Istituto Italiano della Saldatura – Lungobisagno Istria, 15 – 16141 Genova (I) - Tariffa regime libero: “Poste Italiane SpA - Sped. A.P. 70%, DCB Genova” Tassa Pagata - Taxe Perçue ordinario - Contiene IP + Supplemento - Bimestrale Maggio-Giugno 2011 ISSN:0035-6794 Rivista Italiana della Saldatura - N. 3 * 2011 Organo Ufficiale dell’Istituto Italiano della Saldatura - anno LXIII - N. 3 * 2011 Numero 3 2011 In questo numero: In questo numero: Relazione della Presidenza sulla gestione Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 Vulnerabilità dei giunti saldati e meccanismi Vulnerabilità dei giunti saldati meccanismi di danneggiamento attivi negli eimpianti di di danneggiamento attivi negli impianti di processo e petrolchimici: affidabilità mediante processo e petrolchimici: affidabilità mediante la programmazione dell’ispezione basata la dell’ispezione basata sulprogrammazione rischio (RBI) - Parte I sul rischio (RBI) - Parte I Criteri generali per l’esecuzione di giunzioni Criteri generali per l’esecuzione di giunzioni permanenti testa a testa in tubazioni di vetroresina permanenti testa a testa in tubazioni con il procedimento della laminazionedi vetroresina con il procedimento della laminazione Didattica Didattica I trattamenti a freddo dopo saldatura Iper trattamenti a freddo saldatura la distensione ed il dopo miglioramento per distensionedei ed giunti il miglioramento dellelaprestazioni saldati delle prestazioni dei giunti saldati Nuovo procedimento ESAB - SAT™ Nuovo procedimento ESAB - SAT™ per la saldatura robotizzata per la saldatura ad alta velocità robotizzata ad alta velocità SIAD Metal Fabrication: uno strumento, molti servizi. 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Le legioni romane rimasero uno strumento formidabile finché fu possib ile a lime n ta r le c on un m i ni m o di risorse, avendo quali punti di forza l’organizzazione e l’addestramento. Furono battute raramente e soltanto in condizioni di grave inferiorità. Una delle caratteristiche più qualificanti era la mobilità, mai più eguagliata fino all’impiego delle “macchine” (neppure dalle armate di Napoleone, che pure della mobilità fu un grande sostenitore). Questa mobilità consentì l’adozione di una strategia di difesa dinamica del “limes” (meno onerosa di quella statica), le legioni trovandosi all’interno dei confini dell’impero ed accorrendo alla frontiera dove e quando era necessario. Potevano percorrere fino ad 80 km al giorno (16 ore di marcia a piedi, alla 280 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 velocità media di 5 km all’ora). Ovviamente quando viaggiavano leggere, ovvero al minimo di “impedimenta” (le salmerie, i viveri, le scorte, le tende, ecc.). E già il termine “impedimenta” la dice lunga sul loro approccio mentale! Non che gli “impedimenta” fossero necessariamente e soltanto un impiccio, costituendo invece un valore insostituibile ai fini del risultato militare. Ma non sempre e non comunque! Vedendo nella mobilità un’opportunità straordinaria di efficacia ed efficienza. Se trasportiamo questi concetti in un contesto più consono agli interessi di questa rubrica e volgiamo l’attenzione al nostro sistema - paese, gli “impedimenta” (leggi, regole, regolamenti, riferimenti, controlli, approvazioni, adempimenti di qualsivoglia genere e qualità) appaiono essere una sorta di espressione genetica nazionale. Dove l’inutilità, di sua natura distruttrice di valore, si erge essa stessa a valore, purché: dettagliata, formale, burocratica e, possibilmente, sanzionatoria. Nonché variabile, al fine di accrescere anche il livello d’incertezza. La così detta “interposizione istituzionale” (fra produzione e mercato). E la mobilità del sistema - paese si riduce, con l’aumentare degli “impedimenta”. Che si traducono in extracosti. Che gravano sui processi produttivi e distolgono risorse dagli investimenti e, pertanto, dallo sviluppo. Il che, in un mercato globale, significa procedere speditamente verso la marginalizzazione. Non che gli “impedimenta” in considerazione siano negativi in sé (come non lo erano nel contesto militare romano): che non esiste sistema che possa non solo progredire, ma neppure esistere, in carenza di regole. Il negativo sta, ovviamente, nell’eccesso inutile che, come già ricordato, dis trugge se m p r e e comunque valore e con una legge più che proporzionale. P oiché gli “impedimenta” c r e a n o mestieri e carriere (tanto più necessari quanto più astrusi si presentano gli “impedimenta” medesimi) e contribuis cono a mantenere la pac e so c i a l e (garantendo, almeno per ora, il sostentamento di molti), esistono sostenitori numerosi, agguerriti ed ovunque allocati, interessati al mantenimento, nonché all’accrescimento, di questa specificità nazionale (non pochi di questi mestieri, infatti, esistono soltanto in questo sistema - paese, difettandone quelli dei paesi vicini). Come ha detto qualcuno con poco “fair play” (forse perché un po’ condizionato dalla situazione) e qualche spiegazione (se non giustificazione), controllare (nell’accezione di applicare con convinzione gli “impedimenta” nella loro accresciuta estensione) è comunque sempre meglio che lavorare! Con buona pace di Adam Smith, il padre dell’economia politica mo d e r n a , secondo cui la ricchezza di una nazione dipende dalla capacità produttiva di coloro che ne fanno parte. In assenza di cambi di rotta repentini (del resto improbabili, data l’estensione ed il radicamento del fenomeno), occorrerà, per convenienza, rivalutare la posizione degli ultimi che, in un contesto platoniano (dove esistono soltanto le entità che hanno un contrario: esiste il bello perché esiste il brutto, esiste il primo perché esiste l’ultimo) presentano la loro ragione d’essere (a giustificazione dell’esistenza dei primi) e la loro dignità (come i “gunga din”, i portatori d’acqua dell’esercito coloniale britannico). Ad maiora! Dott. Ing. Mauro Scasso Segretario Generale IIS ANNO LXIII Maggio-Giugno 2011 Pubblicazione bimestrale DIRETTORE RESPONSABILE: Ing. Mauro Scasso REDATTORE CAPO: Ing. Michele Murgia REDAZIONE: Sig.ra Deborah Testoni, P.I. Maura Rodella, Dott.ssa Isabella Gallo PUBBLICITÀ: Sig. Franco Ricciardi Sommario Articoli 283 323 339 Organo Ufficiale dell’Istituto Italiano della Saldatura Abbonamento annuale 2011: Italia: .......................................... € 100,00 Estero: ........................................ € 170,00 Un numero separato: ................ € 26,00 347 367 Rivista associata Registrazione al ROC n° 5042 - Tariffa regime libero: “Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale 70%, DCB Genova” - Fine Stampa Giugno 2011 Aut. Trib. Genova 341 - 20.4.1955 International Institute of Welding (IIW) Development of submerged arc welding method in a vertical-up position R. SAKAMOTO et al. 387 IIS Didattica I trattamenti a freddo dopo saldatura per la distensione ed il miglioramento delle prestazioni dei giunti saldati Rubriche 403 Scienza e Tecnica Nuova vita per il WRC 107: revisione e innovazione dei contenuti con la pubblicazione del WRC 537 – G.L. COSSO 405 IIS News Resoconto della riunione del Comitato Direttivo dell’IIS del 22 Febbraio 2011 Resoconto della riunione del Comitato Direttivo dell’IIS del 31 Marzo 2011 Resoconto della riunione del Consiglio Generale dell’IIS del 28 Aprile 2011 Assemblea Generale dei Soci dell’IIS 409 Incontro con… CÉCILE MAYER Progetto grafico: COMEX sas - Milano Fotocomposizione e stampa: ALGRAPHY S.r.l. - Genova Tel 010 8366272, Fax 010 8358069 - www.algraphy.it L’istituto non assume responsabilità per le opinioni espresse dagli Autori. La riproduzione degli articoli pubblicati è permessa purché ne sia citata la fonte, ne sia stata concessa l’autorizzazione da parte della Direzione della Rivista, e sia trascorso un periodo non inferiore a tre mesi dalla data della pubblicazione. La collaborazione è aperta a tutti, Soci e non Soci, in Italia e all’Estero. La Direzione si riserva l’accettazione dei messaggi pubblicitari. Ai sensi del D.Lgs. 196/2003, i dati personali dei destinatari della Rivista saranno oggetto di trattamento nel rispetto della riservatezza, dei diritti della persona e per finalità strettamente connesse e strumentali all’invio della pubblicazione e ad eventuali comunicazioni ad esse correlate. Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 Vulnerabilità dei giunti saldati e meccanismi di danneggiamento attivi negli impianti di processo e petrolchimici: affidabilità mediante la programmazione dell’ispezione basata sul rischio (RBI) – Parte I – G. CANALE, M. DE MARCO, S. PINCA Criteri generali per l’esecuzione di giunzioni permanenti testa a testa in tubazioni di vetroresina con il procedimento della laminazione – R. FRASSINE Il Dau: una unità di misura dell’efficienza di processo nel taglio, saldatura e microforatura a laser – 2ª Parte – La microforatura a laser e le sue applicazioni industriali - G. DAURELIO Gli effetti del degrado da fatica e corrosione sui ponti ferroviari in carpenteria metallica: un approccio integrato per la valutazione della vita residua R. LANDOLFO et al. 379 La Rivista viene inviata gratuitamente ai Soci dell’Istituto Italiano della Saldatura. Direzione - Redazione - Pubblicità: Lungobisagno Istria, 15 - 16141 Genova Telefono: 010 8341333 Telefax: 010 8367780 e-mail: [email protected] web: www.iis.it 3 413 L’esperto risponde 415 Dalle Associazioni Assemblea Generale Ordinaria 2011 dell’Associazione Nazionale Aziende Saldatura Taglio e Tecniche Affini – Milano, 30 Marzo 2011 – G. MACCARINI 421 Dalle Aziende 425 Notiziario Letteratura tecnica Codici e norme Corsi Mostre e convegni 433 Ricerche bibliografiche da IIS-Data Controllo con tecnologia UT “Phased Array” 438 Elenco degli Inserzionisti In copertina Nuovo procedimento ESAB Swift Arc Transfer - SAT™ per saldatura MAG ad altissima velocità SAT™ - Swift Arc Transfer è un nuovo procedimento ESAB per la saldatura MAG ad alta produttività, che utilizza il filo non ramato OK AristoRod™ con velocità molto al di sopra dei limiti della normale saldatura spray-arc. SAT™ produce cordoni di saldatura piatti, con buona penetrazione e senza incisioni. Un ulteriore vantaggio è il limitato apporto di calore, che si traduce in minori deformazioni. Il procedimento è stato sviluppato per saldatura robotizzata, automatica e meccanizzata. È adatto per saldature d’angolo ed a lembi sovrapposti, in posizione piano-frontale. SAT™ è basato sull’utilizzo del filo non ramato ESAB OK AristoRod™ per saldatura MAG, fabbricato con tecnologia ASC - Advanced Surface Characteristics. L’assenza di contaminazione del sistema di alimentazione del filo con particelle di rame e la speciale finitura superficiale consentono un avanzamento del filo sicuro e costante, oltre a un arco stabile anche ad alte velocità e con elevati valori di corrente. Istituto Italiano della Saldatura Cariche Sociali 2011-2014 PRESIDENTE • Dott. Ing. Ferruccio BRESSANI VICE-PRESIDENTI • Dott. Ing. Giulio COSTA • Prof. Ing. Rinaldo GHIGLIAZZA • Dott. Ing. Luigi SCOPESI COMITATO DIRETTIVO IL PRESIDENTE – I VICE-PRESIDENTI • Dott. Ing. Angelo Maria GUERCIOTTI • Prof. Ing. Pietro LONARDO • Prof. Ing. Rezia MOLFINO • Dott. Ing. Giovanni PEDRAZZO • Prof. Ing. Alfredo SQUARZONI • Dott. Ing. Guido TORRIELLI • Prof. Dott.Teresio VALENTE • Dott. Ing. Massimo IMPAVIDI • Prof. Ing. Pietro LONARDO • Dott. Ing. Bruno MARTINO • Prof. Ing. Rezia MOLFINO • Dott. Ing. Luigi MOR • Dott. Ing. Gianni MURGIA • Prof. Ing.Vittorio NASCE’ • Prof. Ing. Francesco OSSOLA • Sig. Glauco PATELLI • Dott. Ing. Giovanni PEDRAZZO • Dott. Ing. Pierangelo PISTOLETTI • Dott. Ing. Edoardo RABINO • Dott. Gianfranco SACCIONE • Dott. Ing. Sergio SCANAVINO • Dott. Ing. Luigi SCOPESI • Sig. Paolo SICHEL • Prof. Ing. Alfredo SQUARZONI • Dott. Fabio TARGA • Dott. Ing. Luca TIMOSSI • Dott. Ing. Guido TORRIELLI • Dott. Emanuela TOSTO • Prof. Ing. Roberto TOVO • Prof. Dott.Teresio VALENTE • Sig. Adriano VALERI CONSIGLIO GENERALE • Dott. Ing. Roberto ADINOLFI • Dott. Karin BAUMEISTER • Geom. Pier Luigi BORIOTTI • Dott. Mario BOSCHINI • Sig. Roberto BRAMBILLA • Dott. Ing. Ferruccio BRESSANI • Geom. Giancarlo CORACINA • Sig. Maurizio CATELLANI • Dott. Ing. Giulio COSTA • Dott. Ing. Roberto DEL PONTE • Sig.Vittorio DEL VIGO • Dott. Ing. Gilberto FILIPPI • Dott. Ing.Vincenzo GAZZOTTI • Dott. Ing. Adele GENONI • Prof. Ing. Rinaldo GHIGLIAZZA • Dott. Ing. Angelo Maria GUERCIOTTI • Dott. Ing. Leopoldo IARIA COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI • Dott. Alessandro PINTO (Presidente) • Prof. Ing. Alessandro PINI PRATO • Dott. Claudio SARTORE 282 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Istituto Italiano della Saldatura Relazione della Presidenza sulla ge s t i o n e d e l l ’ I s t i t u t o n e l 2 0 1 0 e p rev i s i o n i p e r i l 2 0 11* • per la formazione, il laboratorio, la ricerca, la convegnistica e la pubblicità, 22 % (20% nel 2009); • per la certificazione, 22 % (22% nel 2009); • per l’ingegneria, l’assistenza tecnica e la diagnos tica e controlli non distruttivi, 56 % (58 % nel 2009). 1. Risultato complessivo L’esercizio chiuso al 31/12/2010 riporta u n r is u lta to posi t i vo pa ri a E uro 873.372. Il risultato complessivo conseguito dall’Istituto, in un contesto oggettivamente difficile, è da ritenersi ragionevolmente soddisfacente. 2. Attività nel 2010 Il valore della produzione realizzato nell’esercizio ammonta a Euro 26.389.224, il quale, in termini percentuali per attività svolta, è distribuito come riportato nel grafico. In particolare le percentuali delle attività aggregate sono risultate pari a: Certificazione 22% (22%) 2.1 Formazione Nel corso del 2010 la Divisione Formazione, considerata nel suo complesso, ha mostrato incrementi dei ricavi complessivi, rispetto all’anno precedente, più vistosi per le attività di formazione teorica (circa 9%) e più contenuti per quelle afferenti al settore della saldatura pratica (circa 2%). Come s empre l’area “F ormazione teorica in saldatura” ha basato la propria attività soprattutto sui corsi di qualificazione per le Figure Professionali in Saldatura, riconosciuti dall’International Institute of Welding (IIW) e dall’European Welding Federation (EWF). Oltre all’attività programmata, sono da citarsi vari corsi straordinari tenuti in diverse Promozione Normazione 2% (2%) Formazione 14% (12%) Diagnostica 21% (24%) Laboratorio 5% (5%) Ricerca 1% (1%) IIS località nazionali; ad essi vanno aggiunti i contatti in avanzato stato di avanzamento per lo svolgimento di rilevanti programmi formativi per una primaria azienda nazionale operante nel settore navale ed una società operante nella fabbricazione e commercializzazione dei consumabili per saldatura; tali attività saranno condotte, con ogni probabilità, nell’ambito del 2011. È infine giunto a compimento il Master di I livello realizzato per conto di una primaria azienda operante nella fabbricazione di apparecchi in pressione del centro Italia, iniziato nel 2009 e condotto in collaborazione con l’Università dell’Aquila, con interessanti prospettive di ripetizione dell’esperienza nel medio termine. Sono inoltre proseguite le attività di qualificazione per IWE in collaborazione con il Registro Italiano Navale in Izmir (TR) ed è stato svolto il previsto corso di qualificazione per IWI in Kuryk (KZH), integrato da ulteriori attività di formazione per addetti alle PND secondo ISO 9712. L’area “Formazione nelle prove non distruttive” ha proposto, con risultati brillanti, i tradizionali corsi di qualificazione nei cinque metodi fondamentali (RT, UT, MT, PT e VT), secondo la normativa europea (UNI EN 473:2001), internazionale (ISO 9712) e la Raccomandazione s tatunite n se ASNT SNT-TC-1A. * Ingegneria 6% (7%) Assistenza Tecnica 29% (27%) Le percentuali tra parentesi si riferiscono all’anno precedente. Relazione sull’attività svolta dall’Istituto nel 2010, Bilancio 2010 e previsioni per il 2011, Nota Integrativa 2010 e Relazione del Collegio dei Revisori dei Conti dell’IIS, presentate all’Assemblea Generale dei Soci, tenutasi a Genova nella Sala Conferenze «Ugo Guerrera» dell’IIS il 28 Aprile 2011. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 283 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 L’area “Formazione nella saldatura in elettronica” ha operato, con interessante profitto, nelle tre filiere di attività principali: i corsi di qualificazione secondo le specifiche dell’European Space Agency (ESA), quelli secondo le procedure dell’Association Connecting Electronic Industries (IPC) e quelli secondo le norme nazionali, senza trascurare le attività strutturate sulla base di specifiche esigenze del committente. Malgrado il perdurare della crisi, nello specifico settore in particolare, l’area ha saputo proporsi con competitività rinnovando continuamente le proprie proposte. L’area “Formazione nella saldatura delle materie plastiche”, ultimato il processo di rinnovamento dei quadri, ha basato la propria proposta didattica prevalenteme n te s u lla n orm a t i va i t a l i a na (UNI 9737), relativa alla saldatura di tubazioni e raccordi di polietilene per la distribuzione di fluidi in pressione, invertendo la tendenza negativa fatta registrare nell’esercizio precedente, con prospettive confortanti per il successivo 2011. P e r q u a n to c o n ce rne i nfi ne l ’a re a “Formazione pratica nella saldatura dell’acciaio”, l’unica a registrare una leggera flessione, è possibile affermare che il dato non appare del tutto negativo, considerando le specificità del settore e le prospettive di miglioramento per il nuovo anno. 2.2 Laboratorio A seguito della profonda riorganizzazione della Divisione Laboratorio, nel 2010 sono migliorati, rispetto all’anno precedente, i risultati attinenti sia il fatturato che i costi, nonché quelli relativi all’offerta dei servizi. Complessivamente è stato eseguito un numero totale d i p r o v e s u p e r io re di c i rc a i l 20% rispetto a quello del 2009. In particolare è aumentata la percentuale delle attività direttamente acquisite dal laboratorio (prove tradizionali, prove speciali, analisi di danneggiamento, caratterizzazione materiali, indagini metallografiche, di suscettibilità alla corrosione, microelettronica, ecc.) con quasi il 70% del fatturato complessivo, rispetto alla quota derivante dalle attività legate alla semplice certificazione delle procedure di saldatura e dei saldatori, che si è attestata intorno al 30% dello stesso fatturato. 284 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Le percentuali riferite alle attività tradizionali ed a quelle speciali del laboratorio si sono attestate rispettivamente intorno al 60% ed al 40% del fatturato totale, evidenziando un’ulteriore crescita dei lavori di carattere scientifico, legati alle analisi di rotture e/o avarie su componenti a pressione e/o su strutture metalliche ed alle valutazioni di affidabilità di componenti e strutture operanti in regime di scorrimento viscoso o soggetti a condizioni di carico a fatica. Al fine di meglio definire il proprio posizionamento nel mercato, la Divisione Laboratorio ha rivolto un impegno particolare verso la diversificazione delle attività, migliorando ulteriormente la qualità del servizio e riducendo i tempi di consegna. 2.3 Ricerca Per quanto concerne la ricerca finanziata a livello europeo, nell’anno 2010 si sono conclusi i progetti di ricerca WELDICTION ed EURODATA ed hanno avuto i ni z i o le attività legate ai progetti DISTOOLWELD ed EU-JOINTRAINING, tutti facenti parte della famiglia di progetti Leonardo Da Vinci, di durata biennale. In campo nazionale sono proseguite nel corso dell’anno le attività di ricerca commissionate al “Settore processi speciali di saldatura”, per quanto riguarda lo sviluppo sperimentale e l’ottimizzazione dei parametri del processo Friction Stir Welding (FSW) applicato ai giunti in titanio per l’industria aeronautica ed in acciaio per condotte di trasporto gas. Inoltre nel corso dell’anno si sono intensificate le attività di ricerca commissionate direttamente dai Clienti; fra queste, di particolare interesse, alcune riguardanti: lo studio e la caratterizzazione dei giunti saldati di tubazioni in acciai del tipo L450QCS e S890, l’applicazione di ri port i in IN CO N EL 625 s u corpi valvole mediante l’utilizzo di una sorgente Laser a fibra, le prove di saldatura con processo TIG automatico (con e senza materiali d’apporto) per una importante società europea del settore della ristorazione, le prove relative al processo di brasatura ad induzione per particolari diversi nel settore sanitario. Verso la fine del 2010 è iniziata una interessante attività di confronto tra i processi al Plasma automatico ed il Laser a fibra, per la realizzazione di stampi per la produzione di gelati. 2.4 Manifestazioni Tecniche e Pubblicazioni Nel 2010 la Divisione Promozione, Relazioni Esterne e Normazione è stata impegnata nell’attuazione di un intenso programma di manifestazioni tecniche (27 fra seminari e convegni, alcuni dei quali in collaborazione con altri Enti) che ha visto la partecipazione complessiva di oltre un migliaio di tecnici. Oltre ai dodici seminari didattici tenuti a Genova (su temi di rilevante interesse industriale, quali: l’innovazione delle tecnologie di processo, i materiali e la loro saldabilità, la progettazione e il controllo qualità), sono stati organizzati anche: quattro convegni all’interno di importanti eventi f i e r i st i c i (SEATEC/Carrara Fiere, LAMIERA/ Bologna Fiere, ACCADUEO/Fiera di Ferrara, TTEXPO/Fiera di Piacenza), due in collaborazione con l’UNI per la pres entazione delle nuov e n o r m e UNI CEI EN 16001:2009 “Sistemi di gestione dell’energia” ed UNI 11336 “Outsourcing”, uno sulla robotica in saldatura, in collaborazione con SIRI Associazione Italiana di Robotica e Automazione, uno sulla saldatura di gasdotti in PE, in collaborazione con due grandi operatori di reti quali IREN e ACAM, uno sulla saldatura degli acciai basso-legati resistenti allo scorrimento a caldo e per servizio a bassa temperatura, in collaborazi o n e c o n TENARIS, BÖHLER WELDING e LINCOLN ELECTRIC EUROPE. Su richiesta, è stato tenuto, presso l’Ordine degli Ingegneri e degli Architetti di Bergamo, un seminario sulle problematiche di fabbricazione e controllo delle strutture saldate, alla presenza di una sessantina di Progettisti e Direttori Lavori. Sono infine da citare i cinque seminari sul “Controllo del processo di saldatura e s ull’applicazione dell a n o r m a UNI EN ISO 3834”, organizzati con la collaborazione: dei Centri di Eccellenza dell’Istituto (AQM a Brescia, La Saldatura a Verona, P rogetto A z i e n d a a Salerno), del nuovo ufficio operativo dell’Istituto a Modena e delle società CELS IU S , S TEEL S ERV I C E e RT SERVICE a Pescara. Per quanto concerne le pubblicazioni, la Rivista Italiana della Saldatura ha pubblicato, nei 6 numeri del 2010, 45 articoli tecnico-scientifici e 64 rubriche Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 d’informazione. Nel corso del 2010 sono stati inoltre pubblicati i seguenti nuovi testi: “Ispezione dei giunti saldati”, “Corso per tecnici specialisti in saldatura” e “Prove di tenuta (LT)”. 2.5 Studi e Normazione La “Commissione Saldature” dell’UNI, la cui Segreteria e Presidenza sono affidate all’Istituto Italiano della Saldatura, ha svolto nel 2010 una intensa attività rivolta principalmente alla gestione dei documenti elaborati dalle Unità di Lavoro del CEN TC 121 “Welding” e dell’ISO TC 44 “Welding and allied processes” (675 documenti: 254 CEN421 ISO), all’espletamento delle azioni per la definizione del voto nazionale sulle proposte di norma EN ed ISO (in numero di 44) e all’adempimento dell’ ite r d i r e c e pi m e nt o de l l e norm e europee emesse (in numero di 19). Per quanto riguarda le attività di normazione nazionale, è proseguita la revisione delle norme riguardanti la saldatura delle materie plastiche, elaborate d a lla S o tto c om m i ssi one m i st a SALDATURE / UNIPLAST, sulla base anche delle nuove normative europee sull’argomento recentemente emesse dal CEN e dall’ISO. In questo settore è da segnalare l’attività del gruppo europeo CEN TC 249 WG 16 “Thermoplastic Welding”, il cui coordinamento è stato affidato all’Istituto. Per quanto riguarda le attività internazionali, sono stati seguiti i lavori del CEN riguardanti i Comitati Tecnici: 54 “Unfired Pressure Vessels”, 135 “Steel Structures” e 138 “Non Destructive Testing”, nonché i lavori dell’European Welding Federation (EWF) e dell’International Institute of Welding (IIW). È da segnalare infine la partecipazione “attiva” di quattro Ingegneri all’Assemblea Annuale dell’International Institute of Welding (IIW), svoltasi dall’11 al 17 Luglio 2010 a Istanbul. 2.6 Certificazione Nel corso del 2010 la Divisione Certificazione, in un contesto industriale non ancora stabilizzato, è riuscita ad invertire il trend negativo registrato nel 2009, essendo stata inoltre molto impegnata nelle pratiche di conferimento delle autorizzazioni a certificare, che dal 2011 saranno proprie della Società IIS CERT. Nell’ambito della “Certificazione dei sistemi qualità”, sono aumentate le certificazioni emesse a fronte delle norme di sistema (UNI EN ISO 9001, UNI EN ISO 14001) e specialmente di processo (UNI EN ISO 3834 e UNI EN 15085). È iniziata anche la procedura di accreditamento da parte di ACCREDIA, a fronte della norma OHSAS 18001 relativa alla certificazione del sistema di gestione della salute e sicurezza sul luogo di lavoro; l’ottenimento dell’accreditamento è previsto entro il primo semestre del 2011. La “Certificazione di prodotto” ha mantenuto complessivamente il proprio volume di attività, relativa alla valutazione di conformità dei prodotti nel contesto del Consorzio Europeo Certificazione (CEC) a fronte delle Direttive per le quali il CEC stesso è autorizzato ad operare. Sono inoltre proseguite le attività di servizio integrato nei confronti dei grandi Utilizzatori di impianti industriali, in particolare per le applicazioni riguardanti l’art. 10 (deroghe alle frequenze delle verifiche periodiche) del D.M. n. 329/2004. Infine sono state implementate le procedure operative atte a richiedere l’autorizzazione ai Ministeri competenti per le verifiche di cui alla Direttiva 89/106/CEE (CPD - Direttiva Prodotti da Costruzione) ed al D.P.R. 462/01 (verifiche periodiche degli impianti di terra); tali richieste verranno presentate nel primo trimestre del 2011 da IIS CERT. Nel 2010 l’attività di “Certificazione delle procedure di saldatura” è migliora t a, per quanto modes tamente, rispetto al 2009. Durante l’anno è stato inoltre ottenuto l’accreditamento di ACCREDIA anche per la certificazione delle procedure di saldatura e brasatura. Nell’ambito della “Certificazione del personale”, è stato consolidato l’andamento degli anni precedenti sia nel campo delle Figure Professionali di saldatura che dei controlli non distruttivi. Si sono, invece, ridotte le attività di certificazione dei saldatori e degli operatori di saldatura su materiali metallici, mentre per le materie plastiche è stato raggiunto, i n termini di certificati emes s i, il migliore risultato degli ultimi 10 anni. 2.7 Ingegneria L’impegno nel settore dell’affidabilità degli impianti (in particolare con gli studi di Risk Based Inspection), nel settore delle verifiche di calcolo, della vita residua dei componenti, degli studi di Fitness for Service, è stato mantenuto, nel 2010, a livelli significativi. Da segnalare il completamento di importanti attività, commissionate da società di ingegneria di rilevanza internazionale, nel settore delle specifiche di progetto delle tubazioni, nonché di una attività di “assessment e auditing” sui criteri gestionali alla base delle politiche di manutenzione ed ispezione di un grande gruppo industriale operante nel settore della raffinazione del petrolio. Rispetto al 2009 si è registrata una flessione delle esigenze dei Clienti per quanto concerne l’assistenza alle richieste di deroga al Ministero competente, finalizzate all’estensione dei periodi previsti per le verifiche periodiche sulle attrezzature e gli impianti a pressione. La flessione, registrata anche da parte delle società concorrenti operanti in questo specifico ambito di attività, è dovuta ad una revisione dei parametri di valutazione delle richieste da parte dello stesso Ministero, che ha comportato una sensibile riduzione delle attività di supporto ingegneristico. Infine sono proseguite nel 2010 le partecipazioni, da parte di funzionari della Divisione Ingegneria, ai gruppi di lavoro formati dal CTI per l’emissione di nuovi documenti sulla determinazione della vita residua dei componenti operanti in regime di creep, sulle tecniche di Fitness for Service e per l’emissione di una linea guida sull’applicazione del metodo RBI, applicata alla definizione di periodicità alternative a quelle di legge per le verifiche periodiche dei componenti a pressione. 2.8 Assistenza tecnica Nel corso del 2010 l’attività dei funzionari dell’Is tituto nel S e t t o r e d e l l a “Carpenteria” è proseguita a ritmo intenso vista la prosecuzione di lavori molto importanti quali quelli riguardanti la costruzione in officina ed in cantiere dei ponti della Variante di Valico, dell’Autostrada del Sole e dell’Autostrada del Brennero. Fra le altre opere seguite, dalle fasi di progettazione dei giunti saldati fino alla realizzazione, si cita il nuovo ponte sul Po costruito a tempo di record in località San Rocco al Porto, a seguito del crollo di parte del vecchio ponte. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 285 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 È stata seguita la costruzione in officina ed in cantiere di strutture per il Mose e sono proseguiti a pieno ritmo i lavori di supervisione alla costruzione del nuovo stadio della Juventus che prende il posto del “Delle Alpi’’, la cui costruzione era stata seguita dall’Istituto in occasione dei mondiali di calcio di Italia ’90. Sono state portate a termine, infine, le prestazioni di consulenza e ispezione in cantiere nell’ambito della costruzione del “Sardinia Radiotelescope”. Da segnalare, per importanza e particolarità dell’opera, l’avvio dell’intervento dell’Istituto nell’ambito della realizzazione del grattacielo della nuova sede della Banca Intesa a Torino, progettato dall’Architetto Renzo Piano. Nel settore della “Caldareria’’ è proseguita l’importante attività di supervisione alla costruzione di reattori di grosso spessore, separatori e scambiatori ad alta pressione, radianti e convettive di forni, tubi catalitici e collettori di impianto per la produzione di idrogeno, colonne ed “air-cooler” per l’industria chimica e petrolchimica. Questa attività di supervisione alla costruzione è stata condotta principalmente nell’ambito del Progetto EST di ENI R&M di Ferrera Erbognone (PV), in qualità di consulente tecnico della Committente. È continuata, infine, l’attività di assistenza tecnica continuativa nell’ambito della costruzione di due centrali a ciclo combinato e nelle fasi di manutenzione in fermata presso molti impianti petrolchimici. Per quanto riguarda i lavori all’estero, ispettori della Divisione “Assistenza tecnica in saldatura’’ sono stati impegnati in interventi di sorveglianza alla costruzione di impianti di dissalazione n e g li Emir a ti Ara bi e i n Kuwa i t , in Francia e in Belgio nell’ambito della realizzazione di centrali a ciclo combinato. È stata portata a termine la supervisione alla costruzione di quattro serbatoi t u mu la ti p e r s t oc c a ggi o GPL da 1000 m3, realizzati ed installati a Bucarest (Romania). 2.9 Diagnostica e controlli non distruttivi Nel 2010, la Divisione “Diagnostica e controlli non distruttivi” è stata impegnata in cinque fermate generali di grandi impianti di raffineria e del settore 286 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 petrolchimico, nel corso delle quali ha fornito ai Committenti un servizio completo attraverso il coinvolgimento di altre Divisioni dell’Istituto, in particolare dell’Assistenza Tecnica e dell’Ingegneria. Nel corso dell’anno è proseguito il lavoro svolto nel settore dei depositi per lo stoccaggio di prodotti petroliferi, per attività di consulenza, ispezione visiva e strumentale (con l’impiego del sistema di controllo a flusso magnetico disperso “FloorScanner” dei fondi dei serbatoi), assistenza ai lavori di manutenzione meccanica e di verniciatura; frequenti sono stati anche gli interventi dedicati alle verifiche dimensionali di questi componenti (rilievi di verticalità, planarità, rotondità). Pe r quanto riguarda l’impiego del sistema automatico ad onde guidate Wavemaker nel campo delle ispezioni di tubazioni fuori terra, sono da citare, tra le esperienze più interessanti, il controllo di attraversamenti stradali all’interno di alcune raffinerie; sono, inoltre, continuate le verifiche dello stato di conservazione delle linee, di processo e di interconnessione, dove ormai questa tecnologia è ampiamente consolidata. Sono da menzionare, poi, le campagne di ispezione su apparecchi soggetti a ri sc hi o di danneggiamento da H 2 S umido con l’impiego, anche in questo caso, di sistemi di controllo ultrasonoro a ut omatizzati (TS CA N -P S CA N ). Numerosi sono stati anche i controlli effettuati per la ricerca di danneggiamenti per attacco da idrogeno a caldo, utilizzando tecniche di indagine e procedure specificatamente messe a punto dall’Istituto sulla base di esperienze internazionali. Sempre nell’ambito delle tecnologie di alta diagnostica a disposizione della Divisione, è proseguita anche l’attività di controllo su fasci tubieri di scambiatori e di air-coolers con tecniche a correnti indotte, flusso magnetico disperso, campo remoto e IRIS, mediante apparecchiature multitechnology. Nel 2010 è stata avviata anche l’attività di controllo mediante emissione acustica di grandi serbatoi per lo stoccaggio di prodotti petroliferi; l’Istituto si è dotato, infatti, di una apparecchiatura dedicata, affidata a proprio personale esperto. Notevole sviluppo ha avuto anche il settore dedicato alla gestione delle pro- blematiche di sicurezza nella costruzione di grandi impianti. Funzionari della Divisione “Diagnostica e controlli non distruttivi” sono stati impegnati all’estero, per conto di importanti Committenti nazionali (società petrolifere e di ingegneria); in particolare, sono da ricordare gli interventi effettuati in Polonia per il risanamento di alcune linee di processo di una raffineria, in Dubai per attività di consulenza nell’ambito di un progetto di rigassificazione, in Kazakistan per la valutazione di controlli radiografici e l’assistenza alla messa a punto di controlli non distruttivi su tubazioni mediante tecnica Phased Array. 3. Bilancio e personale Le poste dello Stato Patrimoniale e del Conto Economico sono commentate, ai sensi dell’art. 2427 c.c., nella Nota Integrativa al Bilancio. Il valore della produzione dell’esercizio 2010 ammonta a Euro 26.389.224 e i relativi cos ti ammontan o a E u r o 24.548.896 generando un margine positivo di Euro 1.840.328 che, a confronto con l’esercizio precedente, evidenzia un aumento di Euro 488.601 nella differenza tra valore e costi della produzione. Nei prospetti seguenti vengono esposti la sequenza dei principali aggregati del Conto Economico relativi agli ultimi 5 esercizi e il Conto Economico riclassificato secondo il criterio della pertinenza gestionale ed alcuni indicatori di redditività. I crediti di natura commerciale ammontano a Euro 11.859.741 di cui Euro 572.470 vantati nei confronti di imprese collegate, i quali comprendono Euro 2.983.976 per fatture da emettere al 31/12/2010. I debiti, che in totale ammontano ad Euro 7.564.186, comprendono Euro 2.509.393 di debiti di natura commerciale. Nell’anno 2010 l’Istituto ha investito in immobilizzazioni materiali per Euro 1.835.333 suddivise come segue: Euro 689.294 in immobili (Euro 217.269 ristrutturazione palazzina “Cert”, Euro 472.025 s ede ufficio reg i o n a l e a Taranto), Euro 997.175 per impianti, macchinari e attrezzature, Euro 12.200 per automezzi (mezzi di t r a sp o r t o Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 Principali aggregati di Conto Economico Anno 2010 Anno 2009 Anno 2008 Anno 2007 Anno 2006 Ricavi delle vendite e delle prestazioni 25 982 23 828 24 084 21 288 17 783 Valore della produzione (A) 26 389 24 087 24 368 21 419 18 055 Costi della produzione (B) 24 549 22 735 20 667 19 637 16 292 217 248 490 479 393 -1 -1 12 0 0 -63 13 85 10 14 1 993 1 612 4 288 2 271 2 170 Proventi e oneri finanziari (C) Rettifiche di valore attività finanziarie (D) Proventi ed oneri straordinari (E) Risultato lordo prima delle imposte interni), Euro 136.664 per attrezzature informatiche ed arredi; in immobilizzazioni immateriali per Euro 169.460 suddivise come segue: Euro 161.260 per software e per immobilizzazioni immateriali in corso e acconti Euro 8.200. Le dismissioni di cespiti ammontano ad Euro 531.300 e riguardano macchinari per Euro 117.013, automezzi per Euro 238.191, mobili e macchine da ufficio per Euro 176.095. Il valore di libro dei s u d d e tti c e s pi t i a l ne t t o de l fondo a mmo r ta me nt o a m m ont a a d E uro 28.802. L’Istituto ha svolto attività di ricerca che è commentata al punto 2.3. Nei confronti delle società ed organismi partecipati i saldi a credito rappresentativi di prestazioni di servizi sono i seguenti: CEC - Consorzio Europeo Certificazione Euro 565.029, RTM Spa Euro 11.778, ANCCP srl Euro 7.441. Inoltre l’Istituto vanta crediti derivanti dalla concessione di finanziamenti infruttiferi nei confronti di ANCCP Service Srl per Euro 31.500. I saldi a debito, rappresentativi di prestazioni di servizi, sono i seguenti: CEC - CONTO ECONOMICO (in migliaia di Euro) Ricavi delle vendite e delle prestazioni Variazione rimanenze prodotti finiti e lavori in corso su ordinazione Valore della produzione operativa - Costi del personale - Acquisti di servizi esterni e materiali ANNO 2010 Consorzio Europeo Certificazione Euro 28.645, Laboratorio T.O.S.I. Srl Euro 18.307, TecnoLab Rina IIS Srl Euro 21.670 ed Euroimpresa Scarl Euro 480. Le imposte dell’esercizio sono state calcolate in Euro 639.913 per I.RE.S. corrente ed in Euro 51.189 per I.RE.S. anticipata (totale I.RE.S. di competenza dell’esercizio 2010 a conto economico Euro 588.724) ed in Euro 524.561 per I.R.A.P. corrente ed in Euro 1.166 per I.R.A.P. anticipata (totale I.R.A.P. di competenza dell’esercizio 2010 a conto economico Euro 523.395) nonché per ANNO 2009 ANNO 2008 25 982 227 26 209 13 839 9 092 99.1% 0.9% 100.0% 52.8% 34.7% 23 828 -109 23 719 14 036 7 266 100.5% -0.5% 100.0% 59.2% 30.6% 24 084 142 24 226 13 111 6 007 99.4% 0.6% 100.0% 54.1% 24.8% EBITDA caratteristico +/- Risultato area accessoria +/- Risultato dell’area finanziaria 3 278 -54 231 12.5% -0.2% 0.9% 2 417 198 265 10.2% 0.8% 1.1% 5 108 62 535 21.1% 0.3% 2.2% EBITDA - Ammortamenti / Accantonamenti 3 455 1 384 13.2% 5.3% 2 880 1 264 12.1% 5.3% 5 705 1 385 23.5% 5.7% EBIT Oneri finanziari Risultato prima delle imposte Imposte sul reddito d’esercizio Risultato netto 2 071 79 1 992 1 119 873 7.9% 0.3% 7.6% 4.3% 3.3% 1 616 4 1 612 970 642 6.8% 0.0% 6.8% 4.1% 2.7% 4 320 32 4 288 1 839 2 449 17.8% 0.1% 17.7% 7.6% 10.1% Patrimonio netto Capitale investito 27 370 37 221 25 168 35 278 24 526 34 119 INDICATORI DI REDDITIVITÀ ROE (Risultato netto / Patrimonio netto) 3.2% 2.6% 10.0% ROI (EBITDA caratteristico - ammortamenti/accantonamenti/ Capitale investito) 5.1% 3.3% 10.9% ROS (EBITDA caratteristico - ammortamenti/accantonamenti/ Ricavi di vendita) 7.3% 4.8% 15.5% Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 287 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 Euro 7.032 quale imposta sostitutiva dell’imposta sui redditi calcolata nella misura del 12.50% sui proventi di natura finanziaria maturati sui premi liquidati relativi a polizza assicurativa stipulata a copertura TFR. L’organico dell’Istituto al 31 Dicembre 2010 contava 213 dipendenti fra cui 53 laureati e 96 diplomati. Nell’anno 2010 non si sono registrati infortuni mortali né infortuni gravi che abbiano comportato una responsabilità da parte dell’Istituto. Analogamente nel suddetto esercizio 2 0 1 0 n o n s o n o s t a t i a rre c a t i da nni all’ambiente né sono state irrogate, da parte delle Autorità competenti, sanzioni o p e n e d e f in itiv e pe r re a t i o da nni ambientali. 4. Partizione dell’Istituto A seguito dell’approvazione da parte del Comitato Direttivo, in occasione della riunione del 14 Aprile 2010, del documento “Principi e linee guida per la partizione dell’Istituto Italiano della Salda- 288 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 tura”, nel periodo successivo dello stesso 2010 sono stati opportunamente espletati tutti gli adempimenti volti a sostanziare i contenuti del documento suddetto, costituendo pertanto due Società a responsabilità limitata dedicate rispettivamente ad attività di certificazione (IIS CERT) e di servizi industriali (IIS SERVICE). Le Società sono efficacemente operative dall’inizio dell’esercizio 2011. Entrambe le suddette società sono partecipate dall’ “Istituto Italiano della Saldatura - Ente Morale” in modo totalitario. 5. Evoluzione prevedibile della gestione per il 2011 Nel 2011 è previsto, anche sulla base dei risultati conseguiti nel primo trimestre, un livello di attività dell’ “Istituto Italiano della Saldatura - Ente Morale” da ritenersi soddisfacente. Ai Sigg.ri Associati si propone per approvazione il seguente preventivo per l’anno 2011, relativo all’attività caratteristica (esclusi pertanto i proventi della parte accessoria conseguenti alle relazioni intercompany): • Valore della produzione: Euro 5.750.000 • Costi della produzione: Euro 5.400.000 • Proventi finanziari al netto degli oneri: Euro 250.000 • Risultato prima delle imposte: Euro 600.000 D’altro canto, fino alla data odierna, non si sono verificati fatti di rilievo che possano influire in maniera significativa sull’andamento suddetto. 6. Destinazione del risultato d’esercizio Si propone ai Sigg.ri Associati di approvare il Bilancio dell’esercizio 2010 e di destinare l’utile netto dell’esercizio, pari ad Euro 873.372, ad incremento dell’Attività Netta. Vi ringraziamo per la fiducia accordataci e Vi invitiamo ad approvare il bilancio così come presentato. Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 Bilancio al 31/12/2010 Stato Patrimoniale attivo 31/12/2010 31/12/2009 163.127 135.381 20.500 117.300 183.627 252.681 7.487.029 2.316.499 6.922 592.799 10.403.249 7.110.127 1.861.529 9.840 677.465 567.139 10.226.100 1.904.752 191.785 191.785 A) Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti (di cui già richiamati) B) Immobilizzazioni I. Immateriali 1) Costi di impianto e di ampliamento 2) Costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicità 3) Diritti di brevetto industriale e di utilizzo di opere dell’ingegno 4) Concessioni, licenze, marchi e diritti simili 5) Avviamento 6) Immobilizzazioni in corso e acconti 7) Altre II. Materiali 1) Terreni e fabbricati 2) Impianti e macchinario 3) Attrezzature industriali e commerciali 4) Altri beni 5) Immobilizzazioni in corso e acconti III. Finanziarie 1) Partecipazioni in: a) imprese controllate b) imprese collegate c) imprese controllanti d) altre imprese 1.640.000 226.860 37.892 2) Crediti a) verso imprese controllate - entro 12 mesi - oltre 12 mesi b) verso imprese collegate - entro 12 mesi - oltre 12 mesi 31.500 31.500 c) verso controllanti - entro 12 mesi - oltre 12 mesi d) verso altri - entro 12 mesi - oltre 12 mesi 6.869 5.786.310 5.793.179 5.824.679 12.833 5.893.655 5.906.488 5.906.488 7.729.431 6.098.273 18.316.307 16.577.054 112.392 24.766 3) Altri titoli 4) Azioni proprie (valore nominale complessivo) Totale immobilizzazioni C) Attivo circolante I. Rimanenze 1) Materie prime, sussidiarie e di consumo 2) Prodotti in corso di lavorazione e semilavorati Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 289 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 3) Lavori in corso su ordinazione 4) Prodotti finiti e merci 5) Acconti II. Crediti 1) Verso clienti - entro 12 mesi - oltre 12 mesi 368.471 146.976 238.151 49.720 627.839 312.637 11.287.271 10.033.137 11.287.271 2) Verso imprese controllate - entro 12 mesi - oltre 12 mesi 10.033.137 1.430.343 1.430.343 3) Verso imprese collegate - entro 12 mesi - oltre 12 mesi 572.470 572.470 4) Verso controllanti - entro 12 mesi - oltre 12 mesi 4-bis) Per crediti tributari - entro 12 mesi - oltre 12 mesi 4-ter) Per imposte anticipate - entro 12 mesi - oltre 12 mesi 5) Verso altri - entro 12 mesi - oltre 12 mesi 3) Denaro e valori in cassa Totale attivo circolante 290 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 621.957 14.831.080 420.648 1.232.648 1.653.296 14.331.378 435.469 186.488 IV. Disponibilità liquide 1) Depositi bancari e postali 2) Assegni Totale attivo 597.195 932 543.908 544.840 7.080 590.115 III. Attività finanziarie che non costituiscono Immobilizzazioni 1) Partecipazioni in imprese controllate 2) Partecipazioni in imprese collegate 3) Partecipazioni in imprese controllanti 4) Altre partecipazioni 5) Azioni proprie (valore nominale complessivo) 6) Altri titoli D) Ratei e risconti disaggio su prestiti vari 321.844 1.778.261 321.844 2.100.105 321.844 2.309.972 25.699 3.806.973 4.837 2.340.508 23.494 3.830.467 17.799.427 18.474.482 134.080 226.272 226.272 36.249.814 35.277.808 134.080 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 Stato Patrimoniale passivo A) Patrimonio netto I. Capitale II. Riserva da sovrapprezzo delle azioni III. Riserva di rivalutazione IV. Riserva legale V. Riserve statutarie VI. Riserva per azioni proprie in portafoglio VII. Altre riserve Riserva straordinaria o facoltativa Riserva per rinnovamento impianti e macchinari Riserva da deroghe ex art. 2423 Cod. Civ. Riserva non distrib. da rivalutazione delle partecipazioni Versamenti in conto aumento di capitale Versamenti a copertura perdite Riserva da riduzione capitale sociale Riserva per utili su cambi Differenza da arrotondamento all’unità di Euro Riserva da condono ex L. 19 Dicembre 1973, n. 823 Riserve di cui all’art. 15 D.L. 429/1982 Riserva da condono ex L. 30 Dicembre 1991, n. 413 Riserva da condono ex L. 27 Dicembre 2002, n. 289 Altre riserve VIII.Utili (perdite) portati a nuovo IX. Utile d’esercizio IX. Perdita d’esercizio Acconti su dividendi Copertura parziale perdita d’esercizio Totale patrimonio netto 31/12/2010 31/12/2009 17.364.884 16.722.960 5.291.115 5.291.115 3 807.449 807.449 1.704.308 2.511.760 1.704.308 2.511.757 873.372 ( ) ( ) 641.924 ( ) ( ) 26.041.131 25.167.756 B) Fondi per rischi e oneri 1) Fondi di trattamento di quiescenza e obblighi simili 2) Fondi per imposte, anche differite 3) Altri 194.514 Totale fondi per rischi e oneri 194.514 74.514 2.420.495 3.738.464 C) Trattamento fine rapporto di lavoro subordinato 74.514 D) Debiti 1) Obbligazioni - entro 12 mesi - oltre 12 mesi 2) Obbligazioni convertibili - entro 12 mesi - oltre 12 mesi 3) Debiti verso soci per finanziamenti - entro 12 mesi - oltre 12 mesi 4) Debiti verso banche - entro 12 mesi - oltre 12 mesi Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 291 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 5) Debiti verso altri finanziatori - entro 12 mesi - oltre 12 mesi 6) Acconti - entro 12 mesi - oltre 12 mesi 338.876 308.698 338.876 7) Debiti verso fornitori - entro 12 mesi - oltre 12 mesi 2.459.078 2.510.650 2.459.078 8) Debiti rappresentati da titoli di credito - entro 12 mesi - oltre 12 mesi 9) Debiti verso imprese controllate - entro 12 mesi - oltre 12 mesi 308.698 2.510.650 1.600.000 1.600.000 10) Debiti verso imprese collegate - entro 12 mesi - oltre 12 mesi 50.315 50.315 11) Debiti verso controllanti - entro 12 mesi - oltre 12 mesi 12) Debiti tributari - entro 12 mesi - oltre 12 mesi 592.001 1.388.657 592.001 13) Debiti verso istituti di previdenza e di sicurezza sociale - entro 12 mesi - oltre 12 mesi 540.501 548.012 540.501 14) Altri debiti - entro 12 mesi - oltre 12 mesi 1.388.657 1.983.415 548.012 1.506.552 1.983.415 1.506.552 7.564.186 6.262.569 29.488 34.505 34.505 Totale passivo 36.249.814 35.277.808 Conti d’ordine 31/12/2010 31/12/2009 Totale debiti E) Ratei e risconti aggio sui prestiti vari 1) 2) 3) 4) Rischi assunti dall’impresa Impegni assunti dall’impresa Beni di terzi presso l’impresa Altri conti d’ordine Totale conti d’ordine 292 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 29.488 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 Conto Economico A) Valore della produzione 1) Ricavi delle vendite e delle prestazioni 2) Variazione delle rimanenze di prodotti in lavorazione, semilavorati e finiti 3) Variazioni dei lavori in corso su ordinazione 4) Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni 5) Altri ricavi e proventi: - vari - contributi in conto esercizio - contributi in conto capitale (quote esercizio) 10) Ammortamenti e svalutazioni a) Ammortamento delle immobilizzazioni immateriali b) Ammortamento delle immobilizzazioni materiali c) Altre svalutazioni delle immobilizzazioni d) Svalutazioni dei crediti compresi nell’attivo circolante e delle disponibilità liquide 31/12/2009 25.981.717 23.827.704 97.255 130.320 39.989 (149.386) 42.137 134.195 3.600 Totale valore della produzione B) Costi della produzione 6) Per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci 7) Per servizi 8) Per godimento di beni di terzi 9) Per il personale a) Salari e stipendi b) Oneri sociali c) Trattamento di fine rapporto d) Trattamento di quiescenza e simili e) Altri costi 31/12/2010 368.471 179.932 26.389.224 368.471 24.086.778 876.803 7.627.071 674.800 670.469 6.198.795 391.052 10.334.557 2.592.865 626.961 7.962 277.080 10.442.251 2.561.200 623.466 13.839.425 133.515 1.065.387 100.028 1.107.643 65.359 1.264.261 11) Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci 12) Accantonamento per rischi 13) Altri accantonamenti 14) Oneri diversi di gestione Totale costi della produzione Differenza tra valore e costi di produzione (A-B) 409.220 14.036.137 56.366 1.264.037 (87.448) 120.000 5.487 233.984 169.074 24.548.896 22.735.051 1.840.328 1.351.727 231.083 231.083 264.570 264.570 264.570 C) Proventi e oneri finanziari 15) Proventi da partecipazioni: - da imprese controllate - da imprese collegate - altri 16) Altri proventi finanziari: a) da crediti iscritti nelle immobilizzazioni - da imprese controllate - da imprese collegate - da controllanti - altri b) da titoli iscritti nelle immobilizzazioni c) da titoli iscritti nell’attivo circolante d) proventi diversi dai precedenti: - da imprese controllate - da imprese collegate - da controllanti - altri 202.047 29.036 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 293 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 17) Interessi e altri oneri finanziari: - da imprese controllate - da imprese collegate - da controllanti - altri 14.555 14.555 17-bis) Utili e Perdite su cambi 16.587 16.587 81 Totale proventi e oneri finanziari 216.609 247.983 D) Rettifiche di valore di attività finanziarie 18) Rivalutazioni: a) di partecipazioni b) di immobilizzazioni finanziarie c) di titoli iscritti nell’attivo circolante 19) Svalutazioni: a) di partecipazioni b) di immobilizzazioni finanziarie c) di titoli iscritti nell’attivo circolante 1.033 Totale rettifiche di valore di attività finanziarie E) Proventi e oneri straordinari 20) Proventi: - plusvalenze da alienazioni - varie - differenza da arrotondamento all’unità di Euro 21) Oneri: - minusvalenze da alienazioni - imposte esercizi precedenti - varie - differenza da arrotondamento all’unità di Euro 23) Utile (Perdita) dell’esercizio 294 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 1.033 1.033 (1.033) (1.033) 40.467 46.796 62.434 2 62.436 87.263 761 125.817 Totale delle partite straordinarie Risultato prima delle imposte (A-B±C±D±E) 22) Imposte sul reddito dell’esercizio, correnti, differite e anticipate a) Imposte correnti b) Imposte differite c) Imposte anticipate d) Proventi (oneri) da adesione al regime di consolidato fiscale / trasparenza fiscale 1.033 73.646 125.817 74.407 (63.381) 12.856 1.992.523 1.611.533 1.171.506 1.001.529 (52.355) (31.920) 1.119.151 969.609 873.372 641.924 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 Nota Integrativa al Bilancio al 31/12/2010 Premessa Il presente bilancio, sottoposto al Vostro esame e alla Vostra approvazione, evidenzia un utile d’esercizio pari a Euro 873.372. Fatti di rilievo verificatisi nel corso dell’esercizio Nel corso dell’esercizio, sono state costituite due società a responsabilità limitata, interamente partecipate dall’Ente, denominate rispettivamente “IIS CERT SRL” e “IIS SERVICE SRL”. Tale iniziativa rientra nel processo di riorganizzazione dell’ “ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA - ENTE MORALE”, avente due ragioni primarie: - giuridica, creando una struttura societaria congruente alla varietà e alla consistenza delle attività svolte; - commerciale, rispondendo ad esigenze ed aspettative di mercato favorendo lo sviluppo di un contesto aziendale più omogeneo e dedicato. L’ “ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA - ENTE MORALE”, in data 14 Dicembre 2010, ha inoltre sottoscritto un aumento di capitale sociale, in entrambe le neo costituite società, da liberarsi mediante conferimento di autonomi rami d’azienda, ciascuno per valore attestato da perito indipendente ex art. 2465 c.c. inclusa autonoma stima del “goodwill”. Gli effetti giuridici delle summenzionate operazioni hanno avuto decorrenza 1 Gennaio 2011. Criteri di formazione Il seguente bilancio è conforme al dettato degli articoli 2423 e seguenti del Codice Civile, come risulta dalla presente nota integrativa, redatta ai sensi dell’articolo 2427 del Codice Civile, che costituisce, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 2423, parte integrante del bilancio d’esercizio. I valori di bilancio sono rappresentati in unità di Euro mediante arrotondamenti dei relativi importi. Le eventuali differenze da arrotondamento sono state indicate alla voce “proventi ed oneri straordinari” di Conto Economico. Ai sensi dell’articolo 2423, quinto comma, c.c., la nota integrativa è stata redatta in unità di Euro. Criteri di valutazione (Rif. art. 2427, primo comma, n. 1, c.c.) I criteri utilizzati nella formazione del bilancio chiuso al 31/12/2010 non si discostano dai medesimi utilizzati per la formazione del bilancio del precedente esercizio, in particolare nelle valutazioni e nella continuità dei medesimi principi. La valutazione delle voci di bilancio è stata fatta ispirandosi a criteri generali di prudenza e competenza, nella prospettiva della continuazione dell’attività nonché tenendo conto della funzione economica dell’elemento dell’attivo o del passivo considerato. L’applicazione del principio di prudenza ha comportato la valutazione individuale degli elementi componenti le singole poste o voci delle attività o passività, per evitare compensi tra perdite che dovevano essere riconosciute e profitti da non riconoscere in quanto non realizzati. In ottemperanza al principio di competenza, l’effetto delle operazioni e degli altri eventi è stato rilevato contabilmente ed attribuito all’esercizio al quale tali operazioni ed eventi si riferiscono, e non a quello in cui si concretizzano i relativi movimenti di numerario (incassi e pagamenti). La continuità di applicazione dei criteri di valutazione nel tempo rappresenta elemento necessario ai fini della comparabilità dei bilanci della società nei vari esercizi. La valutazione, tenendo conto della funzione economica dell’elemento dell’attivo o del passivo, considerato che esprime il principio della prevalenza della sostanza sulla forma - obbligatoria laddove non espressamente in contrasto con altre norme specifiche sul bilancio - consente la rappresentazione delle operazioni secondo la realtà economica sottostante gli aspetti formali. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 295 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 Deroghe (Rif. art. 2423, quarto comma, c.c.) Non si sono verificati casi eccezionali che abbiano reso necessario il ricorso a deroghe di cui all’art. 2423 comma 4 del Codice Civile. In particolare, i criteri di valutazione adottati nella formazione del bilancio sono stati i seguenti. Immobilizzazioni Immateriali Sono iscritte al costo storico di acquisizione ed esposte al netto degli ammortamenti effettuati nel corso degli esercizi e imputati direttamente alle singole voci. Nella voce “diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno” sono compresi esclusivamente software applicativi acquistati in licenza d’uso a tempo indeterminato, qui iscritti sulla scorta delle raccomandazioni disposte dal principio OIC numero 24. L’ammortamento del detto costo è effettuato per un terzo del medesimo per ogni esercizio, arco temporale considerato come periodo presunto di utilità del bene data l’elevata obsolescenza tecnologica. Qualora, indipendentemente dall’ammortamento già contabilizzato, risulti una perdita durevole di valore, l’immobilizzazione viene corrispondentemente svalutata. Se in esercizi successivi vengono meno i presupposti della svalutazione viene ripristinato il valore originario rettificato dei soli ammortamenti. Nella voce “Immobilizzazioni immateriali in corso e acconti” sono compresi esclusivamente acconti per l’acquisto di software personalizzato in fase di implementazione. Materiali Sono iscritte al costo di acquisto e rettificate dai corrispondenti fondi di ammortamento. Nel valore di iscrizione in bilancio si è tenuto conto degli oneri accessori e dei costi sostenuti per l’utilizzo dell’immobilizzazione, portando a riduzione del costo gli sconti commerciali e gli sconti cassa di ammontare rilevante. Le quote di ammortamento, imputate a conto economico, sono state calcolate attesi l’utilizzo, la destinazione e la durata economico-tecnica dei cespiti, sulla base del criterio della residua possibilità di utilizzazione, criterio che abbiamo ritenuto ben rappresentato dalle seguenti aliquote, non modificate rispetto all’esercizio precedente e ridotte alla metà nell’esercizio di entrata in funzione del bene: • • • • fabbricati: 3% impianti e macchinari: i. macchinari 15.50% ii. impianti 12% attrezzature: 35% altri beni i. autoveicoli da trasporto: 25% ii. mezzi di trasporto interno: 20% iii. autovetture: 25% iv. macchine ufficio elettroniche: 20% v. mobili da ufficio: 12% Qualora, indipendentemente dall’ammortamento già contabilizzato, risulti una perdita durevole di valore, l’immobilizzazione viene corrispondentemente svalutata. Se in esercizi successivi vengono meno i presupposti della svalutazione viene ripristinato il valore originario rettificato dei soli ammortamenti. Nell’esercizio in esame non sono state effettuate rivalutazioni discrezionali o volontarie e le valutazioni effettuate trovano il loro limite massimo nel valore d’uso, oggettivamente determinato, dell’immobilizzazione stessa. Crediti Sono esposti al presumibile valore di realizzo. L’adeguamento del valore nominale dei crediti al valore presunto di realizzo è ottenuto mediante apposito fondo svalutazione crediti. 296 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 Debiti Sono rilevati al loro valore nominale. Ratei e risconti Sono stati determinati secondo il criterio dell’effettiva competenza temporale dell’esercizio. Per i ratei e risconti di durata pluriennale sono state verificate le condizioni che ne avevano determinato l’iscrizione originaria, adottando, ove necessario, le opportune variazioni. Non sussistono ratei e risconti di durata pluriennale superiore a anni cinque. Rimanenze magazzino I prodotti finiti sono iscritti al minore tra il costo di fabbricazione e il valore di realizzo desumibile dall’andamento del mercato, applicando il metodo LIFO. I lavori in corso di esecuzione di durata inferiore ai dodici mesi sono iscritti in base al criterio della commessa completata o del contratto completato. I lavori in corso di esecuzione di durata ultrannuale, sono iscritti in base al criterio della percentuale di completamento o dello stato di avanzamento. Fondi per rischi e oneri Sono stanziati per coprire perdite o debiti di esistenza certa o probabile, dei quali tuttavia alla chiusura dell’esercizio non erano determinabili l’ammontare o la data di sopravvenienza. Nella valutazione di tali fondi sono stati rispettati i criteri generali di prudenza e competenza e non si è proceduto alla costituzione di fondi rischi generici privi di giustificazione economica. Fondo TFR Rappresenta l’effettivo debito maturato verso i dipendenti in conformità di legge e dei contratti di lavoro vigenti. Imposte sul reddito Le imposte sono accantonate secondo il principio di competenza; rappresentano pertanto: - gli accantonamenti per imposte liquidate o da liquidare per l’esercizio, determinate secondo le aliquote e le norme vigenti; l’ammontare delle imposte differite o pagate anticipatamente in relazione a differenze temporanee sorte o annullate nell’esercizio; le rettifiche ai saldi delle imposte differite per tenere conto delle variazioni delle aliquote intervenute nel corso dell’esercizio. L’I.RE.S. e l’I.R.A.P. differita e anticipata è calcolata sulle differenze temporanee tra i valori delle attività e delle passività determinati secondo criteri civilistici e i corrispondenti valori fiscali. Riconoscimento ricavi I ricavi per vendite dei prodotti sono riconosciuti al momento del trasferimento della proprietà, che normalmente si identifica con la consegna o la spedizione dei beni. I ricavi derivanti da prestazioni di servizi vengono riconosciuti in base alla competenza temporale così come quelli di natura finanziaria. Garanzie, impegni, beni di terzi e rischi Sono state rilasciate fideiussioni esclusivamente allo scopo di partecipare a gare per l’acquisizione di appalti di natura pubblica. Non sussistono rischi relativi alle garanzie concesse. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 297 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 Dati sull’occupazione (Rif. art. 2427, primo comma, n. 15, c.c.) L’organico medio aziendale, ripartito per categoria, ha subito, rispetto al precedente esercizio, le seguenti variazioni. Organico Dirigenti Impiegati Operai Altri 31/12/2010 31/12/2009 Variazioni 11 205 10 205 1 216 215 1 Il contratto nazionale di lavoro applicato è quello per dipendenti non dirigenti dell’Istituto Italiano della Saldatura. Attività A) Crediti verso associati per versamenti ancora dovuti Non sussiste alcun credito a tale titolo vantato. B) Immobilizzazioni I. Immobilizzazioni immateriali Saldo al 31/12/2010 183.627 Saldo al 31/12/2009 252.681 Variazioni (69.054) Totale movimentazione delle immobilizzazioni immateriali (Rif. art. 2427, primo comma, n. 2, c.c.) Descrizione costi Valore 31/12/2009 Incrementi esercizio Decrementi esercizio Amm.to esercizio Valore 31/12/2010 Impianto e ampliamento Ricerca, sviluppo e pubblicità Diritti brevetti industriali 135.381 161.261 133.515 117.300 8.200 105.000 252.681 169.461 105.000 163.127 Concessioni, licenze, marchi Avviamento Immobilizzazioni in corso e acconti 20.500 Altre Arrotondamento 298 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 133.515 183.627 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 Precedenti rivalutazioni, ammortamenti e svalutazioni (Rif. art. 2427, primo comma, n. 2, c.c.) Il costo storico all’inizio dell’anno è così composto. Descrizione costi Costo storico Fondo amm.to Rivalutazioni Valore netto Svalutazioni Impianto ampliamento Ricerca, sviluppo e pubblicità Diritti brevetti industriali 239.284 103.903 135.381 Concessioni, licenze, marchi Avviamento Immobilizzazioni in corso e acconti 117.300 117.300 Altre Arrotondamento 356.584 103.903 252.681 II. Immobilizzazioni materiali Saldo al 31/12/2010 10.403.249 Saldo al 31/12/2009 10.226.100 Variazioni 177.149 Terreni e fabbricati (Rif. art. 2427, primo comma, n. 2, c.c.) Descrizione Costo storico Rivalutazioni Ammortamenti esercizi precedenti Svalutazione esercizi precedenti Saldo al 31/12/2009 Acquisizione dell’esercizio Spese incrementative Rivalutazione monetaria Rivalutazione economica dell’esercizio Svalutazione dell’esercizio Cessioni dell’esercizio Giroconti positivi (riclassificazione) Giroconti negativi (riclassificazione) Interessi capitalizzati nell’esercizio Ammortamenti dell’esercizio Saldo al 31/12/2010 (1) Importo 4.245.788 5.777.578 (1) (2.913.239) 7.110.127 472.025 217.269 (312.392) 7.487.029 di cui terreni di cui terreni Le rivalutazioni degli immobili strumentali per Euro 5.777.578 sono state effettuate sulla scorta delle disposizioni normative sotto richiamate: - rivalutazione ex L. 413/91 per Euro 152.871 - rivalutazione ex L. 266/05 per Euro 2.136.964 - rivalutazione ex D.L. 185/08 per Euro 3.487.743 In relazione ai fabbricati posseduti si comunica che non si è provveduto a scorporare la quota parte di costo riferita alle aree di sedime degli stessi. La guida operativa per la transizione agli IFRS, emessa dall’OIC, stabilisce infatti che lo scorporo del terreno dal fabbricato deve avvenire solo nell’ipotesi di fabbricato cielo-terra: nessuno scorporo è necessario se il fabbricato di proprietà consiste in una quota parte di fabbricato in quanto, in tal caso, l’impresa non possiede anche un terreno sottostante. