Francia), seguito da una formazione post-dottorale presso il Panum Institute di Copenaghen (Danimarca). Aree di interesse Ruolo fisiopatologico, diagnostico e prognostico dell’attivazione dei sistemi neuroendocrini nelle patologie cardiovascolari. Ruoli attuali e passati in istituto e in organizzazioni esterne dal 2002 Capo dell’Unità di Endocrinologia Cardiovascolare dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri" di Milano dal 2011 Esaminatore Tesi PhD per Open University di Londra dal 2002 Responsabile del Sistema Qualità del Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare, dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri" di Milano Membro della American Heart Association (Basic Council) e del Working Group on Myocardial Function della Società Europea di Cardiologia dal 1994 Ricercatore presso il Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare dell’Istituto "Mario Negri", Milano 1993 Ricercatore presso il Laboratorio di Risonanza Magnetica, Ospedale “San Raffaele”, Milano 1990-1993 Ricercatore post-dottorale presso l’Istituto Panum e Assitant Lecturer presso l’Università di Copenaghen, Danimarca 1988-1990 Ricercatore presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Marsiglia, Francia Principali pubblicazioni Masson S, Anand I S, Favero C, Barlera S, Vago T, Bertocchi F, Maggioni AP, Tavazzi L, Tognoni G, Cohn JN, Latini R, Val-HeFT Investigators, GISSI-HF Investigators. Serial measurement of cardiac troponin T using a highly sensitive RAPPORTO ATTIVITA’ 180 2014 IRFMN assay in patients with chronic heart failure. Data from two large randomized clinical trials. Circulation 2012; 125: 280288 Masson S, Latini R, Cioffi G, Urso R, Vago T, Lucci D, Mureddu GF, Tarantini L, Faggiano P, Girfoglio D, Velussi M, Maggioni AP, Giorda CB, Comaschi M, DYDA Investigators. Cardiovascular biomarkers, cardiac dysfunction, and outcomes in patients with type 2 diabetes: A prospective, multicenter study. Diabetes Care 2013; 36: e137-e138 Masson S, Marchioli R, Mozaffarian D, Bernasconi R, Milani V, Dragani L, Tacconi MT, Marfisi RM, Borgese L, Cirrincione V, Febo O, Nicolis E, Maggioni AP, Tognoni G, Tavazzi L, Latini R, on behalf of the GISSI-HF Investigators. Plasma n-3 polyunsaturated fatty acids in chronic heart failure in the GISSI-Heart Failure Trial: Relation with fish intake, circulating biomarkers, and mortality. Am Heart J 2013; 165: 208-215.e4 Caironi P, Tognoni G, Masson S, Fumagalli R, Pesenti A, Romero M, Fanizza C, Caspani L, Faenza S, Grasselli G, Iapichino G, Antonelli M, Parrini V, Fiore G, Latini R, Gattinoni L, ALBIOS Study Investigators. Albumin replacement in patients with severe sepsis or septic shock. New Engl J Med 2014; 370: 1412-1421 Cannone V, Barlera S, Pileggi S, Masson S, Franzosi MG, Latini R, Scardulla C, Clemenza F, Maggioni AP, Nicolosi GL, Tavazzi L, Burnett JC Jr, GISSI-HF Investigators. The Anp genetic variant Rs5068 and circulating levels of natriuretic peptides in patients with chronic heart failure. Int J Cardiol 2014; 176: 1249-1251 Masson S, Caironi P, Spanuth E, Thomae R, Panigada M, Sangiorgi G, Fumagalli R, Mauri T, Isgrò S, Fanizza C, Romero M, Tognoni G, Latini R, Gattinoni L. Presepsin (soluble CD14 subtype) and procalcitonin levels for mortality prediction in sepsis: data from the Albumin Italian Outcome Sepsis trial. Crit Care 2014; 18: R6 Enrico Bjørn Nicolis ha frequentato il corso di laurea in Scienze dell’Informazione presso l’Università degli Studi di Milano. Attività formative 1991-1999 Borsista presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano Aree di interesse Gestione e analisi dati degli studi clinici controllati. Sviluppo di database e “tools” per gli studi di genetica di popolazione, in particolare per l’analisi di linkage. Ruoli attuali e passati in istituto dal 2001 Capo dell’Unità di Bioinformatica del Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano dal 1999 Ricercatore nel Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano dal 1997 Sistemista del Centro di Calcolo dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano dal 1991 Borsista nell’Unità di Informatica Medica e Statistica Applicata, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri” di Milano Principali pubblicazioni Santoro E, Nicolis E, Franzosi MG.Telecommunication technology for the management of large scale clinical trials: The GISSI experience. Comput Methods Programs Biomed 1999; 60: 215-223 Tognoni G, Franzosi MG, Nicolis E, Barlera S, Specchia C, Chiodini B, Crociati L, Ferrario L, PROCARDIS Consortium. A trio family study showing association of the lymphotoxin-alfa N26 (804A) allele with coronary artery disease. Eur J Hum Genet 2004; 12: 770-774 Specchia C, Barlera S, Chiodini BD, Nicolis EB, Farrall M, Peden J, Collins R, Watkins H, Tognoni G, Franzosi MG, PROCARDIS Consortium. Quantitative trait genetic linkage analysis of body-mass index in familial coronary artery disease. Hum Hered 2008; 66: 19-24 Barbati E, Specchia C, Villella M, Rossi ML, Barlera S, Bottazzi B, Crociati L, d'Arienzo C, Fanelli R, Garlanda C, Gori F, Mango R, Mantovani A, Merla G, Nicolis EB, Pietri S, Presbitero P, Sudo Y, Villella A, Franzosi MG. Influence of pentraxin 3 (PTX3) genetic variants on myocardial Infarction risk and PTX3 plasma levels. PLoS One 2012; 7: e53030 Ohmann C, Canham S, Cornu C, Dreß J, Gueyffier F, Kuchinke W, Nicolis EB, Wittenberg M. Revising the ECRIN standard requirements for information technology and data management in clinical trials. Trials 2013; 14: 97 Pileggi S, Barlera S, Nicolis E, Crociati L, Pietri S, Specchia C, Franzosi MG. Association of ADIPOQ variants and heart failure in an Italian population. Ther Adv Cardiovasc Dis. 2014; 8: 89-96. ATTIVITA’ DEL DIPARTIMENTO I laboratori afferenti al Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare (nato dalla lunga esperienza degli studi GISSI) sviluppano attività di ricerca che coprono sia l'area sperimentale e di ricerca di base, sia quella della valutazione clinica ed epidemiologica di farmaci, di strategie diagnostico-terapeutiche, di fattori di rischio delle malattie cardiovascolari. Il Dipartimento privilegia progetti di ricerca a forte impronta collaborativa e multicentrica, che si interfaccia con la clinica, anche per quanto riguarda lo studio di biomarcatori di rischio cardiovascolare. RAPPORTO ATTIVITA’ 181 2014 IRFMN L’attività di ricerca sperimentale è dedicata allo studio dell’attivazione dei processi infiammatori nell’infarto miocardico e nell’insufficienza cardiaca. A queste attività si è aggiunto un modello di arresto cardiaco e rianimazione cardiopolmonare (RCP) nel ratto e nel maiale con lo scopo di valutare la risposta infiammatoria e il danno d’organo (cuore e cervello) conseguenti alla rianimazione e nuovi trattamenti di preservazione di cuore e cervello. L’attività di ricerca clinica riguarda la valutazione clinica di farmaci e di strategie terapeutiche in ambito ospedaliero con la conduzione di sperimentazioni cliniche di grandi dimensioni in patologie di forte impatto epidemiologico quali lo scompenso cardiaco, le sindromi coronariche acute e la fibrillazione atriale; uno spazio è inoltre dedicato all’epidemiologia clinica e alla valutazione dei fattori di rischio dell'infarto miocardico, a cui si sono affiancati più recentemente studi di epidemiologia genetica focalizzati all’identificazione di nuovi geni e alla definizione del ruolo di geni candidati come associati alla cardiopatia ischemica e allo scompenso cardiaco. La collaborazione con reti di ricerca europee ha permesso la realizzazione di studi genetici di linkage e di associazione “genome wide” (GWAS) di larghe dimensioni. Infine, una linea di ricerca clinica riguarda la valutazione di marcatori circolanti (i cosiddetti “biomarkers”) nell’ambito di studi clinici multicentrici in patologie cardiologiche e in altre malattie. La collaborazione con una vasta rete di Medici di Medicina Generale ha consentito da anni la realizzazione di attività di ricerca clinica ed epidemiologica, specificamente originali nel panorama italiano, nell'ambito della prevenzione cardiovascolare attraverso sperimentazioni cliniche di grandi dimensioni. Una parte dell'attività è orientata alla valutazione della reale trasferibilità degli interventi preventivi di provata efficacia nella pratica clinica quotidiana attraverso studi epidemiologici e di outcome research, e alla farmacoepidemiologia a partire dalle analisi delle prescrizioni di grandi data-base amministrativi. Tra le diverse attività il Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare ha contribuito ad accreditare l'Istituto come CRO (Contract Research Organization) accademica per la conduzione di studi clinici per lo più non-profit. Il Dipartimento è in grado di svolgere attività di monitoraggio (con il supporto di monitor certificati) ed è anche abilitato all'utilizzo di Eudravigilance per la sottomissione online dei report di safety. Il Dipartimento conduce inoltre studi di farmacoepidemiologia attraverso l'analisi di grandi database amministrativi di prescrizioni di farmaci effettuate in un grande campione di Unita' Sanitarie Locali. La rete di ricerca infermieristica è orientata alla valutazione della qualità di salute e di vita dei pazienti e all'epidemiologia degli interventi infermieristici e alle loro implicazioni per il benessere e l'outcome dei pazienti. Partecipazione a progetti a finanziamento pubblico assegnati su base competitiva: 1. Commissione Europea (FP7): - FOCUS - HOMAGE - CREACTIVE - SHOCKOMICS 2. Commissione Europea (Horizon 2020- PHC-17-2014 - Call: “Comparing the effectiveness of existing health care interventions in the elderly): - SECURE 3. Progetti di Ricerca Finalizzata (Bando Ministero della Salute 2011-2012): - ICOS-ONE - Immune procoagulant and inflammatory responses in severe sepsis and septic shock RAPPORTO ATTIVITA’ 182 2014 IRFMN - Preclinical optimization of treatment with inhaled argon to improve neurological outcome and survival after cardiac arrest PRINCIPALI RISULTATI In 1000 pazienti con sepsi grave o shock settico è stato studiato un nuovo marcatore circolante, CD14-ST o presepsina, che si è dimostrato fortemente associato alla risposta clinica e alla prognosi del paziente. Sono state messe in luce anche relazioni tra le variazioni temporali di presepsina e la appropriatezza della terapia antibiotica. Una recente analisi condotta sui 7000 pazienti con insufficienza cardiaca cronica, arruolati nello studio GISSI-HF, ha dimostrato che una diminuzione involontaria di peso in 3-6 mesi di almeno 2 kg costituisce un fattore di rischio rilevante, indipendente da tutti gli altri fattori. Sono in corso studi per meglio comprendere i meccanismi di questa perdita di peso e per valutare la possibilità di modularla. Sono in corso sperimentazioni sugli effetti cardio e neuroprotettivi del gas nobile argon, somministrato dopo arresto cardiaco. Risultati di esperimenti preliminari condotti sul maiale suggeriscono che la ventilazione con argon 70% e ossigeno a partire dall'inizio delle manovre rianimatorie migliora il recupero delle funzioni neurologiche e riduce i danni istologici a livello cerebrale e cardiaco. Una delle cause della bassa sopravvivenza dei pazienti rianimati in seguito ad arresto cardiaco è la mancanza di conoscenza dei meccanismi coinvolti nel danno d’organo dopo arresto cardiaco. Lo studio di questi meccanismi attraverso l’utilizzo di modelli sperimentali di arresto cardiaco e rianimazione nel ratto e nel maiale ci ha permesso di dimostrare che, in seguito ad arresto cardiaco e rianimazione, si attiva il processo di degradazione di un importante amminoacido, introdotto nel nostro organismo attraverso l’alimentazione, che prende il nome di triptofano, importante per la sintesi della serotonina e delle vitamine del gruppo B. L’attivazione della degradazione del triptofano osservata negli esperimenti sui modelli animali è stata anche confermata in una piccola coorte di 7 pazienti rianimati da arresto cardiaco. Ulteriori analisi hanno dimostrato che l’entità dell’attivazione di questo processo correlava significativamente con la gravità della disfunzione cardiaca, con il danno cerebrale, con il deficit cognitivo e con la sopravvivenza, in tutte le specie studiate. L’accesso ad una delle più ampie e complete biobanche europee (FINNRESUSCI), ci ha permesso di valutare questo pathway su una larga coorte di pazienti rianimati. Questa banca-dati raccoglie i campioni di plasma provenienti da 245 pazienti rianimati da arresto cardiaco in Finlandia e ricoverati in una delle 21 terapie intensive del paese, e dati sui tempi di soccorso, sulle cure e sul decorso intra-ospedaliero dei pazienti. È stato inoltre possibile valutare lo stato dei pazienti anche a distanza di 1 anno dall’arresto cardiaco in modo da studiarne l’esito a lungo termine. Grazie alle analisi eseguite su questi pazienti, abbiamo anzitutto confermato a livello clinico ciò che si era evidenziato precedentemente nell’animale e su un numero più piccolo di pazienti. La degradazione del triptofano era attivata già poche ore dopo la rianimazione e dipendeva dalla durata dell’arresto cardiaco, dal tipo di arresto cardiaco ed dalla necessità dell’utilizzo di farmaci vasopressori per la rianimazione, come l’adrenalina. Inoltre, la attivazione della degradazione del triptofano era direttamente correlata alla gravità della disfunzione cardiaca e delle alterazioni emodinamiche riscontrate dopo rianimazione. Infine, abbiamo dimostrato che l’entità della degradazione del triptofano costituiva un fattore predittivo della mortalità sia precoce (in terapia intensiva), sia a lungo termine. L’utilizzo precoce di un defibrillatore costituisce, insieme alle compressioni toraciche, l’unico intervento in grado di ripristinare la circolazione spontanea nelle vittime di arresto cardiaco causato da fibrillazione ventricolare, migliorandone la sopravvivenza. Tuttavia, stabilire la priorità di questi interventi sul campo rimane oggetto di dibattito e controversia; non c’è infatti un criterio che consenta al soccorritore di stabilire se sia più efficace intervenire prima con le RAPPORTO ATTIVITA’ 183 2014 IRFMN compressioni toraciche oppure con la defibrillazione elettrica. L’analisi in tempo reale dell’onda elettrica di fibrillazione ventricolare -l’aritmia che causa l’arresto completo dell’attività contrattile del cuore- sembra costituire uno strumento utile e non invasivo per impostare una strategia di rianimazione di successo. In particolare, l’algoritmo che consente l’analisi spettrale dell’onda di fibrillazione ventricolare, genera un valore (AMSA) che rappresenta uno dei predittori più accurati del successo della defibrillazione. La ricerca è stata condotta con il contributo del 118 lombardo (Azienda Regionale Emergenza e Urgenza, AREU) sui pazienti con arresto cardiaco soccorsi negli anni 2008-2010, grazie ad un finanziamento per la Ricerca Indipendente della Regione Lombardia. L’algoritmo di defibrillazione è stato studiato e validato su più di 1600 pazienti. Nei pazienti che presentano valori di AMSA bassi, la probabilità di insuccesso della defibrillazione era predetta con elevata sensibilità e specificità (superiori all’80%), indicando quindi un vantaggio per la non interruzione delle compressioni toraciche. Al contrario un valore alto di AMSA è stato indicativo di un successo della defibrillazione (con un valore predittivo positivo superiore all’80%), indicando quindi il momento migliore per interrompere il massaggio cardiaco ed erogare lo shock elettrico. Il calcolo dell'AMSA quindi si è confermato accurato ed in grado di permetterne di guidare l'intervento dei soccorritori. Un grande studio internazionale focalizzato sulla ricerca delle cause genetiche dell’ictus cerebrale ischemic, promosso dal International Stroke Genetics Consortium e dal Wellcome Trust Case Control Consortium 2, ha analizzato un’enorme massa di dati genetici di circa 50.000 persone di origine europea, delle quali circa 10.000 affetti da ictus ischemico. Lo studio, che ha ricevuto un contributo importante dal gruppo Malattie Cerebrovascolari dell’Istituto Neurologico Besta e dallo studio Procardis del Mario Negri, ha permesso di identificare un nuovo polimorfismo del gene HDAC9 sul cromosoma 7p21 associato all’ictus cerebrale ischemico, in particolare in quei soggetti che sviluppano infarti cerebrali dovuti alla stenosi o all’occlusione delle grosse arterie del collo e della testa (arterie carotidi, arterie vertebrali, arteria basilare). Sono stati pubblicati i risultati dello studio FOCUS (Fixed dose Combination Drug for Secondary Prevention) (J Am Coll Cardiol 2014; 64: 2071-82) finanziato dalla Commissione Europea e coordinato dal Centro Nacional de Investigationes Cardiovasculares di Madrid. Lo studio condotto in collaborazione con Spagna, Italia, Argentina, Brasile e Paraguay aveva come obiettivo quello di: a) conoscere le problematiche che impediscono un uso corretto dei farmaci in diversi contesti (fase I); b) valutare se la somministrazione in un’unica pillola dei farmaci raccomandati per la prevenzione secondaria dell’infarto (aspirina 100 mg, simvastatina 40 mg, ramipril 2,5; 5,0; o 10 mg) migliorasse l’aderenza al trattamento rispetto all’assunzione dei tre farmaci separatamente (fase II). Sono stati inclusi 2.118 pazienti con infarto, di cui 695 hanno anche partecipato alla fase II. Lo studio dimostra che: a) identificare le ragioni cliniche e sociali della scarsa aderenza alle terapie è utile per mettere in atto delle strategie mirate a migliorare la continuità terapeutica; b) l’uso della polipillola aumenta l’aderenza rispetto agli stessi farmaci assunti separatamente e può rappresentare un utile strumento per migliorare anche l’accesso alle cure nei paesi dove le risorse economiche sono scarse. COLLABORAZIONI NAZIONALI AMD (Associazione Medici Diabetologi) - Lombardia ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri) AREU - Azienda Regionale Emergenza Urgenza - Lombardia Azienda Ospedaliera CTO/Maria Adelaide, Torino CDI - Centro Diagnostico Italiano Spa, Milano Centro Cardiologico Monzino IRCCS, Milano Centro Emofilia e Trombosi Angelo Bianchi Bonomi, Fondazione Ca' Granda - Ospedale RAPPORTO ATTIVITA’ 184 2014 IRFMN Maggiore Policlinico, Milano CINECA (Consorzio Interuniversitario per il Calcolo Automatico dell'Italia Nord-Orientale) CSeRMEG (Centro Studi e Ricerche in Medicina Generale) Dipartimento Cardio-Vascolare ed Endocrino-Metabolico, Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza IRCCS, San Giovanni Rotondo (FG) Dipartimento Cardiologico “A. De Gasperis” - Struttura Complessa di Cardiologia 2 Insufficienza Cardiaca e Trapianto, Azienda Ospedaliera Ospedale Niguarda Ca’ Granda, Milano Dipartimento di Cardiologia e UTIC, Istituto Clinico Humanitas IRCCS, Rozzano (MI) Dipartimento di Immunologia, Istituto Clinico Humanitas IRCCS, Rozzano (MI) Ematologia, Ospedale Sant’Anna, Torino Fondazione Don Gnocchi IRCCS, Milano Fondazione Istituto Neurologico “Carlo Besta”, Milano Fondazione per il Tuo Cuore - Heart Care Foundation - ONLUS, Firenze Fondazione Sestini, Bergamo Gruppi organizzati di MMG (FIMMG, CoS, Ass.Cu.M.I., AMISI) IEO - Istituto Europeo di Oncologia, Milano IFOM-FIRC, Milano IRC - Italian Resuscitation Council, Bologna ISMETT Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione, Palermo Istituto di Anestesiologia e Rianimazione, IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli, Regina Elena, Milano Istituto Auxologico Italiano IRCCS Milano Istituto di Anestesia e Rianimazione, Ospedale San Gerardo, Monza (MI) Istituto di Ricerca in Cure palliative Lino Maestroni, Cremona Istituto Ortopedico Galeazzi, Milano Istituto Ortopedico Rizzoli, Bologna Italian Resuscitation Council, Bologna IRCCS Fondazione Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano Laboratorio di Endocrinologia, Ospedale Luigi Sacco, Milano PoliMi Politecnico, Milano Regione Emilia Romagna Regione Lombardia Regione Lazio, Dipartimento di Epidemiologia Servizio Farmaceutico, USSL 20, Verona SIBioC (Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare) Unità Operativa di Anatomia e Istologia Patologica, Ospedale Luigi Sacco, Milano Unità Operativa Semplice di Neuroanestesia e Neurorianimazione, Dipartimento di Medicina Perioperatoria e Terapie Intensive, Ospedale San Gerardo, Monza (MI) Unità Operativa Piede Diabetico, IRCCS Multimedica, Sesto San Giovanni (MI) Università degli Studi di Bari, Aldo Moro, Dipartimento di Scienze Biomediche e Oncologia Umana Università degli Studi di Catania, Dipartimento di Anestesia e Terapia Intensiva Università degli Studi di Catania, Dipartimento di Scienze del Farmaco, Sezione di Biochimica Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Medicina Interna Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze Farmacologiche Università degli Studi di Milano, Polo Veterinario di Lodi (MI) Università degli Studi di Milano Bicocca, Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze Università degli Studi di Milano Bicocca, Dipartimento di Scienze della Salute, Centro di Biostatistica per l’Epidemiologia Clinica Università degli Studi di Palermo, Scuola di Specializzazione in Anestesia e Rinimazione Università degli Studi di Parma, Dipartimento di Scienze Biomediche, Biotecnologiche e RAPPORTO ATTIVITA’ 185 2014 IRFMN Traslazionali Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Anatomia, Farmacologia e Medicina Forense Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche Università degli Studi di Verona, Dipartimento di Sanità Pubblica Università degli Studi di Verona, Istituto di Anatomia Umana COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI Cecomet (Centro de Epidemiologia comunitaria y Medicina tropical, Esmeraldas) Ecuador Cochrane Collaboration, Oxford, UK Clinical Trial Research Unit, Auckland University, Nuova Zelanda CNIC Centro Nacional de Investigaciones Cardiovasculares, Madrid , Spain CTSU (Clinical Trial Service Unit) /ISIS (International Studies on Infarct Survival), Oxford, UK Department of Cardiology, Italian Hospital of Buenos Aires, Argentina Department of Communications Engineering, Universidad de Pais Vasco, Bilbao, Spain Department of Epidemiology, Harvard School of Public Health, Boston, USA Department of Intensive Care, Erasme Hospital, Brussels, Belgiun DSAN SUPSI (Scuola Universitaria Professioni Sanitarie), Lugano, Switzerland ECLA (Estudios Cardiologicos de Latino-America) ECRIN (European Clinical Research Infrastructures Network) ERC (European Resuscitation Council), Basic Life Support Working group Helsingborg Hospital, Sweden ILCOR (International Liaison Committee on Resuscitation), Task Force for Cardiopulmonary Resuscitation 2015 International Guidelines Institut Lorrain du Coeur et des Vaisseaux Louis Mathieu, Vandoeuvre-les-Nancy, France Karolinska Institutet, Stockholm, Sweden Laerdal Foundation for Acute Medicine, Stavanger, Norway Mayo Clinic, Cardiorenal Research Lab, Rochester, MN, USA PHRI (Population Health Research Institute), McMaster University, Hamilton, Ontario, Canada The Third Military University, Chong Qing, China University of Cambridge, UK University of Aachen, Germany University of Helsinki, Central Hospital, Finland University of Manchester, Medicine/Cardiology Manchester Royal Infirmary, UK University of Minnesota, Minneapolis, USA University of Oslo, Division of Medicine, Akershus University Hospital, Norway University Medical Center, Groningen, The Netherlands University Medical Center, Maastricht, The Netherlands Wellcome Trust Centre for Human Genetics, University of Oxford, UK WONCA (World Organization of Family Doctors) PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI Assistenza Infermieristica e Ricerca, European Journal of Oncology Nursing, International Journal of Practice Development (Paola Di Giulio) Current Controlled Trials, Global Heart (Maria Grazia Franzosi) Journal of Cardiac Failure, Journal of Cardiovascular Medicine (Roberto Latini) Disease Markers (Serge Masson) Open Access Critical Care, Resuscitation, The Scientific World Journal (Giuseppe Ristagno) European Heart Journal, International Journal of Health Services, Journal of Cardiovascular RAPPORTO ATTIVITA’ 186 2014 IRFMN Medicine (Gianni Tognoni) ATTIVITA' DI REVISIONE American Heart Journal, American Journal of Cardiology, American Journal of Medicine, Annali di Igiene, Archives of Medical Research, Atherosclerosis Thrombosis and Vascular Biology, Biomarkers in Medicine, BMC Cardiovascular Disorders, Canadian Journal of Physiology and Pharmacology, Canadian Medical Association Journal, Cardiology, Cardiovascular Drugs and Therapy, Cardiovascular Research, Circulation, Clinical Biochemistry, Clinical Pharmacology and Therapeutics, Critical Care, Critical Care Medicine, Diabetes Research and Clinical Practice, European Heart Journal, European Journal of Cardiovascular Nursing, European Journal of Clinical Investigation, European Journal of Heart Failure, European Journal of Oncology Nursing, Expert Review Molecular Diagnostics, Free Radical Biology & Medicine, Health and Quality of Life, Heart, Heart Vessels, International Journal of Cardiology, International Journal Diabetes in Developing Countries, ISRN Nursing (International Scholarly Research Network), International Journal of Obesity, Intensive Care Medicine, JACC, JACC-HF, JAMA, Journal of Cardiac Failure, Journal of Clinical Laboratory Analysis, Journal of Cardiovascular Medicine, Journal of Critical Care, Journal of Internal Medicine, Lancet, Life Sciences, Metabolism, Nursing Research, PLoS Medicine, PLoS One, PharmacoEconomics, Pharmacological Research, Postgraduate Medical Journal, Recent Patents in Endocrinology Metabolism Immune Drug Discovery, Redox Report, Resuscitation, Trials PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI Comitato Etico della Provincia di Trento Comitato Ordinatore del Corso Master di I° Livello in Ricerca Clinica, Università degli Studi di Milano Comitato Scientifico IRC - Italian Resuscitation Council, Bologna Comitato Scientifico ACOI - Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani, Roma Consiglio di Amministrazione Consorzio MIA (Microscopy and Image Analysis), Monza ERC (European Resuscitation Council), Basic Life Support Working group Gruppo di Studio SIAARTI - Società Italiana Anestesia Analgesia Rianimazione Terapia Intensiva ILCOR (International Liaison Committee on Resuscitation), Task Force for Cardiopulmonary Resuscitation 2015 International Guidelines Società Italiana Terapia Intensiva SITI ORGANIZZAZIONE DI EVENTI Investigator's Meeting - Riunione sullo stato di avanzamento dello studio BeTACTIC - Best Therapy After Cardiac Transplantation, the Italian Challenge 13/03/14, Aula E, IRCCS - Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano Investigator's Meeting - Riunione per la presentazione dei risultati della fase ospedaliera dello studio CYCLE (Ciclosporina A nell’infarto miocardico acuto riperfuso) 30/05/14, Sala Giacomo Binda - Fortezza da Basso, Firenze Investigator's Meeting - Riunione di aggiornamento delle novità emerse in letteratura, stato di avanzamento dello Studio FALCO (Sorveglianza dei pazienti con Fibrillazione Atriale in Lombardia trattati con Anticoagulanti Orali) RAPPORTO ATTIVITA’ 187 2014 IRFMN 19/06/14, Aula E, IRCCS - Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano Seminar - William Harris: What's left of n-3PUFA in cardiovascular prevention? 10/09/14, Aula Guasti, IRCCS - Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano Seminar - Hans-Peter Brunner La Rocca: Role of circulating biomarkers in guiding the management of patients with heart failure 10/10/14, Aula Guasti, IRCCS - Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano Workshop - Ecografia nel Piccolo Animale. Presentazione ed utilizzo della nuova piattaforma d’imaging VEVO®3100 22-23/10/14, Aula Poster e Stabulario, IRCCS - Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano (Evento organizzato in collaborazione con il Dipartimento di Oncologia) Investigator's Meeting - Riunione sullo stato di avanzamento dello studio ICOS-ONE (International CardiOncology Society-ONE Trial) 30/10/14, Aula Pinta, DIBIT, Ospedale San Raffaele, Milano MASTER di I° Livello in Ricerca Clinica dell’Università degli Studi di Milano, Facoltà di Medicina e Chirurgia (Anno Accademico 2014-2015) METODOLOGIA DELLA RICERCA CLINICA ED ELEMENTI DI STATISTICA 17/11/14 Introduzione al corso. Il disegno dello studio in epidiemiologia. Il disegno degli studi clinici 18/11/14 Corso di introduzione alla statistica medica. Elementi di statistica descrittiva 19/11/14 Inferenza statistica-1: stima e intervalli di confidenza. Esercitazione di inferenza statistica-1 20/11/14 Metodi statistici per l'analisi dell'outcome. Le principali misure di rischio. Monitoraggio degli studi clinici profit & report delle reazioni avverse L'ORGANIZZAZIONE DI UNO STUDIO CLINICO: ASPETTI REGOLATORI IN ACCORDO CON LE REGOLE DI BUONA PRATICA CLINICA 24/11/14 Gestione della ricerca clinica in Azienda. Lo studio clinico: il protocollo, il consenso informato e la comunicazione con le autorità competenti 25/11/14 Legislazione sulla sperimentazione clinica e ruolo dei Comitati Etici-1. La farmacovigilanza degli studi no profit: nuove direttive e prospettive future 26/11/14 Gestione della ricerca clinica in un IRCCS. Monitoraggio negli studi no-profit 27/11/14 Legislazione sulla sperimentazione clinica e ruolo dei Comitati Etici-2. La dimensione del campione negli studi clinici GLI STRUMENTI PER LA RACCOLTA E L’INTERPRETAZIONE DEI DATI 01/12/14 Systematic review and meta-analysis. Meta-ricerca. La valutazione del rischio di bias nei trial clinici randomizzati 02/12/14 Trasparenza nei clinical trial. Trial di non-inferiorità 03/12/14 La ricerca bibligrafica oggi. Internet e le nuove technologie per l’aggiornamento del medico-scientifico LA RICERCA CLINICA NELLE VARIE AREE TERAPEUTICHE 03/12/14 Ricerca in sanità pubblica 04/12/14 Ricerca in medicina generale. Problemi aperti nella scoperta e nello sviluppo di farmaci 09/12/14 Uso clinico dei biomarker in oncologia. Gestione della complessità clinico-terapeutica del paziente anziano ospedalizzato. Le interazioni tra farmaci 11/12/14 Reazioni avverse e farmacovigilanza. Il "discorso etico": dalla linearità dei buoni principi alla provocazione del reale ELEMENTI DI STATISTICA AVANZATA 15/12/14 Inferenza statistica-2: Test statistici. Farmaci equivalenti RAPPORTO ATTIVITA’ 188 2014 IRFMN 16/12/14 Dalla preclinica alla clinica: sviluppo di nuovi farmaci cardiovascolari. Ricerca clinica nel campo dell'epilessia. Ricerca clinica nell'ictus 17/12/14 Analisi della sopravvivenza. Esercitazione di inferenza statistica-2 IRCCS - Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano PRESENTAZIONI A CONGRESSI ED EVENTI Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII di Bergamo - Dipartimento Cardiovascolare Clinico e di Ricerca. 02/04/14, Sala Riunioni, Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII, Bergamo, Italy - Infiammazione e malattie cardiovascolari: insufficienza cardiaca e fibrillazione atriale ANMCO Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri - ANMCO Lombardia, Fondazione per il tuo Cuore ONLUS - Heart Care Foundation. 7° UTIC Lombarde Convention (Sessione: La gestione intraospedaliera dell’arresto cardiocircolatorio), 04-05/04/14, Antico Borgo La Muratella, Cologno al Serio, Bergamo, Italy - Ipotermia: incertezze e lati oscuri Transatlantic Heart Failure Biomarker Working Group. Ninth Annual Meeting. Biomarkers for innovative medicine in heart failure - Biomarker and clinical decision making in CV disease: focus on heart failure. 26-27/04/14, Cannes, France - Revisiting clinical applications of high sensitivity troponin in CHF (Session: Novel approaches to personalize heart failure care) - Potential novel heart failure biomarkers (Session: Utilization of emerging biomarkers in clinical heart failure care) SIARED Società Italiana di Anestesia Rianimazione Emergenza e Dolore. 10° Congresso Nazionale SIARED. Appropriatezza delle cure e risorse disponibili. 12-14/05/14, Sheraton Hotel, Catania, Italy - Defibrillatori e defibrillazione: update ERC European Resuscitation Council. Resuscitation 2014. The pathway to new guidelines. 1517/05/14, Bilbao, Spain - Reduction in carotid blood flow after epinephrine during CPR in a porcine model of cardiac arrest is probably related to an increased vascular bed resistance - Predicting defibrillation success - Increased rate of bystander-initiated CPR during the initial 3 months after the week of cardiac arrest awareness “viva!” in two Italian cities - Early activation of the kynurenine pathway predicts early death and long-term outcome in patients resuscitated from out-of-hospital cardiac arrest - Relationship between plasma high-sensitive cardiac troponin T and infarct size in a porcine model of acute myocardial infarction and cardiac arrest and resuscitation - European restart a heart day initiatives: are they worthwhile? ESICM European Society of Intensive Care Medicine. Cardiac arrest. From CPR to recovery. ESICM Regional Conference. 22-23/05/14, Zagreb, Croazia - Defibrillation update - VF analysis RAPPORTO ATTIVITA’ 189 2014 IRFMN SIAARTI Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva. SMART Organizing and Scientific Committee. 25° SMART Simposio Mostra Anestesia, Rianimazione e Terapia Intensiva. 28-30/05/14, MiCo-Milano Congressi Ala Nord, Milano, Italy - Improving the chances of successful defibrillation: the AMSA ANMCO Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri - Fondazione per il tuo Cuore ONLUS - Heart Care Foundation. 45° Congresso Nazionale di Cardiologia ANMCO. 30/05/14, Fortezza da Basso, Firenze, Italy - Presentazione dei risultati dello Studio CYCLE. End point primario ed eveni clinici durante la fase ospedaliera EAS European Atherosclerosis Society. 82nd EAS Congress. 31/05-03/06/14, Madrid, Spain - Characterization of ANP genetic variant rs5068 in chronic heart failure patients Centro Studi ANMCO Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri - Fondazione per il tuo Cuore ONLUS - Heart Care Foundation. Corso avanzato di formazione su metodologia, strategie e tecniche della ricerca clinica. Edizione 2013-2014. Modulo 5, 13/06/14, Hotel Athenaeum, Firenze, Italy - Biomarkers in cardiologia ADA American Diabetes Association. 74th Scientific Session, ADA 13-17/06/14, San Francisco, USA - Prospective pilot study on microangiopathy in diabetic foot ulcer - Marvin E. Levin Award from the American Diabetes Association's Interest Group on Foot Care Università dell’Insubria, Università degli Studi di Brescia. MASTER di II° Livello in Elettrofisiologia ed Elettrostimolazione Cardiaca, V^ Edizione, 25/06/14, Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi, Varese, Italy - Elementi di farmacocinetica-1 - Elementi di farmacocinetica-2 - Dosi ripetute AACC American Association for Clinical Chemistry. AACC 2014 Annual Meeting & Clinical Lab Expo, 27-31/07/14, Chicago, USA - Circulating presepsin (soluble CD14 subtype) in patients with severe sepsis and septic shock. Data from the Albumin Italian Outcome Sepsis (ALBIOS) Study ESC European Society of Cardiology - ESC Congress, 30/08-03/09/14, Barcelona, Spain - Efficacy of aspirin in people with diabetes: an individual participant meta-analysis of 26 randomised trials Boehringer - Ingelheim (I). GLORIA-AF Global Registry on Long-Term Oral Antithombotic Treatment in Patients with Atrial Fibrillation. Regional Investigators’ Meeting, 09/09/14, NH Hotel Marina, Sala Adriatico, Genova, Italy - GLORIA AF - Study protocol presentation Servizio di Cardiologia, Ospedale di San Daniele del Friuli. Attualità in Cardiologia. Convegno Nazionale, 12/09/14, Sala Museo del Territorio, San Daniele del Friuli, UD (Italy) - MINS: Myocardial Injury after Noncardiac Surgery: un problema multidisciplinare Roche Diagnostis (CH). Medical Advisory Board Meeting. Biomarkers for diagnosis of paroxysmal atrial fibrillation, 12/09/14, Hotel Euler, Basel, Switzerland RAPPORTO ATTIVITA’ 190 2014 IRFMN - Biomarker panels already tested in atrial fibrillation studies, OPERA and GISSI-AF - Exploratory marker studies (PREDICTOR - GISSI-AF) U.O. Oncologia Medica, Ospedale “Sacro Cuore - Don Calabria” di Negrar. Incontri di aggiornamento del Dipartimento Oncologico, 19/09/14, Centro Formazione. Ospedale “Sacro Cuore - Don Calabria”, Negrar (VR), Italy - Prevenzione della cardiotossicità da antracicline: lo studio ICOS-ONE Dipartimento Cardiovascolare “A. De Gasperis” - Azienda Ospedaliera Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano. 48° Convegno di Cardiologia 2014, 22-25/09/14 Marriott Hotel, Milano, Italy - Saranno famosi? Neuregulina 1 ricombinante umana nella insufficienza cardiaca cronica Centro Studi ANMCO Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri - Fondazione per il tuo Cuore ONLUS - Heart Care Foundation. Corso avanzato di formazione su metodologia, strategie e tecniche della ricerca clinica. Edizione 2014-2015. Modulo 1 - Metodologia della Ricerca Clinica, 08-10/10/14, Hotel Athenaeum, Firenze, Italy - La rilevanza dei sottoprogetti negli studi clinici. Laboratori centralizzati (core labs) per imaging e analisi di laboratorio IRC Italian Resuscitation Council. Congresso Nazionale IRC - 20° Anniversario, 10-11/10/14, Castel dell’Ovo, Napoli, Italy - Defibrillatori intelligenti - Take home message - VIVA! 2013 e 2014. Il primo anello della catena della sopravvivenza Boehringer - Ingelheim (I). GLORIA-AF Global Registry on Long-Term Oral Antithombotic Treatment in Patients with Atrial Fibrillation. II° Investigators’ Meeting Nazionale, 28/10/14, Boehringer Ingelheim, Milano, Italy - GLORIA AF - Study protocol presentation American Heart Association. AHA Annual Meeting, Scientific Session and ReSS. 15-19/11/14, Chicago, Illinois, USA. - Relationship between duration of untreated cardiac arrest and neurological dysfuction and injury in a porcine model of cardiac arrest and CPR - Severity of postresuscitation myocardial dysfunction is dependent on the duration of untreated cardiac arrest - Amplitude spectrum area to guide defibrillantion: a conclusive validation 1,617 ventricular fibrillation patients - Effect of cyclosporine A on infarct size reduction in reperfused acute myocardial infarction treated with primary angioplasty - N-terminal probrain natriuretic peptide is a strong predictor of long-term mortality in patients with severe sepsis and septic shock. Data from the Albumin Italian outcome sepsis study - Abnormal left ventricular midwall fractional shortening and elevated circulating biomarkers predict high mortality in elderly individuals in the general population - Histopathology of the atrium and cardiac post-operative atrial fibrillation - Predictive value of plasma copeptin and free cortisol on admission and at 48 hours in patients resuscitated from out-of-hospital cardiac arrest - Circulating cardiac and inflammatory biomarkers to predict post-operative atrial fibrillation in the OPERA trial RAPPORTO ATTIVITA’ 191 2014 IRFMN Scuola di Specializzazione in Anestesia, Rianimazione e Terapia Intensiva - Università VitaSalute San Raffaele, Milano, 24/11/14, Aula San Raffaele, Milano, Italy - Arresto cardiaco e defibrillazione: cosa prevedo e cosa vorrei studiare per le Linee Guida 2020 Centro Studi ANMCO Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri - Fondazione per il tuo Cuore ONLUS - Heart Care Foundation. Incontro dei Ricercatori dello Studio VAR, Congresso SICCH 29/11/14, Hotel Ergife, Roma, Italy - Studio VAR - Core Lab Genetico: stato avanzamento lavori e risultatati preliminari SIC Società Italiana di Cardiologia. 