Preven zione Periodico di informazione sanitaria scientifico culturale Avanti tutta Ci sono molte novità e sorprese in questa fine d’anno e provo mentalmente a metterle in fila Il rilancio e il completamento dei nostri progetti di prevenzione con la presentazione di “Io gioco d’anticipo” un’idea di Franco Urbini condivisa dal Consiglio che ci permetterà di ampliare la nostra presenza nelle scuole, nelle Associazioni sportive, nelle Aziende e in altre Associaziioni. Voglio ringraziare coloro che hanno patrocinato e, quindi, condiviso questa idea. La legge delega del Governo Renzi sulla riforma della legge esistente sul Volontariato modifica in modo significativo alcuni aspetti come, ad esempio, il ruolo dei Centri Servizi (ASSIPROF nella nostra Provincia) e li renderà meno autonomi e meno autodeterminanti. Il fatto positivo sarà la stabilizzazione del 5 per mille e la possibilità di aumentare l’importo deducibile delle erogazioni liberali. Anche in questo caso sarà necessario Registrazione al Tribunali di Forlì n. 16/91 del 11 gennaio 1991 - Spedizione in abbonamento postale Art. 1 comma 2 D.L. 353/2003 filiale di Forlì. Direttore Responsabile: Dott. Pier Antonio Marongiu - Comitato di Redazione: Belli L., Gasperoni L., Maldini G., Riceputi E., Urbini F. Segreteria: Via Cavalcavia, 288 - 47521 Cesena - Tel. 0547.29125 - Fax 0547.24732 Realizzazione e Stampa: Il Digitale - Cesena - Anno XXI - n. 2 - Novembre 2014. Lettera di commiato del direttore Enzo Riceputi che lascia l’attività a fine anno Cari amici, dall’anno 2000, dietro richiesta del Consiglio, ho iniziato il mio impegno nell’A.R.R.T. Senza alcuna esperienza ho provato ad affrontare e ho cercato di risolvere le problematiche che assillano le associazioni di volontariato, in particolare: la ricerca fondi e la carenza di volontari. Spinto dall’entusiasmo ho iniziato con impegno la mia “mission”. Ho subito capito che due cose sono fondamentali: affrontare i problemi con determinazione e farlo sempre e solo nell’interesse dell’Associazione per conquistare la fiducia della gente. In questi anni devo dire che la nostra A.R.R.T. ha fatto passi da gigante, nonostante la grave crisi economica che da almeno cinque anni affligge il nostro Paese. In sintesi posso elencare: - I numerosi riconoscimenti che sono stati conseguiti nel tempo fino ad ottenere la Medaglia d’oro per meriti sanitari da parte del Presidente della Repubblica; - si sono realizzati l’ampliamento e la ristrutturazione della sede, che ha consentito la creazio- ne di un ulteriore ambulatorio, più spazio per gli uffici e le parti comuni per uno svolgimento più razionale delle diverse attività; - l’aggiornamento tecnologico con l’acquisto di tre ecografi di ultima generazione; - l’erogazione di quattro borse di studio presso l’Azienda USL; - un progetto in rete con altre associazioni del territorio; - il progetto “A scuola di vita” che fino dall’inizio ha avuto una accoglienza favorevole sia dagli insegnanti che dalle Istituzioni e da quest’anno gode del Patrocinio dell’Azienda USL, che l’ha inserito nel proprio programma; - lascito testamentario di un’immobile e una promessa scritta da parte di un benefattore di un sostanzioso lascito in denaro; - 5 per mille, di cui l’ultima erogazione del 31 Ottobre 2014 è di euro 99.551,71. L’A.R.R.T. dal 2009 si è impegnata finanziariamente, oltre alla normale gestione, per un importo di 300.000,00 euro. Oggi si può dire di aver estinto il debito. che le Associazioni comincino a pensare a del- segue a pag. 3 le fusioni per affinità. E poi in queste novità….. Ambiente e tumori la decisione del nostro Direttore Enzo Riceputi di lasciare a fine anno l’incarico per esigenze personali e famigliari. Credo di doverlo ringraziare sentitamente anche a nome di tutti e Come attivare un’ efficace prevenzione primaria Dr. Pierantonio Marongiu* dell’Associazione stessa. È un ringraziamento che non nasce dalla circostanza: collaborare con lui, lavoratore instancabile, è stato per me importante. Abbiamo condiviso idee, problemi, la fatica dell’impegno e delle decisioni, la stima che nel mondo del volontariato è alla base dell’appartenenza. Ci mancheranno molto la sua presenza e la sua intelligenza. Lo abbraccio e lo saluto di cuore. Questa sua decisione mi fa fare un appello accorato a tutti i volontari della ARRT perché sarà necessario l’impegno di tutti… questo impegno è per il bene del l’Associazione : non dobbiamo tirarci indietro ma… andare avanti tutta. Buone Feste a tutti. Il Presidente Leonardo Belli Il tumore è una malattia sempre esistita che sin dagli inizi del ’900 risultava relativamente presente. Oggi rappresenta il più grave problema di sanità pubblica per la sua dimensione epidemiologica, le cause che la determinano, la difficoltà di controllo una volta insorta. In Italia nel 2000 si registravano 210.000 nuovi casi di tumore, aumentati a 366.000 nel 2013 (a cui vanno aggiunti quelli della pelle diagnosticati - secondo i dati AIRC - in circa il 15% su ogni 100.000 uomini e 14% su ogni 100.000 donne, cioè 3.000 nuovi casi per gli uomini e 2.800 per le donne). Circa il 70% dei tumori potrebbe essere prevenuto o diagnosticato in tempo se tutti adottassero stili di vita corretti e aderissero ai protocolli di diagnosi precoce e di screening. In questo scenario va posta grande attenzione ad uno dei più elevati fattori di rischio: l’ambiente. Si considera che circa l’80-90 % di tutti i tumori sia collegato ad agenti e situazioni di rischio presente nell’ambiente di vita generale e di lavoro. Alcuni esempi: vi sono tumori presenti particolarmente in alcune aree geografiche del pianeta rispetto ad altre. Abitanti di luoghi a bassa incidenza per uno specifico tipo di tumore, emigrando in altre aree a più alta incidenza assumono, sin dalla seconda generazione, lo stesso rischio della popolazione già residente. Altro esempio: nello studio sulla cancerosità di agenti chimici e fisici a cui è esposta la popolazione, su oltre 500 segue a pag. 5 1 Prevenzione Io gioco d’anticipo Ovvero la prevenzione subito, sempre e ovunque Non è una novità del momento ma la prosecuzione di un obiettivo, di un cammino che l’ARRT ha