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 299 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 Impianti e macchinario (Rif. art. 2427, primo comma, n. 2, c.c.) Descrizione Costo storico Rivalutazione monetaria Rivalutazione economica Ammortamenti esercizi precedenti Svalutazione esercizi precedenti Saldo al 31/12/2009 Acquisizione dell’esercizio Rivalutazione monetaria Rivalutazione economica dell’esercizio Svalutazione dell’esercizio Cessioni dell’esercizio Giroconti positivi (riclassificazione) Giroconti negativi (riclassificazione) Interessi capitalizzati nell’esercizio Ammortamenti dell’esercizio Saldo al 31/12/2010 Importo 8.877.499 (7.015.970) 1.861.529 995.463 0 (540.494) 2.316.499 Attrezzature industriali e commerciali (Rif. art. 2427, primo comma, n. 2, c.c.) Descrizione Costo storico Rivalutazione monetaria Rivalutazione economica Ammortamenti esercizi precedenti Svalutazione esercizi precedenti Saldo al 31/12/2009 Acquisizione dell’esercizio Rivalutazione monetaria Rivalutazione economica dell’esercizio Svalutazione dell’esercizio Cessioni dell’esercizio Giroconti positivi (riclassificazione) Giroconti negativi (riclassificazione) Interessi capitalizzati nell’esercizio Ammortamenti dell’esercizio Saldo al 31/12/2010 300 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Importo 131.426 (121.586) 9.840 1.712 (4.630) 6.922 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 Altri beni (Rif. art. 2427, primo comma, n. 2, c.c.) Descrizione Costo storico Rivalutazione monetaria Rivalutazione economica Ammortamenti esercizi precedenti Svalutazione esercizi precedenti Saldo al 31/12/2009 Acquisizione dell’esercizio Rivalutazione monetaria Rivalutazione economica dell’esercizio Svalutazione dell’esercizio Cessioni dell’esercizio Giroconti positivi (riclassificazione) Giroconti negativi (riclassificazione) Interessi capitalizzati nell’esercizio Ammortamenti dell’esercizio Saldo al 31/12/2010 Importo 2.774.485 (2.097.020) 677.465 148.918 (26.341) (207.243) 592.799 Nella residuale voce “Altri beni” sono compresi : • automezzi • mezzi di trasporto interno • mobili ufficio • macchine d’ufficio elettroniche A miglior specificazione si fornisce dettaglio: Gruppo omogeneo Automezzi Mezzi di trasporto interno Mobili ufficio Macchine ufficio elettroniche Costo storico 152.514 48.488 941.903 1.366.159 2.509.064 Amm. precedenti (87.741) (19.798) (672.293) (954.422) (1.734.254) Amm. esercizio Valore residuo (50.770) (5.320) (30.928) (94.993) (182.011) 14.003 23.370 238.682 316.744 592.799 Immobilizzazioni in corso e acconti (Rif. art. 2427, primo comma, n. 2, c.c.) Descrizione Saldo al 31/12/2009 Acquisizione dell’esercizio Cessioni dell’esercizio Giroconti positivi (riclassificazione) Giroconti negativi (riclassificazione) Interessi capitalizzati nell’esercizio Saldo al 31/12/2010 Importo 567.139 (567.139) Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 301 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 Totale rivalutazioni delle immobilizzazioni materiali alla fine dell’esercizio (Rif. art. 2427, primo comma, n. 2, c.c.) Ai sensi dell’articolo 10 Legge n. 72/1983 si elencano le seguenti immobilizzazioni materiali iscritte nel bilancio della società al 31/12/2010 sulle quali sono state effettuate rivalutazioni monetarie e deroghe ai criteri di valutazione civilistica. Come già evidenziato nelle premesse di questa nota integrativa, le immobilizzazioni materiali sono state rivalutate in base a leggi (speciali, generali o di settore) e non si è proceduto a rivalutazioni discrezionali o volontarie, trovando le rivalutazioni effettuate il limite massimo nel valore d’uso, oggettivamente determinato, dell’immobilizzazione stessa. Rivalutazione di legge Descrizione Terreni e fabbricati Impianti e macchinari Attrezzature industriali e commerciali Altri beni Rivalutazione economica Totale rivalutazioni 5.777.578 5.777.578 5.777.578 5.777.578 Dettaglio dei fabbricati, tuttora in patrimonio, sui quali è stata eseguita in passato rivalutazione: Rivalutazione L. 413/1991 Fabbricato Sede dell’Istituto Palazzina CERT Ufficio Regionale Sicilia Ufficio Regionale Lombardia TOTALE Rivalutazione L. 266/2005 135.204,19 17.667,05 1.898.618,67 238.345,86 152.871,24 2.136.964,53 Rivalutazione D.L. 185/2008 3.023.857,98 379.737,36 17.638,55 66.509,47 3.487.743,36 Contributi in conto capitale Nel corso dell’esercizio chiuso al 31/12/2010 la società non ha richiesto erogazione di contributi in conto capitale. I contributi in conto capitale ottenuti in esercizi precedenti sono esposti in bilancio attraverso l’accredito graduale al conto economico con un criterio sistematico in connessione alla vita utile del bene. III. Immobilizzazioni finanziarie Saldo al 31/12/2010 7.729.431 Saldo al 31/12/2009 6.098.273 Variazioni 1.631.158 Partecipazioni Descrizione Imprese controllate Imprese collegate Altre imprese TOTALE 31/12/2009 0 0 191.785 191.785 Incremento 1.640.000 226.860 2.000 1.868.860 Decremento 155.893 155.893 31/12/2010 1.640.000 226.860 37.892 1.904.752 Si forniscono le seguenti informazioni relative alle partecipazioni possedute direttamente o indirettamente. 302 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 Imprese controllate Denominazione Città o Stato Estero Capitale sociale Patrimonio netto Utile/ Perdita % Possesso Valore bilancio IIS Service Srl con socio unico C.F. 01995940994 Genova 1.220.000 (1) 1.218.121 (1) -1.879 (1) 100% 1.220.000 IIS Cert Srl con socio unico C.F. 01995920996 Genova 420.000 (1) 417.996 (1) -2.004 (1) 100% 420.000 Riserve di utili/capitale soggette a restituzioni o vincoli o in sospensione d’imposta 1.640.000 (1) Dati Bilancio 2010 Imprese collegate Denominazione Città o Stato Estero Capitale sociale A.N.C.C.P. Srl C.F. 10643960155 Milano 220.000 (1) ANCCP Service Srl Milano C.F. 05925800962 40.000 (2) Consorzio Europeo Certificazione Legnano (MI) C.F. 13073160155 92.962 (2) 102.180 (2) 100.000 (2) 279.261 (2) Tecnolab RINA IIS Srl C.F. 10454051003 Civitavecchia (RM) Patrimonio netto Utile/ Perdita 591.607 (1) 1.272 26.743 (2) % Possesso Valore bilancio (1) 33.99% 74.788 -12.411 (2) 30.00% 11.655 (2) 47.78% 44.417 -97.142 (2) 24.00% 96.000 1.254 Riserve di utili/capitale soggette a restituzioni o vincoli o in sospensione d’imposta 226.860 (1) (2) Dati Bilancio 2009 Dati Bilancio 2010 Alla luce delle difficoltà economico-finanziarie incontrate nei primi mesi del corrente esercizio dalla collegata “A.N.C.C.P. Srl” (codice fiscale 10643960155), si è ritenuto di procedere alla prudenziale costituzione di apposito fondo rischi, destinato a sopportare eventuali perdite di propria competenza, per l’importo ritenuto congruo di euro 20.000. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 303 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 Altre imprese Denominazione Città o Stato Estero RTM Spa C.F. 05575180012 Vico Canavese (TO) Euroimpresa Soc.Cons.a R.L. C.F. 11903450150 Capitale sociale % Possesso Valore bilancio 37.238 4.04% 15.000 Legnano (MI) 1.542.750 1.21% 13.685 Laboratorio T.O.S.I. Srl C.F. 12805730152 Legnano (MI) 62.000 8.00% 4.960 Consorzio Calef C.F. 00672990777 Rotondella (MT) 87.884 2.56% 2.247 Ticass Soc.Cons.a R.L. C.F. 01955020993 Genova 70.000 2.86% 2.000 SV.E.V.O. S.cons.arl C.F. 05094260725 Gioia del Colle (BA) 18.500 5.40% 0 37.892 La partecipazione nella società a scopo consortile “SV.E.V.O. Soc.cons.arl”, sottoposta a procedura di volontaria liquidazione, è stata interamente svalutata sulla scorta dell’analisi dei dati di bilancio chiuso al 31/12/2009 dal quale è possibile prevedere, con ragionevole certezza, l’insussistenza di residuo attivo ripartibile tra i soci, in sede di chiusura della procedura. Le variazioni intervenute sono conseguenti a: Incrementi Acquisti / Conferimenti / Rinunce crediti Imprese controllate Imprese collegate Imprese controllanti Altre imprese Rivalutazioni Importo 1.640.000 72.000 0 2.000 Decrementi Imprese controllate Imprese collegate Imprese controllanti Altre imprese Cessioni 1.640.000 72.000 0 2.000 1.714.000 Svalutazioni Importo 1.033 1.033 1.033 Le partecipazioni iscritte nelle immobilizzazioni rappresentano un investimento duraturo e strategico da parte della società. Le partecipazioni in imprese controllate o collegate sono valutate, nel rispetto del principio della continuità dei criteri di valutazione, al costo di acquisto o di sottoscrizione. Le altre partecipazioni sono iscritte al costo di acquisto o di sottoscrizione, al netto di operate svalutazioni per stimate perdite durevoli di valore. Crediti Descrizione Imprese controllate Imprese collegate Imprese controllanti Altri Arrotondamento 31/12/2009 Incrementi 4.500 5.906.488 5.906.488 304 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 210.822 Variazione allocazione 63.000 Decrementi Variazione allocazione 36.000 261.131 31/12/2010 31.500 (63.000) 5.793.179 5.824.679 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 Nella voce “crediti verso collegate” è iscritto finanziamento infruttifero erogato a favore della società collegata “ANCCP Service Srl”. Nella voce “crediti verso altri” sono iscritti i crediti sottoesposti: Credito esigibile entro 12 mesi Descrizione Prestiti a dipendenti Credito esigibile oltre 12 mesi 6.869 Totale 2.468 9.337 Polizza assicurativa capitalizzazione Fondiaria SAI nr. 6307123 2.649.323 2.649.323 Polizza assicurativa capitalizzazione Fondiaria SAI nr. 6348593 1.284.097 1.284.097 Polizza assicurativa coperturaTfr Milano Assicurazioni AIL 11060 1.830.667 1.830.667 19.755 5.786.310 19.755 5.793.179 Depositi cauzionali diversi 6.869 Nel bilancio non sono iscritte immobilizzazioni finanziarie per valori superiori al loro fair value. C) Attivo circolante I. Rimanenze Saldo al 31/12/2010 627.839 Saldo al 31/12/2009 312.637 Variazioni 315.202 I criteri di valutazione adottati sono invariati rispetto all’esercizio precedente e motivati nella prima parte della presente Nota integrativa. Per le variazioni corrispondenti alle singole categorie, si rinvia ai dati evidenziati nel conto economico. I lavori in corso di esecuzione di durata inferiore ai dodici mesi sono iscritti in base al criterio della commessa completata o del contratto completato: i ricavi ed il margine di commessa vengono riconosciuti solo quando il contratto è completato, ossia quando le opere sono ultimate e consegnate. I lavori in corso di esecuzione di durata ultrannuale, sono iscritti in base al criterio della percentuale di completamento o dello stato di avanzamento: i costi, i ricavi e il margine di commessa vengono riconosciuti in funzione dell’avanzamento dell’attività produttiva. Per l’applicazione di tale criterio si adotta il metodo del costo sostenuto (cost to cost). II. Crediti Saldo al 31/12/2010 14.831.080 Saldo al 31/12/2009 14.331.378 Variazioni 499.702 Il saldo è così suddiviso secondo le scadenze (articolo 2427, primo comma, n. 6, c.c.). Descrizione Verso clienti Verso imprese controllate Verso imprese collegate Verso controllanti Per crediti tributari Per imposte anticipate Verso altri Arrotondamento Entro 12 mesi 11.287.271 1.430.343 572.470 Oltre 12 mesi Oltre 5 anni Totale 11.287.271 1.430.343 572.470 7.080 435.469 321.844 590.115 186.488 321.844 597.195 621.957 13.732.633 1.098.447 14.831.080 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 305 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 Nella voce “Crediti v/controllate” sono iscritti versamenti eseguiti a favore delle società controllate - “IIS Service Srl con unico socio”, per importo pari a Euro 955.060 - “IIS Cert Srl con unico socio”, per importo pari a Euro 475.283 quale corrispondente quota parte dei differenti complessi aziendali da conferirsi a ciascuna a far data 1° Gennaio 2011 e costituita dalle disponibilità liquide in essi comprese. I crediti vantati nei confronti delle società collegate sono esclusivamente di natura commerciale. Si fornisce dettaglio: - crediti verso “Consorzio Europeo Certificazione” pari a Euro 565.029 - crediti verso “A.N.C.C.P. Srl” pari a Euro 7.441. Nella voce “Crediti tributari” sono comprese esclusivamente imposte in attesa di rimborso. Le imposte anticipate per Euro 597.195 sono relative a differenze temporanee deducibili per una descrizione delle quali si rinvia al relativo paragrafo nell’ultima parte della presente nota integrativa. I crediti verso altri, al 31/12/2010, pari a Euro 621.957 sono così costituiti: Credito esigibile entro 12 mesi Descrizione Crediti v/Dipendenti Crediti v/Euroimmobiliare Crediti v/Milano Assicurazione polizza Tfr Acconti e anticipi a fornitori diversi Altri crediti Credito esigibile oltre 12 mesi 26.102 0 240.822 145.726 22.819 435.469 Totale 67.159 119.329 93.261 119.329 240.822 145.726 22.819 621.957 186.488 Il credito vantato nei confronti della società “Euroimmobiliare Legnano Srl” costituisce versamento effettuato a titolo di “acconto prezzo” per l’acquisto di due porzioni di fabbricato sito in Legnano (MI), Via Pisacane 46 (piano 2° / 3° dell’edificio A3). L’adeguamento del valore nominale dei crediti al valore di presunto realizzo è stato ottenuto mediante apposito fondo svalutazione crediti che ha subito, nel corso dell’esercizio, le seguenti movimentazioni: Descrizione Saldo al 31/12/2009 Utilizzo nell’esercizio Accantonamento esercizio Saldo al 31/12/2010 Fondo svalutazione ex art. 2426 n. 8 Codice Civile Per crediti commerciali 1.239.977 93.239 65.359 1.212.097 Per altri crediti Totale ----- 1.239.977 93.239 65.359 1.212.097 Fondo svalutazione ex art. 106 D.P.R. 917/1986 56.366 56.366 65.359 65.359 Differenza 1.183.611 1.146.738 Non sussistono crediti commerciali incassabili oltre i 12 mesi. III. Attività finanziarie L’Ente non possiede, né ha posseduto nel corso dell’esercizio in esame, attività di natura finanziaria. IV. Disponibilità liquide Saldo al 31/12/2010 2.340.508 Descrizione Depositi bancari e postali Assegni Denaro e altri valori in cassa Arrotondamento Saldo al 31/12/2009 3.830.467 31/12/2010 Variazioni (1.489.959) 31/12/2009 2.309.972 25.699 4.837 3.806.973 2.340.508 3.830.467 23.494 Il saldo rappresenta le disponibilità liquide e l’esistenza di numerario e di valori alla data di chiusura dell’esercizio. 306 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 D) Ratei e risconti Saldo al 31/12/2010 134.080 Saldo al 31/12/2009 226.272 Variazioni (92.192) Misurano proventi e oneri la cui competenza è anticipata o posticipata rispetto alla manifestazione numeraria e/o documentale; essi prescindono dalla data di pagamento o riscossione dei relativi proventi e oneri, comuni a due o più esercizi e ripartibili in ragione del tempo. Non sussistono, al 31/12/2010, ratei e risconti aventi durata superiore a cinque anni. La composizione della voce è così dettagliata (articolo 2427, primo comma, n. 7, c.c.). Descrizione Risconti attivi canoni periodici e di assistenza e manutenzione Risconti attivi utenze telefoniche Risconti attivi oneri per recesso contratto locazione anteriore la scadenza pattuita Altri risconti di ammontare non apprezzabile Importo 27.321 6.132 100.373 254 134.080 Passività A) Patrimonio netto (Rif. art. 2427, primo comma, nn. 4, 7 e 7-bis, c.c.) Saldo al 31/12/2010 26.041.131 Descrizione Attività netta Riserve di rivalutazione Riserve statutarie Altre riserve Riserva straordinaria o facoltativa Riserva per rinnovamento impianti e macchinari Riserva da deroghe ex art. 2423 Codice Civile Riserva non distribuibile da rivalutazione delle partecipazioni Riserva per utili su cambi Differenza da arrotondamento all’unità di Euro Riserva da condono ex L. 19 Dicembre 1973, n. 823 Riserve di cui all’art. 15 D.L. n. 429/1982, convertito nella legge n. 516/1982 in sospensione d’imposta Riserva da condono ex L. 30 Dicembre 1991, n. 413 Riserva da condono ex L. 27 Dicembre 2002, n. 289 Varie altre riserve Fondo contributi in conto capitale Fondi riserve in sospensione di imposta Riserva non distribuibile ex art. 2426 Altre riserve di utili destinati a studi e ricerche Altre riserve di utili destinati ad attrezzatura laboratorio Arrotondamento Utili (perdite) portati a nuovo Utile (perdita) dell’esercizio Saldo al 31/12/2009 25.167.756 31/12/2009 16.722.960 5.291.115 Incrementi 641.924 Variazioni 873.375 Decrementi (3) 31/12/2010 17.364.884 5.291.115 3 807.449 807.449 2.511.757 2.511.757 981.268 723.040 981.268 723.040 641.924 25.167.756 873.372 1.515.296 641.924 641.921 873.372 26.041.131 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 307 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 Nella tabella che segue si dettagliano i movimenti nel patrimonio netto: Riserve in Riserve sospensione rivalutazione imposta Attività netta All’inizio dell’esercizio precedente 14.273.704 5.291.115 807.449 Altre Riserve (di utili) 1.704.308 Utili (perdite) a nuovo Risultato d’esercizio Totale 2.449.256 24.525.832 Destinazione del risultato dell’esercizio - incremento “Attività Netta” - altre destinazioni Arrotondamenti 2.449.256 (2.449.256) Risultato dell’esercizio precedente 641.924 Alla chiusura dell’esercizio precedente 16.722.960 5.291.115 807.449 1.704.308 641.924 25.167.756 Destinazione del risultato dell’esercizio - incremento “Attività Netta” - altre destinazioni Arrotondamenti 641.924 (641.924) 3 Risultato dell’esercizio corrente Alla chiusura dell’esercizio corrente 873.372 17.364.884 5.291.115 807.449 1.704.308 873.375 26.041.131 Le poste del patrimonio netto sono così distinte secondo l’origine, la possibilità di utilizzazione, la distribuibilità e l’avvenuta utilizzazione nei tre esercizi precedenti (articolo 2427, primo comma, n. 7-bis, c.c.). Natura / Descrizione Attività Netta Riserva da sovrapprezzo delle azioni Riserve di rivalutazione Riserva legale Riserve statutarie Riserva per azioni proprie in portafoglio Altre riserve Utili (perdite) portati a nuovo Totale Quota non distribuibile Residua quota distribuibile Importo 17.364.884 5.291.115 Possibilità utilizzo (*) Quota disponibile Utilizzazioni eff. nei 3 es. prec. per copertura perdite Utilizzazioni eff. nei 3 es. prec. per altre ragioni B A, B A, B A, B 2.511.760 25.167.756 A, B A, B 0 25.167.756 0 (*) A: per aumento di capitale; B: per copertura perdite; C: per distribuzione ai soci. Ancorché le poste che compongono il Netto siano distintamente scisse in distinte parti ideali del medesimo, in relazione la natura giuridica dell’Ente, nonché le disposizioni contenute nello Statuto dello stesso, impediscono la distribuzione tra gli associati di somme a qualsiasi titolo o comunque la destinazione a fini estranei la realizzazione degli scopi propri dell’Istituto (art. 3 Capo II e art. 4 ultimo periodo Capo III vigente Statuto). 308 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 B) Fondi per rischi e oneri (Rif. art. 2427, primo comma, n. 4, c.c.) Saldo al 31/12/2010 194.514 Descrizione Per trattamento di quiescenza Per imposte, anche differite Altri Arrotondamento Saldo al 31/12/2009 Variazioni 74.514 31/12/2009 Incrementi 74.514 120.000 Decrementi 31/12/2010 74.514 194.514 74.514 194.514 194.514 74.514 194.514 Gli incrementi sono relativi a: - accantonamento di Euro 100.000 per copertura rischi derivanti da controversie legali in corso; - accantonamento di Euro 20.000 a fronte di copertura probabile perdita sofferta da società partecipata; nonché differente allocazione di fondo già esistente in bilancio di Euro 74.514. C) Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato (Rif. art. 2427, primo comma, n. 4, c.c.) Saldo al 31/12/2010 2.420.495 Saldo al 31/12/2009 3.738.464 Variazioni (1.317.969) La variazione è così costituita. Variazioni TFR, movimenti del periodo 31/12/2009 3.738.464 Incrementi 156.712 Decrementi 1.474.681 31/12/2010 2.420.495 Negli esercizi precedenti è stato esposto in bilancio non solo il debito per Tfr maturato fino al 31 Dicembre 2006, comprensivo delle rivalutazioni di legge, ma altresì la quota del medesimo trasferita alla tesoreria INPS ex D.Lgs. 252/2005. Tra i decrementi sono pertanto compresi: - quota delle indennità per Tfr accantonato in azienda anteriormente il 1° Gennaio 2007 liquidata a dipendenti che hanno cessato l’attività nel corso dell’esercizio in esame per Euro 424.656; - l’ammontare delle indennità per Tfr maturate successivamente la data del 31/12/2006 per legge trasferito alla tesoreria INPS per Euro 1.050.025. Il fondo accantonato rappresenta quindi l’effettivo debito maturato verso i dipendenti in conformità di legge e dei contratti di lavoro vigenti. Il fondo corrisponde al totale delle singole indennità maturate fino al 31Dicembre 2006 a favore dei dipendenti alla data di chiusura del bilancio, rivalutato nella misura di legge e al netto degli acconti erogati. Il fondo non ricomprende le indennità maturate a partire dal 1° Gennaio 2007, destinate a forme pensionistiche complementari ai sensi del D.Lgs. n. 252 del 5 Dicembre 2005 ovvero trasferite alla tesoreria dell’INPS. D) Debiti (Rif. art. 2427, primo comma, n. 4, c.c.) Saldo al 31/12/2010 7.564.498 Saldo al 31/12/2009 6.262.569 Variazioni 1.301.929 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 309 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 I debiti sono valutati al loro valore nominale e la scadenza degli stessi è così suddivisa (articolo 2427, primo comma, n. 6, c.c.). Entro 12 mesi Descrizione Obbligazioni Obbligazioni convertibili Debiti verso soci per finanziamenti Debiti verso banche Debiti verso altri finanziatori Acconti Debiti verso fornitori Debiti costituiti da titoli di credito Debiti verso imprese controllate Debiti verso imprese collegate Debiti verso controllanti Debiti tributari Debiti verso istituti di previdenza Altri debiti Arrotondamento Oltre 12 mesi Oltre 5 anni Totale 339.188 2.459.078 339.188 2.459.078 1.600.000 50.315 1.600.000 50.315 592.001 540.501 1.983.415 592.001 540.501 1.983.415 7.564.498 7.564.498 I debiti più rilevanti al 31/12/2010 risultano così costituiti: La voce “Acconti” accoglie gli anticipi ricevuti dai clienti relativi a forniture di servizi non ancora effettuate ovvero in corso di esecuzione e non ancora ultimate alla data di chiusura dell’esercizio. I “Debiti verso fornitori” sono indicati al loro valore nominale. I “Debiti verso imprese controllate” sono costituiti esclusivamente da sottoscrizione di capitale sociale da liberasi in natura il giorno 1° Gennaio 2011. I “Debiti verso imprese collegate” hanno natura esclusivamente commerciale. La voce “Debiti tributari” accoglie solo le passività per imposte certe e determinate. Nella voce debiti tributari sono iscritti debiti per imposta I.RE.S. pari a Euro 130.708, al netto degli acconti versati nel corso dell’esercizio, delle ritenute d’acconto subite e di crediti d’imposta per imposte pagate all’estero. Inoltre, sono iscritti debiti per imposta I.R.A.P. pari a Euro 36.948, al netto degli acconti versati nel corso dell’esercizio, debiti per imposta sul valore aggiunto pari a Euro 83.490, debiti per ritenute fiscali trattenute a dipendenti e lavoratori autonomi da versarsi all’erario e ad enti locali nella propria qualità di sostituto d’imposta pari a Euro 340.855. Nessun debito è assistito da garanzia reale su beni sociali (articolo 2427, primo comma, n. 6, c.c.). E) Ratei e risconti Saldo al 31/12/2010 Saldo al 31/12/2009 29.176 Variazioni 34.505 (5.329) Rappresentano le partite di collegamento dell’esercizio conteggiate col criterio della competenza temporale. Sussiste, al 31/12/2010, risconto passivo avente durata superiore a cinque anni relativo a quota parte di contributo in conto impianto rinviato per competenza a esercizi successivi il proprio riconoscimento. La composizione della voce è così dettagliata (articolo 2427, primo comma, n. 7, c.c.). Descrizione Risconti passivi “Contributi in c/impianti” di durata inferiore a 5 anni Risconti passivi “Contributi in c/impianti” di durata superiore a 5 anni Risconti passivi su abbonamenti nostra rivista Risconti passivi su interessi prestiti a dipendenti 310 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Importo 18.000 6.600 4.576 312 29.488 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 Conti d’ordine (Rif. art. 2427, primo comma, n. 9, c.c.) Descrizione Rischi assunti dall’impresa Impegni assunti dall’impresa Beni di terzi presso l’impresa Altri conti d’ordine 31/12/2010 31/12/2009 Variazioni Conto economico A) Valore della produzione Saldo al 31/12/2010 26.389.224 Descrizione Ricavi vendite e prestazioni Variazioni rimanenze prodotti Variazioni lavori in corso su ordinazione Incrementi immobilizzazioni per lavori interni Altri ricavi e proventi Saldo al 31/12/2009 24.086.778 Variazioni 2.302.446 31/12/2010 25.981.717 97.255 130.320 31/12/2009 23.827.704 39.989 (149.386) Variazioni 2.154.013 57.266 279.706 179.932 26.389.224 368.471 24.086.778 (188.539) 2.302.446 La variazione è strettamente correlata a quanto esposto nella Relazione sulla gestione. Ricavi per categoria di attività (art. 2425 c.c., Voce “A1” “Valore della produzione”) (Rif. art. 2427, primo comma, n. 10, c.c.) Categoria Formazione Diagnostica Assistenza tecnica Ingegneria Ricerca Laboratorio Certificazione Promozione Normazione 31/12/2010 3.594.604 13.84% 5.618.955 21.63% 7.681.289 29.56% 1.564.281 6.02% 128.591 0.49% 1.356.119 5.22% 5.613.455 21.61% 424.423 1.63% 25.981.717 100.00% 31/12/2009 2.799.843 11.75% 5.849.380 24.55% 6.374.723 26.75% 1.583.173 6.64% 111.022 0.47% 1.302.383 5.47% 5.214.231 21.88% 592.949 2.49% 23.827.704 100.00% Variazioni 794.761 28.39% -230.425 -3.94% 1.306.566 20.50% -18.892 -1.19% 17.569 15.82% 53.736 4.13% 399.224 7.66% -168.526 -28.42% 2.154.013 9.04% Ricavi per area geografica (Rif. art. 2427, primo comma, n. 10, c.c.) La ripartizione dei ricavi per aree geografiche non è significativa. Tra gli “Altri ricavi e proventi” (art. 2425 c.c., Voce “A5” del “Valore della produzione”), sono state contabilizzate plusvalenze di natura ordinaria per importo pari a Euro 18.293. Nei trascorsi esercizi le medesime sono state contabilizzate tra le componenti straordinarie del bilancio (voce “E20”). Tuttavia, in considerazione dell’esiguità degli importi, la differente allocazione della componente non produce effetti distorsivi in relazione alla corretta e trasparente lettura del presente documento né ha influito sulla determinazione del risultato complessivo d’esercizio. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 311 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 B) Costi della produzione Saldo al 31/12/2010 24.548.896 Descrizione Materie prime, sussidiarie e merci Servizi Godimento di beni di terzi Salari e stipendi Oneri sociali Trattamento di fine rapporto Trattamento quiescenza e simili Altri costi del personale Ammortamento immobilizzazioni immateriali Ammortamento immobilizzazioni materiali Altre svalutazioni delle immobilizzazioni Svalutazioni crediti attivo circolante Variazione rimanenze materie prime Accantonamento per rischi Altri accantonamenti Oneri diversi di gestione Saldo al 31/12/2009 22.735.051 Variazioni 1.813.845 31/12/2010 876.803 7.627.071 674.800 10.334.557 2.592.865 626.961 7.962 277.080 133.515 1.065.387 31/12/2009 670.469 6.198.795 391.052 10.442.251 2.561.200 623.466 65.359 (87.448) 120.000 56.366 5.487 8.993 (92.935) 120.000 233.984 24.548.896 169.074 22.735.051 64.910 1.813.845 409.220 100.028 1.107.643 Variazioni 206.334 1.428.276 283.748 (107.694) 31.665 3.495 7.962 (132.140) 33.487 (42.256) Costi per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci e costi per servizi Sono strettamente correlati a quanto esposto nella parte della Relazione sulla gestione e all’andamento del punto A (Valore della produzione) del Conto Economico. Nei “Costi per servizi” sono stati contabilizzati, in ossequio alle indicazioni contenute nel documento interpretativo OIC n.1 del Principio contabile 12 del 13 Luglio 2005, costi sostenuti in favore dei dipendenti per mensa (Euro 124.162), per corsi di aggiornamento professionale (Euro 45.697), per spese mediche obbligatorie (Euro 32.919), allocate nei precedenti esercizi, secondo un criterio di destinazione dei servizi stessi, nella voce B9) del Conto Economico (Costi per il personale). Le spese stesse sostenute nell’esercizio chiuso al 31/12/2009 ed allocate nella voce B9) del C.E. ammontano complessivamente a Euro 213.274. La mutata allocazione delle componenti in commento non produce effetti distorsivi in relazione alla corretta e trasparente lettura del presente documento né ha influito sulla determinazione del risultato complessivo d’esercizio. Costi per il personale La voce comprende l’intera spesa per il personale dipendente ivi compresi il costo delle ferie non godute, accantonamenti di legge e contratti collettivi, premi di produttività. Ammortamento delle immobilizzazioni materiali Per quanto concerne gli ammortamenti si specifica che gli stessi sono stati calcolati sulla base della durata utile del cespite e del suo sfruttamento nella fase produttiva. Svalutazioni dei crediti compresi nell’attivo circolante e delle disponibilità liquide La voce comprende svalutazioni di crediti di natura commerciale effettuate nella misura considerata congrua e adeguata al rischio di insolvenza dei debitori sociali. Accantonamento per rischi Nell’esercizio si è provveduto ad effettuare accantonamento di Euro 100.000 per copertura rischi derivanti da controversie legali in corso, nonché accantonamento di Euro 20.000 a fronte di copertura probabile perdita sofferta da società collegata. 312 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 Oneri diversi di gestione Nella voce sono comprese, tra le altre, imposte indirette, diritti ed oneri amministrativi. Sono inoltre contabilizzate minusvalenze di natura ordinaria per importo pari a Euro 8.184. Nei trascorsi esercizi le medesime sono state contabilizzate tra le componenti straordinarie del bilancio (voce “E21”). Tuttavia, in considerazione dell’esiguità degli importi, la differente allocazione della componente non produce effetti distorsivi in relazione alla corretta e trasparente lettura del presente documento né ha influito sulla determinazione del risultato complessivo d’esercizio. C) Proventi e oneri finanziari Saldo al 31/12/2010 216.609 Descrizione Da partecipazione Da crediti iscritti nelle immobilizzazioni Da titoli iscritti nelle immobilizzazioni Da titoli iscritti nell’attivo circolante Proventi diversi dai precedenti (Interessi e altri oneri finanziari) Utili (perdite) su cambi Saldo al 31/12/2009 247.983 31/12/2010 Variazioni (31.374) 31/12/2009 Variazioni 202.047 202.047 29.036 (14.555) 81 216.609 264.570 (16.587) (235.534) 2.032 81 (31.374) 247.983 Altri proventi finanziari Descrizione Interessi su obbligazioni Interessi su titoli Interessi bancari e postali Interessi su finanziamenti Interessi su crediti commerciali Altri proventi Arrotondamento Controllanti Controllate Collegate Altre Totale 27.444 27.444 202.047 1.592 202.047 1.592 231.083 231.083 Interessi e altri oneri finanziari (Rif. art. 2427, primo comma, n. 12, c.c.) Descrizione Interessi su obbligazioni Interessi bancari Interessi fornitori Interessi medio credito Sconti o oneri finanziari Interessi su finanziamenti Controllanti Controllate Collegate Altre Totale 14.555 14.555 14.555 14.555 Ammortamento disaggio di emissione obbligazioni Altri oneri su operazioni finanziarie Accantonamento al fondo rischi su cambi Arrotondamento Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 313 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 Utile e perdite su cambi Dell’ammontare complessivo degli utili netti risultanti del conto economico si comunica non sussistere componente valutativa non realizzata. D) Rettifiche di valore di attività finanziarie Saldo al 31/12/2010 (1.033) Saldo al 31/12/2009 (1.033) Variazioni Rivalutazioni Descrizione Di partecipazioni Di immobilizzazioni finanziarie Di titoli iscritti nell’attivo circolante 31/12/2010 31/12/2009 Variazioni Descrizione Di partecipazioni Di immobilizzazioni finanziarie Di titoli iscritti nell’attivo circolante 31/12/2010 1.033 31/12/2009 1.033 Variazioni 1.033 1.033 Svalutazioni Come già evidenziato nella parte del presente documento dedicato alle partecipazioni detenute, il Comitato Direttivo ha deciso di svalutare interamente la propria partecipazione nella società a scopo consortile “SV.E.V.O. Soc.cons.arl”, sottoposta a procedura di volontaria liquidazione. E) Proventi e oneri straordinari (Rif. art. 2427, primo comma, n. 13, c.c.) Saldo al 31/12/2010 (63.381) Descrizione Plusvalenze da alienazioni Sopravvenienze attive Totale proventi Minusvalenze Imposte esercizi precedenti Sopravvenienze passive Totale oneri Saldo al 31/12/2009 Variazioni 12.856 31/12/2010 62.436 62.436 (125.817) (125.817) (63.381) Anno precedente Plusvalenze da alienazioni Sopravvenienze attive Totale proventi Minusvalenze Imposte esercizi precedenti Sopravvenienze passive Totale oneri (76.237) 31/12/2009 40.467 46.796 87.263 (761) (73.646) (74.407) 12.856 Imposte sul reddito d’esercizio Saldo al 31/12/2010 1.119.151 314 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Saldo al 31/12/2009 969.609 Variazioni 149.542 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 Imposte Imposte correnti I.RE.S. I.R.A.P. Imposte sostitutive Imposte differite (anticipate) I.RE.S. I.R.A.P. Saldo al 31/12/2010 1.171.506 639.913 524.561 7.032 (52.355) (51.189) (1.166) 1.119.151 Saldo al 31/12/2009 1.001.529 1.001.529 (31.920) (31.920) 969.609 Variazioni 169.977 (361.616) 524.561 7.032 (20.435) (19.269) (1.166) 149.542 Sono state iscritte le imposte di competenza dell’esercizio. Nel seguito si espone la riconciliazione tra l’onere teorico risultante dal bilancio e l’onere fiscale teorico: Riconciliazione tra onere fiscale da bilancio e onere fiscale teorico (I.RE.S.) Descrizione Valore 1.992.523 27.50% 1.992.523 Risultato prima delle imposte Onere fiscale teorico (%) Differenze temporanee tassabili in esercizi successivi: Nessuna 547.944 - Differenze temporanee deducibili in esercizi successivi: Amm.to fabbricati strumentali (quota rivalutata 2008) Amm.to impianti fotovoltaico eccedente 9% D.M. 31/12/88 Accantonamento fondi rischi controversie legali Compensi amministratori comp.2010 non corrisposti 104.632 4.605 100.000 24.000 233.237 Rigiro delle differenze temporanee da esercizi precedenti: (+) In aumento Nessuna (-) In diminuzione Spese di rappresentanza 1/15 anno 2006 Spese di rappresentanza 1/15 anno 2007 Utilizzo fondo svalutazione crediti commerciali già tassato Compensi amm.ri comp.2009 pagati nel 2010 - 1.438 - 1.529 - 36.874 - 9.900 - 49.741 Differenze che non si riverseranno negli esercizi successivi: (+) Variazioni di natura fiscale in aumento definitive (escluse imposte) (-) Variazioni di natura fiscale in diminuzione definitive (escluse imposte) (- ) Perdite fiscali pregresse per le quali non furono accantonate imposte anticipate Imponibile fiscale Imposte correnti sul reddito dell’esercizio - aliquota effettiva Imposte 339.690 - 118.976 220.714 2.396.733 33.079% 659.101 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 315 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 Determinazione dell’imponibile I.R.A.P. Descrizione Differenza tra valore e costi della produzione netto costo personale e acc.ti B12 e B13 Aliquota media in relazione all’imposta applicata dalle differenti Regioni VARIAZIONI IN AUMENTO Valore 15.865.112 3.97% Imposta 629.845 Variazioni in aumento per costi, compensi e utili di cui all’art.11 co.1 lett.b) D.Lgs. 446/97 - Attività commerciale non esercitata abitualmente (art. 67 co. 1 lett. i) D.P.R. 917/86) - Lavoro autonomo non esercitato abitualmente (art. 67 co.1 lett. l) D.P.R. 917/86) - Compensi attribuiti per obblighi di fare, non fare, permettere (art. 67 co.1 lett. l) D.P.R. 917/86) - Compensi co.co.co.(pro) (art. 50 co.1 lett. c-bis) D.P.R. 917/86) - Compensi amministratori (art. 50 co.1 lett. c-bis) D.P.R. 917/86) - Contributi co.co.co.(pro) (Collaboratori di cui art. 50 co.1 lett. c-bis) D.P.R. 917/86) - Compensi per prestazioni di lavoro assimilato a dipendente (art. 50 co. 1 D.P.R. 917/86) - Utili spettanti ad associati di solo esclusivo lavoro (art. 53 co. 2 lett. c) D.P.R. 917/86) - Oneri finanziari impliciti in contratti locazione finanziaria - Perdite su crediti (allocate in B14) - Imposta comunale sugli immobili (allocata in B14) - Plusvalenze da cessione di immobili non strumentali (E20 - Immobili Patrimonio ) - Ammortamento fiscale avviamento eccedente 1/18 - Ammortamento fiscale marchi eccedente 1/18 Altre variazioni in aumento: - Costo lavoratori interinali (non in B9) ) - Costo lavori distaccati presso l’impresa (non classicifato in B9) ma in B7)) - Rimborsi chilometrici (allocati in B7)) - Plusvalenze realizzo beni strumentali allocati in E20) - Contributi erogati in base a norma di Legge (allocati in E20)) - Neutralizzazione maggiori valori iscritti per Rivalutazione beni immobili ex co.16 e segg. D.L. 185/08 - Neutralizzazione maggiori valori iscritti per operazioni straordinarie non oggetto affrancamento - Altre variazioni in aumento Variazione in aumento per quota comp.positivi di reddito precedenti periodi d’imposta: - Nessuna Variazioni in aumento per principio correlazione: - Rettifiche costi esercizi precedenti TOTALE VARIAZIONI IN AUMENTO VARIAZIONI IN DIMINUZIONE - Utilizzo fondi rischi ed oneri deducibili - Minusvalenze da cessione di immobili non strumentali (E21 - Patrimonio) - Soggetti che adottano IAS/IFRS - Ammortamento del costo dei marchi e avviamento (qualora non in Conto Economico) Altre variazioni in diminuzione: - Minusvalenze realizzo beni strumentali allocati in E21) - Rimborso spettante per dipendenti distaccati (allocate in A5)) - Rimborso spettante per lavoratori interinali - Insussistenze e sopravvenienze non rilevanti I.R.A.P. (allocate in A5)) - Indennità di trasferta dipendenti imprese autotrasporto allocate in B9) - Spese bancarie allocate in C17) anziché B7) - Assicurazioni allocate in B9) anziché in B7) Variazioni in diminuzione quota comp.negativi di reddito precedenti periodi d’imposta: - Spese di rappresentanza Variazioni in diminuzione per principio correlazione: - Sopravvenienze passive - Ricavi esercizi precedenti stimati in misura superiore quella corretta. Correlazione voce A1) art. 2425 c.c. TOTALE VARIAZIONI IN DIMINUZIONE 876.356 49.000 99.077 2.135 32.557 32.070 104.632 90.541 13.243 1.299.611 14.555 211.289 2.967 125.787 354.598 (segue) 316 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 (continua) DEDUZIONI EX ART.11 D.Lgs. 446/97: - Deduzione ex articolo 11, comma 1, lett. a), n.1 D.Lgs. 446/97 - Deduzione ex articolo 11, comma 1, lett. a), n.2 e 3) D.Lgs. 446/97 - Deduzione ex articolo 11, comma 1, lett. a), n.4 D.Lgs. 446/97 - Deduzione ex articolo 11, comma 1, lett. a), n.5 D.Lgs. 446/97 - Deduzione ex articolo 11, comma 4-bis D.Lgs. 446/97 - Deduzione ex articolo 11, comma 4-bis 1) D.Lgs. 446/97 TOTALE DEDUZIONI EX ART.11 D.Lgs. 446/97: Imponibile I.R.A.P. I.R.A.P. corrente per l’esercizio 68.293 958.897 2.226.639 336.146 3.589.975 13.220.151 3.31% 524.561 Ai sensi dell’articolo 2427, primo comma n. 14, c.c. si evidenziano le informazioni richieste sulla fiscalità differita e anticipata: Fiscalità differita / anticipata Non sussiste fiscalità differita. Le imposte anticipate sono state rilevate in quanto esiste la ragionevole certezza dell’esistenza, negli esercizi in cui si riverseranno le differenze temporanee deducibili, a fronte delle quali sono state iscritte le imposte anticipate, di un reddito imponibile non inferiore all’ammontare delle differenze che si andranno ad annullare. Le principali differenze temporanee che hanno comportato la rilevazione di imposte differite e anticipate sono indicate nella tabella seguente unitamente ai relativi effetti. Rilevazione delle imposte differite e anticipate ed effetti conseguenti: Ammontare Ammontare delle differenze delle differenze temporanee temporanee I.RE.S. I.R.A.P. Imposte anticipate: Svalutazioni per perdite durevoli di immobilizzazioni materiali (Riassorbimento) Svalutazioni per perdite durevoli di immobilizzazioni immateriali (Riassorbimento) Fondi per rischi ed oneri (Riassorbimento) Ammortamenti eccedenti quote D.M. 31/12/88 (Riassorbimento) Altre (Riassorbimento) Variazione aliquote Totale imposte anticipate Imposte differite: Ammortamenti anticipati (Riassorbimento) Ammortamenti eccedenti (Riassorbimento) Svalutazioni di crediti (Riassorbimento) Totale imposte differite Imposte differite (anticipate) nette 1.927.276 375.969 100.000 Effetto fiscale 544.664 2.113.422 403.120 27.500 (2.906) 34.194 (759) 6.600 (12.307) 209 597.195 0 2.113.422 0 403.120 0 597.195 109.237 (2.759) 24.000 (44.332) (74.514) 104.632 (2.967) (segue) Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 317 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 (continua) Imposte anticipate attinenti a perdite fiscali dell’esercizio Imposte anticipate attinenti a perdite fiscali dell’esercizio precedente Differenze temporanee escluse dalla determinazione delle imposte (anticipate) e differite: Perdite fiscali riportabili a nuovo Altre Netto 2.113.422 403.120 597.195 Dettaglio: Fiscalità differita attiva Spese di rappresentanza anno 2007 (1/15 residuo) Fondo rischi per imposte Fondo svalutazione crediti 1.529 74.514 1.146.738 I.RE.S. 27.50% 27.50% 27.50% 420 20.491 315.352 1.529 - I.R.A.P. 3.97% 3.97% 3.97% Fondo amm.to immob.materiali aliquota > quella prevista dal D.M. 31/12/88 360.445 27.50% 99.122 - 3.97% Fondo amm.to immob.materiali (immobili) L. 266/05 192.327 27.50% 52.889 192.327 3.97% 7.635 Fondo amm.to immob.materiali (immobili) L.185/2008 104.632 27.50% 28.773 104.632 3.97% 4.153 Fondo amm.to immob.materiali (immobili) L.185/2008 104.632 27.50% 28.773 104.632 3.97% 4.153 4.605 27.50% 1.266 - 3.97% - 24.000 27.50% 6.600 - 3.97% - 100.000 2.113.422 27.50% 27.50% 27.500 581.191 403.120 3.97% 3.97% 16.003 Amm.to impianto fotovoltaico eccedente quella prevista dal D.M. 31/12/88 (9%) Compensi amministratori comp. 2010 non corrisposti Acc.to f.do rischi controversie legali TOTALI 60 Informazioni sugli strumenti finanziari emessi dalla società (Rif. art. 2427, primo comma, n. 19, c.c.) La società non ha emesso strumenti finanziari. Informazioni relative al fair value degli strumenti finanziari derivati (Rif. art. 2427-bis, primo comma, n. 1, c.c.) La società non ha strumenti finanziari derivati. Informazioni relative alle operazioni realizzate con parti correlate (Rif. art. 2427, primo comma, n. 22-bis, c.c.) Le operazioni rilevanti con parti correlate realizzate dalla società, aventi natura commerciale, sono state concluse a condizioni normali di mercato. Informazioni relative agli accordi non risultanti dallo stato patrimoniale (Rif. art. 2427, primo comma, n. 22-ter, c.c.) La società non ha in essere accordi non risultanti dallo Stato Patrimoniale. 318 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 Informazioni relative ai compensi spettanti ai revisori legali (Rif. art. 2427, primo comma, n. 16-bis, c.c.) Ai sensi di legge si evidenziano i corrispettivi di competenza dell’esercizio per i servizi resi dai revisori legali: - corrispettivi spettanti per la revisione legale dei conti annuali: Euro 11.440 - corrispettivi spettanti per servizi di consulenza aziendale svolti in relazione alla partecipazione al gruppo di lavoro che ha curato lo studio di fattibilità e l’organizzazione dell’operazione straordinaria di conferimento di rami di azienda: Euro 28.240 - corrispettivi spettanti per l’attività di vigilanza ex art. 2403 e segg. c.c. (Collegio Sindacale): Euro 18.840. Altre informazioni Ai sensi di legge si evidenziano i compensi complessivi spettanti agli amministratori e ai membri del Collegio Sindacale (articolo 2427, primo comma, n. 16, c.c.). Qualifica Amministratori Collegio Sindacale Compenso 49.000 18.840 Il presente bilancio, composto da Stato Patrimoniale, Conto Economico e Nota Integrativa, rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria nonché il risultato economico dell’esercizio e corrisponde alle risultanze delle scritture contabili. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 319 Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 Relazione del Collegio dei Revisori dei Conti sul Bilancio al 31/12/2010 Il Collegio dei Revisori dei Conti della Vostra Associazione, nel predisporre la relazione al bilancio al 31/12/2010, ha ritenuto opportuno uniformarsi alle norme del Codice Civile ed ai principi di revisione previsti per le società per azioni, per quanto applicabili. Parte prima Relazione di revisione legale dei conti ai sensi dell’articolo 14, primo comma, lettera a) del D. Lgs. 27 Gennaio 2010, n. 39 1. Abbiamo svolto la revisione legale del bilancio d’esercizio dell’Ente Morale Istituto Italiano della Saldatura chiuso al 31/12/2010. La responsabilità della redazione del bilancio compete all’organo amministrativo dell’Ente. È nostra la responsabilità del giudizio professionale espresso sul bilancio e basato sulla revisione contabile. 2. La revisione è stata pianificata e svolta al fine di acquisire ogni elemento necessario per accertare se il bilancio d’esercizio sia viziato da errori significativi e se risulti, nel suo complesso, attendibile. Il procedimento di revisione comprende l’esame, sulla base delle verifiche a campione, degli elementi probativi a supporto dei saldi e delle informazioni contenuti nel bilancio, nonché la valutazione dell’adeguatezza e della correttezza dei criteri contabili utilizzati e della ragionevolezza delle stime effettuate dagli amministratori. Riteniamo che il lavoro svolto fornisca una ragionevole base per l’espressione del nostro giudizio professionale. Per il giudizio relativo al bilancio dell’esercizio precedente, i cui dati sono presentati ai fini comparativi secondo quanto richiesto dalla legge, si fa riferimento alla precedente relazione emessa da questo Collegio dei Revisori dei Conti, in allora in carica. 3. Il Collegio dei Revisori dei Conti ritiene congrua la quantificazione del fondo svalutazione crediti, tenuto 320 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 conto delle procedure di riscossione coattiva effettuate, degli esiti delle stesse, del tasso di sofferenza dei crediti in essere, tenuto infine conto dell’analisi della stratificazione temporale dei crediti complessivamente correnti al 31/1212010. A tale proposito, il Collegio raccomanda la formalizzazione ed il miglioramento delle procedure in corso ponendo particolare attenzione alla armonizzazione delle funzioni commerciali riservate alle aree operative rispetto alle funzioni amministrative e legali, riservate alla Direzione Amministrativa ed alla Segreteria Generale. Il Collegio dei Revisori dei Conti ha preso altresì atto della appostazione di un Fondo Rischi pari ad Euro 120.000, acceso a copertura di potenziali oneri derivanti da contenziosi legali in essere ed in divenire, nonché in relazione a potenziali perdite derivanti da svalutazioni di partecipazioni in società collegate iscritte nell’attivo. 4. A nostro giudizio, il sopramenzionato bilancio nel suo complesso è redatto con chiarezza e rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale finanziaria e il risultato economico dell’Ente Istituto Italiano della Saldatura per l’esercizio chiuso al 31/12/2010, in conformità alle norme che disciplinano il bilancio d’esercizio. 5. La responsabilità della redazione della Relazione della Presidenza compete agli amministratori dell’Ente. Il Collegio dei Revisori dei Conti ha ritenuto opportuno esprimere un giudizio sulla coerenza della Re l azione della P res idenza con il bilancio, in conformità e nei limiti di quanto previsto dall’art.14, comma 2, lettera e), del Decreto Legislativo 27 Gennaio 2010 n. 39, per quanto applicabile. A tal fine, abbiamo svolto le procedure indicate dal principio di revisione n. PR 001 emanato dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili. A nostro giudizio la Relazione della Presidenza è coerente con il bilancio d’esercizio dell’Ente Istituto Italiano della Saldatura al 31 Dicembre 2010. Parte seconda Relazione ai sensi dell’art. 2429 del Codice Civile 1. Attività di vigilanza Abbiamo vigilato sull’osservanza della legge e dello statuto e sul rispetto dei principi di corretta amministrazione. Abbiamo partecipato alle riunioni del Comitato Direttivo e del Consiglio Generale, in relazione alle quali, sulla base delle informazioni disponibili, non abbiamo rilevato violazioni della legge e dello statuto, né operazioni manifestamente imprudenti, azzardate, in potenziale conflitto di interesse o tali da compromettere l’integrità del patrimonio dell’ Associazione. Abbiamo acquisito dal Presidente del Comitato Direttivo e dal Segretario Generale, durante le riunioni svoltesi, informazioni in merito all’andamento della operazione straordinaria di conferimento di rami d’azienda effettuata dall’Istituto, sulla quale non abbiamo osservazioni particolari da riferire. In particolare, abbiamo partecipato alle riunioni del Gruppo di Lavoro incaricato dal Comitato Direttivo di verificare lo studio di fattibilità, di organizzare ed attuare la partizione dell’Istituto attraverso il conferimento di due specifici rami d’azienda a due società a responsabilità limitata di nuova costituzione, interamente controllate dall’ Istituto. Abbiamo acquisito dal Presidente del Comitato Direttivo e dal Segretario Generale, durante le riunioni svoltesi, informazioni sul generale andamento della gestione e sulla sua prevedibile evoluzione, nonché sulle operazioni di maggiore rilievo, per le loro dimensioni o caratteristiche, effettuate dall’Istituto, con particolare riferimento alla prevedibile evoluzione delle attività di cui ai rami d’azienda oggetto di conferimento; in base alle informazioni acquisite, non abbiamo osservazioni particolari da riferire. Nel corso dell’attività di vigilanza, abbiamo verificato che non sono pervenute segnalazioni di irregolarità o di anomalie da parte dell’organismo di vigilanza (ODV), istituito con delibera del Comitato Direttivo ai sensi e per gli effetti dell’art. 6 e 1 lett. b) D. Lgs. 231/2001. Abbiamo acquisito conoscenza e vigilato, per quanto di nostra competenza, Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 sull’adeguatezza e sul funzionamento dell’assetto organizzativo dell’Istituto, anche tramite la raccolta di informazioni dai responsabili delle funzioni e a tale riguardo non abbiamo osservazioni particolari da riferire. Abbiamo incontrato il soggetto incaricato dell’attività di Temporary Management a supporto della Direzione e al riguardo non sono emersi d a ti e d in f o r ma z i oni ri l e va nt i c he debbano essere evidenziati nella presente relazione. Abbiamo acquisito conoscenza e vigilato, per quanto di nostra competenza, sull’adeguatezza e sul funzionamento del sistema amministrativo-contabile, nonché sull’affidabilità di quest’ultimo a rappresentare correttamente i fatti di gestione, mediante l’ottenimento di informazioni dai responsabili delle funzioni e l’esame dei documenti aziendali; a tale riguardo il Collegio ha preso atto, anche attraverso informazioni dirette ricevute dal Temporary Management di ciò incaricato, del programma di implementazione e di ottimizzazione del sistema integrato di gestione. Non sono pervenute denunzie ex art. 2408 c.c. Nel corso dell’ esercizio non sono stati rilasciati dal Collegio dei Revisori dei Conti pareri previsti dalla legge. Nel corso dell’attività di vigilanza, come sopra descritta, non sono emersi altri fatti significativi tali da richiederne la menzione nella presente relazione. in analogia, per quanto applicabili, ai principi vigenti in materia di Relazione sulla Gestione, e a tale riguardo non abbiamo osservazioni particolari da riferire. Per quanto a nostra conoscenza, gli amministratori, nella redazione del bilancio, non hanno derogato alle norme di legge ai sensi dell’art. 2423, comma quattro, c.c. 2. Bilancio d’esercizio Abbiamo esaminato il progetto di bilancio d’esercizio chiuso al 31/12/2010, che è stato messo a nostra disposizione nei termini di cui all’art 2429 c.c. , in merito al quale riferiamo quanto segue. Abbiamo vigilato sull’impostazione generale data allo stesso, sulla sua generale conformità alla legge per quel che riguarda la sua formazione e struttura e a tale riguardo non abbiamo osservazioni particolari da riferire. Abbiamo verificato l’osservanza delle norme di legge inerenti alla predisposizione della Relazione della Presidenza 3. Conclusioni Considerando anche le risultanze dell’attività da noi svolta in ottemperanza all’incarico ricevuto sulla Revisione Legale, il Collegio propone al Consiglio Generale ed all’Assemblea dell’Istituto di approvare il bilancio d’esercizio chiuso il 31/12/2010, così come redatto dal Comitato Direttivo. Il Collegio dei Revisori dei Conti Dott. Alessandro Pinto Prof. Alessandro Pini Prato Dott. Claudio Sartore Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 321 Tecnology is life Vulnerabilità dei giunti saldati e meccanismi di danneggiamento attivi negli impianti di processo e petrolchimici: affidabilità mediante la programmazione dell’ispezione basata sul rischio (RBI) Parte I (°) G. Canale ** M. De Marco * S. Pinca ** Sommario / Summary Il processo speciale della saldatura gioca ancora oggi un ruolo da protagonista nella fabbricazione di attrezzature a pressione per l’industria di processo e di generazione di energia. La saldatura è, altresì, ampiamente utilizzata nell’ambito di procedure di riparazione, modifica e rivestimento in occasione delle operazioni di manutenzione dei grandi impianti. Tuttavia, l’amara statistica dei guasti evidenzia come proprio le giunzioni saldate siano tra le aree più “a rischio” nei confronti dei vari meccanismi di danno attivi. La metodologia della Risk Based Inspection (RBI) nell’ambito della gestione del rischio negli impianti e dell’integrità delle attrezzature, essendo finalizzata alla prioritizzazione e ottimizzazione della strategia ispettiva, focalizza l’attenzione sulla criticità delle giunzioni saldate nell’ottica di problematiche correlate sia a semplice vulnerabilità meccanica che ad aspetti chimico-fisici quali corrosione e/o tensocorrosione. Il presente articolo si propone di offrire una panoramica delle interazioni che esistono tra i vari meccanismi di danno attivi negli impianti e le giunzioni saldate nonché di indicare una criticità correlata a tale interazione allo scopo di ottimizzare la gestione del rischio in impianto e le strategie ispettive atte a mitigarlo. Most equipment in process plant and energy production are (°) Traduzione italiana della memoria presentata a EUROJOIN 7 - GNS5 Technical Session: “Reliability of welded components and structures” Venezia Lido, 21-22 Maggio 2009. * Istituto Italiano della Saldatura - Genova. ** IIS Service - Genova. fabricated by welding. Welding is also extensively used for repair, modify and overlay plant equipment during shutdowns. The statistics of failure show weldments to be one of the most vulnerable areas. Risk Based Inspection (RBI) methodology in the area of Asset Integrity and Risk Management is focused on prioritizing and optimizing inspection strategy and should consider welded joints vulnerability taking into account mechanical behaviour, corrosion and stress-corrosion related active damage mechanisms. This article gives a survey of the interaction between potentially active damage mechanisms and welded joints and describes the RBI approach to rank the criticality of such an interaction for inspection and risk management purpose. Keywords: Chemical engineering; corrosion; creep resisting materials; elevated temperature strength; failure; fracture mechanics; high pressure; in service operations; lifetime; mechanical properties; optimisation; plants; pressure vessels; repair; reviews; risk-based inspection; safety factors; statistical methods; stress corrosion; welded joints. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 323 G. Canale et al. - Vulnerabilità dei giunti saldati e meccanismi di danneggiamento attivi negli impianti di processo e petrolchimici, ecc. 1. Introduzione Questo articolo è stato scritto con lo scopo di presentare una panoramica dell’influenza che il processo di saldatura, essenziale nella fabbricazione di prodotti eserciti ad elevate pressioni, può avere sull’affidabilità del componente di industria di processo. La tecnologia di saldatura ha giocato un ruolo importante nel burrascoso sviluppo tecnologico recente. Il miglioramento delle tecniche di saldatura conse n te n o n s o lo un a um e nt o de l l e dimensioni dell’impianto, ma anche lo sviluppo di progetti completamente nuovi. D’altro canto non deve sorprendere che tali sviluppi abbiano evidenziato nuove problematiche sui materiali e sui processi di fabbricazione soprattutto per i nuovi materiali ad elevate prestazioni, maggiormente sensibili alle problematiche di saldabilità (acciai bassolegati al Cr-Mo-V, acciai inossidabili duplex, leghe di nichel, ecc.). In un tale contesto industriale, gli strumenti di supporto decisionale che si basano sulla valutazione del rischio (Risk Management and monitoring tool), utilizzati per la gestione dell’integrità delle attrezzature in pressione, devono necessariamente considerare la presenza dei giunti saldati con i problemi di affidabilità ed ispezionabilità ad essi correlati. L’interesse nei confronti di tali strumenti è motivato sia al progressivo ed inevitabile invecchiamento degli impianti di processo, sia alla crescente attenzione nei confronti di argomenti quali sicurezza, ambiente e riduzione costi. L’approccio di ispezione basata sul rischio (RBI) è il metodo per quantificare, monitorare e mitigare il rischio che più tiene conto degli aspetti chimici e fisici dei complessi meccanismi di danneggiamento sovente sinergici, che si realizzano all’interno degli impianti di processo nel corso delle attività produttive. Il metodo ha lo scopo di identificare i metodi di ispezione più adatti per valutare sul campo tali meccanismi, mentre tenta di produrre una stima quantitativa del danneggiamento. All’inizio dello sviluppo della metodologia dell’ispezione basata sul rischio, si utilizzava la locuzione “ispezione a rischio consapevole” (risk - informed inspection). Essa è stata introdotta per la prima volta dalla commissione americana per la regolamentazione del settore nucleare (US Nuclear Regulatory Commission) per sottolineare il legame - non diretto tra il rischio e l’ispezione. Se un’ispezione basata sul rischio è da intendersi come pianificata sulla base delle “inform a z i oni” ottenute dall’analis i del rischio, allora le due definizioni sono equivalenti. In generale l’ispezione basata sul rischio prevede la pianificazione di ispezioni sulla base delle informazioni ottenute da un’analisi di rischio delle apparecchiature. All’interno di quest’articolo il termine ispezione è da riferirsi alla pianificazione, implementazione e stima dei risultati di esami che hanno lo scopo di determinare le condizioni fisiche e metallurgiche delle Accumulated damage Stage 1 Stage 2 Stage 3 Stage 4 Figura 1 - Danno accumulato durante i differenti stadi di vita del componente. 324 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Life apparecchiature in termini di Fitness For Service (FFS). Per contro, il suo scopo è quello di identificare i potenziali meccanismi di degrado o di possibile minaccia per l’integrità delle apparecchiature e stimare le conseguenze e i rischi legati alla rottura. Il piano di ispezione risultante potrà quindi identificare le apparecchiature ad alto rischio e soprattutto essere programmato in modo tale da rilevare il potenziale deterioramento prima che l’idoneità dell’apparecchiatura sia compromessa. 2. L’ispezione basata sul rischio è davvero compresa? 2.1 Quando si può applicare correttamente l’RBI nel ciclo di vita delle apparecchiature in esercizio? Le apparecchiature negli impianti esistenti stanno subendo un processo di invecchiamento e risultano progressivamente colpite in modo più o meno grave da svariati meccanismi di degrado attivi negli impianti di processo. “Le apparecchiature che invecchiano sono attrezzature per le quali c’è evidenza o probabilità di un significativo deterioramento o danneggiamento che si verifica a partire dalle condizioni di “nuovo” o per le quali le informazioni e la conoscenza a disposizione sono insufficienti per comprendere il reale stato di conservazione”. Per sua natura un’apparecchiatura contenente fluidi pericolosi e/o in pressione è esposta a sollecitazioni e condizioni ambientali che nel tempo degradano il materiale rispetto al suo stato iniziale. Il danno si accumulerà fino a che il componente non raggiungerà uno stato non più idoneo al servizio. Man mano che il danno si aggrava, nel corso della vita del componente, il cedimento diventa via via sempre più probabile e, in assenza di monitoraggio, alla fine potrà sfociare in un incidente. Tipicamente il danno accumulato e la velocità di degradazione aumentano nel tempo (Fig. 1) e, pertanto, la probabilità che un singolo componente si rompa a causa del danno accumulato aumenta col tempo (Fig. 2). Nella Figura 3 sono riportati quattro stadi associabili al ciclo di vita delle G. Canale et al. - Vulnerabilità dei giunti saldati e meccanismi di danneggiamento attivi negli impianti di processo e petrolchimici, ecc. Risk of failure apparecchiature, anche riportati nelle Figure 1 e 2. Agli scopi della gestione del ciclo di vita potrebbe essere utile considerare che ciascun componente presenta nella sua vita quattro fasi, ognuna delle quali con proprie caratteristiche e differenti necessità dal punto di vista della gestione, ispezione e manutenzione. Lo scopo della procedura RBI è di ottimizzare la riduzione del rischio durante la fase di invecchiamento del componente e si adatta principalmente, ma non unicamente, alla fase 2 del ciclo di vita. Maximum tolerable risk Maximum operating risk Minimum operating risk Stage 1 Stage 2 Stage 3 Stage 4 Life Design & Fabrication requirements RBI best fits 2.2 Panoramica sul metodo RBI (Approccio “cosa-dove-comequando”) Come descritto precedentemente, l’RBI coinvolge la programmazione di una ispezione sulla base delle informazioni ottenute da un’analisi di rischio dei com- FFS best fits Figura 2 - Differenti stadi di vita e rischio di rottura ed effetti dell’ispezione periodica. CICLO DI VITA DEL COMPONENTE 1ª Fase 2ª Fase 3ª Fase 4ª Fase “Post commissioning” INIZIALE Basata sul rischio MATURITÀ Deterministica INVECCHIAMENTO Monitorata TERMINALE • Esercizio entro i limiti di progetto • Danneggiamenti tempo-dipendenti non ancora significativi • Manutenzione routinaria • Periodi di esercizio estesi • Ispezione selezionata mediante valutazione di rischio per confermare il degrado stimato lieve • Analisi di rischio aggiornate mediante esperienza • Ratei dei danneggiamenti conosciuti e lenti • Limiti di progetto prossimi alle condizioni di esercizio • Evidenza di danneggiamenti attivi • Modifiche e riparazioni • Cambiamento delle condizioni di processo o destinazione d’uso • Mancanza di conoscenza della storia operativa • Cambiamenti di gestione / proprietà • Ispezione mediante CND quantitativi per la misura dell’entità e della velocità del danneggiamento • Valutazioni Fitness for Service • Ratei dei danneggiamenti elevati / poco prevedibili • Danneggiamenti in rapida evoluzione • Esercizio oltre le condizioni di progetto • Condizioni di esercizio prossime alle condizioni limiti di sicurezza • Ispezioni avanzate e FFS per determinare la vita residua • Riduzione degli intervalli tra le ispezioni • Necessità di estese riparazioni / sostituzioni • Valutazione di “fine vita” basata sui costi di riparazione / sostituzione e altri fattori economici • Mancanze di progetto e fabbricazione • Problemi di installazione • Problemi di “mortalità infantile” • Prima ispezione generale (“punto 0”) Figura 3 - Descrizione delle quattro fasi del progressivo invecchiamento di un componente di impianto. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 325 G. Canale et al. - Vulnerabilità dei giunti saldati e meccanismi di danneggiamento attivi negli impianti di processo e petrolchimici, ecc. 326 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 5 RISK 4 Probability ponenti. Lo scopo dell’analisi di rischio è di identificare il potenziale meccanismo di degradazione, l’eventuale pericolo per l’integrità funzionale e la stima delle conseguenze e dei rischi della rottura. Il piano di ispezione può allora focalizzarsi ai componenti ad alto rischio e può essere progettato allo scopo di monitorare meglio i potenziali meccanismi di degradazione. L’RBI è innovativo non tanto nell’analisi di rischio dal punto di vista dell’analisi delle conseguenze in caso di rottura, quanto grazie all’introduzione di due nuovi concetti: • il ruolo dell’ispezione nel produrre nuove informazioni sulle condizioni delle apparecchiature (che potrebbero essere peggiorate o migliorate o stazionarie), rispetto a quanto atteso allo scopo di ridurre l’incertezza e mo d if ic a r n e l e proba bi l i t à di rottura; • l’approccio globale, analitico e strutturato per valutare tutti i possibili meccanismi di danneggiamento attivi negli impianti petrolchimici e di processo e nella generazione dell’energia estrapolati da anni di esperienza ed applicazioni sul campo. L’RBI è diventato il primo approccio documentato che collega discipline differenti quali ingegneria di processo, ingegneria della corrosione, studio dell’ispezione e delle prove non distruttive e valutazioni di sicurezza in impianto, per supportare la gestione dell’integrità degli strumenti di produzione (Asset Integrity Management). Lo scopo dell’RBI è di definire e misurare i livelli di rischio associati ad un componente, quindi valutare i rischi collegati al fermo impianto, alla sicurezza ambientale e delle persone allo scopo di mitigare il rischio di rotture attraverso l’efficace utilizzo delle risorse ispettive. Vale la pena ricordare che il reale scopo dell’RBI è di ottimizzare proprio queste ultime mentre è fuorviante considerare l’RBI come un’analisi di rischio a sé stante o anche, a livello di impianto, uno strumento di programmazione autoportante. L’approccio qualitativo e semiquantitativo posiziona ogni singolo item di impianto all’interno di una matrice del rischio 5x5 (Fig. 4). Il rischio è calcolato come prodotto tra la conseguenza di uno scenario e la proba- High Medium High 3 Medium Low 2 1 A B C D E Consequence Figura 4 - Matrice del rischio. bilità che questo accada: il rischio totale è la somma di tutti i rischi valutati per i differenti scenari: Rischios = Cs X Fs (or COFs X LOFs) dove: S = Scenario = Conseguenza dello scenario Cs = Frequenza di rottura dello Fs scenario LOFs = Probabilità di rottura COFs = Conseguenza della rottura Riskitem = Σ Risks Il programma di ispezione è definito allo scopo di ridurre il rischio di rotture. A tale scopo è necessario stabilire: 2.3 La metodologia RBI - LOF&COF In un’analisi RBI strutturata che contenga la stima del rischio, la probabilità di rottura “Likelihood O f Fa i l u r e (LOF)” è determinata mediante la composizione di 5 fattori: 1. Meccanismo di danneggiamento. 2. Efficacia dell’ispezione. 3. Condizioni attuali del componente. 4. Natura del processo. 