75° Congresso Nazionale SIC, 13-15/12/14 Rome Cavalieri, Roma, Italy - Fattori di rischio metabolici e rischio di fibrillazione atriale CONTRIBUTI E CONTRATTI AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), Associazione Amici del Mario Negri, Azienda Ospedaliera Ospedale Niguarda Ca’ Granda Milano, Azienda Ospedaliera San Gerardo Monza, Boehringer Ingelheim Italia Spa, Chiesi Farmaceutici SpA, Centro Nacional de Investigaciones Cardiovasculares (CNIC) Madrid, Comunità Europea, Consorzio Mario Negri Sud Santa Maria Imbaro, Elior Ristorazione SpA, Fondazione Banca del Monte di Lucca, Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Fondazione San Raffaele del Monte Tabor Milano, Fondazione per il Tuo Cuore - Heart Care Foundation Onlus Firenze, Fondazione Sestini Bergamo, Fondazione Veronesi, Health Diagnostic Laboratory, Inc., USA, Helsinki University - Central Hospital, Helsingborg Hospital, Institute of Clinical Medicine - Akershus University Hospital Lørenskog, Istituto Auxologico Italiano IRCCS Milano, Istituto Europeo di Oncologia IRCCS Milano, Laerdal Foundation for Acute Medicine Stavanger, Ministero della Salute, Mitsubishi Chemical Europe, Novartis Pharma SpA, Novo Nordisk SpA, Perfetti Van Melle SpA, Population Health Research Institute-Mc Master University, Regione Lombardia, ROCHE Diagnostics, SIAARTI, Università degli Studi di Milano SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE (2014) Asciutto R, Lugo A, Gallus S, Roncaglioni MC, La Vecchia C, Bosetti C Prevalence and determinants of diabetes mellitus in a representative sample of Italian adults Epidemiology Biostatistics Public Health 2014; 11: e9980-1-e9980-8 Askevold ET, Aukrust P, Nymo SH , Lunde IG, Kaasbøll OJ, Aakhus S, Florholmen G, Ohm IK, Strand ME, Attramadal H, Fiane A, Dahl CP, Finsen AV, Vinge LE, Christensen G, Yndestad A, Gullestad L, Latini R, Masson S, Tavazzi L, GISSI-HF Investigators, Ueland T The cardiokine secreted Frizzled-related protein 3, a modulator of Wnt signalling, in clinical and experimental heart failure J Intern Med 2014; 275: 621-630 Balducci C, Mancini S, Minniti S, La Vitola P, Zotti M, Sancini G, Mauri M, Cagnotto A, Colombo L, Fiordaliso F, Grigoli E, Salmona M, Snellman A, Haaparanta-Solin M, Forloni G, Masserini M, Re F Multifunctional liposomes reduce brain β-amyloid burden and ameliorate memory impairment in Alzheimer's disease mouse models J Neurosci 2014; 34: 14022-14031 Baumert J, Huang J, McKnight B, Sabater-Lleal M, Steri M, Chu AY, Trompet S, Lopez LM, Fornage M, Teumer A, Tang W, Rudnicka AR, Mälarstig A, Hottenga JJ, Kavousi M, Lahti J, Tanaka T, Hayward C, Huffman JE, Morange PE, Rose LM, Basu S, Rumley A, Stott DJ, Buckley BM, de Craen AJ, Sanna S, Masala M, Biffar R, Homuth G, Silveira A, Sennblad B, Goel A, Watkins H, Müller-Nurasyid M, Rückerl R, Taylor K, Chen MH, de Geus EJ, Hofman A, Witteman JC, de Maat MP, Palotie A, Davies G, Siscovick DS, Kolcic I, Wild SH, Song J, McArdle WL, RAPPORTO ATTIVITA’ 192 2014 IRFMN Ford I, Sattar N, Schlessinger D, Grotevendt A, Franzosi MG, Illig T, Waldenberger M, Lumley T, Tofler GH, Willemsen G, Uitterlinden AG, Rivadeneira F, Räikkönen K, Chasman DI, Folsom AR, Lowe GD, Westendorp RG, Slagboom PE, Cucca F, Wallaschofski H, Strawbridge RJ, Seedorf U, Koenig W, Bis JC, Mukamal KJ, van Dongen J, Widen E, Franco OH, Starr JM, Liu K, Ferrucci L, Polasek O, Wilson JF, Oudot-Mellakh T, Campbell H, Navarro P, Bandinelli S, Eriksson J, Boomsma DI, Dehghan A, Clarke R, Hamsten A, Boerwinkle E, Jukema JW, Naitza S, Ridker PM, Völzke H, Deary IJ, Reiner AP, Trégouët DA, O'Donnell CJ, Strachan DP, Peters A, Smith NL No evidence for genome-wide interactions on plasma fibrinogen by smoking, alcohol consumption and body mass index: results from meta-analyses of 80,607 subjects. PLoS One. 2014; 9: e111156 Baviera M, Cortesi L, Tettamanti M, Avanzini F, Marelli G, Marzona I, Nobili A, Riva E, Fortino I, Bortolotti A, Merlino L, Roncaglioni MC Changes in prescribing patterns and clinical outcomes in elderly diabetic patients in 2000 and 2010: analysis of a large Italian population-based study Eur J Clin Pharmacol 2014; 70: 965-974 Baviera M, Santalucia P, Cortesi L, Marzona I, Tettamanti M, Avanzini F, Nobili A, Riva E, Caso V, Fortino I, Bortolotti A, Merlino L, Roncaglioni MC Sex differences in cardiovascular outcomes, pharmacological treatments and indicators of care in patients with newly diagnosed diabetes: Analyses on administrative database Eur J Intern Med 2014; 25: 270-275 Bertolini G, Paci G, Antiga L, Csomos A, Kaps R, Lazar I, Mikaszewska M, Mondini M, Xirouchaki N, Latini R, Gradisek P, Fleming J, Kyprianou T CREACTIVE A European endeavor to improve outcome of patients with Traumatic Brain Injury. GiViTIPROSAFE-CREACTIVE collaboration Brain Injury Professional Journal 2014; 11: 24-27 Bigini P, Previdi S, Casarin E, Silvestri D, Violatto MB, Facchin S, Sitia L, Rosato A, Zuccolotto G, Realdon N, Fiordaliso F, Salmona M, Morpurgo M In vivo fate of avidin-nucleic acid nanoassemblies as multifunctional diagnostic tools ACS Nano 2014; 8: 175-187 Caironi P, Tognoni G, Masson S, Fumagalli R, Pesenti A, Romero M, Fanizza C, Caspani L, Faenza S, Grasselli G, Iapichino G, Antonelli M, Parrini V, Fiore G, Latini R, Gattinoni L, ALBIOS Study Investigators Albumin replacement in patients with severe sepsis or septic shock New Engl J Med 2014; 370: 1412-1421 Cannone V, Barlera S, Pileggi S, Masson S, Franzosi MG, Latini R, Scardulla C, Clemenza F, Maggioni AP, Nicolosi GL, Tavazzi L, Burnett JC Jr, GISSI-HF Investigators The Anp genetic variant Rs5068 and circulating levels of natriuretic peptides in patients with chronic heart failure Int J Cardiol 2014; 176: 1249-1251 Castellano JM, Sanz G, Peñalvo JL, Bansilal S, Fernández-Ortiz A, Alvarez L, Guzmán L , Linares JC, Garcia F, D'Aniello F, Arnáiz JA , Varea S, Martínez F, Lorenzatti A, Imaz I, Sánchez-Gómez LM, Roncaglioni MC, Baviera M, Smith SC, Taubert K , Pocock S, Brotons C, Farkouh ME, Fuster V A polypill strategy to improve adherence. Results from the FOCUS Project J Am Coll Cardiol 2014; 64: 2071-2082 Chen B, Yu T, Ristagno G, Quan W, Li Y Average current is better than peak current as therapeutic dosage for biphasic waveforms in a ventricular fibrillation pig model of cardiac arrest Resuscitation 2014; 85: 1399-1404 Diomede L, Di Fede G, Romeo M, Bagnati R, Ghidoni R, Fiordaliso F, Salio M, Rossi A, Catania M, Paterlini A, Benussi L, Bastone A, Stravalaci M, Gobbi M, Tagliavini F, Salmona M Expression of A2V-mutated Aβ in Caenorhabditis elegans results in oligomer formation and toxicity Neurobiol Dis 2014; 62: 521-532 Diomede L, Rognoni P, Lavatelli F, Romeo M, Del Favero E, Cantù L, Ghibaudi E, Di Fonzo A, Corbelli A, Fiordaliso F, Palladini G, Valentini V, Perfetti V, Salmona M, Merlini G A Caenorhabditis elegans-based assay recognizes immunoglobulin light chains causing heart amyloidosis Blood 2014; 123: 3543-3552 RAPPORTO ATTIVITA’ 193 2014 IRFMN Diomede L, Rognoni P, Lavatelli F, Romeo M, Di Fonzo A, Foray C, Fiordaliso F, Palladini G, Valentini V, Perfetti V, Salmona M, Merlini G Investigating heart-specific toxicity of amyloidogenic immunoglobulin light chains: a lesson from C. elegans Worm 2014; 3: e965590 Dokainish H, Rajaram M, Prabhakaran D, Afzal R, Orlandini A, Staszewsky L, Franzosi MG, Llanos J, Martinoli E, Roy A, Yusuf S, Mehta S, Lonn E, Echocardiographic Substudy of the OASIS-6 Trial Investigators Incremental value of left ventricular systolic and diastolic function to determine outcome in patients with acute STSegment elevation myocardial infarction: The Echocardiographic Substudy of the OASIS-6 Trial Ecocardiography 2014, 31: 569-578 Emdin M, Fatini C, Mirizzi G, Paoletti R, Borrelli C, Pontera C, Latini R, Passino C, Clerico A, Vergaro G Biomarkers of activation of renin-angiotensin-aldosterone system in heart failure: how useful, how feasible? Clin Chim Acta 2014; Epub Ferrari R, Lupi M, Falcetta F, Bigini P, Paolella K, Fiordaliso F, Bisighini C, Salmona M, D'Incalci M, Morbidelli M, Moscatelli D, Ubezio P Integrated multiplatform method for in vitro quantitative assessment of cellular uptake for polymer nanoparticles Nanotechnology 2014; 25: 045102 Fumagalli F, Russo I, Staszewsky L, Li Y, Letizia T, Masson S, Novelli D, Rocchetti M, Canovi M, Veglianese P, Gobbi M, Latini R, Zaza A, Ristagno G Ranolazine ameliorates postresuscitation electrical instability and myocardial dysfunction and improves survival with good neurological recovery in a rat model of cardiac arrest Heart Rhythm 2014; 11: 1641-1647 Gurrieri C, Ristagno G, Gullo A Resuscitation science: from the beginning to the present day. Chapter 1 In: Gullo A, Ristagno G (eds) Resuscitation. Springer-Verlag Italia, Milano 2014; 3-11 Jacobs L, Thijs L, Jin Y, Zannad F, Mebazaa A, Rouet P, Pinet F, Bauters C, Pieske B, Tomaschitz A, Mamas M, Diez J, McDonald K, Cleland JGF, Brunner-La Rocca H, Heymans S, Latini R, Masson S, Sever P, Delles C, Pocock S, Collier T, Kuznetsova T, Staessen JA, Heart 'omics' in AGEing (HOMAGE) Investigators Heart 'omics' in AGEing (HOMAGE): design, research objectives and characteristics of the common database J Biomed Res 2014; 28: 349-359 Latini R, Masson S Circulating cardiac biomarkers and outcome. Chapter 20 In: Gullo A, Ristagno G (eds) Resuscitation. Springer-Verlag Italia, Milano 2014; 211-217 Leong DP, Smyth A, Teo KK, McKee M, Rangarajan S, Pais P, Liu L, Anand SS, Yusuf S, INTERHEART Investigators Patterns of alcohol consumption and myocardial infarction risk. Observations from 52 countries in the INTERHEART case–control study Circulation 2014; 130: 390-398 Masson S, Caironi P, Spanuth E, Thomae R, Panigada M, Sangiorgi G, Fumagalli R, Mauri T, Isgrò S, Fanizza C, Romero M, Tognoni G, Latini R, Gattinoni L Presepsin (soluble CD14 subtype) and procalcitonin levels for mortality prediction in sepsis: data from the Albumin Italian Outcome Sepsis trial Crit Care 2014; 18: R6 Monesi L, Tettamanti M, Cortesi L, Baviera M, Marzona I, Avanzini F, Monesi G, Nobili A, Riva E, Fortino I, Bortolotti A, Fontana G, Merlino L, Trevisan R, Roncaglioni MC Elevated risk of death and major cardiovascular events in subjects with newly diagnosed diabetes: Findings from an administrative database Nutr Metab Cardiovasc Dis 2014; 24: 263-270 Network of Nurses of GISSI-HF, Di Giulio P Should patients perception of health status be integrated in the prognostic assessment of heart failure patients? A prospective study Qual Life Res 2014; 23: 49-56 Nobili A, Pasina L, Latini R RAPPORTO ATTIVITA’ 194 2014 IRFMN Beta-adrenoceptor antagonists and antianginal drugs. Chapter 18 In: Side Effects of Drugs. Annual 35. Elsevier, Amsterdam 2014; 351-357 Nobili A, Pasina L, Latini R Beta-adrenoceptor antagonists and antianginal drugs. Chapter 18 In: Side Effects of Drugs. Annual 36. Elsevier, Amsterdam 2014; 267-273 Palazzuoli A, Masson S, Ronco C, Maisel M Clinical relevance of biomarkers in heart failure and cardiorenal syndrome: the role of natriuretic peptides and troponin Heart Fail Rev 2014; 19: 267-284 Piccoli M, Agresta F, Trapani V, Nigro C, Pende V, Campanile FC, Vettoretto N, Bellucco E, Bianchi PP, Cavagliere D, Ferulano G, La Torre F, Lirici MM, Rea R, Ricco G, Orsenigo E, Barlera S, Lettieri E, Romano GM, Italian Surgical Societies Working Group Clinical competence in the surgery of rectal cancer: the Italian Consensus Conference Int J Colorectal Dis 2014; 29: 863-875 Erratum in: Int J Colorectal Dis. 2014; 29: 1029 Pileggi S, Barlera S, Nicolis E, Crociati L, Pietri S, Specchia C, Franzosi MG Association of ADIPOQ variants and heart failure in an Italian population Ther Adv Cardiovasc Dis 2014; 8: 89–96 Pretto F, Ghilardi C, Moschetta M, Bassi A, Rovida A, Scarlato V, Talamini L, Fiordaliso F, De Luisi A, Bisighini C, Damia G, Bani MR, Piccirillo R, Giavazzi R Sunitinib prevents cachexia and prolongs survival of mice bearing renal cancer by restraining STAT3 and MuRF-1 activation in muscle Oncotarget 2014; E-pub Ristagno G Transthoracic impedance waveform during cardiopulmonary resuscitation: On size does not fit all! Resuscitation 2014; 85: 579-580 Ristagno G Mechanical versus manual CPR. Chapter 8 In: Gullo A, Ristagno G (eds) Resuscitation. Springer-Verlag Italia, Milano 2014; 83-91 Ristagno G, Fumagalli F Amplitude spectrum area to predict the success of defibrillation. Chapter 6 In: Gullo A, Ristagno G (eds) Resuscitation. Springer-Verlag Italia, Milano 2014; 57-66 Ristagno G, Fumagalli F, Russo I, Tantillo S, Zani DD, Locatelli V, De Maglie M, Novelli D, Staszewsky L, Vago T, Belloli A, Di Giancamillo M, Fries M, Masson S, Scanziani E, Latini R Postresuscitation treatment with argon improves early neurological recovery in a porcine model of cardiac arrest Shock 2014: 41: 72-78 Ristagno G, Latini R, Vaahersalo J, Masson S, Kurola J, Varpula T, Lucchetti J, Fracasso C, Guiso G, Montanelli A, Barlera S, Gobbi M, Tiainen M, Pettilä V, Skrifvars MB, FINNRESUSCI Investigators Early activation of the kynurenine pathway predicts early death and long-term outcome in patients resuscitated from out-of-hospital cardiac arrest J Am Heart Assoc 2014; 3: e001094 Ristagno G, Li Y Letter by Ristagno and Li regarding Article "Waveform analysis-guided treatment versus a standard shock-first protocol for the treatment of out-of-hospital cardiac arrest presenting in ventricular fibrillation: results of an international randomized, controlled trial" Circulation 2014; 129: e648 Ristagno G, Li Y, Pellis T Cardiac arrest and cardiopulmonary resuscitation: Starting from basic science and bioengineering research to improve resuscitation outcome Biomed Res Int 2014; Article ID 737542 RAPPORTO ATTIVITA’ 195 2014 IRFMN Ristagno G, Semeraro F, Radeschi G, Pellis T, Gordini G, Ferro S, Cerchiari E The "Italian Registry of Cardiac Arrest - RIAC", a National achievement to portrait the Italian reality and to contribute to the wider European vision by "EuReCa" Resuscitation 2014; 85: e193-e194 Rocchetti M, Sala L, Rizzetto R, Staszewsky L, Alemanni M, Zambelli V, Russo I, Barile L, Cornaghi L, Altomare C, Ronchi C, Mostacciuolo G, Lucchetti J, Gobbi M, Latini R, Zaza A Ranolazine prevents INaL enhancement and blunts myocardial remodelling in a model of pulmonary hypertension Cardiovasc Res 2014; 104: 37-48. Santonocito C, Sanfilippo F, Ristagno G, Gullo A Resuscitation and ethics: how to deal with the "do not resuscitate order"? Chapter 22 In: Gullo A, Ristagno G (eds) Resuscitation. Springer-Verlag Italia, Milano 2014; 229-234 Schäfer Hackenhaar F, Fumagalli F, Li Volti G, Sorrenti V, Russo I, Staszewsky L, Masson S, Latini R, Ristagno G Relationship between post-cardiac arrest myocardial oxidative stress and myocardial dysfunction in the rat J Biomed Sci 2014, 21: 70 Semeraro F, Frisoli A, Ristagno G, Loconsole C, Marchetti L, Scapigliati A, Pellis T, Grieco N, Cerchiari EL Relive: A serious game to learn how to save lives Resuscitation 2014; 85: e109-e110 Sud S, Friedrich JO, Adhikari NKJ, Taccone P, Mancebo J, Polli F, Latini R, Pesenti A, Curley MAQ, Fernandez R, Chan M-C, Beuret P, Voggenreiter G, Sud M, Tognoni G, Gattinoni L, Guérin C Effect of prone positioning during mechanical ventilation on mortality among patients with acute respiratory distress syndrome: a systematic review and meta-analysis CMAJ 2014; 186: E381-E390 SELEZIONE PUBBLICAZIONI DIVULGATIVE (2014) Baviera M Una polipillola per la prevenzione cardiovascolare Ricerca & Pratica 2014; n. 180: 279-280 Di Giulio P, Campagna S, Dimonte V Le sperimentazioni cliniche nelle riviste infermieristiche Assist Inferm Ric 2014; 33: 42-47 Latini R Riparare il cuore con nuove cellule Ricerca & Pratica 2014; n. 179: 212-215 Ristagno G Viva! La settimana per la rianimazione cardiopolmonare Ricerca & Pratica 2014; n. 178: 173-174 ATTIVITA' DI RICERCA Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare Studio pilota prospettico sulla presenza di microangiopatia nel piede diabetico ulcerato La microangiopatia è considerata una possibile componente delle alterazioni che avvengono nel piede diabetico, tuttavia l’esatto ruolo che le alterazioni microvascolari svolgono nella eziopatogenesi dell’ulcera nel piede diabetico e nella determinazione della sua gravità sono pressochè totalmente ignote. Rimangono comunque numerosi quesiti irrisolti riguardo la presenza di questa complicanza sia nei pazienti neuropatici che in quelli arteriopatici. Lo studio RAPPORTO ATTIVITA’ 196 2014 IRFMN si propone quindi di valutare la presenza di microangiopatia determinata come aumento dello spessore della membrana basale capillare e diminuzione dell’area del lume dei capillari determinati in microscopia elettronica a livello del piede in pazienti diabetici di tipo 2 neuropatici o neuroischemici con ulcera del piede rispetto ai soggetti sani. Si procede inoltre a valutare la correlazione della presenza di capillari e di formazioni trombotiche con i parametri di ischemia (TcPO2, ankle-brachial index, pressione alla caviglia) e sul rischio di diastasi e la correlazione tra presenza di infiltrati infiammatori con i parametri usuali di infezione: globuli bianchi, VES, proteina C reattiva, numero e tipo di germi al tampone. Attualmente sono stati arruolati tutti i pazienti arteriopatici e neuropatici previsti dal protocollo dello studio e sono in corso le ultime analisi istopatologiche. Studi preclinici e clinici sull’arresto cardiaco e la rianimazione cardiopolmonare Ogni anno più di 350.000 persone negli Stati Uniti e 700.000 in Europa sono vittime di arresto cardiaco. Tra coloro che sono rianimati con successo, più del 60% muore in terapia intensiva entro le 72 ore a causa di un grave scompenso cardiaco o dell’insorgenza di aritmie maligne e ricorrenza di fibrillazione ventricolare. L’arresto cardiaco rappresenta una condizione di ischemia e riperfusione globale che coinvolge tutti gli organi. A tal riguardo, presso il Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare sono in corso studi preclinici su un modello di arresto cardiaco e rianimazione cardiopolmonare (RCP) nel ratto e nel maiale (in collaborazione con l’Università di Milano) con lo scopo di valutare la risposta infiammatoria e il danno d’organo conseguenti la rianimazione, nell’animale sano e/o con patologia dismetabolica e/o cardiaca (es. obesità e diabete, pregresso infarto del miocardio), e valutare, inoltre, il successo delle manovre di RCP e la sopravvivenza dopo interventi terapeutici nuovi (es. ipecapnia, ventilazione con argon). Si stanno eseguendo studi sperimentali e clinici sul metabolismo del triptofano, ed in particolare sulla via metabolica delle kinurenine, per comprendere la sua relazione e coinvolgimento nel danno post-rianimazione e nell’esito e per valutare gli effetti di trattamenti diretti a bloccare tale via. Sono in corso anche studi sperimentali sul maiale per migliorare gli esiti dello scompenso cardiaco acuto tramite nuovi interventi farmacologici (es. infusione di serelaxina). Infine, si stanno studiando sempre nel modello animale suino le conseguenze dello shock emorragico sulla funzionalità cardiaca, mediante valutazione di biomarcatori, istologiche ed ecocardiografiche, oltreché emodinamiche e funzionali. Il progetto prevede anche uno studio di nuovi biomarcatori circolanti nell’uomo. E’ ormai ben noto che la severità della disfunzione miocardica post rianimazione è anche legata all’entità dell’energia erogata con la defibrillazione e di conseguenza, la possibilità di predire il successo di una defibrillazione potrebbe ridurre gli effetti avversi di defibrillazioni ripetitive e non necessarie. In ambito clinico la ricerca è quindi diretta all’individuazione e valutazione di nuove applicazioni tecnologiche che siano in grado di fornire informazioni essenziali ai soccorritori riguardanti la durata dell’arresto cardiaco non trattato e la priorità dell’intervento rianimatorio da intraprendere (compressioni toraciche o defibrillazione). A tal fine sono stati valutati e analizzati parametri predittori del successo della rianimazione derivati dall’analisi dell’onda di fibrillazione ventricolare (in collaborazione con l’Ospedale San Gerardo di Monza e l’Azienda Regionale Emergenza Urgenza - Lombardia) e visto i risultati incoraggianti ottenuti, si sta programmando uno studio prospettico di intervento. Lo studio ALBIOS: Albumin Italian Outcome Sepsis Study L’obiettivo primario dello studio è di verificare l’ipotesi che il rimpiazzo volemico con l’utilizzo di albumina e il mantenimento della sua concentrazione plasmatica entro un intervallo fisiologico (≥ 30 g/l) migliori la sopravvivenza di pazienti affetti da sepsi severa o shock settico, rispetto a rimpiazzo volemico con l’utilizzo di cristalloidi. Lo studio multicentrico coinvolge più di 150 reparti di terapia intensiva sul territorio nazionale. E’ coordinato dall’Istituto di Anestesiologia e Rianimazione, dell’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e dal Consorzio RAPPORTO ATTIVITA’ 197 2014 IRFMN Mario Negri Sud e finanziato da AIFA. Un gruppo di 50 Centri partecipa al sottoprogetto “biomarkers” coordinato dal Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare dell’Istituto Mario Negri, con l’obiettivo di arruolare circa 800 pazienti. Sono raccolti campioni ematici ottenuti sequenzialmente da pazienti per valutare gli eventuali effetti dell’albumina su marcatori d’infiammazione, infezione, funzione cardiaca e coagulazione. Sono stati randomizzati 1818 pazienti e sono stati raccolti campioni ematici in circa 1000 di loro. Un nuovo marcatore di sepsi, CD14-ST o presepsina, si è dimostrato fortemente associato alla risposta clinica e alla prognosi del paziente. Le sue variazioni temporali sono anche legate alla appropriatezza della terapia antibiotica. E’ in corso un ampio programma di valutazione di marcatori legati alla immunità innata (PTX3, in collaborazione con l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano), alla funzione cardiaca, alla coagulazione e fibrinolisi (in collaborazione con l’Università di Bari), alle immunglobuline (in collaborazione con l’Università di Bruxelles), a neuropeptidi (in collaborazione con l’Università di Oslo) e alla funzione renale. E’ anche iniziata una fase di scoperta di nuovi marcatori di shock settico tramite indagini di proteomica e di metabolomica, nell’ambito del progetto Europeo FP7 ShockOmics. Valutazione della prevalenza di disfunzione cardiaca asintomatica e di scompenso cardiaco conclamato in un campione di popolazione di età ≥ 65 anni nel Lazio. Lo studio PREDICTOR Questo studio osservazionale si pone per obiettivo primario la valutazione della prevalenza di disfunzione cardiaca asintomatica e di scompenso cardiaco conclamato in un campione di popolazione generale del Lazio. L’obiettivo secondario è di identificare le variabili predittive cliniche, bioumorali (peptide natriuretico) e strumentali non invasive della disfunzione cardiaca asintomatica e dello scompenso cardiaco conclamato. La popolazione in studio è rappresentata da un campione di persone di età compresa tra 65 e 84 anni residente nell’area geografica di afferenza dei 10 Centri di Cardiologia partecipanti. Sono stati raccolti campioni ematici da 2000 soggetti. Dopo una valutazione iniziale di marcatori circolanti cardiaci (Masson et al, J Inter Med 2013; 273: 306-317), é stato pubblicato un lavoro scientifico centrato su fattori legati alla omeostasi del metabolismo osseo e alle interazioni ormonali fra il rene e il cuore (fibroblast growth factor-23 e vitamina D; Masson et al, J Intern Med 2015; 277: 318-330). Sono in corso valutazione di nuovi marcatori circolanti di ipertrofia ventricolare e di fibrillazione atriale. Valutazione degli acidi grassi n-3 poliinsaturi (n-3 PUFA) per la prevenzione della comparsa di fibrillazione atriale post-operatoria in pazienti sottoposti a interventi di chirurgia cardiaca. Lo studio OPERA L’obiettivo di questo studio randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco, internazionale multicentrico è di valutare se la somministrazione peri-operatoria di n-3 PUFA (8 g prima dell’intervento, e 2 g al giorno per 10 giorni) è in grado di ridurre l’incidenza di fibrillazione atriale in 1516 pazienti sottoposti ad un intervento di chirurgia cardiaca. Il Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare funge da laboratorio centrale per la raccolta di campioni biologici (sangue, urina e tessuti) provenienti da centri Italiani e Argentini e per la valutazione di marcatori di rischio cardiovascolare (peptide natriuretico, troponina, proteina C-reattiva). I risultati principali dello studio sono stati pubblicati recentemente (Mozaffarian et al, JAMA 2012; 308: 2001-2011). I marcatori circolanti cardiaci (peptide natriuretico di tipo B o troponina) o infiammatori non sembrano predire in modo molto forte la comparsa di fibrillazione atriale post-operatoria (Masson et al, Eur J Clin Invest 2015; 45: 170178). In collaborazione con ricercatori dell’Università di Parma e di Boston (Harvard Medical School), si valutano alcune caratteristiche istomorfologiche (deposito di collagene, miocitolisi e dimensione dei miociti) in relazione alla comparsa di fibrillazione atriale post-operatoria. Abbiamo notato come il pattern di distribuzione della conessina-43 (una proteina delle gapjunction fra miociti) nel tessuto atriale sembra predire la fibrillazione atriale post-operatoria. RAPPORTO ATTIVITA’ 198 2014 IRFMN Valutazione dei meccanismi di protezione o di suscettibilità individuali nei confronti della malattia aterosclerotica delle arterie coronariche e delle relative manifestazioni cliniche: lo studio GISSI-Outliers CAPIRE Lo studio CAPIRE si propone di analizzare il ruolo di fattori protettivi o predisponenti nei confronti della malattia aterosclerotica coronarica e delle relative manifestazioni cliniche in pazienti (già sottoposti per indicazione clinica a tomografia computerizzata multistrato) con un profilo di rischio clinico agli estremi della distribuzione del rischio di eventi cardiovascolari. Tale approccio ha lo scopo di consentire la generazione di possibili nuove ipotesi su meccanismi eziopatogenetici ancora sconosciuti del processo di aterosclerosi coronarica. Lo studio è di tipo prospettico, osservazionale, multinazionale, multicentrico con una fase trasversale di confronto tra le popolazioni selezionate e una fase longitudinale, di follow-up. Il Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare funge da laboratorio centrale per la raccolta di campioni biologici (sangue, plasma e siero) provenienti dai centri partecipanti e per la valutazione di marcatori legati al profilo infiammatorio, lipidico, metabolico e di coagulazione dei pazienti. Sono stati arruolati 544 pazienti, con un follow-up a 5 anni in corso. I marcatori circolanti predefiniti sono stati misurati all’ingresso dello studio in tutti pazienti arruolati; le analisi statistiche sono in corso. Ciclosporina A nell’infarto miocardico acuto riperfuso - Lo studio CYCLE La dimensione finale di un infarto miocardico è il determinante principale della prognosi del paziente. Uno studio preliminare ha dimostrato che un bolo di ciclosporina A (CsA), iniettato subito prima di una procedura di angioplastica primaria, può ridurre l’area finale di necrosi conseguente ad un infarto con sopraslivellamento del tratto ST (STEMI). Obiettivo primario di questo studio è verificare se CsA possa migliorare l’esito di un infarto STEMI riperfuso con successo, favorendo la riperfusione miocardica. Vengono arruolati pazienti di entrambi i sessi, >=18 anni, con uno STEMI esteso (definito come angina pectoris o sintomi equivalenti da più di 20 minuti), nelle prime 6 ore dall’inizio dei sintomi e con indicazione alla angioplastica primaria (PCI). Obiettivi secondari sono la riduzione della Troponina-T ad alta sensibilità (hsTnT) in quarta giornata dopo PCI, mortalità totale della insufficienza cardiaca sintomatica o shock cardiogeno o riospedalizzazione per ragioni cardiovascolari nei 6 mesi seguenti la randomizzazione. A fine aprile 2014 si è concluso l’arruolamento con un totale di 412 pazienti in 31 centri partecipanti. Lo studio è condotto in collaborazione con il Centro Studi dell’ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri). Una biobanca centrale è stata costituita che contiene campioni ematici raccolti a 4 tempi in fase acuta ospedaliera e 6 mesi dopo l’infarto. Prevenzione della cardiotossicità da antracicline: uno studio multicentrico randomizzato che mette a confronto due strategie terapeutiche - Lo studio ICOS-ONE Il trattamento chemioterapico contenente antracicline è solito causare un progressivo danno cardiaco dose-dipendente, diminuendo in particolare la gittata cardiaca del ventricolo sinistro. Lo sviluppo della disfunzione cardiaca, anche se asintomatico, potrebbe avere un impatto negativo sulla prognosi del paziente oncologico. La misurazione delle troponine cardiache circolanti (cTn) durante la chemioterapia con antracicline (AC) permette di identificare precocemente danni cardiaci, prima che possano causare una disfunzione ventricolare sinistra conclamata. La somministrazione di ACE-inibitori (ACEi) e beta-bloccanti (BB) dopo la prima occorrenza di innalzamento delle cTn, durante o dopo la chemioterapia, ha mostrato proprietà cardioprotettive in diversi studi monocentrici. Una profilassi precoce a base di enalapril (ACEi) con l’eventuale aggiunta di bisoprololo (BB) in pazienti sottoposti a terapie di AC potrebbe ridurre RAPPORTO ATTIVITA’ 199 2014 IRFMN ulteriormente l’incidenza da danno cardiovascolare, aumentando la probabilità di completamento del trattamento chemioterapico. Obiettivo primario dello studio ICOS-ONE è valutare se un trattamento con enalapril somministrato dall’inizio della terapia con antracicline è più efficace nel prevenire la tossicità̀ cardiaca rispetto allo stesso trattamento cominciato al momento del primo innalzamento della troponina cardiaca circolante. Verranno arruolati pazienti con indicazione al trattamento con antracicline per la cura di sarcoma tumori solidi o del sangue. Lo studio coinvolge centri clinici italiani, è randomizzato, a due bracci. Il primo braccio prevede la somministrazione di enalapril in concomitanza con la chemioterapia (prevenzione primaria), il secondo braccio prevede la somministrazione di enalapril soltanto dopo innalzamento delle troponine cardiache oltre i valori soglia (prevenzione secondaria). La terapia concomitante con bisoprololo viene raccomandata in una serie di manifestazioni cliniche o di laboratorio. I pazienti saranno seguiti con visite seriate per 1 anno a partire dalla fine dei cicli di chemioterapia con antracicline. Al 31 dicembre 2014 sono stati inclusi 227 pazienti in 21 centri attivi; si prevede di concludere l’arruolamento entro fine aprile 2015. Lo studio è promosso da IEO (Istituto Europeo di Oncologia), Istituto Mario Negri e Ospedale San Raffaele di Milano ed è coordinato in collaborazione con il Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci, grazie a un finanziamento Ricerca Finalizzata 2009 e Fondazione Umberto Veronesi 2012. Marcatori biologici in pazienti con trauma cranico. Un progetto collaborativo Europeo in Terapia Intensiva. CREACTIVE - Collaborative REsearch on ACute Traumatic brain Injury in intensiVe care medicine in Europe Il trauma cranico è tra le principali cause di morte e disabilità nei paesi sviluppati e la principale causa di morte al di sotto dei 45 anni. La maggior parte dei pazienti affetti da trauma cranico di gravità medio-alta viene ammessa in un reparto di terapia intensiva. Recentemente si è costituita la rete di ricerca collaborativa in terapia intensiva denominata “PROSAFE”, attualmente attiva in 6 paesi europei, coordinato dal Gruppo Italiano per la Valutazione degli Interventi in Terapia Intensiva (GiViTi). Il progetto CREACTIVE, finanziato dall’Unione Europa (bando FP7– HEALTH–2013-INNOVATION-1), si colloca all’interno di questa rete collaborativa e ha i seguenti obiettivi: descrivere meglio l'epidemiologia del trauma cranico moderato-grave in 7 paesi (Cipro, Grecia, Israele, Italia, Polonia, Slovenia, Ungheria); stabilire archivi centralizzati di campioni biologici e immagini cliniche, da analizzare a fini prognostici; costruire un modello prognostico basato su dati clinici e biologici per predire l'esito a breve e lungo termine dei pazienti; individuare gli interventi terapeutici più efficaci nei confronti del trauma cranico; individuare i centri di eccellenza nel trattamento dei pazienti con trauma cranico moderatograve. Un primo gruppo di 30 reparti Italiani di Terapia Intensiva ha aderito ad un sottoprogetto che prevede la raccolta seriale di campioni biologici (sangue e liquido cefalorachidiano) e di immagine cerebrali in almeno 2000 pazienti. Il Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare funge da biobanca centrale certificata per la raccolta di campioni biologici e per la valutazione di marcatori fenotipici legati al danno cerebrale, all’infiammazione, all’asse ipotalamo-ipofisario e alla coagulazione/fibrinolisi. I protocolli di raccolta dei campioni biologici sono stati preparati. Il materiale per la raccolta dei campioni è stato distribuito durante la prima riunione operativa di presentazione del sotto-progetto. Heart “Omics” in AGEing - HOMAGE Il progetto HOMAGE è una rete collaborativa finanziata dalla Unione Europea, sotto il programma FP7 Health 2012.2.1.1-2. L’ipotesi fondamentale è che i marcatori biologici derivanti da scoperte basate su tecniche “omics” consentono di rivelare dei processi patologici asintomatici e individuano dei soggetti anziani a rischio di sviluppare una insufficienza cardiaca RAPPORTO ATTIVITA’ 200 2014 IRFMN e altre patologie cardiovascolari gravi, ma anche di caratterizzare dei fenotipi clinici particolari più propensi a rispondere ad una terapia preventiva e quindi a favorire un invecchiamento più salubre. Gli obietti del progetto HOMAGE sono di 1) identificare dei marcatori biologici derivanti da tecniche “omics” che riflettono dei processi patologici specifici (diagnosi precoce) che portano alla insufficienza cardiaca e altre patologie cardiovascolari gravi che fungano anche bersagli terapeutici (stratificazione per medicina personalizzata), 2) validare il ruolo di questi marcatori nella predizione dell’insorgenza di insufficienza cardiaca e di altre patologie comunemente associate, e 3) dimostrare la fattibilità di un approccio basato su marcatori biologici derivanti da tecniche “omics” per selezionare dei pazienti in cui un trattamento possa prevenire o ritardare l’insorgenza di insufficienza cardiaca. Il laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare contribuisce al consorzio HOMAGE attraverso la condivisione di campioni biologici selezionati e di dati clinici relativi a pazienti con diabete mellito di tipo II (in collaborazione con il Centro Studi dell’Associazione Nazionale dei Medici Cardiologi Ospedalieri e con l’Associazione dei Medici Diabetologi) e a soggetti anziani (in collaborazione con il Dipartimento di Epidemiologia e medici cardiologi della Regione Lazio). Gli obiettivi e la metodologia di questa parte del progetto sono stati pubblicati (Jacobs et al., Journal of Biomedical Research 2014). Il laboratorio è anche coinvolto in uno studio clinico di tipo proofof-concept sulla valutazione di terapia dell’insufficienza cardiaca basata sull’uso di marcatori derivati da tecniche “omics”. I primi campioni e dati clinici di una coorte di soggetti anziano sono stati trasferiti al consorzio HOMAGE. Il protocollo dello studio clinico e le procedure operative sono in via di finalizzazione. Multiscale approach to the identification of molecular biomarkers in acute heart failure induced by shock - ShockOmics Questo progetto, finanziato dalla Unione Europea (FP7), diretto dal Prof. Giuseppe Baselli del Politecnico di Milano (Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria, Sezione di Bioingegneria), si propone di studiare i meccanismi fisiopatologici di differenti forme di shock. L’Unità del Mario Negri, diretta da Giuseppe Ristagno, studierà sul modello animale suino le conseguenze dello shock emorragico sulla funzionalità cardiaca, mediante valutazione di biomarcatori, istologiche ed ecocardiografiche, oltreché emodinamiche e funzionali. E’ anche iniziata una fase di scoperta di nuovi marcatori di shock settico tramite indagini di proteomica e di metabolomica nell’ambito dello studio clinico randomizzato ALBIOS. Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci BeTACTIC Study: Best Therapy After Cardiac Transplantation, the Italian Challenge BeTACTIC è uno studio multicentrico, prospettico, randomizzato, che ha l’obiettivo di confrontare efficacia e sicurezza di un trattamento con Everolimus (Ev) rispetto a un trattamento con Micofenolato (MMF) in associazione con Ciclosporina, in pazienti trapiantati di cuore da più di un anno, con un decorso complicato dalla presenza di rigetto acuto multiplo, malattia coronarica del graft e/o disfunzione renale. La sopravvivenza nei pazienti trapiantati di cuore è migliorata negli ultimi anni in seguito ad una riduzione della mortalità a breve termine, mentre oltre il primo anno non ci sono stati cambiamenti significativi. La malattia coronarica del graft (CAV) e il cancro sono le principali cause di morte a lungo termine dopo trapianto di cuore. Numerosi fattori, inclusi episodi di rigetto acuto e infezioni da Citomegalovirus, sono responsabili della patogenesi della CAV e le neoplasie mostrano una maggior incidenza nei pazienti immunosoppressi rispetto alla popolazione generale. In tali pazienti quote significative di morbilità e mortalità derivano anche da insufficienza renale e complicazioni cardiovascolari. MMF ed Ev sono stati introdotti nella pratica clinica del trattamento di pazienti trapiantati di cuore in seguito alla dimostrazione della loro superiorità rispetto ad Azatioprina in trapianti de RAPPORTO ATTIVITA’ 201 2014 IRFMN novo. Ad oggi la superiorità di Ev rispetto a MMF non è mai stata valutata in uno studio specifico di confronto head-to-head in pazienti trapiantati a lungo termine. Lo studio, supportato da un finanziamento AIFA, prevede una durata di 5 anni con l’inclusione di 400 pazienti in 12 centri trapiantologici italiani. E’ promosso dal Reparto di Cardiologia, Trapianti e Insufficienza Cardiaca dell’Ospedale Niguarda Ca' Granda di Milano, con il supporto del Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci dell’Istituto Mario Negri. Studio ICOS-ONE - Prevenzione della cardiotossicità da antracicline: uno studio multicentrico randomizzato che mette a confronto due strategie terapeutiche Per quanto concerne il razionale e gli obiettivi dello studio ICOS-ONE si rimanda al paragrafo riportato tra le attività del Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare. Il Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci svolge il ruolo di Segreteria Scientifica ed Organizzativa dello studio, essendo responsabile degli aspetti regolatori ed amministrativi, delle attività di monitoraggio centrale e on site, del supporto bioinformatico alla raccolta e gestione dei dati. Studio MANAGE - Management of myocardial injury After NoncArdiac surGEry Trial.A large, international, randomized, placebo-controlled trial to assess the impact of dabigatran (a direct thrombin inhibitor) and omeprazole (a proton-pump inhibitor) inpatients suffering myocardial injury after noncardiac surgery. Il Population Health Research Institute (PHRI), affiliato ad Hamilton Health Sciences (HHS) e alla Università McMaster di Hamilton, Ontario, Canada, diretto dal Prof. Salim Yusuf, coordina una serie di studi clinici randomizzati di grandi dimensioni, multinazionali e multicentrici (3040 Paesi con 600-700 centri di cardiologia). Per l’Italia il coordinamento scientifico di alcuni di questi studi (INTER-HEART, CURE, ACTIVE, CURRENT, OASIS-8 FUTURA, RE-LY, AVERROES, RE-LY Registry, RIVAL, MANAGE) viene svolto dal Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci del Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare, nell’ambito di una collaborazione operante da ormai 20 anni. Il MANAGE, è uno studio controllato rispetto a placebo, con disegno fattoriale, volto a valutare l’impatto di dabigatran (un nuovo farmaco anticoagulante orale, inibitore diretto della trombina) e di omeprazolo (un inibitore della pompa protonica) in pazienti che manifestano un danno miocardico a seguito di un intervento chirurgico non cardiaco (MINS). Il MINS rappresenta la complicazione vascolare maggiore più comune della chirurgia non-cardiaca. Circa 10 milioni di adulti sono colpiti in un anno da MINS, andando a rappresentare il 15-20% dei casi di infarto miocardico. Questa condizione clinica ha un forte impatto negativo sulla prognosi dei pazienti che la subiscono, ed è un predittore indipendente di mortalità a 30 giorni e ad un anno. L’obiettivo primario dello studio è quello di determinare l’efficacia di dabigatran rispetto al placebo, sul rischio di gravi complicazioni vascolari (un composito di mortalità vascolare, infarto miocardico non fatale, ictus non fatale, trombosi arteriosa periferica non fatale ed embolia polmonare sintomatica non fatale) e di omeprazolo, rispetto al placebo, sul rischio di gravi complicazioni del tratto gastrointestinale superiore (un composito di emorragia conclamata gastroduodenale, emorragia conclamata del tratto gastrointestinale superiore di origine sconosciuta, o perforazione gastrointestinale superiore) in pazienti che hanno manifestato un MINS e che sono seguiti in media per 1 anno. Lo studio prevede l’inclusione di circa 3200 pazienti nel mondo. Per l’Italia è prevista la partecipazione di 5 centri e di circa 100 pazienti. Studio GISSI-HF: Sottoprogetto genetico Il GISSI (Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravvivenza nell'Insufficienza cardiaca) è una RAPPORTO ATTIVITA’ 202 2014 IRFMN collaborazione tra l'Istituto Mario Negri e l'ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri) che opera da 25 anni nel campo della ricerca cardiovascolare. Il GISSI-HF è uno studio prospettico, multicentrico, in doppio cieco, controllato con placebo che ha randomizzato 7046 pazienti con evidenza clinica di scompenso cardiaco di qualsiasi eziologia e senza limiti di età a n-3 PUFA o placebo e a rosuvastatina o placebo. Lo studio ha dimostrato che un trattamento a lungo termine con 1gr al giorno di n-3 PUFA (acidi grassi polinsaturi) riduce la mortalità totale del 9%, e la mortalità totale o il ricovero in ospedale per problemi cardiovascolari del 8% in pazienti affetti da scompenso cardiaco, già trattati al meglio della terapia raccomandata per questa malattia. Lo stesso studio non ha invece messo in evidenza vantaggi rispetto al placebo di un trattamento a lungo termine con rosuvastatina. Lo studio comprendeva un sottoprogetto sui marker genetici, che ha incluso 2500 pazienti e ha dato origine ad una biobanca di DNA. E’ in corso di valutazione il ruolo di varianti genetiche nello scompenso cardiaco, con particolare attenzione alle relazioni tra i polimorfismi di geni candidati implicati nel metabolismo dei lipidi e nella risposta infiammatoria e la prognosi dei pazienti scompensati. In collaborazione con il laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare è stata valutata l’associazione di alcuni polimorfismi del gene che esprime adiponectina con i livelli plasmatici della stessa e la prognosi dei pazienti diabetici con scompenso cronico. E’ stato inoltre condotto e concluso uno studio di associazione tra alcune importanti varianti del gene che codifica per adiponectina e lo sviluppo dello scompenso cardiaco. Nell’ambito della biobanca GISSI-HF, l’attività di ricerca del Laboratorio si è occupata della genotipizzazione di cinque varianti geniche, tre individuate in una meta-analisi effettuata dal consorzio CHARGE (Cohorts for Heart and Aging Research in Genomic Epidemiology) in una popolazione di origine Europea e Africana e associati allo scompenso, e due identificati in un Genome Wide Association Study europeo relativo in particolare a soggetti con Cardiomiopatia Dilatativa. Studio GISSI Outliers CAPIRE - Coronary Atherosclerosis in outlier subjects: Protective and Individual Risk factor Evaluation. Valutazione dei meccanismi di protezione o di suscettibilità individuali nei confronti della malattia aterosclerotica delle arterie coronariche e delle relative manifestazioni cliniche - Genetica L’associazione tra fattori di rischio, aterosclerosi coronarica e manifestazioni cliniche è stata dimostrata in modo chiaro; tuttavia esiste una rilevante variabilità individuale e i limiti di questa correlazione sono dimostrati dall’esistenza di un numero non trascurabile di soggetti che si collocano agli estremi opposti del comportamento medio rispetto al modello di predizione classico (outliers). Sono i soggetti che pur in presenza di molteplici fattori di rischio non sviluppano né eventi coronarici né aterosclerosi coronarica oppure quelli che presentano eventi e malattia coronarica in assenza di fattori di rischio. Questa osservazione dimostra come la presenza di fattori di rischio in un singolo individuo non sia di per sé condizione né necessaria né sufficiente per lo sviluppo della malattia. Il presente studio, di tipo prospettico con una fase trasversale di confronto tra le popolazioni e una fase longitudinale di follow-up delle diverse popolazioni, analizzerà popolazioni agli estremi (outliers) per presenza di malattia aterosclerotica coronarica e rischio cardiovascolare, con l’obiettivo di individuare eventuali nuovi fattori di protezione o di rischio. La popolazione dello studio verrà selezionata partendo dal dato anatomico, fornito dallo studio non invasivo TC multistrato delle arterie coronarie (MSCT), che verrà integrato con il profilo di rischio cardiovascolare e dal dosaggio di marcatori noti ed emergenti nell’ambito del profilo lipidico, metabolico, trombotico, infiammatorio, immunologico e genetico. Il Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci si occuperà della genotipizzazione dei soggetti, iniziando con RAPPORTO ATTIVITA’ 203 2014 IRFMN le varianti più note come associate al rischio di malattia aterosclerotica (per esempio le varianti associate al cromosoma 9p21, alcuni polimorfismi legati al profilo lipidico). Studio GISSI Outliers GISSI-VAR - Investigation of patients with BAV requiring valve and/or aortic repair. Correlation of surgical and ECO distinctive features with histologic and genetic findings in phenotypically homogeneous outlier cases. La bicuspidia valvolare aortica (BAV - valvola aortica congenitamente sviluppata con due sole cuspidi) rappresenta una condizione relativamente diffusa tra la popolazione (ne è affetto circa il 2%) ed è fattore di rischio per lo sviluppo nel tempo di complicanze valvolari ed aortiche. Gli studi a disposizione indicano diverse caratteristiche della BAV che possono identificare differenti fenotipi della malattia e riconoscono una componente genetica specifica. Al presente non sono disponibili dati che mettano in relazione le componenti morfologiche, istologiche e genetiche della BAV per identificare se vi siano fenotipi più a rischio in termini di degenerazione valvolare e della parete aortica e se a tali fenotipi corrispondano genotipi identificabili. Nello studio in oggetto, longitudinale prospettico multicentrico, verranno valutati gli aspetti morfologici, istopatologici e genetici di fenotipi molto selezionati di BAV, con indicazione a trattamento chirurgico. Lo studio, sostenuto da Heart Care Foundation nell’ambito della collaborazione GISSIOutliers, prevede la partecipazione di 11 centri a livello nazionale, con le relative unità di cardiochirurgia e cardiologia. Il Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci si occuperà dello studio genetico. Il primo step prevede l’analisi di sequenziamento diretto del gene NOTCH1 con lo scopo di identificare variazioni geniche associate alla patologia. I campioni ematici e tissutali provenienti dai centri partecipanti verranno conservati in una banca biologica centrale con la possibilità di applicare in futuro eventuali test specifici attinenti la BAV. Laboratorio of Ricerca in Medicina Generale Studio Rischio e Prevenzione (R&P) R&P, uno studio sull’ottimizzazione della prevenzione cardiovascolare nei pazienti ad alto rischio e condotto a livello nazionale dai medici di medicina generale (MMG), aveva due obiettivi principali: uno epidemiologico e uno sperimentale. L’obiettivo dello studio epidemiologico era quello di valutare l’efficacia di un approccio personalizzato per l’applicazione delle strategie preventive di provata efficacia, mentre l’ipotesi sperimentale intendeva valutare attraverso un trial clinico controllato, randomizzato, in doppio cieco, l’efficacia di un trattamento con n-3 PUFA nel ridurre l’incidenza di eventi cardiovascolari, fatali e non, in una popolazione definita ad alto rischio dai MMG partecipanti. Tutti pazienti sono sati seguiti in media per 5 anni. Stato di avanzamento Lo studio si è concluso nel 2011 e sono stati randomizzati 12521 pazienti da una rete di 860 MMG. I risultati chiave dello studio, pubblicati sul New Engl J Med 2013; 368: 1800-1808, attestano che l'aggiunta di n-3 PUFA ai trattamenti raccomandati (farmacologici e non) per la prevenzione cardiovascolare di soggetti ad alto rischio - già trattati al meglio delle possibilità non è efficace nel ridurre ulteriormente le principali complicanze fatali e non fatali. Sono in corso di pubblicazione i dati dello studio epidemiologico. Le analisi confermano che un approccio personalizzato, tramite l’utilizzo di una checklist per la valutazione del profilo di rischio del singolo paziente e la discussione insieme allo stesso delle priorità terapeutiche, può RAPPORTO ATTIVITA’ 204 2014 IRFMN migliore l’assistenza e l’aderenza agli approcci preventivi nei soggetti ad alto rischio cardiovascolare. Progetto Farmagood Farmagood è un progetto collaborativo in cui l’IRCCS-Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri (IRFMN) mette a disposizione del Servizio Sanitario Regionale le proprie competenze scientifiche in ambito farmacologico con l’obiettivo di: ‐ pianificare attività mirate ad integrare componenti di innovazione e di (in)formazione per rispondere a criticità