iniziato sin dalla fondazione, 35 anni fa. Chi legge la frase “IO GIOCO D’ANTICIPO” forse pensa di trovarsi di fronte ad un avvenimento sportivo, magari riferito al calcio oggi che il Cesena è in serie A. Può aver ragione, non tanto perché il riferimento sia il calcio, ma la sua filosofia vincente, che lo accomuna ad altri sport. Giocare d’anticipo vuol dire “prevenire” e prevenire significa “evitare”. Nel caso del calcio si tratta di evitare il gol, nel nostro significato evitare l’insorgere di un tumore e anche di altre malattie. Ma quand’è il momento di anticipare ? La risposta è semplice: al più presto, da subito, cioè sin dai primi anni di scuola, iniziando dall’asilo sino alle superiori. Prima si anticipa prima si evita il rischio. Ecco, quindi, che si è ampliata l’iniziativa “Scuola di vita “rivolta agli studenti, con le modalità e sistemi di approccio riferiti alle varie età e il coinvolgimento di insegnanti e genitori. Alimentazione, stili di vita, movimento sono i cardini degli incontri che si svolgono anche con l’aiuto di opuscoli predisposti da collaboratrici dell’ARRT. “Io gioco d’anticipo”, cioè la filosofia di sempre dell’Associazione, non si ferma però alla scuola. Prosegue con lo sport, con le varie Società sportive attraverso incontri con i ragazzi e le famiglie, la collaborazione degli istruttori e il coinvolgimento delle stesse Società nella divulgazione della nostra iniziativa anche durante lo svolgimento si precoce in maniera qualificata e tempestiva. La nostra iniziativa si allarga, ancora, a tutti i Comuni del territorio con la presentazione di conferenze su temi specifici, l’apertura della nostra Sede centrale in occasione di open day perché la gente possa rendersi conto di tutto quello che siamo e facciamo. Inoltre, le presenze nei luoghi pubblici nelle più varie occasioni possono dare ulteriore visibilità alla nostra p r e v e n z i o n e. Abbiamo anche previsto di premiare personaggi del territorio che si siano distinti nell’ambito della medicina, sociale, volontariato. “Io gioco d’anticipo” configura, in sostanza, un progetto che, nelle intenzioni del Consiglio ARRT, si allarga, si modifica, evolve per essere migliorato in continuazione. Qualcuno potrà osservare che ci sono anche altre situazioni da conoscere, combattere e sistemare per attuare la completa prevenzione primaria: della loro attività. “Io gioco d’anticipo” si amplia alle varie aziende del territorio con la proposta di incontri illustrativi e la disponibilità ad effettuare esami presso le stesse aziende che ne diano la disponibilità oppure proponendo di effettuarli presso la sede ARRT più vicina. Entra in ballo qui la nostra fondamentale attività: la diagnostica, attuata con gli strumenti adeguati, che si svolge - da sempre - in tutti i nostri ambulatori del territorio cesenate (che sono riepilogati in altra pagina del giornale) e che si pone come ulteriore fase di “anticipo” per effettuare la diagno- ad esempio i fumi, gli scarichi, gli insetticidi, le onde elettromagnetiche, in sostanza molte delle cose collegate al vivere odierno. È vero, e anche noi ne parliamo nei nostri incontri, ma il nostro obiettivo è far si che ognuno conosca e faccia quello che è in grado di fare personalmente per attivare almeno la “sua” prevenzione primaria. È un impegno consapevole e realistico il nostro specie se fatto con competenza e cognizione di causa. È un impegno che necessita di collaborazione allargata, concreta. Perché farlo da soli è una gara dura. C’è il bisogno di avere “compagni di viaggio” per mettere le gambe alla nostra azione. Sono le Istituzioni, le varie aziende del territorio che riconoscono la validità del nostro progetto. Sono sicuramente gli amici volontari che costituiscono la spina dorsale, l’ossatura, per la realizzazione del progetto e, ancor prima, per l’esistenza dell’ARRT. Anche il Presidente ha lanciato un appello ai volontari: se non volete che l’avversario scappi via e vada in rete, dateci una mano a”Giocare d’anticipo”. Franco Urbini Vice Presidente ARRT con il patrocinio di Comune di Cesena in collaborazione con Panathlon Club Cesena Progetto “A scuola di vita” Da sette anni l’Associazione Romagnola Ricerca Tumori realizza “Progetto Scuola di Vita” per le scuole primarie e secondarie del territorio cesenate. L’obiettivo è quello di affrontare i temi della prevenzione oncologica attraverso i corretti stili di vita e la trasmissione di concetti di base utilizzabili nel quotidiano. Il rapporto con i ragazzi affronta, quindi, le tematiche dell’alimentazione, del movimento, delle abilità relazionali, anche attraverso lavori in piccoli gruppi e attività ludiche che sono affrontate con linguaggi e approcci a seconda dell’età dei ragazzi. Viene consegnato ad ogni Prevenzione ragazzo un libretto illustrativo e, per ogni classe interessata, alla fine è previsto un incontro/dibattito con le famiglie e gli stessi alunni in cui vengono ripercorse le fasi del lavoro svolto. Da quest’anno l’iniziativa - inserita tra quelle di Educazione alla salute dell’Azienda USL Romagna - presenta alcune novità: un progetto pilota per le scuole materne e le società sportive; un ampliamento degli incontri con le Scuole secondarie di secondo livello. Vengono anche introdotti incontri di formazione per gli insegnanti insieme agli operatori dell’Az. USL Romagna. L’iniziativa ha avuto il seguente trend di adesioni: 24 classi nell’anno scolastico 2011-12; 25 classi nel 2012-13; 30 classi nel 2013-14 e per il 2014-15 sono già pervenute n. 44 richieste ed altre ne stanno arrivando. Col- 2 laborano con l’ARRT al progetto: Annalisa Bertozzi, coordinatrice; Emanuela Belsito, psicologa e psicoterapeuta; Chiara Marchionni, dietista. La cura del dolore: una questione di civiltà Dr. Fabio Pivi* Il dolore è una esperienza soggettiva, individuale e difficilmente condivisibile, il risultato di una serie di interazioni complesse (sistema nervoso, risposte metaboliche, immunologiche, ecc) modulato da diversi fattori (ambientali, culturali, affettivi, religiosi, ecc), specifici per ogni individuo. Il dolore cronico rappresenta uno dei principali problemi della sanità pubblica sia per l’invecchiamento