5. Dispositivi di sicurezza. La dipendenza dal tempo della probabilità della rottura (e il suo rischio) nell’RBI può essere associata al “fattore di danneggiamento” (Damage Factor) introdotto dall’ RBI dell’American Petroleum Institute (API) che definisce la probabilità di rottura come: Pf (t) = gff • Df (t) • FMS 1) 2) 3) 4) Che tipo di danno ricercare. Dove cercare il danno. Come ricercare il danno. Quando cercare il danno. Che cosa e dove sono stabiliti sulla base dell’esame della documentazione, dei dati di processo e della storia del componente. Come cercare il danno viene deciso attraverso la diffusione e la variabilità del danno atteso e la capacità di individuazione del metodo di controllo, tenendo presente che la validità delle previsioni future è basata sulle osservazioni passate. Quando ricercare il danno è correlato alla proiezione del rischio confrontato con un valore massimo tollerabile. dove: gff è la generica frequenza di cedimento del componente Df (t) è il fattore di danneggiamento FMS è il fattore di stima del sistema di gestione. Tale metodologia è descritta in dettaglio nella API RBI RP 581, che fornisce una procedura quantitativa per determinare un piano di ispezione che si basi sui metodi dell’analisi del rischio per apparecchiature di processo in pressione, come vessel, sistemi di tubazioni, serbatoi, scambiatori a fascio tubiero. Il fattore di danneggiamento è determinato s ulla bas e dei mecca n i sm i d i G. Canale et al. - Vulnerabilità dei giunti saldati e meccanismi di danneggiamento attivi negli impianti di processo e petrolchimici, ecc. degrado attivi (corrosione localizzata e generalizzata, degrado per elevate temperature, rotture, ecc.) che sono correlati al materiale, al servizio di processo, alle condizioni fisiche di esercizio e ai metodi di ispezione utilizzati per quantificare il danno. Nell’approccio RBI suggerito dall’API, il fattore di danno modifica il fattore generico di danneggiamento industriale (gff ) e lo dettaglia per il componente in esame. Il fattore di danno non fornisce una stima definitiva di Fitness-For-Service per un determinato componente. Le sue funzioni primarie consistono nello stimare l’entità del danno che può manifestarsi in esercizio come una funzione del tempo ed è correlato all’efficacia dell’attività di ispezione nella quantificazione del danno stesso. Il fattore di danno deve essere determinato per le seguenti categorie di meccanismi di danneggiamento: a) assottigliamento (sia generale che localizzato) per corrosione interna, erosione, ecc.; b) danneggiamenti per rivestimenti interni; c) danneggiamenti esterni (corrosione e tensocorrosione); d) rotture per tensocorrosione (interne e basate sui fluidi di processo, sulle condizioni operative e sui materiali); e) attacco da idrogeno ad alta temperatura; f) fatica meccanica (solo per le tubazioni); g) frattura fragile (frattura fragile a bassa temperatura, fragilità da rinvenimento, fragilità a 475 °C e infragilimento per fase sigma). Se più di un danneggiamento è presente, per la determinazione del fattore di Total Risk Thinning Risk A+B+C SCC Risk A B Brittle Fracture Risk C time Installation Date Figura 5 - Principio del danno cumulato per il calcolo del rischio nell’RBI API. danno complessivo associato ad un componente è utilizzato il principio della sovrapposizione degli effetti o del danno cumulato, con una particolare variazione per la composizione del danneggiamento di corrosione interna e corrosione esterna (Fig. 5). La conseguenza della rottura “Consequence Of Failure (COF)” può essere caratterizzata in tre tipologie: 1. Fuoco/esplosione. 2. Tossicità. 3. Finanziaria. Eventuali rilasci di fluidi pericolosi a partire da apparecchiature di processo in pressione possono condurre ad un danno delle attrezzature circostanti, a gravi infortuni per il personale impiegato, a Personnel Injury TOXIC AREA FLAMMABLE AREA Equipment Damage Figura 6 - Conseguenze di RBI differenti di rottura. FINANCIAL perdite di produzione e ad impatto ambientale non voluto (Figg. 6 e 7). Nell’RBI le conseguenze legate ai rilasci di fluidi sono determinate utilizzando tecniche di analisi delle conseguenze consolidate e sono espresse in termini di superficie coinvolta o in termini finanziari. L’area di impatto risultante da un evento, come incendi ed esplosioni, è determinata in base all’effetto sulle apparecchiature e sul personale delle radiazioni termiche e della sovrappressione (onda d’urto). Inoltre vengono utilizzati metodi di analisi della dispersione della nube per quantificare l’entità dei rilasci infiammabili e per determinare estensione e durata dell’esposizione del personale ai rilasci tossici. Per stimare la probabilità di ciascun evento e per fornire una stima delle conseguenze dei rilasci si utilizza la metodologia degli “alberi degli eventi”. 2.4 Lo scopo dell’ RBI - La definizione del programma di ispezione La premessa per definire un piano di ispezione basato sull’RBI si basa sul fatto che, in un qualche momento, il rischio precedentemente definito e funzione del tempo raggiunga un determinato livello di “target”. Per ridurre l’incertezza sulla conoscenza dello stato dell’apparecchiatura, una Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 327 G. Canale et al. - Vulnerabilità dei giunti saldati e meccanismi di danneggiamento attivi negli impianti di processo e petrolchimici, ecc. volta raggiunto tale target è richiesta l’ispezione della attrezzatura che classifichi i meccanismi di danneggiamento Proprietà del fluido: nelle condizioni ambientali e di esercizio del componente che presentino i fattori di danneggiamento calcolati più elevati (Fig. 8). Calcolo della portata teorica del rilascio Scenario dei fori: ¼” , 1” , 4”, rottura Valutazione del quantitativo disponibile per il rilascio e del tipo di rilascio Valutazione dei sistemi di intercetto e rilevamento del rilascio Area della conseguenza incendio Area della conseguenza non tossica, no incendio Area della conseguenza tossica Area media, pesata sulla probabilità definita mediante “Albero degli eventi” Area della conseguenza finanziaria Figura 7 - Procedura generale di calcolo del COF. Risk Total Risk without Inspection at the Risk Target Date D Risk Target C B Total Risk with Inspection at the Risk Target Date Nell’RBI, la riduzione dell’incertezza associata ad un programma di ispezione è funzione dell’efficacia di questa nella determinazione del tipo e dell’estensione del danneggiamento. Alcune tecniche d’ispezione sono migliori di altre ad esempio nell’individuare fenomeni di assottigliamento (corrosione generalizzata). La peculiarità dell’approccio RBI consiste nello sviluppo analitico del legame intercorrente tra l’efficacia di un particolare metodo di ispezione e la riduzione del rischio una volta che il meccanismo di danneggiamento e la modalità di rottura siano quantitativamente definiti. I programmi di ispezione (combinazione di metodi di controllo non distruttivo, come visivo, ultrasonoro, ecc.) variano nella loro efficacia a seconda della posizione e della dimensione del danneggiamento. Le limitazioni di un programma nel migliorare lo stato di conoscenza dello stato danneggiato risultano dalla incapacità di ispezionare il 100% delle aree soggette al danneggiamento e dalle conseguenti limitazioni dei metodi CND di qualificare e quantificare il danno. L’efficacia di un programma di ispezione può essere espresso quantitativamente come la probabilità che un stato di danneggiamento osservato (e pertanto una velocità di danneggiamento predetta) sia veramente rappresentativo dello stato reale (Fig. 9). Attraverso l’identificazione di un meccanismo di danneggiamento plausibile, la determinazione della velocità di danneggiamento o della suscettibilità al danneggiamento e attraverso la scelta di categorie di efficacia dell’ispezione, si può determinare la probabilità di rottura e il rischio associato, sfruttando le seguenti equazioni che considerano le condizioni oppure lo stato di danneggiamento, rilevato da un programma di ispezione con efficacia variabile. A R(t, IE) = Pf (t, IE) • CA R(t, IE) = Pf (t, IE) • FC time Installation Date RBI Date Target Date, Inspection Performed Plan Date Figura 8 - Intervento ispettivo quando il “target” è superato nella proiezione temporale tra la data di valutazione e la data futura e impatto della differente efficacia delle ispezioni. 328 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 dove CA è l’area di impatto e FC è la conseguenza finanziaria. Vale la pena notare che in un’analisi RBI è importante identificare il meccanismo di danneggiamento prima della determinazione dell’efficacia dell’ispezione. Il ruolo delle differenti figure coinvolte nell’analisi è, a tale scopo, di primaria G. Canale et al. - Vulnerabilità dei giunti saldati e meccanismi di danneggiamento attivi negli impianti di processo e petrolchimici, ecc. Il personale addetto all’ RBI dovrà essere consapevole del La metodologia d’ispezione è in grado di identificare correttamente fatto che nelle c o st r u z i o n i A-Altamente efficace il danneggiamento previsto dal servizio in quasi tutti i casi (> 90%). saldate i giunti sono zone critiche La metodologia d’ispezione è in grado di identificare correttamente B-Normalmente efficace il danneggiamento previsto dal servizio il più delle volte (50-90%). che devono essere ispezionate in modo accurato. È fuori discusLa metodologia d’ispezione è in grado di identificare correttamente C-Abbastanza efficace il danneggiamento previsto dal servizio in circa il 50% dei casi. sione, infatti, che l’intera prestaLa metodologia d’ispezione è in grado di fornire poche informazioni zione del componente saldato D-Scarsamente efficace circa il reale stato di danneggiamento. dipenda in modo stretto dalle La metodologia d’ispezione non è in grado di fornire informazioni proprietà del giunto saldato. In E-Non efficace attendibili circa il reale stato di danneggiamento. queste zone, le rotture possono Figura 9 - Descrizione generale dell’efficacia delle ispezioni. avvenire più frequentemente poiché le proprietà del materiale importanza. Solamente un ingegnere corpossono mutare più velocemente nel fattore di danneggiamento, tenendo conto rosionista esperto di materiali ha l’abilità giunto rispetto al materiale base. Le stadella dipendenza dal tempo di tale fattore. di identificare e caratterizzare in modo tistiche relative alle rotture mostrano che Il target di rischio non è assoluto. Speciappropriato i meccanismi di danneggiale cricche di saldatura sono una delle ficare un target di rischio è compito mento e il modo di rottura, e solamente cause più frequenti di rottura. Ciononodell’utilizzatore. Esso può essere svilupun operatore qualificato di controlli non stante non si hanno sistemi di giunzione pato basandosi sulle disposizioni e prodistruttivi può valutare i migliori metodi alternativi alla saldatura in termini di cedure interne dell’utilizzatore. Molte di controllo (tradizionali o avanzati) da costo, resistenza, affidabilità e tenuta. aziende hanno dei livelli di rischio defiinserire nel programma ispettivo. Il ruolo particolare che differenzia la salniti accettabili e conservativi in termini La metodologia RBI non è adatta per un datura rispetto agli altri processi di fabdi ambiente, sicurezza e finanza che consulente tuttologo, ma piuttosto per bricazione riguarda semplicemente il dovrebbero essere utilizzati laddove si TEAM strutturati, preparati e capaci di fatto che riscaldamento, fusione e solidiprendano decisioni sul rischio basate interfacciarsi tra le varie figure. ficazione possono indurre profondi sull’ispezione poiché ciascuna azienda mutamenti sulle proprietà del materiale. può avere politiche di gestione del 2.5 Quanto posso spingermi col Se le proprietà meccaniche di una giunrischio differenti e le scelte relative al rischio? Il rischio accettabile zione saldata potessero essere determicontrollo del rischio possono essere Il target è definito come livello di rischio nate punto per punto, si noterebbe la loro assai variabili. accettabile per gli scopi di programmavariabilità: come ad esempio un impovezione di ispezione. Sebbene l’analisi RBI rimento di elementi di lega dal filo/elet3. Il ruolo dei giunti saldati possa essere usata per classificare le trodo, contaminazione dall’atmosfera o sulla frequenza della rottura apparecchiature sulla base del rischio e evoluzione di gas da qualche processo di per ispezionare in modo efficace quelle saldatura, segregazioni di impurezze, Nei recipienti in pressione e nei sistemi più critiche, può anche essere applicata con conseguente creazione di zone indedi tubazioni (piping), che si trovano con un approccio di rischio accettabile. bolite, disomogeneità delle dimensioni comunemente negli impianti di proQuest’ultimo è definibile sia per quanto del grano, strutture colonnari e non cesso, i fattori di natura chimica, fisica e riguarda l’analisi basata sulle conseequiassiche, orientazione preferenziale meccanica dei giunti saldati tendono ad guenze sull’area sia per quanto riguarda delle strutture di solidificazione. amplificare la probabilità di rottura del le conseguenze finanziarie. Un limite di L’effetto del riscaldamento del materiale componente. rischio può anche essere definito per il base non portato a fusione può essere Categoria di efficacia Descrizione Weld nugget Weld interface Unmixed zone Composite region Partially melted zone True HAZ Unaffected base metal Figura 10 - Differenti zone “metallurgiche” riscontrabili all’interno di un giunto saldato. Figura 11 - Ventaglio di possibili difetti di saldatura. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 329 G. Canale et al. - Vulnerabilità dei giunti saldati e meccanismi di danneggiamento attivi negli impianti di processo e petrolchimici, ecc. ugualmente significativo, particolarmente nella zona termicamente alterata più prossima alla zona fusa. Riscaldamenti e raffreddamenti rapidi possono provocare cambiamenti nella struttura del grano e inoltre possono portare a fenomeni di eccessivo indurimento, che in presenza di idrogeno diffusibile proveniente dalla zona fusa può infragilire il materiale e causare criccabilità. Inoltre la resistenza alla corrosione degli acciai inossidabili può essere ridotta a causa di fenomeni di precipitazione dei carburi di cromo nei gradi non stabilizzati, portando, ad esempio, alla creazione di una fascia povera di cromo particolarmente suscettibile agli attacchi corrosivi. Oltre a queste potenziali modifiche metallurgiche, che possono essere considerate in relazione alle condizioni critiche di esercizio dei componenti, la saldatura produce deformazioni anche plastiche evidenti a valle della solidificazione (Fig. 11). Questo meccanismo può comportare effetti di invecchiame n to o ltr e c h e due fe nom e ni c he possono limitare l’affidabilità: ritiri, distorsioni e tensioni residue di saldatura che generalmente raggiungono il carico di snervamento a temperatura ambiente del materiale (Figg. 12 e 13). L’azione sinergica dei sopra citati effetti chimico-metallurgici e le tensioni residue di saldatura possono influenzare seriamente la stima della relativa affidabilità (fattore di danneggiamento associato) e il metodo ispettivo. Dal punto di vista dell’RBI (Fig. 2) l’affidabilità relativa al servizio di un giunto saldato (stadio 2 dell’invecchiamento del componente) è di primaria importanza e a maggior ragione i difetti di fabbricazione ad esso correlati (ad esempio cricche a freddo, cricche a caldo, cricche da riscaldo e da liquazione) oltre al fatto che eventuali imperfezioni di saldatura preesistenti possono fungere da siti di nucleazione (intagli metallurgici) con conseguente propagazione della rottura. Un componente saldato può rompersi in esercizio per i seguenti meccanismi: • sovraccarico; • rottura fragile; • fatica; • creep; • attacco da idrogeno ad alta temperatura - HTHA; • corrosione; • tensocorrosione. 330 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Figura 12 - Esempio di modellazione delle tensioni residue di saldatura. Cylindrical Shell Weld Joint Figura 13 - Distribuzione delle tensioni residue di saldatura longitudinali e trasversali al giunto. La rottura può avere inizio da un meccanismo singolo e da una combinazione di essi. Ad esempio una cricca per fatica può propagarsi fino alla rottura fragile, un collasso plastico può avere inizio per creep. La fatica può avvenire in un ambiente corrosivo e il creep si può combinare alla prima. Come è ovvio, non tutti i citati meccanismi di rottura (e il correlato rischio gestito con l’RBI) possono essere monitorati attraverso l’ispezione, in virtù dei loro differenti tempi di propagazione. Il collasso plastico può presentare una velocità di propagazione della rottura molto elevata, mentre la corrosione piuttosto limitata. I tipi di rottura e la loro dipendenza dalle condizioni di esercizio sono riassunte nella Figura 14. 3.1 Collasso plastico La rottura per semplice collasso plastico (sovraccarico) è un evento relativamente infrequente perché raramente in progettazione si commettono errori nella stima dei carichi e raramente le tensioni da questi generate sono sottostimate. Il metodo delle tensioni ammissibili fornisce una garanzia adeguata contro questo tipo di rottura, in modo tale che le strutture saldate presentino comunque una sufficiente riserva di resistenza sotto carichi statici; frattura fragile, instabilità dell’equilibrio, fatica e fenomeni di risonanza sono trattati separatamente. La scelta errata del materiale d’apporto per i materiali ad alta resistenza può portare a un giunto saldato meno resistente che può rompersi in esercizio per collasso plastico (ad esempio deposito in inossidabile austenitico e materiale base alto resistenziale). Il collasso plastico è trattato raramente con l’RBI in virtù dell’elevata velocità di propagazione della rottura che non si può monitorare con visite ispettive (fondamentali nell’approccio RBI). 3.2 Frattura fragile La frattura fragile necessita in generale di un sito di innesco e sovente proprio un giunto saldato si offre come tale. Nessun altro tipo di rottura ha moltiplicato gli sforzi di ricercatori e normatori come quella fragile Recipienti in pressione, serbatoi di stoccaggio, sistemi di tubazioni e strutture sviluppate in acciai ferritici hanno manifestato rotture in servizio o in fabbricazione a causa dello sviluppo repentino della rottura peraltro né preceduta né accompagnata da alcuna deformazione plastica significativa, anche quando i G. Canale et al. - Vulnerabilità dei giunti saldati e meccanismi di danneggiamento attivi negli impianti di processo e petrolchimici, ecc. Danneggiamenti tipici dei giunti saldati Fenomeni Termici Testo in BLU: la saldatura ha una notevole influenza sul relativo meccanismo Fenomeni Meccanici Fenomeni di Corrosione Fenomeni Elettrochimici Fenomeni Termomeccanici Scorrimento viscoso Incipiente/parziale fusione Surriscaldamento Infragilimento Cricche da riscaldo Fatica oligociclica Schock termico Attacco da idrogeno ad alta temperatura Fenomeni elettrochimici-meccanici Sovraccarico Rottura fragile Tenso-corrosione Usura Corrosione sotto deformazione Erosione Rotture da idrogeno Cavitazione Corrosione fatica Fenomeni Chimici Fenomeni Termochimici Corrosione generalizzata Corrosione per vaiolatura Corrosione selettiva Corrosione Galvanica Corrosione interstiziale Corrosione ad alta temperatura Diffusione (C, S, O, N, H) Impoverimento (C, Cr,…) Figura 14 - Tipologie differenti di rotture dei giunti saldati. risultati delle prove meccaniche mostravano una duttilità perfettamente adeguata al servizio. Queste fratture hanno inizio generalmente in corrispondenza di intagli geometrici che producono una concentrazione delle tensioni severa come nel caso delle cricche in zona fusa o in zona termicamente alterata, cricche da fatica al piede del cordone, colpi d’arco accidentali, la fine di un giunto d’angolo e la mancanza di penetrazione di un giunto testa a testa. Figura 15 - Frattura fragile di un recipiente in pressione. Le tensioni residue introdotte dalla saldatura possono giocare un ruolo primario e promuovere la frattura fragile in presenza di un difetto, anche sotto carichi esigui. Da quanto visto in precedenza si può affermare che la frattura fragile è un meccanismo di danneggiamento guidato dagli eventi. La combinazione di tenacità alla frattura del materiale a una data temperatura di esercizio, misurata attraverso una prova CVN, CTOD o altri test, dimensioni, forma e concentrazione delle tensioni in prossimità di discontinuità geometriche e la quantità di tensioni residue e la loro direzione di applicazione guidano la probabilità dell’evento (Fig. 15). Tipicamente la frattura fragile avviene solamente a temperature inferiori a quella di transizione duttilefragile (individuata mediante prove Charpy). La tendenza a manifestare rottura fragile può essere accresciuta a causa di una perdita di tenacità alla frattura (corrispondente ad un aumento della temperatura di transizione duttile - fragile) del materiale imputabile a qualche fenomeno di infragilimento favorito dall’esposizione del materiale a intervalli critici di temperatura, come la fragilità da rinvenimento per gli acciai al Cr-Mo, la fragilità a 475 °C per gli acciai inossidabili ferritici, l’infragilimento da fase SIGMA per gli acciai inossidabili austenitici con ferrite delta (in quel caso la zona fusa è maggiormente sensibile) e la precipitazione di intermetallici per i duplex (più frequente in zona termicamente alterata e nella zona fusa). Nella maggior parte degli impianti di processo, le apparecchiature sono esercite a elevate temperature, pertanto gli accorgimenti contro la frattura fragile si concentrano durante gli avvii, le fermate e durante le prove idrauliche a temperatura ambiente. Poiché anche lo spessore è un elemento che promuove la rottura fragile, i componenti di spessore di parete elevato devono essere comunque considerati più sensibili al fenomeno (stato di tensione triassiale, elevato grado di vincolo). Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 331 G. Canale et al. - Vulnerabilità dei giunti saldati e meccanismi di danneggiamento attivi negli impianti di processo e petrolchimici, ecc. Actual stresses σ σ O Mean stress Figura 16 - Effetto della concentrazione delle tensioni e rottura per fatica di un componente saldato. La frattura fragile può anche avvenire in un processo di auto-raffreddamento nelle unità che processano frazioni idroca r b u r ic h e le g g e re c om e m e t a no, etano/etilene, propano/propilene o butano. Questi fluidi presentano temperature di ebollizione ben al di sotto di quella ambiente, tali per le quali il materiale di cui è costituito il componente che li contiene può non godere di sufficiente tenacità alla frattura. L’obiettivo della valutazione della rottura fragile è quello di classificare i componenti in funzione della tendenza a rompersi secondo tale modalità, tenendo conto dello spessore, del tipo di materiale, del trattamento termico di distensione e della temperatura. 3.3 Fatica La maggior parte delle rotture nelle strutture saldate avviene a causa del meccanismo della fatica indotta da carichi ripetitivi o variabili. La maggioranza delle strutture sono soggette in esercizio a carichi ciclici talvolta conten u ti e n tr o limiti di sol l e c i t a z i oni costanti, talvolta, più frequentemente, entro limiti che variano con irregolarità. Il giunto saldato è un collettore naturale di punti di possibile innesco delle rotture (bordo del giunto, linea di fusione del giunto d’angolo, intagli, penetrazione i n c o mp le ta , c r icc he a l c e nt ro de l cordone, colpi d’arco accidentali, eccesso di penetrazione, incollature, criccabilità da idrogeno). Il numero di cicli di carico che una particolare categoria di dettaglio, saldata con un determinato processo, può sopportare è facilmente determinabile sperimentalmente fintanto che la variazione del 332 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 carico si sposta all’interno di limiti costanti. Il ve ri ficars i di un carico cas uale aggiunge un’altra variabile ai problemi di fatica. La fatica è un effetto puramente locale. Una cricca di fatica inizia nel punto più sollecitato, che può non essere il punto in cui è stata focalizzata l’attenzione del progettista: il punto di massima sollecitazione calcolata a progetto. La rottura per fatica è generalmente causata da cambiamenti puramente locali nella distribuzione delle sollecitazioni ed ogni discontinuità potrà causare una concentrazione degli sforzi. Di conseguenza, e per quanto possibile, il primo principio di base nel monitoraggio di qualsiasi problema di fatica in campo è quello di cercare ogni tipo di discontinuità (Fig. 16). In determinati casi, la rottura può essere indotta da pressione, sollecitazioni meccaniche o termiche. Il danneggiamento può essere prodotto sia da cicli di fatica di ampiezza contenuta, nei quali la sollecitazione massima imposta si avvicina allo snervamento del materiale, sia a cicli di fatica di ampiezza elevata nei quali la sollecitazione può essere significativamente inferiore allo snervamento a temperatura ambiente. Nella fatica termica l’innesco nel caso di fatica oligociclica è sovente correlato al numero di cicli di riscaldamento/raffreddamento. Le vibrazioni eccessive di componenti posti in rotazione o vibrazioni indotte dal flusso possono causare danneggiamenti per fatica ad elevato numero di cicli. Una categoria speciale di rottura per fatica è riferita alla corrosione-fatica. Questa avviene sotto la simultanea azione di corrosione e sollecitazioni cicliche. Come sopra citato, le rotture che si osservano nei recipienti degasatori dell’acqua di caldaia rappresentano un tipico esempio di corrosione-fatica. Come citato precedentemente le rotture per fatica possono essere individuate tipicamente in primo luogo nei punti ad elevata concentrazione delle tensioni come quelli soggetti a vibrazioni, sollecitazioni di picco e nei collegamenti accessori interni ed esterni. Anche i giunti che presentino differenti coefficienti di dilatazione termica lineare possono presentare danneggiamento per fatica termica. I metodi di controllo non distruttivo più indicativi per individuare le rotture per fatica includono i liquidi penetranti, l’esame con particelle magnetiche, correnti indotte e l’esame ultrasonoro con sonde angolate. Si evidenzia che la fatica produce rottura di recipienti/piping ancora prima che il danneggiamento sia identificato dai metodi di CND: la grande maggioranza dei cicli di fatica sono necessari a produrre l’innesco della rottura che poi si propaga con un numero tutto sommato esiguo di cicli. Pertanto, la progettazione, l’installazione e il monitoraggio degli effetti vibratori giocano un ruolo primario per limitare le rotture per fatica. Per i sistemi di piping che di norma non sono soggetti a fatica meccanica nelle condizioni corrispondenti al progetto, modificare le condizioni quali supporti, vibrazioni di squilibrio del macchinario rotante, il “chattering” delle valvole di sicurezza durante i transitori, o modificare il flusso o la pressione nei cicli, o G. Canale et al. - Vulnerabilità dei giunti saldati e meccanismi di danneggiamento attivi negli impianti di processo e petrolchimici, ecc. Figura 17 - Esempi di rottura localizzata per creep. aggiungere peso su stacchi di tubazioni non supportate (effetto pendolo) può rendere un sistema di tubazioni suscettibile alla rottura per fatica. 3.4 Creep Il creep (scorrimento viscoso a caldo) è dipendente da tempo, temperature e tensione ed è definito come deformazione tempo-dipendente che si manifesta sotto stress. Lo scorrimento viscoso progredisce nel tempo sino alla rottura (Fig. 17). Il danneggiamento da creep può essere difficoltoso da determinarsi finché esso non diventi di entità significativa. La criccabilità può essere accelerata dall’interazione creep/fatica quando le condizioni operative nel regime di creep sono di natura ciclica. Particolare attenzione va rivolta alle zone di concentrazione delle tensioni. Inoltre, se il materiale è esposto a temperature eccessive, possono verificarsi modificazioni nelle proprietà meccaniche e nella microstruttura dei metalli. I metodi di controlli non distruttivi idonei per identificare le rotture per creep nell’ultimo stadio del loro sviluppo includono liquidi penetranti, particelle magnetiche, esame ultrasonoro, radiografico, repliche metallografiche. Anche l’emissione acustica può, in certi casi, essere utilizzata per l’individuazione delle cricche grazie alla loro attivazione con la pressione o la tensione generata dalla prova. Per i giunti, la situazione è ancora più critica rispetto al caso del materiale base. Sebbene le proprietà dei giunti saldati sul breve termine appaiano superiori a quelle del materiale base, a lungo termine, se eserciti a temperature elevate si manifesta un deterioramento più rapido della microstruttura della zona fusa e della zona termicamente alterata. I fattori metallurgici e geometrici (intagli strutturali) possono portare ad un sistema complesso di tensioni, deformazioni e ridistribuzione delle tensioni all’interno di un giunto saldato. Alcuni giunti possono presentare scarsa duttilità in regime di creep; in tale caso l’innesco della rottura può avvenire in assenza o con una piccola deformazione apparente. Questi tipi di rottura si manifestano tipicamente per quei materiali e quei giunti altamente resistenti, solitamente nella zona a grano ingrossato della zona termicamente alterata, di alcuni gradi al Cr-M o ( c o m e 1 . 2 5 / 1.0 Cr-0.5Mo) e in modo speciale negli acciai più datati e/o nei giunti trattati termicamente nelle condizioni di trattamento prossime al limite inferiore dell’intervallo previs to d a i c o d i c i d i fabbricazione. Alcuni acciai ferritici eserciti a lungo nell’intervallo tra 440 °C e 760 °C possono subire una modifica microstrut- Figura 18 - Attacco da idrogeno ad alta temperatura in corrispondenza di un giunto saldato caratterizzato da microfessurazioni interne adiacenti alla rottura principale. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 333 G. Canale et al. - Vulnerabilità dei giunti saldati e meccanismi di danneggiamento attivi negli impianti di processo e petrolchimici, ecc. turale che assume il nome di grafitizzazione che può provocare mutamenti sostanziali nella resistenza a creep del materiale. Gli acciai che maggiormente risultano soggetti alla grafitizzazione sono i gradi al carbonio e carbonio contenenti 0.5Mo: per alte temperature i carburi si possono decomporre in cristalli di ferrite e noduli ad alto tenore di grafite che possono portare alla rottura meccanica. La grafitizzazione localizzata si trova principalmente nei giunti saldati nella fascia limitata alle estremità della ZTA i cui cicli termici di saldatura hanno raggiunto temperature più basse. 3.5 Attacco da idrogeno ad alta temperatura L’attacco da idrogeno ad elevata temperatura avviene negli acciai al carbonio e basso legati esposti ad elevate pressioni parziali di idrogeno ad elevate temperature (T > 204° C). Esso è il risultato della diffusione atomica dell’idrogeno attraverso lo spessore dell’acciaio e della sua reazione con i carburi presenti nella microstruttura per formare metano ( C H 4 ) . Ta le r e a zi one può c a usa re sia decarburazione interna sia fessurazione del materiale stesso dovuta all’accumulo di metano gassoso nella matrice (Fig. 18). La fessurazione interna è tipicamente osservata negli acciai al carbonio, nei gradi C-0.5 Mo di acciai e negli acciai al Cr-Mo se in presenza di elevate pressioni parziali di idrogeno. Maggiormente l’acciaio risulta legato in termini di Cr e Mo e meno esso ne risulta soggetto. La documentazione di riferimento p e r la s tima d e l c om port a m e nt o i n regime di attacco da idrogeno ad alte temperature è la API RP 941 che contiene le curve chiamate comunemente “di Nelson” che riportano l’andamento della suscettività di un determinato materiale a tale attacco in funzione della temperatura e della pressione parziale di idrogeno. Si sottolinea che, se uno stress secondario viene imposto, come nel caso di presenza di un giunto saldato, il danno si può manifestare anche a causa dell’effetto di concentrazione delle tensioni che il giunto stesso produce. 3.6 Rotture per corrosione e tensocorrosione La corrosione è una causa primaria di degrado all’interno di un recipiente a pressione e può manifestarsi in qualunque parte del componente/sistema di tubazioni. La gravità del degrado è influenzata dalla resistenza alla corrosione del materiale del quale il componente è costituito. Molte sostanze presenti all’interno di oli e reagenti chimici oggetto di trasformazione all’interno delle unità di processo reagiscono con i metalli creando corrosione. Le rotture per corrosione nei giunti saldati possono avvenire nonostante la scelta del materiale base e di quello d’apporto siano corrette, siano state rispettate le normative tecniche di riferimento e i codici di fabbricazione e sebbene penetrazione, forma e bordi dei cordoni siano corretti. Sebbene sia elevato il numero di fattori che possono prendere parte al processo corrosivo e tenendo presente anche la Figura 19 - Differenti morfologie di corrosione preferenziale in un giunto saldato (ZTA e ZF). 334 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 natura sinergica e complessa delle interazioni che li correlano, uno dei seguenti potrebbe essere determinante: • concezione del giunto; • modalità di fabbricazione; • tecnica operatoria di saldatura; • sequenza di saldatura; • contaminazione da umidità; • specie chimiche organiche o inorganiche; • pellicole o scaglie di ossido; • residui di scoria e spruzzi; • mancanza di penetrazi o n e o d i fusione; • porosità; • cricche (vaiolature); • tensioni residue elevate; • scelta impropria del metallo d’apporto; • finitura superficiale. Il comportamento alla corrosione dei giunti in acciaio al carbonio dipende da un numero elevato di fattori. Poiché essi subiscono trasformazioni metallurgiche in zona fusa e nella zona termicamente alterata, la microstruttura e la morfologia di tali zone risultano primarie e in tale ottica è necessario prestare attenzione agli effetti della composizione chimica del metallo base, di quello d’apporto e dei differenti processi scelti. Infatti, a seconda delle differenti velocità di raffreddamento si manifestano differenti microstrutture, sulla base di diversi apporti termici, preriscaldi, spessori del materiale, dimensione del cordone ed effetti di riscaldamento che si manifestano nelle saldature multipass. In virtù della differente composizione chimica e del singolare stato inclusionale (ossidi e solfuri), la microstruttura della zona fusa varia sensibilmente da G. Canale et al. - Vulnerabilità dei giunti saldati e meccanismi di danneggiamento attivi negli impianti di processo e petrolchimici, ecc. quella della zona termicamente alterata e del metallo base. Analogamente varia il comportamento nei confronti di fenomeni corrosivi. Durante la saldatura, il metallo base, la zona termicamente alterata e le passate già depositate subiscono tensioni imputabili alla dilatazione e alla contrazione correlate al passaggio della sorgente termica. A valle della solidificazione il giunto saldato manifesta livelli elevati di tensioni residue di saldatura. Gli effetti concentrazione delle tensioni legati a discontinuità geometriche giocano un ruolo primario nel danneggiamento per tensocorrosione; inoltre essi possono risultare cruciali nel caso di rotture per fatica e corrosione interstiziale. Da questo punto di vista i giunti più critici sono quelli che presentano eccessivo sovrametallo, mancanza e/o eccesso di penetrazione e non sono soggetti al PWHT. Nel caso degli acciai al carbonio, a s e c o n d a d e ll ’a m bi e nt e ne l qua l e vengono eserciti e del tipo di giunto, possibili rotture per corrosione sono: • corrosione preferenziale in ZTA (Fig. 19); • corrosione preferenziale in zona fusa (Fig. 19); • corrosione galvanica; • tensocorrosione. Non c’è dubbio alcuno circa il fatto che le tensioni residue di saldatura nei giunti realizzati in acciaio al carbonio, suscettibili di tensocorrosione, possano indurre la rottura. Questo è il caso di rotture dovute sia a meccanismi di “active path cracking” sia di infragilimento da idrogeno e, in quest’ultimo caso, la rottura può manifestarsi specialmente nel caso di giunti eseguiti con bassi apporti termici specifici che possano aver comportato l’insorgenza di strutture di tempra. La maggior parte degli studi riguardanti giunti in acciaio al carbonio hanno valutato la resistenza alla tensocorrosione indotta dall’idrogeno, specialmente nel caso di servizio H 2 S umido, all’interno di impianti di lavorazione del petrolio e gas. In tali casi la presenza di strutture dure è peggiorativa del comportamento. La situazione nel caso di “active path cracking” è meno chiara, ma ci sono solo pochi casi nei quali la resistenza alla tensocorrosione aumenta all’aumentare della resistenza meccanica. Su questa base è probabile che sia viceversa migliorativa la presenza di microstrutture più deformabili nell’intorno del giunto, sebbene esistano meccanismi che dipendano dalla microstruttura (meccanismi collegati a H 2S) ed altri che dipendano meramente dalla tensione (ambiente NaOH e agenti alcalini). Nei materiali resistenti alla corrosione come gli acciai inossidabili e le leghe di nichel, i cicli di riscaldamento e raffreddamento influenzano la microstruttura e la composizione superficiale del giunto e del materiale base ad esso adiacente. Conseguentemente la resistenza alla corrosione nel caso di saldature autogene, vieppiù nel caso di utilizzo di materiale d’apporto omologo, può essere inferiore a quella del materiale base allo stato ricotto a causa di: • microsegregazione; • precipitazione fasi secondarie; • formazione di zone disomogenee; • ricristallizzazione e ingrossamento del grano in ZTA; • volatilizzazione degli elementi di lega dal bagno fuso; • contaminazione del deposito in via di solidificazione. Generalmente la resistenza alla corrosione può essere garantita in saldatura bilanciando gli elementi di lega per inibire talune reazioni di precipitazione, attraverso la protezione del bagno di fusione e del metallo caldo, attraverso la rimozione degli ossidi ricchi di cromo e scegliendo i corretti parametri di saldatura. Nei materiali più legati durante i processi di saldatura si manifestano numerosi cambiamenti c he pos s ono influenzare la resistenza alla corrosione del giunto. L’apporto termico specifico e la tecnica operatoria gi ocano s icuram e nte un ruolo importante; anche le modalità di solidificazione della zona fusa possono essere utili nella comprensione del comportamento negli ambienti corrosivi. Il controllo metallografico mostra che il giunto solidifica in varie zone (Fig. 10). La regione composta o il nocciolo di solidificazione consiste essenzialmente di materiale d’apporto diluito dal circostante materiale base. Prossima a questa si trova la zona non diluita, nella quale si ha la solidificazione del solo materiale base non diluito da quello d’apporto. L’interfaccia del giunto è quel confine che racchiude la regione a completa fusione e nella quale è evidente la struttura colonnare. Al di là di questa zona c’è la zona parzialmente fusa, caratterizzata da materiale base fuso in proporzioni da 0 a 100%. Infine la zona termicamente alterata è quella porzione di giunto saldato che può presentare modifiche microstrutturali in assenza di solidificazioni. Sebbene le differenti regioni siano riscontrabili nel caso di giunto a singola passata, analoghi meccanismi di solidificazione e differenze nella composizione chimica si possono attendere anche nei giunti a passata multipla. I problemi di corrosione solitamente associati alla saldatura degli acciai inossidabili austenitici sono correlati ai fenomeni di precipitazione e di segregazione chimica che si possono eliminare o ridurre attraverso l’opportuna metallurgia del materiale base, la pratica operatoria e il corretto materiale d’apporto. Tra le varie forme di corrosione che si annoverano vi sono: • attacco preferenziale associato a precipitazioni in zona fusa (ferrite, fase SIGMA, precipitazione di carburi tipo M23C6); • corrosione per vaiolatura; Figura 20 - Rottura per tensocorrosione da cloruri in un acciaio inossidabile austenitico. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 335 G. Canale et al. - Vulnerabilità dei giunti saldati e meccanismi di danneggiamento attivi negli impianti di processo e petrolchimici, ecc. Figura 21 - Corrosione microbiologica in un giunto saldato in acciaio inossidabile austenitico. • corrosione interstiziale; • corrosione intergranulare dovuta a precipitazioni di carburi in ZTA; • tensocorrosione da cloruri SCC (Fig. 20); • tensocorrosione da ambiente caustico; • corrosione microbiologica - MIC (Fig. 21). Tenendo presente anche le condizioni di esercizio sovente molto severe, gli acciai alto legati Cr-Ni-Mo-N austenitici (6-moly) sono più sensibili alla segregazione indotta dalla corrosione in zona fusa e devono essere saldati con materiali più legati (leghe di nichel contenenti molibdeno, come Hastelloy). In tali casi, poiché la zona fusa diluita risulta più resistente alla corrosione, la zona non miscelata appare essere più p ro n a a c o r r o s ione pe r va i ol a t ura rispetto agli altri acciai inossidabili. Gli acciai inossidabili ferritici convenzionali della serie 400 come i gradi 430, 434, 446 (ferritici della prima generazione), sono soggetti a corrosione intergranulare e a infragilimento nelle condi- Figura 22 - Corrosione preferenziale del deposito di saldatura in un grado 400 di piping adibito al trasporto di acido idrofluoridrico. 336 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 zioni “come saldato”. Generalmente il fenomeno corrosivo interessa sia la zona fusa che quella termicamente alterata. Allo stato ricotto gli acciai inossidabili austeno-ferritici (duplex) presentano una microstruttura equamente bilanciata di ferrite e di austenite. Essi sono utili grazie alla loro buona resistenza alla tensocorrosione da cloruri, alla corrosione per vaiolatura e intergranulare nelle condizioni “come saldato”. È noto come la distribuzione dell’austenite e della ferrite nella zona termicamente alterata influenzi le proprietà di resistenza alla corrosione e di resistenza meccanica degli acciai inossidabili austenitici. Per limitare la diluizione di materiale d’apporto (passate di radice) e controllare l’apporto termico specifico in un intervallo compreso tra un limite inferiore per ottenere bilanciamento tra ferrite e austenite e uno superiore (basse velocità di raffreddamento implicano precipitazioni di fasi intermetalliche di limitata resistenza alla corrosione e tenacità), la buona resistenza alla corrosione del materiale base può essere mantenuta nel giunto attraverso una corretta concezione del giunto e un’appropriata scelta dei parametri di saldatura. Per gli acciai duplex la zona fusa risulta la più critica in termini di rotture in quanto queste possono essere guidate da corrosione e infragilimento. Una procedura di qualificazione del giunto con l’utilizzo di prove CVN e di corrosione (ASTM A923) possono ridurre la probabilità di rottura in zona fusa dei componenti in duplex. Gli effetti della saldatura sulla resistenza alla corrosione delle leghe di nichel sono simili a quelli sulla resistenza alla corrosione degli acciai inossidabili austenitici visti in precedenza. Ad esempio la sensibilizzazione imputabile alla precipitazione dei carburi nella zona termicamente alterata è un potenziale problema che deve necessariamente essere preso in considerazione nell’analisi di affidabilità. Comunque sia, nel caso delle leghe di nichel, l’elevato grado di alligazione in termini di cromo, molibdeno, tungsteno e niobio (come nel caso delle leghe Hastelloy) può portare alla preci- Alloy C-22 w/ matching filler metal Alloy C-22 w/ ERNiCrMo-14 Figura 23 - Corrosione preferenziale in zona fusa in una lega Hastelloy C-22 saldata con materiale d’apporto omologo ed assenza di corrosione nel caso di saldatura con materiale più legato (prova “green death solution” @ 75 °C). G. Canale et al. - Vulnerabilità dei giunti saldati e meccanismi di danneggiamento attivi negli impianti di processo e petrolchimici, ecc. pitazione di fasi secondarie come μ, σ, e η. L’influenza del giunto sulla resistenza alla corrosione varia a seconda delle differenti tipologie di lega, non solo in zona termicamente alterata ma anche nella stessa zona fusa (Fig. 22), per la quale, in taluni casi, è bene prendere anche in considerazione gli effetti di eventuali segregazioni. Per questo motivo, per certi ambienti estremi, talune leghe dovrebbero essere saldate con materiale d’apporto più legato (over matching) per superare la conseguente diminuzione della resistenza nella zona fusa (Fig. 23). I meccanismi di danneggiamento per corrosione e tensocorrosione attivi nell’industria di processo e più volte presi in considerazione nella maggior parte delle analisi RBI (tipo RBI API) che possono attaccare un giunto saldato in via preferenziale e/o che possono essere influenzati dall’ultima delle cause sopra citate sono: dal mero punto di vista della corrosione: • corrosione da acido solforico; • corrosione da acido fluoridrico; • corrosione da acido cloridrico per gli acciai inox; • corrosione da acqua naturale (principalmente se acida); dal punto di vista delle rotture per tensocorrosione: • rottura per tens ocorros ione in ambiente caustico; • rottura per tens ocorros ione da ammine; • rottura per tensocorrosione da solfuri; • rottura per tensocorrosione indotta da idrogeno (Hydrogen Induced Cracking-HIC)/(Stress Oriented Hydrogen Induced Cracking - SOHIC) e H2S oppure da HF; • rottura per tensocorrosione da carbonati; • rottura per tensocorrosione da acidi politionici; • rottura per tensocorrosione da cloruri; • rottura esterna per tensocorrosione da cloruri; • rottura esterna per tensocorrosione da cloruri sotto coibente. Bisogna enfatizzare che i problemi legati alla tensocorrosione risultano particolarmente critici per le zone saldate, specialmente se non soggette a trattamento termico post saldatura (PWHT). Giancarlo CANALE, laureato in Ingegneria Meccanica presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Genova nel 1986, è entrato all’Istituto Italiano della Saldatura nel 1987 impegnandosi nella formazione e nell’assistenza tecnica nel campo della costruzione e dell’esercizio di recipienti a pressione e piping, operando nei settori della raffinazione e della produzione di energia. Nel 1995 viene incaricato di dirigere, in qualità di Responsabile, la Sede Distaccata Sicilia dell’IIS. Nel 2000 è Responsabile centrale delle Sedi Distaccate dell’IIS e responsabile commerciale. Nel 2005 è Direttore della Divisione Ingegneria dell’IIS. Oggi ricopre l’incarico di Direttore Tecnico della società IIS Service. È certificato European / International Welding Engineer e Livello 3 EN 473. Marco DE MARCO, laureato in Ingegneria Chimica presso l’Università di Genova nel 2000. Funzionario dell’Istituto Italiano della Saldatura dal 2002, si è occupato principalmente di attività inerenti le problematiche di controllo ed interpretazione di fenomeni di corrosione, di saldabilità, di selezione materiali, di failure analysis; ha partecipato anche alla programmazione ed esecuzione di attività di ispezione in impianti di processo. Certificato European/International Welding Engineer (IWE), NACE Corrosion Technologist e NACE Coating Inspector Level 1. Partecipa ad alcuni gruppi di lavoro in ambito NACE per la revisione di documenti inerenti il monitoraggio e controllo della corrosione. Stefano PINCA, laureato in Ingegneria Meccanica all’Università di Genova nel 1994. Funzionario dell’Istituto Italiano della Saldatura dal 1995, attualmente responsabile del Settore Ingegneria dell’IIS Service, svolge attività di consulenza nel campo del calcolo delle strutture e componenti saldati, valutazione di affidabilità, programmazione delle ispezioni di impianto basata sul rischio (Risk Based Inspection). È certificato European / International Welding Engineer e Livello 2 PT-MT-RX EN 473. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 337 Corso di Qualificazione ad International Welding Technologist (IWT) ed International Welding Engineer (IWE) Verona 2011 - 2012 L’ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA terrà a partire dall’Ottobre 2011 presso il Centro Polifunzionale Air Liquide Welding Italia di Rivoli Veronese (VR), un corso per International Welding Engineer / Technologist, con struttura modulare. La formula ha riscosso nel recente passato il gradimento del pubblico, poiché non prevede assenze prolungate dal posto di lavoro garantendo, al tempo stesso, condizioni ideali all’apprendimento. Il materiale didattico fornito durante il corso comprende, oltre alle dispense a colori e al CD Rom UNI-SALDATURE contenente oltre 300 norme europee relative alla saldatura (aggiornate al 2011), il nuovo calibro di saldatura di tipo “Bridge Cam” realizzato appositamente da IIS e conforme alla norma EN 970. Requisiti di ingresso Per chi desideri accedere alla qualificazione ad: - International / European Welding Technologist, è previsto il possesso di un diploma di scuola superiore ad indirizzo tecnico (o equivalente), della durata di 5 anni; - International / European Welding Engineer, laurea o diploma universitario in Ingegneria; in alternativa laurea in altre facoltà scientifiche, abbinata ad una comprovata esperienza di saldatura. Sono ammessi alle lezioni, in qualità di uditori, anche persone non in possesso dei titoli suddetti. Programma didattico Il Corso prevede quattro materie di tipo teorico (svolte nelle Parti 1 e 3) ed una fase dedicata all’addestramento pratico (Parte 2). In particolare, le lezioni teoriche (parti 1 e 3) saranno riferite a: - metallurgia generale e della saldatura, saldabilità dei materiali metallici; - tecnologie e processi di saldatura convenzionali ed avanzati; - concezione, progettazione e calcolo dei giunti per strutture saldate nei diversi campi di applicazione (caldereria, piping, carpenteria pesante e leggera); - aspetti generali di fabbricazione, controllo qualità, esempi applicativi. Faranno parte della parte pratica (parte 2) dimostrazioni ed addestramento di base nei principali processi manuali e semiautomatici e due giornate di stage presso i laboratori dell’Istituto Italiano della Saldatura a Genova. Calendario ed orario delle lezioni e sede di svolgimento Le lezioni saranno svolte a tempo pieno nelle giornate di Giovedì e Venerdì con cadenza bisettimanale; l’inizio delle lezioni è previsto a partire dall’Ottobre 2011, il termine entro il mese di Luglio 2012. Il Corso sarà svolto con orario 9:00 ÷ 18:00. Lo svolgimento del corso è subordinato al raggiungimento del numero minimo di partecipanti. Esami finali Gli esami finali relativi a i quattro moduli didattici teorici potranno essere sostenuti sia presso la sede di svolgimento del corso sia nelle altre sessioni sia nelle date programmate e riportate nell’Attività Didattica dell’IIS. Informazioni Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi all’Istituto Italiano della Saldatura (Lungobisagno Istria 15, 16141 Genova, www.formazionesaldatura.it), Divisione Formazione, al numero 010 8341371 (fax 010 8367780), oppure all’indirizzo di posta elettronica [email protected]. Iscrizioni Le iscrizioni dovranno pervenire entro Lunedì 26 Settembre 2011 utilizzando il modulo cartaceo scaricabile anche sul sito www.formazionesaldatura.it. Quote di iscrizione La quota di partecipazione al Corso e della collana completa delle pubblicazioni è pari a: - 6.450,00 € (IVA esclusa) per i Welding Technologist - 8.800,00 € (IVA esclusa) per i Welding Engineer da corrispondersi mediante bonifico bancario sul c/c 64500, Cassa Risparmio Alessandria ABI 06075 CAB 01400 CIN G IBAN IT72G0607501400000000064500, intestato all’Istituto Italiano della Saldatura. Criteri generali per l’esecuzione di giunzioni permanenti testa a testa in tubazioni di vetroresina con il procedimento della laminazione R. Frassine * Sommario / Summary Il presente documento è stato elaborato da una Commissione tecnica coordinata da Assocompositi (Associazione Italiana dei Materiali Compositi membro di Federazione Gomma Plastica) e composta dai rappresentanti dei principali produttori di tubazioni in vetroresina, da progettisti e da esperti dell’Istituto Italiano della Saldatura. Questo documento potrà essere adottato come primo riferimento per lo sviluppo futuro di una normativa sulla materia specifica. This paper was prepared by a Technical Commission coordinated by Assocompositi - Italian Industry Association for Composite Materials, member of the Italian Rubber and * Plastic Federation - and developed by a Group composed of representatives from main fiberglass pipeline manufacturers, designers and experts from the Italian Institute of Welding. This document may be used as a first step for future fiberglass standardization. Keywords: Butt joints; fibre reinforced composites; glass fibres; joint preparation; personnel qualification; plastics; process qualification; surface preparation; thermoplastics; thermosetting plastics; tubes and pipes. Assocompositi (Associazione italiana compositi & affini) - Milano. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 339 R. Frassine - Criteri generali per l’esecuzione di giunzioni permanenti testa a testa in tubazioni di vetroresina, ecc. consultare il produttore o un esperto del settore prima di effettuare qualunque intervento. I procedimenti indicati conferiscono alla giunzione per laminazione una resistenza meccanica e alla corrosione paragonabile a quella delle parti da collega re , tras ferendo gli s forzi s ia in direzione assiale che circonferenziale. I seguenti criteri generali si riferiscono ai materiali base, ai requisiti minimi delle attrezzature da impiegare, alle modalità esecutive da applicare nella preparazione e nell’esecuzione delle giunzioni, nonché ai controlli di verifica e collaudo delle giunzioni stesse. Questa procedura è applicabile principalmente per DN delle tubazioni ≤ 600. N e l v a r ie ga t o m ondo de l l e materie plastiche, la cosiddetta vetroresina (materiale plastico rinforzato con fibra di vetro) riveste in ambito industriale un’importanza primaria, con particolare riferimento alla fabbricazione di serbatoi, apparecchi e tubazioni che possiedono un’elevata resistenza alla corrosione, ad esempio per applicazioni nell’industria chimica. A differenza del comportaTABELLA I mento dei termoplastici, il UNI EN ISO 472 : 2002 cui più noto è probabilmente UNI EN 14364 : 2009 il polietilene, queste resine non consentono la saldatura c o n a p p o r to te r m i c o m a richiedono tecnologie di giunzione diverse, che ricalUNI EN 1796 : 2008 c a n o , in q u a lc h e m i sura , quelle impiegate per la realizzazione dei semilavorati UNI 9032 : 1988 (materiali base); ad ecceUNI 9033 :1988 zione di alcune normative ISO 8533 : 2003 interne o specifiche di natura contrattuale, manca tuttavia i n I ta lia c o me a nc he i n TABELLA II Europa un riferimento norAccelerante mativo per le modalità di esecuzione e controllo delle giunzioni suddette, della cui importanza ai fini dell’affidabilità e della sicurezza Barriera antidiffusione degli impianti sarebbe superfluo fare cenno. 1. Scopo e campo di applicazione I seguenti criteri generali si applicano all’esecuzione di giunzioni permanenti testaa-testa (butt & strap joints) su tubazioni in vetroresina, sia sulla linea di produzione che in campo, utilizzando il metodo della laminazione (wrapping). In caso di tubazioni danneggiate o in cattivo stato di conservazione si consiglia di 2. Documentazione tecnica I riferimenti normativi specifici sono riportati nella Tabella I. 3. Definizioni Le definizioni collegate alla materia del presente documento sono elencate nella Tabella II. 4. Materiali base I presenti criteri generali si riferiscono all’esecuzione di saldature su tubazioni in vetroresina realizzate con resine Materie plastiche - Vocabolario. Plastics piping systems for drainage and sewerage with or without pressure - Glass-reinforced thermosetting plastics (GRP) based on unsaturated polyester resins (UP) - Specifications for pipes, fittings and joints. Plastics piping systems for water supply with or without pressure Glass-reinforced thermosetting plastics (GRP) based on unsaturated polyester resins (UP). Tubi di resine termoindurenti rinforzate con fibre di vetro (PRFV) con o senza cariche. Glass reinforced thermosetting plastics (GRP) pipes and fittings test methods to prove the design of cemented or wrapped joints. Sostanza che viene aggiunta in piccola quantità per aumentare la capacità di reazione di un sistema chimico (reagenti ed eventuali additivi); non deve essere miscelata con sostanze diverse, come ad esempio il catalizzatore, perché può dare luogo a incendi o esplosioni Strato del liner che non si trova in contatto diretto con il fluido trasportato; lo strato è solitamente ottenuto impregnando un mat di vetro “E” con resina nelle proporzioni 25/75 o 35/65 (in peso) Catalizzatore Sostanza che viene aggiunta in piccola quantità per innescare una reazione chimica e che, in teoria, non si modifica chimicamente durante la reazione; non deve essere miscelata con sostanze diverse, come ad esempio l’accelerante, perché può dare luogo a incendi o esplosioni Fasciatura È lo strato ottenuto per sovrapposizione successiva di lamine di tessuto impregnate di resina che impartisce alla giunzione le caratteristiche meccaniche richieste; per questo motivo la fasciatura è spesso anche detta “strato meccanico-resistente” Giunzione testa-a-testa Collegamento permanente realizzato unendo due superfici perpendicolari alle superfici principali degli elementi da unire. Nel presente caso, le superfici da unire sono perpendicolari all’asse del tubo e la giunzione deve garantire una tenuta idraulica e una resistenza almeno pari a quella della tubazione integra 340 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 (segue) R. Frassine - Criteri generali per l’esecuzione di giunzioni permanenti testa a testa in tubazioni di vetroresina, ecc. TABELLA II (segue) Laminato Materiale composto da strati di materiale di rinforzo (roving, mat o tessuto) impregnati con una resina termoindurente o reticolabile Liner Strato ricco di resina che riveste le superficie interna della tubazione; è costituito da uno strato a diretto contatto con il fluido trasportato, detto strato chimico-resistente, e da una barriera antidiffusione Mastice Resina contenente additivi per aumentare la viscosità e impedire il gocciolamento (tissotropia).Viene usato come riempitivo e non ha una funzione strutturale Pressione di collaudo (STP) Pressione applicata alla tubazione durante il collaudo Pressione di progetto (DP) Pressione utilizzata per il dimensionamento di un componente Pressione massima ammissibile (PMA) La massima pressione operativa per la quale è stato progettato l’impianto, come indicato dal produttore Pressione nominale (PN) È la pressione massima interna ammissibile in una tubazione. In assenza di sollecitazioni esterne (carico del terreno, condizioni di appoggio, ecc.) coincide con la pressione massima ammissibile Resina Sostanza liquida di tipo termoindurente o reticolabile che indurisce tramite polimerizzazione con o senza agenti reticolanti Reticolazione Reazione chimica di polimerizzazione che produce l’indurimento del laminato e che è solitamente accompagnata da sviluppo di calore Smussatura Riduzione graduale dello spessore in corrispondenza delle estremità dei tubi da saldare effettuata allo scopo di scoprire il liner interno per ripristinarne la continuità Stampo Anello o altro supporto flessibile inserito tra le due estremità dei tubi da saldare e utilizzato come sostegno per la posa dello strato di ripristino del liner interno Strato chimico-resistente Parte del liner composta da velo di vetro C o sintetico di spessore indicativo pari a 0.1 mm impregnato di resina con rapporto R/V pari a 90/10 circa Strato meccanico-resistente Vedi Fasciatura Taglio Operazione di preparazione dei tubi da saldare che prevede il sezionamento della tubazione e/o l’asportazione di materiale dalle estremità tramite l’impiego di utensili diamantati (mole da taglio o da smeriglio); le superfici ottenute devono essere piane, ortogonali all’asse del tubo e prive di asperità Top coat Vetroresina Strato esterno della fasciatura costituito da sola resina eventualmente miscelata con additivi anti-UV e/o coloranti per proteggerla dall’irraggiamento solare diretto e dagli agenti atmosferici Materiale composito formato da fibre di vetro impregnate di resina termoindurente o reticolabile (in genere poliestere, vinilestere o epossidica) che indurisce dopo la lavorazione formando un laminato rigido poliestere isoftaliche, bisfenoliche, vinilestere e epossivinilestere. In caso di tubazioni realizzate con resine di divers a co m p o si z i o n e chimica (ad esempio epossidiche) si consiglia di consultare il produ t t o r e o u n esperto del settore. Le resine utilizzate devono essere di composizione identica o compatibile con quella delle tubazioni. I catalizzatori, gli accel e r a n t i e g l i eventuali al t r i a d d i t i v i devono essere miscelati nei modi e nelle proporzioni indicate dai fornitori. I tessuti di rinforzo di vetro devono essere di opportuno materiale, grammatura e dimensioni come indicato dal progettista o dal fornitore della tubazione. A titolo indicativo si riporta la Tabella III. La giunzione dovrà sempre essere eseguita tra tubazioni di materiali identici o compatibili tra loro in termini di composizione chimica della resina e tipo di rinforzo utilizzato. La compatibilità alla giunzione dovrà essere comprovata con adeguate prove sperimentali. 5. Attrezzatura richiesta Le attrezzature richieste per la preparazione dei materiali e l’esecuzione delle giunzioni sono indicate nella Tabella IV. 6. Esecuzione della laminazione TABELLA III Velo di superficie “C” 33 g/m2 o equivalente Mat di vetro “E” 375÷450 g/m2 o equivalente per ripristino liner Mat di vetro “E” 600 g/m2 o equivalente Stuoia di vetro 500 g/m2 o equivalente Accoppiato Mat & Woven Roving 300 g/m2 mat; 600 g/m2 stuoia o equivalente L’esecuzione della laminazione deve avvenire in un ambiente asciutto e pulito. In caso di giunzioni eseguite all’aperto la zona di lavoro deve essere adeguatamente protetta, specialmente in Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 341 R. Frassine - Criteri generali per l’esecuzione di giunzioni permanenti testa a testa in tubazioni di vetroresina, ecc. 6.1 Preparazione della resina L’agente reticolante, l’accelerante e gli altri additivi (escluso il catalizzatore) devono essere miscelati accuratamente e singolarmente alla resina nelle proporzioni indicate dal fornitore sulla scheda tecnica di prodotto. No n d e v o n o in ne ssun c a so e sse re impiegate cariche inerti (carbonato di calcio, talco, ecc.). Tutte le operazioni devono essere effettuate con adeguati dispositivi di protezione individuale (guanti, mascherina, ecc.) e sotto una cappa di aspirazione o in una zona adeguatamente ventilata. La durata della resina premiscelata (ma non catalizzata) è di qualche mese; il recipiente deve es s e r e ma n te n u t o si gi l l a t o fi no a l momento di utilizzo per evitare l’evaporazione dello stirene. Il catalizzatore deve essere aggiunto alla resina appena prima della fase di applicazione e mescolato molto accuratamente secondo le indicazioni del produt- 342 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Prep. dei materiali TABELLA IV Esecuzione della giunzione caso di pioggia e vento, per esempio con una tenda. Qualora l’umidità relativa dell’aria sia particolarmente elevata o in presenza di forti escursioni termiche, è necessario porre in atto accorgimenti per evitare la formazione di condensa sulle superfici da saldare, quale per esempio il riscaldamento della zona di laminazione. L’esposizione ai raggi solari diretti può generare macchie dovute ad un indurimento troppo rapido. In questo caso è necessario provvedere a proteggere dai raggi solari la zona di lavoro. La temperatura del tubo da saldare e/o la temperatura esterna non devono essere inferiori a 5 °C. In caso di clima freddo resine e additivi devono essere conservati in ambienti protetti e riscaldati. Il vetro rimarrà nei propri imballi protetto dall’umidità sino al momento dell’utilizzo. Onde poter controllare meglio la polimerizzazione, è consigliabile l’uso di una tenda, che andrà riscaldata. La resina e il mastice possono essere eventualmente riscaldati fino a una temperatura di circa 20 °C, prima dell’utilizzo, per mezzo di un riscaldatore elettrico o altra attrezzatura idonea. Prima di effettuare le operazioni di collegamento, i tubi devono essere sottoposti ad esame visivo e controlli dimensionali per verificare lo stato di integrità dei materiali e la compatibilità geometrica dei due tratti da saldare. 1 Contenitori graduati per la miscelazione degli additivi 2 Vasi con manico da 1, 3 o più litri per la resina 3 Forbici e taglierine per il taglio dei tessuti di vetro 4 Dispositivi di protezione individuale (occhiali, guanti e mascherina) 5 Mola con dischi abrasivi flessibili 6 Mola da taglio con dischi diamantati 7 Compressore portatile 8 Solvente (acetone o altro) 9 Attrezzatura per l’allineamento e il bloccaggio dei tubi da saldare 10 Anelli elastici o palloni o camere d’aria 11 Pennelli e spatole 12 Termometro e igrometro 13 Rullo frangibolle 14 Rulli in panno 15 Dispositivi di protezione individuale (occhiali, guanti e mascherina) tore. La resina permane allo stato liquido per alcune decine di minuti, ma questo tempo può essere variato variando la quantità di catalizzatore e/o accelerante secondo le tabelle fornite dal produttore. 6.2 Preparazione dei tessuti di rinforzo I tessuti di rinforzo devono essere tagliati a misura secondo la sequenza di deposizione degli strati specificata dal progettista e impilati in ordine su un piano liscio e pulito. 6.3 Preparazione delle superfici da saldare Le estremità dei tubi da saldare devono essere perpendicolari all’asse del tubo, piane e prive di asperità. Il taglio deve essere effettuato con utensili diamantati. Le due estremità del tubo devono essere sgrassate con solvente e quindi molate con una mola abrasiva per una lunghezza leggermente superiore a quella c he dovrà es s ere laminata fino ad esporre le fibre di vetro, in modo da impartire alla superficie la necessaria rugosità. Il primo tratto a partire dall’estremità deve quindi essere smussato almeno fino al primo strato del liner (Fig. 1). L’angolo di smusso viene specificato dal produttore delle tubazioni o dal progettista ed è indicativamente pari a 10°-15°. La polvere deve infine essere rimossa con un getto d’aria o con uno straccio e le superfici devono essere nuovamente sgrassate. Le superfici preparate devono essere laminate immediatamente oppure a breve compatibilmente con le condizioni ambientali; se ciò non fosse possibile, è necessario ripetere le operazioni di molatura e pulitura appena prima della laminazione. 