Il quadro dell’emofilia in Italia Roma 18 maggio 2005 0 Il quadro dell’emofilia in Italia Per la ricerca di cui si illustreranno qui alcuni dei principali risultati, sono state effettuate 150 interviste telefoniche, distribuite sull’intero territorio nazionale. Le interviste sono state effettuate nel mese di novembre 2004: genitori di bambini/ ragazzi con emofilia 44% 56% adulti con emofilia per la maggior parte dei casi di tipo A 83% con malattia grave (<1%) 79% che per lo più sono in trattamento, assumendo fattori della coagulazione 92% - 54% tramite profilassi il 45% trattamento on demand 1 Il quadro dell’emofilia in Italia Il primo dato che emerge e che intendiamo sottolineare, è l’assoluta centralità rivestita dal Centro Emofilia per il paziente emofilico, che trova in esso non solo un luogo di cura ma anche una fonte preziosa di informazioni e un servizio di counseling per tutte le decisioni inerenti più o meno direttamente la propria condizione. Il centro emofilia viene frequentato: meno frequentemente di 2/3 volte in un anno 2 o 3 volte all’anno 19% 25% almeno una volta al mese 28% 28% 1 volta ogni 2 o 3 mesi 2 Il quadro dell’emofilia in Italia E si frequenta oltre che per le visite di routine, di controllo anche per emergenze più o meno gravi: consulenze sui farmaci infezioni 10% estrazioni dentarie 6% 4% 29% episodi di emorragia operazioni 12% ematomi 13% 13% cadute 3 15% traumi e contusioni Il quadro dell’emofilia in Italia Nel “vuoto” di conoscenza che sembra circondare il paziente emofilico, il Centro Emofilia rappresenta l’unico valido interlocutore, l’unico reale punto di riferimento, l’unica istanza in grado di comprendere e accogliere i bisogni e le esigenze dell’emofilico, talvolta importanti, come ad esempio per il trattamento di ematri, traumi, o talvolta banali per i non emofilici - come la scelta di un dentista: circa il 50% degli emofilici ricorre ad un dentista dedicato che, nel 40% dei casi, è stato consigliato proprio dal Centro Emofilia La presenza o meno di un centro emofilia vicino al proprio comune di residenza diventa allora un fattore cruciale, che determina spesso il vissuto di soddisfazione o meno e lo stesso atteggiamento complessivo nei confronti della propria condizione. 4 Il quadro dell’emofilia in Italia Date queste premesse la disomogeneità dei Centri sul territorio rappresenta un problema sentito: è importante dunque segnalare come oltre la metà degli intervistati frequenti un Centro Emofilia di riferimento al di fuori della città di residenza. il centro emofilia non è nella città di residenza 40% 60% il centro emofilia è nella città di residenza E più di un quinto di essi percorre più di 100 km per raggiungere il centro emofilia oltre 500 km 7% fino a 100 km 79% 5 14% da 100 a 500 km Il quadro dell’emofilia in Italia Molto differenziata la situazione a seconda dell’area geografica: se nel Nord Est la totalità degli intervistati compie meno di 100 km per raggiungere il centro emofilia, nel Sud vi è ancora un 22% di persone, che percorre oltre 500 km per raggiungere il Centro Emofilia di riferimento Fino a 100 km da 101 a 500 km oltre 500 km media Totale Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole 79 14 7 124,7 76 24 69,4 100 31,2 87 13 70,9 63 15 22 273,7 La ricerca di una più alta specializzazione, soprattutto in ambito ortopedico, è la principale motivazione che spinge una minoranza di persone a spostarsi dalla Calabria o dalla Sicilia verso alcuni centri del Nord Ovest o altri del Veneto e dell’Emilia 6 Il quadro dell’emofilia in Italia Se per qualcuno la necessità di un Centro Emofilia vicino è stata addirittura la spinta perché l’intera famiglia si trasferisse da una città all’altra, ben il 23% degli intervistati ne frequenta più di uno alla ricerca di professionalità, esperienza e specializzazione o perché vicino alla località di vacanza. Queste le ragioni più in dettaglio: è il centro dove andavo da piccolo mi sono trovato male e ho cambiato è quello più vicino al luogo 6% 6% dove trascorro le vacanze 12% ci sono più esperienza, più 47% attrezzature, diversi centri sono specializzati diversamente per una visita 12% generale annuale 29% è il più vicino a casa, per