della popolazione, sia per l’aumento dei tumori e delle patologie cronico- degenerative (osteo-articolari, neurologiche e vascolari). In Europa è stata confermata da diverse indagini la media del 19%. In Italia un cittadino su 4 (26%) soffre di dolore cronico che si manifesta soprattutto nell’età avanzata (il 70% delle persone sopra i 65 anni). Il 50% dei pazienti neoplastici soffre di dolore severo, il 75% dei pazienti nelle fasi più avanzate di malattia. La nuova legge 38/2010 riguardante le “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”, rappresenta un grande risultato per il nostro Sistema Sanitario Nazionale. In tal modo il dolore cronico è considerato come una vera malattia che, oltre al fisico, infierisce sull’anima di chi ne è affetto. La legge 38 separa nettamente le Cure Palliative dalla Terapia del Dolore, obbliga i clinici continua da pag. 1 alla cura di esso, ma anche ad un attento suo monitoraggio inserendo il dolore tra i 5 parametri vitali da valutare quotidianamente; i medici e gli infermieri lo cureranno riportando obbligatoriamente i dati nella cartella clinica. In particolare quello proveniente dalla misurazione della sintomatologia dolorosa con sistema validato NRS (Numerical Rating Scale) per gli adulti e sistema FPS (Faces Pain Scale) per i bambini. Valutazione con scale tipo PAINAD per pazienti non collaboranti. È il punto di partenza verso un approccio al dolore cronico del tutto differente. Il testo prevede innanzitutto la costituzione di una rete territoriale di strutture sanitarie e di assistenza domiciliare per garantire la continuità assistenziale del malato, affetto da patologia cronica dolorosa, dalla struttura ospedaliera al suo domicilio, attribuendo un ruolo fondamentale ai Medici di Medicina Generale (MMG) ed ai Pediatri di Libera Scelta (PLS). La legge prevede che il progetto “Ospedale Senza Dolore” assuma la denominazione di progetto “Ospedale-Territorio Senza Dolore “con l’integrazione di professionisti delle Cure Primarie (MMG, PLS, Infermieri del Distretto/Cure Primarie ed Hospice) con quelli dell’Ospedale. I MMG ed i PLS presteranno le cure antalgiche direttamente alla maggior parte dei propri assistiti mentre i casi più gravi verranno indirizzati agli Ambulatori Ospedalieri (Spoke) ed ai Centri di Terapia Antalgica (Hub). Sarebbe auspicabile la creazione anche di un presidio territoriale con competenze di terapia antalgica gestito da un team di MMG opportunamente formati. La nuova legge introduce anche nuove modalità di prescrizione degli oppiacei, facilmente prescrivibili sul ricettario del SSN, tranne la morfina cloridrato in fiale ed il metadone, che vengono prescritti sempre sul ricettario speciale. Purtroppo, dopo 4 anni dalla promulgazione della legge, emerge ancora una inadeguata gestione complessiva del paziente con dolore; si evidenzianodiversi punti critici come una scarsa abitudine a considerare il dolore soltanto come un sintomo mentre, in verità, rappresenta spesso una delle manifestazioni più importanti della malattia. I farmaci maggiormente impiegati in Italia per le sindromi dolorose continuano ad essere soprattutto i Fans, i farmaci antiinfiammatori non steroidei, che se usati impropriamente e per lungo tempo possono provocare gravi effetti collaterali come emorragie gastro-intestinali, complicanze cardio-vascolari ed insufficienza renale, specie nella popolazione anziana, per la presenza di politerapie già in atto. Nel nostro Paese, per la terapia del dolore, oltre ad un ridotto consumo di paracetamolo, che dovrebbe essere il primo farmaco da utilizzare nel dolore lieve-moderato dei pazienti anziani affetti da La nuova legge 38/2010 un grande risultato osteoartrosi, si registra tuttora un basso consumo di oppioidi deboli e maggiori che, se impiegati con il giusto dosaggio, rappresenterebbero i farmaci ideali per il controllo del dolore di intensità medio-alta nella maggior parte dei pazienti. Il timore nel loro utilizzo è legato soprattutto alla paura spesso ingiustificata di effetti collaterali come la dipendenza e la depressione respiratoria. Ma la ricerca medica ha dimostrato già da molti anni che queste paure sono un falso problema. I farmaci oppiacei sono la miglior risorsa per ridare sollievo e dignità a molte persone che soffrono quotidianamente con le loro malattie, non solo neoplastiche, ma anche croniche-degenerative. In Italia sono disponibili già da tempo gli oppioidi minori (tramadolo, codeina, tapentadolo) e maggiori (morfina, ossicodone, idromorfone, fentanyl transdermico e transmucosale orale, buprenorfina transdermica) prescrivibili facilmente sul ricettario del S.S.N. L’Ambulatorio di Terapia del dolore dell’Ospedale di Cesena esegue circa 4500 prestazioni ogni anno in solo 18 ore settimanali, distibuite in 3 giorni. Visto l’aumento della domanda di chi è affetto da dolore cronico, si auspica a breve un potenziamento dell’ambulatorio con un’apertura giornaliera e più medici ed infermieri dedicati e addestrati ad affrontare una problematica così complessa. *Dr Fabio Pivi Coord. Comitato Ospedale Territorio Senza Dolore di Cesena Lettera di commiato del direttore Enzo Riceputi che lascia l’attività a fine anno. Ora che le fondamenta sono solide è il momento di un rilancio dell’Associazione, ideare e perseguire nuovi obiettivi affinché tutta la popolazione ne sia coinvolta e dia il sostegno morale e materiale necessario, perché tutti riconoscano che l’ A.R.R.T. è indispensabile per il territorio e che tutte le sue attività sono rivolte esclusivamente al bene comune.