Corso di formazione in ecocolordoppler in medicina interna Dott. Agostino Rossiello Medico di Famiglia UTILIZZAZIONE DEL DOPPLER IN MEDICINA PRINCIPI FISICI L’effetto Doppler, si basa sul principio che ogni forma di energia vibratoria (suono, luce ecc) generata o riflessa da un corpo in movimento, subisce una variazione di frequenza rispetto a quella che avrebbe se il corpo fosse immobile. Ad esempio se un emettitore ed un ricevitore sono ad una distanza fissa tra loro si osserverà che il numero di impulsi trasmessi in un intervallo di tempo, ad esempio 10”, è uguale a quelli ricevuti, mentre se il ricevitore fosse in movimento verso il trasmettitore nello stesso intervallo di tempo capterebbe oltre ai segnali emessi nei 10” quelli in avvicinamento, ricevendo quindi più impulsi di un ricevitore fisso, all’opposto un ricevitore in allontanamento non percepirebbe tutti i segnali emessi in 10” ma meno. Effetto Doppler Onda incidente (fo) Oggetto in movimento Onda riflessa (f1) (f 1 >fo) (f 1 <fo) L’effetto Doppler si basa sul principio per cui un’onda riflessa da un oggetto in movimento subisce una variazione di frequenza proporzionale alla velocità dell’oggetto stesso. In particolare la frequenza riflessa sarà maggiore o minore della frequenza dell’onda incidente a secondo che l’oggetto si avvicini o si allontani. Tale differenza di frequenza (positiva o negativa) è detta frequenza Doppler. Nella nostra pratica un fascio di ultrasuoni prodotto da un cristallo piezoelettrico, eccitato da un impulso elettrico, inviato verso un vaso, nel cui lume scorrono delle particelle (principalmente le emazie), ad una data velocità, determinerà un’eco di ritorno a frequenza differente da quella dell’ultrasuono inviato. Tale differenza di frequenza (F) è proporzionale alla velocità del flusso, e, dal suo calcolo è possibile ottenere la misurazione della velocità stessa. Il F dipende tra l’altro dall’angolo che si viene a formare tra il fascio di ultrasuoni e l’asse vascolare. La maggior differenza di frequenza si osserva quando quest’angolo è prossimo ai 0°, mentre si annulla intorno ai 90°. La variazione di frequenza o frequenza doppler si ottiene dalla formula FD =2VF (cos)/C, ove V è la velocità del sangue in movimento, F è la frequenza del fascio incidente, è l’angolo tra il fascio di ultrasuoni e la direzione in cui scorre il sangue, C è la velocità degli ultrasuoni nel mezzo biologici (1540 m/sec). Gli ultrasuoni utilizzati nel nostro campo sono prodotti dalla stimolazione di cristalli piezoelettrici; gli stessi cristalli ricevono gli ultrasuoni riflessi, determinando una variazione di potenziale. In diagnostica vascolare gli ultrasuoni utilizzati variano tra 2 e 10 Mhz, e sono innocui per i tessuti biologici; attualmente vi sono emettitori a frequenze più elevate (11, 14, 20MHz). L’assorbimento degli ultrasuoni da parte dei tessuti è direttamente proporzionale alla frequenza di emissione, pertanto più elevata è quest’ultima tanto più bassa è la sua penetrazione. Frequenza Doppler f sorgente 2. fo .V. cos a fD= c Angolo Doppler c = velocità velocitàˆdell’onda dell'ondaUS US nei tessuti (1540 m/s) a V cos 0 = 1; cos 90 = 0 La frequenza Doppler può essere calcolata conoscendo la frequenza del fascio incidente, la velocità dell’oggetto in movimento (cioè i globuli rossi) e il coseno dell’angolo fra fascio incidente e direzione del movimento del globuli rossi. Poiché il coseno di un angolo di 0° è pari a 1 e il coseno di un angolo di 90° è pari a 0, a parità di velocità del flusso la frequenza Doppler sarà tanto maggiore quanto più l’angolo è stretto. Le apparecchiature doppler possono avere un emettitore ed un ricevitore separati che lavorano senza interruzioni, ed in questo caso si parla di “doppler ad onda continua”, oppure possono utilizzare lo stesso cristallo (o gli stessi cristalli) alternativamente per emettere e ricevere