prescrittive in ambito regionale; ‐ sviluppare nuove metodologie per coinvolgere operatori sanitari, pazienti e cittadini in programmi di razionalizzazione dell’uso dei farmaci in popolazioni a rischio e in specifici ambiti di cura e assistenza; ‐ avviare studi clinici indipendenti di tipo comparativo, revisioni sistematiche e metanalisi per rispondere a specifici quesiti di interesse prioritario per la salute pubblica in ambito regionale. La prima fase di tale progetto sarà indirizzata al tema dell’appropriatezza d’uso dei medicinali biologici coperti da brevetto (“originatori”) e farmaci biologici non coperti da brevetto (“biosimilari”) con la realizzazione del Progetto FARMAGOOD-BIOSIMILARI. A diversi anni dalla loro introduzione sul mercato i farmaci “biosimilari” (somatropina, eritropoietine e filgrastim) rimangono una prospettiva poco attraente per i clinici italiani (a differenza di quelli di altri paesi europei) con conseguente ripercussione sui potenziali risparmi ottenibili dal SSN. La prossima entrata in commercio di nuovi “biosimilari” dell’infliximab e la scadenza a breve del brevetto di alcuni farmaci molto costosi (cetuximab, trastuzumab, rituximab, insulina glargine) pone con urgenza il problema di avviare una corretta informazione dei medici prescrittori e dei pazienti all’utilizzo dei farmaci biosimilari. Il progetto FARMAGOOD-BIOSIMILARI, coerentemente con gli obiettivi Regionali in termini di appropriatezza prescrittiva e razionalizzazione delle risorse si propone di costruire in un percorso concordato e condiviso con i diversi operatori del Servizio Sanitario Regionale un complesso di attività/interventi atti a: ‐ promuovere l’appropriatezza dei percorsi di cura e la razionalizzazione delle prescrizioni dei medicinali biologici “originatori” e “biosimilari”; ‐ monitorare il profilo di beneficio-rischio dell’uso di questi farmaci nella pratica clinica (real life utilization); ‐ ottenere risparmi e liberare risorse nella spesa farmaceutica e sanitaria. Il progetto si svolge in collaborazione con il Laboratorio di Valutazione della qualità delle cure e dei servizi per l’anziano e il Centro di Economia Sanitaria A. e A. Valenti (CESAV). Il carico assistenziale ed economico dei soggetti a rischio cardiovascolare in Regione Lombardia Lo studio si inserisce nell’ambito della collaborazione tra l’IRCCS-IRFMN e la Regione Lombardia, all’interno della convenzione EPIFARM (2013-2016) che ha come obiettivo generale la messa a punto di modelli per la valutazione e il controllo dell’uso di risorse sanitarie dei soggetti ad alto rischio cardiovascolare, attraverso l’uso integrato di database amministrativi. I database amministrativi, a nostra disposizione, comprendono i dati (anonimizzati-criptati) della popolazione residente in regione Lombardia (dal 2000 al 2012) relativamente a: anagrafica, prestazioni farmaceutiche, ambulatoriali e ospedalizzazioni dei residenti in regione Lombardia. Obiettivo del lavoro è quello di integrare le informazioni presenti in questi database per individuare i percorsi di gestione dei soggetti ad alto rischio cardiovascolare e confrontarli con RAPPORTO ATTIVITA’ 205 2014 IRFMN le raccomandazioni e le evidenze disponibili, allo scopo di promuovere un utilizzo appropriato delle risorse sanitarie ed economiche nei processi di prevenzione e di cura. Nel corso del 2014 sono state condotte le seguenti analisi: - Studio caso controllo per valutate se il diabete rappresenta un fattore di rischio indipendente di ospedalizzazione per fibrillazione atriale (FA) e stimare il rischio di ictus e mortalità nei diabetici rispetto ai non diabetici (controlli) in presenza o meno di FA. Entrambe le coorti sono state seguite per nove anni, dal 2002 al 2010. I risultati ottenuti mostrano, per la prima volta in un’ampia popolazione non selezionata, che il diabete è un fattore di rischio indipendente per lo sviluppo di FA. Il diabete e la FA sono entrambi fattori di rischio indipendenti per ictus e mortalità e nei pazienti diabetici la presenza di FA costituisce un fattore di rischio aggiuntivo di ictus e mortalità. Il progetto si svolge in collaborazione con il Laboratorio di Farmacologia Clinica Cardiovascolare. - Trend epidemiologico dell’ictus ischemico dal 2002 al 2010. In particolare si è analizzata la prevalenza e incidenza di ictus ischemico, le recidive (ri-ospedalizzazioni per ictus iscehmico) e la mortalità totale. E’ stato inoltre analizzato il pattern prescrittivo dei farmaci raccomandati per la prevenzione secondaria dell’ictus ischemico: antipertensivi, antiaggraganti, anticoagulanti e farmaci ipolipemizzanti. Durante il periodo di osservazione sono stati identificati 43.352 pazienti con nuova diagnosi di ictus ischemico e i dati mostrano una riduzione significativa nell’incidenza, ricidive per ictus e mortalità e un aumento dei pazienti in terapia con i farmaci raccomandati. Il progetto si svolge in collaborazione con il Laboratorio di Valutazione della qualità delle cure e dei servizi per l’anziano. Studio “GLICINE-SPIDER” Lo studio Glicine Spider è uno studio osservazionale prospettico, condotto presso le Unità di Terapia Intensiva Coronarica (UTIC), della regione Lombardia. Lo studio, nato da una collaborazione tra l’ANMCO lombarda (Associazione Nazionale Medici Cardiologici Ospedalieri), l’AMD lombarda (Associazione Medici Diabetologici) e l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, ha lo scopo di valutare la gestione dell’iperglicemia in corso di sindrome coronarica acuta (SCA) ed è coordinato dai Laboratori di “Ricerca in Medicina Generale” e “Valutazione Clinica dei Farmaci”. L’iperglicemia e l’ipoglicemia hanno un significato prognostico negativo nelle sindromi coronariche acute, sia nei pazienti diabetici che nei non diabetici e benché venga riconosciuta l’importanza di controllare la glicemia in corso di SCA, non vi sono linee guida che definiscano le strategie terapeutiche da applicare e i target glicemici da raggiungere. Obiettivo primario di questo studio osservazionale è quello di descrivere in un ampio campione di pazienti con SCA ammessi in UTIC: la prevalenza di diabete noto e l’iperglicemia il tipo di trattamento e il controllo glicemico durante la fase acuta l’incidenza della mortalità e delle complicanze cardiovascolari durante l’ospedalizzazione in funzione della diagnosi e dei livelli glicemici. Lo studio si è concluso con l’inclusione di 1282 pazienti da parte di 31 UTIC. I risultati sono in fase di pubblicazione. Studio FOCUS (Fixed Dose Combination Drug for Secondary Cardiovascular Prevention. Improving Equitable Access and Adherence to Secondary Prevention Therapy with a Fixed-Dose Combination Drug) RAPPORTO ATTIVITA’ 206 2014 IRFMN Studi clinici randomizzati e risultati di diverse meta-analisi hanno dimostrato che la somministrazione a lungo termine di aspirina, statina, beta-bloccante e ACE-inibitore migliorano la prognosi nei pazienti ad alto rischio, in particolare dopo un evento coronarico. Tuttavia, svariati fattori quali l’ampia variabilità prescrittiva dei medici, la limitata accessibilità e disponibilità a farmaci costosi nei paesi economicamente meno sviluppati e la scarsa aderenza ai trattamenti determinano un uso inadeguato di queste terapie compromettendo, così, l’efficacia della prevenzione cardiovascolare. L’idea di una pillola contenente una combinazione a dose fissa di farmaci (CDF) per la prevenzione cardiovascolare era stata proposta per la prima volta da Wald e Law nel 2000 e supportata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). L’obiettivo generale dello studio FOCUS, supportato da un finanziamento dalla Commissione Europea all’interno del 7° Programma Quadro, era quello di rendere disponibile a livello mondiale una combinazione a dose fissa di farmaci per la prevenzione secondaria dell’infarto miocardico a prezzi sostenibili allo scopo di migliorare l’accessibilità di tale trattamento nei paesi a basso reddito e al tempo stesso di migliorare l’aderenza alla terapia. Lo sponsor, il Centro Nacional de Investigationes Cardiovasculares (CNIC) di Madrid, diretto dal Prof. Valentin Fuster, ha coinvolto Spagna, Italia e tre Paesi dell’America Latina (Argentina, Brasile, Paraguay) nella pianificazione e conduzione del progetto, costituendo pertanto il “Consorzio FOCUS”. Lo studio si è articolato in due fasi. Obiettivo della fase I (osservazionale) era conoscere: a) la proporzione di pazienti infartuati in trattamento con i farmaci raccomandati (aspirina, statina, ACE-inibitori, beta-bloccanti); b) l’aderenza ai trattamenti raccomandati; c) le problematiche che impediscono un adeguato accesso alle terapie utilizzate per la prevenzione cardiovascolare e l’aderenza alle terapie. Obiettivo primario della fase II (sperimentale, randomizzato un aperto) era valutare se, nei pazienti con infarto, la somministrazione, in un’unica pillola, dei tre farmaci raccomandati (aspirina 100 mg, simvastatina 40 mg, ramipril: 2.5; 5.0; 10 mg) migliorava l’aderenza al trattamento rispetto all’assunzione dei tre separatamente (gruppo di controllo). Lo studio Focus si è concluso a giugno 2014 e i risultati, pubblicati sul J Am Coll Cardiol 2014; 64: 2071-2082, mostrano un miglioramento dell’aderenza ai trattamenti nel gruppo in trattamento con la polipillola rispetto al gruppo che riceveva i tre farmaci separatamente. Studio SECURE (Secondary prEvention of CardiovascUlaR disease in the Elderly trial) Lo studio SECURE è finanziato dalla Commissione Europea all’interno di Horizon 2020- PHC17-2014 - Call: “Comparing the effectiveness of existing health care interventions in the elderly”. In una popolazione anziana le politerapie, la complessità dei trattamenti, la difficoltà ad accedere alle cure, possono precludere un’adeguata aderenza alle terapie aumentando il numero di eventi clinici. In particolare nell’ambito della prevenzione cardiovascolare l’uso della polipillola come strategia per semplificare l’aderenza ai trattamenti, migliorando il controllo dei fattori di rischio, potrebbe ridurre il rischio di ospedalizzaioni e morte. Obiettivo principale dello studio SECURE è valutare, con un trial randomizzaro in aperto, l’effetto della polipillola contenente aspirina (100 mg), atorvastatina (20 o 40 mg), ramipril (2.5; 5.0 o10mg) rispetto ai farmaci assunti separatamente, nella prevenzione secondaria degli eventi cardiovascolari (morte per causa cardiovascolare, ospedalizzazioni per infarto del miocardio, ictus rivascolarizzazioni). Popolazione: pazienti anziani infartuati di età ≥ 65 anni. Obiettivi secondari dello studio sono: aderenza al trattamento, il profilo lipidico e pressorio, la sicurezza/tollerabilità e i costi. RAPPORTO ATTIVITA’ 207 2014 IRFMN Lo studio, che si configura come il proseguimento dello Studio FOCUS mirato però a valutare l’efficacia della polipillola su endpoint clinici, sarà condotto da un Consorzio di partners europei (Spagna, Italia, Francia, Germania, Repubblica Ceca, Polonia e Ungheria) coordinato dal Centro de Investigationes Cardiovasculares (CNIC) di Madrid. Nello studio si coinvolgeranno i reparti di cardiologia che dovranno includere, in due anni, 3.200 pazienti di cui 600 in Italia. Il follow-up dello studio sarà di 24 mesi. Progetto “Il Sale è meglio averlo in Zucca” Il progetto origina dalla consapevolezza che la dieta media Italiana è eccessivamente ricca di sale e che tale eccesso è causa di un gran numero di patologie soprattutto a carico del sistema cardiovascolare. I dati disponibili dimostrano che una riduzione anche parziale del sale nell’alimentazione riduce l’insorgenza di ipertensione e ne migliora il controllo. La riduzione del sale può però causare la diminuzione della palatabilità degli alimenti e quindi essere difficilmente adottata dalla popolazione. E’ però possibile introdurre una serie di accorgimenti per ridurre il contenuto di sale negli alimenti senza pregiudicarne il gusto, utilizzando ad esempio certi alimenti al posto di altri, ricorrendo ai sostituti del sale, utilizzando spezie ed erbe aromatiche. La seconda fase del progetto, condotta in collaborazione con il Laboratorio di Tossicologia della Nutrizione dell’Istituto Mario Negri ed Elior (ditta operante nella ristorazione), aveva l’intento pratico di raccogliere dati sugli accorgimenti utili a ridurre il contenuto di sale nella dieta senza diminuirne la palatabilità e di pubblicarli in un apposito manuale da poter distribuire ai cuochi dell’azienda Elior. In base all’esperienza maturata durante la prima fase pilota del progetto e ad altri sopralluoghi in una cucina campione, sono state elaborate delle vere e proprie linee guida per la cottura dei cibi con meno sale ed un ricettario “iposodico”. Studio FALCO: Sorveglianza dei pazienti con Fibrillazione Atriale in Lombardia trattati con antiCoagulanti Orali. I nuovi farmaci anticoagulanti orali diretti (DOAC) - inibitori diretti della trombina e inibitori del fattore X attivato - sono disponibili sul mercato italiano dal 2013 con l’indicazione per profilassi tromboembolica della fibrillazione atriale non reumatica (FA). La novità di questi farmaci rispetto all’attuale terapia anticoagulante orale raccomandata - warfarin e acenocumarolo (AC) - è la rapidità d’azione, il basso potenziale di interazioni con altri farmaci e gli alimenti, e un effetto anticoagulante stabile e prevedibile senza necessità di monitoraggio routinario con l’INR, quindi una maggiore stabilità dell’effetto anticoagulante. Questi farmaci sono dabigatran, rivaroxaban e apixaban (che entrerà verosimilmente in commercio in un prossimo futuro). Le caratteristiche di questi nuovi farmaci, e specialmente la loro maggiore praticità d’uso, fanno prevedere un rapido trasferimento delle attuali prescrizioni di warfarin a prescrizioni di DOAC. Questo “switching” implicherà un cambiamento di gestione dei pazienti affetti da FA (minor necessità di monitoraggio routinario); che dovranno però comunque essere sorvegliati e indagati per eventuali eventi avversi una volta che il farmaco sarà utilizzato nella pratica clinica. Obiettivo dello studio Il presente studio pilota si prefigge di avviare la sorveglianza di un campione rappresentativo di pazienti con FA non reumatica residenti in Regione Lombardia che iniziano una nuova terapia antitrombotica (sia DOAC che AC). Popolazione in studio Saranno inclusi nello studio i soggetti con FA non reumatica che iniziano una nuova terapia antitrombotica, selezionati consecutivamente. Sarà possibile quindi includere pazienti: che iniziano per la prima volta una terapia con un antitrombotico che passano da una terapia antitrombotica ad un’altra RAPPORTO ATTIVITA’ 208 2014 IRFMN Allo studio hanno aderito 46 Centri: 21 Cardiologie, 14 Centri TAO e 11 Medicine Interne/Geriatrie e il numero di pazienti finora arruolati è 415. Studio sull’ipertensione arteriosa nel distretto di Borbon - Ecuador Fa parte delle attività del Laboratorio un progetto di collaborazione con il Cecomet (Centro de Epidemiologia comunitaria y Medicina tropical) di Esmeralda, Ecuador sulla prevalenza e il trattamento dell’ipertensione arteriosa. In questa zona rurale dell’Ecuador, situata nel distretto sanitario di Borbon, al nord della provincia di Esmeralda, il 36% della popolazione adulta risulta ipertesa e più della metà degli ipertesi presenta valori pressori superiori a 160/110 mmHg. Nell’area è in atto dal 2001 il follow-up di tutta la popolazione degli ipertesi allo scopo di valutare il rischio cardiovascolare complessivo, ridurre i livelli pressori mediante l’utilizzo di una terapia antiipertensiva, in particolare nei pazienti a rischio elevato, e di monitorare nel tempo le complicanze. Dati preliminari mostrano che dall’inizio dello studio ad oggi: i pazienti in trattamento sottoposti a terapia antiipertensiva sono aumentati dal 39% al 59% le prescrizioni si sono concentrate nei pazienti con livelli pressori più elevati (l’80% dei pazienti con pressione sistolica >180mmHg è attualmente in trattamento) o con rischio cardiovascolare complessivo più alto (82% dei pazienti con rischio alto o molto alto è attualmente trattata) il controllo pressorio è migliorato (il 24% dei pazienti presenta livelli di pressione sistolica >180 mmHg rispetto al 33% dell’inizio e il 34% presenta livelli <160-179 mmHg rispetto al 26% dell’inizio) la frazione di pazienti a rischio alto o molto alto si è ridotta (dal 40% al 33%). Resta tuttavia ancora insoddisfacente la compliance ai trattamenti: solo la metà dei pazienti assume i farmaci antiipertensivi prescritti. Il follow-up dei pazienti prosegue mediante visite periodiche ai villaggi. Laboratorio di Statistica Medica Il Laboratorio di Statistica Medica sviluppa ricerca applicata in tre aree principali: le sperimentazioni cliniche controllate, gli studi osservazionali e l’epidemiologia genetica. Sperimentazioni cliniche controllate Il laboratorio si occupa della pianificazione, organizzazione e analisi statistica delle sperimentazioni cliniche controllate condotte nei diversi laboratori del Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare. Al presente l’attività è focalizzata sui trial clinici GISSI-HF, GISSI-AF e OPERA condotti rispettivamente nell’ambito dello scompenso, della fibrillazione atriale e nella chirurgia cardiaca e dei rispettivi sottoprogetti che mirano allo studio approfondito dei biomarcatori, dei livelli di acidi grassi circolanti, dei parametri ecocardiografici e della perdita di peso. E’ in corso la randomizzazione del trial di superiorità BeTACTIC che prevede il reclutamento di pazienti sottoposti a trapianto cardiaco. Il trial CYCLE ha randomizzato 410 pazienti sottoposti ad angioplastica primaria dopo infarto ed è nella fase conclusiva di raccolta dati del follow-up a 12 mesi. Infine è stato attivato il trial multicentrico di superiorità ICOSONE nell’ambito della cardio-oncologia al fine di testare se due strategie terapeutiche differenti possano prevenire la cardiotossicità da antracicline. Lo studio prevede di randomizzare 268 pazienti con neoplasie sottoposti a chemioterapia da antracicline. Nell’ambito dello studio FINNRESUSCI che ha reclutato pazienti sottoposti a rianimazione cardiopolmonare, si sta valutando il valore prognostico di alcuni biomarkers quali il triptofano, la PTX3 e le kinurenine per comprendere la loro relazione e coinvolgimento nel danno postrianimazione. RAPPORTO ATTIVITA’ 209 2014 IRFMN Sono stati pubblicati sul NEJM i risultati principali del trial Rischio & Prevenzione nell’ambito della prevenzione cardiovascolare, che ha randomizzato circa 12.500 pazienti assegnati a n3PUFA e a rispettivo controllo. La storia epidemiologica ed assistenziale di questa popolazione è oggetto di approfondimento secondo numerosi piani di analisi con i seguenti obiettivi: a) valutare quanto il controllo dei fattori di rischio “modificabili” (fumo, sedentarietà, abitudini dietetiche, peso, pressione arteriosa, glicemia, colesterolemia) incidono sul miglioramento del profilo di rischio complessivo del paziente; b) creare una carta del rischio per valutare gli outcome di comorbidità sui pazienti con diabete mellito, patologia molto frequente in questa popolazione. La metodologia statistica applicata agli studi clinici riveste un ruolo fondamentale e in continuo approfondimento per quanto riguarda i metodi di analisi statistica (esempio: gestione dei missing data, sviluppo di indicatori prognostici di rischio, metodi per la valutazione dei rischi competitivi, di modelli predittivi di rischio per valutare il contributo dei biomarcatori rispetto ai più noti fattori di rischio mediante la tecnica della Reclassification e di indici di Discrimination, metodi di analisi del rischio attraverso le Restricted Cubic Splines (RCS)). La gestione di un trial clinico comporta inoltre la messa a punto di metodi per la pianificazione e per il monitoraggio dei dati, le analisi ad interim e la scelta del disegno di studio ottimale (disegni di superiorità, non–inferiorità, equivalenza). Studi osservazionali Recentemente l’attivazione di studi osservazionali ha permesso di valutare il profilo epidemiologico di alcune categorie di pazienti attraverso l’osservazione della pratica clinica corrente. Lo studio osservazionale prospettico GLICINE-SPIDER ha valutato il profilo di rischio di pazienti iperglicemici in corso di sindrome coronarica acuta (SCA) nell’ambito ospedaliero lombardo. Lo studio di coorte REGIA ha permesso di calcolare l’incidenza di emorragie maggiori e minori e di valutare il percorso epidemiologico-assistenziale in una casistica di circa 3000 pazienti sottoposti a chirurgia ortopedica per protesi d’anca e ginocchio, largamente rappresentativa della realtà italiana. I risultati dello studio sono stati presentati e saranno presto pubblicati. E’ stato attivato lo studio FALCO (Sorveglianza dei pazienti con Fibrillazione Atriale in Lombardia trattati con AntiCoagulanti Orali) che prevede il reclutamento e l’osservazione di 800 pazienti nei maggiori centri italiani. Epidemiologia genetica Il laboratorio ha sviluppato una competenza specifica nell’analisi di studi di epidemiologia genetica condotti in collaborazione con il Laboratorio di Valutazione Clinica dei Farmaci. Le tecniche di analisi statistica nell’ambito della genetica cardiovascolare sono state approfondite nel corso dell’ultimo quinquennio. Lo studio della componente genetica di malattie complesse come la patologia cardiovascolare è stato affrontato nello studio PROCARDIS attraverso lo screening sull’intero genoma (genome-wide), tecnica che mira ad individuare geni di suscettibilità alla malattia coronarica. Il database PROCARDIS ha dato l’occasione per indagare alcuni tratti quantitativi quali i livelli lipidici o indici di massa corporea. Nell’ambito della seconda fase del progetto PROCARDIS, supportata dal 6th Framework Programme della Comunità Europea, è stato condotto uno screening sull’intero genoma attraverso la tecnica “genome wide association” per la quale sono stati analizzati circa 1 milione di polimorfismi (SNPs) al fine di individuare una potenziale associazione con la malattia coronarica. Di recente, il C4D Genetic Consortium, di cui il Consorzio PROCARDIS fa parte, ha dimostrato, insieme ad un altro importante gruppo europeo, l’esistenza di nuovi geni responsabili dello sviluppo della malattia coronarica e che la stessa è causata dal concorso di molti geni attraverso meta-analisi di GWAS. Nell’ambito dello studio GISSI-PrevenzioneGenetica, il laboratorio ha sviluppato tecniche di statistica genetica per l’analisi degli studi casocontrollo che mirano a valutare l’associazione di varianti genetiche legate all’adiponectina, alla RAPPORTO ATTIVITA’ 210 2014 IRFMN proteina C reattiva, alla PTX3 con la malattia coronarica . Nell’ambito del sottoprogetto genetico dello studio GISSI-HF, che ha incluso 2500 pazienti sui quali valutare il ruolo di varianti genetiche nello scompenso cardiaco, ad oggi è stata studiata l’associazione di 4 polimorfismi del gene che esprime adiponectina mediante un disegno caso-controllo. E’ stata inoltre studiata l’associazione delle varianti genetiche del polimorfismo rs5068, dei livelli circolanti di importanti biomarcatori nell’insufficienza cardiaca cronica. Laboratorio di Farmacologia Clinica Qualità di vita, Depressione e Funzioni cognitive nei pazienti con scompenso: QDF-GISSI-HF Lo studio QDF è un sottoprogetto dello studio GISSI-HF. Gli obiettivi sono: a) descrivere l’andamento della depressione, dei problemi cognitivi e della qualità di vita in un campione di 1500 pazienti con diagnosi di scompenso cardiaco; b) valutare l'uso in pratica di strumenti comunemente usati per misurare queste variabili e confrontare la valutazione del paziente eseguita con gli strumenti (la Geriatric Depression Scale, il Kansas City Cardiomyopathy Questionnaire e il Mini Mental State Examination) con la percezione clinica degli infermieri; documentare se, quanto, come la valutazione delle variabili QDF porta a decisioni assistenziali e terapeutiche specifiche (es. interventi farmacologici e/o di supporto specialistico). Sono in corso sottoanalisi dei risultati. RAPPORTO ATTIVITA’ 211 2014 IRFMN RAPPORTO ATTIVITA’ 212 2014 IRFMN DIPARTIMENTO DI BIOCHIMICA E FARMACOLOGIA MOLECOLARE PERSONALE Capo Dipartimento Mario SALMONA, Dr.Sci.Prep.Alim. Laboratorio di Biochimica e Chimica delle Proteine Capo Laboratorio Mario SALMONA, Dr.Sci.Prep.Alim. Unità di Patologia Umana in Organismi Modello Capo Unità Luisa DIOMEDE, Dr. Anal.Chim.Biol. Laboratorio di Biologia Molecolare Capo Laboratorio Enrico GARATTINI, Dr.Med.Chir. Unità di Farmacogenomica Capo Unità Maddalena FRATELLI, Dr.Sci.Biol. Unità di Struttura e Regolazione del Gene Capo Unità Mineko TERAO, Ph.D.Bioch. Laboratorio di Farmacodinamica e Farmacocinetica Capo Laboratorio Marco GOBBI, Dr.Farm. Laboratorio di Proteomica Traslazionale Capo Laboratorio Valentina BONETTO, Dr.CTF Laboratorio per lo Studio dei Sistemi Biologici Capo Laboratorio Gianfranco BAZZONI, Dr.Med.Chir. Laboratorio di Trasduzione del Segnale Capo Laboratorio Ester ZITO, Dr. CTF RAPPORTO ATTIVITA’ 213 2014 IRFMN CURRICULA VITAE Mario Salmona si è laureato in Scienze delle Preparazioni Alimentari nel 1971 presso l'Università di Milano. Nel 1974 ha conseguito il diploma in Specialista in Ricerca Farmacologica presso l'Istituto Mario Negri di Milano. Si occupa da oltre quindici anni dei meccanismi molecolari che sono alla base dell’insorgenza e progressione delle malattie da prioni. E’ autore di più di 300 articoli pubblicati su riviste internazionali. Il numero totale di citazioni dei suoi lavori è di 10.500 e il suo fattore h è di 55. 1971-1975 Post-doctoral fellow nel Laboratorio di Farmacologia Biochimica, Istituto Mario Negri 1975 e 1986 Visiting Scientist presso il Weizmann Institute of Science, Rehovot, Israele 1976-1997 Capo del Laboratorio di Enzimologia, Istituto Mario Negri 1995-2011 Direttore della Scuola di Farmacologia, Istituto Mario Negri 1997- Capo del Dipartimento di Biochimica e Farmacologia Molecolare, Istituto Mario Negri Dal 2007 membro effettivo del panel europeo che sta implementando il progetto “The European Advanced Translational Research Infrastructure in Medicine” (EATRIS). Principali pubblicazioni Diomede L, Di Fede G, Romeo M, Bagnati R, Ghidoni R, Fiordaliso F, Salio M, Rossi A, Catania M, Paterlini A, Benussi L, Bastone A, Stravalaci M, Gobbi M, Tagliavini F, Salmona M. Expression of A2V-mutated Aβ in Caenorhabditis elegans results in oligomer formation and toxicity. Neurobiol Dis. 2014 62: 521-32 Stoilova T, Colombo L, Forloni G, Tagliavini F, Salmona M. A new face for old antibiotics: tetracyclines in treatment of amyloidoses. J Med Chem. 2013 56: 5987-6006 Sclip A, Arnaboldi A, Colombo I, Veglianese P, Colombo L, Messa M, Mancini S, Cimini S, Morelli F, Antoniou X, Welker E, Salmona M, Borsello T. Soluble Aβ oligomer-induced synaptopathy: c-Jun N-terminal kinase's role. J Mol Cell Biol. 2013 5: 277-9 Beeg M, Diomede L, Stravalaci M, Salmona M, Gobbi M. Novel approaches for studying amyloidogenic peptides/proteins. Curr Opin Pharmacol. 2013 13: 797-801 Rossi G, Bastone A, Piccoli E, Morbin M, Mazzoleni G, Fugnanesi V, Beeg M, Del Favero E, Cantù L, Motta S, Salsano E, Pareyson D, Erbetta A, Elia AE, Del Sorbo F, Silani V, Morelli C, Salmona M, Tagliavini F. Different mutations at V363 MAPT codon are associated with atypical clinical phenotypes and show unusual structural and functional features. Neurobiol Aging. 2014 35: 408-17 Bigini P, Previdi S, Casarin E, Silvestri D, Violatto MB, Facchin S, Sitia L, Rosato A, Zuccolotto G, Realdon N, Fiordaliso F, Salmona M, Morpurgo M. In vivo fate of avidin-nucleic Acid nanoassemblies as multifunctional diagnostic tools. ACS Nano. 2014 8: 175-87 Gianfranco Bazzoni si è laureato con lode in Medicina e Chirurgia nel 1988 presso l’Università degli Studi di Milano. Nel 1992, ha conseguito il diploma di Specializzazione in Ricerca Farmacologica presso l’Istituto Mario Negri di Milano. Le aree di interesse comprendono la Biologia Cellulare e in particolare lo studio dell’adesione e della migrazione delle cellule. 1988-2000 Borsista, Istituto Mario Negri 1993-1997 Post-doctoral Fellow presso il Dana Farber Cancer Institute e Harvard Medical School, Boston, MA 2000-2002 Ricercatore, Istituto Mario Negri 2002-2003 Capo dell’Unità di Adesione Cellulare, Istituto Mario Negri Dal 2004 a oggi Capo del Laboratorio per lo studio dei Sistemi Biologici, Istituto Mario Negri Dal 2004 Membro The American Physiological Society, Bethesda, MD. Principali pubblicazioni Paris L, Bazzoni G The protein interaction network of the epithelial junctional complex: a system-level analysis Mol Biol Cell 2008 19: 5409-5421 Paris L, Tonutti L, Vannini C, Bazzoni G. Structural organization of the tight junction. Biochim Biophys Acta 2008 1778: 646-659 Huang H, Cruz F, Bazzoni G. Junctional adhesion molecule-A regulates cell migration and resistance to shear stress. J. Cell Physiol 2006; 209; 122-130. Martinez-Estrada OM, Manzi L, Tonetti P, Dejana E, Bazzoni G. Opposite effects of Tumor Necrosis Factor and soluble fibronectin on Junctional Adhesion Molecule-A in endothelial cells. Am J Physiol (Lung Cell Mol Physiol) 2005; 288: L1081-L1088. Bazzoni G, Tonetti P, Manzi L, Cera MR, Balconi G, Dejana E. Expression of Junction Adhesion Molecule-A prevents spontaneous and random motility. J Cell Sci 2005; 118: 623-632. Bazzoni G, Dejana E. Endothelial cell-to-cell junctions: molecular organization and role in vascular homeostasis. Physiol Rev 2004; 84(3): 869-901. RAPPORTO ATTIVITA’ 214 2014 IRFMN Valentina Bonetto si è laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche all'Università di Padova nel 1993. Ha conseguito il titolo di PhD in Biochimica Medica nel 1999 presso il Dipartimento di Biochimica e Biofisica Medica dell'Istituto Karolinska, Stoccolma, Svezia. Le sue principali linee di ricerca sono: 1) Studio dei meccanismi patogenetici alla base della sclerosi laterale amiotrofica (SLA); 2) Identificazione di biomarcatori della SLA; 3) Analisi delle modifiche ossidative e delle alterazioni proteomiche nelle malattie neurodegenerative. Questi aspetti sono indagati con diversi approcci sperimentali, in vivo e in vitro, utilizzando tecnologie avanzate come la spettrometria di massa. 2000-2009 Ricercatore nel laboratorio di Biochimica e Chimica delle Proteine dell’Istituto Mario Negri 2002-2009 anche Assistant Telethon Scientist all'Istituto Telethon Dulbecco presso l’Istituto Mario Negri 2007-2009 Capo dell’Unità di Biochimica Medica dell’Istituto Mario Negri Dal 2009 ad oggi Capo del Laboratorio di Proteomica Traslazionale e Associate Telethon Scientist. Principali pubblicazioni • Basso M., Pozzi S., Tortarolo M., Fiordaliso F., Bisighini C., Pasetto L., Spaltro G., Lidonnici D., Gensano F., Battaglia E., Bendotti C., Bonetto V. ( 2013) Mutant Copper-Zinc Superoxide Dismutase (SOD1) induces protein secretion pathway alterations and exosome release in astrocytes: implications for disease spreading and motor neuron pathology in amyotrophic lateral sclerosis. J. Biol. Chem., 288:15699-15711. • Nardo G, Pozzi S, Pignataro M, Lauranzano E, Spano G, Garbelli S, Mantovani S, Marinou K, Papetti L, Monteforte M, Torri V, Paris L, Bazzoni G, Lunetta C, Corbo M, Mora G, Bendotti C, Bonetto V. (2011) Amyotrophic lateral sclerosis multiprotein biomarkers in peripheral blood mononuclear cells. PLoS ONE, 6:e25545. • Basso M., Samengo G., Nardo G., Massignan T., D’Alessandro G., Tartari S., Cantoni L., Marino M., Cheroni C., De Biasi S., Giordana M. T., Strong M.J., Estevez A.G., Salmona M., Bendotti C., Bonetto V. (2009) Characterization of detergent-insoluble proteins in ALS indicates a causal link between nitrative stress and aggregation in pathogenesis. PLoS ONE, 4:e8130. • Nardo, G., Pozzi, S., Mantovani, S., Garbelli, S., Marinou, K., Basso, M., Mora, G., Bendotti, C., Bonetto, V. (2009) Nitroproteomics of peripheral blood mononuclear cells from patients and a rat model of ALS. Antioxid. Redox Signal., 11: 1559-1567. • Basso M., Massignan T., Samengo G., Cheroni C., De Biasi S., Salmona M., Bendotti C., Bonetto V. (2006) Insoluble mutant SOD1 is partly oligoubiquitinated in amyotrophic lateral sclerosis mice. J. Biol. Chem., 281:33325-33335. • Casoni, F., Basso, M., Massignan, T., Gianazza, E., Cheroni, C., Salmona, M., Bendotti, C., Bonetto, V. (2005) Protein nitration in a mouse model of familial amyotrophic lateral sclerosis: Possible multifunctional role in the pathogenesis. J. Biol. Chem., 280: 16295-16304. Enrico Garattini si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1982 presso l'Università di Milano. Le aree di interesse comprendono la Biologia Cellulare e la Biologia Molecolare. 1982-1990 Borsista dell’Istituto Mario Negri 1983-1987 Borsista presso il Roche Institute of Molecular Biology, Dept. of Neurosciences, Nutley, New Jersey, USA 1991-1997 Dirigente Ricercatore della Regione Lombardia e Capo dell’Unità di Biologia Molecolare, Istituto Mario Negri Dal 1997 Capo del Laboratorio di Biologia Molecolare, Istituto Mario Negri Dal 2005 Direttore del Corso Ph.D., Istituto Mario Negri Dal 2011 Responsabile Attività Didattica, Istituto Mario Negri Principali pubblicazioni Paroni G, Fratelli M, Gardini G, Bassano C, Flora M, Zanetti A, Guarnaccia V, Ubezio P, Centritto F, Terao M, and Garattini E. Synergistic antitumor activity of lapatinib and retinoids on a novel subtype of breast cancer with coamplification of ERBB2 and RARA. Oncogene 2012; 31: 3431-3443 Gianni’ M, Peviani M, Bruck N, Rambaldi A, Borleri G, Terao M, Kurosaki M, Paroni G, Rochette-Egly C, and Garattini E. The MAPK p38α interacts with Ser-369 and inhibits RARα: suppression of the kinase enhances the therapeutic activity of retinoids in acute myeloid leukemia cells. Leukemia 2012; 26:1850-1861 Gianni M, Boldetti A, Guarnaccia V, Rambaldi A, Parrella E, Raska I Jr, Rochette-Egly C, Del Sal G, Rustighi A, Terao M, Garattini E Inhibition of the peptidyl-propyl-isomerase Pin1 enhances the responses of acute myeloid leukemia cells to retinoic acid via stabilization of RARα and PML-RARα. Cancer Res 2009 69 : 1016-1026 Terao M, Kurosaki M, Barzago M M, Fratelli M, Bagnati R, Bastone A, Giudice C, Scanziani E, Mancuso A, Tiveron C, Garattini E. Role of the molybdo-flavoenzyme, aldehyde oxidase homolog 2, in the biosynthesis of retinoic acid: generation and characterization of a knock-out mouse, Mol Cell Biol 2009 29: 357-77 Gianni M, Parrella E, Raska I Jr, Gaillard E, Nigro EA, Gaudon C, Garattini E, Rochette-Egly C. P38MAPK-dependent phosphorylation and degradation of SRC-3/AIB1 and RARalpha-mediated transcription. EMBO J. 2006; 25:739-51 Garattini E, Parrella E, Diomede L, Gianni M, Kalac Y, Merlini L, Simoni D, Zanier R, Ferrara F F, Chiarucci I, Carminati P, Terao M, Pisano C. ST1926, a novel and orally active retinoid-related molecule inducing apoptosis in myeloid leukemia cells: Modulation of intracellular calcium homeostasis. Blood 2004; 103: 194-207 RAPPORTO ATTIVITA’ 215 2014 IRFMN Marco Gobbi si è laureato in Farmacia presso l’Università degli Studi di Milano nel 1989. Le principali aree di interesse riguardano: i) le proteine amiloidogeniche e l’identificazione di nuove strategie terapeutiche per le corrispondenti patologie (ad esempio malattia di Alzheimer, malattie da prioni e amiloidosi periferiche); ii) sviluppo e applicazione di nuovi saggi analitici per lo studio di farmaci, droghe, proteine, nanoparticelle, anticorpi terapeutici e biomarcatori endogeni; iii) sviluppo e applicazione di nanotecnologie a scopo diagnostico e terapeutico. Tali studi riguardano sia aspetti farmacodinamici (interazioni molecolari, soprattutto con la Risonanza Plasmonica di Superficie) che aspetti farmacocinetici (con metodiche analitiche che includono la spettrometria di massa). 1981-1995 Ricercatore nel Laboratorio di Neurofarmacologia e, poi, nel Laboratorio di Farmacologia Recettoriale. 1995-2009 responsabile dell’Unità di Trasmissione Sinaptica, Istituto Mario Negri. Dal 2010 è responsabile del Laboratorio di Farmacodinamica e Farmacocinetica Co-autore in più di 130 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali soggette a peer-review. Primo o ultimo autore 60 di queste. Revisore per riviste scientifiche internazionali riguardanti Neuroscienze/Neurofarmacologia, Biochimica e Nanotecnologie. Principali pubblicazioni Canovi M, Lucchetti J, Stravalaci M, Valentino S, Bottazzi B, Salmona M, Bastone A, Gobbi M. A new surface plasmon resonance-based immunoassay for rapid, reproducible and sensitive quantification of pentraxin-3 in human plasma. Sensors 14: 10864-10875 (2014). Beeg M, Diomede L, Stravalaci M, Salmona M and Gobbi M. Novel approaches for studying amyloidogenic peptides/proteins. Curr Opin Pharmacol. 13: 797-801 (2013) Canovi M, Lucchetti J, Stravalaci M, Re F, Moscatelli D, Bigini P, Salmona M, Gobbi M. Applications of surface plasmon resonance (SPR) for the characterization of nanoparticles developed for biomedical purposes. Sensors 12: 16420-16432 (2012). Caccia S and Gobbi M. St. John's Wort components and the brain: Uptake, concentrations reached and the mechanisms underlying pharmacological effects. Curr Drug Metab 10(9):1055-1065 (2009). Gobbi M, Colombo L, Morbin M, Mazzoleni G, Accardo E, Vanoni M, Del Favero E, Cantù L, Kirschner DA, Manzoni C, Beeg M, Ceci P, Ubezio P, Forloni G, Tagliavini F and Salmona M. Gerstmann-Sträussler-Scheinker disease amyloid protein polymerizes according to the "dock-and-lock" model. J Biol Chem 281:843-849 (2006). Crespi D, Mennini T and Gobbi M. Carrier-dependent and Ca(2+)-dependent 5-HT and dopamine release induced by (+)-amphetamine, 3,4-methylendioxymethamphetamine, p-chloroamphetamine and (+)-fenfluramine. Br J Pharmacol 121:1735-1743 (1997). Ester Zito si è laureata in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche nel 2001 presso l'Università di Napoli. Nel 2007 ha conseguito il dottorato in Genetica Medica presso la Seconda Università di Napoli. Le principali aree di interesse riguardano lo studio delle alterazioni dell’omeostasi redox del reticolo endoplasmatico quali cause patogenetiche di alcune miopatie congenite. 2008-2010 presso la NYU (New York University, USA) supportata da una EMBO Long Term Fellowship 2010-2012 a Cambridge (UK) supportata da un IRG (International Reintagration Grant) Marie Curie Dal 2013 riveste il ruolo di Capo del Laboratorio di Trasduzione del Segnale presso l’Istituto Mario Negri, supportata da un DTI (Dulbecco TELETHON Institute) career award. Principali pubblicazioni Marino M, Stoilova T, Giorgi C, Bachi A, Cattaneo A, Auricchio A, Pinton P, Zito E*. December 2014. SEPN1, an endoplasmic reticulum-localized selenoprotein linked to skeletal muscle pathology, counteracts hyperoxidation by means of redox-regulating SERCA2 pump activity. Hum. Mol. Genet. 2014 Zito E, Hansen HG, Yeo GS, Fujii J, Ron D. Endoplasmic reticulum thiol oxidase deficiency leads to ascorbic acid depletion and noncanonical scurvy in mice. Mol Cell. 2012; 48: 39-51 Zito E, Melo EP, Yang Y, Wahlander Å, Neubert TA, Ron D. Oxidative protein folding by an endoplasmic reticulumlocalized peroxiredoxin. Mol Cell. 2010; 40:787-97 Zito E, Chin KT, Blais J, Harding HP, Ron D. ERO1-beta, a pancreas-specific disulfide oxidase, promotes insulin biogenesis and glucose homeostasis. J Cell Biol. 2010; 189:769 Zito E, Buono M, Pepe S, Settembre C, Annunziata I, Surace EM, Dierks T, Monti M, Cozzolino M, Pucci P, Ballabio A, Cosma MP. Sulfatase modifying factor 1 trafficking through the cells: from endoplasmic reticulum to the endoplasmic reticulum. EMBO J. 2007; 26: 2443-53 Zito E, Fraldi A, Pepe S, Annunziata I, Kobinger G, Di Natale P, Ballabio A, Cosma MP. Sulphatase activities are regulated by the interaction of sulphatase-modifying factor 1 with SUMF2. EMBO Rep. 2005; 6: 655-60 Luisa Diomede si è laureata in Analisi Chimico-Biologica presso l’Università “Carlo Bo” di Urbino nel 2007. Le principali aree di interesse riguardano: i) l’uso di Caenorhabditis elegans come organismo RAPPORTO ATTIVITA’ 216 2014 IRFMN modello per lo studio dei meccanismi biochimici e molecolari alla base delle malattie da misfolding proteico ii) lo sviluppo e la validazione di nuove strategie terapeutiche per queste patologie. E’ co-autrice di circa 60 pubblicazioni peer-reviewed suriviste internazionali. 1985-1991 Ricercatrice nel Laboratorio di Enzimologia e, poi, nel Laboratorio di Biochimica e Chimica delle Proteine. 1991-1992 Ricercatrice per Angelini SpA, Pomezia (Roma). 1992-2010 Ricercatrice Senior nel Laboratorio di Biochimica e Chimica delle Proteine. Dal 2005 Membro del Comitato Qualità dell’Istituto Mario Negri. Dal 2011 è Responsabile dell’Unità di Patologie Umane in Organismi Modello. Co-autore in più di 60 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali soggette a peer-review. Revisore “ad hoc” per riviste scientifiche internazionali Principali pubblicazioni Diomede L, Cassata G, Fiordaliso F, Salio M, Ami D, Natalello A, Doglia SM, De Luigi A, Salmona M. Tetracycline and its analogues protect Caenorhabditis elegans from β amyloid-induced toxicity by targeting oligomers. Neurobiol Dis. 2010 Nov;40(2):424-31 Diomede L, Soria C, Romeo M, Giorgetti S, Marchese L, Mangione PP, Porcari R, Zorzoli I, Salmona M, Bellotti V, Stoppini M. C. elegans expressing human β2-microglobulin: a novel model for studying the relationship between the molecular assembly and the toxic phenotype.PLoS One. 2012;7(12):e52314. Stravalaci M, Bastone A, Beeg M, Cagnotto A, Colombo L, Di Fede G, Tagliavini F, Cantù L, Del Favero E, Mazzanti M, Chiesa R, Salmona M, Diomede L, Gobbi M. Specific recognition of biologically active amyloid-β oligomers by a new surface plasmon resonance-based immunoassay and an in vivo assay in Caenorhabditis elegans. J Biol Chem. 2012 Aug 10;287(33):27796-805. Di Fede G, Catania M, Morbin M, Giaccone G, Moro ML, Ghidoni R, Colombo L, Messa M, Cagnotto A, Romeo M, Stravalaci M, Diomede L, Gobbi M, Salmona M, Tagliavini F. Good gene, bad gene: new APP variant may be both. Prog Neurobiol. 2012 Dec;99(3):281-92. Diomede L, Rigacci S, Romeo M, Stefani M, Salmona M. Oleuropein aglycone protects transgenic C. elegans strains expressing Aβ42 by reducing plaque load and motor deficit. PLoS One. 2013;8(3):e58893. Diomede L, Di Fede G, Romeo M, Bagnati R, Ghidoni R, Fiordaliso F, Salio M, Rossi A, Catania M, Paterlini A, Benussi L, Bastone A, Stravalaci M, Gobbi M, Tagliavini F, Salmona M. Expression of A2V-mutated Aβ in Caenorhabditis elegans results in oligomer formation and toxicity. Neurobiol Dis. 2014 Feb;62:521-32 Maddalena Fratelli si è laureata in Scienze Biologiche nel 1983 presso l’Università di Pisa e diplomata nello stesso anno in Biologia presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Si è specializzata in Ricerca Farmacologica presso l’Istituto Mario Negri nel 1986. Aree di interesse: 1. Sistemi genomici “highthroughput” per lo studio dei meccanismi d’azione dei farmaci e delle farmacoresistenze. 2. Regolazione redox della funzione proteica e dell’espressione genica: profili di espressione genica delle risposte dipendenti dal glutatione allo stimolo ossidativo 1988-1989 Postdoc presso il Medical Research Council, Neurobiology Unit, Cambridge, UK Dal 1995 Capo dell’Unità di Mediatori biochimici dell’infiammazione, Lab. di Neuroimmunologia, Istituto Mario Negri Dal 2005 Capo dell’Unità di Farmacogenomica, Lab. di Biologia Molecolare, Istituto Mario Negri. Principali pubblicazioni Fratelli M, Fisher J N, Paroni G, Di Francesco A M, Pierri F, Pisano C, Godl K, Marx S, Tebbe A, Valli C, Gianni M, Stravalaci M, Gobbi M, Terao M, Garattini E. New insights into the molecular mechanisms underlying sensitivity/resistance to the atypical retinoid ST1926 in acute myeloid leukaemia cells: The role of histone H2A.Z, cAMP-dependent protein kinase A and the proteasome, Eur J Cancer 2012 Garattini E, Fratelli M, Terao M. The mammalian aldehyde oxidase gene family. Hum Genomics. 2009 4: 119-30 Fratelli M, Goodwin LO, Orom UA, Lombardi S, Tonelli R, Mengozzi M, Ghezzi P. Gene expression profiling reveals a signaling role of glutathione in redox regulation. Proc Natl Acad Sci U S A. 2005;102:13998-4003 Brines M, Grasso G, Fiordaliso F, Sfacteria A, Ghezzi P, Fratelli M, Latini R, Xie QW, Smart J, Su-Rick CJ, Pobre E, Diaz D, Gomez D, Hand C, Coleman T, Cerami A. Erythropoietin mediates tissue protection through an erythropoietin and common beta-subunit heteroreceptor. Proc Natl Acad Sci U S A. 2004; 101:14907-12 Leist M, Ghezzi P, Grasso G, Bianchi R, Villa P, Fratelli M, Savino C, Bianchi M, Nielsen J, Gerwien J, Kallunki P, Larsen AK, Helboe L, Christensen S, Pedersen LO, Nielsen M, Torup L, Sager T, Sfacteria A, Erbayraktar S, Erbayraktar Z, Gokmen N, Yilmaz O, Cerami-Hand C, Xie QW, Coleman T, Cerami A, Brines M. Derivatives of erythropoietin that are tissue protective but not erythropoietic. Science. 