“Io gioco d’anticipo” è già un buon progetto. Ritengo che è anche il tempo di reperire forze nuove, giovani e motivate. Dopo 15 anni ho deciso di termina- re, alla chiusura dell’anno, la mia collaborazione di volontario con l’A.R.R.T., una scelta difficile, ma ponderata e principalmente determinata da motivi personali. Quindici anni di impegno nel volontariato sono molti, ma ogni giorno speso per raggiungere gli obiettivi prefissati mi ha arricchito umanamente. Ho passato periodi bellissimi e momenti di incomprensioni, ma vi assicuro che nel mio cuore rimarranno impressi solo i momenti belli. Un caloroso abbraccio a tutti, un bacio affettuoso alle mie ragazze Cinzia, Valentina, Annalisa, Emanuela, Chiara e tanti tanti auguri di Buone Feste. W L’A.R.R.T. Enzo Riceputi Caro Enzo, hai ritenuto che fosse arrivato il tempo del distacco dalla nostra Associazione per dedicarti di più alla tranquillità della famiglia ed assaporare il meritato riposo dopo tutti gli anni “intensi” ed “impegnativi”passati alla Direzione dell’ARRT. In questo periodo l’Associazione, con il tuo fondamentale apporto, 3 ha affrontato numerosi e non semplici problemi di vario genere portandoli a soluzione grazie alla tua collaborazione efficace e costante. Abbiamo cercato di farti desistere dal tuo proposito ma non abbiamo avuto buona sorte. Peccato. Resterai, però, sempre con noi, nei nostri pensieri, con la tua allegria, il sorriso accattivante, la concretezza evidenziata in ogni situazione. Un grande grazie di cuore augurando un futuro felice a te ed ai tuoi cari. Da tutta la Famiglia dell’A.R.R.T. Prevenzione Sanità locale e ospedali privati Intervista a Valentina Valentini Direttore della Casa di Cura M. Novello - Cesena La nuova Azienda Usl della Romagna (la cos i d d e t t a Area Vasta sorta dall’accorpamento delle ex Ausl di Cesena, Forlì, Ravenna, Rimini) sta delineando gradualmente le proprie strategie. La Regione e l’Usl Romagna intendono ridurre i tempi di attesa e smaltire le visite anche attraverso collaborazioni con le Case di Cura Private accreditate. Ci rivolgiamo a Valentina Valentini, Direttore della Casa di Cura “Malatesta Novello” di Cesena per un parere in merito. Quale può essere il ruolo degli ospedali privati accreditati della Romagna anche in base alla percentuale di interventi effettuati a supporto della struttura pubblica? Nell’ambito di un accordo quadro regionale che definisce i budget e le regole per lo svolgimento dell’attività locale, nello scorso mese di luglio è stata raggiunta un’intesa tra l’Usl della Romagna e gli Ospedali privati sulla cosiddetta “piattaforma di committenza” che tiene conto delle specificità territoriali e della vocazione delle strutture private. Ritengo che gli Ospedali privati della Romagna siano un’importante componente del Servizio Sanitario Regionale erogando il 25% delle prestazioni di ricovero. Mentre per l’assistenza specialistica ambulatoriale il privato eroga circa l’8% del totale delle prestazioni. Sono presenti numerose eccellenze che le strutture hanno gradualmente e costantemente perseguito con politiche di qualificazione, investimenti strutturali e tecnologici. Quindi una forte integrazione tra la sanità pubblica e quella privata dovuta alle “eccellenze” in essere nel privato. Quali sono le eccellenze della Casa di Cura Malatesta Novello? A conferma del ruolo integrativo svolto, nella Casa di Cura Malatesta Novello sono stati accolti negli anni numerosi pazienti provenienti dai presidi ospedalieri pubblici per Prevenzione mancanza di letti. Solo nel 2013 abbiamo accettato 951 ricoveri. Gli accordi così chiamati “di fornitura” prima con l’Usl di Cesena e poi con l’Usl della Romagna, hanno privilegiato le prestazioni sul versante chirurgico di cui la stessa Usl aveva bisogno per contenere i non brevi tempi di attesa soprattutto per interventi di protesi all’anca e al ginocchio. Questa integrazione assume un significato particolare vista la vocazione a cui è destinata la struttura pubblica di Cesena nella gestione e nel trattamento della patologia traumatica. La nostra struttura è conosciuta in tutta l’Area Vasta per le prestazioni chirurgiche ortopediche ed attrae numerosi pazienti anche da altre regioni. Ha sviluppato negli anni curamente un’eccellenza in quanto rende più sicura tutta l’attività chirurgica. In questo ambito particolare evidenza e peso assume la chirurgia ortopedica protesica e la nostra Casa di Cura aderisce sin dall’origine al Registro Protesico Regionale. Da tale registro emerge che la Casa di Cura M. Novello effettua più di 500 interventi di artroprotesi al ginocchio e anca all’anno con durata media delle protesi impiantate superiore alla media regionale. Ci può dire quali sono altre importanti specializzazioni esistenti alla Casa di Cura Malatesta Novello? In ambito medico la Casa di Cura dispone al proprio interno di numerose professionalità eccellenti: gastroenterologia, pneumologia, Reparto di Terapia Intensiva della casa di Cura “M. Novello” - Cesena anche la funzione di chirurgia generale grazie alla collaborazione di importanti professionisti. In particolare la stretta collaborazione con il servizio di gastroenterologia presente in Casa di Cura ha portato ad un incremento esponenziale dei casi con particolare riferimento al trattamento delle malattie tumorali dell’apparato digerente potendo contare su diagnosi e terapie chirurgiche tempestive ed efficaci. Le eventuali terapie post operatorie sono assicurate da contratti con i servizi di oncologia e radioterapia del’Irrst di Meldola. Sappiamo anche che la Casa di Cura ha un qualificato ed aggiornato reparto di terapia intensiva. Per rendere più sicura l’attività chirurgica, dal 2007 la Casa di Cura si è dotata di un reparto di terapia intensiva realizzato secondo i più aggiornati requisiti richiesti dalla Regione. Il servizio di terapia intensiva, di cui dispongono poche Case di cura in Regione, rappresenta si- cardiologia, geriatria, ematologia, malattie vascolari che svolgono anche un’importante consulenza allo staff chirurgico. L’attività di ricovero è supportata da vari servizi tra cui quello di diagnostica per immagini con la presenza di una TAC spirale di ultima generazione e di una RISONANZA MAGNETICA ad alto campo da 1,5 tesle e il servizio di Endoscopia Digestiva, realizzata anche grazie ad una convenzione didattico-assistenziale in essere con la Scuola di Specializzazione di Gastroenterologia ed Endoscopia dell’Università degli Studi di Ferrara. La nostra struttura è inserita a pieno titolo nella rete formativa della Scuola sia per l’attività di ricovero che per il Servizio di Endoscopia digestiva e tale collaborazione con la Scuola ha prodotto numerosi studi scientifici pubblicati anche su riviste internazionali nonché l’organizzazione