6.4 Allineamento I tubi da saldare devono essere allineati in modo stabile facendo uso di una appropriata attrezzatura di centraggio oppure di cunei o di altre forme di basamento o di supporto per diametri maggiori. Si consiglia di utilizzare un anello elastico o un pallone o una camera d’aria che deve essere infilato preventivamente in uno dei due tubi da saldare, come indicato nella Figura 2. Tra le due estremità dei tubi da saldare può essere lasciata una distanza, specificata dal costruttore o dal progettista, solitamente compresa tra 3 e 10 mm. 6.5 Ripristino del liner interno Applicare sullo stampo e sulle aree rastremate una mano di resina liquida e Figura 1 - Angolo di smusso. R. Frassine - Criteri generali per l’esecuzione di giunzioni permanenti testa a testa in tubazioni di vetroresina, ecc. Figura 2 - Allineamento e posizionamento dello stampo (per diametri fino a 600 mm). Figura 3 - Ripristino del liner interno. Figura 4 - Ripristino del diametro esterno. poi due strati di vetro C e gli strati richiesti di mat di vetro E impregnati di resina (Fig. 3). Gli strati vengono rullati accuratamente per evitare la formazione di bolle d’aria. Riempire lo smusso e ripristinare infine il diametro esterno mediante laminazione con mat di vetro E impregnato con resina (Fig. 4). A seconda dello spessore, la stratificazione può essere eseguita in varie fasi lasciando che la resina si raffreddi tra una fase e l’altra per evitare un eccessivo surriscaldamento del laminato che potrebbe causare delle delaminazioni. Attendere il quasi completo raffreddamento del laminato prima di rimuovere lo stampo. Nota Per diametri superiori ad una certa dimensione (es. > 600 mm), ove è possibile entrare nella tubazione, si può procedere al ripristino del liner dall’interno della tubazione, dopo avere eseguito la laminazione completa. Lo smusso delle estremità della tubazione sarà più corto e potrà essere sigillato con mastice. Lo stampo non sarà normalmente necessario. 6.6 Laminazione degli strati esterni In questa fase deve essere realizzato un manicotto esterno che impartisca alla laminazione la resistenza meccanica necessaria e impedisca lo sfilamento dei due lembi della tubazione, detto anche “fasciatura” (Fig. 5). Spessori e lunghezze delle giunzioni, numero e tipo degli strati da usare sono indicati nelle mediante le seguenti prove: tabelle dimensio• ispezione visiva (ASTM D2563); nali s tandard o • controllo dimensionale; nelle specifiche di • durezza Barcol. progetto che devono es s ere fornite dal pro7. Collaudo duttore delle tubazioni. Il collaudo idraulico della giunzione va P er s pes s ori condotto in base alla normativa vigente. elevati si consiSi distingue tra collaudo fuori linea e in glia di eseguire la linea. In caso di collaudo fuori linea è fasciatura in varie possibile fare riferimento alla pressione fas i: è infatti nominale (PN). opportuno che la In caso di collaudo in linea è consigliares ina, dopo bile fare riferimento alla pressione di essersi riscaldata progetto della linea stessa per non preper effetto della giudicare l’integrità degli altri compopolimerizzazione, nenti (valvole, raccordi, pompe, ecc.) o, si raffreddi comin alternativa, alla pressione nominale pletamente tra del componente più debole. una fase e l’altra. La stratificazione va eseguita avendo cura in particolare di eliminare eventuali bolle d’aria presenti 8. Qualificazione della procedura tra gli strati con un’accurata e delicata e degli operatori operazione di rullatura e di sfalsare la sovrapposizione degli strati. È buona In considerazione della criticità che preprassi concludere la stratificazione con sentano le giunzioni ai fini delle prestala posa di una garza spremi bolle. zioni e della sicurezza in esercizio del L’ultimo strato di fibre di rinforzo deve manufatto, è necessario che la procedura essere costituito da uno strato di mat. di esecuzione delle giunzioni descritta Si procede infine all’applicazione di uno nel presente documento sia stata prevenstrato di finitura (top coat) costituito da tivamente qualificata e che sia inoltre due strati di sola resina, eventualmente eseguita da personale qualificato. miscelata con additivi anti-UV e/o coloranti, fino ad ottenere uno spessore di 8.1 Qualificazione del procedimento circa 0.2 mm (Fig. 6). È responsabilità del costruttore redigere In generale le laminazioni non devono una specifica di procedura di esecuzione essere sottoposte a sforzi per 12 ore dal delle giunzioni. Il procedimento deve momento in cui il materiale di saldatura essere sempre qualificato a cura del è completamente polimerizzato. Prima costruttore stesso internamente alla di procedere ad altre operazioni è inoltre propria organizzazione, sulla base di una necessario completare le operazioni di propria procedura interna; in assenza di ripresa interna del liner (o applicazione una procedura interna, potranno essere del mastice). Una volta compl etata la pos a degli strati e dopo un tempo adeguato a consentire la completa reticolazione della Figura 5 - Esecuzione della fasciatura. resina (come spec i ficato nella scheda tecnica del produttore delle t ub azioni) è necessario procede r e ad un conFigura 6 - Applicazione del top coat. trollo di qualità Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 343 R. Frassine - Criteri generali per l’esecuzione di giunzioni permanenti testa a testa in tubazioni di vetroresina, ecc. adottati i criteri riportati nel presente paragrafo come anche quelli previsti da normative di prodotto applicabili allo scopo. In casi specifici, qualora il committente dell’attività di fabbricazione richieda che la qualificazione suddetta sia inoltre certificata da un Ente esterno, esso dovrà essere definito in ambito contrattuale e riconosciuto dalle parti; al termine del processo, l’Ente rilascerà al costruttore un Certificato di Qualificazione del procedimento. La qualificazione del procedimento consente la ripetibilità delle modalità esecutive e delle prestazioni delle giunzioni. Essa è basata su una specifica di procedura che deve essere compilata dal costruttore di tubazioni nella quale d e v o n o e s s e r e p re se nt i a l m e no l e seguenti informazioni: • condizioni ambientali (con particolare riferimento a temperatura ed umidità relativa); • stoccaggio dei prodotti; • definizione dei materiali utilizzati (tubo, raccordo, flangia), loro designazione in base alla normativa di riferimento utilizzata; • PN, DN e spessore degli elementi da collegare; • modalità di preparazione delle estremità, angolo di smusso e lunghezza del tratto smerigliato, tipo di pulitura; • modalità per la realizzazione della giunzione (eventuale sigillatura, fasciatura, strato finale); • modalità per il ripristino dell’eventuale liner interno; • r if e r ime n to a l l e c ondi z i oni di impiego e ai relativi requisiti dimensionali e strutturali della fasciatura (spessore e larghezza, tipi di rinforzo, sequenze di stratificazione, tipo e quantità di resina da impiegare compresa la loro eventuale designazione secondo la normativa di riferimento e le modalità di catalisi); • modalità di realizzazione della fasciatura; • impiego di particolari strumenti (ad esempio rulli frangibolle); • modalità di polimerizzazione. Variabili essenziali della specifica di giunzione, la cui variazione comporta una riqualifica del procedimento, sono: 1. Campo di diametri qualificato. 2. Tipo di resine e sistema di catalisi. 3. Tipi di rinforzo, loro dimensione e massa areica. 344 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Il campo di diametri nominali qualificato è indicato nella Tabella V. Sulla base delle specifiche di procedura sarà eseguita una giunzione di prova (saggio). Il saggio realizzato qualifica, all’interno dei diametri di cui al prospetto della Tabella V, ogni tipo di giunzione testa-a-testa (tubo-tubo, tubo-raccordo, ecc.). Il saggio dovrà essere sottoposto alle seguenti prove non distruttive e distruttive: • esame visivo: nella zona di giunzione non devono essere presenti difetti di dimensioni e frequenza superiori a quanto previsto dalle norme di riferimento contrattualmente applicabili; • esame dimensionale: la larghezza e spessore della fasciatura devono essere conformi ai valori indicati nelle specifiche e/o normative di riferimento contrattualmente applicabili; • durezza Barcol: i valori ottenuti non devono risultare inferiori al 90% della durezza della resina pura completamente polimerizzata dichiarata dal produttore; • resistenza a pressione: la pressione di prova utilizzata deve essere quella prevista dalle condizioni di prova idraulica per il manufatto fabbricato, sulla base delle specifiche e/o normative di riferimento contrattualmente applicabili. L’ottenimento della qualifica di cui al presente paragrafo è subordinato al superamento di tutte le prove sopraelencate. 8.2 Qualifica degli operatori Gli operatori addetti all’esecuzione delle giunzioni devono essere qualificati a cura del costruttore stesso internamente alla propria organizzazione, sulla base di una propria procedura interna; in a sse nza di una procedura interna, potranno essere adottati i criteri riportati nel presente paragrafo come anche quelli previsti da normative di prodotto applicabili allo scopo. In casi specifici, qualora il committente dell’attività di fabbricazione richieda che la qualificazione suddetta sia inoltre certificata da un Ente esterno, esso dovrà essere definito in ambito contrattuale e riconosciuto dalle parti; al termine del processo, l’Ente rilascerà al costruttore un Certificato di Qualificazione degli operatori. Tale qualificazione dovrà essere basata sulla normativa di riferimento e sulle specifiche applicabili su base contrattuale. In assenza dei riferimenti suddetti, gli operatori possono essere qualificati se dimostrano di saper eseguire i procedimenti di cui al punto 8.1 superando le relative prove. Si richiede inoltre di estrarre dal saggio quattro provette trasversali rispetto alla giunzione (quindi orientate parallelamente all’asse del saggio) e poste in punti diametralmente opposti della circonferenza. Su tali provette deve essere eseguito un esame visivo, volto alla ricerca di eventuali imperfezioni non rilevabili superficialmente; quindi, deve essere eseguita una prova di calcinazione (ash test) in accordo a normativa e/o specifiche tecniche contrattualmente applicabili per verificare l’effettivo contenuto percentuale in resina. L’ottenimento della qualifica di cui al presente paragrafo è subordinato al superamento di tutte le prove previste. Nel caso in cui la qualifica abbia dato esito positivo, l’Ente incaricato delle attività di qualificazione rilascia al costruttore un Certificato di qualifica dell’operatore. 9. Precauzioni e dotazioni di sicurezza I materiali utilizzati sono suscettibili di reazioni chimiche potenzialmente pericolose per la salute e la sicurezza degli operatori. È pertanto assolutamente necessario seguire scrupolosamente le TABELLA V DN saggio di qualifica (mm) Campo DN qualificati (mm) ≤ 80 25 ÷ 80 100 ÷ 300 100 ÷ 300 > 300 350 ÷ 1000 R. Frassine - Criteri generali per l’esecuzione di giunzioni permanenti testa a testa in tubazioni di vetroresina, ecc. istruzioni per l’uso contenute nei documenti di accompagnamento e sinteticamente richiamate dalle presenti istruzioni. La zona di lavoro deve essere inoltre dotata di tutte le attrezzature di sicurezza e dei DPI prescritti dalle vigenti normative di settore e, ove applicabile, al piano di sicurezza del cantiere. Per tutte le altre condizioni si faccia riferimento al sistema qualità vigente e alle prescrizioni del Decreto Legislativo del 9 Aprile 2008 n. 81 e successive modifiche e integrazioni e alle specifiche di sicurezza e di laminazione del fornitore delle tubazioni. 9.1 Conservazione I contenitori delle resine, dei catalizzatori, degli acceleranti e dei solventi impiegati per la pulizia devono essere mantenuti chiusi e conservati separati tra di loro in luogo coperto, fresco e ventilato a temperature non superiori a 25 °C, lontano da fiamme libere o sorgenti di calore. I materiali non devono essere utilizzati oltre la data di scadenza riportata sulla confezione. È necessario tenere conto che, se la temperatura di conservazione è superiore a 25 °C, la vita utile di resine e additivi si riduce. I materiali di rinforzo (tessuti di vetro) devono essere preservati dall’umidità conservandoli in luogo asciutto e proteggendoli nei propri imballi sigillati. 9.2 Prescrizioni e dotazioni di sicurezza La zona di lavoro deve essere sgombra, pulita e possibilmente protetta dagli agenti atmosferici (sole, vento e pioggia) e provvista di adeguata ventilazione. La temperatura non deve essere inferiore a 5 °C o superiore a 40 °C. In nessun caso si dovranno avvicinare fiamme libere o fumare nella zona di lavoro. Particolare cura deve essere posta durante la manipolazione dei catalizzatori, che possono reagire violentemente con sostanze accidentalmente presenti nella zona di lavoro come ruggine, ceneri metalliche o materiali combustibili (carta, cartoni, ecc.). Non mescolare mai acceleranti e catalizzatori tra loro: si potrebbero avere fenomeni esplosivi o fortemente ossidativi (combustioni). Gli operatori devono avere a disposizione i necessari dispositivi di protezione individuale (guanti, occhiali e mascherina) e utilizzarli secondo prescrizione. Nella zona di lavoro devono inoltre essere disponibili estintori a CO2, sc h iuma o polvere (in pres enza di impianti elettrici sotto tensione) da utilizzare in caso di incendio oltre a contenitori, segatura e/o stracci a perdere per contenere eventuali sversamenti di resina. Eventuali residui di resina catalizzata possono sviluppare calore e fumi nocivi. I loro contenitori non devono essere coperti ma, ove possibile, svuotati prima dell’indurimento della resina. 9.3 Condotta in caso di incidenti Evitare di portare le mani sporche agli occhi: in caso di contatto accidentale lavare immediatamente e abbondantemente con acqua ed eventualmente con una soluzione disinfettante (2% di acido borico o 5% di acido ascorbico). Nei casi più gravi consultare un medico. In caso di contatto della pelle con le sostanze impiegate lavare abbondantemente con acqua e sapone. In caso di eccessiva inalazione di vapori condurre la persona all’esterno o in un ambiente con aria fresca. Nei casi più gravi consultare un medico. Fondata nel 2005, Assocompositi è l’Associazione che tutela e promuove l’industria dei materiali compositi allo scopo di favorire lo sviluppo di tutte le potenzialità tecniche ed economiche di questi materiali. È finanziata con il contributo della quote di iscrizione delle aziende associate e si avvale della collaborazione di docenti universitari e di professionisti. Assocompositi è oggi l’Associazione di riferimento del settore dei materiali compositi in Italia: raggruppa più di 50 Aziende ed Enti di ricerca distribuiti sul territorio nazionale e svolge attività di promozione della cultura dei compositi e, grazie all’adesione a Federazione Gomma Plastica, di tutela del mercato e di rapporti con le istituzioni. L’Associazione organizza con continuità convegni, corsi di formazione, partecipa alle principali fiere di settore, pubblica documenti tecnici e prende parte a tavoli normativi. Roberto FRASSINE, nato a Brescia il 12 Agosto 1958, si laurea in Ingegneria Chimica presso il Politecnico di Milano nel 1984. Dottore di Ricerca in Ingegneria dei Materiali presso il Politecnico di Milano nel 1988 (Tesi: “Viscoelasticità e Frattura nei Materiali Polimerici: studio di criteri di cedimento trasferibili alla progettazione di manufatti”, Tutor: Prof. A. Pavan), dagli anni Novanta svolge varie attività di formazione come assistente di Materiali macromolecolari presso il Dipartimento di Chimica Industriale e Ingegneria Chimica del Politecnico di Milano e come professore associato di Materiali polimerici e compositi presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Ferrara. Dal 2000 è professore associato e successivamente ordinario di Materiali Polimerici e materiali compositi presso il Dipartimento di Chimica Industriale e Ingegneria Chimica del Politecnico di Milano. Ha al suo attivo più di 50 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali ed è co-autore di 5 libri tecnici. È presidente dell’Associazione industriale italiana dei materiali compositi (Assocompositi) dal 2005. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 345 “Cerchiamo di rendere migliore il vostro lavoro e la vostra vita.” DELVIGO COMMERCIALE Supporti ceramici per la saldatura MATAIR Forni, aspirazione e riciclaggio dei flussi CETh, trattamenti termici DELVIGO COMMERCIALE Loc. Cerri, 19020 Ceparana di Follo SP Tel. 0187931202 fax 0187939094 e-mail [email protected] www.delvigo.com Il Dau: una unità di misura dell’efficienza di processo nel taglio, saldatura e microforatura a laser - 2ª Parte La microforatura a laser e le sue applicazioni industriali G. Daurelio * Sommario / Summary Molti metalli, leghe e acciai sono frequentemente utilizzati nelle PMI (Piccole Medie Imprese), così come in molte grandi industrie. Tra questi, 25 materiali sono stati selezionati per questo lavoro sperimentale. Gli obiettivi principali di questo lavoro sono stati: * Sottoporre ogni materiale a misure di riflettività (assorbimento), ottenendo degli spettri di riflettanza nell’intervallo 2500-300 nm. Così molti spettri sono stati registrati da un Cary UV-VIS-NIR 5 (Varian) spettrofotometro, utilizzando una velocità di scansione di 600.00 nm / min, un intervallo di dati di 1000 nm e il tempo medio di 0.1 s. Usando la stessa tecnica, nel range ristretto da 300 a 1200 nm, sono stati ottenuti spettri molto più precisi. Inoltre, alcuni metalli e leghe sono stati anche sottoposti a misure di riflettività sia con superficie lucidata sia con uno strato di ossidazione naturale in aria. Tutti questi risultati sono interessanti e importanti in quanto possono fornire molte informazioni sperimentali sull’assorbimento percentuale di una data lunghezza d’onda di laser specifico per ogni metallo, lega o acciaio. Queste informazioni sono molto utili per molti processi a laser, quali taglio, saldatura, trattamento termico, microforatura e altri ancora. ** Testare e valutare il processo a laser di microforatura, utilizzando un laser a lunghezza d’onda di 532 nm, per l’ottenimento di micro fori (ciechi, passanti, dritti o inclinati) nel range 500 - 25 micron di diametro, con alti valori di aspetto di forma. Many metals, alloys and steels are frequently used in SME (SMall Enterprise) as well as in many big industries. Among * these ones, 25 materials were selected for this experimental work and paper. The main aims of this work were: * To undertake each material to reflectivity (absorption) measures by using a reflectance spectra in the range from 2500 to 300 nm. So many plots were recorded by an UV-VIS-NIR Cary 5 (Varian) spectrophotometer using a scanning rate of 600.00 nm / min, a data interval of 1000 nm and average time of 0.1 s. By using the same technique the restricted range from 300 to 1200 nm were investigated for a close, interesting and precise scanning. Moreover some metals and alloys have been also subjected to reflectivity measures both as polished surface as with a layer of natural oxidation in air. All these results are interesting as they can furnish many experimental information on the per cent absorption of a specific laser wavelength for each chosen metal, alloy or steel. This information is much more useful for many laser material processes such as cutting, welding, heat treating, micro-drilling and others. ** To test and evaluate the laser percussion micro-drilling process by using a 532 nm laser wavelength for obtaining micro-drills (blind drills, passing holes, straight and tilted holes) on the range from 500 to 25 μm diameters with some aspect ratio high values. Keywords: CO2 lasers; drilling; efficiency; laser cutting; laser welding; lasers; mathematical models; units of measurement; YAG lasers. Dipartimento di Fisica - Università e Politecnico di Bari. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 347 G. Daurelio - Il Dau: una unità di misura dell’efficienza di processo nel taglio, saldatura e microforatura a laser - 2ª Parte, ecc. Microlavorazioni (Micromachining) Una recente tendenza della tecnologia e della ricerca scientifica è stata la miniaturizzazione dei dispositivi e dei componenti e la produzione di pezzi ad alta precisione con elevati vincoli geometrici. La necessità di realizzare tali vincoli ha portato ad una maggiore attenzione alle tecniche di microlavorazione. Oggi i sistemi laser svolgono un ruolo chiave nella maggior parte dei processi di microlavorazione grazie alla loro elevata capacità di ottenere accurate microstrutture su molti materiali come metalli, polimeri e compositi. La microlavorazione a laser permette di ottenere strutture con dimensioni dell’ordine dei micron. Essa è eseguita con sistemi laser a impulsi che operano nei regimi del milli (ms -10 -3 s), del micro (μs - 10 -6 s), del nano (ns - 10-9 s), del pico (ps - 10-12 s) e del femto (fs - 10-15 s) secondi. L’emissione del laser pulsato permette un’ablazione del materiale molto rapida con elevate potenze di picco (Pp dal kW, al MW, al GW). La brevità (durata) dell’impulso permette al processo di essere molto localizzato, evitando la conduzione e dissipazione del calore all’interno del pezzo e riducendo così le zone termicamente alterate. Con il decrescere ulteriore della larghezza (durata) dell’impulso si assiste ad un processo con evaporazione del materiale da asportare e il prodotto finale risulta libero da fuso risolidificato. Microprocessi a laser con impulsi ultracorti sono chiamati processi a freddo. I principali processi di microlavorazione a laser sono la microsaldatura, la microforatura e il microtaglio. Uno dei campi principali dell’applicazione delle microlavorazioni laser è la biomedicina. La tessitura e microtessitura a laser (texturing e microtexturing) della superficie di bio-protesi, la produzione di stent cardiovascolari e altre apparecchiature mediche, sono alcuni degli esempi di pezzi ad alta precisione e ad alta qualità, prodotti mediante processi di microlavorazione a laser. La produzione di celle fotovoltaiche è un altro campo in cui il micromachining è il metodo produttivo dominante. L’incisione di diversi strati ad alta precisione viene effettuata mediante numerosi passaggi di micromachining. L’elettronica è un altro campo in cui viene utilizzata la microlavorazione a laser per la produzione di microchip e di complesse microvie sui circuiti. Nelle applicazioni MEMS (Micro ElectroMechanical Systems), dove vengono prodotti microdispositivi, la microlavorazione a laser svolge un ruolo fondamentale. Altri settori emergenti sono l’industria aerospaziale, la microfluidica e la marcatura. Stato dell’arte per il laser micro-drilling In base allo stato dell’arte e a quanto concerne il know-how personale dell’autore del presente lavoro, si rende necessario elencare, riportare e discutere, anche se in modo succinto, quanto in essere per la microforatura a laser. Ciò sarà di grande utilità per la comprensione del perché di certe scelte, del perché di certe sperimentazioni e delle conclusioni finali. Tipologia dei laser per microforatura La tipologia di laser e di lunghezza d’onda del fascio, con cui operare, sono scelte in base alla A% - Assorbimento Superficiale (o R% - Riflettività Superficiale) del materiale, di volta in volta, in uso. Fasci laser a luce verde, per esempio, di un laser a vapori di rame (Cu), possono essere focalizzati in spot molto piccoli, con alte potenze di picco (kW) e alte Repetition Rates (kHz). Detta λ, 532 nm, di adeguata energia per pulso, permette TABELLA I - Diversi tipi di laser sul mercato e loro lunghezze d’onda, più comuni e altre possibili. Laser types Common wavelengths (nm) Excimer 353 Argon Gas 458 - 488 - 514 HPDL - High Power Diode Laser 808 - 810 - 830 - 980 Nd:YAG λ1 1064 λ2 532 λ3 355 Gold Vapour 627 Copper Vapour 510-578 Active Fiber 793 - 915 - 938 - 975 Er:YAG 2940 CO2 10640 348 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Other possible wavelengths (nm) 405 - 442 - 447 - 635 - 640 - 655 - 685 - 690 - 705 730 - 785 - 845 - 885 - 915 - 940 - 965 - 975 - 1450 1470 - 1530 - 1550 - 1700 - 1900 - 1940 G. Daurelio - Il Dau: una unità di misura dell’efficienza di processo nel taglio, saldatura e microforatura a laser - 2ª Parte, ecc. di operare su moltissimi materiali, impiegati nell’industria (engineering materials). Le tipiche alte Potenze di Picco e di Repetition Rate, di un laser a vapori di rame, sono particolarmente adatte per la microforatura di metalli e semiconduttori. I principali vantaggi di detto laser, a confronto con altri tipi, sono: un’alta accuratezza (precisione), un più sottile layer di risolidificazione attorno al foro, l’abilità di forare ad angolazione più bassa (rispetto alla superficie del materiale) e l’assenza di Zona Termicamente Alterata (ZTA). Per detto laser, dei parametri tipici, anche se indicativi, sono: Repetition Rate 7 kHz - Pulse Energy 6 mJ - Pulse Duration 35 ns - Material Removal Rate dell’ordine di 10 -6 mm 3 per impulso (più alto di quanto ottenibile da impulsi di un laser Nd:YAG o ad eccimeri). Per molti anni e ancora tutt’oggi, laser a Nd:YAG impulsati, con potenze medie fino a 400 (500) W, sono stati usati per produrre fori, piuttosto grandi, in alcuni materiali ceramici. Oggigiorno i laser N d :YA G - p om pa t i a di odo l a se r, Q-switched, a λ1, λ2, λ3 (e qualche volta λ 4) - 1064, 532, 355 e 266 nm, offrono una possibile alternativa al più costoso laser a vapori di rame, per molte applicazioni di micro-drilling. A r ig u a r d o d i un l a se r a Nd: YAG, Q-switch, i parametri indicativi per la microforatura sono: Repetition Rate 10 Hz - Pulse Energy 5 ÷ 10 J - Pulse Duration 0.5 ÷ 1.5 ms - Material Removal Rate dell’ordine del mm3 per pulso. Oggigiorno le ampiezze di impulso, disponibili sul mercato, vanno dal ms, al μs, al ns, ps e fs, con sorgenti laser ad array di diodi o a fibra ottica attiva, che possono produrre ed emettere una notevole quantità di λ diverse (Tab. I). Parametri di processo per la microforatura Non esiste una banca dati di processo, ancora oggi, poiché detti parametri dipendono fortemente dalla composizione chimica del materiale, dalle caratteristiche del fascio laser, dal tipo di laser, dal rate di processo richiesto, dalle proprietà termo-fisiche del materiale, dalle proprietà della regione microforata (A.R. e qualità dei bordi), dall’ot- tica di focalizzazione, ecc., ecc. Per A.R. (Aspect Ratio) si intende il rapporto tra la “h” del foro e il ØINPUT. Modo spaziale del fascio laser Un modo s paziale di alta qualità (TEM00) del fascio laser, è essenziale per microforature di precisione. Il contorno di un fascio, a modo spaziale di bassa qualità, contiene energia insufficiente per vaporizzare il materiale (foro) ma energia sufficiente per riscaldare e danneggiare il materiale che circonda il foro (ZTA - Zona Termicamente Alterata). Così laser a vapori di rame, con fasci di alta qualità, possono essere focalizzati in diametri, di spot focale, molto piccoli (D ≈ 10 μm) mentre laser a Nd:YAG, con fasci di buon modo spaziale (vicino al TEM 00), raggiungono spot focali di D ≈ 40 μm. Naturalmente l’uso di λ2, λ3 (o λ4) di un laser Nd:YAG porterebbe a consistenti riduzioni del D dello spot focale. Modo temporale dell’impulso laser Il p rofilo temporale dell’impuls o dovrebbe essere possibilmente “squadrato”, per evitare, attorno al foro, effetti di riscaldamento (ZTA) da parte delle “code” del profilo. Impulsi corti (brevi) inducono la superficie del materiale a raggiungere rapidamente la vaporizzazione, riducendo la quantità di materiale fuso generato che risolidificherebbe attorno al foro prodotto. Dimensioni spot focale Per un laser a Nd:YAG, le dimensioni dello spot focale sono ridotte a circa D = 40 μm, la geometria dell’impulso è c ontrollabile, le potenze di picco raggiungibili sono alte e l’assorbimento da parte del plasma di queste λ1, λ2, λ3 (o λ 4 ) è molto basso. La λ 355 nm (λ 3 ) risulta molto indicata per microforare polimeri mentre la λ 266 nm (λ4) viene applicata sempre ai polimeri ma con alti valori di Repetition Rates e altissima qualità dei fori (A.R. e contorno fori). Tutto quanto sopra, valido per un laser Nd:YAG, non è possibile per un laser Nd:Vetro, poiché quest’ultimo non è capace di produrre alte Repetition Rates anche se può produrre fori di buona qualità (A.R. e contorno fori) a bassi valori di Removal Rates (mm 3 /m’). Laser a CO 2, di bassa e media potenza (fino a 500-1000 W), sono anche usati nella microforatura, in pulsed or superpulsed. Il grosso problema fondamentale è la dimensione dello spot focale, per detta λ 10.6 μm, molto alta, perciò non può competere, tantomeno essere confrontabile, con altre λ di altri laser, per ottenere dei micro fori. I laser a CO 2 sono impiegati per fori da 1 mm in su, a bassa tolleranza e bassa precisione richiesta, in tempi ridottissimi ma con un occhio sempre vigile allo stress termico indotto e alle possibili microcricche. Ottiche e lunghezza focale Un’ottica, a lunga lunghezza focale, produce un foro affusolato, con un alto valore di A.R., in virtù della convergenza del fascio e dei bassi angoli di divergenza (s opra e s o t t o i l p i a n o focale). U na lente a fo c a l e l u n g a produce una profondità di fuoco (zona nella quale la dens ità d i p o t e n z a massima o di energia massima rimane costante) molto più ampia rispetto a quella che è prodotta da un’ottica a focale più corta. Ciò fa sì che un’alta densità di potenza possa essere mantenuta entro uno spessore più ampio di materiale. Al contempo, è da sottolineare che il diametro dello spot focale, ottenuto con una lente a focale lunga, è più ampio di quello prodotto da una lente a focale corta; ciò comporta una riduzione della dens ità d i p o t e n z a (energia) massima superficiale. Perciò una lunghezza focale giusta è scelta sulla base dello spessore del materiale, dell’ A.R. e del diametro del foro che si vuole ottenere. Posizione relativa del piano focale Il piano focale è normalmente posizionato esattamente sulla superficie del materiale, in modo da assicurare la mas s ima dens ità di pot e n z a ( o d i energia) all’inizio del processo di foratura. Fori poco profondi e di grande dia- Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 349 G. Daurelio - Il Dau: una unità di misura dell’efficienza di processo nel taglio, saldatura e microforatura a laser - 2ª Parte, ecc. metro sono prodotti, se il piano focale è posizionato parecchio (anche pochi mm) al di sopra della superficie del materiale. Buchi conici, meno profondi, sono prodotti se lo stesso piano focale giace sotto la superficie del materiale. Se il piano focale di un’ottica, a corta lunghezza focale, è posto sulla superficie del materiale è possibile che ci si producano fori, a conicità negativa (più ampi sotto e più stretti sopra). Come per la lunghezza focale di un’ottica, la posizione relativa del piano focale è determinata dallo spessore del materiale, dall’ A.R. atteso e dall’angolo di convergenza del fascio laser. Il piano focale deve essere mosso lungo l’asse Z, cioè sullo stesso asse di provenienza del fascio laser. Gas di copertura o assistenza Nella maggioranza dei casi la foratura avviene in aria libera. In molti altri usi, dei gas sono usati per proteggere l’ottica di focalizzazione (lente convergente in BK7 con o senza coating antiriflesso, oppure lente convergente e antistante il vetrino di protezione - finestra in BK7). Detti gas incrementano anche il Processing Rate (mm 3 /m’) con due funzioni diverse: • spazzando via il fuso fuoriuscito dal foro; • prevenendo l’espansione del plasma, nella direzione di provenienza del fascio laser, che altrimenti assorbirebbe energia e modificherebbe leggermente la direzione di uscita dello stesso fascio per incremento dell’in- dice di rifrazione di un plasma più denso. Generalmente il gas impiegato è N2 o Ar, che previene eventuali reazioni di ossidazione del materiale con l’aria (O 2 ) ambiente. Quando la tolleranza, qualità e precisione del foro non devono essere al massimo, aria compressa o ossigeno possono essere impiegati; in detta eventualità, la possibile reazione esotermica che si instaura può anche facilitare il foro e incrementare il Processing Rate (mm3/m’). Qualunque gas è incanalato e fornito sul punto necessario tramite un ugello con foro di uscita, generalmente di 0.8 ÷ 1.2 mm. La velocità di flusso può essere subsonica o ipersonica se la pressione del gas è al di sopra dei 2 ÷ 2.2 bar. In genere si adottano pressioni (P) dai 4 ai 6 bar nel processo di microforatura a laser. Sezione longitudinale dei fori La tendenza è sempre ad avere sezione conica (prevalente) o tronco-conica, specie su spessori elevati del corpo da forare e/o nel caso di alti valori di A.R. e/o nel caso di fori ciechi. Tale difetto, non completamente eliminabile, può essere attenuato con l’impiego di laser a struttura modale “monomodo” (ad e se m p io un TEM 00 ) e con elevate pot e nze di picco. A nalogo, s e non migliore risultato, può essere ottenuto impiegando esclusivamente la tecnica di Optical Trepanning o, ancora meglio, quella di Optical Helical Trepanning (Figg. 1, 1A e 1B). Percussion drilling Single pulse More pulses Trepanning Mechanical trepanning Optical trepanning Annular laser beam Single pulse Range di foratura (diametri o raggi) 1. Foratura con ampio raggio r > 5 mm. 2. Foratura con r orientativamente compreso tra 1 e 5 mm. 3. Foratura con diametri compresi tra 0.5 e 1 mm. 4. F oratura con diametri t r a 2 0 e 500 μm. Nel 1° range ci si avvale della stessa testa di taglio del laser, movimentazione da CNC e assi X-Y-Z-W, lungo la circonferenza del foro da praticare. Tecnica questa a pezzo in movimento e fascio laser fisso. Questa è applicabile per pezzi non ingombranti, leggeri e con fori da produrre, a precisione e tolleranze dimensionali non eccellenti. Quando i pezzi da forare risultano ingombranti e/o pesanti e/o si desidera una precisione e tolleranza dimens ionale d i v a l o r e elevato, si procede con due possibili tecniche, quella a pezzo fermo e testa laser in movimento oppure, ancora meglio, con una “testa trapanante” (Optical Trepanning). Con questa ultima, il fascio focalizzato viene fatto ruotare, perpendicolarmente al piano di lavoro, sempre in pos izione parallela a sé st e sso , con l’uso di una lente convergente, mos s a con movimento ecc e n t r i c o rispetto al suo asse ottico. Il punto focale descrive una circonferenza di raggio r, pari all’eccentricità. Il tutto è gestito da CNC o PC. Si possono usare fasci laser in continuo (CW) o in impulsato (per il 1° range), meglio solo in impulsato per il 2° range. Nel 2° range è preferibile l’uso esclusivo del processo trepanning (a testa rotante). Percussion Trepanning Helical drilling Laser-micro machining Precision Figura 1 - Schematismo dei diversi processi di microforatura a laser (Percussion Drilling and Trepanning). 350 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Figura 1A - Differenti tecniche di microforatura (Friedrich Dausinger, 2000). G. Daurelio - Il Dau: una unità di misura dell’efficienza di processo nel taglio, saldatura e microforatura a laser - 2ª Parte, ecc. S1 IPS Galvanometer IBD a1 - a2 ρ Laser beam D Mirror 2 SL Mirror 1 Mirror 2 BFL a2 EFL BFL SL IBD IPS D FFL ρ Mirror 1 M2L Galvanometer FFL Effective Focal Length Back Focal Length Scan Length Input Beam Diameter Image Spot Size Assembly Diameter Flange Focal Length Scan Angle (±) F-Theta lens Scan lens (f-Theta lens) F Y Theta Workpiece X CVI Melles Griot and Auburn SeeWolf, LLC Sintec Optronics Pte Ltd Figura 1B - Schematismo di funzionamento e visualizzazione di una lente F-Theta. Nel 3° e 4° range, si utilizza la tecnica di microforatura diretta con fascio laser a singolo impulso (single shot) o a treno di impulsi (percussion drilling), (Figg. 1, 1A e 1B). In quest’ultima figura è riportato lo schematismo, il principio di funzionamento, i 2 galvanometri ottici oscillanti (galvo), la lente a 2 elementi ottici, F-Theta, che permettono di ottenere fori di precisione, a profilo pressoché cilindrico, con imposizione del diametro geometrico del foro da ottenere, direttamente da software e da PC, come se si trattasse di micro-marcatura (incisione) profonda a laser. A parere dell’autore si possono ulteriormente distinguere i seguenti range: A. Fori a D ≈ 10 ÷ 50 μm B. Fori a D ≈ 50 ÷ 100 μm C. Fori a D ≈ 100 ÷ 300 μm D. Fori a D ≈ 300 ÷ 500 μm Quelli, di cui in A, sono i più difficili da realizzare, anche se non impossibili, impiegando laser ad eccimeri (nell’UV), laser a vapori di rame (λ2 532 nm) o laser a Nd:YAG (λ 2 532 nm o meglio λ 3 355 nm o λ 4 266 nm), esclusivamente con fasci a struttura monomodale (TEM 00). I fori, di cui in B, sono di minore difficoltà rispetto ad A, ma i laser da usare possono essere sia quelli a vapori di rame sia quelli a Nd:YAG λ1, λ2, λ3 non consigliabile, λ 4 inutile, con esclusivo uso di fasci a struttura monomodale. I fori, di cui in C, sono di media difficoltà rispetto ai precedenti A e B; i laser da impiegare possono essere a vapori di r a me o p p u r e a Nd: YAG λ 1 , λ 2 , c on esclusivo uso di fasci a struttura monomodale. Per ultimi, quelli di cui nel range D, sono i più facili da ottenere. I laser da impiegare possono essere sia quelli a vapori di rame (se possibile, ma non strettamente necessario) sia quelli a Nd:YAG λ1, λ2, con fasci laser a struttura anche multimodale. Per tutti i range comunque vale il concetto che l’esecuzione di fori “ciechi” è molto più difficile che eseguire fori “passanti”, allorquando sia necessario ottenere fori a diametro e profondità, predeterminati e correlati tra loro, regolari, ripetibili e controllabili. In questo ultimo caso l’uso di laser ad eccimeri (nell’UV) o di laser a Nd:YAG in λ 3 o meglio λ 4 (355 o 266 nm) è pressoché imposto. Si può anche operare, con laser Nd:YAG o di altro tipo, con impulsi che vanno dal ms, al μs, al ns, ps e fs, con sorgenti laser ad array di diodi o a fibra ottica attiva, che possono produrre ed emettere una notevole quantità di λ diverse (Tab. I). Range di foratura (profondità) Generalmente è possibile aumentare la profondità di un foro con 3 possibili vie: • a singolo impulso, incrementando l’energia per pulso; • a singolo impulso, aumentando di molto la potenza di picco (> 20 kW); • a treno di impulsi (percussion drilling), aumentando il numero di impulsi. Tenendo presente che: • P otenze di picco oltre i 20 kW, instaurando una specie di guida d’onda nel foro (riflessioni multiple sulle superfici interne del foro), permettono di ottenere micro fori a meno conicità e maggiori “h” di foratura. Ciò è evidentemente legato alla durata dell’impulso laser; così ad esempio, un impulso da 50 ns, da 50 μs o da 500 μs condurranno a profondità molto diverse. In genere la durata dell’impulso è mantenuta al di sotto di 1 ms, anche se durate di qualche decina di μs (10 ÷ 50 o 100 μs) hanno dato in molti casi buoni risultati. • A proposito del treno di impulsi, aumentando il numero di impulsi, la profondità del foro si incrementa, ma ciò non avviene all’infinito, poiché oltre qualche decin a d i i m p u l si (30÷50) il processo sembra saturare e non si ha più alcun incremento. • L’uso di un ugello e gas di assistenza, in genere, incrementano la “h” di foratura ma, per giungere a tale risultato, occorre sperimentare, caso per caso, in base al materiale in essere e determinare quali siano i parametri ottimali da applicare (Φout, pressione gas , flus s o, velocità d i f l u sso , distanza tra ugello e materiale). Efficienza del processo di microforatura L’energia laser, inviata al pezzo da forare, non è completamente utilizzata dal materiale in questione poiché una parte di essa viene spesa nella vaporizzazione di una ridottissima quantità super- Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 351 G. Daurelio - Il Dau: una unità di misura dell’efficienza di processo nel taglio, saldatura e microforatura a laser - 2ª Parte, ecc. ficiale di materiale insieme alla ionizzazione dell’aria ambiente (o gas di assistenza), producendo così un cosiddetto plasma, che sovrasta il punto di interazione laser-materia (foro). Una frazione di questa energia laser, assorbita dal plasma, può essere re-irradiata sulle pareti della cavità-foro, incrementando l’efficienza del processo. Se però la formazione di plasma è eccessiva, l’energia assorbita dallo stesso per auto-sostenersi diventa una frazione molto grande; inoltre, scatterando la rimanente energia in molte direzioni, riduce così l’efficienza globale del processo. Un p r o c e s s o d i mi c rofora t ura c on buona/alta efficienza richiede che la formazione di plasma sia in qualche modo e con qualche tecnica controllata e limitata. Quattro sono le tecniche pratiche per effettuare il micro-drilling: Direct Micro-drilling, Percussion Drilling, Optical Trepanning e Optical Helical Trepanning (Figg. 1, 1A e 1B). • 1ª tecnica: prevede l’uso di fasci laser a single shot. Ciascun foro è ottenuto con singolo impulso, tipicamente con una energia associata di decine di Joule (J) e una durata dell’ordine dei millisecondi (ms) o microsecondi (μs) . Poiché si produce una non trascurabile quantità di materiale fuso e vaporizzato, è più difficile ottenere dei micro fori a dimensione esatta e prefissata, a bassa tolleranza dimensionale (± 10%), nonché ridotto materiale rifuso e risolidificato, attorno ai bordi superficiali del foro. Il diametro del foro è determinato principalmente dai profili (modi) spaziali e temporali dell’impulso laser, dalle dimensioni dello spot laser (focalizzato o non) e dal materiale (con le sue proprietà termo-fisiche). La profondità dei fori è nel range 0.2 ÷ 1.5 mm. • 2ª tecnica: è quella più comunemente imp ie g a ta . U t i l i z z a un t re no di impulsi laser (percussion drilling), a p iù b a s s a e n ergi a (pe r si ngol o impulso) rispetto a quella impiegata nella 1ª tecnica. Al fine della efficienza di processo, se si desiderano ottenere micro fori, di più grande profondità, l’uso della tecnica di “Percussion Drilling”, rispetto a quella “a singolo impulso (single shot)” con un più alto valore di energia per pulso, risulterà più effi- 352 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 ciente, poiché gli “effetti di schermatura del plasma” sono ridotti. Ciò farà ottenere fori più “regolari”, con meno rastremazione, sebbene il Removal Rate (mm3/m’) per il Percussion Drilling può risultare di più basso valore . Ciò consente di limitare la quantità di materiale fuso e vaporizzato, prodotto nel processo di microforatura, permettendo così di ottenere delle migliori e più basse tolleranze dimensionali. I diametri ottenibili sono nel ra nge da 20 a 800 (1000) μ m, a seconda del tipo di laser e dell’ottica impiegata, ma sempre più grandi dello spot focale del fascio laser. Il layer di materiale rifuso e risolidificato è tipicamente minore di 100 μm (di spessore) e le tolleranze dimensiona l i ottenibili s ono dell’ordine di ± 5% con Aspect Ratio (A.R. rapporto di forma o aspetto di forma) che può anche raggiungere il valore di 30 (50). Si possono eseguire fori di profondità fino a 25 mm (segnalati in pochissimi e rari casi). • 3ª tecnica: è impiegata con l’uso di un fascio laser focalizzato, che è movimentato sul pezzo tramite una testa a lente rotante, fuori asse ottico del fascio laser, così da produrre un contorno circolare. Analogo, se non migliore risultato, può essere ottenuto impiegando esclusivamente la tecnica di Optical Trepanning con laser Nd:YAG o di altro tipo, con impulsi che vanno dal ms, al μs, al ns, ps e fs, con sorgenti laser ad array di diodi o a fibra ottica attiva, che possono produrre ed emettere una notevole quantità di λ diverse (Tab. I e Figg. 1, 1A e 1B). Possono essere eseguite produzioni di piccolissimi lotti o di grandi lotti, entrambi di buona fattibilità economica, su componenti a geometria complessa, in un range ampio di forme, in cicli produttivi e celle flessibili di produzione. Poiché il processo a laser è di tipo “senza contatto”, cioè elimina sia il problema dell’usura utensile che di una possibile contaminazione del forato ad opera dell’utensile stesso, per sfregamento. Il processo è spessissimo svolto in “aria libera”, focalizzando il fascio sul pezzo. Il rate di processo è spesso misurato in mm 3 /m’, definendo il volume di materiale rimosso nell’unità di tempo. Per incrementare detto rate, spesso è usato un ugello e relativo gas di assistenza (simili a quelli per il taglio laser). A ncora più alti P rocess R a t e s possono essere ottenuti adottando una qualche automazione, sia di processo che di carico/scarico prodotto, come anche con una implementazione a stazione multipla di lavoro, del tipo a “Energy Sharing” o “Time Sharing” del fascio laser, diviso in n fasci (n = numero delle work-stations). • 4ª tecnica: quest’ultima, Optical H elical Trepanning s im i l e a l l a Optical Trepanning, richiede in più lo spostamento micrometrico del fuoco ottico (o del pezzo, nel caso di pezzo in movimento) verso il basso, all’interno del pezzo stesso, operando come un carotaggio di struttura geologica, a geometria cilindrica. Fattori di forma o rapporto di forma (A.R. - Aspect Ratio) È il rapporto tra spessore del componente (da forare) e il diametro del foro da eseguire. Ciò nel caso di fori passanti. Per i fori ciechi, è il rapporto tra la profondità del foro e il diametro del foro stesso. Il valore di A.R., adimensionale, di solito è: • Molto basso (A.R. ≤ 1) per Φ tra 500 e 300 μm e “h” foro tra 0.1 ÷ 0.3 mm • Basso (1 < A.R. < 5) per Φ tra 300 e 100 e “h” foro < 1 mm (0.4 ÷ 0.9) mm • Alto (5 < A.R. < 20) per Φ tra 100 e 50 μm e “h” foro ≤ 1 mm (0.5 ÷ 1) mm • Molto alto (20 < A.R.< 50) per Φ tra 100 e 10 μm e “h” foro 0.5 ÷ 3 mm. Quanto sopra è puramente indicativo, poiché dipende da moltissimi fattori quali: tipo di laser, tipo di λ, struttura modale del fascio, potenza di picco, singolo impulso o treno di impulsi, energia per impulso, repetition rate, durata dell’impulso (ms, μs, ns, ps, fs 10 -3 s, 10 -6 s, 10 -9 s, 10 -12 s, 10 -15 s), in aria libera o con ugello e gas di assistenza, nonché dalle caratteristiche termo-fisiche del materiale. La geometria del foro è quasi sempre a cono, tronco di cono, in pochissimi casi a cilindro. Ciò condiziona molto l’ottenimento di fori con alto A.R., con piccoli diametri e G. Daurelio - Il Dau: una unità di misura dell’efficienza di processo nel taglio, saldatura e microforatura a laser - 2ª Parte, ecc. buona qualità delle superfici interne al foro, proprio a causa della conicità del micro foro. La qualità stessa del foro decresce vs. lo spessore del materiale da forare, con un decremento ulteriore se il materiale è ad alta o altissima conducibilità sia termica che elettrica. Per ultimo non va trascurata la possibile presenza di microcricche che possono essere presenti sotto il materiale fuso e risolidificato, presente tutt’intorno al contorno del foro. Difettosità dei fori Un basso A.R. (Aspect Ratio) è il risultato di una insufficiente densità di potenza, per iniziare la vaporizzazione, o un insufficiente flusso di gas (di assistenza) per allontanare il fuso, man mano prodotto e fuoriuscito. Una superficie rozza può formarsi all’ingresso di un foro “cieco” se è stata impiegata una insufficiente energia per pulso oppure se il gas di assistenza è capace di espellere completamente il materiale fuso, prodotto. A riguardo delle cricche e microcricche, le prime possono essere associate (su macroscala) a velocità di solidificazione e raffreddamento molto alte. Le seconde, generalmente, dovute al layer (circostante i contorni del foro), fuso e risolidificato, possono essere superficiali e/o interne e possono essere sedi di innesco di cricche a fatica. A riguardo della forma geometrica del foro, si veda il paragrafo “Posizione relativa del piano focale”. In genere, i fori prodotti non presentano una geometria superficiale, in ingresso e talvolta anche in uscita, assimilabile ad un cerchio. In tal caso si definisce anche il parametro ellitticità del foro, come valore medio di 2 misure effettuate, a 90° tra loro (come se fossero l’asse min o r e e ma ggi ore di un i pot e t i c o ellisse). Microforature di ceramiche Le ceramiche, insieme ai vetrosi, sono i materiali più difficili da lavorare con sorgenti laser. I problemi maggiori sono: • microcricche, • formazione superficiale, intorno all’ingresso del foro, di una struttura a “bocca di campana” sui micro fori. In assenza di altre alternative, con processi, cosiddetti convenzionali, per materiali duri ed extra-duri (Hard Ceramics) e/o per l’ottenimento di micro fori molto piccoli, l’uso del laser può essere una valida soluzione. In generale divers i tipi di las er s i possono prestare a detto uso, purché le durate dell’impulso siano basse, le potenze di picco siano alte, le densità di energia siano alte e la Repetition Rate assuma un basso valore; il tutto chiaramente in relazione stretta con il tipo di laser ed il materiale da microforare. A riguardo dei materiali ceramici, ceramici avanzati, ceramici strutturali e vetrosi (Allumina, Si 3 N 4 , Cordierite, Silica, Glass, Quartz, Diamond) molti lavori scientifici e relativi dati sono disponibili in letteratura scientifica, a riguardo della microforatura a laser. Per il SiC sinterizzato e non, ancor più per il tipo Green, pochissimo o nulla è reperibile. Limiti e pregi della tecnologia di microforatura a laser Essenzialmente i limiti nell’uso del laser in microforatura sono da addebitare alle seguenti considerazioni: • limitata profondità di penetrazione (“h” del foro); • alto costo delle sorgenti e sistemi di microforatura a laser, a confronto con le altre tecniche “convenzionali” EDM (Electro Discharge Machining), ECM (Electro Chemical Machining), ECD (Electro Chemical Drilling), in competizione con il laser; • personale addetto, di adeguata professionalità; • ricondensazione e risolidificazione del materiale fuso ed espulso dal micro foro. Il bordo (contorno del foro) tende a non es s ere netto e pulito, rispetto alla superficie circostante; nella maggioranza dei casi, si rende necessario una successiva asportazione di detto materiale, in modo da ottenere una più corretta calibrazione del foro ottenuto. I pregi di detta tecnica a laser possono essere così riassunti: la più rimarchevole caratteristica della microforatura a laser è l’abilità e la possibilità di poter microforare materiali indipendentemente dalle loro caratteristiche termo-fisiche e fisiche (durezza, fragilità, alta temperatura di fusione, ecc…). Così possono essere facilmente microforati materiali extra-duri, extra-fragili, conduttori, isolanti termicamente ed elettricamente, s emiconduttori, come i m a t e r i a l i morbidi, soffici, deformabili, infrangibili, buoni e buonissimi conduttori di calore ed elettricità. Il processo di microforatura a laser è caratterizzato dalla necessità di un basso apporto di energia (input) in ingresso e ciò si traduce nella possibilità di microforare componenti piccolissimi e di elevata precisione, con ridottissima distorsione e alterazione (chimicotermico-strutturale) del materiale circostante il micro foro. Possono essere eseguite produzioni di piccolis s imi lotti o d i g r a n d i lotti, entrambi di buona fattibilità economica, su componenti a geometria complessa, in un range ampio di forme, in cicli produttivi e celle flessibili di produzione. P oiché il proces s o a lase r è d i t i p o “senza contatto”, elimina sia il problema dell’usura utensile che di una possibile contaminazione del forato ad opera dell’utensile stesso, per sfregamento. Il processo è spessissimo svolto in “aria libera”, focalizzando il fascio sul pezzo. Il rate di processo è spesso misurato in mm 3/m’, definendo il volume di materiale rimosso nell’unità di tempo. Per incrementare detto rate, spesso è usato un ugello e relativo gas di assistenza (simili a quelli per il taglio laser). Impulsi laser ad altissima (o alta) densità di potenza (dai 10-20 kW in su) sono sufficienti ad indurre un processo di sola vaporizzazione o un processo misto fusione e vaporizzazione del materiale da microforare, generalmente con una elevata qualità dei bordi (contorno) del foro. Applicazioni industriali della microforatura a laser Materiali Acciai al carbonio, acciai inox, alluminio, tungsteno, titanio, tantalio, molibdeno, rame e loro leg h e , I n c o n e l , Kapton, Hastelloy, argento, oro, superleghe, ceramiche strutturali ad uso industriale. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 353 G. Daurelio - Il Dau: una unità di misura dell’efficienza di processo nel taglio, saldatura e microforatura a laser - 2ª Parte, ecc. Alcune applicazioni correnti del laser micro-drilling (microforatura) Esempi di applicazioni 1. Testine per stampanti ink - jet (al pl picolitro). 2. Erogatori plastici delle bombolette spray. 3. Tubi di irrigazione, in polietilene, a singola o doppia camera. 4. Anelli di tenuta per pompe acqua, automobilistiche, navali, civili e industriali. 5. Membrane e sensori di misura di flusso. 6. Sensori di micro-fluidica. 7. Cateteri in silicone. 8. Carta per sigarette. 9. Pale di turbine dei motori di aerei. 10. Gioielleria e orologeria (diamanti e rubini). 11. Parti della camera di combustione di turbine. 12. Ba s ette ceramiche di Al 2 O 3 (allumina) per elettronica e micro-elettronica. 13. Diamanti per trafile di fili sottilissimi. 14. Cateteri metallici, intravenosi. 15. Tettarelle per neonati. 16. Carta igienica. 17. Rotoli carta Scottex. 18. Bruciatori ad uso industriale e domestico. 19. Ini ettori benzina e diesel. 20. Wafer di silicio in elettronica. 21. Ce ramica in A lN nitruro di alluminio. 22. Ceramica in SiC - carburo di silicio. 23. Setacci industriali di farine e semole per molini e pastifici. 24. Bottoni per indumenti. 25. Pelli, pellami e cuoi. Centro Laser srl - 20020 Magnago (MI) Figura 2 - Microforatura di un ago chirurgico - materiale AISI 316 diametro 40 μm. 26. Circuiti stampati per elettronica e micro-elettronica. 27. Aghi chirurgici. 28. Bigiotteria. 29. Aghi ad uso medicale. (SITEC Laboratorio per le Applicazioni Laser - Dipartimento di Meccanica - Campus Bovisa Sud - via La Masa, 1 - 20156 Milano) (INDUSTRIAL LASER SYSTEMS, LLC-210 William Pitt Way Pittsburgh, PA 15238-USA) (GSI Group, Inc. - GSI Group, Cosford Lane, Swift Valley, Rugby,Warwickshire, CV21 1QN, UK) Figure 3 - 4 - 5 - Microforatura di pale di turbina per motore aeronautico. 354 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 G. Daurelio - Il Dau: una unità di misura dell’efficienza di processo nel taglio, saldatura e microforatura a laser - 2ª Parte, ecc. (Corry Laser Technology , Inc. 1530 Enterprise Road - Corry, PA 16407 - USA) Figura 6 - Microforatura di precisione di un componente di un motore aeronautico, di tipo jet. 30. Aperture per raffreddamento di olio nella costruzione di macchine. 31. Strumenti di misurazione per la fluido - tecnica. 32. Micro - filtri. 33. Valvole con diametro < 1.0 mm per controllo e misurazione di liquidi, gas, ecc. (POTOMAC - Leader in Micro Manufacturing Solutions - 4445 Nicole Drive, Lanham, MD 20706 - USA) Figura 8 - Microforatura di tubi in plastica poliuretanica. (POTOMAC - Leader in Micro Manufacturing Solutions 4445 Nicole Drive, Lanham, MD 20706 - USA) Figura 7 - Microforatura di un foglio o componente in plastica poliammidica (in alto) e di un ago chirurgico (in basso). Si riportano, nelle Figure 2 ÷ 20A, alcuni esempi di applicazione industriale, scientifica, medica - biomedica, del processo di microforatura a laser. (RTM - Vico Canavese - TO - Italia) Figura 9 - Microforatura di acciaio (a sinistra), di un rubino (al centro) e di un laminato di platino (a destra). (INDUSTRIAL LASER SYSTEMS, LLC - 210 William Pitt Way - Pittsburgh, PA 15238 - USA) Figura 10 - Microforatura di valvole (a sinistra), laminati (al centro) e maschere (a destra), tutti in materiale ceramico. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 355 G. Daurelio - Il Dau: una unità di misura dell’efficienza di processo nel taglio, saldatura e microforatura a laser - 2ª Parte, ecc. (Martin Sharp - Photonics in Engineering Research Group General Engineering Research Institute - Liverpool John Moores University) (www.rofin.co.uk - Rofin-Baasel Lasertech Petersbrunner Str. 1b, Starnberg - Germania) Figura 11 - Microforatura di precisione. Figura 12 - Microforatura di precisione su acciaio (in alto), su ceramica allumina (al centro), su iniettori automobilistici (in basso). (Mound Laser & Photonics Center, Inc. 965 Capstone, Suite 308 Miamisburg, OH 45342 - USA) Figura 13 - Microforatura e micromachining di precisione su superlega Hastelloy (a sinistra), titanio (al centro) e acciaio inossidabile (a destra), con un laser al picosecondo (ps). (INDUSTRIAL LASER SYSTEMS, LLC 210 William Pitt Way - Pittsburgh, PA 15238 - USA) Figura 14 - Microforatura di un componente di filtraggio carburante automobilistico (a sinistra), in acciaio inossidabile, spessore 0.95 mm, con fascio laser a singolo impulso, a 120 micro fori/s. Microforatura di una parte di pala di turbina di motore aeronautico (a destra). 356 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 (BEAM Ar-Ge Optic, Laser Technologies Ltd. - beamarge.com - Kocaeli Universitesi Teknopark, D10 Vatan Cad. No: 83, 41275 Yenikoy, Basiskele/Kocaeli/Turkey) Figura 15 - Microforatura di un laminato plastico in policarbonato da 1 mm di spessore (in alto), micro fori da 70 μm di diametro / su un laminato di titanio, da 3 mm di spessore (al centro), micro fori da 200 μm di diametro / micro fori eseguiti su 1 mm di tantalio (in basso a sinistra), da 75 μm di diametro / micro fori su una lastra di ceramica, da spessore 10 mm, con diametro 500 micron (in basso a destra). G. Daurelio - Il Dau: una unità di misura dell’efficienza di processo nel taglio, saldatura e microforatura a laser - 2ª Parte, ecc. Schematismo di un anello in carburo di silicio, sinterizzato, a 5 cerchi concentrici, 1200 micro fori su 5 cerchi concentrici (240 micro fori per cerchio) Schematismo di un anello in carburo di silicio, sinterizzato, con 2 geometrie diverse, a forma alettata, 301 micro fori su 7 alette (43 micro fori per aletta) Particolari sui micro fori, su alette, prima e dopo lappatura metallografica Autori e Inventori designati: G. Daurelio, D. Allegretti, A. Bellosi, G. Chita, F. Guerrini, D. Sciti - Brevetto per Invenzione Industriale dal titolo - “Trattamento superficiale, per mezzo di tecnologia laser, di un anello di tenuta meccanica, in carburo di silicio, per pompe di impiego automobilistico ed industriale e relativo processo di realizzazione”, depositato presso C.C.I.A.A. di Bari in data 10/05/2002, N. Pos. BA2002A000019 - Brevetto n. 0001331977 del 30/01/2006 Ufficio Italiano - Brevetti e Marchi - ROMA. Figura 16 - Microforatura di anelli sinterizzati, in SiC (carburo di silicio), per applicazioni automobilistiche - navali civili ed industriali. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 357 G. Daurelio - Il Dau: una unità di misura dell’efficienza di processo nel taglio, saldatura e microforatura a laser - 2ª Parte, ecc. CNR - IFN (Ist. di Fotonica e Nanotecnologie) - U.O.S. Bari Figura 17 - Microforatura di fogli multistrato rame-Kapton-rame (Spessore 50 μm) - D 50 μm. LIACE - Laser Innovation in Artwork Conservation and Education - Bisceglie (Bari) Figura 20 - Microforatura su carburo di silicio - SiC - sinterizzato, con tecnica Optical Trepanning. CNR - IFN (Ist. di Fotonica e Nanotecnologie) - U.O.S. Bari Figura 18 - Microforatura con diametro < 10 μm su rame (spessore 20 μm). M.T. U. - Meccanotecnica Umbra SpA - Campello sul Clitunno (Perugia) Dip. InterAteneo di Fisica - Università e Politecnico di Bari - Bari LIACE - Laser Innovation in Artwork Conservation and Education - Bisceglie (Bari) CNR - IFN (Ist. di Fotonica e Nanotecnologie) - U.O.S. Bari Figura 19 - Microforatura su AISI 304 (spessore 0.5 mm). 358 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Figura 20A - Microforatura su carburo di silicio - SiC - sinterizzato, con tecnica Percussion Drilling - 1 impulso per foro. Differenti diametri e profondità su micro fori “ciechi”. G. Daurelio - Il Dau: una unità di misura dell’efficienza di processo nel taglio, saldatura e microforatura a laser - 2ª Parte, ecc. Alcuni Centri e Laboratori che operano nel campo delle microlavorazioni in Italia, da Nord a Sud RTM SpA Via Circumvallazione, 10 10011 Agliè (TO) Tel. (0124) 447381 [email protected] - www.rtm.it SITEC Campus Bovisa - Via La Masa, 1 20156 Milano Tel. (02) 23998530 [email protected] www.sitec.mecc.polimi.it Centro Laser srl Via Cristoforo Colombo, 29 20020 Magnago (MI) www.centrolasersrl.com Centro Laser S.c.a r.l. Str. Prov. per Casamassima km 3 70010 Valenzano (BA) Tel. (080) 4674314 www.centro-laser.it LIACE - Laser Innovation in Artwork Conservation and Education ALIL - Apulian Laser Innovation Laboratory Museo Diocesano - Sezione di Bisceglie Largo S. Donato, 5 70052 Bisceglie (BA) Tel. (080) 2378421 www.alil.it - [email protected] [email protected] [email protected] CNR - IFN (Ist. di Fotonica e Nanotecnologie) - U.O.S. Bari c/o Dip. InterAteneo di Fisica Via Amendola, 173 70126 Bari Tel. 080 5442371 [email protected] www.ifn.cnr.it Introduzione I n u n a P M I o i ndust ri a , qua ndo si discute sulla possibilità di introdurre una tecnologia laser per il taglio, saldatura e/o foratura, di materiali diversi, leghe, acciaio e metalli, di solito la scelta di dispositivi laser ricade su un laser a CO2 (a gas) o Nd:YAG (allo stato solido). Oggi esistono molti “database” sui corretti parametri di processo a laser, da impostare ed imporre da CNC o PC (collegato al sistema laser), sia per il taglio che per la saldatura per molti comuni acciai, leghe e metalli versus il loro spessore. Per il primo processo, i database sono molto numerosi e comprendono dati molto utili e molte informazioni tecniche. Per quanto riguarda il secondo processo (saldatura) i database, oggi disponibili per tutte le PMI e l’industria, sono ancora molto pochi, non sono così ricchi di informazioni e dati, riguardanti i parametri di processo, come per il taglio. Per il processo di microforatura, i database non sono attualmente disponibili, in quanto quest’ultimo processo a laser è molto più giovane rispetto ai precedenti. La crescente applicazione, ad opera di PMI o industrie, si è avuta negli ultimi cinque o dieci anni, in Europa. Oggi è possibile microforare a laser utilizzando: laser ad array di diodi laser, laser a fibra attiva, laser a Nd:YAG, laser a Nd:VO4, laser a vapori di rame, laser a vapori di oro, laser ad eccimeri, con la larghezza (durata) di impulso che va dal ms (10-3 s), μs (10-6 s), ns (10-9 s), ps (10-12 s) al fs (10-15 s). Così, alla luce di quanto appena sopra riferito, è molto difficile per una PMI, operante principalmente su lavori di Laser Job Shop (conto terzi), effettuare una scelta corretta per quanto riguarda la sorgente laser ed il sistema, adatto alla microforatura di molti differenti metalli, leghe e acciai. Lo scopo principale di questo lavoro sperimentale è stato quello di trovare qualche nuovo parametro che fornisse una qualche valutazione quantitativa (facile ed immediata) in materia di impiego, corretto o non corretto, di una lunghezza d’onda λ di 532 nm (fascio laser, visibile, a luce verde) per la microforatura di rame Cu, alluminio Al, titanio Ti, tungsteno W e loro leghe, nonché acciaio al carbonio, acciaio inossidabile ed altri, citati nel seguito. Quanto sopra si può individuare nel parametro efficienza di prodotto o di processo ma, prima di far ciò e di parlare di essa, si rendeva necessario ed utile verificare sperimentalmente quanta energia laser, di un dato laser e di una data lunghezza d’onda, fosse realmente e in quale percentuale assorbita, materiale per materiale. Detto parametro, chiamato A% (1-R%), è stato misurato con l’ausilio di uno spettrofotometro. Nonostante oggi si impieghino fasci laser a superimpulsi, di durata strettis- sima, che cercano di rompere la riflettività del materiale, il parametro A% assume ancora un certo peso nello starting di processo versus λ, quindi nella valutazione se un dato processo è meglio eseguirlo con un tipo di laser o con un altro e con una certa λ o con un’altra. Materiali studiati e sperimentati Questo lavoro sperimentale è stata focalizzato su diversi materiali (metalli, leghe, acciai) normalmente impiegati dalle PMI in Italia per il loro uso nel Job Shop (conto terzi). Alla luce di quanto appena sopra citato e anche per alcune particolari richieste, effettuate da PMI o industrie, per quanto riguarda il fabbisogno di microforature laser, i seguenti laminati di Al, Cu e loro leghe sono stati scelti e studiati: • rame, il tipo Cu-DHP, lucido o ossidato (come fornito), 500 e 180 μm di spessore; • Cu lega, bronzo, CuSn7, lucidato, 280 μm di spessore; • Cu lega, ottone, OT67, lucidato, 100 e 50 μm di spessore; • lega di alluminio, Al99 (AA1090), come fornito, 1000, 800, 500, 240 e 70 μm di spessore; • lega di Al, anodizzato nero, 800 μm di spessore; • lega di Al, AA2024, come fornito, 800 μm di spessore; • lega di Al, AA5083, come fornito, 1000 μm di spessore; • lega di Al, AA5754, come fornito, 1000 μm di spessore; • lega di Al, AA6082, come fornito, 1000 μm di spessore; • lega di Al, AA8090, come fornito, 800 μm di spessore; • lega di Ti, Ti 6242 come fornito, 100 μm di spessore; • lega di Ti, Ti β21, come fornito, 100 μm di spessore; • banda s tagnata, co m e f o r n i t o , 150 micron di spessore; • acciaio zincato Zn, come fornito, 500 μm di spessore; • acciaio al carbonio Fe 360, come fornito, 100 μm di spessore; • acciaio al silicio, come fornito, 500 μm di spessore; • AISI 304, acciaio inossidabile austenitico, come fornito, 400 e 500 μm di spessore; Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 359 G. Daurelio - Il Dau: una unità di misura dell’efficienza di processo nel taglio, saldatura e microforatura a laser - 2ª Parte, ecc. • AISI 430, acciaio inossidabile ferritico, come fornito, 40 e 150 μm di spessore; • tungsteno laminato, come fornito, 40 μm di spessore; • carburo di silicio sinterizzato (SiC), 3.6 mm di spessore. picco e di ridottissima durata), con le seguenti caratteristiche: Fre quenze di ripetizione (s ingolo impulso, 2 Hz e 10 Hz) Lente di focalizzazione BK7 - 60 mm FL (lunghezza focale) Lunghezza d’onda λ 2 532 nm (luce ve rde - V IS IBILE) - (P uls e Width) ampiezza impulso 11 ns Energia per impulso E 150 mJ / impulso. 