2004; 305:239-42 Fratelli M, Demol H, Puype M, Casagrande S, Eberini I, Salmona M, Bonetto V, Mengozzi M, Duffieux F, Miclet E, Bachi A, Vandekerckhove J, Gianazza E, Ghezzi P. Identification by redox proteomics of glutathionylated proteins in oxidatively stressed human T lymphocytes. Proc Natl Acad Sci U S A. 2002; 99:3505-10 RAPPORTO ATTIVITA’ 217 2014 IRFMN Mineko Terao si è laureata in Farmacia nel 1978 presso la Kobe Women’s College of Pharmacy del Giappone. Le aree di interesse comprendono la Biologia Cellulare e la Biologia Molecolare. 1983 Ph.D. presso la Kyoto University, Giappone. 1982-1983 Research Fellow nel Department of Medical Chemistry, Kyoto University, Giappone 1983-1987 Postdoctoral Associate presso Istitute for Cancer Research di Philadelphia, USA 1987- Visiting Scientist presso l’Istituto Mario Negri Dal 1998 Capo dell’Unità di Struttura e Regolazione del Gene, Istituto Mario Negri. Principali pubblicazioni Locatelli D, Terao M, Fratelli M, Zanetti A, Kurosaki M, Lupi M, Barzago M M, Uggetti A, Capra S, D'Errico P, Battaglia G S, Garattini E. Human axonal survival of motor neuron (a-SMN) protein stimulates axon growth, cell motility, C-C motif ligand 2 (CCL2), and insulin-like growth factor-1 (IGF1) production. J Biol Chem 2012 287 : 2578225794 Terao M, Fratelli M, Kurosaki M, Zanetti A, Guarnaccia V, Paroni G, Tsykin A, Lupi M, Gianni M, Goodall G J, Garattini E. Induction of miR-21 by retinoic acid in estrogen receptor-positive breast carcinoma cells: biological correlates and molecular targets. J Biol Chem 2011 286 : 4027-4042 Terao M, Kurosaki M, Barzago M M, Fratelli M, Bagnati R, Bastone A, Giudice C, Scanziani E, Mancuso A, Tiveron C, Garattini E Role of the molybdoflavoenzyme aldehyde oxidase homolog 2 in the biosynthesis of retinoic acid: generation and characterization of a knockout mouse. Mol Cell Biol 2009 29 : 357-377 Terao M, Kurosaki M, Barzago MM, Varasano E, Boldetti A, Bastone A, Fratelli M, Garattini E. Avian and canine aldehyde oxidases. Novel insights into the biology and evolution of molybdo-flavoenzymes. J Biol Chem. 2006 Jul 14;281(28):19748-61 Garattini E, Parrella E, Diomede L, Gianni M, Kalac Y, Merlini L, Simoni D, Zanier R, Ferrara F F, Chiarucci I, Carminati P,Terao M, Pisano C. ST1926, a novel and orally active retinoid-related molecule inducing apoptosis in myeloid leukemia cells: Modulation of intracellular calcium homeostasis. Blood 2004; 103: 194-207 Vila R, Kurosaki M, Barzago M M, Kolek M, Bastone A, Colombo L, Salmona M, Terao M, Garattini E. Regulation and biochemistry of mouse molybdo-flavoenzymes. The DBA/2 mouse is selectively deficient in the expression of aldehyde oxidase homologues 1 and 2 and represents a unique source for the purification and characterization of aldehyde oxidase. J Biol Chem 2004; 279: 8668-8683 ATTIVITA' DEL DIPARTIMENTO Il Dipartimento di Biochimica e Farmacologia Molecolare è composto da sei laboratori con interessi scientifici e scopi di ricerca apparentemente eterogenei fra loro, ma accomunati dallo studio strutturale e funzionale di prodotti genici specifici e farmacologicamente rilevanti. A questo proposito, per l'identificazione di nuove proteine che potrebbero rappresentare dei bersagli per la terapia farmacologia, vengono utilizzate le classiche tecniche di biochimica e biologia molecolare. Le potenziali interazioni tra farmaci e proteine sono studiate anche a livello molecolare, utilizzando un'ampia varietà di approcci che vanno dagli studi condotti sugli animali a simulazioni computazionali. PRINCIPALI RISULTATI Sviluppo di protocolli per la sintesi chimica dei peptidi Aβ1-40/42. Sintesi e caratterizzazione chimico-fisica di peptidi dedotti dalla sequenza della proteina prionica. Identificazione dei meccanismi molecolari responsabili della formazione di oligomeri solubili tossici. Caratterizzazione della cinetica di elongazione delle fibrille di β-amiloide attraverso Risonanza Plasmonica di Superficie (RPS). Caratterizzazione della capacità degli oligomeri di β-amiloide di legarsi alla proteina prionica. Differenze strutturali nelle forme genetiche della proteina prionica evidenziate da nuovi approcci di “epitope-scanning” basati sulla Risonanza Plasmonica di Superficie. Ruolo delle mutazioni nella proteina tau nei meccanismi patogenetici alla base delle demenze frontotemporali. RAPPORTO ATTIVITA’ 218 2014 IRFMN Effetto della mutazione A2V sulla formazione di oligomeri tossici di Aβ1-40/42, in vitro e in vivo. Sviluppo di nuovi ceppi transgenici di C. elegans che esprimono a livello neuronale Aβ1-40 umana nella forma wild-type e con mutazione A2V. Riconoscimento di oligomeri solubili tramite un nuovo immunoassay basato sulla RPS e conferma delle loro proprietà tossiche in un nuovo test su C. elegans. Accumulo di doxiciclina nel cervello di pazienti con la malattia di Creutzfeldt–Jakob trattati cronicamente con il farmaco. Sviluppo di un modello in C. elegans per lo studio dei meccanismi di tossicità alla base della amiloidosi da catene leggere delle immunoglobuline. Identificazione delle tetracicline come potenziali agenti terapeutici per il trattamento delle amiloidosi centrali e periferiche. Determinazione dei livelli plasmatici di doxiciclina in pazienti emodializzati nei quali il farmaco è risultato efficace nel ridurre la disabilità articolare dovuta all’amiloidosi da Beta2microglobulina. Coinvolgimento di SEPN1, una proteina le cui mutazioni sono causa di alcune miopatie congenite, nell’omeostasi redox del reticolo endoplasmatico. Ruolo dell’acido ascorbico nel compensare alcuni difetti fenotipici delle miopatie congenite correlate alla carenza di SEPN1. Identificazione di un pannello di biomarcatori nelle cellule mononucleate del sangue periferico di pazienti SLA e di un modello murino della malattia. Identificazione di un nuovo meccanismo patogenetico di SLA che può contribuire alla diffusione da cellula a cellula della patologia e alla morte del motoneurone in un modello murino. Effetto del Riluzolo, un agente neuro protettivo, sulla ricaptazione del glutammato in colture cellulari che esprimono stabilmente i tre principali trasportatori del glutammato (GLT1, GLAST ed EAAC1). Identificazione e caratterizzazione di una nuova classe di retinoidi di sintesi con una marcata attività apoptotica sulla cellula neoplastica. Sviluppo pre-clinico in ambito di terapia della leucemia acuta mieloide. Identificazione di nuove combinazioni farmacologiche a base di retinoidi per il trattamento della leucemia acuta mieloide. Sviluppo di nuove strategie per la terapia stratificata del carcinoma della mammella, utilizzando combinazioni a base di acido retinoico. Clonaggio molecolare dei cDNA e dei geni di quattro nuovi membri della famiglia delle molibdo-flavoproteine di mammifero. Definizione di un nuovo cluster genico sul cromosoma 1 umano e sul cromosoma 2 murino. Sviluppo di animali knock-out per diverse molibdo-flavoproteine: AOX1, AOH1, AOH2, AOH3. Creazione di strumenti integrati per la razionalizzazione del processo di analisi di Microarray. Il C1-inibitore ricombinante interagisce con alta affinità con le Mannose Binding Lectins (MBL). Evidenza di un legame tra C3 a P-selettina nella formazione di trombi microvascolari. Conferma e caratterizzazione del binding di pentrassina-3 alla P-selettina, un nuovo meccanismo coinvolto nel reclutamento leucocitario ai siti di infiammazione. Sviluppo di un nuovo saggio immunologico basato sulla Risonanza Plasmonica di Superficie per una quantificazione rapida e riproducibile delle concentrazioni di pentrassina-3 nel plasma umano. Studi sulla distribuzione sub-cellulare delle nanoparticelle. Studi sulla distribuzione tissutale in vivo delle nanoparticelle. Sviluppo di protocolli basati sulla Risonanza Plasmonica di Superficie per valutare la formazione della corona proteica sulla superficie delle nanoparticelle. RAPPORTO ATTIVITA’ 219 2014 IRFMN Sviluppo di protocolli basati sulla Risonanza Plasmonica di Superficie per valutare l’interazione tra nanoparticelle e i loro potenziali target. COLLABORAZIONI NAZIONALI Advanced Biology Center, Genova Fondazione Maugeri, Milano Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Neurologico "C. Besta", Milano Fondo Edo Tempia, Biella IFOM Fondazione Istituto FIRC di Oncologia Molecolare, Milano IRCCS Fondazione "Istituto C. Mondino", Laboratorio di Neurobiologia Sperimentale, Pavia IRCCS Multimedica, Polo Scientifico e Tecnologico, Milano Istituto di Biomedicina e Immunologia Molecolare CNR, Palermo Istituto di Chimica del Riconoscimento Molecolare, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Milano Istituto Clinico Humanitas, Milano Istituto di Neuroscienze C.N.R., Pisa Istituto G. Gaslini, Genova Istituto Nazionale dei Tumori, Milano Istituto Nazionale dei Tumori, Napoli Istituto Oncologico Europeo, Milano Istituto Regina Elena, Roma Istituto Toscano Tumori, Firenze Ospedale Maggiore Policlinico, Milano Ospedale Maggiore Policlinico. Istituto di Clinica Neurologica, Milano Ospedale Niguarda, Centro Clinico Nemo, Milano Ospedale S. Gerardo, Monza Ospedale S. Maria Nuova, Reggio Emilia Ospedale San Matteo, Pavia0 TIGEM, Telethon Institute of Genetics and Medicine, Napoli Università degli Studi di Ferrara, Dip. Medicina Sperimentale e Diagnostica, Ferrara Università degli Studi di Messina, Dip. Farmaco-Chimico, Messina Università degli Studi di Milano, Dip. Chimica Biochimica e Biotecnologie per la Medicina, Milano Università di Catania, Dip. Scienze Farmaceutiche, Catania Università di Genova, Dip. Scienze Farmaceutiche, Genova Università di Ferrara, Facoltà di Chimica, Ferrara Università di Firenze, Dip. Scienze Biochimiche, Firenze Università di Milano, Centro di Eccellenza per lo studio delle Malattie Neurodegenerative, Segrate Università di Milano Bicocca, Dip. Medicina Sperimentale, Monza Università di Padova, Dip. Scienze Biomediche, Padova Università di Pavia, Dip. Biochimica, Pavia Università di Torino, Dip. Chimica, Torino COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI The Alexander Silberman Institute of Life Sciences, The Hebrew University of Jerusalem, Gerusalemme, Israele Boston College, Boston, MA, USA Burke Medical Research Institute, White Plains, New York, USA Case Western Research University, Cleveland, OH, USA RAPPORTO ATTIVITA’ 220 2014 IRFMN Dept. de Quimica-Fisica de Macromoleculas Biologicas, CSIC, Madrid, Spagna ETH, Zurigo, Svizzera Group of C. elegans New Investigators in Europe IBSN CNRS, Marseille, Francia Imperial College London, Gran Bretagna Indiana University, Indianapolis, USA Institut de Genetique et Biologie Moleculaire et Cellulaire, Strasbourg, Francia Institute for Behavioral Genetics, University of Colorado, USA Institute Pasteur, Paris, Francia John Innes Centre, Norwich, Gran Bretagna Keio University, Tokyo, Giappone Max Planck Research Unit for Enzymology of Protein Folding, Halle, Germania Mayo Clinic College of Medicine, Jacksonville, FL, USA National Institute of Health, Bethesda, MD, USA Nippon University, Tokyo, Giappone Tel Aviv University, Tel Aviv, Israel University College, Dublin, Irlanda Universidaed Nova, Lisbon, Portogallo Université Paris, Francia University of Cambridge, Gran Bretagna University of Cardiff, Gran Bretagna University of Glasgow, Gran Bretagna University of Gottingen, Germania University of London, Royal Veterinary College, Gran Bretagna University of Muenster, Germania Vanderbilt University, Nashville, USA Waring-Webb Institute, University of Colorado, Denver, USA Weizmann Institut, Rehovot, Israele PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI Current Opinion in Pharmacology ( M. Gobbi) European Journal of Cancer (E. Garattini) BioMolecular Concepts (V. Bonetto) ATTIVITA' DI REVISIONE Advanced Drug Delivery Reviews, American Journal Physiology, Antioxidants and Redox Signaling, BBA-Proteomics, Biochemical Journal, Biochemical Pharmacology, Biochimica Biophysica Acta, BioMolecular Concepts, Biosensors and Bioelectronics, BMC-Biochemistry, Brain Research, Cancer Research, Cell Death and Differentiation, Cell Research, Cellular and Molecular Life Sciences, Circulation, Drug Investigation, European Journal of Cancer, European Journal of Immunology, European Journal of Neuroscience, Expert Reviews Neurotherapeuthics, International Journal of Cancer, International Journal of Molecular Sciences, Journal of Alzheimer’s Disease, Journal of Biological Chemistry, Journal of Biomedical Nanotechnology, Journal of Cell Biology, Journal of Cellular Biochemistry, Journal of Immunology, Journal of Investigative Dermatology, Journal of Lipid Mediators, Journal of Neurochemistry, Journal of Neuroimmunology, Journal of Translational Medicine, Life Sciences, Nanomedicine, Neuroscience, Neuroscience Letters, Neurobiology of Disease, Neurochemistry International, Pharmacological Research, Physiological Genomics, PLoS ONE, RAPPORTO ATTIVITA’ 221 2014 IRFMN Prion, Proceedings of the National Academy of Sciences, Proteomics, Proteome Science, Sensors, Talanta. PRESENTAZIONI A CONGRESSI ED EVENTI Simposio: “The 11th Symposium of International Neurotrauma Society”, “Effect of mannose binding lectin pharmacological inhibition in controlled cortical impact brain injured mice”, 1923 Marzo, Budapest, Ungheria Simposio: “XIVth International Symposium on Amyloidosis - Amyloid: insoluble, but solvable”, “Investigating amyloidogenic light chain cardiotoxicity in Caenorhabditis elegans”, “Reactive oxygen species drive the toxicity of human amyloidogenic light chain proteins in Caenorhabditis elegans”, “Establishment of a C. elegans model to study amyloidogenesis of human beta2-microglobulin in vivo”, “A phase II study of deoxycycline plus tauroursodeoxycholic acid in transthyretin amyloidosis”, 27 Aprile – 1 Maggio, Indianapolis, Indiana, USA Conferenza: “The Essential Protein Engineering Summit (PEGS)”, “Applications of Surface Plasmon Resonance for Studying Amyloidogenic Peptides/Proteins”, 5-9 Maggio, Boston, USA Congresso: “ERC-Congress 2014”, “Early activation of the kynurenine pathway predicts early death and long-term outcome in patients resuscitated from out-of-hospital cardiac arrest”, 15-17 Maggio, Bilbao, Spagna Conferenza: “7th International Conference on Complement of Therapeutics”, “Inhibition of mannose binding lectin is protective in experimental traumatic brain injury”, 6-11 Giugno, Olympia, Grecia Congresso: “FENS”, “Cyclophilin A governs TDP-43 function and assembly in hnRNP complexes”, 5-9 Luglio, Milano, Italia Congresso: “SCI 2014 - XXV Congresso Nazionale della Società Chimica Italiana”, “Thieno[3,2-d]pyrimidine as a scaffold 5-HT7 receptor ligands”, “New alkylpiperazines as 5HT7R ligands”, 7-12 Settembre, Rende, Cosenza, Italia Conferenza: “V National AriSLA Conference, Fondazione Cariplo”, “Extracellular cyclophilin A as a possible therapeutic target for amyotrophic lateral sclerosis”, 26 Settembre, Milano, Italia Conferenza: “ScientificaMente ASC”, “Esempi sulla malattia di Alzheimer”, 27 Novembre, Cislago, Varese, Italia Congresso: “Brain Ischemia and Stroke - BIS14”, “A novel assay to predict mannose binding lectin deposition on the activated endothelium, a key pathogenic event in acute brain injury”, 10-12 Dicembre, Roma, Italia CONTRIBUTI E CONTRATTI Agenzia Italiana del Farmaco, Roma, Italia RAPPORTO ATTIVITA’ 222 2014 IRFMN Associazione Italiana Ricerca sul Cancro (AIRC), Milano, Italia Banca Intesa SanPaolo Comunità Europea (EU), Bruxelles, Belgio Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Milano, Italia Dipartimento Politiche Antidroga, Presidenza del Consiglio dei Ministri Fondazione Don Gnocchi, Milano, Italia Fondazione Cariplo, Milano, Italia Fondazione Italiana di Ricerca per la Sclerosi Laterale Amiotrofica (AriSLA) Fondazione Mariani, Milano, Italia Fondazione Monzino, Milano, Italia Fondazione Weizmann-Pasteur-Negri, Milano-Parigi, Francia Indena S.p.A., Milano, Italia Istituto Nazionale Neurologico "C. Besta", Milano, Italia Ministero della Salute, Roma, Italia Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca Scientifica (MIUR), Roma, Italia Perfetti-Van Melle, Lainate (Mi), Italia Telethon, Milano, Italia Centro Europea di Nanomedicina (CEN), Milano, Italia SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE (2014) Bazzoni G, Marengoni A, Tettamanti M, Franchi C, Pasina L, Djade CD, Fortino I, Bortolotti A, Merlino L, Nobili A. The Drug Prescription Network: a system-level view of drug co-prescription in community-dwelling elderly people. Rejuvenation Res. 2014 E-pub Marino M, Stoilova T, Giorgi C, Bachi A, Cattaneo A, Auricchio A, Pinton P, Zito E SEPN1, an endoplasmic reticulum-localized selenoprotein linked to skeletal muscle pathology, counteracts hyper-oxidation by means of redox-regulating SERCA2 pump activity Hum Mol Genet 2014 E-pub Diomede L, Di Fede G, Romeo M, Bagnati R, Ghidoni R, Fiordaliso F, Salio M, Rossi A, Catania M, Paterlini A, Benussi L, Bastone A, Stravalaci M, Gobbi M, Tagliavini F, Salmona M Expression of A2V-mutated A in C. elegans results in oligomers formation and toxicity Neurobiol Dis 2014 62: 521-532 Markoutsa E, Papadia K, Giannou A, Spella M, Cagnotto A, Salmona M, Stathopoulos G T, Antimisiaris SG Mono and dually decorated nanoliposomes for brain targeting, in vitro and in vivo studies Pharm Res 2014 31: 1275-1289 Peviani M, Salvaneschi E, Bontempi L, Petese A, Manzo A, Rossi D, Salmona M, Collina S, Bigini P, Curti D Neuroprotective effects of the Sigma-1 receptor (S1R) agonist PRE-084, in a mouse model of motor neuron disease not linked to SOD1 mutation Neurobiol Dis 2014 62: 218-232 Tarragon E, Lopez D, Estrada C, Gonzalez-Cuello A, Ros C M, Lamberty Y, Pifferi F, Cella M, Canovi M, Guiso G, Gobbi M, Fernandez Villaba E, Blin O, Bordet R, Richardson J C, Herrero M T Memantine prevents reference and working memory impairment caused by sleep deprivation in both young and aged Octodon degus Neuropharmacology 2014 85: 206-214 RAPPORTO ATTIVITA’ 223 2014 IRFMN Cimini S, Rizzardini M, Biella G, Cantoni L Hypoxia causes autophagic stress and derangement of metabolic adaptation in a cell model of amyotrophic lateral sclerosis J Neurochem 2014 129: 413-425 Rossi G, Bastone A, Piccoli E, Morbin M, Mazzoleni G, Fugnanesi V, Beeg M, Del Favero E, Cantu' L, Motta S, Salsano F, Pareyson D, Erbetta A, Elia A, Silani V, Morelli C, Salmona M, Tagliavini F Different mutations at V363 MAPT codon are associated with atypical clinical phenotypes and show unusual structural and functional features Neurobiol Aging 2014 35: 408-417 Bana L, Minniti S, Salvati E, Sesana S, Zambelli V, Cagnotto A, Orlando A, Cazzaniga E, Zwart R, Scheper W, Masserini M, Re F Liposomes bi-functionalized with phosphatidic acid and an ApoE-derived peptide affect A? aggregation features and cross the blood-brain-barrier: Implications for therapy of Alzheimer disease Nanomedicine 2014 10: 1583-1590 Diomede L, Rognoni P, Lavatelli F, Romeo M, Del Favero E, Cantu' L, Ghibaudi E, Di Fonzo A, Corbelli A, Fiordaliso F, Palladini G, Valentini V, Perfetti V, Salmona M, Merlini G A Caenorhabditis elegans-based assay recognizes immunoglobulin light chains causing heart amyloidosis Blood 2014 123: 3543-3552 Haik S, Marcon G, Mallet A, Tettamanti M, Welaratne A, Giaccone G, Azimi S, Pietrini V, Fabreguettes J R, Imperiale D, Cesaro P, Buffa C, Aucan C, Lucca U, Peckeu L, Suardi S, Tranchant C, Zerr I, Houillier C, Redaelli V, Vespignani H, Campanella A, Sellal F, Krasnianski A, Seilhean D, Heinemann U, Sedel F, Canovi M, Gobbi M, Di Fede G, Laplanche J L, Pocchiari M, Salmona M, Forloni G, Brandel J P, Tagliavini F Doxycycline in Creutzfeldt-Jakob disease: a phase 2, randomised, double-blind, placebo-controlled trial Lancet Neurol 2014 13: 150-158 Bigini P, Previdi S, Casarin E, Silvestri D, Violatto M, Facchin S, Sitia L, Rosato A, Zuccolotto G, Realdon N, Fiordaliso F, Salmona M, Morpurgo M In vivo fate of Avidin-Nucleic Acid Nanoassemblies as multifuctional diagnostic tools ACS Nano 2014 8: 175-187 Ferrari Raffaele, Lupi M, Falcetta F, Bigini P, Paolella K, Fiordaliso F, Bisighini C, Salmona M, D'Incalci M, Morbidelli M, Moscatelli D, Ubezio P Integrated multiplatform method for in vitro quantitative assessment of cellular uptake for fluorescent polymer nanoparticles Nanotechnology 2014 25: 045102 Messa M, Colombo L, Del Favero E, Cantu' L, Stoilova T, Cagnotto A, Rossi A, Morbin M, Di Fede G, Tagliavini F, Salmona M The peculiar role of the A2V mutation in Amyloid- (A)1-42 molecular assembly J Biol Chem 2014 289: 24143-24152 Piras S, Furfaro A L, Piccini A, Passalacqua M, Borghi R, Carminati E, Parodi A, Colombo L, Salmona M, Pronzato M A, Marinari U M, Tabaton M, Nitti M Monomeric A1-42 and RAGE: key players in neuronal differentiation Neurobiol Aging 2014 35: 1301-1308 Merlo S, Sironi E, Colombo L, Cardona F, Martorana A M, Salmona M, La Ferla B, Airoldi C Cis-glyco-fused benzopyran compounds as hit compounds for the development of therapeutic and diagnostic tools against neurodegenerative diseases Chempluschem 2014 79: 835-843 RAPPORTO ATTIVITA’ 224 2014 IRFMN Schaffler M, Sousa F, Wenk A, Sitia L, Hirn S, Schleh C, Haberl N, Violatto M B, Canovi M, Andreozzi P, Salmona M, Bigini P, Kreyling W G, Krol S Blood protein coating of gold nanoparticles as potential tool for organi targeting Biomaterials 2014 35: 3455-3466 Garattini E, Bolis M, Garattini S K, Fratelli M, Centritto F, Paroni G, Giannì M, Zanetti A, Pagani A, Fisher J N, Zambelli A, Terao M Retinoids and breast cancer: from basic studies to the clinic and back again Cancer Treat Rev 2014 40: 739-749 Sileno S, D'Oria V, Stucchi R, Alessio M, Petrini S, Bonetto V, Maechler P, Bertuzzi F, Grasso V, Paolella K, Barbetti F, Massa O A possible role of transglutaminase 2 in the nucleus of INS-1E and of cells of human pancreatic islets J Proteomics 2014 96: 314-327 Canovi M, Lucchetti J, Stravalaci M, Valentino S, Bottazzi B, Salmona M, Bastone A, Gobbi M A new surface plasmon resonance-based immunoassay for rapid, reproducible and sensitive quantification of pentraxin-3 in human plasma Sensors 2014 14: 10864-10875 Sironi E, Colombo L, Lompo A, Messa M, Bonanomi M, Regonesi M E, Salmona M, Airoldi C Natural compounds against neurodegenerative diseases: molecular characterization of the interaction of catechins from green tea with a?1-42, PrP106-126 and ataxin-3 oligomers Chemistry 2014 20: 13793-13800 Rokka J, Snellman A, Zona C, La Ferla B, Nicotra F, Salmona M, Forloni G, Haaparanta-Solin M, Rinne J O, Solin O Synthesis and evaluation of a 18F-curcumin derivate for b-amyloid plaque imaging Bioorg Med Chem 2014 22: 2753-2762 Lupi M, Colombo C, Frapolli R, Ferrari Raffaele, Sitia L, Dragoni L, Bello E, Licandro S A, Falcetta F, Ubezio P, Bigini P, Salmona M, D'Incalci M, Morbidelli M, Moscatelli D Biodistribution of PEGylated PCL-based nanoparticles in C57BL/6 mice bearing B16/F10 melanoma Nanotechnology 2014 25: 335706 Sitia L, Paolella K, Romano M, Violatto M B, Ferrari Raffaele, Fumagalli S, Colombo L, Bello E, De Simoni M G, D'Incalci M, Morbidelli M, Erba E, Salmona M, Moscatelli D, Bigini P An integrated approach for the systematic evaluation of polymeric nanoparticles in healthy and diseased organisms J Nanopart Res 2014 16: 2481 Snellman A, Rokka J, Lopez-Picon F R, Eskola O, Salmona M, Forloni G, Scheinin M, Solin O, Rinne J O, Haaparanta-Solin M In vivo PET imaging of beta-amyloid deposition in mouse models of Alzheimer's disease with a high specific activity PET imaging agent [18F]flutemetamol Eur J Nucl Med Mol Imaging 2014 4: 37 Botto L, Cunati D, Coco S, Sesana S, Bulbarelli A, Biasini E, Colombo L, Negro A, Chiesa R, Masserini M, Palestini P Role of lipid rafts and GM1 in the segregation and processing of prion protein PLoS One 2014 9: e98344 Davoli E, Sclip A, Cecchi M, Cimini S, Carrà A, Salmona M, Borsello T Determination of tissue levels of a neuroprotectant drug: The cell permeable JNK inhibitor peptide J Pharmacol Toxicol Methods 2014 70: 55-61 RAPPORTO ATTIVITA’ 225 2014 IRFMN Fumagalli F, Russo I, Staszewsky L, Li Y, Letizia T, Masson S, Novelli D, Rocchetti M, Canovi M, Veglianese P, Gobbi M, Latini R, Zaza A, Ristagno G Ranolazine ameliorates postresuscitation electrical instability and myocardial dysfunction and improves survival with good neurological recovery in a rat model of cardiac arrest Heart Rhythm 2014 11: 1641-1647 Baderna D, Colombo A, Romeo M, Cambria F, Teoldi F, Lodi M, Diomede L, Benfenati E Soil quality in the Lomellina area using in vitro models and ecotoxicological assays Environ Res 2014 133: 220-231 Brindisi M, Butini S, Franceschini S, Brogi S, Trotta F, Ros S, Cagnotto A, Salmona M, Casagni A, Andreassi M, Saponara S, Gorelli B, Weikop P, Mikkelsen J D, Scheel-Kruger J, Sandager-Nielsen K, Novellino E, Campiani G, Gemma S Targeting dopamine D3 and serotonin 5-HT1A and 5-HT2A receptors for developing effective antipsychotics: synthesis, biological characterization, and behavioral studies J Med Chem 2014 57: 9578-9597 Genevini P, Papiani G, Ruggiano A, Cantoni L, Navone F, Borgese N Amyotrophic lateral sclerosis-linked mutant VAPB inclusions do not interfere with protein degradation pathways or intracellular transport in a cultured cell model PLoS One 2014 9: e113416 Diomede L, Rognoni P, Lavatelli F, Romeo M, Di Fonzo A, Foray C, Fiordaliso F, Palladini G, Valentini V, Perfetti V, Salmona M, Merlini G Investigating heart-specific toxicity of amyloidogenic immunoglobulin light chains: A lesson from C. elegans Worm 2014 3: e965590 Ristagno G, Latini R, Vaahersalo J, Masson S, Kurola J, Varpula T, Lucchetti J, Fracasso C, Guiso G, Montanelli M, Barlera S, Gobbi M, Tiainen M, Pettilä V, Skrifvars M B, FINNRESUSCI Investigators Early activation of the kynurenine pathway predicts early death and long-term outcome in patients resuscitated from out-of-hospital cardiac arrest J Am Heart Assoc 2014 3: e001094 Salerno L, Pittala' V, Modica M N, Siracusa M A, Intagliata S, Cagnotto A, Salmona M, Kurczab R, Bojarski A J, Romeo G Structure-activity relationships and molecular modeling studies of novel arylpiperazinylalkyl 2benzoxazolones and 2-benzothiazolones as 5-HT7 and 5-HT1A receptor ligands Eur J Med Chem 2014 85: 716-726 Rocchetti Marcella, Sala L, Rizzetto R, Staszewsky L, Alemanni M, Zambelli V, Russo I, Barile L, Cornaghi L, Altomare C, Ronchi C, Mostacciuolo G, Lucchetti J, Gobbi M, Latini R, Zaza A Ranolazine prevents INaL enhancement and blunts myocardial remodelling in a model of pulmonary hypertension Cardiovasc Res 2014 104: 37-48 Sclip A, Tozzi A, Abaza A, Cardinetti D, Colombo L, Calabresi P, Salmona M, Welker E, Borsello T c-Jun N-terminal kinase has a key role in Alzheimer disease synaptic dysfunction in vivo Cell Death Dis 2014 5: e1019 Balducci C, Mancini S, Minniti S, La Vitola P, Zotti M, Sancini G, Mauri M, Cagnotto A, Colombo L, Fiordaliso F, Grigoli E, Salmona M, Snellman A, Haaparanta-Solin M, Forloni G, Masserini M, Re F Multifunctional Liposomes Reduce Brain ?-Amyloid Burden and Ameliorate Memory Impairment in Alzheimer?s disease mouse models J Neurosci 2014 34: 14022-14031 RAPPORTO ATTIVITA’ 226 2014 IRFMN ATTIVITA' DI RICERCA Laboratorio di Biochimica e Chimica delle Proteine Sviluppo di nuove strategie terapeutiche per la cura delle amiloidosi centrali e periferiche Lo sviluppo di una strategia terapeutica efficace per la prevenzione e la cura della malattia di Alzheimer e delle amiloidosi sistemiche è di primaria importanza in quanto non esiste attualmente una cura e la loro gravità, condiziona pesantemente la vita dei pazienti e dei loro familiari. La formazione di fibrille amiloidi e il loro deposito in tessuti specifici sono stati considerati per molto tempo la causa della malattia ma studi recenti indicano che le specie oligomeriche solubili sono i veri responsabili della tossicità. La cinetica di aggregazione della proteina, in conseguenza di un cambiamento conformazionale, e la comprensione dei determinanti genetici, biochimici e strutturali alla base di questa trasformazione sono molto importanti per la delucidazione del processo patogenetico e lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche. Per monitorare i cambiamenti conformazionali che precedono la formazione di fibrille, abbiamo disegnato e sviluppato diversi peptidi sintetici dedotti dalla sequenza primaria di alcune proteine amiloidogeniche umane, nella loro forma wild-type o mutata. Inoltre, stati utilizzati peptidi sintetici con diverse proprietà chimico-fisiche ed effetti biologici per chiarire i meccanismi biochimici e molecolari alla base della tossicità dei vari stati conformazionali delle proteine. In collaborazione con l’Istituto Neurologico “Carlo Besta” di Milano è stata identificata una forma mutata di -amiloide (A2V) che ha un comportamento biologico sorprendente in quanto si lega alla -proteina normale e blocca la formazione di amiloide e lo sviluppo dalla malattia. Questa proprietà apre una nuova prospettiva terapeutica sia per le forme genetiche che per quelle sporadiche di malattia di Alzheimer, basata sull'uso di frammenti proteici contenenti questa mutazione o di composti peptido-mimetici. Abbiamo inoltre preparato diversi peptidi sintetici della forma mutata di -amiloide e abbiamo valutato il loro effetto sull’aggregazione. Studi analoghi sono stati condotti utilizzando alcune proteine responsabili di amiloidosi sistemiche. In particolare, in collaborazione con il Centro per la cura delle Amiloidosi Sistemiche del S. Matteo di Pavia, sono stati condotti degli studi a livello molecolare per chiarire i meccanismi responsabili della cardiotossicità causata dalle catene leggere delle immunoglobuline. Il nematode Caenorhabditis elegans per lo studio dei meccanismi molecolari alla base dell’aggregazione delle proteine amiloidogeniche La descrizione degli eventi molecolari che modulano il processo di amiloidogenesi in vivo è essenziale per il disegno di strategie terapeutiche efficaci. Per la comprensione di tali meccanismi nel nostro laboratorio viene utilizzato il Caenorhabditis elegans in quanto esso rappresenta un modello sperimentale che offre l’opportunità unica di analizzare in vivo le funzioni genetiche e molecolari dei geni correlati alle malattie umane. Questo nematode offre il vantaggio di poter generare facilmente ceppi transgenici che esprimono geni umani, producendo fenotipi specifici, che permettono l’identificazione di geni e/o proteine associate specificamente alla patologia. La caratterizzazione del fenotipo del transgene può essere correlata con il processo degenerativo, l’espressione e l’aggregazione proteica in forma oligomerica e fibrillare. Nel nostro laboratorio sono disponibili diversi ceppi transgenici che esprimono, in modo costitutivo o inducibile, vari frammenti della proteina -amiloide umana nei neuroni o nel muscolo. Abbiamo inoltre sviluppato nuovi ceppi transgenici che esprimono nei neuroni i RAPPORTO ATTIVITA’ 227 2014 IRFMN peptidi mutati della -amiloide con sostituzione A-V o A-T in posizione 2, per poter valutare per la prima volta gli effetti di tali mutazioni. L’espressione dei peptidi di -amiloide nei vermi provoca la comparsa di un fenotipo specifico, quale la paralisi progressiva del verme. Gli aggregati fibrillari che si depositano sono simili a quelli osservati nel cervello dei pazienti affetti da Alzheimer o nei muscoli dei pazienti affetti da Inclusion Body Myositis, la forma sporadica di miopatia più comune. Questi modelli vengono utilizzati per lo studio della relazione tra la sequenza della proteina, la cinetica di formazione degli aggregati amiloidogenici e la tossicità. Inoltre, utilizzando un ceppo transgenico che produce solo la forma oligomerica della proteina, disponiamo di un buon modello predittivo per lo studio di potenziali farmaci che interagiscono in modo specifico con gli oligomeri. Lo studio della proteina tau rappresenta un altro importante filone di ricerca del nostro laboratorio. In particolare, negli ultimi anni abbiamo potuto valutare come alcune mutazioni a carico di tau possano influenzare la patogenesi delle demenze frontotemporali, un gruppo eterogeneo di malattie neurodegenerative che fa parte della più grande famiglia delle cosiddette tauopatie. Stiamo attualmente sviluppando vermi transgenici che esprimono diverse isoforme di proteina tau. Abbiamo inoltre dimostrato che i meccanismi molecolari osservati in questi ceppi transgenici esprimenti proteine responsabili delle amiloidosi centrali sono comuni a quelli che si verificano quando c’è espressione e deposito di proteine che causano amiloidosi periferiche, come nel caso delle catene leggere delle immunoglobuline e della 2-microglobulina. Questi modelli, su cui è possibile applicare un approccio multidisciplinare integrato, genomico e molecolare, costituiscono la base per l’analisi in vivo delle funzioni molecolari dei geni correlati alle amiloidosi umane e lo sviluppo e la validazione di cure innovative. L’uso delle nanoparticelle per la diagnosi e la terapia farmacologica L’efficacia terapeutica di molecole con promettente attività farmacologica è limitato a volte da problemi correlati alla loro scarsa biodisponibilità, ad una rapida clearance, alla difficoltà di attraversare le barriere biologiche e, non ultimo dall’insorgenza di effetti collaterali significativi. Per superare, almeno parzialmente, questo scoglio, l’uso di nanoparticelle (NP) in grado di interagire selettivamente con strutture sub-cellulari specifiche rappresenta un approccio innovativo. La comprensione del comportamento delle NP nei sistemi biologici a crescente livello di complessità (fluidi biologici, cellule, animali sani e patologici) è il presupposto iniziale. Nell’ambito di un progetto finanziato dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC 5x1000) abbiamo generato una piattaforma integrata per valutare le potenzialità di NP polimeriche. In collaborazione con il Dipartimento di Oncologia e con il Politecnico di Milano abbiamo valutato la distribuzione sub-cellulare e tissutale di NP biocompatibili, utilizzando modelli cellulari e animali di tumore al seno (triple negative breast cancer). I dati ottenuti hanno contribuito a definire i parametri chimico-fisici più adeguati per lo sviluppo di NP con un tropismo tessuto-specifico. In collaborazione con la Dr.ssa M. Morpurgo dell’Università degli Studi di Padova è stata sviluppata e caratterizzata una innovativa NP biocompatibile denominata Avidin-Nucleic Acid Nanoassemblies (ANANAS). Essa è formata da due proteine espresse nell’uovo assemblate attraverso uno scheletro formato da acidi nucleici. Il vantaggio di queste NP è quella di essere completamente biocompatibile, degradabile e di essere dotata di residui chimici facilmente accessibili per formare dei legami con le molecole di interesse terapeutico. Studi condotti in fluidi biologici, in cellule e in vivo hanno confermato la capacità delle ANANAS di veicolare molecole utili per la diagnosi e la terapia in molte aree di ricerca. L’utilizzo delle NP a fini diagnostici è stato valutato mediante la tecnica denominata “preclinical imaging” che consiste nell’integrazione dell’imaging non invasivo con l’istopatologia e immunoistologia. RAPPORTO ATTIVITA’ 228 2014 IRFMN La biodistribuzione di cellule staminali contenenti NP funzionalizzate con agenti di contrasto fluorescenti o superparamagnetici è stata valutata mediante tecniche di risonanza magnetica per immagini e tomografia molecolare a fluorescenza. Con queste tecniche è stata valutata la distribuzione tissutale in topi transgenici utilizzati come modello di sclerosi laterale amiotrofica (SLA), di cellule mesenchimali muscolari e amniotiche umane contenenti NP di Feridex o NP polimeriche contenenti un fluoroforo. Recentemente abbiamo sviluppato un nuovo tipo di analisi con NP “duali” che contengono contemporaneamente una componente paramagnetica ed un fluoroforo. Questa tecnica, se consolidata, potrebbe fornire una metodica di indagine facilmente traslabile alla pratica clinica. Laboratorio di Biologia Molecolare Struttura e funzione dei molibdo-enzimi I molibdo-enzimi sono proteine che richiedono un cofattore molibdo-pterinico (cofattore molibdenico) per la loro attività catalitica. Fino a pochi anni fa si riteneva che la famiglia fosse costituita da tre soli membri: la sulfito ossidasi, l’aldeide ossidasi e la xantina ossido reduttasi. Nel corso degli ultimi dieci anni di ricerca il nostro laboratorio ha determinato la struttura dei geni codificanti diversi molibdo-enzimi nei roditori e nell’uomo. In particolare si è dimostrato che, nei roditori, esistono quattro aldeidi ossidasi diverse (Aox1, Aox3, Aox4 e Aox3l1) caratterizzate da notevole similarità strutturale e funzionale. Il substrato fisiologico e la funzione omeostatica di queste proteine sono ancora sconosciuti, anche se è noto che le aldeidi ossidasi sono in grado di ossidare aldeidi alifatiche ed aromatiche nei rispettivi acidi carbossilici e di idrossilare diversi tipi di anelli aromatici n-eterociclici. Le quattro diverse aldeidi ossidasi di ratto e topo sono il prodotto di altrettanti geni posizionati a poca distanza uno dall’altro sullo stesso cromosoma e originatisi attraverso un processo di duplicazione genica asincrona. I nostri studi mirati alla determinazione del processo evolutivo dei geni codificanti le aldeidi ossidasi hanno permesso di stabilire che la storia di questi geni è fatta di fenomeni di duplicazione e di soppressione. Tale processo evolutivo ha portato hanno portato i diversi genomi dei vertebrati ad avere un numero di aldeidi ossidasi variabile da uno a quattro. In particolare, l’ uomo è caratterizzato dalla presenza di un singolo gene attivo (AOX1) e di due pseudo geni inattivi localizzati sul cromosoma 2. Da un paio di anni siamo impegnati nella definizione della funzione delle diverse aldeidi ossidasi di topo con l’obiettivo di stabilire le ragioni alla base della disparità nel numero di tali enzimi tra uomo e roditori. A questo scopo abbiamo generato due animali knock-out, uno per il geni AOX4, l’altro per il gene AOX3l1. L’animale knock-out per il gene AOX4 è stato caratterizzato fenotipicamente, dimostrando alterazioni minime a livello dello strato epidermico. Il topo knock-out presenta infatti ipertrofia dell’epidermide associata a particolare fragilità dello strato corneo. A livello biochimico abbiamo osservato deficienza nella capacità di sintetizzare acido retinoico in situ nei due organi nei quali l’enzima AOX4 è presente in quantità apprezzabili (pelle e ghiandola di Harder). L’osservazione è in linea con l’idea che AOX4 possa avere un ruolo nel metabolismo della retinaldeide ad acido retinoico, il metabolita attivo della vitamina A. Abbiamo inoltre nuovi dati che indicano un ruolo di AOX4 per il controllo dell’omeostasi del tessuto adiposo. La cosa è di particolare importanza anche per l’uomo, in quanto sembra che AOX1 possa avere un effetto similare per ciò che concerne la sintesi e la deposizione lipidica. Stiamo effettuando studi di tipo similare sul topo knock-out per AOX3l1. I retinoidi nel trattamento e nella chemio-prevenzione della leucemia mieloide e del carcinoma mammario Da anni il nostro laboratorio è impegnato a definire il potenziale dei derivati naturali e sintetici dell’acido retinoico, il metabolita attivo della vitamina A. Questi composti comunemente definiti retinoidi sono caratterizzati da effetti cito-differenziativi, anti-proliferativi e apoptotici, RAPPORTO ATTIVITA’ 229 2014 IRFMN effetti che nel loro insieme sono alla base dell’azione terapeutica di questi composti nell’ambito della leucemia mieloide e del carcinoma della mammella. I retinoidi sono agenti terapeutici molto attivi ma dotati di effetti collaterali importanti soprattutto nell’ambito di un loro utilizzo di lunga durata. L’utilizzo clinico ottimale dei retinoidi richiede una migliore conoscenza dei meccanismi d’azione alla base degli effetti anti-neoplastici esercitati da questo tipo di composti. Una conoscenza approfondita in questo senso è fondamentale per il disegno di nuove strategie di trattamento a base di retinoidi caratterizzate da aumento dell’indice terapeutico di questi composti. Da anni siamo interessati alla definizione dei meccanismi molecolari che regolano l’attività dei recettori nucleari per l’acido retinoico con l’dea che questo possa portare all’identificazione di bersagli da modularsi modulati in maniera specifica con agenti farmacologici. Riteniamo infatti che questo possa portare allo sviluppo di combinazioni razionali tra retinoidi ed altri agenti farmacologicamente attivi da utilizzarsi nel trattamento di diversi tipi di tumori. Tale approccio ha recentemente portato all’identificazione della prolilisomerasi, Pin1, quale regolatore negativo dell’attività del recettore RARα per l’acido retinoico. Inibitori farmacologici di Pin1 si sono di mostrati particolarmente efficaci nel sensibilizzare la cellula leucemica agli effetti anti-neoplastici dei retinoidi. Tali risultati aprono la possibilità di sviluppare combinazioni a base di inibitori di Pin-1 e retinoidi nel trattamento della leucemia acuta mieloide. Seguendo lo stesso tipo di logica, abbiamo recentemente dimostrato che l’inibizione del microRNA miR-21 nel carcinoma della mammella positivo per il recettore degli estrogeni possa essere di grande importanza per potenziare l’attività anti-proliferativa dei retinoidi in questo particolare tipo di tumore. Abbiamo infine osservato che un sottogruppo particolare di carcinoma della mammella HER2/neu-positivi possa giovarsi del trattamento a base di retinoidi e di associazioni tra retinoidi ed inibitori dell’attività tirosina-chinasica del recettore HER2/Neu. Stiamo attualmente conducendo una serie di studi mirati a definire i determinanti cellulari e molecolari alla base della sensibilità/resistenza ai retinoidi osservabile nel carcinoma della mammella, utilizzando un approccio in grado di integrare le metodologie di genomica “high-throughput” con la farmacologia molecolare dei retinoidi. A questo scopo, stiamo definendo il profilo di risposta ai retinoidi di un pannello do oltre 40 linee cellulari di carcinoma della mammella caratterizzate per la loro espressione genica di base, per le variazioni di “copy number” genico (CNV) e per la presenza di polimorfismi genici. Nella stessa ottica, abbiamo messo a punto una metodica in vitro per l’incubazione a breve termine con retinoidi di preparazioni istologiche provenienti da campioni chirurgici di pazienti affette da carcinoma mammario. Laboratorio di Farmacodinamica e Farmacocinetica Malattie da misfolding proteico Uno dei principali settori d’interesse del laboratorio riguarda le malattie causate da un alterato ripiegamento (“misfolding”) di particolari peptidi o proteine. Il misfolding proteico determina la perdita della funzione fisiologica della proteina (loss-of-function) e, spesso, l’acquisizione di proprietà tossiche (gain-of-function). In particolare, se la catena polipeptidica non si ripiega correttamente nella struttura proteica “nativa” (generalmente globulare), può esporre residui che ne aumentano la propensione all’aggregazione, generando oligomeri tossici e le strutture multimeriche fibrillari che costituiscono i depositi amiloidi caratteristici di queste malattie. Tipici esempi di malattie da misfolding proteico, studiate nel laboratorio, sono: la malattia di Alzheimer, caratterizzata dall’aggregazione di peptidi di 40-42 aminoacidi (Aβ1-40 e Aβ1-42, presenti nelle placche amiloidi presenti nel cervello dei pazienti Alzheimer); le encefalopatie spongiformi dovute al misfolding e all’aggregazione della proteina prionica (PrP) e le amiloidosi periferiche che coinvolgono la transtiretina e la β2-microglobulina. Gli studi di questi ultimi anni evidenziano un ruolo patogenetico del misfolding proteico e della conseguente formazione di aggregati proteici tossici in un numero sempre crescente di malattie, RAPPORTO ATTIVITA’ 230 2014 IRFMN suggerendo meccanismi molecolari comuni. Una migliore comprensione di questi meccanismi è fondamentale per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche. In questo settore, l’attività del laboratorio è rivolta principalmente alla caratterizzazione dell’aggregazione di diverse proteine amiloidogeniche, in diverse condizioni sperimentali, e alla possibilità di intervenire farmacologicamente per impedire la formazione degli aggregati tossici. Per questi studi si utilizzano differenti metodiche, in silico (con simulazioni computazionali), in vitro (approcci chimico-fisici e biochimici), e in vivo, in particolare nel nematode C. elegans, in collaborazione con la D.ssa Diomede (laboratorio di “Biochimica e Chimica delle Proteine”). Una delle principali metodiche utilizzate nel nostro laboratorio è la Risonanza Plasmonica di Superficie (RPS), una sofisticata tecnologia per l’analisi, in vitro, delle interazioni tra macromolecole. In questi ultimi anni abbiamo sviluppato protocolli di RPS per studiare la cinetica di polimerizzazione di fibrille amiloidi di PrP o Aβ, e per la cattura specifica delle specie oligomeriche tossiche. Queste metodiche ci hanno permesso di studiare l’effetto di mutazioni, di testare molecole con potenziali effetti