di numerosi convegni scientifici. Il servizio di Endoscopia è stato riferimento di- 4 dattico per alcune iniziative formative di secondo livello indirizzate a medici specialisti come l’utilizzo di strumentazioni ad alta definizione ed esercitazioni di endoscopia operativa su modelli animali in vivo. La Casa di Cura Malatesta Novello può essere considerata un’eccellenza. Quali risultati concreti porta la Vostra organizzazione? Gli indicatori previsti dal Programma Nazionale Esiti curato da Agenas e applicabili alla nostra attività sono più soddisfacenti rispetto alla media nazionale delle altre strutture pubbliche e private. In merito alla distribuzione geografica dei pazienti, grazie alla qualificazione raggiunta, la Casa di Cura M. Novello ha sviluppato notevole capacità di attrattiva e ricovera, su un totale annuo di circa 6000 pazienti, circa 1.800 pazienti provenienti da altre regioni, spesso per patologie complesse. In merito all’attività ambulatoriale, la struttura contribuisce a ridurre i tempi di attesa erogando circa 65.000 prestazioni annue fra visite ed esami strumentali. Quindi a livello di Sanità regionale/ Area Vasta Romagna, quale può essere il ruolo futuro del privato? Vorremmo che questo momento di cambiamento, derivante dalla costituzione dell’Asl Romagna e dalle linee guida sanitarie nazionali, costituisse un’opportunità per rafforzare il rapporto pubblico-privato e realizzare una reale partnership, riducendo anche i tempi di attesa. Oggi, purtroppo, non viene sfruttata la piena capacità produttiva delle nostre strutture. Riteniamo indispensabile essere coinvolti sin dalla fase di programmazione delle attività. La Romagna può diventare un punto di riferimento per un flusso di pazienti che cercano un’offerta sanitaria di alto livello qualitativo. Le strutture private indirizzano parte della loro attività a cittadini non residenti per colmare la capacità produttiva non utilizzata dai contratti con la Regione e questo produce un indotto sul territorio. Potrebbe rappresentare una buona opportunità di sviluppo per le strutture e per le positive ricadute territoriali che questo comporta. Riconsiderare la Guerra al Cancro Dott.ssa Patrizia Gentilini* Nel 1971 il Presidente Nixon firmò il National Cancer Act, un ambizioso progetto con cui si delineava la strategia della “guerra al cancro”. Erano gli anni in cui l’uomo era arrivato sulla luna, la fiducia nelle potenzialità della scienza era pressoché illimitata. Erano anche gli anni in cui prendeva corpo l’idea che il cancro fosse una malattia “genetica” e che nascesse da una singola cellula in qualche modo “impazzita”. Si pensava che per un “incidente genetico” casuale avvenissero serie di mutazioni a carico del DNA tali da comportare una proliferazione incontrollata ed una sorta di “immortalizzazione” delle cellule figlie. L’idea era quindi che una sorta di selezione darwiniana portasse le cellule figlie, sempre più maligne e aggressive, a sopravvivere e metastatizzare. Il cancro era ritenuto una malattia dell’età adulta in cui, proprio per l’aumento della speranza di vita, era sempre più probabile che insorgessero mutazioni casuali, un prezzo da pagare al nostro modo di vita e in definitiva allo sviluppo. Se l’origine del cancro risiedeva in un danno a carico del DNA era logico quindi pensare di risolvere il problema cercando di svelare tutti i segreti del genoma e sperimentare terapie che colpissero la cellula nel suo centro vitale, il DNA appunto. Gli investimenti fatti in diversi paesi occidentali furono ingenti ma, come ha scritto nel 2005 un grande oncologo americano S.Epstein, i successi nella guerra al cancro sono stati inferiori alle aspettative: “l’incidenza dei tumori in particolare della mammella, dei testicoli, della tiroide, nonché i mielomi e i linfomi, in particolare nei bambini che non possono essere messi in relazione con il fumo di sigaretta, hanno raggiunto proporzioni epidemiche, ora evidenti in un uomo su due e in oltre una donna su tre”. Queste che sembravano pessimistiche considerazioni di qualche medico isolato hanno trovato autorevoli conferme in un articolo dall’emblematico titolo “Rethinking the war on cancer” comparso on line a dicembre 2013 sulla prestigiosa rivista Lancet (www.thelancet.com). Perché l’obiettivo non è stato raggiunto? Evidentemente concentrare la maggior parte delle risorse sulla ricerca di terapie o sulla diagnosi precoce non è stato sufficiente. In effetti nuove emergenti teorie sulle modalità con cui il nostro genoma si relaziona con l’ambiente ci fanno capire come anche la nostra visione del problema cancro sia stata riduttiva e di come, quindi, dobbiamo cambiare il nostro punto di vista se vogliamo sperare di uscire da questo empasse. Si è sempre pensato al genoma come a qualcosadi predestinato ed immutabile, ma le conoscenze che da oltre un decennio provengono dall’epigenetica ci dicono che le cose non stanno così. Il genoma è qualcosa che continuamente si modella e si adatta a seconda dei segnali - fisici, chimici, biologici - con cui entra in contatto. Come un’orchestra dove ogni musicante suona il proprio strumento, così l’informazione contenuta nel DNA viene continuamente tra- scritta attraverso meccanismi biochimici che vanno appunto sotto il nome di epigenoma. L’epigenetica ci ha svelato che è l’ambiente che “modella” ciò che siamo, nel bene e nel male, nella salute e nella malattia. L’origine del cancro non risiede, quindi, solo in una mutazione casualmente insorta nel DNA di qualche nostra cellula, ma anche in centinaia di migliaia di modificazioni epigenetiche indotte dalla miriade di agenti fisici e sostanze chimiche tossiche e pericolose con cui veniamo in contatto ancor prima di nascere e che alla fine finiscono per danneggiare in modo irreversibile lo stesso DNA. Il citato articolo di Lancet sostiene che per vincere la guerra contro il cancro abbiamo bisogno di una nuova e diversa visione del campo di battaglia: per coloro che da decenni si battono per una riduzione dell’esposizione delle popolazioni agli agenti inquinanti e cancerogeni, questa visione è la “Prevenzione Primaria” che non può essere ridotta solo alle