l’impulso; in tal caso si parla di “doppler pulsato”, su cui si basano le metodiche doppler utilizzate nei moderni ecografi. Per poter campionare adeguatamente un flusso la frequenza delle onde ultrasonore emesse (cioè il numero di cicli al secondo, detta PRF ovvero Pulse Repetition Frequency, variabile a seconda delle sonde, es. in apparecchi tra 0.5 e 10 KHz) deve essere almeno il doppio della frequenza del segnale doppler, altrimenti si determina un disturbo nella rappresentazione del segnale definito come “aliasing”. Tale fenomeno è rilevato quando il picco sistolico dello spettro di frequenza Doppler viene rappresentato dalla parte sbagliata della linea base dello spettro; quest’artefatto può essere ovviato aumentando la PRF, ed eventualmente aumentando l’angolo , cosicché diminuisce il valore del coseno e, di conseguenza la frequenza Doppler. All’interno di un vaso sanguigno milioni di eritrociti viaggiano a velocità lievemente diverse a seconda della posizione endovasale da cui viene riflessa una frequenza Doppler, costituita da uno spettro di frequenze. Tale spettro di frequenze può essere rappresentato attraverso diversi sistemi, di questi il più utilizzato è quello che sfrutta l’analisi spettrale attraverso la trasformata di Fourier (FFT). Questo sistema determina la rappresentazione in tempo reale della curva delle frequenze con un’analisi dettagliata della velocità delle diverse componenti di flusso. Il profilo esterno della curva indica le frequenze più elevate, corrispondenti alle velocità massime, mentre lo spettro sottostante, rappresentato mediante scala di grigi,indica la distribuzione delle frequenze in ragione delle diverse velocità degli eritrociti che attraversano il volume campione in quel momento. L’area vuota dello spettro corrisponde alla “finestra” e la sua ampiezza è in relazione all’omogeneità del flusso (tanto più omogeneo è il flusso tanto più stretto sarà il range di frequenze doppler e la sua rappresentazione grafica). La curva di rappresentazione del flusso potrà apparire positiva o negativa, rispetto alla linea di base (flusso a velocità 0) secondo che la direzione dello stesso sia in avvicinamento od in allontanamento rispetto alla sonda. FLUIDODINAMICA Flusso laminare Flusso disturbato Flusso turbolento Velocità di flusso velocità velocitàˆdidiflusso flusso A velocità relativamente basse il sangue si muove mediante lo scorrimento di lamine concentriche (flusso laminare). Aumentando la velocità il flusso diviene via via più disturbato e infine turbolento. L’aspetto delle frequenze doppler si modifica in base alle differenti velocità delle emazie che compongono il flusso del vaso in esame, pertanto è influenzato sia dal calibro del vaso sia dal suo decorso e dalla velocità e viscosità del sangue. Possiamo comunque distinguere due aspetti principali per quanto riguarda il flusso arterioso: 1) arterie di tipo “muscolare” caratterizzate da alte resistenze (a riposo) e che presentano un picco sistolico elevato con una stretta finestra acustica mentre la componente diastolica è assente, tale curva è spesso seguita da una componente breve a direzione invertita (onda reverse) determinata dalla risposta elastica del vaso e, almeno nelle arterie più giovani ed elastiche da una terza componente avente la stessa direzione della prima curva; 2) arterie a bassa resistenza che irrorano principalmente organi parenchimatosi nobili, che richiedono un flusso continuo, in cui la componente sistolica è ridotta rispetto alle arterie muscolari, essendo più bassa ed allargata, ed è presente un flusso in fase diastolica, ridotto ma ininterrotto. Tali aspetti sono suscettibili di modificazioni nello stesso vaso in base a situazioni fisiologiche: le arterie muscolari presentano un flusso più vicino alle arterie viscerali durante e subito dopo l’attività fisica, mentre alcune arterie viscerali (come le mesenteriche) che