anti-aggreganti o di identificare potenziali interattori dei diversi stati di aggregazione, confermando, ad esempio, l’interazione tra PrP e oligomeri di Aβ1-42. La RPS è stata anche utilizzata per studiare l’interazione di nanoparticelle, opportunamente funzionalizzate, con aggregati di Aβ. L’identificazione di nanoparticelle che possano veicolare farmaci e/o mezzi di contrasto al sito di interesse (in questo caso gli aggregati di Aβ) può offrire nuove opportunità diagnostiche e terapeutiche. In altri progetti, il laboratorio applica metodiche analitiche, tra cui la cromatografia liquida abbinata alla spettrometria di massa, per la determinazione quantitativa dei farmaci nei campioni biologici (ad esempio plasma o tessuto cerebrale). Ad esempio, collaboriamo al progetto PHARMACOG (IMI), che vede coinvolti diversi laboratori a livello europeo e che si propone di identificare e validare strumenti preclinici per una più affidabile identificazione di molecole attive per la malattia di Alzheimer. In particolare, siamo responsabili delle analisi dei livelli plasmatici di donepezil e memantina sia nell’uomo che in nuovi modelli animali, nei quali sono stati valutati, in parallelo, gli effetti farmacologici. Abbiamo infine collaborato a studi clinici, coordinati da ricercatori dell’Istituto Besta di Milano (dott. F. Tagliavini) e dell’Ospedale SanMatteo di Pavia (prof. P. Merlini), che si propongono di valutare gli effetti del trattamento con doxiciclina in pazienti con la malattia di Creuzfeldt-Jacob (malattia da prioni) o con amiloidosi periferiche (dialisi-correlata o da transtiretina). Il nostro laboratorio è responsabile della misurazione dei livelli plasmatici di doxiciclina in questi pazienti, e quindi della caratterizzazione del profilo farmacocinetico. Nanotecnologie L’applicazione delle nanotecnologie in campo biomedico rappresenta sicuramente un settore di grande interesse e in notevole espansione. Le possibilità offerte dalle nanoparticelle di immagazzinare e proteggere un farmaco o un mezzo di contrasto, di veicolarlo al sito bersaglio (grazie ad opportune funzionalizzazioni della loro superficie) e di rilasciarlo in modo controllato, permettono nuove opportunità terapeutiche e diagnostiche. Il laboratorio partecipa, contribuendo con diverse competenze, a progetti di ricerca che riguardano la progettazione e la caratterizzazione di nuove nanoparticelle per uso biomedico. L’utilizzo della tecnologia RPS ci permette di poter verificare l’effettiva interazione della nanoparticella con il suo presunto recettore biologico, identificando con un veloce test in vitro le nanoparticelle più promettenti. Abbiamo inoltre sviluppato nuovi approcci di RPS per studiare la formazione della cosiddetta “corona”, cioè dello strato proteico che si forma sulla superficie delle nanoparticelle quando entrano in contatto con fluidi biologici (ad esempio il sangue) e che ne possono alterarne completamente le proprietà farmacocinetiche e farmacodinamiche. E’ noto che la formazione della “corona” proteica dipende dalle caratteristiche chimico-fisiche delle nano particelle e, anche in questo caso, la possibilità di controllare questo aspetto con un veloce test in vitro può essere di grande utilità. Infine, le nostre competenze analitiche sono applicate allo studio delle RAPPORTO ATTIVITA’ 231 2014 IRFMN cinetiche di rilascio dei farmaci dalle nanoparticelle e/o all’analisi del profilo farmacocinetico dei farmaci, veicolati dalle nanoparticelle, dopo trattamento in vivo. Interazioni Molecolari La disponibilità della Risonanza Plasmonica di Superficie (RPS), una tecnologia specificatamente sviluppata per studiare nei dettagli le interazioni tra molecole, ha permesso di contribuire in maniera rilevante in differenti progetti condotti in collaborazione con altri laboratori. Uno di questi, particolarmente significativo, condotto con il Laboratorio di “Infiammazione e malattie del sistema nervoso” (D.ssa M.G. De Simoni) e con il Dipartimento di Chimica Organica e Industriale dell’Università di Milano (Prof. A. Bernardi), riguarda il ruolo di della proteina Mannose Binding Lectin (MBL) nei danni indotti da ischemia cerebrale e la possibilità di avere significativi effetti anti-ischemici con inibitori di MBL. Gli studi attualmente in corso prevedono la sintesi di nuovi ligandi, la valutazione della loro interazione con MBL in vitro, tramite i nostri studi con RPS, e la validazione dei possibili effetti anti-ischemici con esperimenti in vivo. Il nostro laboratorio è anche coinvolto in alcuni progetti, in collaborazione sia con il Negri Bergamo (in particolare dott.ssa Morigi e dott.ssa Noris) che con l’Istituto Clinico Humanitas, che riguardano la caratterizzazione di interazioni proteiche importanti nei fenomeni di risposta immunitaria e attivazione del complemento. Sviluppo e applicazione di metodi analitici innovativi Nell’ambito di un progetto multicentrico dal titolo “SEPSIS - Sistema Miniaturizzato per la Diagnostica Molecolare E Proteomica della Sepsi, basato sulla Risonanza Plasmonica di Superficie”, nel 2014 abbiamo sviluppato e validato una metodica innovativa, basata appunto sulla RPS, per la determinazione dei livelli plasmatici di pentraxin-3, una proteina prodotta velocemente in seguito ad infiammazione e quindi utile a scopi diagnostici e prognostici. Nell’ambito di un progetto condotto con il Laboratorio di “Farmacologia Clinica Cardiovascolare” dell’Istituto (Dott. Ristagno/Latini) e con il “Department of Anesthesiology and Intensive Care Medicine” dell’Università di Helsinky, abbiamo sviluppato, validato ed utilizzato le metodiche in HPLC-MS per misurare i livelli plasmatici dei diversi metaboliti della cosiddetta “via delle chinurenine”. L’analisi del plasma di 245 pazienti con arresto cardiaco ha permesso di evidenziare che l’attivazione precoce di questa via metabolica correla con la severità dello shock post-arresto, ed ha un valore predittivo per quanto riguarda la mortalità precoce e le conseguenze a lungo termine. Infine, nel 2014 è iniziato un progetto con il Dipartimento delle Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri che si propone di investigare il profilo farmacocinetico e farmacologico, la penetrazione del sistema nervoso centrale e la potenzialità d’abuso di Nuove Sostanze Psicoattive, nuove droghe sintetiche immesse sul mercato principalmente via Internet, potenzialmente dannose per la salute. Nell’ambito di questo progetto, condotto in collaborazione con il laboratorio di “Psicofarmacologia Sperimentale” (Dott. Cervo), ci occupiamo dello sviluppo e validazione dei metodi analitici in HPLC-MS, e del loro utilizzo per la caratterizzazione di tali sostanze per quanto riguarda profilo farmacocinetico nel sangue e passaggio della barriera emato-encefalica. Laboratorio di Proteomica Traslazionale Identificazione di proteine biomarcatori della SLA nei linfomonociti di pazienti Un biomarcatore è una molecola indicatore dello stato patologico o fisiologico di un organismo. Un biomarcatore di malattia è potenzialmente uno strumento molto importante in clinica in RAPPORTO ATTIVITA’ 232 2014 IRFMN quanto può aiutare a diagnosticare precocemente una malattia, a monitorarne la progressione, e a valutare l’efficacia di trattamenti sperimentali. Inoltre, le proteine, i biomarcatori per eccellenza, possono fungere da indicatori dei meccanismi molecolari che causano la malattia e quindi aiutare la ricerca di base nello sviluppo di approcci terapeutici nuovi e più efficaci. La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una malattia neurodegenerativa che colpisce i motoneuroni, le cellule nervose che impartiscono ai muscoli il comando di movimento. In generale, si assiste alla perdita progressiva delle funzioni motorie, fino alla paralisi dei muscoli respiratori e alla morte. La SLA è una malattia difficile da diagnosticare. Oggi non esiste alcun test o procedura che fornisca una diagnosi definitiva di SLA. La diagnosi viene formulata attraverso un attento esame clinico e ripetuto nel tempo da parte di un neurologo esperto ed una serie di esami diagnostici per escludere altre malattie. Per la SLA, oltre a non esserci ad oggi una cura risolutiva, non esistono neppure dei biomarcatori validati, cioè verificati su ampie popolazioni di pazienti e di soggetti di controllo. La ricerca dei biomarcatori per le malattie neurodegenerative come la SLA si è concentrata principalmente nell’indagine del liquido cerebrospinale (CSF). Il CSF, il fluido che lambisce il sistema nervoso centrale e ne riflette i cambiamenti, è considerato il campione di riferimento per la ricerca dei biomarcatori delle malattie neurologiche. Purtroppo, nonostante i progressi tecnologici nell’ambito dell’analisi delle proteine (le tecniche di proteomica), l’analisi del CSF rimane molto complessa. Inoltre, il prelievo del CSF è altamente invasivo e difficilmente attuabile in studi di validazione su larga scala ed in studi longitudinali. In collaborazione con il Laboratorio di Neurobiologia Molecolare e il Laboratorio di Metodologia per la Ricerca Biomedica dell’Istituto Mario Negri di Milano e con la Fondazione Salvatore Maugeri, IRCCS, di Milano e il Centro clinico NEMO di Milano, abbiamo condotto una serie di studi mirati ad identificare biomarcatori della SLA. La novità sta nel fatto che i biomarcatori sono stati ricercati nelle cellule mononucleate del sangue (PBMC), sostanzialmente linfociti e monociti, facilmente isolabili da sangue periferico e più semplici da analizzare con metodologie proteomiche rispetto al CSF. Il razionale per questa analisi è che la SLA non è più considerata una malattia cell-autonomous, cioè non colpisce esclusivamente i motoneuroni. Infatti sono state riscontrate alterazioni sistemiche anche nelle cellule PBMC. Quindi è stato fatto uno studio di proteomica differenziale, cioè è stato paragonato l’insieme delle proteine espresse dalle cellule PBMC di pazienti SLA con quello di individui sani e pazienti affetti da malattie con sintomi simili alla SLA. Sono state individuate delle proteine che riescono a distinguere efficacemente i pazienti SLA dai casi controllo [per esempio chloride intracellular channel protein 1 (CLIC1), heterogeneous nuclear ribonucleoprotein A2/B1 (ROA2), tyrosine nitrated actin, interleukin-1 receptor-associated kinase 4 (IRAK4), cyclophilin A (CypA), etc.) e che sono correlate con la progressione della malattia (CypA, protein disulfide isomerase A3 e TDP-43). Queste proteine sono state poi misurate in un modello animale di SLA e alcune di queste risultano essere alterate nello stesso modo che nell’uomo (CypA, CLIC1, tyrosine nitrated actin, glutathione S-transferase omega-1, far upstream element-binding protein 1), già prima dell’esordio dei sintomi. Questo fa ben sperare che la valutazione di tali biomarcatori possa essere sfruttata per diagnosticare precocemente la malattia anche nell’uomo. Inoltre, il parallelo uomo-modello animale permetterà di studiare in profondità queste proteine che potrebbero essere coinvolte nei meccanismi molecolari che causano la SLA, ancora sconosciuti. Anche in questo caso siamo di fronte a dei candidati biomarcatori che aspettano una validazione su un’ampia popolazione di pazienti SLA e casi controllo. La validazione sarà agevolata da un reperimento più facile dei campioni biologici, sangue piuttosto che CSF, e dal procedimento analitico molto meno complesso di quello utilizzato nella fase di identificazione. Il Laboratorio di Proteomica Traslazionale ha ora in programma uno studio di validazione di questi biomarcatori. Alterazioni nella secrezione proteica e rilascio di esosomi da astrociti derivanti da un modello murino di SLA: Implicazioni per la diffusione da cellula a cellula della patologia e la morte del motoneurone RAPPORTO ATTIVITA’ 233 2014 IRFMN I meccanismi che portano alla vulnerabilità selettiva dei motoneuroni nella SLA non sono ancora noti. L'interazione tra motoneuroni e astrociti sembra essere cruciale per l’insorgenza della malattia. Gli astrociti, le cellule gliali più abbondanti del sistema nervoso centrale, sono responsabili di importanti funzioni protettive per i motoneuroni, come il rilascio di fattori trofici. Tuttavia, gli astrociti possono anche adottare un stato di attivazione che sembra contribuire al processo patogenetico della SLA. Abbiamo confrontato il proteoma di astrociti di topi che sovraesprimono G93A SOD1, il miglior modello murino di SLA, con quello di topi che sovraesprimono wild-type WT SOD1. L'obiettivo era quello di individuare le cascate molecolari alterate a seguito dell'espressione della proteina mutata. Abbiamo dimostrato che la sovraespressione di G93A SOD1 in colture primarie di astrociti è associata a diminuzione dei livelli di proteine coinvolte nelle vie di secrezione proteica. Questo è collegato ad una riduzione generale delle proteine secrete totali, ma anche ad un aumento specifico in un certo numero di proteine nei media cellulari, come SOD1 mutata e valosing-containing protein ( VCP ) / p97. Poiché c'è anche un aumento del rilascio di esosomi si può dedurre che gli astrociti che esprimono SOD1 mutata attivino vie di secrezione proteica non convenzionali, probabilmente come meccanismo di protezione. Questo può contribuire a limitare la formazione di aggregati intracellulari e contrastare la tossicità di SOD1 mutata. Abbiamo anche visto che gli esosomi astrocitari riescono a trasferire in modo efficiente SOD1 mutata all’interno dei neuroni spinali e inducono morte selettiva del motoneurone. Possiamo concludere che l'espressione di SOD1 mutata ha un impatto sostanziale sulle vie di secrezione proteica degli astrociti, contribuendo così alla diffusione da cellula a cellula della patologia e alla morte del motoneurone. Laboratorio per lo Studio dei Sistemi Biologici Analisi sistemica delle interazioni proteiche nel complesso delle giunzioni intercellulari Le giunzioni intercellulari, che formano il cosiddetto complesso giunzionale apicale, mediano l’adesione fra cellule contigue e rappresentano dunque la base cellulare della coesione dei tessuti, come (ad esempio) il rivestimento epiteliale dell’intestino. Al fine di acquisire una comprensione sistemica del complesso giunzionale apicale, abbiamo studiato (mediante metodiche d’analisi delle reti o ‘network analysis’) tutte le interazioni tra proteine che sono state descritte a livello delle giunzioni di cellule epiteliali umane. Sebbene veri e propri ‘hubs’ (vale a dire proteine molto rare ma con un numero molto alto d’interazioni con altre proteine) fossero assenti dal network giunzionale, le proteine con maggior numero d’interazioni erano proteine molto importanti perché prodotte da geni essenziali per la sopravvivenza. Inoltre, all’interno del network giunzionale, abbiamo potuto osservare moduli (vale a dire gruppi di proteine molto densamente connesse tra loro). L’analisi dei moduli ha infine messo in luce principi organizzativi generali del complesso giunzionale. Questo progetto ci ha permesso di convalidare l’utilità della ‘network analysis’ per lo studio degli elementi e delle funzioni della cellula. Laboratorio di Trasduzione del Segnale Caratterizzazione della funzione di SEPN1, una proteina redox coinvolta in alcune forme di miopatie congenite Molti studi hanno evidenziato che un’alterazione dell’equilibrio ossido-riduttivo (redox) incide sul processo di ripiegamento proteico e che tale alterazione nel reticolo endoplasmatico (ER) si ripercuote sull’omeostasi del calcio che governa la fisiologia muscolare. Tuttavia, le difficoltà nella manipolazioni in vivo dello stato redox hanno impedito fino ad ora lo studio dei pathway molecolari che collegano l’omeostasi redox della cellula con la fisiologia muscolare. Recentemente abbiamo caratterizzato gli enzimi che sovraintendono all’omeostasi redox RAPPORTO ATTIVITA’ 234 2014 IRFMN nell’ER. I nostri dati preliminari indicano che SEPN1, una proteina la cui funzione è ignota e che se mutata causa delle miopatie congenite, gioca un ruolo importante nel mantenimento dell’equilibrio redox. Intendiamo quindi manipolare geneticamente SEPN1 per individuare le proteine sensibili alle variazioni redox e connesse con la fisiologia muscolare e sfruttare le conoscenze acquisite per curare le miopatie connesse a SEPN1. Questo progetto mira ad individuare i pathway sensibili alle variazioni dell’ambiente redox e che sono connessi con la fisiologia muscolare attraverso delle manipolazioni genetiche di SEPN1. L’obiettivo finale è di riuscire a manipolare farmacologicamente il meccanismo d’azione di SEPN1 in modo da curare le miopatie congenite di cui SEPN1 è responsabile e le patologie muscolari dovute ad un’alterazioni dell’ambiente redox. La funzione di SEPN1 è ignota. Tuttavia, lo studio della sequenza proteica di SEPN1 ha identificato un dominio omologo al sito attivo delle Tioredoxine Reduttasi. Quest’ultime sono enzimi il cui meccanismo catalitico è noto e con una chiara attività redox. Intendiamo sfruttare l’omologia tra SEPN1 e le Tioredoxine Reduttasi per creare dei mutanti genetici di SEPN1 che permettano l’individuazione delle proteine interattrici sensibili all’ambiente redox attraverso tecniche quantitative di spettrometria di massa. L’uso di specifici sensori ci permetterà di valutare come gli interattori di SEPN1 sensibili all’ambiente redox influiscano sull’omeostasi del calcio e sulla fitness muscolare e le conoscenze funzionali acquisite saranno utili ad individuare in un "high throughput screening" delle piccole molecole che modulino la funzione di SEPN1. Infine valuteremo l’impiego di acido ascorbico per bloccare la progressione delle miopatie connesse a SEPN1 in modelli murini ad hoc. RAPPORTO ATTIVITA’ 235 2014 IRFMN RAPPORTO ATTIVITA’ 236 2014 IRFMN DIPARTIMENTO DI EPIDEMIOLOGIA PERSONALE Capo Dipartimento Silvio GARATTINI, M.D. LABORATORIO EPIDEMIOLOGIA GENERALE Capo Laboratorio Silvio GARATTINI, M.D. Unità di Epidemiologia dei Tumori Capo Unità Cristina BOSETTI, Dr.Mat. Unità di Stili di Vita e Prevenzione Capo Unità Liliane CHATENOUD, Dr.Sci.Biol. Unità di Epidemiologia per la Ricerca Clinica Capo Unità Silvano GALLUS, Dr.Sci. Informaz. Unità di Epidemiologia Analitica Capo Unità Claudio PELUCCHI, Dr.Sci.Stat. LABORATORIO METODI EPIDEMIOLOGICI Capo Laboratorio Eva NEGRI, Dr.Mat. LABORATORIO EPIDEMIOLOGIA DELLE MALATTIE CRONICHE Capo Laboratorio Alessandra TAVANI, Dr.Sci.Biol. LABORATORIO INFORMATICA MEDICA Capo Laboratorio Eugenio SANTORO, Dr. Sci. Informaz. RAPPORTO ATTIVITA’ 237 2014 IRFMN CURRICULA VITAE Eva Negri si è laureata in Matematica presso l’Università degli Studi di Milano nel 1985. Esperienze lavorative: Dal 2007: Capo del Laboratorio di Metodologia Epidemiologica del Dipartimento di Epidemiologia; 1992-2006: Capo dell’Unità di metodologia Epidemiologica del Laboratorio di Epidemiologia, nel 1990-92 Ricercatore presso il Laboratorio di Epidemiologia; 1984-1990 Collaboratore presso il Laboratorio di Epidemiologia. Aree di interesse: Disegno, conduzione e analisi di studi epidemiologici su patologie croniche (es. cancro e infarto miocardico) e incidenti, analisi della mortalità di coorti di lavoratori, analisi di andamenti temporali e della distribuzione geografica della mortalità per tumori, malattie cardiovascolari, incidenti e altre patologie selezionate, analisi di indagini nazionali sulla salute, applicazione di tecniche di modellizzazione lineare all’analisi di dati epidemiologici, ri-analisi collaborative e meta-analisi di studi epidemiologici. Premi: Borsa di studio della Comunità Europea per lo studio dell’Epidemiologia (1988) Pubblicazioni selezionate Bonifazi M, Franchi M, Rossi M, Moja L, Zambelli A, Zambon A, Corrao G, La Vecchia C, Zocchetti C, Negri E.Trastuzumab-related cardiotoxicity in early breast cancer: a cohort study. Oncologist. 2013;18(7):795-801. Bagnardi V, Rota M, Botteri E, Scotti L, Jenab M, Bellocco R, Tramacere I, Pelucchi C, Negri E, La Vecchia C, Corrao G, Boffetta P. Alcohol consumption and lung cancer risk in never smokers: a meta-analysis. Ann Oncol. 2011;22:2631-9. Negri E, La Vecchia C, Pelucchi C, Tavani A The risk of acute myocardial infarction after stopping drinking Prev Med 2005; 40: 725-728 Negri E, Pelucchi C, Talamini R, Montella M, Gallus S, Bosetti C, Franceschi S, La Vecchia C Family history of cancer and the risk of prostate cancer and benign prostatic hyperplasia Int J Cancer 2005; 114: 648-652 Negri E, Little D, Boiocchi M, La Vecchia C, Franceschi S. B-cell non-Hodgkin’s lymphoma and hepatitis C virus infection: A systematic review Int J Cancer 2004; 111: 1-8 Levi F, La Vecchia C, Boyle P, Lucchini F, Negri E Western and eastern European trends in testicular cancer mortality Lancet 2001; 357: 1853-1854 Alessandra Tavani - laurea in Scienze Biologiche, Università di Milano (luglio 1977); Specialista in Ricerche Farmacologiche, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”(luglio 1979). Esperienze lavorative: 1979-81: Ricercatrice nel laboratorio di Metabolismo dei Farmaci, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”. 1981: Ricercatrice nella “Unit for Research on Addictive Drugs”(direttore prof. H.W. Kosterlitz), Università di Aberdeen, Scozia, U.K. 1982-1990: Capo dell’Unità di Neurofarmacologia degli Oppioidi, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”1990: Ricercatrice nell’Unità di Farmacologia Clinica Perinatale, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”. 1991-2007: Capo dell’Unità di Epidemiologia delle Malattie Croniche del Laboratorio di Epidemiologia, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”. Dal 2007: Capo del Laboratorio di Epidemiologia delle Malattie Croniche del Dipartimento di Epidemiologia, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”. Area di interesse: Epidemiologia dei tumori e delle malattie coronariche. Organizzazione di studi casocontrollo e studi di coorte sui tumori e sulle malattie ischemiche del cuore, includendo la raccolta di campioni biologici. Analisi dei fattori di rischio legati alla genetica e agli stili di vita, in particolare caffè, dieta, attività fisica. Premi: “Rafaelsen Scholar Award”dal Collegium Internationale Neuro-Psychopharmacologicum (CINP), 16th Meeting, Monaco (F.R.G.), 1988. Pubblicazioni selezionate Tavani A, Malerba S, Pelucchi C, Dal Maso L, Zucchetto A, Serraino D, Levi F, Montella M, Franceschi S, Zambon A, La Vecchia C. Dietary folates and cancer risk in a network of case-control studies. Ann Oncol 2012; 23: 2737-2742 Tavani A, Rosato V, Di Palma F, Bosetti C, Talamini R, Dal Maso L, Zucchetto A, Levi F, Montella M, Negri E, Franceschi S, La Vecchia C. History of cholelithiasis and cancer risk in a network of case-control studies. Ann Oncol 2012; 23: 2173–2178 Galeone C, Tavani A, Pelucchi C, Turati F, Winn D M, Levi F, Yu G - P, Morgenstern H, Kelsey K, Dal Maso L, Purdue M, McClean M, Talamini R, Hayes R B, Franceschi S, Schantz S, Zhang Z F, Ferro G, Chuang S - C, Boffetta P, La Vecchia C, Hashibe M. Coffee and tea intake and risk of head and neck cancer: pooled analysis in the international head and neck cancer epidemiology consortium. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev 2010; 19: 1723-1736 Turati F, Galeone F, Edefonti V, Ferraroni M, Lagiou P, La Vecchia C, Tavani A. A meta-analysis of coffee consumption and pancreatic cancer. Ann Oncol 2012; 23: 311–318 RAPPORTO ATTIVITA’ 238 2014 IRFMN Turati F, Galeone C, La Vecchia C, Garavello W, Tavani A. Coffee and cancers of the upper digestive and respiratory tracts: meta-analyses of observational studies. Ann Oncol 2011; 22: 536-544 Malerba S, Turati F, Galeone C, Pelucchi C, Verga F, La Vecchia C, Tavani A. A meta-analysis of prospective studies of coffee consumption and mortality for all causes, cancers and cardiovascular disease. Eur J Epidemiol 2013; 28 : 527-539 De Maria R, Campolo J, Frontali M, Taroni F, Federico A, Inzitari D, Tavani A, Romano S, Puca E, Orzi F, Francia A, Mariotti C, Tomasello C, Dotti M T, Stromillo M L, Pantoni L, Pescini F, Valenti R, Pelucchi C, Parodi O Effects of sapropterin on endothelium-dependent vasodilation in patients with CADASIL: a randomized controlled trial. Stroke 2014; 45: 2959-2966 Eugenio Santoro - si è laureato in Scienze dell’Informazione nell’anno accademico 1988-1989 presso l’Università degli Studi di Milano. Nel 1985 inizia a lavorare con una borsa di studio presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”. E’ stato responsabile dell’Unità di Informatica Clinica e Statistica Applicata e del Laboratorio di Informatica Clinica e Statistica Applicata afferenti al Dipartimento di Ricerca Cardiovascolare. Dal 2001 guida il Laboratorio di Informatica Medica che dal 2007 è entrato a fare parte del Dipartimento di Epidemiologia. La sua attività si è concentrata prevalentemente nella produzione di software per la gestione e l’analisi statistica di studi clinici tra i quali quelli denominati GISSI (Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravvivenza nell’Infarto miocardico) e per la conduzione di meta-analisi. Dal 1995 si occupa di Internet, e più di recente di web 2.0, di social media, e delle loro applicazioni in ambito medico sviluppando siti e portali a carattere medico/scientifico e sfruttandone le potenzialità come strumento di formazione e informazione. Autore e coautore di oltre 220 articoli e di 70 relazioni presentate ai principali congressi internazionali di informatica e di cardiologia, ha pubblicato per il Pensiero Scientifico di Roma quattro volumi dai titoli “Web 2.0 e social media in medicina”, “Facebook, Twitter e la medicina”, “Guida alla medicina in rete” e “Internet in medicina. Guida all’uso e applicazioni pratiche”, e curato per conto della stessa casa editrice la traduzione dall’inglese di altri volumi di informatica e di medicina. Ha inoltre contribuito alla stesura del capitolo “Clinical Trials Data Management” del volume “Clinical Trials Handbook” (Wiley 2009, Edited by Gad S.C.), della voce “Internet e medicina” per l’aggiornamento III della Enciclopedia Medica Italiana (UTET 2007) e del dossier “Internet e Medicina - Etica, Salute e Nuove Tecnologie dell’Informazione” curato dalla Commissione Nazionale per la Bioetica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Membro di diverse società scientifiche nazionali e internazionali, cura per conto di alcune riviste mediche italiane rubriche sull’uso di Internet ed è docente in corsi ECM e master universitari di I e II livello. Pubblicazioni selezionate Santoro E. “Web 2.0 e social media in medicina: come social network, wiki e blog trasformano la comunicazione, l’assistenza e la formazione in sanità. 2° edizione. Il Pensiero Scientifco Editore, Roma 2011 Santoro E. “Facebook, Twitter e la medicina”,. Il Pensiero Scientifco Editore, Roma 2011 Santoro E., Tinazzi A.”Clinical Trials Data Management”. In “Clinical Trials Handbook” (Wiley 2009, Edited by Gad S.C.). Santoro E, Rossi Valentina, Pandolfini C, Bonati M. DEC-NET: The development of the European register of clinical trials on medicines for children. Clin Trials 2006; 3: 366-375 Clivio L, Tinazzi A, Mangano S, Santoro E. The contribution of information technology: Towards a better clinical data management. Drug Dev Res 2006; 67: 245-250 Santoro E. Internet and information on breast cancer: an overview. Breast 2003; 12: 424-431 Santoro E, Nicolis E, Franzosi M G, Tognoni G. Internet for clinical trials: Past, present, and future. Control Clin Trials 1999; 20: 194-201 Franzosi M G, Santoro E, Zuanetti G, Latini R, Maggioni A P, Tognoni G, GISSI. Indications for ACE inhibitors in the early treatment of acute myocardial infarction. Systematic overview of individual data from 100.000 patients in randomized trial. Circulation 1998; 97: 2202-2212 Cristina Bosetti si è laureata in Matematica presso l’Università degli Studi di Milano (1994) e si è specializzata in Ricerca Farmacologica presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano (1999), and un PhD presso la School for Nutrition, Toxicology and Metabolism (NUTRIM), Maastricht University, Maastricht, Paesi Bassi. Esperienze lavorative: E’ Capo Unità “Epidemiologia dei Tumori”, Dipartimento di Epidemiologia, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”dal 2005. Tra le altre esperienze lavorative vi sono: Visiting scientist presso l’unità”Life style and Cancer”dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) di Lione, Francia (Ott 2009); Collaborazione con “International Epidemiology Institute”, Rockville, MD, USA (2002-2009); Collaborazione con Unità “Field and intervention studies”, IARC, Lione, Francia (sett-2000-giu. 2001); Collaborazione con Dipartimento di Epidemiologia, Harvard School of Public Health, Boston, MA, USA (sett-nov. 1998); Ricercatrice presso il Laboratorio di Epidemiologia, RAPPORTO ATTIVITA’ 239 2014 IRFMN Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”(1998-2005); Ricercatrice presso il Laboratorio di Salute Materno Infantile, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano (1996-1997). Aree di interesse: Epidemiologia dei tumori, malattie cardiovascolari e altre patologie croniche; analisi dei rischi associati a dieta, consumo di alcol e di tabacco, storia di diabete, uso di aspirina ed esposizioni occupazionali e ambientali a sostanze tossiche, attraverso l’applicazione di modelli lineari generalizzati; meta-analisi e revisione sistematiche della letteratura epidemiologica su rischio di tumore in relazione a varie esposizioni. E’ autore/coautore di oltre 259 pubblicazioni su riviste scientifiche peer-reviewed citate in PubMed/MEDLINE. I.F. medio: 4.3. H-index: 44 (Web of Knowledge). Pubblicazioni selezionate Bosetti C, Rosato V, Li D, Silverman D, Petersen GM, Bracci PM, Neale RE, Muscat J, Anderson K, Gallinger S, Olson SH, Miller AB, Bas Bueno-de-Mesquita H, Scelo G, Janout V, Holcatova I, Lagiou P, Serraino D, Lucenteforte E, Fabianova E, Ghadirian P, Baghurst PA, Zatonski W, Foretova L, Fontham E, Bamlet WR, Holly EA, Negri E, Hassan M, Prizment A, Cotterchio M, Cleary S, Kurtz RC, Maisonneuve P, Trichopoulos D, Polesel J, Duell EJ, Boffetta P, La Vecchia C. Diabetes, antidiabetic medications, and pancreatic cancer risk: an analysis from the International Pancreatic Cancer Case-Control Consortium. Ann Oncol. 2014 Oct;25(10):2065-72. Bosetti C, Rosato V, Buniato D, Zambon A, La Vecchia C, Corrao G. Cancer risk for patients using thiazolidinediones for type 2 diabetes: a meta-analysis. Oncologist. 2013;18(2):148-56. Bosetti C, Rosato V, Gallus S, Cuzick J, La Vecchia C. Aspirin and cancer risk: a quantitative review to 2011. Ann Oncol. 2012 Jun;23(6):1403-15. Int J Cancer. 2011 Jul 1;129(1):173-9. Bosetti C, Bertuccio P, Chatenoud L, Negri E, Levi F, La Vecchia C. Childhood cancer mortality in Europe, 1970-2007. Eur J Cancer. 2010;46:384-94. Bosetti C, Gallus S, Peto R, Negri E, Talamini R, Tavani A, Franceschi S, La Vecchia C. Tobacco Smoking, Smoking Cessation, and Cumulative Risk of Upper Aerodigestive Tract Cancers.Am J Epidemiol. 2007; 167:468-73. Liliane Chatenoud si è laureata in Scienze Biologiche presso l’Università degli Studi di Milano (1987); ha conseguito il titolo di Specialista in Statistica Sanitaria presso l’Università degli Studi di Milano (1995). Dottorato di Ricerca in Scienze Naturalistiche ed Ambientali presso l’Università degli Studi di Milano (2012). Esperienze lavorative: Capo dell’Unità di Stili di Vita e Prevenzione, Dipartimento di Epidemiologia, (sett. 2005-); ricercatrice presso il Laboratorio di Epidemiologia (1991-2005); 1991-1993: Ricercatore a contratto presso il Dipartimento di Medicina del Lavoro dell’Università di Milano. Biometrista junior presso la Bracco S.p.A. (1988-1990). Dal 2007 al 2009, membro del comitato etico dell’Azienda Ospedaliera Valtellina e Valchiavenna Aree di interesse: Dermatoepidemiologia, epidemiologia dei tumori (Studi caso-controllo). Analisi degli andamenti temporali e della distribuzione geografica della mortalità perinatale, tumori ed altre condizioni. E’ autore/coautore di oltre 140 pubblicazioni su riviste scientifiche peer-reviewed citate in PubMed/MEDLINE. H-index: 35 (Web of Science). Pubblicazioni selezionate Chatenoud L, Bertuccio P, Bosetti C, Rodriguez T, Levi F, Negri E, La Vecchia C Hodgkin lymphoma mortality in the Americas, 1997-2008: Achievements and persistent inadequacies Int J Cancer 2013. Pelucchi C, Chatenoud L, Turati F, Galeone C, Moja L, Bach J - F, La Vecchia C Probiotics supplementation during pregnancy or infancy for the prevention of atopic dermatitis: a meta-analysis. Epidemiology 2012; 23: 402-414. Chatenoud L, Bertuccio P, Bosetti C, Levi F, Negri E, La Vecchia C. Childhood cancer mortality in America, Asia, and Oceania, 1970 through 2007. Cancer. 2010;116:5063-74. Chatenoud L, Malvezzi M, Pitrelli A, La Vecchia C, Bamfi F. Asthma mortality and long-acting beta2-agonists in five major European countries, 1994-2004. J Asthma 2009 46: 546-551 Chatenoud L, Mosconi P, Malvezzi M, Colombo P, La Vecchia C, Apolone G. Impact of a major thermoelectric plant on self-perceived health status. Prev Med. 2005;41:328-33. Silvano Gallus si è laureato in Scienze dell’Informazione presso l’Università degli Studi di Milano (1999). Esperienze lavorative: Capo dell’Unità di Epidemiologia per la Ricerca Clinica, Dipartimento di Epidemiologia (dal 2006); Consulente statistico per studi epidemiologici presso gruppi di ricerca RAPPORTO ATTIVITA’ 240 2014 IRFMN ospedalieri, Milano e Bergamo (dal 2002); ricercatore presso il Laboratorio di Epidemiologia (dal 1997); Responsabile del sito internet dell’Azienda Ospedaliera “Ospedale Niguarda Ca’ Granda”, Milano (19992002). Aree di interesse: Monitoraggio della prevalenza e delle tendenze del fumo di tabacco e obesità in Italia e in Europa, e del relativo impatto sulla salute. Studi caso-controllo e studi di coorte sui tumori e sulle malattie ischemiche del cuore. Analisi dei fattori di rischio legati ad abitudini e stili di vita tra cui in particolare fumo, alcol e dieta. Analisi di studi di coorte occupazionali. Il Dott Gallus dal 2008 è Editor Associato della rivista BMC Public Health ed è membro dell’Editorial Board delle riviste: The Open Obesity Journal (Deputy Section Editor tra il 2010 e il 2012), The Open Demography Journal (dal 2009), World Journal of Gastrointestinal Oncology (dal 2009), World Journal of Dermatology (dal 2010), World Journal of Clinical Urology (dal 2011), ISRN Public Health (dal 2013). Il Dott Gallus è revisore di molteplici riviste, tra le quali BMJ, JAMA, JNCI e Tobacco Control. Nel 2012 ha ricevuto dallo European Research Advisory Board (ERAB) il premio Publications Award. E’ autore/coautore di oltre 210 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali citate in PubMed/MEDLINE dal 1998 ad oggi. H-index 31 (Web of Knowledge). Pubblicazioni selezionate Gallus S, Lugo A, Fernandez E, Gilmore AB, Leon ME, Clancy L, La Vecchia C. Support for a tobacco endgame strategy in 18 European countries. Prev Med. 2014;67:255-8. Gallus S, Lugo A, La Vecchia C, Boffetta P, Chaloupka FJ, Colombo P, Currie L, Fernandez E, Fischbacher C, Gilmore A, Godfrey F, Joossens L, Leon ME, Levy DT, Nguyen L, Rosenqvist G, Ross H, Townsend J, Clancy L. Pricing Policies And Control of Tobacco in Europe (PPACTE) project: cross-national comparison of smoking prevalence in 18 European countries. Eur J Cancer Prev. 2014;23:177-85. Joossens L, Lugo A, La Vecchia C, Gilmore AB, Clancy L, Gallus S. Illicit cigarettes and hand-rolled tobacco in 18 European countries: a cross-sectional survey. Tob Control. 2014 May;23(e1):e17-23. Gallus S, Muttarak R, Martínez-Sánchez JM, Zuccaro P, Colombo P, La Vecchia C. Smoking prevalence and smoking attributable mortality in Italy, 2010. Prev Med. 2011;52:434-8. Gallus S, Tramacere I, Boffetta P, Fernandez E, Rossi S, Zuccaro P, Colombo P, La Vecchia C. Temporal changes of under-reporting of cigarette consumption in population-based studies. Tob Control. 2011 Jan;20(1):34-9. Gallus S, Naldi L, Carli P, La Vecchia C; Italian Group for Epidemiologic Research in Dermatology (GISED). Nevus count on specific anatomic sites as a predictor of total body count: a survey of 3,406 children from Italy. Am J Epidemiol. 2007;166:472-8. Clifford GM, Gallus S, Herrero R, Muñoz N, Snijders PJ, Vaccarella S, Anh PT, Ferreccio C, Hieu NT, Matos E, Molano M, Rajkumar R, Ronco G, de Sanjosé S, Shin HR, Sukvirach S, Thomas JO, Tunsakul S, Meijer CJ, Franceschi S; IARC HPV Prevalence Surveys Study Group. Worldwide distribution of human papillomavirus types in cytologically normal women in the International Agency for Research on Cancer HPV prevalence surveys: a pooled analysis. Lancet. 2005;366:991-8. Claudio Pelucchi si è laureato in Scienze Statistiche presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca nel 2003. Esperienze lavorative: Capo dell’Unità di Epidemiologia Analitica, Dipartimento di Epidemiologia, IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”(dal 2011); Ricercatore presso il Dipartimento di Epidemiologia (1999-2010). Altre esperienze lavorative: collaborazioni con l’Istituto di Pediatria dell’Università degli Studi di Milano (dal 2006); con il Dipartimento di Traumatologia, Ortopedia e Medicina del Lavoro dell’Università degli Studi di Torino (dal 2003); con l’International Prevention Research Institute, Lione, Francia (2010-2011); con la European Society of Clinical Microbiology and Infectious Diseases (2009-2010). Aree di interesse: Studi caso-controllo e di coorte occupazionale sui fattori di rischio per neoplasie e altre patologie croniche. Metanalisi e pooled-analisi di studi osservazionali e di clinical trials. Analisi dell’impatto clinico e socio-economico dell’influenza e di altre infezioni in età pediatrica. Autore/coautore di circa 160 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali. H-index: 30 (SCOPUS); 42 (Google Scholar). Pubblicazioni selezionate Pelucchi C, Galeone C, Bach JF, La Vecchia C, Chatenoud L. Pet exposure and risk of atopic dermatitis at the pediatric age: A meta-analysis of birth cohort studies. J Allergy Clin Immunol. 2013;132:616-622 Pelucchi C, Chatenoud L, Turati F, Galeone C, Moja L, Bach JF, La Vecchia C. Probiotics supplementation during pregnancy or infancy for the prevention of atopic dermatitis: a meta-analysis. Epidemiology. 2012;23:402-14. Pelucchi C, Negri E, Talamini R, Levi F, Giacosa A, Crispo A, Bidoli E, Montella M, Franceschi S, La Vecchia C. Metabolic syndrome is associated with colorectal cancer in men. Eur J Cancer 2010; 46:1866-1872. RAPPORTO ATTIVITA’ 241 2014 IRFMN Esposito S, Bosis S, Pelucchi C, Begliatti E, Rognoni A, Bellasio M, Tel F, Consolo S, Principi N. Pediatrician knowledge and attitudes regarding human papillomavirus disease and its prevention. Vaccine. 