2- della EV Elettronica Valseriana, tipo EV 9000, con le seguenti caratteristiche: 1ª a rmonica lunghezza d’onda λ 1 1064 nm (NIR - Near IR) - vicino infrarosso • Corrente d’impulso 100 A - 320 A regolabile elettronicamente con step da 1 A • Durata d’impulso 0.5 - 25 ms regolabile elettronicamente con step da 0.5 ms • Diametro fascio focalizzato 0.3 - 2.0 mm regolabile elettronicamente con step da 0.1 mm • Sorgente laser Nd:YAG • Lunghezza d’onda 1064 nm - vicino infrarosso - non visibile • Frequenza d’impulso fino a 10 Hz o superiore • Energia per impulso 100 Joule max • Lenti di focalizzazione fascio: in BK7, con focali da 50 - 80 - 100 e 120 mm. Apparato sperimentale Per gli esperimenti due differenti sorg e n ti la s e r ( N d :YAG i n N-Mode o Q-Switch Mode) così come alcune lunghezze d’onda differenti (1064 μm e 532 nm) sono stati utilizzate. I risultati ottenuti sono stati poi confrontati tra loro. Comunque in questo documento sono riportati solo i risultati ottenuti con la lunghezza d’onda del laser di 532 nm. Solo un accenno è riportato nell’impiego della 2ª sorgente (Nd:YAG in N-Mode, al ms, della EV ELETTRONICA VALSERIANA, tipo EV 9000, per la microforatura di carburo di silicio, sinterizzato. I risultati, ottenuti con l’impiego del laser al ns - 1064 μm, riguardano il rame Cu, l’alluminio Al, il titanio Ti, il tungsteno W e loro leghe, nonché l’acciaio al carbonio, l’acciaio inossidabile ed altri, citati appena sopra. Sono state utilizzate n. 2 sorgenti laser Nd:YAG: 1- della QUANTEL, tipo YG 580 Qu e s to la s e r, in Q-Swi t c h Mode (impulsi giganti, ad altissima potenza di Un UV-VIS-NIR Cary 5 (Varian) spettrofotometro, utilizzando una velocità di scansione di 600.00 nm/min, un intervallo di dati di 1000 nm e i l t e m p o medio di 0.1 s è stato impiegato. Una sfera integratrice è stata accoppiata con lo spettrofotometro. Ciascuno dei materiali è stato sottoposto a misure di riflettività (assorbimento), utilizzando spettri di riflettanza nell’intervallo 2500-300 nm. Usando la stessa tecnica, ma in un range ristretto da 300 a 1200 nm, sono stati ottenuti spettri più precisi e più adatti ad una facile comprensione, visibilità e valutazione. I dati sono stati poi trasformati in un formato Excel e tracciati i plots secondo necessità. Assorbimento A% dei 25 materiali Nelle Tabb. II, IIA, IIB e IIC sono riportati i dati numerici, rilevati su ogni materiale nel range da 300 a 1200 nm. Particolare attenzione è stata posta nell’evidenziare i valori alle λ 1064 - 532 355 e 10640 nm. Sono altresì evidenziati i valori max e min, riscontrati su ognuno dei 25 materiali, versus λ. Quanto sopra è stato anche riportato sotto forma grafica nelle Figg. 21 - 27. Poiché sia le tabelle che i grafici sono molto esaustivi, l’autore non crede di dover aggiungere altre parole di commento e valutazione in merito. TABELLA II - Valori numerici di A% (assorbimento superficiale) alle diverse lunghezze d’onda di differenti laser, ottenuti con uno spettrofotometro, con la formula (1 - R%), dove R è la riflettanza superficiale, per diversi materiali. LASER type Laser wavelengths (nm) * Au 925 Ag 800 Cu-DHP Bronze CuSn7 Brass OT 70 Cu Cr black Excimer 353 78 73 90 85 79 98 Argon Gas 458-488-514 72-68-62 62-59-57 92-90-87 75-72-69 76-69-62 98-98-97 HPDL 808-810830-980 47-47-47-26 54-54-53-30 47-47-47-23 45-45-45-25 53-53-53-36 96-96-96-95 λ1 1064 21 24 17 21 31 95 λ2 532 59 55 86 66 59 97 λ3 355 78 73 90 85 79 98 627 46 50 61 44 49 97 Copper Vapour 510-578 62-51 57-52 88-75 69-51 63-53 97-97 Active Fiber 793-915938-975 46-35-31-27 48-43-37-31 46-33-28-24 44-33-30-26 51-43-40-36 97-96-96-95 CO2 Gas 10640 1.7 1.4 1.5 3.9 2.8 Nd:YAG Gold Vapour * Nota: I valori numerici, riportati, sono stati calcolati numericamente dalla formula di DULEY e ARATA (formula 1.12 *았ρ - valid for λ>2μm, where ρ in μΩ*cm). 360 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 G. Daurelio - Il Dau: una unità di misura dell’efficienza di processo nel taglio, saldatura e microforatura a laser - 2ª Parte, ecc. TABELLA II A - Valori numerici di A% (assorbimento superficiale) alle diverse lunghezze d’onda di differenti laser, ottenuti con uno spettrofotometro, con la formula (1 - R%), dove R è la riflettanza superficiale, per diversi materiali. Different Materials - Absorption in % LASER type Laser wavelengths (nm) * Al 99 AA 2024 AA 5083 AA 5383 AA 5754 AA 6061 AA 6082 AA 8090 Excimer 353 60 51 70 71 69 64 63 54 Argon Gas 458-488-514 56-55-54 50-49-49 67-66-65 68-67-66 62-60-59 60-59-58 58-56-55 56-56-57 HPDL 808-810-830-980 55-5555-33 55-5555-33 67-6766-48 63-6363-46 58-5858-38 60-6060-39 59-5959-38 63-6463-45 λ1 1064 27 26 42 40 31 31 33 38 λ2 532 53 48 65 65 58 57 55 57 λ3 355 60 51 70 70 69 64 63 54 Gold Vapour 627 52 47 62 63 55 54 54 58 Copper Vapour 510-578 54-52 59-57 66-63 66-64 58-56 58-55 55-54 56-57 Active Fiber 793-915-938-975 56-4439-34 53-4439-33 65-5753-49 65-5451-46 58-4844-39 59-4844-38 59-4844-39 63-5350-45 CO2 Gas 10640 1.8 2.1 2.7 2.6 Nd:YAG 2.1 * Nota: I valori numerici, riportati, sono stati calcolati numericamente dalla formula di DULEY e ARATA (formula 1.12 *았ρ - valid for λ>2μm, where ρ in μΩ*cm). Figura 21 Figura 22 Figura 23 Figura 24 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 361 G. Daurelio - Il Dau: una unità di misura dell’efficienza di processo nel taglio, saldatura e microforatura a laser - 2ª Parte, ecc. Figura 25 Figura 26 Conclusioni Lo scopo prefisso è stato pienamente centrato, sia per la qualità dei risultati ottenuti che per la quantità degli stessi. Oggi, ognuno di questi 25 materiali, spessissimo utilizzati nel Laser Job S hop, di P M I, ha una s ua c e r t a e d univoca Carta di Identità circa la sua A% versus i diversi tipi di sorgenti laser e le relative lunghezze d’onda λ, quindi si possono trarre delle esatte, anche se non completamente esaustive, valutazioni in merito alla tipologia di laser per un certo materiale e per un certo processo a laser. Conclusioni più dettagliate e più specifi- Figura 27 TABELLA II B - Valori numerici di A% (assorbimento superficiale) alle diverse lunghezze d’onda di differenti laser, ottenuti con uno spettrofotometro, con la formula (1 - R%), dove R è la riflettanza superficiale, per diversi materiali. Different Materials - Absorption in % LASER type Laser wavelengths (nm) * AISI 304 Gloss AISI 304 No Gloss AISI 430 Gloss AISI 430 No Gloss AISI 316 Excimer 353 58 66 64 65 68 Argon Gas 458-488-514 55-54-53 62-61-60 60-60-59 63-62-62 65-64-64 HPDL 808-810-830-980 55-55-55-41 62-62-62-49 60-60-60-46 64-64-64-51 65-65-65-53 λ1 1064 37 46 42 47 50 λ2 532 42 60 59 62 63 λ3 355 71 66 64 65 68 Gold Vapour 627 51 59 58 61 62 Copper Vapour 510-578 53-51 60-59 60-59 62-62 64-62 Active Fiber 793-915-938-975 65-47-44-41 61-56-52-49 61-52-49-46 64-57-54-51 64-58-56-53 CO2 Gas 10.64 µm Nd:YAG * Nota: I valori numerici, riportati, sono stati calcolati numericamente dalla formula di DULEY e ARATA (formula 1.12 *았ρ - valid for λ>2μm, where ρ in μΩ*cm). 362 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 G. Daurelio - Il Dau: una unità di misura dell’efficienza di processo nel taglio, saldatura e microforatura a laser - 2ª Parte, ecc. TABELLA II C - Valori numerici di A% (assorbimento superficiale) alle diverse lunghezze d’onda di differenti laser, ottenuti con uno spettrofotometro, con la formula (1 - R%), dove R è la riflettanza superficiale, per diversi materiali. Different Materials - Absorption in % LASER type Laser wavelengths (nm) * Zn coated steel Tinned steel 20 Mn Cr 5 Low C steel Cr Coated steel 61 47 62 82 77 Excimer 353 Argon Gas 458-488-514 HPDL 808-810-830-980 69-6970-71 49-4949-34 64-6463-50 82-8383-78 λ1 1064 69 31 47 λ2 532 61 41 λ3 355 61 47 Gold Vapour 627 63 Copper Vapour 510-578 Active Fiber 793-915-938-975 CO2 Gas 10.64 µm Nd:YAG Silicon steel without lacquer Silicon Fe 360 B steel with Steel with lacquer calamine 66 95 87 65-65-65 94-92-91 89-89-89 79-79-79 67-6767-54 84-8484-75 91-9191-90 77 69 50 72 89 62 82 75 64 91 89 62 82 77 66 95 87 41 62 81 76 64 88 90 61-62 41-41 62-62 82-82 75-75 65-64 91-89 89-90 69-6969-70 48-4037-34 64-5653-50 83-8180-79 78-7473-71 66-5957-54 85-7977-75 91-9190-90 61-61-61 43-42-41 62-62-62 82-82-82 75-75-75 * * Nota: I valori numerici, riportati, sono stati calcolati numericamente dalla formula di DULEY e ARATA (formula 1.12 *았ρ - valid for λ>2μm, where ρ in μΩ*cm). che, in merito alla microforatura di questi 25 materiali con un fascio laser, saranno riportate nella 3ª ed ultima parte di questo lavoro. Ringraziamenti L’Autore desidera esprimere il suo sentito ringraziamento agli Amici et Colleghi: Dr. Ph.D. R. Comparelli - Chimico Ricercatore Dr. Ph.D. Antonella Regano - Fisico Ricercatore Dr. Ph.D. Edoardo Sabino Andriani Fisico Ricercatore D r. P h . D . D a ni l o Ma ra no - Fi si c o Ricercatore Dr. Ph.D. Marco Pappagallo - Fisico Ricercatore Ing. Guido Cuscela - Ricercatore per le preziose ed indispensabili discussioni, dibattiti, approfondimenti di tipo scientifico-tecnologici, in merito alla tematica del presente lavoro. Giuseppe DAURELIO, diplomato Perito Industriale nel 1968, frequentò e superò il biennio di Ingegneria Elettrotecnica dal 1968 al 1970. Dal 1970 al 1972 vinse una borsa di studio di 24 mesi, in Fisica Applicata, specializzandosi in Laser, Criogenia e Tecniche di Alto Vuoto. Dal 1972 al 1973 espletò il servizio di leva obbligatorio presso la Scuola Trasmissioni in Roma. Dal 1976 al 1980 ha lavorato presso l’Istituto di Tecnologie della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Bari. Dal 1980 al 2004 ha svolto attività di ricerca e sviluppo presso il Centro Laser S.c.r.l. di Valenzano (Bari) mentre dal 2004 al 2007 ha prestato la sua collaborazione presso l’ INFM - Istituto Nazionale per la Fisica della Materia di Genova - UdR di Bari. Ha depositato 6 Brevetti per Invenzione Industriale ed è autore di circa 200 lavori di tipo scientifico-tecnologico di cui circa 150 presentati a Congressi e Convegni nazionali ed internazionali, Riviste scientifiche nazionali ed internazionali. È stato Responsabile Scientifico o di Progetto di numerosi Progetti di Ricerca, sia in ambito nazionale che internazionale (europei). Attualmente lavora presso il Dipartimento InterAteneo di Fisica dell’Università e del Politecnico di Bari nonché presso il Lab. LIACE (Laser Innovation in Artwork Conservation and Education) di Bisceglie (Bari), in qualità di consulente scientifico-tecnologico per il Laser Material Processing, le micro-Lavorazioni a Laser (Micro-Drilling, Micro-Welding, Micro-Joining, Micro-Texturing) nonché il Laser Monumental Cleaning. Professional Membership: A.I.M. - I.I.S. - A.I.Te.M. - E.O.S. - L.I.A. - A.S.M. A.W.S. - E.L.I. - E-mail: [email protected]; [email protected] Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 363 Corso di Qualificazione ad International Welding Specialist ed International Welding Practitioner Genova 2011 - 2012 L’ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA terrà presso la propria sede di Genova, nel periodo Ottobre 2011 ÷ Marzo 2012, un corso di qualificazione per International Welding Specialist/Practitioner, con struttura modulare, condensando le lezioni nell’arco di una settimana al mese. La formula ha riscosso nel tempo il gradimento del pubblico, poiché consente di limitare l’impegno mensile garantendo, al tempo stesso, condizioni ideali all’apprendimento. A partire da questa edizione sarà fornito ad ogni partecipante, oltre al CD-ROM edito in collaborazione con l’UNI contenente una raccolta di oltre 300 norme europee relative alla saldatura (ed alle materie ad essa correlate), il nuovo calibro di Saldatura IIS tipo Bridge Cam, conforme ai requisiti della EN 970. Requisiti di ingresso Per chi desideri accedere alla qualificazione ad: - International / European Welding Specialist, è previsto il possesso di un attestato di scuola professionale ad indirizzo tecnico, conseguito a seguito di un corso della durata minima di due anni, con un’età minima di 20 anni o, in alternativa, un attestato di qualificazione nel settore metalmeccanico rilasciato da Istituti professionali pubblici o privati, con un’età minima di 22 anni (di cui 5 di esperienza industriale) ed a seguito di un esame di ammissione; - International / European Welding Practitioner, è prevista un’età minima di 20 anni (con un esperienza minima di due come saldatore) e: un certificato di saldatore in corso di validità secondo ISO 9606 H-L045 ss nb (in alternativa, EN 287 H-L045 ss nb oppure ASME Code BPV Sezione IX 6G) oppure un certificato per saldatura di lamiere secondo ISO 9606 PE ss nb o PC e PF ss nb. Calendario delle lezioni Il Corso prevede una parte comune ai due percorsi formativi (la parte I, di carattere teorico, e la parte II dedicata all’addestramento pratico); la parte teorica finale (parte III) sarà invece svolta in modo separato per i due percorsi. Le lezioni saranno svolte a tempo pieno secondo il seguente calendario: Parte IWS Parte I Parte II Parte III IWP 10÷14/10/2011 07÷11/11/2011 09÷13/01/2012 07÷10/02/2012 05÷09/03/2012 02÷06/04/2012 19÷23/12/2011 09÷13/01/2012 Orario delle lezioni Il Corso sarà svolto con orario 9:00 ÷ 18:00, ad eccezione delle giornate di Lunedì (orario 14:00 ÷ 18:00) e di Venerdì (orario 9:00 ÷ 13:00), per consentire agli allievi di raggiungere la sede del Corso senza spostamenti festivi. Informazioni Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi all’Istituto Italiano della Saldatura (Lungobisagno Istria 15, 16141 Genova, www.formazionesaldatura.it), Divisione Formazione, al numero 010 8341371 (fax 010 8367780), oppure all’indirizzo di posta elettronica [email protected]. Iscrizioni Le iscrizioni dovranno pervenire entro Venerdì 30 Settembre 2011, utilizzando il modulo di iscrizione riportato in Attività Didattica oppure disponibile sul sito www.formazionesaldatura.it. Dato il limitato numero di posti, costituirà criterio preferenziale la data di iscrizione. Quote di iscrizione La quota di partecipazione al Corso, comprensiva della collana completa delle pubblicazioni e del CD-ROM relativo alle norme, è pari a: - 4.500,00 € (+ IVA) per i Welding Specialist - 3.150,00 € (+ IVA) per i Welding Practitioner da corrispondersi mediante bonifico bancario c/c 64500, Cassa Risparmio Alessandria ABI 06075 CAB 01400 CIN G IBAN IT72G0607501400000000064500, intestato all’Istituto Italiano della Saldatura. Gli effetti del degrado da fatica e corrosione sui ponti ferroviari in carpenteria metallica: un approccio integrato per la valutazione della vita residua (°) R. Landolfo * L. Cascini * M. D’Aniello * F. Portioli * Sommario / Summary Ad oggi la gran parte dei ponti ferroviari chiodati in carpenteria metallica presenta un avanzato stato di degrado, principalmente dovuto a problemi di fatica e corrosione. In virtù dell’importanza strategica che rivestono tali strutture nell’ambito della rete ferroviaria nazionale, la valutazione della durabilità di tali manufatti rappresenta una questione prioritaria. Alla luce di tali considerazioni, lo studio presentato in questa memoria illustra l’applicazione di una procedura integrata per la valutazione della vita residua che si basa sul degrado da fatica e da corrosione. Nowadays, a large number of metal riveted railway bridges suffer structural problems due to fatigue and corrosion deterioration. Because of their strategic importance, the durability assessment of bridges is a current issue for the management and maintenance of national railway infrastructures. On the basis of previous considerations, this paper presents an application of an integrated approach to the assessment of the remaining lifetime of a historic metal bridge, taking the fatigue and corrosion effects into account. Keywords: Bridges; civil engineering; computation; corrosion; design; fatigue fracture; fatigue strength; influencing factors; lifetime; maintenance; nonwelded joints; railways; remanent life; rivets; stress analysis; structural analysis; structural members; structural steels. (°) Articolo pubblicato sulla rivista Costruzioni Metalliche n. 6 Novembre/Dicembre 2010. * Dipartimento di Costruzioni e Metodi Matematici in Architettura - Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 367 R. Landolfo et al. - Gli effetti del degrado da fatica e corrosione sui ponti ferroviari in carpenteria metallica, ecc. 1. Introduzione I ponti chiodati in carpenteria metallica, realizzati tra la fine del 1800 e la metà del 1900, costituiscono una parte considerevole del patrimonio ferroviario nazionale, sia per l’elevato numero di manufatti tutt’ora in esercizio che per il loro valore storico-architettonico. Tali opere hanno contribuito in modo decisivo allo sviluppo delle costruzioni metalliche, come dimostra il fatto che la prima normativa nazionale sulle strutture in ferro è stata emessa proprio per le costruzioni ferroviarie. La maggior parte di tali strutture ha ormai quasi più di cento anni e manifesta frequentemente uno stato di avanzato degrado, nonché molteplici carenze strutturali. Le cause che possono provocare il dissesto dei ponti metallici sono varie. Tra queste si annoverano gli eventi eccezionali, l’incremento dei carichi agenti, i cedimenti delle fondazioni, le carenze originarie di progetto ed esecuzione, la mancanza di un adeguato programma di manutenzione ed infine i fenomeni di degrado, quali la fatica e la corrosione dei materiali. Con riferimento a questo ultimo punto, nel caso specifico dei ponti chiodati, gli elementi maggiormente esposti ai fenomeni di fatica e corrosione risultano essere i collegamenti. Ciò è dovuto essenzialmente all’elevata concentrazione di tensioni, determinata dalla particolare configurazione dei giunti, ed alla maggiore suscettibilità nei confronti dei fenomeni corrosivi che si osserva all’interfaccia dei piatti collegati, dove la geometria stessa del collegamento rende complesse le ordinarie operazioni di manutenzione e monitoraggio [1]. Le questioni relative al degrado, alla manutenzione ed alle diverse strategie di intervento costituiscono, dunque, tematiche centrali per la valutazione della affidabilità di tali strutture nel tempo. Nel corso degli ultimi anni sono stati sviluppati, nell’ambito della ricerca scienti- 368 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 fica di settore, diversi metodi di progettazione basati sul concetto di vita utile (life-time structural engineering) che mirano a stimare, in termini quantitativi, il periodo di tempo durante il quale una struttura, od un suo componente, è in grado di garantire i requisiti prestazionali richiesti considerando, in modo diretto, l’effetto del deterioramento sulla capacità portante degli elementi strutturali [2-5]. Tali metodologie si basano, per la misura della sicurezza, su procedure di tipo sia deterministico che semiprobabilistico o probabilistico e sono definite in funzione delle informazioni disponibili sul modello di degrado [6]. Di contro, si osserva che, a livello normativo, la valutazione della vita residua delle strutture metalliche viene condotta con riferimento ai soli fenomeni di fatica, mentre risultano trascurati gli effetti di altre forme di degrado, quali ad esempio la corrosione (Istruzioni 44F [7], NTC 2008 [8], ecc.). In realtà, la riduzione di spessore degli elementi metallici causata dalla corrosione comporta, generalmente, un incremento tensionale che, associato al danno indotto dai fenomeni di fatica, può indurre una ulteriore riduzione della vita residua della struttura. Recentemente, in collaborazione con la Direzione Compartimentale Infrastrutture della Rete Ferroviaria Italiana, è stato condotto uno studio volto alla classificazione ed identificazione dei ponti ferroviari in carpenteria metallica presenti sulla rete, al fine di definire una strategia di manutenzione programmata e stabilire gli eventuali interventi necessa ri per adeguare tali manufatti ai moderni carichi ferroviari, nel rispetto del loro valore storico-architettonico. In tale contesto, è stata sviluppata una metodologia integrata per la valutazione della vita residua dei ponti ferroviari in carpenteria metallica, basata sulla combinazione degli effetti del degrado da c orros ione e da fatica. In ques ta memoria sono presentate le basi del metodo ed una sua applicazione ad un caso studio. 2. I fenomeni di degrado 2.1 La fatica Il problema della verifica a fatica dei ponti ferroviari metallici è stato affron- tato, in prima istanza, in accordo alla metodologia riportata nella normativa ferroviaria nazionale (Istruzioni 44F [7]), in base alla quale il procedimento si articola nelle seguenti fasi: 1. Assunzione dello spettro di carico In funzione del traffico atteso sulla struttura, la norma assegna lo spettro di carico da impiegare ai fini della verifica; è importante segnalare che l’ente gestore può richiedere l’as s unzio n e d i u n diverso spettro di carico, in considerazione delle caratteristiche specifiche del ponte oggetto di verifica, per meglio rappresentare le effettive condizioni di esercizio del manufatto in esame. 2. Passaggio dallo spettro di carico agli oscillogrammi delle tensioni Per ognuno dei treni tipo definiti nello spettro dei carichi, si determina l’oscillogramma delle tensioni mediante la costruzione delle linee di influenza oppure con programmi di calcolo automatico. 3. Determinazione dello spettro delle tensioni A partire dagli oscillogrammi di cui al punto precedente, si costruisce lo spettro delle tensioni, il quale rappresenta il legame tra le variazioni tensionali Δσ i ed il numero ni delle relative ripetizioni. Per il conteggio delle ampiezze Δσ i dei cicli e dei relativi n i, la norma suggerisce di applicare la regola del serbatoio [9]. I singoli spettri sono poi composti a costituire lo spettro relativo alla globalità del traffico giornaliero. 4. Applicazione del metodo di Miner [10] Il danneggiamento η provocato da tutti i cicli può essere ottenuto attraverso la seguente espressione: n n i=1 i=1 η =∑ ηi =∑ ni ≤1 Ni (1) dove : Ni è il numero di cicli di vita corrispondente a ciascuna ampiezza σ ai , tipicamente ottenibile dal diagramma SN, che per ogni particolare strutturale per D di ampiezza costante, indica il variare del numero di cicli massimi ammissibili. La resistenza a fatica viene poi ridotta dal coefficiente parziale γ m funzione del R. Landolfo et al. - Gli effetti del degrado da fatica e corrosione sui ponti ferroviari in carpenteria metallica, ecc. criterio di valutazione (danneggiamento accettabile o vita residua) e delle conseguenze della rottura (moderate o significative); σ ai sono le ampiezze dei cicli di fatica classificate in un numero discreto di livelli; n i è il n u me ro di c i c l i di fa t i c a di ampiezza σ ai applicati al componente; n è il numero totale di cicli di fatica applicati al componente; η i è il danneggiamento provocato dai cicli di ampiezza σ ai ed è dato dalla seguente relazione: ηi = ni N (σai) (2) 2.2 La corrosione Tra i diversi fenomeni corrosivi che possono inficiare l’integrità dei materiali metallici, nell’ambito del presente lavoro si è fatto riferimento al degrado indotto dalla corrosione atmosferica; a ltr e f o r me di de gra do, qua l i , a d esempio, la corrosione localizzata, la corrosione per vaiolatura, ecc., sono stati trascurati. La corrosione dei metalli esposti in ambienti atmosferici naturali produce, generalmente, una riduzione uniforme dello spessore degli elementi. Il parametro di controllo più rappresentativo del processo di degrado è rappresentato dalla velocità di corrosione, usualmente espressa in termini di perdita di massa (μg/m2) e/o riduzione dello spessore nel tempo (μm/anno), che risulta essere strettamente connessa alla solubilità dei prodotti della corrosione nell’elettrolito, alla tendenza del metallo a formare strati di passivazione ed ancora alle caratteristiche dell’ambiente atmosferico di riferimento. La caratterizzazione di un ambiente corrosivo, sia attraverso la determinazione delle condizioni climatiche (tipo di c lima , te mp era t ura m e di a a nnua , umidità relativa, ecc.) che della concentrazione degli inquinanti presenti nell’atmosfera, è l’operazione preliminare da compiere per poter stabilire quantitativamente i carichi ambientali agenti. Per definire l’ambiente di progetto si è fatto riferimento alla procedura qualitativa fornita dalla EN 12500 [11], per la quale la “classe di corrosività” viene stabilita in funzione delle condizioni climatiche e della composizione dell’atmosfera. TABELLA I - ISO 9224. Valori di riferimento della velocità di corrosione per l’acciaio al carbonio nelle cinque classi di corrosività [μm/anno]. C1 C2 C3 C4 C5 rav ≤ 0.5 rlin ≤ 0.1 0.5 < rav ≤ 5 0.1 < rlin ≤ 1.5 5 < rav ≤ 12 1.5 < rlin ≤ 6 12 < rav ≤ 30 6 < rlin ≤ 20 30 < rav ≤ 100 20 < rlin ≤ 90 Per rappresentare l’evoluzione del degrado del materiale nel tempo, tra i diversi modelli disponibili nella letteratura scientifica sono state selezionate le leggi di corrosione riportate nella norma ISO 9224 [12]. Tali curve esprimono la perdita di spessore del materiale nel tempo in termini di “velocità di corrosione media” rav durante i primi 10 anni di esposizione e di “velocità stabilizzata” rlin negli anni successivi. Le leggi di riduzione di spessore sono bilineari e sono espresse dalle seguenti relazioni: (3) d1(t) = ravt per t < 10 anni d(t) =10rav + (t-10)rlin per t ≥ 10 anni (4) dove: d1(t) è la profondità media di corrosione nei primi 10 anni di esposizione; d(t) è la profondità media di corrosione nell’intervallo di tempo considerato; rav è la velocità media di corrosione; rlin è la velocità media di corrosione stabilizzata; t è il tempo di esposizione. Nella Tabella I sono riportati i valori delle velocità medie di corrosione relativi alle cinque classi di corrosività. Per ulteriori approfondimenti si rimanda a [13]. 3. Un approccio integrato per l’analisi di durabilità Sulla base degli approcci attualmente codificati per le verifiche di resistenza a fatica e per la valutazione del degrado da corrosione, è stato sviluppato un metodo per l’analisi integrata dei due fenomeni. La procedura proposta prevede di effettuare l’analisi di durabilità a livello locale valutando, per diversi scenari di progetto, il decadimento delle prestazioni strutturali nel tempo dovuto all’effetto combinato di fatica e corrosione. Ciascuno scenario di progetto risulta definito in funzione di una specifica condizione di carico e di un fissato piano di manutenzione. Ai fini della valutazione del degrado, il periodo temporale corrispondente alla vita di progetto viene suddiviso in intervalli Δt , la cui ampiezza è calibrata in funzione del modello di corrosione. Nel caso specifico, l’intervallo Δt è stato assunto pari a 10 anni, periodo per il quale si ha il passaggio fra la velocità media di corrosione e la velocità media di corrosione stabilizzata secondo la ISO 9224. Per ciascun intervallo, si assume una riduzione costante dello spessore per effetto della corrosione e si calcolano gli indici di danno cumulato sulla base delle variazioni di tensione determinate sulla geometria variata della sezione. L’applicazione del metodo si articola dunque nelle seguenti fasi, così come riportato nella Figura 1: 1. Analisi strutturale Si determina, nelle sezioni da verificare, la sollecitazione agente in assenza di convogli. 2. Oscillogramma delle tensioni e spettro delle tensioni In questa fase si calcolano, per ciascun treno di carico e per ogni sua posizione, le massime variazioni di tensione e il relativo spettro. 3. Definizione dei carichi ambientali e delle leggi di degrado da corrosione In funzione della classe di corrosività del modello di degrado utilizzato, si stabiliscono le velocità di corrosione. 4. Definizione del programma di manutenzione In funzione delle operazioni di manutenzione, si determinano gli intervalli temporali per i quali la velocità di corrosione è nulla. 5. Discretizzazione della vita di progetto in intervalli di tempo Si divide la vita di progetto in intervalli di tempo nei quali si assumono costanti Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 369 R. Landolfo et al. - Gli effetti del degrado da fatica e corrosione sui ponti ferroviari in carpenteria metallica, ecc. le proprietà geometriche e meccaniche della struttura. 6. Calcolo della riduzione di spessore dovuta alla corrosione Per ogni intervallo di tempo e sulla base del piano di manutenzione si determina la riduzione di spessore, che si assume di valore costante. 7. Stima del danneggiamento parziale da fatica e corrosione Per ciascun intervallo temporale, si valuta il danneggiamento da fatica sulla sezione di spessore ridotto. In particolare, si determina attraverso il diagramma SN il numero di cicli a fatica (Ni) per ogni stato tensionale computato sulla nuova geometria e corrispondente a ciascun treno di carico. Quindi si effettua la sommatoria, estesa al numero di stati tensionali relativi a ciascun treno di carico, del rapporto fra il numero di cicli tensionali agenti (ni) e il numero di cicli a fatica (Ni) secondo l’equazione (1). 8. Calcolo del danneggiamento complessivo Il danneggiamento complessivo da fatica e corrosione si ottiene cumulando i danneggiamenti relativi a ciascun intervallo di tempo sull’intera vita di progetto. 9. Stima della vita residua Si assume che la vita residua della struttura corrisponda all’intervallo di tempo per il quale l’indice di danno h, definito dall’equazione (1), attinge il valore unitario. 4. Il caso studio: il ponte sul fiume Gesso Nella seconda parte del diciannovesimo secolo, il Governo italiano fu promotore dello sviluppo delle ferrovie nel mezzogiorno al fine di rendere più agevole il controllo militare sul territorio. La costruzione della linea ferroviaria Foggia-Cervaro-Napoli iniziò nel 1870 e con essa videro la luce numerosi ponti con luce variabile dai 10 ai 60 metri, tra cui il ponte sul fiume Gesso, situato tra la provincia di Benevento e quella di Foggia. La struttura originaria del ponte era in muratura ed era suddivisa in sei campate 370 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Figura 1 - Procedura integrata per la valutazione della vita residua. ad arco. In seguito al terremoto del 1962, il ponte subì gravi danni, con la formazione di un meccanismo di collasso negli archi [14]. Pertanto, gli archi in muratura furono sostituiti con una struttura in acciaio (Fig. 2), costituita da tre travi reticolari di luce doppia, semplicemente appoggiate sulle pile preesistenti. In particolare, la struttura del ponte attuale è di tipo reticolare chiusa a via superiore, con maglia triangolare semplice (Fig. 3). La struttura risulta simmetrica rispetto alla mezzeria della campata intermedia e, per ciascuna campata, sono presenti due travi reticolari, poste alla distanza di 3.30 m per un’altezza complessiva di 3.50 m, ottenute tramite la chiodatura di piatti e sezioni ad L ed a C. Le travi principali sono collegate da un sistema in composizione chiodata di travi secondarie trasversali e di longherine reticolari, nonché da un controventamento orizzontale, come mostrato nella Figura 4. Nella Figura 5 sono, inoltre, mostrati i vincoli (carrello e cerniera) delle travate. 4.1 Le indagini sperimentali Nell’ambito della campagna sperimentale sono state condotte sia prove di caratterizzazione mecca n i c a d e i materia l i c h e prove di identificazione dinamica. Per la caratterizzazione meccanica dei materiali s ono st a t i i n primo luogo consultati gli elaborati di p r o g e t t o dai quali è risultato l’impiego di un acc i a i o d e l tipo Fe 5 0 . 2 (U N I 5 3 3 4 / 6 4 ) per le m e m b r a ture e d i u n acciaio del tipo Aq 34 (UNI 4005) per i chiodi. Successivamente, s ono st a t e e se guite p r o v e d i laboratorio su 4 campio n i di lamiera estratti dalle longherine. Le prove hanno evidenziato una tensione di snervamento media pari a 375 MPa ed un valore della tensione ultima di 532 MPa (Fig. 6). Per quanto concerne i chiodi, sono stati prelevati 3 campioni attraverso carotaggio. In questo caso, la tensione media di snervamento e quella di rottura sono risultate pari rispettivamente a 324 e 416 MPa (Fig. 7). Al fine di identificare il comportamento strutturale del ponte, sono state eseguite prove di caratterizzazione dinamica da RFI [15]. Per l’acquisizione delle misure accelerometriche si è ritenuto opportuno simulare le condizioni di normale esercizio, utilizzando come sorgente di eccitazione dinamica il passaggio di un regolare convoglio. Si precisa che nell’individuazione dei parametri modali reali si è tenuto conto delle sole registrazioni relative alla fase delle oscillazioni libere dopo il passaggio del treno, in modo da non influenzare la valutazione dei parametri modali con gli effetti di accoppiamento tra la massa del convoglio e quella del ponte. Sono state quindi registrate le vibrazioni secondo i due assi orizzontali ed in direzione verticale. Sono stati posizionati tredici trasduttori accelerometrici sulle R. Landolfo et al. - Gli effetti del degrado da fatica e corrosione sui ponti ferroviari in carpenteria metallica, ecc. Figura 2 - Il ponte “Gesso”: a) allo stato attuale; b) stralcio da elaborati originali di progetto; c), d) alcune fasi di realizzazione del ponte (anno 1964). Figura 3 - Dettaglio delle travate del ponte “Gesso”. Figura 4 - Aste reticolari in composizione chiodata. pile e sulla campata centrale, in corrispondenza delle briglie inferiori, in modo simmetrico rispetto all’asse longitudinale e, in particolare, per ogni punto di misura, è stata utilizzata una coppia di sensori per misurare le accelerazioni verticali. I risultati dell’ analisi modale operazionale sono riassunti nella Figura 8. misure effettuate sulla struttura reale, è stato riscontrato che le dimensioni geometriche delle membrature, delle connessioni e delle strutture di supporto risultano essere conformi a quanto riportato negli elaborati grafici di progetto. La trave reticolare è stata modellata con elementi di tipo “beam” e tutti i nodi della struttura sono stati modellati come rigidi. Il modello ha evidenziato che le sollecitazioni flessionali impegnano prevalentemente le parti superiori ed inferiori delle travate principali, risultando trascurabili negli elementi diagonali e nei montanti verticali. La struttura è stata considerata come semplicemente appoggiata sui supporti verticali e sono stati inseriti nel modello sia i binari che le traversine ferroviarie, 4.2 L’analisi strutturale Sulla base dei disegni costruttivi, di un accurato rilievo geometrico ed a seguito dell’elaborazione dei dati acquisiti tramite le prove dinamiche in sito, è stato calibrato un modello tridimensionale agli elementi finiti (Fig. 9), sviluppato in SAP 2000 [16]. A tal riguardo, si precisa che, dalle al fine di tenere in conto dell’accoppiamento dinamico tra le campate. Le masse sono state concentrate nei nodi ed in corrispondenza delle travi dell’impalcato, dove sono state introdotte delle masse aggiuntive per considerare l’effetto della sovrastruttura ferroviaria e degli elementi non strutturali. Al fine di validare il modello implementato, i risultati delle analisi numeriche sono stati confrontati con quelli sperimentali. Nella Figura 10 sono riportate le tre forme modali fondamentali ed i rispettivi periodi ottenuti dalla simulazione e, dal confronto con la Figura 8, è possibile confermare l’affidabilità del modello sviluppato. Lo scarto tra i periodi ottenuti per via numerica e quelli misurati in sito è poco rilevante, soprattutto se si considera che nel modello è stata trascurata l’influenza delle pile in muratura, caratterizzate da un’elevata rigidezza rispetto alla travata metallica. Pertanto, la struttura reale presenta una maggiore rigidezza nel primo e nel terzo modo di vibrare dove la rigidezza flessionale delle pile influenza le prestazioni dinamiche. Di contro, grazie all’elevata rigidezza as s iale, la pres enza de l l e p i l e n o n influenza eccessivamente il secondo modo di vibrare che è caratterizzato da una deformata nel piano verticale. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 371 R. Landolfo et al. - Gli effetti del degrado da fatica e corrosione sui ponti ferroviari in carpenteria metallica, ecc. Una volta validato il modello tridimensionale del ponte, sono state eseguite le analisi per i carichi ferroviari di esercizi o [ 1 7 ] , c o me ri c hi e st o da l l ’e nt e gestore, e l’analisi sismica al fine di valutare la resistenza, la stabilità e la funzionalità della struttura. Le analisi effettuate hanno dimostrato che la struttura principale è in grado di sopportare i carichi previsti dalle normative. Figura 5 - I vincoli delle travate: a) il carrello; b) la cerniera; c) disegni originali di progetto. 4.3 Analisi di durabilità Per l’analisi di durabilità sono stati assunti tre intervalli temporali di riferimento: 1) La verifica della struttura alla data odierna. 2) La verifica per una vita di esercizio pari a cento anni dalla costruzione del ponte. 3) La verifica per una vita di esercizio pari a centocinquanta anni dalla costruzione del ponte. Per la definizione degli scenari sono Figura 6 - Caratterizzazione meccanica dell’acciaio delle lamiere. 372 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 state prese in esame due macro-variabili: 1) Le azioni. 2) La pianificazione della manutenzione. Per quanto concerne la definizione delle azioni, ovvero i treni di carico che agiscono sulla struttura, sono state utilizzate le indicazioni fornite da RFI sui convogli da assumere per la stima della vita residua in termini di tipologia e frequenza giornaliera. Nello specifico, la Tabella II fornisce il confronto tra la frequenza dei convogli previsti dal- l’Istruzione 44F e quelli transitanti sulla linea. In generale, in assenza di indicazioni dell’ente gestore si sarebbe proceduto assumendo i treni di carico previsti dall’Istruzione 44F. Di concerto con RFI sono stati considerati quattro scenari di carico, ovvero: • carico A, in cui si prendono in considerazione i treni di carico che effettivamente hanno transitato sul ponte, assumendo per il futuro la stessa frequenza giornaliera; Figura 7 - Caratterizzazione meccanica dell’acciaio dei chiodi. R. Landolfo et al. - Gli effetti del degrado da fatica e corrosione sui ponti ferroviari in carpenteria metallica, ecc. Figura 8 - Modi di vibrare misurati. • carico B, per il quale sono stati considerati i treni/giorno secondo le Istruzioni 44F a partire dalla messa in opera della struttura; • carico C, in cui si ipotizza un cambio d’uso del ponte, assumendo un traffico giornaliero futuro costituito sol- tanto dai treni passeggeri riportati nella Tabella II (treni tipo 3 e 4, secondo indicazioni RFI); • carico D, in cui si assume un traffico giornaliero futuro costituito dai soli treni passeggeri (tipo 3 e 4) con la frequenza definita dalle Istruzioni 44F. Gli scenari di carico C e D sono stati definiti in previsione del riuso a fini turistici della linea ferroviaria. Nella fattispecie, il progetto di riconversione della linea prevede il passaggio di treni passeggeri (locomotive storiche). Per quanto concerne il fenomeno corrosivo, l’ambiente in cui il ponte è inserito è stato classificato di tipo C3, in accordo con la ISO 9224:1992. Per tale categoria di corrosività la velocità media di corrosione assume un valore variabile fra i 5 e i 12 μm/anno, mentre per la velocità media di corrosione stabilizzata si prevede un valore variabile fra 1.5 e 6 μm/anno. Figura 9 - Il modello calibrato (SAP 2000). Figura 10 - Modi di vibrare teorici (risultati da SAP 2000). Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 373 R. Landolfo et al. - Gli effetti del degrado da fatica e corrosione sui ponti ferroviari in carpenteria metallica, ecc. TABELLA II - Treni di carico. Frequenza convogli secondo istruzioni 44F Tipo [-] 3 - Espresso 4 - Diretto 8 - Treno merci (D4) 9 - Treno merci misto N° [treni/giorno] 15 30 5 5 Pertanto, sono state fissate tre condizioni limite del fenomeno corrosivo: 1) Fenomeno assente. 2) Fenomeno presente con velocità media di corrosione pari al limite superiore dell’intervallo di riferimento. 3) Fenomeno presente con velocità media di corrosione pari al limite inferiore dell’intervallo di riferimento. Gli s c e n a r i ma n ut e nt i vi sono st a t i modellati sulla base delle seguenti ipotesi: 1) Assenza di manutenzione. 2) Verniciatura ogni 10 anni per i primi 30 anni di vita, ma nessun intervento successivo (si assume che i fenomeni corrosivi abbiano velocità di accrescimento nulla per un periodo pari a 10 anni). 3) Verniciatura ad intervalli regolari di 30 anni. In definitiva, combinando le variabili di Assi [assi/giorno] 990 1380 380 270 Frequenza convogli secondo indicazioni RFI N° [treni/giorno] 7 6 1 1 progetto, sono stati considerati 28 scenari di progetto e per ciascuno sono state condotte le verifiche in funzione della vita di esercizio attesa (44 anni, 100 anni, 150 anni). La Tabella III riporta lo schema riassuntivo di tutti gli scenari di progetto considerati. L’analisi ha evidenziato che gli elementi più vulnerabili sono i collegamenti delle membrature principali della struttura. In dettaglio, per tutti gli scenari presi in considerazione si è riscontrato che la crisi avviene per collasso dei collegamenti relativi al corrente inferiore ed in alcuni casi anche nei collegamenti corrente inferiore - diagonale. I collegamenti relativi al corrente superiore, ai traversoni e alle longherine, invece, non presentano problemi nei riguardi della fatica, poiché i primi risultano soggetti prevalentemente a compressione mentre i secondi sono soggetti ad un regime flessionale con variazioni tensionali molto modeste. Figura 11 - Collegamento corrente inferiore e dettaglio della sezione trasversale. 374 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Assi [assi/giorno] 462 276 76 54 Velocità [km/h] 150 140 100 120 Peso [t] 930 545 1680 976.2 Per necessità di sintesi, nella Figura 11 si mostrano i risultati per il collegamento più sollecitato, ovvero il giunto del corrente inferiore. L’oscillogramma delle tensioni nella sezione netta del piatto maggiormente sollecitato di questo collegamento è riportato nella Figura 12. Per gli scenari nei quali non è presente la corrosione (scenario A, B, C, D), nessun elemento va in crisi per la vita di progetto considerata. Da ciò si deduce che la corretta applicazione del programma di manutenzione della struttura può, di fatto, scongiurare la crisi per fatica. Con riferimento alla vita di progetto pari a 100 anni è interessante analizzare l’influenza della manutenzio n e e d e l degrado da corros ione s ul v a l o r e del coefficiente η , definito dall’equazione (1). Nelle Figure 13 a) e b) si riportano i valori del coefficiente η in funzione degli scenari di progetto, ma raggruppati a parità di velocità media di corrosione. R. Landolfo et al. - Gli effetti del degrado da fatica e corrosione sui ponti ferroviari in carpenteria metallica, ecc. Ta li g r a f ic i m ost ra no l a m a rc a t a influenza del fenomeno corrosivo sulla vita residua a fatica. Infatti, nel caso limite inferiore per il periodo di riferimento di 100 anni la struttura presenta il problema della fatica solo per lo scenario tipo B (corrispondente alla condizione di carico più gravosa, ovvero treni di carico da norma), per il quale si riscontra una riduzione della vita a fatica a 70 anni di vita di esercizio. Considerando invece il limite superiore del degrado da corrosione, la crisi si manifesta sia per lo scenario B che per lo scenario D, con una vita di esercizio limitata rispettivamente a 50 e 80 anni, corrispondenti all’anno 2016 (per lo scenario B4) e 2046 (per lo scenario D4). La F ig u r a 1 4 ri port a l ’i nc re m e nt o del coefficiente η in termini di scarti percentuali, dove si evince una variazione me d ia d e lla vi t a re si dua a fa t i c a del 161%, per il limite inferiore de l la velocità di corros ione, m e ntre per il limite superiore si ha una variazione del 300%. Per completezza, nella Figura 15 si ri porta l’andamento del coeffic i e nte η con la vita attesa di esercizio per tutti gli scenari analizzati. Figura 12 - Oscillogramma delle tensioni per il collegamento del corrente inferiore. 5. Conclusioni Nella presente nota è stata illustrata una procedura integrata per l’analisi di dura- bilità dei ponti in carpenteria metallica, sviluppata per valutare gli effetti combinati del degrado da corrosione e del Figura 13 - Influenza della corrosione sulla vita residua: a) limite inferiore della velocità di corrosione; b) limite superiore della velocità di corrosione. Figura 14 - Scarti percentuali rispetto all’assenza di corrosione. Figura 15 - Diagramma vita di esercizio indice di danno η, collegamento corrente inferiore. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 375 R. Landolfo et al. - Gli effetti del degrado da fatica e corrosione sui ponti ferroviari in carpenteria metallica, ecc. TABELLA III - Scenari di progetto. Scenari Treni di carico Degrado Manutenzione A A1 A2 A3 A4 A5 A6 B B1 B2 B3 B4 B5 B6 C C1 C2 C3 C4 C5 C6 D D1 D2 D3 D4 D5 D6 Treni effettivi Treni effettivi Treni effettivi Treni effettivi Treni effettivi Treni effettivi Treni effettivi Treni da norma Treni da norma Treni da norma Treni da norma Treni da norma Treni da norma Treni da norma Treni passeggeri previsti Treni passeggeri previsti Treni passeggeri previsti Treni passeggeri previsti Treni passeggeri previsti Treni passeggeri previsti Treni passeggeri previsti Treni passeggeri da norma Treni passeggeri da norma Treni passeggeri da norma Treni passeggeri da norma Treni passeggeri da norma Treni passeggeri da norma Treni passeggeri da norma Non presente Corrosione (lim. Inf ) Corrosione (lim. Inf ) Corrosione (lim. Inf ) Corrosione (lim. Sup) Corrosione (lim. Sup) Corrosione (lim. Sup) Non presente Corrosione (lim. Inf ) Corrosione (lim. Inf ) Corrosione (lim. Inf ) Corrosione (lim. Sup) Corrosione (lim. Sup) Corrosione (lim. Sup) Non presente Corrosione (lim. Inf ) Corrosione (lim. Inf ) Corrosione (lim. Inf ) Corrosione (lim. Sup) Corrosione (lim. Sup) Corrosione (lim. Sup) Non presente Corrosione (lim. Inf ) Corrosione (lim. Inf ) Corrosione (lim. Inf ) Corrosione (lim. Sup) Corrosione (lim. Sup) Corrosione (lim. Sup) Non presente Non presente Primi 30 anni Costante ogni 30 anni Non presente Primi 30 anni Costante ogni 30 anni Non presente Non presente Primi 30 anni Costante ogni 30 anni Non presente Primi 30 anni Costante ogni 30 anni Non presente Non presente Primi 30 anni Costante ogni 30 anni Non presente Primi 30 anni Costante ogni 30 anni Non presente Non presente Primi 30 anni Costante ogni 30 anni Non presente Primi 30 anni Costante ogni 30 anni danno da fatica, in funzione di prefissati scenari manutentivi. Il metodo proposto è stato applicato ad un caso studio, per il quale l’analisi di durabilità ha evidenziato l’importanza degli effetti indotti dalla corrosione sulla vita residua. Infatti, in assenza di corrosione la struttura non esibisce crisi per fatica nell’intervallo temporale di progetto. In presenza del fenomeno corrosivo, si riscontra invece una notevole riduzione della vita residua che, nel caso in esame, comporta una notevole variazione dell’indice di danno. Ringraziamenti • European Cooperation in the Field of Scientific and Technical Research. Domain Committee: Transport and Urban Development “COST Action C25 Sustainability of Constructions: Integrated Approach to Life-Time Structural Engineering”; • Ing. Antonio D’Aniello, Direzione compartimentale RFI, per avere fornito l’accesso alla struttura, ai dati ed alle documentazioni necessarie; • Ing. Giuseppe La Manna Ambrosino, per il supporto fornito durante la tesi di laurea. Bibliografia [1] Kühn B., Lukić M., Nussbaumer A., Günther H.P., Helmerich R., Herion S., Kolstein M.H., Walbridge S., Androic B., Dijkstra O., Bucak Ö.: «Assessment of Existing Steel Structures: Recommendation for Estimation of remaining Fatigue Life. JRC Scientific and Technical Reports», 8-11 First Edition, February 2008. [2] Landolfo R., Vesikari E.: «State of the art report on service life design methods». In Proc. of COST C25 Dresden Seminar on “Sustainability of Constructions” (pp. 4.11-4.22). Dresden: Luis Bragança editor, 2008. [3] Sarja A., Vesikari E.: «Durability Design of Concrete Structures». RILEM Report 14. London: E & FN Spon, 1996. [4] Sarja A.: «Lifecon deliverable D2.1. Reliability based methodology for lifetime management of structures». Finland, 2004. [5] Sarja A.: «Predictive and optimised life cycle management. Buildings and infrastructures». London and New York: Taylor and Francis, 2006. [6] ISO - International Organization for Standardization: ISO 13823:2008 - General principles on the design of structures for durability. Genève: International Organization for Standardization, 2008. [7] Rete Ferroviaria Italiana (RFI). Istruzioni 44F - Verifiche a fatica dei ponti ferroviari metallici. Roma 30.1.1992. [8] NTC2008 - Norme tecniche per le costruzioni - D.M. 14 Gennaio 2008. [9] Fuchs H.O., Stephens R.I.: «Metal Fatigue in Engineering». John Wiley & Sons, 1980. [10] Miner M.A.: «Cumulative damage in fatigue». J. of Applied Mech 1945;12(3):159-64. [11] EN 12500:2000 - Protection of metallic materials against corrosion. Corrosion likelihood in atmospheric environment. Classification, determination and estimation of corrosivity of atmospheric environments. [12] EN ISO 9224:1992 - Corrosion of metals and alloys. Corrosivity of atmospheres. Guiding values for the corrosivity categories. ➠ segue 376 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 R. Landolfo et al. - Gli effetti del degrado da fatica e corrosione sui ponti ferroviari in carpenteria metallica, ecc. [13] Cascini L, Portioli F, Landolfo R.: «The atmospheric corrosion in the durability design of metal structures». Conference Proceedings XXI Congresso C.T.A. “Costruire con l’acciaio”, 2007. [14] Rapporto interno RFI, 1998. [15] D’Aniello A. & Mannara G.: «Monitoraggio dinamico dei ponti ferroviari: sperimentazione di un sistema per l’analisi in continuo dei parametri strutturali e della loro evoluzione nel tempo». Ingegneria Ferroviaria N. 5, 23-25 Maggio 2006. [16] SAP 2000 v.11: Computers and Structures, Inc. 1995 University Avenue Berkeley, California 94704 USA. [17] I/SC/PSOM/2298: Sovraccarichi per il calcolo di ponti ferroviari - Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione ed il collaudo, 2 Giugno 1995. Raffaele LANDOLFO, è Professore Ordinario di Tecnica delle Costruzioni presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Direttore del Dipartimento di Costruzioni e Metodi Matematici in Architettura dal 2007, insegna anche nell’ambito di diversi master di primo e secondo livello ed è attualmente External Examiner per i corsi di laurea in Earthquake Engineering e Structural Steel Design presso l’Imperial College di Londra. Esperto di strutture metalliche, è coinvolto in numerosi programmi di ricerca nazionali ed internazionali ed ha dato alle stampe oltre 200 memorie, molte delle quali pubblicate su riviste nazionali ed internazionali. In ambito normativo è stato membro della Commissione UNI-SC3 “Strutture in acciaio e composte” ed ha partecipato, in qualità di esperto, ai lavori di due Project Team che si sono occupati della conversione da ENV a EN dell’Eurocodice 3. Progettista strutturale di diverse opere in carpenteria metallica, è stato recentemente nominato Chairman del Technical Committee n. 13 - Seismic Design - dell’European Convention for Constructional Steelwork (ECCS). Lucrezia CASCINI, ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Ingegneria delle Costruzioni presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” nel 2009. Dal Gennaio 2010, e per la durata di anni 2, è assegnista per la collaborazione ad attività di ricerca presso il Dipartimento di Costruzioni e Metodi Matematici in Architettura della Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Si è laureata con lode in Ingegneria Edile nel 2005. Ha partecipato e partecipa a progetti di ricerca internazionale. È autore di pubblicazioni inerenti principalmente le strutture metalliche ed i problemi di durabilità. Mario D’ANIELLO, si è laureato con lode in Ingegneria Civile Indirizzo Strutture presso l’Università di Napoli Federico II nel 2004 dove, successivamente, ha conseguito il dottorato di ricerca in Ingegneria delle Strutture (2008). Successivamente, ha lavorato come contrattista presso il Dipartimento di Analisi e Progettazione Strutturale dell’Università di Napoli Federico II dal 2008 al 2009, nonché come borsista di ricerca presso il Dipartimento di Costruzioni e Metodi Matematici in Architettura dell’Università di Napoli Federico II nel 2010. Attualmente, ricopre il ruolo di ricercatore di Tecnica delle Costruzioni presso il Dipartimento di Costruzioni e Metodi Matematici in Architettura dell’Università di Napoli Federico II. Impegnato in molti progetti di ricerca nazionali e internazionali, è autore di circa 70 pubblicazioni, pubblicate su conferenze, riviste e libri, nazionali ed internazionali. Francesco PORTIOLI, è Ricercatore di Tecnica delle Costruzioni presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” dal 2006. Ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in “Progettazione, Riabilitazione e Controllo di Strutture Convenzionali ed Innovative” presso l’Università di Chieti Pescara “G. D’Annunzio” nel 2004. È coinvolto in numerosi progetti di ricerca nazionali ed internazionali. È autore di diverse pubblicazioni, alcune delle quali su riviste nazionali ed internazionali, inerenti principalmente le strutture metalliche e quelle in muratura. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 377 International Institute of Welding D ev e l o p m e n t o f s u b m e r ge d a r c w e l d i n g method in a ver tical-up p o s i t i o n ( °) R. Sakamoto K. Kobayashi T. Iijima Y. Mizo * * * ** Summary 1. Introduction Although submerged arc welding is limited to flat and horizontal positions because flux is used, the deposition rate is high, and the process can be carried out in a stable manner. By taking advantage of these features, we developed the submerged arc welding in a vertical-up position (afterwards referred to as vertical SAW) to apply the vertical joints in the 9%Ni steel inner shell of the PCLNG storage tank shown in Figure 1 [1]. The storage temperature in the PCLNG tank is -162 °C, so superior toughness is required, at extremely low temperatures, for the 9%Ni steel and weld joint to which LNG directly touches. The strength and toughness of the 9%Ni steel are improved by reducing impurities (P and S) and performing two-stage heat treatment of quench hardening and (°) IIW Doc. No. XII-1986-10. * IHI Co. Ltd - Yokohama (Japan). ** IHI Inspection & Instrumentation Co. Ltd Yokohama (Japan). We developed the submerged arc welding method in a vertical-up position which is high efficient method to apply to the vertical joints in the 9%-Ni steel inner vessel of the PC LNG storage tank. Conventional submerged arc welding is limited to downward and horizontal positions because flux is used. Developing new welding device and welding material, we established it as a unique method that can obtain stability and quality. Compared to shield metal arc welding that is mainly applied to the vertical joints in LNG tank abroad, equivalent mechanical properties can be obtained and efficiency is higher. KEYWORDS: Brittle fracture; comparisons; composition; development; fracture mechanics; low temperature; mechanical properties; nickel steels; process equipment; storage tanks; submerged arc welding; vertical position; vertical up; welding fluxes. t e mpering (Q LT t re atment) [2]. Since construction of the LNG storage t a n k is on-s ite work, heat treatment after welding i s difficult and thereby weld joint is required suffic i e n t toughnes s without heat treatment. With 9%Ni welding consumables, it is difficult to obtain sufficient toughness without heat treatment after Suspended deck (Aluminum) PC Wall Outer shell (Carbon steel) Inner shell (9%Ni steel) Figure 1 - PCLNG storage tank. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 379 R. Sakamoto et al. - Development of submerged arc welding method in a vertical-up position welding. Accordingly, 70%Ni alloy welding consumables are used, which are austenite alloys and has a thermal expansion coefficient almost equal to that of 9%Ni steel. In this study as well, 70%Ni alloy welding wires and dedicated fluxes were used to develop vertical SAW. 2. Outline of vertical SAW I n g e n e r a l s u b me rge d a rc we l di ng method, a thick wire 4.8 mm in diameter is used and a large current of several h u n d r e d a mp e r e s i s pa sse d duri ng welding, so that welding efficiency is high. In contrast, the vertical SAW uses a thin wire, 1.2 mm in diameter, and moves it in the manner of a weaving motion during welding. A low current range is used, so that a feature of this method is its ability to hold down the welding heat input and control bead shape. Figure 2 shows the principle of vertical SAW. Because upward welding takes place in a vertical position, a flux basket is used to hold the flux, preventing it from falling. Both the flux basket, positioned to cover the joint to be welded, and a semi-automatic torch with its nozzle removed are mounted on a traveling welding cart. A DC power supply with general constant voltage characteristics is used as the welding power source. Submerged arc welding is made possible through using weaving, which swings the torch from side to side, and an upward welding technique simultaneously. For SAW of 9% nickel steel, welding wire of the same composition as the 70% nickel alloy material used for t h e f la t o r h o r iz o nt a l posi t i on wa s employed. were appropriately adjus ted i n a c c o rOscillate machine dance w i t h t h e welding current and Vertical up position s peed. It wa s c o n Upward welding firmed f r o m t h e Flux DC power above that st a b l e source (CV) work was possible in Wire (ø 1.2) a w ide r a n g e o f welding current, from 160 to 20 0 A, a n d welding speeds from 10 to 16 c m / m i n . Welding torch Flux However, the results basket of RT showed large numbers o f b l o wholes , ind i c a t i n g Figure 2 - Schematic illustration of vertical the necessi t y f o r SAW. improvem e n t s i n The types of evaluation included bead welding materials with respect to blowshape smoothness, slag detachability, hole suppression. and quality determined by radiographic 3.2 Development of welding materials testing (afterwards referred to as RT). for 9% nickel steel vertical SAW In the test, the carbon steel plate used was of thickness 19 mm with a U slot In the light of the results described in 20 mm wide and 10 mm deep, and a 70% Section 3.1, for implementation of vertinickel alloy-based material 1.2 mm in cal SAW we addressed ourselves to diameter was used for the welding wire. developing welding materials that would Figure 3 shows examples of the appearproduce a combination of smooth bead ance of the beads when various fluxes shape and slag detachability, both relatwere used. The best results in terms of ing to the workability of multi-pass bead shape and slag detachability were welding, and that would achieve blowobtained with Flux No. 3. With Flux hole suppression, a property relating to No. 2, the slag detachability was relaweld quality. tively good, but the bead shape was 3.2.1 Adjustment of flux composition convex. With Fluxes No. 1, No. 4, and based on evaluation of softening No. 5, the bead shape was convex and temperature the slag was deeply bit. Flux No. 3 was a bond type flux and included a large To smooth the bead shape, it was evaluamount of TiO2 and Al2O3. ated at various flux softening temperaFigure 4 shows the range of appropriate tures. The flux softening temperature is welding conditions when Flux No. 3 is defined as the temperature at which a used. The arc voltage and weaving speed rate of change in cross section of flux 3. Development of 9% nickel steel vertical SAW welding materials 3.1 Comparison of welding usability using commercial fluxes Prior to the development of dedicated welding materials, the welding usability of vertical SAW was evaluated using commercial fluxes. For this comparison, not only fluxes for 9% nickel steel but also those for other uses were included. 380 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 (a) No. 1 (b) No. 2 (c) No. 3 (d) No. 4 (e) No. 5 Figure 3 - Examples of bead appearances by vertical SAW using commercial fluxes. R. Sakamoto et al. - Development of submerged arc welding method in a vertical-up position and B, whose softening temperatures are higher than the melting temperature of the weld metal. Also, good results were Welding speed (cm/min) Figure 4 - Appropriate welding condition range of vertical SAW (Flux No. 3). Melting temperature of weld metal Rate of area change of flux (%) obtained in terms of blowhole suppression by adding aluminum to fluxes and wires. This may be because the aluminum content promoted deoxidation and denitrification, suppressing blowhole formation [3]. 3.2.2 Determination of flux particle size by evaluation of arc stability It may be effective for b e a d sh a p e smoothing to keep the arc in a stable condition. The following findings have been obtained for the effect of flux particle size on arc stability. The measurement results of the weld current and arc voltage waveforms with respect to flux particle size are shown in Figure 6. The arc voltage fluctua t i o n s we r e smaller, the welding current was more stable, and a smoother bead shape was obtained when the flux had a higher fine particle content. This may be because a flux of finer particle size results in a more homogeneous melt [4]. Welding current (A) block reaches -50%. The evaluation test results are shown in Figure 5. A good bead shape was obtained with Fluxes A 3.2.3 Developed welding materials Based on the evaluation results stated above, two pairs of welding materials: X (wire X and flux X) and Y (wire Y and flux Y), which combine bead shape smoothness and slag detachability with blowhole suppression properties were developed. Their chemical compositions are shown in Tables 1 and 2 [3, 4]. 4. Development of vertical SAW process (Softening temperature line) Keeping in mind that the process would be carried out as on-site construction work, we developed automatic welding device for performing vertical SAW and evaluated the deposition rate using the developed welding materials. Temperature (°C) Figure 5 - Results of flux softening temperature evaluation test [3]. Table 1 - Chemical compositions of welding wire [3, 4]. Welding wire Diameter (mm) Wire X Wire Y 1.2 1.2 C 0.02 0.02 Si 0.05 0.05 Table 2 - Chemical compositions of flux [3, 4]. Flux Flux X Flux Y Mn 0.01 < 0.1 Chemical composition (mass%) Ni Cr Mo 76.4 20.1 70.2 2.0 19.0 W 3.0 3.0 Main components Size TiO2-MgO-CaF2 MgO-ZrO2-CaO-Al2O3-SiO2 12 × 100 mesh 12 × 65 mesh Al 0.01~0.43 - Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 381 R. Sakamoto et al. - Development of submerged arc welding method in a vertical-up position 750 μm ~ 1.4 mm 500 ~ 750 μm 300~ 500 μm Figure 6 - Influence of particle size distribution of fluxes on welding current and arc voltage [4]. 4.2 Deposition rate evaluation test results The deposition rate was measured using the developed welding materials, and the results are shown in Figure 8 [3]. Light For vertical SAW, we succeeded in confirming that stable welding can be performed in the deposition rate range from 50 to 80 grams per minute. In the figure, the deposition rate of MMA in a vertical position is also shown for comparison. With vertical SAW, continuous autom a t i c w elding is pos s ible, s o an improvement in work efficiency can be expected in comparison with MMA, which requires welding rod replacement. 5. Joint performance test 5.1 Basic joint performance Using the developed welding device and m a t e rials , w e e va l uated the ba si c performa nc e of w eld SAW joints. MMA For the bas e m e t a l , a 25 mm thick 9% nickel Flux hopper 5.2 Brittle fracture characteristics The 9% nickel steel and corresponding welds used in aboveground LNG storage tanks are required to have sufficiently good properties with respect to preven- Deposition rate (g/min) 4.1 Development of vertical SAW device Figure 7 shows the developed vertical SAW device. The overall structure is based on a traveling rail and a traveling cart equipped with horizontal and vertical sliders and an oscillator. Giving consideration to on-site workability, we ai me d a t s tr u c tura l si m pl i c i t y by employing a unit system, which allows easy assembly. For the welding torch, a general semi-automatic torch with the nozzle removed is used, and the torch tip is inserted into the flux basket. The basket is supplied with flux from the hopper mounted on the cart. To allow work to be carried out in an intuitive manner, welding conditions are indicated using an analog display. steel plate (ASTM A553M-95 TYPE 1) was used. Table 3 shows the chemical composition and mechanical properties of the base metal. Figure 9 shows the groove shape and Table 4 shows the welding conditions. The following types of evaluation were performed: 1. Macroscopic cross-sectional observation, 2. Microscopic cross-sectional observation, 3. Hardness test, 4. RT, 5. Weld metal tensile test, 6. Joint tensile test, 7. Bending test, and 8. Charpy impact test. Figure 10 shows the macroscopic cross-sectional view. In the macroscopic and microscopic cross-sectional observations, no hazardous defects or structures were observed. The Vickers hardnes s gave a maximum har d n e ss o f HV348 in the heat-affected zone. The joint performance test results are shown in Table 5. Favorable results were obtained for all the evaluation types. Carriage rail Flux carry hose Oscillate machine Flux basket Welding Current (A) Welding condition indicator Carriage motor Figure 8 - Relationship between welding current and deposition rate [3]. 60° Torch slider Remote control box 25 Welding torch Figure 7 - Device of SAW in vertical-up position. 