indicazioni riguardanti gli “stili di vita” ma che deve intervenire sulla tutela degli ambienti di vita e di lavoro. razioni al sistema sessuo-riproduttivo e crescita di cellule tumorali della mammella. Studi condotti su modelli animali hanno mostrato chiari segni di tossicità epatica e renale in seguito a diete contenenti OGM. L’IARC (Agenzia Internazionale Ricerca sul Cancro) ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza come “possibili cancerogeni” per l’uomo basandosi su evidenze scientifiche che suggerivano un aumentato rischio di tumori cerebrali maligni (gliomi) e di tumori benigni (neurinomi dell’acustico) associato all’uso sconsiderato di apparecchi di telefonia mobile (Convegno su “un mare di onde elettromagnetiche” organizzato dall’ARRT il 2/11/2013 relatore prof. Angelo Gino Levis, membro della Commissione Oncologica Nazionale Italiana). Non si può, inoltre, ignorare il rapporto tra l’esposizione a campi magnetici ad alta frequenza e alterazioni del sistema immunitario, con una possibile compromissione della futura capacità riproduttiva, con disturbi cognitivo-compartimentali, della concentrazione, e dell’apprendimento in età pediatrica e persino con l’autismo. Il tumore è da ritenere, pertanto, la malattia del nostro tempo, un preciso indicatore dell’alterato rapporto tra modello di sviluppo, degrado ambientale e uomo. In concreto per battere il cancro è necessaria l’azione integrata di questi nostri “tutori”: la prevenzione finalizzata alla modifica degli stili di vita quali la dieta, il fumo, l’alcool, l’esercizio fisico; il miglioramento dell’igiene ambientale e della qualità dell’alimentazione; l’adozione di un costante approccio diagnostico per prevenire l’insorgere del tumore; la possibilità di utilizzare i progressi della ricerca e delle nuove possibilità di cure. Il genoma, una realtà che si modella continuamente *Componente Comitato Scientifico ARRT Cesena - Isde Italia segue da pag. 1 Ambiente e Tumori Un efficace prevenzione primaria composti (studiati dal Programma nazionale di Tossicologia del Governo Americano) più del 50% sono risultati cancerogeni. Su circa 100 composti studiati ed elaborati dal Centro di Ricerche sul Cancro della Fondazione Ramazzini, sono risultati cancerogeni circa il 46%. Medesimi risultati vengono confermati dallo IARC di Lione. Gli agenti cancerogeni (origine chimica, fisica e biologica) sono presenti nell’aria che respiriamo, nell’acqua, nel cibo, nel suolo ed il rischio è più elevato quanto più è elevata l’esposizione. Dal momento iniziale a quello della manifestazione della malattia possono occorrere anni o decenni e l’esposizione simultanea a vari agenti cancerogeni può creare una sinergia (ad esempio l’esposizione all’amian- to, collegata al fumo di sigaretta, aumenta da 5 a 50 volte il rischio in caso di fumo attivo e passivo). Una concausa dell’aumentata incidenza dei tumori è il prolungamento dell’attesa di vita verificatosi negli ultimi 50 sia per la donna che per l’uomo e l’esistenza di persone predisposte più di altre a sviluppare la malattia (45% della popolazione). Il principio di precauzione per l’ambiente dovrebbe riguardare gli OGM per cui si usano alcuni diserbanti che - anche se ritenuti innocui - sono in grado di indurre alte- Stili di vita e modifica dell’ambiente 5 *Direttore del Comitato Scientifico ARRT Cesena Prevenzione Le nuove frontiere dell’immunoterapia, nel melanoma ma non solo……… Dr. Ruggero Ridolfi - Oncologo-Endocrinologo ISDE Forlì-Cesena L’idea di poter combattere il cancro con una strategia immunoterapia è antica e si può far risalire ad alcuni ingenui tentativi di “vaccinazione”, ovviamente falliti, di Medici Illuministi, fra cui si annovera il Medico personale del Duca di Kent (1777). Alla fine dei due secoli successivi si è giunti ad accertare due concetti fondamentali: 1) si sono iniziati a conoscere sempre più numerosi antigeni (sostanze riconosciute estranee dal nostro corpo) correlati al tumore; 2) si è dimostrato che, in vitro e nell’animale da esperimento, le cellule immunocompetenti possono essere effettivamente in grado di riconoscere e distruggere le cellule tumorali. È nata, così, l’Immunoterapia dell’era moderna sperando di poter sconfiggere rapidamente il cancro usando dapprima cellule immunocompetenti come linfociti specifici attivati o, più recentemente, manipolando le Cellule Dendritiche, elementi che regolano le funzioni dei linfociti e fagocitano le proteine rilasciate da tessuti infiammati per farle riconoscere e memorizzare da parte dei linfociti. Si è pensato, quindi, di usare queste cellule per la vaccinazione antitumorale: ricerche complesse che stanno proseguendo tuttora. Il cammino per l’immunoterapia antitumorale si è dimostrato irto di ostacoli: le conoscenze riguardanti il rapporto fra sistema immunitario e tumore hanno evidenziato come il tumore non solo tende a sfuggire al riconoscimento, ma attua meccanismi di vero e proprio contrattacco nei confronti del sistema immunitario dell’ospite. Si parla di “Immunoescape Tumorale” per descrivere le diverse modalità attraverso le quali il tumore evita l’attacco immunitario. Questi meccanismi di “Immuno-evasione” fanno parte del DNA dei mammiferi, in quanto sono gli stessi che ci hanno permesso di giungere alla vita, evitando l’attacco del sistema immunitario di nostra madre. La crescita tumorale, nella sua anarchia, scopre via via anche questi meccanismi naturali, come quelli della proliferazione o della diffe- Prevenzione renziazione, e se ne avvale nella sua progressione e selezione. Si può aggiungere a questi concetti un particolare che può riguardare la Prevenzione Primaria: nelle nostre cellule esiste un recettore (AhR) che deprime l’attività immunitaria specifica ed è contrastato da sostanze note per avere effetti antitumorali (come i flavonoidi, gli antiossidanti, il the verde ed il resveratrolo che troviamo nell’uva rossa), ma che è invece attivato dai tossici ambientali ed in particolare melanoma in fase avanzata (stadio IV) è stimata in 6-9 mesi, con meno del 10% di pazienti vivi a 5 anni. Per la prima volta, nel 2010, in uno studio di fase III è stato dimostrato un aumento di