2007; 25:6437-6446. Pira E, Pelucchi C, Buffoni L, Palmas A, Turbiglio M, Negri E, Piolatto P G, La Vecchia C. Cancer mortality in a cohort of asbestos textile workers. Br J Cancer 2005; 92:580-586. Tavani A, Pelucchi C, Negri E, Bertuzzi M, La Vecchia C. n-3 polyunsaturated fatty acids, fish, and nonfatal acute myocardial infarction. Circulation 2001; 104:2269-2272. ATTIVITA’ DEL DIPARTIMENTO Il Dipartimento di Epidemiologia si occupa di epidemiologia di diverse neoplasie comuni (tra cui tumori della mammella, del tratto genitale femminile, del tratto respiratorio e digerente, della prostata e delle vie urinarie, neoplasie linfoidi, etc.) e di altre malattie croniche, attraverso un approccio sia descrittivo, che analitico. Tra le attività di epidemiologia descrittiva vi sono l’analisi degli andamenti temporali e della distribuzione geografica della mortalità per tumori, malattie cardiovascolari e altre condizioni selezionate, in Italia, Europa e altri Paesi del mondo; l’analisi degli andamenti nel consumo di tabacco in Italia e in Europa, e dei corrispondenti effetti sull’incidenza e sulla mortalità per tumore del polmone e altre neoplasie tabacco-relate; l’analisi degli andamenti nella prevalenza di obesità in Italia. Per ciò che riguarda l’epidemiologia analitica, il Dipartimento si occupa della conduzione e analisi di studi di tipo caso-controllo su vari tumori o patologie cardiovascolari, con la finalità di identificare e quantificare le relazioni con gli aspetti genetici/familiari, stili di vita selezionati (dieta, fumo, alcool, caffè, etc.), malattie pregresse (diabete, ipertensione, obesità, ecc.), utilizzo di farmaci selezionati e di ormoni esogeni ed esposizione ambientale a varie sostanze. In particolare, si occupa dell’analisi dei correlati dietetici dei tumori e malattie cardiovascolari; della quantificazione degli effetti sulla salute del fumo di tabacco, consumo di alcool e caffè e delle relative implicazioni per la prevenzione; dell’analisi del rischio di vari tumori associato all’utilizzo di contraccettivi orali e terapie sostitutive in menopausa; della valutazione dell’impatto dello screening nella diagnosi precoce e nella prevenzione del cancro. Il Dipartimento si occupa inoltre della conduzione di revisioni sistematiche e meta-analisi di studi pubblicati; ri-analisi dei dati originali di studi epidemiologici sui tumori del cavo orale e faringe, del pancreas, della tiroide, dell’ovaio, della mammella, del collo dell’utero e della vescica; analisi di coorti storiche di esposizioni occupazionali ad amine aromatiche, fibre di vetro, erbicidi e altri cancerogeni noti o potenziali; valutazione e monitoraggio dell’infezione da HPV e delle patologie correlate in donne a elevato rischio per il carcinoma della cervice uterina; dell’analisi dei postulati dell’ipotesi igienista che attribuisce un ruolo protettivo all’esposizione ad agenti microbici (sia essa diretta o indiretta), nello sviluppo dell’atopia nella prima infanzia. Inoltre il Dipartimento collabora con vari gruppi italiani ed europei in studi di epidemiologia descrittiva, osservazionale, e clinica in pediatria ed oncologia. Infine, un’altra attività del Dipartimento riguarda lo sviluppo di siti web a carattere medico, lo studio della qualità delle informazioni mediche in Internet, la ricerca e la formazione su argomenti legati all’informatica medica e all’uso in medicina di Internet, dei social media e delle applicazioni web 2.0. PRINCIPALI RISULTATI Attraverso una revisione sistematica della letteratura e meta-analisi di studi epidemiologici sull’associazione tra consumo di alcol e rischio di sviluppare cancro, abbiamo fornito delle solide e aggiornate evidenze scientifiche che mostrano che il consumo di alcol porta ad aumentato rischio di sviluppare il tumore del cavo orale, dell’esofago, del colon-retto, del fegato, della laringe e della mammella femminile. Inoltre, è emersa un’evidenza sempre crescente di un aumento del rischio di tumore del pancreas, della prostata e della pelle (melanoma maligno) nei bevitori di alcol. RAPPORTO ATTIVITA’ 242 2014 IRFMN Una revisione sistematica e meta-analisi ha evidenziato che il consumo di alcol non è legato al rischio di sviluppare leucemia, sebbene sia emerso un rischio significativamente maggiore negli studi asiatici e minore in quelli americani. Una revisione sistematica e meta-analisi di studi di coorte di lavoratori esposti agli idrocarburi policiclici aromatici ha evidenziato un eccesso di rischio dei tumori del tratto respiratorio (principalmente polmone) e della vescica nei lavoratori impiegati in fonderie di ferro e acciaio. Dalla meta-analisi è emerso inoltre che i lavoratori impiegati nella produzione di alluminio avevano un rischio aumentato, sebbene non significativo, di sviluppare il tumore della vescica. Da una revisione sistematica della letteratura scientifica e meta-analisi è emerso che il consumo di alcol è associato in modo positivo al rischio di sviluppare melanoma maligno della pelle, anche se tenendo in considerazione l’esposizione ai raggi solari l’effetto del consumo di alcol non è più statisticamente significativo. Una revisione sistematica della letteratura scientifica e meta-analisi ha evidenziato che il consumo di alcol non è legato al rischio di sviluppare mieloma multiplo, sebbene sembri emergere una modesta protezione per consumi moderati. L’ampio studio collaborativo internazionale PanC4 (Pancreatic Cancer Case-control Consortium), con più di 8.000 casi di tumore del pancreas, conferma l’eccesso di rischio di tumore del pancreas tra i diabetici e mostra che un 30% di rischio persiste anche oltre 20 anni dopo la diagnosi di diabete. Inoltre, gli antidiabetici orali potrebbero diminuire il rischio di tumore del pancreas mentre l’uso di insulina mostra un’inconsistente relazione rischio-durata. Una revisione sistematica e meta-analisi della letteratura hanno indicato un modesto effetto favorevole dell’aspirina sul tumore della prostata. L’inferenza sulla causalità dell’effetto e le implicazioni sulla salute pubblica sono, però, lungi dall’essere conclusivi data l’eterogeneità dei risultati e la mancanza di associazione con la dose e durata dell’uso di aspirina. Uno studio caso-controllo italiano ha mostrato che un’apprezzabile proporzione di tumori del pancreas potrebbe essere evitata eliminando qualche semplice fattore modificabile, come il fumo, l’abbondante consumo di alcol e il diabete. Un’analisi di pattern alimentari ha mostrato che una dieta caratterizzata da un elevato consumo di prodotti di origine animale, inclusi diversi tipi di carne e altri prodotti, nonché di cereali (raffinati) e zuccheri, è positivamente associata con il rischio di tumore della prostata. Uno studio caso-controllo italiano sul tumore della mammella, includente informazioni sui recettori per gli estrogeni (ER) e progesterone (PR), ha mostrato delle associazioni con alcuni fattori mestruali e riproduttivi più forti nei tumori mammari ER+(PR+) che in quelli ER–(PR–), pur in assenza di una significativa eterogeneità. Bassi livelli di reddito e d’istruzione sono associati a un aumento di oltre il doppio del rischio di tumori della testa e del collo; tale associazione non è interamente spiegata dalle differenze nella distribuzioni dei fattori di rischio comportamentali per questi tumori. Il rischio di tumore della vescica è di 3 volte superiore negli ex fumatori e di più di 6 volte superiore nei fumatori attuali. Il rischio di tumore della vescica aumenta con la crescente RAPPORTO ATTIVITA’ 243 2014 IRFMN intensità (OR = 8,75 per ≥25 sigarette /die) e la durata del fumo (OR = 5.46 per ≥50 anni). L’eliminazione del fumo di tabacco potrebbe prevenire circa il 65% dei tumori della vescica. Il nostro studio ha fornito una forte evidenza di un ruolo benefico della dieta mediterranea sui tumori del cavo orale e della faringe. La mortalità per cancro dell’esofago negli uomini è costantemente diminuita in diversi paesi dell’Europa meridionale e occidentale, mentre è aumentata fino alla metà degli anni 1990 e ha iniziato a stabilizzarsi solo nel corso degli ultimi anni nei paesi dell’Europa centrale. Il consumo di alcol si è notevolmente ridotto in Francia, Italia, Spagna e altri paesi dell’Europa meridionale negli ultimi decenni. In un lavoro basato sui dati di due studi caso-controllo sul tumore dello stomaco condotti in Italia, abbiamo considerato tre diversi punteggi di aderenza alla dieta mediterranea. I risultati ottenuti hanno fatto emergere un ruolo benefico dell’aderenza a questo tipo di dieta sul tumore gastrico. In uno studio caso-controllo, i pattern alimentari caratterizzati da elevati consumi di prodotti di origine animale sono risultati associati a un aumento di rischio di sviluppare il tumore dell’endometrio, con un rischio maggiore nelle donne obese. Un’analisi dei pattern alimentari indica che una dieta ricca di prodotti di origine animale, di amidi e di grassi aumenta il rischio di carcinoma del nasofaringe. Una revisione sistematica e meta-analisi di studi epidemiologici ha evidenziato che i pazienti affetti da sarcoidosi hanno un eccesso di rischio per alcuni tipi di cancro. I dati di uno studio caso-controllo Italiano, con 760 casi e 682 controlli, hanno supportato un ruolo protettivo della dieta mediterranea contro l’infarto miocardico acuto non fatale. I dati del nostro studio sul tumore gastrico e i risultati di una meta-analisi che abbiamo condotto su 23 studi caso-controllo e 4 coorti hanno mostrato una riduzione del rischio di tumore gastrico in chi consuma abbondanti quantità di vegetali agliacei. Il nostro studio supporta un’associazione positiva tra carico glicemico e rischio di cataratta, indipendentemente dal diabete, e un’assenza di associazione con l’indice glicemico. Una meta-analisi di 16 studi ha suggerito un ruolo protettivo del consumo di vegetali agliacei (aglio in particolare) sul rischio di tumore del colonretto. Un’associazione inversa significativa è emersa anche per i polipi adenomatosi. Una revisione sistematica e meta-analisi di studi di coorte ha indicato un aumento di rischio di tumore del fegato in chi consumava 3 o più bicchieri di alcol al giorno. I bevitori moderati (meno di 3 bicchieri) non presentavano un aumento significativo del rischio. Una meta-analisi di 17 studi e oltre 8500 casi non ha trovato alcun aumento di rischio di tumore della vescica in chi usa/ha usato coloranti per capelli. RAPPORTO ATTIVITA’ 244 2014 IRFMN In una breve revisione della letteratura, abbiamo affrontato il tema della presenza di “cluster”, all’interno di nuclei familiari, di tumori allo stesso sito ma anche a siti differenti. Alcuni esempi sono i cluster mammella-stomaco-ovaio, prostata-tratto urinario, e tumori legati al fumo. Queste aggregazioni di tumori possono essere dovute alla condivisione, all’interno della famiglia, di abitudini dannose e/o all’esistenza di diverse sindromi genetiche ereditarie. La dieta mediterranea sembra essere protettiva nei confronti del tumore epatocellulare. I soggetti con infezione cronica da virus dell’epatite B e/o C possono trarre benefici in termini di rischio di tumore epatocellulare seguendo la dieta mediterranea. Una revisione sistematica e meta-analisi di studi epidemiologici ha indicato che l’acrilamide nella dieta non è associato al rischio della maggior parte dei tumori comuni. Non si può tuttavia escludere una modesta associazione con il tumore del rene. Una sintesi delle evidenze epidemiologiche ha portato alla conclusione che un elevato consumo di vegetali del genere Allium riduce il rischio di tumore dello stomaco. Fumare ed essere in sovrappeso prima di una diagnosi di cancro al pancreas può avere un ruolo nella prognosi della malattia, oltre che nella sua eziologia. Un ampio pool di studi caso-controllo all’interno del Consorzio INHANCE (International Head and Neck Cancer Epidemiology) ha supportato un effetto protettivo del consumo di folati sul rischio di tumori del cavo orale e della faringe. Utilizzando i dati di un’indagine rappresentativa condotta in Italia nel 2013, abbiamo trovato che più di 45 milioni di italiani avevano sentito parlare di sigaretta elettronica, 3,5 milioni l’avevano provata, e più di 600.000 italiani la usavano regolarmente. Il 90% degli utilizzatori di sigarette elettroniche non ha smesso di fumare le sigarette tradizionali. Quasi 900.000 italiani che non avevano mai fumato sigarette, in particolare giovani, hanno provato almeno una volta le sigarette elettroniche. Nonostante l’elevata percentuale di fumatori che fumano in macchina (65,5%), la maggior parte della popolazione italiana (circa l’80%) sostiene l’adozione di un divieto di fumo all’interno delle automobili. Le leggi antifumo dovrebbero quindi essere estese negli abitacoli dei veicoli privati, in particolare in presenza di bambini. In un’indagine condotta nel 2013, abbiamo osservato che l’11% degli adulti italiani usa regolarmente l’aspirina per la prevenzione di malattie cardiovascolari. Tuttavia, più della metà dei soggetti ad alto rischio cardiovascolare non la utilizza per la prevenzione primaria o secondaria. Nel 2010, nell’ambito del progetto PPACTE, abbiamo condotto un sondaggio rappresentativo faccia a faccia sul fumo in 18 Paesi europei (Albania, Austria, Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Inghilterra, Finlandia, Francia, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna e Svezia), su un totale di 18.056 adulti. Complessivamente, il 27,2% dei partecipanti erano fumatori correnti (il 30,6% degli uomini e il 24,1% delle donne). La prevalenza di fumatori era più alta in Bulgaria (40,9%) e in Grecia (38,9%) e più bassa in Italia (22,0%) e in Svezia (16,3%). RAPPORTO ATTIVITA’ 245 2014 IRFMN Utilizzando i dati PPACTE, abbiamo trovato che in Europa il 10,4% dei fumatori (il 12,9% degli uomini e il 7,5% delle donne) utilizzano, come tipo di sigarette più frequentemente fumato, le sigarette rollate a mano. La percentuale di fumatori di sigarette rollate a mano è sostanziale in alcuni Paesi europei, tra cui l’Inghilterra (27,3%), la Francia (16,5%) e la Finlandia (13,6%). L’indagine PPACTE ha fornito informazioni sulla dimensione del commercio illecito di tabacco in Europa, utilizzando una misura globale basata sulla ispezione visiva dell’ultimo pacchetto di sigarette acquistato. L’evasione fiscale è del 6,5% in Europa. Usando i dati PPACTE, abbiamo osservato come in Europa, più le politiche di controllo del tabagismo sono adottate a livello nazionale, più cresce la proporzione di case con divieto di fumo volontario. Questo risultato è coerente con i risultati di uno studio ecologico precedente che utilizzava i dati di una speciale indagine Eurobarometer condotta nel 2009, e che dimostrava come la legge antifumo nei luoghi di lavoro e nei luoghi pubblici non era correlata ad una maggiore prevalenza del fumo in locali privati (case e automobili). L’indagine PPACTE ha anche fornito una base di riferimento per valutare le tendenze future nel sostegno pubblico per proposte estreme per eliminare (o tagliare drasticamente) la vendita o il consumo di fumo: nel 2010, circa un adulto su tre (e un fumatore su quattro) era favorevole ad un intervento di fine-corsa (tobacco endgame) per il tabacco in Europa. In Europa, il 47,6% degli adulti sono in sovrappeso o obesi (il 54,5% degli uomini e il 40,8% nelle donne), e il 12,8% (il 14,0% degli uomini e l’11,5% delle donne) sono obesi. La prevalenza di obesità inferiore è stata osservata nei paesi del Mediterraneo, in particolare in Italia e in Francia. In uno studio è stata valutata l’efficacia di trastuzumab (T) come prima linea di trattamento per il tumore della mammella metastatico in donne che avevano già ricevuto T per il tumore della mammella in fase iniziale. L’efficacia di T è risultata comparabile a quella delle donne che hanno utilizzato T solo per il tumore della mammella metastatico. In uno studio caso-controllo, abbiamo dimostrato che una dieta ricca di antiossidanti riduce il rischio di infarto di miocardio, consigliando quindi un consumo elevato di frutta e verdura e un consumo moderato di vino e cereali. In un’ampia coorte di donne italiane trattate con terapia adiuvante a base di trastuzumab per il tumore precoce della mammella HER2-positivo nella pratica clinica, il tasso di sopravvivenza entro il quarto anno di follow-up (89,4%) era in linea con le stime degli studi clinici. Regimi di durata <6 mesi avevano una prognosi peggiore. Abbiamo mostrato che il carico glicemico è un importante determinante del più comune ictus ischemico, ma non dell’ictus emorragico, nella coorte greca dell’European Prospective Investigation into Cancer and nutrition (EPIC), composta da circa 20.000 partecipanti. I dati amministrativi sanitari mostrano che l’utilizzo di trastuzumab nel trattamento del tumore del seno è aumentato tra il 2004 e il 2009 sia in Lombardia che nella provincia di Palermo. I RAPPORTO ATTIVITA’ 246 2014 IRFMN pazienti più giovani avevano una maggiore probabilità di ricevere trastuzumab, ma la differenza diminuiva nel tempo. Nel trial Multicenter Italian Lung Detection (MILD), i microRNA del plasma hanno mostrato un valore predittivo, diagnostico e prognostico per il tumore del polmone. Essi potrebbero ridurre il tasso dei falsi positivi della tomografia computerizzata a basso dosaggio, migliorando così l’efficacia dello screening. In una revisione della letteratura sono state discusse le origini, le proprietà farmacologiche, la composizione chimica, le proprietà antitumorali ed il meccanismo d’azione dei vegetali del genere Allium (aglio, cipolla, porri, etc). Inoltre, dagli studi epidemiologici è emerso un ruolo protettivo del consumo di elevate quantità di vegetali agliacei, soprattutto aglio e cipolla, nell’insorgenza del tumore gastrico. Sono stati analizzati i dati ufficiali sul cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), per il periodo 1970-2012. Il calo della mortalità per cancro alla tiroide riflette sia variazioni nell’esposizione ai fattori di rischio che cambiamenti nella diagnosi e nel trattamento della malattia, mentre gli aumenti di incidenza sono probabilmente causati dall’aumento del rilevamento di tale neoplasia negli ultimi decenni. Le proiezioni di mortalità per tumore nell’Unione Europea (UE) per il 2014 confermano la tendenza favorevole, che si traduce in un calo complessivo del 26% dal picco di mortalità negli uomini del 1988, e del 20% nelle donne. Sono proiettate oltre 250.000 morti evitate nel 2014 rispetto al picco di mortalità del 1988. Fanno eccezione il cancro al polmone femminile e il tumore del pancreas in entrambi i sessi. L’incidenza e la mortalità del tumore gastrico sono diminuiti notevolmente negli ultimi decenni nella maggior parte dei paesi del mondo, con differenze nelle tendenze e nella distribuzione nelle aree geografiche. Le previsioni per il 2015 indicano che è attesa una stabilizzazione dei tassi negli Stati Uniti e in alcuni altri paesi. COLLABORAZIONI NAZIONALI Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) Arcispedale S. Maria Nuova, Reggio Emilia ASL di Bergamo ASl Milano 2 Associazione Nazionale dei Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO) Azienda Ospedaliera Niguarda Ca’ Granda, Milano Azienda Ospedaliera San Gerardo, Monza Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari Azienda Autonoma di Trento Azienda ULSS n.6 Vicenza Centro di Riferimento Oncologico, Servizio di Epidemiologia e Biostatistica, Aviano (PN) Comune di Milano, Direzione Centrale Salute, Settore politiche per la Salute Ente Ospedaliero Cantonale di Bellinzona Federazione Italiana Medici Medicina Generale (FIMMG) Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano Fondazione Politecnico di Milano Fondazione SmithKline, Milano Gruppo Italiano Studi Epidemiologici in Dermatologia GISED, Bergamo RAPPORTO ATTIVITA’ 247 2014 IRFMN Gruppo Italiano Documentalisti dell’Industria Farmaceutica e degli Istituti di Ricerca Biomedica International Centre for Pesticides and Health Risk Prevention, Milano Istituto Auxologico Italiano, Laboratorio Sperimentale di Ricerche Endocrinologiche IRCCS, Milano Istituto DOXA, Milano Istituto Europeo di Oncologia, Divisione di Epidemiologia e Biostatistica, Milano Istituto Europeo di Oncologia, Divisione Melanomi e Sarcomi Muscolo Cutanei Istituto di Fisiologia Clinica CNR, Sezione di Milano, Milano Istituto Internazionale di Telemedicina (IITM) Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN), Roma Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori, Dipartimento di Chirurgia Toracica, Oncologia Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori, Struttura Complessa di Chirurgia Generale Indirizzo Oncologico 4 (Melanomi e Sarcomi) Sperimentale, Unità di Eredità Poligenica, Milano Istituto Ortopedico Gaetano Pini, Centro di Chirurgia Ortopedica Oncologica, Milano Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica (ISPO), Firenze Istituto Superiore di Sanità, Osservatorio Fumo Alcol Droga, Roma Istituto Tumori “Fondazione Pascale”, Servizio di Epidemiologia, Napoli Ospedali Riuniti di Bergamo Ospedale Alessandro Manzoni, Unità di Gastroenterologia, Lecco (LC) Ospedale Galliera di Genova Ospedale “Luigi Sacco” Azienda Ospedaliera – Polo Universitario ok Azienda Ospedaliera S. Gerardo, Unità Operativa di Malattie Infettive, Monza (MB) ok Policlinico di Monza, Unità Operativa di Endoscopia I, Monza (MB) Prima Clinica Ostetrico Ginecologica, Mangiagalli, Milano Regione Lombardia, U.O. Governo dei servizi sanitari territoriali e politiche di appropriatezza e controllo Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione (UNAMSI) Università Bocconi di Milano, Dipartimento di Analisi Istituzionale e Management Pubblico, Milano Università Bicocca Milano, Dipartimento di Informatica Sistemistica e Comunicazione, Milano Università Cattolica del Sacro Cuore, Unità di Epidemiologia genetica e Biologia Molecolare, Istituto di Igiene, Roma Università di Ferrara, Dipartimento di Studi Umanistici, Ferrara Università Milano-Bicocca, Dipartimento di Statistica e Metodi Quantitativi, Milano Università di Milano-Bicocca, I Clinica Otorinolaringoiatria, DNTB, Monza Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Fisiopatologia Medico-Chirurgica e dei Trapianti, Milano Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità, Milano Università degli Studi di Milano, Prima Clinica Ostetrico Ginecologica, Milano Università di Torino, Istituto di Medicina del Lavoro, CTO, Torino COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI Aichi Cancer Center Research Institute, Division of Epidemiology and Prevention and Nagoya University Graduate School of Medicine, Nagoya, Japan Institut Català d'Oncologia (ICO), Cancer Prevention and Control Program, Tobacco Control Unit, L'Hospitalet de Llobregat, Barcelona, Spain RAPPORTO ATTIVITA’ 248 2014 IRFMN Institut d'Investigació Biomèdica de Bellvitge (IDIBELL), Cancer Control and Prevention Group, L'Hospitalet de Llobregat, Barcelona, Spain Center of Oncology, Dept. of Epidemiology and Cancer Prevention, Varsavia, Poland Centre for Research in Environmental Epidemiology (CREAL) and Municipal Institute of Medical Research (IMIM), Barcellona, Spain Harvard School of Public Health, Department of Epidemiology, Boston, USA Harvard School of Public Health, Department of Nutrition, Boston, USA Hellenic Health Foundation, Athens, Greece Hôpital Necker - Enfants Malades, Centre of the Association Claude Bernard on Auto-immunes diseases, Parigi, France Institute de Academie des Sciences, Paris, France ok International Prevention Research Institute (IPRI), Lyon, France Karolinska Institute, Department of Medical Epidemiology and Biostatistics, Stockholm, Sweden National Cancer Institute, Environmental Studies Section, Bethesda, USA National School of Public Health, WHO, Atene, Greece NUTRIM School for Nutrition, Toxicology and Metabolism, Department of Complex Genetics, Cluster of Genetics and Cell Biology, Maastricht University Medical Centre, Maastricht, The Netherlands. Registre Vaudois des Tumeurs, Institut Universitaire de Médecine Sociale et Préventive, Losanna, Svizzera Society for Internet in Medicine Spanish National Cancer Research Center, Centro Nacional de Investigaciones Oncologicas (CNIO), Madri, Spain The Ohio State University College of Public Health, Columbus, Ohio, USA The Tisch Cancer Institute and Institute for Translational Epidemiology, Mount Sinai School of Medicine, New York, NY, USA Tobacco Free Research Institute, Dublino, Ireland University of Athens Medical School, Department of Hygiene and Epidemiology, Atene, Greece University of Cordoba, Faculty of Medical Diseases, Cordoba, Argentina University of Las Palmas de Gran Canaria, Department of Clinical Sciences, Las Palmas de Gran Canaria, Spain University of Porto, Faculty of Medicine, Department of Clinical Epidemiology, Preventive Medicine and Public Health. Porto, Portugal PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI Advances in Therapy (Eva Negri) BMC Public Health (Silvano Gallus, Associate Editor) European Journal of Cancer (Cristina Bosetti) ISRN Cardiology (Eugenio Santoro) ISRN Public Health (Silvano Gallus) OA Epidemiology (Cristina Bosetti) Portale Partecipasalute.it – http://www.partecipasalute.it (Eugenio Santoro) Società Italiana Attività Regolatorie News, SIARNews (Eugenio Santoro) The Breast (Eva Negri, Associated editor) The Open Demography Journal (Silvano Gallus) The Open Obesity Journal (Silvano Gallus) The Scientific World Journal (Cristina Bosetti) Tumori (Carlotta Galeone) RAPPORTO ATTIVITA’ 249 2014 IRFMN World Journal of Clinical Urology (Silvano Gallus) World Journal of Dermatology (Silvano Gallus) World Journal of Gastrointestinal Oncology (Silvano Gallus) ATTIVITA’ DI REVISIONE Acta Dermato-Venereologica; Acta Psychiatrica Scandinavica; Acta Oto-Rhino-Laryngologica Italica; Alcohol and Alcoholism; Alcologia; American Journal of Clinical Nutrition; American Journal of Epidemiology; Annals of Epidemiology; Annals of Oncology; Appetite; Archives of Internal Medicine; BMC Public Health; British Journal of Cancer; British Journal of Nutrition; British Medical Journal; BMJ Open; Bulletin of the World Health Organization; Canadian Journal of Physiology and Pharmacology; Cancer; Cancer Causes and Control; Cancer Detection and Prevention; Cancer Epidemiology Biomarkers and Prevention; Computer Methods and Programs in Biomedicine; Diabetes/Metabolism Research and Reviews; Digestive and Liver Disease; Epidemiologia & Prevenzione; Epidemiology; Epidemiology & Biostatistic; Epidemiology, Biostatistics and Public Health; European Heart Journal; European Journal of Cancer; European Journal of Cancer Prevention; European Journal of Clinical Nutrition; European Journal of Epidemiology; European Journal of Neurology; European Journal of Public Health; Evidence-Based Healthcare and Public Health; Food and Chemical Toxicology; Global Health Action; Gynecological Endocrinology; Gut; Hearth; Hepatology; Human Reproduction; International Journal of Cancer; International Journal of Environmental Research and Public Health; International Journal of Epidemiology; International Journal of Food Sciences and Nutrition; International Journal of Hygiene and Environmental Health; International Journal of Obesity; ISRN Public Health; JAMA; Journal of American College of Nutrition; Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism; Journal of Clinical Epidemiology; Journal of Epidemiology and Community Health; Journal of Investigative Dermatology; Journal of Medical Internet Research; Journal of Medical Economics; Journal of Medical Internet Research; Journal of the National Cancer Institute; Journal of Women's Health; Lancet Oncology; Lung Cancer; Maturitas; Melanoma Research; Nature Reviews Urology; Nicotine & Tobacco Research; Nutrition and Cancer; Nutrition Journal; Nutrition, Metabolism Cardiovascular Disease; Obstetrics and Gynecology; Oxford Economic Papers; Oncology; PLoS Medicine; PLoS ONE; Preventive Medicine; Public Health; Public Health Nutrition; QJM; Radiation Research; Recent Patents on Anti-Cancer Drug Discovery; Appetite; Revue d’Epidèmiologie et de Santé Publique; The Breast; The Cancer Journal; The Lancet; The Open Obesity Journal; The Scientific World Journal; Tobacco Control; Tobacco Induced Diseases; Tumori; World Journal of Gastroenterology. PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI Executive Committee, International Head and Neck Cancer Epidemiology (INHANCE) consortium (Negri) Steering Committee, Stomach cancer Pooling (StoP) Project (Pelucchi, Negri) Membro dell’European Food Safety Agency (EFSA) Panel on Acrylamide in Food (Bosetti) Membro dell’EFSA Panel on Isoflavones (Bosetti) Membro del Scientific Evaluation Committee (SEC) of the ERA-NET TRANSCAN (European Research RAPPORTO ATTIVITA’ 250 2014 IRFMN Area Network on Translational Cancer Research) (Bosetti) Giuria del National Communication, Marketing and Information for Health - International Journalism Festival (Santoro) Steering Committee of the portal www.familyhealth.it (Santoro) Comitato di Giuria Digital Awards (organized by Aboutpharma prize for the best applications in the medical and social media apps) (Santoro) Comitato Scientifico of the congress TeleMediCare 2014 (Santoro) ORGANIZZAZIONE DI EVENTI Meeting ERC. Case-control study on atopic dermatitis. Milan, 23/1/2014 Meeting Case-control study group, Istituto Mario Negri, Milan, 7/2/2014 WG1 Meeting –COST action BM1204. “STSM”. Milano, 20/5/2014 Second project meeting. Stomach cancer pooling (STOP) project. “Updates on the StoP pooled dataset v.1.0”, “Preliminary results (tobacco, alcohol, SES)”, “Procedures to propose a subproject analysis”, “Proposal for subproject analyses: diabetes, coffee drinking”, “Data management issues for subprojects and new studies”, “Development of the project website”, “Grant applications/future developments”. Roma, 5/6/2014. PRESENTAZIONI A CONGRESSI ED EVENTI Giornata di studio. Facoltà di Medicina della Seconda Università di Napoli e dell’Osservatorio Permanente Giovani e Alcool. Le bevande alcoliche tra stili alimentari e conseguenze per la salute. “Alcol e tumori con focus sulle basse dosi”,”Alcol e rischio di cancro nella popolazione anziana italiana”. Napoli. 21/1/2014 Programma televisivo Fuori TG (RAI 3) as an expert on coffee and health. Milan, 12/2/2014 Pancreatic cancer case-control consortium (PanC4). Johns Hopkins University. “Update of data collection and analysis for acrylamide”, “DM and pancreatic cancer”, “Results of the analyses on ulcer and gastrectomy”. Baltimore, MD. 20/3/2014 11th Annual INHANCE meeting. Manuscript/analysis in preparation. “Single-nutrient analysis”, “Allium vegetable”, “Elderly”. Roma 4/6/2014 ICCA-LRI and JRC Workshop. What is safe? Integrating multi-disciplinary approaches for decision marking about the human health and environmental impacts of chemicals. “Epidemiology”. Lugano, Svizzera 17-18/6/2014 International scientific workshop. Mediterranean diet, wine and longevity. “Tutti centenary nel terzo millennio?”, “Vino e invecchiamento”. Castello di Grinzane Cavour 13/6/2014 RAPPORTO ATTIVITA’ 251 2014 IRFMN The ESHRE Capri Workshop. The unexpected global success of emergency contraception. Capri 29-30/8/2014 Scientific Evaluation Committee JTC 2013. Palermo, Italy.17-18/9/2014 ESMO conference 2014; Poster discussion - Challenges in cancer screening and care: dealing with the issues of access and cost of therapy; Madrid, Spain 27/9/2014 XXIX Meeting GISED (Gruppo Italiano Studi Epidemiologici in Dermatologia). The hygiene hypothesis: revisiting the concept in an Italian matched case-control study on incident atopic dermatitis in childhood. Cremona, 2/10/2014. Programma televisivo Elisir (RAI 3) as an expert on coffee and health. Milan. 6/10/2014. Alcohol and cancer risk in the Italian elderly population. Alcohol, tobacco, obesity. Noto, 8/10/2014 Premio Ercole Pisello, XXII edition. Bevagna, 18/10/2014 Capita Selecta in Complex Disease Analysis conference and EU COST Pancreas annual meeting. Liège, Belgium 24-26/10/2014 Convegno “Tabagismo nelle donne. Tutta vita niente fumo”. “I rischi del fumo nelle donne”. Bologna 4/11/2014 III World Congress of Public Health Nutrition. “Effectiveness and safety of low and non calorie sweeteners revisited”, “Energy balance as a public health drive”. Las Palmas de Gran Canaria, Spain 9-12/11/2014 Workshop “Smart media e social network in medicina”, DISCO - Università Milano Bicocca. “Social media e apps nel monitoraggio e prevenzione delle malattie e nella promozione della salute”. Milano 24/1/2014 Corso “La ricerca bibliografica su PubMed/Medline”, Ente Ospedaliero Cantonale di Bellinzona, Bellinzona 26/2/2014 Corso avanzato di formazione su metodologia, strategie e tecniche della ricerca clinica, promosso dalla Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri, Firenze 27/2/2014 Seminar “La letteratura scientifica per la qualità dei Servizi Sanitari”, Biblioteca Virtuale Per la salute. “Internet e social media per la medicina”. Piemonte, Centro Incontri - Regione Piemonte Torino 28/2/2014 Corso “Seminario di formazione per Ricercatori a Tempo Determinato”, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Milano, Milano 21/3/2014 Corso “Internet al servizio dell’aggiornamento del medico e dell’operatore sanitario”, Ente Ospedaliero Cantonale di Bellinzona, Bellinzona 2/4/2014 Convegno “I social network: un nuovo modello di comunicazione e informazione points of view”, Gruppo Documentalisti Industria Farmaceutica e Ricerca BioMedica (GIDIF-RBM), “I RAPPORTO ATTIVITA’ 252 2014 IRFMN SOCIAL MEDIA come strumento di comunicazione per la SALUTE”. Palazzo delle Stelline,”Milano 14/3/2014 Corso “La nuova comunicazione sanitaria ed il web 2.0”, Ausl della Romagna, Cesena 14/4/2014 Corso “Twitter, Facebook, i nuovi social media e le apps per l’aggiornamento medico e dell’operatore sanitario”, Ente Ospedaliero Cantonale di Bellinzona, Bellinzona, 7/5/2014 Corso “Social media in sanità: nuove opportunità di aggiornamento e comunicazione”, Federazione dei Medici di Medicina Generale, Milano, 16/5/2014 Corso “Social media e social network per l’aggiornamento in medicina e per la promozione della salute”, Fondazione Biblioteca Biomedica Biellese, Biella 19/5/2014 Workshop “La comunicazione della medicina sul web” organizzato dal Dipartimento di Studi Umanistici nell’ambito del Master in giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza, Università di Ferrara, Ferrara 9/5/ 2014 Convegno “Medicina e salute al tempo dei social media”, Università degli studi di Ferrara. “Web e social media per la conoscenza e la condivisione delle malattie”. Ferrara, 9/5/2014 Corso “Comunicare in promozione della salute:un percorso tra vecchie e nuove tecnologie”, Azienda Sanitaria Locale 2. Milano, Melegnano 6, 12/5/2014 Convegno “Ricerca e comunicazione possono andare d’accordo?”.Associazione Alessandro Liberati – network Italiano Cochrane, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano, 23/5/2014 Convegno “e-Government & e-Health”, 11th International Meeting. “Telemedicine, m-health and p-Health”. Desio 10-12/7/2014 Workshop “Verso Europa2020: Counseling e Telepsicologia per la salute”, organizzato da Regione Toscana. Social media, apps e loro impatto in sanità. Auditorium Sant’Apollonia, Firenze 30/6-1/7/2014 Corso “Il web 2.0 e i social media al servizio della formazione e dell’aggiornamento del medico e dell’operatore sanitario”, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari Azienda Autonoma di Trento, Trento 4-5/6/2014-1-2/10/2014 Meeting “Pubblica, blogga, twitta: fare carriera nella scienza oggi”, Master in Comunicazione delle Scienze, Università di Padova. “Social media e open science: nuovi strumenti per la ricerca medica”, Padova 2-3/10/2014 Corso “PubMed e la ricerca bibliografica”. IRCCS, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano, 4/10/2014 Convegno “Medicine 2.0 Congress”. “Social Media and Mobile Usage Among Italian Cardiologists”, Malaga 8-10/10/2014 Corso “Web 2.0, social media e apps per l’aggiornamento del medico e dell’operatore sanitario “, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano, 11/10/2104 RAPPORTO ATTIVITA’ 253 2014 IRFMN Corso “Social network, social media e apps per la comunicazione e la promozione della salute “, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano, 19/10/2014 Congreees “Giornata Mondiale del Diabete 2014”. “Social media, blog Internet… istruzioni per non farsi acchiappare dalla rete”. Palazzo delle Stelline, Milano 14/10/2014 Corso “I social media e le apps per l’aggiornamento dell’operatore sanitario e per la promozione della salute”, Azienda ULSS n.6 Vicenza, 16/10/2014 Workshop “Digital Health. Marketing e Comunicazione digitali nell'area della Salute”, Master in Economia e Gestione della Comunicazione e dei Media, Facoltà di Economia, Università Tor Vergata.e “Il marketing e la comunicazione digitali in sanità: canali, strumenti e opportunità” Roma, 17/10/2014 Course “Digital Health Days”, Roche, Monza 20-21/10/2014 Round Table “Digital Awards”, AboutPharma Digital Awards 2014, Milano 30/10/2014 Corso “Le nuove frontiere della personalizzazione della terapia”. “m-Health: verso la personalizzazione della terapia? Bologna 7-8/11/2014 Workshop “Fiducia e innovazione: Nuovi modelli di relazione e di misura”, Sala Salvadori Palazzo dei Gruppi, Camera dei Deputati, Roma 20/11/2014 University Master in Clinical Research (1° level), Università degli Studi di Milano, 2014-2015. “Internet e le nuove tecnologie per l’aggiornamento medico-scientifico”, Milano 3/12/2014 Corso “Comunicazione e Salute 2.0. FOCUS SOCIAL MEDIA DA STRUMENTO DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE A MEZZO PER COMUNICARE LA SALUTE” Ospedale Galliera di Genova, Genova, 19/12/2014 CONTRIBUTI E CONTRATTI Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) ASL 2 Provincia Milano Azienda Ospedaliera S. Gerardo, Unità Operativa di Malattie Infettive, Monza (MB) Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari Azienda Autonoma di Trento CEFIC/LRI Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale (CERGAS), Università Commerciale Ente Ospedaliero Cantonale di Bellinzona Luigi Bocconi, Milano Lega Italiana Lotta contro i Tumori (LILT) Fondazione Italiana Ricerca sul Cancro (FIRC) Fondazione Biblioteca Biomedica Biellese European Commission (FP7) European Research Council (ERC) Fondazione Umberto Veronesi Ministero della Salute Ospedale “Luigi Sacco” Azienda Ospedaliera – Polo Universitario, Milano Roche RAPPORTO ATTIVITA’ 254 2014 IRFMN Roche Diagnostics Università di Torino SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE (2014) Rosato V, Polesel J, Bosetti C, Serraino D, Negri E, La Vecchia C. Population Attributable Risk for Pancreatic Cancer in Northern Italy. Pancreas. 2014 Dec 3. Bravi F, Bertuccio P, Turati F, Serraino D, Edefonti V, Dal Maso L, Decarli A, Montella M, Zucchetto A, La Vecchia C, Bosetti C, Ferraroni M. Nutrient-based dietary patterns and endometrial cancer risk: an Italian case-control study. Cancer Epidemiol. 2014 Dec 30. Edefonti V, Nicolussi F, Polesel J, Bravi F, Bosetti C, Garavello W, La Vecchia C, Bidoli E, Decarli A, Serraino D, Calza S, Ferraroni M. Nutrient-based dietary patterns and nasopharyngeal cancer: evidence from an exploratory factor analysis. Br J Cancer. 2014 Dec 9. Bagnardi V, Rota M, Botteri E, Tramacere I, Islami F, Fedirko V, Scotti L, Jenab M, Turati F, Pasquali E, Pelucchi C, Galeone C, Bellocco R, Negri E, Corrao G, Boffetta P, La Vecchia C. Alcohol consumption and site-specific cancer risk: a comprehensive dose-response metaanalysis. Br J Cancer. 2014 Nov 25. Pelucchi C, Bosetti C, Galeone C, La Vecchia C. Dietary acrylamide and cancer risk: An updated meta-analysis. Int J Cancer. 2014 Nov 18. 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Il Dentista Moderno 2014 Settembre: 126-142 Gallus S, Gorini G, Spizzichino L, Faggiano F, Allara E, Carreras G, Chellini E, Salmaso S, Lugo A, Minardi V, Pistelli F, Carrozzi L, D'Argenio P. La tassazione del tabacco è uno strumento di salute pubblica. Epidemiol Prev 2014 38 : 279-280 Gallus S, Garattini S. Tabacco: più tasse, meno fumo. Sole 24 ore. Sanità. 14 Dibattiti. 8-14 luglio 2014 RAPPORTO ATTIVITA’ 260 2014 IRFMN Gallus S, Garattini S. Dalla sigaretta elettronica a quella scalda-tabacco, così sfuma la lotta al fumo. Sole 24 ore. Sanità. 23 settembre 2014. pp.8-9. Santoro E. MyHealthApps: un nuovo portale. Ricerca & Pratica 2014 n.176 : 83 Santoro E. All'empowerment le ali del web 2.0. Sole 24 Ore Sanità 2014 n. 19 : 11 Clavenna A, Guardabasso V, Santoro E. Le “cure” di Wikipedia non affidabili? Ancora meno lo e' chi lo afferma. Sole 24 Ore Sanita 2014 n. 28: 10-11 ALTRE PUBBLICAZIONI (2014) Tavani A, Galeone C, Turati F, Cavalli L, La Vecchia C. Epidemiological evidence on the relation between coffee intake and the risk of head and neck cancer. In: Coffee in health and disease prevention (ed. V.R. Preedy) Elsevier, UK. 349-358 (2014) Santoro E. Facebook, Twitter e medicina: potenzialità degli strumenti web 2.0 in ambito sanitario. In “Bioetica e formazione nell’epoca dei social media”, (a cura di Bernardi W, Miniati S), Franco Angeli 2014. ATTIVITA’ DI RICERCA Laboratorio di Epidemiologia Generale STUDI CASO-CONTROLLO SU FATTORI AMBIENTALI E GENETICI E RISCHIO DI TUMORE Il Laboratorio di Epidemiologia ha sviluppato una serie integrata di studi caso-controllo su diversi siti tumorali, che è stata una risorsa estremamente produttiva per la ricerca epidemiologica e la quantificazione del rischio di tumore in Italia, con oltre 1.000 pubblicazioni nel corso degli ultimi 30 anni. Il progetto integra studi più recenti (generalmente più sofisticati, con raccolta di materiale biologico) con database precedenti (tra cui oltre 22.000 casi e un numero comparabile di controlli) e permette di studiare i principali fattori di rischio di tumore (tabacco, alcol, sovrappeso, fattori alimentari, ormoni) in un unico database di grandi dimensioni, nonché di indagare i cambiamenti nel tempo. Il Laboratorio ha inoltre sviluppato e integrato varie fonti per la ricerca epidemiologica sui tumori, quali i dati raccolti dai questionari, bio-banche e sistemi di record linkage, al fine di quantificare l’associazione tra esposizione a vari fattori e il rischio dei maggiori tumori in Italia, per testare nuove ipotesi, e per individuare aspetti prioritari per la prevenzione primaria e secondaria. Tra i principali aspetti indagati nella rete di studi caso-controllo vi sono: 1. Nutrizione e dieta, tra cui varie misure di sovrappeso e le loro implicazioni sugli aspetti metabolici sul rischio di cancro, il ruolo separato e integrato (ad esempio, pattern alimentari, indicatori dietetici) di gruppi di alimenti e nutrienti, con particolare attenzione ad alcune componenti specifiche della dieta (ad esempio, flavonoidi, antiossidanti). 2. Alcol e tabacco, con particolare attenzione alle basse dosi di alcol, la relazione con il tempo dalla cessazione del fumo e del consumo di alcol, attraverso meta- e pool-analisi di dati provenienti da tutto il mondo. 3. La relazione tra storia di diabete e sindrome metabolica, e il rischio di vari tumori comuni. RAPPORTO ATTIVITA’ 261 2014 IRFMN 4. Fattori ormonali, non solo per tumori ormono-relati noti, esaminati in ri-analisi collaborative, ma anche per i tumori del pancreas, fegato, linfomi e sarcomi, per i quali il ruolo degli ormoni è ancora aperto alla discussione. 5. Altri fattori ambientali, tra cui i sottoprodotti di disinfezione delle acque potabili (DBP) e il cancro del colon-retto; infezioni, tinture per capelli ed esposizioni professionali e il cancro della vescica; l’epatite C e B e linfomi; i virus e i bifenili policlorurati (PCB) e sarcomi. 6. Fattori familiari e genetici, data la disponibilità dell’informazione sulla storia di tumore nei parenti (inclusa l’età alla diagnosi del cancro), con la possibilità di ottenere il rischio cumulativo di tumore in relazione a storia famigliare di tumore, nonché la disponibilità di campioni biologici per analizzare polimorfismi genetici. 7. Studi prospettici su fattori associati al rischio di cancro, alla sopravvivenza e alla mortalità, legando il database degli studi caso-controllo del Laboratorio con i dati (amministrativi) locali e nazionali. 8. Meta-e pool-analisi. Il progetto fa parte di una serie di ri-analisi collaborative condotte in Europa e in tutto il mondo su tumori dell’apparato digerente e respiratorio superiore, dello stomaco, del pancreas, della mammella e del tratto genitale femminile, della tiroide e dei linfomi. 