Allonsanfàn • Allonsanfan è un film del 1974 diretto dai fratelli Taviani, ambientato negli anni della Restaurazione. VIDEOCLIP • La giacca rossa di Fulvio simboleggia la voglia di cambiamento che caratterizza l’epoca della Restaurazione. • D’altra parte, il suo sacrificio presagisce l’impresa invece vittoriosa di Garibaldi e dei suoi Mille. • Evidente è quindi l’allusione all’impresa di Carlo Pisacane, che nel 1857 sbarcando in diversi luoghi della penisola, dopo aver liberato poche centinaia di detenuti e radunato un manipolo di uomini, fu ostacolato e massacrato dal popolo insieme ai suoi compagni. “ 1857 2 LUGLIO _____ NUOVO DECIO DISFIDANTE IL FATO CARLO PISACANE DA QUESTE GLEBE LIVIDE DI STRAGE RUINAVA ALLA MORTE NÉ MAI SELVAGGIA TIRANNIDE STRAPPÒ ALL'AVVENIRE DELLA PATRIA UN PIÚ EROICO CUORE ” • Il film vuole quindi evidenziare lo scarto e tra i patrioti rivoluzionari e le masse popolari. • Il titolo ‘Allonsanfàn’, inizio della Marsigliese, è un omaggio agli ideali e agli avvenimenti della Rivoluzione Francese. • “Senso” (1954), di Luchino Visconti tratto dalla novella di Camillo Boito, è un film che racconta il retroscena della storia ufficiale, quegli avvenimenti che, al di là di battaglie e manovre politiche, scrivono la vita degli italiani e ne decidono in parte il futuro. • Il film mette in secondo piano la guerra, lasciandola come sfondo, per mettere invece in evidenza la storia d’amore contrastata e travagliata della contessa Livia Serpieri e del tenente Franz Mahler, conosciuto al Teatro La Fenice di Venezia. VIDEOCLIP • Il film mette in evidenza il patriottismo, i principi, la speranza nel futuro e la fede nelle proprie possibilità degli italiani, volenterosi e fiduciosi, accompagnati dalle note di Verdi, musicista rappresentante indiscusso dell’indipendenza e della lotta italiana. • Al contrario Visconti contrappone a questi valori la mentalità austriaca, più rigida e severa ma ormai quasi priva di sicurezze e di speranze. • Questa condizione viene riflessa perfettamente in Franz che, se all’inizio si mostra composto e affascinante, si rivela poi debole e vigliacco, prima sottraendo alla causa italiana il denaro che la contessa decide di donargli, per poter abbandonare i propri doveri di ufficiale, e poi fuggendo da Livia e mostrandosi trasandato, ubriaco, quasi fuori di sé. • Drammaticamente adatta quindi nelle scene la musica del compositore austriaco Bruckner, che accompagna ed enfatizza l’atmosfera funerea e decadente dell’Austria. “Mio dolce amore, ascolta: i morti si risvegliano. È il giorno del giudizio Che li chiama all’inferno Oppure al paradiso. Noi non ce ne curiamo E restiamo abbracciati.” Il Giorno Del Giudizio, H. Heine VIDEOCLIP • La storia d’amore, nucleo tematico del film, diventa metafora del periodo in cui è ambientata, esemplificando così il concetto che lo stesso Visconti definiva “Rivoluzione Tradita”: • Livia tradisce i compatrioti; • Franz tradisce Livia; • di nuovo Livia tradisce, questa volta Franz, per vendetta. • La scena finale della denuncia e della fucilazione del Tenente Mahler fu reinserita dopo un primo taglio al fine di evitare la censura, poiché il film sarebbe risultato antipatriottico. • Senso è il film che meglio esprime le contraddizioni e l’ambiguità dell’epoca risorgimentale e che ne evidenzia le componenti estetiche, partendo dall’opera lirica (il film si apre infatti proprio con il Trovatore di Verdi) per finire con la pittura, nelle scene veneziane che per colori e personaggi tanto ricordano i quadri del famoso Hayez. • Entrambi i film hanno un elemento in comune che spicca sul resto: quello della rivoluzione tradita. Entrambi hanno infatti a che fare con il tradimento degli ideali e con l’inganno che finisce sempre per rivoltarsi contro i loro stessi artefici: la contessa Livia infatti tradisce i suoi compagni, i suoi ideali, suo marito, e arriva alla follia; l’ex rivoluzionario Fulvio vive di imbrogli e tradimenti, e non solo provocherà la morte di tutti i suoi compagni e quindi il fallimento della spedizione, ma il suo ripensamento e la sua incoerenza saranno la causa della sua stessa rovina. “Cinema e Risorgimento” A cura di Claudia Battista Benedetta Lupoli Cecilia Orsini Ludovica Roselli