sopravvivenza mediana (mOS) in tale patologia, grazie all’uso di questo farmaco (Ipilimumab): 10,0 contro 6,4 mesi (SFHodi; Nejm 2010). Nell’anno successivo si è avuta una ulteriore conferma di efficacia del farmaco (C Robert NEJM 2011), con una mOS di 11,2 mesi contro 9,1. Se dalla Diossina. Il problema è che l’affinità dell’AhR per la Diossina è migliaia di volte più elevata rispetto a quella delle altre sostanze con effetti “antitumorali”. La dimostrazione di efficacia delle terapie Immunologiche in ambito Oncologico, culminata con l’assegnazione del Premio Nobel 2011 per la Medicina a tre Immunologi, fra i quali figura Ralph Steinman (lo scopritore della funzione delle Cellule Dendritiche), è uno degli eventi più eclatanti della terapia antitumorale degli ultimi anni. Un nuovo anticorpo monoclonale (anti-CTLA-4) che agisce con meccanismi esclusivamente immunoterapici, è in grado di migliorare significativamente la sopravvivenza di pazienti affetti da melanoma avanzato. In letteratura si legge da anni che la sopravvivenza mediana dei pazienti affetti da si considera che in questi due studi tutti i pazienti erano pretrattati, desta ulteriore interesse la mOS di 30,5 mesi con una percentuale di sopravvivenza a 2 anni del 56,9% segnalata in pazienti non-pretrattati (JA Thompson J Immunother 2012). Negli ultimi mesi la letteratura scientifica si è arricchita, poi, di ulteriori segnalazioni di efficacia del farmaco che in molti casi coincide con la scomparsa della malattia e il prolungarsi del beneficio nel tempo tale beneficio. Per questi pazienti si può iniziare a parlare forse di guarigione. Questo importante beneficio terapeutico può essere ulteriormente incrementato percentualmente da un secondo anticorpo monoclonale (Anti-PD1). Da solo e/o in combinazione con l’antiCTLA-4 ha raggiunto, per ora in studi preliminari, quote di risposte Si può forse parlare di guarigione dal tumore 6 e beneficio clinico superiori al 50% in pazienti con melanoma avanzato ed anche in questo caso i benefici sono durevoli nel tempo. Questi farmaci stanno mostrando, inoltre, attività terapeutica anche per altri tipi di tumori e le sperimentazioni cliniche si succedono pur con risultati diversi ma sempre molto incoraggianti per tumori polmonari, renali, prostatici e teoricamente potrebbero essere estesi a tutte le neoplasie (JR Brahmer NEJM 2012). Questi anticorpi monoclonali possono comportare effetti collaterali talora importanti, quali coliti e manifestazioni di tipo autoimmune anche severe. L’esperienza in questi anni ha insegnato, però, a controbattere tali tossicità soprattutto con l’uso di cortisonici che non compromettono i vantaggi terapeutici. La ricerca nell’immediato futuro è rivolta ad ottenere ulteriori miglioramenti di questi farmaci anche in associazione con altre terapie. Nel melanoma, per esempio le novità terapeutiche coinvolgono anche farmaci “Target” che colpiscono singole funzioni cellulari derivate da mutazioni geniche del DNA tumorale (come l’anti-BRAF): nei pazienti portatori di tale mutazione si ottengono risposte cliniche anche superiori all’80%. Si lavora dunque per ottimizzare la diversa tempistica di efficacia dei due farmaci: rapida e forse più fugace per gli anti-Target, lenta ma duratura per gli anticorpi monoclonali immunoterapeutici. In questo momento di Spending Review, il costo di questi nuovi farmaci può comportare problematiche importanti di sostenibilità sociale ed economica nell’intero Sistema Sanitario Nazionale. Le quattro somministrazioni di Ipilimumab previste per paziente costano mediamente all’Erario circa 50.000,00 Euro. Le tabelle europee di tipo “assicurativo” stimano che ogni mese/vita guadagnato sia valutato in 5.000,00 Euro (60.000,00 Euro l’anno) ed a conti fatti, visti i risultati durevoli nel tempo, dovrebbero risultare soldi ben spesi. DENTRO L’A.R.R.T. I Volontari ARRT UNA “FAMIGLIA” DI PERSONE ECCEZIONALI “Da fuori non è facile immaginare cosa si fa in una Associazione come la nostra ed io dico sempre che bisogna esserci per vivere le cose! È sempre tutto stimolante, ogni giorno non è mai uguale, quindi non c’è nulla di monotono.” Tratto da “I Pensieri di Cinzia” Tutti i giorni, tranne i festivi (ma non sempre), la segreteria è aperta sin dalle 8,30. Il ritmo è intenso ma ricco di armonia ed emozioni e tutta la giornata è veicolata da collaborazione e spirito di equipe. Il via vai dei pazienti programmati per le visite, la presenza dei volontari che ci affiancano all’accettazione e nei giri da fare (banca, posta, ospedale, commercialista, pagamenti vari ecc.), trillo del campanello e dei telefoni che suonano in contemporanea, scandiscono la nostra giornata. Al mattino, Leo e Silvano sono impegnati nelle varie commissioni esterne e nella segreteria, mentre Bruna e Rita si alternano all’accettazione dei pazienti. Valentina ed io organizziamo e smistiamo i lavori di base (prenotazioni, coordinamento esigenze di pazienti e medi- ci) ed affrontiamo le necessità del momento interagendo col nostro direttore Enzo. All’interno della nostra segreteria vengono anche gestiti i rapporti con i volontari che operano presso le altri sedi limitrofe (S. Piero in Bagno, Sarsina, Mercato Saraceno, Gambettola, Savignano sul Rubicone e Cesenatico) e sono fornite informazioni, collaborazione e materiale riguardante le varie iniziative della Associazione. Un lavoro a 360 gradi, vario e dedito per lo più alla gestione degli ambulatori (della sede e di quelli periferici), tra cui le prenotazioni e il coordinamento medici, i contatti con i volontari che si occupano dell’accettazione, dalla gestione degli ecografi e gestione materiale ausiliario. Senza parlare dell’organizzazione delle varie manifestazioni, come l’ottavario dei morti, la festa della mamma, la Fiera di San Giovanni ed altre. Fondamentale per il sostegno economico dell’ARRT è l’attività di raccolta offerte in occasione di manifestazioni funebri, per le quali è richiesta la nostra presenza. Franco è il volontario che si oc- cupa di questo aspetto e, quando è impossibilitato, io e Valentina lo sostituiamo. Senza la presenza dei Volontari non sarebbe possibile tutto ciò. È il loro