382 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Flux basket slider 60° Figure 9 - Shape of X-groove. R. Sakamoto et al. - Development of submerged arc welding method in a vertical-up position Table 3 - Properties of 9%Ni steel plates used. Thickness (mm) 25 28 C 0.06 0.06 Si 0.24 0.26 Mn 0.6 0.61 Chemical composition (mass%) P S Cu 0.004 0.001 0.01 0.005 0.001 0.01 Ni 9.16 9.13 Cr 0.02 0.02 Al 0.037 0.041 Mechanical properties Thickness (mm) 0.2% Yield strength (MPa) Tensile strength (MPa) Elongation (%) Absorbed energy (-196 ℃) (J) 25 28 680 665 730 715 28.2 28.6 240 212 Table 4 - Welding conditions of test plate. Heat input Oscillation pitch Number of oscillations interface (the position at which the ratio of weld metal to base metal is 1 to 1) and the heat affected zone (HAZ: at distances of 1, 3, and 5 mm from the weld interface). The results suggest that the joints have a small risk of brittle fractures. On the other hand, these values are too large to be treated as the CTOD values which evaluate brittle fracture initiation. Further testing concept will be needed to consider the fracture-mechanical behaviour. The fracture toughness for arrest of brittle crack propagation was evaluated by a duplex ESSO test at -165 °C. The shape of the test specimen is shown in Figure 12. The test plate used was made of a weld specimen 500 mm wide, 350 mm long and 28 mm thick, to which a 9% nickel steel plate subjected to embrittling heat treatment was welded using a 3.5% nickel-based welding material. With a tens i l e st r e ss o f 392 MPa imposed, a wedge was dropped on the notch section to make a brittle crack enter the heat affected zone of the specimen’s weld joint from the embrittled plate and the length to the crack tip was evaluated. Our test result shows that the crack propagation in the target area was arrested as an experimental fact. 6. Large welding test In order to simulate actual construction work, a mock-up test involving a weld length of 4 meters was conducted so that welding stability and other properties CTOD ( δ ) : (mm) tion of brittle fracture initiation to ensure that they do not give rise to brittle fracture, and to possess properties that will arrest crack propagation before it eventually results in large-scale breakage if brittle cracking should actually occur. We therefore evaluated the fracture toughness for preventing brittle fracture initiation and brittle crack propagation of the welds. The fracture toughness for preventing brittle fracture initiation was evaluated by a crack tip opening displacement (CTOD) test at -165 °C. The test results are shown in Figure 11. The obtained CTOD values were more than 0.4 mm, at all positions for the weld metal, weld 18.5~21.6 kJ/cm 2~2.8 mm 25~35 N/min Notch location Figure 10 - Macro section and pass sequence. Figure 11 - CTOD values of welded joint by vertical SAW. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 383 R. Sakamoto et al. - Development of submerged arc welding method in a vertical-up position Table 5 - Results of weld joint performance tests. Standard JIS Z 3106 ASME SEC. Ⅸ Tensile test Deposited metal (φ12.7) Test RT Requirement Results Type 1 Class 1 or 2 Type 1 Class 1 Standard 0.2% Yield strength (MPa) Tensile strength Elongation (MPa) (%) (%) (MPa) ≥ 390 ≥ 690 - - ≥ 690 435 440 698 710 35 36 33 30 719 737 ASME SEC. IX Result Root bend < 3 mm < 3 mm No defect No defect Notch Embrittled-9%Ni steel plate Side Groove Welded joint using 3.5%Ni material Evaluated joint 9%Ni steel plate Figure 12 - Duplex ESSO test specimen. could be evaluated. Figure 13 shows a view of the welding set-up. The test was co n d u c te d u s in g a n a c t ua l l y use d movable stage to reproduce the conditions on a construction site. I t w a s c o n f ir med t ha t c ont i nuous welding along a length of 4 meters could be performed in stable manner, and in order to simulate accidental interruption to the welding, repair welding by MMA 384 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Sampling position Requirement Face bend Reduction of area Tensile strength API 620 APPENDIX Q Longitudinal bead test Test Weld joint t/2 t/4 Charpy impact test (-196 ℃) Absorbed energy (Notch: Weld metal) (J) Average (J) ≥ 37 ≥ 50 110 110 108 104 102 109 107 112 and resumption of automatic welding w ere als o carried out. In the ins pection performed after w elding, no hazardous defects were identified, and a good quality w as obtained. 7. Conclusions We developed the s ubmerged arc t=28 welding method in a vertical-up position for use in the vertical joints of the 9% nickel s teel s ide plates pres ent in aboveground LNG storage tank inner shells. The developmental results for this welding method are shown below. 1) The developed vertical SAW method uses a thin wire of diameter 1.2 mm, a nd utilizes an original proces s employing oscillation that is performed while welding is in progress. 2) Dedicated welding materials for vertical SAW were developed. They combine blowhole prevention properties with bead shape smoothness and slag detachability, these being related to the workability of multi-pass welding. 3) It was confirmed that, with vertical SAW, stable welding can be performed at a deposition rate of from 50 to 80 grams per minute. 4) Using developed welding device and materials, the joints achieved the required quality with joint performance tests. Further the joints showed small risks of brittle fractures with brittle fracture tests. 5) Using the developed vertical SAW device and simulating on-site cons truction w ork, a mock - u p t e st involving welding along a length of 4 meters was conducted. It was confirmed that continuous welding could be performed in a stable manner and, on simulating an interruption to welding, it was also confirmed that a good quality was obtainable at the position of the repair weld. Making full use of the advantages of this new welding method, we aim to put it to practical use as an efficient welding method capable of replacing MMA for the vertical joints of the 9% nickel steel inner shell present in aboveground LNG storage tanks. R. Sakamoto et al. - Development of submerged arc welding method in a vertical-up position References [1] [2] [3] [4] Iijima T., Kobayashi K., Mizo Y., Mizumoto M., Nagasaki H.: «Development of submerged arc welding in vertical-up position - A study on welding procedure - Prep. Nat. Meet. JWS, 82 (2008.4), 46-47 (in Japanese). Kubo T., Ohmori A., Tanigawa O.: «Properties of high toughness 9% Ni heavy section steel plate and its applicability to 200000 kl LNG Storage Tank, KAWASAKI STEEL TECHNICAL REPORT 30-3 (1998), 167-173 (in Japanese). Mizumoto M., Motomatsu R., Nagasaki H., Iijima T., Kobayashi K., Mizo Y.: «Development of submerged arc welding in vertical-up position - A study on welding consumables for 9%Ni steel - Prep. Nat. Meet. JWS, 82 (2008.4), 48-49 (in Japanese). Fukuda K., Watanabe H., Suzuki M.: «Development of submerged arc welding consumables in vertical-up ward position, Prep. Nat. Meet. JWS, 85 (2009.9), 90-91 (in Japanese). Sommario Figure 13 - Appearance of welding mock-up test with using large size test plate (Plate thickness: 28 mm). Acknowledgment The authors would like to thank Nippon Steel & Sumikin Welding Co., Ltd. and Kobe Steel, Ltd. for their generous cooperation with the welding material development performed in this study. Sviluppo del processo di saldatura ad arco sommerso in posizione verticale ascendente È stato sviluppato un processo per la saldatura ad arco sommerso in posizione verticale ascendente, ad alta efficienza, per l’applicazione ai giunti verticali del recipiente interno, in acciaio al 9% di nichel, di un serbatoio criogenico per lo stoccaggio di gas naturale liquido (GNL). Il processo di saldatura ad arco sommerso convenzionale è limitato alle posizioni verticale discendente ed orizzontale poiché utilizza il flusso come protezione del bagno. Con lo sviluppo di un nuovo dispositivo di saldatura e di appropriati materiali d’apporto, è stato dimostrato che con il processo ad arco sommerso in posizione verticale ascendente si possano ottenere stabilità e qualità di processo. Rispetto alla saldatura manuale ad arco, principalmente applicata per le giunzioni verticali di serbatoi GNL, con questo metodo possono essere ottenute proprietà meccaniche equivalenti ed una maggiore produttività. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 385 www.expolaser.it 8a edizione La tecnologia laser al servizio dell’industria Piacenza 17-19 novembre 2011 Un evento organizzato da: ISSN 1973-7238 IL LASER IN FIBRA DA 1 KW È IL CUORE TECNOLOGICO DEL PROCESSO UN ALLEATO PER IL TAGLIO CON LASER IN FIBRA MONITORAGGIO REMOTO DEL GAP TRA LAMIERE NELLA SALDATURA REMOTA DI ACCIAI ZINCATI TOCCARE CON MANO I VANTAGGI DELL’ABLAZIONE LASER NUMERO 33 maggio giugno 2011 DCOOS2922 NAZ/039/2008 PubliTec Via Passo Pordoi 10 20139 Milano PubliTec - Milano Tel. +39 02 535781 Fax +39 02 56814579 www.publiteconline.it Sponsor ufficiale per la fornitura di Sponsor ufficiale per la fornitura di aria compressa PIACENZA EXPO Tel. +39 0523 602711 Fax +39 0523 602702 [email protected] IIS Didattica I trattamenti a freddo dopo saldatura per la distensione ed il miglioramento delle prestazioni dei giunti saldati * l’obiettivo di raggiungere una maggiore confidenza nei confronti dei principi fisici su cui essi si basano e - ovviamente - sulla loro effettiva efficacia. 1 - Introduzione Come ben noto, la presenza di tensioni residue nei giunti saldati può risultare determinante per il comportamento in servizio del manufatto, con particolare riferimento ad alcune specifiche condizioni di servizio, quali ad esempio la fatica, la tensocorrosione, l’attacco da idrogeno, la presenza di carichi di punta ed altre ancora. La prassi industriale maggiormente consolidata prevede l’esecuzione di trattamenti termici dopo saldatura, detti appunto di distensione, la cui comprovata efficacia si basa sulla progressiva diminuzione del carico di snervamento di ogni lega metallica in funzione della temperatura e sulle conseguenti micro-deformazioni in campo elasto - plastico che hanno luogo in presenza di stati tensionali (talvolta indicati anche come autotensioni). Appare invece meno diffusa la conoscenza relativa a trattamenti di distensione basati su principi di diversa natura dai trattamenti termici, talvolta affidati alla proposta commerciale di singole aziende, ma raramente considerati da normative e codici tecnici alla stregua dei trattamenti termici suddetti. Lo scopo di questo articolo è proporre una rassegna di tali metodi, basata sullo stato dell’arte alla data attuale, con * 2 - Classificazione delle tecniche di miglioramento delle prestazioni dei giunti dopo saldatura Le tecniche accreditate per consentire un miglioramento delle prestazioni dei giunti dopo saldatura possono essere suddivise in due gruppi fondamentali: il primo afferisce soprattutto al comportamento dei giunti in regime di fatica ed è basato sulla modifica del profilo del giunto, considerato attraverso una sezione trasversale al giunto stesso; il secondo gruppo è invece riconducibile alla distensione dei giunti saldati, sebbene ottenuta con principi profondamente differenti tra di loro. A loro volta, ognuno dei due gruppi prevede un certo numero di diverse tecniche, che sono descritte nella Figura 1. 3 - Metodi basati sulla modifica del profilo del giunto saldato Come accennato, questi metodi sono rivolti prevalentemente (ma non esclusivamente) al servizio del giunto saldato in condizioni di fatica; è noto che, in questo caso, la durata complessiva del componente - con particolare riferimento alla fase di nucleazione della rottura per fatica, determinante per la durata complessiva suddetta - risulta fortemente correlata con la forma del Redazione a cura della Divisione FOP - Formazione e Pubblicazioni Biblioteca - Manifestazioni - dell’Istituto Italiano della Saldatura Genova. profilo del giunto, considerato in particolare mediante sezioni trasversali all’asse longitudinale del giunto. 3.1 Metodi per molatura 3.1.1 Burr grinding Questi metodi (Fig. 2a) prevedono l’uso di mole ad elevata velocità (tra 15.000 e 40.000 giri / minuto) di tipo pneumatico, idraulico o elettrico con lo scopo di levigare l’intero profilo del giunto per ottenere un raccordo ottimale al materiale base, rimuovendo ovviamente eventuali imperfezioni superficiali quali inclusioni, incisioni marginali, irregolarità di maglia, agendo in termini migliorativi sul fattore di concentrazione delle tensioni. In genere, la tecnica prevede l’asportazione di ogni imperfezione sino ad una profondità di circa 0.5 mm al di sotto dell’imperfezione stessa, con un massimo di 2 mm (o il 5% dello spessore di parete) di sottospessorazione complessiva ammissibile. Indicativamente, il metodo consente velocità di avanzamento di 1 m/h circa, per quanto presenti lo svantaggio di una notevole rumorosità; i vantaggi ottenibili dipendono fortemente dalla geometria del giunto e dalla direzione delle tensioni: tuttavia, considerando le due procedure applicabili (molatura dell’intero profilo o del solo piede del cordone, Figura 2b), il miglioramento della vita a fatica del giunto a 2*106 cicli può essere stimato tra il 50 ed il 200%. 3.1.2 Disc grinding A paragone del precedente, questo metodo (Fig. 3) si rivela più produttivo per la maggiore velocità di esecuzione, Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 387 I trattamenti a freddo dopo saldatura per la distensione ed il miglioramento delle prestazioni dei giunti saldati 3.1.3 Water jet eroding Si tratta di una tecnica che prevede l’uso di un getto di acqua ad elevata pressione contenente particelle abrasive, basata sullo stesso principio fisico sfruttato con il taglio ad acqua, per qu a n t o c o n potenze e pressioni ovviamente minori. Il meccanismo con cui agisce questo metodo è simile ai metodi per molatura descritti in precedenza, con particolare riferimento alla rimozione di imperfezioni superficiali ed alla variazione del raccordo tra zona fusa e materiale base, con conseguente riduzione del fattore di concentrazione delle tensioni. Un vantaggio significativo sembra essere la maggiore velocità di esecuzione rispetto ad altri metodi potenzialmente concorrenziali, con velocità di avanzamento comprese tra 20 e 45 m/h contro i 0.5 ÷ 2.5 m/h della molatura e gli 0.8 ÷ 0.9 m/h del TIG dressing. Inoltre, il metodo non comporta la formazione di incisioni o segni con direzioni preferenziali, come invece accade nel caso della molatura con dischi (i cosiddetti grinding marks). Per contro, data la velocità di erosione tipica del metodo, è richiesta la presenza di personale altamente qualificato per evitare la rimozione di eccessive quantità di materiale. Figura 1 - Metodi per il miglioramento delle prestazioni dei giunti (classificazione). sebbene un operatore poco esperto potrebbe rimuovere eccessive quantità di materiale o causare incisioni orientate perpendicolarmente alla direzione delle tensioni trasversali; non sorprende, di conseguenza, che i miglioramenti delle prestazioni a fatica risultino complessivamente inferiori rispetto al caso precedente e siano caratterizzati da una mag- giore dispersione, data la sensibilità alle caratteristiche operative del personale addetto. Nella Figura 4, a titolo di esempio, sono riportati i risultati sperimentali ottenuti su acciaio al carbonio grado BS 4360 43A e Superelso 70. Figure 2a (a sinistra) e 2b (a destra) - Burr grinding e procedure di molatura. 388 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 3.2 Metodi per rifusione localizzata Questi metodi agiscono in modo selettivo sul piede del cordone, eliminando eventuali imperfezioni come incisioni marginali, inclusioni di scoria e migliorando l’angolo di raccordo tra la zona fusa ed il materiale base, riducendo il fattore di concentrazione delle tensioni. Inoltre, almeno per alcune tipologie di materiale base, essi possono causare un incremento delle durezze in zona termicamente alterata (Kado et al.). I due metodi maggiormente diffusi sono il TIG dressing ed il Plasma dressing. Figura 3 - Disc grinding. I trattamenti a freddo dopo saldatura per la distensione ed il miglioramento delle prestazioni dei giunti saldati Figura 4 - Comportamento a fatica di giunti sottoposti a burr grinding e disc grinding. 3.2.1 TIG dressing Il ben noto processo TIG viene impiegato senza materiale d’apporto per sfruttare la rifusione determinata dall’arco elettrico con apporti termici compresi tra 1.0 e 2.0 kJ/mm. Deve essere osservato che per acciai al carbonio di fabbricazione meno recente (è il caso di procedure di manutenzione su strutture esercite) la tecnica può favorire un incremento significativo della durezza ed una diminuzione localizzata della tenacità, cui è opportuno porre rimedio con una seconda passata di rinvenimento dopo la prima, ad una opportuna distanza, con un ulteriore miglioramento - peraltro - della transizione tra zona fusa e materiale base (Fig. 5). Data la notevole quantità di variabili in grado di influenzare il successo della tecnica, è importante che la procedura sia sottoposta ad una fase di validazione, come si farebbe con un processo di saldatura vero e proprio, volta a garantire le condizioni di massima ripetibilità Figura 6 - Confronto tra il comportamento a fatica di giunti a cordoni d’angolo allo stato come saldato e dopo TIG dressing. durante la s ua applicazione, possibilmente basata sull’esecuzione di prove di qualificazione. A nche in ques to caso non è facile ricondurre i risultati ottenuti ad un comportamento univoco: indicativamente, è possibile affermare che s i ottiene un miglioramento medio del 50% circa delle prestazioni in regime di fatica, con riferimento a 2*106 cicli (con estremi compresi tra il 10% relativo a giunti testa a testa, per acciai a l carbonio, ed il 100% di giunti a cordoni d’angolo, per acciai ad elevata resistenza). A titolo di esempio, nella Figura 6 si riportano i risultati relativi a giunti saldati a cordoni d’angolo con acciai a media resistenza. 3.2.2 Plasma dressing Il Plasma dressing può essere avvicinato - di principio - al TIG dressing, per quanto il maggiore apporto termico (circa doppio rispetto al caso del TIG) generi bagni di fusione di maggiori dimensioni e, di conseguenza, renda il processo meno sensibile all’angolo di inclinazione della torcia rispetto al giunto; il raggio di curvatura ottenuto in prossimità del piede del cordone risulta, per la medesima ragione, più favorevole: in sintesi, per quanto sia difficile reperire dati in letteratura, si può affermare che il miglioramento s ia maggiore ris petto al caso del TIG. Figura 5 - TIG dressing (schema). 3.3 Tecniche di saldatura speciali Con questa denominazione si indicano in genere tutte quelle soluzioni adottate direttamente durante l’esecuzione del giunto, per evitare l’esecuzione di trattamenti dopo saldatura, quali essi siano. Questi trattamenti hanno un obiettivo comune: il miglioramento del profilo del giunto, in prossimità del piede del cordone, quindi un più favorevole fattore di concentrazione delle tensioni. 3.3.1 Controllo del profilo Si tratta di un metodo previsto dall’AWS Structural Welding Code per giunti del tipo indicato nella Figura 7, basato sul controllo della forma complessiva del giunto, quindi non solo del piede del cordone: in particolare, è prevista la realizzazione di un giunto concavo, la cui geometria è verificata tanto nella zona del piede del cordone tanto nelle zone tra passata e passata con un semplice test (detto Dime Test), che prevede l’impiego di un semplicissimo calibro circolare, di diametro proporzionale a quello dell’anima del giunto e di fili di diametro noto (con un massimo di 50 mm). Nel caso il test non sia superato, il codice prevede una molatura localizzata del giunto. P er giunti analoghi a q u e l l o d e l l a Figura 7, si registrano diminuzioni del Figura 7 - Miglioramento del profilo del giunto (AWS) e Dime Test. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 389 I trattamenti a freddo dopo saldatura per la distensione ed il miglioramento delle prestazioni dei giunti saldati Figura 8 - Confronto tra il comportamento a fatica di giunti a T allo stato come saldato e con controllo del profilo. Figura 9 - Confronto tra il comportamento a fatica di giunti a T saldati con elettrodi convenzionali e con elettrodi speciali (per miglioramento del profilo). fattore di concentrazione delle tensioni da 3.3 ÷ 5.1 a 1.3 ÷ 1.5 e miglioramenti medi del comportamento a fatica del giunto variabili dal 25 al 50% (Haagensen, Figura 8). Occorre ovviamente porre la cura necessaria nella verifica del giunto in regime di sollecitazione di tipo statico, considerando che la concavità del profilo può abbassare la sezione resistente del giunto in modo significativo. Allo stesso modo, codici come API RP2 penalizzano, per strutture tubolari, il mancato impiego del controllo del profilo del giunto imponendo l’uso di curve S-N più penalizzanti. terizzati da temperature di trasformazione allo stato solido particolarmente basse, allo scopo di indurre in corrispondenza del piede del giunto stati residui di compressione (National Research Institute for Metals in Japan and Kawasaki Steel Co): in particolare, tali consumabili effettuano la trasformazione in campo martensitico aumentando (come noto) il volume della passata; a tale aumento di volume corrisponde uno stato di compressione nelle zone adiacenti. Nei processi multipass, la tecnica è applicata anche per ragioni di tipo economico solo sulle passate di chiusura, in cui risulta effettivamente efficace. 3.3.2 Consumabili speciali Con questa denominazione non si identif ic a u n s in g o lo m e t odo i n m odo univoco, ma più tipologie di consumabili, aventi tra loro finalità differenti. Un primo metodo prevede l’impiego di specifici tipi di elettrodo rivestito (Ikeda et al.) sviluppati in Giappone per ottenere un raccordo tra la passata ed il piede del cordone particolarmente favorevole direttamente in saldatura, grazie a particolari tipi di rivestimento che agiscono sulla tensione superficiale tra scoria e bagno, garantendo un’ottima bagnabilità tra il bagno di fusione stesso ed il materiale base. La tecnica è stata sperimentata con successo anche da altri autori (Bignonnet et al.), con risultati migliorativi rispetto allo stato come saldato, per quanto non pari a quelli ottenibili con pallinatura controllata (Fig. 9). Un secondo metodo, invece, prevede l’impiego di speciali consumabili carat- 4 - Metodi basati sulle tensioni residue 390 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Questi metodi si presentano in modo estremamente variegato, dati i diversi scopi che si prefiggono: ad esempio, quelli finalizzati ad un incremento delle prestazioni a fatica della giunzione sono spesso basati sulla realizzazione di stati localizzati di compressione, in modo da evitare che - in servizio - azioni, anche di compressione, possano comunque generare stati di trazione, dovuti alla presenza di tensioni residue di questa natura. In questi casi, benefici considerevoli possono essere ottenuti inducendo stati localizzati di compressione prossimi al carico di snervamento del materiale base: ne consegue, logicamente, che tali stati potranno essere di maggiore entità per materiali base aventi maggiore resistenza meccanica, come ad esempio nel caso di acciai ad alta resistenza. A loro volta, questi metodi possono essere suddivisi in due gruppi: • nel primo caso, i metodi si basano su sistemi di tipo meccanico; • nel secondo caso, i metodi sono finalizzati alla distensione del giunto, per quanto con tecniche molto differenti tra loro. 4.1 Metodi meccanici 4.1.1 Pallinatura Si tratta di un processo ben noto, almeno in alcuni settori industriali, simile per principio alla sabbiatura, rispetto alla quale però usa consumabili di diversa natura (ghisa, acciaio di opportune granulometrie). Il trattamento genera forti s tati di compres s ione s up e r f i c i a l i (Fig. 10), la cui entità mediamente è pari al 70% ÷ 80% del carico di snervamento a compressione del materiale trattato. Tra i vantaggi della pallinatura va ricordata certamente la capacità di trattare aree estese con costi ridotti; non mancano tuttavia le criticità, che spesso portano all’esigenza di una vera e propria qualificazione del processo: si pensi, ad esempio, all’impiego di consumabili di adeguate dimensioni, in grado quindi di raggiungere anche la gola di eventuali imperfezioni. Valori tipici delle dimensioni del consumabile possono variare tra 0.2 ed 1 mm, con velocità a loro volta comprese tra 40 e 60 m/s. I dati sperimentali evidenziano un sensibile aumento delle prestazioni dei giunti in regime di fatica, sebbene variabili con la geometria del giunto e con la resistenza a trazione del materiale base. I trattamenti a freddo dopo saldatura per la distensione ed il miglioramento delle prestazioni dei giunti saldati Figura 10 - Un tipico andamento delle tensioni superficiali dopo pallinatura controllata (acciai bonificati ad alta resistenza). A titolo di esempio, si possono citare gli incrementi del 33% per giunti realizzati con acciai al carbonio, mentre incrementi superiori (sino al 70%) si sono registrati su acciai bonificati, con carico di snervamento sino a circa 800 MPa (Maddox), con riferimento al classico valore di 2*106 cicli. 4.1.2 Martellatura È un processo messo in atto con dispositivi manuali, di tipo pneumatico o elettrico, con frequenze di lavoro comprese tra 80 e 90 Hz. Allo scopo, sono impiegati utensili in acciaio ad elevata durezza con estremità emisferica, aventi diametri tra 6 e 18 mm. Nel caso di giunti d’angolo, ad esempio, l’utensile deve essere inclinato di circa 45° rispetto alla superficie della piattabanda, quindi di circa 45° rispetto alla superficie della passata adiacente, e traslato ad una velocità di avanzamento di 25 mm/s. Operando più passate, ad esempio quattro, è possibile incrementare l’efficacia del trattamento, inducendo una deformazione pari a circa 0.6 mm in acciai al carbonio e leggermente inferiori (0.5 mm) in acciai ad alta resistenza (Knight). Questo trattamento, grazie al grado di incrudimento fornito ed alla profondità di penetrazione che è in grado di raggiungere, consente di ottenere i migliori risultati tra tutti i trattamenti basati sullo stesso principio; va osservato inoltre che il trattamento, oltre ad agire nei confronti degli stati tensionali presenti, modifica in termini migliorativi il raggio di raccordo al piede del cordone e l’an- Figura 11 - Confronto tra il comportamento a fatica di giunti allo stato come saldato e sottoposti a martellatura. golo tra la zona fusa ed il materiale base. Come anche in altri casi, i risultati più interessanti sono ottenuti con acciai a maggiore resistenza allo snervamento. Nella Figura 11 sono riportati i risultati ottenuti su acciai ad alta resistenza, con diversi cicli di fatica. Per effetto della deformazione plastica indotta e del conseguente incrudimento, si assiste ad un incremento localizzato delle durezze, come ad esempio documentato dalla Figura 12, riferita al caso di un acciaio tipo EN 10025-2 S355J2. 4.1.3 Needle peening Nella letteratura internazionale, con l’espressione needle peening si identifica una variante della martellatura nella quale l’utensile è sostituito da un opportuno numero di fili metallici, del diametro di circa 2 mm, aventi l’estremità arrotondata. I risultati ottenibili con questo tipo di trattamento sembrano leggermente inferiori rispetto alla martellatura, a parità di altre condizioni. 4.1.4 Ultrasonic peening, ultrasonic impact treatment Con queste denominazioni si individuano due metodi molto simili. Il trattamento indicato come ultrasonic impact treatment (UIT) risale agli inizi degli anni settanta ed è stato introdotto a seguito di specifiche attività sperimentali dal Paton Welding Institute di Kiev. Tale trattamento prevede l’impiego di martelli ad ultrasuoni su una fascia di larghezza compresa tra 4 e 7 mm circa in prossimità del piede del cordone; il dispositivo in sé si compone di un trasduttore ultrasonoro di tipo magnetostrittivo (con potenze intorno a 1200 W), un generatore di ultrasuoni ed un utensile; al contrario, nel caso del metodo indicato come ultrasonic peening (UP), il trasduttore è di tipo piezoelettrico, con potenza variabile tra 400 ed 800 W. La parte terminale dell’utensile può essere composta da un unico elemento (di tipo sferico, con diametro tipico di Figura 12 - Profilo di durezza del piede del cordone dopo hammer peening, acciaio EN 10025-2 S355J2. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 391 I trattamenti a freddo dopo saldatura per la distensione ed il miglioramento delle prestazioni dei giunti saldati 16 mm) oppure multiplo (Fig. 13), con frequenze di lavoro comprese tra 20 e 30 kHz. Il trattamento prevede una singola passata, effettuata con velocità di avanzamento di circa 0.5 m/min. Indipendentemente dalle differenze, l’efficacia del trattamento è dovuta ad un meccanismo del tutto analogo rispetto alla martellatura, ma con il vantaggio di una rumorosità molto inferiore: la deformazione (Fig. 14) interessa il materiale base sino ad una profondità di circa 0.5 ÷ 0.7 mm, con la nascita di stati di compressione localizzati che incidono in modo determinante sulla fase di nucleazione di rotture per fatica. Anche in questo caso si registra una sensibile riduzione del fattore di concentrazione delle tensioni dovuto alla modifica della geometria del raccordo tra la zona fusa ed il materiale base. Figura 13 - Teste utensile intercambiabili per UP. Più nel dettaglio (Y. Kudryavtsev, J. Kleiman, L. Lobanov, V. Knysh, G. Prokopenko) il trattamento genera una distribuzione di tensioni caratteristica nella regione sub-superficiale come quella riportata nella Figura 15 (in cui è anche presente la macrogeometria della zona trattata al piede del cordone): • la zona A è caratterizzata da deformazione plastica sino ad una profondità di 1 ÷ 1.5 mm ed esplica i suoi benefici soprattutto nei confronti del comportamento a fatica, a corrosione ed in regime di usura; • la zona B è caratterizzata dalla tendenza alla distensione delle tensioni Figura 14 - Saldatura a filo continuo di elementi tubolari di acciaio al carbonio prima (a sinistra) e dopo il trattamento di UP. Figura 15 - Geometria del piede del cordone dopo trattamento (a sinistra) e distribuzione tipica delle tensioni residue sub-superficiali dopo trattamento di UP. 392 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 I trattamenti a freddo dopo saldatura per la distensione ed il miglioramento delle prestazioni dei giunti saldati Figura 17 - Apparecchiatura per il trattamento UP di ruote saldate. Figura 16 - Confronto tra il comportamento a fatica di giunti allo stato come saldato (1) e dopo trattamento di UP (2). residue di saldatura e può avere profondità superiori a 15 mm. In questa zona i vantaggi sono da ricercare soprattutto nella resistenza alla propagazione di eventuali rotture; • nella zona C (presente invece solo in certe condizioni), avente uno spessore estremamente ridotto, si hanno invece fenomeni detti di nano - cristallizzazione, con vantaggi analoghi a quelli della zona A, più specificamente nel caso di fatica ad elevata temperatura. Gli incrementi nelle prestazioni dei giunti in regime di fatica, ferma restando la consueta variabilità in funzione della geometria del giunto, delle direzioni dei carichi e della res istenza del materiale base, variano da un minimo del 50 ad un mas s imo del 200% (Fig. 16). Particolarmente interessanti alcune e sperienze applicative, di s eguito descritte. 4.1.4.1 Trattamento UP su giunti saldati di ruote saldate per impieghi automobilistici (Y. Kudryavtsev and J. Kleiman, Integrity Testing Laboratory Inc.) Si tratta di un trattamento svolto con un’apparecchiatura piuttosto compatta (Fig. 17), di tipo computerizzato, con utensile dal peso di 3 kg, frequenze di 22 kHz e velocità di avanzamento di 0.5 m/min. Il cerchio è realizzato con acciai ad alta resistenza di tipo diverso (con resistenza allo snervamento di 400 e 510 MPa) saldati con cinque tratti della lunghezza di circa 100 mm con processo a filo continuo e con protezione di gas attivo (MAG, Figura 18). Dopo saldatura, i cerchi (trattati o meno, per consentire un adeguato confronto) sono stati sottoposti al medesimo ciclo, con sollecitazioni radiali rispetto al cerchio tali da indurre in prossimità dei tratti saldati ampiezze di carico pari ad 80 MPa. Per cerchi non trattati, la vita a fatica si è dimostrata inferiore ad un milione di cicli, con rotture innescate in corrispondenza del piede del cordone, in prossimità dell’inizio o della fine di singoli tratti, causando rotture passanti sul cerchio, con perdita di pressione all’interno del pneumatico. Figura 18 - Il cerchio oggetto del lavoro sperimentale, con dettaglio (a destra) di un tratto di saldatura. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 393 I trattamenti a freddo dopo saldatura per la distensione ed il miglioramento delle prestazioni dei giunti saldati Figura 19 - Apparecchiatura per UIT e sua applicazione su giunti a T. I risultati relativi ai cerchi trattati hanno evidenziato che il comportamento a fatica, in base al criterio della durata del componente al raggiungimento della stessa lunghezza delle rotture, è mediamente tre volte superiore ai cerchi non trattati. 4.1.4.2 Trattamento con UIT di irrigiditori longitudinali saldati (Veli-Matti Lihavainen and Gary Marquis, Lappeenranta University of Technology, Lappeenranta, Finland, Efim Statnikov, Applied Ultrasonics, Birmingham, AL, USA) Merita di essere segnalata questa esperienza, su base sperimentale, realizzata su acciai da costruzione di larga diffusione (EN 10025-2 S355J0) in collabo- razione tra ricercatori finlandesi ed una società americana, con dispositivi operanti a 27 kHz di frequenza (Fig. 19) su giunti a T saldati con filo continuo con protezione gassosa. Date le caratteristiche del trattamento, anche in questo caso la caratterizzazione del giunto è stata realizzata mediante prove di fatica (in particolare, con cicli ad ampiezza costante, frequenza di 5 Hz, rapporto R = 0.1). Come logico attendersi, la rottura dei saggi allo stato come saldato si è generata in ogni caso presso il piede del cordone, così come nei saggi trattati la rottura è iniziata nella zona oggetto del trattamento. In particolare, il trattamento è stato effettuato con un utensile avente diametro di 3 mm, generando una concavità di profondità media 0.5 mm alla velocità di avanzamento di 0.42 m/min. I risultati sperimentali, con differenze trascurabili tra gli spessori 5 e 7 mm, dimostrano un sensibile miglioramento del comportamento a fatica, con particolare riferimento alla pendenza della curva S-N, che da tipico valore 1:3 aumenta sino al valore 1:3,7, indicando al tempo stesso un incremento (46% circa) della prestazione misurata a 2*106 cicli ed una diversa durata della fase di nucleazione della rottura (Fig. 20). Dopo UIT, t = 5 mm Come saldato, t = 5 mm Dopo UIT, t = 8 mm Come saldato, t = 8 mm Figura 20 - Risultati delle prove di fatica su saggi di spessore 5 e 7 mm. 394 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Figura 21 - Dettaglio delle zone di possibile rottura a fatica su ponti metallici saldati (in rosso). I trattamenti a freddo dopo saldatura per la distensione ed il miglioramento delle prestazioni dei giunti saldati Figura 22 - Provette utilizzate per le prove a fatica comparative. 4.1.4.3 Miglioramento del comportamento a fatica e riparazione di strutture metalliche saldate mediante UP (Y. Kudryavtsev, J. Kleiman, Integrity Testing Laboratory Inc., Markham, Canada, A. Lugovskoy, Kiev, Ukraine, L. Lobanov, V. Knysh, O. Voitenko, Paton Welding Institute, Kiev, Ukraine, G. Prokopenko, Institute of Metal Physics, Kiev, Ukraine) Questa attività è mirata al caso di ponti metallici saldati di tipo ferroviario o autostradale, caratterizzati da possibili rotture per fatica in punti critici, come ad esempio le estremità delle saldature degli irrigiditori (stiffener) trasversali (Figura 21, zona rossa). Per quanto sia noto che il trattamento di ultrasonic peening abbia la massima efficacia in fase di fabbricazione del manufatto, ossia prima dell’inizio del- Figura 23 - Risultati delle prove comparative a fatica (curve S-N). l’esercizio della struttura, si è cercato di capire se potesse esservi un beneficio anche per strutture esercite, nelle quali in particolare - la frazione di vita consumata in regime di fatica fosse indicativamente pari al 50% di quella attesa progettualmente. Allo scopo, dunque, sono state condotte campagne di prove su tre diverse tipologie di saggio: allo stato come saldato, dopo trattamento di ultrasonic peening e dopo trattamento effettuato al 50% della vita a fatica prevista, con provette in acciaio al carbonio - manganese (Fig. 22) rappresentative della geometria del dettaglio strutturale di cui alla Figura 21. I risultati delle prove suddette (effettuate con rapporto R = 0) sono riportati nella Figura 23, nella quale: • la curva 1 si riferisce alle provette testate allo stato come saldato; • la curva 2 si riferisce alle provette testate allo stato trattato con ultrasonic peening, ma prima del ciclo di fatica; • la curva 3 si riferisce alle provette trattate con ultrasonic peening dopo il 50% della frazione di vita consumata a fatica. Come si può notare, le curve indicano un miglioramento complessivo tanto nel caso 2 (53%) come nel caso 3 (67%), con riferimento all’ampiezza del ciclo valutata a 2*10 6 cicli. Come in altre esperienze, anche in questo caso si osserva inoltre una variazione (in senso migliorativo) della curva S-N, con un incremento complessivo della durata a fatica del particolare, variabile tra 4 e 6 volte. Specifici approfondimenti merita indubbiamente il caso 3, che può essere attribuito a favorevoli ridistribuzioni Figura 24 - Manutenzione con trattamento di ultrasonic peening di ponti metallici in esercizio. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 395 I trattamenti a freddo dopo saldatura per la distensione ed il miglioramento delle prestazioni dei giunti saldati delle tensioni nella zona più sollecitata. Come accennato, il trattamento è applicato anche nel medesimo settore su strutture in esercizio, nel tentativo di prolungarne la vita, prevenendo la f o r ma z io n e d i c ri c c he pe r fa t i c a o migliorando l’efficacia di procedure di riparazione di cricche rilevate e successivamente riparate. Nella Figura 24 alcune delle fasi del trattamento eseguito su un ponte metallico saldato sul fiume Dnepr (Ukraine), in esercizio da circa 30 anni. 4.1.5 Trattamenti di distensione con sovraccarichi meccanici Questi trattamenti sono stati applicati soprattutto per incrementare la durata di strutture esercite in regime di fatica e prevedono, come prima opzione, l’applicazione di carichi statici che portino il piede del cordone nel campo della compressione oppure, in alternativa, l’applicazione di carichi di compressione con dispositivi meccanici (nello stesso punto) aventi opportuni raggi di curvatura. I risultati sperimentali indicano un incremento proporzionale all’entità del sovraccarico applicato, con comportamenti mediamente migliorativi nel secondo caso (sino al +100%) rispetto al primo (+65%, nel migliore dei casi). 4.2 Metodi per distensione 4.2.1 Trattamenti termici di distensione Questo punto è stato inserito per ovvie ragioni di completezza della trattazione, per quanto non sia afferente alle finalità dell’articolo; si tratta, evidentemente, dei ben noti Post Weld Heat Treatment (PWHT), basati sulla progressiva diminuzione del carico di snervamento del materiale trattato con la temperatura. Si rimanda il lettore, per eventuali aggiornamenti sullo stato dell’arte, alla letteratura specifica. 4.2.2 Vibratory Stress Relieving (VSR) I trattamenti per vibrazione meccanica prevedono il mantenimento del componente per un tempo prefissato ad una frequenza prossima a quella di risonanza (o ad essa leggermente inferiore) grazie all’impiego di motori elettrici dotati di opportune masse eccentriche. In funzione delle dimensioni del componente, due procedure possono essere adottate: applicare il vibratore direttamente al componente, qualora questo sia 396 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 di dimensioni significative, trattandolo per porzioni successive, oppure posizionare il componente (qualora di dimensioni limitate) su una tavola, posta a sua volta in vibrazione (in ogni caso sono previsti opportuni sistemi di smorzamento per impedire la propagazione delle vibrazioni a parti diverse dal componente). Come accennato, vi sono fondamentalmente due modi per operare: il primo porta il componente alle frequenze di risonanza caratteristiche; il secondo a frequenze leggermente inferiori. • Nel primo caso, essendo a priori ignoti i modi di vibrare caratteristici di ogni componente, si procede sperimentalmente (nel caso il vibratore si applica direttamente al componente) aumentando progressivamente la frequenza da zero a 100 Hz in circa 8 minuti, registrando la risposta e le frequenze di risonanza (di norma, due o tre); quindi, l’apparecchio è spento e riacceso per riportare la frequenza di risonanza sino al valore della prima (più bassa) registrata, mantenendo queste condizioni per un tempo prefissato, ad esempio 10 minuti, al termine dei quali la frequenza viene nuovamente aumentata sino al valore della frequenza di risonanza più prossima, arrivati alla quale viene ripetuto il mantenimento suddetto. • Nel secondo caso, ferma restando la procedura di verifica sperimentale delle frequenze di risonanza, si ripete il metodo descritto a l p unto precedente ma restando su frequenze inferiori di circa 10 Hz a quelle determinate sperimentalmente. Molto si è scritto circa il principio fisico su c ui i l metodo per vibrazione si baserebbe; ad oggi, le tesi più accreditate sembrano due: secondo la pri m a , vi s arebbe un’analogia tra il tratt a m e nto per vibrazione ed il trattamento termico, nel senso che il primo consentirebbe uno spostamento degli atomi costituenti l’edificio cristallino grazie all’energia meccanica conferita dal vibratore (in sostituzione di quella termica, caratteristica dei trattamenti termici). La seconda teoria riconduce invece la distensione a meccanismi di deformazione in campo plastico, a causa del superamento del limite di snervamento del materiale per effetto delle tensioni residue presenti e delle sollecitazioni meccaniche appli c a t e d a l vibratore, di andamento ciclico. Va osservato che nessuna delle due tesi sopra ricordate sembra essere supportata da adeguate evidenze sperimentali. Risulta inevitabile, in questo contesto, fare riferimento soprattutto ad esperienze di tipo sperimentale, che devono peraltro essere svolte con la dovuta accuratezza, data la delicatezza che caratterizza la misurazione delle tensioni ed i diversi errori sperimentali che si possono originare, di conseguenza. Tra le esperienze condotte, particolarmente significativa sembra quella effettuata in ambito universitario da S. Shankar, presso la Bangalore State University, con acciai al carbonio (ASTM A36) saldati ad elettrodo rivestito. Dopo trattamento per vibrazione condotto a 40 Hz mediante applicazione del vibratore direttamente sul giunto saldato, è stato eseguito il confronto tra la distribuzione delle tensioni longitudinali prima e dopo il trattamento stesso (Fig. 25), osservando le seguenti variazioni fondamentali: Figura 25 - Confronto tra la distribuzione delle tensioni residue longitudinali prima e dopo trattamento VSR (Shankar, acciaio A36, processo 111, frequenza 40 Hz). I trattamenti a freddo dopo saldatura per la distensione ed il miglioramento delle prestazioni dei giunti saldati Figura 26 - Analisi TEM di campioni di materiale base allo stato ricotto (a sinistra) e del giunto dopo trattamento VSR (a destra). • le tensioni di picco diminuiscono da 359 a 276 MPa (valori medi su tre giunti saldati), dato confermato anche da altre attività sperimentali (Zubchenko et al., Grudz et al.); • le tensioni residue non sono eliminate completamente, come riportato da altri ricercatori (Weiss et al.), piuttosto si assiste ad una loro distribuzione nella sezione trasversale. La ripetizione del trattamento a frequenze inferiori a quella di risonanza (30 Hz invece di 40) non sembra cambiare il quadro in modo significativo. Per cercare di analizzare le eventuali modificazioni indotte dal trattamento a livello microstrutturale e, di conseguenza, approfondire il principio stesso del processo, Shankar sottopose ad analisi TEM campioni di materiale base (allo stato ricotto) e del giunto saldato dopo trattamento VSR (Fig. 26). Come era logico attendersi, i campioni estratti dal materiale base non eviden- ziano una elevata concentrazione di dislocazioni in prossimità dei grani ferritici, con dislocazioni ad andamento prevalentemente rettilineo e regolare; al contrario, le immagini relative ai campioni estratti dal giunto evidenziarono una maggiore densità di dislocazioni ed un elevato grado di interazione tra le dislocazioni stesse, indicatore chiaro della presenza di deformazione plastica (al riguardo, una stima di tali deformazioni indica un valore variabile tra il 4 ed il 5%). Interessanti sono anche i risultati delle prove comparative a fatica, mirate a verificare se - come sostenuto da alcuni autori - il trattamento VSR possa compromettere le prestazioni dei giunti saldati, favorendo la propagazione di eventuali imperfezioni di tipo bidimensionale. Al riguardo, i valori relativi dei giunti sottoposti a trattamento sia a frequenze di risonanza che a frequenze inferiori evidenziano risultati del tutto analoghi a quelli relativi ai giunti non trattati. Al contrario, in prove meccaniche a breve termine si registra un lieve incremento della resistenza meccanica, peraltro facilmente spiegabile con i fenomeni di incrudimento correlati con le deformazioni plastiche di cui sopra. Una seconda, interessante testimonianza è quella relativa al trattamento VSR di giunti eseguiti con processo MAG su acciaio ad elevata resistenza tipo Armox 500T ® (R. Vallant, D. Djuric, K. Kerschbaumer, N. Enzinger), fornito allo stato TM-DQ. Va osservato che si tratta di un acciaio dalle prestazioni di assoluto rilievo, con una resistenza a rottura compresa tra 1450 e 1750 MPa, una durezza media di 490 HV10, per quanto l’allungamento a rottura risulti pari all’8% (valore minimo). I dati sperimentali sono riferiti alla saldatura con consumabili metal cored tipo EN ISO 17633-A T18 8 Mn MM1) per evitare rischi di criccabilità a freddo. Il tipo di saggio considerato è stato un saggio ad X. Per la misurazione delle tensioni residue (tanto in direzione longitudinale che in quella trasversale) è stato impiegato il metodo diffrattometrico. La scelta del consumabile ha determinato una microstruttura in zona fusa di tipo austenitico, con bande alternate di ferrite delta e martensite. I rilievi di tensione residua (in direzione longitudinale), misurati con diffrazione, si sono dimostrati poco significativi, data la forte localizzazione in superficie dei punti di misura; procedendo invece con verifiche bas ate su l l ’ e ff e t t o Figura 27 - Riferimenti per la misura delle tensioni residue (a sinistra) e risultati della misura con effetto Barkhausen (tensioni longitudinali, linea 1, a destra). Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 397 I trattamenti a freddo dopo saldatura per la distensione ed il miglioramento delle prestazioni dei giunti saldati Figura 28 - Spot heating (schema di applicazione dei punti da riscaldare). Barkhausen si sono trovate indicazioni più chiare, per quanto fortemente variabili con la distanza rispetto all’asse longitudinale del giunto: in particolare, sembra verificarsi in prossimità della zona fusa addirittura un cambiamento delle qualità degli stati tensionali verso la compressione, più accentuato reiterando il trattamento VSR. Meno chiari, invece, i cambiamenti relativi alle altre linee di misura considerate (Fig. 27). È necessario osservare che la letteratura disponibile contiene spesso testimonianze non univoche circa l’effettiva efficacia del trattamento. Ad esempio (S. Spooner, S.A. David, X.L. Wang, C.R. Hubbard, T.M. Holden, J.H. Root) esperienze condotte su giunti in acciaio tipo 304, saldato con 308, con misurazione delle tensioni residue mediante diffrazione neutronica evidenziano risultati dopo VSR la cui variazione rispetto ai valori caratteristici dei giunti non trattati rientrano nel fisiologico errore sperimentale; degna di nota, comunque, la conclusione cui sono pervenuti gli autori, per la quale non si sarebbero comunque verificati danneggiamenti della microstruttura. Secondo un’ulteriore esperienza (Munsi, Wa d d e ll e Wa lk e r, De pa rt m e nt of Mechanical Engineering, University of Strathclyde, Glasgow) l’effetto del trattamento sembrerebbe invece decisamente benefico, sia nel caso di una sua esecuzione durante la saldatura (variante studiata anche in altre esperienze pratiche) che dopo la saldatura, secondo la consuetudine. Gli autori hanno considerato il caso di acciai a grano fine (con Rp 0.2 attorno a 610 MPa) ed impiegato diffrattometria a raggi X per la misurazione delle tensioni residue. La diminuzione media dei valori delle tensioni longitudinali è stata di 75 MPa (considerando le proprietà meccaniche del materiale base). 398 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 4.2.3 Spot heating Si tratta di un metodo finalizzato soprattutto al miglioramento delle prestazioni a fatica di giunti saldati: in particolare, esso è basato su una ridistribuzione delle tensioni residue nell’ambito della sezione trasversale del giunto saldato mediante un riscaldamento localizzato ottenuto con un cannello, in grado di condurre il materiale oltre il proprio limite di snervamento. Poiché l’area sottoposta a riscaldamento localizzato tende ad assumere stati tensionali residui nel campo della trazione, quelle circostanti, per garantire l’equilibrio, tendono invece a risultare compresse (Kirkhope et al.); i punti da sottoporre a spot heating devono essere localizzati in modo tale che la congiungente di ogni punto con l’intaglio risulti perpendicolare alle direzione delle tensioni applicate. In altre parole, occorre evitare che il probabile percorso di un’eventuale cricca di fatica non passi attraverso il centro del punto trattato, dove la propagazione della cricca stessa per ovvie ragioni - subirebbe una brusca accelerazione. Nella Figura 28 è riportato uno schema relativo all’applicazione del metodo; due appaiono i punti critici: lo schema di applicazione dei punti da riscaldare, specialmente se la geometria del giunto appare più complessa di quella riportata nella figura suddetta, e la temperatura da raggiungere per ottenere il risultato migliore. 4.2.4 Metodo di Gunnert Anche allo scopo di superare le difficoltà poste dal metodo denominato spot heating, Gunnert propose un diverso sistema (come il precedente, si tratta di un metodo finalizzato soprattutto a migliorare le prestazioni del giunto in regime di fatica): in questo metodo, la zona sottoposta a riscaldamento non è quella adiacente all’intaglio ma quella relativa all’intaglio stesso. Dopo aver raggiunto una temperatura tale da indurre deformazione plastica, comunque inferiore al range in cui si verificano le trasformazioni allo stato solido, la superficie è raffreddata rapidamente mediante tempra in acqua (spray); per effetto dei diversi tempi di raffreddamento tra la regione superficiale e quella interna, si produce uno stato residuo di trazione in prossimità della regione superficiale stessa senza, tuttavia, indurre nel materiale indesiderati effetti di tempra. 4.2.5 Trattamenti per esplosione (Explosion Stress Relieving - ESR) Questi trattamenti sono stati sviluppati presso il Paton Welding Institute di Kiev (Ukraine) da V.G. Petushkov et al.. Figura 29 - Disposizioni tipiche dell’esplosivo per trattamenti di distensione per esplosione. I trattamenti a freddo dopo saldatura per la distensione ed il miglioramento delle prestazioni dei giunti saldati Figura 30 - Preparazione del trattamento di distensione ad esplosione (a sinistra) ed esecuzione del trattamento. Il metodo si basa, nella sostanza, nell’applicazione di esplosivi sulla superficie dei giunti saldati, tipicamente in forma di fili disposti parallelamente all’asse del giunto, in materiale base, ad opportuna distanza rispetto alla linea di fusione, oppure secondo un percorso sinusoidale, a cavallo dell’asse longitudinale del giunto (Fig. 29). Considerando casi applicativi reali, il metodo è applicato con successo ad esempio a serbatoi di stoccaggio, tubi saldati, con procedure eseguibili direttamente in opera (nella Figura 30, la fase di preparazione del trattamento, a sinistra, e la detonazione dell’esplosivo, a destra). Durante il trattamento, una serie di onde meccaniche dovute all’esplosione si propaga nel giunto saldato; come si evince dal diagramma riportato nella Figura 31, il trattamento sembra avere un’efficacia significativa, con differenze marginali rispetto alla disposizione dell’esplosivo sulla superficie del giunto. Anche in questo caso, come pure Figura 31 - Confronto tra l’andamento delle tensioni residue longitudinali prima e dopo il trattamento per esplosione con disposizione sinusoidale dell’esplosivo (García Jacomino J. L. et al.). in altri descritti nel presente articolo, alla base del principio del metodo sembra esservi un meccanismo di deformazione plastica del materiale coinvolto nel trattamento, che porta localmente il mate- riale stesso oltre il proprio limite di snervamento, riducendo i valori in modulo delle tensioni e determinando una loro sostanziale ridistribuzione nella sezione trasversale. Bibliografia essenziale • • • • • Weld detail fatigue life improvement techniques. Part 1: Review (K.J. Kirkhope, R. Bell, L. Caron, R.I. Basu, K.-T. Ma). Abrasive water jet cutting and its applications at TWI (Harris I.D., Welding in the World 1994; 33(4):277-86). Influence of the conditions in TIG dressing on the fatigue strength in welded high tensile strength steels (Kado S. et al., IIW Document XIII-771-75). Prediction of the improvement in fatigue life of welded joints due to grinding, TIG dressing, weld shape control and shot peening (Haagensen P.J., Dragen A., Slind T., Orjasaeter O.). Improvement of fatigue strength of fillet welded joint for 780 N/mm2 HSS (Ikeda K. et al., IIW Document XIII-835-77). ➠ segue Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 399 I trattamenti a freddo dopo saldatura per la distensione ed il miglioramento delle prestazioni dei giunti saldati • • • • • • • • • • • • • • Improvement of the fatigue life for offshore welded connections (Bignonnet A., Lieurade H.P., Picouet L.). Improving the fatigue lives of fillet welds by shot peening. Proceedings IABSE Colloquium on Fatigue of Steel and Concrete Structures (Maddox S.J.). Improving the fatigue strength of fillet welded joints by grinding and peening (Knight J.W., Welding Research International). Effect of peening and grinding on the fatigue strength of welded joints (Gurney T.R., British Welding Journal). The effect of mean stress on the fatigue lives of ground or peened fillet welded steel joints (Booth G.S.). Ultrasonic impact peening treatment of welds and its effect on fatigue resistance in air and seawater (Tryfyakov V.I., Mikheev P.P., Kudryavtsev Y.F., Reznik D.N.). Application of Ultrasonic Peening for Fatigue Life Improvement of Automotive Welded Wheels (Y. Kudryavtsev, J. Kleiman, Integrity Testing Laboratory Inc., IIW Document XIII-2075-05). Vibration stress relieve treatment of welded high strength martensitic steel (R. Vallant, D. Djuric, K. Kerschbaumer, N. Enzinger). Improving the fatigue strength of welded joints. A review of fatigue strength improvement techniques (Booth G.S., Cambridge, The Welding Institute). Relieving residual stresses in welded structures by explosion treatment (Petushkov V.G., Paton Institute). Reducción de esfuerzos residuales en uniones soldadas usando tratamiento con explosivo (García Jacomino J. L., Burgos Sola J., Cruz Crespo A., Álvarez Luna M., García Arteaga J.). Rehabilitation and Repair of Welded Elements and Structures by Ultrasonic Peening (Y. Kudryavtsev, J. Kleiman, Integrity Testing Laboratory Inc., Markham, Canada, A. Lugovskoy Atoll, Kiev, Ukraine, L. Lobanov, V. Knysh, O. Voitenko, Paton Welding Institute, Kiev, Ukraine, G. Prokopenko, Institute of Metal Physics, Kiev, Ukraine - IIW Document XIII-207605). Fatigue strength of a longitudinal attachment improved by ultrasonic impact treatment (Veli-Matti Lihavainen and Gary Marquis, Lappeenranta University of Technology, Lappeenranta, Finland - Efim Statnikov, Applied Ultrasonics, Birmingham, AL, USA - IIW Document XIII-1990-03). Fatigue Life Improvement of Tubular Welded Joints by Ultrasonic Peening (Y. Kudryavtsev, J. Kleiman, Integrity Testing Laboratory Inc., Markham, Canada, A. Lugovskoy Atoll, Kiev, Ukraine, G. Prokopenko, Institute of Metal Physics, Kiev, Ukraine - IIW Document XIII-2117-06). 400 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 DUAL PULSE Non fare la testa di cavolo. Scegli la qualità FIMER. Saldatrice multifunzione inverter trifase, ventilata con controllo a microprocessore dei processi di saldatura. Avanzato sistema di controllo dell’arco pulsato. Rivoluzionaria interfaccia utente. Particolarmente indicata per la saldatura di: acciaio, acciaio inox, alluminio, lamiera zincata, leghe speciali e ad alta resistenza. NEW FIMER HEAD QUARTER - USMATE (ITALY) FIMER WELDS BETTER Tecnologia e design italiano si fondono per realizzare saldatrici all’avanguardia. Da oltre 65 anni, la ricerca delle tecnologie più avanzate, ha permesso a Fimer di soddisfare le esigenze di tutti i mercati, italiani ed internazionali. 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Questo trend è nostra intenzione mantenerlo anche per i prossimi anni. w ww. fi me r. c om Scienza e Tecnica Nuova vita per il WRC 107: revisione e innovazione dei contenuti con la pubblicazione del WRC 537 Nella progettazione di apparecchi in pressione non è di norma sufficiente, per il dimensionamento dei componenti, considerare i soli effetti della pressione stessa; occorre infatti valutare il ruolo di ulteriori azioni, di natura primaria ( c a r ic h i m e cc ani c i ) o se c ondari a (carichi rappresentati da condizioni di spostamento/deformazione, tipicamente correlati alla dilatazione termica). In queste azioni “supplementari” sono senza dubbio compresi i carichi esercitati in corrispondenza delle connessioni da altre attrezzature in pressione (nella maggior parte dei casi costituite da tubazioni). Per considerare adeguatamente questi effetti viene di norma calcolato, per ciascuna connessione, il v a lo re m a s s imo de l l e f orze e de i momenti che è possibile esercitare su di essa; queste informazioni, che è prassi riportare sul disegno dell’apparecchio, r a p p re s e n ta n o di c onse gue nza un vincolo per la progettazione delle attrezzature ad esso connesse. Un autorevole e consolidato riferimento, in quest’ambito, è rappresentato dal Welding Research Council Bulletin 107 “Local stresses in spherical and cylin- drical shells due to external loadings”. Pubblicato nel 1965, questo documento è stato più volte emendato e revisionato: le modifiche più rilevanti sono state effettuate nel 1979 e nel 2002, mentre nel 1984 è stato introdotto il Welding Research Council Bulletin 297 “Local stresses in cylindrical shells due to external loadings on nozzles”. Rispetto al WRC 107, questa seconda pubblicazione supera alcune limitazioni geomet ri che am pliando il “ r ange” delle dimensioni dei componenti considerate nelle soluzioni analitiche. È opportuno sottolineare che entrambi i riferimenti sopra citati sono esplicitamente indicati, come possibili procedure di calcolo, in ASME Boiler and Pressure Vessel Code (Sec. VIII “Rules for Construction of Pressure Vessels”, Div. 2 “Alternative Rules”, Part 4 “Design by Rule Requirements”, Cl. 4.5.15 “Local Stresses in Nozzles in Shell and Formed Heads from External Loads”). Nel 2010 il WRC 107 è stato sistematicamente rivisto e rielaborato, con la pubblicazione del Welding Research Council Bulletin 537 “Precision equations and enhanced diagrams for local stresses in spherical and cylindrical shells due to external loadings for implementation of WRC Bulletin 107”. La principale innovazione proposta dal WRC 537 è costituita dall’introduzione di equazioni che rappresentano analiticamente le tavole grafiche del WRC 107. Dopo un “collaudato” utilizzo durato ben 45 anni, pertanto, i risultati pubbli- cati nel 1965 dal Prof. P. P. Bijlaard della Cornell University non sono stati “accantonati”, ma vengono riproposti con modalità che ne consentono un utilizzo più agevole, in particolare nell’implementazione di software per la progettazione di apparecchi in pressione. I contenuti del WRC 107 sono stati inoltre sottoposti ad una approfondita revisione, anche sulla base dei risultati ottenuti da misure estensimetriche condotte in laboratorio su opportuni campioni. Le procedure adottate in quest’ambito ed i risultati ottenuti sono descritti in dettaglio nello stesso WRC 537 (Appendix A “Basis for “corrections” to Bijlaard’s curves”). Molti tecnici continuano quindi ad utilizzare “indirettamente” questo strumento attraverso l’impiego di software dedicati; con ogni probabilità, tuttavia, solamente alcuni di essi hanno effettivamente approfondito i contenuti del WRC 107 (oggi sostituito dal WRC 537). Può essere interessante, di conseguenza, sottolinearne brevemente gli aspetti di maggiore rilievo. Le tensioni locali vengono definite in quattro punti, appartenenti all’intersezione connessione - fasciame e agli assi cartesiani di riferimento nella direzione dei quali sono applicati forze e momenti. Viene considerata sia la superficie esterna del fasciame che la superficie interna, per un totale di otto valori. I dati indicati non comprendono gli effetti non lineari (“peak stress”), ma solamente la componente locale di mem- Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 403 Scienza e Tecnica brana e di flessione, che vengono utilizzate per calcolare il corrispondente valore della tensione ideale di Tresca (“Stress Intensity”). Nel caso in cui sia necessaria la stima della componente non lineare, ad esempio per condurre la verifica della resistenza a fatica del componente, è necessario applicare le prescrizioni in Appendix B “Stress concentration factors for stresses due to external loads”, in cui viene proposta una sintesi delle procedure “by formula” reperibili nella letteratura tecnica. È interessante rilevare che le informazioni indicate dal WRC 537 devono essere accuratamente “interpretate” dall’utente, per garantire che la verifica condotta rispetti le prescrizioni indicate dal riferimento normativo adottato per la fabbricazione dell’apparecchio (ad esempio, il codice ASME sopra citato). C o m e g ià il W R C 107, i nf at t i , i l WRC 537 non prevede procedure di verifica che consentano di dedurre direttamente l’entità dei carichi massimi che è possibile applicare alle connessioni. È quindi in primo luogo necessario distinguere gli effetti primari (essenziali per l’equilibrio dei carichi agenti) dagli effetti secondari (indotti dalla cong r u e n z a d e lle de f ormazi oni ); ad entrambi devono quindi essere sommati i contributi determinati dalla pressione interna. Deve infine essere verificata l’accettabilità dei valori ottenuti considerando i relativi limiti ammissibili (ad esempio, secondo i criteri indicati in ASME B&PV Code, Sec. VIII, Div. 2, Part 5 “Design by Analysis Requirements”, Fig. 5.1 “Stress Categories and Limits of Equivalent Stress”). Un’ulteriore segnalazione deve essere effettuata in merito agli aspetti che, sebbene non vengano presi in considerazione dal WRC 537, sono potenzialmente in grado di influenzare l’entità dei carichi massimi ammissibili agenti sulle connessioni. Nella pubblicazione non sono infatti prese in esame né le tensioni agenti sul tronchetto della connessione, 404 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 né le sollecitazioni agenti sulla relativa flangia (qualora presente). Il primo aspetto potrebbe risultare particolarmente rilevante per tronchetti “self reinforced”, in cui il tratto non rinforzato potrebbe costituire la zona più vulnerabile. Le sollecitazioni agenti sulla flangia, invece, sono probabilmente rilevanti per connessioni di dimensioni medio - grandi, per le quali può non essere possibile adottare componenti “standard” ed è di conseguenza necessario adottare le procedure di verifica disponibili per la progettazione di giunti flangiati. L’utilizzo “diretto” delle informazioni indicate dal WRC 537 sembra essere, di conseguenza, particolarmente articolato e complesso, così come la corretta implementazione dei dati in un software di calcolo. Oggi la disponibilità e la notevole diffusione dell’analisi strutturale numerica ad elementi finiti rappresenta indubbiamente una alternativa del tutto valida e concreta all’approccio “by formula” (sia esso “mediato” o meno da un software dedicato). Con questa procedura di calcolo, infatti, gli aspetti descritti sinteticamente in precedenza, che possono oggettivamente suscitare qualche dubbio nell’appl i c a zi o n e pratica della pubblicazione, vengono esaminati con maggiore approfondimento; i risultati possono essere interpretati secondo criteri semplici e oggettivi, oggi indicati dettagliatamente dai principali codici di progettazione, e gli oneri di calcolo aggiuntivi sono di fatto modesti. Non è certo un invito ad accantonare definitivamente il WRC 107 (e il “nuovo nato” WRC 537), dopo quasi mezzo secolo in cui il documento è stato utilizzato in tutto il mondo con esiti soddisfacenti, tuttavia…. Dott. Ing. Gian Luigi Cosso Responsabile Area Calcolo e Progettazione - IIS Service IIS News Resoconto della riunione del Comitato Direttivo dell’IIS del 22 Febbraio 2011 I l Pre s id e n te Dot t . Ing. F e rruc c i o Bressani, salutati i presenti e constatato il raggiungimento del numero legale dei membri, inizia i lavori alle ore 10.30. Vie n e c h ia m a t o a v e rbal i zzare , i n qualità di Segretario della riunione, il Dott. Ing. Mauro Scasso, Segretario Generale dell’Istituto Italiano della Saldatura - Ente Morale. Viene introdotto il punto “Approvazione dell’Ordine del Giorno”. L’Ordine del Giorno viene approvato all’unanimità e senza variazioni. Il Presidente passa quindi al punto “Approvazione del verbale della seduta precedente”. Il verbale, già inviato ai membri del Comitato Direttivo, non è oggetto di osservazioni e, pertanto, viene approvato all’unanimità. Viene preso in considerazione il punto “Organizzazione dell’Istituto”. Vengono illustrati gli sviluppi a seguito dell’implementazione del progetto Mixura (già presentato nella precedente riunione del Comitato Direttivo), da cui si evince la progressiva penetrazione nel contesto organizzativo del processo di re- engineering, così come pianificato. Il progetto prevede l’effettuazione di attività di riorganizzazione, che verranno monitorate con “reporting” al Comitato Direttivo, fino al termine dell’esercizio 2012. Scasso illustra in breve una Relazione di sintesi sulle attività dell’O.d.V., nel periodo Gennaio 2009 - Dicembre 2010, effettuate per ottemperare ai requisiti dei D.L. 231/01 e 81/08 in merito alla costituzione di un “Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo” idoneo ad avere efficacia esimente. A fine 2009, tutte le attività previste a programma erano state regolarmente effettuate. Sono invece continuate, e continuano ad oggi, le attività di Formazione e di Verifica della applicazione del Modello. Sono state svolte attività di informazione e formazione, sia in modo informale e continuativo che in modo formale e puntuale in occasione di riunioni dedicate. Nel periodo considerato sono stati emessi: 18 documenti prescrittivi, 27 verbali di audit (corrispondenti ad altrettante visite) e 18 verbali di riunioni. Il Comitato Direttivo prende atto con soddisfazione. Si considera il punto “Nomina del Direttore Generale”. Su proposta del Segret ario G ener ale, in confor m ità con quanto già realizzato a riguardo delle previgenti Aree di Coordinamento “Service” e “Certificazione” (oggi IIS SERVICE srl e IIS CERT srl), anche per l’Area di Coordinamento “Formazione, Ricerca e Laboratorio” (oggi Sezione operativa dell’Istituto Italiano della Saldatura - Ente Morale), in armonia c on il docum ento organiz z ativo IIS-DO-A01 Rev 7 “Struttura Organizzativa del Gruppo IIS”, viene nominato, nella persona dell’Ing. Alberto Lauro, il Direttore Generale della Sezione operativa dell’Istituto Italiano della Saldatura - Ente Morale. Al fine di favorire il corretto funzionamento dell’attività ordinaria , si decide altresì di conferire al Direttore Generale della Sezione operativa dell’Istituto Italiano della Saldatura - Ente Morale deleghe di poteri di gestione e rappresentanza distinte, con firma singola, avuto riguardo alle operazioni di pertinenza al ciclo attivo e passivo. Si decide inoltre che il Segretario Generale si attivi per la formalizzazione della procura notarile per il conferimento, al Direttore Generale della Sezione operativa dell’Istituto Italiano della Saldatura - Ente Morale, delle deleghe suddette. Il Comitato Direttivo unanimemente approva. Il Presidente passa al successivo punto “Ingresso di IIS CERT in CEC”. Scasso informa sulla necessità che IIS CERT entri a fare parte del Consorzio Europeo Certificazione (CEC). Tale necessità, che è stata espressa anche in occasione dell’ultima riunione del C.d.A. del CEC, deriva dal fatto che le attività del CEC di pertinenza dell’Istituto Italiano della Saldatura, vengono svolte, per competenza tecnica e riconoscimento ministeriale, quasi esclusivamente da personale appartenente a IIS CERT. L’ingresso di IIS CERT in tempi compatibili con le attività in essere, richiede la cessione, da parte dell’Istituto Italiano della Saldatura - Ente Morale, di quote CEC appartenenti all’Istituto medesimo. Nel prendere atto della situazione determinatasi, avendo considerato anche la delibera del C.d.A. di IIS CERT di cui al Verbale di riunione del 21 Gennaio 2011, il Comitato Direttivo approva la vendita del 50% delle quote CEC appartenenti all’Istituto Italiano della Salda- Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 405 IIS News tura - Ente Morale ad IIS CERT ed incarica il Segretario Generale di gestire la definizione del valore delle quote medesime. Si considera il punto “Attività del Champion della Sicurezza”. Valente introduce le problematiche inerenti l’organizzazione del Servizio Prevenzione e Protezione nel contesto delle tre Società del Gruppo IIS. Emerge la necessità di non condividere attività e/o posizioni comuni, senza chiari e trasparenti rapporti contrattuali. Si prende atto, infine, che non possono essere previste, per i Datori di lavoro, limitazioni formali di spesa a fronte di comprovate esigenze relative alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Dopo esaustiva discussione, il Comitato Direttivo prende atto con soddisfazione dell’approfondimento realizzato in un ambito particolarmente importante come quello in considerazione e ne approva le risultanze. Si introduce il punto “Rinnovo del contratto di lavoro dei dipendenti non dirigenti dell’Istituto”. Scasso espone le i p o te s i d i a c c o rdo c onf i gurat e si a seguito delle trattative condotte, presso l’Associazione Industriali di Genova, con la controparte sindacale ai fini del rinnovo, per una durata di tre anni, del CCNL per i dipendenti non dirigenti del Gruppo IIS. Si resta in attesa dell’auspicabile approvazione, anche formale, da parte dei dipendenti non dirigenti. Il Presidente passa al punto “Ratifica delle nuove associazioni e presa d’atto dei Soci dimissionari”. Scasso presenta al Comitato Direttivo la situazione aggiornata riguardante i Soci dell’Istituto, riferendo che nel periodo dal 25/11/2010 al 21/2/2011, non è pervenuta alcuna richiesta di associazione. Scasso riferisce ancora che nel periodo citato sono pervenute 2 richieste di dimissioni di Soci Individuali ed 1 richiesta di dimissioni di un Socio Collettivo. Il Comitato Direttivo accetta le dimissioni presentate. Il Presidente considera il punto “Manifestazioni e Pubblicazioni”. Scasso presenta il Calendario delle manifestazioni tecniche previsto per il primo semestre 2011 ed illustra brevemente l’attività di organizzazione, già in dirittura di arrivo, della sesta edizione delle Giornate Nazionali di Saldatura, che si terrà a Genova, nei giorni 26 e 27 Maggio 2011. 