presentano resistenze elevate, somigliando ad arterie muscolari, durante il digiuno, durante la digestione presentano flusso di tipo parenchimale. Flussi arteriosi con diversa componente diastolica. A A ) flusso con componente diastolica assente, indicativo di alte impedenze (arteria femorale); B ) flusso con componente diastolica media (arteria mesenterica superiore); B C ) flusso con componente diastolica elevata (arteria epatica). C Il flusso venoso invece è rappresentato per lo più da uno spettro continuo, ma viene modulato dalle variazioni di pressione toraciche ed è influenzato, specie a livello delle vene cave, dalla funzione cardiaca; può inoltre essere influenzato da fattori fisiologici o patologici esterni (temperatura, flogosi ecc) che possono modificarne l’aspetto, come vedremo in seguito. Diversi esempi di profilo di flusso. A A ) flusso venoso piatto con spettro allargato, in cui la velocità media e la velocità massima divergono fra di loro, tipico dei vasi venosi splancnici (vena porta); B ) flusso arterioso con spettro allargato, tipico delle arterie di piccolo calibro (arteria splenica); B C ) flusso venoso fasico con profilo ristretto, in cui la velocità media e massima tendono a coincidere (vena epatica). C Color Doppler e analisi spettrale in una vena sovraepatica. La traccia è trifasica, in rapporto alle variazioni della velocità di flusso durante un singolo ciclo cardiaco. Un sistema di rappresentazione di tali caratteri del flusso è la cosiddetta analisi spettrale , che analizza i flussi compresi in un “volume campione” e li riproduce in maniera più dettagliata rispetto al CW, come un insieme di punti che descrivono una curva, le cui caratteristiche definiscono il flusso del volume campione in maniera più precisa. Un’evoluzione di tale metodica, o meglio un’integrazione, e stata data dallo sviluppo del Color Doppler e del Power Doppler . Tali metodiche consentono una semplificazione dell’indagine doppler perché permettono un’immediata rappresentazione del flusso dei vasi contenuti in un box definito dell’immagine in B mode (il box non è altro che uno stratagemma di riduzione del campo in esame, che più è limitato più è fedele nella rappresentazione). Nelle arterie il flusso presenta un profilo variabile e complesso: durante la sistole la velocità aumenta e il flusso assume un profilo piatto, mentre durante la diastole rallenta assumendo un profilo parabolico. Nell’immagine eco-color-Doppler si visualizza il flusso in sistole con velocità elevate (in blu e arancio) al centro del vaso e velocità nettamente ridotte alla periferia (corrispondenti alla sottile linea rossa in prossimità delle pareti). Finestra Vel Dispersione spettro avvicinamento + Linea zero allontanamento L’analisi spettrale fornisce una rappresentazione dettagliata delle velocità delle componenti del flusso. La posizione della traccia al disopra o al disotto della linea zero ci indica la direzione del flusso in avvicinamento o in allontanamento. Il profilo superiore indica le velocità massime mentre lo spettro sottostante indica la distribuzione delle frequenze in rapporto alle diverse velocità dei globuli rossi. Il CD (Color Doppler) si basa sulla tecnica di autocorrelazione flusso, cioè analizza il treno di ultrasuoni riflesso in un determinato momento rispetto a quello immediatamente precedente e successivo tramite moltiplicazioni tra di loro; pertanto se tali treni di impulsi provengono da strutture immobili saranno uguali tra loro e non saranno rappresentati, se invece provengono da strutture n movimento i segnali riflessi differiranno e si determinerà una rappresentazione grafica in colore che avrà aspetto diverso secondo che sia in avvicinamento o in allontanamento rispetto alla sonda; in genere il rosso indica avvicinamento e il blu allontanamento. Anche il CD è soggetto al fenomeno dell’aliasing, che risulta utile