9. Sviluppo e aggiornamento di un database di composizione alimentare, con l’aggiunta di alcune nuove componenti alimentari, quali ad esempio, proantocianidine, glutatione, capacità antiossidante totale. META-ANALISI SUL CONSUMO DI ALCOL E RISCHIO DI TUMORE I tumori del cavo orale e della faringe, di esofago (carcinoma a cellule squamose), laringe, fegato, colon-retto e mammella sono causalmente associati al consumo di alcol. Per molti altri tipi di tumori le evidenze non sono chiare e sono tuttora oggetto di discussione. Inoltre, vari aspetti specifici del consumo di alcol in relazione al rischio di cancro necessitano di ulteriori approfondimenti, in particolare la relazione dose-rischio per vari siti tumorali e l’eterogeneità dei risultati tra popolazioni diverse. In questo progetto, abbiamo indagato la relazione tra consumo di alcool e rischio di cancro con un approccio meta-analitico. Lo schema di studio si basava su un database già disponibile contenente 235 studi epidemiologici pubblicati tra il 1966 e il 2000, che ha permesso di indagare 18 siti tumorali, e che è stato integrato con gli articoli più recenti, pubblicati entro la fine del 2011. Obiettivi principali di questo progetto erano di stimare i parametri delle funzioni dose-risposta che legano il consumo di alcol al rischio di vari tipi di cancro, utilizzando vari modelli di meta-regressione e una macro SAS sviluppata ad hoc, e di identificare le fonti di eterogeneità (ad esempio, il modello di consumo, l’area geografica, ecc.) nelle stime dei parametri. Per i siti tumorali per cui il ruolo dell’alcol è ancora oggetto di discussione, abbiamo indagato l’associazione con l’esposizione a bevande alcoliche indipendentemente dalla dose. Abbiamo condotto una serie di analisi combinate su tutti i tumori al fine di produrre una pubblicazione che riassuma la forza delle evidenze disponibili sull’associazione tra alcol e cancro. Abbiamo considerato non solo i tumori comuni, ma anche neoplasie più rare, per le quali sono disponibili informazioni limitate. Inoltre, nel corso del 2013 abbiamo analizzato tutti i siti tumorali insieme in un’altra indagine, finalizzata a quantificare il ruolo delle basse dosi di consumo di alcol e a chiarire se vi sia una soglia di consumo al di sotto del quale non vi è alcun effetto evidente sul rischio di cancro. Oltre alle meta-analisi riassuntive su tutte le neoplasie, abbiamo studiato a fondo l’effetto dell’alcol sul rischio di diversi tumori, tra cui cavo orale e faringe, esofago (adenocarcinoma) e cardias, stomaco, polmone, ovaio, rene, vescica, cervello, e linfomi, considerando i risultati per i vari subsiti anatomici e/o sottotipi istologici ed esaminato le potenziali fonti di eterogeneità dei risultati. Il progetto ha rilevanti implicazioni per la prevenzione e la salute pubblica, in particolare le analisi sulle basse dosi di consumo. RAPPORTO ATTIVITA’ 262 2014 IRFMN CONSORZIO STUDIO “INTERNATIONAL HEAD AND NECK CANCER EPIDEMIOLOGY (INHANCE)” Il Consorzio internazionale dei tumori della testa e collo (The International Head and Neck Cancer Epidemiology (INHANCE) Consortium) è stato fondato nel 2004, e si basa sulla collaborazione di gruppi di ricerca che hanno raccolto dati epidemiologici originali sull’argomento. Nel complesso, sono stati inclusi 35 studi condotti in ogni parte del mondo per un totale di oltre 26.000 casi e 34.000 controlli, con prelievo biologico disponibile per la maggior parte dei soggetti. A livello mondiale, nel 2008 si sono registrati più di mezzo milione di nuovi casi di tumore alla testa e collo e 320.000 morti per questa patologia. I tumori della testa e del collo sono un gruppo di patologie neoplastiche che coinvolgono il cavo orale, faringe e laringe. Mentre è ben noto che il tabacco e l’alcool sono responsabili di circa il 75% dei tumori della testa e del collo, ci sono ancora diversi fattori eziologici da investigare: (i) il ruolo dei fattori di suscettibilità a bassa penetranza genetica (SNPs ad esempio) e le loro interazioni con i fattori ambientali, (ii) l’eziologia in sottogruppi rari di pazienti, come l’incidenza di malattia in giovane età, e nei non fumatori e non bevitori, (iii) l’effetto del papillomavirus umano (HPV), in particolare nei sottotipi istologici della patologia. Nel corso degli ultimi anni, il consorzio INHANCE ha analizzato diversi aspetti dello stile di vita, come la quantità e il tipo di bevande alcoliche, il ruolo del fumo e l’eziologia del tumore nel sottogruppo dei pazienti non fumatori e non bevitori. Si sta indagando il ruolo dell’HPV e l’interazione fra fattori genetici e ambientali. Si ritiene che la quantificazione dei rischi sui dati del Consorzio aiuteranno a comprendere meglio l’eziologia complessa di questo tumore. Ad oggi, sono stati pubblicati 35 articoli su dati del Consorzio. Il nostro Dipartimento è attivamente coinvolto nella collaborazione scientifica ed ha analizzato i dati su diversi fattori di rischio modificabili e non, tra cui la storia familiare di cancro, il consumo di caffè e di tè e i modelli dietetici. Durante il 2014 tale collaborazione ha consentito al nostro Dipartimento di indagare altri aspetti alimentari (ad es., consumo di folati e di vegetali della specie Allium) legati a questi tumori. CONSORZIO “INTERNATIONAL PANCREATIC CANCER CASE-CONTROL CONSORTIUM (PANC4)” Il consorzio PanC4 sul tumore del pancreas è stato creato da un gruppo di scienziati di diverse discipline biomediche (Epidemiologia, Genetica, Biostatistica, Bioinformatica, Biologia Molecolare, Gastroenterologia, Chirurgia) in tutto il mondo che si sono uniti insieme per migliorare la nostra comprensione delle cause del cancro del pancreas attraverso analisi congiunte, o la condivisione di dati. Il consorzio PanC4 include 15 studi caso-controllo sul tumore del pancreas condotti in Nord America, Europa, Cina, Australia, oltre a uno studio coordinato dalla IARC (SEARCH) condotto in Canada, Europa e Australia, per un totale di oltre 8000 casi di adenocarcinoma del pancreas esocrino e 14.000 controlli corrispondenti. I dataset originali sono stati ristrutturati sia dagli investigatori degli studi originali o dai coordinatori del consorzio utilizzando un modello uniforme per l’armonizzazione dei dati. Tra i fattori di rischio già analizzati nel consorzio PanC4 vi sono il fumo di sigaretta, il fumo di altri tipi di tabacco, l’assunzione di alcool, selezionate patologie (allergia, pancreatite, ulcera e gastrectomia), e fattori riproduttivi. Nuove analisi sono in corso per selezionati aspetti alimentari (tra cui l’acrilamide, la vitamina D,...), e fattori di rischio nei non fumatori. DIABETE E RISCHIO DI CANCRO Il diabete mellito è stato correlato al rischio di tumore del colon-retto, fegato, pancreas, mammella (in postmenopausa), e dell’endometrio, anche se la quantificazione di questa associazione in varie popolazioni rimane aperta a discussione. Il diabete è forse direttamente correlato al rischio di tumore della vescica e inversamente correlata al rischio di tumore alla prostata, mentre i dati sono incoerenti per altri importanti siti tumorali, per i quali sono quindi necessarie ulteriori informazioni. È anche interessante investigare la relazione tra tumore e RAPPORTO ATTIVITA’ 263 2014 IRFMN sindrome metabolica (SM), una patologia caratterizzata dalla combinazione di obesità addominale, diabete, dislipidemia e ipertensione, che è stata identificata come fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, e più recentemente per vari comuni tumori. Anche i farmaci prescritti per il trattamento del diabete di tipo 2 sembrano influenzare il rischio di cancro, anche se i dati sono incoerenti. Un progetto in corso nel Dipartimento mira a: i) fornire una migliore e ulteriore quantificazione dell’associazione tra diabete e il rischio di specifici tumori; ii ) aggiungere evidenze sul ruolo della SM sul rischio di cancro; iii ) fornire ulteriori dati sul ruolo di diverse classi di farmaci anti-diabete sul rischio di cancro. Il progetto include le seguenti tre fasi: 1) analisi del ruolo di diabete e sindrome metabolica sul rischio di cancro in una rete di studi caso-controllo, utilizzando i dati di un ampio e dettagliato database di una rete di studi caso-controllo in corso in Italia e nella Svizzera francese, e utilizzando i dati di gruppi collaborativi internazionali; 2) revisione sistematica e meta-analisi delle evidenze epidemiologiche sui farmaci antidiabetici e rischio di cancro; 3 ) indagine sul ruolo del diabete e i farmaci antidiabetici sul rischio di cancro in uno studio di coorte retrospettivo dai database sanitari elettronici. CAPACITA’ ANTIOSSIDANTE TOTALE, FLAVONOIDI E RISCHIO DI TUMORE L’obiettivo del progetto è di studiare se l’effetto favorevole di frutta e verdura contro alcuni tumori comuni (tra cui quelli del tratto respiratorio e digerente) sia attribuibile a specifici flavonoidi o a altri componenti bioattivi, o se gli antiossidanti influenzino il rischio di tumore agendo in modo sinergico sullo stress ossidativo. Il progetto si basa su una rete di studi casocontrollo condotti in Italia e Grecia su diverse patologie oncologiche che includono più di 15.000 casi e 20.000 controlli. In studi precedenti, i flavonoidi hanno mostrato effetti protettivi sul tumore dello stomaco, del fegato e della mammella nella popolazione greca, e sui tumori delle alte vie aerodigestive, dello stomaco, del colon-retto, della mammella, dell’endometrio, dell’ovaio e del rene in Italia. Recentemente, anche la capacità antiossidante totale dalla dieta è stata valutata in relazione al rischio di cancro ed sono state riportate relazioni inverse con il tumore del colon-retto, dello stomaco e dell’endometrio. CONTROLLO DEL TABAGISMO IN ITALIA Il fumo di tabacco rimane la principale causa mondiale di malattie prevenibili e morte, ed è responsabile per circa 6 milioni di morti ogni anno nel mondo. Al fine di pianificare strategie per il controllo del tabagismo, è importante raccogliere sistematicamente dati sulla diffusione e tendenze del fumo, attraverso l’utilizzo di indagini condotte con metodi standardizzati su campioni rappresentativi della popolazione. Questo consente di valutare gli interventi più efficaci per il controllo del tabagismo per ogni popolazione. Oltre alla raccolta e memorizzazione dei dati sul fumo, è anche fondamentale interpretarli tempestivamente, al fine di fornire ai decisori politici le raccomandazioni più urgenti, fattibili ed efficaci. Per monitorare la prevalenza del fumo in Italia, dal 2001, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e la DOXA, conduciamo annualmente un’indagine faccia-a-faccia su un campione di più di 3000 individui, rappresentativi della popolazione generale italiana di 15 anni o più. Ogni anno aggiorniamo il questionario standardizzato per studiare questioni specifiche in materia di controllo del tabagismo in Italia. Nel 2013 abbiamo aggiunto alcune domande sul fenomeno emergente della sigaretta elettronica, un sistema elettronico che rilascia nicotina, il cui utilizzo era trascurabile solo pochi anni fa. Abbiamo osservato che 45 milioni di italiani (91,1%) ha sentito parlare della sigaretta elettronica, 3,5 milioni (6,8%) l’hanno già provata, e più di 600.000 Italiani (1,2%) la utilizzano regolarmente. Tre su 4 utilizzatori di sigaretta elettronica hanno riportato di aver favorevolmente modificato la loro abitudine di fumare sigarette normali. Tuttavia, il 90% degli utilizzatori non smette di fumare in conseguenza dell’inizio di uso di RAPPORTO ATTIVITA’ 264 2014 IRFMN sigaretta elettronica. Quasi 900.000 italiani che non avevano mai fumato, soprattutto giovani, hanno provato almeno una volta questo nuovo prodotto che crea dipendenza. CONTROLLO DEL TABAGISMO IN EUROPA (PROGETTO FP7-PPACTE) Nonostante le tendenze favorevoli della diffusione del fumo nel corso degli ultimi decenni in paesi ad alto reddito, il tabacco rimane la prima causa di malattia e di morte in Nord America e in Europa. Un progetto di collaborazione, dal titolo Pricing Policies And Control of Tobacco in Europe (PPACTE), è stato condotto per fornire un’analisi completa della politica dei prezzi del tabacco, considerato l’intervento più efficace per il controllo del tabagismo. Nell’ambito del progetto PPACTE, nel 2010 abbiamo condotto indagine rappresentativa faccia-a-faccia sul fumo in 18 paesi Europei (~ 18.000 adulti). Abbiamo dimostrato che nel complesso il 27,2% dei partecipanti erano fumatori (il 30,6% degli uomini e il 24,1% delle donne). La prevalenza di fumo tra gli anziani (adulti ≥ 65 anni) è stata dell’11,1% (15,3% negli uomini e 8,6% nelle donne). Ci sono differenze sostanziali in Europa in termini di prevalenza di fumatori, di rapporto maschio-femmina e di rapporto tra fumatori ed ex-fumatori. I Paesi dell’Europa dell’Est, i Paesi a basso reddito e quelli con politiche di controllo del tabacco meno avanzate hanno modelli meno favorevoli per i fumatori e sono in una fase precedente nel modello proposto sull’epidemia del tabagismo. In Europa, il 10,4% dei fumatori (12,9% degli uomini e il 7,5% delle donne) erano “prevalentemente” utilizzatori di sigarette rollate a mano” (cioè, più del 50% delle sigarette fumate da loro erano sigarette rollate a mano). Questa percentuale è più alta in Inghilterra (27,3%), Francia (16,5%) e in Finlandia (13,6%). EFFETTI DELLA CRISI ECONOMICA SULLA PREVALENZA DI FUMATORI Dati limitati e incoerenti sono disponibili sull’impatto delle fluttuazioni macroeconomiche sull’abitudine al fumo. Abbiamo condotto uno studio per analizzare gli effetti della crisi economica del 2007-2008 sulla prevalenza e il numero di fumatori negli Stati Uniti, utilizzando i dati dell’indagine Behavioural Risk Factor Surveillance System (BRFSS), nel periodo pre-crisi (2005-2007) e post-crisi (2009-2010), tenendo conto della crescita demografica della popolazione degli Stati Uniti, delle tendenze della prevalenza di fumo, e le variazioni nel tempo delle caratteristiche socio-demografiche della popolazione. La crisi finanziaria del 2008 ha avuto un effetto debole sulla prevalenza di fumatori. La crisi ha comportato un aumento del numero dei fumatori negli Stati Uniti di 0,6 milioni di soggetti. Ciò è dovuto a una diminuzione imprevista di 1,7 milioni di fumatori tra i lavoratori e un aumento di 2,4 milioni di fumatori tra gli individui disoccupati, per i quali la prevalenza di fumo rimane estremamente elevata nel periodo successivo alla crisi (32,6%). IL RUOLO DELL’AGENZIA REGOLATORIA PER CONTROLLARE IL BIAS DI PUBBLICAZIONE (PROGETTO FP7 OPEN) Durante il 2013, siamo stati coinvolti nel progetto Overcome the Failure to Publish Negative Findings (OPEN), finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Settimo programma quadro. Il nostro obiettivo è stato quello di valutare il ruolo delle principali agenzie di regolamentazione del farmaco, tra cui, in particolare, la US Food and Drug Administration (FDA) e la European Medicines Agency (EMA), sul controllo del bias di pubblicazione (mancata pubblicazione dei risultati negativi degli studi clinici). Abbiamo osservato che, anche se l’FDA ha le politiche più avanzate per il controllo del bias di pubblicazione, non fornisce una regolamentazione sufficiente per prevenire questo fenomeno. Attualmente, l’EMA ha procedure ancora meno adeguate, anche se recentemente ha annunciato un piano per migliorare la trasparenza degli studi clinici, con politiche di accesso pubblico ai risultati degli studi. Imparando dai limiti e le lacune delle politiche dell’FDA, l’EMA ha la possibilità di creare un insieme di norme più efficaci per controllare il bias di pubblicazione. RAPPORTO ATTIVITA’ 265 2014 IRFMN L’IPOTESI IGIENISTA: RIVISITAZIONE DEL CONCETTO INTEGRANDO DATI EPIDEMIOLOGICI E STUDI MECCANICISTICI – PROGETTO FP7 ERC L’ipotesi igienista postula un paradossale ruolo di protezione delle infezioni sulle malattie immuno-mediate, tra cui l’atopia (dermatite atopica, rinite, asma) e più recentemente sulle malattie autoimmuni, ed è stata oggetto di numerose ricerche. Obiettivo del nostro progetto è di validare questa ipotesi attraverso l’integrazione di studi epidemiologici, condotti dal nostro Dipartimento, e sperimentali, condotti da un gruppo di ricerca di Parigi. La nostra sezione epidemiologica si basa sia su una serie di revisioni sistematiche, ovvero meta-analisi di studi riguardanti i marcatori diretti e indiretti di esposizione ad agenti microbici in relazione a varie condizioni atopiche, che su di uno studio caso-controllo, volto a valutare i vari fattori di esposizione, e le loro potenziali interazioni, che potrebbero determinare l’insorgere della dermatite atopica. Ponendo particolare attenzione ai fattori infettivi. A fine 2013 risultavano reclutati 460 casi e 420 controlli, e si prevede di raggiungere la quota di 500 casi e 500 controlli nel corso dell’anno 2014. Con riferimento alle revisioni sistematiche, abbiamo condotto, nel 2012 una prima meta-analisi riguardante la supplementazione con probiotici durante la gravidanza e la prima ‘infanzia per la prevenzione della dermatite atopica, trovando una protezione dell’ordine del 20%. Sono attualmente in corso altre due meta-analisi di studi osservazionali allo scopo di valutare quanto esposizioni ad agenti infettivi (anche indirette, ad esempio attraverso la presenza di animali domestici), possano influenzare lo sviluppo della dermatite atopica in età pediatrica. In particolare, nel corso del 2013, abbiamo condotto una meta-analisi rivolta a valutare il ruolo giocato dal contatto con animali domestici nello sviluppo della dermatite atopica nella prima infanzia. VALUTAZIONE E MONITORAGGIO DELL’INFEZIONE DA HPV E DELLE PATOLOGIE CORRELATE IN DONNE A ELEVATO RISCHIO PER IL CARCINOMA DELLA CERVICE UTERINA – STUDIO VALHIDATE Le infezioni persistenti da genotipi oncogeni di Human Papilloma Virus (HPV) sono cause necessarie per lo sviluppo del tumore della cervice, che rappresenta, a livello mondiale, la seconda causa di morte per cancro nelle donne. Lo Studio Valhidate, finanziato dalla Regione Lombardia per il periodo novembre 2010 - novembre 2014, ha come scopo principale la valutazione della circolazione e la tipizzazione di HPV in popolazioni a elevato rischio di carcinoma della cervice uterina, ovvero in donne affette da virus HIV (DHIV), donne di recente immigrazione (DDRI), ragazze di età 13-18 anni afferenti a visita pediatrica (D1318P) e donne giovani di 13-25 anni afferenti a visita ginecologica (D1325G), rispetto a un gruppo di controllo di donne afferenti a programmi di screening spontaneo (DASS). Lo studio prevede 2 fasi sequenziali: uno studio iniziale cross-sectional multicentrico di epidemiologia osservazionale e uno studio longitudinale, prospettico, multicentrico sulla popolazione arruolata inizialmente nello studio cross-sectional. Nella prima parte dello studio si prevede di arruolare 7000 donne, delle quali 1000 nella coorte DHIV, 1000 DDRI, 1500 D1318P, 1500 D1325G e 2000 DASS. I metodi per la valutazione all’arruolamento sono: anamnesi e visita ginecologica o pediatrica, anamnesi infettivologica per le pazienti affette da HIV, brush cervicale per test di genotipizzazione HPV, Pap test e campione per la banca cito/virologica o campione di urine. I tempi di follow-up sono stati definiti da algoritmi basati sui risultati dei test citologici e biomolecolari. I risultati derivati da questo studio permetteranno di definire strategie specifiche di prevenzione primaria e secondaria del carcinoma della cervice uterina in tali popolazioni. Da novembre 2010 a dicembre 2014, sono state arruolate 838 donne nella coorte DHIV, 521 nella coorte DDRI, 1.302 ragazze nella coorte D1318P, 573 donne giovani nella coorte D1325G e 1424 nella coorte DASS, per un totale di 4658 donne. Di queste, 1350 donne hanno avuto almeno una visita di follow-up. Il follow-up continuerà fino a dicembre 2015. RAPPORTO ATTIVITA’ 266 2014 IRFMN VARIANTI GENETICHE E SUSCETTIBILITA’ ALLE INFEZIONI GRAVI E/O RICORRENTI DELLE BASSE VIE AEREE CON SIBILO IN ETA’ PEDIATRICA Le infezioni delle vie aeree inferiori (IVAI) che si accompagnano a broncostruzione sono molto frequenti nel bambino nei primi anni di vita e possono costituire fino al 40% di tutta la patologia broncopolmonare nei primi 6 anni di età. Oltre a costituire una delle cause principali di malattia nel soggetto di età pediatrica, esse hanno un significativo impatto negativo sulla qualità di vita dei bambini affetti perché sono spesso clinicamente gravi e/o ampiamente ricorrenti e perché fino al 50% dei soggetti con questa patologia possono sviluppare a distanza asma cronica. La gran maggioranza delle IVAI con broncostruzione è dovuta a virus. Tra questi, quelli che si ritrovano con maggior frequenza sono il virus respiratorio sinciziale, il rinovirus, i virus parainfluenzali e il metapneumovirus umano. Scopo di questo progetto – iniziato nel 2012 e della durata di 3 anni, condotto dalla Clinica Pediatrica della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, con la collaborazione del nostro Dipartimento - è quello di analizzare le possibili correlazioni tra specifici difetti genetici dell’immunità innata (quali polimorfismi dei TLR) e/o della produzione di citochine e lo sviluppo di IVAI gravi o ampiamente recidivanti associate a broncostruzione. Inoltre, studiamo il peso relativo dei diversi virus respiratori nel causare IVAI con queste caratteristiche. Infine, poiché gli steroidi possono essere estremamente utili nel controllo della broncostruzione, nel progetto valutiamo il ruolo della profilassi con steroidi inalatori nel ridurre il rischio di recidive nei bambini geneticamente predisposti. PREVENZIONE E INFORMAZIONE A LIVELLO DI SALUTE PUBBLICA E’ continuata l’attività di divulgazione scientifica e di prevenzione rivolta all’opinione pubblica generale, attraverso articoli scientifici e altre pubblicazioni divulgative, onde diffondere informazione quantitativa e favorire concreti atteggiamenti di riduzione di rischio. Laboratorio Metodi Epidemiologici MORTALITA’ PER TUMORE IN EUROPA Il Laboratorio di Metodi Epidemiologici ha sviluppato un sistema integrato per il monitoraggio, la modellazione e l’interpretazione delle statistiche di mortalità per tumore in Europa. Sin dal suo inizio, nel 1992, il progetto ha avuto una notevole produzione scientifica, nonostante il basso costo, e il Laboratorio ha acquisito nuovi strumenti e competenze, e ha stabilito collaborazioni con gruppi di ricerca nazionali e internazionali. Al centro del progetto vi è la banca dati europea sulla mortalità per tumore che il Laboratorio ha costruito e periodicamente aggiornato, che deriva dai dati grezzi di mortalità dell’OMS, integrati da altre fonti, qualora necessario. Il database include i numeri di decessi per cancro, per paese, causa, periodo, sesso ed età in Europa e in altri paesi selezionati, unitamente alle stime della popolazione residente. L’obiettivo del progetto è quello di: i) aggiornare periodicamente il database con i dati forniti per gli anni più recenti, ii) aggiornare l’analisi sistematica della mortalità per cancro in Europa, e verificare se le previsioni di un continuo calo nella mortalità per cancro in Europa sono soddisfatte; iii) applicare modelli età-periodo-coorte per contribuire all’interpretazione degli andamenti nei tassi di mortalità, e per fornire proiezioni delle tendenze per il prossimo futuro, iv) monitorare la mortalità per tumore nell’Europa centrale e orientale e in alcuni paesi a reddito medio del mondo, nei quali i ritardi nell’adozione di strategie efficaci per la prevenzione, gestione e trattamento del cancro sono stati evidenziati, v) monitorare ulteriormente la mortalità per tumori legati al fumo di tabacco in Europa, evidenziando i successi (ma anche i fallimenti) degli sforzi di prevenzione del tabagismo in diverse popolazioni, con particolare attenzione alle donne, vi) valutare in quale misura le statistiche di mortalità possono contribuire ai dibattiti RAPPORTO ATTIVITA’ 267 2014 IRFMN scientifici in corso sull’efficacia di programmi di screening (organizzata) per i tumori della prostata, mammella, e colon-retto e, vii) quantificare il carico e le tendenze nella mortalità per cancro nelle persone anziane, e viii) sviluppare e testare un sistema per ottenere le proiezioni a breve termine della mortalità per cancro. Il progetto non è meramente descrittivo, in quanto uno sforzo specifico è dedicato alla interpretazione dei dati osservati alla luce delle conoscenze epidemiologiche, evidenziando le informazioni in grado di generare nuove ipotesi sulla eziologia del cancro. Esso inoltre offre un’opportunità unica per la valorizzazione permanente delle statistiche in Europa, con l’obiettivo primario di monitorare e migliorare la prevenzione del cancro. NUOVI FARMACI CHEMIOTERAPICI AD ALTO COSTO: UTILIZZO CLINICO, SICUREZZA ED EFFICACIA NELLA PRATICA CLINICA ONCOLOGICA DOPO L’IMMISSIONE SUL MERCATO L’obiettivo di questo progetto è quello di fornire una descrizione dettagliata di come sono utilizzati alcuni farmaci oncologici innovativi e ad alto costo nella pratica clinica, in Lombardia, tramite dati sanitari di tipo amministrativo. In particolare, analizziamo i trend temporali delle prescrizioni di alcuni farmaci, la conformità rispetto alle linee guida dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), e stimiamo la frequenza degli effetti collaterali e della sopravvivenza. Un ulteriore obiettivo è quello di indagare la fattibilità di studi che mirino a valutare l’efficacia di alcune terapie di interesse in termini di sopravvivenza, in particolare per il tumore del colonretto, della mammella e dei polmoni. Le prime pubblicazioni indagavano il bevacizumab per i trattamento del tumore del colon-retto metastatico e il trastuzuamab per le donne con il tumore della mammella in stadio iniziale o metastatico. E’ stato osservato un gap tra le indicazioni dell’AIFA e l’utilizzo del bevacizumab nella pratica clinica. La frequenza di eventi avversi gravi e il tasso di sopravvivenza dei pazienti affetti dal tumore del colon-retto metastatico erano simili ai dati riportati dai trial clinici che hanno portato all’approvazione del farmaco. Per il trastuzumab, l’incidenza di cardiotossicità grave era più alta nella pratica clinica che negli studi clinici randomizzati con lo stesso regime. L’età e la storia di malattia cardiaca sono forti fattori predittivi di eventi cardiotossici. CONSORZIO DI STUDI EPIDEMIOLOGICI “STOMACH CANCER POOLING (STOP) PROJECT” Nel corso degli ultimi due decenni sono stati formati vari consorzi di studi epidemiologici, per mettere insieme e analizzare i dati sui fattori di rischio per vari tipi di cancro, ma non esisteva ancora alcun consorzio sul tumore dello stomaco. Una strategia organizzata per l’analisi combinata delle indagini epidemiologiche esistenti potrebbe consentire nuove scoperte sull’eziologia del tumore dello stomaco. Abbiamo avviato un consorzio di studi epidemiologici, chiamato “Stomach cancer Pooling (StoP) Project”. Si tratta di una pooled-analisi di studi condotti in tutto il mondo (principalmente con disegno caso-controllo), che utilizza un approccio di gestione e analisi dei dati a livello di soggetto. Partecipano 22 studi condotti in 11 paesi, per un totale di circa 9500 casi e oltre 22.000 controlli. Le fasi di sviluppo del progetto condotte nel 2014 hanno incluso: la raccolta dei dati degli studi partecipanti (completata); l’armonizzazione dei database in un formato standard (in corso); la conduzione di analisi statistiche a due fasi per stimare gli odds ratios combinati e gli intervalli di confidenza al 95% per vari fattori di rischio di interesse (fase pilota); la conduzione di analisi nei sottogruppi ed altri tipi di analisi per facilitare l’interpretazione dei risultati (fase pilota); e lo sviluppo del sito web del progetto (completato). Il nostro obiettivo è quello di esaminare in un unico grande insieme di dati il ruolo dei fattori di rischio per il tumore dello stomaco. Condurremo inoltre analisi dei fattori genetici, concentrandoci su polimorfismi di singoli nucleotidi (SNPs) individuati in precedenti studi di associazione genome-wide (GWAS), e considerando potenziali interazioni gene-ambiente. L’ampio dataset permetterà inoltre di effettuare analisi separate in RAPPORTO ATTIVITA’ 268 2014 IRFMN base ai diversi istotipi (ovvero, tipo istologico intestinale/diffuso) e siti (ovvero cardia/noncardia) di tumore dello stomaco, al fine di identificare potenziali differenze nei profili di rischio e nelle caratteristiche eziologiche dei sottogruppi di tumore dello stomaco. Il nostro Dipartimento all’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri ha un ruolo centrale nel progetto, in quanto siamo tra i promotori del consorzio StoP, e siamo responsabili per la raccolta dei dati, la loro armonizzazione e validazione, oltre che per l’analisi dei dati e la pubblicazione di articoli di ricerca su vari fattori di rischio per il tumore dello stomaco. Laboratorio di Epidemiologia delle malattie Croniche CONDUZIONE DI STUDI CASO-CONTROLLO Organizzazione della raccolta di informazioni su caratteristiche selezionate e su stili di vita di pazienti e di campioni biologici per gli studi caso-controllo E’ proseguita la raccolta di dati epidemiologici che prevede: 1) la gestione delle interviste, degli intervistatori e l’attività di training dei nuovi intervistatori; 2) i contatti con i reparti ospedalieri e i comitati etici per l’approvazione e la conduzione degli studi; 3) il controllo della coerenza delle informazioni e la ricodifica delle schede dei pazienti; 4) la revisione delle diagnosi e il controllo degli esami istologici dei pazienti con tumore; 5) la gestione e organizzazione della raccolta dei campioni biologici; 6) la gestione dell’input dei dati. Gli studi caso-controllo attualmente in corso riguardano l’adenocarcinoma dell’esofago-cardias, il tumore della vescica e i sarcomi. Il dataset complessivo include ora circa: 1.250 casi di tumore del cavo orale e della faringe, 700 dell’esofago, 1.100 dello stomaco, 6.500 del colon-retto, 600 del fegato, 120 della colecisti e dotti biliari, 600 del pancreas, 850 della laringe, 500 di melanoma maligno cutaneo, 7.000 della mammella, 1.000 della cervice, 1.000 dell’endometrio, 200 della malattia trofoblastica gestazionale, 200 della vulva, 2.000 dell’ovaio, 1.300 della prostata, 700 della vescica, 800 del rene e bacino renale, 600 della tiroide, 200 del morbo di Hodgkin, 500 di NHL, 500 di sarcomi, 300 di mielomi e circa 18.000 controlli. La raccolta dei campioni biologici riguarda i tumori del cavo orale, faringe, laringe, vescica, colon-retto e sarcomi, al fine di studiare polimorfismi genetici. SARCOMI DEI TESSUTI MOLLI: STUDIO CASO-CONTROLLO DEI FATTORI DI RISCHIO E STUDIO DESCRITTIVO DELLA STORIA CLINICA PREDIAGNOSI I sarcomi dei tessuti molli (STS) hanno bassa incidenza, il che causa un basso potere statistico in studi eziologici e un’esperienza limitata dei medici di medicina generale nella pratica clinica, che spesso porta a un ritardo nella diagnosi. La loro duplice classificazione per sito anatomico e per tipo istologico causa confusione nello studio della loro eziologia. Questo progetto include due studi integrati. Il primo studio (caso-controllo, coordinato dall’Istituto Mario Negri) si basa su un questionario validato (con molte covariate e basato su un dettagliato database di composizione degli alimenti), l’uso di appropriate analisi statistiche e misure di livelli di agenti tossici nei tessuti biologici. Il secondo studio (studio clinico, coordinato in collaborazione con l’Università di Torino, Dipartimento di Medicina del Lavoro/CTO Maria Adelaide) si basa su questionari che riportano la storia delle visite e procedure mediche eseguite prima dell’ammissione in ospedale e caratteristiche socio-economiche dettagliate dei casi. I casi vengono seguiti per 5 anni. Raccogliamo campioni di sangue da casi e controlli e tessuto neoplastico dai casi. Lo studio caso-controllo ha lo scopo di identificare e quantificare i fattori di rischio e i rischi attribuibili in Italia per i STS, la cui eziologia è largamente sconosciuta. Lo studio clinico ha lo scopo di stabilire la storia clinica prima dell’ingresso in ospedale e il suo impatto sulla gravità della malattia al momento della diagnosi corretta e se queste possono RAPPORTO ATTIVITA’ 269 2014 IRFMN essere influenzate dalle caratteristiche socioeconomiche del paziente e dalla sua area di residenza. Inoltre, si valuterà la sopravvivenza dei pazienti con STS inclusi nello studio, correlando le informazioni cliniche e prognostiche con quelle epidemiologiche raccolte alla prima diagnosi. I maggiori punti di forza dello studio sono: l’ampio dataset dovuto alla partecipazione della maggior parte dei centri di riferimento per il trattamento dei STS; le informazioni dettagliate sul sito anatomico e il tipo istopatologico dei STS; la quantificazione dei fattori di rischio dei STS; l’approccio interdisciplinare; La creazione di una bioteca di ricerca per analisi di genetica molecolare e citogenetica; la preparazione di linee guida che contribuiscano a un precoce trattamento corretto dei STS da parte dei medici di medicina generale. STUDIO SUL TUMORE DELLA VESCICA Questo progetto include due parti: 1) la conduzione di uno studio caso-controllo sui fattori di rischio e sulla suscettibilità genetica del tumore della vescica; 2) la partecipazione a un Consorzio Internazionale sul Tumore della Vescica (ICBC). Oltre al tabacco e all’esposizione occupazionale ad amine aromatiche, i principali fattori di rischio noti per il tumore della vescica, sono stati ipotizzati diversi altri fattori di rischio per alcuni dei quali non esiste una quantificazione o non è certa una relazione causale. In particolare, lo studio caso-controllo sui fattori di rischio e sulla suscettibilità genetica del tumore della vescica si propone di analizzare la relazione del tumore della vescica con: la familiarità, fattore di rischio noto, per il quale resta aperto il problema della quantificazione; il consumo di caffè, per stabilire se l’associazione modesta sia reale o dovuta a confondimento; l’assunzione di fluidi, poiché una scarsa assunzione concentra i metaboliti nelle urine aumentando il contatto dei cancerogeni con l’epitelio vescicale; l’assunzione di farmaci selezionati; la dieta, in termini di cibi, macro e micronutrienti, gruppi di cibi e pattern dietetici; l’esposizione ai coloranti per capelli sia professionale che relativa all’uso personale. Lo studio si propone inoltre di: valutare il rischio relativo e attribuibile in percentuale per i principali fattori di rischio da soli o per combinazioni di fattori di rischio nella popolazione italiana; studiare l’interazione tra fattori di rischio ambientali e polimorfismi enzimatici di alcuni enzimi coinvolti nel metabolismo di fattori di rischio selezionati. Il Consorzio Internazionale sul Tumore della vescica si è formato nel 2005 come un forum scientifico aperto per la ricerca epidemiologica sul tumore della vescica. Ricercatori con studi terminati o in corso valutano proposte per progetti che mettono insieme i dati di più studi per analisi coordinate (pooled-analisi). Gli scopi principali del consorzio sul tumore della vescica sono: avere un forum per discutere studi di epidemiologia molecolare del tumore della vescica e per facilitare l’aggregazione di dati paragonabili sui fattori di rischio ambientali e genetici tra i vari studi (pooled-analisi) per superare il limitato potere statistico dei singoli studi. Le aree di possibile collaborazione comprendono la valutazione di effetti multigenici complessi, l’interazione con il fumo di sigaretta e alter esposizioni, la valutazione di effetti sesso-specifici, la valutazione dell’eterogeneità degli effetti genetici entro sottogruppi del tumore. Nell’ambito del Consorzio, stiamo partecipando a tre proposte per: 1) valutare l’associazione tra uso di coloranti per capelli e aggregando i dati di studi caso-controllo sul tumore della vescica con informazione di alta qualità; i dati genetici verranno anche considerati per valutare l’interazione di polimorfismi di geni coinvolti nelle vie metaboliche dei coloranti di capelli (NAT1, NAT2, CYP2A1, GSTs e possibilmente altri) sul rischio di tumore della vescica e possibilmente valutare se l’esposizione ai coloranti per capelli è associata alla presenza di mutazioni di p53; 2) Studiare l’effetto della storia familiare sul rischio di tumore della vescica, investigando il rischio associate con il soggetto che ha familiari di primo e secondo grado con tumore della vescica o con tumori ad altri siti anatomici; 3) Studiare l’effetto della dieta sul rischio di tumore della vescica, considerando singoli cibi, macro e micronutrienti, gruppi di cibi e pattern dietetici. RAPPORTO ATTIVITA’ 270 2014 IRFMN CONSUMO DI CAFFÈ E RELAZIONE CON VARIE MALATTIE Il caffè è la bevanda più comunemente utilizzata al mondo dopo il tè. Pertanto qualunque effetto del tè sulla salute è di grande interesse per la salute pubblica. Oltre alla caffeina il caffè contiene molti composti bioattivi con effetti potenziali sulla salute, inclusi minerali e antiossidanti, principalmente composti fenolici (come gli acidi clorogenico, caffeico, ferulico e cumarico), melanoidine e diterpeni (come il cafestolo e il kahweolo), e il caffè è stato correlato a incidenza più bassa di diverse malattie. Negli ultimi dieci anni abbiamo studiato la relazione del consumo di caffè e caffè decaffeinato e tumore a diversi siti nei nostri studi caso-controllo, non trovando alcuna relazione con il tumore dell’esofago, stomaco, pancreas, laringe, melanoma, mammella, ovario, prostata, rene e malattia di non-Hodkgin, e trovando una relazione inversa del caffè con il tumore di cavo orale e faringe, colon-retto, fegato (inclusa la cirrosi epatica) ed endometrio. Inoltre, abbiamo condotto una serie di meta-analisi sulla relazione del caffè e caffè decaffeinato con la mortalità totale e causa-specifica, con i tumori dell’esofago, pancreas, laringe e cervello, confermando l’assenza di relazione, e con i tumori del cavo orale e faringe (inclusa una pooledanalisi), colon-retto, fegato ed endometrio, confermando la relazione inversa. L’argomento è stato trattato su invito in due trasmissioni televisiva “Fuori TG” ed “Elisir”, entrambe su RAI 3. Laboratorio di Informatica Medica Uso dei social media e delle apps mediche da parte dei medici italiani Il Laboratorio di Informatica Medica è impegnato in studi sull’impiego di social media (Facebook, Twitter, YouTube), di strumenti web 2.0 (feed RSS, wiki, onlie communities) e di applicazioni per smartphone e tablet da parte di medici italiani. Indagini di questo tipo sono state svolte in collaborazione con ANMCO (Associazione nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri), AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e SIU (Società Italiana di Urologia) per indagare sulla conoscenza e l’uso di questi strumenti da parte, rispettivamente, dei cardiologi, oncologi e urologi italiani. Due nuove indagini più approfondite sono attualmente in corso tra i diabetologi italiani e tra gli oncologi appartenenti ad AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) Uso dei social media da parte delle strutture sanitarie italiane Il Laboratorio di Informatica Medica è impegnato in uno studio sull’impiego di social media (Facebook, Twitter, YouTube) e di strumenti web 2.0 (feed RSS, podcast e social bookmark) per incentivare il dialogo e il confronto con i cittadini da parte delle oltre 1.200 strutture sanitarie italiane (tra quelle pubbliche e private), sia in termini quantitativi, sia in termini qualitativi. Attività di formazione Il laboratori di Informatica Medica è impegnato nella pluriennale attività di formazione su tematiche legate all’uso in ambito medico e sanitario di Internet, degli strumenti di social media e di applicazioni mediche. L’attività di formazione, rivolta a operatori sanitari e al personale coinvolto nella comunicazione sanitaria (istituzionale e non) avviene attraverso l’organizzazione e lo svolgimento di corsi svolti nell’ambito del programma ECM (Educazione Continua in Medicina), di workshop, di convegni, di seminari e di master universitari (sia interni all’istituto, sia esterni) a cui ha partecipato il personale del Dipartimento con ruoli di docenza. RAPPORTO ATTIVITA’ 271 2014 IRFMN RAPPORTO ATTIVITA’ 272 2014 IRFMN DIPARTIMENTO DI SALUTE PUBBLICA PERSONALE Capo Dipartimento Maurizio BONATI, Dr.Med.Chir. Centro di Economia Sanitaria A. e A. Valenti (CESAV) Capo Laboratorio Livio GARATTINI, Dott. Economia Laboratorio di Epidemiologia Clinica Capo Laboratorio Guido BERTOLINI, Dr.Med.Chir. Unità di Ingegneria della Conoscenza Clinica Capo Unità Davide LUCIANI, Dr.Med.Chir. Laboratorio di ricerca sul coinvolgimento dei cittadini in sanità Capo Laboratorio Paola MOSCONI, Dr.Sci.Biol. Laboratorio per la Salute Materno Infantile Capo Laboratorio Maurizio BONATI, Dr.Med.Chir. Unità di Farmacoepidemiologia Capo Unità Antonio CLAVENNA, Dr.Med., PhD RAPPORTO ATTIVITA’ 273 2014 IRFMN CURRICULA VITAE Maurizio Bonati si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Milano. Aree di interesse: monitoraggio e valutazione epidemiologica dell’utilizzo e degli effetti dei farmaci e dei vaccini in età pediatrica e in gravidanza; ricerca metodologica nell’ambito dell’assistenza ospedaliera e delle cure primarie pediatriche; promozione e produzione di informazioni sanitarie nella comunità; epidemiologia delle cure pediatriche e perinatali. Ruoli attuali e passati in Istituto e in organizzazioni esterne: 1973-77 Ricercatore presso l’IRFMN, Laboratorio di Neurochimica; 1977-85 assistente ricercatore presso l’IRFMN, Laboratorio di Farmacologia Clinica; 1986-93 capo dell’ Unità di Farmacologia Clinica Perinatale; membro del Gruppo di Ricerca sull’Utilizzo dei Farmaci (gravidanza, pediatria e allattamento) dell’OMS; 1987-92 coordinatore dello Studio Cooperativo Internazionale sull’uso di farmaci in gravidanza, sotto l’auspicio della OMS e il supporto della CEE; 2000-05 coordinatore dello Studio Cooperativo Europeo: Registro Europeo degli Studi Clinici Pediatrici (DEC-net); dal 1989 Responsabile del Centro di Informazione sul Farmaco e la Salute, CIFS; dal 1993 capo del Laboratorio per la Salute Materno-Infantile all’IRFMN; dal 1997 docente ai Corsi di Formazione Professionale della Regione Lombardia; dal 2000 direttore dello Stage annuale in Cooperazione e Salute Pubblica - Master in Analisi e Gestione di Progetti di Sviluppo dell’Università degli Studi di Milano; dal 2002 direttore di redazione della rivista Ricerca & Pratica; dal 2003 docente titolare della Scuola di Specializzazione in Pediatria dell’Università di Milano Bicocca; docente al corso annuale europeo Evaluation of medicinal products in children promosso da ESDPPP e Eudipharm; dal 2008 capo del Dipartimento di Salute Pubblica; dal 2010 coordinatore dello Studio Cooperativo Europeo: “COHEMI-Coordination resources to Assess and Improve health status of migrants from Latin America” all’interno del 7° Programma Quadro dell’Unione Europea. Principali pubblicazioni • Clavenna A, Rossi E, De Rosa M, Bonati M. Use of Psychotropic Medications in Italian Children and adolescents. Eur J Pediatr 2007;166:339-47. • • • • • • • Maschi S, Clavenna A, Schiavetti B, Campi R, Bernat M, Bonati M. Neonatal outcome following pregnancy exposure to antidepressants: a prospective controlled cohort study. BJOG 2008;115:283-289. Fortinguerra F, Clavenna A, Bonati M. Psychotropic drug use during breastfeeding: a review of the evidence. Pediatrics 2009;124:e547-e556. Fortinguerra F, Maschi S, Clavenna A, Bonati M. Pain management in the paediatric population. The regulatory situation in Europe. Arch Dis Child 2010;95:749-753. Didoni A, Sequi M, Panei P, Bonati M, on behalf of the “Lombardy ADHD Registry Group”. One-Year Prospective Follow-up of Pharmacological Treatment in Children with Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder. Eur J Clin Pharmacol 2011;67:1061-67. Bianchi M, Clavenna A, Sequi M, Bortolotti A, Fortino I, Merlino L, Bonati M. Childhood asthma management pre and post incident asthma hospitalization. PLoS ONE 2013;8:1-5. Clavenna A, Cartabia M, Sequi M, Costantino A, Bortolotti A, Fortino I, Merlino L, Bonati M. Burden of psychiatric disorders in the pediatric population. Eur Neuropsychopharmacol 2013;23:98-106. Pandolfini C, Sequi M, Jacqz-Aigrain E, Choonata I, Turner M, Manzoni P, Bonati M. Wide intra- and inter-country variability in drug use and dosage in very-low-birth-weight newborns with severe infections. Eur J Pharmacol 2013;69:1031-1036. Guido Bertolini si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1989 presso l’Università di Bologna e si è specializzato nel 1993 in Metodologia della ricerca farmacologica presso l’Istituto Mario Negri e nel 1994 in Gastroenterologia ed endoscopia digestiva, presso l’Università di Pavia. Ha fondato e diretto dal 1997 al 2000 la Scuola di Metodologia Clinica e Miglioramento Continuo della Qualità degli Ospedali Riuniti di Bergamo e Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. Dal 1999 al 2003 è stato professore a contratto presso le Scuole di Specializzazione in Anestesia e Rianimazione delle Università di Brescia e di Milano. Dal 2002 al 2005 è stato professore a contratto presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di Laurea in Scienze dell’educazione, Università degli Studi di Bergamo. Aree di interesse sono la valutazione e miglioramento della qualità dell’assistenza, l’Outcome research, la metodologia della ricerca clinica, l’analisi delle decisioni e la formazione del medico. Queste aree sono sviluppate prevalentemente nell’ambito della Terapia Intensiva (TI) e delle Malattie Rare. Dal 1997 è responsabile del Centro di Coordinamento del gruppo collaborativo GiViTI per la ricerca in TI. E’ stato responsabile dell’Unità di Epidemiologia e Formazione per la Pratica Clinica presso l’Istituto Mario Negri e dal 2001 è responsabile del Laboratorio di Epidemiologia Clinica. Dal 2001 al 2005 è stato RAPPORTO ATTIVITA’ 274 2014 IRFMN Vice-chairman del Research Group on Cost-effectiveness, Section on Health Services Research and Outcomes – European Society of Intensive Care Medicine. Dal 2004 al 2007 è stato presidente del Comitato Scientifico dell’azienda ospedaliera “Ospedale maggiore” di Crema. Principali pubblicazioni • Bertolini G, Rossi C, Anghileri A, Livigni S, Addis A, Poole D. Use of drotrecogin alfa (activated) in Italian intensive care units: the results of a nationwide survey. Intensive Care Med 2007;33:426-434. • Malacarne P, Langer M, Nascimben E, Moro ML, Giudici D, Lampati L, Bertolini G, GiViTI. Building a continuous multicenter infection surveillance system in the intensive care unit: findings from the initial data set of 9,493 patients from 71 Italian intensive care units. Crit Care Med 2008;36:1105-1113. • Poole D, Bertolini G, Garattini S. Errors in the approval process and post-marketing evaluation of drotrecogin alfa (activated) for the treatment of severe sepsis. Lancet Infect Dis 2009;9:67-72. • Bertolini G, Boffelli S, Malacarne P, Peta M, Marchesi M, Barbisan C, Tomelleri S, Spada S, Satolli R, Gridelli B, Lizzola I, Mazzon D. End-of-Life Decision-Making and Quality of ICU Performance: An Observational Study in 84 Italian Units. Intensive Care Med 2010 Sep;36(9):1495-504. • Marchall JC, Reinhart K, Angus D, Argent A, Bernard G, Bertolini G, Bhagwanjee S, Cobb JP, Cook DJ, Fedson D, Finfer S, Fowler R, Gomersall C, Jimenez E, Kissoon N, McAuley N, Opal S, Vincent JL, Webb S. InFACT: a global vritical care clinical research reponse to severe pendemic H1N1. Lancet 2010;375(9708):11-3. • Finazzi S, Poole D, Luciani D, Cogo PE, Bertolini G, GIVITI. Calibration belt for quality of care assessment based on dichotomous variables. PLoS ONE 2011;6:e16110. • Bertolini G, Rossi C, Crespi D, Finazzi S, Morandotti M, Rossi S, Peta M, Langer M, Poole D. Is influenza A(H1N1) pneumonia more severe than other community-acquired pneumonias? Results of the GiViTI survey of 155 Italian ICUs. Intensive Care Med 2011;37: 1746-55. • Poole D, Rossi C, Latronico N, Rossi G, Finazzi S, Bertolini G. Comparison between SAPS II and SAPS 3 in predicting hospital mortality in a cohort of 103 Italian ICUs. Is new always better? Intensive Care Med 2012;38:1280-88. • Garattini S, Bertele' V, Bertolini G. A failed attempt at collaboration. BMJ 2013;347:f5354 • Poole D, Rossi C, Addis A, Livigni S, Bertolini G. Drotrecogin alfa (activated) in severe sepsis. The Lancet Infectious Diseases 2013 Feb;13(2):107-8 Livio Garattini : laureato in Scienze Economiche nel Marzo 1983 presso l’Università Bocconi di Milano. Attività formative: “King’s Fund College”, Londra: frequentazione di corsi di management sanitario; “Centre for Health Economics”, York: analisi bibliografica di pubblicazioni sul NHS inglese; “Ecole Nationale de la Santé Publique”, Rennes: frequentazione di corsi di management sanitario. Aree di interesse: Economia e Politica sanitaria. Attualmente: Direttore CESAV (Centro di Economia Sanitaria A. e A. Valenti dell’Istituto M. Negri); 1981-1983: ricercatore c/o l’Istituto M. Negri; 1983-1984: impiegato c/o la Banca Commerciale Italiana di Milano; Settembre 1984-Luglio 1985: consulente senior c/o la “Sogess srl” di Milano; 1985-1990: ricercatore c/o l’Università Bocconi di Milano. Principali pubblicazioni: • Garattini L, Cornago D, De Compadri P. Pricing and reimbursement of in-patent drugs in seven European countries: A comparative analysis. Health Policy 2007;82:330-339. • Garattini L, Motterlini N, Cornago D. Prices and distribution margins of in-patent drugs in pharmacy: A comparison in seven European countries. Health Policy 2008;85(3):305-313. • Garattini L, Casadei G. Health technology assessment: for whom the bell tolls? The European Journal of Health Economics 2008;9(4):311-312. • Garattini L, Casadei G, Freemantle N. Continuing medical education funding and management in Europe: room for improvement? (Editorial) JME 2009;12(1):56-59. • Garattini L, Gritti S, De Compadri P, Casadei G. Continuing Medical Education in six European countries: A comparative analysis. Health Policy2010;94:246-254. • Garattini L, Koleva D, Casadei G. Modeling in pharmacoeconomic studies: Funding sources and outcomes. International Journal of Technology Assessment in Health Care 2010;26(3):330-333. • van de Vooren K, Duranti S, Curto A, Garattini L. A critical systematic review of budget impact analyses on drugs in the EU countries. Appl Health Econ Health Policy 2013;e-pub DOI10.1007/s40258-013-0064-7. Paola Mosconi, laureata in Scienze Biologiche (Milano 1982) e specializzata in Ricerca Farmacologica (Milano 1984). Ricercatore dapprima nei settori della Farmacologia Clinica e della Epidemiologia Clinica, è coinvolta dal 1987 in progetti relativi alla partecipazione attiva dei pazienti nei momenti valutativi - misure correlate o non allo stato di salute - e in progetti di ricerca e partnership con associazioni di volontariato di utenti o pazienti. Principali aree di interesse: RAPPORTO ATTIVITA’ 275 2014 IRFMN a) progetti in collaborazione con associazioni di cittadini e pazienti, società scientifiche e istituzioni indagini ad hoc con associazioni, indagini sulle conoscenze dei cittadini/pazienti, conferenze di consenso, esercizi di democrazia deliberative come giurie dei cittadini, linee guida, corsi di metodologia della ricerca clinica per attivisti di associazioni di volontariato b) progetti per la valutazione del tipo di informazione fornita su malattia e trattamenti, messa a punto portali internet sui temi della informazione (www.partecipasalute.it; www.fondazionemattioli.it) c) progetti di coinvolgimento di gruppi di pazienti per la pubblicazioni di opuscoli divulgativi sui temi dell’informazione e assistenza sanitaria d) progetti che riguardano la valutazione della qualità della vita e della salute sia attraverso studi ad hoc su gruppi selezionati di pazienti sia attraverso la messa a punto di questionari e) progetti per la valutazione della soddisfazione del paziente ricoverato in ambiente sanitario e dell'utente del Sistema Sanitario Nazionale. Dal 2007 al 2013 è stata presidente del Comitato Etico dell’Azienda USL di Bologna; dal 2006 al 2009 è stata componente del CE dell’IRCCS Multimedica. E’socio fondatore del Forum Italiano di EUROPA DONNA (con funzione di vice-presidente e Delegata europea, coordinatore consulta associazioni), movimento di opinione contro il tumore del seno. E’ vice-presidente dell’Associazione Alessandro Liberati - Network Cochrane Italiano, associazione fondata per contribuire alla diffusione e crescita della cultura della efficacia e appropriatezza in campo sanitario. E’ presidente della Fondazione Mattioli Onlus per la ricerca nel settore della ginecologia oncologica, dal 2009 è componente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Pofferi, dal 2011 del Comitato Tecnico Scientifico di ACTO-Alleanza Contro il Tumore Ovarico. È co-autore di oltre un centinaio di articoli pubblicati su riviste internazionali “peer reviewed”. Principali pubblicazioni • Mosconi P, Roberto A. Open-access clinical trial registries: an Italian scenario. Trials 2012;13:194. • Colombo C, Moja L, Gonzalez-Lorenzo M, Liberati A, Mosconi P. Patient empowerment as a component of health system reforms: rights, benefits and vested interests. Intern Emerg Med 2012;7:183-187. • Mosconi P, Satolli R, Colombo C, Villani W. Does a consumer training work? A follow-up survey of the PartecipaSalute training programs. Health Res Policy Syst 2012,10:27. • Colombo C, Mosconi P, Villani W, Garattini S. Patient organizations’ funding from pharmaceutical companies: is disclosure clear, complete and accessible to the public? An Italian survey. Plos One 2012;7(5):e34974. • Hill S, Filippini G, Synnot A, Summers M, Beecher D, Colombo C, Mosconi P, Battaglia MA, Shapland S, Osborne R, Hawkins M. Presenting evidence-based health information for people with multiple sclerosis: the In-Deep project protocol. BMC Medical Informatics & Decision Making 2012,12:20. www.biomedcentral.com/1472-6947/12/20. • Mosconi P, Lionello L, Di Spazio L, Alberghini L. Are the voice of women and men equally represented in ethics committees? An Italian survey. J Clin Res Bioeth 2012;3:129. • Mosconi P, Roberto A. Non-publication of large randomized clinical trials: cross sectional analysis. BMJ 2013; 347: f7590 doi: http://dx.doi.org/10.1136/bmj.f7590 (e-pub) • Donati S, Satolli R, Colombo C, Senatore S, Cotichini R, Da Cas R , Spila Alegiani S, Mosconi P. Informing women on menopause and hormone therapy: Know the menopause a multidisciplinary project involving local healthcare system. PLOSOne 2013: 8 (12); http://dx.plos.org/10.1371/journal.pone.0085121 Antonio Clavenna si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Milano nel 1994 e ha conseguito nel 1998 presso la stessa università il diploma di Specializzazione in Farmacologia con indirizzo in Farmacologia Clinica. Nel 2009 ha ottenuto il PhD presso la Open University di Londra. Dall'ottobre 2000 è ricercatore presso il Laboratorio per la Salute Materno-Infantile, Dipartimento di Salute Pubblica, dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. Da gennaio 2012 è a capo dell'Unità di Farmacoepidemiologia presso lo stesso laboratorio. Principali pubblicazioni • Usala T, Clavenna A, Zuddas A, Bonati M. Randomised controlled trials of selective serotonin reuptake inhibitors in treating depression in children and adolescents: A systematic review and meta-analysis. Eur Neuropsychopharmacol 2008;18:62-73. • Clavenna A, Bonati M. Drug prescriptions to outpatient children: a review of the literature. Eur J Clin Pharmacol 2009;65:749-755. • Clavenna A, Berti A, Gualandi L, Rossi E, De Rosa M, Bonati M. Drug utilisation profile in the Italian paediatric population. Eur J Pediatr 2009; 168:173-180. • Clavenna A, Bonati M. Adverse drug reactions in childhood: a review of prospective studies and safety alerts. Arch Dis Child. 