406 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Il Comitato Direttivo prende atto con soddisfazione. Non essendovi argomenti da trattare al punto “Varie ed Eventuali”, il Presidente ringrazia i partecipanti e chiude la riunione alle ore 13.00. Resoconto della riunione del Comitato Direttivo dell’IIS del 31 Marzo 2011 Presiede la riunione il Presidente dell’Istituto Dott. Ing. Ferruccio Bressani che, salutati i presenti e constatato il raggiungimento del numero legale dei membri, inizia i lavori alle ore 10.30. Vi e ne chiam ato a ver baliz z are, in qualità di Segretario della riunione, il Dott. Ing. Mauro Scasso, Segretario Generale dell’Istituto Italiano della Saldatura - Ente Morale. Viene introdotto il punto “Approvazione de l l ’O rdine del G ior no” . Scas s o propone di considerare, fra gli argomenti da trattare nel corso della riunione, anche l’opportunità dell’ingresso di IIS SERVICE nel CEC (Consorzio Europeo di Certificazione). Il Comitato Direttivo approva all’unanimità la proposta, collocandone la trattazione al punto “Varie ed eventuali” dell’Ordine del Giorno, che viene unanimemente approvato senza ulteriori variazioni. Il Presidente passa quindi al punto “Approvazione del verbale della seduta precedente”, tenutasi il 22 Febbraio 2011. Il verbale, già inviato ai membri del Comitato Direttivo, non è oggetto di osservazioni e, pertanto, viene approvato all’unanimità. Il Presidente affronta il punto “Esame ed approvazione del Bilancio dell’esercizio 2010, della Relazione della Presidenza sulla gestione 2010 e del Prevent i v o per l’anno 2011, al fine della presentazione al Consiglio Generale”. Scasso illustra la Relazione della Presidenza, fornendo informazioni sulle attività svolte dalle varie Divisioni dell’Istituto e soffermandosi in particolare sull’analisi dei dati e dei parametri che hanno determinato il risultato di esercizio. Scasso continua con il progetto di Bilancio dell’esercizio 2010, illustrando lo Stato Patrimoniale ed il Conto Economico commentandone le voci più importanti, fornendo informazioni sulla consistenza del personale in forza, sugli investimenti in immobilizzazioni mate- riali ed immateriali. Alla presentazione segue una breve discussione, nel corso della quale Scasso fornisce le informazioni richieste. Il Comitato Direttivo approva all’unanimità, per presentazione al Consiglio Generale, la Relazione della Presidenza e il progetto di Bilancio dell’esercizio 2010. Scasso continua con l’illustrazione del preventivo per l’anno 2011 c h e , a seguito della partizione, riguarda soltanto le attività non conferite ad IIS SERVICE ed IIS CERT, nonché le attività accessorie e, sostanzialmente, la gestione finanziaria. Al termine il Comitato Direttivo approva all’unanimità, per presentazione al Consiglio Generale, il preventivo per l’anno 2011. Il Presidente ringrazia Scasso per l’illustrazione esaustiva e passa al punto “Formalizzazione dei rapporti intercompany”. Scasso ricorda che è stato definito un tariffario intercompany per le attività caratteristiche, già in atto, in attesa che vengano formalizzati in modo completo i rapporti fra le Società del Gruppo. Il Comitato Direttivo approva all’unanimità. Il Presidente introduce il punto “Attività del Champion per la sicurezza”. Valente ricorda brevemente il percorso organizzativo intrapreso a fronte dell’avvenuta partizione. Al termine di questo percorso l’organizzazione del Gruppo sarà congruente con le attuali interpretazioni della giurisprudenza circa la gestione della sicurezza sui luoghi di lavoro. Il Presidente passa al successivo punto “Ratifica delle nuove associazioni e presa d’atto dei Soci dimissionari”. Scasso presenta al Comitato Direttivo la situazione aggiornata delle associazioni all’Istituto, riferendo che nel periodo dal 23/02/2011 al 30/03/2011 sono pervenute 3 r ichies te di as s o c i a zi o n e (1 domanda in qualità di Socio Collettivo, 2 in qualità di Socio Individuale) e le dimissioni di 1 Socio Collettivo e di 1 Socio Individuale. Il Comitato Direttivo all’unanimità decide di accettare le richieste di associazione e le dimissioni avanzate. Il Presidente introduce il punto “Manifestazioni e Pubblicazioni”. Scasso presenta il denso e variegato Calendario delle manifestazioni tecniche previste per il primo e secondo semestre 2011 ed aggiorna brevemente il Comitato Diret- IIS News tivo circa l’attività di organizzazione della sesta edizione delle Giornate Nazionali di Saldatura, che si svolgerà a Genova nei giorni 26 e 27 Maggio 2011. Il Presidente passa infine al punto “Varie ed eventuali”. In accordo a quanto approvato all’inizio della riunione, Scasso sottopone alla valutazione del Comitato Direttivo l’opportunità dell’ingresso di IIS SERVICE nel CEC. Le motivazioni che fanno propendere per tale orientamento riguardano sia aspetti formali che tecnici. Dal punto di vista formale l’ingresso di IIS SERVICE nel CEC è importante in quanto si andrebbe a ricostituire (nel CEC) la presenza (perduta a seguito della partizione) di tutte le attività dell’Istituto nel suo insieme, rassicurando il Ministero sul completo mantenimento delle competenze. Dal punto di vista tecnico, nell’ottica di trovare nuovi spazi di attività, IIS SERVICE potrebbe avvantaggiarsi della maggiore versatilità della struttura del CEC per considerare anche attività che avrebbe difficoltà a gestire direttamente, quale ad esempio l’attività di expediting. Il Comitato Direttivo approva all’unanimità la proposta e incarica Scasso di procedere al fine di verificare la posizione del CEC al riguardo, nonché, in caso di condivisione, di gestire l’ingresso di IIS SERVICE nel CEC medesimo, avendo a riferimento il percorso già adottato per IIS CERT. Non essendoci ulteriori argomenti da trattare, il Presidente ringrazia i presenti e chiude la riunione alle ore 13.00. Resoconto della riunione del Consiglio Generale dell’IIS del 28 Aprile 2011 Presiede la riunione il Presidente Dott. Ing. Ferruccio Bressani che, constatata la p re s e n z a de l nume ro l e gal e de i Membri, saluta i presenti ed apre i lavori alle ore 10.30. Il Presidente incarica il Segretario Generale Dott. Ing. Mauro Scasso di redigere il verbale della riunione. Si inizia col punto “Approvazione dell’Ordine del Giorno”. Il Consiglio approva l’O.d.G. proposto. Il Presidente passa quindi al punto “Approvazione del verbale della seduta precedente”. Il Verbale della riunione del 3 Maggio 2010, inviato ai Consiglieri a mezzo posta nei termini statu- tari, viene approvato all’unanimità, in quanto non sono pervenute osservazioni e non ne vengono formulate dai presenti. Il Presidente passa al punto ”Illustrazione del Bilancio dell’esercizio 2010, della Relazione della Presidenza sulla gestione 2010 e del preventivo per l’anno 2011, nonché della Relazione del Collegio dei Revisori dei Conti, per presentazione all’Assemblea dei Soci”. Scasso presenta la Relazione della Presidenza ed il Bilancio dell’esercizio 2010, illustrando lo Stato Patrimoniale, il Conto Economico e la Nota Integrativa, commentando le principali attività svolte dai vari settori dell’Istituto e fornendo informazioni sulla composizione del personale, sugli investimenti dell’anno e sulla situazione della liquidità. Terminata l’esposizione il Presidente chiede al Consiglio di approvare la Relazione della Presidenza ed il Bilancio dell’esercizio 2010, per presentazione degli stessi all’ Assemblea dei Soci. Il Cons iglio all’unanim ità approva. Scasso presenta e commenta il Preventivo per l’anno 2011 che, a seguito della partizione, riguarda soltanto le attività non conferite ad IIS SERVICE e IIS CERT. Il Presidente ringrazia Scasso per le indicazioni fornite e chiede al Consiglio Generale di approvare il Preventivo per l’anno 2011, per presentazione all’Assemblea dei Soci. Il Consiglio all’unanimità approva. Il Presidente affronta il punto “Approvazione delle quote associative per il 2012”. Scasso presenta la proposta di un aumento modesto delle quote associative riguardanti soltanto i Soci Individuali, che passerebbero da 120 a 150 Euro per i residenti in Italia, da 150 a 180 Euro per i residenti all’estero e da 80 a 100 Euro per gli studenti. Il Consiglio approva all’unanimità. Si passa quindi al punto “Varie ed eventuali”. Scasso illustra brevemente la situazione relativa alla sesta edizione delle Giornate Nazionali di Saldatura, in programma a Genova nei giorni 26 e 27 Maggio 2011, presso i Magazzini del Cotone nel Porto Antico. Il Consiglio prende atto con soddisfazione delle interessanti prospettive emerse dall’illustrazione medesima. Non essendovi altri argomenti da trattare né richieste d’intervento, il Presidente ringrazia i presenti e chiude la riunione alle ore 11.30. Assemblea Generale dei Soci dell’IIS Pubblichiamo qui di seguito un estratto del verbale dell’Assemblea Generale dei Soci che ha esaminato la Relazione sull’attività svolta dall’Istituto nel 2010, il Bilancio dell’esercizio 2010 e la relativa Relazione del Collegio dei Revisori dei Conti. * * * Il giorno 28 Aprile 2011, alle ore 12.00, presso la Sede dell’Istituto, si è riunita, a seguito di regolare invito in seconda convocazione, essendo la prima convocazione andata deserta, l’Assemblea ordinaria dei Soci. Pres iede il D ott. Ing. F e rru c c i o Bressani, Presidente dell’Istituto, che chiama a verbalizzare, in qualità di Segretario della riunione, il Dott. Ing. Mauro Scasso, Segretario Generale dell’Istituto. Alle ore 12.00 il Presidente dà inizio ai lavori con il seguente Ordine del Giorno (O.d.G.): 1. Presentazione, per approvazione, del Bilancio dell’esercizio 2010, corredato della Nota Integrativa e del Rendiconto Finanziario, della Relazione della Presidenza sulla gestione 2010, nonché della Relazione del Collegio dei Revisori dei Conti. 2. Presentazione, per approvazione, del Preventivo 2011. 3. Elezione del Consiglio Generale e del Collegio dei Revisori dei Conti per il triennio 2011- 2014. 4. Attribuzione del compenso degli Organi Istituzionali. Il Pres idente iniz ia co n i l p u n t o 1 all’O.d.G.:Presentazione, per approvazione, del Bilancio dell’esercizio 2010, corredato della Nota Integrativa e del Rendiconto Finanziario, della Relazione della Presidenza sulla gestione 2010, nonché della Relazione del Collegio dei Revisori dei Conti. Il Presidente dà la parola a Scasso che presenta la Relazione della Presidenza sulla Gestione 2010 ed espone il Bilancio dell’Esercizio, corredato della Nota Integrativa e del Rendiconto Finanziario. * * * La Relazione suddetta ed il Bilancio 2010 sono pubblicati a pagina 283 del presente numero della Rivista. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 407 IIS News * * * Successivamente il Presidente dà la parola al Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti, Pinto, che espone la Relazione del Collegio con riferimento al Bilancio 2010. * * * La Relazione suddetta è pubblicata a pagina 320 del presente numero della Rivista. A l te r m in e il Presi de nt e ri ngrazi a Scasso e Pinto e propone all’Assemblea l’approvazione del Bilancio 2010, già approvato dal Consiglio Generale. L’Assemblea all’unanimità approva il Bilancio 2010 e la Relazione della Presidenza con la proposta di destinazione dell’utile in essa contenuta. Il Presidente passa quindi al punto 2 dell’O.d.G.: Presentazione, per approvazione, del Preventivo 2011. Scasso presenta e commenta il Preventivo per l’anno 2011 che, a seguito della partizione, riguarda soltanto le attività non conferite ad IIS SERVICE e IIS CERT. Al termine il Presidente chiede all’Assemblea l’approvazione del Preventivo per l’anno 2011. L’Assemblea all’unanimità approva. I l Pre s id e n te in t roduc e i l punt o 3 dell’O.d.G.: Elezione del Consiglio Generale e del Collegio dei Revisori dei Conti per il triennio 2011- 2014. Il Presidente passa la parola a Scasso che p re s e n ta u na propost a pe r l a composizione del nuovo Consiglio Generale e del nuovo Collegio dei R e v is o r i d e i C o nt i , pe r i l t ri e nni o 408 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 2011- 2014. L’Assemblea esaminata la lista delle candidature presentata, elegge all’unanimità Membri del Consiglio Generale dell’Istituto Italiano della Saldatura per il triennio 2011- 2014, i Signori: Ing. Dott. Sig. Sig. Sig. Ing. Sig. Sig. Ing. Ing. Sig. Ing. Ing. Ing. Prof. Ing. Ing. Ing. Prof. Ing. Prof. Ing. Ing. Prof. Prof. Sig. Ing. Ing. Ing. Dott. Ing. Ing. Sig. Roberto ADINOLFI Karin BAUMEISTER Pier Luigi BORIOTTI Mario BOSCHINI Roberto BRAMBILLA Ferruccio BRESSANI Giancarlo CORACINA Maurizio CATELLANI Giulio COSTA Roberto DEL PONTE Vittorio DELVIGO Gilberto FILIPPI Vicenzo GAZZOTTI Adele GENONI Rinaldo GHIGLIAZZA Angelo Maria GUERCIOTTI Leopoldo IARIA Massimo IMPAVIDI Pietro LONARDO Bruno MARTINO Rezia MOLFINO Luigi MOR Gianni MURGIA Vittorio NASCE’ Francesco OSSOLA Glauco PATELLI Giovanni PEDRAZZO Pierangelo PISTOLETTI Edoardo RABINO Gianfranco SACCIONE Sergio SCANAVINO Luigi SCOPESI Paolo SICHEL Prof. Dott. Ing. Ing. Dott. Prof. Prof. Sig. Alfredo SQUARZONI Fabio TARGA Luca TIMOSSI Guido TORRIELLI Emanuela TOSTO Roberto TOVO Teresio VALENTE Adriano VALERI L’Assemblea dà poi mandato al Consiglio Generale di integrarsi in futuro per cooptazione, qualora ne sussista la necessità, con eventuali altri Membri, salvo ratifica successiva dell’Assemblea stessa. L’Assemblea all’unanimità nomina i Signori: Dott. Alessandro PINTO Prof. Alessandro PINI PRATO Dott. Claudio SARTORE quali Membri del Collegio dei Revisori dei Conti per il triennio 2011- 2014. Il Pres idente pas s a al p u n t o 4 dell’O.d.G.: Attribuzione del compenso degli Organi Istituzionali. Il Presidente dà ancor a la parola a Sca sso c h e propone di forfetizzare il compenso del Presidente e dei Vice Presidenti istituendo un importo annuo omnicomprensivo, sostitutivo anche del gettone di presenza, nonché di aggiornare, a seguito della partizione ed in congruenza con il nuovo mandato, il compenso dei Revisori dei Conti. Non essendovi altri argomenti all’O.d.G. il Presidente ringrazia i partecipanti e chiude la riunione alle ore 13.00. Incontro con… Cécile Mayer Amministratore Delegato dell’Istituto Internazionale della Saldatura (IIW) dal 2009, Cécile Mayer è responsabile dei servizi di segreteria ed amministrativi forniti dall’Istituto della Saldatura Francese (Institut de Soudure), del quale fa parte dal 1997, all’Istituto Internazionale della Saldatura (IIW). Laureata in ingegneria, ha maturato conoscenze ed esperienze nella fisica dei materiali, nei processi di standardizzazione e nella gestione della conoscenza. Promuove il ruolo e l’importanza dell’IIW in tutto il mondo e mantiene stretti contatti con i 54 Paesi membri dell’IIW al fine di facilitare la cooperazione regionale e globale e la creazione di reti di interscambio delle informazioni. L’IIW costituisce la rete mondiale per contatti e scambi di conoscenze su scienza e applicazioni delle tecnologie di giunzione, come membro dell’International Union of Technical Associations e dell’International Council for Engineering and Technology è formalmente collegato all’ UNESCO. D. L’IIW è, in sostanza, un network internazionale in cui le persone possono condividere esperienze afferenti alle diverse aree in cui è presente la saldatura e la Sua posizione la porta ad un continuo monitoraggio di queste attività; secondo Lei, in quali di queste aree l’IIW ha ottenuto i maggiori successi nella creazione di una vision condivisa a livello mondiale? R. Se si fa riferimento ad aspetti di carattere tecnico - scientifico, la situazione è molto controversa e va ricondotta allo specifico settore. Va sottolineato che l’IIW è un network nato per valorizzare le relazioni nella comunità scientifica, basato su contributi volontari. Il successo, il riconoscimento a livello internazionale e la leadership sono un risultato naturale quando è presente una opportuna miscela di fattori: ad esempio, un Chairman attivo, argomenti di interesse per la comunità scientifica. Ciò può valere per i settori tecnici in cui l’IIW è storicamente attivo, come ad esempio nel caso della stesura di Linee Guida per la resistenza a fatica di giunti saldati, come anche in nuove aree come quella delle nanotecnologie. Per quanto non mi occupi in prima persona di formazione, addestramento, sistemi di qualificazione e certificazione del personale devo dire che l’IIW è l’organismo internazionale migliore per discutere di queste tematiche. La ragione principale è ovviamente il gran numero di paesi che partecipano allo IAB (International Authorisation Board, ndr), ma anche il fatto che l’attività è basata su un efficace e ben strutturato sistema di gestione della qualità. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 409 Incontro con… D. La Sua attività è finalizzata allo sviluppo dell’IIW a livello mondiale; qual’è, secondo la Sua esperienza, l’aspetto più complesso di questo lavoro? R. Una delle sfide principali è essere capaci - direi quasi a livello fisico - di supportare la Segreteria in tutte le iniziative ed eventi che vengono organizzati dall’IIW o solo svolti sotto la sua egida. Nell’epoca in cui tutto, o quasi, è divenuto virtuale, è incredibile notare come le persone provino ancora il bisogno di incontrarsi fisicamente e osservare l’importanza delle relazioni umane. Di fatto, la sfida che stiamo affrontando consiste nell’essere il network di riferimento, a livello mondiale, per la saldatura e le tecnologie affini e connesse, in stretta relazione con le esigenze dei nostri membri, riorganizzando in modo continuo la nostra struttura ed i suoi obiettivi, come ormai testimoniato dal business plan che viene elaborato dal 2007. D. I lettori della “Rivista Italiana della Saldatura” (l’organo Ufficiale dell’Istituto Italiano della Saldatura) sono aggiornati costantemente circa le attività dell’IIW attraverso vari articoli e rubriche; in che modo è considerata l’Italia nell’ambito della comunità che l’IIW rappresenta e come viene considerata la sua delegazione? R. Quando si parla dell’Italia, torna ancora alla memoria l’edizione di Firenze della Annual Assembly, svoltasi nell’anno 2000, che dimostra quanto sia apprezzato l’operato dell’Italia all’interno dell’IIW. Ovviamente, non posso parlare a titolo dell’intera comunità internazionale, ma esprimo la mia posizione personale. L’Italia è impegnata a fondo nell’ambito dello IAB ed è leader nelle attività di certificazione secondo schemi armonizzati. Abbiamo la fortuna di avere in questo ambito un Chairman estremamente dinamico ed attivo (l’Ing. Morra, ndr) che estende il proprio campo di lavoro per sviluppare a livello mondiale le attività caratteristiche dell’IIW, fatto indubbiamente molto apprezzato. D. Lei è stata molto attiva nel settore delle attività di standardizzazione. Molti degli utilizzatori finali della normativa tecnica correlata con la saldatura, in Europa, avvertono tuttora una differenza notevole tra le norme EN, le ISO e le singole normative nazionali: qual è il ruolo dell’IIW nell’ambito dell’armonizzazione nella normazione nel capo della saldatura? R. L’IIW è riconosciuto dall’ISO come Organismo normatore. Le procedure che governano questo meccanismo sono estremamente flessibili: secondo quella che chiamiamo Route I, l’IIW è autorizzato alla preparazione di proposte di norma (draft) che saranno, in un secondo tempo, gestite dai singoli Comitati in ambito ISO; analogamente, attraverso la cosiddetta Route II, l’IIW può agire in prima persona nella stesura di norme. Grazie al proprio network, l’IIW è in grado di costituire un’alternativa allo sviluppo di normative. Ciò è valido anche a livello europeo, in cui la partecipazione ai singoli Comitati in ambito CEN è andata, negli ultimi tempi, progressivamente modificandosi. D. L’IIW partì nel 2000 con lo sviluppo di un programma di Qualificazione per Figure Professionali in Saldatura (in particolare, IWE, IWT, IWS, IWP ed IWI); ciò è stato recepito, in Italia, come una significativa opportunità di armonizzazione. Qual’è, invece, il parere della comunità internazionale, al riguardo? R. Il trasferimento progressivo del Sistema di Qualificazione all’IIW è stato un grande successo. Dal momento che oltre l’80% dei membri dell’IIW sono anche attivi nell’ambito dello IAB, credo si possa dire che l’interesse è grande. Uno degli aspetti fondamentali è che l’IIW risulta intrinsecamente connesso con il sistema di Qualificazione del personale in saldatura, cosa che rappresenta una reale sinergia che contribuisce a sviluppare l’interesse nel divenire un membro dell’IIW. D. Negli ultimi anni il numero dei paesi membri dell’IIW ha raggiunto le cinquanta unità; da quali aree geografiche si aspetta nel futuro il maggior numero di nuovi membri? R. Credo sia evidente che i paesi in via di sviluppo non sono adeguatamente rappresentati nell’ambito dell’IIW: per questa ragione, i nostri sforzi sono diretti soprattutto verso l’Africa ed il Sud America. Allo stesso modo, speriamo anche di promuovere la presenza di paesi arabi come la Siria, la Giordania e afferenti alla penisola arabica. D. La Rivista Ufficiale dell’IIW, “Welding in the World”, è stata recentemente rinnovata nella struttura e nei contenuti. Quali sono gli obiettivi in termini di quantità e qualità dei lettori, a livello internazionale? R. Nel formulare la domanda, si è dimenticato di ricordare che “Welding in the World” adesso è registrata nel “Science Citation Index” e in “Web of Science”. Adesso è possibile affermare che la Rivista ha trovato la propria vera dimensione. Grazie ad una accurata selezione dei contenuti, ci ripromettiamo di divenire il punto di riferimento nel nostro settore tecnico, anche grazie al riconoscimento del mondo accademico. La nostra forza è anche dovuta agli stretti rapporti che intercorrono con le Università, attraverso gli esperti ed i delegati che arrivano da ogni regione del mondo. In sintesi, ci riteniamo molto ambiziosi e concentriamo i nostri sforzi nel tentativo di professionalizzare al massimo questa attività. 410 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Incontro con… D. Uno dei punti chiave delle più recenti attività nell’ambito dell’ International Authorisation Board (IAB) riguarda il possibile accordo circa la definizione di uno schema di certificazione condiviso per il personale addetto all’ispezione in saldatura. Qual’è il Suo punto di vista? Ritiene che un accordo sia possibile o che i più diffusi schemi di certificazione nazionali continueranno comunque a sopravvivere? R. Preferirei non esprimere pareri circa un tema così importante e dibattuto. D. L’IIW è un’Organizzazione Internazionale con una lunga storia, basata soprattutto sul contributo di alcuni Istituti della Saldatura nazionali di particolare tradizione e rilevanza. Qual’è, secondo Lei, il risultato più significativo ottenuto dall’IIW nel corso della sua lunga vita e su quale obiettivo dovrebbe concentrare i propri sforzi, in un prossimo futuro? R. L’IIW nacque come Associazione giusto appena dopo la conclusione della Seconda Guerra Mondiale, con la presenza di soli 13 membri. Il risultato più significativo è il fatto stesso che continui ad esistere oggi, con più di 50 membri i quali, nel corso dei decenni, sono stati capaci di andare oltre il mutare dei contesti economici e politici, continuando a fornire il proprio contributo. Guardando al domani, ritengo che uno degli obiettivi fondamentali sia riuscire ad adattarsi al mutare degli scenari internazionali. In particolare, ciò presuppone la presenza di una struttura flessibile ed efficiente, in grado di sfruttare i vantaggi delle nuove tecnologie, ad esempio. Da un punto di vista più generale, si è raggiunta una maggiore consapevolezza della continua evoluzione, a livello mondiale. L’accesso alla conoscenza per la maggioranza della popolazione non è più un privilegio da tempo. Questo processo evolutivo è comunque in divenire, con l’implementazione del nostro “Weldcare Programme”, ma diventerà certamente una priorità nel corso dei prossimi anni. D. Un possibile, affascinante obiettivo cui orientare alcune delle proprie politiche, per l’IIW, potrebbe essere il tentativo di ridurre le distanze che oggi sembrano separare i giovani - spesso maggiormente attratti da prospettive da loro ritenute più affascinanti dal mondo della saldatura. Quali politiche potrebbero essere attuate per ridurre tali distanze, considerando non solo le funzioni tipicamente operative (al livello dei saldatori, degli operatori) ma anche le funzioni di coordinamento o di ispezione? R. Questo argomento è uno di quelli che riteniamo afferiscano all’adattamento ai nuovi scenari mondiali, cui abbiamo fatto cenno in una delle precedenti domande. In particolare, uno dei nostri programmi si chiama “Migliorare l’immagine della saldatura” e può essere considerato un forum aperto a tutti per condividere iniziative riconducibili a questo tema. L’IIW, in prima persona, è fortemente correlato con WorldSkills (un programma internazionale per promuovere e premiare le professionalità, ndr), promuove assiduamente il proprio Sistema di Qualificazione ed incoraggia i giovani ricercatori con i propri “Henry Granjon Prizes”. Al momento, non vi sono azioni rivolte alla promozione di specifici percorsi professionali, ma ogni suggerimento è considerato benvenuto! D. Con la prospettiva di un progressivo ampliamento dell’IIW a nuovi paesi si potrebbe delineare il rischio di candidati interessati soprattutto a divenire ANB (Authorised National Body) sul territorio nazionale per assumere il controllo delle attività di formazione e qualificazione in base ai contenuti delle Linee Guida armonizzate, sebbene impegnate quotidianamente in attività di carattere commerciale. Tutto ciò è ritenuto un possibile rischio dal management dell’IIW? Quali misure possono essere adottate per contrastare questo rischio? R. Personalmente ho la massima fiducia nel sistema dello IAB e nella sua segreteria, che gestisce il sistema operativo, allo scopo di evitare ogni possibile abuso della posizione dell’ANB e del ruolo ricoperto in ambito nazionale. D. Il Suo percorso professionale all’interno dell’IIW è arrivato al traguardo dei dieci anni, passando attraverso le cariche di Delagato, Vice - Chairman, Chairman del Board of Directors, quindi infine CEO (Chief Executive Officer). Quali sono, secondo Lei, i vantaggi nel partecipare all’IIW? Vi possono essere, d’altra parte, degli svantaggi? R. Personalmente, non vedo alcun possibile svantaggio. Grazie all’IIW, il mio percorso professionale ha visto un continuo ed impegnativo sviluppo. Ai tempi in cui ero una giovane ricercatrice, era per me un’esperienza unica poter incontrare di persona quei personaggi che - sino a quel momento - avevo solo potuto citare come riferimento nella mia tesi. Si aprirono naturalmente nuovi orizzonti verso altri settori, sia in ambito tecnico che in quello non tecnico, come ad esempio le pubblicazioni e le comunicazioni. L’arricchimento più profondo, tuttavia, vorrei dire che è stato acquisito facendo parte di un network di questo livello e dimensioni. Adesso posso dire di avere una visione globale dell’Associazione, con pesanti responsabilità, ma mi rendo perfettamente conto che devo questa posizione alle persone che rappresento, per cui dedico buona parte del mio tempo a comunicare con loro ed a supportare le loro iniziative perché l’IIW diventi davvero “a world of joining experience”. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 411 Pubblicazioni IIS Elementi di fabbricazione mediante saldatura Indice GENERALITÀ SUL CONTROLLO DELLA QUALITÀ IN SALDATURA: Controllo qualità e garanzia della qualità. Quadro normativo: applicazione delle normative tecniche, sistemi di accreditamento. Il controllo della fabbricazione di prodotti saldati. GESTIONE DELLA FABBRICAZIONE MEDIANTE SALDATURA: Controllo del processo di fabbricazione: riesame tecnico e dei requisiti, attività in subfornitura, personale di saldatura, attività di saldatura, trattamento termico dopo la saldatura, ispezioni e controlli, gestione delle non conformità di produzione, uso, calibrazione e taratura delle apparecchiature di saldatura, ispezione e prova, documentazione di produzione. Gestione del processo secondo UNI EN ISO 3834: requisiti della norma, schema IIW/EWF per la certificazione delle aziende. Gestione del processo secondo UNI EN ISO 9001. CONTROLLO INDIRETTO: Principi generali del controllo indiretto in saldatura. La procedura di saldatura. Qualificazione e certificazione delle procedure di saldatura: modalità di qualificazione delle procedure, riferimenti normativi. Qualificazione e certificazione dei saldatori e degli operatori di saldatura, riferimenti normativi. CONTROLLI DIRETTI: Esame visivo(VT). Esame con particelle magnetiche (MT): principio, modalità di controllo, caratteristiche del controllo e certificazione del personale. Esame con liquidi penetranti (PT): principio, modalità di controllo, caratteristiche del controllo e certificazione del personale. Esame radiografico: generalità, produzione dei raggi X, produzione dei raggi gamma, proprietà delle radiazioni X e gamma ai fini del controllo, caratteristiche d’impiego dell’esame radiografico, radioprotezione, certificazione del personale. Esame ultrasonoro: principio, apparecchiature, caratteristiche del controllo, certificazione del personale e automazione. Esame con correnti indotte (ET). Esame mediante rivelazione di fughe (LT): principio metodi di controllo. caratteristiche del controllo e certificazione del personale. Esame mediante emissione acustica (AT). LA RIPARAZIONE MEDIANTE SALDATURA: Scelta della tipologia di intervento. Riparazione mediante asportazione del difetto e successivo riempimento mediante saldatura. Eliminazione del difetto e preparazione dei lembi. Saldatura. Lavorazioni successive alla saldatura. Riparazione mediante saldatura di un inserto. Eliminazione della parte del componente contenente il difetto. Preparazione dei lembi e dell’inserto. Assiematura. Saldatura.Trattamenti post-saldatura. PRINCIPI PER LO STUDIO DEI COSTI DI SALDATURA: Criteri generali. Saldatura manuale ad arco con elettrodi rivestiti: tempo di esecuzione della saldatura, calcolo analitico del costo di saldatura con elettrodi. Saldatura con arco sommerso: tempo di saldatura ad arco acceso (A) e numero delle passate (P), tempo di posizionamento del pezzo (B), tempo di posizionamento della saldatrice, tempo di rifornimento di filo e di flusso (D), tempi morti e rendimento operativo.Validità dei metodi di calcolo dei costi. Settore PBM Maura Rodella Lungobisagno Istria, 15 16141 GENOVA Tel. 010 8341385 Fax 010 8367780 Email: [email protected] www.weldinglibrary.com www.iis.it SALUTE E SICUREZZA IN SALDATURA: Gestione del rischio in saldatura: agenti di rischio, identificazione del livello di rischio, azioni correttive. Aspetti specifici del rischio in saldatura: fumi di saldatura, rischio elettrico, campi elettromagnetici, radiazioni elettromagnetiche emesse dal processo di saldatura, aspetti fisiologici ed ergonomici. Riferimenti tecnici e normativi. Criteri addizionali per la gestione dei rischi in saldatura. Appendice A: QUALIFICAZIONE DELLA PROCEDURA DI SALDATURA IN ACCORDO A UNI EN ISO 15614-1. Appendice B: QUALIFICAZIONE DEI SALDATORI IN ACCORDO A EN ISO 287-1. Appendice C: LE NORME UNI PER LA QUALIFICAZIONE DEI SALDATORI. 2008, 134 pagine, Codice: 101118, Prezzo: € 52,00 Soci IIS - Membri IIS Club, Prezzo: € 41,60 L’esperto risponde I quesiti, avanzati da Luca Pellizzer (Varese), riguardano l’interpretazione del punto 8.4.1 della UNI EN ISO 15614-1:2008 relativo al campo di validità dei procedimenti di saldatura. Risponde Antonio Pandolfo (Responsabile Area Certificazione Saldatori e Procedure - IIS CERT) Quesito 1: È ammesso emettere una WPS di produzione che prevede più procedimenti di saldatura supportandola con qualifiche di procedimento (WPQR) eseguite singolarmente per ogni processo? Risposta: Sì, è ammesso, in quanto al quarto capoverso del punto 8.4.1 della norma UNI EN 15614-1 è scritto che “Per le procedure con più procedimenti, la qualifica della procedura di saldatura può essere effettuata con prove di procedura di saldatura separate per ciascun procedimento di saldatura”. Quesito 2: Con una WPQR eseguita con i processi 141+111 qualificata con prove di trazione trasversali, longitudinale e resilienze al “top” e al “bottom”, è possibile emettere WPS di produzione utilizzando solo il procedimento 111 con ripresa oppure solo 141? Risposta: No, non è ammesso, in quanto al quarto capoverso del punto 8.4.1 della norma è scritto che “È possibile anche eseguire la prova di procedura di saldatura come prova di procedura di saldatura con più procedimenti. In quest’ultimo caso la qualificazione è valida solo per la sequenza dei procedimenti seguita nella prova di procedura con più procedimenti”. Quanto sopra viene ribadito anche in una nota: “Non è ammesso utilizzare una prova di procedura di saldatura con più procedimenti per qualificare ciascun procedimento singolo”. Sempre nella stessa nota, nella seconda parte, viene posta una condizione “a meno che i controlli e le prove effettuate sul procedimento siano conformi alla presente norma”. Pertanto, solo in virtù di quest’ultima condizione che peraltro è poco chiara, nel caso specifico, opportunamente valutato, solo se sono state eseguite prove separate per ciascun processo senza che una prova coinvolga i due processi (141 e 111), è possibile separarli. Se il deposito di saldatura di ciascun processo è tale da consentire di eseguire le prove sul singolo processo allora è possibile utilizzarli come singoli processi. Quesito 3: Con una WPQR eseguita con i processi 141+111 qualificata con prove su entrambi i processi di saldatura e una seconda WPQR eseguita con il processo 121, è possibile emettere WPS di produzione con i processi 111 con ripresa e completati in 121? Risposta: No, non è ammesso, perché è a m m e s s o q u a l i fi c a re i p ro c e s s i separatamente (come descritto al quesito 1 ) m a n o n è a m m e s s o m o d i fi c a re l a sequenza dei processi (come descritto al quesito 2) pertanto non si può eliminare la pr ima passata con il processo 141 ed emettere WPS di produzione con i soli processi 111 e 121. Quesito 4: Con una WPQR eseguita con i processi 141+111+121 qualificata con prove su tutti i processi di saldatura, è possibile emettere WPS di produzione variando la sequenza (es. 141+121 o 111+121) ? Risposta: Non è ammesso (come già descritto al punto 2) “la qualificazione è valida solo per la sequenza dei procedimenti seguita nella prova di procedura con più procedimenti”. Pertanto non si possono eliminare da una WPQR uno o più processi che hanno contribuito all’esecuzione del giunto di prova. Tuttavia, in alcune applicazioni (giunti con supporto o ripresi al rovescio), anche se non espressamente detto nella norma, si può ritenere accettabile emettere delle WPS senza la passata al vertice, con il processo 141, anche se prevista nella WPQR. In considerazione che la prima passata al vertice con il processo 141 serve per ottenere una saldatura ben penetrata, esente da difetti nei giunti saldati da un solo lato senza ripresa al rovescio, ma sia meno determinante quando si esegue una saldatura con il supporto o ripresa al sano. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 413 _ www.thetis.tv SEATEC È MEMBRO DI: QUALITEC DESIGN AWARD components production & furniture QUALITEC TECHNOLOGY AWARD 10 s ABITARE LA BARCA Targa Rodolfo Bonetto COMPOTEC 8/10 F E B . 2 0 1 2 C A R R A R A _ I T A LY seatec 10 compotec 4 RASSEGNA INTERNAZIONALE TECNOLOGIE, SUBFORNITURA E DESIGN PER IMBARCAZIONI, YACHT E NAVI RASSEGNA INTERNAZIONALE COMPOSITI E TECNOLOGIE CORRELATE www.sea-tec.it www.compotec.it CON IL PATROCINIO DI: REGIONE TOSCANA SPONSOR UNICO BANCARIO: ORGANIZZATORE: GRUPPO BANCA CARIGE Cassa di Risparmio di Carrara S.p.A. PR O M OZ I ON E Business on the Move CarraraFiere, Viale Galileo Galilei, 133 - 54033 Marina di Carrara (MS) - Italy - Tel. +39 0585 787963 Fax +39 0585 787602 - e-mail: [email protected] Dalle Associazioni Assemblea Generale Ordinaria 2011 dell’Associazione Nazionale Aziende Saldatura Taglio e Tecniche Affini - Milano, 30 Marzo 2011 Relazione del Presidente ANASTA, Giuseppe Maccarini, sull’attività, sulla gestione e sui programmi dell’Associazione e dei Gruppi Professionali 2010 - 2011 Ormai le analisi della situazione economica nazionale non cambiano da un paio d’anni, incertezza e difficoltà nazionali ed internazionali sono i riferimenti principali. La novità degli ultimi periodi è la velocità di variazione dei parametri. Anche u n a a n a lis i pre v e nt i v a di un me se diventa difficile. La produzione industriale di Gennaio 2011 ha segnato una flessione imprevista dell’l.5% rispetto al Dicembre 2010, ed in Febbraio è aumentata la CsC dell’l.7%. La globalizzazione, l’andamento del mercato nazionale, in cui operano le aziende associate ad ANASTA, non hanno avuto come conseguenza l’uscita di aziende produttrici dal settore. Sono in atto compattamenti societari e snellimenti. Il profilo (dimensione) delle aziende che operano nella produzione di prodotti per la saldatura ed il taglio non è diverso da quello del resto del tessuto industriale nazionale. Anche per il nostro settore possiamo parlare di imprese italiane multinazionali tascabili, influenti e leader sul mercato mondiale nella loro nicchia settoriale. ANASTA è stata costituita nel 1973 dalle società che svolgevano attività di fabbricazione e commercializzazione di apparecchi, macchine, impianti e prodotti consumabili per tutti i procedimenti di saldatura e taglio dei metalli. Con il nuovo millennio sono stati inseriti i settori di automazione della saldatura e taglio. Le aziende associate ad ANASTA rappresentano la quasi totalità del mercato italiano e la maggior parte di esse opera in tutto il mondo offrendo prodotti e servizi di alto livello. Nell’anno 2010 l’export raggiunge mediamente il 60%, ad un livello superiore del 2009 in quanto l’incremento delle vendite all’estero, per alcuni settori, supera anche il 20%. Il fatturato totale delle aziende italiane raggiunge i 1.500 milioni di euro. Comunicazione e formazione interna ed esterna L’Associazione, in pratica, diffonde i numeri, attinge informazioni da mercati paralleli, collabora con Associazioni che hanno attività analoghe nei settori correlati delle macchine, dell’energia, delle costruzioni, della distribuzione ecc., al fine di monitorare le evoluzioni del mercato e decidere come muoversi di conseguenza. Per tale ragione ANASTA coltiva con impegno l’attività di comunicazione e aggiornamento. Il nuovo sito, preparato alla fine del 2010 per unificare i precedenti www.anasta.it e www.saldat.it, sarà il mezzo più efficace per raggiungere gli obiettivi di comunicazione e aggiornamento. Sarà un mezzo dinamico e interattivo per e con tutte le aziende interessate al settore saldatura e taglio. Nell’anno 2010, con l’entrata in vigore della nuova Direttiva Macchine e la sempre più importante e veloce evoluzione delle norme, abbiamo svolto vari convegni e corsi di formazione. Le aziende associate ad ANASTA hanno chiesto di continuare le esperienze decennali nell’organizzazione di eventi. Il Gruppo di lavoro SALDAT Comunicazione, formato da delegati delle aziende associate, ha sottoposto al Consiglio Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 415 Dalle Associazioni Direttivo ANASTA il progetto di una giornata indirizzata alla comunicazione della saldatura e taglio dei metalli. Il 1° SALDAT Forum è stato il positivo risultato del progetto. Confermando la formula vincente della prima edizione, il 14 Ottobre 2011 si svolgerà a Milano la seconda edizione di SALDAT Forum, che manterrà le linee guida della prima edizione aggiungendo il coinvolgimento diretto delle Associazioni delle categorie interessate al settore. Sono previste l’area espositiva con stand pre-allestiti ed un programma di presentazioni tecnico-commerciali in sessione plenaria a cura delle aziende produttrici di prodotti per saldatura e taglio. Nel corso della sessione plenaria pomeridiana, esperti del settore e delle Associazioni di categoria presenteranno un quadro aggiornato dell’industria e della distribuzione interessata al settore. Il mercato saldatura e taglio dei metalli La lettura del mercato è strettamente connessa all’analisi dei dati. Il settore della saldatura e del taglio è legato a moltissime variabili quali, per esempio, la situazione economica generale e quella finanziaria ed attualmente anche quella politica mondiale. In ogni caso, credo che il settore saldatura e taglio dei metalli sia principalmente legato al mercato dell’acciaio. Secondo Eurofer il consumo di acciaio in Europa ha subito un calo del 19.9% nel 2009 rispetto all’anno precedente, mentre nel 2010 vi è stata una risalita del 5.2%. Le previsioni indicano un incremento del 4.1% nel 2011 e del 3.4% nel 2012. Questi dati, pubblicati da Eurofer, confermano che nel 2012 si consumerà, nei vari settori industriali, lo stesso quantitativo di acciaio del 2005. Riportando l’analisi ai dati del mercato nazionale 2010 della saldatura e taglio risulta evidente il recupero delle vendite nazionali nei confronti di un anno 2009 sicuramente modesto. Se il mercato totale evidenzia un segno positivo dell’8.34%, alcuni settori soffrono ancora e stentano a riprendere le giuste dimensioni, quelle necessarie a remunerare una attività industriale. Il confronto con le rilevazioni statistiche dell’EWA conferma che la situazione nazionale italiana è paragonabile mediamente a quella europea. In questo 416 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 caso oltre che alle variabili per settore saldatura e taglio ci sono le variabili per paese, Germania più positiva e Spagna che perde maggior terreno. Abbiamo voluto guardare indietro di alcuni anni e ci siamo accorti che il valore totale del mercato nazionale saldatura e taglio 2010 non raggiunge quello dell’anno 2003. L’anno 2009 ha fermato la crescita costante degli anni precedenti. Solamente le vendite in quantità di prodotti consumabili, fili ed elettrodi, raggiungono il valore 2003. Questo significa che non aumenta il materiale depositato in saldatura e si salda come 8 anni fa. Probabilmente c’è l’influenza della tec- nologia costruttiva degli impianti manuali ed automatici che favorisce il giusto utilizzo di prodotti consumabili senza sprechi. Anche i delegati delle aziende associate ad ANASTA, analizzando le prospettive con i prossimi sei mesi del 2011, vedono una crescita lenta sul mercato nazionale. Ai produttori del settore non resta che cercare nuovi mercati esteri ed impegnarsi con la ricerca di nuove tecnologie che favoriscano l’utilizzo dei procedimenti sia con applicazioni in manuale sia in automatico. Dunque la ripresa sarà lenta e per di più incerta perché dipendente da troppe variabili “irrequiete”. Dalle Associazioni Per tali ragioni nei prossimi anni assisteremo a oscillazioni molto violente. I prezzi dell’acciaio esprimono bene questa dicotomia, tra la spinta al rialzo, dettata dall’aumento dei costi di produzione, ed i consumi reali solo in leggero recupero. 1° Gruppo Professionale - Apparecchi p e r la s a ld a tura e t agl i o ossi gas manuale L’andamento del mercato nazionale nel 2010 del 1° Gruppo Professionale chiude con un risultato leggermente negativo, -0.4%, in confronto al 2009, che aveva chiuso con un calo superiore a l 2 5 % . I l p eso de l f at t urat o c he compone le sette categorie del catalogo ossigas manuale è sostanzialmente simile. Molto diverso è l’andamento come pure l’utilizzo e la distribuzione. I riduttori pesano per oltre il 20% del fatturato ed hanno un prevalente utilizzo d i s o s titu z io ne . Il rapport o c on i l mercato è fatto dalla distribuzione. Poco meno del 2% è l’incremento del fatturato nei confronti dell’anno 2009. La seconda categoria sono le centralizzazioni, che pesano sul fatturato per circa il 17%. Questa parte di offerta è fatta da un numero ridotto di operatori che spesso sono anche gli stessi fabbricanti ed importatori. L’andamento delle vendite nel 2010 evidenzia un incremento vicino all’8%. L’incremento dell’automazione e la maggior attenzione per la sicurezza potrebbero aver influito su questo risultato. Le prospettive per l’anno 2011, viste dalle aziende associate ad ANASTA, sono per un mantenimento medio del risultato. Il 50% prevede un incremento. Il rimanente 50% prevede stabilità e calo alla pari. Anche in questo settore l’andamento altalenante dei costi delle materie prime, in particolare l’ottone, non ha dato modo di recuperare gli incrementi nel fatturato. Infatti, i prezzi medi sono diminuiti e quindi l’incertezza ed il timore del calo della domanda hanno influito sul risultato. 2° Gruppo Professionale - Materiale arco e resistenza L’andamento del mercato nel 2010 per il 2° Gruppo Professionale mostra un moderato incremento caratterizzando un cambiamento di tendenza rispetto al 2009, anno di apice della crisi internazionale, che ha colpito tutti gli operatori sia a livello nazionale sia internazio- nale. L’incremento è stato del 15.92% rispetto all’anno precedente. In particolare, esaminando le sottoclassi da cui è composta questa famiglia si nota come: le saldatrici per elettrodo hanno segnato un aumento del 3.6%; gli impianti MIG MAG un aumento del 10.2%; gli impianti TIG sono aumentati del 15.9% e gli impianti manuali per taglio al plasma sono rimasti invariati ad un negativo dello 0.14%. Le moto-saldatrici hanno avuto un incremento del 30.7%; gli accessori di saldatura e ricambi sono aumentati del 24.71% ed infine le saldatrici per resistenza sono aumentate del 28.99%. Nonostante la positività e il ritorno ad una crescita, risulta evidente che i livelli di mercato precedenti la crisi risultano essere molto lontani ed il gap tra il 2007 ed il 2009 non sarà facile da colmare. Se l’andamento dovesse proseguire su ques ta andatur a, un recupero del mercato lo si avrà in termini di altri 3-4 anni (2013-2014). 3° Gruppo Professionale - Prodotti di consumo L’attività produttiva delle nostre industrie è tornata a crescere nel 2010, sostenuta dalla dom anda es ter a e soprattutto da quella tedesca. Il recupe ro dei livelli pre-cr is i è ancor a lontano, la domanda interna debole, ma la capacità delle imprese di innovare i propri prodotti e i servizi, il riposiziona- mento competitivo su nuovi mercati esteri cominciato già prima della crisi, aumentano la nostra fiducia. Nel terzo trimestre 2010 la produzione industriale regis tr a una var iaz io n e p o si t i v a (+8.2%) rispetto allo stesso periodo del 2009, ed è il terzo dato positivo consecutivo dopo il +1% di Gennaio-Marzo, il +8.4% di Aprile-Giugno. Di tutto questo ne ha beneficiato anche il nostro settore che complessivamente, ma in maniera non omogenea, ha registrato un aumento del fatturato del 6.1%, mentre il volume delle vendite espresso in tonnellate è aumentato de1l’11.89%. In questi primi mesi del 2011 la ripresa è frenata da dinamiche speculative nella formazione del prezzo delle materie prime e dai soliti problemi aperti quali la produzione di energia, sostenibilità ambientale, rinnovamento infrastrutturale, il piano casa. Tutto questo farà sì che la ripresa continuerà nei prossimi mesi ma a ritmi blandi e sarà così a lungo. Inoltre dovremo abituarci a continui e repentini aumenti e ribassi del costo delle materie prime che rendono vane strategie di lungo periodo. 4° Gruppo Professionale - Automazione di saldatura L’andamento del mercato del 4° Gruppo Professionale ha registrato un leggero calo di fatturato rispetto all’anno 2009, segnando un -4.1 %. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 417 Dalle Associazioni Questo dato conferma lo stato di difficoltà del settore che ha conosciuto nell’anno 2009 un drastico calo di fatturato e volumi. Il primo semestre ha evidenziato un andamento positivo segnando una crescita del 16% negli impianti dedicati e del 2% nel settore della robotica, crescita probabilmente da imputarsi ai benefici della legge Tremonti TER. Il secondo semestre ha invece segnato un andamento negativo. Gli impianti automatici non robotizzati per la saldatura ad arco hanno avuto un incremento del 9.5%. Dall’analisi delle sottoclassi che compongono questa famiglia, si evince che il risultato positivo sia da attribuirsi alla forte crescita delle vendite di piccoli impianti MIG MAG e agli investimenti per la manutenzione e la ricambistica degli impianti esistenti. Gli impianti Arco Sommerso che richiedono investimenti cospicui evidenziano un ulteriore rallentamento rispetto all’anno precedente, sintomo dell’incertezza del mercato per il futuro. Gli impianti robotizzati per saldatura ad arco hanno avuto una flessione del 18%, confermando la sensazione che il trend n e g a tiv o in iz ia to ne l 2009 non si a ancora terminato. 5° Gruppo Professionale - Automazione di taglio Il quinto Gruppo ha saputo reagire nel 2010 al pessimo momento affrontato nel 2009 ed è riuscito a sfruttare gli incent i v i d e lla le g g e Tre mont i TE R pe r migliorare nel complesso le vendite. 418 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 I dati, infatti, evidenziano un "rimbalzo" del +15% rispetto al 2009. Questo incremento, seppur notevole, non ha permesso di recuperare la distanza in termini di fatturato rispetto al 2008, anno record pre-crisi per il Gruppo. Siamo comunque soddisfatti del risultato raggiunto, riportando il giro d’affari totale sul mercato nazionale ad oltre 117 milioni di euro (laser + taglio termico). La parte di maggiore crescita si è concentrata sugli impianti a taglio termico (+36%), ossitaglio e plasma, confermando la validità dei processi e la preferenza che il mercato ed i clienti hanno per queste tecnologie che, se pur consolidate, non esauriscono i benefici in termini di produttività ed economicità che possono dare agli utilizzatori finali, soprattutto in un momento ancora delicato dove occorre saper bilanciare la necessità di investire per non retrocedere, con l’attenzione per non osare oltre le proprie possibilità finanziarie. Le difficoltà ad accedere al credito che si erano acutizzate a fine 2008 e che erano restate evidenti per tutto il 2009, si sono molto ridimensionate e grazie anche agli incentivi statali (Tremonti TER) soprattutto nel primo semestre 2010 si è visto un ritorno degli ordini così incisivo che ha sostenuto il risultato finale dell’intero anno. Nella prima fase di presentazione della Legge Tremonti erano sorti dubbi interpretativi circa l’applicabilità della Legge agli impianti da taglio automatici. L’intervento di ANASTA, riconosciuta dall’Agenzia delle Entrate quale Associazione di categoria legittimata a dialogare a livello ministeriale, ha permesso di risolvere i dubbi in questione e di avere conferma dall’Agenzia circa l’applicabilità della Legge per i nostri impianti. Un ulteriore successo per ANASTA a beneficio di tutto il settore. La percezione dell’andamento del mercato da parte delle aziende associate resta stabile in senso positivo, se pur solo una minoranza delle aziende si aspetta un ulteriore incremento per il primo semestre 2011. Non solo i clienti sono tornati ad acquistare impianti nuovi completi, ma dall’incremento delle vendite di ricambi di usura e consumo (per esempio ugelli e punte da taglio) si evidenzia un maggiore utilizzo degli impianti esistenti. Un aumento del 131% è di certo segno di grande ripresa circa l’utilizzo degli impianti che erano stati sotto-utilizzati nel 2009. Circa le applicazioni di taglio plasma il mercato ha dato anche nel 2010 chiari segni di preferenza per il taglio cosiddetto in alta definizione. Qualità crescente e costi di acquisto e gestione più contenuti hanno riservato maggiori preferenze alla tecnologia plasma rispetto a quella laser. Oggi, infatti, stimiamo che il mercato del taglio automatico in Italia si divida quasi equamente tra tradizionale (ossitaglio e plasma) e laser. Giuseppe Maccarini Presidente ANASTA COMPETENCE IN FILLER METALS Dai pipelines alle centrali elettriche, dalle strutture saldate agli impianti di estrazione di gas e petrolio, alle raffinerie: ogni progetto impone requisiti specifici e differenti per i materiali di saldatura impiegati. Böhler Welding Group con i suoi 6 importanti marchi di prodotto, ha la soluzione ideale per ogni situazione. Per tutti i casi di richieste particolarmente esigenti, potete affidarvi a noi per QUALITA’, AFFIDABILITA’ E TEMPI DI CONSEGNA. Böhler Welding Group Italia | Tel: 02 39017.1 | mail : [email protected] | www.btw.it www.boehlerweldinggroup.com 025',/$:(% 0 25',/$:(% &219(1,(1=$ & 219(1,(1=$ ,,OVLWR:HEGHOODWXDD]LHQGD OVLWR:HEGHOODWXDD]LHQGD D GXQSUH]]RVSHFLDOH DGXQSUH]]RVSHFLDOH QWHQpVRUSUHVH VHQ]DDJJLXQWHQpVRUSUHVH ,21, ( = 8 / 2 7 6 /,==$ $ 1 2 3(56 DYDOXHUHDOL]]DVLWLGLQDPLFLDJJLRUQDELOL WRQRPDPHQWHFRQOD\RXWJUDILFR HUVRQDOL]]DWRSURJHWWDWLSHUHVVHUH YLVLELOLVXLPRWRULGLULFHUFD 6ROX]LRQL´FKLDYLLQPDQRµDHXUR 6 ROX]LRQL´FKLDYLLQPDQRµDHXUR HXUR i5HJLVWUD]LRQHGRPLQLRKRVWLQJDQQRFDVHOOHHPDLOLOOLPLWDWH HJLVWUD]LRQHGRPLQLRKRVWLQJDQQRFDVHOOHHPDLOLOOLPLWDWH iSDJLQHGLQDPLFKHFRQWHVWLLPPDJLQLHRYLGHRSURJHWWD]LRQH SDJLQHGLQDPLFKHFRQWHVWLLPPDJLQLHRYLGHRSURJHWWD]LRQH DDUFKLWHWWXUDJUDILFDVWHVXUDFRQWHQXWLLQWHUIDFFLDGLDPPLQLVWUD]LRQH UFKLWHWWXUDJUDILFDVWHVXUDFRQWHQXWLLQWHUUIIDFFLDGLDPPLQLVWUD]LRQH FRQDFFHVVRULVHUYDWRSHUO¶LQVHULPHQWRDJJLRUQDPHQWRDXWRQRPR FRQDFFHVVRULVHUUYYDWRSHUO¶LQVHULPHQWRDJJLRUQDPHQWRDXWRQRPR GGHLFRQWHQXWL HLFRQWHQXWL i7XXWRULDOSHUO¶XWLOL]]RGHOSDQQHOORGLDPPLQLVWUD]LRQH WRULDOSHUO¶XWLOL]]RGHOSDQQHOORGLDPPLQLVWUD]LRQH i6WDWLVWLFKHGLDFFHVVR VWLFKHGLDFFHVVR i,VFUL]LRQHDLPRWRULGLULFHUFD QHDLPRWRULGLULFHUFD WHOHIRQLFDSHULSULPLDJJLRUQDPHQWL i$VVLVWHQ]DWHOHIRQLFDSHULSULPLDJJLRUQDPHQWL &RQWDWWDFL PY#PHGLDYDOXHLW PY#PHGLDYDOXHLW $JHQ]LDGL&RPXQLFD]LRQH $JHQ]LDGL&RPXQLFD]LRQH 6 7 5 $ 7 ( * , $ ,, * 5 $ ) , & $ ,, & 2 3 < : 5 , 7 , 1 * ,, ( ' , 7 2 5 , $ ,, : ( % ,, 0 8 / 7 , 0 ( ' , $ ,, 3 8 % % / , & , 7 ¬ ,, 8 ) ) , & , 2 6 7 $ 0 3 $ , , (9(17, 9LD'RPHQLFKLQR0LODQR7HPDLOPHGLDYDOXH#PHGLDYDOXHLWZZZPHGLDYDOXHLW Dalle Aziende La NDT ITALIANA presenta le nuove polveri magnetiche utilizzabili con sorgenti luminose alternative (ASME 2010 Sez.V Art. 7) Le nuove ASME 2010 introducono la possibilità di utilizzare sorgenti luminose alternative per i CND con particelle magnetiche fluorescenti. La NDT ITALIANA è lieta di presentare le sue nuove polveri magnetiche fluorescenti per controlli non distruttivi, che utilizzano nuovi pigmenti fluorescenti i quali risultano visibili con: la tradizionale luce UV, in luce ambiente, utilizzando la nuova “luce blu”. Molti i vantaggi applicativi che ne conseguono: ad esempio il poter usare tali polveri fluorescenti su superfici non oscurate, senza essere obbligati ad usare particelle nere e fondo bianco. NDT ITALIANA SRL Via del Lavoro, 28 20863 Concorezzo (MB) Tel. 039 647590 - Fax 039 647799 e-mail: [email protected] www.ndt.it Thermal Dynamics: nuovo generatore portatile taglio plasma manuale Cutskill 35 Il nuovo impianto Cutskill 35 A è stato progettato specificamente da Thermal Dynamics per settori che spaziano dal fai da te al settore industriale dove si richiedono buone prestazioni e qualità di taglio ad un prezzo accessibile. Questo generatore inverter monofase può essere facilmente utilizzato per tagliare accuratamente una serie di materiali inclusi, oltre l’acciaio dolce, l’acciaio inox e l’alluminio. È ideale per applicazioni quali i pannelli nel settore automobilistico, manutenzione e produzione leggera. Questo generatore portatile monofase 230 V offre una capacità di taglio di 10 mm con ciclo di lavoro al 30% @ 35 A ed è proposto con la nuova torcia SL40, una versione più piccola e leggera della 1Torch montata sui generatori CutMaster. Questa torcia propone la nuova tecnologi a Vent2Shield, che cons entendo di operare con minori quantità di aria permette al sistema di essere utilizzato con un compressore di piccole dimensioni. Il Cutskill 35 è disponibile ad un prezzo estremamente competitivo, viene fornito completo di cavo di alimentazione e torcia SL40 in una pratica custodia per il trasporto. THERMADYNE ITALIA Srl Via Bolsena, 7 20098 San Giuliano Milanese (MI) Tel. 02 36546801 - Fax 02 36546840 e-mail: [email protected] www.thermadyne.com SigmaNEST Versione 9.1 per il controllo del taglio plasma in alta definizione SigmaTEK Systems è orgogliosa di annunciare che SigmaNEST Versione 9.1 sarà presto disponibile. La nuova versione contiene una combinazione di migliorie in intuitività e funzionalità volte alla m as s im a eff i c i e n za c h e saranno di grande aiuto per ogni utente. SigmaNEST 9.1 rende la programmazione avanzata più facile e più automatizzata. Questa release introduce tattiche di ottimizzazione assolutamente uniche quali iPierce™, HDX™ per il controllo del taglio plasma in alta definizione, nuove funzionalità di import, sequenze di taglio e molto ancora. SigmaNEST 9.1 è stato sviluppato con la massima attenzione alla voce dei nostri clienti ed alle loro esigenze. IPierce, ad esempio, è un rivoluzionario sistema di riduzione degli sfondamenti durante il taglio. La riduzione degli sfondamenti riduce in modo cospicuo il tempo ciclo necessario per tagliare un nesting, specialmente quando si lavora su spessori importanti. Altri notevoli vantaggi della riduzione degli sfondamenti consistono nell’eliminazione delle scorie derivanti dallo sfondamento ed ovviamente nella riduzione dei costi dei consumabili. SigmaNEST HDX processa parti specificatamente per il taglio plasma in alta definizione. Permette di assegnare attacchi ed uscite speciali per ogni parte Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 421 Dalle Aziende tazione dal cad 3D e di reimportazione nel software di nesting e soprattutto di trasferire le informazioni in minuti anziché ore. Attraverso rigorosi test funzionali e di performance, SigmaNEST ha nuovamente superato i criteri stabiliti da Autodesk per essere riconosciuti come Certified Product per Autodesk Inventor 2012. SigmaNEST 9.1 offre una nuova funzione visuale sugli ordini di produzione: un grafico permette di determinare le sequenze di completamento degli ordini di produzione aperti. Queste sono solo alcune delle nuove funzioni contenute in SigmaNEST 9.1. per eliminare scorie nei fori piccoli. SigmaNEST controlla la pressione dei gas, l’amperaggio del plasma e il controllo di altezza mentre si genera il programma di taglio. SigmaNEST calibra automaticamente il percorso di taglio per ottenere un bilanciamento tra gli sfondamenti, le velocità di taglio ed i movimenti, risultando così fori cilindrici e senza inclinazione. SigmaNEST HDX può essere usato con qualsiasi macchina da taglio plasma in grado di controllare in modo avanzato i gas di taglio, gli amperaggi ed il controllo di altezza per produrre fori di qualità superiore anche ad un rapporto di 1:1. Oltre a migliorare il tempo di processo e la qualità di taglio, SigmaNEST 9.1 rende anche più facile l’import della geometria. Le nuove funzioni di import sono un dialogo interattivo che permette agli utenti di scalare le geometrie e verificare e controllare gli errori geometrici prima di importare le parti. Abbiamo anche inserito la possibilità di importare da file PDF. SigmaNEST ora offre un’altra fantastica soluzione per i centri di servizi o terzisti che utilizzano macchine multitorcia. Il nuovo modulo di ottimizzazione multitorcia bilancia due desideri conflittuali: la necessità di ottenere il più efficiente uso del materiale ed il percorso di taglio multitorcia più veloce possibile. 