dal punto di vista diagnostico perché consente di evidenziare turbolenze e accelerazioni di flusso all’interno dei vasi, e si evidenzia con formazione di colori disomogenei tendenti al bianco o al giallo secondo le caratteristiche dell’apparecchio in uso. Il PD (Power Doppler) consiste nell’analisi delle frequenze doppler in base alla loro intensità, è più sensibile del CD, ma non consente informazioni sulla direzione del flusso (anche se nuove apparecchiature presentano evoluzione in tal senso). Il PD è quindi dipendente dalla velocità del flusso e dal numero delle strutture riflettenti (emazie) in movimento nel box in esame. Ciò consente di avere un segnale anche per flussi particolarmente lenti purché da un numero sufficiente di strutture che determini un segnale doppler superiore al rumore di fondo (il flusso in angiomi epatici ad esempio non è visibile). Il PD viene rappresentato da un segnale monocromatico (variabile) la cui gradazione dipende dall’intensità del segnale. Pertanto il CD ed il PD possono evidenziare rapidamente la pervietà dei vasi, la presenza di turbolenze, la disposizione della rete vascolare, consentendo quindi di mirare meglio l’esame successivo con l’analisi spettrale. Valutazione quantitativa del flusso ematico. La velocità del flusso di calcola dalla formula V=Fd x C/2F x cos (V è la velocità delle emazia in movimento, Fd la frequenza doppler, C la velocità degli ultrasuoni nel corpo umano (1540 m/sec circa), F la frequenza del fascio incidente e l’angolo tra il fascio di ultrasuoni e la direzione in cui scorre il sangue. Le apparecchiature doppler sono predisposte a calcolare tali operazioni in automatiche attraverso la semplice regolazione dell’angolo d’incidenza, che deve essere diverso da 90°, e possibilmente inferiore a 60°, compreso tra i 20 e i 60°. Tale misurazione va effettuata sull’asse lungo del vaso. L’esame del profilo doppler consente quindi di calcolare le velocità del flusso nei vari momenti e di ricavare degli indici di valutazione quali l’IR (indice di resistenza) e l’IP (indice pulsatilità) utilizzati nella diagnostica dei distretti arteriosi periferici. Vs RI = Vd V s - Vd Vs Vs - Vd PI = Vmedia Gli indici semiquantitativi (indice di resistenza = RI; indice di pulsatilità = PI ) si calcolano con le formule indicate sulla base della velocità sistolica (Vs), diastolica (Vd) e media (Vmedia). A B Stenosi di grado lieve (A) e severo (B) determinano modificazioni diverse delle velocità e del profilo del flusso, che possono essere utilizzate per quantificare il grado di stenosi stessa. Una stima accurata della velocità richiede una visualizzazione per un buon tratto longitudinale del vaso. In questo esempio è rappresentata la misurazione della velocità nella vena porta. artefatti Artefatti qualitativi da movimento delle pareti vasali Effetto specchio Mancato riconoscimento segnale aliasing Nei sistemi a Doppler pulsato, la frequenza di campionamento, espressa come PRF (pulse repetition frequency), influenza la qualità e la rappresentazione della frequenza Doppler. In particolare, nel caso di frequenze Doppler elevate (corrispondenti a flussi di velocità elevata), l’impiego di una PRF relativamente bassa determina un artefatto definito aliasing per il quale il segnale Doppler viene rappresentato in maniera non idonea nello spettro. Aumentando la PRF (da 2,5 a 4 e quindi a 6 kHz nel caso rappresentato), la traccia Doppler viene rappresentata correttamente . PRF PRF 2,5 2,5 kHz kHz PRF PRF 44 kHz kHz PRF PRF 66 kHz kHz Filtri di parete Sono dei sistemi che eliminano o riducono l’interferenza creata dai movimenti delle pareti sui flussi. Tale interferenza determina una falsata rappresentazione perivasale peggiorando la qualità dell’immagine. Tali filtri hanno lo svantaggio, tagliando le frequenze più basse della parete, di tagliare anche i flussi provenienti da vasi più piccoli