i controlli di routine è quello più comodo 7 Il quadro dell’emofilia in Italia Un secondo ordine di problemi “oggettivi” è rappresentato dai giorni di lavoro o di scuola persi a causa dell’emofilia: il 69% degli intervistati ha perso almeno un giorno di lavoro o di scuola a causa dell’emofilia con una media di 13.9 giorni in un anno il 71% dei genitori intervistati hanno perso almeno un giorno di lavoro a causa dell’emofilia del figlio con una media di 8.3 giorni in un anno 8 Il quadro dell’emofilia in Italia non sorprende, quindi che: il 12% degli intervistati ricorra a qualche supporto di tipo psicologico per farsi aiutare ad affrontare la propria condizione o quella del figlio e che l’8% lo desideri, pur non avendone la possibilità in concreto Più in generale, va sottolineato come il 40% degli emofilici adulti lamenti difficoltà motorie e problemi alle articolazioni con le conseguenti limitazioni di movimento e come il 21% degli intervistati manifesti un vissuto di continua tensione e di scarsa serenità conseguente, dovuta all’eccesso di attenzione richiesto nello svolgimento delle attività quotidiane 9 Il quadro dell’emofilia in Italia Solo circa il 30% degli intervistati dichiara di non fare nulla al là dei trattamenti di routine coi fattori di coagulazione, molto diffusa è invece la pratica di qualche attività fisica, e in particolare degli sport acquatici (nuoto, ginnastica in acqua). L’attività sportiva riveste in effetti un ruolo molto importante non solo sul piano fisico, perché permette di migliorare il livello di efficienza complessiva, ma anche su un piano sociale ed emotivo perché permette la conquista di spazi di libertà un tempo chiusi. Questi gli sport più praticati: 10 Il quadro dell’emofilia in Italia vita sana all’aria aperta bicicletta/cyclette ginnastica/ ginnastica in acqua/ fitness 15% 9% 4% 15% 34% nuoto 24% calcio, corsa, tennis, basket, body building, sci, karatè, attività sportiva in generale, camminate 11 Il quadro dell’emofilia in Italia E tuttavia si tratta di spazi ancora minacciati, non tanto da fattori “interni”, legati alla patologia, quanto da fattori “esterni”, provenienti dalla società, tanto che il 76% degli intervistati esprime almeno un bisogno insoddisfatto dal punto di vista assistenziale e sociale: il 27% parla espressamente di mancanza di assistenza adeguata (centri lontani, mancanza di: specialisti, ADI, di preparazione in ospedali e P.S.) il 20% di carenza di organizzazione, risorse a disposizione e informazione da parte dello Stato e degli enti pubblici il 17% degli adulti trova difficoltà di inserimento in ambito lavorativo e il 9% dei genitori di difficoltà a livello scolastico il 12%, più in generale, parla di disinformazione, incomprensione e mancanza di solidarietà da parte della società 12 Il quadro dell’emofilia in Italia A questo proposito, la difficoltà più grossa che viene segnalata risiede soprattutto nella persistenza di stereotipi negativi nel “mondo esterno” (che comprende insegnanti, conoscenti ma anche medici, a partire proprio dal medico di base) che finisce per imporre delle limitazioni che talvolta vanno al di là delle effettive possibilità fisiche dei pazienti: ad esempio, il rifiuto di rilasciare un certificato medico che permetta di partecipare a un’attività fisica anche non agonistica. 13 Il quadro dell’emofilia in Italia E’ proprio questo il “vuoto” al quale si accennava in precedenza, che circonda la persona emofilica e che sembra costituire il problema più grande che essa si trova a dover oggi affrontare: l’assenza pressoché totale di informazioni aggiornate riguardanti la patologia, in possesso del mondo circostante, a partire dai medici non preparati dei Pronto Soccorso e dal medico di base. il 79% degli intervistati ha almeno un motivo di insoddisfazione da un punto di vista legislativo. Alcuni di essi (il 10%) fanno qui, esplicito riferimento alle difficoltà per l’ottenimento dei risarcimenti per i danni da trasfusione. circa il 20% degli intervistati parla di “difficoltà, ostilità” da parte delle istituzioni o in generale da parte della gente il 17% degli adulti parla di “difficoltà d’inserimento in ambito lavorativo” il 10% dei genitori ritiene