supporto ed affetto che stimolano me e Vale a dare il massimo e a rendere l’ Associazione UNA FAMIGLIA. Queste righe sono state scritte con l’intento di comunicarvi la nostra realtà, come si svolge la giornata con noi e, perché no, ad incuriosirvi a tal punto da venirci a trovare e, magari, a dedicarci un po’ del vostro tempo. Vi garantiamo accoglienza a braccia aperte, simpatia e gratificazioni personali avendo la certezza aver fatto qualcosa di buono. Vi aspettiamo!!! Cinzia Bravaccini Responsabile Volontari e Segreteria Il “Chi è” dell’Associazione Romagnola Ricerca tumori” ASSOCIAZIONE ROMAGNOLA RICERCA TUMORI (A.R.R.T), fondata nel 1980, ha sede a Cesena in Via Cavalcavia, 288 - Tel. 0547 29125 - fax 0547 24732 Sei anni fa ha ricevuto dal Presidente della Repubblica la “medaglia d’oro al merito della sanità pubblica“. Comitato Scientifico Consiglio Direttivo: dr. Marongiu Pierantonio Direttore Belli Leonardo Presidente dr. Aguzzoni Fausto MMG Cesena Danesi Massimo Consigliere dr. Bersani Gianluca Medicina Interna - Gastroenterologia Gasperoni Lorenzo Consigliere dr. Bruschi Davide Oncologo Day Hospital Bufalini Cesena Maldini Giampiero Consigliere dr. Fagioli Leo Neuroradiologo Montesi Athos Consigliere dr. Gallone Gilberto Senologo Riceputi Enzo Direttore dott.ssa Gardini Roberta Psicologa - Psicoterapeuta Tortonesi Franco Consigliere dott.ssa Gentilini Patrizia Oncoematologa - Isde Nazionale Urbini Franco Vice Presidente dr. Giorgi Omero MMG Cesena Valentini Valentina Consigliere dr. Greco Italo Dermatologo dr. Meravigli Vincenzo MMG Cesena Collegio Revisori dei Conti: dr. Parrella Antonio Oncologo, Senologo, Direttore Tecnico ARRT Buratti Ilde Presidente dr. Pasini Giampiero Pneumologo - Medicina Interna Maldini Renzo Revisore dr. Ridolfi Ruggero Oncologo, Immunologo, Isde Forlì Montalti Bruna Revisore dr. Ruffilli Corrado MMG Cesena dott.ssa Sabbadini Franca Oncologia-ginecologica dr. Sosti Antonio Senologo dr. Tonti Daniele Neurologo - Medicina Interna dott.ssa Vasylyeva Lyudmyla Medico Radiologo 7 Prevenzione DENTRO L’A.R.R.T. AMBULATORI ARRT CESENA POLIAMBULATORIO ARRT - Via Cavalcavia, 288 - prenotazioni: 0547 29125 CESENATICO presso OSPEDALE MARCONI - Via G. Abba, 102 - prenotazioni : 0547 29125 MERCATO SARACENO presso Consultorio - Via Bufalini, 7 - prenotazioni: 0547 692317 - 0547 91870 S. PIERO IN BAGNO presso Ospedale - Via G. Marconi, 36 - prenotazioni: 0547 29125 SARSINA presso Casa di Riposo Barocci - Via Linea Gotica,2 - prenotazioni: 0547 94901 SAVIGNANO SUL R. presso Ospedale S. Colomba - Corso Perticari, 110 - prenotazioni: 0547 29125 TIPOLOGIA DI ESAMI E VISITE EFFETTUATE. Nel Poliambulatorio Privato di Cesena e negli ambulatori periferici vengono effettuati i seguenti esami e visite, sotto la Guida del Direttore Tecnico dr. Antonio Parrella, specialista in oncologia: SENOLOGIA ED ECOGRAFIA TIROIDEA (visita ed ecografia senologica - ecografia tiroidea) effettuate dai dottori Antonio Parrella, Gilberto Gallone, Antonio Sosti, Maria Angela Brasini, Lyumdyla Vasylyeva. ONCOLOGIA GINECOLOGICA (visita oncologica-ginecologica; colposcopia e citologia vaginale; biopsia e polipectomia; ecografia pelvica e transvaginale), con la dott.ssa Franca Sabbadini. DERMATOLOGIA (mappatura nevi per individuare precocemente lo sviluppo dei melanomi) con il dott. Italo Greco. RADIOLOGIA (ecografia addominale; ecografia del collo;ecografia prostatica - transrettale; ecografia tiroidea; agoaspirati; ecografia tessuti superficiali cute e sottocute; ecografia articolare) con il dott. Paolo Pantani. PSICOLOGIA-PSICOTERAPIA (consulenza psicologica; colloqui di sostegno; prevenzione abilitazione e riabilitazione in ambito psicologico) con la Dott.ssa Roberta Gardini. OSTEOPATA - FISIOTERAPISTA (tendiniti, cefalee, emicranie, sinusiti, vertigini, lombalgie, cervicalgie, alterazioni apparato digestivo, alterazioni del complesso maxillo-facciale) con la Dott.ssa Elvina Teodorani. ATTIVITA’ AMBULATORIALE NEL 2013 n. 2223 visite, ecografie senologiche ed ecografie tiroidee n. 529 visite oncologiche-ginecologiche n. 529 ecografie trans vaginali n. 98 ecografie pelviche n. 102mappature nei n. 3 ecografie prostatiche - trans rettali n. 160ecografie addominali n. 37 ecografie articolari n. 109ecografie al collo n. 3 agoaspirati tiroidei n. 40 hemoccult di cui 6 positivi COME SOSTENERE LA PREVENZIONE E L’A.R.R.T Se volete darci una mano, Vi suggeriamo alcune possibilità: • Divenire VOLONTARI, partecipando alla vita dell’Associazione e contribuendo a migliorare e consolidare tutta l’attività A.R.R.T. • Aderire alla disponibilità di partecipazioni e pergamene personalizzate in occasione di matrimoni, nascite, comunioni • Devolvere il “5 per mille” ad ARRT cod. fiscale 90001280404 • Divenire Soci/Socie con un versamento minimo di 10 euro • Effettuare donazioni in memoria di... e lasciti testamentari Effettuare un versamento sul C/C Postale 10889475 Effettuare un bonifico bancario su uno dei seguenti Istituti di Credito: BANCA POPOLARE DELL’EMILIA ROMAGNA - sede di Cesena - IBAN: IT78Q0538723901000000654297 CASSA DI RISPARMIO DI CESENA - ag. S. Egidio - IBAN: IT21K0612023913CC1010000950 BANCA DI CESENA - IBAN: IT83H0707023900000000060423 CREDITO DI ROMAGNA CESENA - V.le Bovio, 243 - IBAN: IT84P0327323900000200104516 (Le condizioni per la deducibilità dei contributi e donazioni di persone fisiche ed imprese, a favore delle ONLUS, sono stabilite dal D.Lgs. n. 460/97 e successive modifiche. Per usufruire di tale deducibilità il contributo deve essere versato non in contanti, ma tramite bonifico bancario, versamento postale, assegno bancario, assegno circolare e carta di credito). CAMPAGNA TESSERAMENTO 2015 QUOTE SOCI: ordinario: animatore: sostenitore: oltre TO: E IL NOSTRO SI AZIONE VISITAT RM FO it a. IN en SI IA fo@arrt-ces PER QUALS na.it - e-mail: in www.arrt-cese 47 05 .29125 Tel. sede Cesena Prevenzione 8 10 euro 20 euro 30 euro La presente pubblicazione è distribuita esclusivamente in abbonamento postale e i dati relativi a nominativi e indirizzi dei lettori sono stati inseriti nelle nostre liste di spedizione. 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