422 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Estraendo le informazioni degli ordini di produzione, il tipo di macchina ed i parametri di taglio, SigmaNEST determina una soluzione e provvede ad una raccomandazione chiara e concisa per il numero di cannelli da utilizzare. Questa raccomandazione risulterà nel miglior piano di taglio in termini di tempi di taglio ed utilizzo del materiale. Dopo aver scelto il numero di torce, SigmaNEST automaticamente genera un nesting secondo le specifiche. Accedendo in modo facile e diretto alle informazioni sul tempo di taglio e sull’utilizzo del materiale, i preventivi possono essere eseguiti in modo accurato e competitivo evitando che costi non necessari influiscano sul profitto risultante. SigmaNEST 9.1 è sempre più integrato con i principali modellatori solidi leader di mercato, al fine di aiutare le aziende ad ottenere un sempre maggiore ritorno dell’investimento nei prodotti CAD. Con l’utilizzo di appositi moduli, SigmaNEST accede direttamente al formato nativo, in forma di parte o di assieme, al fine di sveltire la transizione tra il CAD ed il CAM. Tutte le proprietà delle parti possono essere trasferite automaticamente in SigmaNEST eliminando così la necessità di reinserire le informazioni quali il materiale, lo spessore, le quantità, ecc. Questo processo permette anche di eliminare gli errori che possono capitare nelle fasi di espor- SIGMATEK Srl Via Mario Nantiat, 19/A 12066 Monticello d’Alba (CN) Tel. 0173 466689 - Fax 0173 466821 e-mail: [email protected] www.sigmanest.it SALDAT Forum promuove l’industria della saldatura e taglio Dall’Assemblea Generale di EWA è emerso l’obiettivo di dare maggiore visibilità e promuovere un’immagine “pulita” del settore. ANASTA è pronta a dare un contributo attivo con l’organizzazione della seconda edizione di SALDAT Forum È in calendario per Venerdì 14 Ottobre l’appuntamento con la seconda edizione di SALDAT Forum, l’evento qualificato per gli operatori del settore e per tutti coloro che, a vario titolo, sono interessati al mercato di saldatura, taglio e tecniche affini. Con l’organizzazione dell’evento, l’Associazione ANASTA si prefigge l’obiettivo di promuovere l’industria della saldatura e taglio. A tale scopo, ANASTA ha avviato fin dai primi mesi dell’anno i lavori di preparazione della giornata di presentazione e di confronto fra gli Dalle Aziende attori del settore, in stretta collaborazione con le associazioni di categoria c h e h a n n o d at o i l l oro sost e gno a SALDAT Forum in qualità di sponsor: Acai, ANIMA, Assofermet, FNDI e Istituto Italiano della Saldatura. “La giornata sarà un momento di confronto tra l’industria della saldatura e taglio, gli utilizzatori e la distribuzione”, anticipa Giuseppe Maccarini, Presidente di ANASTA. “Dalle presentazioni e dal dibattito fra i protagonisti del mercato emergerà l’immagine di un’industria pulita, dotata di tecnologie avanzate, che opera in un contesto interessante, in conformità alle regole e agli standard di sicurezza, fornendo un contributo importante all’infrastruttura economica globale. In breve, i produttori di saldatura e taglio metteranno in evidenza tutti gli elementi che caratterizzano e contraddistinguono il nostro settore: tecnologia, sicurezza, qualità, efficienza e innovazione.” A SALDAT Forum, i visitatori avranno modo di toccare con mano queste realtà presso gli stand degli espositori. Contemporaneamente, potranno assistere in sessione plenaria alle presentazioni, ai dibattiti e alle tavole rotonde di confronto e illustrazione del mercato. Inoltre, in un’area centrale nella sala Aquarium del Centro Congressi dell’ATA Quark Hotel di Milano, le associazioni di categoria, partner dell’evento, saranno a disposizione per incontri e appuntamenti con le aziende e gli operatori del settore. La promozione del settore della saldatura e taglio attraverso diverse iniziative, fra le quali spiccano eventi qualificati e mirati come SALDAT Forum, è in linea con le strategie e gli obiettivi fissati dalla recente Assemblea Generale dell’associazione europea EWA (European Welding Association), riunitasi a I s ta n b u l. I d e l e gat i pre se nt i , c on ANASTA in rappresentanza del mercato italiano, hanno convenuto sulla necessità di promuovere l’immagine del settore per dare una visibilità maggiore e più adeguata al mondo della saldatura e taglio. Tutte le associazioni e i produttori europei riuniti all’interno di EWA hanno accettato l’impegno per gli anni 2011 e 2012 a svolgere attività comuni finalizzate a questo obiettivo. L’accesso a SALDAT Forum è gratuito per tutti gli operatori interessati, che potranno accedere liberamente all’area espositiva, ai convegni e ai relativi servizi previsti dagli organizzatori (buffet lunch, punto caffè, distribuzione di materiale informativo, ecc.). Sul sito www.saldat.it sono disponibili tutte le informazioni e i dettagli logistici dell’evento, oltre al modulo di registrazione dei visitatori. Segreteria ANASTA Via G. Tarra, 5 - 20125 Milano Tel. 02 66710408 - Fax 02 67070756 [email protected] www.saldat.it Processo HLAW - Saldatura a laser ibrido ESAB ESAB ha concluso l’acquisizione del sistema di controllo MPC (Master Process Controller) dalla società ATS (Applied Thermal Sciences Inc), per l’utilizzo nel processo di saldatura HLAW - Hybrid Laser Arc Welding. MPC è un sistema brevettato per il controllo in tempo reale del laser, dell’unità di saldatura MIG/MAG e del sistema di movimentazione che muove il laser e le teste di saldatura. ESAB ha collaborato con ATS per sei anni per sviluppare questo sistema di controllo adattativo per la saldatura a laser ibrido. Con l’acquisizione del sistema MPC, l’impianto ESAB Hybrio™ per saldatura ibrida Laser-Arc può essere utilizzato anche con spessori più elevati, su pezzi più grandi e giunti con tolleranze di accoppiamento più ampie. Durante il procedimento di saldatura, MPC utilizza sensori per monitorare l’allineamento dei lembi, la geometria del giunto e le condizioni di saldatura, effettuando le regolazioni necessarie perché si ottengano: riempimento uniforme, corretta penetrazione ed eccellenti qualità della saldatura per l’intera lunghezza del giunto. Grazie alla maggiore tolleranza alle variazioni della distanza fra i lembi, il procedimento di saldatura Laser-Arc ibrido consente ora di ridurre tempi e costi relativi alla preparazione del giunto, alle operazioni post-saldatura e rifacimenti. ESAB si è impegnata allo sviluppo del processo HLAW ed ha messo in atto le infrastrutture necessarie per realizzare, vendere e supportare il processo presso i clienti. Lo sviluppo è in continua evoluzione, per consentire ai clienti di massimizzare la produttività e mantenere una qualità ineccepibile. La tecnologia ESAB Hybrio™ rappresenta già oggi il miglior sistema automatico di saldatura laser ibrido disponibile sul mercato. La saldatura può essere effettuata a velocità da tre a dieci volte più elevata rispetto ai procedimenti convenzionali, con l’80-90% in meno di apporto di calore e questo costituisce indubbiamente un passo in avanti nelle prestazioni di saldatura. D is ponibile per l’appl i c a zi o n e su portali, robot e altri sistemi meccanizzati, il sistema ESAB Hybrio™ è adatto all’utilizzo in svariate applicazioni industriali. ESAB Saldatura SpA Via Novara, 57/59 - 20010 Bareggio (MI) Tel. 02 979681 - Fax 02 97289300 e-mail: [email protected] www.esab.it Multipro by Siggi Hi Tech, un altro passo in avanti sul fronte sicurezza Multipro, la già r inom a t a l i n e a d i abbigliamento professionale multiprotettivo firmata Siggi Hi Tech, si arricchisce di una nuova certificazione DPI di 3ª categoria, massimo grado di sicurezza, rispondente alla normativa IEC 61482-1-2. Alcuni capi della linea sono infatti oggi proposti con protezione Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 423 Dalle Aziende a n c h e d a i r is c hi l e gat i al l ’e f f e t t o termico dell’arco elettrico, a dimostrazione dell’attenzione rivolta da Siggi Group SpA, storica azienda specializzata in abbigliamento professionale, nei confronti dei diversi aspetti riguardanti la sicurezza del lavoratore. Da tempo la linea Multipro offre a chi indossa i suoi capi una multi-protezione di 2ª categoria con caratteristiche antifiamma, antiacido e antistatico grazie all’utilizzo di tessuti dalle caratteristiche altamente performanti, con griglia antistatica e proprietà “flame retardant” garantite dal trattamento Proban. Ma oggi ad alcuni capi della collezione si aggiunge anche la protezione contro i rischi termici derivanti dall’arco elettrico per garantire al lavoratore la sicurezza anche nel caso in cui si verifichi tale fenomeno accidentale e piuttosto breve ma assai pericoloso poiché l’energia che ne deriva può incendiare o sciogliere gli indumenti, provocando gravi ustioni alla pelle. Tra i capi della linea, Siggi ha scelto per la massima sicurezza un abbinamento completo di giaccone impermeabile, giacca, giubbino, pantalone e salopette in modo da consentire all’operatore di combinare al meglio il proprio 424 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 equipaggiamento di sicurezza in base alle proprie preferenze e alla condizione climatica specifica. Particolarmente indicati per coloro che operano in impianti chimici e raffinerie, per chi lavora a contatto con l’elettricità e in tutte le attività di saldatura, questi capi combinano ottimamente la protezione termica al comfort garantendo un sistema protettivo del giusto peso e con un adeguato numero di strati di tessuto. Si tratta quindi di capi comodi e sicuri poiché in caso di incidente non prendono fuoco e non lo alimentano, non si sciolgono, non si rompono e nel contempo isolano dal calore sviluppatosi nell’ambiente. Con un peso di circa 290 g/m², ideale sia per capi estivi ma anche invernali, il tessuto con griglia antistatica è certificato secondo le varie norme, tra cui EN 61482 (Indumenti contro l’arco elettrico) e presenta un’alta percentuale di cotone (75%). Disponibili nelle taglie dalla S alla XXXL, i nuovi capi multi-protettivi sono proposti nel colore blu scuro. Si tratta di indumenti che, oltre a garantire un elevato livello di protezione, consentono piena libertà di movimento e comfort anche nelle situazioni lavorative più a rischio nonchè stabilità dimensionale e idoneità a lavaggi industriali. Alle caratteristiche tecniche del tessuto, i capi da lavoro associano i requisiti ignifughi del filo utilizzato per le cuciture ed alcuni altri accorgimenti, quali ad esempio la copertura dei bottoni e di tutte le parti metalliche, l’assenza di etichette infiammabili cucite all’esterno e la lunghezza misurata dei pantaloni in modo che coprano la scarpa senza creare risvolti. I capi Multipro che rispondono alle normative di protezione dagli effetti termici da arco elettrico dovuto a corto circuito accidentale e inaspettato, oltre che dai rischi legati a lavori di saldatura e procedimenti connessi, dall’esposizione al calore, da spruzzi di liquidi chimici e da rischi derivanti da cariche elettrostatiche, vengono periodicamente controllati da un ente esterno che procede ad effettuare audit di verifica per conto dell’ente certificante CTC. SIGGI Group SpA Via Vicenza, 23 36030 San Vito di Leguzzano (VI) Tel. 0445 695500 - Fax 0445 670877 e-mail: [email protected] www.siggigroup.it Notiziario Key to steel/Stahlschlüssel We g s t C . W. , Marbac h (Ge rmani a) 2 0 1 0 , 2 1 0 x 297 mm, 789 pagi ne , ISBN 978-3-922599-26-5, € 146,00 Dell’ormai tradiziona l e m a nua l e “ L a chiave degli acciai” trilingue (tedesco, francese ed inglese), è ora disponibile la 22ª nuova edizione, comprendente più di 70.000 designazioni di acciai, estratti dai maggiori Enti di unificazione mondiali e circa 300 denominazioni commerciali. Ciascun tipo è identificato dal numero di materiale tedesco (W-Nr.) e raggruppato in funzione della composizione chimica, delle caratteristiche meccaniche e del relativo campo di impiego industriale. Per ciascun acciaio sono indicati: la composizione, le caratteristiche meccaniche, i trattamenti termici, lo stato di fornitura, le acciaierie produttrici, le corrispondenti norme di riferimento DIN ed EN o altre specifiche nazionali e per quanto possibile, la corrispondenza con le norme dei principali Paesi industrializzati, nonché con le norme e le specifiche americane (AISI, ASME, ASTM, ISO, MIL, SAE, ecc.). Le 19 parti di cui si compone il volume riguardano: acciai di uso generale, da cementazione, da nitrurazione, acciai automatici; acciai da bonifica, acciai per cuscinetti; acciai per molle, acciai per tempra superficiale, acciai per estrusione a freddo; acciai tenaci a freddo, acciai per serbatoi in pressione, acciai resistenti alle alte temperature; acciai da costruzione a grano fine, acciai resistenti agli agenti atmosferici; marche estere di acciai da costruzione e confronto con norme estere; acciai per utensili al carbonio, acciai rapidi; acciai per utensili, lavorazione a freddo; acciai per utensili, lavorazione a caldo; acciai per utensili, produzione estera; acciai per valvole, acciai e leghe resistenti alle alte temperature; acciai amagnetici, acciai resistenti al calore, acciai inossidabili e resistenti agli acidi e alle alte temperature; materiali d’apporto per la saldatura di acciai ad alta lega; marche estere di acciai inossidabili, resistenti agli acidi e alle alte temperature e confronto con altre norme estere; elenco dei numeri dei materiali e dei fornitori tedeschi; elenco delle marche tedesche; indice generale delle marche e dei fornitori esteri. Il volume rappresenta una preziosa opera di consultazione, indispensabile per tutti coloro che si interessano di acciai, dai produttori ai commercianti, dagli ingegneri ai tecnici di officina e ai progettisti. Verlag Stahlschlüssel VEGST GmbH, Theodor-Heuss-Strasse 36, D-7142 Marbach (Germania). Fax: +49 7144 4690 http://www.Stahlschlüssel.de Advances in laser materials processing technology: technology, research and application L awrence J., Pou J., L o w D. K . Y. , Cambridge (Inghilterra) 2010, 234x156 mm, 828 pagine, ISBN: 1 84 5 6 9 4 7 4 0 , € 215,00 P er le su e g r a n d i potenzialità multidisciplinari e per la sua provata flessibilità di utilizzo, il laser è uno strumento di produzione o r m a i d o m i nante in molti settori industriali. Questo volume, alla luce degli ultimi successi ottenuti, presenta lo stato dell’arte raggiunto dalla tecnologia e dalle applicazioni laser nella lavorazione dei materiali ed anticipa i nuovi orientamenti della ricerca rivolti a promuovere ulteriormente l’impiego del laser in campi ingegneristici, considerati sino ad oggi impensabili. Dopo due capitoli introduttivi, il testo ripercorre le principali aree di lavorazione ed applicazione del laser, a partire dalle tecniche di taglio e dai processi di saldatura. Gli autori di questi due principali capitoli, tutti esperti e specialisti di fama mondiale, mettono in evidenza l’alta qualità, l’alta precisione, la velocità di esecuzione e la notevole flessibilità raggiunta da questa avanzata tecnologia. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 425 Notiziario L’indurimento superficiale degli acciai ed il trattamento di ricottura a laser pulsato di semiconduttori sono illustrati con l’ausilio di numerose foto. I capitoli successivi presentano: i trattamenti superficiali, i metodi di rivestimento, l’impiego del laser nella deposizione di materiali, l’impiego del laser nella micro e nano ingegneria, ed infine gli ultimi due capitoli descrivono l’importanza dell’applicazione di modelli matematici per l’analisi della fisica dei processi ed i metodi per il controllo ed il monitoraggio dei processi laser. Tutto il team editoriale, illustri ricercatori e specialisti, che hanno contribuito a redigere questo volume, forniscono un’esaustiva rassegna dei progressi nella lavorazione laser dei materiali ed una copertura completa e molto precisa dei numerosi argomenti che compongono il settore. Il volume rappresenta un’importante fonte di riferimento per scienziati, ingegneri e per tutti coloro che desiderino approfondire le loro conoscenze nel campo o che intraprendano nuovi lavori di ricerca a livello universitario o aziendale. Woodhead Publishing Limited, Abington Hall, Abington, Cambridge, CB21 6AH (Inghilterra). Fax: +44 (0)1223 893 694 http://www.woodheadpublishing.com Reducing Brittle and Fatigue Failures in Steel Structures Peter Maranian P.E., Reston (VA-USA) 2 0 1 0 , 1 4 0 x 2 1 5 mm, 196 pagi ne , ISBN 9780784410677, $ 70.00 Gli acciai strutturali hanno dimostrato di essere materiali da costruzione eccellenti e versatili, contribuendo allo sviluppo ed alla realizzazione di grandi opere di ingegneria civile. Tuttavia, nonostante le riconosciute proprietà meccaniche e metallurgiche, possono essere, in determinate condizioni di servizio, soggetti a fenomeni di rottura, in alcuni casi anche catastrofici. Le principali cause di instabilità strutturale, verificatesi nello scorso secolo, 426 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 erano generalmente attribuite all’inadeguata resistenza, di detti materiali, alla rottura fragile, alla corrosione ed alla resistenza ai carichi a fatica. L’intento prioritario di questo volume è quello di descrivere le caratteristiche fondamentali di utilizzo di questi materiai ed i loro relativi processi di fabbricazione, ma soprattutto è quello di identificare le potenziali origini e cause delle rotture e specialmente di illustrare le più recenti ed avanzate metodologie e tecniche per diminuirne od eliminarne gli effetti dannosi. Dopo un capitolo iniziale in cui vengono descritti alcuni esempi di cedimenti catastrofici avvenuti nello scorso secolo, il capitolo successivo introduce brevemente i principi fondamentali della meccanica della frattura e della resistenza a fatica e presenta un’analisi dettagliata delle metodologie progettuali per ridurre e diminuire lo stato tensionale e migliorare il controllo e la garanzia della qualità delle strutture. Il terzo capitolo illustra le proprietà chimiche, le caratteristiche meccaniche ed il comportamento metallurgico di questi acciai; il quarto capitolo descrive il comportamento degli acciai da costruzione ai processi di giunzione mediante saldatura, bullonatura e chiodatura, al taglio termico ed a quello meccanico. Infine l’ultimo capitolo fornisce un’attenta riflessione ed alcune importanti osservazioni sulle cause, più probabili, di rottura fragile ed a fatica che si possono verificare nella costruzione di edifici civili. Ogni capitolo è corredato da un elenco di volumi e documenti, indicati per approfondire ulteriormente gli argomenti trattanti dal testo. UNI EN 10305-4 - Tubi di acciaio per impieghi di precisione - Condizioni tecniche di fornitura - Parte 4: Tubi senza saldatura trafilati a freddo per sistemi idraulici e pneumatici (2011). American Society of Civil Engineers, 1801 Alexander Bell Drive Reston, VA 20191 (USA). http://www.asce.org A S ME B16.21 - N onmeta l l i c f l a t gaskets for pipe flanges (2011). Codici e Norme Norme nazionali Italia UNI EN 593 - Valvole industriali Valvole metalliche a farfalla (2011). UNI EN 12115 - Tubi e tubi raccordati di gomma e di materiali termoplastici per prodotti chimici liquidi o gassosi Specifiche (2011). UNI EN 13341 - Serbatoi statici di materiale termoplastico per immagazzinaggio fuori terra di oli combustibili domestici, cherosene e gasolio - Serbatoi di polietilene fabbricati per soffiaggio (blow moulded) e per stampaggio rotazionale e serbatoi fabbricati per stampaggio rotazionale di poliammide 6 polimerizzata anionicamente - Requisiti e metodi di prova (2011). UNI EN 13554 - Prove non distruttive Prova di emissione acustica - Principi generali (2011). UNI EN 14127 - Prove non distruttive Misurazione dello spessore mediante ultrasuoni (2011). USA API RP 571 - Damage mechanisms affecting fixed equipment in the refining industry (2011). API STD 616 - Gas turbines for the petroleum, chemical, and gas industry services (2011). API TR 938-C - Use of duplex stainless steels in the oil refining industry (2011). API RP 1615 - Installation of underground petroleum storage systems (2011). ASME PCC-2 - Repair of pressure equipment and piping (2011). ASTM A 213/A 213M - Standard specification for s eamles s fer r i t i c a n d austenitic alloy-steel boiler, superheater, and heat-exchanger tubes (2011). ASTM A234/A234M - Standard specification for piping fittings of wrought carbon steel and alloy steel for moderate and high temperature service (2011). Notiziario ASTM A 240/A 240M - Standard specification for chromium and chromiumnickel stainless steel plate, sheet, and strip for pressure vessels and for general applications (2011). EN ISO 5178 - Destructive tests on welds in metallic materials - Longitudinal tensile test on weld metal in fusion welded joints (2011). ASTM A 387/A 387M - Standard specification for pressure vessel plates, alloy steel, chromium molybdenum (2011). EN ISO 9015-1 - Destructive tests on welds in metallic materials - Hardness testing - Part 1: Hardness test on arc welded joints (2011). ASTM A 480/A 480M - Standard specification for general requirements for flat-rolled stainless and heat-resisting steel plate, sheet, and strip (2011). EN ISO 9015-2 - Destructive tests on welds in metallic materials - Hardness testing - Part 2: Microhardness testing of welded joints (2011). ASTM A 688/A 688M - Standard specification for welded austenitic stainless steel feedwater heater tubes (2011). EN ISO 10893-1 - Non-destructive testing of steel tubes - Part 1: Automated electromagnetic testing of seamless and welded (except submerged arc-welded) st e el tubes for the verification of hydraulic leaktightness (2011). ASTM A 803/A803M - Standard specification for welded ferritic stainless steel feedwater heater tubes (2011). ASTM A 827/A 827M - Standard specification for plates, carbon steel, for forging and similar applications (2011). ASTM A 830/A 830M - Standard specification for plates, carbon steel, structural quality, furnished to chemical composition requirements (2011). ASTM A 1008/ A 1008M - Standard specification for steel, sheet, cold rolled, carbon, structural, high strength low alloy, high strength low alloy with improved formability, solution hardened, and bake hardenable (2011). ASTM A 1017/A 1017M - Standard specification for pressure vessel plates, alloy steel, chromium-molybdenumtungsten (2011). AWS D1.4/D1.4M - Structural welding code - reinforcing steel (2011). Norme europee EN EN ISO 544 - Welding consumables Technical delivery conditions for filler materials and fluxes - Type of product, dimensions, tolerances and markings (2011). EN ISO 4136 - Destructive tests on welds in metallic materials - Transverse tensile test (2011). EN ISO 10893-2 - Non-destructive testing of steel tubes - Part 2: Automated eddy current testing of seamless and welded (except submerged arc-welded) steel tubes for the detection of imperfections (2011). EN ISO 10893-4 - Non-destructive testing of steel tubes - Part 4: Liquid penetrant inspection of seamless and welded steel tubes for the detection of surface imperfections (2011). EN ISO 10893-5 - Non-destructive testing of steel tubes - Part 5: Magnetic particle inspection of seamless and welded ferromagnetic steel tubes for the detection of surface imperfections (2011). EN ISO 10893-6 - Non-destructive testing of steel tubes - Part 6: Radiographic testing of the weld seam of welded steel tubes for the detection of imperfections (2011). EN ISO 10893-7 - Non-destructive testing of steel tubes - Part 7: Digital radiographic testing of the weld seam of welded steel tubes for the detection of imperfections (2011). EN ISO 10893-9 - Non-destructive testing of steel tubes - Part 9: Automated ultrasonic testing for the detection of laminar imperfections in strip/plate used for the manufacture of welded steel tubes (2011). EN ISO 10893-10 - Non-destructive testing of steel tubes - Part 10: Automated full peripheral ultrasonic testing of seamless and welded (except submerged arc-welded) steel tubes for the detection of longitudinal and/or transverse imperfections (2011). EN ISO 10893-11 - Non-destructive testing of steel tubes - Part 11: Automated ultrasonic testing of the weld seam of welded steel tubes for the detection of longitudinal and/or transverse imperfections (2011). EN ISO 10893-12 - Non-destructive testing of steel tubes - Part 12: Automated full peripheral ultrasonic thickness testing of seamless and welded (except submerged arc-welded) steel tubes (2011). EN 13001-2 - Crane safety - General design - Part 2: Load actions (2011). EN ISO 17637 - Non-destructive testing of welds - Visual testing of fusionwelded joints (2011). Norme internazionali ISO ISO 544 - Welding consumables - Technical delivery conditions for filler materials and fluxes - Type o f p r o d u c t , dimensions, tolerances and markings (2011). ISO 1352 - Metallic materials - Torquecontrolled fatigue testing (2011). ISO 6947 - Welding and allied processes - Welding positions (2011). ISO 9328-1 - Steel flat products for pressure purposes - Technical delivery conditions - Part 1: General requirements (2011). ISO 9328-2 - Steel flat products for pressure purposes - Technical delivery conditions - Part 2: Non-alloy and alloy steels with specified elevated temperature properties (2011). ISO 9328-3 - Steel flat products for pressure purposes - Technical delivery conditions - Part 3: Weldable fine grain steels, normalized (2011). Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 427 Notiziario ISO 9328-4 - Steel flat products for pressure purposes - Technical delivery conditions - Part 4: Nickel-alloy steels with specified low temperature properties (2011). ISO 9328-7 - Steel flat products for pressure purposes - Technical delivery conditions - Part 7: Stainless steels (2011). ISO 18275 - Welding consumables Covered electrodes for manual metal arc welding of high-strength steels - Classification (2011). ISO 9328-5 - Steel flat products for pressure purposes - Technical delivery conditions - Part 5: Weldable fine grain steels, thermomechanically rolled (2011). ISO 12153 - Welding consumables Tubul ar cored electrodes for gas shielded and non-gas shielded metal arc welding of nickel and nickel alloys Classification (2011). ISO 20805 - Hot-rolled steel sheet in coils of higher yield strength with improved formability and heavy thickness for cold forming (2011). IS O 9 3 2 8 - 6 - S t e e l fl a t produc t s for pressure purposes - Technical delivery conditions - Part 6: Weldable fine grain steels, quenched and tempered (2011). ISO 15792-3 - Welding consumables Test methods - Part 3: Classification testing of positional capacity and root penetration of welding consumables in a fillet weld (2011). Corsi IIS Luogo Data Titolo Ore Mogliano Veneto (TV) 18-21/7/2011 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Taranto 25-28/7/2011 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Messina 25-28/7/2011 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Genova 5-8/9/2011 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Genova 5-9/9/2011 10-14/10/2011 7-9/11/2011 Corso modulare per la qualificazione ad International Welding Inspector - Comprehensive - Ispezione di giunti saldati 12-13/9/2011 Corso teorico-pratico di incollaggio di tubi e/o raccordi di PVC-C, PVC-U o di ABS per la qualificazione secondo UNI 11242 16 Genova -- Mogliano Veneto (TV) 12-15/9/2011 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Taranto 12-15/9/2011 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Genova 14-16/9/2011 Corso Base sull’applicazione del D.M. 14 Gennaio 2008 20 Legnano (MI) 19-22/9/2011 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Genova 19-23/9/2011 Corso per International Welding Technologist - Parte III Progettazione e calcolo -- Genova 19-23/9/2011 12-13/12/2011 Corso per International Welding Engineer - Parte III Progettazione e calcolo -- 428 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Organizzatore Istituto Italiano della Saldatura - Divisione FOP Lungobisagno Istria, 15 - 16141 Genova Tel. 010 8341371 - Fax 010 8367780 - [email protected] Notiziario Corsi IIS (segue) Luogo Data Titolo Ore Messina 26-29/9/2011 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Roma 26-29/9/2011 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Legnano (MI) 26-30/9/2011 Corso celere in saldatura 32 Organizzatore Corsi di qualificazione per personale addetto alle PND di livello 1, 2 e 3 Modulo Base (MB) Legnano (MI) 13-14/9/2011 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Esame visivo (VT) Legnano (MI) 15/9/2011 Legnano (MI) 22-23/9/2011 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 8 Modulo Specifico Saldatura per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 12 Esame radiografico (RT) Priolo (SR) 26-29/7/2011 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 28 Esame ultrasonoro (UT) Priolo (SR) 13-16/9/2011 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 28 Priolo (SR) 19-23/9/2011 Modulo Specifico Operatore Tecniche Convenzionali per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 36 Esame con particelle magnetiche (MT) Priolo (SR) 19-20/7/2011 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Esame con liquidi penetranti (PT) Priolo (SR) 21-22/7/2011 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Corsi di altre Società Luogo Data Titolo Organizzatore Milano 18-22/7/2011 Corso di formazione per Auditor dei Sistemi di Gestione per la Qualità AICQ Centro Nord c/o TQM s.r.l. (Milano) Tel. 02 67382158; fax 02 67382177 [email protected] - www.aicqcn.it Roma Bologna 1-2/9/2011 22-23/9/2011 Le ISO 9001:2008: come gestire i processi, la documentazione e le performance aziendali CERMET - Servizio Formazione (Roma) Tel. 06 7626001; fax 06 76968124 [email protected] - www.cermet.it CERMET - Servizio Formazione (Bologna) Tel. 051 764811; fax 051 764902 [email protected] - www.cermet.it Milano 5-9/9/2011 Programma di addestramento raccomandato per l’esame di termografia di 2° livello secondo EN 473 CND Studio Sas di Gino FABBRI & C. (Milano) Tel. 02 341649; fax 02 341205 [email protected] - www.cndstudio.it Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 429 Notiziario Corsi di altre Società (segue) Luogo Data Titolo Organizzatore Napoli 12-13/9/2011 Misure meccaniche e termiche: strumentazione, tecniche e metodologie AICQ-M (Napoli) Tel. 081 2396503; fax 081 6174615 [email protected] - www.aicq-meridionale.it Milano 12-14/9/2011 Internal Auditor dei Sistemi di Gestione per la Qualità ANCCP Certification Agency (Milano) Tel. 02 2104071; fax 02 210407218 [email protected] - www.anccp.it Milano 12-16/9/2011 Programma di addestramento raccomandato per l’esame con liquidi penetranti di 2° livello secondo EN 473 CND Studio Sas di Gino FABBRI & C. (Milano) Tel. 02 341649; fax 02 341205 [email protected] - www.cndstudio.it Mestre (VE) 15-16/9/2011 Le norme ISO 9000 e il sistema di gestione per la qualità AICQ-Triveneta (Mestre - VE) Tel. 041 951795; fax 041 940648 [email protected] - www.aicqtv.net Milano 19-21/9/2011 Le ISO 9001:2008. Principi, contenuti ed esercitazioni AICQ Centro Nord c/o TQM s.r.l. (Milano) Tel. 02 67382158; fax 02 67382177 [email protected] - www.aicqcn.it Napoli 19-21/9/2011 Internal Auditor dei Sistemi di Gestione Ambientale ANCCP Certification Agency (Milano) Tel. 02 2104071; fax 02 210407218 [email protected] - www.anccp.it Milano 19-30/9/2011 Programma di addestramento raccomandato per l’esame di ultrasuoni di 2° livello secondo EN 473 CND Studio Sas di Gino FABBRI & C. (Milano) Tel. 02 341649; fax 02 341205 [email protected] - www.cndstudio.it Napoli 20-21/9/2011 La norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005 AICQ-M (Napoli) Tel. 081 2396503; fax 081 6174615 [email protected] - www.aicq-meridionale.it Napoli 26/9/2011 Corso di aggiornamento per RSPP e ASPP AICQ-M (Napoli) Tel. 081 2396503; fax 081 6174615 [email protected] - www.aicq-meridionale.it Roma 26-27/9/2011 Sistema di Gestione Ambientale: normativa e legislazione cogente AICQ-CI (Roma) Tel. 06 4464132; fax 06 4464145 [email protected] - www.aicqci.it Livorno 26-28/9/2011 Internal Auditor dei Sistemi di Gestione per la Salute e la Sicurezza nei Luoghi di Lavoro ANCCP Certification Agency (Milano) Tel. 02 2104071; fax 02 210407218 [email protected] - www.anccp.it Milano 27/9/2011 D.M. 21 Aprile 2011 - La verifica delle attrezzature a pressione ANCCP Certification Agency (Milano) Tel. 02 2104071; fax 02 210407218 [email protected] - www.anccp.it Perugia 27-28/9/2011 La gestione della qualità nei laboratori di prova secondo la norma ISO/IEC 17025:2005 CERMET - Servizio Formazione (Bologna) Tel. 051 764811; fax 051 764902 [email protected] - www.cermet.it Roma 29-30/9/2011 Taratura pratica degli strumenti di misura CERMET - Servizio Formazione (Roma) Tel. 06 7626001; fax 06 76968124 [email protected] - www.cermet.it Roma 29-30/9/2011 Sistemi di Gestione Ambientale: norme serie ISO 14000 e Regolamento EMAS AICQ-CI (Roma) Tel. 06 4464132; fax 06 4464145 [email protected] - www.aicqci.it Roma 29-30/9/2011 Corso di formazione per i Datori di Lavoro che svolgono la funzione di RSPP AICQ-CI (Roma) Tel. 06 4464132; fax 06 4464145 [email protected] - www.aicqci.it 430 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Notiziario Mostre e Convegni Luogo Titolo Data Organizzatore Baltimora, Maryland (USA) 17-21/07/2011 ASME 2011 Pressure Vessels and Piping Conference ASME PVP (NY - USA) Tel. e fax: 925 423 1449/0153 [email protected] - www.asmeconferences.org/pvp2011 Burlington, Vermont (USA) 17-22/07/2011 QNDE 2011 38th Review of Progress in Quantitative Nondestructive Evaluation CNDE - IOWA State University (USA) Tel.: +1 515 294 8152; fax +1 515 294 7771 [email protected] - www.qndeprograms.org Chennai (India) 17-23/07/2011 64th IIW Annual Assembly & International Conference “Weld India 2011” - The 6th International Exhibition on Welding Technology, Metallurgy, Materials Testing, Non-Destructive Testing and other allied fields IIW (India) Tel.: +91-33-2281 3208; fax: +91-33-2287 1350 [email protected] - www.iiw2011.com Mashantucket, Connecticut (USA) 18-20/07/2011 Digital Imaging XIV ASNT - Columbus, Ohio (USA) Tel.: 614.274.6003; fax: 614.274.6899 www.asnt.org Cancún (Messico) 14-19/08/2011 IMRC 2011 XX International Materials Research Congress MRS - The Materials Research Society - (Messico) Tel: (55) 55 66 44 66 www.mrs-mexico.org.mx/imrc2011 Shanghai, (Cina) 16-19/08/2011 AMTS 2011 International Automotive Manufacturing Technologies & Materials Show Shanghai Forever Exhibition Co., Ltd - Shanghai (Cina) Tel:+86-21-6468 1300; fax:+86-21-6468 1550 [email protected] - www.shanghaiamts.com Beijing (Cina) 24-26/08/2011 WCAE-2011 World Conference on Acoustic Emission China Special Equipment Inspection and Research Institute Beijing (Cina) Tel.: +86 10 59068313; fax: +86 1059068666 [email protected], [email protected] - www.wcae2011.org Danzica (Polonia) 05-08/09/2011 ICU 2011-05-19 International Congress on Ultrasonics University of Gdańsk - Faculty of Mathematics, Physics and Informatics - Danzica (Polonia) Tel.: +48 58 5232279; fax +48 58 523 2063 [email protected] - www.icu2011.ug.edu.pl Telford (UK) 13-15/09/2011 Materials Testing 2011 Exhibition NDT 2011 - The 50th Annual Conference of The British Institute of Non-Destructive Testing BINDT - Telford (UK) Tel: +44 (0)1604 893811; fax:+44 (0)1604 893861; [email protected] - www.bindt.org Cairns, Queensland (Australia) 25-28/09/2011 6th IIW Asian Pacific International Congress WTIA - Welding Technology Institute of Australia - Newington, NSW (Australia) Tel + 61 2 9748 4443; fax + 61 2 9748 2858 [email protected] - www.wtia.com.au Amburgo (Germania) 26-29/09/2011 ITSC 2011 International Thermal Spray Conference & Exposition DVS - Düsseldorf (Germania) Tel.: +49 (0)21115910; fax: +49 (0)2111591200 [email protected] - www.dvs-ev.de Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 431 Pubblicazioni IIS Ritiri e tensioni residue di saldatura Gli effetti non strettamente metallurgici (deformazioni e tensioni), prodotti dall’esecuzione delle saldature, sono stati, a partire dagli anni ‘40, progressivamente analizzati e caratterizzati, sia sulla base di prove sperimentali che con l’ausilio di modelli matematici. A tutt’oggi risulta importante conoscerne i meccanismi che regolano la loro genesi onde poter meglio gestire le attività di fabbricazione in funzione delle aspettative di progetto. Il testo, a cura della Divisione Formazione dell’IIS, si prefigge di offrire una chiara analisi dei principali fattori coinvolti, sia dal punto di vista fisico che operativo, nonché le possibili soluzioni alla corretta gestione dei processi di fabbricazione. Sono pertanto trattati: termofisica dei metalli, analisi termica dei procedimenti di saldatura, calcolo della velocità di raffreddamento, misura delle temperature, genesi dei ritiri di saldatura, ritiri trasversali, angolari e longitudinali, origine delle tensioni di ritiro in saldatura, analisi qualitativa e quantitativa delle tensioni residue trasversali, longitudinali e perpendicolari al giunto, effetti dei ritiri e delle tensioni interne, casi di pericolosità di servizio in presenza di tensioni residue, precauzioni e rimedi contro gli effetti dei ritiri e delle tensioni residue, precauzioni esecutive, rimedi dopo saldatura (trattamenti termici e meccanici), metodi di misura delle tensioni residue. Indice Settore PBM Maura Rodella 1. Fenomeni termici in saldatura (Termofisica dei metalli. Analisi termica dei procedimenti di saldatura. Strumenti quantitativi per il calcolo della velocità di raffreddamento. Metodi di misura delle temperature). 2. Genesi dei ritiri e delle tensioni residue di saldatura (Generalità. Ritiro trasversale. Ritiro longitudinale. Origine delle tensioni residue di saldatura). 3. Effetti dei ritiri e delle tensioni residue (Comportamento dei giunti sollecitati in servizio. Casi di pericolosità per la presenza di tensioni residue. Precauzioni e rimedi contro gli effetti dei ritiri e delle tensioni residue). 4. Metodi di misura delle tensioni residue (Generalità. Metodi di misura di stati monoassiali o biassiali di tensioni per scomposizione. Metodi di misura di stati triassiali di tensioni per scomposizione. Metodo per esecuzione di fori. Cenni ad altre metodologie di misura). Lungobisagno Istria, 15 16141 GENOVA Tel. 010 8341385 Fax 010 8367780 Email: [email protected] www.weldinglibrary.com www.iis.it 2004, 89 pagine, Codice: 101068, Prezzo: € 45,50 Soci IIS - Membri IIS Club, Prezzo: € 36,40 Ricerche Bibliografiche Dati IIS-Data Controllo con tecnologia UT “Phased Array” (2010-2011) Ottimizzazione dei controlli ultrasonori per rilevare piccole discontinuità trasversali tipo re-heat cracks sui reattori hydroprocessing di ZAPPAVIGNA G. e PEDRINZANI C., «Riv. Sald.», Maggio-Giugno 2010, pp. 319-325. Acciai al Cr Mo a bassa lega; alta temperatura; ASME; codici di buona pratica; controllo non distruttivo; controllo ultrasonoro; controllo ultrasonoro “phased array”; controllo ultrasonoro TOFD; criccabilità a caldo; criccabilità da riscaldamento; cricche intergranulari; cricche trasversali; ingegneria chimica; materiali resistenti allo scorrimento a caldo; microcricche; ottimizzazione; recipienti in pressione; resistenza ad alta temperatura; saldatura ad arco sommerso; trattamento termico dopo saldatura. DGS curve evaluation applied to ultrasonic phased array testing di CERTO M. et al., «Insight», Aprile 2010, pp. 192-194. Blocchi di taratura; controllo non distruttivo; controllo ultrasonoro; controllo ultrasonoro “phased array”; difetti; lamiere; modelli di calcolo; pezzi forgiati; programma di elaboratori; simulazione; sonde ultrasonore. Il controllo con onde guidate delle tubazioni: una moderna tecnica ispettiva che sta diffondendosi rapidamente - Stato dell’arte sul panorama normativo che sta nascendo di BRESCIANI F. e PERI F., «Riv. Sald.», Marzo-Aprile 2010, pp. 193-197. Condotte; controllo automatico; controllo non distruttivo; controllo ultrasonoro; controllo ultrasonoro “phased array”; norme; sonde ultrasonore. Autofocusing ultrasonic imagery for non-destructive testing and evaluation of specimens with complicated geometries di HUNTER A.J. et al., «NDT & Int.», N. 2/2010, pp. 78-85. Controllo non distruttivo; controllo ultrasonoro; controllo ultrasonoro “phased array”; difetti; difetti di forma; giunti saldati; modelli di calcolo; provini, saggi; segregazione; simulazione; trattamento termico. 3D ultrasonic inspection of anisotropic aerospace components di LANE C.J.L. et al., «Insight», Febbraio 2010, pp. 72-77. Alette; analisi con elementi finiti; anisotropia; controllo non distruttivo; controllo ultrasonoro; controllo ultrasonoro “phased array”; difetti; interno; leghe di nichel; modelli di calcolo; motori; operazioni in servizio; simulazione; struttura cristallina; strutture aerospaziali; turbine. Defect detection using ultrasonic arrays: the multi-mode total focusing method di ZHANG J. et al., «NDT & Int.», N. 2/2010, pp. 123-133. Controllo non distruttivo; controllo ultrasonoro; controllo ultrasonoro “phased array”; difetti; focalizzazione; forma d’onda; modelli di calcolo; procedimenti combinati; simulazione; sonde ultrasonore. Experience with code cases di LILLEY J.R., «Insight», Aprile 2010, pp. 178-183. Accettazione; ASME; ASNT; caldaie; codici di buona pratica; confronti; controllo non distruttivo; controllo ultrasonoro; controllo ultrasonoro “phased array”; controllo ultrasonoro TOFD; giunti saldati; radiografia; recipienti in pressione; tubi. Coping with failed elements on an array: a modelling approa c h t o t h e t e c h n i c a l j u s t i f i c a t i o n d i N A G E S WA R A N C . «Insight», Luglio 2010, pp. 372-379. Accettazione; controllo non distruttivo; controllo ultrasonoro; controllo ultrasonoro “phased array”; rotture; simulazione; sonde ultrasonore. Three-dimensional visualisation and evaluation techniques for volumetrically scanned data of ultrasonic phased arrays di KITAZAWA S. et al., «Insight», Aprile 2010, pp. 201-205. Acciai inossidabili; controllo non distruttivo; controllo ultrasonoro; controllo ultrasonoro “phased array”; sonde ultrasonore; strumenti di misura; valutazione. Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 433 Ricerche Bibliografiche Synthetic aperture focusing of ultrasonic inspection data to enhance the probability of detection of defects in strongly attenuating materials di SPIES M. e RIEDER H. «NDT & Int.», N. 5/2010, pp. 425-431. Acciai inossidabili; acciai inossidabili austeno-ferritici; controllo automatico; controllo non distruttivo; controllo ultrasonoro; controllo ultrasonoro “phased array”; dati; difetti; dimensionamento; focalizzazione; modelli di calcolo; simulazione. Advanced ultrasonic system for improved efficiency in pipelines inspection di PEDROSA N. et al. «BID-ISIM», 2/2010, pp. 36-41. Acciai per condotte; blocchi di taratura; condotte; confronti; controllo automatico; controllo non distruttivo; controllo ultrasonoro; controllo ultrasonoro “phased array”; controllo ultrasonoro TOFD; giunti saldati; mancanza di fusione; operazioni in tempo reale; porosità; radiografia; sviluppo. P h a s e d a r r a y. B e v e l i n c i d e n c e a n g l e re q u i re m e n t s f o r encoded phased array di MOLES M. et al., «Mat. Eval.», Gennaio 2010, pp. 29-36. Acciai al C; ASME; blocchi di taratura; codici di buona pratica; controllo automatico; controllo non distruttivo; controllo ultrasonoro; controllo ultrasonoro “phased array”; giunti saldati; idoneità all’impiego; intaglio; programma di elaboratori; recipienti in pressione; sonde ultrasonore; zona fusa. Ultrasonic multiple beam technique using single phased array probe for detection and sizing of stress corrosion cracking in austenitic welds (S-scan) di KONO N. et al. «Mat. Eval.», Ottobre 2010, pp. 1163-1170. Acciai inossidabili; acciai inossidabili austenitici; controllo non distruttivo; controllo ultrasonoro; controllo ultrasonoro “phased array”; corrosione; criccabilità; difetti; grandezza; impianti; industria nucleare; sensibilità; sonde ultrasonore; strumenti di misura; tensocorrosione. Ultrasonic phased array testing for an isogrid structural element with cracks di ROTH D.J. et al., «Mat. Eval.», Gennaio 2010, pp. 76-83. Controllo automatico; controllo non distruttivo; controllo ultrasonoro; controllo ultrasonoro “phased array”; criccabilità; elementi costruttivi; lamierini; leghe Al-Cu; leghe d’alluminio; programma di elaboratori; rinforzo; simulazione; sonde ultrasonore; strutture aerospaziali. Pipe testing with ultrasonic guided wave synthetic focusing techniques di MU J. et al. «Mat. Eval.», Ottobre 2010, pp. 1171-1176. Acciai al C; condotte; controllo non distruttivo; controllo ultrasonoro; controllo ultrasonoro “phased array”; difetti; onde; ritardo; strumenti di misura; tempo (durata); trasduttori. Guided waves - Successes and challenges for ultrasonic testing in NDT and SHM di ROSE J.L. «Mat. Eval.», Maggio 2010, pp. 495-500. Aerei; analisi con elementi finiti; condotte; controllo automatico; controllo non distruttivo; controllo ultrasonoro; controllo ultrasonoro “phased array”; corrosione; curve di tubi; focalizzazione; giunti non saldati; incollaggio; materiali compositi; onde; operazioni in tempo reale; programma di elaboratori; sonde ultrasonore. Development of single-channel and phased array electromagnetic acoustic transducers for austenitic weld testing di GAO H. e LOPEZ B. «Mat. Eval.», Luglio 2010, pp. 821-827. Acciai inossidabili; acciai inossidabili austenitici; alta temperatura; campo elettromagnetico; condizioni di servizio; controllo non distruttivo; controllo ultrasonoro; controllo ultrasonoro “phased array”; emissione acustica; industria nucleare; industria petrolifera; sonde ultrasonore; strumenti di misura; trasduttori; zona di saldatura; ZTA. Méthodes avancées en contrôle non destructif ultrasonore pour la détection et le dimensionnement de fissures de fatigue di MAHAUT S. et al. «Revue Met. CIT», Febbraio-Marzo 2010, pp. 59-68. Controllo non distruttivo; controllo ultrasonoro; controllo ultrasonoro “phased array”; criccabilità; cricche di fatica; dimensionamento; industria nucleare; proprietà meccaniche; p ro p r i e t à t e r m i c h e ; re s i s t e n z a a f a t i c a ; s i m u l a z i o n e ; tensocorrosione. 434 Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 Ultrasonic - Sizing discontinuities by ultrasonics di BIRRING A. «Mat. Eval.», Novembre 2010, pp. 1209-1215. Accettazione; ASME; controllo non distruttivo; controllo ultrasonoro; controllo ultrasonoro “phased array”; controllo ultrasonoro TOFD; difetti; elaborazione dei segnali; grandezza. Automated ultrasonic inspection of nozzle welds using phased-array ultrasonic testing - Part 2: outside access di GINZEL R. e GINZEL E. «CINDE Journal», 1/2011, pp. 6-15. Connessioni tubolari; controllo non distruttivo; controllo ultrasonoro; controllo ultrasonoro “phased array”; difetti; giunti saldati; porosità; raccordi di saldatura; recipienti in pressione; simulazione; sonde ultrasonore. Inspection system for welded tubular joint based on ultrasonic phased array di GUANGPING H. et al. «China Weld.», Ottobre-Dicembre 2010, pp. 36-39. Acciai per condotte; blocchi di taratura; condotte; controllo non distruttivo; controllo ultrasonoro; controllo ultrasonoro “phased array”; difetti; giunti saldati; operazioni in tempo reale; simulazione; sonde ultrasonore. Phased array ultrasonic inspection of low-pressure steam turbine rotors - Curved axial entry fir tree roots di CHARLESWORTH C. «Insight», Febbraio 2011, pp. 71-75. Analisi con elementi finiti; bassa pressione; centrali elettriche; componenti; controllo non distruttivo; controllo ultrasonoro; controllo ultrasonoro “phased array”; cricche di fatica; resistenza a fatica; rotazione; tensocorrosione; turbine a vapore. Fonti dei riferimenti bibliografici Riviste italiane e straniere analizzate per la Banca Dati IIS-Data Titolo Acciaio Advanced Materials Processes Alluminio e Leghe Alluminio Magazine Ambiente e Sicurezza sul Lavoro Analysis Europa Anticorrosione ASTM Standardization News ATA Ingegneria Automobilistica Australasian Welding Journal Australian Welding Research Automatic Welding Automazione Energia Informazione Avtomaticheskaya Svarka Befa - Mitteilungen BID-ISIM Biuletyn ISG Boletin Tecnico Conarco Bollettino Tecnico Finsider Bollettino Tecnico RTM Brazing and Soldering Bridge Design & Engineering British Corrosion Journal China Welding Chromium Review Constructia De Masini Costruzioni Metalliche Czechoslovak Heavy Industry De Qualitate Deformazione Der Praktiker Elettronica Oggi Elin Zeitschrift Energia Ambiente Innovazione Energia e Calore Energia e Materie Prime EPE International Esa Bulletin Eurotest Technical Bulletin Fogli d’Informazione Ispesl Fonderia FWP Journal GEP Giornale del Genio Civile Heron Hightech Hitsaustekniikka Hybrid Circuits Iabse Periodica Il Filo Metallico Il Giornale delle Prove non Distruttive Il Giornale delle Scienze Applicate Il Perito Industriale Il Saldatore Castolin Ilva Quaderni Industrial Laser Rewiew Ingegneria Ambientale Ingegneria Ferroviaria Inossidabile Insight International Construction Interplastics IPE International ISO Bulletin J. of Offshore and Polar Engineering Joining & Materials Joining of Materials Joining Sciences Journal of Bridge Engineering Journal of the Japan Welding Society Kunststoffe L’Acciaio Inossidabile Abbreviaz. Acciaio Mat. Processes AL Alluminio Sicurezza Lav. Analysis Anticorrosione ASTM Std. ATA Austr. Wdg. J. Austr. Wdg. Res. Aut. Weld. AEI Aut. Svarka Befa Mitt. BID-ISIM Biuletyn Conarco Finsider RTM Braz. Sold. Bridge Br. Corr. J. China Weld. Chomium Constr. Masini Costr. Met. Czech. Heavy Qualitate Deformazione Praktiker Elettronica Elin Enea E.A.I. Energia Energia EPE Esa Bulletin Eurotest ISPESL Fonderia FWP J. GEP Giornale G.C. Heron Hightech Hitsaust. Hybrid IABSE Filo Metallico Giornale PND Scienze Applic. Perito Ind. Castolin Ilva Ind. Laser I.A. Ing. Ferr. Inossidabile Insight Int. Const. Interplastics IPE ISO Offshore Joining JOM Join. Sciences Jour. Bridge Journal JWS Kunststoffe Acc. Inoss. Titolo Abbreviaz. L’Allestimento Allestimento L’Elettrotecnica Elettr. L’Industria Meccanica Ind. Mecc. L’Installatore Tecnico Installatore La Meccanica Italiana Mecc. Ital. La Metallurgia Italiana Met. Ital. La Termotecnica Termotecnica Lamiera Lamiera Laser Laser Lastechniek Lastech. Lavoro Sicuro Lav. Sic. Lo Stagno ed i suoi Impieghi Stagno Macchine & Giornale dell’Officina Officina Macplas Macplas Manutenzione: Tecnica e Management Manutenzione Materialprüfung Materialprüf. Material and Corrosion Mat. Cor. Materials Evaluation Mat. Eval. Materials Performance MP Meccanica & Automazione Mec. & Aut. Meccanica & Macchine di Qualità Mecc. & Macchine Meccanica Moderna Mecc. Moderna Meccanica Oggi Meccanica Mechanical Engineering Mech. Eng. Metal Construction Met. Con. Metalli Metalli Metallurgical and Materials Transactions Met. Trans. Metallurgical B Metallurgical B Metallurgical Reports CRM Met. Rep. Metallurgical Transactions Metallurgical T Metalurgia & Materiais Met. Materiais Metalurgia International Metalurgia Modern Plastics International Plastics Int. Modern Steel Construction Steel Constr. NDT & E International NDT & E Int. NDT & E International UK NDT & E Int. NDT International NDT Int. Notagil S.I. Notagil Notiziario dell’ENEA Energia e Innovazione ENEA E.I. Notiziario dell’ENEA Sic. e Prot. ENEA-DISP. Notiziario Tecnico AMMA AMMA NRIM Research Activities NRIM Research NT Tecnica e Tecnologia AMMA NT AMMA Oerlikon Schweissmitteilungen Oerlikon PCB Magazine PCB Perito Industriale Perito Ind. Petrolieri d’Italia Petrolieri I. Pianeta Inossidabili Inox Plastic Pipes Fittings Plastics Prevenzione Oggi Prevenzione Produttronica Produttronica Protective Coatings Europe PCE Przeglad Spawalnictwa Pr. Spawal. Quaderni Pignone Pignone Qualificazione Industriale Qualificazione Qualità Qualità Rame e Leghe CU Rame Notizie Rame Research in Nondestructive Evaluation Research NDE Revista de Los Trat. Ter. y de Superficie Tratersup Revista de Metalurgia Rev. Met. Revista de Soldadura Rev. Soldadura Revue de la Soudure Rev. Soud. Revue de Metallurgie CIT Revue Met. CIT Revue de Metallurgie MES Revue Met. MES Ricerca e Innovazione Ric. Inn. Riv. Infortuni e Malattie Professionali Riv. Inf. Rivista di Meccanica Riv. Mecc. Rivista di Meccanica Oggi Riv. Mecc. Oggi Rivista di Meccanica International Riv. Mecc. Inter. Rivista Finsider Riv. Finsider Rivista Italiana della Saldatura Riv. Sald. Titolo Schweissen & Pruftechnik Schweissen und Schneiden Schweisstechnik Schweisstechnik Science and Technology of W and J Seleplast Sicurezza e Prevenzione Skoda Review Soldadura e Construcao Metalica Soldadura y Tecnologias de Union Soldagem & Inspecao Soldagem & Materiais Soldering & Surface Mount Technology Soudage et Techniques Connexes Souder Stahlbau Stainless Steel Europe Stainless Steel World Stainless Today Steel Research Structural Engineering International Sudura Surface Engineering Svarochnoe Proizvodstvo Sveiseteknikk Svetsaren Svetsen Technica/Soudure Technical Diagnostics and NDT Testing Technical Review Technische Uberwachung Tecnologia Qualidade Tecnologie e Trasporti per il Mare Tecnologie per il Mare Teknos The Brithis Journal of NDT The European Journal of NDT The International Journal of PVP The Journal of S. and E. Corrosion The Paton Welding Journal The TWI Journal The Welding Innovation Quarterly Tin and Its Uses Transactions of JWRI Transactions of JWS Transactions of NRIM Ultrasonics Unificazione e Certificazione Università Ricerca Unsider Notizie di Normazione Varilna Tehnika Westnik Maschinostroeniya Welding & Joining Welding & Joining Europe Welding and Metal Fabrication Welding Design and Fabrication Welding in the World Welding International Welding Journal Welding Production Welding Review International WRC Bulletin WRI Journal Zavarivac Zavarivanje Zavarivanje I Zincatura a caldo Zis Mitteilungen Zis Report Zvaracske Spravy Zváranie Abbreviaz. Sch. Pruf. Schw. Schn. Schweisst. Sch. Tec. Weld. Join. Seleplast Sicurezza Skoda Soldadura Sold. Tec. Inspecao Soldagem Soldering Soud. Tecn. Con. Souder Stahlhau Stainless Eu. Stainless World Stainless Steel Engineering Sudura Surface Svar. Proiz. Sveiseteknikk Svetsaren Svetsen Tech. Soud. NDT Testing Tech. Rev. Techn. Uberw. Qualidade Tec. Tra. Mare Tec. Mare Teknos Br. Nondestr. European NDT Journal PVP Corrosion Paton Weld. J. TWI Journal Weld. Innovation TIN Trans. JWRI Trans. JWS Trans. NRIM Ultrasonics Unificazione Università Unsider Var. Teh. – Weld. Joining Weld. J. Europe Welding Weld. Des. Weld. World Weld. Int. Wdg. J. Weld. Prod. Weld. Rev. WRC Bulletin WRI J. Zavarivac Zavarivanje Zavariv. Zincatura ZIS Zis Zvaracske Zváranie Riv. Ital. Saldatura - n. 3 - Maggio / Giugno 2011 435 Pubblicazioni IIS Trattamenti superficiali dei materiali metallici L’evoluzione storica dell’utilizzo delle leghe metalliche ha accentuato il progressivo sviluppo industriale dei trattamenti superficiali per migliorare le caratteristiche d’uso di materiali, tradizionalmente non adeguati a resistere nel tempo alla corrosione o all’usura e all’abrasione. L’attuale sviluppo tecnologico offre una vasta gamma di vantaggi, deducibili dai trattamenti più opportuni, come la modifica di alcune proprietà meccaniche della superficie (durezza, resistenza all’usura, ecc.) e fisiche (colore, lucentezza, conduttività termica, ecc.), il miglioramento di alcune proprietà chimiche (resistenza alla corrosione), l’ottenimento di particolari effetti estetici e, infine, la predisposizione delle superfici per favorire l’adesione di successivi rivestimenti (pitture, adesivi, lubrificanti, ecc.). Quest’opera, nata dalla collaborazione fra l’Istituto Italiano della Saldatura e il Dipartimento di Ingegneria della Produzione dell’Università degli Studi di Genova, ha pertanto lo scopo di offrire un’articolata presentazione delle suddette tecnologie ad uso di tutti i tecnici che, pur non direttamente coinvolti nel loro utilizzo specialistico, vogliano, comunque, avere una corretta informazione tecnica sulle loro caratteristiche prestazionali e sulle modalità applicative. Indice: Introduzione 1 - Trattamenti superficiali delle leghe leggere: lavaggio e pulizia di superfici (lavaggio sgrassante, deossidazione, decapaggio); trasformazione chimica delle superfici (conversione chimica, ossidazione anodica, trattamento di conversione al bicromato). 2 - Trattamenti superficiali degli acciai: trattamenti di conversione chimica (trattamento di passivazione, trattamento di fosfatazione, trattamento di brunitura); trattamenti elettrochimici (cadmiatura, argentatura, ramatura, cromatura (dura), nichelatura, verniciatura, pallinatura). Conclusioni. Settore PBM Maura Rodella Lungobisagno Istria, 15 16141 GENOVA Tel. 010 8341385 Fax 010 8367780 Email: [email protected] www.weldinglibrary.com www.iis.it 2003, 70 pagine, Codice: 101046, Prezzo: € 34,00 Soci IIS - Membri IIS Club, Prezzo: € 27,30 Organo Ufficiale dell’ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA Lungobisagno Istria, 15 - 16141 Genova Redazione: tel. 010 8341.333/386, fax 010 836.77.80, e-mail: [email protected] Pubblicità - Abbonamenti: tel. 010 8341.392/424, fax 010 8341.399, e-mail: [email protected] La RIVISTA ITALIANA DELLA SALDATURA è lʼorgano ufficiale dellʼIstituto Italiano della Saldatura. Ha una tiratura di 3.500 copie ed è lʼunico Periodico italiano indipendente specializzato nel settore della saldatura e delle costruzioni saldate. Ogni anno vengono pubblicati circa 50 articoli tecnici (metallurgia e saldabilità dei materiali, processi di saldatura, progettazione, fabbricazione, diagnostica industriale, certificazione, prove non distruttive, normativa, didattica, documenti dellʼInternational Institute of Welding (IIW) in lingua originale, ecc.), ed inoltre Informazioni Tecniche e Rubriche Giuridiche, Attività dellʼIIS, Letteratura Tecnica, Codici e Norme, Corsi, Mostre, Ricerche Bibliografiche, notizie dalle Aziende e dalle Associazioni. Lʼabbonamento comprende anche la spedizione gratuita del supplemento elettronico settimanale “Saldatura Flash”. PREZZI Abbonamento 6 numeri (1 anno): per l’Italia: € 100,00 per l’estero: € 170,00 Copia singola o arretrata: per l’Italia: € 26,00 per l’estero: € 35,00 Il sottoscritto: Nome:________________________ Cognome:____________________________ Titolo:_____ Società: _______________________________________________________________________ Via ______________________________________________ N.:________ Cap: _____________ Città: _____________________________________________________________ Prov: _______ C.F. / P.I.:_______________________________________________________________________ Tel.: ____________________________________ Fax: _________________________________ E-mail: ________________________________________________________________________ si abbona alla Rivista Italiana della Saldatura per un anno a partire dal primo numero raggiungibile. Il versamento di € ____________ è stato effettuato in data _________________ tramite: (barrare la casella di interesse) Bonifico bancario intestato allʼIstituto Italiano della Saldatura Banca Intesa San Paolo – Filiale di Genova. Cod. IBAN IT 64 L 03069 01481 000038100145 CC Postale n. 17144163 intestato a Istituto Italiano della Saldatura Data: ___________________ Firma: __________________________________________ USCITE 2011 Rivista 1 / 2011 Rivista 2 / 2011 Rivista 3 / 2011 Uscita: 28 Febbraio 2011 Uscita: 30 Aprile 2011 Uscita: 30 Giugno 2011 Rivista 4 / 2011 Rivista 5 / 2011 Rivista 6 / 2011 Uscita: 15 Settembre 2011 Uscita: 31 Ottobre 2011 Uscita: 15 Gennaio 2012 RISPEDIRE UNITAMENTE AL COMPROVANTE DI VERSAMENTO AL FAX 010 83 67 780 Informativa ai sensi Dlgs. 196/2003: Si informa che ai sensi della suddetta legge, la presente domanda firmata conferisce all’Istituto Italiano della Saldatura l’autorizzazione al trattamento dei dati personali in essa contenuti. Inoltre gli stessi dati saranno inseriti nelle nostre banche dati per consentirci l’invio di materiale informativo, pubblicitario e promozionale. Sono riservati al committente tutti i diritti dell’art. 7 della presente legge con l’accorgimento di fare domanda scritta in caso di volontà di recesso o cancellazione nel trattamento dei dati conferiti. Elenco degli Inserzionisti 378 277-278 --268 -----419 -269 ---261 -346 --4a cop ----------276 ---386 ---272 -----414 270 402 401 -275 -279 ---364 262 -263 -420 -266 -2a cop + 265 ----322 -267 ---264 -273 3a cop --271 274 ---366 ACS ACAI AEC TECHNOLOGY AIPND AIR LIQUIDE WELDING ANASTA ANDIT AUTOMAZIONE AQM ASG Superconductors ASSOMOTORACING BERKENHOFF BÖHLER WELDING GROUP ITALIA CAPILLA CEA CEBORA CGM TECHNOLOGY COM-MEDIA COMMERSALD DRAHTZUG STEIN DVC - DELVIGO COMMERCIALE EDIBIT EDIMET ESAB SALDATURA ESARC ETC OERLIKON EUROCONTROL F.B.I. FABTECH CONSULTING ENGINEERS FIERA ACCADUEO FIERA AFFIDABILITA’ & TECNOLOGIE FIERA ALUMINIUM/COMPOSITES EUROPE FIERA ALUMOTIVE FIERA BIAS FIERA BIMEC FIERA BI-MU FIERA BIMU-MED FIERA DI ESSEN FIERA EXPOLASER FIERA EXPOMECCANICA FIERA LAMIERA FIERA LASER WORLD OF PHOTONICS FIERA MCM FIERA MECSPE FIERA METEF FIERA MOTORSPORT EXPOTECH FIERA QUALITY DAY FIERA SAMUMETAL FIERA SEATEC FIERA TEKNOMOTIVE FIERA VENMEC FIMER G.E.INSPECTION TECHNOLOGIES GILARDONI HARMS & WENDE HENKEL ITALIA HYPERTHERM Europe B.V. IGUS INE ITW LANSEC ITALIA LINCOLN ELECTRIC ITALIA LINK INDUSTRIES MEDIAPOINT & COMMUNICATIONS MEDIAVALUE MESSER ITALIA NDT ITALIANA OLYMPUS ITALIA ORBITALUM TOOLS OXYTURBO PUBLITEC REMASALD RIVISTA MECCANICA & AUTOMAZIONE RIVISTA TECN’È RIVISTA U & C RIVOIRA SAF - FRO SALTECO SANDVIK ITALIA SAPIO SELCO SE.MAT SIAD SIGMA INTERNATIONAL SIGMATEK TECNOELETTRA TECNOMECCANICA TELWIN THERMADYNE ITALIA TQM TRAFILERIE DI CITTADELLA Viale Abruzzi, 66 - 20131 MILANO Via Leonardo Da Vinci, 17 - 26013 CAMPAGNOLA CREMASCA (CR) Via A. Foresti, 5 - 25127 BRESCIA Via Torricelli, 15/A - 37135 VERONA Via G. Tarra, 5 - 20125 MILANO Via Privata Casiraghi, 526 - 20099 SESTO SAN GIOVANNI (MI) Via Edison, 18 - 25050 PROVAGLIO D’ISEO (BS) Corso F.M. Perrone, 73r - 16152 GENOVA Via Tanari, 68/a - 40024 CASTEL S. PIETRO TERME (BO) Berkenhoffstrasse, 14 - 35452 HEUCHELHEIM (Germania) Via Palizzi, 90 - 20157 MILANO Via per Telgate - Loc. Campagna - 24064 GRUMELLO DEL MONTE (BG) Corso E. Filiberto, 27 - 23900 LECCO Via A. Costa, 24 - 40057 CADRIANO DI GRANAROLO (BO) Via Adda, 21 - 20090 OPERA (MI) Via Serio, 16 - 20139 MILANO Via Bottego, 245 - 41126 COGNENTO (MO) Talstraße, 2 - 67317 ALTLEININGEN (Germania) Località Cerri - 19020 CEPARANA DI FOLLO (SP) Via Cà dell’Orbo, 60 - 40055 CASTENASO (BO) Via Brescia, 117 - 25018 MONTICHIARI (BS) Via Novara, 57/59 - 20010 BAREGGIO (MI) Via Cadibona, 15 - 20137 MILANO Via Vo’ di Placca, 56 - 35020 DUE CARRARE (PD) Zona Industriale - 89811 PORTO SALVO (VV) Via Isonzo, 26 - 20050 SAN DAMIANO DI BRUGHERIO (MB) Via Rimembranze, B-1/2 - 33033 CODROIPO (UD) c/o BOLOGNAFIERE - Piazza Costituzione, 6 - 40128 BOLOGNA c/o A & T - Via Palmieri, 63 - 10138 TORINO c/o PROMOEVENTS - Via Privata Pomezia, 10/A - 20127 MILANO c/o ADExpo - Viale della Mercanzia, 142 Centergross - 40050 FUNO DI ARGELATO (BO) c/o FIERA MILANO RASSEGNE - Piazzale Carlo Magno, 1 - 20149 MILANO c/o UCIMU - Viale Fulvio Testi, 128 - 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) c/o UCIMU - Viale Fulvio Testi, 128 - 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) c/o UCIMU - Viale Fulvio Testi, 128 - 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) Via Vincenzo Monti, 8 - 20123 MILANO c/o PIACENZA EXPO - S.S. 10 Loc. Le Mose - 29122 PIACENZA c/o CENTRO FIERA - Via Brescia, 129 - 25018 MONTICHIARI (BS) c/o UCIMU - Viale Fulvio Testi, 128 - 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) c/o MONACOFIERE - Via Bernardo Rucellai, 10 - 20126 MILANO c/o EIOM - Viale Premuda, 2 - 20129 MILANO c/o SENAF - Via Eritrea, 21/A - 20157 MILANO c/o ALFIN EDIMET - Via Brescia, 117 - 25018 MONTICHIARI (BS) c/o MODENA ESPOSIZIONI - Viale Virgilio, 58/B - 41123 MODENA c/o TECNA EDITRICE - Viale Adriatico, 147 - 00141 ROMA c/o PORDENONE FIERE - Viale Treviso, 1 - 33170 PORDENONE c/o CARRARAFIERE - Viale Galileo Galilei, 133 - 54033 MARINA DI CARRARA (MS) c/o ALFIN EDIMET - Via Brescia, 117 - 25018 MONTICHIARI (BS) c/o PADOVAFIERE - Via N. Tommaseo, 59 - 35131 PADOVA Via Brigatti, 59 - 20050 RONCO BRIANTINO (MB) Via Grosio, 10/4 - 20151 MILANO Via A. Gilardoni, 1 - 23826 MANDELLO DEL LARIO (LC) Grossmoorkehre, 9 - 21079 HAMBURG (Germania) Via Amoretti, 78 - 20157 MILANO Vaartveld, 9 - 4704 SE ROOSENDAAL (Olanda) Via delle Rovedine, 4 - 23899 ROBBIATE (LC) Via Facca, 10 - 35013 CITTADELLA (PD) Via Privata Iseo, 6/E - 20098 S. GIULIANO MILANESE (MI) Via Bizet, 36/N - 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) Via Fratelli Canepa, 8 - 16010 SERRA RICCO’ (GE) Ponte Morosini, 49 - 16126 GENOVA Corso Buenos Aires, 8 - Corte Lambruschini - 16129 GENOVA Via Domenichino, 19 - 20149 MILANO Via Cav. V. Tedeschi, 1 - 10036 SETTIMO TORINESE (TO) Via del Lavoro, 28 - 20863 CONCOREZZO (MB) Via Modigliani, 45 - 20090 SEGRATE (MI) Josef-Schüttler-Strasse, 17 - 78224 SINGEN (Germania) Via Serio, 4/6 - 25015 DESENZANO (BS) Via Passo Pordoi, 10 - 20139 MILANO Via Strada dei Campi, 11 - 20058 VILLASANTA (MB) Via Rosellini, 12 - 20124 MILANO c/o OPEN FACTORY EDIZIONI - Via Bernardo Rucellai, 10 - 20126 MILANO c/o MEDIAVALUE - Via Domenichino, 19 - 20149 MILANO Via C. Massaia, 75/L - 10147 TORINO Via Torricelli, 15/A - 37135 VERONA S.P. Rivoltana, 35/b - 20090 LIMITO DI PIOLTELLO (MI) Via Varesina, 184 - 20156 MILANO Via Silvio Pellico, 48 - 20900 MONZA Via Palladio, 19 - 35010 ONARA DI TOMBOLO (PD) Via Monte Rosa, 81/A - 20862 ARCORE (MB) Via S. Bernardino, 92 - 24126 BERGAMO Via Mazzini, 2/A - 24066 PEDRENGO (BG) Via Mario Nantiat, 19/A - 12066 MONTICELLO D’ALBA (CN) Via Nazionale, 50a - 70 - 23885 CALCO (LC) Via della Borsa, 11 - 31033 CASTELFRANCO VENETO (TV) Via della Tecnica, 3 - 36030 VILLAVERLA (VI) Via Bolsena, 7 - 20098 SAN GIULIANO MILANESE (MI) Via M. Macchi, 42 - 20124 MILANO Via Mazzini, 69 - 35013 CITTADELLA (PD) SIAD Metal Fabrication: uno strumento, molti servizi. L’innovazione, le competenze tecniche e l’elevato know-how nel settore dei gas da saldatura e taglio, hanno portato SIAD ad ottenere una riconosciuta posizione di leadership. Da oltre 80 anni il team Metal Fabrication si dedica alla ricerca ed alla produzione, secondo i più elevati standard qualitativi, per offrire ai nostri clienti prodotti certificati ed una gamma di servizi adatti a soddisfare ogni tipo di esigenza. SIAD Metal Fabrication: uno strumento, molti servizi. Per maggiori informazioni: www.metalfabrication.it SIAD S.p.A. Gas, tecnologie e servizi per l’industria. www.siad.com Istituto Italiano della Saldatura – Lungobisagno Istria, 15 – 16141 Genova (I) - Tariffa regime libero: “Poste Italiane SpA - Sped. A.P. 70%, DCB Genova” Tassa Pagata - Taxe Perçue ordinario - Contiene IP + Supplemento - Bimestrale Maggio-Giugno 2011 ISSN:0035-6794 Rivista Italiana della Saldatura - N. 3 * 2011 Organo Ufficiale dell’Istituto Italiano della Saldatura - anno LXIII - N. 3 * 2011 Numero 3 2011 In questo numero: In questo numero: Relazione della Presidenza sulla gestione Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 dell’Istituto nel 2010 e previsioni per il 2011 Vulnerabilità dei giunti saldati e meccanismi Vulnerabilità dei giunti saldati meccanismi di danneggiamento attivi negli eimpianti di di danneggiamento attivi negli impianti di processo e petrolchimici: affidabilità mediante processo e petrolchimici: affidabilità mediante la programmazione dell’ispezione basata la dell’ispezione basata sulprogrammazione rischio (RBI) - Parte I sul rischio (RBI) - Parte I Criteri generali per l’esecuzione di giunzioni Criteri generali per l’esecuzione di giunzioni permanenti testa a testa in tubazioni di vetroresina permanenti testa a testa in tubazioni con il procedimento della laminazionedi vetroresina con il procedimento della laminazione Didattica Didattica I trattamenti a freddo dopo saldatura Iper trattamenti a freddo saldatura la distensione ed il dopo miglioramento per distensionedei ed giunti il miglioramento dellelaprestazioni saldati delle prestazioni dei giunti saldati Nuovo procedimento ESAB - SAT™ Nuovo procedimento ESAB - SAT™ per la saldatura robotizzata per la saldatura ad alta velocità robotizzata ad alta velocità