Le crisi coniugali • L’adulto minorenne (legato alla mancanza di un lavoro serio) • La crisi dei 30 anni: • autonomia personale raggiunta • urto degli ideali con la realtà presente • capacità critica pienamente sviluppata che non ha il contrasto di un’autorità o regola alla quale prima era sottomessa. • La crisi del primo anno da sposati • La crisi dei 40 anni (legato a un bilancio della vita trascorsa e all’inizio del declino umano con il desiderio di far esperienza di ciò di cui ancora non si è provato) • Climaterio e menopausa (orientativamente tra i 45 e i 55 anni nella donna) Ma oltre ai “momenti di crisi”, esiste la crisi che nasce da piccole esplosioni a margine della coscienza, difficili da individuare e interpretare rapidamente, ma che sono la causa di non poche incomprensioni e litigi in seno alla coppia e in ogni altro scambio del pensiero umano. (Javier Vidal-Quadras Trìas de Bes, Amore e unità coniugale, Roma 27 febbraio 2006) Se n’era accorto già Epitteto (“gli uomini non restano turbati tanto dalle cose quanto dalla visione che hanno di esse”): noi uomini abbiamo una irrefrenabile tendenza ad attribuire ai fatti che accadono e che ci riguardano un significato specifico e personale (soggettivizzato), che in non poche occasioni altera e adultera la realtà; e una volta “interpretato” il fatto, reagiamo “emotivamente” non al fatto in sè ma al significato che gli abbiamo attribuito. Se a questo si aggiunge il “sovraccarico emotivo” che di solito accompagna la comunicazione nell’ambito coniugale, il cocktail della discussione è servito. Il marito arriva un’ora dopo all’appuntamento per fare degli acquisti. La moglie può dare diverse interpretazioni: “Se ne infischia, non gliene importa niente. Per lui è tutto uguale!”. “Gli sarà successo qualcosa, avrà avuto un incidente, doveva passare da una zona pericolosa e l’avranno rapinato”. Collera Preoccupazione “Arriverò in ritardo di almeno venti minuti, spero che non sia ancora arrivato, perché parcheggiare la macchina in questa traversa è quasi impossibile e sarà nervoso”. Giustificazione “Una volta tanto mi sta bene, sono sempre io che arrivo in ritardo. Arrivi pure in ritardo; così quando ritarderò io non potrà recriminare”. Soddisfazione “Che fortuna! Posso passare da quel negozio e parlare con la mia amica. Speriamo che ritardi di una mezz’oretta, così potrò vedere anche i nuovi vestiti che le sono arrivati” Piacere Questo significa che quando lui arriverà la potrà trovare, a seconda dei casi, incollerita, preoccupata, serena, soddisfatta, allegra..., e, dal momento in cui cominceranno a parlare, questo stato d’animo caratterizzerà la conversazione. Non solo, ma immaginando che la stessa scena del ritardo si ripeta per cinque giorni di seguito, se la moglie reagisse ogni volta in base a una emozione diversa fra le cinque menzionate, lo sconcerto del marito sarà assoluto, perché difficilmente potrà capire la ragione degli inopinati cambiamenti di umore della moglie, la quale, dal punto di vista del marito, cambia arbitrariamente e capricciosamente il proprio stato emotivo. Che cosa possiamo fare per evitare questo artificio della nostra mente e non cadere nella trappola che ci tende la nostra stessa soggettività? Che cosa possiamo fare per avviare un dialogo con la minore deformazione possibile della realtà? E ancora: questo è possibile? a) Identificare la reazione emotiva (Che sensazione provo?) b) Collegarla con la vicenda (Quale fatto provoca in me questa sensazione, questa emozione?). c) Mettere l’emozione in relazione con il fatto che la provoca e scoprire il legame, il pensiero automatico, il significato che associamo a questa vicenda (Perché questo fatto provoca in me questa emozione?). d) Mettere in discussione il pensiero automatico (Che prove ho a favore? Quali prove contro? Sono logiche le motivazioni che attribuisco al mio coniuge? Esiste un’altra spiegazione possibile...?). e) Dare risposte razionali (la cosa più probabile è che qualcuno le abbia attaccato bottone, avrà preso un granchio, sicuramente che non lo fa apposta...). Una tentazione che ci può assalire è quella di pensare che razionalizzando le nostre emozioni, le nostre tendenze “spontanee”, perdiamo qualcosa della nostra personalità. Nulla di più lontano dalla realtà, proprio perché la fucina del carattere e lo sviluppo della personalità consistono, principalmente, nel controllo del nostro temperamento. Ha carattere chi domina il proprio temperamento ed è debole di carattere o ne manca chi si lascia dominare dalle proprie tendenze più temperamentali, che, paradossalmente, spesso sono le più ataviche, le meno umane, non essendo state passate al vaglio dell’intelletto e della volontà. Un aiuto per affrontare le crisi coniugali può venire dalla lettura di qualche libro: ►Gary Chapman, “I 5 linguaggi dell’amore” L’autore fa vedere come le persone esprimono e ricevono amore con modalità diverse: • Parole di assicurazione • Momenti speciali • Doni • Gesti di servizio • Contatto fisico ► Deborah Tannen “Ma perché non mi capisci?” L'autrice, sociolinguista internazionale, affronta il tema della difficoltà di comunicare soprattutto tra uomini e donne causato dal diverso approccio mentale al linguaggio ed al suo utilizzo. ► Ugo Borghello “Le crisi dell’amore” Un’ulteriore aiuto potrebbe venire dalla visione del film Andy Sachs (Anne Hathaway), neolaureata e originaria di una cittadina di provincia, si è trasferita a New York dove ha trovato lavoro come assistente di Miranda Priestly (Meryl Streep), celebre editrice della rivista di moda 'Runaway'. Una posizione invidiabile se non fosse che il suo nuovo capo è una donna dispotica che le rende la vita impossibile perseguitandola con telefonate anche nel cuore della notte. L'ingenua Andy si ritrova improvvisamente catapultata in un universo a lei sconosciuto, fatto di abiti firmati, feste piene di vip e regali costosi e, come se non bastasse, Emily (Emily Blunt), la prima assistente di Miranda, cerca in ogni modo di farla fuori rendendosi sempre più simile al loro capo. Un elemento interessante del film è l’avere evidenziato quale persona sceglie ognuno come “consulente” del proprio lavoro • da una parte ci sono i consigli di Nigel (Stanley Tucci), l'editore della rivista, e così la vita di Andy sembra migliorare giorno dopo giorno. “Non stai facendo il massimo !” “L’ora della promozione” • ma suo padre, i suoi vecchi amici e il suo fidanzato Nate (Adrian Grenier) non sembrano essere d'accordo. Altri aspetti evidenziati nel film: •Il fatto di non riconoscere certe scelte come proprie (“non avevo scelta”). Andy ha un progetto per la sua vita o invece (per quanto si vede nel film) ha affidato alla vita il compito di disegnarglielo? •Nate (il fidanzato) segnala una mancanza di dignità personale il modo come Andy svolge il suo lavoro •“tutte vogliono essere noi” (Miranda) Vera o falsa la seguente frase… Con le donne fisicamente meno dotate non c’è pericolo di essere tentati.