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dicembre
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A cura di Ferruccio Ferrari
L’autunno è forse il periodo dell’anno meno invitante per effettuare delle gite. Tuttavia si sente ugualmente
la necessità di staccare la spina e allontanarsi dal frastuono e soprattutto dal traffico impossibile di una metropoli. Tra l’altro Roma si sta preparando ad ospitare
una grande manifestazione religiosa, il “Giubileo della
Misericordia”, con la previsione di 25 milioni di arrivi,
senza tener conto di quella certa animazione cittadina
che si ridesterà per le Feste di Natale, con l’immancabile corsa al regalo (speriamo) che farà affluire migliaia di persone nelle zone maggiormente commerciali e
porterà al collasso il traffico urbano già pesantemente
compromesso. Insomma il desiderio di pace e tranquillità, anche per affrontare meglio il futuro, crescerà notevolmente in ognuno di noi. Allora? Andiamo a visitare un eremo particolare: l’Abbazia di Casamari.
L’Abbazia di Casamari
Come ci si arriva
Itinerario semplice. Autostrada A.1., direzione Napoli. Si esce dal casello di Frosinone e
si prosegue per via Maria (o per Casamari).
Un’alternativa, dopo l’A.1. è consigliabile
svoltare all’altezza di Giglio di Veroli per la
superstrada Frosinone-Sora da percorrere per
circa 5 km, fino allo svincolo per Boville Ernica, per prendere la via Maria.
Il territorio
Alle origini era abitato dagli Ernici e ancora
dai Sanniti prima di passare ai Romani che costruirono un piccolo villaggio dedicato alla dea
Cerere. Numerose le testimonianze archeologiche tra cui l’acquedotto del periodo repubblicano, il ponte romano sull’Amaseno, fatto saltare dalle truppe tedesche in ritirata e di recente i ritrovamenti dei resti dell’antica via Mariae. Il nome deriverebbe da radici osco-umbre
risalenti al IX secolo a.C., o, meglio, oppure da
“Casa di Mario”, con riferimento al famoso
generale romano Caio Mario, acerrimo nemico
di Silla, perché nella zona, dove sorgeva l’antica Cereatae Marianae, visse la sua famiglia.
La storia
Secondo un documento del XIII secolo, “Cronaca del Cartario”, uno “sparuto gruppo di uomini, laici ed ecclesiastici, su
proposta dell’abate di San Domenico di Sora, diedero vita al
monastero di Casamari, riconoscendosi nella Regola del Santo
di Norcia, ed ebbero come primo abate Benedetto, al quale seguirono Giovanni I, Orso, Agostino e altri che guidarono i monaci sino al secolo XII, periodo illuminato dalla presenza di
Bernardo da Chiaravalle”.
Sempre dalla “Cronaca del Cartario”, si legge che “i monaci
neri erano divenuti tanto indisciplinati, disonesti e dimentichi
della loro anima, che Eugenio III, ritornando d’oltralpe, trovò il
monastero di Casamari, dilapidato nelle sostanze e fatiscente
nei fabbricati, che incominciò a prenderne cura e vi introdusse i
monaci dell’Ordine cistercense” su interessamento di San Bernardo. Da allora fino ai nostri giorni, con alterne vicende, ma
quasi ininterrottamente, sono rimasti i monaci Cistercensi.
Nell’interno
Tra le mura dell’abbazia, costruita nel 1203 e consacrata nel
1217, in stile gotico-cistercense, sembra che il tempo si sia fermato al medioevo. Anche le ore, scandite dalla campana della
chiesa, non segnano le cinque, le nove o le diciotto. Seguono altri ritmi, legati all’antico. Parlano di lauda, mattutino, sesta e
nona, del vespro o della compieta. Ritmi capaci di riequilibrare
qualsiasi sistema nervoso troppo scosso dal frastuono e dagli
avvenimenti di una città. Tra l’altro, questi luoghi sacri, incontaminati, spesso vengono scelti da uomini politici per ritemprarsi.
Situata a ridosso di una collina, l’Abbazia è rimasta integra
nella sua struttura originaria e rappresenta, assieme a Fossanova, uno dei modelli meglio conservati di architettura cistercense
in Italia. La visita al monumentale complesso non deve essere
frettolosa, soprattutto se si vuole spiritualmente seguire l’andamento interno, le funzioni religiose, ammirare il materiale artistico e archeologico raccolti nel museo e nella pinacoteca. Ma
sicuramente, visitando il chiostro, guardando le alte crociere
della cattedrale, ammirando la sobria architettura degli edifici,
il portale rinnovato dallo scultore Canonica, entrando nella casa
abbaziale, nella libreria, oppure nell’antica farmacia, davanti a
unguenti e tisane preparate, o meglio passeggiando lungo gli
ampi spazi verdi ed ombrosi all’interno delle mura si crede di
essere entrati in un’altra dimensione: quella del passato. E si ha
la voglia di rimanervi per sempre.
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I prodotti dell’Abbazia
C’è realmente da riempire il carrello, soprattutto c’è l’imbarazzo della scelta. Si possono acquistare liquori, elisir, birra artigianale, prodotti delle api, confetture, dolciumi, cosmetici, libri e CD ROM. In particolare, nei vari scaffali, si può trovare,
tra l’altro, la Grappa di Sangiovese e la Genziana di Casamari,
birre artigianali bianche e scure, il miele di castagno, di eucalipto o ai mirtilli, le confetture di marroni, di ribes nero, di cotogne
e perfino di pomodori verdi, cacao e cioccolata dei trappisti, le
caramelle balsamiche, tisane di ogni genere, il dopobarba o lo
shampoo alla calendula nei cosmetici, nella biblioteca Le Abbazie Cistercensi d’Italia e il CD ROM Casamari, miracolo cistercense. Infine una visita alla fornitissima farmacia è… salutare.
Dove mangiare
Ristorante ABBAZIA
Via Reggimento, 5 - Monte S. Giovanni Campano (FR)
Tel. 0775 282040 - [email protected]
Chiuso il lunedì e il giovedì
Trattoria Pizzeria CASAMARI
Via Maria, 18 Veroli (FR)
Tel. 0775 283251
NELL’ABBAZIA L’INGRESSO È GRATUITO.
Si consiglia per le visite – orari 9-12 e 15-18 – di informarsi
ai numeri 0775 282800 – 0775 282371.
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