2009;94:724-8. • Bianchi M, Clavenna A, Sequi M, Bortolotti A, Fortino I, Merlino L, Bonati M. Anti-asthma medication prescribing to children in the Lombardy Region of Italy: chronic versus new users. BMC Pulm Med 2011;11:48. RAPPORTO ATTIVITA’ 276 2014 IRFMN • • • Piovani D, Clavenna A, Cartabia M, Bonati M; on behalf of the Antibiotic Collaborative Group. The regional profile of antibiotic prescriptions in Italian outpatient children. Eur J Clin Pharmacol 2012;68:997-1005. Clavenna A, Cartabia M, Sequi M, Costantino A, Bortolotti A, Fortino I, Merlino L, Bonati M. Burden of psychiatric disorders in the pediatric population. Eur Neuropsychopharmacol 2013;23:98-106. Sequi M, Campi R, Clavenna A, Bonati M. Methods in Pharmacoepidemiology: a review of statistical analyses applied in pediatric drug utilization studies. Eur J Clin Pharmacol 2013;69:599-604. Davide Luciani si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1995 presso l'Università di Bologna, e diplomato in "Medicina Tropicale e Igiene" nel 1997 presso l'Università di Liverpool. Nel 2001, ha trascorso un anno come "academic visitor" presso il Department of Statistical Science dell'University College di Londra. Le applicazioni probabilistiche di tipo bayesiano, la teoria delle decisioni e l'approccio grafico nella costruzione di modelli fisiopatologici costituiscono le aree di principale interesse. Nell'ambito della sua attività di ricerca, tali competenze sono intese come gli ingredienti metodologici principali nella formalizzazione del ragionamento clinico, al fine di migliorarne l'efficienza pratica e valorizzarne il ruolo formativo. Dal 2005 è responsabile dell'Unità di Ingegneria della Conoscenza Clinica. Principali pubblicazioni • Luciani D, Marchesi M, Bertolini G. The role of Bayesian Network in the diagnosis of pulmunary embolism. J Thromb Haemost 2003;1:698-707. • Galli M, Luciani D, Bertolini G, Barbui T. Anti‐beta 2‐glycoprotein I, antiprothrombin antibodies, and the risk of thrombosis in the antiphospholipid syndrome. Blood 2003;102 (8):2717‐23. • Luciani D, Cavuto S, Antiga L, Miniati M, Monti S, Pistolesi M, Bertolini G. Bayes pulmonary embolism assisted diagnosis: a new expert system for clinical use. Em Med J 2007;24:157‐164. • M.Cesana, R.Cerutti, E.Grossi, E.Fagiuoli, M.Stabilini, F.Stella, D Luciani. Bayesian Data Mining Techniques: The Evidence Provided by Signals Detected in Single‐Company Spontaneous Reports Databases. Drug Information Journal 2007;41:11‐21. • Luciani D, Stefanini FM. Automated interviews on clinical case reports to elicit directed acyclic graphs. Artif Intell Med 2011;28;55(1):1‐11. • Luciani D, Bazzoni G. From networks of protein interactions to networks of functional dependencies. BMC Systems Biology 2012;6‐44. • Squizzato A, Luciani D, Rubboli A, Gennaro LD, Landolfi R, De Luca C, Porro F, Moia M, Testa S, Imberti D, Bertolini G. Differential diagnosis of pulmonary embolism in outpatients with non‐specific cardiopulmonary symptoms. Intern Emerg Med 2013;8:695‐702. ATTIVITA' DI DIPARTIMENTO Comprendere quali fattori influenzano la salute dei singoli e delle popolazioni e definire gli interventi efficaci per rispondere ai bisogni di salute sono le finalità principali della Salute Pubblica e del Dipartimento. Particolare enfasi è, quindi, rivolta alla prevenzione, affinché siano ridotti i rischi di contrarre malattie con interventi sempre più precoci, e all’informazione, capillare, basata sulle evidenze e che sia indipendente. Ma tutto questo non può prescindere dall’insieme del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) che deve garantire al paziente, in particolare quello appartenente a gruppi o a popolazioni più vulnerabili, l’accesso e la qualità delle cure, basati sui principi di equità e appropriatezza. E’ in questo contesto che lavora il Dipartimento di Salute Pubblica. Oltre all’attività di ricerca formale, il Dipartimento è attivo nella partecipazione e organizzazione di iniziative di informazione, formazione e confronto rivolte sia agli operatori sanitari e sociali che alla popolazione, anche mediante la pubblicazione di 2 riviste, Ricerca&Pratica e Quaderni di Farmaco Economia, e un portale @Partecipasalute. Centro di Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti Il Centro di Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti (CESAV) è sorto il 1° Gennaio 1992 con il contributo della Fondazione Valenti e nell’ambito delle attività dell’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. La presente relazione traccia un bilancio dell’attività svolta dal Centro nel 2014. RAPPORTO ATTIVITA’ 277 2014 IRFMN Il CESAV è ubicato a Villa Camozzi (Ranica, BG), dove occupa l’ultimo piano di un’ala della villa. Oltre agli uffici dei ricercatori ed alla segreteria, è presente una biblioteca ed un’emeroteca, in cui sono disponibili per la consultazione numerose voci bibliografiche fra libri, rapporti e articoli di riviste specializzate estere e italiane. In particolare, la ricerca verte: - sulla valutazione economica, consistente nell'analisi dei costi e dei benefici di possibili alternative in sanità; sull'analisi comparativa, basata principalmente sullo studio di sistemi sanitari esteri, al fine di individuare eventuali innovazioni da proporre al SSN e da estendere, più in generale, ai Paesi dell'Unione Europea. Laboratorio Di Epidemiologia Clinica Le attività del Laboratorio di Epidemiologia Clinica sono rivolte al miglioramento dell’assistenza sanitaria in diversi ambiti disciplinari. Due sono le principali direttrici: - aiutare gli operatori a utilizzare al meglio le conoscenze e le risorse disponibili; contribuire alla produzione di nuove conoscenze utili alla pratica clinica. L’ambito assistenziale in cui il Laboratorio è attivo è la terapia intensiva. L’ambito assistenziale in cui il Laboratorio è attivo è la terapia intensiva. In questo ambito il laboratorio coordina uno dei primi e più grandi gruppi di ricerca collaborativa esistenti al mondo, il GiViTI (Gruppo Italiano per la Valutazione degli Interventi in Terapia Intensiva). Nell'ambito del Laboratorio, l'Unità di Ingegneria della Conoscenza Clinica ha come principale obiettivo quello di valorizzare il ragionamento clinico tramite modelli probabilistici che ne consentono la formalizzazione, favorendo così la valutazione e il miglioramento continuo delle attività cliniche rivolte a problemi di particolare complessità. Laboratorio di ricerca sul coinvolgimento dei cittadini in sanità Il Laboratorio promuove differenti attività di ricerca mirate alla partecipazione di cittadini&pazienti e loro rappresentanze alle scelte e alle decisioni in tema di salute. Diverse le metodologie di coinvolgimento sperimentate, tra queste conferenze di consenso, giurie dei cittadini, indagini ad hoc e focus group su terapie farmacologiche ed esami diagnostici e di screening. Per un coinvolgimento ampio e diffuso il laboratorio ha costruito un percorso ad hoc di formazione e informazione per rappresentanti di associazioni di cittadini e pazienti che permette di confrontarsi in modo efficace con il mondo medico e scientifico, creando un tavolo di confronto con le organizzazioni scientifiche. Otto le edizioni organizzate finora. Rientrano nelle linee di ricerca del laboratorio progetti per la valutazione del tipo di informazione fornita su malattie e trattamenti; ricerche sulle modalità migliori per la pubblicazione di informazioni di salute e sui risultati della ricerca scientifica; messa a punto di portali internet sui temi della salute e dell’informazione (www.partecipasalute.it, www.fondazionemattioli.it, http://indeep.istituto-besta.it/). Il laboratorio è attivo anche in progetti di coinvolgimento di gruppi di pazienti per la pubblicazione di materiale informativo. Da ultimo fanno parte delle attività del laboratorio progetti che riguardano la valutazione della qualità della vita e della salute, sia attraverso studi ad hoc su gruppi selezionati di pazienti, sia attraverso la messa a punto di questionari. Laboratorio per la Salute Materno Infantile La ricerca, intesa come approccio multidisciplinare per produrre conoscenza, caratterizza l’attività del Laboratorio. RAPPORTO ATTIVITA’ 278 2014 IRFMN La ricerca fornisce le basi per lo svolgimento e la pianificazione critica delle attività del Laboratorio con la partecipazione di operatori sanitari e sociali, madri, bambini e genitori. Uno sguardo particolare nello svolgimento delle attività è anche rivolto ai Paesi del Sud del Mondo. Il principale obiettivo delle attività svolte dal Laboratorio è quello di contribuire al miglioramento del benessere della madre e del bambino mediante un lavoro interdisciplinare e collettivo nell’ambito della Salute Pubblica. Quattro sono le aree di ricerca: il monitoraggio e la valutazione epidemiologica dell’uso razionale dei farmaci e dei vaccini; interventi nella pratica ospedaliera e nelle cure primarie; lo studio delle variabili socio-sanitarie associate alle condizioni di salute, in particolare dei bambini; il trasferimento dell’informazione alla comunità. Ogni iniziativa è volta a sviluppare maggior equità e appropriatezza delle cure. Uno sguardo particolare nello svolgimento delle attività è anche rivolto ai Paesi del Sud del Mondo, attraverso la collaborazione nella stesura, valutazione e conduzione di progetti di cooperazione. Oltre all’attività di ricerca formale il Laboratorio promuove iniziative nel settore della Salute Pubblica e in particolare quanto concerne alla cura e al prendersi cura della madre e del bambino. Le attività prevedono la partecipazione e l’organizzazione di iniziative di informazione, formazione e dibattito rivolte e con il coinvolgimento degli operatori sanitari e sociali e della popolazione. Il trasferimento critico e partecipato delle conoscenze scientifiche è stimolo continuo e quotidiano al lavoro che il Laboratorio svolge. COLLABORAZIONI NAZIONALI Centro di Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti Enti pubblici nazionali (Ministero della Salute, Assessorati Regionali, Aziende Sanitarie Locali, Aziende Ospedaliere). Collaborazioni con enti privati (aziende del settore e associazioni di categoria). Laboratorio di Epidemiologia Clinica SINPE (Società Italiana di Nutrizione Artificiale e Metabolismo) Università di Milano Bicocca, Dipartimento di Informatica Sistemistica e Comunicazione. Università degli Studi di Verona. CNT, Centro Nazionale Trapianti. Laboratorio di ricerca sul coinvolgimento dei cittadini in sanità Age.Na.S. Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, Roma Alleanza contro il Tumore Ovarico ACTO, Milano Associazione Alessandro Liberati – Network Italiano Cochrane Associazione Italiana Sclerosi Multipla AISM, Genova Azienda Ospedaliera, Arcispedale S. Maria Nuova, Reggio Emilia RAPPORTO ATTIVITA’ 279 2014 IRFMN Centro Cochrane Italiano, Modena Fondazione Attilia Pofferi Onlus, Pistoia Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta, Milano Fondazione Nerina e Mario Mattioli Onlus, Milano Fondazione per la ricerca sulla Fibrosi Cistica Onlus FFC, Verona Zadig agenzia di editoria scientifica, Milano Laboratorio per la Salute Materno Infantile Associazione Culturale Pediatri (ACP) A.O. Spedali Civili di Brescia Centro Antiveleni –Tossicologia Clinica – Ospedali Riuniti di Bergamo Centro per la Salute del Bambino (CSB) Fondazione Emanuela Zancan Onlus Il Pensiero Scientifico Editore Istituto Superiore di Sanità (ISS) Istituto Don Calabria CTD Negrar Osservatorio Italiano Salute Globale (OISG) Unità Operativa di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza, Fondazione IRCCS Ca’ Granda – Ospedale Maggiore Policlinico di Milano Università degli Studi di Firenze – Dipartimento Area Critica Medico Chirurgica Clinica Malattie Infettive, S.O.D. Malattie Infettive e Tropicali Università degli Studi di Milano, Bicocca – Facoltà di Medicina – Clinica Pediatrica Università degli Studi di Pavia – Scuola di Specializzazione in Neuropsichiatria Infantile COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI Centro di Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti Associazione Francese degli economisti sanitari, Parigi Università Corvinus, Budapest Global Fund , Ginevra Istituto WidO, Bonn Servicio Canario de la Salud, S/C de Tenerife Università di Birmingham Università di Hannover Università di York Università Pompeu Fabra, Barcellona Università Erasmus, Rotterdam Laboratorio di Epidemiologia Clinica Istituto di Anestesia e Cure Intensive, Università di Semmelweis, Budapest, Ungheria Dipartimento di Anestesiologia e Cure Intensive, Università di Varsavia, Polonia Dipartimento di Cure Intensive, Ospedale Generale di Novo Mesto, Slovenia RAPPORTO ATTIVITA’ 280 2014 IRFMN Dipartimento di Pneumologia e Cure Intensive, Ospedale Generale di Nicosia, Cipro Terapia Intensiva Pediatrica, Soroka University Medical Center, Beer-Sheva, Israele Terapia Intensiva, Heraklion University Hospital, Greta, Grecia Laboratorio di ricerca sul coinvolgimento dei cittadini in sanità Centre for Health Communication and Participation, Australian Institute for Primary Care and Ageing, La Trobe University, Melbourne, Australia Cochrane Consumer Network, Regno Unito European AIDS Treatment Group, Belgio German Network of the Coordinating Centres for Clinical Trials U Koeln , Germania Institute National de la Santè et de la Recherche Médicale, Francia Oxford University Hospitals, Regno Unito Rigshospitalet, Copenhagen University Hospital Copenhagen, Trial Unit, Danimarca University Medical Center Freiburg (Universitäsklinikum Freiburg), Germania Laboratorio per la Salute Materno Infantile Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) Centro di Epidemiologia Comunitaria e Medicina Tropicale (CECOMET), Ecuador Clinica Infantile Colsubsidio, Colombia Coletivo de Estudios Aplicado y Desarrollo Social Juan XXIII, Bolivia European Society for Developmental Perinatal & Paediatric Pharmacology (ESDPPP) Fundació Privada Clinic per la Ricerca Biomedica, Spagna Fundacion Salud Ambiente y Desarrollo, Ecuador International Society of Drug Bulletins (ISDB) Ospedale Robert Debré, Francia Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Taller de Educacion y Comunicacion Guarani Asociacion, Bolivia Unione Europea (UE) Università di Amsterdam – Universiteit Van Amsterdam, Olanda Università College London Hospital NHS Fondation Trust, UK Università di Nottingham - Derbyshire Children's Hospital, UK Universidad Peruana Cayetano Heredia, Perù PRESENZA IN COMITATI EDITORIALI Centro di Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti INTERNAZIONALI: Acta Bio Medica; Applied Health Economics and Health Policy; Biomedical Statistics and Clinical Epidemiology; BMC-Health Services Research; Health Policy; Journal of Medical Economics; The European Journal of Health Economics. NAZIONALI: FarmacoEconomia News; Farmeconomia e Percorsi Terapeutici; L'Internista; PharmacoEconomics Italian Research Articles; Quaderni di FarmacoEconomia. Laboratorio di Epidemiologia Clinica NAZIONALI: Ricerca & Pratica; Dedalo. Gestire i sistemi complessi in sanità. RAPPORTO ATTIVITA’ 281 2014 IRFMN Laboratorio di ricerca sul coinvolgimento dei cittadini in sanità INTERNAZIONALI Health and Quality of Life Outcomes NAZIONALI www.partecipasalute.it www.fondazionemattioli.it Laboratorio per la Salute Materno Infantile INTERNAZIONALI: European Journal Clinical Pharmacology; Saludarte. NAZIONALI: Quaderni di Farmacoeconomia; Ricerca & Pratica. ATTIVITA' DI REVISIONE Centro di Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti INTERNAZIONALI: Applied Health Economics and Health Policy; BMC-Health Services Research; Health Policy; PharmacoEconomics; The European Journal of Health Economics; Epilepsia; British Medical Journal. Laboratorio di Epidemiologia Clinica INTERNAZIONALI: Annals of Internal Medicine; American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine; BMJ Open; Critical Care Medicine; Intensive Care Medicine; PLOS ONE, Critical Care; Lancet Neurology. NAZIONALI: Ricerca & Pratica. Laboratorio di ricerca sul coinvolgimento dei cittadini in sanità INTERNAZIONALI Health Expectations, The Breast, Health and Quality of Life Outcomes, Cochrane Collaboration, Journal of Biological Markers. NAZIONALI Ricerca & Pratica Laboratorio per la Salute Materno Infantile INTERNAZIONALI: Allergologia et Immunopathologia; Archives of Disease in Childhood; BMJ Open; British Journal of Clinical Pharmacology; Canadian Medical Association Journal; Clinical Infectious Diseases; Epidemiology and Psychiatric Sciences; Expert Opinion on Pharmacotherapy; Expert Review of Clinical Pharmacology; European Journal of Pediatrics; European Journal of Clinical Pharmacology; European Neuropsychopharmacology; Italian Journal of Pediatrics; Pharmacotherapy; Pediatrics; Pediatric Drugs; PLoS ONE; The New England Journal of Medicine; Thorax. NAZIONALI: Medico e Bambino. RAPPORTO ATTIVITA’ 282 2014 IRFMN PRESENZA IN COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI Laboratorio di Epidemiologia Clinica H2020 Work Programme 2014-2015 call "Personalising Haelth and Care". Laboratorio di ricerca sul coinvolgimento dei cittadini in sanità Comitato Guida Slow Medicine Comitato Tecnico Scientifico Associazione ACTO Comitato Direttivo Attilia Pofferi Onlus Comitato Direttivo Fondazione Nerina e Mario Mattioli Onlus Comitato AIOM, Linee Guida psicosociali Laboratorio per la Salute Materno Infantile Commissione tecnica per l'elaborazione, gestione e aggiornamento del Prontuario Terapeutico Regionale (P.T.R.), Regione Autonoma Valle d'Aosta. ORGANIZZAZIONE DI EVENTI Centro di Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti Maggio Congresso “Economia del Farmaco Fra soluzioni tecniche e decisioni politiche” il 21-22 maggio, presso il Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare ALDO E CELE DACCÒ, Ranica (BG). Novembre Incontro “Progetto BIOSIMILARI” il 20 Novembre, presso l’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Milano. Laboratorio di Epidemiologia Clinica Febbraio Workshop “Il follow-up telefonico nel trauma cranico” il 17-18 Febbraio , presso il Centro residenziale universitario di Bertinoro, Bertinoro (FC). Marzo Workshop “The CREACTIVE telephone follow-up”, 5-6 Marzo, presso il Centro residenziale universitario di Bertinoro, Bertinoro (FC). Workshop “1° CREACTIVE Scientific Advasory Board meeting” 31 Marzo presso il Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare ALDO E CELE DACCÒ, Ranica (BG). Aprile Workshop “CREACTIVE pediatrico” 2 Aprile presso il Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare ALDO E CELE DACCÒ, Ranica (BG). Maggio Workshop “1°CREACTIVE Ethics Advisory Board meeting” 6 Maggio, Milano Workshop “Investigator meeting compact 2”, 20 Maggio presso il Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare ALDO E CELE DACCÒ, Ranica (BG). Settembre RAPPORTO ATTIVITA’ 283 2014 IRFMN Workshop “Meeting annuale Margherita Tre” 15-16 Settembre presso il Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare ALDO E CELE DACCÒ, Ranica (BG). Ottobre Workshop “Il follow up telefonico in CREACTIVE” 1 Ottobre presso l’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Milano Workshop “CREACTIVE Country Coordinator Meeting” 21-22 Ottobre presso Park Inn by Radisson Budapest Novembre Congresso “23° GiViTI Meeting” 5-6-7 Novembre presso il Centro Congressi Baia Flaminia Resort, Pesaro Dicembre Workshop “BIOBANCA e IMMAGINI: i sottostudi CREACTIVE” 17 Dicembre presso il Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare ALDO E CELE DACCÒ, Ranica (BG). Laboratorio di ricerca sul coinvolgimento dei cittadini in sanità Maggio Incontro “Il Servizio Sanitario deve o no organizzare uno screening nella popolazione con lo scopo di individuare persone sane che potrebbero avere figli malati di fibrosi cistica?” il 17 maggio a Pistoia. Settembre Incontro “Il Servizio Sanitario deve o no organizzare uno screening nella popolazione con lo scopo di individuare persone sane che potrebbero avere figli malati di fibrosi cistica?” il 26-27 settembre a Palermo. Laboratorio per la Salute Materno Infantile Febbraio 1° Incontro di studio a tema “Zoom Approach: una strategia per valutare gli out come” il 6 febbraio presso l’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Milano. Marzo 2° Incontro di studio a tema “Autismo. Un’umanità possibile” il 5 marzo presso l’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Milano. 3° Incontro di studio a tema “OMS: i governi non si facciano intimidire dalle case farmaceutiche” il 31 marzo presso l’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Milano. Aprile 4° Incontro di studio a tema “I disturbi dell’apprendimento: in una società disattenta” il 16 aprile presso l’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Milano. Maggio 5° Incontro di studio a tema “Abilitazione precoce nella SMA1 e valutazione degli interventi” il 7 maggio presso l’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Milano. Congresso “La valutazione di esito nella pratica clinica in situazioni di complessità per curare e prendersi cura” il 17-18 maggio presso l’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Milano. 6° Incontro di studio a tema “Per il superamento (abolizione) degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari” il 30 maggio presso l’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Milano. PRESENTAZIONI A CONGRESSI ED EVENTI RAPPORTO ATTIVITA’ 284 2014 IRFMN Centro di Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti Aprile VALUTAZIONE ECONOMICA HPV. Corso “HPV: un problema di sanità pubblica”. ASL AL, Regione Piemonte; Torino. RISK-SHARING AGREEMENTS IN ITALY. Congresso “Third Croatian and third adriatic congress on pharmacoeconomics and outcomes research”. Section for Pharmacoeconomics and Outcomes Research, Croatian Society of Clinical Pharmacology and Therapeutics, Croatian Medical Association; Ohrid, Macedonia. Maggio REGISTRI DI MONITORAGGIO. CONTRATTI D’ESITO. CONTINUITÀ ASSISTENZIALE TERRITORIALE. PROCESSI DI ACQUISTO REGIONALI DEI BIOSIMILARI. FARMACOECONOMIA: LE TERAPIE PER L’EPATITE C. Congresso Nazionale di farmacoeconomia “Economia del farmaco- Fra soluzioni tecniche e decisioni politiche”. CESAV; Ranica (BG). Giugno DAI GENERICI AI BIOSIMILARI. Incontro “Il mercato del farmaco e i bisogni indotti”. Altroconsumo; Trento. Ottobre BIOSIMILARI: UNA CHIAVE DI LETTURA ECONOMICA. UN’ANALISI EMPIRICA DELLE GARE D’ACQUISTO REGIONALI DI BIOSIMILARI IN ITALIA. Evento formativo “Dai farmaci equivalenti ai biosimilari di anticorpi monoclonali”. ASL Brindisi; Brindisi. MARKET-ACCESS AGREEMENTS. Congress “Risk-sharing agreements in Poland”. Sequence HC Partners HTA Consulting KPRW; Varsavia, Polonia. Novembre THE CRITICAL SUCCESS FACTORS FOR PERSONALIZED MEDICINE DATA DEVELOPMENT AND DEMONSTRATING VALUE. ISPOR 17th Annual European Congress “Personalized medicine workshop”. International Society for Pharmacoeconomics and Outcomes Research (ISPOR); Amsterdam, The Netherlands. BIOSIMILARI: UNA CHIAVE DI LETTURA ECONOMICA. UN’ANALISI EMPIRICA DELLE GARE D’ACQUISTO REGIONALI DI BIOSIMILARI IN ITALIA. SVILUPPO E PRODUZIONE DEI BIOSIMILARI: ASPETTI BIOTECNOLOGICI E IMPLICAZIONI REGOLATORIE. Incontro “Progetto biosimilari”. CESAV, Dipartimento di Salute Pubblica IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri; Milano. Dicembre HEALTH SYSTEM AND VALUE PRICING IN ITALY. Conference “PLC France-Italy HLG joint meeting”. Italy HLG e PLCF; Milano. Laboratorio di Epidemiologia Clinica Febbraio IL CONTESTO E L’EDUCAZIONE CONTINUA TRA ESPERIENZA, RICERCA ERELAZIONE CON IL MALATO. Convegno: “FORMARE E FORMARSI. Alla ricerca di una visione condivisa”, 13 Febbraio – Crema. CREACTIVE (COLLABORATIVE RESEARCH ON ACUTE TRAUMATIC BRAIN INJURY IN INTENSIVE CARE MEDICINE IN EUROPE). ESERCITAZIONI RAPPORTO ATTIVITA’ 285 2014 IRFMN INIZIALI. LA SCHEDA DI RACCOLTA DATI. LA GOSE QOLIBRI-OS IN DETTAGLIO. Workshop: “Il follow-up telefonico nel trauma cranico”, 17-18 Febbraio – Bertinoro (FC). Marzo GLI STUDI PER LA VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ DELL'ASSISTENZA. Corso: “Formazione Monitor”, 4 Marzo – Milano. THE PROSAFE DATABASE. Workshop: “The CREACTIVE telephone follow-up”, 5-6 Marzo – Bertinoro (FC). CASE REPORT FORM: DIFFERENCES WITH CDES PROPOSED BY THE TRAUMATIC BRAIN INJURY COMMON DATA ELEMENT WORKING GROUP (VERSION 2.0). ORGANIZATION OF PATIENT FOLLOW-UP AND FOLLOW-UP PROVIDER TRAINING. Workshop: “1° CREACTIVE Scientific Advasory Board meeting”, 31 Marzo – Ranica (BG). Aprile CREACTIVE PEDIATICO. Workshop: “CREACTIVE pediatrico”, 2 Aprile – Ranica (BG). LA QUALITÀ DEL DATO NEI PROGETTI GIVITI. TEST D'IPOTESI. STATISTICA DESCRITTIVA. INTERVALLI DI CONFIDENZA. Corso: “Formazione Monitor”, 7 Aprile – Milano. Maggio 1°CREACTIVE ETHICS ADVISORY BOARD MEETING. Workshop: “1°CREACTIVE Ethics Advisory Board meeting”, 6 Maggio – Milano. PERCHÉ È STATO SOSPESO LO STUDIO? ASPETTI METODOLOGICI DEL PROTOCOLLO. MONITORAGGIO DELLO STUDIO. Workshop: “Investigator meeting compact 2”, 20 Maggio – Ranica (BG). LA COMPARATIVE EFFECTIVENESS RESEARCH (CER) NEL TRAUMA CRANICO. Convegno: “6° NEUROMEETING”, 22 Maggio – Napoli. Giugno UTILIZZO DELLA CARTELLA CLINICA ELETTRONICA MARGEHRITA TRE. Corso: “Utilizzo del software Margherita Tre”, 13 Giugno – Treviso. CREACTIVE PRESENTATION. Workshop, “3rd International Traumatic Brain Injury Research (InTBIR) Meeting”, 28-29 Giugno – San Fancisco. Luglio ASSESSING QUALITY OF CARE TO SEEK IMPROVEMENT. COMPARATIVE EFFECTIVENESS RESEARCH IN TRAUMATIC BRAIN INJURY. Workshop, “The 56th Annual Conference of The Israeli Society of Critical Care Medicine”, 10 Luglio – Herzliya (Tel Aviv). Settembre REVISIONE NUOVI MODULI:BILANCIO IDRICO, TECNICHE DEPURATIVE, PARAMETRI VITALI, DOCUMENTO DI SINTESI DECORSO CLINICO. MODIFICHE PRESIDI – BISOGNI ASSISTENZIALI. DISCUSSIONE SU REALE UTILIZZO NEI CENTRI. PROTOCOLLI E PROGETTI CONDIVISI. QUALI SVILUPPI E PROSPETTIVE: ANALISI DI DATI: QUALI ARGOMENTI? PROPOSTE E DEFINIZIONE DI OBIETTIVI: MARGHERITA TRE - PROSAFE, SCORE DI GRAVITÀ. INTEGRAZIONI CON SISTEMI INFORMATICI AZIENDALI E REGIONALI. INTEGRAZIONE POMPE INFUSIONALI. Workshop, “Meeting annuale Margherita Tre”, 15-16 Settembre – Ranica (BG). Ottobre RAPPORTO ATTIVITA’ 286 2014 IRFMN CREACTIVE (COLLABORATIVE RESEARCH ON ACUTE TRAUMATIC BRAIN INJURY IN INTENSIVE CARE MEDICINE IN EUROPE): FACCIAMO IL PUNTO! CREACTKIDS: IL FOLLOW-UP PEDIATRICO. LA SCHEDA DI RACCOLTA DATI IN PROSAFE. Workshop, “Il follow up telefonico in CREACTIVE”, 1 Ottobre – Milano. IL MALATO END STAGE: OUTCOMES IN TERAPIA INTENSIVA. Workshop, “Grandi insufficienze d’organo End Stage: Cure intensive, Cure ordinarie o Cure palliative?”, 4 Ottobre – Sassari. LAVORARE NELLA RICERCA SCIENTIFICA. Corso: “Settimana di (in)formazione a cura dei ricercatori dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri”, 9 Ottobre – Noto, Siracusa. CREACTIVE: WHERE ARE WE NOW? (SITUATION CENTRE BY CENTRE AND DISCUSSION WITH EACH COUNTRY COORDINATOR). MONITORING SYSTEM: METHODS AND TOOLS (GIVITI WEB AND THE CENTRAL MONITORING SYSTEM; USING THE ANALYZER). TRANSLATIONS (LANGUAGE BY LANGUAGE UPDATE AND PRIORITIES: PROBLEMS AND ANY OTHER ISSUES). ETHICAL ISSUES: ETHICS ADVISORY BOARD MEETING, INFORMED CONSENT AMENDMENTS, ETHICS COMMITTEE APPROVALS IN DIFFERENT COUNTRIES. CRF: PATIENT DETAILS, TRAUMA DYNAMICS, TREATMENTS, PAEDIATRIC GCS, FACILITY DATA, ANY OTHER BUSINESS. WEBSITE (PRESENTATION AND CONTENTS). BIOMARKERS (SITUATION IN ITALY). ACCOUNTING AND TIMESHEETS (DISCUSSION ON A CENTRE BY CENTRE BASIS OF PROBLEMS AND ANY OTHER ISSUES). Workshop, “CREACTIVE Country Coordinator Meeting”, 21-22 Ottobre – Budapest. Novembre LE TAPPE DEL GIVITI SULLA STRADA DI UNA MEDICINA BASATA ANCHE SULLE RELAZIONI. LA RESISTENZA AI CARBAPENEMI NELLE TERAPIE INTENSIVE ITALIANE. LE LINEE GUIDA COME STRUMENTO DI MIGLIORAMENTO DELLA PRATICA CLINICA? (DUE PUNTI DI VISTA A CONFRONTO). L'ANGOLO DELL'INFORMATICA: DATI STRUTTURALI E ALTRE NOVITÀ. ESERCITAZIONI SUI DATI PROSAFE TRAMITE L’ANALIZZATORE. L’IMPORTANZA DEL FOLLOW-UP PER IL PERSONALE, PER IL RICERCATORE, PER IL PAZIENTE. COMPACT-2: SI PARTE! Congresso, “23° GiViTI Meeting”, 5-6-7 Novembre, Pesaro PRESENTATION OF PROSAFE/CREACTIVE. THE USEFULNESS OF DATA FROM PROSAFE FOR THE CLINICIAN, THE HEAD OF THE DEPARTMENT AND THE RESEARCHER - SHOWN GENERALLY AND IN SPECIFIC CASES. Convegno “PROSAFE/CREACTIVE Slovenian national meeting”, 12 Novembre – Ljubljana. DECIDERE IN CONDIZIONI DI INCERTEZZA: QUALCHE SPUNTO DI METODO. Convegno: “Le Infezioni in Terapia Intensiva”, 14 Novembre – Napoli. CPFA – COSA ABBIAMO IMPARATO DAGLI STUDI COMPACT? Convegno: “Questioni aperte in Terapia Inensiva: dai Biomarcatori ai Trattamenti Depurativi per la Sepsi”, 29 Novembre – Bergamo. Dicembre CREACTIVE: SITUAZIONE ATTUALE. Workshop: “BIOBANCA e IMMAGINI: i sottostudi CREACTIVE”, 17 Dicembre – Ranica (BG). Laboratorio di ricerca sul coinvolgimento dei cittadini in sanità Febbraio RAPPORTO ATTIVITA’ 287 2014 IRFMN ECRAN PROJECT: TOOLS, MATERIALS AND DISSEMINATION. Meeting “First HIV ECAB”. EATG European AIDS Treatment Group; Brussels. GENERAL OVERVIEW OF THE ACTIVITIES DONE, DISSEMINATION. Workshop “ECRAN Project Meeting”. IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri; Milano. EMPOWERMENT DEI CITTADINI NELLA RICERCA. Convegno “La ricerca oncologica per il paziente, con il paziente”. Gruppo Oncologico Italiano di Ricerca Clinica (GOIRC); Firenze. Maggio PRESENTATION OF THE ECRAN PROJECT. ECRAN Project Meeting “International Clinical Trials’ Day”. ECRIN, ECRAN, ICTD e CRP; Luxembourg. INTRODUZIONE ALLA GIORNATA. Convegno “Gli amori difficili. Ricerca e comunicazione possono andare d’accordo?”. Associazione Alessandro Liberati, Network Italiano Cochrane; Milano. Giugno MODERATORE. Corso “Comprehensive geriatric assessment nella patologia oncologica”. Azienda Ospedaliera S. Maria Nuova Reggio Emilia; Reggio Emilia. Luglio ASSOCIAZIONI E PAZIENTI. Corso “Health Technology assessment in sanità”. Società Italiana di Igiene (SITI); Milano. Settembre BEYOND THE MEDICAL ASPECT: THE POINT OF VIEW OF THE PATIENT. Convegno “Follow up in gynaecological malignancies”. European Society of Gynaecological Oncology (ESGO); Torino. QUALE RUOLO PER LE ASSOCIAZIONI DEI PAZIENTI. Convegno “Le Associazioni dei pazienti tra dimensione europea, mondo mediatico, contenimento della spesa sanitaria e quotidianità”. Associazione Nazionale Italiana Patologie Ipofisarie (ANIPI); Verona. Ottobre LA RELAZIONE MEDICO-PAZIENTE.FAMIGLIA NELL’ELABORAZIONE DEI VISSUTI DI MALATTIA. Seminario “Obiettivi di salute:stato di avanzamento del progetto CCM 2012” Azienda Usl di Reggio Emilia; Reggio Emilia. IL MODELLO DELLE “GIURIE DEI PAZIENTI”: ESPERIENZA RIPRODUCIBILE? Convegno “Il medico di fronte ai dilemmi della salute. PSA nella diagnosi precoce del cancro della prostata: utile, inutile, dannoso?”. Azienda UIss 12 Veneziana; Venezia. IL PUNTO DI VISTA DI PAZIENTI E CITTADINI. 40° Congresso Nazionale ANMDO “Ripensare la Sanità: ruoli strategici e responsabilità”. Associazione Nazionale dei Medici delle Direzioni Ospedaliere (ANMDO); Napoli. LA VALENZA DELL’OPEN ACCESS E DELL’OPEN SCIENCE PER L’AMBITO DELLA SALUTE PUBBLICA. Seminario “Open science in open society: prospettive sul valore sociale dell’accesso aperto” Università del Piemonte Orientale UPO; Novara. PROSPETTIVE DI COLLABORAZIONE. Incontro “Le azioni effettuate, programmate e da programmare nei confronti dei cittadini”. Slow Medicine, IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri; Milano. QUALITÀ DELL’INFORMAZIONE NELLE GRANDI PATOLOGIE CRONICHE: QUALE CONTRIBUTO PROGETTUALE PER LA FONDAZIONE SMITH KLINE? Convegno “I think tank FSK: fatti, riflessioni, progetti”. Fondazione Smith Kline; Bologna. Novembre TRIALS CLINICI E TRASPARENZA. 13° Congresso Nazionale AME “Ruolo attivo dei pazienti nella ricerca e sviluppo dei farmaci: utopia o realtà?”. Associazione Medici Endocrinologi (AME); Roma. DEFINIRE LE PRIORITÀ DELLA RICERCA COINVOLGENDO CITTADINI E PAZIENTI. Convention Nazionale Sperimentazioni Cliniche “Nuove sfide per i Comitati Etici”. Fondazione GIMBE; Bologna. RAPPORTO ATTIVITA’ 288 2014 IRFMN CITTADINI INFORMATI, ALLARMATI O DISARMATI? 99° Congresso Riunione superspecialistica G.L.O.B.E. Public Reporting in Sanità “Il ruolo delle Società Scientifiche nella comunicazione con i pazienti e con i media”. Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (SIOT); Roma. PRESENTAZIONE POSTER CITIZENS’ JURY AND DECISION MAKING ON CYSTIC FIBROSIS CARRIER SCREENING: TO SCREEN OR NOT TO SCREEN? Convegno “XII Convention d’Autunno dei ricercatori in fibrosi cistica”. Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica Onlus; Verona. Dicembre RESPONSABILITÀ CONDIVISA. Workshop Nazionale “Consumismo Sanitario Responsabilità condivisa”. Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Arezzo; Arezzo. Laboratorio per la Salute Materno Infantile Gennaio TAVOLA ROTONDA DI PROSPETTIVE IN PEDIATRIA. Giornate di pediatria “Giovani”. Società Italiana di Ricerca Pediatrica; Napoli. Febbraio BURDEN OF PSYCHIATRIC DISORDERS IN THE PAEDIATRIC POPULATION. 9° Workshop internazionale “Child Health in Camangüey”. Camagüey Children’s Hospital Department of Provincial Health Camaguey and University of Nottingham, Camagüey Cuba. WRITING AN ABSTRACT. Workshop “Writing Scientific Papers”. University of Havana, Havana Cuba. Marzo IL PERCORSO DELL’ASSISTITO IN ETÀ EVOLUTIVA CON PROBLEMI NEUROPSICHIATRICI. Esperienze: LA RETE REGIONALE ADHD. Corso. Società Italiana di Igiene Medicina Preventiva e Sanità Pubblica, Sezione Lombardia; Milano. IMPACT OF OFF-LABEL DRUG USE IN PEDIATRICS ON DRUG SAFETY AND EFFECTIVENESS PROFILE. Annual meeting “ISPE 2014”. International Society for Pharmacoepidemiology; Rotterdam, The Netherland. Aprile LA SALUTE INFANTILE NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO. PVS. Corso elettivo “Promozione della salute infantile nei paesi in Via di Sviluppo”. Università degli Studi di Milano-Bicocca, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Scuola di Medicina; Monza (MB). PER UNA INFORMAZIONE PARTECIPATA: “LO SAI MAMMA”. Riunione annuale 2014. Associazione Alessandro Liberati Network Italiano Cochrane; IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri; Milano. Giugno REAZIONI AVVERSE IN GRAVIDANZA. Master di perfezionamento in farmacologia. Servizio di Epidemiologia e farmacologia Preventiva (SEFAP), Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze Farmacologiche; Milano. AGGIORNAMENTO TERAPEUTICO IN TEMA DI WHEEZING E ASMA. Scuola di Specializzazione in Pediatria. Università degli Studi di Milano-Bicocca, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Scuola di Medicina; Monza (MB). Luglio L’USO DEI FARMACI PER I BAMBINI. Corso “Summer Students”. IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri; Milano. L’UTILIZZO OFF LABEL DEI FARMACI IN NEUROPSICHIATRIA INFANTILE: NORMATIVE, CRITERI DI IMPIEGO E CRITICITÀ. Corso “L’uso di farmaci off Label in Neuropsichiatria Infantile: normative, criticità, proposte operative”. Fondazione IRCCS Ca’Granda Ospedale Maggiore Policlinico; Milano. RAPPORTO ATTIVITA’ 289 2014 IRFMN Settembre UN MODELLO PER IL MONITORAGGIO E LA VALUTAZIONE DEI PERCORSI IN NPIA. CONTINUITA’ DELLE CURE VERSO L’ETA’ ADULTA IN REGIONE LOMBARDIA. CONDIVISIONE E MONITORAGGIO DEI PERCORSI DIAGNOSTICI E TERAPEUTICI IN NEUROPSICHIATRIA: IL PROGETTO ADHD LOMBARDIA. XXVI Congresso Nazionale SINPIA. Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza; Roma. L’USO DI CGAS E CGI NEGLI UTENTI DEL REGISTRO LOMBARDO ADHD. LA SFIDA DELLA COMPLESSITA’. Convegno “La valutazione di esito nella pratica clinica in situazioni di complessità per curare e prendersi cura”. Fondazione IRCCS Ca’Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Fondazione Emanuela Zancan Onlus, la Nuova Famiglia Eugenio Medea; Milano. Ottobre APPROPRIATEZZA PRESCRITTIVA IN GRAVIDANZA. FARMACINETICA E ALLATTAMENTO. Convegno “L’uso dei farmaci in gravidanza e allattamento”. Società Italiana di Tossicologia (SITOX); Pavia. MAMME «LO SAI MAMMA». FARMACI, GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO. Corso “Settimana (in)formazione a cura dei ricercatori dell’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri”. Comune di Noto, IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri; Noto (SR). Novembre LA SALUTE INFANTILE NEI PAESI CON SCARSE RISORSE. Congresso “Salute, malattie e cure nel mondo globalizzato”. MNIAA Mario Negri Institute Alumni Association, Società Svizzera Milano; Milano. LA SALUTE DEI BAMBINI. ASPETTI EPIDEMIOLOGICI. Convegno, seconda edizione “Outdoor Education, l’educazione Sicura all’aperto”. Comune di Bologna; Bologna. FARMACI, NEONATI E BAMBINI… DALL’OFF-LABEL ALL’“ON” EVIDENCE. III Congresso Nazionale “Farmaci e Neonato: Luci, Ombre e Prospettive”. Gruppo di Studio di Farmacoterapia Neonatale (SIN); Roma. VITAMINE, INTEGRATORI E OLIGOELEMENTI: QUANDO, A CHI, COME E PERCHÈ. 1° Incontro di Pediatri di Famiglia del Ducato “Famolo Strano! 2014”. Federazione Italiana Medici Pediatrici Sezione di Parma; Fornovo di Taro (PR). Dicembre FARMACI E BAMBINI. Scuola di Specializzazione in Pediatria. Università degli Studi di Milano-Bicocca, Facoltà di Medicina e Chirurgia; Monza (MB). FARMACI: LA MARCA FA LA DIFFERENZA? Corso di formazione “farmaci equivalenti e farmaci di marca a confronto”. ASS 1 Triestina; Trieste. GROW OLD IN THE PUBLIC MENTAL HEALTH SYSTEM OF LOMBARDY REGION: FINDINGS FROM TWO COHORT STUDIES. European Conference “Youth Mental Health: from continuity of psychopatology to continuity of care”. IRCCS Fatebenefratelli di Brescia; Venezia. CONTRIBUTI E CONTRATTI Centro di Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti Abbott AIFA Grunenthal-Prodotti Formenti Merck Serono RAPPORTO ATTIVITA’ 290 2014 IRFMN Sanofi Aventis Sanofi Pasteur MSD Schering Plough Vivisol Laboratorio di Epidemiologia Clinica Bellco SpA Commissione Europea DG Research & Innovation Brahms CNT Regione Toscana Regione Veneto Astellas Novartis A.O. Como A.O. Lecco A.O. Reggio Emilia ASL AL Dedalus ASL TO2 ASL TO4 ASL 1 Sassari ASL 2 Olbia ASL 3 Genovese AUSL Romagna Azienda Sanitaria di Firenze Fondazione Poliambulanza di Brescia Ospedale Evangelico Internazionale di Genova IRCCS Policlinico S.Matteo di Pavia USL1 Massa Carrara USL 7 di Siena Azienda USL9 Grosseto Laboratorio di ricerca sul coinvolgimento dei cittadini in sanità Associazione Italiana Sclerosi Multipla AISM/Fondazione Italiana Sclerosi Multipla FISM, Genova European Commission, Brussels Fondazione per la ricerca sulla Fibrosi Cistica FFC Onlus, Verona IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta, Milano Fondazione Nerina e Mario Mattioli Onlus, Milano Laboratorio per la Salute Materno Infantile AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco A.O. Spedali Civili di Brescia IRCCS Burlo Garofolo, Trieste IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano Provincia di Milano RAPPORTO ATTIVITA’ 291 2014 IRFMN Regione Lombardia – Assessorato alla Sanità Regione Valle d'Aosta – Assessorato alla Sanità Unione Europea SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE (2014) Centro di Economia Sanitaria Angelo e Angela Valenti Curto A, Garattini L. Comment on: Current Status and Trends in Performance-Based Risk-Sharing Arrangements Between Healthcare Payers and Medical Product Manufacturers. Appl Health Econ Health Policy 2014;12(5):565. Curto A, Duranti S, Van de Vooren K, Garattini L. Vaccination planning and vaccine prices in a decentralizing country – Italy. Expert Rev Pharmacoecon Outcomes Res 2014;14:195-202. [IF: 1,87] Curto A, Ghislandi S, van de Vooren K, Duranti S, Garattini L. Regional tenders on biosimilars in Italy: an empirical analysis of awarded prices. Health Policy 2014;116(2-3):182-7. [IF: 1,725] Garattini L, van de Vooren K. 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Costantino A, Bonati M. Progetto Migranti: Migrazione e disagio psichico, dall’età evolutiva all’età adulta. R&P 2014;177:109-118. Fortinguerra F. Big Pharma: i 10 farmaci più venduti al mondo. R&P 2014;177:131-132. Pansieri C. Devo pagare per i vostri comportamenti a rischio? R&P 180:268; 2014. Piovani D. Profilassi della polmonite da pneumocystis in bambini immunocompromessi. R&P 2014;177:123. Piovani D, Clavenna A, Bonati M, e il Gruppo PeFAB Una lista di farmaci condivisa per la pediatria territoriale di famiglia: uno studio osservazionale. Medico e Bambino 2014;5:315-321. Progetto COHEMI. Condivisione di percorsi per migliorare la salute dei migranti in Europa. R&P 2014;175:41-42. Progetto COHEMI. Malattia di Chagas. R&P 2014;176:75. Progetto COHEMI. Taenia solium