che vi sia “scarsa attenzione” da parte delle strutture scolastiche e degli insegnanti 14 Il quadro dell’emofilia in Italia Un “vuoto” nel quale, come si è detto, solo il Centro Emofilia di riferimento, insieme all’Associazione, possono rivestire quel ruolo di counseling che per la popolazione non affetta da emofilia è generalmente rappresentato dal medico di base, in quanto medico operante sul territorio, a stretto contatto con i pazienti e le loro problematiche di salute ma anche, più in generale, ambientali In questo quadro, anche l’assunzione di informazioni da parte della popolazione emofilica, è gestita in modo completamente autonomo oppure è mediata dall’Associazione e dal Centro Emofilia di riferimento, che diventano così anche le principali fonti di informazioni sulla patologia e sulle problematiche ad essa connesse. medico di base/pediatra progetto PUER convegni, incontri 13% 6% 5% amici/conoscenti 13% rivista EX, sito 23% Fedemo 41% Associazione Emofilia 25% riviste/internet 47% Centro Emofilia 15 Il quadro dell’emofilia in Italia La presenza o meno di un Centro Emofilia nel Comune di residenza è pertanto determinante rispetto all’atteggiamento del paziente emofilico verso la propria condizione. A questo proposito, si possono individuare due “tipi” fondamentali di paziente emofilico, schematicamente caratterizzabili come segue: il paziente “rassegnato e passivo”, non necessariamente più grave dal punto di vista clinico, ma oggettivamente svantaggiato dalla lontananza del Centro Emofilia di riferimento, con un minor accesso, di conseguenza, alle informazioni e che risiede prevalentemente nel Sud mostra un atteggiamento passivo e rinunciatario che lo porta ad autoescludersi non solo da una maggiore attività sportiva ma anche da una maggiore partecipazione alle attività dell’Associazione, finendo per propendere maggiormente per un approccio “più medicalizzato e burocratico” 16 Il quadro dell’emofilia in Italia il paziente “ottimista e soddisfatto”, che gode della vicinanza del Centro Emofilia e dell’Associazione, è solitamente più giovane ed informato, vive generalmente nel Nord Est ed è più propenso a farsi coinvolgere dalle attività dell’Associazione e del Centro stesso, con un atteggiamento più positivo e attivo 17 Il quadro dell’emofilia in Italia L’ultimo punto che vogliamo toccare in questa breve presentazione dei risultati di ricerca, riguarda il tema di procreazione consapevole, e il vissuto delle tecniche a disposizione presso la popolazione emofilica Anche a questo proposito, com’era prevedibile, gli orientamenti degli intervistati non sono uniformi, ma rispecchiano la varietà di atteggiamenti riscontrabili nella popolazione in generale: a quanti (la maggioranza) sono generalmente favorevoli alla procreazione assistita e dichiarano spontaneamente anche la propria contrarietà all’attuale legislazione in materia si affiancano coloro che sono invece decisamente contrari, per ragioni religiose o più generalmente etiche, a qualsiasi forma di procreazione assistita oltre a una fetta di intervistati che non sa esprimere un’opinione a riguardo 18 Il quadro dell’emofilia in Italia contrario per motivi etici contrario in generale ho fatto ricorso/farei ricorso alla fecondazione assistita favorevole solo in casi determinati (solo omologa) 7% 7% 5% contrario per motivi religiosi 4% 3% 17% 29% contrario alla legge attuale 28% non sa esprimere un giudizio favorevole in generale alla fecondazione assistita 19 Il quadro dell’emofilia in Italia Per concludere, da questa ricerca, emergono quindi alcune esigenze, alcune “questioni aperte” : la questione dell’assistenza integrata, che accanto alle cure mediche sappia offrire un supporto più ampio così come richiesto dal 76% degli intervistati un’opera di sensibilizzazione e informazione ampia e corretta da parte delle istituzioni verso la popolazione in generale ma soprattutto verso la classe medica (medicina generale) e gli insegnanti infine, su un piano più giuridico e istituzionale, il riconoscimento di maggiore attenzione (a partire da indennizzi, lavoro e scuola) affinché venga superata quella percezione di non tutela che una grande maggioranza di emofilici vive 20